CORSO DI PERFEZIONAMENTO IN MEDICINA...

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UNIVERSITA’ “G. dANNUNZIO-CHIETI- PESCARA DIPARTIMENTO DI SCIENZE BIOMEDICHE Sezione di Terapia Medica CORSO DI PERFEZIONAMENTO IN MEDICINA BIOINTEGRATA www.centrostellamaris.it

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UNIVERSITA’ “G. d’ANNUNZIO” -CHIETI-PESCARA

DIPARTIMENTO DI SCIENZE BIOMEDICHE Sezione di Terapia Medica

CORSO DI PERFEZIONAMENTO IN

MEDICINA BIOINTEGRATA

www.centrostellamaris.it

Psico-Neuro-Endocrino- Immunologia-Genetica

(PNEIG) in

Medicina Biointegrata

Programma AA.2010-2011 •  Definizione di PNEI. Il Sistema nervoso: le cellule del SN e loro

connessioni; il tronco encefalo, diencefalo, SNV. Sistema endocrino: gli ormoni, loro funzioni e comunicazioni. Controllo cerebrale sul Sistema endocrino. Assi neuroendocrini: ipotalamo-ipofisi, ipotalamo-ipofisi-surreni, ipotalamo-ipofisi-tiroide, ipotalamo-ipofisi-gonadi. Sistema immunitario: cenni di immunologia (teoria della selezione clonale, immunità naturale ed acquisita, sistema HLA, sistema immunitario come organo di senso, produzione di ormoni da parte del sistema immunitario (che fungono da mediatori tra cervello e sistema endocrino).

Cervello e psiche. La grande connessione: Sistema nervoso ed immunità; sistema dello stress; sistema endocrino e cervello. Endocrinosenescenza e P.N.E.I. DCA prototipo di PNEIG

cervello e psiche

il sistema limbico è la struttura coinvolta più direttamente nell’integrazione degli stimoli provenienti dalle varie aree cerebrali e nella elaborazione delle emozioni. Con esso si intende una zona del cervello dai confini non ben definiti che include l’ipotalamo, l’ipofisi, l’amigdala, l’ippocampo, il giro cingolato, il fornice, il setto, i nuclei del talamo. Il sistema limbico riesce a stabilire fitte interconnessioni con tutto il resto del cervello e con i principali sistemi del nostro corpo, quali quello endocrino o immunitario, attraverso i neuropeptidi di cui è particolarmente ricco.

•  Sono stati individuati oltre 50 neuropeptidi e raggruppati in quattro sistemi peptidergici: il sistema dell’azione, del piacere-dolore, della riproduzione, del supporto biologico di base. Il sistema dell’azione è rappresentato principalmente dai neuropeptidi CRF, ACTH, TRH, Vasopressina. Essi attivano la sequenza ipotalamo-ipofisi- corticosurrene, tipica della reazione da stress con significato generale di tipo adattativo e di aumento delle possibilità di sopravvivenza dell’organismo.

•  Il sistema del piacere-dolore è rappresentato dai peptidi oppioidi, endorfine e encefaline. Tali peptidi modulano la soglia e la reattività emozionale al dolore, ma anche le reazioni emozionali dei processi di attaccamento e perdita, alcuni comportamenti appetitivi e alimentari, il comportamento sessuale ecc. Il sistema peptidergico della riproduzione è rappresentato dal GnRH ipotalamico, LH, FSH, ossitocina, prolattina, e a livello periferico dagli ormoni gonadici. Oltre all’ azione endocrino-metabolica classica, modulano emozioni e comportamenti sessuali, e il complesso delle emozioni che portano all’attaccamento materno oltre al ruolo sull’apprendimento e la memoria.

•  Il sistema di supporto metabolico delle funzioni vitali comprende una pluralità di neuropeptidi ognuno con funzioni sia centrali, ossia sul sistema nervoso, che periferiche. I più importanti sono: angiotensina, CCK, bombesina, Vip, neurotensina, gastrina, peptidi intestinali ecc. Essi sono implicati in funzioni fisiologiche essenziali per la vita, tra cui alimentazione e assimilazione, metabolismo, bilancio idrico, sonno, bioritmi, mantenimento della identità genetica.

