Corso di Meccanica dei Materiali A.A. 2010-2011 - unirc.it · metodi legati alla meccanica della...
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CorsoCorso didi MeccanicaMeccanica deidei MaterialiMateriali A.A. 2010A.A. 2010--20112011
DEGRADO DEI MATERIALIDEGRADO DEI MATERIALI
Michele Michele BuonsantiBuonsanti **
DipartimentoDipartimento MeccanicaMeccanica e e MaterialiMaterialiFacoltFacoltàà didi IngegneriaIngegneria UniversitUniversitàà didi Reggio CalabriaReggio Calabria
EE--mail: mail: [email protected]@unirc.it
CAUSE DEL DEGRADO STRUTTURALECAUSE DEL DEGRADO STRUTTURALEOriginiOrigini
Insufficiente manutenzioneInsufficiente manutenzioneProblemi igrometriciProblemi igrometriciDifetti costruttivi allDifetti costruttivi all’’origineorigineInsufficienze statiche riferite a stati limite di esercizioInsufficienze statiche riferite a stati limite di esercizio
EffettiEffettiFessurazioniFessurazioniDeformazioni eccessiveDeformazioni eccessiveDisgregazione delle malteDisgregazione delle malteCorrosione degli elementi metalliciCorrosione degli elementi metalliciDegrado delle strutture ligneeDegrado delle strutture lignee
INIZIO DEL DISSESTO STATICOINIZIO DEL DISSESTO STATICO
RILEVAMENTO DELLO STATO DI FATTO RILEVAMENTO DELLO STATO DI FATTO E DEL DEGRADOE DEL DEGRADO
Procedure di esame per gradiProcedure di esame per gradi
A A –– Rilievo visivo della costruzione Rilievo visivo della costruzione B B –– Rilievo geometrico Rilievo geometrico C C –– Indagine sui materiali impiegatiIndagine sui materiali impiegatiD D –– Sondaggi sui principali elementi costruttivi:Sondaggi sui principali elementi costruttivi:
QualitQualitàà dei materialidei materialiDettagli costruttiviDettagli costruttivi
AFFIDABILITAAFFIDABILITA’’ STRUTTURALESTRUTTURALE
ACCERTAMENTO DELLE CAUSE DEL DISSESTOACCERTAMENTO DELLE CAUSE DEL DISSESTO
Azioni sismicheAzioni sismicheDifetti strutturaliDifetti strutturali dello stato di fattodello stato di fattoModifiche strutturaliModifiche strutturali apportate con interventiapportate con interventisuccessivisuccessiviDifetti esecutiviDifetti esecutiviModifica dei carichi di esercizioModifica dei carichi di esercizioEffetti igrometriciEffetti igrometriciAttacco di agenti aggressiviAttacco di agenti aggressiviMancanza di manutenzioneMancanza di manutenzione
Sulla base dei dati acquisiti, integrata da una accurata analisiSulla base dei dati acquisiti, integrata da una accurata analisidei carichi (predei carichi (pre--post) si effettueranno le indagini teoriche pipost) si effettueranno le indagini teoriche piùùopportune finalizzate sia alla individuazione delle cause del opportune finalizzate sia alla individuazione delle cause del dissesto in atto, che alla previsione di quelle future.dissesto in atto, che alla previsione di quelle future.
PROBLEMA CINEMATICO: PROBLEMA CINEMATICO: IL MOTO NELLA FATISCENZA MURARIAIL MOTO NELLA FATISCENZA MURARIA
Traslazione verticaleTraslazione verticaleTraslazione orizzontaleTraslazione orizzontaleRotazioneRotazione
RigidiRigidiDeformantiDeformantiInterni alle struttureInterni alle strutture
MOTIMOTI RELATIVIRELATIVIMOTI ASSOLUTI (suolo)MOTI ASSOLUTI (suolo)
Problematiche relative alla diagnosi dei materialiProblematiche relative alla diagnosi dei materiali
““ Diagnostica strutturale globale Diagnostica strutturale globale ““: metodologie atte a : metodologie atte a determinare il comportamento strutturale di manufatti, determinare il comportamento strutturale di manufatti, integri o apparentemente integri, sottoposti allintegri o apparentemente integri, sottoposti all’’esercizio di esercizio di carichi con lo scopo di individuare le qualitcarichi con lo scopo di individuare le qualitàà e le prestazionie le prestazioni..
