CORRUSCO (primo capitolo)

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Piccolo assaggio di un libro umoristico del 2004 che l'editore Greco&Greco (www.grecoegrecoeditori.it) ha ancora in catalogo. Invogliato dalle risate che il libro suscita, Linaria ha assemblato celebri risate cinematografiche in http://youtu.be/x--MOoh-JOo

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corruscoun guastafeste DOCG in una citt di provincia degli anni 80

Enrico Pieruccinialias Enrico Linaria

o hi di par con gioc , anagrammi mi palindro i omofonici cifrar uciverba rebus, cr alises mots.v

romanzo o c umoristi le

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Corruscosi diverteSul piazzale panoramico pu accadere a tutti dimbattersi in una coppia di turisti stranieri che chiedono dove mangiare. Cercano un posto caratteristico. Il prezzo non conta, preferiscono la cucina di tradizione locale a quella internazionale. Lei indossa una scollata sahariana bianca ampia di spalle, rastremata ai fianchi e pantaloni grigi in tela chambray. Da sotto un cappellino bianco con tesa impunturata ondeggia un caschetto nero alla Valentina. Ai piedi, leggerissimi sandali bianchi dalla to-maia a fiocco e sottile cinturino alla caviglia. Al collo una Minolta Dynax 5000, cinghia per della Canon. Lui indossa un camiciotto blu alla marinara in tela di cotone, pantaloni bianchi con pinces e tasche a toppa, scarpe da tennis blu, a tracolla un borsone da vela bianco. A tutti pu accadere dimbattersi per caso in una coppia di turisti. Non ad Alfredo Segaligno, allampanato figuro sulla cinquantina che alle ore giuste bazzica in zona per dirottare nel suo locale, con spudorati imbonimenti e trovate ingannevoli, turisti desiderosi di pranzare. Cambiando ogni anno aspetto fisico ogni anno pettinature diverse, barbe e baffi di vario taglio, un anno i capelli neri, un

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anno bianchi, un anno rossi e addirittura ricorrendo a posticce adiposit di cuscini sottratti a divani sbilenchi o a goffe sedie pomellate e infilati in qualche modo sotto la camicia, lespressione del nipote laureando in lettere che laiuta in cucina e ne critica assai i metodi, cambiando poi timbro di voce e soprattutto il nome della trattoria, riesce sempre ad accalappiare, oltre a ignari turisti giunti qui per la prima volta, molti di quelli gi buggerati gli anni prima. Gentile signora e signore mentre abbozza un inchino e con la destra si assesta il ciuffetto bistorto che gli pende sulla fronte alla trattoria Larcolaio qui a due passi, possono mangiare qualsiasi specialit, anche il piatto freddo, come meglio aggrada Loro e bere tutti i vini italiani a denominazione dorigine controllata, persino quelli pi rari. Alla fine del pranzo verr Loro regalata una bottiglia dorzata o, se Loro preferiscono, una confezione di gustose ed assortite merendine alla marmellata. Non c turista che non incappi nello smunto profittatore signor Segaligno, stratega dincontri apparentemente casuali, in realt frutto di una perfetta conoscenza dei percorsi e delle postazioni panoramiche strategiche. Raro viceversa incontrare il volto sereno e bonario del signor Corrusco che due o tre volte al mese sale fin qui per farsi una passeggiata a piedi, in bicicletta o anche in monopattino. Pi raro ancora sentirne la voce. Come in questo caso, intento a rispondere ai due turisti stranieri che gli devono avere chiesto qualcosa della citt, e lui, che non aspettava altro, a farli fessi, gi una balla dietro laltra col tono dottorale di un vecchio professore di latino e i toni apologetici di certe guide turistiche. Sotto di voi lui per guarda un cane randagio che alza la gamba sulla gamba senza forma di una turista grassona intenta a proiettarsi sullo sfondo panoramico panorami fotografici tridimensionali di dischetti view-master appena comprati a una bancarella di cianfrusaglie quasi tutto modernariato la parte antica della citt. Fondata da galli e polli verso il cento avanti Cristo, fu la sede di Teodorico, poi di Alboino e Baldovino. Come libero comune fece parte della lega massalombarda. Conobbe poi le