•  I neuropeptidi rappresentano dunque il punto di contatto tra corpo e mente, "l’anello mancante" (Pancheri ) che giustifica la connessione psicosomatica. Tramite i neuropeptidi e i propri recettori ogni stimolo provoca contemporaneamente emozioni, pensieri e modificazioni organiche. La Pert, neurofisiologa, direttrice del centro di biochimica cerebrale del NIMH,li definisce "sostanze informazionali" cioè capaci di trasportare informazioni, in un corpo umano inteso come una rete interdipendente di sistemi informazionali, in cui l’antica divisione tra corpo e mente non esiste più.

•  Il sistema nervoso non deve essere visto più come un semplice incanalatore degli stimoli ambientali nel momento in cui essi colpiscono i vari organi di senso, ma come un elaboratore di informazioni, in accordo alle moderne tesi dei neurofisiologi quali Sperry, Eccels, Pibram. Tutto questo ci impone di ridisegnare i confini del sistema nervoso, modificare i concetti anatomofisiologici su cui ci siamo basati finora e aprire nel campo delle neuroscienze nuove basi biologiche del comportamento.

“Il cervello è la mente?”

•  “Noi esseri umani conosciamo il mondo tramite i

messaggi trasmessi dai nostri sensi al nostro cervello. Il mondo è presente all’interno della nostra mente, la quale è all’interno del nostro mondo”.

Edgar Morin

Il problema del cervello come sede del Pensiero ha interessato tutta la scienza

fin dalle sue origini

•  Dato che il cervello è fatto di materia ed energia ed il pensiero è trasmissibile privo di materia e della potenza associata a qualsiasi forma di energia, il “Dualismo” tra il Cervello (quale realtà fisica) e la Mente (quale entita’ immateriale) e’ stato alla base di gran parte della riflessione scientifica e filosofica sulle teorie della Mente di ogni tempo. Al contrario il Materialismo, non ha mai accettato tale concezione “duale”, associabile alla distinzione religiosa tra spirito e materia, e pertanto la sua concezione di Mente (Monismo) risulta essere soltanto un fenomeno prodotto dal funzionamento complesso del sistema nervoso.

•  Ippocrate dell’ Isola di Cos (fu il primo medico-filosofo ( 460-370 a.C.) che precisò "L'uomo deve sapere che null'altro che dal cervello, provengono gioie, piaceri, risate e divertimenti e dolori, tristezze, sconforto e lamenti" correlando in tal modo il cervello ad ogni azione del comportamento umano

secondo la teoria umorale (Claudio Galeno 130-200 d.C. ), il comportamento umano é costituito dai quattro umori: flegma, sangue, bile gialla e bile nera; concezione derivante dai Quattro elementi di Empedocle, secondo cui il “Cuore” (vere musculus Nicola Stenone) sarebbe l’artefice centrale delle emozioni umane. Solo in seguito si capì (Steensen, Niels 1638 - 1686), che esiste un sistema nervoso simpatico distribuito nel nostro corpo e comunque correlato al cervello tramite messaggi ormonali; dotato di una sua capacita intrinseca di espressione emotiva, ma essa non e’ diretta dal cuore il quale in seguito a reazioni emotive aumenta sua la frequenza.

•  I Quattro Umori: Illustrazione di manoscritto XIV sec. I quattro umori nell’uomo erano nell’ordine: flegma (freddo-umido, che proveniva dal cervello), sangue (caldo-umido, dal cuore), bile gialla (caldo-secco, dal fegato) e bile nera (freddo-secco, dalla milza), che dovevano essere in corretta proporzione fra loro.

•  In epoca più moderna, il filosofo francese RENE' DESCARTES detto CARTESIO (1596-1650) “ tento’ di unire le due concezioni Meccanicista e Spiritualista ( Monistica e Dualistica) con uno stratagemma. Infatti nel suo “cogito ergo sum” (se penso, allora esisto) egli vedeva l’azione del cervello guidata da entità e forze capaci di produrre un riflesso puramente meccanico in risposta a stimoli ambientali, in modo automatico e indipendente dalla Mente. Tuttavia egli ipotizzò l’esistenza di una connessione focalizzata nella “Ghiandola Pineale”, vera interfaccia tra il cervello e la mente pensante responsabile delle capacità critiche e riflessive coscienti.

