Corso A.E.D. “Educazione e Rieducazione del gesto grafico ... · Un assunto alla base della...

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1 Corso A.E.D. Educazione e Rieducazione del gesto grafico” PREREQUISITI PER LA SCRITTURA Relatrici: dott.ssa Marcella Nusiner dott.ssa Mariangela Bonfigli Tesi di Petrini Sara Anno 2013-2014

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Corso A.E.D.

“Educazione e Rieducazione del gesto grafico”

PREREQUISITI PER LA SCRITTURA

Relatrici: dott.ssa Marcella Nusiner dott.ssa Mariangela Bonfigli

Tesi di Petrini Sara Anno 2013-2014

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La DISGRAFIA (cattiva grafia) è un disturbo specifico

dell’apprendimento che si manifesta come difficoltà a riprodurre segni

alfabetici e numerici, in assenza di deficit intellettivi e neurologici.

Riguarda esclusivamente il grafismo e non le regole ortografiche e

sintattiche, sebbene influisca negativamente su tali acquisizione a causa

della frequente impossibilità di rilettura e autocorrezione.

“In linea generale, vi è disgrafia quando la scrittura è anormalmente lenta

o anormalmente stancante, se è insufficientemente leggibile, se il suo

livello non è conforme all’età e alle possibilità strumentali dello scrivente”

(Olivaux)

PREVENZIONE NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA.

Un’attenzione ai processi di apprendimento dei bambini fin dal loro

ingresso nella scuola dell’infanzia permette di individuare precocemente

eventuali situazioni a rischio.

A questo scopo assume valore decisivo l’osservazione sistematica portata

avanti con estrema competenza dai docenti, i quali dovranno accertare in

itinere le seguenti abilità:

PERCETTIVE-MOTORIE-COGNITIVE-LINGUISTICHE-AFFETTIVE,

che si sviluppano e interagiscono.

La conoscenza approfondita degli alunni precede la formulazione degli

obiettivi da raggiungere e la scelta degli obiettivi didattico – educativi

idonei sia al gruppo che alle caratteristiche dei singoli bambini.

Come suggeriscono anche i Nuovi Orientamenti “compito della scuola è di

identificare i processi da promuovere, sostenere e rafforzare per

consentire a ogni bambino di realizzarsi al massimo livello possibile”.

Nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia, la conquista graduale di abilità

di simbolizzazione permette ai docenti di proporre esercizi – gioco che

favoriscono lo sviluppo di competenze necessarie a un successivo

approccio alla lettura e alla scrittura.Tali attività devono essere proposte

all’interno di un clima sereno, tenendo conto dei limitati tempi di

attenzione dei bambini e senza togliere spazio ai momenti di gioco e di

ricerca.

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Le insegnanti possono insegnare strategie che favoriscono l’acquisizione

degli apprendimenti che rendono più facile lo svolgimento di un compito,

l’esecuzione di un lavoro come se fossero dei “trucchi” da maestre per

facilitare le attività.

Le insegnanti lavoreranno, in un rapporto di piena fiducia e collaborazione

con la famiglia in continuità educativa con la scuola primaria, l’extrascuola,

utilizzando al massimo le risorse presenti nel territorio.

ABILITA’ DI SVILUPPO CHE CONCORRONO ALLA SCRITTURA

Quali sono le abilità che un bambino deve acquisire per poter affrontare

l’apprendimento della scrittura?

La scrittura non è un’attività semplice e spontanea; la postura e la presa

della matita nell’atto di scrivere non sono naturali e tanto meno poggiano

sulla spontaneità le direzioni e i gesti necessari per l’esecuzione delle

singole lettere e dei loro collegamenti o la loro disposizione spaziale.

