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C orriere O rtofrutticolo 5 MENSILE DI ECONOMIA E ATTUALITÀ DI SETTORE THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET ANNO XXVI Nuova serie Maggio 2012 euro 6,00 daily news: www.corriereortofrutticolo.it PROTAGONISTI Marco Salvi: cambio di passo per un settore che invecchia PAG. 33 GEMMA EDITCO SRL - VIA FIORDILIGI, 6 37135 VERONA - I - TEL. 045.8352317 e-mail: [email protected] Poste Italiane Spa Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/2/04 n. 46) Art. 1, comma 1. DCB VR www.corsispa.it preventivi on line su CORSI spa Verona EXPORT Fruitimprese: servono nuovi sbocchi PAG. 27 MARKETING Uva, un’immagine appannata PAG. 36 RUSSIA Mercato ghiotto ma poca Italia PAG. 60 CILIEGIE Raccolti in calo, prezzi interessanti PAG. 69

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Corriereortofrutticolo mese di Maggio

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CorriereOrtofrutticolo5M E N S I L E D I E C O N O M I A

E ATTUALITÀ DI SETTORE

THE FIRST ITALIAN MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

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15 maggio 2012, data da segnare nel ca-lendario perché finalmente con la dovutatempestività Ortofrutta Italia (Oi), l’orga-nismo interprofessionale del compartoortofrutticolo nazionale, ha trasmesso alMinistero delle Politiche Agricole per leverifiche di competenza, l’accordo 2012per la commercializzazione delle pesche edelle nettarine, deliberato all’unanimitàdal consiglio di amministrazione. Diamo

atto al presidente Guala di avere ben lavorato assieme a tut-to il Cda, ma diciamo anche che qualcosa è cambiato nel cli-ma generale. Due anni fa, ministro Galan, analogo accordo,siglato in extremis, non fu nemmeno preso in considerazio-ne dal Ministero. Oggi, con un ministro che non perde oc-casione per invitare all’aggregazione dell’offerta e a nuoveregole contrattuali per cambiare i rapporti di filiera, si re-spira davvero aria nuova. Il che non significa che tutto è ri-solto, ma che si sono create le condizioni per farlo, o che al-meno ci si sta provando. Fino a pochi mesi fa la maggior fru-strazione del comparto era quella di vedere sempre riemer-gere gli stessi problemi ma senza alcuna volontà di risolver-li, senza un progetto vero in campo, tra il bla-bla dei politi-ci e l’avanzare in ordine sparso della filiera.Prendiamo il caso della pera, su cui si sta lavorando in Emi-lia per una Oi fortemente voluta da tutti, anche alla luce del-la deludente ultima campagna. Se andrà in porto - e l’entu-siasmo di Mario Tamanti, coordinatore del tavolo, ne è ga-ranzia - si aprono positive prospettive per altre nostre pro-duzioni di eccellenza come il kiwi, l’uva da tavola pugliese ole arance siciliane. Le regole ben fatte sono come la moneta:quella buona scaccia la cattiva. Fatto un buon accordo, sicreano le premesse per altri. La Oi pera, e non parliamo so-lo della Abate, dunque diventa un po’ la madre di tutte le bat-taglie per dare più organizzazione al nostro comparto orto-frutticolo, l’archetipo delle Oi di settore. La partita, non fa-cile, è ancora in corso. Le difficoltà sono di doppio ordine,formale e sostanziale. Sul piano formale manca ancora l’a-desione al Tavolo della Grande distribuzione, mentre la com-ponente commercio è garantita da Fruitimprese e dai Centriagroalimentari. Il pressing sulla Gdo è in corso sia a livelloregionale che nazionale: l’impressione è che se si trovaun’intesa sull’art. 62, si sbloccheranno anche le altre partite.Ovvio che non si possono fare accordi “contro” la Gdo: se indieci anni si è perso quasi il 15% dei consumi di ortofrutta ese la Distribuzione moderna rappresenta il 50-60% delle ven-dite, sarebbe da folli aprire uno scontro devastante per tutti.Fatte le regole poi, bisogna metterle alla prova del mercato.Perché se non c’è reddito per i produttori, parliamo di nien-te. E qui rimandiamo alla bella analisi del nostro ClaudioScalise su questo numero del Corriere, in particolare ai suoiinterrogativi finali: ha senso concentrarsi solo sull’Abate?Che ne facciamo di Williams e Decana? E delle pere estive?Quello che bisogna mettere in campo insomma è un proget-to complessivo di riqualificazione delle pericoltura emilia-no- romagnola e quindi nazionale. Fatte le regole, il passo

successivo dovrà essere giocoforza la scelta di un marchio, diun marketing efficace, di un brand riconoscibile. Vari mo-delli consortili sono in campo (da Melinda a Melapiù, ad Al-maverde Bio al Parmigiano-Reggiano), da qualche parte bi-sognerà andare a parare. Si chiami Perinda, Perapiù o altro,il marketing, la comunicazione saranno strumenti decisiviper il rilancio e la valorizzazione delle nostre migliori va-rietà di pere, che dovranno puntare necessariamente ai nuo-vi mercati di export (Russia in primis). Perinda è il modellopiù ambizioso (promozione e commercializzazione in co-mune); Perapiù forse quello più praticabile (promozione incomune, commercializzazione distinta ma coordinata). IlParmigiano è modello efficace soprattutto per conquistarenuovi mercati dell’export, dove far confluire la parte ecce-dentaria della produzione. Le carte sono in tavola, spetta aigiocatori giocarle al meglio. Su una cosa tutti gli osservato-ri sono d’accordo: parlando di Abate, ma non solo, è veroche i grandi player sono pochi, ma ci sono anche tanti pic-coli player in grado di condizionare l’offerta. Pertanto l’ergaomnes va allargato dal 66% almeno all’80-85%. Poi bisognacoinvolgere nel progetto anche quella grossa fetta di opera-tori che non operano all’interno delle Op, per evitare che laquota di prodotto che fluttua libera sul mercato diventi de-stabilizzante e condizioni in negativo la campagna. Insom-ma tante variabili che comunque non possono prescindereda una valorizzazione del prodotto-pera: che oggi - diciamo-lo francamente - non è percepito dal consumatore come ec-cellenza bensì come frutta anonima senza particolari valoriidentitari e organolettici. Insomma bisogna anche insegna-re a degustarle queste benedette pere, se vogliamo vendernedi più. L’Abate è la regina, ma va proposta matura, fondente.Poi c’è la ottima Decana, cibo gourmet ottima da servirecon formaggio tipo Parmigiano o Padano, e la Kaiser da cuo-cere al forno col vino rosso: gusti ignoti alla maggior partedel pubblico italiano e straniero. Come per il vino, il suc-cesso si costruisce alfabetizzando il consumatore.

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✍ Lorenzo Frassoldati

Perinda o Perapiù? Partita apertaEEDITORIALE

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3M a g g i o 2012 www.corriereortofrutticolo.it

SPENDING REVIEW AL MINISTERO. C’E’ CHI TACEL’organizzazione centrale dell’agricoltura è stata modellata su mi-sura della burocrazia romana. Con un semplice provvedimento Ca-tania ha riorganizzato il Ministero risparmiando oltre 15 milioni.Altre decine di milioni di soldi pubblici risparmiati arriverannodal riordino degli enti controllati (Ismea, Inea, ecc) che da 15 do-vrebbero passare a 4-5. Il Cda del Sin è stato rinnovato rispar-miando in un colpo 440mila euro/anno mentre il presidente rein-tegrato di Agea, Fruscio, sta aprendo il vaso di Pandora degli spre-chi abissali legati al commissariamento di Agea disposto dall’exministro Romano. Il mondo agricolo sentitamente ringrazia. Suquesta lodevole azione di ‘pulizia’ fa notizia però il silenzio assor-dante delle Organizzazioni professionali, che - di casa al Ministero- normalmente intervengono su tutto. Già, perché? *

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La prima cosada sottolinearein relazione aldibattito sull’OIdella pera e kiwied in generalesul convegno diBologna del 16aprile scorso èche finalmente

la politica si è riappropriata delproprio ruolo di indirizzo e go-verno ed attraverso propostechiare e concrete trasmette unaidea di sviluppo organico dell’or-tofrutta.Di questo credo vada dato atto inprimo luogo all’assessore Rabbo-ni. Entrando nel merito del di-battito delle proposte del conve-gno, intendo soffermarmi in par-ticolare sul discorso dell’inter-professione e del rapporto conl’azione imprenditoriale propria-mente detta. Un passaggio dellarelazione di Rabboni mi pare ab-bia colto chiaramente il punto,quando ha parlato del fatto chel’autogoverno della produzionenon è in contrasto, anzi è siner-gico agli eventuali accordi “priva-ti” tra le imprese per qualificare evalorizzare l’offerta.Non si può che condividere il fat-to che l’adozione di regole condi-vise per armonizzare l’offerta al-le esigenze del merca-to/consumo, non può che facili-tare l’azione delle imprese nel-l’impatto con la vendita: è una af-fermazione quasi banale nellasua semplicità. Il difficile è ap-punto realizzarla in modo effi-ciente ed in particolare in modoattuale. Esempi di gestione “effi-ciente” della messa in mercatodell’offerta ce ne sono diversi nelmondo: dai “vecchi” board perl’export, alle grandi concentra-zioni private e cooperative chegestiscono intere aree produttive,ai club di prodotto. Chiaro cheper funzionare un sistema diquesto tipo deve fondarsi almenosu due presupposti fondamentali:

1 - Governo e programmazionedella offerta.In termini quanti e qualitativi edi conseguenza possibilità di riti-rare dal mercato la produzione“non valorizzabile” (per difetti,per eccedenza produttiva, per cri-si di mercato ecc.) senza penaliz-zare il produttore. Oggi si tratta di prevedere ade-guati compensi per questa quotadi prodotto da ritirare, evitandoperò il problema della produzio-ne ad hoc per i ritiri (tristementediffusa in Italia nella fine del se-colo scorso). Di conseguenza, lanecessità di definire regole daadottare da parte della produzio-ne per poter usufruire del regimedi cui sopra.Sono elementi su cui non vogliosoffermarmi perché sono ampia-mente dibattuti nel corso di que-sti mesi, comprese le proposte diRabboni.

2 - Necessità-capacità di valoriz-zare al meglio la parte di produ-zione effettivamente immessasul mercato.Cioè la possibilità di costruireuna gamma di offerta in grado diintercettare effettivamente le ri-chieste del consumatore moder-no nei vari mercati, e la possibi-lità di costruire una segmentazio-ne tale da ottenere il massimo daogni segmento: livello di pezzatu-ra, produzione integrata, biologi-ca, convenience, prodotto trasfor-

mato. La prima area di interven-to afferisce appunto all’area delleregole di autodisciplina, la secon-da attiene alla capacità delle im-prese di valorizzare al massimo ilprodotto commercializzato. Solo se entrambe queste condi-zioni verranno soddisfatte infat-ti, si potrà realizzare un sistemavirtuoso in cui possa essere sod-disfatto l’elemento fondante delmodello: dare un reddito adegua-to agli agricoltori. Dunque il te-ma degli strumenti è strettamen-te connesso a quello dei contenu-ti. Quanto più essi saranno chia-ri e sinergici tanto più il sistemarisulterà efficiente ed efficace.Proviamo di analizzare in questaprospettiva il caso della pera dicui si parla tanto.

Adozione di regole di governodell’offertaLo strumento individuato è comedetto l’Interprofessione. Operan-do in regime di erga-omnes le re-gole da essa adottate varrebberoper tutti i soggetti coinvolti: sia-no essi aderenti alla OI o menoed indipendentemente dal fattoche si tratti di soggetti associati odi aziende private. La parte pub-blica attraverso le politiche chemette in campo: misure Ocm, so-stegni al reddito, assicurazioniecc. (i pilastri indicati da Rabbo-ni) potrà supportare le decisionidella OI senza penalizzare la pro-duzione. La cornice risulta, alme-no in teoria, perfetta.

Valorizzazione Come detto le regole dovrannoessere funzionali agli obiettiviper raggiungere uno scopo preci-so: innalzare il reddito dei pro-duttori. La base di partenza è chebisogna dare valore alla produ-zione nel suo insieme. Ho ap-prezzato che Marco Salvi, neo-presidente di Fruitimprese, l’ab-bia segnalato come una dellepriorità da perseguire per darefuturo al sistema produttivo na-

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Pere, il progetto sia ampio✍ Claudio

Scalise

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zionale. Lo stesso Salvi ha citatoun altro elemento, totalmentecondivisibile: l’obiettivo del no-stro sistema ortofrutticolo dovràessere quello di uscire da una lo-gica di prezzo per spostare l’at-tenzione sul concetto di valore. Iltema che abbiamo di fronte è ap-punto quello di come recuperarevalore alla produzione.Un recente studio - curato da In-nocenzo Cipolletta - recentemen-te pubblicato sulla rivista Econo-mia Italiana, sulle aziende italia-ne virtuose, che cioè crescono an-che in tempi di crisi, evidenziatre condizioni decisive:• Essere riusciti a penetrare sta-bilmente nei nuovi mercati mon-diali, vedi i Paesi Brics • Avere investito sulla filiera va-lorizzando le competenze e le ar-tigianalità uniche italiane, lavo-rando sul valore e non sul prezzo.• Avere realizzato innovazione:investendo su nuove idee e so-prattutto su nuovi modelli di bu-siness.Queste tre condizioni sono asso-lutamente applicabili al nostrocomparto della pera. Per i nostriprodotti si tratta infatti di:1. Individuare a quali mercati(tradizionali e nuovi) vendere lenostre pere. A quali fasce di con-sumatori rivolgerci. Con qualisegmenti di offerta rispondere ailoro desiderata. Quali prodotti so-no i più adeguati e remunerativi.2. Riorganizzare ed ottimizzare lafiliera produzione-distribuzioneper il fresco ed il trasformato, la-vorando sui segmenti di maggio-re valore ed uscendo da una logi-ca di prodotto indifferenziato.3. Pensare soprattutto per i nuovimercati, ma non solo, a nuoveforme di alleanza tra le impresein grado di costruire la massa cri-tica adeguata per affrontare inuovi mercati.Soddisfare appieno queste condi-zioni è un tema decisivo per ilPaese che è leader della produzio-ne europea di pere ed il secondoal mondo dopo la Cina; che peròè solo il settimo esportatore a li-vello mondiale superato abbon-dantemente a livello UE da Bel-

gio e Olanda.Ciò che va sviluppato è dunqueun progetto di riqualificazionedella pericoltura emiliano-ro-magnola e quindi Italiana.Qui bisogna uscire dall’ambi-guità, non ci si può nascondere. La capacità di ripensare in termi-ni nuovi e con una visione globa-le al mercato delle pere è il temasu cui le imprese dovranno misu-rarsi nei prossimi mesi, altri-menti le regole di autogoverno ri-marranno fine a se stesse.Per essere più espliciti, bisognadare risposte a domande di que-ste tipo:• Ha senso pensare di concen-trarsi solo sull’Abate? E comun-que che politica di valorizzazionesviluppiamo per questa varietà?Pensiamo di eliminare dal mer-cato la quota di prodotto di cali-bro minore oppure tentiamo divalorizzare al meglio sia le picco-le che le grandi pezzature?• Per la William, l’Italia produce

il 57% della produzione UE. Cosafacciamo? La destiniamo all’in-dustria e quindi tramite OI co-struiamo un accordo quadro incui programmare: quantità, ca-ratteristiche e prezzi di ritiro peroffrire adeguate garanzie allaproduzione? Oppure, almeno inparte, la destiniamo al consumofresco e magari proviamo a recu-perare le quote perse sul mercato(vedi Gran Bretagna)?• Nel gruppo delle Coscia Ercoli-ni, l’Italia occupa il primo postoin Europa con il 62% della produ-zione UE. In generale il mercatoestivo delle pere è in crescita, co-gliamo l’opportunità o no?

• Ed ancora per la Decana: siamoil primo produttore europeo, co-me ci comportiamo? Proviamo asviluppare un posizionamento dipera gourmet?Non si può non considerare che:• mentre noi siamo immersi nel-la più pesante crisi della catego-ria da diversi anni, i nostri colle-ghi olandesi si inventano le dueanime della Conference: croc-cante e fresca per l’inverno emorbida e succosa per l’estate,per allargare il calendario com-merciale e coprire nuovi segmen-ti di domanda.• la Russia rappresenta il primomercato mondiale delle pere enoi siamo meno del 2% dell’im-port totale.• la pera è dei gusti più amati daibambini come succo e noi non cisiamo mai posti il problema divalorizzare l’offerta del prodottotal quale verso questa fascia (pez-zature- varietà più piccole?)Ho fatto solo alcuni esempi di na-tura diversa per confermarequanto urgente sia non fermarsial lodevolissimo e per nulla scon-tato primo step delle regole.Bisogna utilizzarlo come baseper andare oltre. Su questo terre-no c’è la possibilità di mettere afrutto una ulteriore sinergia trapubblico e privato, tra sistemacommerciale e mondo della ri-cerca.Rabboni, ha fatto cenno alla pos-sibilità di utilizzare la leva del si-stema di ricerca. Un progetto delquale la Regione potrebbe farsipromotrice valorizzando i nume-rosi centri di eccellenza Universi-tari che insistono sul territorio. Si tratterebbe di mettere insiemequeste eccellenze al servizio diun progetto che potrebbe fare dasupporto alle imprese nell’areadella innovazione di prodotto,della riorganizzazione dei pro-cessi produttivi, nella ottimizza-zione della gestione logistica, fi-no alle politiche di distribuzionee gestione delle relazioni com-merciali. L’importanza del setto-re della pera e del kiwi impongo-no di non essere superficiali nel-l’approccio.

M a g g i o 20128 www.corriereortofrutticolo.it

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● Mirko Aldinucci

Il concetto di “business sostenibi-le” è sempre più strategico per in-tercettare le nuove sensibilità deiconsumatori e consolidare i rap-porti con gli altri “stakeholder”.Tra le realtà protagoniste nel pro-cesso di acquisizione di certifica-zioni e sensibili a iniziative noprofit vi è Chiquita, che negli ul-timi anni ha lavorato sodo permigliorare i propri standard. “L’idea di perseguire e consolida-re un modello di business soste-nibile è nata agli inizi degli anni’90”, spiega al Corriere Ortofrutti-colo Luciana Luciani, responsabi-le comunicazione per l’Italia, cheripercorre le principali tappe diquesto perocorso. “In quel periodo Chiquita ha de-ciso di affidarsi alla rigorosità de-gli standard più credibili e misu-rabili in campo ambientale e so-ciale, dando inizio a un processodi trasformazione entrato a farparte a pieno titolo della propriastrategia a lungo termine con lacollaborazione con Rainforest Al-liance, l’adozione di un Codice diCondotta integralmente ispiratoai principi dello standard Sa8000,l’accordo con i sindacati interna-zionali di categoria, l’avvio diprogetti concreti, e lo sviluppo dipartnership. Oggi il 100% delleaziende agricole di nostra pro-prietà in America Latina e lamaggioranza di quelle gestite dacoltivatori indipendenti è certifi-cato Rainforest Alliance, con il ri-sultato che nelle piantagioni dibanane si applicano criteri diproduzione rispettosi dell’uomoe dell’ambiente. Nel 2000 infatti,Chiquita ha scelto di adottare ilSa8000, lo standard sociale consi-derato più affidabile sul piano in-ternazionale anche in ragionedella serietà delle sue linee gui-da”. “Nel 2001, prima e tuttora unica

azienda americana, Chiquita hasiglato con Colsiba, la principaleorganizzazione sindacale del set-tore bananiero e Iuf (Internatio-nal Union of Foodworkers) un ac-cordo che garantisce a tutti i la-voratori nelle piantagioni la li-bertà di associazione e l’applica-zione delle Convenzioni dell’Or-ganizzazione Internazionale delLavoro. Tra i progetti concreti ilprimo è stato quello dihousing lanciato nel1998 in Honduras - este-so poi a Guatemala, Co-sta Rica e Panama - cheha consentito a più di5.500 famiglie, di entra-re in possesso di una ca-sa. Successivamente gra-zie all’avvio di partner-ship internazionali dirilievo tra cui UNDP e GTZ, e lacollaborazione di retailer europeicome Migros e Rewe, sono statilanciati progetti di conservazio-ne della biodiversità e di soste-gno alle comunità rurali. I duepiù importanti sono in Costa Ri-ca e a Panama”.Cosa fa Chiquita per rendere leproprie scelte “visibili” e conseguirevalore aggiunto sul fronte della co-municazione?“L’impegno per un business eticonon è semplice da comunicare

senza incorrere nell’autoreferen-zialità. La lealtà dei consumatorie la loro adesione al nostro siste-ma di valori sono i risultati piùgratificanti del percorso di CSR diChiquita. Al di là delle conse-guenze positive e dei beneficitangibili del nostro programmadi responsabilità sociale d’im-presa si rilevano anche fattoriimmateriali che hanno a che farecon l’identità, l’immagine, e lareputazione della marca. Per co-municare questo tipo di argo-menti cerchiamo di evitare glistrumenti pubblicitari classiciche pretendono sintesi e optiamoper mezzi che consentono mag-giore spazio come la rete attra-verso le testimonianze direttedelle organizzazioni non-profit edelle organizzazioni internazio-nali che collaborano con noi.Nel caso di accadimenti speciali,ci affidiamo alle pubbliche rela-zioni e agli eventi: a Fruit Logi-stica a Berlino, abbiamo celebra-to i vent’anni della collaborazio-

ne con Rainforest Al-liance”. Progetti futuri?“Guardando al futuro,l’impegno è quello dimantenere le certifica-zioni estendendole al-la percentuale più altapossibile dei nostri for-nitori. Insieme aRainforest Alliance

stiamo inoltre valutando la speri-mentazione del “Climate Modu-le”, un pacchetto di procedurevirtuose propedeutiche alla ridu-zione delle emissioni di gas serralungo il ciclo produttivo. A Go-rinchem in Olanda è già attivoun impianto “carbon neutral” perla maturazione delle banane. Èquesta la strada che abbiamo in-trapreso e che nei prossimi annici porterà a nuovi e interessantiprogetti”[email protected]

Chiquita e il business sostenibile«L’etica? Un valore aggiunto»

Luciana Luciani: progettino profit e certificazioni, siamo all’avanguardia

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ntervista CorriereOrtofrutticolo

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“+” e “-” dell’ortofruttaI

☛ Ambrogio De PontiIl consiglio di amministrazione di Una-proa, nella riunione del 16 maggio, ha no-minato all’unanimità Ambrogio De Pontialla presidenza dell’Unione per i prossimitre anni. “Sono onorato per la fiducia chemi è stata confermata da tutti i consiglie-ri. Vogliamo continuare sulla strada avvia-ta, lavorando su cose concrete al serviziodelle nostre OP”, ha detto De Ponti subito dopo la no-mina. “A tutte le OP associate chiedo un'assunzione diresponsabilità per affrontare questo difficile momento,nella consapevolezza che anche le crisi possono essere

vissute comeoccasione dicambiamentoe quindi unagrande oppor-tunità di cre-scita”. �Il Cda ha con-fermato alla vi-

ce presidenza Antonio Schiavelli, Ad della Op Sibarit.�Ambrogio De Ponti, milanese 56 anni, produttore orti-colo ed è presidente dell’AOP Unolombardia e della OpOrtonatura. Su

IL BORSINO

☛ Del MonteSussuri e grida. Le seconde non le ha sen-tite nessuno fuori dalle pareti ovattate delPrincipato di Monaco; i primi continuanoe si riferiscono al destino del managerche, per probabili divergenze di vedutesulle strategie di marketing e commercia-li, ha lasciato la Del Monte praticamenteancora prima di aver preso in mano le re-dini di quanto gli era stato affidato ovvero lo sviluppodel marchio in Italia dopo l’inevitabile ristrutturazioneseguita alla rottura con GF Group. Maurizio Pisani, ex uomo di punta di di Chiquita Italiapoi passato a Del Monte, a fine maggio non era ancora

approdato in nessun altro lido. Invece sisa per certo il nome di chi lo ha rimpiaz-zato dall’inizio di maggio con l’incarico didirettore commerciale: Pietro Casalini, giàa Del Monte tra il 1998 e il 2008, poi allaspagnola Unica Group, quindi consulenteindipendente con incarichi alla Capespane al gruppo Peviani. L’impressione, tutta da verificare, è che la

guerra delle banane in Italia è una strada in salita pertutti, tranne che per Chiquita che, almeno per ora, puòancora permettersi di continuare a guardare i competi-tori dall’alto di una leadership di mercato indiscussa.Ne su né giù

www.corriereortofrutticolo.it12 M a g g i o 2012

☛ FederbioI giudici hanno accettato l’istanza di costi-tuzione a parte civile di FederBio, Federa-zione Italiana Agricoltura Biologica e Bio-dinamica, unica ammessa in tale veste, ve-nerdì 25 maggio all’apertura del processoa due delle sei persone accusate di frodecommerciale e fiscale emersa attraversol’operazione Gatto con gli stivali. “L’averammesso FederBio quale unica parte civile nel proces-so - commenta Paolo Carnemolla, presidente di Feder-Bio - testimonia e certifica il ruolo della Federazioneper la rappresentanza e tutela del settore biologico na-

zionale, pesantemente colpito dalle con-seguenze di questa frode. Nel processo in-tendiamo essere parte attiva, a fianco del-la Procura della Repubblica di Verona cheha svolto un lavoro eccellente, per faremergere tutte le responsabilità in questavicenda. È del resto evidente che se il si-stema di certificazione di settore fosse sta-to allertato e attivato a tempo debito da

chi ne ha la responsabilità primaria, con tutta probabi-lità la frode avrebbe avuto dimensioni ed esiti assai dif-ferenti e la stessa Magistratura non sarebbe stata la-sciata sola nelle attività. Su

☛ VeronaMercatoAttesa per il consiglio di amministrazionedel prossimo 2 luglio. Dopo la vittoria amani bassi alle recenti elezioni ammini-strative del sindaco uscente Flavio Tosi, aVerona si tratta per il rinnovo del cda cheregge le sorti di uno dei più importantimercati all'ingrosso italiani. Il presidente

Gian Paolo Sardos Albertini, avvocato, ilcui operato è stato comunque molto equili-brato e dai più giudicato positivamente,potrebbe non essere confermato. A finemaggio, per la presidenza, è in pole posi-tion Mimma Erminia Perbellini, già asses-sore comunale nella prima giunta Tosi. Nésu né giù

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Direttore responsabile:Lorenzo Frassoldati

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ProfiloCorriere Ortofrutticolo si è affermatocome rivista “di filiera” del settore orto-frutticolo italiano. La rivista collega chiproduce, chi commercializza e chivende al pubblico, oltre ai settori con-nessi (dai macchinari ai trasporti).La diffusione è capillare in Italia, dovesi è allargata alla grande distribuzionealimentare e al dettaglio organizzato. IlCorriere Ortofrutticolo è un formida-bile, unico e specializzato strumento diraccordo e di informazione per l’interosettore. È presente a fiere in Italia e all’esterodove è diffuso a indirizzi specializzati dioltre 30 nazioni.

