CORSO DI SPECIALIZZAZIONE PER L’ATTIVITÀ DI … · valutazione finale di 50/60. ......

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Università degli Studi di Genova DISFor Dipartimento di Scienze della Formazione SCUOLA DI SCIENZE SOCIALI CORSO DI SPECIALIZZAZIONE PER L’ATTIVITÀ DI SOSTEGNO AGLI ALUNNI CON DISABILITÀ Riservato ai docenti di classi in esubero RELAZIONE SULL’ESPERIENZA PROFESSIONALE DI TIROCINIO Relatore: Prof. ssa Giuliana Tedeschi Candidato: Prof. Antonio Gareri Matr. N:4165954 ANNO ACCADEMICO 2014-2015

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Università degli Studi di Genova DISFor

Dipartimento di Scienze della Formazione

SCUOLA DI SCIENZE SOCIALI

CORSO DI SPECIALIZZAZIONE PER L’ATTIVITÀ DI SOSTEGNO AGLI ALUNNI CON

DISABILITÀ Riservato ai docenti di classi in esubero

RELAZIONE SULL’ESPERIENZA PROFESSIONALE DI TIROCINIO

Relatore: Prof.

ssa Giuliana Tedeschi

Candidato: Prof. Antonio Gareri

Matr. N:4165954

ANNO ACCADEMICO 2014-2015

Dipartimento di Scienze delle Formazione

UUNNIIVVEERRSSIITTÀÀ DDEEGGLLII SSTTUUDDII GGEENNOOVVAA FFOORRMMAAZZIIOONNEE DDOOCCEENNTTII IINN EESSUUBBEERROO AANNNNOO SSCCOOLLAASSTTIICCOO 22001144//1155

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A cura di Antonio Prof. GARERI Pagina 2 di 21

INDICE

INDICE..........................................................................................2 LA PREMESSA ...............................................................................3 IL TIROCINANTE .............................................................................4 IL MONITORAGGIO DELL’ISTITUTO .....................................................6

Istituto Istruzione Superiore “R. Vaglio” Biella .................................................... 6 Il bacino d’utenza ............................................................................................... 7 Il PTOF dell’istituto ............................................................................................. 7

LA MAPPA CONCETTUALE DELLA SCUOLA ..........................................9 OSSERVAZIONE NELL’AMBIENTE CLASSE ..........................................9 LA DIAGNOSI FUNZIONALE ............................................................. 12 LA STESURA DEL P.E.I. ................................................................. 14

Situazione di Partenza ..................................................................................... 14 PIANO D’INTEGRAZIONE DIDATTICA................................................. 17

Obbiettivi trasversali previsti per la classe........................................................ 17 Obbiettivi individualizzati per l’alunno............................................................... 18 Metodi e strumenti............................................................................................ 18 Sintesi degli strumenti compensativi e dispensativi adottati nelle diverse materie......................................................................................................................... 19

UN PROGETTO PER MARCO ........................................................... 20 CONCLUSIONI.............................................................................. 21

A cura di Antonio Prof. GARERI Pagina 3 di 21

LA PREMESSA

Educare significa, come enunciato anche dall’etimologia della parola,

guidare, prendere per mano e condurre un individuo verso la consapevolezza e la

maturità sul piano intellettuale e morale. Questo è, o dovrebbe essere il ruolo degli

agenti formativi come la Famiglia, la Scuola, i Media e in fine i Pari.

Con questo convincimento la Scuola ha rappresentato per me da sempre

un “trampolino di lancio” per la determinazione del proprio io nel tessuto sociale

del Paese, e con questo spirito ho sempre affrontato gli anni della scolarizzazione

e ho iniziato la mia carriera da Docente, il 15 Novembre 1999 all’età di 21 anni,

forte del mio titolo culturale di Perito Industriale Specializzato in Meccanica

Industriale, con l’entusiasmo tipico di quella età e con il desiderio di dare agli altri

con il mio insegnamento le stesse opportunità che la scuola aveva dato a me.

Il processo storico culturale di riforma della scuola e ammodernamento del

paese ci ha portato verso una rigida definizione dei ruoli sociali e alla

predeterminata definizione dei saperi e delle conoscenze necessarie al

raggiungimento degli standard minimi universalmente riconosciuti. Snaturando con

la riforma Gelmini, solo in ultima battuta, realtà scolastiche come gli Istituti Tecnici

e Professionali che facevano del “FARE” lo strumento laboratoriale sotteso

all’acquisizione di concetti astratti, privilegiando di fatto la formazione liceale e il

ruolo del docente dispensatore di conoscenze. In questo contesto si sono delineati

elementi di classificazione come Il Docente Curricolare attento al sapere astratto e

allo svolgimento del programma, il Docente Tecnico Pratico “Assistente” attento al

fare e al saper fare e il Docente di Sostegno attento alla diversità.

In questa, secondo me, aberrante divisione dei ruoli, l’obiettivo educativo di

ogni insegnamento, di promuovere i legami di affiliazione in classe e favorire

atteggiamenti di fiducia, di disponibilità, di conferma positiva, di incoraggiamento

all’autonomia; di favorire comportamenti di autocontrollo, di stima del sé e di

empatia educando alla pro-socialità, alla consapevolezza e alla capacità di ascolto

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e di attenzione dell’altro è demandato quasi esclusivamente al Docente di

Sostegno.

