CORSO ONLINE Addetto alla lotta antincendio (D. Lgs. nr. 81 del 9 Aprile 2008) Istituto Maria...
-
Upload
roberta-torre -
Category
Documents
-
view
217 -
download
2
Transcript of CORSO ONLINE Addetto alla lotta antincendio (D. Lgs. nr. 81 del 9 Aprile 2008) Istituto Maria...
CORSO ONLINE
Addetto alla lotta antincendioAddetto alla lotta antincendio
(D. Lgs. nr. 81 del 9 Aprile 2008)(D. Lgs. nr. 81 del 9 Aprile 2008)
Istituto Maria Montessori - Divisione FAD –
address _ via San Martino, 34 – Montesarchio (BN) phone/fax _ 0824.834153
web _ www.istituto.montessori.it - e-mail _ [email protected]
AVVERTENZE
La durata del presente corso per Addetto alla lotta antincendio è fissata in 4
ore articolate in una parte teorica ed una parte pratica.
La parte teorica viene erogata in modalità online e fad sul sitowww.corsi8108.it
Per il rilascio dell’attestato, è previsto il superamento di un test rispondendo almeno a 25 quesiti su 30 proposti.
PRESENTAZIONE DEL CORSO
NOTA
Il contenuto del presente corso non esime dalla necessità di porre a
confronto le indicazioni fornite con le reali condizioni e le esigenze
di protezione di ogni specifico ambiente di lavoro.
PRESENTAZIONE DEL CORSO
DESCRIZIONE DEL CORSO
Il corso si propone di fornire i principi generali delle leggi sulla salute e
sulla sicurezza sul luogo di lavoro con particolare riguardo alla lotta
antincendio e alla gestione delle emergenze qualificando una figura
sensibile quale è l' ADDETTO ALLA LOTTA ANTINCENDIO per aziende a
Rischio Incendio Basso in base a quanto previsto dal D. Lgs. 81 del 2008 e
all'Allegato IX del D.M. 10.03.1998.
DESTINATARI
Imprese di tutte le categorie merceologiche, Lavoratori dipendenti, studenti,
datori di lavoro, professionisti, consulenti sulla sicurezza, dirigenti,
ingegneri, architetti, geometri, periti.
PRESENTAZIONE DEL CORSO
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
I Principi dell'Incendio
Incendio e Prevenzione
La protezione e la gestione delle emergenze
Test di fine corso
PRESENTAZIONE DEL CORSO
INDICE DEL CORSO
LEZIONE 1
Introduzione
Definizioni essenziali
La combustione.
-Principi della combustione
-Elementi che caratterizzano la combustione
-Le sorgenti di innesco
-Le cause di incendio
-Prodotti della combustione
PRESENTAZIONE DEL CORSO
INDICE DEL CORSO
LEZIONE 2
Prevenzione incendi
-Controllo degli ambienti di lavoro
-Classificazione degli incendi
-Azione di estinzione incendi
-Sostanze estinguenti
-Effetti dell’incendio sull’uomo
PRESENTAZIONE DEL CORSO
INDICE DEL CORSO
LEZIONE 3:
L’estinzione degli incendi.
Mezzi di estinzione portatili
Utilizzo degli estintori
Mezzi di estinzione fissi
Utilizzo degli idranti
Dispositivi di protezione individuale
Segnaletica di sicurezza
PRESENTAZIONE DEL CORSO
INDICE DEL CORSO
LEZIONE 4:
ESERCITAZIONI PRATICHE
- Presa visione e chiarimenti sugli estintori portatili.
- Istruzioni sull'uso degli estintori portatili effettuata o avvalendosi di sussidi
audiovisivi o tramite dimostrazione pratica.
PRESENTAZIONE DEL CORSO
LEZIONE 1LEZIONE 1
Introduzione
Definizioni essenziali
La combustione.
•Principi della combustione
•Elementi che caratterizzano la combustione
•Le sorgenti di innesco
•Le cause di incendio
•Prodotti della combustione
INTRODUZIONE
PERCHE’ E’ UTILE (E OBBLIGATORIO) UN CORSO ANTINCENDIO PER
ADDETTI ALL’EMERGENZA
Perché l’uomo è la prima causa degli incendi, ed egli soltanto può attuare il
miglior modo per prevenirli e combatterli.
Perché la legge impone all’azienda di designare una o più persone per la
lotta antincendio.
LEZIONE 1
INTRODUZIONE
I COMPITI FONDAMENTALI DEL LAVORATORE ADDETTO
Il lavoratore non è un Vigile del fuoco, tuttavia può:
verificare le protezioni attive (basta un’occhiata al manometro)
controllare che le vie di esodo siano sgombre
coordinare l’esodo dei colleghi
accertare che tutti siano al sicuro
LEZIONE 1
DEFINIZIONI ESSENZIALI 1/4
DENSITA' DI AFFOLLAMENTO. Massimo numero prevedibile di persone presenti per unità di superficie lorda del pavimento (persone/mq).
VIE DI USCITA. Percorso orizzontale e/o sub-verticale che conduce da un punto interno qualsiasi dell'edificio all'esterno, su strada pubblica o in luogo sicuro. Il percorso può comprendere corsie, corridoi, spazi di locali intermedi, vani di porte di accesso alle scale e di uscita all'esterno, scale, rampe e passaggi.
MODULO DI USCITA. Unità di misura della larghezza delle vie di uscita. Esprime la larghezza media occupata da una persona e si assume uguale a m.0,60.
MASSIMO AFFOLLAMENTO IPOTIZZABILE. Massimo numero prevedibile di persone presenti a qualsiasi titolo in ogni piano dell'edificio. E' determinato dal prodotto della densità di affollamento per la superficie lorda del pavimento.
SUPERFICIE LORDA. Superficie lorda del pavimento di qualsiasi piano è la superficie del piano o
parte di esso compresa entro il perimetro esterno dei muri o pareti delimitanti il piano stesso o parte di esso.
LEZIONE 1
DEFINIZIONI ESSENZIALI 2/4
CAPACITA' DI DEFLUSSO E DI SFOLLAMENTO. Numero massimo consentito di persone che possono defluire attraverso un'uscita di "modulo uno".
CARICO DI INCENDIO. Il carico di incendio definisce la durata in minuti dell’incendio all’interno del locale.
