Corsera: "Ho avuto consigli speciali da nonno Camilleri"
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Transcript of Corsera: "Ho avuto consigli speciali da nonno Camilleri"
Teatro,impegnoe musica
L’esordio Alessandra Mortelliti è autrice e attrice di «La Vertigine del drago» con Michele Riondino, il giovane Montalbano in tv
Giorgio Ferrara trasforma «Il giro di vite» di Britten in un thriller gotico
L’autore
Ho avuto consigli specialida nonno Camilleri
La guida Il 55˚Festival dei Due Mondi di Spoleto,sostenuto dal Ministero per i Beni culturali, dal 29
giugno al 15 luglio presenta 55 spettacoli, 2rassegne di cinema, laboratori teatrali, convegni,
concorsi, premi, eventi e mostre. Info: www.festivaldispoleto.com. Call center 0743/776444
La struttura
«L’atmosfera è moltocinematografica, a metàstrada tra i film di Tim Burtone The Others di Amenàbar»
La novità Il direttore artistico delfestival affronta la regia dell’operatratta dal romanzo di Henry Jamessottolineando il clima claustrofobicoe ribaltando la lettura tradizionale
Q uando era una bimbetta di 3 anni,si metteva dietro al nonno e lo imi-tava, mentre lui andava su e giù per
la stanza cercando ispirazione: lui cammi-nava a passi lenti, lei camminava lenta; luifumava e lei mimava la boccata dalla siga-retta; lui si bloccava in piedi davanti allascrivania, lei si bloccava. Poi, AlessandraMortelliti (31 anni) ha cominciato a imita-re il nonno Andrea Camilleri (87) nel per-corso professionale: ha studiato all’Accade-mia Silvio D’Amico, dove Camilleri ha ini-ziato la sua carriera teatrale, e, da qualchetempo, ha cominciato a scrivere. Anche leiè stata una fumatrice accanita, però hasmesso, mentre il nonno non ci pensanemmeno.E non chiamatela raccomandata: «Ho
avuto, certo, il privilegio di crescere in unambiente favorevole e stimolante, ho avu-to la possibilità di capire subito i meccani-smi di questo lavoro, i tranelli in cui nonbisogna cadere, ma che fatica essere la ni-pote di... Devi sempre dimostrare che seiall’altezza dell’illustre parente». Un nonnoingombrante? «Ha un peso consistente maavere un nonno come lui è la cosa più bel-la che potesse capitarmi: per me è un fa-ro», ammette la nipote che, il 13 luglio, de-butta al Festival di Spoleto come autrice e
attrice de «La vertigine del drago», insie-me a Michele Riondino, anche regista del-lo spettacolo.Una storia cruda e violenta di oggi: du-
rante l’agguato a un campo rom da partedi un gruppo di scalmanati neonazisti, unnaziskin di primo pelo, Francesco, rimanegravemente ferito e, per mettersi in salvo,prende in ostaggio la zingara Mariana.«L’azione è ambientata in uno squallido e
buio garage — anticipa la Mortelliti — unluogo claustrofobico, dove i due personag-gi si affrontano e confrontano senza esclu-sione di colpi. Ma alla fine, le loro due "di-versità" troveranno un punto di incontroe sarà la giovane rom che, paradossalmen-te, salverà il suo aguzzino».