Oggi l’intento del legislatore1 finalizzato a garantire l’inclusione sociale di

persone portatrici di diversa abilità, come sancito dalla nostra Costituzione2 e

rafforzato con la ratifica della Convenzione ONU sui diritti delle persone con

disabilità, ci riporta a una dimensione tale dell’insegnamento per cui il

raggiungimento della dignità umana attraverso la piena consapevolezza del sè e

della partecipazione attiva nella società deve rappresentare l’elemento fondante

del processo educativo, da perseguirsi non con un approccio liceale, ma con una

didattica laboratoriale che ponga il docente nel ruolo di mediatore degli

apprendimenti3.

IL TIROCINANTE

Nel descrivere il mio percorso professionale, voglio iniziare dalla sigla con

cui la mia categoria di docenti viene identificata, ovvero I.T.P. Insegnante Tecnico

Pratico, della classe di concorso 32/C Laboratorio Meccanico Tecnologico. I

docenti della Tabella A con cui faccio compresenza spesso mi “confondono” con

un Assistente Tecnico perché il titolo d’accesso per l’insegnamento delle mie

materie è il diploma di Perito Industriale Specializzato in Meccanica Industriale che

ho conseguito presso I.T.I.S. “E. Scalfaro” di Catanzaro nel 1997 con la

valutazione finale di 50/60.

Ho iniziato a insegnare nel Novembre del 1999 su nomina diretta del Provveditore

agli Studi della provincia di Biella, presso l’I.T.I.S. “Q. Sella” della stessa città,

nelle classi del triennio dell’Indirizzo Meccanica, trattando due materie, Laboratorio

Meccanico Tecnologico con impiego di Torni paralleli Grazioli tipo fortuna 150/200,

Fresatrice Saimp, Tornio a controllo numerico computerizzato Elcon 5 della

Meneghello e fresa CNC equipaggiata con sistema CAD-CAM SINTECAM25

1 Legge quadro 104/92 e Legge 170/2010 2 Art. 2 Garantisce i diritti inviolabili della persona e definisce gli adempimenti inderogabili di solidarietà politica Art. 3 Tutti i Cittadini sono uguali e pari di fronte alla legge, è compito dello Repubblica rimuovere gli ostacoli Art. 32 La salute è un diritto fondamentale nell’interesse del singolo e della collettività 3 Theoria sine praxi, currus sine axi; praxis sine theoria, currus sine via

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distribuito dalla ditta SINTESI s.r.l. e Disegno Progettazione e Organizzazione

Industriale con l’utilizzo dei Software AUTOCAD e PRO/ENGINEER. Ho

continuato la mia formazione tecnica nel 2002 con la qualifica Regionale di

Disegnatore CAD 2/3D conseguita presso l’Istituto IPSIA “G. Ferraris” di Biella in

collaborazione con la Regione Piemonte. Nel 2005 ho frequentato e superato gli

esami del corso S.I.S.S. di Torino organizzato in collaborazione con il Politecnico

per l’abilitazione all’insegnamento delle materie della classe di concorso 32/C. Nel

Settembre 2006 passo di ruolo con sede all’I.T.I.S. “Q. Sella”. Nel 2007 divento

esaminatore ECDL CAD 2D e nel 2011 a seguito della riforma Gelmini che ha

drasticamente ridotto le ore di insegnamento delle materie tecniche, decretando la

scomparsa degli Istituti Tecnici sono diventato un docente in esubero assegnato

alla dotazione dell’organico provinciale DOP. Nell’A.S. 2013/14 ho conseguito la

certificazione EPICT (European Pedagogical ICT Licence) Silver, sotto il

monitoraggio del Nodo Italiano del Consorzio Internazionale EPICT con sede

presso il Dipartimento DIBIRS dell’Università di Genova. Diventando, come

riconosciuto dal Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di

Genova, docente esperto nell’utilizzo pedagogico delle tecnologie informatiche e

nel 2015 docente EIPASS, regolarmente iscritto nel registro internazionale dei

formatori della didattica innovativa.

Oggi, come negli ultimi cinque anni, insegno Tecnologia e Tecniche di

Rappresentazione Grafica. Un’ora per classe, in nove classi dei bienni degli

Indirizzi Agrario, Agroalimentare e Agroindustria e Costruzione Ambiente e

Territorio, dell’Istituto I.I.S. “R. Vaglio”, completando la cattedra con nove ore a

disposizione della dirigenza dell’Istituto.

Con una previsione di rientrare a piena titolarità sulla materia non prima di dieci

anni, il corso di riconversione sul sostegno rappresenta non una opportunità ma

una necessità che affronto con la curiosità di sempre, certo di poter imparare a

fare meglio il mestiere che ho scelto di fare, anche se l’idea di dovermi confrontare

tutti i giorni con la sofferenza, che inevitabilmente accompagna un ragazzo

disabile e la sua famiglia mi terrorizza.