REAZIONE AL FUOCO. La reazione al fuoco è una delle misure di prevenzione incendi previste in Italia. Ha lo scopo di valutare il grado di partecipazione all'incendio dei prodotti quali, per esempio: tendaggi; coperte; copriletto; mobili imbottiti (sedie, poltrone, divani, divani-letto, materassi, sommier, guanciali, etc.); mobili non imbottiti (sedie, tavoli, scrivanie, mobili contenitori, banchi scolastici, etc.); pareti; pavimenti; controsoffitti; rivestimenti di pareti e soffitti; vernici ignifughe applicate su materiali legnosi.
SCALA PROTETTA. è una scala in un vano compartimento antincendio, con accesso diretto da ogni piano, con porte di sicurezza al fuoco REI, dotate di congegno di autochiusura.
SCALA ANTIFUMO INTERNA. è una scala in un vano compartimento antincendio, con accesso da ogni piano attraverso un vano filtro a prova antifumo, con porte di sicurezza al fuoco REI dotate di congegno di autochiusura.
LEZIONE 1
DEFINIZIONI ESSENZIALI 3/4
REAZIONE AL FUOCO. Grado di partecipazione di un materiale combustibile al fuoco al quale è sottoposto. In relazione a ciò i materiali sono assegnati (circolare n. 12 del 17 maggio 1980 del Ministero dell'interno) alle classi 0, 1, 2, 3, 4, 5 con l'aumentare della loro partecipazione alla combustione; quelli di classe 0 sono non combustibili.
DISTANZA DI SICUREZZA ESTERNA. Valore minimo, stabilito dalla norma, delle distanze misurate orizzontalmente tra il perimetro in pianta di ciascun elemento pericoloso di una attività e il perimetro del più vicino fabbricato esterno alla attività stessa o di altre opere pubbliche o private oppure rispetto ai confini di aree edificabili verso le quali tali distanze devono essere osservate.
DISTANZA DI SICUREZZA INTERNA. Valore minimo, stabilito dalla norma, delle distanze misurate
orizzontalmente tra i rispettivi perimetri in pianta dei vari elementi pericolosi di una attività.
DISTANZA DI PROTEZIONE. Valore minimo, stabilito dalla norma, delle distanze misurate
orizzontalmente tra il perimetro in pianta di ciascun elemento pericoloso di una attività e la recinzione (ove prescritta) ovvero il confine dell'area su cui sorge l'attività stessa.
LEZIONE 1
DEFINIZIONI ESSENZIALI 4/4
RESISTENZA AL FUOCO. Attitudine di un elemento da costruzione (componente o struttura) a conservare - secondo un programma termico prestabilito e per un tempo determinato - in tutto o in parte: la stabilità "R", la tenuta "E", l'isolamento termico "I", così definiti:stabilità “R”: attitudine di un elemento da costruzione a conservare la resistenza meccanica sotto l'azione del fuoco;tenuta “E”: attitudine di un elemento da costruzione a non lasciar passare nè produrre - se sottoposto all'azione del fuoco su un lato - fiamme, vapori o gas caldi sul lato non esposto;isolamento termico: attitudine di un elemento da costruzione a ridurre, entro un dato limite, la trasmissione del calore.Pertanto:con il simbolo "REI" si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un tempo determinato, la stabilità, la tenuta e l'isolamento termico;con il simbolo "RE" si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un tempo determinato, la stabilità e la tenuta;con il simbolo "R" si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un tempo determinato, la stabilità.In relazione ai requisiti dimostrati gli elementi strutturali vengono classificati da un numero che esprime i minuti primi.Per la classificazione degli elementi non portanti il criterio "R" è automaticamente soddisfatto qualora siano soddisfatti i criteri "E" ed "I".
LEZIONE 1
LA COMBUSTIONE
Principi della combustione
La combustione (incendio) è una reazione chimica sufficientemente rapida di
una sostanza combustibile con un comburente che da luogo allo sviluppo di
calore, fiamma, gas, fumo e luce.
Le sostanze combustibili possono essere:solide (carbone, legno, carta,tessuto, pelle);liquide (petrolio, benzina, alcool, oli,cera, paraffina);gassose (metano, acetilene, idrogeno).
La combustione può avvenire con o senza sviluppo di fiamme superficiali.
La combustione senza fiamma superficiale si verifica generalmente quando la sostanza
combustibile non è più in grado di sviluppare particelle volatili.
LEZIONE 1
LA COMBUSTIONE
Principi della combustione
Le condizioni necessarie (triangolo del fuoco) per avere una combustione sono:
presenza del combustibile ovvero la sostanza che può bruciare (legno, carta, sostanze
infiammabili sia liquide che gassose, ecc.)
presenza del comburente ovvero l’ossigeno che è comunemente nell’aria
presenza di una sorgente di calore ovvero di un riscaldamento del sistema
combustibile/comburente, tale da provocare il fenomeno della combustione
Pertanto solo la contemporanea presenza di questi tre elementi da luogo al fenomeno
dell’incendio, e di conseguenza al mancare di almeno uno di essi l’incendio si spegne.
NOTA: Solitamente il comburente è l’ossigeno contenuto nell’aria, ma sono possibili incendi di
sostanze che contengono nella loro molecola un quantità di ossigeno sufficiente a determinare
una combustione, quali ad esempio gli esplosivi e la celluloide.
LEZIONE 1
LA COMBUSTIONE
Principi della combustione: triangolo del fuoco
LEZIONE 1
LA COMBUSTIONE
Principi della combustione: triangolo del fuoco
Quindi per ottenere lo spegnimento dell’incendio,
si può ricorrere a tre sistemi:
esaurimento del combustibile: mediante allontanamento o separazione della
sostanza combustibile dal focolaio d’incendio;
soffocamento: separazione del comburente dal combustibile o riduzione della
concentrazione di comburente in aria;
raffreddamento: sottrazione di calore fino ad ottenere una temperatura inferiore a
quella necessaria al mantenimento della combustione.
Normalmente per lo spegnimento di un incendio si utilizza una combinazione delle
operazioni di esaurimento del combustibile, di soffocamento e di raffreddamento.
LEZIONE 1
LA COMBUSTIONE
Principi della combustione
Pertanto ai fini della prevenzione incendi è sempre bene ricordare che
un eccessivo accumulo di materiale infiammabile e un eccessivo
riscaldamento del suddetto materiale sono fattori che di regola
amplificano il rischio di incendio, e che pertanto devono essere
prevenuti ed evitati.
E’ bene ricordare che la prevenzione incendi deve servire a tutelare in
primis la vita e la salute umana, ma anche i beni materiali che sono
spesso vitali per la vita aziendale e pertanto alla possibilità di garantire
i redditi sia per la proprietà che per i lavoratori.