Una storia suggeri-ta dal nonno? «No, an-che se l’attenzione al-l’attualità l’homutua-ta da lui. L’argomen-to gli è piaciuto im-mediatamente ed èstatomolto attivo nel-la stesura del testo,tanto che ne è il su-pervisore». Ha elargi-to consigli, qualchefurba indicazione dascrittore navigato?«Mi ha fatto aggiusta-re il tiro su alcuni pas-saggi. Per esempio,su certi miei eccessi:essendo ancora un’au-trice alle prime armi,ovviamente tendo a
mettere molta carne al fuoco e nonno miha aiutato a limare».Ha suggerito anche la presenza di Rion-
dino, recente «Giovane Montalbano» del-la tv? «Veramente l’idea è stata mia— assi-cura Alessandra— perché è un attore stra-ordinario. Lo conoscevo già come protago-nista teatrale, poi l’ho incontrato sul set te-levisivo, dove anch’io avevo un piccoloruolo. Ho subito capito che era perfetto
per il mio testo e nonno ha approvato lamia scelta».Un consigliere di questo calibro in fami-
glia è una certezza. «È stato un nonnomol-to presente non solo con l’affetto ma an-che con la fantasia. La persona più adatta araccogliere e ad alimentare le fantasie dinoi nipotini, che oltretutto gli stavamo trai piedimentre scriveva nel suo studio: face-vamo una gazzarra incredibile eppure luiriusciva lo stesso a concentrarsi e a produr-re i suoi libri. Me lo ricordo ancora intentoa battere i tasti della sua macchina da scri-vere e poi quando ci fu l’epocale e trauma-tica innovazione del computer: i primigiorni, osservava l’oggetto con sospetto ediffidenza, si indispettiva perché gli cor-reggeva automaticamente o gli sottolinea-va in rosso le parole in siciliano che nonriconosceva. Poi, si è impossessato della"macchina" e non se n’è più separato.Adesso è una "spada" pure con l’iPad!».Ma nello scambio generazionale, la ni-
pote riesce a dare qualche consiglio al non-no? «Sono una sua attenta lettrice: predili-go i suoi romanzi storici, tipo "Il re di Gir-genti", le sue favole, come "Il casellante",piuttosto che le storie di Montalbano, cheritengo minori. Per il resto, nonno Andreaè il cervello più attivo che conosca: ha due-mila idee al giorno e io stessa faccio faticaa stargli dietro. Non posso dire di dargliconsigli, ogni tanto però gli porto qualchenotizia, qualche spunto per una sua nuovastoria. Poi, mi accorgo che sa già tutto, cheè già oltre...».
Emilia Costantini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Salemme e il diavolo
Sokhiev «chiude»
La «Lulu» di Wilson
«Una buffa coinciden-za», dice Giorgio Fer-rara con un moto disorpresa. Fatto sta
che in tre delle sue quattro regìe liri-che, Puccini, Henze, e ora Il giro di vi-te (The Turn of the Screw) di Benja-min Britten, si vedono imbarcazioni.L’opera di Britten, con Johannes De-bus e l’Orchestra «Verdi» di Milano, il29 giugno apre il Festival di Spoleto.Superato il viale del tramonto dell’eramenottiana, da cinque anni Ferrarane è anche direttore artistico: «Cin-que, come le dita di una mano tornataad afferrare il filo delle idee nuove edelle grandi memorie». E dunque LouReed con Bob Wilson al servizio dellaLulù, le parole di Indro Montanelli,Baryshnikov attore, Adriana Asti perCocteau, fino a una impertinenza chescuoterà ogni pigrizia umbra, e cioé ilnuovo direttore del Festival d’Avigno-ne, Olivier Py, che travestito da don-na, senza farsi mancare nulla (strass,piume nere), canta amori frantumatie torbidi piaceri.
Anche l’opera inaugurale (moder-nissima benché tonale, affidata ad ap-pena tredici strumenti e infinite com-binazioni) ha una pasta torbida. È ilreticolo fatto di ambiguità e reticen-ze, è il non detto, sono le ombre di
Henry James che ispirarono Brittennel suo capolavoro, Il giro di vite(1954), mai rappresentato a Spoleto.«E anch’io non l’ho mai visto a teatro,se non alcuni frammenti su YouTubedell’allestimento di Jean Luc Bondy aAix-en-Provence. Per entrare in quel-l’atmosfera, ho riletto una decina divolte il romanzo di James», dice Ferra-ra.