11°° Gruppo: Metodi di rilevamento delle prop. fisico Gruppo: Metodi di rilevamento delle prop. fisico ––meccanichemeccaniche
22°° Gruppo: Metodi per il rilevamento dei difetti, del Gruppo: Metodi per il rilevamento dei difetti, del danneggiamento e del degradodanneggiamento e del degrado
33°° Gruppo: Procedura di diagnostica globale Gruppo: Procedura di diagnostica globale
Strumentazioni diagnosticheStrumentazioni diagnostiche
Determinazione della vita media della struttura Determinazione della vita media della struttura in funzione della profonditin funzione della profonditàà di carbonatazionedi carbonatazione
Effetti della corrosione sulla sicurezza Effetti della corrosione sulla sicurezza strutturalestrutturale
Valutazione dellaValutazione della sicurezzasicurezzastrutturalestrutturale
Determinazione della capacitDeterminazione della capacitàà prestazionale prestazionale
diminuzione delle caratteristiche meccanichediminuzione delle caratteristiche meccanicheincremento dei carichi di esercizioincremento dei carichi di esercizio
Aspetti concettualiAspetti concettuali
aspetti normativiaspetti normativiaspetti di modellazione staticaaspetti di modellazione staticarequisiti di progettorequisiti di progetto
Formulazione di un problema a non linearitFormulazione di un problema a non linearitàà costitutiva, costitutiva, geometrica e di vincologeometrica e di vincolo
Forme di degrado del calcestruzzo
- fisici (causati da variazioni termiche naturali, come il gelo-disgelo, o artificiali, come quelle prodotte da incendi);
- meccanici (abrasione, erosione, urto, esplosione);
- chimici (attacco acido, solfatico, da solfuri, da acque pure, da acqua di mare, reazioni alcali-aggregati);
- biologici (azione del fouling);
- strutturali (sovraccarichi, assestamenti, sollecitazioni ripetute ciclicamente).
Fenomeni del degrado
Carbonatazione del calcestruzzoCarbonatazione del calcestruzzo
Reazione che descrive il fenomeno della carbonatazione:
CO2 + Ca(OH)2 →H2O, NaOH→CaCO3 +H2O
Andamento della funzione penetrazione della carbonatazione:
. Legge della velocità di penetrazione:
ntKs1
×=
nn
tnK
dtds )1( −
×=
Andamento qualitativo della velocità di carbonatazione al variare dell’umidità relativa.
Carbonatazione del calcestruzzo in funzione del microclima.
Umidità relativa (%)
20
Vel
ocità
di c
arbo
nata
zion
e
40 60 80 100
201510
Prof
ondi
tà d
i car
bona
tazi
one
(mm
)
5
Tempo (anni)
20 °C e 65 UR
Esterno (riparato)
Esterno (superfice piana)
Influenza della durata dei periodi di bagnamento e asciugamento sulla velocità di carbonatazione.
Influenza dei cicli di bagnamento e asciugamento nella velocità di carbonatazione.
20
10
15
5
0
Tempo (anni)
0
Prof
ondi
tà d
i car
bona
tazi
one
(mm
)
10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
mezzo anno seccomezzo anno bagnato
1 mese secco1 mese bagnato
1 settimana secca1 settimane bagnata
una volta alla settimana
una volta al mese
nessun bagnamento
100908070605040302010
Prof
ondi
tà d
i car
bona
tazi
one
(mm
)
0Tempo (anni)
0
5
10
15
20
25
30
due volte l'anno
Forme di corrosione delle armatureCorrosione generalizzata:La corrosione generalizzata, si verifica su strutture metalliche immerse in ambienti corrosivi (sia naturali che artificiali) o esposte ad atmosfere aggressive, procede in maniera uniforme provocando l'assottigliamento del metallo o addirittura l'avaria della struttura.
Corrosione Galvanica o per contatto Galvanico:Avviane quando due materiali metallici di nobiltà differente, a diretto contatto fra loro o connessi elettricamente, vengono immersi in un ambiente corrosivo o esposti a un'atmosfera umida aggressiva.
Corrosione Galvanica di un rivestimento di magnesio che è stato colato intorno ad un nucleo di acciaio.
Corrosione per vaiolatura (pitting corrosion):E’ una forma di attacco corrosivo localizzato che determina la formazione di vaiolature (pit) quando il metallo è esposto ad ambienti contenenti ioni alogenidrici.
Corrosione per vaiolature di un acciaio inossidabile in un ambiente aggressivo.
Corrosione sotto sforzo: E’ un tipo di corrosione localizzata dovuta all'azione combinata di una tensione meccanica e di un mezzo corrosivo specifico a blanda azione corrosiva.
Corrosione Erosione:Può essere definita come l'aumento della velocità di corrosione in un metallo conseguente al moto relativo tra un fluido corrosivo e la superficie dei metallo.
Variazione dell'allungamento ultimo "Au" in funzione del livello della corrsionre
Riduzione sezione barra [%]
[%] A
u
Variazione del rapporto fu/fy in funzione del livello di corrosione
Riduzione sezione barra [%]
fu/fy
[%]
Riduzione sezione barra [%]
Variazione di fu e fy in funzione del livello di corrosione
Legami costitutivi di una barra di armatura in funzione delle caratteristiche meccaniche del materiale.