LEZIONE 1
LA COMBUSTIONE
Elementi che caratterizzano la combustione
Premesso che un incendio, nella quasi totalità dei casi, per ciò che riguarda la
sostanza comburente, viene alimentato dall’ossigeno naturalmente contenuto
nell’aria, ne consegue che esso si caratterizza per tipo di combustibile e per il tipo di
sorgente d’innesco.
LEZIONE 1
LA COMBUSTIONE
Le sorgenti di innesco
Nella ricerca delle cause d’incendio, sia preventiva che di accertamento, bisogna individuare
tutte le possibili fonti d’innesco, che possono essere suddivise in quattro categorie:accensione diretta:
quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente entra in contatto con un
materiale combustibile in presenza di ossigeno.accensione indiretta:
quando il calore d’innesco avviene nelle forme della convezione, conduzione e irraggiamento
termico.attrito:
quando il calore è prodotto dallo sfregamento di due materiali.autocombustione o riscaldamento spontaneo:
quando il calore viene prodotto dallo stesso combustibile come ad esempio lenti processi di
ossidazione, reazione chimiche, decomposizioni esotermiche in assenza d’aria, azione
biologica.
LEZIONE 1
LA COMBUSTIONE
CAUSE D’INCENDIO
Le cause d’incendio vengono classificate in:
naturali;accidentali;colpose;dolose.
Cause accidentaliAd esempio un corto circuito, un motore che si surriscalda, le scintille causate da uno strumento di lavoro possono a volte costituire l’inizio di un focolaio. Gli incendi derivanti da tali condizioni si dicono accidentali.Cause colposeLa più frequente è la cicca di sigaretta o il cerino gettati ai bordi delle strade; altre cause sono i fuochi accesi nei boschi nello svolgimento di gite e non controllati.Cause doloseL’accensione di erbe secche che comunque con l’aiuto di correnti d’aria possono rilasciare corpi incandescenti che spesso causano altri focolai. Incendi provocati per liberare il territorio da piante al fine di ottenere eventuali nulla osta per costruire e urbanizzare le zone destinate a pascolo o a riserva.
LEZIONE 1
LA COMBUSTIONE
Le principali e più comuni cause di incendio sono:
deposito o manipolazione non idonea di sostanze infiammabili o combustibili;accumulo di rifiuti, carta o altro materiale combustibile che può essere facilmente incendiato
(accidentalmente o deliberatamente);negligenza nell'uso di fiamme libere e di apparecchi generatori di calore;inadeguata pulizia delle aree di lavoro e scarsa manutenzione delle apparecchiature;impianti elettrici o utilizzatori difettosi, sovraccaricati e non adeguatamente protetti;riparazioni o modifiche di impianti elettrici effettuate da persone non qualificate;apparecchiature elettriche lasciate sotto tensione anche quando inutilizzate;utilizzo non corretto di impianti di riscaldamento portatili;ostruire la ventilazione di apparecchi di riscaldamento, macchinari, apparecchiature elettriche e di
ufficio;fumare in aree ove è proibito, o non usare il posacenere.
L’obiettivo principale dell’adozione di misure precauzionali di esercizio è quello di permettere,
attraverso una corretta gestione, di non aumentare il livello di rischio reso a sua volta accettabile attraverso
misure di prevenzione e di protezione.
LEZIONE 1
LA COMBUSTIONE
Prodotti della combustione: il calore
I prodotti della combustione sono:
Calore
Fumo visibile
Gas e vapori invisibili
Il calore è energia termica che si trasmette anche agli esseri viventi, provocando:
1) Ipertermia
2) Ustioni
LEZIONE 1
LA COMBUSTIONE
Prodotti della combustione: il calore
Ipertermia
Si ha quando una fonte di calore trasmette ad un essere vivente una quantità di energia termica
tale da vanificare il funzionamento dei sistemi di termoregolazione fisiologica, che in condizioni
normali, stabilizzano la temperatura corporea intorno ai 37 °C. Sbalzi di temperatura, anche di
discreta entità, vengono sopportati dagli esseri viventi a sangue caldo, senza evidenti problemi.
Ma l’esposizione a temperature molto basse può provocare fenomeni di ipotermia fino al
congelamento, mentre l’esposizione prolungata a temperature elevate può invece innalzare la
temperatura corporea fino a valori superiori ai 41-42 °C. In questi casi si va incontro al
cosiddetto “colpo di calore” con perdita di coscienza e gravi conseguenze per lo stato di
salute di chi ne è colpito.
LEZIONE 1
LA COMBUSTIONE
Prodotti della combustione: il calore
Ustioni
Il corpo degli esseri viventi è rivestito da un sistema di tessuti (apparato tegumentario), che
entro certi limiti, protegge gli organi interni dagli agenti esterni potenzialmente dannosi, senza
riportare particolari conseguenze.
Quando tali limiti vengono superati, la “pelle” viene danneggiata.
Il danno causato da un’eccessiva esposizione al calore è “l’ustione”.
L’ustione è una mortificazione dei tessuti di rivestimento dell’organismo vivente, che può
interessare i tessuti più o meno profondamente a seconda della gravità dell’ustione.
Le ustioni vengono classificate in vari “gradi” a seconda della profondità del danno cutaneo e
degli strati di tessuto che vengono interessati.
Oltre al danno estetico, le ustioni più gravi ed estese, provocano gravi perdite di liquidi intra ed
extra cellulari, con compromissione dell’apparato cardiovascolare, ipovolemia e perdita di
coscienza.
Le ustioni più gravi possono portare alla morte.
LEZIONE 1
LA COMBUSTIONE
Prodotti della combustione: il fumo visibile
Il fumo visibile è costituito da particelle microscopiche in sospensione nell’aria che colpite dalla luce diventano visibili. Gli effetti sono:
Visione oscurata: la luce colpisce le particelle solide originate dalle fiamme e dai materiali che bruciano in sospensione nell’aria; viene rifratta, ovvero deviata e suddivisa, riducendo e a volte annullando la capacità di visione.Tossicità: nel fumo visibile come in quello invisibile possono essere contenuti gas velenosi incompatibili con la vita.Ostacolo alla fuga: la diminuzione della visibilità non permette di distinguere e riconoscere le vie di fuga, che devono essere, per tale motivo, lasciate sempre libere e segnalate.Difficoltà di evacuazione: la visione oscurata è di ostacolo alla fuga soprattutto in caso di eccessivo affollamento.
