Corso online: Il linguaggio segreto della seduzione. Per lei e per lui.Giacomo Casanova.
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Corso online: Il linguaggio segreto della
seduzione. Per lei e per lui
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DONNE E UOMINI SI COMUNICANO INTERESSE.
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APPROFONDIMENTO 1 – PER LUI –
GIACOMO CASANOVA – SEDUTTORE O
SEDOTTO?
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Nasce il 2 aprile 1725 a Venezia in calle della Commedia. Il padre era Gaetano Casanova, un modesto
attore, e la madre Zanetta Farusso in arte "La
Buranella", in quanto nativa di Burano. In
quell'anno i genitori di Giacomo calcavano le scene
del teatro di San Samuele a Venezia, teatro di
proprietà della famiglia Grimani. La paternità,
infatti, sembra essere, come per un altro grande
della storia, Alessandro Manzoni, dubbia; dicono gli
storici che egli fosse proprio figlio del patrizio Michele Grimani. Vera o no
questa storia interferirà sulla sfera emotivo-affettiva, sul temperamento e
sulla vita di relazione del Casanova.
Sappiamo come la figura materna sia elemento fondamentale per la
stabilità e per la crescita di ogni creatura. Tale rapporto non conosce
cambiamenti culturali, non subisce mode ed è un patrimonio fondamentale
per lo sviluppo armonico del bambino. E’ un legame e un vincolo che
segue l’uomo per tutta l’esistenza. “Mamma” sembra anche essere una
delle più frequenti parole che si pronunciano in fin di vita. Il fallimento
dell’amore legato alla figura materna può portare a disagi nella successiva
vita amorosa, fino, a volte, a far possedere l’oggetto d’amore più che ad
amarlo. Ogni bimbo alla nascita ha la necessità di questa vicinanza, di
questo rapporto esclusivo: è la prima comunicazione, il primo volto che
s’impara ad amare a fior di pelle o la più importante mancanza o
privazione che si subisce.
Giacomo casanova è stato condizionato da questa mutilazione poiché
essendo la madre un’attrice non ha avuto né tempo né voglia di accudire il
piccolo che è stato affidato alle cure della nonna materna Marzia.
Un figlio, ancora oggi, che venga allontanato precocemente dal seno
materno e che non vive uno svezzamento graduale, che non sente l’odore
della pelle di colei che lo ha portato per nove mesi nel ventre, è un bimbo
destinato ad avere “buchi” affettivi che si ripercuoteranno poi su tutto il
suo comportamento. Potremmo riportare come esempi il su citato
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sono riusciti a trovare serenità, equilibrio e capacità di intimità.
Scopriamo quindi che Giacomo Casanova, proprio per tale mancanza, ha
avuto una vita contraddittoria. Egli è sempre andato alla ricerca di quel
bene non avuto, una ricerca quasi spasmodica che lo condurrà a subire il
fascino del femminile e a ricercare in essa saturazioni che non troverà
mai. Se è vero che “madre terra” rappresenta simbolicamente le radici, il
tronco dell’albero è il nostro Io e la chioma l’espansione del sé, a
Casanova mancarono le radici che lo avrebbero potuto sostenere dandogli
quella stabilità per gettarsi con maggiore padronanza nella vita degli
affetti.
Giacomo Casanova, nonostante le apparenze e la fama che lo ha seguito,
è sempre stato soggetto al volere degli altri; lo dimostra il fatto che il suo
tutore, l’abate Alvise, lo influenzò fino a indirizzarlo alla vita religiosa. Che
egli abbracciò a 14 anni, ricevendo gli ordini come abatino.
A 16 anni, come viene affermato nella sua autobiografia, presso
l’Università di Padova egli prende il titolo di Dottore in Diritto civile e
canonico, ma anche questa realtà durerà poco.
Dalla Calabria a Roma egli sente il bisogno, come un bimbo sradicato, di
tornare a Venezia, alla sua terra, alle sue radici.