•  Tale stratagemma ricongiunse la dicotomia tra materia cerebrale e mente spirituale, assegnando alla religione la pertinenza della Res Cogitans (sostanza cosciente) ossia di anima e spirito, immateriale, mentre la scienza doveva occuparsi esclusivamente della Res Extensa (sostanza materiale). Oggi, nonostante i notevoli sviluppi delle scienze del cervello e della psicologia dell’ apprendimento, non è ancora possibile definire la natura del pensiero.

•  Ma come si relaziona la mente al cervello? Secondo Searle (Minds, brains and science del 1984) la soluzione sta nel considerare ciò che produce il cervello, nella sua relazione con la mente, come un fenomeno biologico al pari della relazione stomaco-digestione. “ Allo stesso modo in cui la digestione è causata dai processi che avvengono nello stomaco e si realizza col loro funzionamento, così la nostra vita mentale è causata dai processi che avvengono nel cervello e realizzata nel sistema cerebrale”

•  Secondo Searle, “il cervello è una macchina biologica” che, per causare o produrre fenomeni mentali, come la coscienza, l’intenzionalità, la causazione mentale e la soggettività, utilizza caratteristiche o anche proprietà biochimiche differenti.

•  I fenomeni mentali, secondo Searle, sono “causati da” processi che avvengono nel cervello al livello neurale o modulare, e, allo stesso tempo, sono “realizzati” nel sistema neuronale, a livello macro nei processi mentali e micro in quelli neurali.

•  la coscienza (consapevolezza) è una proprietà centrale dell’essere umano e il modo per dimostrare la sua esistenza è capirne i processi e il funzionamento. La sua attività si svolge attraverso l’interazione di proprietà elettrochimiche specifiche dei neuroni

•  L’Intenzionalità, scrive Searle, è la caratteristica attraverso cui i nostri stati mentali sono direzionati verso qualcosa, o sono relativi a stati di cose nel mondo, o relativi a sé stessi. Essa si riferisce a tutti gli stati mentali: credenze, desideri, ecc. sia coscienti che inconsci.

•  una volontà d’azione, che può essere un’azione a tutti gli effetti o anche un pensiero, ma sempre “causata da” e “realizzata nella” coscienza, consapevole del contenuto mentale da cui dipende .

•  “la soggettività è un fatto oggettivo della biologia”. Essa riguarda la distinzione fra uno stato mentale mio e quello di un’altra persona

•  La mente ha contenuti mentali semantici da cui dipendono le condizioni di soddisfazione dei significati (simboli)”. . sono proprietà dello Sfondo nella sua relazione cervello-mente “nel rapporto fra la neurofisiologia del cervello e l’Intenzionalità della mente”.

•  L’essere umano è una complessa struttura energetica composta da psiche e corpo integrati tra loro come due facce di una stessa medaglia. Questo insieme di elementi dinamici (atomi, molecole, elaborati di pensiero, etc.) si estrinseca attraverso la produzione di gesti, sentimenti e riflessioni conseguenti ad elaborati di Pensiero che determinano la creazione di idee, le quali attivano la produzione di emozioni che si palesano al mondo esterno mediante la comunicazione verbale o temperamentale.

•  Le emozioni si determinano nella parte finale degli elaborati, collegandosi strettamente ad ogni singola idea o concetto (gruppo di idee). Esse si generano a livello sottorticale come risultato dell’attività del sistema limbico, in grado di influenzare la funzionalità della corteccia. Un ruolo fondamentale viene svolto dall’amigdala che elabora e produce, a livello inconscio, gli stati emozionali più intensi. Il "sentirsi bene" determinato da uno stato di umore positivo e stabile, invece, deriva dal sistema mesolimbico (composto da nucleo accumbens e dall’area ventrale segmentale) che, mediante dopamina ed endorfine, coinvolge la corteccia.

•  Il termine emozione deriva dal latino "ex - movere"’ che, letteralmente, significa : spingere fuori. Quindi: Energia spinta all’azione = Emozione

•  Ogni elaborato di pensiero produce una idea, ogni idea una emozione più o meno intensa, a seconda dei suoi contenuti. In definitiva, possiamo definire l’emozione come un’accelerazione di energia mentale, in risposta a stimolazioni del mondo esterno o a pulsioni del proprio mondo interno, che determina lo stato d’animo di ogni essere umano.