La grafia è un atto complesso risultante dall’integrazione di molteplici

fattori:

PERCEZIONE-MEMORIA - ATTENZIONE

ORGANIZZAZIONE SPAZIALE

ORGANIZZAZIONE TEMPORALE

INTEGRAZIONE SPAZIO TEMPORALE

ORIENTAMENTO DESTRA SINISTRA

CONOSCENZA E RAPPRESENTAZIONE DELLO SCHEMA CORPOREO

COORDINAZIONE MOTORIA

DOMINANZA LATERALE

CORDINAZIONE OCCHIO-MANO

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SVILUPPO PSICOMOTORIO :

Nella seconda infanzia, (3-6 anni), nella scuola dell’infanzia, e nella prima

e seconda scuola primaria assume un ruolo fondamentale l’attività

psicomotoria.

Lo sviluppo psicomotorio nel bambino è molto importante, rappresenta la

crescita integrata e sinergica della dimensione psichica del bambino, ed

esprime la stretta interrelazione, in costante rapporto di causa – effetto,

tra la maturazione motoria in tutte le sue forme (di movimento, prassiche

– sensoriali, ecc) e la dimensione psichica in tutte le sue forme (cognitiva,

emotiva, relazionale). ”Nel corso della prima infanzia motricità e

psichismo sono strettamente collegati, fusi, non sono altro che due

aspetti indissociabili del funzionamento di una stessa organizzazione”

(Bascou, 1980)

Tra le attività motorie, le attività mentali (rappresentazione per

immagini, stati d’animo, rappresentazioni grafiche, ecc) e sensoriali

(udito, vista, ecc) si stabilisce un “isomorfismo di rappresentazione”:il

camminare saltellando in modo regolare si può trasformare a livello

grafico con un segno ondulatorio; il correre a zig-zag con un segno

scattoso irregolare; un movimento ritmato, tipo battito delle mani o dei

piedi, si può trasformare in un ritmo musicale o in un ritmo di sillabe fatto

con la bocca; un gesticolare lento e tranquillo può essere associato a stati

d’animo sereni di dolcezza ecc.

Gli apprendimenti, “operazioni mentali” si formano attraverso un processo

di interiorizzazione delle attività svolte a livello motorio, delle azioni

svolte con il corpo (movimenti, manipolazioni, ecc).

Il bambino impara a classificare gli oggetti attraverso il fare, attraverso

la manipolazione diretta motorio-percettiva.

La motivazione dei bambini nell’ambito delle attività si può realizzare con

il fare. Il bambino scopre, impara a conoscere, valutare e risolvere

problemi attraverso il fare per prove e tentativi: l’errore pratico motorio

rappresenta la molla della conquista.

La psicomotricità rappresenta dunque un’occasione per stimolare e

potenziare le diverse modalità di apprendimento e di sviluppo del bambino.

Come diceva Bruno Munari (citando un vecchio proverbio cinese) “Se

ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco”.

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Per quanto concerne lo sviluppo psicomotorio, si focalizza l’attenzione su

quattro dimensioni specifiche del concetto di evoluzione in varie fasce

d’età: lateralizzazione, schema corporeo, orientamento spaziale,

orientamento temporale.

Lateralizzazione. Il bambino acquisisce la consapevolezza che il suo corpo

è costituito da due parti simmetriche e che è portato a usare in modo

dominante un lato del corpo: destro o sinistro.

Schema corporeo. La consapevolezza che il bambino assume sul proprio

corpo, di quali e quante parti è formato, a cosa servono a livello motorio,

grafico e mentale.

Orientamento spaziale. La consapevolezza che gli oggetti, i diversi

elementi dell’ambiente, se stessi e il proprio corpo sono correlati gli uni

rispetto agli altri secondo rapporti topologici: dentro-fuori, sotto-sopra,

avanti-dietro, vicino-lontano,ecc…

Orientamento temporale. La capacità da parte del bambino di

comprendere relazioni temporali e causali intercorrenti tra eventi che si

svolgono in sucessione: prima-dopo, prima-adesso-dopo ecc…

SVILUPPO MOTORIO:

Il controllo sensoriale – motorio si sviluppa rapidamente durante i primi

anni di vita, si perfeziona ulteriormente negli anni successivi e giunge al

completo sviluppo durante la preadolescenza, grazie anche, se non

soprattutto agli stimoli più o meno opportuni ricevuti dall’ambiente

sociale.