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IL MONITORAGGIO DELL’ISTITUTO

La scelta della scuola dove fare il tirocinio è stata semplice, si tratta dell’Istituto di

Istruzione Superiore “R. Vaglio”, dove lavoro da cinque anni e nel quale avendo

sempre avuto molte ore a disposizione ho potuto mettere la mia professionalità e

le mie competenze a disposizione di molti colleghi i quali in questo periodo di

formazione per me, hanno mostrato nei miei confronti la massima disponibilità

possibile, permettendomi di osservare le loro attività in classe e rispondendo,

sempre in modo puntuale e propositivo, a ogni mia esigenza.

Istituto Istruzione Superiore “R. Vaglio” Biella

L’istituto risponde alle esigenze territoriali modulando la propria offerta formativa

alle richieste del territorio con particolare attenzione al corso IPSIA Indirizzi

Costruzione Ambiente e Territorio, Agrario Agroalimentare e Agroindustria,

Professionale IPSIA Manutentori Meccanici/Elettrici, Grafica e Moda.

Distribuiti nei tre plessi dell’Istituto, ovvero la Sede Centrale ubicata in viale

Macallè al centro della cittadina, dove sono concentrate le classi del primo biennio

e i relativi laboratori di Informatica, Fisica, Chimica, Scienze Naturali, Topografia,

Scienze delle Costruzioni e la Serra Vivaistica. Nella prima Sede Staccata

denominata “Cascina Vigna”, situata in una zona collinare alla periferia della città

si trova l’azienda agraria destinata alle attività del secondo biennio e del quinto

anno del corso Agrario Agroalimentare e Agroindustria.

In una zona limitrofa denominata “Città Studi” si trova la seconda sede staccata

dove si svolgono le attività del triennio Costruzioni Ambiente e territorio e

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dell’IPSIA con i laboratori di Officina Meccanica, Sistemi automatici e CNC,

Laboratori di Elettronica ed Elettrotecnica, di disegno CAD, Moda e Grafica.

Il bacino d’utenza

L’Istituto è frequentato da circa 600 alunni, di cui il 90% proviene dai paesi limitrofi

alla città essendo la provincia di Biella piccola con la quasi totale concentrazione

delle scuole superiori proprio al centro del suo capoluogo. Il 10% della

popolazione studentesca è di origine straniera e circa 50 sono gli alunni con

disabilità certificate.

Il personale docente è di circa 90 docenti di cui il 20% di sostegno.

Il PTOF dell’istituto

Il Piano dell’Offerta Formativa, altrimenti conosciuto con la sigla P.O.F., che con la

attuale normativa denominata “La buona Scuola” assume valenza triennale e

l’acronimo di P.T.O.F. esprime la volontà di costruire un processo attento,

responsabile, in grado di cogliere le aspettative e le occasioni di crescita presenti

nella realtà territoriale e di promuovere e valorizzare le potenzialità dei giovani

fornendo adeguati strumenti personali, culturali e tecnici.

Si propone quindi di:

1. favorire la crescita culturale, umana e professionale degli studenti;

2. consentire un proficuo inserimento nel mondo del lavoro attraverso

l’acquisizione di competenze professionali rispondenti all’esigenze del

territorio

3. dare una solida formazione culturale e sociale che consenta ai diplomati

della nostra scuola di essere pienamente idonei al proseguimento in

percorsi di istruzione e formazione post-diploma;

4. favorire i collegamenti con gli Enti Istituzionali e Territoriali anche attraverso

la realizzazione di quegli accordi specifici (CTS) previsti dalla riforma della

scuola superiore;

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5. Favorire il pieno successo scolastico di tutti gli alunni anche attraverso

l’attuazione di progetti da un lato rivolti alle fasce deboli, dall’altro al

potenziamento dei percorsi di eccellenza.

L’istituto con numerosi progetti come Orto Life, Giardini sospesi, Il percorso

Sensoriale, Decisamente Abili e Non solo orto presso il centro per anziani Cerino

Zegna4, caratterizzati anche da una certa storicità, palesa la sua attenzione alle

problematiche della disabilità, dell’integrazione e della inclusione. All’inizio

dell’anno scolastico alle attività di accoglienza, di programmazione e di

orientamento seguono le riunioni del Gruppo H dove i docenti di sostegno con i

loro coordinatori analizzano tutti casi in entrata per capire le singole esigenze, per

stabilire in base alle risorse umane, ai bisogni dei ragazzi e ai rapporti alunno

docente il numero di ore per alunno e l’insegnante più “idoneo”, tenendo in

considerazione la continuità didattica. Si programmano gli incontri tra l’ASL,

Scuola e le famiglia. Nelle riunioni di dipartimento si definiscono i progetti da

realizzare puntando in base alle abilità dei diversi alunni alle autonomie di base, a

quelle sociali e a quelle lavorative nell’ottica del progetto di vita.

Sin dall’inizio dell’anno gli insegnanti di sostegno con consigli di classe

appositamente convocati, forniscono indicazioni sui singoli casi della classe,

affinché gli insegnati curricolari possano utilizzare azioni di miglioramento, tramite

strategie e metodologie specifiche, creando così un clima collaborativo e

propositivo. Insieme agli insegnanti delle materie valutano l’efficacia degli

interventi e l’eventuale modifica degli stessi in presenza di criticità all’interno della

classe, senza trascurare i casi di alunni DSA e BES.