Negli ambienti in cui sono presenti dei sistemi di ventilazione forzata dell’aria, occorre prevedere in fase di progettazione e realizzazione il blocco dei sistemi di ventilazione che possono diffondere fumo e vapori tossici in caso di incendio.
LEZIONE 1
LA COMBUSTIONE
Prodotti della combustione: i gas ed i vapori invisibili
La presenza di gas e di vapori invisibili provoca i seguenti effetti:
Asfissia da carenza di ossigenoAvvelenamento per la presenza di sostanze tossiche:1) L’ossido di carbonio è il più comune agente tossico presente nei gas d’incendio; provoca la formazione
di carbossiemoglobina nel sangue, un composto che blocca il trasporto dell’ossigeno nel sangue.
2) L’anidride carbonica è un gas tossico, che blocca il trasporto dell’ossigeno nel sangue, aumenta la
frequenza respiratoria e la quantità di sostanze tossiche respirate; sia l’osssido di carbonio che l’anidride
carbonica vengono prodotti con la combustione di materiali contenenti carbonio (legna, idrocarburi, ecc.).
3) La carenza di ossigeno, sostituito nell’ambiente dai gas della combustione, provoca asfissia.
4) La carta, il cartone, il polietilene, provocano al formazione di acroleina, sostanza irritante per gli occhi,
può provocare complicanze polmonari e condurre a morte;
5) L’acido cloridrico si forma durante la combustione di manufatti a base di PVC. E’ irritante per la pelle e
per gli occhi.
6) Gli idrocarburi clorurati bruciando liberano fosgene, letale anche a basse concentrazioni (odore di fieno
fresco).
7) I materiali contenenti azoto (amminoacidi e proteine) sviluppano se combusti acido cianidrico, che, se
inspirato, blocca la respirazione cellulare: mortale.
LEZIONE 1
LEZIONE 2LEZIONE 2
Prevenzione incendi
•Controllo degli ambienti di lavoro
•Classificazione degli incendi
•Azione di estinzione incendi
•Sostanze estinguenti
•Effetti dell’incendio sull’uomo
PREVENZIONE INCENDI
La prevenzione si attua eliminando o riducendo al massimo le probabilità che
si verifichino incendi o esplosioni, consentendo la salvaguardia delle persone
e cercando di rendere minimi i danni materiali che ne potrebbero derivare.
LEZIONE 1
PREVENZIONE INCENDI
Gli accorgimenti tecnici che dovrebbero essere rispettati sono i seguenti: separazione dei prodotti e delle sostanze a seconda del grado di infiammabilità e di combustione; limitazione dei quantitativi dei materiali e delle sostanze combustibili e infiammabili allo stretto
necessario nei luoghi di utilizzazione; sistemazione razionale dei prodotti infiammabili immagazzinati; compartimentazione di spazi per realizzare il frazionamento del rischio; porte tagliafuoco; uso di strutture resistenti al fuoco; installazione, a regola d’arte, degli impianti elettrici onde evitare la possibilità di inneschi (corto
circuiti, surriscaldamenti, etc); installazioni di impianti elettrici "a sicurezza" nei luoghi con specifico pericolo di incendio o
scoppio; protezione contro le scariche atmosferiche; installazione di impianti e di mezzi antincendio fissi o mobili; installazione di uscite e scale di sicurezza per un disciplinato esodo delle persone in caso
d’incendio; installazione di dispositivi di segnalazione, ottici o termici che ne segnalino tempestivamente la
fase iniziale, allo scopo di rendere minimi i danni o meglio prevenirli.
LEZIONE 1
PREVENZIONE INCENDI
Controllo degli ambienti di lavoro
Il personale è tenuto a conoscere i principi fondamentali di prevenzione incendi, ed è
opportuno che persone incaricate effettuino regolari verifiche (con cadenza
predeterminata) nei luoghi di lavoro per accertare il mantenimento delle misure di
sicurezza antincendio.
In proposito è predisposto un idoneo registro di controllo regolarmente compilato dalla
ditta che ha in manutenzione le attrezzature.
Inoltre i lavoratori devono ricevere adeguate istruzioni sulle operazioni da attuare prima
che il luogo di lavoro sia abbandonato, al termine dell'orario di lavoro, affinché lo stesso
sia lasciato in condizioni di sicurezza.
I lavoratori devono segnalare agli addetti alla prevenzione incendi ogni situazione di
potenziale pericolo di cui vengano a conoscenza.
Le operazioni di cui sopra, possono essere semplificate nella seguente tabella.
LEZIONE 1
PREVENZIONE INCENDI
TABELLA DEI CONTROLLI DI SICUREZZA DA EFFETTUARE
PERIODICAMENTE
tutte quelle parti del luogo di lavoro destinate a vie di uscita quali passaggi, corridoi,
scale, devono essere controllate periodicamente per assicurare che siano libere da
ostruzioni e da pericoli;tutte le porte sulle vie di uscita devono essere regolarmente controllate per assicurare
che si aprano facilmente;tutte le porte resistenti al fuoco devono essere regolarmente controllate per assicurarsi
che non sussistano danneggiamenti e che chiudano regolarmente;le apparecchiature elettriche che non devono restare in servizio vanno messe fuori
tensione;tutte le fiamme libere devono essere spente o lasciate in condizioni di sicurezza;tutti i rifiuti e gli scarti combustibili devono essere rimossi;tutti i materiali infiammabili devono essere depositati in luoghi sicuri;il luogo di lavoro deve essere assicurato contro gli accessi incontrollati;………
LEZIONE 1
PREVENZIONE INCENDI
CLASSIFICAZIONE DEGLI INCENDI
Gli incendi vengono distinti in quattro classi, secondo lo stato fisico dei materiali combustibili,
con un’ulteriore categoria che tiene conto delle particolari caratteristiche degli incendi di natura
elettrica.
classe A - incendi di materiali solidi (legname, carta, carbone, tessuti, trucioli, pelli, materiali che lasciano braci)
classe B - incendi di liquidi infiammabili (benzine, oli, vernici, lacche, alcoli, etere, xiluolo, toluolo, ecc.)
classe C - incendi di gas infiammabili (idrogeno, butano, propano, ecc.)
classe D - incendi di metalli combustibili (sodio, potassio, alluminio, litio, ecc.)
classe E - incendi di apparecchiature elettriche in tensione
La classificazione degli incendi consente l’identificazione della classe di rischio
d’incendio a cui corrisponde una precisa azione operativa antincendio ovvero
un’opportuna scelta del tipo di estinguente.