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signorine di Ezzelino da Romano e degli Scaligeri. Verso il 1400 un occhio alla turista che brontolando si passa un fazzoletto sullo stinco mentre il cane sallontana impettito trotterellando a sghimbescio, storto tutto da un lato e facendo con gli unghioli un ticchettio del diavolo, ancora di pi le scarpe di plastica del marito che gli corre dietro, gli fa versacci e col bastone tenta di colpirlo nei coglioni verso il 1400 fu assorbita dai Bisconti e poi dalla Severissima. Da questa pass allAustria che la tenne, salvo la parentesi napoleonica, fino al 1866. Poi pass allItalia. Questo per capire il significato e lorigine di alcuni tipici piatti locali, primo fra tutti una pietanza a base di cavallo nata, non come vuole la tradizione che la fa nascere da una violenta battaglia tra cavallerie grazie alla quale unincolta e fredda vallata si sarebbe trasformata in una macelleria che dispensava gratuitamente carne equina gi frollata, bens nata dallo scontro tra due carreggi nemici composto ciascuno di centinaia di carri trainati da asini. In un ristorante qualsiasi della zona antica potrete gustare un ottimo stufato cucinato nella variante equina ormai in uso da secoli. Contrariamente a certe pretenziose trattorie dove vi servono asino per ostentato rispetto della filologia culinaria e ve lo fanno pure pagare lira di Dio. Lasciate qui lauto, non vi converrebbe avventurarvi per quelle viuzze a senso unico, e scendete fino al fiume da questa scalinata. Strada facendo vedrete lanfiteatro romano e allingresso artisti la scritta spray, palindroma, Arena tonata voce e covata nota nera. Attraversate il fiume... Non dimenticate, quando sarete sul ponte, di dare unocchiata allarcivescovado, sulla destra. Dalle finestre che danno direttamente sul fiume, detramoggiate per evidenziare gli antichi vetri smerigliati, vi sar possibile intravedere il mezzobusto di sua eccellenza il vescovo. In dalmatica dorata e mitria damascata con le infule frangiate di rosso delle grandi occasioni, sar intento a pescare. Noterete che non usa il bacolo come il suo antico predecessore ma una canna quattro e ottanta light-action in vetroresina con mulinello Daiwa. Bacherozzoli, prosciutto di San Daniele, mosche, scarafaggi, avanzi darrosti, petto di tacchino impanato e fritto, fontina valdostana, stufato di cavallo ma soprattutto pescioline pin-up cosparse di estrogeni, sono queste le sue esche preferite.

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Dalla finestra adiacente noterete penzolare una corda, quella normalmente usata dallanziano segretario particolare di sua eccellenza per calarsi sulla spiaggetta limacciosa del fiume e assistere (col suo armamentario di reti, tornilli, perfino guadino telescopico in cintura, e propiziatori pater ave e gloria fervidamente innalzati a domineddio) lalto prelato nelle operazioni di pesca. Anche il pesce dacqua dolce un tipico piatto locale: agone arrosto, agone soffritto, tinca marinata, tinca in umido, anguilla marinata, trota lessa, trota in gelatina, trota fritta al burro, trota con salsa di mandorle, barbio lesso, barbio alla griglia, pesce persico in filetti fritti, pesce persico alla maionese, carpa in zuppa, coregone lesso, coregone arrosto, coregone fritto, luccio arrosto, Lucio cav. Rosto, e il famosissimo pesce daprile. Per questi piatti vi sar consigliato il soave Bertani. Vi sar servito a dieci, dodici gradi. Sentirete il suo sapore asciutto, di medio corpo, armonico, leggermente amarognolo, felicemente sposato al suo colore giallo paglierino, talvolta tendente al verdognolo. Sono tonalit molto care alllite degli avventori dosteria, come pure il rosso rubino, il giallo dorato, il giallo ambrato, il rosso granata. Il soave tra i vini pi bevuti dai vinolesti intenditori; i vinolenti invece, trangugiano acqua passata per le vinacce, vinarelli di pulitura di botti o di bicchieri, vinugioli dogni genere. Re degli ubriaconi cittadini il padrone della panforteria di via Ricasoli dove possibile trovare panforti di qualsiasi consistenza, misura e spessore. Con pandoro, panettone e sfogliatine, il panforte il tipico dolce cittadino: scorze darancia, cedro e melone canditi, mandorle, pezzetti di gusci di mandorle, zucchero di barbabietola, farina tipo zero, miele, ostie di amido, noci moscate, cannella, zucchero a velo, conservanti per panforte e carta, sono questi gli ingredienti. Tra le attivit economiche della citt, oltre alla pesca e allindustria dolciaria, spicca lavicultura. C ovviamente uno specifico indotto: fabbriche di canne da pesca, di conservanti per dolci, di pressapanforti, ma soprattutto allevamenti zootrofici. Non si contano gli allevamenti di lombrichi, bacherozzoli, usati anche per la pesca, e vermicelli, alimento primario per tacchini, quaglie, polli, fagiani e faraone. Lalimentazione naturale integrata con i residui della lavorazione del pesce (viceversa per gli alleva-