La struttura organizzativa, caratterizzata anche da una buona multimedialità che si

concretizza nel registro elettronico e nell’utilizzo della piattaforma educativa

Google Apps for Education, consente un dialogo snello con le famiglie che entro la

metà di Novembre ricevono la versione multimediale del PDP.

4 Decisamente Abili presso il centro per anziani Cerino Zegna è il progetto su cui si è deciso di realizzate il prodotto multimediale.

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LA MAPPA CONCETTUALE DELLA SCUOLA

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OSSERVAZIONE NELL’AMBIENTE CLASSE

Il periodo di tirocinio diretto è stato speso in larga parte per osservare ciò

che avviene all’interno della classe, in modo particolareggiato all’interno delle

diverse tipologie di aula e laboratori dove si svolgono le attività didattiche e si

concretizzano tutte le dinamiche sociali di quella micro società che è

rappresentata dal gruppo classe. La classe oggetto dell’osservazione è quella di

Marco, la 2 Sez. B dell’indirizzo Agrario Agroalimentare e Agroindustria

dell’Istituto, che è costituita da 20 Alunni di cui 15 sono ragazzi e 5 ragazze e, 3

alunni Enya, Lorenzo e Ginevra sono DSA certificati. Tutti di cittadinanza Italiana.

Pur avendo una esperienza didattica decennale in questo periodo ho

potuto, con maggiore attenzione, osservare come l’apprendimento sia il frutto della

costante mediazione tra docente, sapere e discente. In questo triangolo formativo,

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il padroneggiare con dimestichezza il solo sapere disciplinare, trascurando il ruolo

del docente e il valore dello studente risulta fallimentare. Per rendere efficace il

processo di insegnamento/apprendimento è necessario che tutte le componenti

interagiscano prefiggendosi lo stesso obiettivo, da ottenere con una progettazione

puntuale che definisca

Chi fa cosa, come e con cosa,

quando e per quanto tempo Ricordando che il docente in questo contesto assume ruoli diversi a seconda delle diverse situazioni cercando di essere sempre

Non dispensatore di conoscenze, ma mediatore dell’apprendimento

e che la valutazione sarà quindi sempre frutto di due componenti: la valutazione del percorso formativo dell’alunno e la sua capacità di esprimere i contenuti acquisiti, il tutto proponendo sempre

Feedback positivo e analisi oggettiva del processo

sottolineandone punti di forza e debolezza, incoraggiando il successo

Per meglio esprimere questo concetto voglio descrivere due situazioni osservate:

La prima con protagonista, il Prof. FA è il docente di fisica, è “anziano” ed

estremamente preparato, esercita la professione con discreto successo e

puntualmente lo ricorda al suo interlocutore, entra in classe con aria dimessa,

sguardo basso rivolto verso il pavimento. In modo meccanico richiama all’ordine la

classe, senza alzare il tono di voce perché già sa che trattandosi di una classe

non problematica dal punto di vista comportamentale, dopo qualche minuto tutti

sono al loro posto e lo è anche lui seduto in cattedra e lentamente inizia la sua

lezione quasi incurante di ciò che succede. Io sono seduto in fondo alla classe

con, la mia tutor, Marina e Marco, lei si preoccupa di Marco che si è estraniato

completamente focalizzando la sua attenzione sul telefonino. Io, ascoltando, noto

la proprietà di linguaggio del Prof. FA le definizioni sono tecniche e precise, il

registro lessicale proprio della materia e le nozioni vengono snocciolate

rapidamente alla lavagna, ma mi chiedo nel brusio di sottofondo quanto

effettivamente i ragazzi capiscano. Interviene Giulia, è seduta al primo banco un

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po’ defilata vicino alla porta e prova a seguire la lezione, chiede di ripetere perché

non ha capito, il Prof. FA accoglie la richiesta di Giulia, ripetendo con tono sempre

più compassato l’esatta definizione data in precedenza, nel brusio che è diventato

rumore e Marco che accompagnato da Marina escono dalla classe.

La seconda, molto diversa, con protagonista il Prof. LEO è il docente di

Tecnologie e Tecniche di Rappresentazione Grafiche che si occupa

specificatamente di C.A.D. nel laboratorio informatico appositamente attrezzato, è

“relativamente giovane” è competente ma apparentemente superficiale e

disinteressato, sempre in giacca e cravatta. Siamo all’inizio dell’anno scolastico il

Prof. LEO che sa di non poter andare in laboratorio perché ancora in fase di

riallestimento, entra in classe con passo sostenuto, schiena dritta e sguardo alto si

ferma in prossimità della cattedra si rivolge alla classe pretendendo che tutti

prendano posto, in piedi spiegando loro che quello è il modo corretto di salutare il

docente che entra in classe, si siede in cattedra e invita gli alunni a fare altrettanto.