•  le emozioni positive scaricate nel mondo interno, determinano gioia di vivere.

•  le emozioni positive convogliate verso il mondo esterno, trasmettono contenuti tipo: disponibilità, gaiezza, gioia, etc.

•  le emozioni negative o conflittuali, scaricate nel mondo interno (quando, ad esempio ci reprime), determinano psicosomatosi, tachicardia, sudorazione, pianto, riso "isterico", tensione, melanconia, ansia, angoscia, depressione, etc.

•  le emozioni negative o conflittuali veicolate al mondo esterno, determinano fenomeni di violenza, tensione, collera, ostilità di vario genere, etc.

•  Le emozioni non ci possiedono, siamo noi a determinarle attraverso la produzione di idee più o meno corrette. Allo stesso tempo, Le emozioni non appartengono al mondo consapevole (non possiamo innamorarci o rallegrarci a comando) ma vengono gestite dalla propria identità, a livello inconsapevole. Le emozioni, dipendono dal tipo di idee che noi generiamo attraverso elaborati di pensiero, in funzione di:

•  bisogni da appagare; •  apprendimenti corretti; •  riflessioni adeguate.

•  Emozioni semplici - determinano le pulsioni di

base che servono ad appagare i bisogni necessari indispensabili.

•  Emozioni composite - determinano le pulsioni a più alto contenuto energetico ( che consentono l’appagamento di bisogni relativi alla propria realizzazione ) e costituiscono i sentimenti rappresentati da una base elaborativa logica e razionale, o neutrergia, su cui si aggancia l’elemento affettivo, che può essere positivo ( e si riconosce nell’amore ), negativo (e determina rancore e ostilità), conflittuale ( e manifesta tutte le variabili dei contrasti profondi interiori, responsabili delle psicosomatosi ).

•  Emozioni complesse - costituiscono i pulstimoli

•  Le prime emozioni che proviamo nella nostra vita, si generano durante la vita intrauterina, derivano da esperienze sensoriali e sono di tipo ORCHESTRALE.

•  I rumori del proprio mondo interno in crescita rapida, i suoni derivanti dall’attività organica materna (ritmo cardiaco, borborigmi intestinali, etc.), le stimolazioni provenienti dal mondo esterno in cui la gestante si ritrova immersa, rappresentano la grande orchestra che invia continui messaggi sonori durante i nove mesi prenatali.

•  La MUSICA rappresenta, quindi, uno dei primi apprendimenti di vita, dal momento che lo sviluppo e il funzionamento (approssimativo) dei 5 sensi avviene già durante il periodo embrionale. Il suono è il risultato del movimento di "onde" che vengono percepite fin dalle prime settimane di vita intrauterina. L’alternanza di suoni e pause con cadenze regolari dà vita al ritmo : Il respiro ed il battito cardiaco sono movimenti ritmici e cadenzati. Le corde vocali producono i suoni, i risonatori (seni nasali, paranasali, cassa toracica, etc.) li amplificano, l’apparato uditivo e la pelle rappresentano degli ascoltatori. LE PAROLE (essendo determinate da suoni), attivano la produzione di emozioni che, a seconda del tipo e delle caratteristiche della musica e dell’energia contenuta nelle parole che ascoltiamo, possono aiutarci a riequilibrare la nostra mente, per tempi più o meno lunghi.

•  Lester Sontaggià negli anni ’30 e ’40 dimostrò che gli atteggiamenti e i sentimenti materni lasciano un segno permanente sulla personalità del nascituro. Un’immagine nuova di feto, della nascita e di tutta la prima parte della vita (D. Stott - Università di Glasgow / D. W. Winnicott - Università di Londra / H. Graber - Svizzera / S. Schindler - Università di Salisburgo / L. W. Sontag, P. Fodor - Stati Uniti / F. Kruse - Germania) Questi studiosi, giunsero alla certezza che le emozioni materne hanno influenza sul feto.