C’è una coppia di adolescenti orfa-ni, che uno zio relega in una grandetenuta di campagna; un’istitutrice hail compito di badare a loro assumen-dosene ogni responsabilità, a condi-zione di tenere del tutto all’oscuro iltenore. I due ragazzi sono deliziosi,l’incarnazione della beatitudine, in re-altà sono anime dannate che avevanoavuto rapporti osceni con due perso-ne evocate, morte in circostanze mi-steriose: lui con il maggiordomo, leicon la precedente istitutrice. La don-na che ha preso il suo posto è la sola a
vedere quelle apparizioni, quei fanta-smi, ritiene che i bambini sappianomolto di più di quanto lascino vede-re. C’è il tema, quantomai attuale, del-la violazione dell’innocenza. Ma dovesi è nascosta, qui, l’innocenza? È l’ope-ra dal fascinomaledetto. I desideri in-compiuti, la claustrofobia. «Non esi-ste innocenza», insiste Ferrara. Citaun verso che Britten prese in prestitoda William Butler: «La cerimoniadell’innocenza è compiuta. La go-vernante, mrs Grose, sembra unastupida signora che non capisceniente, invece tutti capiscono tut-to». Quanto agli spettri orrendi, «l’i-stitutrice ne ha piena consapevolez-za ma si rifiuta, non accetta l’idea.Tutti fingono».
Lo spettacolo è ambientato «den-tro» L’isola dei morti, il celebre qua-dro di Böcklin che ha affascinato per-sonaggi i più diversi, da Freud a Sal-vador Dalì, da Strindberg al pittore Fa-brizio Clerici, passando per un filmhorror di Val Lewton. «Ma non di-mentichiamoci The Innocents, il film,per la verità non straordinario, conMarlon Brando», aggiunge sornioneil regista. Dunque, a Spoleto gli spetta-tori dovranno fare i conti con quell’i-solotto roccioso dominato dai cipres-si su una distesa di acqua minacciosa,
scura. Che cosa ha provocato l’atten-zione del patron della rassegna? «An-zitutto, la struttura teatrale diMyfanwy Piper, la librettista di Brit-ten, è perfetta. Poi c’è un altro aspet-to, che avevo già riscontrato in Gogo
no Eiko di Henze: le scene sono stacca-te una dall’altra e tutte brevi, collega-te dai suoni. In altre parole, ogni sce-na è una variazione della precedente.Come al montaggio di un film, dovepuoi fare un totale, un primo piano,entri, esci... Un’atmosfera cinemato-grafica». Potrebbe essere un thrillergotico, un film di Tim Burton non lepare? «Io trovo Britten a metà stradaf r a Bu r t on e The O th e r s d iAmenàbar».
C’è un terzo elemento che l’ha col-pito: «Non avevo ancora lavoratocon dei bambini. Che cantano inquella maniera lì, note difficilissi-me». I due piccoli protagonisti sonostati selezionati all’English NationalOpera, «dove c’è un corso in cui liaddestrano esclusivamente per can-tare Il giro di vite. Lei diventerà so-prano, la voce bianca di lui è al limi-te, credo che a settembre si rompe-rà, cambierà. Sembrano fratello esorella, la ragazza è un’irlandesecoi capelli biondi, il ragazzo è uninglese dai capelli rossi. In scena,di fronte agli eventi, hanno la stes-
sa reazione: attonita, smarrita. Nonsanno bene come comportarsi, fanta-smi anche loro».
Valerio Cappelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Eventi
Il musicista inglese Benjamin Britten(1913-1976), nel ’46. «Il giro diVite» debuttò a La Fenice nel 1954
NipoteMortelliti,31 anni, conCamilleri,87. «Lavertiginedel drago»va in scenail 13 e 14luglio
«Il mio canto dell’innocenza sepolta»
Vincenzo Salemme, autoree regista di «Il diavolocustode», in scenail 12 luglio: «Ho volutoparlare con il povero diavoloche è in tutti noi»
In prova Giorgio Ferrara con ildirettore Johannes Debus. Asinistra, un bozzetto dell’opera inscena dal 29 giugno al primo luglio:l’ispirazione è il dipinto di Böcklin«L’isola dei morti»
Il direttore Tugan Sokhiev saràprotagonista del ConcertoFinale del Festival. Il 15 luglioguiderà l’Orchestre Nationaldu Capitole de Toulouse inBorodin e Ciaikovskij
Per «Lulu», di FrankWedekind, Robert Wilsonritrova il Berliner Ensemble,fondato da Bertold Brecht, inscena dal 5 al 7 luglio. Lemusiche sono di Lou Reed
50 EventiMercoledì 13 Giugno 2012 Corriere della Sera