Corrosione localizzata
( ) ( )( )min
0reqr η11e
η11rπ4EηE
−−×
−−××××=
Modello di danno meccanico
( ) ( )[ ]−−++ ×−+×−= ijijij σd1σd1σModello di danno accoppiato
d**= 1-( 1-d+)×(1- dchem)d *-= 1-( 1-d-)×(1- dchem)
Legge costitutiva globale
σij = (1- dchem)[( 1-d+)σij+ + (1-d-) σij
-]=[( 1- d*+)σij
+ + (1- d*-)σij-]
Modello di corrosioneQuesto accoppia ai modelli di danno meccanico-ambientale una legge di riduzione della sezione di armatura del tipo:
( ) ( )[ ]4
200 ttXnN
tA css
−××−Φ××=
π
Car
ico
(KN
)
Spostamento (mm)
Numerico Sperimentale
Car
ico
(KN
)
Spostamento (mm)
Il comportamento di tipo fragile è generato da una fessurazione instabile prodotta da microfessure e scollamenti tra i componenti granulari e la matrice, che estendendosi possono formare una fessura macroscopica che separa improvvisamente in due parti l’elemento strutturale. Tali materiali perciò si rompono in modo improvviso, quando la risposta è ancora sostanzialmente elastica e lineare, quindi il limite elastico può essere considerato anche un limite di rottura. Il rapporto tra resistenza a trazione e resistenza a compressione è di molto inferiore all’unità.
Comportamento dei materiali quasi-fragili
DEGRADO NEI MATERIALI QUASI-FRAGILI
Fonte: tesi E. Calabrese
PROBLEMATICHE E SOLUZIONI ANALITICHE
Problematiche del degrado di manufatti storici e/o monumentali in materiale lapideo/roccioso invitano alla formulazione di modellirigorosi simulanti la fisica del fenomeno
Formulazione di un modello in forma chiusa che consenta la formulazione di un problema di equilibrio
Aspetti sperimentali e reali sul danno composto. Meccanica dellesuperfici e fenomeni di swelling
Minimizzazione del funzionale energetico incrementato con termini di interfaccia.
Condizioni di equilibrio
Fonte: tesi E. Calabrese
Stato di rotturaPrima della rottura il materiale presenta uno stato di fessurazione locale e il modello atto a descrivere il danno è il modello della fessura coesiva (Hillerborg) ove il materiale è caratterizzato da due leggi costitutive
1. tensione – deformazione elastica 2. tensione – apertura della fessura
L’area sottesa dalla curva tensione – apertura della fessura rappresenta l’energia necessaria per creare una fessura di area unitariaL’ipotesi quindi su cui si fonda è l’esistenza di un potenziale di deformazione, si assume cioè che il processo comporti l’immagazzinamento di una energia, detta energia di deformazione
∫= ij
ijijij dW ε εσε0
)(Fonte: tesi E. Calabrese
DEGRADO DEI MATERIALI quasi-FRAGILI
Lo studio del degrado dei materiali lapidei viene sviluppato mediante descrizione degli effetti e della morfologia utilizzando le definizioni Normal, raccomandazioni elaborate dal CNR e dall’Istituto Centrale per il Restauro, considerando che molti fenomeni sono dovuti al concorso di più cause:
Fenomeni che producono apporto di materiale estraneo
Fenomeni che producono asporto di materiale originale
Fenomeni che non producono ne apporto ne asporto di materiale
Fonte: tesi E. Calabrese
Fonte: tesi P.Costantino
Tessitura OMOBLASTICA Tessitura XENOBLASTICA
Morfologia granulare regolare e tondeggiante con scarsa interconnessione
Morfologia granulare ritorta e allungata con notevole interconnessione
PARTICOLARITA’ DEI MATERIALI Q. FRAGILI:IL MARMO
AZIONE BIOLOGICA AGGRESSIVA
Presenza riscontrabile macroscopicamente di micro e/omacro organismi (alghe, funghi, licheni, muschi, piante
superiori).
Fonte: tesi E. Calabrese
LA MACCHIATURA
Variazione cromatica localizzata della superficie, correlata sia allapresenza di determinati componenti naturali del materiale
(concentrazione di pirite nei marmi) sia alla presenza di materialeestraneo (acqua, prodotti di ossidazione di materiali metallici,
sostanze organiche, vernici, microrganismi).
Fonte: tesi E. Calabrese
Efflorescenza
Formazione superficiale di aspetto cristallino opolverulento o filamentoso, generalmente di colore
biancastro.