•  Corrette emozioni materne (gioia, serenità, etc.) contribuiscono allo sviluppo emotivo del bambino sano. Tutte le teorie del "contatto" studiate sulla relazione post-natale madre-figlio affondano le radici nei pensieri e nei sentimenti che la madre ha nutrito durante la gravidanza verso il nascituro. L’amore materno avvertito dal bambino, forma intorno a sé una specie di scudo protettivo che attutisce o neutralizza l’effetto delle tensioni esterne. Secondo D. Stott, l’utero è il primo mondo del bambino e, il modo come lo sperimenta (ambiente ospitale o ostile ), crea delle predisposizioni per la sua personalità.

•  Madre e bambino, da un punto di vista puramente anatomico, non hanno in comune né cervello né Sistema Nervoso Autonomo che regolano la percezione, il flusso e l’impatto delle emozioni. I legami neuro-ormonali rappresentano quindi il veicolo attraverso cui i due conducono un dialogo a livello emotivo.

•  il sistema limbico – ipotalamico in quanto zona del cervello probabile “sede della mente”: controlla l’affettività, le risposte vegetative indotte dalle emozioni, il tono dell’umore e la percezione delle sensazioni piacevoli o dolorose.

•  Tale sistema accoglie in sé anche le connessioni nervose del sistema reticolare attivatore ascendente (SAR). Il suo livello di attività gioca un ruolo importante nella traduzione mente – corpo dell’informazione.

SISTEMA LIMBICO •  Il sistema limbico è costituito in parte di corteccia

cerebrale e in parte di diencefalo. Il termine limbico non è preciso ed è usato in modo diverso da diversi autori. Strutturalmente esso è costituito da: (1) alcune aree corticali cerebrali, inclusa la circonvoluzione del cingolo localizzata nella superficie interna della scissura interemisferica, appena sotto al corpo calloso, e l'ippocampo; (2) vari nuclei tra cui quelli anteriori del talamo e i nuclei dell'abenula dell'epitalamo; (3) parte dei gangli basali; (4) l'ipotalamo, in particolare i corpi mamillari; (5) la corteccia olfattoria e (6) le vie di connessione tra le varie aree corticali e i gangli della base (come per esempio il fornice).

•  Il sistema limbico controlla l'affettività, le risposte vegetative indotte dalle emozioni, il tono dell'umore e la percezione delle sensazioni piacevoli o dolorose.

•  Per il sistema limbico le afferenze più importanti sono quelle olfattorie. L'odore del cibo stimola il centro della fame nell'ipotalamo. Nei cani, nei gatti e in altre specie animali la percezione olfattoria dei feromoni, che sono delle molecole rilasciate nell'aria, ha un’importanza fondamentale nella riproduzione poiché determina l'attrazione tra specie analoghe, ma di sesso differente.

•  Lesioni del sistema limbico possono provocare appetito vorace (bulimia), disinibizione sessuale, eccessiva docilità nei confronti di stimoli ambientali che richiederebbero uno stato d'allerta o di difesa. Poiché l'ippocampo è parte del lobo temporale, una sua lesione determina un danno della memoria. L'ippocampo e la corteccia circostante sono fondamentali nel passaggio dell'informazione dalla memoria a breve a quella a lungo termine: la porzione di corteccia immediatamente circostante l'ippocampo è costituita da quelle cellule che subiscono una trasformazione della loro fisionomia calcio-indotta, per rinforzare la traccia mnestica.

•  Tutte le sensazioni che sono associate a stati di ansia, depressione, eccitazione hanno origine nell’ipotalamo. I cambiamenti fisici (prodotti dalle emozioni) avvengono nel sistema endocrino e nel Sistema Nervoso Autonomo (SNA). In una donna incinta, presa da improvvisa paura, l’ipotalamo "ordina" al S.N.A. di accelerare il cuore, di far dilatare le pupille, di far sudare le mani, d’innalzare la pressione sanguigna. Contemporaneamente, viene segnalato al sistema endocrino, di aumentare la produzione di neurormoni, questi riversati nel sangue, alterano i processi chimici che si svolgono nel corpo della donna e anche in quelli del feto.

•  Il feto sente nelle parole del genitore il significante emotivo (energia ), capisce e reagisce di conseguenza. Dal sesto mese in poi il feto è in grado di imparare, vedere, udire, gustare. Predilige le musiche di Vivaldi, rilassandosi (se è agitato). Se è calmo, all’ascolto della musica di Beethoven, comincerà a tirare calci. Secondo Thomas Verny, pensare e parlare al figlio che si porta in grembo è quanto mai importante. "Provate a immaginare come vi sentireste se foste reclusi da soli in una stanza per nove mesi senza alcuno stimolo intellettuale o emotivo". Questo è ciò che il nascituro vive se si sente ignorato.