Diffusione6.000 copie. Ripartizione del mailing:Grossisti 29%, Dettaglianti 23%Produttori 22%, Supermercati 9%Import-export 6,5%, Servizi 5%Tecnologie e Trasformati 2,5%Altri 3%

AGRICOLA GLORIA DUE copertina IBIO VAL VENOSTA pagina 30BT CESAB pagina 13CONSERVE ITALIA pagina 45CONSORZIO VIGNOLA pagina 69CORSI pagina 1EOS pagina 20GARDEN FRUTTA copertinaIIIGF GROUP pagina 4-5ITACA pagina 41

L’ELENCO DEGLI

CorriereM E N S I L E D I E C O N O M I AE ATTUALITÀ DI SETTORE

A N N O X X V I - N u o v a s e r i eM A G G I O 2 0 1 2

S O M M A R I O

Fruitimprese: osare di più PAG.27 Marco Salvi: settore da svecchiare PAG.33

RUBRICHE

THE FIRST ITALIAN

LOGISTICACarrelli elevatori, la crisi mordeItalia tra i Paesi più in sofferenza 48

Uni_Box, il macchinario che apre automaticamente le cassette 52

Logistica flash 53

BIOLOGICO NEWSBiologico, consumi 2011 okUn business da 1,5 miliardi di euro 54

Almaverde “firma”la prima frutteria bio 55

DISTRIBUZIONEL’export? Può aumentare solocoinvolgendo la Gdo straniera 57

Ciolos: sviluppare la vendita diretta 58

Distribuzione flash 59

Primo Piano - Obiettivo ExportÈ il momento di osare 27

Primo Piano - Obiettivo ExportExport dinamico nel primo bimestre 2012La bilancia commerciale migliora 30

In copertina - ProtagonistiSalvi: «Il settore è vecchio» 33

ATTUALITÀ

EDITORIALEPerinda o Perapiù? Partita aperta 3

CONTROEDITORIALEPere, il progetto sia ampio 7

INTERVISTAChiquita e il business sostenibile«L’etica? Un valore aggiunto» 10

BORSINO DELL’ORTOFRUTTAAmbrogio De Ponti, Del Monte, VeronaMercato, Federbio 12

GENTE & FATTIIl camioncino dei F.lli Orsero “a ruota”del giro d’Italia vinto da Hesjedal 16

Frutta tracciabile e “trasparente”nel nuovo sito internet di Dole Europe 17

Il Cso in Brasile «Mercato promettente» 18

PILLOLELa vera sfida di Monti: sostenere imprese e reddito delle famiglie per uscire dalla crisi 19

NOTIZIARIOTorna a crescere la fiducia dellaGd alimentare da gennaio a marzo 21

Imprese agricole, è Sos: 13.335chiusure nel primo trimestre 21

Brescia Mercati, accordoper agevolare l’export 22

Cesena Fiera intensificale iniziative Bilancio in utile 23

“Frutti della cooperazione”protagonista in Francia 24

Frutta nelle scuole, 440 milaalunni coinvolti in Lombardia 25

Ismea monitora le aziende in crisi 25

Page 17: Corriereortofrutticolo

15M a g g i o 2012 www.corriereortofrutticolo.it

5

w w w. c o r r i e r e o r t o f r u t t i c o l o . i t

Troppo poca Italia in Russia PAG.60 Piccoli frutti ancora di nicchia PAG.67

Ortofrutticolo

LA COSTIERA pagina 23MONTINI pagina 2MONSANTO pagina 9OM STILL copertinaIVORTOFRUIT pagina 25ROSARIA pagina 26SERMAC pagina 71UNITEC pagina 72VALFRUTTA FRESCO pagina 6VILMORIN pagina 39

INSERZIONISTI

In copertina - ProtagonistiSalvi story 35

“Svecchiare” l’uva raccontandolae ricostruendone l’immagine 36

Pesche e albicocche, estate di passione? 37

Accordo zoppo 37

Fragole, volano le superfici 40

Calabria e Sicilia, arance amare«Il settore rischia il collasso» 43

Scuderi: fermi a 20 anni fa 43

Agrintesa, 24 milioni di euro peruno stabilimento all’avanguardia 46

Zucchina e cetrioloSeminis scopre le carte 47

www.corriereortofrutticolo.itè il nuovo Quotidiano on line natodall’esperienza del più affermatomensile specializzato di settore

www.corriereortofrutticolo.itti tiene costantemente aggiornatosulla campagna produttiva e com-merciale della frutta con notizie, in-terviste, dati

www.corriereortofrutticolo.itaspetta i Tuoi commenti alle newsdel giorno

MONDO

SCHEDA PRODOTTOPICCOLI FRUTTII piccoli frutti rallentanoma si confermano remunerativipur restando di nicchia 67

CILIEGIEPoche ma buone: le ciliegieapprofittano del calo dei raccoltie portano a casa buone quotazioni 69

Dal Veneto alla Puglia forte impegnoper valorizzare le produzioni 72

MONTHLY ON FRUIT AND VEGETABLE MARKET

Troppo poca Italia in RussiaLa colpa? Non conoscere il mercato 60

Buyers da tutto il mondo, la chiavedel successo di Medfel 63

Mondo flash 64

Limagrain-Hm Clause si consolidaAlmeria “paradiso” delle serre 65

Mondo flash 66

NEL PROSSIMO NUMERO

☛ Dopo il terremotoIl sisma che ha colpito l’Emilia a finemaggio ha causato gravi danni ancheal sistema produttivo ed economico.Nostra inchiesta tra le imprese del set-tore per capire quali sono stati i realieffetti del sisma sul comparto ortofrut-ticolo

☛ Frutta estiva, si parte Primo bilancio della campagna dellafrutta estiva con un approfondimentoparticolare su pesche e nettarine e sumeloni e angurie, protagonisti delledue Schede prodotto del Corriere Orto-frutticolo di giugno. Dati, aspettative estime degli operatori

☛ Focus AndalusiaUna delle Regioni spagnole più vocateper la produzione ortofrutticola al cen-tro di un approfondimento che riguar-derà soprattutto l’area serricola diAlmeria e la zona di Granada, che ospi-terà l’edizione 2012 del Green MedForum

il vostro sito è online

iscriviti alla newsletter [email protected]

Page 18: Corriereortofrutticolo

FATTI CorriereOrtofrutticolo

Il camioncino F.lli Orsero è statosponsor della maglia bianca e haaccompagnato la 95mo edizionedel Giro d’Italia nell’intero per-corso, proponendo di volta in vol-ta l’assaggio di ananas e banane eanimando l’arrivo delle varie tap-pe con una fiesta ispirata a suoni,i colori e all’immaginario latino-americani.

“Abbiamo scelto di unire il nostrobrand al Giro - ha dichiarato An-tonio Orsero, presidente di GF

Group - perché il ciclismo e que-sta manifestazione in particolareesaltano i valori e i tratti salientidi F.lli Orsero. Il ciclismo è unosport per tutti esattamente comela frutta è un alimento semplice,non elitario, in grado di soddisfa-re il gusto e le esigenze nutritivedi tutti e fare il pieno di quell’e-nergia “sana” e “pulita” che solola natura ci sa dare”. “Il Giro - ha aggiunto RaffaellaOrsero, amministratore delegatodi GF Group - ha il grande meritodi aver riunito e riscoperto l’Ita-lia all’indomani del secondo do-poguerra, accompagnando il Pae-se negli anni del boom economi-co, risvegliando passioni, ener-gie, voglia di stare e di fare insie-me: la medesima attitudine cheanimò prima il nonno e poi no-stro padre nella creazione dell’a-zienda di famiglia, partita, perl’appunto, con un camioncinoche portava frutta in tutta Italia”. La sponsorship F.lli Orsero al Gi-ro d’Italia 2012, vinto a sorpresadal canadese Hesjedal, non si è li-mitata alla maglia bianca, ma havisto anche un’operazione di ani-mazione in grado di attrarre unfolto pubblico.

Il camioncino dei F.lli Orsero “a ruota”del Giro d’Italia vinto da Hesjedal

Si chiama “Benesserextutti” ed è il nuovo Concorso instant win che of-fre ai consumatori Noberasco varie possibilità di “coccolarsi”: farsi unmassaggio,un trattamento estetico, una sessione con un personal trai-ner, una settimana di palestra, un nuovo taglio di capelli ecc. È possibile scegliere il regalo all’interno di in uno dei 1500 Centri Be-nessere, su tutto il territorio nazionale, che aderiscono all’iniziativa.La meccanica è semplice, immediata e garantisce un regalo sicuro pertutti.Basta acquistare una sola confezione di fruttamorbida Noberasco, a scelta tra Viva la pru-gna, Viva l’albicocca e Viva la macedonia;collegarsi al sito www.benesserextutti.it e, do-po essersi registrati, inserire il codice che sitrova nel fix posto sulla confezione acquista-ta. Quindi si riceve subito in regalo il buonoper il trattamento benessere preferito.

Benesserextutti: Noberasco offreai clienti massaggi e palestra

Fare la spesa diventa più facilecon iSpesa by Valfrutta, nuovaapplicazione per iPhone ed iPadche permette di preparare unapropria lista della spesa per usar-la al supermercato, aggiornarlain qualsiasi momento e condivi-derla con chi si vuole.Poche e semplici funzionalità nefanno una delle app più imme-diate e intuitive della categoria.È possibile scegliere fra più di200 prodotti, con la possibilitàanche di inserirne dei nuovi ecreare una lista di preferiti. Sono

naturalmente presenti tutti iprodotti Valfrutta, corredati dauna scheda informativa per con-sigliare e orientare il consumato-re nel momento dell’acquisto.iSpesa by Valfrutta è scaricabilegratuitamente da iTunes Store.Maggiori informazioni su iSpe-sa.com e www.valfrutta.it dove èdisponibile anche il video - gira-to con iPhone 4S - che spiega co-me ricordarsi dei prodotti da ac-quistare. iSpesa è stata realizzataper Valfrutta dall’agenzia bolo-gnese D-sign.

Lista della spesa a portata di palmareMerito dell’applicazione Valfrutta per iPhone

www.corriereortofrutticolo.it16 M a g g i o 2012

&GE

NTE

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CorriereOrtofrutticolo &GENTEa cura di M

irko Aldinucci

FATTI

www.corriereortofrutticolo.itM a g g i o 2012 17

Dole Europe ha lanciato il sitowww.dole-earth.com che invita iconsumatori a scoprire tuttoquello che vogliono sapere sullabanana che acquistano.“Dole Terra” consente di tracciareil percorso del frutto dalla fatto-ria alla tavola. A partire da mag-gio, tutte le banane Dole nelNord Europa riportano, su unadesivo di frutta di nuova conce-zione, un numero di 5 cifre cheidentifica ogni azienda. Digitan-do questo codice sul sitowww.dole-earth.com, i consuma-tori saranno in grado di localiz-zare la fattoria dove è stato colti-vato. Essi potranno anche trovareinformazioni su ciascuna azien-da, le certificazioni, le regioni e ipaesi da cui proviene.Si può effettuare una visita inte-rattiva di una piantagione di ba-

nane e scoprire l’intero processodi produzione “vivendo” la fatto-ria in un tour guidato.“Con Dole Terra - afferma XavierRoussel, direttore marketing e co-municazione di Dole Europe -stiamo rendendo produzione esupply chain completamente tra-sparenti per i consumatori. Lanostra è una sfida importante:raccontare la storia dei prodotti espiegare ai consumatori il lorovalore. Dole sta dimostrando ilknow-how e la dedizione che civuole per crescere in modo re-sponsabile e portare sul mercatola migliore frutta di qualità”.Il sito web informativo è disponi-bile in inglese e tedesco. Il lanciosarà supportato da una campa-gna online e social media in pri-mavera e autunno.

Frutta tracciabile e “trasparente”nel nuovo sito internet di Dole Europe

È online il nuovo sito web delMacfrut, con sezioni dedicate aespositori, visitatori e giornalisti.All’indirizzo www.macfrut.com,gli utenti potranno selezionare la lingua preferita (italiano, inglese efrancese) e lanciarsi alla scoperta del “pianeta verde” del business or-tofrutticolo.Tra le opportunità offerte dal sito, quella di scaricare i moduli di par-tecipazione, consultare il calendario degli eventi collaterali e riceve-re indicazioni sulla logistica, l’allestimento e l’organizzazione delproprio soggiorno. Una apposita sezione dedicata alla stampa per-metterà ai giornalisti di scaricare comunicati e novità degli esposito-ri. Infine, a partire da luglio, espositori e buyer potranno accedere aun’area riservata per creare la propria agenda, pianificando preventi-vamente meeting e incontri con i partner di maggior interesse.Nelle varie sezioni sarà possibile trovare tutte le informazioni utili.

Tutto Macfrut sul web

Confermati i vertici diMediterraneo Group,network fra impresenato per valorizzare leproduzioni ortofrutti-cole di qualità dei so-ci, di cui fanno partele cooperative orto-frutticole Apofruit, se-de centrale a Cesena,Sole di Parete (in pro-vincia di Caserta),Codma di Fano e Col-tor di Avezzano (in provinciadell’Aquila).I soci del gruppo hanno rielettoalla presidenza Pietro Ciardiello(a destra nella foto), che è anchedirettore di Cooperativa Sole,mentre alla direzione è stato ri-confermato Ilenio Bastoni (a si-nistra), cesenate, membro delgruppo dirigente di Apofruit.La rielezione è avvenuta nel cor-so dell’assemblea dei soci svolta-

si nei giorni scorsi nella sede diApofruit a Cesena.Mediterraneo Group, nato nel1998 come Moc Mediterraneoper gestire un progetto di aggre-gazione tra realtà del sud e delnord Italia, divenuto network divalorizzazione dei prodotti nel2011 senza abbandonare la suanatura consortile, è oggi unarealtà consolidata che si staaprendo a nuovi partner.

Mediterraneo Group confermaCiardiello e Bastoni ai vertici

Page 20: Corriereortofrutticolo

&

Si è chiusa con successo la mis-sione commerciale organizzatada Cso in questi giorni in Brasile.Vi hanno partecipato imprese diproduzione come Naturitalia,Alegra, Frutta C2, Gruppo Mazzo-ni insieme ad imprese della filie-ra da poco confluite in Cso comeUnitec, Tr Turoni e Graziani.“Il sistema ortofrutticolo italiano- dichiara Paolo Bruni, presidentedi Cso - ha un enorme bisogno diinternazionalizzarsi, perché lacompetizione sempre più globalee i grandi volumi di offerta Madein Italy non possono che trovareposto verso nuovi mercati in gra-do di recepire ed apprezzare lenostre produzioni di qualità, lenostre tecnologie e il nostropackaging. Il nuovo modello diCso è uno strumento innovativo estrategico per promuovere il me-glio dell'ortofrutta italiana”.Grazie alla missione in Brasile ilsistema Italia è potuto entrare incontatto con operatori, istituzio-ni e buyers molto interessantiper allacciare proficui rapporticommerciali.“I nostri obiettivi - dichiara Fede-rico Milanese, responsabile filie-ra e internazionalizzazione diCso - sono stati raggiunti. Abbia-mo incontrato i vertici di WallMart, di Carrefour e di Paolo DeAcucar, con grande soddisfazione

per le potenzialità offerte dalmercato brasiliano. Molto inte-resse anche per la nostra tecnolo-gia all’avanguardia nel mondo ri-marcato anche in occasione dellavisita a Curitiba dove è in fase diriorganizzazione il Ceasa, merca-to ortofrutticolo cittadino e dovegli operatori della filiera intrave-dono grandi opportunità di ex-port di tecnologia per l’ortofruttaMade in Italy”.L’export ortofrutticolo italiano inBrasile è in continua crescita (trail 2011 e il 2010 si è registrato unincremente particolarmente si-gnificativo) e rappresenta unagrande potenzialità soprattuttoper la frutta invernale.

Il Cso in Brasile «Mercato promettente»

Fortunato incontro per Francesco San-gari che recentemente, al bar del Maas,ha “incocciato” nell’attrice messineseMaria Grazia Cucinotta. Con prontezzadi spirito il titolare della Srl etnea, cheha un posteggio in Mercato, si è fattoscattare una foto pubblicata a tempo direcord su Facebook, dove ha suscitatoammirati, e in qualche caso invidiosi,messaggi di approvazione...

Sangari incontra la CucinottaL’attrice al bar del Mercato

Il Consiglio dei Ministri ha pre-so un primo provvedimento di-chiarando lo stato di emergen-za per i territori colpiti dal si-sma che a metà maggio ha mes-so in ginocchio numerosi Co-muni della pianura padana. Dauna prima stima i danni per ilsettore agroalimentare potreb-bero rivelarsi superiori ai 200milioni di euro.Il 21 maggio è stato attivato a ta-le scopo un coordinamento congli uffici degli assessorati all’a-gricoltura delle Regioni interes-sate (Emilia Romagna, Lombar-dia e Veneto) nonché con i sog-getti associativi e consortili delterritorio.Il sisma del 20 maggio ha coin-volto il territorio di 4 provincie(Ferrara, Modena, Mantova, Ro-

vigo). Nei centri interessati condanni strutturali (in tutto circa50 Comuni), operano oltre10.000 aziende agricole, di cuipoco meno di 1.000 allevamen-ti, e alcune centinaia di struttu-re di trasformazione, lavorazio-ne e magazzinaggio di prodottiagroalimentari. La superficieagricola interessata è di oltre250.000 ettari. Il danno maggio-re riguarda i magazzini di con-servazione dei formaggi DopParmigiano Reggiano e GranaPadano.

Sisma padanoDanni ingenti

www.corriereortofrutticolo.it18 M a g g i o 2012

CorriereOrtofrutticoloGE

NTE

FATTI

Page 21: Corriereortofrutticolo

www.corriereortofrutticolo.itM a g g i o 2012 19

La crisi economica sta creando un vero e proprio sce-nario di guerra, lasciando sul terreno macerie e mor-ti, fallimenti industriali e drammi umani, che si sus-seguono con un’intensità forse neanche immaginabi-le solo qualche mese fa. Nel 2011 (dati CGIA di Mestre)sono fallite 2.615 imprese, record in Lombardia con2.600 fallimenti, per un totale di 50 mila posti di lavo-ro persi. In agricoltura, Coldiretti denuncia 50 milaaziende agricole in meno. Non ci sono più soldi in cir-colazione e chi li ha se li tiene. E’ da questa tragedianazionale, da questa sfida, che la politica e la politicaeconomica devono ripartire. A mio parere sono due le priorità fondamentali chel’Italia dovrebbe perseguire: accesso al credito per leimprese e aumento del reddito disponibile delle fami-glie. Mi spiego partendo da quello che a mio avvisorappresenta il vero limite di Mario Monti. Il prof.Monti è di tradizione economica “liberista” e non rie-sce fino in fondo a superare questo limite. Io credo chefarebbe bene invece ad utilizzare qualche vecchia ri-cetta di suola economica opposta, quella Keynesiana.Un Monti meno liberista comprenderebbe meglio che,dopo aver salvato le banche, occorre salvare le impre-se industriali ed artigiane e occorre dare priorità mas-sima all’accesso al credito, con tutto quello che neconsegue. Un Monti più “keynesiano” non avrebbe dif-ficoltà a riconoscere che, dopo aver aumentato le tas-se, occorre accrescere subito il reddito disponibile del-le famiglie per far aumentare i consumi, condizioneessenziale per il rilancio dell’economia reale. La contrapposizione fra la scuola di pensiero “keyne-siana” e quella “liberista/monetarista” è ancora oggiattuale. John Maynard Keynes sosteneva quanto fosseessenziale, in periodi di crisi, sostenere la ‘domanda’,ossia i redditi dei lavoratori, affinché fossero i loroconsumi a stimolare la produzione industriale e daqui tutta l’economia (gli esempi “storici” sono quellidi Henri Ford il padre del moderno capitalismo cheaveva alzato il salario dei suoi operai affinchè acqui-stassero le sue auto, o quello del Presidente americanoRoosevelt che, in piena Grande Depressione pagava di-soccupati affinché scavassero buche ed altri lavoratoriaffinché le riempissero di nuovo, al solo scopo di darereddito per sostenere i consumi). A questa visione delmondo si è sempre contrapposta la cultura liberista,prima, e monetarista, poi, secondo cui la crescita eco-nomica passa tutta attraverso l’estrema libertà di mer-cato ed il ruolo dominante del sistema bancario e fi-nanziario, allontanando sempre di più l’economia fi-nanziaria da quella reale.

Il presente, come sempre, è figlio legittimo del passa-to. Le Banche europee hanno ricevuto negli ultimi an-ni una montagna di denaro grazie ai tassi super age-volati della Banca Centrale Europea, ma li hanno usa-ti nelle attività di ricapitalizzazione delle banche. I da-ti sui fondi propri e sulle riserve parlano chiaro. Unascelta in parte comprensibile, vista la loro necessità didifendersi dagli attacchi degli speculatori internazio-nali. Monti dovrebbe aver capito che siamo dentro fi-no al collo alla famosa “trappola della liquidità” cheproprio Keynes aveva definito a suo tempo. Chi ha isoldi non li spende e se li tiene, le famiglie non spen-dono quel poco che hanno, le imprese non investono,la moneta non circola più, l’economia si ferma. La po-litica monetaria ha esaurito il suo ruolo e non riesce aquesto punto a far ripartire l’economia: “È possibileportare un cammello all'abbeveratoio, ma non lo sipuò costringere a bere” di-ceva Keynes. Il vero moto-re dei consumi risiedequindi nella fiducia. Eccoperché le priorità del prof.Monti dovrebbero essere:agevolare l’accesso al cre-dito per le imprese, da unlato, sviluppare ogni azio-ne atta a far crescere il red-dito disponibile delle fami-glie, dall’altro. Solo così lasua continua e meritoria azione di diffondere fiduciaa tutto tondo produrrà il suo effetto per l’Italia. Le battaglie che il governo Monti sta portando avanti(mercato del lavoro, liberalizzazioni, tasse), nonavranno l’impatto necessario sulla società italiana fin-ché i cittadini non capiranno se ed in che modo il Go-verno intenda far crescere il reddito disponibile dellefamiglie ed aiutare le imprese a sopravvivere e a inve-stire. Dal dire al fare, ci sono di mezzo i fatti. E sono quelliche verranno giudicati. Monti deve sforzarsi ad “avan-zare in linea” su tutte le priorità prefissate, senza ce-dere su alcune ed avanzare troppo su altre, perché è so-lo con l’equilibrio/equità degli interventi che si tro-verà il consenso sociale prima che politico. Certo èche la situazione generale di questi ultimi tempi con-ferma il bisogno di definire bene, e in fretta, una nuo-va “politica economica” per l’Italia.

* professore di logistica e supply chain management all’Università Cattolica di Piacenza-Cremona

● Luca Lanini*

La vera sfida di Monti:sostenere imprese

e reddito delle famiglieper uscire dalla crisi

Pillole

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Page 23: Corriereortofrutticolo

In forte recupero nel primo tri-mestre 2012 l’indice di fiduciadella Grande distribuzione ali-mentare. L’indicatore - come sievince dalla consueta indagineIsmea condotta su un panel di200 aziende del canale moderno -permane in terreno lievementenegativo (-0,6 , in un campo divariazione tra -100 e +100), fa-cendo tuttavia registrare un in-cremento di oltre 21 punti rispet-to ai tre mesi precedenti. Dalconfronto con lo stesso periododel 2011 emerge, invece, un calodi circa 11 punti.A determinare il miglioramentocongiunturale della fiducia - sot-tolinea l’Istituto - è stata la ridu-zione del livello delle scorte, giu-dicato dagli operatori molto infe-riore alla media del periodo, e ilmiglioramento delle aspettativedi vendita per il trimestre succes-sivo, dopo una prolungata fasenegativa protrattasi fino al primotrimestre 2012. Tra le diverse ti-pologie di punti vendita, la con-giuntura si è rivelata più favore-vole per i minimarket (indice+4), a fronte di un livello dell’in-dicatore appena positivo per gliipermercati (+0,7) e negativo (-2,9) per i supermercati. Per macroripartizioni territorialiil dato sulla fiducia ha assunto va-lore negativo nel Nord ovest (-4,6) e nel Mezzogiorno (-2), men-tre è risultato positivo nel Nordest (+3,4) e nel Centro Italia(+1,1).Ha inciso infine ancora in modoconsiderevole sull’andamentodelle vendite, la leva promoziona-le che continua ad essere forte-mente utilizzata (dal 98,8% delPanel nel trimestre in esame) eche coinvolge circa il 33% del fat-turato complessivo, percentualesuperiore sia rispetto al trimestreprecedente, sia allo stesso perio-do del 2011.

Torna a crescere lafiducia della Gd alimentare dagennaio a marzo

Il paniere della spesa delle fami-glie francesi ha subito un’im-pennata dei prezzi dei prodottialimentari del 5,1% negli ultimidodici mesi. L’associazione deiconsumatori Clcv ha rilevato icosti di 28 articoli ritenuti es-senziali per l’alimentazionequotidiana, prendendo come ri-ferimento tutto il territorio fran-cese e rilevando - tra l’altro - chein molti supermercati non era-no stati installati gli appositicartelli che avrebbero dovuto in-dirizzare i consumatori verso iprodotti più a buon mercato,constatandolo nel 60% dei casi

(214 i supermercati visitati).L’indagine ha concluso che l’in-flazione dei prezzi praticati neisupermercati (+6,7%) è stata su-periore rispetto a quella degliipermercati (+4,7%).Con riferimento ai tipi di pro-dotti, i picchi più importanti so-no stati rilevati nel caffé (20-22%), nei cereali per la primacolazione (6-10%) e nel cioccola-to (3-8%). Una delle cause degli aumenti -secondo la Clcv - è l’aumento deiprezzi delle materie prime nel-l’agricoltura registrato nel 2010-2011.

Prezzi del food in aumento anche in FranciaIl paniere della spesa lievita del 5,1%

www.corriereortofrutticolo.itM a g g i o 2012 21

NNOTIZIARIONCorriereOrtofrutticolo

L’agricoltura è il settore produtti-vo con il peggiore saldo negativocon la perdita di 13.335 impresenel primo trimestre dell’anno. Ildato emerge da una analisi dellaColdiretti in occasione della dif-fusione dei dati Cerved sui falli-menti. A pesare, insieme alle dif-ficoltà di mercato, sono stati l’au-mento dei costi e la stretta credi-tizia nei confronti delle imprese.A marzo i prezzi pagati agli agri-coltori - precisa la Coldiretti - so-no scesi in media del 2,3% rispet-to allo scorso anno con crolli perolio di olia (21,4%), frutta (13 percento), cereali (12%) mentre si èverificato un aumento dei costi apartire da quelli energetici.