Secondo J.Alston e J.Taylor, le abilità motorie sono resistenti al

cambiamento e devono essere sviluppate accuratamente nelle prime fasi

di sviluppo, ai fini del successivo apprendimento della scrittura.

Alla base di ogni tipo di movimento ci sono la stabilità e il controllo della

postura, vale a dire della posizione che il corpo umano, nella sua globalità

e tenendo conto delle sue varie parti costitutive, assume nello spazio,

quando è in una condizione prevalentemente statica.

Un assunto alla base della motricità è che la staticità precede la mobilità.

Per la scrittura manuale, la stabilità necessaria per muovere in maniera

controllata il braccio ha origine nel tronco e nelle spalle; inizialmente è più

facile in posizione eretta, ad esempio alla lavagna, disegnando o scrivendo

in verticale.

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Questa attività facilita, se promossa con costanza, anche la stabilità del

collo e della testa per un accurato controllo oculo – manuale, ma favorisce

anche l’equilibrio posturale bilanciando bene il peso del corpo sulle gambe.

Esiste una combinazione di maturazione neurologica e motoria che guida lo

sviluppo di due sistemi motori distinti per gli arti superiori che sono alla

base della grafo- motricità.

Il primo sistema, prossimale è responsabile del controllo dei movimenti

larghi del braccio e della mano, mentre il secondo, distale, controlla le

coordinazioni fini dei movimenti della mano.

Per promuovere il passaggio dal sistema prossimale a quello distale, è utile

proporre tutta una serie di attività iniziali sia di distensione, sia di

dissociazione dei vari arti coinvolti nella scrittura, seguendo la

progressione della legge prossimo-distale, secondo cui il controllo motorio

si sviluppa a partire dall’asse centrale del corpo verso le estremità

esterne, in direzione delle dita.

Si parte dall’articolazione della spalla (ad esempio, facendo ruotare

contemporaneamente le braccia in estensione, attorno al busto che resta

stabile, prima in avanti e poi indietro, con un ritmo lento e armonico).

Si passa poi alla motricità dell’avambraccio (ad esempio, appoggiando i

gomiti al tavolo e tenendo gli avambracci sollevati, si muovono le mani con

forza alternativamente verso l’interno e verso l’esterno, tenendo fermi il

busto e le spalle).

Quindi, in successione, si lavora sulla motricità del polso (ad esempio, coi

gomiti appoggiati al tavolo, si fanno girare ripetutamente entrambe le

mani attorno ai polsi in modo sciolto e morbido, esercizi “ cerchietti” – “

preghiera”), per arrivare poi alla ginnastica delle dita( esercizio “graffi di

gatto”- “uccellini lenti o veloci”- “pianoforte”- “ lancio di palline”- “palla di

gomma”).

I programmi motori si imparano con la pratica quando le informazioni

sensoriali aggiustano il movimento in corso, aggiornando il programma

motorio fino a raggiungere il movimento desiderato in modo compiuto.

Questo spiega la necessità in sede di insegnamento della scrittura

manuale, di fare ripetere più volte la copia di figure o di lettere; la

ripetizione, quindi, non è fine a se stessa, ma serve per portare ogni

alunno ad avvicinare sempre più il suo prodotto grafico al modello della

figura o della lettera da eseguire.

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La programmazione motoria influenza dunque l’abilità del bambino di

progettare, mettere in sequenza e poi realizzare la forma delle lettere,

nonché di ordinare le lettere all’interno delle parole.

Questa abilità riguarda anche la capacità di assegnare ai vari muscoli o

gruppi di muscoli un rispettivo ruolo nell’atto grafico, ad esempio

consentendo alle dita del lato in appoggio sul tavolo di stabilizzare la

matita, mentre il pollice, indice e medio, pur con funzioni diverse,

dovrebbero muoversi in modo coordinato durante la scrittura.