LEZIONE 1
PREVENZIONE INCENDI
AZIONI DI ESTINZIONE INCENDI
Azioni di separazione
L’allontanamento o segregazione del combustibile, non ancora interessato dalla combustione da quello già incendiato.
raffreddamentosottrazione del combustibilesoffocamento.
Tali azioni possono essere ottenute singolarmente o contemporaneamente mediante l’uso delle sostanze estinguenti, che vanno scelte in funzione della natura del combustibile e delle dimensioni del fuoco.
Azioni di soffocamento
Eliminazione del contatto tra combustibile e comburente.
coperte, terra o sabbiagas inerti
LEZIONE 1
PREVENZIONE INCENDI
AZIONI DI ESTINZIONE INCENDI
Azioni di raffreddamento
Riduzione della temperatura del combustibile al di sotto del valore di accensione.
AcquaCO2
Azioni di inibizione chimica
Sostanze che bloccano chimicamente la reazione di combustione inibendo lo sviluppo delle reazioni a catena.
Halon (1301, 1211, 2402)
LEZIONE 1
PREVENZIONE INCENDI
SOSTANZE ESTINGUENTI IN RELAZIONE AL TIPO DI INCENDIO
Le principali sostanze estinguenti:
· acqua
· schiuma
· polveri
· idrocarburi alogenati
· gas inerti
· agenti estinguenti alternativi all’halon
LEZIONE 1
PREVENZIONE INCENDI
SOSTANZE ESTINGUENTI IN RELAZIONE AL TIPO DI INCENDIO
ACQUA
Incendi di combustibili solidi con esclusione di sostanze incompatibili (es.sodio, potassio,
carburi). L’acqua risultando un buon conduttore di energia elettrica non è impiegabile su
impianti e apparecchiature in tensione.
SCHIUMA
Incendi di liquidi infiammabili. Non possono essere utilizzate su parti in tensione in quanto
contengono acqua.
POLVERI
Le polveri sono adatte per fuochi di classe A, B e C, mentre per incendi di classe D devono
essere utilizzate polveri speciali. Sono utilizzabili pure su apparecchi in tensione.
LEZIONE 1
PREVENZIONE INCENDI
SOSTANZE ESTINGUENTI IN RELAZIONE AL TIPO DI INCENDIO
GAS INERTII gas inerti utilizzati per la difesa dagli incendi di ambienti chiusi sono generalmente l’anidride carbonica e in minor misura l’azoto. La loro presenza nell’aria riduce la concentrazione del comburente fino ad impedire la combustione. L’anidride carbonica non risulta tossica per l’uomo, è un gas più pesante dell’aria perfettamente dielettrico, normalmente conservato come gas liquefatto sotto pressione. Essa produce differentemente dall’azoto anche un’azione estinguente per raffreddamento dovuta all’assorbimento di calore generato dal passaggio dalla fase liquida alla fase gassosa.
IDROCARBURI ALOGENATIGli idrocarburi alogenati sono efficaci su incendi in ambienti chiusi scarsamente ventilati e producono un’azione estinguente che non danneggia i materiali con cui vengono a contatto.
AGENTI ESTINGUENTI ALTERNATIVI ALL’HALONGli agenti sostitutivi degli halon generalmente combinano al vantaggio della salvaguardia ambientale lo svantaggio di una minore capacità estinguente rispetto agli halon.
LEZIONE 1
PREVENZIONE INCENDI
SOSTANZE ESTINGUENTI IN RELAZIONE AL TIPO DI INCENDIO ED AL TIPO DI AZIONE
LEZIONE 1
PREVENZIONE INCENDI
EFFETTI DELL’INCENDIO SULL’UOMO
I principali effetti dell’incendio sull’uomo sono:
· ANOSSIA (a causa della riduzione del tasso di ossigeno nell’aria)
· AZIONE TOSSICA DEI FUMI
· RIDUZIONE DELLA VISIBILITÀ
· AZIONE TERMICA
Essi sono determinati dai prodotti della combustione:
· GAS DI COMBUSTIONE
· FIAMMA
· CALORE
· FUMO
LEZIONE 1
LEZIONE 3LEZIONE 3
L’estinzione degli incendi.
Mezzi di estinzione portatili
Utilizzo degli estintori
Mezzi di estinzione fissi
Utilizzo degli idranti
Dispositivi di protezione individuale
Segnaletica di sicurezza
L’ESTINZIONE DEGLI INCENDI
Per interrompere la reazione di combustione, bisogna eliminare almeno uno dei tre
fattori indispensabile alla sua esistenza, che sono:
– combustibile
– comburente
– innesco
I piccoli mezzi di spegnimento (secchi d'acqua, secchi di sabbia, ma principalmente
estintori) sono della massima efficacia se impiegati subito e da persona abile, ma
diventano inutili se il fuoco ha avuto la possibilità di superare lo stadio iniziale.
Occorre quindi disporre anche di mezzi più potenti come estintori carrellati di grande
capacità, rete idrica antincendio, attrezzature per la formazione ed il lancio della
schiuma, impianti di spegnimento automatici ad acqua nebulizzata, a schiuma, ad
anidride carbonica, ad idrocarburi alogenati ecc.
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI
Estintori idrici
Impiegano come agente estintore l'acqua. Attualmente sono
usati i tipi cosiddetti pressurizzati che contengono solo acqua che
al momento dell'impiego dell'estintore viene espulsa da un gas
sottopressione, contenuto in una apposita bombolina od
accumulato nella parte alta dell'estintore.
Gli estintori idrici sono impiegati per l'estinzione di incendi di
classe A, incendi di materiali a base di cellulosa-legno e
carta, con formazione di brace. Essi possono essere a getto
pieno oppure a getto frazionato, questi ultimi sono da preferire,
se non è necessario disporre di una maggiore gittata, per la
maggiore efficacia di estinzione e per il minore rischio presentato,
se impiegato erroneamente in presenza di impianti elettrici sotto
tensione.
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI
Estintori a schiuma
La schiuma per uso antincendio è una di anidride carbonica che si
forma da soluzioni acquose per mezzo di liquidi schiumogeni. La
schiuma galleggia su tutti i liquidi infiammabili costituendo uno strato
continuo e quindi una sorta di sigillo fra il liquido infiammabile e l'aria
sovrastante: i vapori del liquido infiammabile non sono più in grado di
bruciare e l'incendio si smorza per soffocamento e, solo in linea
secondaria e trascurabile, per raffreddamento.