Io con Marina e Marco siano seduti in disparte ma ci saluta con un lieve cenno, io

penso sia stato eccessivamente severo ma non posso non notare che ha su di sé

l’attenzione di tutta la classe, e nel silenzio generale lui firma il registro elettronico

e accende il proiettore della LIM. A questo punto è di nuovo al centro dell’aula in

piedi, spalle rilassate e con tono disteso, amicale, saluta nuovamente i ragazzi con

un “come va?” e aspetta la risposta della classe senza trascurare nessuno, anche

Marco ha salutato rispondendo con un semplice ciao. Si percepisce chiaramente

che tutti si sentono coinvolti, il Prof. LEO accentra di nuovo l’attenzione su di sé

con un ampio cenno della mano e un tono di voce più pronunciato indica la LIM

“quello che vedete proiettato è il nostro lavoro per quest’anno scolastico” nella

classe c’è sgomento, la LIM proietta infatti il progetto di una casa, Sara esclama:

“Troppo difficile” ma il prof. non si scompone e con tono pacato rassicura tutti.

Illustra nel dettaglio quello che prevede di fare parlando con un linguaggio tecnico

che riconduce sempre a una dimensione più semplice e concreta, comprensibile

dai ragazzi, che sono costantemente invitati ad ipotizzare lo sviluppo successivo di

quanto trattato. Così facendo parla di linee, muti, tetti, ambienti virtuali e modelli

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tridimensionali avvalendosi di immagini e video che appaiono quasi per magia

sempre al momento giusto, anche Marco alza gli occhi per guardare, tra docente e

alunni c’è sinergia, nel tono della voce del professore si percepisce entusiasmo e

nel volto dei ragazzi stupore e interesse, puntualmente interrotto dal suono della

campana. Marina si alza di scatto per accompagnare il Prof. LEO fuori della classe

per chiedergli se Marco a suo giudizio può seguire con profitto le sue lezioni.

Nel primo caso, il docente dispensatore di conoscenze si propone alla

classe con timidezza, si rifugia nei contenuti della materia insegnata e si sottrae al

dialogo, l’alunno è abbandonato a se stesso, non si crea empatia.

Nel secondo caso, l’essere carismatico ed autorevole del docente, si

trasmette con una lezione frontale ma dialogata, pianificata in modo dettagliato e

mediata con l’ausilio delle TIC. L’alunno è protagonista del dialogo educativo,

rinforzato dal docente nell’autostima e incoraggiato al successo scolastico.

Queste dinamiche si sviluppano in una classe estremamente eterogenea

che rappresenta un gruppo ben coeso, ma incapace di percepire le difficoltà di

Marco, la cui apparente normalità fisica rappresenta uno scoglio comunicativo

aggiuntivo per il resto della classe. Marco si estranea completamente

concentrando la sua attenzione sul cellulare che maneggia in modo ossessivo e la

classe, incapace di comunicare con lui, lo asseconda estraniandolo ulteriormente

e “sbeffeggiandolo” con un atteggiamento interrogativo.

LA DIAGNOSI FUNZIONALE

Marco è un adolescente di 17 anni affetto da disturbo generalizzato dello sviluppo

codificato secondo classificazione. ICD-10 F84.5 Sindrome dello spettro

Autistico, Asperger ad alto funzionamento.

L’asse affettivo relazionale di Marco presenta significative difficoltà ad entrare in

relazione con l’altro, sia adulto che pari. Tende a chiudersi nel silenzio e ad

isolarsi. Fa fatica ed esprime pensieri, sentimenti e a mostrare interesse per

l’ambiente circostante. Buona la capacità imitativa e l’utilizzo dell’altro come

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modello di comportamento, consentendogli di adattarsi anche a contesti

complessi. Fa fatica a chiedere aiuto agli altri.

Per l’asse delle autonomie, quelle di base sono state raggiunte, anche se

occasionalmente possono presentarsi delle regressioni. Nell’esecuzione di

esercizi complessi ha bisogno della guida degli altri, di un modello da imitare è

infatti autonomo nelle singole azioni, ma non riesce ad autoregolarsi nella

organizzazione di compiti in sequenza.

Per gli assi della comunicazione linguaggio, Marco possiede un patrimonio

linguistico di base corretto e sufficientemente ricco, che non sfrutta

adeguatamente nella comunicazione, sia nell’espressione che nella

comprensione. Anche il linguaggio non verbale caratterizzato dalla mimica facciale

e carente, le risposte sono brevi e di chiusura, tipicamente “non so”.

Particolarmente difficile è il raccontare e raccontarsi.

Per gli assi sensoriale e percettivo, motorio prassico, neuropsicologico non

sono segnalati deficit sensoriali. Vi sono difficoltà di pianificazione ideomotoria, di

organizzazione sequenziale e spazio temporale. È emersa una certa lentezza

motoria. La capacità di concentrarsi è buona, quella mnemonica carente.

In fine asse delle abilità cognitive risulta nella norma, con cadute sugli aspetti

della comprensione, della pianificazione e dell’organizzazione dello spazio e delle

sequenze temporali.

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LA STESURA DEL P.E.I.5

Il nucleo familiare è costituito dal padre, dalla madre e dal fratello, più grande di

undici mesi.