CONTROLLO DELLA MANO:

La presa della matita, non è limitato alla mano e neppure al braccio, bensì

dipende dall’intero corpo per avere la stabilità necessaria per una

prensione efficace.

Spesso, infatti problemi a livello distale possono essere causati da

difficoltà prossimali, relative alla forza e alla stabilità del tronco e delle

estremità superiori.

La ricerca ha ampliamente dimostrato l’importanza della postura e della

funzione sensoriale (visiva – tattile – propriocettiva) allo sviluppo delle

abilità della mano.

Insieme alla maturazione neurologica, di cui ho parlato prima nel passaggio

da un controllo prossimale a uno prevalentemente distale, esistono altri

elementi che favoriscono il raggiungimento di una buona funzione della

mano nell’atto di scrivere:

DOMINANZA DELLA MANO

LO SVILUPPO DELLA MUSCOLATURA DELLA MANO

LA STIMOLAZIONE SENSORIALE

L’ABILITA’ DI MANIPOLAZIONE (TRASLAZIONE, SPOSTAMENTO,

ROTAZIONE)

LA STABILITA’ DEL POLSO E DEGLI ARCHI DELLA MANO

LA DISSOCIAZIONE DELLE DITA E L’OPPOSIZIONE POLLICE

INDICE

LA SEPARAZIONE DEI DUE LATI DELLA MANO

LA PRESA DELLO STRUMENTO GRAFICO

L’INTEGRAZIONE BILATERALE DELLA MANO NON SCRIVENTE IN

APPOGGIO.

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La dominanza della mano sarebbe importante che ogni bambino la

raggiungesse nell’ambito della scuola dell’infanzia.

La scelta della mano più abile va stimolata con opportune attività di

macrografia, di disegno e di forme di pregrafismo, non tralasciando di

osservare la preferenza d’uso anche in situazioni quotidiane (con quale

mano il bambino usa le posate, si pettina, infila le perline), affinché il

bambino acquisti consapevolezza della sua mano più abile a livello grafico.

Lo sviluppo della muscolatura della mano è molto importante, ai fini della

presa dello strumento grafico e della formazione adeguata dei muscoli

interni.

E’ essenziale offrire attività per potenziare la forza della mano, ad

esempio portare oggetti un po’ pesanti con le mani, lavorare con la pasta

di sale o il pongo e usare strumenti che rafforzano le dita ( mollette da

bucato forbici).

Un altro aspetto fondamentale quando si considera l’abilità grafo –

motoria della mano è inoltre quello del senso tattile.

L’informazione tattile è estremamente importante per i movimenti precisi

delle dita, per attività di motricità fine come abbottonarsi, girare la

chiave in una serratura o per scrivere con la matita. Nella scuola

dell’infanzia gli insegnanti possono sviluppare pienamente il potenziale

delle mani per ogni abilità di motricità fine poiché queste abilità

manipolative che precedono la scrittura facilitano molto il successivo

apprendimento delle attività grafiche.

Il modo migliore per promuovere la stabilità del polso in estensione con la

precisione delle dita è con attività su superfici verticali, sopra il livello

degli occhi, il che facilita anche l’adduzione del pollice, opposto alle altre

dita per tenere uno strumento.

E’ opportuno proporre l’uso di superfici grafiche verticali (lavagna in

ardesia e non, fogli e superfici lavabili) con diversi strumenti (gessetti,

ma anche spugnette bagnate, pastelli a cera) per attività variate (disegni,

tracciati scivolati e di pregrafismo, forme geometriche,ecc…..)

Ai fini di promuovere le abilità grafo – motorie, è importante anche

favorire la capacità di dissociare tra loro le dita; si possono proporre

giochi o attività dove i bambini posso fingere di tirare biglie a turno con

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ogni dito, magari contando a voce alta per raggiungere il ritmo e il

movimento.