I tipi più moderni di estintori a schiuma sono del tipo pressurizzato. Nel
recipiente è immessa una certa quantità di soluzione schiumogena
(acqua più liquido schiumogeno) che viene espulsa da un gas sotto
pressione ed avviata ad una speciale lancia posta all'estremità del tubo
dove si mescola con l'aria, formando la schiuma.
Gli estintori a schiuma sono impiegati per l'estinzione di incendi di
classe B, ossia quelli di liquidi infiammabili.
Gli alcool ed altri liquidi infiammabili, in genere tutti quelli solubili in
acqua, sciolgono le ordinarie schiume antincendio ed in tal caso occorre
ricorrere a tipi di schiume particolari resistenti all'alcool.
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI
Estintori a polvere
L'agente estintore in questo caso è una polvere che viene lanciata
sull'incendio a mezzo di un gas sotto pressione, contenuto in una
bombolina o nella parte superiore dell'estintore, analogamente a quanto
accade per gli estintori idrici e per quelli a schiuma.
Le polveri impiegate sono diverse a seconda dell'uso cui è destinato
l'estintore.
Le polveri più comuni, quelle a base di bicarbonato di sodio o di
potassio, sono adatte per lo spegnimento di fuochi di liquidi (classe
B) o di gas infiammabili (classe C).
Se si desidera un estintore idoneo anche per l'estinzione di fuochi di
classe A e quindi di impiego polivalente (esclusi però gli incendi speciali
come quelli di metalli, di celluloide eccetera) vengono impiegate polveri a
base di fosfati in ammonio.
Tutte le polveri debbono essere trattate con speciali prodotti per impedire
la formazione di grumi.
Non è consigliato l'uso di tale tipo di estintore su tutti quei macchinari od
impianti che possono essere danneggiati dalla polvere.
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI
Estintori a polvere: schema
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI
Estintori ad anidride carbonica CO2
L'anidride carbonica è conservata allo stato liquefatto in vere e proprie bombole. Al momento del bisogno la pressione sovrastante spinge l'anidride carbonica in fase liquida attraverso il pescanteal cono erogatore, ove con forte raffreddamento avviene una rapida evaporazione e formazione di piccole particelle di anidride carbonica sotto forma di piccole particelle denominate anche "neve".L'azione di spegnimento dell'anidride carbonica è di soffocamento, in quanto riduce la presenza di ossigeno, e di raffreddamento (questa è molto limitata e l'estintore non si presta molto per gli incendi di classe A (legno,carta , eccetera).Il pregio dell'estintore ad anidride carbonica è quello di non esercitare alcuna azione corrosiva e di non lasciare alcuna traccia dopo breve tempo.L'estintore ad anidride carbonica è idoneo per l'estinzione d'incendi di liquidi infiammabili (classe B) o di gas infiammabili classe C), molto meno e quindi sconsigliabile per quelli con formazione di brace (classe A).L'estinzione di liquidi infiammabili con l'anidride carbonica può essere compromessa dalla permanenza di punti caldi che possono provocare la riaccensione dei vapori del liquido infiammabile.
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI
Estintori ad anidride carbonica CO2
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI
Estintori ad idrocarburi alogenati
L'agente estintore è costituito da un idrocarburo in cui uno o più atomi di
idrogeno sono stati sostituiti da un alogeno (fluoro, bromo cloro o iodio).
I più usati sono il bromoclorodifluorometano (halon 1211), il
bromotrifluoroclorometano (1301), il bromoclorometano (halon
1011) ecc.
Il liquido estintore è contenuto in un recipiente contenente del gas
pressurizzato che provvede ad espellerlo al momento dell'impiego.
Hanno caratteristiche d'impiego simili a quelli ad anidride carbonica, ma
presentano una certa azione corrosiva ed una certa tossicità.
L'azione estinguente delle polveri, dell'anidride carbonica e dei liquidi
alogenati si spiega anche con l’azione inibitrice della fiamma.
Gli estintori possono essere del tipo portatile il cui peso deve essere
limitato a 20 kg, oppure del tipo carrellato su ruote di capacità
ovviamente maggiore.
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI
Estintori carrellati
Hanno le medesime caratteristiche funzionali degli
estintori portatili ma, a causa delle maggiori
dimensioni e peso, presentano una minore praticità
d’uso e manegevolezza connessa allo spostamento
del carrello di supporto.
La loro scelta può essere dettata dalla necessità di
disporre di una maggiore capacità estinguente e
sono comunque da considerarsi integrativi di quelli
portatili.
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI
Tabelle ed etichetta estintore
All’esterno del serbatoio, viene applicata un’etichetta
adesiva recante le seguenti indicazioni:
– designazione del tipo
– classi di fuoco
– carica nominale
– istruzioni per l’uso
– pericoli di utilizzazione
– istruzioni successive all’uso
– estremi approvazione ministeriale
– generalità commerciali
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI
UTILIZZO DEGLI ESTINTORI 1/2
Individuare e prelevare l’estintore; impugnare e sbloccare la leva;
azionare l’estintore alla giusta distanza dalla fiamma per colpire il focolare con la massima
efficacia del getto, compatibilmente con l’intensità del calore emanata dalla fiamma stessa;
dirigere il getto dell’agente estinguente alla base della fiamma;
agire in progressione iniziando a dirigere il getto sulle fiamme più vicine per poi proseguire
verso quelle più distanti;
durante l’erogazione muovere leggermente a ventaglio l’estintore;
se trattasi di incendio di liquido, operare in modo che il getto non causi proiezione del
liquido che brucia al di fuori del recipiente; ciò potrebbe causare la propagazione
dell’incendio;
operare sempre sopra vento rispetto al focolare;
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI
UTILIZZO DEGLI ESTINTORI 2/2
in caso di contemporaneo impiego di due o più estintori gli operatori non devono mai
operare da posizione contrapposta ma muoversi preferibilmente verso una unica direzione o
operare da posizioni che formino un angolo rispetto al fuoco non superiore a 90° in modo tale
da non proiettare parti calde, fiamme o frammenti del materiale che brucia contro gli altri
operatori;
evitare di procedere su terreno cosparso di sostanze facilmente combustibili;
operare a giusta distanza di sicurezza, esaminando quali potrebbero essere gli sviluppi
dell’incendio ed il percorso di propagazione più probabile delle fiamme;
procedere verso il focolaio di incendio assumendo una posizione il più bassa possibile per
sfuggire all’azione nociva dei fumi;
prima di abbandonare il luogo dell’incendio verificare che il focolaio sia effettivamente
spento e sia esclusa la possibilità di una riaccensione;
abbandonare il luogo dell’incendio, in particolare se al chiuso, non appena possibile.