CURRICULUM SCOLASTICO: Ha frequentato la scuola elementare dall’ A.S.

2004/05 al 2009/2010 presso La scuola T. C.se, la scuola secondaria di primo

grado con discontinuità della struttura, nell’A.S. 2010/11 presso SMS “G. C.” di C.,

nell’A.S. 2011/12 presso Scuola Media “V.A.A.” e nell’A.S. presso Istituto

Comprensivo “B.3” nel passare alle Scuola Secondaria di Secondo grado inizia un

percorso presso un Centro di formazione professionale per il rilascio di una

qualifica regionale CNOSFAP, esperienza fallimentare che lo porta ad iscriversi

presso il nostro il nostro Istituto (I.I.S. “R. Vaglio) a partire dall’Anno scolastico

2014/15.

Situazione di Partenza

ASSE AFFETTIVO RELAZIONALE: Marco dimostra una buona capacità

imitativa, di conseguenza è utile l’organizzazione di attività di tutoring. Si deve

lavorare sulla socializzazione e sul confronto con gli altri mediante attività di

gruppo classe partendo dal proprio vissuto. Deve essere abituato al rispetto degli

e delle regole. Difficoltà: Marco manifesta difficoltà relazionali assumendo spesso

atteggiamenti o di isolamento o di eccessivo attaccamento verso il compagno di

banco (che tende ad imitare, specie nei comportamenti non scolarizzanti) o di

disturbo della classe.

ASSE DELLE AUTONOMIE: L’autonomia di base è sufficiente ed è anche ben

orientato all’interno della struttura scolastica. Svolge correttamente azioni semplici,

piccoli compiti e se seguito anche compiti complessi. Ha bisogno di aiuto per

5 http://digital.erickson.it/per-le-scuole/sofia-pei-online-pdp-icf-compilazione-guidata/ https://www.youtube.com/watch?v=_cP0IGPL6RY

A cura di Antonio Prof. GARERI Pagina 15 di 21

l’organizzazione del lavoro e l’ordine del materiale scolastico, deve abituarsi, con

la graduale attenuazione degli interventi di aiuto ad estrarre da solo i libri dallo

zaino ed a riporli nuovamente in esso con ordine e nei tempi giusti. Si ritengono

utili per il comportamento e l’autonomia, l’assegnazione di piccoli incarichi di

responsabilità che possano rafforzare in lui l’autostima con il riconoscimento delle

proprie difficoltà e potenzialità. Bisogna abituarlo ad un maggiore coinvolgimento

attivo durante le proposte didattiche, alla conversazione e al senso di

responsabilità e cura della persona. Difficoltà: E’ capace di iniziare e portare a

termine da solo, compiti e azioni semplici ma non quelli complessi che richiedono

un’organizzazione del materiale scolastico ed una sequenza di azioni,

l’atteggiamento spesso svogliato, disordinato e poco interessato alle attività svolte

dal gruppo classe, alle quali non partecipa autonomamente e spesso neanche se

stimolato dal docente. Se non guidato tende a dimenticare il materiale scolastico o

a lasciare i libri e i quaderni dentro lo zaino durante la lezione. Ha difficoltà a

chiedere aiuto agli insegnanti, sia curricolari che di sostegno, come ai compagni ai

quali si rivolge con estrema rarità. L’atteggiamento è spesso di apatia e passività.

Dall’inizio dell’A.S., si dimostra dopo interessato alla cura della persona,

presentandosi a volte trascurato.

ASSE DELLA COMUNICAZIONE: Partecipa alla conversazione solo se stimolato

e con frasi molto brevi. Devono proporsi specifiche attività di stimolo al dialogo e di

confronto con gli altri per raggiungere una autonomia di intervento che risulti

pertinente al contesto. Deve essere educato e allenato alla comprensione del

concetto di “empatia” e alla moderazioni di atteggiamenti eccessivi nel confronto

con gli altri. Bisogna stimolare la scrittura. Difficoltà pur utilizzando il canale

verbale dimostra chiare difficoltà nel confronto e nella comprensione. Ha difficoltà

a raccontare e a raccontarsi. Assume atteggiamenti oppositivi di leggerezza e

disinteresse se richiamato dal docente. Denuncia chiaro disinteresse verso la

scolarità.

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ASSE DEL LINGUAGGIO: Possiede sufficiente padronanza del linguaggio con un

vocabolario sufficientemente ricco, ma deve essere stimolato alla conversazione,

riconosce il significato delle singole parole, ma fa fatica a capire il significato di

una frase strutturata. Si ritiene opportuno stimolare la capacità espressiva

mediante la descrizione e la riflessione di situazioni osservate nel contesto reale.

Difficoltà nella produzione spontanea si esprime solo con frasi estremamente

brevi.

ASSE MOTORIO PRASSICO: E’ abbastanza dinamico anche se spesso troppo

rivolto all’aspetto ludico di ogni situazione, molto importante è la partecipazione

alle attività sportive della classe, per migliorare la coordinazione motoria e

l’organizzazione sequenziale delle azioni, la comprensione delle regole sociali. Si

propongono attività atte a sviluppare l’orientamento spazio/temporale, sia motorie

che scritte come ricerche sulle cartine geografiche della città, da riprodursi in

ambiente reale, e battaglie navali. Difficoltà Evidenzia un certa lentezza generale,

ha bisogno di aiuto per svolgere alcune attività che richiedono buona motricità fine

come l’utilizzo di squadrette, compasso etc.