Occorre inoltre favorire l’abilità di aprire e di stabilizzare l’arco pollice –

indice, tenendo queste due dita una contro l’ altra in posizione semiflessa,

come per creare un cerchio.

L’arco completamente aperto e rotondo pollice – indice permette infatti

una manipolazione precisa delle dita che richiede il minimo sforzo.

Tra le attività che possono essere proposte in questa direzione vi è

opporre il pollice a turno con ogni dito a partire dall’indice, tenendo le dita

semiflesse, contando a voce alta.(gioco uccellini veloci – lenti)

Per poter accedere al movimento digitale delle prese mature delle matite,

è essenziale che il bambino giunga a una netta separazione dei due lati

della mano: la parte ulnare del mignolo e dell’anulare semiflessi devono

riuscire a fornire stabilità alla mano, stando appoggiati al tavolo, mentre

le tre dita del lato radiale devono potersi muovere in maniera controllata

per guidare lo strumento grafico con precisione.

L’esercizio delle forbici (a partire dai tre anni e mezzo) può essere

proposto per stimolare questo sviluppo motorio, in cui sia promossa la

corretta impugnatura; mignolo e anulare flessi e stabilizzanti contro il

palmo, pollice in un foro e medio nell’altro, indice esterno ai due fori guida

la direzione delle forbici.

Importante, in ogni caso, prima di passare agli strumenti grafici, sarebbe

fondamentale creare una progressione dal più semplice al più complesso,

promuovendo prima la stabilità a tre dita nella presa del cucchiaio e della

forchetta, poi quella delle forbici e infine quella di uno strumento grafico.

L’integrazione bilaterale della mano non scrivente infine è molto

importante per offrire la stabilità di appoggio sul foglio per tenerlo

fermo e consentire quindi la mobilità della mano scrivente che possa

scorrere con sicurezza verso destra.

La bilateralità della mano ausiliaria può essere appresa prima di arrivare

alla scrittura in diversi modi, ad esempio tenendo fermo un cartoncino

mentre si taglia.

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LO SVILUPPO PERCETTIVO

Un ruolo particolare in questo tipo di apprendimento riveste la

coordinazione visuo -motoria, essenziale per i bambini che imparano a

scrivere manualmente mentre pianificano, eseguono e controllano i loro

tentativi iniziali, anche se il controllo visivo tende generalmente a

diminuire quando più si sviluppano le abilità grafo – motorie.

La vista serve per offrire un controllo globale, soprattutto di tipo

spaziale, ad esempio per rispettare i margini e allineare bene le lettere

sulla riga prestampata.

Si ipotizza, comunque, che il senso della vista resti attivo in quei bambini

che hanno difficoltà nel padroneggiare i gesti della scrittura.

Nella scuola dell’infanzia, per allenare alla coordinazione oculo – manuale,

si possono proporre esercizi di ritaglio con le forbici, labirinti, esercizi

grafici, insegnare a unire due punti, chiedendo al bambino di appoggiare la

punta dello strumento grafico nel primo punto e, mentre gli occhi restano

fissi sul punto di arrivo, di collegare i due punti con un gesto deciso, in

modo da ottenere un tratto rettilineo.

In questo modo sono gli occhi che imparano a guidare la mano, a seguire

cosa fa la mano. Analogamente, si può quindi passare a collegamenti di più

punti per creare figure, forme geometriche o lettere vere e proprie in

stampato maiuscolo, alternando gesti decisi con soste a ogni punto per il

cambio di direzione, senza tuttavia staccare la matita dal foglio.

Nell’ambito dello sviluppo percettivo, è importante anche la

consapevolezza sensoriale di tipo tattile propriocettivo, la percezione

cioè della posizione delle parti del corpo, sentita senza far uso della vista.

Il tatto consente alla mano di percepire con accuratezza l’intero oggetto

che deve essere preso, fornendo informazioni dettagliate sulla posizione,

la forma, la dimensione, il peso e la forza necessaria per afferrare e

tenere lo strumento grafico in mano.