Il credit crunch ha colpito anchei campi dove - continua la Coldi-retti - sei imprese agricole su die-ci hanno difficoltà ad accedere alcredito, con il costo del denaro inagricoltura che ha raggiunto il 6per cento e risulta superiore del30 per cento a quello medio delsettore industriale. Una situazione di difficoltà che -conclude la Coldiretti - si aggiun-ge agli effetti dei danni da mal-tempo ed anche le preoccupazio-ni per l'applicazione della nuovaImu.

Imprese agricole,è Sos: 13.335 chiusure nel primo trimestre

Page 24: Corriereortofrutticolo

La parola d’ordine è export, an-che per l’ortofrutta. Questa pre-messa è alla base dell’accordo si-glato tra Pro-Brixia (azienda spe-ciale della Camera di Commerciodi Brescia) e il Consorzio BresciaMercati spa, illustrato recente-mente durante un incontro tra irispettivi vertici e operatori. L’ac-cordo è finalizzato all’organizza-zione di una serie di attività checreino opportunità commercialiper le aziende locali presso i mer-cati internazionali; si concretiz-zerà in studi di settore e parteci-pazione a fiere sostenute da vou-cher camerali in base ad un ca-lendario di appuntamenti, sceltisecondo specifiche esigenze econ la presenza di un numerominimo di partecipanti.Il direttore Pro-Brixia MassimoZiletti (nella foto a sinistra) e ilpresidente del Consorzio BresciaMercati Massimo Tacconi (nellaseconda foto) hanno insistito sul-la necessità, per il rilancio delsettore ortofrutticolo bresciano,di realizzare una piattaforma perl'esportazione.“Ce lo insegnano - ha sottolineatoTacconi - i casi degli Ortomercatidi Padova e Verona, che hannotriplicato l'attività con le venditeoltre confine, mentre quelli diPiacenza, Cremona, Mantova,Reggio Emilia hanno chiuso.Non vogliamo fare la stessa fine”.Ziletti ha poi illustrato i dati diuna ricerca sulle occasioni oltreconfine per i prodotti ortofrutti-coli. Attualmente, per gli ortaggifreschi l'Italia detiene una quotadi circa il 4% nel mercato mon-diale, che vale quasi 28 miliardidi dollari. I volumi di venditabresciani stanno aumentando,ma per il 70% sono diretti in Au-stria. In questa fase, però, stannocrescendo le richieste da Canada,Usa, Giappone, Russia, Singaporee Irlanda.

Ancora minimo il peso dell'ex-port bresciano di frutta, limitatoall'uva, che nel 2010 è valso solo334 mila euro. In questo specificoambito, l'attenzione potrebbe ri-volgersi verso Cina, Hong Kong,Usa e Giappone. L'ambito nelquale la provincia eccelle è quel-lo degli ortaggi e della frutta la-vorati e conservati: un businessdi 15 milioni di euro nel 2010, increscita sugli anni prima. Anchein questo caso l’Europa rappre-senta il principale canale di sboc-co, con il 77% degli acquisti.

Brescia Mercati,accordo per agevolarel’export Venerdì 27 aprile si è tenuta

l’Assemblea di Bilancio 2011della FOR - Filiera Ortofruttico-la Romagnola, Mercato Orto-frutticolo all’Ingrosso di Cese-na che ha evidenziato un anda-mento positivo sia per l’incre-mento delle quantità trattatecon 812.000 quintali (+10% sul-l’anno precedente) sia per unutile di 3.821 euro.L’assemblea ha approvato le va-rie azioni promozionali chehanno caratterizzato la gestio-ne 2011 ed ha sollecitato la con-tinuità delle azioni rivolte atutte le categorie. Inoltre hacondiviso i vari interventistrutturali volti a facilitare leoperazioni logistiche e com-merciali di tutti gli operatori.Fra i risultati conseguiti vaascritto che la raccolta diffe-renziata nell’area del Mercatoha raggiunto la quota dell’80%e che l’iniziativa “Un calcio al-lo spreco” vede attualmentecoinvolte una ventina di onlus,tanto che nel 2011 sono stateconsegnate oltre 1.200 quintalidi frutta, che sono andati a be-neficio dei più bisognosi.L’assemblea ha inoltre provve-duto al rinnovo delle cariche:la presidenza è andata a DeaFrani, con la conferma di Do-menico Scarpellini in veste diamministratore delegato.

2011 con il segno piùal Mercato cesenate

www.corriereortofrutticolo.it22 M a g g i o 2012

otiziarioN CorriereOrtofrutticolo

L’assemblea dei soci del Maas, ilmercato agroalimentare di Sici-lia ha approvato a Palermo,presso la presidenza della Re-gione Siciliana, il bilancio del2011. I soci presenti sia pubblici cheprivati hanno ratificato lo stru-mento finanziario che nono-stante registri una perdita d’e-sercizio, ha messo in evidenzala positiva gestione del mercatoortofrutticolo. Nel corso della riunione è avve-nuta anche la nomina degliamministratori, riconfermatiper i risultati ottenuti: presi-dente l’avvocato Mario Lucia-no Brancato, consiglieri IonellaRapisarda, Giuseppe Aliffi, Ro-sario Cavallaro e Giuseppe Gua-gliardi. Fanno parte del colle-gio sindacale Francesco La Fau-ci (presidente), l’avvocato Fran-cesco Failla, Rosario Benigno eil sindaco supplente AntonioScaglione. Oggi il Maas svolge la doppiafunzione di “Ente Proprietario”dell’immobile e di “Ente Gesto-re” che ha prodotto la maggiorparte dei ricavi della società(oltre un milione e mezzo dieuro). Negli ultimi 21 mesi èstato retto da un consiglio diamministrazione presiedutodall’avvocato Mario LucianoBrancato.

Maas confermagli amministratori

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Un fatturato di oltre 3,3 milionidi euro con un aumento del+1,5% sul 2010, frutto di un in-tenso programma ricco di 30 ma-nifestazioni - che hanno occupa-to i padiglioni fieristici per oltre200 giorni - e di un incrementodell’attività congressuale con 80eventi (12% sull'anno preceden-te). Questi i dati salienti del Bi-lancio di Cesena Fiera approvatovenerdì 27 aprile dai soci. “Nonostante la crisi che sta attra-versando il settore fieristi-co/congressuale europeo ed ita-liano, il Bilancio di Cesena Fierasi pone in controtendenza regi-strando un aumento sia in termi-ni economici che di utilizzo dellestrutture, con un utile di 1.126Euro, conseguito con accantona-menti a fondi per rischi ed oneridi 946.000 euro”, sottolinea il pre-sidente della Spa, DomenicoScarpellini, al termine dell’as-semblea. “Un contributo importante alraggiungimento di questi obbiet-tivi -aggiunge Scarpellini- è sicu-ramente dovuto ai lusinghieri ri-sultati ottenuti da Macfrut, resipossibili grazie anche al fonda-mentale apporto assicurato daiSoci istituzionali, e di questo vo-glio ringraziare sentitamente laCamera di Commercio, il Comu-

ne di Cesena e la Provincia diForlì-Cesena”. “Ora il nostro im-pegno è concentrato sull’edizio-ne 2012 di Macfrut. I segnali chearrivano dagli operatori, lascianoprevedere che la prossima edizio-ne sarà quanto meno all’altezzadi quella precedente”.

Cesena Fieraintensifica le iniziative Bilancio in utile Nel corso del 2011 all’interno del Mercato Ortofrutticolo di Milano so-

no state effettuate oltre 900 analisi a cura dell’Ufficio Controllo Qua-lità e Sicurezza Alimentare di Sogemi SpA al fine di ottenere un cam-pione significativo, sia temporalmente (con verifiche ripetute nel-l’arco dell'anno), sia quantitativamente (implementando costante-mente il numero di campioni sottoposti ad analisi di laboratorio),con l’obiettivo di verificare l’eventuale presenza di microrganismi pa-togeni e radioattività.Le analisi avviate da Sogemi si aggiungono alle altre centinaia effet-tuate dai singoli grossisti nell’ambito dei rispettivi piani di Autocon-trollo a garanzia dei consumatori e di quanti si approvvigionano quo-tidianamente presso le aziende operanti all’interno del Mercato Orto-frutticolo all’Ingrosso.L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’EmiliaRomagna, in accordo con SO.GE.M.I. SpA, nell’ambito di un piano na-zionale di monitoraggio microbiologico, ha effettuato nel corso del-l’anno ben 882 analisi sui prodotti ortofrutticoli alla ricerca di 16 dif-ferenti microrganismi patogeni.I prodotti analizzati, forniti da diverse aziende operanti all’internodel Mercato Ortofrutticolo all’Ingrosso, sono stati: lattuga, scarola, ra-dicchio, rucola, indivia, insalata iceberg (per i prodotti freschi); son-gino, lattuga, rucola, insalata novella e insalata mista (per i prodottidi IV gamma). Nel corso del 2011, Sogemi SpA ha promosso ancheanalisi a campione su numerosi prodotti ortofrutticoli (pomodori, in-salata belga e iceberg, spinaci, asparagi, funghi freschi, finocchi, pe-peroni, mirtilli, rapanelli, rucola, basilico e cetrioli) per verificare l'e-ventuale presenza di residui radioattivi e di Escherichia Coli, ed i ri-sultati hanno confermato il fatto che i prodotti commercializzati neimercati milanesi si possono consumare in piena sicurezza.

Record di analisi per l’ufficio qualità di SogemiL’ortofrutta meneghina si conferma sicura

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NNOTIZIARIONCorriereOrtofrutticolo

LA COSTIERA

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CorriereOrtofrutticoloNotiziario

È positivo il bilancio della “mis-sione” francese dei “Frutti dellaCooperazione”, il progetto messoa punto da Fedagri-Confcoopera-tive Emilia Romagna e GruppoSigma per accorciare la distanzaproduzione-mercato e rafforzareil legame tra la filiera produttivae quella distributiva, entrambi diespressione cooperativa, attraver-so la definizione di strategie com-merciali condivise. Avviato nel 2011, il Progetto havarcato i confini italiani e, supe-rando le Alpi, è arrivato a Parigidove è stato al centro del dibattitodell’Assemblea generale di Fel-coop, la Federazione francese del-le cooperative ortofrutticole natanel 1962 per tutelare le impreseassociate a livello nazionale e co-munitario. In questa occasione, il presidentedi Felcoop, Jean-Michel Delan-noy, ha manifestato interesse per“I Frutti della Cooperazione”, pre-sentati da Giovanni Bettini, presi-dente di Fedagri-ConfcooperativeEmilia Romagna, e Aldo Puccini,presidente onorario del Gruppodistributivo Sigma. “Un obiettivo - ha sottolineato De-lannoy - che si sposa perfetta-mente con la finalità del progettoAgri Confiance messo a puntodalle cooperative agricole france-si attraverso l’organizzazione pro-fessionale Coop de France: offrireai consumatori prodotti ortofrut-ticoli di alta qualità, ottenuti nelrispetto dell’ambiente e della sa-lute e garantiti da organismi dicertificazione indipendenti”.Caratteristiche molto apprezzatedal sistema distributivo d’oltral-pe, come ha affermato Serge Pa-pin, presidente di Systéme U, laquarta catena commerciale fran-cese. “E in quest’ottica - ha dichiaratoPapin - la nostra insegna ha re-centemente siglato con Agri Con-

fiance una partnership che inte-ressa la filiera dei legumi”. Il dialogo proseguirà nei prossimimesi con la probabile partecipa-

zione di Serge Papin alla conven-tion annuale del Gruppo Sigma.Sino ad oggi i “Frutti della Coope-razione” hanno coinvolto com-plessivamente 160 punti venditaRealco, centro distributivo ade-rente a Sigma concentrati preva-lentemente sul territorio emilia-no-romagnolo ed in particolare aReggio Emilia, Modena, Bologna,Parma, Piacenza e Ravenna.

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Soddisfazione per i lavori del Gruppo Misto Ortofrutticoli Italia-Fran-cia-Spagna, riunitosi nei giorni scorsi a Madrid per esaminare con-giuntamente i diversi problemi del settore e che ha visto la partecipa-zione di istituzioni e rappresentanze dei rispettivi Paesi. Per Italia Or-tofrutta, la nuova Unione Nazionale frutto della fusione di UIAPOA eUNACOA, erano presenti Gianni Petrocchi e Vincenzo Falconi. Tra gliscambi di informazioni su alcuni comparti (fragole, aglio, pomodoroda mensa, pesche) ci si è soffermati in particolare sulle dinamichedell'attuale campagna pesche e nettarine.Si è affrontata, infine, la problematica relativa ai miglioramenti dellanormativa comunitaria sulle crisi di mercato e sulla nuova OCM uni-ca post 2013. Il Gruppo ha ribadito l'importanza che alcuni correttivivengano predisposti dalla Comunità Europea prima della prossimacampagna estiva.

E il gruppo di contatto italo-franco-spagnolochiede correttivi su crisi di mercato e Ocm

“Frutti della cooperazione”protagonistain Francia Una delegazione delle organizza-

zioni cooperative di Francia, Spa-gna, Italia e Portogallo ha incontra-to a Bruxelles il vicedirettore gene-rale della Dg Agricola João Pachecoper discutere la prossima riformadella Politica Agricola Comunitaria (Pac). Il presidente del settore or-tofrutticolo di Fedagri-Confcooperative Davide Vernocchi, a nome del-la delegazione cooperativa, ha richiesto per i due anni che precede-ranno l’applicazione della riforma, così come sostenuto alla fine del-lo scorso anno dal Parlamento Europeo, una attualizzazione dei prez-zi di ritiro dei prodotti ortofrutticoli che tenga conto dei costi di pro-duzione, nonché la possibilità di attivare strumenti straordinari di ri-tiro che coinvolgano tutti i produttori europei secondo lo schemaadottato per l’emergenza Escheria Coli.“Bisogna agire - ha dichiarato Vernocchi - per poter disporre di stru-menti realmente incisivi nell’eventualità in cui si dovessero verifica-re situazioni di crisi dovute a surplus produttivi”. Pacheco ha confermato che la Commissione sta lavorando ad un re-golamento da presentare prima della prossima campagna sulle misu-re di gestione delle crisi, sia sui ritiri che sulla distribuzione gratuita,pur a fronte delle attuali limitatezze di budget.

Pac, le coop di 4 Paesiincontrano Pacheco

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CorriereOrtofrutticolo nNOTIZIARION

Frutta nelle scuole ha registratoin Lombardia una folta parteci-pazione, che ha superato que-st’anno i 440.000 alunni. Per l’as-sessore all’Agricoltura di RegioneLombardia Giulio De Capitani“gli effetti positivi di questa ini-ziativa - ha detto De Capitani - siriflettono non solo sui compor-tamenti di consumo dei piccolialunni lombardi, ma anche sullostesso comparto ortofrutticolo.Promuovere un’alimentazionesana a base di frutta e verdura,educare alla qualità dei prodotticertificati o coltivati secondo imetodi biologici, incoraggiare ilconsumo secondo i criteri legatialla stagionalità dei prodotti si-gnifica consegnare alle giovani

generazioni un patrimonio dura-turo di conoscenze e di valori”. Nel programma “Frutta nelleScuole” confluiscono le esperien-ze di “Ortocircuito” e delle “Fatto-rie didattiche”. Ma le iniziative inLombardia si stanno moltiplican-do grazie al protocollo di intesa“Verso Expo 2015”. Nel corso dellaconferenza stampa è stata resanota una dichiarazione del mini-stro Mario Catania: “Contiamo -ha scritto il ministro - di otteneresimili risultati anche per il pros-simo anno scolastico, con laquarta edizione consecutiva di“Frutta nelle scuole”, che saràrealizzata grazie alle risorse stan-ziate dalla Ue, che ha assegnatoal nostro Paese oltre 20 milioni edi euro, ai quali si aggiungeran-no i fondi nazionali cofinanziatidal Ministero dell'Economia, perun totale di oltre 35 milioni di eu-ro, permettendo così di raggiun-gere anche per il 2012-13 più diun milione di bambini”.

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ORTOFRUIT

Frutta nelle scuole,440 mila alunni coinvolti in Lombardia Il Consiglio di Amministrazio-

ne dell’Ismea ha deciso di co-stituire un Gruppo di monito-raggio sulle condizioni econo-mico-finanziarie delle aziendeagricole che hanno rapporticon l’Istituto. Il monitoraggioconsentirà di valutare, di voltain volta, le situazioni e le solu-zioni più idonee per salvaguar-dare la continuità delle impre-se. L’Ismea che attraverso diver-si strumenti favorisce l’accessoal credito in agricoltura, ha giàaderito, relativamente alle ga-ranzie prestate alle aziendeagricole, alla nuova moratoriadell’Abi per il credito alle Pmi. Le aziende possono segnalarela crisi ai numeri 06-855.68.319e 06-855.68.260, o con una maila [email protected]

Monitoraggio Ismeadelle aziende in crisi

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Rosaria è l'arancia rossa coltivata alle pendici dell'Etna da un gruppo di produttori associati secondo rigorose tecnichedi produzione integrata. Fresca, succosa, profumata e con la caratteristica pigmentazione “rossa”: infatti, grazie allaforte escursione termica tra il giorno e la notte, si accelera il processo di pigmentazione che fa diventarerosse le arance e che dà loro un'inconfondibile ricchezza organolettica.

Oggi Rosaria è anche una spremuta 100% di arance rosse,sempre fresca e disponibile tutto l’anno.

Ricca di vitamine A, B, PP e C,Ricca di vitamine A, B, PP e C,ideale come coadiuvante dellaideale come coadiuvante dellacura degli stati influenzalicura degli stati influenzali

Ricca di antiossidantiRicca di antiossidanticontro l'invecchiamentocontro l'invecchiamento

Effetti benefici sullamicrocircolazione

Una sferzatadi energia,ideale per chipratica sport

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Finanziato con i contributi della Comunità Europea.Regg. CE 1234/2007 - 543/2011. Programma Operativo2009/2013. Programma Esecutivo 2012. Azione n. 3

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CorriereOrtofrutticoloOBIETTIVO EXPORT

PRIMO PIANO P

● Mirko Aldinucci

È dunque Marco Salvi il nuovopresidente di Fruitimprese. Ilpassaggio del testimone con Lui-gi Peviani, che ha guidato l’asso-ciazione per tre mandati a parti-re dal 2003, è avvenuto nell’assiseelettiva del 20 aprile scorso a Ro-ma. L’imprenditore ferrarese, cui de-dichiamo un’ampia intervista apartire da pagina 33, è stato elet-to all’unanimità confermando leprevisioni della vigilia, riportatein anteprima dal nostro sitowww.corriereortofrutticolo.it Il giorno prima della nominal’associazione degli esportatoried importatori, colosso capace diaggregare aziende in grado diesprimere 4 miliardi e mezzo dieuro di fatturato, un terzo deiquali derivanti da vendite all’e-stero, aveva celebrato l’assembleaannuale dalla quale è emerso unquadro a tinte piuttosto fosche,ma comunque non disastroso,dell’ortofrutta made in Italy. Cheperò, come ha detto in aperturadel convegno intitolato “Il futu-ro del sistema ortofrutticolo ita-liano tra struttura e congiuntu-ra”, il professor Roberto Della Ca-

sa, ha il “difetto” di camminarementre a livello internazionale icompetitor, soprattutto quelliemergenti, corrono.

Una crisi che parte da lontano“Questa crisi, che è strutturale -ha detto il docente, che ha presola parola dopo l’introduzione delgiornalista di Rai1 Attilio Romita

- parte da lontano ed è accentua-ta, ma non causata, dal calo diconsumi accusato dal mercatonazionale ed europeo. Si registraun’attenzione crescente al con-cetto di locale, ma l’Italia, deveesportare molto di più. Il valoredell’export in 10 anni da noi ècresciuto del 110%, nel mondo del240%”. Nel settore, ha incalzato

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Il futuro del sistema ortofrutticolo italiano - gravatoda una forte crisi strutturale - al centro dell’assemblea 2012di Fruitimprese, l’ultima con Luigi Peviani alla presidenza

È il momento di osare

SALDO ATTIVO 2011 IN CALO SUL 2010

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Della Casa serve specializzazionema occorre anche portare emo-zione: “facciamo bellissimi pro-dotti poco ricchi di appeal, spes-so anonimi e relegati a commo-dities”. Il docente ha fatto l’esem-pio delle pere, emblema del pe-riodo travagliato in cui versa ilsettore: dal 2000 al 2009 è stata ri-dotta lievemente la produzione,si è perso il 16% dei consumi in-terni riducendo l’export dal15,7% a 15,4%, a fronte di un im-port sostanzialmente stabile. E mentre flettono i consumi e au-mentano in modo sensibile gliitaliani che hanno acquistato edintendono acquistare diretta-mente dal produttore, cresce la“pressione” su frutta e verdura,oggetto spesso di promozioni “davolantino” esasperate. L’ortofrut-ta italiana vola basso, dovrebberagionare con la logica della “ca-tegoria” per andare incontro aidesideri del consumatore, ha det-to ancora Della Casa: grazie adaree dedicate nella Gd inglese, i“berries” (protagonisti della Sche-da prodotto di questo numero ndr),in terra angolasassone sono di-ventati la prima referenza orto-frutticola in termini di vendite,più ancora di mele e banane, cre-scendo del 92% dal 2005 al 2011. Bisogna segmentare l’offerta epoi creare il mercato, non vice-versa, ha proseguito Della Casasecondo cui occorre cambiareprospettiva: dal prodotto al desi-derio andando oltre il servizio

per passare al “beneficio”.Un cenno poi alle norme che re-golano il settore: l’articolo 62 delDecreto Salva Italia (pagamentidei deperibili entro 30 giorni, ob-bligo di contratti scritti), ha dettoDella Casa, non è la panacea ditutti i mali: ci sono già tante re-gole, il problema è il loro reale ri-spetto. Il provvedimento andreb-be poi valutato in sede di applica-zione tecnica specie sulle piccolepartite e nell’import-export pernon alterare condizioni di mer-cato nell’ambito della Ue. Occor-rerebbe inoltre arrivare al prezzonetto in fattura e alla revisionedei contributi: scontistica incon-dizionata e costi accessori pesanosugli operatori ha detto ancoraDella Casa, che ha concluso se-gnalando altri temi caldi delcomparto (Barriere fitosanitarie,

dazi doganali, vincoli all’export,orari dei mercati…) e dichiaran-do, con particolare riferimentiall’accordo Ue-Marocco sugliagrumi, che “quello in cui opera-no le aziende in realtà è un mer-cato globale dominato dal prote-zionismo in cui la reciprocità sigioca sulle alleanze trasversali:occorre un nuovo profilo di lob-bing, occorre capacità negoziale”.

Peviani: no frutta “commodity”Il past president Luigi Pevianiprima di illustrare le slides chetestimoniano come l’import-ex-port italiano nel 2011 abbia so-stanzialmente tenuto rispetto al2010, ha definito il quadro econo-mico difficile “penalizzante per ilconsumo di prodotti consideratinon indispensabili come i no-stri”.

Primo piano

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CorriereOrtofrutticoloOBIETTIVO EXPORT

PRIMO PIANO PGiudizio nettamente positivo sul-l’attuale esecutivo: “Il governoMonti ha migliorato la visibilitàdel Paese all’estero mettendo alcentro i veri problemi per risana-re i conti pubblici. Speriamoorienti l’azione su l’aspetto fisca-le e poi alla crescita, che non saràfacile, dando prova di forza sullaspending review. Il settore èpreoccupato ma tiene e garanti-sce livelli invariati di occupazio-ne”.“Il nuovo ministro dell’Agricoltu-ra Mario Catania - ha detto Pevia-ni - ci ha molto impressionato,ha una visione dall’alto applica-bile al quotidiano. Non si era maivista tanta competenza. Ha insi-stito sull’aggregazione dell’offer-ta che non deve necessariamenteavvenire tramite Op e cooperati-ve ma con un approccio più laicostudiando nuove forme associati-ve; al Sud verranno elaborate for-mule alternative e aggregative di-verse dalle attuali”. Come reagire alle difficoltà nel-l’export e ai consumi contratti?Peviani ha stilato un mini elen-co: integrando il modello indivi-dualistico, che oggi va ripensato;costruendo un sistema organicoe funzionale attraverso un tavolodi confronto anche con il Mipaaf;elaborando analisi e progettua-lità; valorizzando il Made inItaly; attraverso ricerca e forma-zione qualificata e qualificante.Il Made in Italy ha detto Pevianiè appannato rispetto alla fine delsecolo scorso non solo per l’im-magine non proprio positiva del-l’Italia ma anche per una stan-dardizzazione di proposte “figlie”anche dell’aumento dell’impor-tanza delle multinazionali, chepropongono le stesse varietà intutto il mondo.“Servono valori tecnici impre-scindibili e peculiarità del nostroterritorio per emergere”, ha affer-mato l’imprenditore milanese.“Non è più accettabile produrrecommodity in aree non vocatecon prodotti non adatti. Serveuna chiave di lettura più funzio-nale riallacciandosi a quello chel’industria agroalimentare ci in-

segna “sfornando” prodotti fun-zionali, ad alto valore aggiunto”.“I consumi sono a picco quindidobbiamo esportare verso nuovimercati con prodotti idonei,sfruttando le opportunità dellalogistica (che fanno costare pocol’export oltremare), che deveperò essere più competitiva e ac-cessibile”, ha concluso Peviani.“Bisogna ridurre la burocrazia efare controlli ma senza ostacola-re le imprese in modo ossessivo,con tempistiche diverse, anche alivello di Agecontrol. E poi c’èun’altra nota dolente: le certifica-zioni, che si sovrappongono fa-cendo lievitare i costi…”.

Stefàno: dalle parola ai fatti Per Dario Stefàno coordinatoredella Commissione Politicheagricole nazionale, l’Italia si è

presentata sul mercato globalecon approssimazione. Ha soffertoe soffre gli effetti di una politicanazionale modesta.“Servono regole per difenderel’autenticità e la qualità dei no-stri prodotti. Certo, Catania è unbuon Ministro, ma da un governotecnico ci si può aspettare di piùcon regole e strumenti. E’ finitoil tempo di annunciare la neces-sità di creare aggregazioni; si pas-si dalle parole ai fatti, associazio-ni come Fruitimprese devono es-sere fornite di strumenti che pre-mino aggregazioni, con misurecapaci di accompagnare e rende-re solide relazioni le nostre realtàproduttive e commerciali nel ri-spetto delle regole. Come sistemadelle regioni non abbiamo soldiper servire il sistema produttivoed “accompagnarlo” all’estero.

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Eppure siamo titolari di delegacostituzionale. È un problema didisponibilità? Non credo. Il pro-blema è la ricetta da adottare. Ab-biamo bisogno di regole nuove eidee. Da scrivere con gli operato-ri. I cinque grandi temi posti daRabboni al summit di Bologna dimetà aprile sono di stimolo manon bastano, urge rafforzare il si-stema produttivo che ha pochepossibilità di riuscire se non ac-compagnato da diplomazia istitu-zionale. Vogliamo un tavolo congli agricoltori e gli altri operatoridella filiera affinché emerganoinput interessanti.