•  Il tono della voce della madre e del padre e il battito cardiaco rappresentano per il feto elementi di sicurezza, tranquillità e amore. La voce del padre, ad esempio tranquillizza il bambino fin dalle prime ore di vita. Se piange, la voce paterna lo placa, in quanto quel suono gli è già familiare e gli dice che è al sicuro (Thomas Verny). Questa visione della paternità è abbastanza nuova, queste nuove acquisizioni dovrebbero attecchire se si vuole che le generazioni future siano sempre più sane ed emotivamente equilibrate.

•  L’ottimismo, la fiducia, l’essere socievole ed estroso si sviluppano da questa base. Madre e figlio è utile che siano in continua sintonia (sincronicità). Essi rimangono in contatto attraverso tre canali di comunicazione:

•  fisiologico (mediante il meccanismo della nutrizione); •  comportamentale (Centinaia di studi documentano

che il feto tira calci quando è scomodo, spaventato o ansioso);

•  simpatetico (Il feto si comporta in relazione al messaggio della madre).

•  "Riceviamo dalla nostra famiglia sia le idee di cui viviamo che la malattia di cui moriremo". (Marcel Proust)

•  F. Leboyer insiste sulla necessità di eseguire un parto con tecniche più amorevoli, più calde, più umane e rassicuranti, nel rispetto del neonato.

•  Secondo Melanie Klein (1957) le dinamiche interazionali che nascono all’interno del rapporto originario tra bambino e oggetto d’amore sono fondamentali per la costruzione dei modelli operativi interni (MOI) rassicuranti e confortanti: "Credo che la felicità goduta nell’infanzia e l’amore per l’oggetto buono che arricchisce la personalità siano alla base della capacità di godere e di sublimare fino all’età della vecchiaia".

•  Il percorso evolutivo di un essere umano si sviluppa lungo strade psicologiche che lo portano alla costruzione della propria identità e unicità, al di là del determinismo genetico. Durante il cammino, gli apprendimenti, le esperienze, le relazioni con tutto il mondo esterno stanno alla base del suo sviluppo affettivo, emozionale.

“…Usando un'analogia suggerita dalla biologia, diremmo che l'essere umano porta nel proprio

'genoma' la traccia profonda della Trinità, di Dio-Amore…"

Benedetto XVI Angelus festa SS Trinità 2009

Neuroni Specchio •  Negli anni ’80 e ’90 G. Rizzolatti, lavorando

con L. Fogassi e V.Gallese ad un progetto di ricerca, presso l’Università di Parma, collocò degli elettrodi nella corteccia frontale inferiore di un macaco per studiare i neuroni specializzati nel controllo dei movimenti della mano, come il raccogliere o il maneggiare oggetti. Individuati nei primati, e in alcuni uccelli. Nell’uomo sono localizzati nell’area di Broca e

nella corteccia parietale inferiore del cervello.

•  Durante ogni esperimento era registrato il comportamento dei singoli neuroni nel cervello della scimmia mentre le si permetteva di accedere a frammenti di cibo, in modo da misurare la risposta neuronale a specifici movimenti. Come molte altre notevoli scoperte, quella dei neuroni specchio fu dovuta al caso. Lo stesso Rizzolatti racconta che, mentre Fogassi prendeva una banana in un cesto di frutta preparato per degli esperimenti con una scimmia, alcuni neuroni dell’animale avevano reagito. Come poteva essere accaduto questo, se la scimmia non si era mossa e, fino ad allora, si pensava che quei neuroni si attivassero soltanto per funzioni motorie?

•  In un primo momento gli sperimentatori pensarono si trattasse di un difetto nelle misure o un guasto nella strumentazione, ma tutto risultò a posto e le reazioni si ripeterono non appena fu ripetuta l’azione di afferrare.

•  Si capì, a quel punto l’importanza di queste cellule nel meccanismo della realizzazione del comportamento empatico, in grado di consentire a chiunque, di entrare in sintonia con un’altra persona e, addirittura, condividerne le stesse emozioni. Ecco perché il cervello è un elaboratore che integra gli elaborati provenienti da zone differenti e stabilisce la strategia più opportuna da adottare in funzione delle necessità del breve, medio e lungo periodo.