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menti intensivi del pesce destinato al ripopolamento del fiume vengono adoperati i resti della macellazione del pollame) contraddistingue la qualit di questi allevamenti avicoli. I vermicelli con melanzane sono assorti negli ultimi ventanni a tipico primo piatto della cucina locale: si tagliano le melanzane a fettine sottili per il lato lungo, si salano e si mettono tra due piatti inclinati per due ore in modo che possano scolare bene. Al momento opportuno si mettono a cuocere i vermicelli in abbondante acqua salata e pepata e mentre cuociono si friggono le melanzane, senza infarinarle, in abbondante olio bollente. Scolati i vermicelli e mischiati alle melanzane, si condiscono con un po di burro fresco e formaggio grattugiato e si servono ben caldi. Per questo piatto vi sar consigliato un bardolino dal sapore asciutto, sapido, leggermente amarognolo, armonico, sottile, di colore rosso rubino piuttosto chiaro, forse tendente al cerasuolo... Dallacuto campanile del duomo gravi rintocchi dorologio. Non c tempo per soavi e bardite descrizioni enologiche, tardissimo, i negozi stanno per chiudere e lui deve ancora comprare il pane. Corrusco la pianta di dire cazzate, stringe con calore e di-stinzione la mano ai due turisti, e via di corsa alla bicicletta. La ritrova a terra, col portapacchi staccato e senza pi traccia del sostegno dove laveva appoggiata: una statua policroma raffigurante due innamorati a grandezza naturale, senza piedistallo, mai notata in precedenza. Agguanta il manubrio e si mette a correre: tutto uno scricchiolare di articolazioni e la bicicletta che acciottola e fa un baccano dellaltro mondo. Poi salta in sella al volo. La scena piace ai turisti l attorno; estasiati e divertiti, lo applaudono e gli fanno foto, poi cercano disperatamente sulla guida lautore della sfarzosa partenza. Nel programma non lo trovano, controllano e ricontrollano, nessuna traccia. Chiedono allora spiegazioni allaccompagnatore, ma a quello non gliene fotte un bel niente, sta sulle sue, d risposte vaghe e manda tre vecchie a quel paese. Lacuto clicchettio prodotto dalla carta plasticata applicata alla ruota dietro della ventotto nera freni a bacchetta di Corrusco, annulla il mormorio del traffico sottostante, poi, allontanandosi gi per la discesa fino a scomparire, restituisce al piazzale il familiare frastuono di clacson, di accelerazioni e frenate, dingorghi, di sibilanti sirene, di litigi da tamponamento e da parcheggio irre-

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sponsabile, di televisori a tutto volume e di bestemmie le pi diverse. Very absent-minded that pleasant gentleman! He didnt even notice boys put a card at the wheel of his bicycle! e appoggia sul muretto il borsone da vela.[Molto distratto quel simpatico gentleman! Non si neanche accorto che i ragazzi gli hanno messo una carta alla ruota della bicicletta!]

Ah the boys aggiunge lei they also-stroke once in a hundred, able only to cream their jeans just they see some cunt, fuck them. Ah, Christ, we didnt ask him if here waiters spit at dishes.[Ah i ragazzi, loro anche chiavano una volta su cento, capaci solo di sborare dentro ai jeans non appena vedono un po di figa, vaffanculo. Ah, Cristo, non gli abbiamo chiesto se qui i camerieri sputano nei piatti.]