Dal Moro: problema qualitàPer il veronese Gianni Dal Moro,componente la commissioneagricoltura alla Camera l’agricol-tura in Italia è bistrattata, comedimostra il fatto che vi siano sta-ti quattro ministri in una legisla-tura. “Nel resto del mondo, agroa-limentare e food contano moltodi più: gli altri Paesi hanno capi-to che nel breve periodo lo scena-rio dell’alimentazione cambieràradicalmente, i Paesi emergentichiederanno sempre più cibo. Unproblema che diverrà serissimoin pochissimo tempo: l’Italia sitroverà a dover affrontare compe-titor con più superfici, meno co-sti e con il know how che abbia-mo loro insegnato”. E la Pac? “Lerisorse sono minori e i Paesi del-la Ue di più, sarà partita difficileed abbiamo bisogno di fare siste-ma. Quanto allo specifico dell’or-tofrutta dico che occorre aiutarechi lavora nell’export partendoda chi c’è già ed è consolidato”.“Però - ha concluso Dal Moro - c’èanche un problema di qualità deiprodotti che non va sottaciuto edi cui mi sono reso conto quandoero presidente di Veronamerca-to”.Il presidente della Commissioneagricoltura del Parlamento euro-peo Paolo De Castro ha inviatoun videomessaggio in cui ha sot-tolineato che si è nel pieno del di-battito Pac ed è il momento delleproposte. “Ci auguriamo che que-sta riforma possa essere profon-

damente rivisitata per mettere leimprese al centro del mercato edare competitività alle aziende.Fruitimprese, in ogni caso è unodei fiori all’occhiello, la partemigliore del settore ortofruttico-lo italiano”. Dopo l’assemblea, piacevoleevento conviviale a Cinecittà conconsegna di un riconoscimento

al presidente Peviani da parte deivicepresidenti Danila Bragantinie Giacomo Suglia a nome di Frui-timprese e con un filmato che haripercorso le principali tappe deinove anni al vertice dell’exAneioa, che ha cambiato deno-minazione proprio durante lasua [email protected]

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Nei primi due mesi del 2012 sono aumentati i flussi di esportazio-ne e diminuiti quelli in import. In valore, segno negativo sia in ex-port che in import. Il saldo è di circa 250 milioni di euro con unincremento del 7,2% rispetto allo stesso periodo del 2011. Comples-sivamente nel primo bimestre l’Italia ha esportato quasi 700.000tonnellate (+6,8%) per un valore di 650 milioni di euro (-7%).In aumento i flussi di ortaggi (+5,9%), frutta fresca (+15,1%) efrutta secca (+10,7%); in flessione gli agrumi (-6,9%). In valore se-gno negativo per tutti i comparti ad eccezione della frutta seccache ha fatto registrare un incremento del 28,8%.Per quanto riguarda le importazioni l’Italia ha importato circa 500mila tonnellate di ortofrutticoli (-5,7%) per un valore di 400 milio-ni di euro (-14,2). Tra i singoli comparti incremento in volume so-lo per gli agrumi (+37,2%); per gli altri andamento negativo:ortaggi (-8,1%), frutta fresca (-10%), frutta secca (-17,7%) e fruttatropicale (-10,1%). Anche in valore segno negativo per tutti i com-parti ad eccezione degli agrumi (+23,9%).Agroalimentare, 2011 positivo. Anno molto positivo il 2011 per leesportazioni dei prodotti agroalimentari italiani. I primi undicimesi hanno fatto registrare un incremento in valore dell’8,5%, con-solidando l’ottima performance del 2010 (+11,3%). Tra i principaliPaesi di destinazione, i dati aggiornati a novembre 2011 indicanoaumenti dei flussi in valore verso la Germania (+5,4%), la Francia(+9,2%) e il Regno Unito (+2,8%). Tra i Paesi extra Ue (+13,5%)spiccano gli Usa (+10,8%).

Export dinamico nel primo bimestre 2012La bilancia commerciale migliora

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In alto da sinistra: l’iniziodell’assemblea con Romitache presenta Peviani e DellaCasa; la platea; gli interventi di Dal Moro,De Castro e, qui a sinistra,Stefàno; la serata aCinecittà con l’intervento diPeviani, affiancato da Romita, uno dei tavoli ela consegna di un riconoscimento al past pre-sident da parte dei “vice”Bragantini e Suglia.

FOTOGALLERY DI ASSEMBLEA E SERATA DI GALA FRUITIMPRESE

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CorriereOrtofrutticoloPROTAGONISTI

COPERTINA C

● Lorenzo Frassoldati

Marco Salvi, che cosa ha detto aGino Peviani, assumendo la presi-denza di Fruitimprese?“L’ho ringraziato per aver gestitola nostra associazione per noveanni, con eccellenti risultati.L’associazione si è ricompattata,col ritorno degli importatori; ècresciuta la compagine sociale eoggi FruitImprese è presente sututti i tavoli che contano per lequestioni ortofrutticole. Mi muo-verò in continuità con la presi-denza di Gino, adeguandomi alleesigenze del mercato”.

FruitImprese rappresenta un siste-ma che tra import ed export valemolti miliardi di euro. L’impres-sione è che alla indiscutibile rap-presentanza economica non corri-sponda altrettanto peso politico,nel senso di far valere questo pesoeconomico sui tavoli istituzionali…“Le cose sono cambiate negli ulti-mi anni, si sono fatti passi inavanti. Oggi FruitImprese è inter-locutore credibile e ascoltata atutti i livelli. Insomma, c’è da fa-re ma siamo sulla buona strada”.

L’ortofrutta soffre di una debolezzadi immagine: un sistema che pesatanto in termici economici e socia-li, pilastro della Dieta mediterra-

nea e del made in Italy all’estero,non riesce ad affrancarsi da unaimmagine semplicistica e ridutti-va: la bottega del fruttivendolo, ilmercatino rionale, il reparto delmarket dove il prodotto spesso vie-ne gestito in maniera “poco accura-ta”, per non dire peggio. Chi devecomunicare i valori dell’ortofruttase non i suoi protagonisti?“Certamente il comparto ha qual-che autocritica da fare in propo-sito. Per troppo tempo abbiamopensato che la frutta e verdura sivendessero da sole, che la nostraposizione di leadership produtti-va bastasse a risolvere tutti i pro-blemi… Bisogna andare oltreframmentazione e individuali-smo per lavorare di più sul siste-ma, su obiettivi comuni, primodei quali deve essere invertire latendenza dei consumi. Siamo unsettore forte ma vecchio nell’im-magine, con poca innovazione ecomunicazione. Qui c’è tanto dalavorare”.

Quando si parla di carovita, spessol’ortofrutta viene tirata in ballo

senza alcuna colpa o responsabi-lità. Ricordiamo tutti le polemichesulle zucchine d’oro a gennaio oquest’anno i titoli sui prezzi “allestelle” per le gelate quando invecestavano più o meno nella norma-lità. C’è da sperare che il presiden-te Salvi non sia più disposto a tol-lerare questa mistificazione? Comesi può reagire?“In parte ho già risposto prima:dobbiamo comunicare di più,raccontare la realtà dei fatti oltrele tante mistificazioni mediati-che. I nostri prezzi magari sonofermi a vent’anni fa ma il consu-matore non lo sa e qualcuno cispecula sopra. Dobbiamo raccon-tare di più il nostro mondo e me-glio comunicare i nostri valori”.

Sull’art. 62 si profila un braccio diferro con la Grande distribuzione,che diserta anche i tavoli dell’In-terprofessione. I privati dell’orto-frutta, che con la Gdo si confronta-no (e si scontrano) tutti i giorni,hanno proposte in merito?“Abbiamo le nostre proposte chesaranno raccolte in un documen-

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Il neo-presidente di Fruitimprese Marco Salvi plaude al lavoro del predecessore Peviani ma auspica un cambio dimarcia nel settore. Con marketing, accordi, regole più eque

««IIll sseettttoorree èè vveecccchhiioo»»

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CorriereOrtofrutticolo

to che daremo al ministro. Riba-disco la sostanza: l’art.62 va vistocome una opportunità per riscri-vere i rapporti commerciali conla Gdo nella massima trasparen-za e nell’interesse di tutta la filie-ra. Certamente l’art.62 non deveessere l’occasione per aprire unnuovo fronte di scontro, che sa-rebbe distruttivo per tutti. Oggi iltema è: invertire la tendenza, farcrescere i consumi e qui con laGdo dobbiamo essere alleati. Cer-to, oggi nei rapporti contrattualicon le catene della distribuzionemoderna c’è troppa confusione.Servono regole chiare e non pe-nalizzanti per una sola parte: imargini per trovare la quadra cisono”.

In estrema sintesi le priorità per ilcomparto sono tre: aumentare iconsumi, esportare di più , renderele imprese più competitive a parti-re dai costi, in primis quello del la-voro. In definitiva: più certezza direddito per le imprese. PresidenteSalvi, su questi temi qual è la pro-gettualità dei privati? “Sono proprio queste le prioritàdi fondo su cui lavorare. Dei con-sumi ho detto. Per rilanciare l’ex-port servono maggiori collabora-zioni tra imprese uscendo dauna logica individualista. Occu-pare i mercati emergenti, dovecrescono ricchezza e consumi, èpossibile attivando sinergie den-tro FruitImprese e anche fuori.L’esempio dei melai del TrentinoAlto Adige che si sono uniti peraffrontare il mercato russo è si-gnificativo. Infine il costo del la-voro, che per noi è uno svantag-gio competitivo. Qui il dipenden-te costa tanto e porta a casa poco.Ridurre il costo del lavoro sareb-be certamente un grande assistper la ripresa: vedremo se il Go-verno, con le scarse risorse dispo-nibili, avrà la forza di fare qual-cosa”.

FruitImprese non rappresenta tuttol’universo privato di settore: comecontate di far crescere i vostri asso-ciati?“È il momento di coinvolgere di

più le nostre imprese sul territo-rio in iniziative rivolte alle im-prese non socie. FruitImprese de-ve andare oltre la semplice pre-stazione di servizi per puntareverso iniziative orientate al mer-cato. Con il Cda e i vicepresiden-ti studieremo momenti di con-fronto nelle zone vocate per i sin-goli prodotti”.

Il sistema Ortofrutta Italia forsesoffre anche della mancanza diuna cabina di regia, di una stanzadi compensazione in cui conciliarei diversi interessi. Il Cso di Ferraracon l’allargamento della rappre-sentanza e l’impulso all’internazio-nalizzazione punta ad andare oltrela semplice fornitura di servizi. Leivede un nuovo ruolo per il Cso? “Certamente. Avevamo speratonell’OI come tavolo di confrontoma i tempi non sono ancora ma-turi. Il Cso è cresciuto molto inquesti anni ed è giusto utilizzareal meglio questa esperienza posi-tiva. Di una cabina di regia na-zionale c’è certa-mente bisogno: sot-tolineo l’aggettivo‘nazionale’. Biso-gna allargare gliorizzonti, lascian-do da parte regio-nalismi e campani-lismi”.

Il prodotto ortofrutta resta ancoranell’immaginario collettivo unacommodity di massa, anonima eindistinta. E questo pesa anche sulfronte export. Temi come la comu-nicazione dei valori qualitativi,l’innovazione, la territorialità, ladistintività (che hanno fatto la for-tuna del vino) qui non sono all’or-dine del giorno. La crisi poi spingeil consumatore verso il primo prez-zo, le offerte e le promozioni. Comein una spirale perversa tutto questocolpisce doppiamente il mondoproduttivo, che vede da un lato ilcalo dei redditi e dall’altro l’au-mento dei costi produttivi e nuoveimposizioni fiscali. Come se neesce?“L’analisi è questa. Se non riu-sciamo ad essere competitivi nel-le commodity per la nostra strut-tura dei costi, bisogna spingeresull’internazionalizzazione, suimercati nuovi dove affermareprodotti simbolo del made inItaly. Il nostro mercato di riferi-mento non può più essere solo

l’Europa ma ilmondo, e qui serveil sistema Italia,con l’appoggio del-le istituzioni e del-la diplomazia persuperare vecchie enuove barriere.Quanto ai valori

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PROT

AGON

ISTI

Copertina

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CorriereOrtofrutticoloPROTAGONISTI

COPERTINA

dell’ortofrutta, ribadisco: la co-municazione è una priorità, è in-credibile vedere che l’industriasfrutta e comunica le qualità sa-lutistiche e organolettiche deinostri prodotti più e meglio dinoi. Ma il mondo industriale sirinnova ogni giorno, noi invecerestiamo un po’ vecchi, fermiagli schemi del passato. Dobbia-mo avere il coraggio delle novità,innovare con decisione e fanta-sia, usando tutti gli strumenti delmarketing”.

Il ministro Catania ha fatto impor-tanti aperture al mondo privato,sollecitando il superamento di vec-chie formule e modelli obsoleti.Gran parte del mondo FruitImpre-se svolge le stesse funzioni dellacooperazione: però se una Op fa ag-

gregazione viene tutelata e incenti-vata dalla normativa comunitaria,il privato invece resta discriminato.Ha ancora senso? “Sono decenni che diciamo chenon ha senso distinguere tra pro-duttori di serie A e di serie B sulfronte aggregazione. Adesso lo di-ce anche un ministro ed è unapiccola rivoluzione di cui siamograti a Mario Catania. Se servonopiù aggregazione, più offerta con-centrata, se questa è l’imperativocategorico, perché continuare apenalizzare i privati quando fan-no lo stesso mestiere di coop eOp? È un bel punto di partenzasu cui cominciare a lavorare”. ●

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Salvi, un gruppo familiare le cui origini risalgono alla fine dell’800quando Luigi Salvi, nonno dell’attuale titolare, raccoglieva la fruttadai contadini della campagna bergamasca e, con un carro trainatoda un cavallo, la portava al mercato di Bergamo per la vendita. Ne-gli anni ’50 l’attività viene trasferita a Ferrara, polo centrale inquegli anni della produzione e commercializzazione dell’ortofrut-ta. Il 1968 è l’anno di svolta: l’azienda Salvi inizia a produrre diret-tamente la frutta non solo allo scopo di completare l’approvvigio-namento ma, soprattutto, per introdurre nella zona le più avanzatetecniche di coltivazione. Il modello organizzativo sperimentatocon successo nel Ferrarese, che parte con la coltivazione dellepiante da frutto (vivai) e termina con la vendita del prodotto fini-to, si trasferisce al Sud a Battipaglia, in Campania, e,successivamente, a Scanzano Jonico, nel Metapontino in Basilica-ta. Da quel momento il Gruppo Salvi diventa una realtà nazionalee inizia ad operare lungo l’intera filiera di produzione. Servono so-luzioni organizzative più avanzate e negli anni ’90 il gruppo evol-ve in vera e propria società consortile, Unacoa Spa, dove gliagricoltori non sono piùsemplici fornitori ma soci di ungrande gruppo. Arrivano le nor-mative comunitarie che incenti-vano l’aggregazione del prodot-to e nascono le Organizzazioniproduttori Afe e Cjo. Oggi ilgruppo Salvi-Unacoa non è soloun punto di riferimento per lapropria clientela, italiana edestera; ma è riuscito a diventareun “partner - specialista di pro-dotto” per le catene della Gdoitaliana e straniera. Il modellovincente del gruppo ferrarese èla capacità di intervenire inogni fase della filiera di produ-zione dell’ortofrutta. Nel primostadio, quello del vivaio, è operativa principalmente la societàagricola Salvi Vivai S.S. che produce piante di fragola, piante dafrutto e portinnesti destinati alla vendita, tanto alle aziende delgruppo, quanto ai mercati esterni. Della fase di produzione dellafrutta si occupano i circa 1.000 produttori agricoli associati distri-buiti nelle aree vocate di tutto il territorio italiano; anche Salvi in-terviene direttamente nella produzione apportando il proprioknow-how e sviluppando sempre nuove tecniche di produzione.Una rete di cooperative operanti in tutta l’Italia hanno il compitodi far confluire nella filiera i frutti dei produttori italiani. Questestrutture di raccolta sono dislocate nelle principali zone vocate diproduzione, per ridurre al minimo i tempi di condizionamento epreservare al meglio la qualità del prodotto appena raccolto. Salvi-Unacoa infine è il terminale per la vendita del prodotto finito colmarchio “Salvi” in prevalenza verso la grande distribuzione italia-na ed estera e verso i principali distributori europei. Con le societàcontrollate il gruppo ferrarese raggiunge un fatturato annuo attor-no ai 150 milioni di euro. (L.Frass.)

Salvi Story. Da Bergamo a Ferrara, un secolo nell’ortofrutta. Nel 1968 la svolta

C

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

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● Eugenio Felice

L’uva da tavola? Prodotto noioso.Parola del professor David Hu-ghes (nella foto a destra), espertodi marketing presso l’ImperialCollege di Londra, intervenutocon una relazione brillante e con-vincente al convegno GrapePas-sion, tenutosi a Rutigliano loscorso 12 aprile e organizzato dal-lo stesso Comune di Rutigliano.Hughes ha intrattenuto la plateacon dei consigli utili e ben argo-mentati, a supporto dei quali haillustrato alcuni dati statistici cheevidenziano un doppio fenome-no: da una parte l’invecchiamen-to costante della popolazione e ilcalo nei consumi di ortofrutta neiPaesi più industrializzati, dall’al-tra il boom delle economie emer-genti, Cina e India in testa, e lacrescente concorrenza in un mer-cato sempre più globalizzato.Dove ci sarà il maggiore incre-mento di popolazione da qui al2050? In Africa, che passerà dauno a due miliardi di abitanti.L’Asia crescerà, ma meno veloce-mente: da 4,1 a 5,1 miliardi di abi-tanti. Crescerà anche il NordAmerica, da 300 a 500 milioni diabitanti. Chi rimarrà al palo? Lavecchia Europa, stabile a 700 mi-lioni di abitanti. Il Giappone ad-dirittura arretrerà: da 160 a 130milioni. La popolazione mondia-le salirà nel 2050 a 9 miliardi dipersone. C’è poi l’andamento deiconsumi di ortofrutta fresca, pococonfortante, dato che in Europastanno calando di anno in anno,a causa degli attuali stili di vita,sempre più frenetici, in cui iltempo dedicato alla preparazionedei pasti è sempre più risicato.Non solo, aumenta di giorno ingiorno la concorrenza di succhidi frutta, smoothies, insalatepronte, verdure cotte, zuppe fre-sche e altri prodotti pronti al con-sumo.

Hughes ha portato nella sua rela-zione vari esempi di questo tipo.Prodotti con un design accatti-vante, promossi con campagnepubblicitarie importanti che fan-no leva sugli aspetti soggettivi eirrazionali del processo di acqui-sto (marketing emozionale).E l’uva da tavola? Ormai è consi-derata una commodity, un pro-dotto da prezzo, esposto tutto l’an-no in modo noioso e anonimonei punti vendita. Nessuno poi,secondo Hughes, conosce la pro-venienza dell’uva da tavola, alme-no nel Regno Unito, che rappre-senta il maggiore mercato euro-peo per questo articolo, con ven-dite sopra i 600 milioni di eurol’anno, il doppio rispetto all’Ita-lia. In un mercato in cui la priva-te label la fa sempre più da pa-drona, il consumatore inglese as-socia l’origine del prodotto più al-l’insegna del retailer che alla pro-venienza effettiva del prodotto.Non solo, l’unica uva con semiammessa è la Red Globe, l’uva consemi verde non ha mercato - sem-pre nel mercato inglese - e l’uvaverde seedless è quella da primoprezzo, mentre sono consideratepremium le varietà rosse o nere.

Quindi l’invito del professore: l’u-va italiana è “il terzo segreto di Fa-tima”, la conoscono in pochi, varaccontata la sua storia, va pre-sentata in modo più accattivante,facendo leva sul “made in Italy”,dato che il nostro Paese è univer-salmente apprezzato per la bontàdel suo cibo, bisogna puntare in-fine a varietà seedless perchéquelle sono oggi le varietà richie-ste dal mercato. È necessario, inbuona sostanza, investire in mas-sicce campagne di marketing.Fantascienza? Hughes ha portatol’esperienza, che lo ha visto coin-volto in prima persona, delle fra-gole e dei piccoli frutti sul merca-to britannico: i produttori si sonoriuniti nel comitato British Sum-mer Fruits (britishsummer-fruits.co.uk) che sta investendoun milione di euro l’anno nelmercato interno per iniziative dimarketing. Il risultato? I consumidi fragole e piccoli frutti nel Re-gno Unito stanno crescendo a duecifre ogni anno e si calcola che ilritorno annuo dell’investimentosia di 25 milioni di euro, a dimo-strazione che la pubblicità rima-ne sempre l’anima del commer-cio. ●

“Svecchiare” l’uva raccontandola e ricostruendone l’immagine

La “ricetta” del professor David Hughes, al convegno GrapePassion di Rutigliano, per rilanciare un frutto relegatooggi a commodity. L’esempio dei piccoli frutti in Inghilterra

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Le prime previsioni di produzio-ne di albicocche, pesche e netta-rine in Europa evidenzianoun’offerta diversificata e in evo-luzione nei principali paesi pro-duttori. E il rischio di una cam-pagna dai prezzi bassi è quantomai concreto.Le albicocche sono in crescita intutti i Paesi e l’offerta complessi-va è stimata in circa 594.000 ton-nellate pari a +21% rispetto allacampagna 2011 ma va rimarcatoil fatto che l’anno scorso la pro-duzione di albicocche è stata for-temente deficitaria in tutta Euro-pa. Per le pesche da consumo fre-sco si prevede, per il 2012, un li-vello produttivo europeo pari a1.481.000 tonnellate, un puntopercentuale in più rispetto al2011 e +5% sulla media del quin-quennio 2006-2010.In Spagna le pesche da consumofresco potrebbero avvicinarsi alle410.000 tonnellate, +2% rispettoallo scorso anno, che corrispon-de ad oltre il 30% in più rispettoalla media dell’ultimo quinquen-nio. Presentano un’offerta mag-giore a quella già elevata del 2011,la Catalogna e l’area di Rioja, Na-varra ed Aragona, tutte regionicon una stagionalità simile alleregioni settentrionali italiane.Sono le pesche piatte in Spagna adeterminare l’impulso produtti-vo con un incremento di +40%rispetto all’anno scorso solo nel-la regione Catalogna, andando acompensare la riduzione degliimpianti più tradizionali.In Francia l’offerta di pesche daconsumo fresco è prevista in calodi un punto percentuale rispettoalla scorsa stagione mentre inItalia le prime stime indicano,

per quest’anno, circa 703.000 ton-nellate, un livello simile allascorsa annata. Per quanto riguarda le percochela produzione europea sembre-rebbe porsi sulle 748.000 tonnel-late +1% rispetto allo scorso an-no. La flessione degli investimen-ti interessa molte aree ed il livel-lo produttivo previsto per il 2012risulta più basso del 24% rispettoalla media 2006-2010. Per le nettarine l’offerta europeadovrebbe registrare un -1% sul2011, con un totale di 1.507.000tonnellate. Solamente la Grecia evidenziaun’offerta superiore allo scorsoanno (+7%) ma Spagna ed Italiapresentano una stima simile (en-trambe -1%) e solo la Francia flet-te lievemente (-5%).Nel caso delle nettarine gli incre-menti previsti in Catalogna eRioja/Navarra/Aragona potreb-bero non compensare completa-mente le flessioni attese nelle re-gioni di Valencia, Andalusia eMurcia. Le produzioni greche e francesirisultano comunque inferiori(rispettivamente -7% e -10%) allamedia dell’ultimo quinquennio.

CorriereOrtofruttIcolo ATTUALITÀA

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Pesche e albicoccheEstate di passione?

Le prime previsioni indicano un aumento dei raccoltiin quasi tutti i principali Paesi produttori del continente.

Con il rischio, ancora una volta, di prezzi non remunerativi

Accordozoppo

La Gdo non firma l’intesainterprofessionale

dedicata alla frutta estiva

No all’immissione sul mercatodel fresco di prodotto classificatocome seconda categoria in basealle normative Ue, di qualunqueorigine o provenienza, nonchédei frutti di calibro D a partiredal primo giugno, mentre per ifrutti di calibro C è ammessal’immissione sul mercato limita-tamente alle cultivar a matura-zione precoce e medio-precoce.Lo prevede l’accordo raggiunto ametà maggio dall’organismo In-terprofessionale del compartoortofrutticolo nazionale, tra-smesso al Ministero per le Politi-che Agricole, Alimentari e Fore-stali per le verifiche di compe-tenza, che dovrebbe regolare lacommercializzazione delle pe-sche e delle nettarine. Un’intesadeliberata all’unanimità dei pre-senti dal Consiglio di Ammini-strazione dell’Oi ma su cui pesal’assenza dei rappresentanti del-la grande distribuzione.“L’accordo con la sua tempesti-vità e con le sue chiare specifi-che di miglioramento della qua-lità e della commercializzazionedelle pesche e delle nettarine inItalia, è la prima vera rispostadella filiera alla terribile risul-

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Attualità

tante fra le previsioni produttiveeuropee ufficiali e la prevedibilestagnazione/riduzione dei con-sumi, in particolare nel nostroPaese”, si sottolinea dall’organi-smo interprofessionale presiedu-to da Ottavio Guala (nella foto adestra).Il testo trasmesso al Ministeropropone che la Pubblica Ammi-nistrazione accompagni l’accor-do con iniziative di promozioneistituzionale per le pesche e lenettarine al fine di incentivarne iconsumi in concomitanza con lacentralità della campagna; chevengano adottati provvedimentistraordinari a favore di tutti i pro-duttori in caso di crisi di mercatoe che, infine, vi sia una immedia-ta iniziativa dello stesso MIPAAFin sede comunitaria con l’obietti-vo di una sostanziale omogeneiz-zazione di comportamento neiprincipali Paesi produttori, atti-vandone gli omologhi strumentiinterprofessionali.“L’accordo su pesche e nettarine -evidenzia una nota dell’Oi - si in-

serisce all’interno diun più generale “Proto-collo d’Intesa della Fi-liera Ortofrutticola Na-zionale” deliberato dalConsiglio di Ammini-strazione di OrtofruttaItalia con l’adesioneunanime dei presenti,raccogliendo il costrut-tivo stimolo del Ministero ad unvero cambiamento nei rapportidi filiera, aggiornandone anchealcuni aspetti formali e raffor-zando gli strumenti interprofes-sionali, in coerenza con quantoGoverno e Parlamento hanno re-centemente decretato con l’arti-colo 62 del provvedimento di ini-zio anno sulla semplificazione”.Il Protocollo descrive l’obiettivocomune delle parti di assicurarefluidità all'azione della filiera or-tofrutticola italiana, valorizzan-do il prodotto nazionale e garan-tendo il reddito del produttore,nel rispetto degli interessi deglioperatori della filiera e dei con-sumatori.