IL CAMPO : SAREBBE DEFINIBILE COME UNA SPECIE DI

“TENSIONE” CAPACE DI ESISTERE NELLO SPAZIO VUOTO

IN ASSENZA DI MATERIA

Il campo elettromagnetico

intrappolato ha con sé un compagno

inseparabile, il "potenziale vettore"

Il potenziale vettore, è una quantità totalmente

non misurabile nell’ambito della fisica

classica e, a differenza del campo,

NON è intrappolato,

esso si estende ad una ampia regione circostante,

senza trasporto di energia, ed esercita una sua "influenza sottile“,

modificando la fase dei sistemi coerenti presenti.

effetto Bohm-Aharonov 1959-1980

l’esperimento di Bohm-Aharonov

INFRANGE il DOGMA della

INOSSERVABILITA’ dei POTENZIALI

imposto dalla fisica classica

QUESTA IPOTIZZAVA LA CAPACITA’ DI INTERAZIONE

ELETTROMAGNETICA DI UN SISTEMA MATERIALE

ESCLUSIVAMENTE MEDIATA DALLE FORZE PRODOTTE DAI CAMPI ELETTRICO E

MAGNETICO

IL FENOMENO DI BOHM AHARONOV

AVVIENE SENZA ESERCITARE ALCUNA FORZA SUL FASCIO DI ELETTRONI E QUINDI

SENZA SCAMBIO DI ENERGIA.

SI INSTAURA COSI’ UNA INTERAZIONE “SOTTILE”

CHE NON ESAURISCE ENERGETICAMENTE

I PARTECIPANTI E NON TOCCA I SISTEMI FISICI

NON COERENTI CIRCOSTANTI.

Tra i vari sistemi coerenti si apre

perciò la possibilità di un “DIALOGO SOTTILE", senza scambio di energia,

esso coinvolge solo le fasi, sfugge ad ogni misura parcellare ed è percepito

solo da chi si pone in “AMBITO ONDULATORIO”.

La veglia, il sonno e il sogno

•  L'attività cognitiva è caratterizzata da una oscillazione a onda. Ciascuno stato di veglia, di sonno o di sogno è caratterizzato da delle oscillazioni tipiche.

•  Nella veglia, l'onda a 40 Hz è riportata a zero da uno stimolo esterno. Ad esempio, uno schiocco sonoro che arriva all'orecchio va ad attivare il talamo che, a sua volta, attiva la corteccia e, se lo stimolo è sufficientemente forte, l'oscillazione è riportata a zero. Questo caratterizza lo stato di veglia.

•  Durante il sonno, soprattutto durante la fase delta che corrisponde al sonno più profondo (onda delta 2-3 Hz) qualunque sia lo stimolo che arriva all'occhio o all'orecchio, il cervello non ne tiene conto. Sebbene l'occhio e l'orecchio non dormano e continuino a funzionare, il cervello è immerso nel sonno e le informazioni che arrivano al talamo non possono rimettere l'onda a zero, non sono prese in considerazione. Il cervello non presta loro attenzione.

•  Quando sognamo, si osserva un'onda che si propaga dalla regione anteriore a quella posteriore del cervello a frequenze molto vicine a 40 Hz. Queste onde, tuttavia, non possono essere rimesse a zero dagli stimoli provenienti dal mondo esterno. In altri termini, quello che accade all'interno non può essere influenzato da uno stimolo esterno. Durante il sogno il cervello si comporta come un sistema chiuso che non consente al mondo esterno di modificarlo.

Alla RMF il genotipo “S“ esposto a stress si associa ad una maggiore attivazione dell’amigdala. Per eventi di eccezionale portata stressante ( VIII-VII livello della Scala della Rilevanza degli Eventi Psico-traumatizzanti di Holmes e Rahe) l’impatto psicotraumatizzante rende trascurabile qualsiasi eventuale fattore di suscettibilità personale e i conseguenti disturbi psichici non possono che essere attribuiti integralmente all’evento stesso.

Emergency Oggi Rivista Mese Nov.2008 pp.15-18