Una buona esecuzione della scrittura a mano, e soprattutto del corsivo,

richiede lo sviluppo percettivo di tipo cinestesico che comprende “le

informazioni ricevute dai muscoli, dagli arti e dalla pelle sulla posizione

delle varie parti del corpo e sulla direzione estensione e velocità del

movimento.”

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POSTURA

Una buona postura si ottiene quando c’è il minimo stress agli arti, pur

consentendo una buona funzionalità motoria, senza che si creino dolori

alla schiena e alla muscolatura, in modo che il corpo resti rilassato e privo

di tensioni.

La postura non è spontanea se non nelle prime fasi della vita, per

diventare ben presto dipendente dai condizionamenti sociali, non appena il

bambino entra in contatto con le abitudini, le aspettative e le richieste

educative, più o meno esigenti o permissive, di una comunità allargata,

quindi già a partire dal primo inserimento nella scuola dell’infanzia.

Le insegnanti nella scuola dell’infanzia insegneranno la giusta postura; il

bambino deve essere ben seduto al centro della sedia con la schiena

rilassata che mantiene una curvatura naturale con spalle distese, il busto

leggermente inclinato in avanti e senza appoggiarsi al tavolo, mentre le

ginocchia sono piegate di 90° circa e le anche di 80° per il lieve

avanzamento del busto.

Entrambi i gomiti sono ben appoggiati al tavolo, con la mano non scrivente

aperta e appoggiata sul foglio sotto la mano scrivente, mentre i piedi sono

uniti e appoggiati al pavimento, per mantenere la stabilità e l’equilibrio

posturale.

Importante è che il bambino alterni attività grafiche in posizione seduta

con altre attività in piedi o camminando, evitando quindi, soprattutto nelle

fasi iniziali di apprendimento grafico, di mantenere la postura seduta per

più di mezz’ora e comunque allungando i tempi con gradualità e

rispettando i tempi esecutivi di scrittura.

Per quanto riguarda gli aspetti visivi, il foglio andrebbe tenuto sul lato

destro, se il bambino ha l’occhio che dirige a destra e scrive con la mano

destra, e viceversa per un bambino con l’occhio dominante a sinistra e la

mano scrivente a sinistra.

Se invece vi è una lateralità crociata, un bambino che ha occhio dominante

sinistro e mano scrivente destra, dovrebbe tenere il foglio sul lato

sinistro ma un po’ piegato verso sinistra e stare con il busto leggermente

girato verso sinistra, per consentire meglio l’avanzamento progressivo

della mano destra scrivente; il tutto andrebbe suggerito sul lato opposto

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invece per un bambino che scrive con la mano sinistra e con l’occhio che

dirige a destra.

Durante l’atto di scrittura, i movimenti dovrebbero focalizzarsi sulla

mano scrivente (movimento distale), per permettere una postura visiva

perpendicolare al piano del tavolo che consente una corretta visione

binoculare, con testa diritta e leggermente inclinata in avanti, di fronte al

foglio.

CONCENTRAZIONE – MEMORIA – ATTENZIONE

La concentrazione è la capacità della mente di restare raccolta su un

compito, un oggetto, un pensiero senza farsi distrarre da altro.

Il bambino piccolo va sostenuto nella concentrazione mentre gioca.

Sarà bene indicargli come scandire i tempi e dare la regola che un gioco

iniziato va portato a termine prima di iniziarne un altro.

Ognuno ha i suoi tempi di esecuzione ed è fondamentale che ognuno

scopra il suo.

Per facilitare la concentrazione, occorre un allenamento attraverso

l’osservazione e la memorizzazione delle parole e delle immagini,

importante tenere presente la rappresentazione mentale.

Si possono aiutare i bambini con una serie di esercizi che allenano la

mente e agevolano la crescita di tale abilità.