Anche la carriera religiosa, che potrebbe rappresentare psicologicamente
una sorta di casa protettiva e sicura, un luogo di pace interiore, la
sublimazione dei suoi conflitti, non viene sopportata per cui egli diventa
insofferente alle regole.
Il carattere eclettico, la sua natura assetata d’amore e la sua curiosità
intellettiva lo spingevano verso interessi plurimi; potremmo dire che
Giacomo casanova portava dentro di sé il “fuoco della libertà”, un fuoco
che lo ha divorato e lo ha portato verso conquiste non sempre per lui
positive.
I continui cambiamenti, anche amorosi, sono espressione di una ricerca di
qualcuno o qualcosa che potesse spegnere il senso della solitudine e
riempire quei “buchi” che nessuno invece ha mai saputo colmare.
www.evicrotti.com [email protected] Egli è stato oggetto di invidie, ha subito troppe censure e forse anche
tante condanne sono state emesse nei suoi confronti a causa di pregiudizi
dell’epoca. Casanova viene ricordato dalla gente comune per le sue arti
amatorie e le sue avventure. Ma non è così!
La sua scrittura armoniosa, con quei legamenti originali, così minuta e nel
contempo fluida, mette in luce un uomo dalla personalità ricca, dinamica e
creativa, che sa fondere in sé ragione e sentimento. Il pensiero fertile gli
permette di spaziare e di accostarsi a interessi plurimi.
Lo scrivere salendo verso l’alto del foglio sta a significare che egli è
cosciente dei suoi talenti e sa renderli produttivi, arricchendo il proprio
bagaglio di esperienze per uscire dalla mediocrità, anche col pericolo di
mettere a rischio la propria integrità morale.
Il Casanova pecca di vanità intellettiva e fisica, vale a dire che è spinto ad
assaporare tutte le bellezze e le gioie della vita. Più che essere mosso
dall’istinto sessuale, egli ci appare come colui che ama in modo romantico.
La sua scrittura lo fa collocare tra le persone dotate di ricchezza mentale e
plasticità, tipiche di un pensiero originale; insomma un “fuori classe”!
Egli non va quindi ricordato tanto come amatore superficiale e
salottiero, quanto come uomo di alto talento che, indotto dal
bisogno di essere amato più che di amare, usa la seduzione per
compensare il vuoto affettivo. Ma senza dubbio egli non arriva mai
a svendere se stesso.
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PROFILO DI GIACOMO CASANOVA
Il movimento scrittorio di Giacomo Casanova scorre sul foglio con fluidità
e con forme che passano da un gesto curvo ad un altro angoloso, simbolo
di una natura dinamica ove s’intrecciano sentimenti di generosità alternati
a cautela di fronte alla realtà ambientale.
La natura innata del letterato si basa su doti non comuni, sia a livello
intellettivo sia istintuale e affettivo. Egli, pur avendo sperimentato
l’esproprio affettivo, corre verso la realtà esterna con bisogno di
controllarla e di possederla (angolosità e legamenti originali), di farla sua
affinché essa non possa avere più dominio su di lui (pressione forte e
scosse del tratto).
La sofferenza causata da un’infanzia priva di gratificazioni primarie
(mancanza di un rapporto soddisfacente con la madre) 1 ha spinto il
soggetto a diffidare degli affetti (poco spazio tra le lettere) e a viverli con
superficialità o, quanto meno, a non lasciarsi coinvolgere fino in fondo.
Se pensiamo al secolo in cui ha vissuto, la sua scrittura sembra sfuggire
alle regole di stereotipia tipiche del momento storico scritturale; si vedono
infatti forme grafiche originali, un certo ordine spaziale e un equilibrio tra
allunghi superiori e inferiori nelle lettere. Ciò rivela come egli sappia
muoversi in modo eclettico e col desiderio di assaporare tutto ciò che può
coinvolgerlo.
Casanova è una persona svincolata da ogni regola che possa trattenere o
imprigionare l’Io e forse tutto ciò lo ha spinto a vivere la vita come
avventura.