“L’assenza dei rappre-sentanti della distribu-zione organizzata noninficia la grande rap-presentatività degli ac-cordi deliberati ed, an-zi, esalta il ruolo di va-lorizzazione e promo-zione della qualità delprodotto nazionale

svolto dagli operatori grossistidei mercati e dei centri agroali-mentari italiani e dagli operatoricommerciali privati”, prosegue lanota dell’organismo interprofes-sionaleL’accordo interprofessionale sulcomparto peschicolo rappresentaanche un forte presidio che so-stiene l’impegno dei produttori edelle loro strutture di lavorazioneper gli interventi agronomici (alnetto degli eventi atmosferici) edi confezionamento necessari al-le specifiche concordate, con l’o-biettivo di veri cambiamenti pernon ripetere la disastrosa campa-gna del 2011. ●

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La frutta estiva rischia anche quest’anno di entra-re in crisi, specie se la produzione saràabbondante. C’è infatti da registrare la mancatarevisione dei prezzi di ritiro da parte dell’UnioneEuropea, attualmente fissati a 21,26 euro il quin-tale per le albicocche e a 26,90 euro il quintaleper pesche e nettarine, a fronte di costi di produ-zione medi di 40 euro. Il commissario europeo al-l’Agricoltura Dacian Ciolos aveva promesso sareb-bero aumentati entro maggio, prima dell’avviodella campagna estiva; ma così non è stato.L’aumento dei prezzi è stato fortemente richiestodai principali produttori europei, Italia inprimis. Ma Bruxelles ha per ora “congelato” que-sta possibilità. La situazione potrebbe sbloccarsientro il prossimo comitato del 18 giugno. Duro il commento delle istituzioni e degli opera-tori del settore. Paolo Bruni, presidente Cogeca,ha dichiarato a Il Sole 24 Ore: “Trovo contraddit-torio che si tenda a proporre nella futura Politicaagricola il modello ortofrutticolo e poi,contemporaneamente, non si dia seguito a modi-fiche da tempo richieste per evitare ulteriori crisicome negli ultimi anni”.

Deluso il presidente di Unaproa Ambrogio DePonti, che ha scritto una lettera al Ministrodell'Agricoltura Mario Catania: “Non nascondo lanostra delusione - si legge nella lettera - ma anco-ra di più la nostra seria preoccupazione per lamancata decisione che, inevitabilmente, sposta ainizio campagna estiva la possibile adozione del-l’atteso regolamento e i miglioramenti auspicati,soprattutto in tema di prezzi di ritiro e di ritiriper la beneficienza”.“Il Ministro Catania è fiducioso di portare a casal’obiettivo, ma i nostri timori restano”, ha dettoDavide Vernocchi, presidente di Apo Conerpo.“Bruxelles dice che deve fare una verifica contabi-le, ma l’aumento dei prezzi di ritiro non compor-terà alcuna variazione di bilancio, perchérientrava nel budget già destinato alla prevenzio-ne delle crisi”.

Prezzi dei ritiri, nessuna revisionePreoccupazione tra gli operatori

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

In Italia si coltivano 3.700 ettari di fragole, un dato in crescita del 4% ri-spetto alle superfici dello scorso anno. La produzione parte dal Sud, conBasilicata e Campania a farla da padrone e segue successivamente il Ve-neto con una fragolicoltura che sta assumendo sempre più importanzae l’Emilia Romagna per poi arrivare alle produzioni più tardive delTrentino Alto Adige.Sul fronte consumi, gli italiani, secondo i dati Cso elaborati per Orto-frutta d’Italia, acquistano circa 4,3 chilogrammi per famiglia. Si stannoraggiungendo i livelli degli anni ’90, quando si aggiravano sui 4,6 chilia famiglia. Gli acquisti al dettaglio di fragole presentano un’elevata sta-gionalità che segue quella del prodotto. Si nota pertanto una forte con-centrazione degli acquisti da aprile a giugno, quando viene acquistatamediamente una quota di prodotto pari al 78% del totale (media 2000-2011). Negli ultimi anni, poi, si sta affermando sempre più la tendenzaad ampliare il periodo di consumo anche nel mese di marzo e nei mesidi piena estate fino a settembre.

M a g g i o 201240 www.corriereortofrutticolo.it

Sos fragole in Basilicata. Il mercato lucano con-centrate per la maggior parte nella fascia jonicaè al collasso: il prezzo di vendita registrato suimercati all’ingrosso è di appena 0,80-1 euro alchilogrammo, ben al di sotto dei costi di produ-zione. A denunciarlo è Nunzio Scarnato, presidentedella Coldiretti di Scanzano Jonico (provincia diMatera) e produttore di fragole: “Non riusciamoa trovare una collocazione sui mercati naziona-li, perché c'è un’offerta ben superiore alladomanda che di fatto abbatte il prezzo al produt-tore. Le produzioni lucane che normalmentetendono ad anticipare in massima partel’ingresso sui mercati già a marzo e aprile, que-st’anno a causa delle avverse condizioni climati-che hanno ritardato la maturazione di un mesearrivando a maggio. Nel mese di maggio i mercati italiani sono inva-si da fragole provenienti dai paesi del Mediterra-neo come Spagna, Marocco, Grecia e Tunisia,Paesi dove i costi di produzioni sono molto al disotto di quelli italiani e, spesso, queste fragole onon recano alcuna informazione circa la loroorigine o vengono vendute come prodotto nazio-nale”.“Subiamo un vero dumping economico -continua Scarnato - in quanto noi produttori divero Made in Italy, produciamo a costi italiani evendiamo a prezzi europei”. Il problema è che alconsumatore il prezzo finale delle fragole è pra-ticamente immutato, aggirandosi sempre intor-no ai 2,50-3 euro, senza alcuna variazione di sor-ta, anche in questo momento di eccesso di pro-dotto sui mercati. E adesso si cercano rimedi per evitare che i listi-ni siano insoddisfacenti per tutta la stagione.

Basilicata: le varietà precoci tardano, quotazioni irrisorie

Sta registrando un’ottima accoglienza tra i con-sumatori la fragola Sabrina della Campania pro-mossa anche attraverso uno spot radiofonico suRAI Radio1 e RAI Radio2 nell’ambito di unacampagna promozionale che totalizzerà 40.000contatti utili (fonte Starcom Italia). La fragola Sabrina, prodotta dalla CooperativaSole di Parete, in provincia di Caserta, è uno de-gli ultimi prodotti inseriti nella gamma Solarellidi Apofruit Italia, caratterizzato da prodotti chevanno direttamente dal produttore al mercato estrumento per conferire identità e valoreaggiunto alla frutta dei soci produttori. Il marchio è il risultato della strategia del Grup-po Apofruit di sviluppo delle alleanze attraversoMediterraneo Group (network tra imprese pervalorizzare le produzioni di qualità dei soci) dicui fa parte anche la cooperativa Sole. Che, nona caso, su una pro-duzione di oltre15.000 tonnellate diortofrutta fresca, hanelle fragole il pro-prio prodotto dipunta.Per questo specificoprodotto la Coope-rativa Sole, che ne-gli ultimi tre anniha registrato un au-mento del fatturatodel +33%, hasviluppato una spe-cializzazione in ter-mini di varietà e di tecniche di coltivazione che,tra l’altro, garantiscono una continuità di offer-ta per 12 mesi l’anno.

Sabrina entra nella linea Solarelli E si fa pubblicità su Radio Rai

Fragole,volano lesuperfici

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FORMA TRADIZIONALE

CALICE CARATTERISTICO

COLORE ATTRAENTE

OTTIMA CONSISTENZA E CONSERVABILITÀ

CPVR: Privativa comunitaria per ritrovati vegetali richiesta o concessa (CPVR). La produzione o riproduzione di costituenti varietali protetti da CPVR necessita dell’au-torizzazione del titolare. Informazioni aggiornate sul CPVR sono disponibili al sito www.cpvo.europa.euÈ importante evidenziare che la specifi cità dei parassiti o patogeni può variare a seconda della stagione e dell’area, che dipende da fattori ambientali e che possono emergere nuovi biotipi di parassiti o nuove razze di patogeni in grado di superare la resistenza.Le descrizioni, le illustrazioni, i consigli colturali e qualsiasi altra informazione, per esempio sulle date di scadenza, di semina, di trapianto e di raccolta, sotto qualsiasi forma compaiano, si basano nel modo più preciso possibile su quanto rilevato dalle prove e dalla pratica. È esclusa qualsiasi responsabilità da parte di Rijk Zwaan Italia per eventuali difformità manifestatesi nel prodotto coltivato rispetto a quanto indicato nelle descrizioni, illustrazioni ed informazioni. È una precisa responsabilità dell’Acquirente conservare il seme in modo appropriato così come valutare se i prodotti sono adatti al tipo di coltivazioni che si intendono effettuare ed alle condizioni ambientali.

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L’ortofrutticoltura ha avutoun forte input dall’incontrodi metà aprile a Bologna,dove operatori ed asso-ciazioni, istituzioni e lostesso Ministro Catania,hanno condiviso quelloche si può chiamare il“Manifesto di Bologna”,ovvero alcune indicazioniprecise sul prossimo futu-ro della filiera, illustrate daTiberio Rabboni, Asses-sore all’Agricoltura dell’E-milia Romagna. “Anch’io ho condi-viso le prospettive lanciate da Rab-boni - sostiene Domenico Scarpel-lini, Presidente di Cesena Fiera,che organizza MACFRUT - e credoche questi punti, possano fornire ri-sultati che potremo in qualche mo-do rendere espliciti nel corso dell’e-dizione 2012 che si terrà a Cesenadal 26 al 28 settembre”.Non a caso il “Manifesto di Bolo-gna” affonda le sue radici proprio aMacfrut 2011, quando furono pre-sentate le “basi”, poi divenuti i 5punti di Rabboni e di tutto il mondodell’ortofrutticoltura italiana. Che insintesi sono un importante conden-sato del dibattito del settore avve-nuto nell’ultimo periodo. Rabboniha proposto di 1) autogovernareproduzione e immissione sul mer-cato, 2) un impegno sulle assicura-zioni sul reddito e i fondi mutualisti-ci, 3) ritiri più efficaci per preveniree gestire le crisi di mercato, 4) di“entrare” in nuovi mercati e valoriz-zare DOP e IGP. Al quinto puntoviene posta una buona applicazio-ne dell'articolo 62 del DL liberaliz-zazioni. Voluto dal Ministro Catania(su sollecitazione del settore), que-sto DL introduce l’obbligo dei con-

tratti scritti nei rapporti di fornitura,tempi massimi di pagamento e il di-vieto di pratiche commerciali scor-rette. Come si può vedere il “pac-chetto” è, di fatto, la concretizzazio-ne di quanto l’Assessore Rabboniha fatto emergere nelle ultime edi-zioni di Macfrut.“Anzi - aggiunge Scarpellini- siamogià operativi per quanto riguarda ilpunto di “muoversi” verso nuovimercati e, non a caso, sull’innova-zione abbiamo istituito da un paiodi anni il “Premio MACFRUT”, fa-cendo emergere idee e realizzazio-ni che aiutano il settore ed anche lacapacità di consumare frutta e ver-dura in modo nuovo e, soprattutto,adeguato agli stili di vita del consu-matore che ha cambiato abitudini,trasformando anche la domanda”.Così fra fine aprile e primi di mag-gio 2012, Macfrut si è “presentato”in alcuni Paesi dell’Est Europa (Un-gheria, Repubblica Ceca, Poloniae, soprattutto, Russia) proprio per-ché questi sono mercati in forteespansione e che si stanno modifi-cando. Ad esempio, per l’ortofruttaè sempre più richiesta la qualità ita-liana. Inoltre, l’aumento degli stan-dard qualitativi ha incrementato pu-

re la tendenza ad utiliz-zare tecnologie e mac-chinari Made in Italy. Per quanto riguardamercati più lontani,MACFRUT è partner diIstituzioni Regionale enazionali in alcune mis-sion che si stanno pre-parando verso l’India eil Brasile, allo scopo diampliare il raggio d’a-zione delle imprese ita-liane del settore orto-

frutticolo (produzione e macchinari)e per consolidare i contatti in talidue mercati di fortissimo sviluppo.E per comprendere aspettative epunti a favore per MACFRUT e perla filiera ortofrutticola italiana, sipuò citare un passaggio dell’inter-vento di Martin Ludvìk, Presidentedell'Associazione dei produttori or-tofrutticoli della Cechia. Nel suo discorso alla presentazio-ne di Macfrut a Praga, Ludvìk hadetto che i rapporti con l'Italia sonobuoni e che l'export italiano integrabene le produzioni interne con ca-tegorie e varietà che non sono col-tivate nel loro Paese e che sono, in-vece, apprezzate dai consumatoricechi. “Anche se - ha ricordatoLudvìk - l’ortofrutta italiana deve fa-re i conti con competitor che stannocercando di incrementare i flussi diprodotto provenienti da Spagna eOlanda”.

Nella foto i partecipanti alla missione a Pra-ga: da sinistra Roman Chaloupka, direttoredell'Associazione dei produttori di ortofruttadella Repubblica Ceca; Antonio Felice,coordinatore editoriale del Corriere Orto-frutticolo; Martin Ludvìk, presidente dell'As-sociazione dei produttori della RepubblicaCeca; Valentina Piraccini, responsabile Uf-ficio estero Macfrut; Matteo Mariani dellaCamera di Commercio Italo-Ceca di Praga.

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acfr

uti Cesena, 26-28 settembre 2012

CorriereOrtofrutticolo

M a g g i o 201142 www.corriereortofrutticolo.it

Macfrut dà concretezza agli obiettividel “Manifesto di Bologna”

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

La puntata del TG2 Dossier di sa-bato 5 maggio, in onda alle 23,30,ha presentato un quadro dram-matico del settore agrumicolo inSicilia e Calabria. Sotto accusa iprezzi alla produzione troppobassi (5-15 centesimi al chilo perle arance, prezzo che si moltipli-ca fino a 500 volte prima di arri-vare sulla tavola dei consumato-ri) e altri fattori.Tra questi, l’individualismo, lascarsa capacità di associazionesia a livello produttivo che com-merciale, la concorrenza dei pro-dotti del Nord Africa e della Cina,la scarsa o inefficace promozione(anche a causa di normative “as-surde”), il rapporto sempre piùdifficile con le banche.Ecco spiegato il titolo: “Aranceamare”, dato alla trasmissionecondotta dal giornalista France-sco Vitale. Sullo sfondo, i dati ter-ribili dell’agricoltura italiana inquesti primi mesi del 2012: 13 mi-la aziende agricole chiuse in solitre mesi, un'azienda su due chechiude dopo i primi cinque annidi vita.Nelle immagini del Dossierun’infinità di arance lasciate aterra perché raccoglierle nonconviene più. In Calabria non cisarebbero più nemmeno i soldiper pagare in nero, a pochi euroal giorno, i braccianti immigratidall’Africa. Ha parlato di “disa-stro” un agrumicoltore siciliano,Rocco Marchetta, che ha raccon-tato di essersi recato a Milano atrovare la propria madre ricove-rata in ospedale e di aver trovatole sue arance, proprio quelle del-la sua azienda, che a lui eranostate pagate 11 centesimi al chilo,in vendita a due euro, un prezzoda lui definito assurdo.Secondo le affermazioni rilascia-te a Vitale, “meno di dieci azien-de ancora lavorano le arance ros-se” nella piana di Catania perché- ha affermato Davide Tamburino

- non si riesce nemmeno a pro-muoverle in quanto tali. Sotto ac-cusa “l’oligarchia” che domine-rebbe il mercato all’ingrosso diVittoria, il più importante dellaSicilia, e dall’altra parte, tuttavia,le aziende commerciali sono pu-re in difficoltà e minacciano ditrasferirsi “armi e bagagli” dall’al-tra parte del Mediterraneo, lungala costa nordafricana.“Qui si è innescata una guerra trapoveri”, ha commentato un com-missionario del mercato. E intan-to i cinesi hanno mandato emis-sari a comperare milioni di pian-tine di arance e di limoni per tra-piantarle in Cina. In queste con-dizioni chi non gliele avrebbevendute? Ma la prospettiva cosìdiventa ancora più cupa: comedire, il futuro dell’agrumicolturaè altrove e nel Sud rischia di mo-rire.La trasmissione si è chiusa conuna frase lapidaria di un alleva-tore del Nord: “L’agricoltore è du-ro come la sua zolla. Se l’agricol-tura cede per questo Paese è la fi-ne”. (a.f.)

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Calabria e Sicilia, arance amare«Il settore rischia il collasso»

Individualismo, difficoltà di accesso al credito, concorrenzaspietata dei Paesi emergenti e scarsa promozione:

allarmante il quadro presentato da Tg2 Dossier il 5 maggio

● Emanuele Zanini

Il settore degli agrumi in Italia(in particolare in Sicilia e Cala-bria) sta vivendo una crisi sem-pre più drammatica che que-st’anno, tra le peggiori stagionidegli ultimi vent’anni, ha tocca-to il suo apice a causa anche di

Scuderi:fermi a

20 anni fa

Alessandro Scuderi, presidente delConsorzio Tutela Arancia di Sicilia Igp

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

quotazioni alla produzione al mi-nimo storico e danni alle produ-zioni (-30%) oltre che del mal-tempo (gelo, grandine, cenerevulcanica, etc). A questi fattori sisommano tra l’altro la spietataconcorrenza sui prezzi del NordAfrica e pure della Cina. Sul tema, su cui Tg2 Dossier hadedicato un ampio servizio chemette in luce tra l’altro la scarsacapacità di associazione a livelloproduttivo e commerciale da par-te del comparto, e la poca e inef-ficace promozione dei prodotti, ilCorriere Ortofrutticolo ha inter-pellato Alessandro Scuderi, presi-dente del Consorzio di TutelaArancia Rossa di Sicilia Igp.Scuderi sottolinea come “nell’ul-timo ventennio si sia assistito auna totale mancanza di sviluppodel settore, specie sul fresco. L’a-grumicoltura infatti deve orien-tarsi principalmente sul fresco,che deve rappresentare il canaleprincipale (a cui è comunque im-portante affiancare l’industria).Il sistema Paese, ahimè, non hamai pensato all’agrumicolturanazionale come a un compartostrategico connotandolo spessosolo tra i settori da sostenere sen-za attivare vere politiche di svi-luppo”.“In questo contesto si assiste auna preoccupante diminuzionedel ruolo della produzione all’in-terno della filiera”. Questa condi-zione, secondo Scuderi, è causataanche dalla presenza sul territo-rio siciliano di aziende piccole eorganizzate in maniera indivi-dualistica che rende impossibilecreare massa critica all’internodei mercati, in particolare quelliesteri.Per il presidente del Consorzio diTutela Arancia Rossa di SiciliaIGP “è necessario attivare strate-gie operative che definiscanoobiettivi, metodi e azioni da at-tuare. Quattro sono i punti strategici dacui partire: innovare, competere,differenziare e organizzare. Perquanto riguarda l’innovazione bi-sognerebbe definire un risana-mento fitosanitario degli agru-

meti, creare vera innovazione disistema e creare una cabina di re-gia che indirizzi le scelte strategi-che del mondo agrumicolo perquel che riguarda la fase dellaproduzione, del confezionamen-to e della distribuzione”.“Per quanto riguarda la competi-tività - aggiunge Scuderi - è ne-cessario agire per diminuire i co-sti e definire meglio (e avvalora-re) il ruolo della produzione ri-spetto a quello dei servizi, dalmomento che ormai, al netto deicosti dei servizi il valore del pro-dotto è (quasi) pari a zero. Un pa-radosso su cui bisogna porre ri-medio ricucendo i rapporti conla distribuzione e la gdo attraver-so una politica “condivisa” ridefi-nendo con chiarezza il ruolo chedeve avere il prodotto nella for-mazione del prezzo, al quale solodopo si devono aggiungere in va-ria forma il valore dei servizi”.Inoltre per Scuderi è indispensa-bile pensare a fonti energetichealternative e rivedere il sistemalogistico puntando non solo suitrasporti su gomma ma pure sutreni e navi (comprese le cosid-dette “autostrade del mare”), ri-durre i costi attraverso agevola-

zioni ai trasportatori tradiziona-li. Per quanto riguarda l’interna-zionalizzazione del comparto“serve che l’Italia inserisca gliagrumi tra le proprie produzionistrategiche d’eccellenza con azio-ni mirate in nuovi mercati. In talsenso - aggiunge Scuderi - la stra-tegia da adottare dovrà prevedereazioni di marketing per far cono-scere attraverso un’efficace co-municazione le produzioni agru-micole di qualità Igp e Dop in Ita-lia e all’estero”.La sfida più complessa, tuttavia,sempre essere rappresentata dalpunto riguardante l’organizza-zione, “raggiungibile attraversonuove forme aggregative trasver-sali come organizzazioni di pro-duttori in forma allargata, inse-rendo e facendo dialogare tra lo-ro figure di diversa provenienza(produzione, commercio, indu-stria) e distretti produttivi a cuiassegnare ruoli strategici. Infine- conclude ancora AlessandroScuderi - sarà fondamentale rive-dere le politiche di sviluppo delsistema Paese in chiave di pro-mozione, alle principali fiere in-ternazionali”[email protected]

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CorriereOrtofrutticoloAttualità

Una capacità di lavorazione tota-le di 40.000 tonnellate, una po-tenzialità di stoccaggio pari a17.000 tonnellate, una superficiecomplessiva di quasi 55.000 me-tri quadrati, di cui ben 33.700 co-perti, con 12.500 metri quadratidi celle per la conservazione diprodotti ortofrutticoli in atmosfe-ra controllata, una sala di oltre10.000 metri quadrati dotata dellepiù moderne ed efficienti lineeper la lavorazione ed il confezio-namento. Questa, in sintesi, la“carta d’identità” del nuovo stabi-limento realizzato a Bagnacaval-lo (Ravenna), con un investi-mento di quasi 24 milioni di eu-ro, dalla cooperativa faentinaAgrintesa, aderente a Confcoope-rative e ad Apo Conerpo e realtàdi punta dell’ortofrutticoltura edella vitivinicoltura italiana. “Studiata nei minimi particolariper coniugare innovazione, effi-cienza tecnologica e logistica, ri-sparmio energetico - ha sottoli-neato in occasione dell’inaugura-zione il presidente di Agrintesa,Raffaele Drei - la nuova strutturaè il frutto dell’accorpamento ditre stabilimenti produttivi:Sant’Agata e Godo di Russi e Mor-dano. Al suo interno si concen-trerà in particolare la lavorazio-ne delle pere dell’area romagnolanonché delle mele, pesche, netta-rine e susine con impianti mo-dernissimi in grado di garantiregli standard qualitativi più eleva-ti e soddisfare le richieste dellaclientela più esigente, italiana edestera”.“L’obiettivo è aumentare semprepiù il livello di competitività e di-fendere il reddito dei produttori eal tempo stesso offrire un’impor-tante occasione di sviluppo e cre-scita dell’occupazione all’entro-terra romagnolo”. “Il magazzino di Bagnacavallo -ha dichiarato il direttore dellacooperativa, Gianni Amidei - rap-

presenta il fiore all’occhiello delpiano industriale di Agrintesabasato su una riorganizzazionecomplessiva che negli ultimi an-ni ha interessato tutta la coopera-tiva. Un progetto che, nel conte-sto di crescente competitività incui opera anche il settore orto-frutticolo, intende raggiungereimportanti obiettivi quali la mag-giore specializzazione, l’ulteriorerazionalizzazione dei costi, lacrescente flessibilità, la moder-nizzazione e la sicurezza dei pro-cessi”. “Grazie alla sempre maggioreconcentrazione della lavorazioneed al sistema di logistica integra-ta in grado di migliorare l’effi-cienza e ridurre i costi – ha con-cluso Amidei – Agrintesa si con-ferma un partner strategico dellaGrande Distribuzione Organizza-ta”. Giudizio decisamente positivosullo stabilimento di Bagnacaval-lo è stato espresso anche da Mau-rizio Gardini, presidente di Feda-gri/Confcooperative, il quale hasottolineato come “questo proget-to offra un segnale di speranzasoprattutto per i giovani, che de-vono guardare avanti con rinno-vata fiducia”. “L’attuale scenario economico -ha proseguito Gardini - è senzadubbio preoccupante, ma di fron-te a queste difficoltà abbiamo laresponsabilità e l’obbligo moraledi consegnare alle generazionicooperative future strutture sem-pre più efficienti e remunerati-ve”. “La realizzazione del nuovoimpianto di Bagnacavallo, offreun importante segnale di fiduciae coesione del mondo agricolocooperativo”.

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Opo Veneto soddisfatta per irisulati raggiunti e per i datidi bilancio 2011. Il documen-to contabile, approvatodall’assemblea venerdì 11maggio, ha evidenziato unfatturato superiore ai 31 mi-lioni di euro, ed unincremento di quasi il 10%

rispetto all’esercizioprecedente. Il presidente FrancescoDaminato e il direttore Cesa-re Bellò, oltre a presentare iprogrammi futuri, hannodetto che la società si è forte-mente impegnata a consoli-dare i canali Gdo e Horecanonché a rafforzare le espor-tazioni. Più del 78% del pro-dotto complessivamentecommercializzato (quasi 31mila tonnellate) proviene di-rettamente dai soci.

Fatturato ok (+10%)Opo Veneto gongola

Agrintesa, 24 milioni di euro peruno stabilimento all’avanguardia

La nuova struttura, ubicata a Bagnacavallo, nel ravennate,si estende su 55 mila metrie può lavorare 40 mila tons

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CorriereOrtofrutticolo ATTUALITÀA

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L’evento Open Day Living Proofdedicato a zucchino e cetriolo incoltura protetta, organizzato daMonsanto col marchio Seminis,ha richiamato a inizio maggionumerosi professionisti del setto-re, tra cui produttori, vivaisti etecnici alla presentazione dellevarietà di zucchino Kimber e dicetriolo Monteverde.Gli ospiti sono stati coinvolti invisite guidate tra le serre dovehanno potuto valutare le pro-prietà e le performance produtti-ve delle varietà esposte e con-frontare alcuni dati importanticome la produttività, la preco-cità e la sanità delle piante versole varietà dei principali competi-tor.In particolare, l’evento ha fornitol’occasione per presentare dueimportanti novità nel segmentodelle cucurbitacee a marchio Se-minis: Kimber, lo zucchino parte-nocapico per una raccolta facili-tata e Monteverde, il cetriolo ibri-do che si distingue per produtti-vità, precocità e shelf life.Thomas Zanini, Sales Promoterdi Monsanto ha dichiarato che“Kimber è un ottima cultivar chesi presta molto bene ai trapiantiprecoci in serra ed è in grado dioffrire buone produzioni quanti-qualitative anche con basse tem-perature; Monteverde è un ce-triolo molto precoce in grado dioffrire elevate produzioni di buo-na qualità”.Soddisfatto Luca Lombardi, di-strict sales area manager di Mon-santo: “Come abbiamo potuto ve-dere direttamente nelle serre, an-che in cicli precocissimi, soggettia basse temperature e forti escur-sioni notte/giorno, con Kimber e

Monteverde sono possibilialte rese di primario gradoqualitativo. Con l’Open DayLiving Proof zucchino e ce-triolo in coltura protetta,Monsanto ha confermatol’impegno ad operare astretto contatto con i propripartner”. ●

Zucchina e cetrioloSeminis scopre le carte

Evento Open Day per il marchio di Monsanto, che ha presentato le ultime novità nel segmento cucurbitacee.