ASSE NEUROPSICOLOGICO: Bisogna stimolarlo con attività individualizzate e di

gruppo di osservazione dell’ambiente, di cartine, figure e immagini, da raccontare

possibilmente nel dialogo con i pari dai quali tende ad isolarsi. Il lavoro deve

essere proposto con gradualità rispettando i suoi ritmi e il suo interesse,

prediligendo contenuti associati al passare del tempo, ore, giorni, mesi, stagioni e

anni favorendo l’acquisizione della sequenzialità, deve essere abituato a tempi di

“lavoro” più lunghi sfruttando argomenti di interesse e se possibile appartenenti al

proprio vissuto. Deve essere motivato costantemente. Difficoltà nella

pianificazione spazio temporale, ideo-motoria risulta incapace di percepire le

dinamiche di causa effetto. Le capacità di attenzione e concentrazione risultano

sufficienti ma crollano a fronte di attività considerate poco interessanti,

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caratteristica che si ripercuote nella capacità di memorizzare a breve e a lungo

termine.

ASSE COGNITIVO: Presenta buone capacità di ragionamento logico-matematico,

ma nei compiti più complessi ha bisogno dell’aiuto dell’insegnante per la

realizzazione dei passaggi in sequenza. Deve migliorare la capacità logico-

linguistica e nell’espressione delle proprie idee e sensazioni. Bisogna incoraggiare

lo sviluppo del senso critico sia nei confronti delle attività scolastiche che dei

comportamenti propri ed altrui. Ha buona capacità di comprensione di aspetti

pratici ed una buona capacità di esecuzione per imitazione. Difficoltà ha sogno

dell’insegnante per cominciare continuare la sequenza delle azioni, ha estrema

difficoltà chiedere aiuto e ad accettare le proprie difficoltà.

ASSE DELL’APPRENDIMENTO: Se stimolato continuamente e guidato, dimostra

miglioramenti sia nell’apprendimento didattico generale che nelle singole materie.

Difficoltà la letture si presenta stentata, a bassa voce, con una scarsa intonazione

e un mancato rispetto delle pause. La produzione scritta estremamente breve, con

scarsa punteggiatura e numerosi errori ortografici. Spesso ha difficoltà a rispettare

le regole scolastiche e nel mantenimento di atteggiamenti adeguati al contesto

scolastico.

PIANO D’INTEGRAZIONE DIDATTICA

Obbiettivi trasversali previsti per la classe

1. FORMATIVI:

A. Stimolare la partecipazione attiva dei ragazzi

B. Garantire spazi adeguati, secondo le capacità

C. Favorire la maturazione personale e cognitiva

D. Attuare un rapporto costruttivo e collaborativo

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2. DIDATTICI:

A. Capacità logico espressive

B. Capacità operative

Obbiettivi individualizzati per l’alunno

1. FORMATIVI:

Correttezza ortografica e ordine grafico - dare riposte scritte in modo

corretto, apprendere attraverso la scrittura, formulare brevi riassunti

grafici,preparatori alla stesura dei temi.

Metodo di studio – collegare i nuovi apprendimenti a quelli già acquisiti,

applicare l’apprendimento a situazioni di vita quotidiana, collegare in modo chiaro

eventi causa-effetto.

Capacità di autocontrollo e di rispetto delle regole – manifestare gli stati

emotivi, sottolineare i comportamenti rispettosi e non delle regole comuni,

abituare all’aiuto da parte dei compagni e dei docenti, assegnare ed eseguire

piccoli incarichi di responsabilità per migliorare l’autostima.

2. DIDATTICI:

Osservare, comprendere, comunicare, sintetizzare e valutare. Organizzare

autonomamente il proprio lavoro, acquisire un metodo operativo corretto,

sviluppare abilità di base, acquisire specifiche conoscenze e abilità da sfruttare in

situazioni di vita quotidiana.

Metodi e strumenti

Stimolare l’attività di apprendimento attraverso l’uso di immagini semplici e

adeguati all’età di Marco collegate sempre alla verbalizzazione, uso di materiale

strutturato e semplici mappe concettuali per migliorare la sua organizzazione

spazio-sequenziale. Uso del Pc e lavoro di gruppo.

Motivare all’ascolto far comprendere l’importanza del lavoro assegnato, eseguire il

controllo quotidiano sullo svolgimento degli incarichi assegnati, rinforzare

l’autostima con continui feedback positivi rafforzati da atteggiamenti premiali.

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Incoraggiare Marco nell’esprimere le proprie idei, raccontando il proprio vissuto

quotidiano, sottolineando gli aspetti sociali di quanto appreso.