It doesnt matter fa lui go fuck waiters too![Fa nulla, vaffanculo anche i camerieri!]

breve cronistoria della trattoria LarcolaioQuesti i precedenti nomi della trattoria Larcolaio: dal 1946, anno dellapertura, allottobre 59 Ponte vecchio. Ponte nuovo dal dicembre 59 al gennaio 66. Dal gennaio 66 al dicembre 66 chiusura disposta dallautorit giudiziaria in seguito a esercizio della prostituzione in locale pubblico. Nel gennaio 1967 Alfredo Segaligno prende in gestione la trattoria e tiene il nome di Ponte nuovo fino al marzo 68. Da aprile fino al marzo 1969 Il mulino. Aprile 69 - aprile 70 La macina. Alfredo Segaligno fa presto a rendersi conto che cambiare nome costa sia dal punto di vista giuridico-burocratico che per quanto riguarda listallazione delle insegne. Adotta allora una sorta di tecnica modulare: maggio 70 - maggio 71 Il Po; giugno 71 - marzo 72 Il Pomo; aprile 72 - marzo 73 Il Pomodoro. Conti alla mano, in questo modo il risparmio solo per le insegne, oltretutto parziale, e non per il cambio di nome e marchio che di tassa viene a costare ogni anno di pi. Chiede allora consiglio a un ragazzo che collaboratore di una rivista enigmistica e che qualche volta va a mangiare l. Una scappatoia ci deve pur essere. In cambio di un pasto gratis (bevande escluse), quello gli consiglia

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di registrare il nome La pergola e poi di volta in volta, tirando gi delle lettere con la scusa che ci sono riparazioni da fare, trasformare La pergola in La pera, La gola, Lape, La perla. Da un punto di vista giuridico-fiscale rimane ovviamente La pergola. Fa nulla: quello che conta fare entrare i turisti facendogli credere che rispetto alla volta prima locale e gestione sono cambiati. Detto fatto. Aprile 73 - marzo 74 La pergola finch a fine mese per un corto circuito salta il nucleo gol. Dopo un anno di provvisoria insegna La pera (con la a fin dallinizio addossata alla r a parte la prima settimana servita appunto ad avvicinarla di un pezzetto al giorno) in primavera viene ripristinata la scritta originaria. Questione di giorni e dei lavori da fare sul muro esterno costringono a tirare gi il nucleo per. Ovviamente, come lanno prima, linghippo capita giusto la settimana prima di Pasqua, linizio della stagione turistica. Ma sar sfortunato, limpianto elettrico che salta, le tubature nel muro che perdono, ce n sempre una si lamenta ogni momento Alfredo Segaligno coi vigili urbani che per una cosa o per laltra sono spesso nei paraggi. E quelli puntualmente ci cascano e mai una volta gli danno la multa per la macchina parcheggiata l davanti in divieto di sosta o per via dei cartoni pieni di schifezze ammucchiati nel vicoletto dove d la cucina. E cos, anno dopo anno, puntuali, gli imprevisti creano di punto in bianco nomi nuovi senza sborsare una lira per via delle insegne e senza ricorrere alle carte bollate e alla burocrazia se non a filone esaurito. Dopo la serie della Pergola la serie La fontanina - anna - La fontana - La fontina - La tana - La nina, stesse scuse, stessi metodi per togliere le lettere, e ancora un pranzo, escluse le bevande, per lenigmista che nel frattempo di carriera non ne ha fatta nulla. E infine lultima serie, questa per firmata dal nipote di Segaligno, quello laureando in lettere, e non dallenigmista che intanto morto suicida lasciando di s un cifrario omofonico. Questa la serie elaborata da Federico Segaligno: Larcolaio - Larco - Larca - Lara - La cola. E questo il cifrario omofonico che pare non abbia nulle:

RA LDBX RA LDBX DQ IDME& M JSPENUSHPZ &E BD MENZU GZ JSQGM N& LZSA NZ FURZ&RE JMFFZU LS KAEXF OQF J&RFOQ A FHP TQU OP &BP

Kidd lo scarabeo