Kimber e Monteverde varietà emergenti

In occasione dell’ottava edizione delSimposio Internazionale sul carciofo eil cardo, svoltosi nei giorni scorsi a Vi-terbo Nunhems, che è stata tra imaggiori sponsor dell’iniziativa, haavuto tra l’altro l’opportunità di presentare a una platea qualifica-ta di ricercatori, scienziati, professionisti e commerciali, le più re-centi varietà ibride che vanno a posizionarsi nei diversi segmentidi mercato e nelle diverse tipologie. Ad esempio, nei tipi “violetto”sono state introdotte varietà come Opal F1, Opera F1, Concerto F1e Nun 4051 AR F1, nei “verdi” sono state presentate cultivar comeSymphony F1, Madrigal F1, Sambo F1 e Nun 4011 AR F1, che bensi adattano al mercato fresco e alla trasformazione industriale.Tutte varietà che hanno riscosso un grande interesse tra i parteci-panti al convegno.Durante i lavori del Simposio sono stati approfonditi diversi aspet-ti sull’attuale stato della ricerca varietale e sulla coltivazione delcarciofo in Italia e nel mondo, tra cui non sono mancati approfon-dimenti sulle sue virtù salutistiche (in Iran si stanno studiando lesue proprietà antiossidanti) e sulla sua resistenza agli stress abioti-ci, come disponibilità idrica, qualità della luce, temperatura, etc.Oltre alle relazioni scientifiche, molto seguite ed apprezzate sonostate pure le visite ai vivai e ai campi di prova, dove sono state mo-strate alcune delle varietà più note e le ultime novità del settore,tra cui naturalmente gli ibridi selezionati da Nunhems.Nel tirare le somme Vito Carrieri, sales specialist carciofo diNunhems, ha spiegato che “il convegno ha offerto l’occasione perfare il punto sullo stato dell’arte della produzione mondiale delcarciofo e del cardo e sulle prospettive future di crescita per questecolture. Non dimentichiamo che proprio l’Italia, con oltre 50.000ettari di produzione, detiene il primato europeo, seguita da Spagnae Francia”.

Le varietà ibride Nunhemsal Simposio sul carciofo

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CorriereOrtofrutticoloLogistica

● Mirko Aldinucci

I carrelli elevatori non si risolle-vano, almeno per il momento,dalla crisi. Soprattutto in Italiadove, a differenza di altri Paesieuropei in cui soffiano venti diripresa, il mercato continua a ri-servare poche soddisfazioni aiprincipali player di settore. “Dopo la pesante crisi economicainternazionale del 2009, il mer-cato dei carrelli elevatori indu-striali ha fatto segnare un decisorecupero in molti Paesi Europei ein taluni casi, come ad esempioin Germania, si è persino riuscitia tornare ai livelli segnati neglianni migliori, ma per il mercatoitaliano, purtroppo, l’analisi è di-versa”, esordisce Loreno Leri,Head of Marketing & Intralogi-stics Services di Om Still. “Nelaprima parte del 2011, nella Peni-sola, si sono registrati recuperisensibili, mentre nella secondaparte la crescita si è sensibilmen-te ridotta. L’inizio del 2012 non èpurtroppo promettente; possia-mo dire che il mercato dei carrel-li elevatori industriali sembra ri-specchiare la situazione econo-mica italiana ed è probabile cheper la ripresa bisognerà attende-re il 2013”.Ma non tutto il male vien pernuocere: “momenti di crisi eco-nomica come quello che stiamoattraversando - prosegue Leri -sono importanti per gettare le ba-si per il futuro e sviluppare pro-getti finalizzati a cogliere imme-diatamente la ripresa. Noi nonsiamo rimasti con le mani in ma-no e, al di là dei progressi com-piuti in termini di sviluppo dinuovi software e prodotti, abbia-mo realizzato l’ambiziosa fusio-ne tra Om e Still. Grazie a questaoperazione saremo in grado diconsolidare e rafforzare ulterior-mente la nostra posizione di lea-dership di mercato in Italia, visto

che i clienti possono ora benefi-ciare della più solida e capillarerete di vendita e assistenza pre-sente sul territorio italiano e, so-prattutto, attingere da un catalo-go prodotti ampio e completo co-me mai prima d’ora”.Ma quali sono le tendenze delmercato e le dinamiche di setto-re? “In un momento complessocome questo le richieste dei no-stri clienti sono orientate a pro-dotti di sicuro valore aggiunto, ingrado di garantire prestazioni ec-cellenti a fronte di bassi costi digestione. Il fatto che gli utilizza-tori siano più maturi, attenti edesigenti è per noi indubbiamentepositivo; i prodotti Om Still rap-presentano infatti una delle ec-cellenze del settore. In futuro,proseguiremo su questa strada,

realizzando prodotti e software ingrado di garantire ai nostri clien-ti prestazioni eccellenti a frontedi una costante riduzione dei co-sti, grazie a minori consumi e aduna razionalizzazione dei flussilogistici e dell’utilizzo dei mezzi”.Una delle più recenti e avanzateinnovazioni di Om Still in termi-ni di prodotto è rappresentatadai carrelli della famiglia RX 70(a tecnologia Ibrida Diesel-Elet-trico): “Mezzi che garantisconoprestazioni straordinarie ma con-sumi di carburante tra i più bassisul mercato - commenta Leri - ol-tre a bassi livelli di emissione diparticolato e ridotto livello di ru-morosità. Vi è poi il FleetMana-ger, applicazione software utiliz-zata con profitto da molti dei no-stri clienti che permette una ge-

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Carrelli elevatori, la crisi mordeItalia tra i Paesi più in sofferenza

Inizio di 2012 particolarmente complesso in un settorein cui i grandi player sono impegnati nel lanciare prodotti

sempre più performanti e dai bassi costi di gestione

Nei riquadri, da sinistra, Piacenza, Leri e Garotti. Nella pagina di destra, Lombardi

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stione attenta del parco carrelli,segnalando le potenzialità di otti-mizzazione dello stesso”.“Il settore risente della grandecrisi economica presente suimercati globali”, afferma FrancoGarotti, direttore generale dellaMontini di Cotignola (Ravenna).“La situazione si caratterizza, ingenerale, per l’instabilità di mer-cato, la forte pressione sui costidelle materie prime e la marcatacompetizione, basata esclusiva-mente sui prezzi più bassi. Que-sta è una fotografia dell’annopassato e, purtroppo anche dell’i-nizio di questo 2012. Le prospetti-ve per i prossimi mesi non sonoesaltanti e sembra seguano que-sto trend”. E tuttavia l’anno passato si èchiuso per Montini con un anda-

mento positivo, almeno nel seg-mento legato all’agroalimentare:“Le vendite in questo compartosono quelle che hanno tenuto afronte di un calo registrato neglialtri settori. Mentre le vendite al-l’estero, sul mercato europeo, sisono posizionate ad un livello del

40% del fatturato globale”.Ma come fronteggiare la crisi?“Le scelte strategiche messe in at-to puntano soprattutto sull’offer-ta di prodotti e di servizi ad altovalore aggiunto”, chiarisce Garot-ti. “Per quanto riguarda i primi,abbiamo presentato la nuova se-rie di carrelli elevatori “BingoZinc”; il modello “Bingoplus N250 Compact.P Xl“ ideale per illavoro nei magazzini da frutta, incorridoi di stivaggio ristretti ecelle frigorifere poiché compattonelle ridotte dimensioni di lun-ghezza e larghezza, elevata porta-ta, dotato di Super Sterzo Montiniper lavorare con la massima ma-neggevolezza, poiché equipaggia-to di serie con assale posterioresterzante fino a 101 gradi. Offria-mo inoltre promozioni e sconti

CorriereOrtofrutticoloLOGISTICA

L

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CLS, dealer dei carrelli Hyster in Italia, lancia ilnuovo carrello controbilanciato elettrico J4.0-5.0XN per rispondere alla crescente domanda dicarrelli elettrici robusti del segmento di mercatodelle 4-5 tonnellate.I carrelli elettrici rappresentano attualmente il20% circa del segmento dei carrellicontrobilanciati da 4-5 tonnellate. Con i prezzidel carburante in continuo aumento e la progres-siva centralità delle problematiche ambientalinel mondo del lavoro, i carrelli elettrici, contro-bilanciati e di grande portata sono destinati adassumere un ruolo prevalente in una vasta gam-ma di applicazioni.Hyster riveste un ruolo fondamentale in questaporzione di mercato riservata ai carrelli a combu-stione interna offrendo prodotti leader a diesel eGPL, forte anche del supporto fornito per diversidecenni a centinaia di clienti in Europa, MedioOriente e Africa con carrelli controbilanciatielettrici da 4-5.5t. La serie J4.0-5.0XN andrà a completare l'offertadi carrelli da 4-5 tonnellate che forniscono unbasso costo di funzionamento e sono progettatiper applicazioni gravose. Hyster ha progettatoquesta serie non solo per sollevare, ma anche permovimentare saldamente i carichi. La serie Hyster J4.0-5.0XN offre le funzioni dellanuova gamma J-XN, comprese le regolazioniECO-eLo e HiP per il bilanciamento ottimale diimpatto ambientale e prestazioni. La trazione CA

e i motori di sollevamento forniscono prestazioniaffidabili. Grazie all’assale motore di grado IP65con freni a disco che non richiedonomanutenzione, il nuovo carrello elettrico fornisceprestazioni eccellenti sia in spazi interni cheesterni.Le dimensioni compatte e la manovrabilità sonofrutto della combinazione della doppia trazionesull'assale anteriore e dell'assale a raggio di ster-zo zero (ZTR), che consente all’operatore di gira-re il carrello sul posto e di manovrare conlarghezze di accatastamento di soli 4,161 mm (4tonnellate). Questo design unico è stato applicatoalla gamma J-XN perché consente la miglior ma-novrabilità senza compromettere l'ergonomiadell'operatore, come ad esempio lo spazio per ipiedi. Le opzioni disponibili includono bracciolofacilmente regolabile con mini leve TouchPointintegrate, volante con regolazione telescopica ememoria inclinazione, pedale Monotrol, coman-do di ritorno a inclinazione impostata incorpora-to nel bracciolo, rimozione batteria laterale, cabi-na completa o parziale con riscaldamento opzio-nale, sensore d’urto e carrello con traslatore inte-grato.

Cls si consolida nel segmento delle 4-5 tonnellate

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CorriereOrtofrutticoloL ogistica

speciali con condizioni di paga-mento agevolate e garantiamo ilmantenimento dell’estensionedella garanzia a 30 mesi o 4.000ore di lavoro oltre al servizio dimonitoraggio delle batterie tra-mite il sistema Gprs”. Tempi duri, in ogni caso, comeconferma Danilo Piacenza, headof Key account management diJungheinrich Italia: “Viviamo,come altri settori, un momentodi stagnazione ed il livello deiprezzi rimane molto compresso”,afferma Piacenza. “L'inizio del 2012 conferma que-sta tendenda di difficoltà genera-lizzata e per i prossimi mesi nonè previsto un miglioramento del-la situazione. Le aziende piùgrandi sono ancora in grado difare qualche acquisto mentre perle più piccole, anche per le diffi-coltà di accesso al credito, è dav-vero molto difficile investire suimacchinari. Queste ultime sonoin gran parte dotate di una logi-stica di magazzino obsoleta; inve-stimenti in attrezzature e tecno-logia permetterebbero di avereun aumento di efficienza e unasensibile riduzione dei costi digestione. Infatti la tendenza dif-fusa del mercato nella media epiccola impresa è quella di trova-re soluzione tecnologiche chepossano dare maggior valore ag-giunto alla propria attivita comesoftware gestionali di magazzinoe radiofrequenza che Jungheinri-ch e in grado di offrire nel pro-prio range di prodotti”.“Per quanto riguarda i mercatiesteri - prosegue Piacenza - alcu-ni sono in sofferenza maggiorementre altri stanno leggermentemeglio, rispecchiando esatta-mente la situazione economicadei rispettivi Paesi. La nostraazienda mantiene anche nel 2012un trend stabile attestandosi su-gli stessi risultati del 2011 quandoil fatturato si è attestato sui 235milioni di euro”. Le ultime novità presentate daJungheinrich sono relative allanuova serie di carrelli frontalielettrici da 25/30 quintali e die-sel da 35/50 quintali. Inoltre so-

no stati presentati i nuovi retrat-tili da 14 e 16 quintali“Negli ultimi anni la Jungheinri-ch ha investito molto per aumen-tare la propria presenza in mer-cati specifici come quello orto-frutticolo realizzando anche solu-zioni personalizzate per la solu-zione di specifiche applicazioni”,conclude Piacenza.Piero Lombardi, amministratoredelegato di Amis, evidenzia che“benchè nel 2011 si sia registratoun incremento degli ordini dicirca il 10% nei confronti dell’an-no precedente il mercato è statoben lungi dall’assorbire i volumirealizzati nel 2007, prima dellacrisi, ed anche del 2008.” Insomma, una sorta “aggiusta-mento rispetto al crollo della do-manda verificatosi nel 2009,quando gli effetti della crisi eco-nomica hanno cominciato a ma-nifestarsi in modo pesante. Pur-troppo l’andamento del primotrimestre 2012 poco lascia spera-re e conferma, con un ulteriorepeggioramento ( -22% rispetto alprimo trimestre dell’anno prece-dente) questo trend negativo; siail calo generale dei consumi, siala rilevante restrizione del credi-to temo continueranno a depri-mere la propensione agli investi-menti in beni strumentali, qualii carrelli elevatori; non è quindirealistico attendersi una ripresadella domanda entro il 2012”.Ed ovviamente è lotta a colpi di“ribassi”: “La concorrenza molto

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Cesab Material Handling Eu-rope in continua crescita: adue anni dal rilancio dellostorico marchio italiano intutta Europa, chiudel’anno fiscale con un bilan-cio nettamente positivo.E mentre in Italia i carrellicontrobilanciati a marchioCesab continuano a esserecommercializzati dallafitta rete BT/Cesab, compostada oltre 60 organizzazioni divendita ed assistenza,all’estero il marchio Cesabsi è ulteriormente evoluto,aumentando il numero di or-ganizzazioni distributrici inesclusiva e arricchendo l’of-ferta tradizionalmente orien-tata ai carrellicontrobilanciati con un’am-pia gamma di carrelli da ma-gazzino.Cmhe può vantare unacopertura territoriale a livel-lo continentale pari a circadue terzi dell’intera Europa.Le performance sul mercatohanno superato nonsolo i risultati precedenti,ma anche quelli già previstiin crescita dalla società. Ciò ha portato ad unconsistente superamento delbudget di vendita”.

Cesab, rilancio riuscito in Europa

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accentuata con una domanda ri-dotta, porta ad assorbire quantopiù possibile i costi per non au-mentare o addirittura ridurre iprezzi, con effetti negativi suimargini”, spiega Lombardi.“Le priorità e necessità dei clien-ti oggi riflettono la congiunturaattuale - dice ancora Lombardi -con richieste di fornitura im-prontate a maggiore flessibilità epossibilità di finanziamento:quindi riduzione della durata deicontratti di noleggio o possibilitàeventuale di termine anticipato edi sostituzione delle tipologie dimacchine noleggiate, come pureproposte di finanziamento dellafornitura. In questo contestoAmis, al quinto anno dalla suafondazione, continuerà nela suafilosofia di diffusione e penetra-zione del mercato con marchi-prodotti di elevata qualità e ad al-to contenuto innovativo, in gradodi offrire efficienza, produttivitàe minor costo operativo”. “Il fatturato di Amis nel 2011 nonha subito praticamente variazio-ni rispetto al 2010, mentre gli or-dini sono aumentati dell’11%”,puntualizza ancora Lombardi. “Ilvolume degli ordini realizzati nelcorso del primo trimestre del2012, risulta anch’esso invariatonei confronti del pari periodo2011, grazie alla definizione ditrattative importanti iniziatel’anno precedente. Tuttavia le ri-chieste d’offerta e nuove trattati-ve iniziate quest’anno si sono ri-dotte in modo significativo. Man-tenere i risultati del 2011 sia perfatturato che per volumi di mac-chine introdotte sul mercato sa-rebbe un risultato soddisfacenteanche se non facile da centrare”.Quanto alle novità del 2011 dallasocietà lombarda si segnalano iltrasportatore bi-pallet di Crownmodello DT3000 che ha comple-tato la gamma dei trasportatori atimone uomo a bordo della serieWT3000 e la nuova serie di car-relli controbilanciati elettronicia 48 Volt SC5000 con portate da13 a 20 qiuintali con il nuovo si-stema di sostituzione laterale del-le batterie in corso di brevetto. ●

CorriereOrtofrutticoloLOGISTICA

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Dopo i successi conseguiti nel 2009 con due dei propri prodotti(BT Levio e Toyota Traigo 48), lo scorso febbraio, a Monaco diBaviera, Toyota Material Handling ha vinto il prestigioso riconosci-mento nella categoria “Product Design” con il BT Optio serie L.Questa volta il titolo conseguito è addirittura il cosiddetto “GoldAward”, assegnato a quelle macchine che eccellono in tutte le cate-gorie esaminate dalla giuria: design di qualità, scelta dei materiali,sicurezza, durata, ergonomia e basso impatto ambientale.La gamma BT Optio serie L, sottolinea un comunicato stampa, èstata sviluppata attorno al concetto “Smooth Operator” concepitoper fornire le migliori condizioni di lavoro all'operatore conducen-te il mezzo. Tutti i modelli sono dotati di un basso gradino diaccesso ed è disponibile in opzione un sistema di ammortizzazio-ne della pedana operatore. Il sistema di sterzo E-man consente unaguida facile: il timone è elettronico e può essere posizionato aseconda delle condizioni di guida. Ciò include il fatto di poterseguire l’operatore mentre lavora al secondo livello, permettendoal carrello di poter essere guidato da un punto all'altro senza doverper forza scendere al livello terra. Inoltre i comandi possono esseretraslati a destra o a sinistra per consentire all’operatore di faravanzare il carrello camminando al suo fianco. I carrelli BT Optioannoverano un gran numero di vani portaoggetti, oltre all'E-baropzionale, che consente un facile montaggio di dispositivi ausiliaricome terminali di computer o scanner di codici a barre.Per Magnus Oliveira Andersson, responsabiledel Design Center di Toyota, che ha diretto losviluppo del design della gamma BT Optio se-rie L, semplicità, robustezza, maneggevolezzae sostenibilità sono i fattori chiave checonducono alle prestazioni.“Questo commissionatore orizzontale è statoprogettato e costruito con il conducente inprimo piano. Un design “evoluzionale” conforme pulite e funzionali, sviluppate attraver-so anni di esperienza”.Attivo sin dal 1953, l'International Forum De-sign Award (iF) è diventato un prestigioso ri-conoscimento internazionale ed il marchioiF rappresenta oggigiorno un simbolo di ec-cellenza, per non dire “l'Oscar del Design”.

Toyota Material Handling si aggiudica il Gold award all’International forum design

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CorriereOrtofrutticoloL ogistica

● Emanuele Zanini

Si chiama Uni_Box ed è l’ultima“creatura” sfornata dagli stabili-menti di Unitec, azienda con se-de a Lugo (Ravenna), tra i leadernel settore macchinari dedicatiall’ortofrutta e nelle relative tec-nologie applicate. Il nuovo mac-chinario si basa su un innovativosistema di apertura automaticadelle cassette in plastica a spondeabbattibili con funzionamentoelettro-pneumatico.Alla presentazione del macchina-rio, avvenuta nella sede dell’im-presa romagnola e a cui tra gli al-tri hanno partecipato Gianni Bo-nora di Cpr System ed EmanueleTimpanaro di Euro Pool Systeminteressati a capire le caratteristi-che e i vantaggi del nuovo model-lo, Angelo Benedetti (nella foto),presidente e direttore generale diUnitec, ha sottolineato in parti-colare le novità che Uni_Box pre-senta rispetto ad altre apparec-chiature simili. “Con questo pro-dotto siamo convinti di aver com-piuto un importante passo avan-ti”, ha commentato illustrando lecaratteristiche dell’innovativomodello. Uni Box è in grado diandare perfino sui soppalchi ri-ducendo i “viaggi” che si compio-no montando le casse da terraper portarle appunto sui soppal-chi. Inoltre le casse si possonoestrarre con facilità anche graziea un sistema di apertura, rapido(visto che è in grado di manovra-re 1.200 casse all’ora) e allo stes-so tempo delicato. Nelle manovredi carico delle cassette ancorachiuse la macchina può esserealimentata con traspallet (esistetuttavia pure una versione ma-nuale, più economica).Uni_Box, che grazie alla presenzadelle ruote può essere spostatocon facilità, è completamentetrasparente. Una caratteristicaquest’ultima che consente di vi-

sualizzare immedia-tamente eventualiproblemi nel corsodell’apertura dellecasse. Inoltre tutti icomponenti che pos-sono entrare in contatto con l’ac-qua (per esempio nel lavaggiodelle cassette) sono stati costruitiin acciaio inossidabile. Dotata diquattro moduli (il primo per lade palletizzazione automaticadelle casse chiuse, il secondo perl’apertura automatica della cassee il terzo per l’impilatura dellecasse aperte e l’ultimo per il de-flusso delle casse aperte e impila-te) il macchinario è in grado di

aprire automatica-mente cassette condimensioni di600x400 millimetriad altezze variabili(da un minimo di 90a un massimo di 230millimetri). La mec-canica dell’apparec-chio, che consenteun forte risparmio dimanodopera e bassicosti di gestione gra-zie alla semplicità ealla funzionalità deimeccanismi, è statacollocata nella partesuperiore del corpo-macchina per evita-re che si sporchi eper consentire chel’eventuale sporciziapresente nelle cassesi depositi diretta-mente a terra senzaentrare in contattocon i vari meccani-smi di funzionamen-to.Unitec, ha lavoratoun anno e mezzo permettere a punto lostudio, il progetto ela realizzazione diUni_Box, “prodotta

interamente - sottolinea con or-goglio Benedetti - nella nostraazienda, software compresi, at-traverso un investimento di 140mila euro”. La ditta ravennate, adoggi, è in grado di produrre unesemplare di Uni-Box ogni 60giorni. Il macchinario è già statotestato in alcune aziende ed è di-sponibile sul mercato: si può siaacquistare direttamente che no-leggiare. ●

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Uni_Box, il macchinario che apre automaticamente le cassette

Unitec lancia sul mercato un nuovo sistemache gestisce rapidamente le cassette a sponde abbattibili

basandosi su un meccanismo elettro penumatico

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CorriereOrtofrutticoloLOGISTICA FLASH

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Il porto di Anversa ha gestitol’anno scorso 8,7 milioni di con-tainer, classificandosi con questidati al quindicesimo posto nellagraduatoria mondiale sulla basedi dati dell’Institute of ShippingEconomics and Logistics (ISL).Da notare che Anversa ha persoun posto a favore di Amburgo, ilquale ha gestito 9 milioni di con-tainer nello stesso periodo. Ilprincipale porto di container ri-mane Shanghai (31,6 milioni dicontainer), seguito da Singapore(29,8 milioni di container) edHong Kong (24,2 milioni di con-tainer).E il porto di Anversa è stato pre-miato con il ‘World Ports Award’in occasione del World Ports &Trade Summit (WPTS) di AbuDhabi. La giuria ha ricompensa-to l’ottima reputazione ottenutain materia di sviluppo, organiz-zazione e sostenibilità.

Chep ha ottenuto la certificazio-ne di Gestione Forestale Sosteni-bile in tutti i Paesi europei neiquali opera, raggiungendo cosìuno dei principali obiettivi di so-stenibilità ambientale stabilitiper il primo semestre 2012. Il Fo-rest Stewardship Council (Fsc) eil Programma per il riconosci-mento di Certificazione Forestale(Pefc), due delle organizzazioniper la gestione forestale più ac-creditate del mondo, riconosco-no attraverso questa certificazio-ne la rigorosa attenzione postada Chep nell’approvvigionamen-to sostenibile del legname sulterritorio europeo.“In precedenza, la certificazioneottenuta da Chep copriva il Re-gno Unito, la Spagna, la Franciae il Belgio. Ora abbiamo raggiun-to la piena certificazione per tut-ti i 23 Paesi europei nei qualioperiamo” dichiara Dolph We-sterbos, Presidente del gruppoChep, Emea & Asia-Pacific”. Chepè stato il primo fornitore di solu-zioni di pooling di pallet nelmondo a ottenere la certificazio-ne multisito Fsc e Pefc. Ciò signi-fica che siamo davvero in gradodi garantire ai nostri clienti chetutto il legname che utilizziamoproviene da risorse legali e soste-nibili”Sono già 243 milioni gli ettari diforeste certificate Pefc e 8.886 leaziende che possono già vantarela certificazione Pefc Chain ofCustody.

IMBALLAGGI

Chep certificataFsc e Pefc

PORTI/1Container, Amburgo

sorpassa Anversa

L’autorità portuale di Barcellonaha assegnato all’italiana Grimal-di il progetto per la costruzione ela gestione di un nuovo terminaldi short sea shipping.L’investimento previsto è di 22milioni di euro e la durata dellaconcessione sarà di 15 anni pro-rogabili.Il nuovo terminal occuperà unasuperficie di 7,4 ettari e prevedela costruzione di una stazionemarittima per passeggeri, l’urba-nizzazione e pavimentazionedella spianata, il controllo degliaccessi e la realizzazione di trepasserelle di collegamento.Con questa nuova infrastruttura,il porto di Barcellona conteràdue terminal specializzati neltraffico marittimo a corto raggio,il “Terminal Ferry Barcelona”,gestito dalla società spagnola Ac-ciona Transmediterránea, ed il“Grimaldi Terminal Barcelona”.

PORTI/2Terminal shipping di

Grimaldi a Barcellona

Il Governo federale brasilianospenderà 500 milioni di Reais(oltre 200 milioni di euro) entroil 2014 per informatizzare la ge-stione dei principali porti delBrasile, senza investire in infra-strutture.Il pacchetto include l’installa-zione di radar e telecamere dimonitoraggio per le navi e lecondizioni climatiche (un siste-ma già superato in altre parti delmondo ma ancora esistente inBrasile).Tutto il complesso portuale brasi-liano movimenta attualmente800 milioni di tonnellate di mer-ci all’anno e risponde per il 96%delle importazioni e delle espor-tazioni nazionali; la burocraziaperò resta pesante.

PORTI/3Il Brasile informatizza

il sistema portuale

Al porto di Genova i traffici dicontainer, corrono. Nel 2011 loscalo ha segnato infatti un +5%nel segmento container, mentrenei primi due mesi del 2012 si èarrivati addirittura al +9,5%. Undato in controtendenza rispettoalla contrazione dell'economiaitaliana.