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI
UTILIZZO DEGLI ESTINTORI A CO2
LEZIONE 1
L’operatore impugna l’estintore e si prepara all’attacco del fuoco.
Si dirige sul fuoco sopravento, come si evince dalla direzione delle fiamme ed aziona l’estintore.
Sparge in modo circolare il gas sul focolare eliminando la possibilità per il combustibile di ossigenarsi, quindi ottiene l’estinzione.
1 2 3
MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI
UTILIZZO DEGLI ESTINTORI A POLVERE
LEZIONE 1
L’operatore impugna l’estintore a polvere e si prepara all’attacco del fuoco.
Inizia l’erogazione dell’estinguente posizionandosi sopravento..
Si dirige sul fuoco spargendo la polvere alla base delle fiamme a ventaglio, al fine di coprire l’intera superficie interessata.
1 2 3
A focolare estinto, si noterà la traccia a forma conica lasciata dall’effetto ventaglio operato nella fase di estinzione.
MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI
UTILIZZO DEGLI ESTINTORI
Spegnimento con estintore su focolaio provocato da liquido infiammabile: il getto è
diretto alla base della fiamma e in modo da non fare aumentare la superficie del liquido.
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI
UTILIZZO DEGLI ESTINTORI
Focolaio provocato da combustibili solidi: non aumenta la superficie del solido, ma parti di esso, data l’elevata temperatura, possono staccarsi ugualmente. L’angolo di impatto va accentuato.
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI
UTILIZZO DEGLI ESTINTORI
Spegnimento con estintore su fiamme in operazioni complesse. L’azione richiede continue variazioni di strategia. Un po’ di esperienza con esercitazioni pratiche, faciliteranno il successo.
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI
UTILIZZO DEGLI ESTINTORI
Il focolaio non va mai abbandonato se non solo dopo essersi assicurati che sia impossibile la sua riaccensione.
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI
UTILIZZO DEGLI ESTINTORI: ESEMPI PRATICI
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI
UTILIZZO DEGLI ESTINTORI: ESEMPI PRATICI
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE PORTATILI
UTILIZZO DEGLI ESTINTORI: ESEMPI PRATICI
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE FISSI
Risorse idriche
L'alimentazione della rete può essere costituita da uno o più dei seguenti sistemi:
- rete di un acquedotto, purché in grado di fornire le quantità d'acqua necessarie alla
pressione voluta. Eventuali contatori debbono essere del tipo con perdita di carico molto bassa;
- serbatoio sopraelevato. Se questo è ad uso promiscuo è opportuno predisporre le tubazione
di prelevamento dell'acqua in modo che ne sia sempre assicurata una certa quantità per
esclusivo uso antincendio
-serbatoi interrati con gruppi pompa. L'impianto di pompaggio dell'acqua antincendio deve
essere sempre costituito da due gruppi in parallelo con due diversi tipi di alimentazione.
L'alimentazione da fiumi, laghetti, stagni ecc. può essere adottata solo come sussidiaria,
mediante l'impiego di mezzi ausiliari (motopompe e autopompe, in genere dei Vigili del fuoco).
Occorre comunque predisporre delle zone di accesso per gli automezzi e quanto altro
necessario per potere eseguire rapidamente ed efficacemente il prelevamento dell'acqua.
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE FISSI
Risorse idriche: idranti
Gli idranti di cui si può dotare una rete antincendio possono essere:
- del tipo a muro, spesso dotati di tubazioni e lancia già montati, il tutto in apposita cassetta- del tipo sottosuolo o del tipo a colonna fuori terra. Fra quelli fuori terra, per depositi od industrie di notevoli dimensioni, ne esistono alcuni denominati superidranti dotati di numerosi attacchi da 45 mm, da 70 mm e talvolta anche da 125 mm, sempre con raccordi unificati.
Dei mezzi di estinzione non molto impiegati in Italia, sono i naspi collegati alla rete idrica, con giunti girevoli, dotati di tubazione di gomma lunga circa 30 m del diametro di circa 25 mm con lancia all'estremità regolabile (getto pieno o frazionato) e rubinetto di chiusura. Tale mezzo, di autonomia praticamente illimitata, rispetto all'idrante da 45 mm presenta i vantaggi seguenti:- può essere disteso solo per la lunghezza necessaria con più rapidità e minore ingombro;- può essere azionato direttamente dall'operatore all'estremità del tubo aprendo il rubinetto e mettendo la lancia nella posizione desiderata.A causa delle più limitate portate (50 1/') può, in qualche caso, essere alimentato da una rete idrica con caratteristiche meno impegnative ad una pressione di almeno 3 bar.
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE FISSI
Risorse idriche: idranti
LEZIONE 1
Idrante a colonna
Naspo
Manichetta
MEZZI DI ESTINZIONE FISSI
UTILIZZO DEGLI IDRANTI
prelevare la manichetta dall’apposita nicchia;
srotolare la manichetta facendola scorrere sul pavimento dirigendo il “maschio” verso
l’incendio;
collegare la manichetta all’idrante e alla lancia;
impugnare saldamente la lancia;
aprire in modo graduale la saracinesca per erogare l’acqua;
dirigere il getto pieno alla base delle fiamme, avvicinandosi progressivamente e
tenendosi comunque a debita distanza.
IMPORTANTE
Nel caso in cui venga utilizzato un idrante UNI 70 è necessaria, data la
pressione esercitata dal mezzo antincendio, che almeno tre addetti siano ad
impugnare saldamente la lancia di erogazione.
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE FISSI
Risorse idriche: impiego della schiuma
La schiuma è il mezzo per l'estinzione degli incendi di liquidi infiammabili.
Presso industrie con notevoli quantitativi di liquidi infiammabili è necessario disporre di mezzi
per la produzione della schiuma con continuità ed abbondanza. In tal caso la pressione nella
rete idrica dovrà essere di almeno 7 bar, altrimenti sarà necessario l'impiego di una motopompa
che prelevi l'acqua dalla rete e le conferisca la necessaria pressione.