Sintesi degli strumenti compensativi e dispensativi adottati nelle diverse materie

Per le attività in classe sono previste una serie di misure compensative e dispensative approvate e adottate da tutti i componenti del consiglio di classe e di seguito ne vengono riproposte alcune

X Dispensa dalla lettura ad alta voce in classe

X Dispensa dall’uso del corsivo e dello stampato minuscolo nelle verifiche scritte

X Dispensa dalla scrittura sotto dettatura di testi e/o appunti

Dispensa dal ricopiare testi o espressioni matematiche dalla lavagna

Dispensa dallo studio mnemonico delle tabelline, delle forme verbali, delle poesie

X Dispensa dall’utilizzo di tempi standard e dispensa dalle prove a tempo

Riduzione delle consegne senza modificare gli obiettivi

X Accordo sulle modalità e i tempi delle verifiche scritte

Accordo sui tempi e sulle modalità delle interrogazioni

X Lettura delle consegne degli esercizi durante le verifiche

Parziale sostituzione o completamento delle verifiche scritte con prove orali consentendo l’uso di schemi riadattati e/o mappe durante l’interrogazione

X Tenere conto delle difficoltà procedurali nella valutazione delle tavole di disegno (alunni disgrafici)

Utilizzo di programmi di video-scrittura con correttore ortografico anche per le lingue straniere

X Utilizzo di risorse audio (file audio digitali, audiolibri…)

X Utilizzo di formulari e di schemi e/o mappe delle varie discipline scientifiche come supporto durante compiti e verifiche scritte

X Utilizzo di mappe e schemi durante le interrogazioni, eventualmente anche su supporto digitalizzato (presentazioni multimediali), per facilitare il recupero delle informazioni

X Utilizzo di software didattici e compensativi (free e/o commerciali)

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UN PROGETTO PER MARCO

Realizzare un progetto che potesse coinvolgere Marco sembrava particolarmente difficile, essendo la sua carriera scolastica caratterizzata da numerosi insuccessi e manifestando lui, chiaramente, totale disinteresse per ogni forma di attività didattica.

Un’idea nasce quando, nelle ore di formazione in Pedagogia e didattica speciale

dei disturbi generalizzati dello sviluppo, la Dott.ssa Simonetta Lumachi ci ha parlato della tecnica dello Stop Motion e ci ha mostrato dei ragazzi, con sindrome di Asperger, intenti nella realizzazione di brevi video con questa tecnica. Ho quindi pensato di riproporre tale attività nel contesto scolastico di Marco, coinvolgendo gli alunni della sua e di altre classi seguite nelle ore di tirocinio diretto. Prende così vita il progetto denominato “Decisamente Abili”6.

Individuato il progetto da raccontare, abbiamo deciso di animare il nostro video, con la tecnica dello Stop Motion Fotografico. Abbiamo seguito i ragazzi in un’attività per alunni disabili del nostro Istituto denominato "Non solo orto" e con l'utilizzo di una Macchina Fotografica digitale e una Video Camera abbiamo documentato le ore di lavoro realizzando circa 300 foto e 3 ore di video.

Nei tre mesi successivi, nell'aula dedicata alle attività degli alunni disabili abbiamo, allestito la scenografia per la realizzazione del video. Nella classe con il coinvolgimento di tutti gli alunni è stata scritta la trama, scelta la musica, provate le sequenze di animazione e gli effetti grafici da realizzare nel montaggio.

Tutti gli alunni coinvolti sono stati suddivisi in tre gruppi: il primo con la presenza di Marco ha realizzato il secondo step di foto provando più e più volte le operazioni pianificate durante le fasi stesura della trama e progettazione delle animazioni, fino ad ottenere il risultato ottimale, il secondo gruppo ha realizzato la presentazione scritta e le ha dato voce con Voki, il terzo gruppo ha realizzato il montaggio dei video e masterizzato il DVD del progetto.

La buona partecipazione di Marco al progetto “Diversamente Abili” ha migliorato il dialogo tra lui e i resto della classe, che per la prima volta lo accoglie pienamente 6Il progetto diventa anche il lavoro Multimediale da presentare in occasione dell’esame finale del corso ed è visibile al seguente link http://www.epubeditor.it/index.php?com=editor&task=play&lezioneid=27036

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e lo rende parte del gruppo. Ma le sue difficoltà a stare in classe permangono e in accordo con la famiglia e il neuropsichiatra che lo segue si decide di puntare in modo prevalente sull’alternanza scuola lavoro.

CONCLUSIONI

All’inizio della mia carriera da docente ero e sono tutt’ora motivato

dall’entusiasmo che mi trasmette il fermo convincimento che la scuola sia lo

strumento per la piena affermazione sociale di un individuo; affermazione

determinata dalla conoscenza, dal sapere e dal saper fare. Oggi però ho imparato

che devo ridefinire la parola individuo e rivalutare quelle persone che per troppo

tempo sono rimaste nell’ombra; le persone con una disabilità hanno il diritto di

ricercare e raggiungere la piena affermazione sociale, obiettivo da perseguirsi con

l’inclusione, ovvero la capacità di accettare la diversità e riconoscerla come una

potenzialità da valorizzare. Questo è il ruolo dell’insegnante di sostegno, prendere

in carico la persona con le sue difficoltà, le sue sofferenze e le sue diversità e

aiutarlo a raggiungere la propria autonomia.