PORTI/4Traffici di contenitoriin crescita a Genova

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CorriereOrtofrutticoloB iologico news

È un bilancio soddisfacente quel-lo che il 2011 ha riservato ai pro-dotti biologici in Italia. Dalle ri-levazioni Ismea-Gfk-Eurisko e-merge infatti un incremento del-la spesa dell’8,9% su base annua,in leggero rallentamento rispettoal tasso di crescita del 2010, ma inevidente controtendenza con lariduzione complessiva dei consu-mi di generi alimentari “conven-zionali”.La dinamica, che riguarda l’in-sieme dei prodotti bio confezio-nati venduti dalla Gdo, è il risul-tato di andamenti comunque dif-ferenziati. Incrementi si rilevanoin particolare per i lattiero-casea-ri (le rilevazioni indicano unacrescita degli acquisti nel 2011del 16,2%), le uova (+21,4%) eper altre referenze come biscotti,dolciumi e snack (+16,1%) e be-vande analcoliche (+16%).Più contenuti gli aumenti perl’ortofrutta fresca e trasformata(+3,4%), che resta comunque lacategoria guida tra i prodotti bio-logici, raggiungendo un’inciden-za sul totale pari a quasi un terzoin termini di valore.Segnano il passo anche pasta, ri-so e sostituti del pane (-3,2% nelcomplesso), con un bilancio 2011particolarmente negativo per lapasta bio, i cui acquisti si sono ri-dotti di oltre l’11%. Anche per carni e salumi emergeuna flessione dell’8,2% degli ac-quisti, in un’annata negativainoltre per gli oli (-18,6%) e per“zucchero, caffè e tè” (-3,4%).I consumi denotano, dunque, unquadro molto variegato nella di-namica del 2011, confermandotuttavia, all’interno delle singoleproduzioni, ancora una conver-genza degli acquisti su uova, yo-gurt e latte, che insieme copronooltre il 30% dei prodotti monito-rati e che hanno registrato fortiaumenti rispetto all’anno prece-dente. Tutte le macro ripartizioni

territoriali - rileva ancora l’Ismea- sono state interessate da unacrescita degli acquisti nel corsodel 2011, più accentuata al Sud(+19,2%). Le regioni settentrio-nali mantengono però un pesopreponderante, con oltre il 70%di incidenza sul totale.Si stima in Italia un giro d’affarilegato al mercato bio attorno aun miliardo e 550 milioni di eu-

ro, che assegna allo Stivale ilquinto posto dopo Usa, Germa-nia, Francia, Regno Unito e Ca-nada. A livello mondiale, standoalle ultime valutazioni, il fattura-to del biologico è stimato com-plessivamente sui 44,5 miliardidi euro.Sul piano strutturale l’Italia, con1,11 milioni di ettari investiti nel-le coltivazioni bio, ha perso, daun paio d’anni, il primato euro-peo, passato adesso della Spagna(1,46 milioni di ettari). La classi-fica mondiale la vede al settimoposto, con il 3% circa della super-ficie complessiva mondiale, valu-tata sui 37 milioni di ettari.

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Biologico, consumi 2011 okUn business da 1,5 miliardi di euro

Positivo il consuntivo che emerge dai dati Ismea: sul mercato italiano la spesa è cresciuta dell’8,9%

(3,4% per l’ortofrutta); superfici a 1,11 milioni di ettari

L’edizione 2012 del Cibus di Parma, ainizio maggio, ha denotato una nuo-va attenzione per l’alimento biologi-co, segnalato dal logo verde “Bio Or-ganic”.“Nel panorama Italiano la crescitadei prodotti bio - fa sapere l’organiz-zazione della Fiera - mostra consumie ritmi di crescita contenuti maincoraggianti per il futuro mentre inmolti paesi esteri, in particolare quelli germanofoni e nel NordAmerica, il prodotto biologico e in particolare il prodotto “Organic- Made in Italy” riscuote ampie preferenze”. Mai come quest’anno la presenza di CCPB – Consorzio il Biologicoè risultata significativa e interessante per i soci e per i buyers ditutto il mondo.“La nostra presenza al Cibus 2012 - diceva Fabrizio Piva,amministratore delegato di Cccp alla vigilia della rassegna - vuolerappresentare il nostro impegno per un biologico che non sia piùsoltanto una scelta etica, ma che incontri il largo consumo graziealla sua qualità superiore e al suo sapore. Il nostro motto è da sem-pre il biologico è anche buono, ma oggi è anche per tutti”.

Segnali incoraggianti dal Cibus di Parma Piva: il bio adesso è alla portata di tutti

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CorriereOrtofrutticolo BIOLOGICO NEWS

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La prima frutteria-bar al 100%biologica è stata inaugurata a ini-zio maggio nella cintura bolo-gnese, al Centro Nova di Castena-so, da Almaverde Bio, il marchioleader del biologico in Italia. Sitratta di uno spazio di oltre 150metri quadri, accogliente e colo-rato, ideale per un pasto leggerorigorosamente bio, un’insalato-na, una macedonia o un frullatodi frutta, uno snack o una sem-plice pausa-(bio)caffé. La frutte-ria attiverà anche un serviziotake away grazie alle confezionigià appositamente preparate daAlmaverde. Il format, che potràessere replicato altrove in caso disuccesso della bio-frutteria bolo-gnese, è stato realizzato in colla-borazione con Camst, il gruppoleader in Italia nella ristorazione(1.500 punti di consumo, 90 mi-lioni di pasti l'anno per un fattu-rato di un miliardo di euro). Con il presidente di AlmaverdeBio Renzo Piraccini e la respon-sabile delle relazioni esterne diCamst Antonella Pasquariello,erano presenti all’inaugurazionel’assessore all'Agricoltura dell’E-mila Romagna Tiberio Rabboni,

il presidente di Besana Pino Cal-cagni, l’amministratore delegatodel Cccpb Fabrizio Piva, lo stessodirettore di Almaverde Bio PaoloPari con Ernesto Fornari diretto-re di Canova, l’amministratoredelegato di Cpr System GianniBonora, il presidente di CesenaFiere Domenico Scarpellini.“Il biologico è l’ideale per i con-sumi fuori casa - ha detto Piracci-ni - e la gamma dei nostri pro-dotti si presta molto bene a unformat come questo, che va nellastessa direzione di un’iniziativalanciata l’anno scorso e che stadando risultati positivi, la frutte-ria Almaverde Bio di Mirabilan-dia. Il nostro obiettivo è fare delbiologico una scelta quotidianaalla portata di tutti”.Almaverde Bio gode di ottima sa-lute. Un sintomo della sua espan-sione è la scelta fatta da Lidl, illeader dei discount, che sta ab-bandonando il suo marchio per ilbio, e ha scelto Almaverde. Il se-greto? La perfetta organizzazionelogistica, i rigorosi controlli, laserietà che contraddistinguono imagazzini di lavorazione, a parti-re da quello di Longiano. (a.f.)

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In Germania il fatturato diprodotti biologici nelcommercio specializzato cre-sce da anni ed ha raggiuntonel 2011 un volume di più di2 miliardi di euro. Le impre-se hanno aumentato le lorovendite del 12,7% rispetto al-l’anno precedente.Sia nel 2010 che nel 2011 so-no stati aperti 65 nuovi mer-cati per prodotti biologicicon una superficie pari ad al-meno 200 mq. Diminuito in-vece il numero dei piccolipunti vendita o per mancatacompetitività oppure perchèil proprietario ha aperto unnegozio più grande.Attualmente vi sono 2.346negozi destinati ai prodottibiologici.L’aumento del fatturato è do-vuto innanzitutto all’acquisi-zione di nuovi clienti. Nel2011 il loro numero è cresciu-to dell’11%. Pur essendorimasti i prezzi allo stesso li-vello dello scorso anno, l’am-montare delle spese per sin-golo cliente è aumentato.Quindi i punti vendita hannopotuto registrare unincremento del risultato del-l’esercizio pari al 15%.Il fatturato globale di generialimentari biologici èaumentato da un volume di 6miliardi nel 2010 a 6,6miliardi di euro nel 2011. Laquota dei prodotti biologiciammonta ora al 3,7%, il dop-pio rispetto al 2000.Mentre il commercio sta cre-scendo continuamente, laproduzione su areebiologiche non registravaria-zioni significative: nel 2011l’area coltivata con metodibiologici ha raggiunto i 16,8milioni di ettari, il 2,3% inpiù dell’anno prima. Di con-seguenza aumenta la dipen-denza dalle importazioni.

In Germania fatturatosopra i due miliardi

Almaverde “firma” la prima frutteria bioUn format inedito che intende creare i presupposti

per aumentare i consumi fuori-casa di snack e bevande “organic”. Lidl entra nell’orbita della società cesenate

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CorriereOrtofrutticolo DISTRIBUZIONED

57M a g g i o 2012 www.corriereortofrutticolo.it

L’incremento dell’export dei pro-dotti alimentari italiani passa dalcoinvolgimento della grande di-stribuzione estera. È il messaggiolanciato nella seconda giornatadi Cibus in cui si è tenuto il con-vegno “Cibus Global Award”, cheha presentato il primo studioquali-quantitativo mai realizzatosulla presenza del food made inItaly sugli scaffali dei supermer-cati di Europa, Stati Uniti edAsia. Una squadra di “osservato-ri” ha lavorato per mesi per stu-diare e classificare l’esposizionedell’alimentare italiano nellaGdo estera; in sintesi pur essendopenalizzati dall’assenza di inse-gne italiane, cresce esponenzial-mente l’interesse da parte dellecatene internazionali per l’offer-ta dell’industria italiana.“Cibus Global Award”, organizza-to dal Gruppo Food e Fiere di Par-ma, ha anche premiato le catenedistributive estere che si sono di-stinte per parametri di valutazio-ne vanno dall’ampiezza dell’as-sortimento al numero di referen-ze a scaffale, dalle promozioni al-le attività informative instore.Per effettuare le rilevazioni, ilGruppo Food si è avvalso dellacollaborazione dei miglioriesperti nei rispettivi mercati diriferimento: Retail Watch per ilmercato europeo, Mra per quelloamericano, BTG group per quelloasiatico.Per la Gdo in Europa il primoclassificato è la catena tedescaEdeka, per il vasto assortimento,per l’eccellente ordine e visibilitàdel prodotto italiano in scaffale,specie nelle merceologie dei salu-mi e dei formaggi (secondo e ter-zo classificato l’inglese Waitrosee la francese Carrefour).Per la Gdo statunitense il primoclassificato è la catena CentralMarket, premiata per il grandecoinvolgimento del consumatorenell’esperienza di acquisto del

food italiano, con assaggi e corsi(secondo Whole Foods e terzoKings/Balducci’s).Per la Gdo asiatica (Cina, Corea eGiappone) il primo premio è an-dato alla catena giapponese Ise-tan, per la gran cura messa nellepromozioni del prodotto italiano,seguita dalla cinese City Super edalla giapponese Kinokunya. Le osservazioni sulla Gdo euro-pea hanno evidenziato che le in-dustrie italiane dovrebbero privi-legiare l’investimento sui prodot-ti a marchio commerciale dellevarie catene cercando però di evi-denziare al massimo sulla confe-zione la tipicità italiana, accom-

pagnandola possibilmente coninformazioni sul prodotto.Negli Stati Uniti il problema èrappresentato dalla vastità delprodotto imitativo, tanto che su-gli scaffali spesso convivono pro-dotti autentici italiani e prodottifalsi. Più complesso il discorsosulla Gdo asiatica, dove il prodot-to italiano se non viene spiegatorischia di non essere venduto,con l’eccezione della pasta che èun prodotto dove l’italianitàtrionfa. Esemplare l’esempio del-la Cina dove la presenza radicatadi catene francesi ed inglesi favo-risce il consumo dei prodotti diquei Paesi.

L’export? Può aumentare solocoinvolgendo la Gdo straniera

Presentato in un convegno al Cibus il primo studio sulla presenza del food italiano nella distribuzione estera. Edeka la catena europea che tratta meglio il made in Italy

Sisa ha incontrato a Bologna i rappresentanti dell’industria diMarca per illustrare i risultati raggiunti grazie all’intensa campa-gna di comunicazione di cui l’insegna è stata protagonista nell’ul-timo anno e che ha coinvolto proprio i prodotti delle grandi mar-che. Dopo l’introduzione di Danilo Preto, direttore marketing delGruppo, che ha elencato le diverse iniziative commerciali promos-

se sui principali media nazionali nelcorso del 2011 e del 2012, il meeting èproseguito con l’intervento di MarcoRavagnan, direttore tecnico di Sisa,con l’analisi mirata delle due promo-zioni sviluppate in partnership conl’industria di marca, “Operazione Sot-tocosto” e “1+1”, rispettivamente insell out a gennaio e a marzo del 2012. Nei quindici giorni di pianificazione

di ognuna delle singole promozioni, tra le aziende aderenti è statorealizzato fino al 17% del proprio fatturato totale anno nel caso diOperazione Sottocosto, e fino al 62% durante 1+1. Pur mancando idati definitivi di quest’ultima, la tendenza sembra confermare gliottimi risultati conseguiti dalla prima operazione con un aumentocomplessivo delle vendite per l’insegna del 546% a quantità e del759% a valore.

Sisa, funzionano le promozioni in partnership con l’industria di marca

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CorriereOrtofrutticoloDistribuzione

“Il 15% delle aziende agricole europee colloca più dellametà dei loro prodotti con la vendita diretta, ma un con-sumatore su due dice tuttavia di avere difficoltà a reperi-re alcuni prodotti agricoli. La vendita diretta è una ric-chezza da preservare e ha un potenziale ancora da svi-luppare”. Parole del Commissario all’Agricoltura DacianCiolos (foto) nel dare avvio, a Bruxelles, ai lavori dellaconferenza Agricoltura locale e filiera corta.Anche in Italia la vendita diretta e la filiera corta hannoconosciuto in questi anni una crescita significativa, siain termini di incremento di vendite che di apprezza-mento da parte del pubblico. “Delle 3.500 cooperativeaderenti a Fedagri Confcooperative circa 2.600 commer-

cializzano i loro prodotti direttamente attraverso proprispacci aziendali e punti di vendita diretta, distribuiti sututto il territorio nazionale”, ha affermato AntonelloCiambriello di Fedagri-Confcooperative e responsabiledel Progetto Qui Da Noi - Negozi cooperativi di venditadiretta intervenendo alle sessioni di lavoro pomeridiane.“Si tratta di un sistema di vendita storico e consolidatoche negli ultimi anni si sta evolvendo attraverso puntivendita sempre più specializzati e rispondenti alle esi-genze dei consumatori. Raccogliamo, pertanto, l’invitodella Commissione di lavorare per qualificare ulterior-mente questo canale di vendita non solo per dare un red-dito sempre maggiore ai nostri soci produttori, ma ancheper valorizzare le produzioni tipiche locali”.Per migliorare la competitività della vendita diretta inItalia, secondo Fedagri, occorre investire nella formazio-ne degli addetti alla vendita e nelle attività di marketing. Il gradimento da parte del pubblico è in crescita: nel pe-riodo compreso tra il 2009 ed il 2011 i fatturati da vendi-ta diretta nelle cooperative sono aumentati del 7%.

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Una nuova linea specialistica per il Gruppodistributivo Selex: “Natura Chiama Selex”,una selezione di frutta e verdura già prontadi filiera controllata e prodotti alimentaribiologici, per un’alimentazione sana erispettosa dell’ambiente.Per dare il giusto risalto alla linea è statacreata un’immagine grafica comune, con lascritta Natura Chiama su fondo verde unitaal tradizionale logo rosso di Selex. In primopiano, sono evidenziate le caratteristiche delprodotto, per una scelta sicura e garantita.“Vogliamo dare una risposta concreta alle at-tese di sicurezza, rispetto dell’ambiente edella salute espresse quotidianamente dainostri clienti - sottolinea Luca Vaccaro, re-sponsabile Marche Commerciali del Gruppo-. L’obiettivo è anche quello di segmentare evalorizzare ulteriormente l’offerta dei nostriprodotti a marchio, oggi costituita da oltre3.500 referenze”.Con il lancio di Natura Chiama Selex, ilGruppo rafforza il suo impegno nel settoredelle marche commerciali che, grazie a que-sta strategia di segmentazione e specializza-zione nel segno della qualità, ha registratonel 2011 un incremento delle venditesuperiore al +15%.La frutta e gli ortaggi di filiera controllata“Natura Chiama Selex” provengono dalle zo-ne più vocate e sono prodotti secondo preci-se tecniche di coltivazione, che prevedono ilminor uso possibile di sostanze non natura-li. Rigorosi controlli sul campo e post raccol-ta assicurano la massima qualità e larintracciabilità dei prodotti. L’assortimento delle verdure, oltre a patate,cipolle, pomodorini, vede anche una vastascelta di insalate già pronte, valeriana, ruco-la, radicchio, lattuga, rucola, proposte anchenei mix iceberg e radicchio, mista saporita,misto julienne, insalata greca. Non manca-no le verdure pronte da cuocere, come le er-bette e gli spinaci.La frutta, in sacchetto, cestino o sfusa, com-prende per il momento agrumi (arance, cle-mentine e limoni), meloni, kiwi, mele nellevarietà Golden, Stark e Royal Gala, ma si ar-ricchirà durante l'anno di tanti prodotti distagione. Le proposte bio della linea NaturaChiama Selex sono preparate esclusivamen-te con materie prime biologiche, ottenutecioè senza l’uso di prodotti chimici di sinte-si e nel rispetto dell'ambiente.

“Natura chiama Selex”Ortrofrutta a filiera controllata

Ciolos: svilupparela vendita diretta

Il Commissario all’agricoltura Ue:ricchezza da preservare.

Fedagri: investire in formazione e marketing

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CorriereOrtofrutticolo DISTRIBUZIONE FLASHD

La Direzione Generale della Con-correnza della Commissione eu-ropea ha dato l’autorizzazione al-la fusione Auchan-Cora.Secondo il decreto la catena fran-cese di supermercati Auchan puòacquistare dal gruppo belga LouisDelhaize l'intera unità ungheresedella catena Cora, alla quale ap-partenevano sette ipermercatinel Paese. La Auchan assorbiràquindi anche i dipendenti dell’exCora, raggiungendo le 8.000unità.Attraverso la fusione, secondo leprevisioni, la Auchan diventeràla quinta catena di supermercatiin Ungheria, considerando il fat-turato annuo raggiunto.

59M a g g i o 2012 www.corriereortofrutticolo.it

Il Gruppo Crai aderisce a Fida-Confcommercio. Il presidentenazionale dei dettaglianti DinoAbbascià (nella foto), il massimoesponente di Crai-Cooperative,Giangiacomo Ibba e il presidentedi Crai-Secom, Piero Boccalatte,hanno siglato un protocollo d’in-tesa per formalizzare l'adesionedel Gruppo alla Federazione Ita-liana Dettaglianti dell’Alimenta-zione, aderente a Confcommer-cio-Imprese per l’Italia, che rap-presenta, a livello nazionale, cir-ca 60.000 imprese del dettaglioalimentare. Crai nasce nel 1973, quando unpiccolo gruppo di dettagliantialimentari decise di unire le for-ze costituendo, a Desenzano delGarda, la Commissionarie Riu-nite Alta Italia (Crai), presto tra-sformata in CommissionarieRiunite Alimentaristi Italiani.Oggi, il Gruppo Crai rappresentauna rete di supermercati e nego-zi alimentari che si distinguonoper l’atmosfera familiare, perl'assistenza del personale, per unmodo di fare la spesa modernoma al tempo stesso ancorato alletradizioni.Il sodalizio è presente in mododiffuso e radicato sul territorio,attraverso 17 poli e oltre 2.900punti vendita, è attualmente pre-sente in circa mille comuni e in19 regioni d'Italia. A ciò si ag-giunge una presenza in due Pae-si esteri, Malta e Svizzera, in en-trambi i casi con una rete costi-tuita da oltre un centinaio dipunti vendita affiliati.

ITALIA

I 2.900 Pv di Crai aderiscono alla Fida

FRANCIA

Via libera alla fusioneAuchan-Cora

Il gruppo The Mall, numero 2della grande distribuzione thai-landese, ha pianificato l’aperturadi 10 Gourmet Market, grandi su-permercati alimentari di qualità,entro il 2015.Il gruppo, proprietario dei presti-giosi shopping mall Emporium eSiam Paragon, i più lussuosi cen-tri commerciali di Bangkok, in-vestirà nel progetto 10 milioni dieuro.Le vendite di prodotti alimentarinel punto vendita ubicato nelSiam Pragon ammontano da solea 4 miloni di euro mensili. Il fat-turato proveniente dai repartifood costituisce da solo il 27% delfatturato totale di The Mall.

THAILANDIA

The Mall apre altri10 Gourmet Market

Prosegue l’espansione dei mag-giori operatori della grande di-stribuzione organizzata messica-na: il gruppo Chedraui (183 pun-ti vendita e circa 32.000 dipen-denti) ha annunciato, tramite lasua divisione immobiliare, uninvestimento di 1.700 milioni dipesos (circa 100 milioni di euro)in un complesso immobiliarecommerciale nello stato di Vera-cruz.Il progetto “Eldorado” prevede lacostruzione di un complesso im-mobiliare con 166 spazi com-merciali, sale cinematografiche,2.200 parcheggi e una marinacon 106 posti-barca.E non è tutto visto che AlfredoChedraui, responsabile del pro-getto Eldorado, ha evidenziatoche il gruppo distributivo sta la-vorando anche su un 33mo cen-tro commerciale da realizzare aGuadalajara, nello Stato di Jali-sco.

MESSICO

Chedraui investein Centri commerciali

I prezzi praticati dai supermerca-ti brasiliani nel mese di marzoscorso sono aumentati del 6,01%,nel confronto con lo stesso pe-riodo dello scorso anno.Secondo i dati divulgati dall’A-BRAS (Associazione Brasilianadei Supermercati) il paniere dibase che comprende 35 prodottidi largo consumo è risultato co-stare 315,26 reais (circa 132 euro)nel terzo mese dell’anno in cor-so.Un anno fa, negli stessi 31 gior-ni, gli stessi prodotti si potevanoacquistare per 297,39 reais (circa123 euro).

BRASILE

Più caro il panieredei prodotti di base

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● Antonio Felice

Ma c’è spazio per l’ortofrutta ita-liana in Russia? E che spazio è?La risposta di Oleg Ivanov, consu-lente di importanti ditte d’impor-tazione a San Pietroburgo, è laco-nica: “Sul volume complessivodelle importazioni all’Italia re-sta, se vogliamo essere sinceri,una porzione decisamente picco-la”. Più articolata la risposta delgiornalista specializzato VadimAniskin di Mosca: “In generale,l’ortofrutta italiana ha una buo-na reputazione al traino del suc-cesso dei prodotti alimentari ita-liani che sono molto apprezzati.Purtroppo, a volte i prezzi richie-sti dagli esportatori italiani sonotroppo elevati per il nostro mer-cato e c’è troppo poca flessibilitàal riguardo così come nei termi-ni di consegna. Ci sono nicchiein cui l’Italia potrebbe lavorare dipiù se conoscesse meglio le esi-genze del mercato russo. Comun-que l’Italia sfrutta la forte do-manda di kiwi tra l’autunno e laprimavera, in concorrenza con laGrecia. Le mele italiane hanno

un mercato migliore di quellefrancesi ma non possono compe-tere sul prezzo con quelle polac-che e ucraine. C’è una finestra dicommercializzazione in settem-bre per l’uva da tavola. La fruttaestiva incontra la forte concor-renza della Turchia, della Spagnae della Serbia. Ma l’Italia è leaderin tutte le varietà di insalate, coneccezione della Iceberg. Insom-ma, lo spazio c’è, soprattutto segli italiani cureranno meglio,con maggiore attenzione e cono-scenza, il nostro mercato”.Altri interlocutori prendonotempo, poi non rispondono. Masi legge nei loro occhi la risposta:“Prezzo o non prezzo, non scari-cateci qui prodotto di scarsa qua-lità. Non tirateci bidoni. All’Ita-lia non resta che lavorare sulla

qualità extra, questo è il suo mer-cato”.Dopo la missione del 23 e 26maggio a San Pietroburgo, ag-giungiamo: il futuro, se non già ilpresente, è nei carichi misti e inuna logistica meglio organizzata,che può limitare a quattro giornii tempi di consegna.La Russia, dunque. Un mercatoimmenso, fatto di province scon-finate e di due metropoli: Moscae San Pietroburgo. Tre mercati inuno, diversi tra loro. La Russiaimporta frutta per 4 milioni ditonnellate l’anno e un valore in-torno ai 2 miliardi di euro e ver-dura per 4,5 milioni di tonnellate(soprattutto pomodori). È il mag-gior importatore mondiale dimele e pere. L’Italia entra in que-sto business con 100 mila tonnel-

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Troppo poca Italia in RussiaLa colpa? Non conoscere il mercato

La delegazione veneta al completo; nell’altra pagina Daniele e Cera del Maap

Missione di imprenditori e manager veneti a San Pietroburgo, dove c’è spazio per il made in Italy.

Carichi misti e prodotto di qualità per conquistare i russi

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late e 70 milioni di euro. Decisa-mente poco. Maggiore conoscen-za di questo mercato e dei suoimeccanismi, e si potrebbe faremeglio, molto meglio. Ancheperché, dopo una pausa dovutaalla crisi economica generale, dal2010 i consumi di ortofrutta sonoripresi alla grande e gli incre-menti viaggiano a due cifre dianno in anno.San Pietroburgo si è affermatanegli ultimi anni come il princi-pale centro di smistamento del-l’ortofrutta importata in Russia.La città è sede delle principali so-cietà di importazione del Paese edi alcuni importanti strutture lo-gistiche, a partire dal porto. Lasola Nevskaya della famigliaFrenkel, principale attore delcommercio ortofrutticolo dellacittà, importa almeno 260 mila

tonnellate di ortofrutta all’annoovvero due volte e mezzo il totaledell’export italiano. Nel porto siscarica ortofrutta proveniente datutti i continenti. I flussi europeiarrivano via terra spesso inter-mediati dal punto di vista logisti-co nei Paesi Baltici, in Olanda oin Polonia.Abbiamo guidato una missione aSan Pietroburgo di 11 imprendi-tori e manager veneti interessatial mercato russo. Vi hanno fattoparte Gian Paolo Sardos Alberti-ni, presidente di Veronamercato,con il direttore Paolo Merci,Giancarlo Daniele, amministra-tore delegato del Maap di Padovacon il direttore Francesco Cera eil coordinatore dei grossisti Al-berto Filippino, il titolare dellaB&B Loredano Brentegani, la sa-les manager Natalia Rojcov, Stefa-

Il dinamismo del mercatorusso è confermato anchedalla proporzione fra gliortaggi importati e quelli pro-dotti nella regione attorno aSan Pietroburgo, che è incontinuo cambiamento e di-pende dalla stagione. Ad oggi, in ogni caso, i volu-mi della produzione localesono insufficienti a coprire iltotale dei consumi dellaregione: generalmente, nelperiodo da febbraio ad apriledi ogni anno la quota diortaggi locali è pari all’11%,mentre da giugno ad ottobreè il 70%. L’adesione della Rus-sia alla Wto avrà come proba-bile conseguenza la riduzioneentro il 2015 dei dazi dogana-li per l’importazione di moltetipologie di ortaggi.Principalmente sarannoridotti i dazi doganali per po-modori e cetrioli, le due col-ture più adatte alla coltivazio-ne in serra (dal 15% al 10%).La riduzione dei dazi riguar-derà anche i cavolfiori e ibroccoli (dal 15% all’11%), icavoli di Bruxelles e i cavolicappucci (dal 15% al 13%), lecarote, le rape e le bietole(dal 15% al 12%). Pertanto, in vista del prevedi-bile aumento dellaconcorrenza estera a causadella significativa diminuzio-ne dei dazi, le pubbliche au-torità hanno annunciato illancio di un programma sta-tale per il sostegno dell’agri-coltura, nell’ambito del qualetre importanti produttori diortaggi hanno già deciso diampliare le proprie capacitàproduttive. Si tratta delleaziende Evrika, Viborzhets eAgroline, che in totaleinvestiranno nei prossimi an-ni circa 300 milioni di europer la costruzione di oltre 35ettari di nuove serre.