Dalla scrittura tuttavia non emerge un carattere licenzioso, come ce lo
propina la storia, ma un uomo che soffriva e mal sopportava ogni vincolo
restrittivo poiché l’amore per lui aveva come primo scopo la salvaguardia
di se stesso (angoli appuntiti negli occhielli, poco spazio tra lettere, scosse
1. Piero Chiara e Federico Roncoroni (a cura di) - Giacomo Casanova,
Storia della mia vita, ed. Mondadori "I millenni" 1983. III voll. Ultima edizione Mondadori "I millenni" 2001.
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reso forse un po’ egocentrico. Egli quindi non è l’uomo che viene
rappresentato nelle commedie e che ha dato il suo nome ad ogni amatore
di ogni tempo, bensì l’uomo dell’appartenenza alla vita.
Pur nella sua conflittualità interiore, egli ha saputo tracciare un percorso
vissuto con la pienezza del suo essere. Non ha mai abdicato o camuffato
se stesso.
Volontà, determinazione e orgoglio indicano in Casanova il bisogno di
riscatto in ogni settore; ciò non vuol dire voler passare per colui che
“divora le donne col suo fascino”, ma è forse una nota adolescenziale che
lo portava a non vivere in modo paritetico i rapporti ma a considerarli
come un banco di prova per misurare se stesso. Come un adolescente era
per lui più importante piacere che essere amato. E’ forse per questa
dinamica che gli è stato appioppato l’epiteto di “grande amatore”.
Può essere comprensibile come, in un epoca moralista come quella nella
quale è vissuto, un tipo come lui venisse tacciato di libertinaggio e di
eccessi. Non essendo amante di regole schematiche o limitanti, egli dava
libero sfogo alla sua natura fornita di una mente creativa. La scrittura
dimostra che egli non era per nulla un trasgressivo, ma amava la vita al di
sopra di ogni cosa.
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LA FIRMA DI GIACOMO CASANOVA
La firma esprime il casto cui si appartiene e nel passato era il solo nome
ad essere apposto e solo in seguito ad esso venne aggiunto il cognome
onde evitare confusioni tra individui; così Dante di Alighiero diventava
Dante Alighieri.
Il cognome indica l’identità sociale, il sigillo con cui confermiamo quanto
sopra scritto. La sua importanza deriva da quanto è importante per il
soggetto la paternità, tanto che chi appone il cognome davanti al nome
esprime un forte senso di appartenenza a quel casato. Se invece
tralasciamo addirittura il cognome per firmare col solo nome, come faceva
van Gogh, allora vuol dire che la famiglia ha contato poco o, quanto meno,
non ha dato garanzie sufficienti.
Quando la firma è uguale al testo, come nel caso del Casanova, allora il
significato è di integrazione tra sociale e personale. La firma semplice e
uguale al testo appartiene a chi possiede stesse aspirazioni sia a livello
interiore che esteriore.
Casanova è pertanto ha una spiccata intuizione, un senso equo della
realtà e non si sottovaluta. L'Io si muove con cautela, ma anche con
padronanza nel sociale.
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CONTATTI
SCUOLA CROTTI
Viale Marche, 35 - 20125 Milano
Tel. 02-45.48.00.47 - Fax. 02-45.48.01.27
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Scuola di formazione psicologica e grafologica di Evi Crotti.
Nasce nel novembre del 1983 inglobando le attività didattiche della scuola
di grafologia CROTTI fondata nel 1975 e le attività di consulenza della
fondatrice Edvige Crotti e di Alberto Magni.
DOCENTI
Evi Crotti esperta di comunicazione, giornalista, scrittrice e psico-
pedagogista, fondatrice nel 1975 della "Scuola Crotti".
Alberto Magni medico, psicoterapeuta, scrittore, perito grafo-tecnico e
titolare insieme a Evi Crotti del "Centro di Studi e Ricerche di Crotti e
Magni".