Per avere la formazione di schiuma occorre disporre della necessaria quantità d'acqua a
sufficiente pressione. Mediante tubazione flessibile l'acqua viene portata in prossimità della
zona d'impiego e qui viene aspirato il liquido schiumogeno da un vicino recipiente ed immesso
nella tubazione. La miscela di acqua e liquido schiumogeno, scorre nella tubazione flessibile e
all'estremità di questa passa attraverso una speciale lancia schiumogena che aspira l'aria
dell'ambiente e provvede alla formazione ed al lancio della schiuma.
È necessario poter formare uno strato di almeno 10 cm di schiuma su tutta la zona da
proteggere in un tempo molto breve (una decina di minuti).
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE FISSI
Risorse idriche: impianti di spegnimento automatici a pioggia
L'impianto di estinzione automatica a pioggia è costituito da un complesso di estintori
automatici detti sprinklers, e dalle relative condutture di alimentazione e valvole di
controllo. Molto schematicarnente il sistema è costituito da una rete di tubazioni
contenenti o meno acqua sotto pressione e da una serie di teste di estintori o
sprinklers collegati alla predetta rete di tubazioni. Le teste di estintori sono delle
valvole realizzate da un'ampollina di quarzo riempita con uno speciale liquido con
alto coefficiente di dilatazione.
Quando nella zona protetta dall'impianto si verifica un incendio l'aumento della
temperatura provoca la rottura dell'ampollina e la fuoriuscita dell'acqua che può
essere immediata quando si tratta di impianto a tubo bagnato, oppure dopo la
fuoriuscita dell'aria dalle tubazioni, quando si tratta di impianto a tubo asciutto
(impianto che viene realizzato quando ci sia il pericolo di gelo).
L'impianto viene progettato in modo che, in relazione al rischio, la quantità d'acqua
che esce dalla testina o dalle testine che si aprono, opportunamente distribuita, sia
sufficiente a spegnere, o quanto meno a tenere sotto controllo, l'incendio.
L'impianto se eseguito e mantenuto in efficienza con i criteri indicati dalle norme dà
in genere una buona affidabilità.
LEZIONE 1
MEZZI DI ESTINZIONE FISSI
Risorse idriche: impianti automatici ad anidride carbonica
L'impianto consiste in una batteria di bombole di anidride carbonica o in un serbatoio refrigerato
contenente anidride carbonica allo stato liquido, collegati mediante una rete di tubazioni e
valvole di smistamento ai coni erogatori nel locale da proteggere.
Il comando dell'impianto può essere manuale e/o automatico, comandato da un sistema di
rivelatori d'incendio.
L'anidride carbonica si presta all'estinzione per soffocamento riducendo l'ossigeno a percentuali
inferiori a quelle minime per mantenere la combustione e quindi per rischi d'incendio, in
ambienti chiusi di liquidi o vapori infiammabili. L'impianto, nella forma automatica più completa,
comprende dei dispositivi che provvedono alla chiusura delle porte, delle finestre, di eventuali
impianti di condizionamento e ventilazione. Prima della scarica di C02, viene emesso un
segnale acustico per dare tempo alle persone eventualmente presenti di allontanarsi per non
correre il rischio di restare soffocate.
Per scopi pressoché equivalenti vengono realizzati impianti fissi a polvere, a liquidi alogenati ed
a schiuma a comando manuale e/o automatico.
LEZIONE 1
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
elmetto con facciale
maschera con filtro
autoprotettore
scarpe antinfortunistiche
guanti antinfortunistici
tute ignifughe
LEZIONE 1
Tabella contrassegni filtri antigas
LEZIONE 1
TABELLA DELLE SOSTANZE DA IMPIEGARE NEI VARI TIPI DI INCENDIO
LEZIONE 1
SEGNALETICA DI SICUREZZA
Definizioni
Segnaletica di sicurezza e di salute sul luogo di lavoro: è un tipo di segnaletica riferita ad
un oggetto, ad una attività o ad una situazione determinata, e fornisce una indicazione o una
prescrizione concernente la sicurezza o la salute sul luogo di lavoro, o che utilizza, a seconda
dei casi, un cartello, un colore, un segnale luminoso o acustico, una comunicazione verbale o
un segnale gestuale.
Segnale di divieto: è un segnale che vieta un comportamento che potrebbe far correre o
causare un pericolo.
Segnale di avvertimento: è un segnale che avverte di un rischio o pericolo.
Segnale di prescrizione: è un segnale che prescrive un determinato comportamento.
Segnale di salvataggio o di soccorso: è un segnale che fornisce indicazioni relative alle
uscite di sicurezza o ai mezzi di soccorso o di salvataggio.
LEZIONE 1
SEGNALETICA DI SICUREZZA
Segnali di Divieto
LEZIONE 1
SEGNALETICA DI SICUREZZA
Segnali di Avvertimento
LEZIONE 1
SEGNALETICA DI SICUREZZA
Segnali di Prescrizione
LEZIONE 1
SEGNALETICA DI SICUREZZA
Segnali di Salvataggio
LEZIONE 1
SEGNALETICA DI SICUREZZA
Segnali Antincendio
LEZIONE 1
LEZIONE 4LEZIONE 4
ESERCITAZIONI PRATICHE
Presa visione e chiarimenti sugli estintori portatili.
Istruzioni sull'uso degli estintori portatili effettuata o avvalendosi di
sussidi audiovisivi o tramite dimostrazione pratica.
ESERCITAZIONI ANTINCENDIO
In aggiunta alla formazione, il personale deve partecipare, periodicamente (almeno una
volta l'anno) ad una esercitazione per mettere in pratica le procedure di evacuazione.
Dove vi sono vie di esodo alternative, l'esercitazione deve basarsi sul presupposto che
una di esse non possa essere utilizzata a causa di un incendio.
L'esercitazione deve essere condotta nella maniera più realistica possibile, senza
mettere in pericolo i partecipanti.
L'esercitazione ha inizio dal momento in cui viene fatto scattare l'allarme e si conclude
una volta raggiunto il punto di raccolta e fatto l'appello dei partecipanti.
Nei piccoli luoghi di lavoro, tale esercitazione deve semplicemente coinvolgere il
personale nell'attuare quanto segue:
• percorrere le vie di esodo
• identificare le porte resistenti al fuoco
• identificare l'ubicazione dei dispositivi per dare l'allarme
• identificare l'ubicazione delle attrezzature di spegnimento.
LEZIONE 1
FINEFINE
Istituto Maria Montessori - Divisione FAD –
address _ via San Martino, 34 – Montesarchio (BN) phone/fax _ 0824.834153
web _ www.istituto.montessori.it - e-mail _ [email protected]