L’attenzione, è l’intensa applicazione dei sensi e della mente su un dato

oggetto.

Attentio- dal latino= tensione della mente verso qualcosa.

E’ il processo attraverso il quale selezioniamo alcuni stimoli, li mettiamo a

fuoco e ne prendiamo visione in modo chiaro.

Secondo Mackworth (1976) esistono due tipi di attenzione: quella

volontaria che si sviluppa a seguito dell’esperienza dell’ambiente fisico e

sociale, governata dall’attività dei lobi frontali, e quella involontaria che

viene regolata dagli stimoli esterni indipendentemente dall’esperienza.

L’attività dei lobi frontali dipende dal loro sviluppo che arriva a

completamento intorno ai sette anni.

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Nella scuola dell’infanzia, si scopre il bisogno del bambino di osservare, di

concentrarsi e di riflettere con esercizi che verranno provati e riprovati

più volte.

E’ importante per il bambino avere la possibilità di scegliere tra gli

oggetti quello che maggiormente lo attrae e sul quale riverserà tutta la

sua attenzione.

L’attenzione è una delle principali funzioni cerebrali superiori che ha

diverse fasi tra cui la funzione della MEMORIA, delle capacità

intellettive in grado di elaborare, organizzare e incamerare le

informazioni che riguardano il nostro conseguente comportamento.

La MEMORIA è la capacità di fissare concetti e immagini nella mente per

poi rievocarli, al bisogno.

La capacità di concentrare la propria attenzione su un particolare oggetto

è molto importante per la memorizzazione di un concetto.

Per aiutare e valutare la capacità attentiva del bambino possiamo

osservarlo nell’apprendimento di nuovi giochi, nell’imparare canzoni,

scioglilingua, nell’ascolto di storie, nel ricordare esperienze, oppure

rendendoci conto se sia in grado di porre attenzione prolungata a stimoli

specifici tra altri stimoli.

Le insegnanti solleciteranno inoltre l’attenzione e il silenzio durante lo

svolgimento di attività “difficili “( più impegnative) per far comprendere

che si lavora faticando meno.

Stimolare il bambino a ritentare sempre anche se non riesce nello

svolgimento del compito, eventualmente diminuendo la difficoltà della

consegna o segmentandola in tappe più facilmente raggiungibili.

Per la valutazione o organizzazione di attività delle capacità mnemoniche,

osserviamo l’abilità del bambino nel memorizzare stimoli visivi e uditivi in

storie, film, canzoni, poesie ed esperienze extrascolastiche.

Concentrazione, attenzione, memoria sono indispensabili per ogni

apprendimento.

Se nulla rimanesse dall’esperienza precedente, apprendere sarebbe

impossibile.

Queste tre capacità sono fondamentali per l’apprendimento della

scrittura e per conquistare un grafismo fluido e scorrevole.

“Noi abbiamo preparato le potenze del bambino che sono pronte a

diventare attualità di scrittura” (dagli aiuti Montessori)

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MAPPA DI UN PERCORSO REALIZZATO NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA “IL PLATANO” VII° CIRCOLO FORLI’. DALL’ESPERIENZA DIRETTA (i bambini si recano a piedi dalla scuola al platano orientale a un km) AL PROGETTO (pre- requisiti)

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BIBLIOGRAFIA:

Alessandra Venturelli “Scrivere: l’abilità dimenticata” Mursia.

Monica Pratelli “Disgrafia e recupero delle difficoltà grafo – motorie”.

Erikson.

Laura Ceroni “Progetto prevenzione difficoltà di apprendimento”.

Marina Brignola, Emma Perrotta e Maria Cristina Tigoli “Sviluppare i

prerequisiti per la scuola primaria” Erickson (2011)

Nuovi Orientamenti Scuola dell’infanzia. (2012)

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Manuale A.E.D. a cura di Marcella Nusiner. (2012)

Olivaux R. Disgrafie e rieducazione della scrittura Ancona, AGI.