Fonte: tesi E. Calabrese
Patina biologicaStrato sottile, omogeneo,costituito prevalentemente da microrganismi,
variabile per consistenza, colore e adesione al substrato.
Fonte: tesi E. Calabrese
Meccanica del Danneggiamento
Il fenomeno fessurativo si manifesta, attraverso una serie di processi micro - meccanici irreversibili che alterano in maniera permanente la struttura cristallina del solido
La meccanica del danneggiamento indaga come si manifesta il deterioramento delle caratteristiche meccaniche nell’arco del processo che inizia con la propagazione dei microdifetti e termina con la rottura del materiale
Fonte: tesi E. Calabrese
Definizione della variabile di danno
Ipotizzando quindi che i microdifettipresenti all’interno di un volume siano uniformemente distribuiti in tutte le direzioni, il danno relativo si può rappresentare dalla formula
In caso di tensione monoassiale la variabile danno si può esprimere attraverso la relazione:
SSD D=
EDE )1(
*
−==
σσε
Fonte: tesi E. Calabrese
Processi chimici di danneggiamento
Un importante fenomeno è la solfatazione umida, in cui attraverso reazioni catalitiche, l’anidride solforosa si trasforma in anidride solforica che reagendo con l’acqua origina l’acido solforico che a contatto con le superfici marmoree composte prevalentemente da carbonato di calcio forma solfato di calcio detto comunemente gesso
Fonte: tesi E. Calabrese
La solfatazione secca, avviene quando si è in presenza di una forte umidità, ma non direttamente dalla pioggia
La reazione avviene quando l’anidride solforosa reagisce con la superficie, in presenza di umidità, provocando la formazione di solfiti e poi di solfatiSi forma quindi a contatto con una molecola di carbonato di calcio una molecola di solfato di calcio
OHCaSOOHOOHCaSO
COOHCaSOOHSOCaCO
242223
223223
221
21
21
21
21
⋅→⋅+⋅
+⋅→++
2242232
21
2 COOHCaSOOSOCaCO OH +⋅→⋅+
Una volta formato questo strato esterno di gesso, se esposto, può essere trascinato dalla pioggia
Le croste che si formano possono subire degli stress meccanici i quali addizionano fenomeni di decoesione che permettono l’infiltrazione delle acque
Fonte: tesi E. Calabrese
Chimica delle Microstrutture
Nelle immagini fotografiche si osserva l’attacco microscopico (puntini neri); si notano a destra i cristalli oblunghi del solfato di calcio che si vanno sostituendo pian piano ai cristalli di carbonato di calcio. Questo rappresenta l’inizio della solfatazione
Fonte: tesi E. Calabrese
Meccanica delle Superfici
La meccanica delle superfici è una disciplina che studia le interazioni tra le superfici, in particolare la tribologia studia il comportamento dei solidi nei confronti dell’attrito e dell’usura condizionato dalla microstruttura superficiale
Nel nostro caso parliamo di usura della superficie di un materiale per effetto dell’azione corrosiva degli ossidi
Si parla quindi di assorbimento chimico e fisico delle molecole e degli atomi di sostanze che vengono in contatto con una superficie solida
Nell’analisi dei processi di decoesione l’approccio più diretto utilizza metodi legati alla meccanica della frattura elastico lineare
L’effetto graduale della decoesione può essere rappresentato con modelli di interfaccia attraverso un modello costitutivo
Un modello possibile definisce una interfaccia con elasticità e danno a gradiente, in pratica si ipotizza che la microstruttura granulare coinvolta produca interazioni spaziali elastiche e di danno lungo la superficie del materiale
Fenomeni di SwellingLa deformazione di un solido in seguito all’insorgere di fenomeni riferiti ad una variazione del volume del materiale
L’analisi di questo fenomeno di rigonfiamento del materiale prende il nome di swelling
Pochi anni dopo il completamentodell’opera i bordi dei pannelli si sono rialzati di circa 10 cm,divenendo concavi. In alcuni casisi sono distaccati dal piano di applicazione.
Royer-Carfagni ha effettuato una disaminaai raggi-X, dalla quale ha diagnosticato chel’attacco chimico è responsabile solamentedel degrado superficiale, mentre le
deformazioni sono conseguenza del climarigido, e soprattutto dell’ escursione termica.
Il marmo è composto per il 99% da cristalligranulari di calcite, di forma romboedrica,che in questo caso appaiono distaccati.
Infatti il degrado termico ha generato ilfenomeno della decoesione granulare, che
comporta incremento di volume.
DEGRADO TERMICO
a – dilatazione per scorrimento tra i grani b – tratto pseudo-orizzontalec – cambiamento pendenza e recupero stress a d – temperatura ridotta ulteriormente
con espansionee – il materiale si ri-espande e la pendenza è uguale al caso b
Referenze bibliograficheReferenze bibliografiche
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