Produzione localeinsufficiente

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no Bighelli export manager dellasocietà Perusi di Verona, ChiaraZuccari, export manager di Pri-mo Mattino Baratella con la com-merciale Mirca Saggioro, LiliaGanea dell’ufficio export della so-cietà Due Erre di Padova.San Pietroburgo, seconda cittàdella Russia, con una popolazio-ne nell’area metropolitana di 4,4milioni di abitanti, vede crescerei consumi di ortofrutta a ritmidel 20% l'anno. Sono attive so-cietà di importazione serie e diconsolidata esperienza, la grandedistribuzione è in piena espan-sione con l'ortofrutta che occupail secondo posto nel settore ali-mentare per fatturato dopo lecarni e insieme ai latticini.La delegazione ha visitato il mer-cato di Sofiskaya, la catena di su-permercati Okey, che è in grandeespansione (20 grandi superficidi vendita nell’area metropolita-na e altre cinque di medie di-mensioni, oltre a due supermer-cati a Mosca), i magazzini di con-fezionamento di numerose so-cietà di importazione come Alga,Oasis, RGS, Novfrut e il colossoNevskaya. Negli incontri b2bpresso l'albergo Emerald si sonoavvicendate anche altre societàcome Deltraders, BalFruit, Fruit-time, MirabellaFruit che si sonoaffiancate agli incontri organiz-

zati dalle singole aziende italianepartecipanti. Il clima dei collo-qui è stato di grande attenzioneper quello che gli italiani aveva-no da offrire e l’impressione ge-nerale è stata di enormi poten-zialità da sviluppare.Oltre ai problemi logistici, cheincidono in modo negativo sullacostruzione del prezzo del pro-dotto italiano, che a volte risultaelevato, pesa sulla scarsa presen-za dell’Italia a San Pietroburgo lapoca informazione sull’organiz-zazione del mercato, in cui ope-rano serie società di importazio-ne. I concorrenti sono certo nu-merosi per tutte le categorie diprodotto, tuttavia esistono fine-

stre temporali in cui il prodottoitaliano potrebbe inserirsi consuccesso. Ma ciò raramente av-viene proprio per mancanza diinformazioni dettagliate.È il caso delle produzioni estive,in particolare pesche e nettarine,che qui potrebbero realizzaregrandi quantitativi di venduto. Sista affermando la quarta gammae si è aperta una piccola nicchiaper il mercato del biologico. Ilconsumatore, attento ai costi e al-l’aspetto del prodotto, cominciaad apprezzare anche gli aspettiqualitativi e il rispetto dell’am-biente. Un mercato dunque chesarebbe un peccato trascurare.

[email protected]

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Irina Sinelnikova, import manager di Alga e Oleg Ivanov, consulente.Sopra, cipolle egiziane a Sofiskaya dopo lo sbarco al porto di San Pietroburgo

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Medfel, tenutasi dal 24 al 26 apri-le a Perpignan (Francia), ha avu-to un asso nella manica: il soste-gno economico di “Sud de FranceDéveloppement”, agenzia pubbli-ca di Montpellier (capoluogo del-la regione Languedoc-Roussillon)che ha invitato a sue spese 112buyers provenienti da tutto ilmondo. Buyers selezionati, cine-si, russi, argentini, brasiliani, delNord Europa, eccetera (in tutto 36Paesi), che hanno dato alla fieraun decisivo impulso verso la di-mensione business e hanno fattola felicità dei 230 espositori. Alcu-ni nomi delle aziende che hannoinviato loro rappresentanti aMedfel: DLCMuchellini (Argenti-na), Berrygood (Brasile), Pin-gakol (Uruguay), Euro-Atlantic eTongGuan (Malesia), ShenzhenAgriculturalProducts (Cina), Parkn' shop (Hong Kong), Yamaoka eAICINC (Giappone), BanChoon(Singapore), LesentrepotsFruigor,Sun Mark Foods e Bar ImeInter-national (USA e Canada), Fresh-FruitsCompany (Emirati ArabiUniti), FreshFruit (Kuwait), Spin-neys (Libano-Egitto), Azayz (Tu-nisia), oltre ai buyers europei erussi. L’afflusso alla manifestazio-ne ha registrato peraltro un nettoaumento (+17,8%) rispetto all'e-dizione 2011. In questa quarta edi-zione, Medfel ha registrato 4.325visitatori professionali. Se ibuyers ci saranno anche nel 2013(la prossima edizione è in pro-gramma dal 22 al 24 aprile, sem-pre a Perpignan), la crescita diMedfel sarà garantita malgrado laforte concorrenza fieristica in Eu-ropa. L’Italia è stato il Paese ospi-te e la delegazione italiana, orga-nizzata dal Cso di Ferrara, ha cer-cato anche di sfruttare l’occasioneper rinsaldare i rapporti tra laFrancia e il nostro Paese. Gli espo-sitori, a partire dagli italiani, han-no espresso valutazioni positive,anche se la dimensione della fiera

è rimasta abbastanza piccola. Ildirettore di VOG, Gerard Dich-gans, ha approfittato della presen-za dei buyers internazionali perstringere nuovi rapporti. Il CAABdi Bologna, con il direttore Ales-sandro Bonfiglioli e il presidentedei grossisti Valentino Di Pisa, halanciato l’alleanza con il mercatodi Saint-Charles, l’importantecentro logistico alle porte di Per-pignan. Il mercato di Bologna haaperto un distaccamento a Saint-Charles con un proprio funziona-rio, autorizzato a monitorareprezzi e flussi commerciali al finedi incrementare l’interscambiotra gli operatori. Federico Milane-se, che è a capo dei servizi per

l’internazionalizzazione del CSOdi Ferrara, ha presentato in un so-lo “pacchetto”, la filiera italianadell’ortofrutta: produzione, tecno-logie, imballaggi, servizi, all'inse-gna del fare sistema all'estero.“Stiamo creando una nuova im-magine che sarà presentata allaprossima FruitLogistica, un brandItalia, un brand di filiera con ilquale ci presenteremo in tutte lefiere”, ci ha detto. La presenza del-la Unitec aveva un significato par-ticolare: quello di lanciare la nuo-va filiale francese, Unitec France,con sede ad Avignone. L’aziendadi Lugo di Ravenna è sicura di ave-re tecnologie interessanti per ilmercato francese. (A.F.)

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Buyers da tutto il mondola chiave del successo di Medfel

La regione Languedoc-Roussillon ha finanziatola presenza di compratori asiatici e americani.

Debutto del Cso come promotore della filiera italiana

Le tavole rotonde in spazi aperti sono una delle caratteeristiche di Medfel. Sopra, gli stand del Caab di Bologna e del Vog di Bolzano

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Nel corso del 2011 il Belgio ha la-vorato un totale di 3,2 miliardi dipatate, diventando il leader mon-diale davanti ai Paesi Bassi. Danotare che circa il 90% di questiprodotti lavorati è destinato al-l’export. Il fatturato complessivodel settore è passato da 1,03 mi-liardi di euro nel 2010 a 1,2 mi-liardi del 2011. Lutosa, uno dei principali pro-duttori di patate fritte surgelate,ritiene che il Belgio faccia partecon il Nord della Francia e laGermania dell’Ovest del clusterdella patata più produttivo almondo. I produttori belgi di pa-tate fritte surgelate vantano unoknow-how importante, che per-mette di adattare i prodotti alleesigenze dei mercati esteri.

BELGIO/1Leadership mondiale

per le patate

In base ai dati EuroStat elaboratida Ice Shanghai, nei primi diecimesi del 2011 l’interscambio Ita-lia-Cina ha raggiunto la cifra re-cord di 47,387 miliardi di euro(+17,1% sull’analogo periodo2010), confermando Pechino alterzo posto fra i partner com-merciali dell’Italia, preceduta daGermania e Francia e seguita daSpagna e Usa. Gli scambi con laCina rappresentano il 5,2% delcommercio estero italiano.La Cina è divenuta il settimocliente dell’Italia con acquistiper 11,661 miliardi di euro,(+26%) con una quota sulle no-stre esportazioni del 2,7%. Sul fronte delle importazioni laCina, con 35,725 miliardi di euro(+14,5% rispetto allo stesso pe-riodo del 2010), è il terzo fornito-re dopo Germania e Francia, conuna quota del 7,6%

CINA

Volano nel 2011gli scambi con l’Italia

Negli ultimi tre anni le esporta-zioni di uva peruviana sono au-mentate del 47%. Iniziato 13 an-ni fa, l’export del prodotto peru-viano toccavavo i 631.802 chili,più di 30 container. Attualmenteil Perù esporta 132 milioni dichilogrammi, l’equivalente di7.060 container, destinati a 50Paesi. La principale varietà perl’esportazione è la Red Globe,che rappresenta il 75% delle ven-dite totali. La Cina è il principa-le mercato di riferimento di que-sta varietà: assorbe un quarto ditutte le esportazioni.

L’obiettivo è ambizioso: diventa-re uno dei principali Paesi pro-duttori del kiwi nell’emisferoNord. Ci sta lavorando la Geor-gia, in particolare la nuovaazienda Nergeta che sta stringen-do un accordo con un importan-te importatore inglese, partico-larmente interessato ad acquista-re l’actinidia georgiana.Secondo Vekua, manager delaNergeta, le vendite di kiwi dellaGeorgia raggiungeranno circa600 tonnellate nel 2013, dellequali il 50% verrà destinata all’e-sportazione. L’azienda ha 24 etta-ri impiantati a kiwi e prevede diarrivare a 200 ettari entro il 2016-2017.“Credo realmente - spiega Vekua- che la Georgia possa pensare didiventare la Nuova Zelanda del-l'Emisfero Nord per quanto ri-guarda i kiwi”.

Syngenta ha annunciato un ac-cordo di collaborazione con Uni-veg, società leader mondiale perla commercializzazione di pro-dotti ortofrutticoli con sede inBelgio. Le due società collabore-ranno strettamente per aiutare iproduttori ortofrutticoli a ri-spondere alle richieste dellagrande distribuzione in materiadi sostenibilità in Europa, MedioOriente e Africa.Nello specifico, l’accordo preve-de, tra le altre cose, la possibilitàdi frequentare corsi di formazio-ne gestiti da Syngenta relativa-mente all'implementazione deiprogrammi IPM (Integra-ted PestManagement), alla gestione insicurezza e al corretto utilizzo de-gli agro-farmaci.

In Belgio i prezzi dei prodotti ali-mentari sono in media il 10% su-periori rispetto ai Paesi Bassi e laGermania ed il 7,5% in confron-to alla Francia. Lo dimostra unostudio realizzato dal ministerodell’Economia belga. Il divario èsoprattutto sui prezzi dei prodot-ti di marca, mentre il marchiodistributore risulta sensibilmen-te inferiore a quello all’estero. Si noti che le differenze tra le va-rie catene possono arrivare finoal 25%. Il Ministro dell’Econo-mia Johan Vande Lanotte, ritie-ne che i listini più elevati sianoda imputare al fatto che il distri-butore belga vende relativamen-te meno al metro quadro rispettoai Paesi limitrofi e ha costi fissisuperiori.

GEORGIA

Prepara il terreno perdiventare big nel kiwi

BELGIO/3Accordo

tra Syngenta e Univeg

BELGIO/2Prodotti di marcapoco convenienti

PERÙ

Esportazioni di uva,+47% in tre anni

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Il gruppo Limagrain (di cui fan-no parte quattro business unit,tra cui Hm Clause Italia) ha orga-nizzato un evento rivolto allastampa europea che si è svoltodal 21 al 23 maggio ad Almeria(Andalusia, Spagna), per far co-noscere meglio una delle princi-pali zone produttive in serra delcontinente oltre alle specificitàdel sodalizio, unico esempio digovernance cooperativo nel setto-re sementiero.A fare gli onori di casa il diretto-re generale di Limagrain, DanielChéron e Franck Berger (entram-bi nella foto in basso), direttore ge-nerale aggiunto di Hm Clause iquali, dopo le visite alle serre e alCentro di ricerca della città anda-lusa, hanno presentato una rela-zione ricca di dati.Limagrain nel 2010/2011 ha ven-duto per 1.555 milioni di euro, il15,3% in più rispetto a quantomesso a bilancio nel 2009/2010 econta 7.200 dipendenti; è al quar-to posto al mondo nel settore del-le sementi ed è secondo assoluto,alle spalle di Monsanto, per le se-menti orticole, la cui divisioneconta 2.700 dipendenti ed espri-me vendite per 510 milioni di eu-ro. È inoltre leader assoluto, inEuropa, per le grandi colture. Ilgruppo, che investe sempre dipiù in ricerca, punta a fornire so-luzioni innovative e a consolida-re il futuro dei partner attraversostrategie sinergiche. All’interno di Limagraine, HmClause, il cui business, nelle se-menti orticole, è pari a 230 mi-lioni di euro e conta 1.350 dipen-denti, è protagonista nella produ-zione di 23 specie dal pomodoro(23% della quota totale) al melo-ne (15%), dal peperone (11%) al-lo zucchino al cavolfiore, al fagio-lo; le prime cinque specie rap-presentano il 65% del volumed’affari totale. Hm Clause è al pri-mo posto tra i grandi gruppi per

melone, zucchina estiva, dolcettae zucca, al secondo per pomodo-ro fresco, cavolfiore, finocchio, alterzo per peperone e fagiolo. Lesterminate serre di Almeria siestendono su 27 mila ettari co-perti e offrono una produzione di2,9 milioni di tonnellate, il 63%destinato all’export. Il valore del-le sole colture protette di Hm

Clause supera in Spa-gna i 140 milioni di eu-ro e rappresenta l’80%del valore di mercatocomplessivo iberico. Alivello di trend di mer-cato, Hm Clause rilevache il consumo di me-loni sta aumentandonei Paesi dove tradizio-

nalmente non vengono coltivati,mentre i distributori stanno cer-cando una finestra di disponibi-lità produttiva più ampia. La pro-duzione mondiale si estende su410 mila ettari, 18 mila dei qualiin Italia e altrettanti in Spagna.Sul prossimo numero del CorriereOrtofrutticolo ulteriore ap-profondimenti. (M.A.)

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Limagrain-Hm Clause si consolidaAlmeria “paradiso” delle serre

Quarto gruppo sementiero al mondo, secondo per le orticoleil sodalizio francese, unico modello cooperativo nel settore,

nel 2010-2011 ha incrementato le vendite del 15,3%

Le serre di Almeria. A fianco alcunedelle varietà di melone Hm Clause

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L’Autorità garante della Concor-renza ha condannato in Francia11 Op specializzate nell’indivia auna sanzione di 3,6 milioni dieuro per aver concordato unprezzo minimo del prodotto per14 anni.La filiera, come si legge su Fruc-tidor si difende e le organizza-zioni di produttori sottolineanoche regolamentare i prezzi è unadelle loro missioni. I marginidella distribuzione sono stati di1,24 euro al chilo nel periodo2000-2010 mentre il prezzo medioal produttore nello stesso arco ditempo è sceso da 0,74 a 0,68 eu-ro al chilo lo scorso anno, dimi-nuendo ulteriormente tra 0,30 e0,45 euro al chilo tra metà aprilee metà maggio 2011.

FRANCIA/1Indivia, l’Antitrust

condanna undici Op

I fagioli diventano rampicanti esalvano l’agricoltura africana. Sitratta dell'ultima scoperta dell'I-stituto di ricerca in agricolturadel Ruanda, pubblicato di recen-te dal Guardian: la nuova varietàdi fagioli sostituirà quella tradi-zionale che cresce a cespuglio. Ifagioli rampicanti, infatti, per-mettono un notevole risparmiodi spazio che triplica la quantitàdi legumi coltivati.E la varietà di fagiolo rampican-te sviluppata in Ruanda è ciò chedi meglio potevano sperare gliafricani, che di questo legumefanno la loro alimentazione dibase. E che ora, dopo 15 anni diricerche, potranno godere di unacoltivazione che triplica il ren-dimento del classico fagiolo.

Imponente piano di investimen-to per la Stanor, la maggior coo-perativa francese di stoccaggio econfezionamento di frutta. Que-st’anno l’impresa transalpina in-vestirà 5,5 milioni di euro sul si-to di Moissac. Il progetto prevedela costruzione di una piattafor-ma di stoccaggio frigorifero dimille metri quadri, che permet-terà di aumentare la capacità distoccaggio di 6 000 tonnellate perarrivare a 28 mila tonnellate.Previsti anche il miglioramentodella calibratura e la realizzazio-ne di una linea di imballaggioautomatico. Stanor è specializzata in mele(90%) e kiwi (10%). La produzio-ne 2012 dovrebbe arrivare a 58mila tonnellate.

RUANDA

Fagioli rampicantimolto più produttivi

FRANCIA/2Stanor investe

5 milioni e mezzo

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CorriereOrtofrutticolo SCHEDA PRODOTTO S

● Emanuele Zanini

La crisi non demorde e anche ilmercato dei piccoli frutti patisceun rallentamento generale, sep-pur non drammatico. Già il 2011è stato un anno difficile per unadelle principali realtà italianedei “berries” come la cooperativatrentina Sant’Orsola. I risultatiottenuti dal gruppo di PergineValsugana lo scorso anno sonostati influenzati dalle condizionimeteo non favorevoli riscontratela scorsa estate e dai problemi le-gati a nuovi insetti infestanti chehanno pesato in modo determi-nante sui numeri. Nonostantetutto l’esercizio 2011 si è chiusocon un fatturato di 52,2 milionidi euro, con una flessione del 2%rispetto all’anno precedente daimputare principalmente a unnetto calo dei conferimenti. Ilfatturato derivante dalla fruttafresca ammonta a 41,9 milioni dieuro, con una diminuzione del6%. A questi si aggiungono 3,2milioni di euro derivanti dallevendite di scorte agrarie, 3,1 mi-lioni dalla vendita di piante ai so-ci, 680mila euro dal punto vendi-ta aziendale e oltre 415.000 euroderivanti dalla vendita di prodot-to trasformato.Nel corso dei mesi, infatti, ilprezzo medio di vendita al chilo-grammo dei prodotti Sant’Orsolasi è mantenuto a un livello leg-germente superiore a quello del2010 (da 6,52 a 6,61 euro/al chi-lo), dimostrando come, a frontedi una stagione di produzionenormale, si sarebbero potute otte-nere performance in linea conquelle degli esercizi precedenti,anche in virtù di una domandache si mantiene su buoni livelli.L’andamento dei mesi invernaliha inciso sul primo ciclo produt-

tivo delle fragole, mentre le piog-ge della prima quindicina di giu-gno 2011 hanno influito negativa-mente sulla stagione delle cilie-gie. Infine, l’andamento meteoro-logico anomalo ha determinatosovrapposizioni di picchi produt-tivi tra diverse aree di produzio-ne, in particolare per quanto ri-guarda lampone e mora. A inci-dere sulla produzione, anche lapresenza del parassita Drosophi-la suzukii. Nel corso dell'anno sono statemesse in commercio 6.100 ton-nellate di fragole, piccoli frutti eciliegie, con una richiesta costan-te lungo tutti i 12 mesi. Il prezzodi vendita medio è stato di 6,61euro al chilo. Le liquidazioni aisoci hanno raggiunto complessi-

vamente poco più di 18 milionidi euro, mentre gli acquisti difrutta dall’Italia e dall’estero sisono attestati a 9,9 milioni di eu-ro.“Anche in presenza di una anna-ta non ottimale - ha commentatoil presidente della CooperativaSant’Orsola Silvio Bertoldi - sia-mo riusciti ad avere valutazionipositive per il nostro prodotto.Siamo fiduciosi in un migliora-mento delle nostre performancenel 2012, grazie alle misure di ef-ficienza e contenimento dei costiche stiamo introducendo da di-verso tempo”.“La domanda di piccoli frutti, fra-gole e ciliegie tardive continuaad attestarsi su buoni livelli - glifa eco Michele Scrinzi, direttore

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I piccoli frutti rallentano ma si confermano remunerativi

pur restando di nicchiaDifficili da trovare, spesso troppo cari, poco conosciuti:

i berries non riescono a sfondare e gli operatori sono consci della necessità di investire in comunicazione

per elevare i consumi, ancora marginali

PICCOLI FRUTTI num

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Da sinistra Silvio Bertoldi di Sant’Orsola e Fabio Vazzana di Sabrosa International

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I FRU

TTI

SCHEDA PRODOTTOSdella Cooperativa San-t’Orsola -. Grazie alle lo-ro caratteristiche gusta-tive, nutrizionali e allegrandi proprietà saluti-stiche, i nostri prodottisi continuano a venderemolto bene e i problemidi giacenze e scorte so-no praticamente assen-ti”.Secondo Luciano Matti-vi, del Consorzio PiccoliFrutti di San GiovanniLupatoto (Verona) cono-sciuto anche con il mar-chio Aurorafruit, il 2012si prospetta per il settore un’an-nata normale. Tuttavia per il con-sorzio veneto i numeri parlano diun atteso +20% nella produzio-ne, che dovrebbe raggiungere i 9mila quintali di prodotto, di cui il40% rappresentato dal lampone,il 30% dal mirtillo e il restante30% da mora e ribes. Il 60% dellaproduzione viene commercializ-zata in Italia, mentre il restante40% va all’estero, con destinazio-ni principali il Regno Unito, laGermania e la Svizzera.Mattivi afferma che “i piccolifrutti rappresentano ancora unanicchia di mercato nonostante cisiano i margini per ampliare ilraggio di vendita. In Italia,ahimé, il consumo di questi pro-dotti, seppur sia in crescita, è an-cora piuttosto basso. Inoltre i ber-ries sono difficili da trovare e an-cora troppo cari. Da una parteservirebbe un passo in avanti del-la grande distribuzione organiz-

zata e dei buyer che dovrebberoessere maggiormente sensibilinei confronti di questa tipologiadi frutta. Dall’altra occorrerebbeuna seria politica di marketing epromozione, condivisa, che inve-ce non esiste. Il prodotto è moltoattrattivo per i consumatori maserve comunicare maggiormentele caratteristiche e le modalità diconsumo. Al momento i piccolifrutti continuano ad essere consi-derati come frutta da consumaresolo o quasi per occasioni specia-li. Ripeto, senza promozione ecomunicazione adeguate non siriuscirà a invertire questo trend efar comprendere che i berries sipossono consumare così comesono al momento e ogni giorno.Serve compiere un “passaggio” inpiù: ne beneficerebbero tutti,produttori, distributori, consu-matori”.Per quanto riguarda l’annata incorso Fabio Vazzana, della mila-

nese Sabrosa Internatio-nal, la considera in lineacon i volumi dello scorsoanno, “anche se i prezzihanno risentito dellacrisi economica che stacolpendo tutto il mondoe sono stati leggermenteinferiori alle medie pre-viste. Per quanto riguar-da le aspettative com-merciali Vazzana sottoli-nea che “come in passa-to stiamo dando partico-lare spazio alla venditadei piccoli frutti e ciaspettiamo di mantene-

re uguali i nostri volumi anchenel 2012 sebbene diventi semprepiù difficile competere con chiserve la GDO che rappresenta inassoluto il cliente numero unoper questa tipologia di prodotti”.Per quest’anno, dopo quattro an-nate di crescita, le prospettive so-no di mantenere il “consolidato”“ma a fronte di un aumento deicosti”.Mirtilli e lamponi rappresentanoi due prodotti di punta del seg-mento berries per Sabrosa, a se-guire more e ribes. La società mi-lanese opera pure con un brand,“Sabor del Sol”, “che al momentoabbiniamo solo a una linea diprodotti esotici, in particolareananas, ginger, mango e noce dicocco. Per quanto riguarda i pic-coli frutti stiamo pensando, nontanto di ampliare la gamma deiprodotti a marchio, ma di raffor-zare le vendite e la distribuzionesul mercato nazionale”.

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SCHEDA PRODOTTO S

● Emanuele Zanini

Qualità del prodotto buona, volu-mi scarsi e quotazioni, in lineagenerale, soddisfacenti. Nelleprincipali aree di produzione na-zionale il mercato delle ciliegiequest’anno ha subito un decisocalo delle quantità prodotte, so-prattutto a causa delle gelate pri-maverili e delle persistenti piog-ge che hanno influenzato i quan-titativi. A Vignola, nel Modenese, unadelle aree maggiormente vocatealla produzione “dell’oro rosso”(tra l’altro a fine febbraio la Com-missione europea ha approvato il

disciplinare della Ciliegia di Vi-gnola IGP, marchio con cui si po-tranno denominare le ciliegie diVignola con ogni probabilità dal2013), si stima che la produzioneabbia subito una riduzione del30% rispetto alla media, ma confrutti di maggior calibro e di qua-lità elevata. La raccolta, iniziataverso il 10 maggio con le varietà

Early e Bigarreau e con fenome-ni di cracking sulle varietà piùprecoci a causa delle insistentipiogge primaverili, proseguirà al-meno fino a fine giugno per arri-vare in alcuni casi agli inizi di lu-glio.“Tutto sommato il prodotto si èpresentato con buone caratteri-stiche - spiega Valter Monari,presidente del Consorzio di tute-la della Ciliegia e della Susina diVignola - con prezzi di venditasoddisfacenti. Inizialmente sia-mo partiti con valori tra i 5 e i 6,5euro al chilo. Per quanto riguar-da invece la varietà più tardivaFerrovia, le quantità temo saran-

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CONSORZIO DI VIGNOLA

Poche ma buone: le ciliegie“approfittano” del calo dei raccoltie portano a casa buone quotazioni

Qualità elevata, qualche problema a inizio

campagna ma operatorinel complesso soddisfatti

buonebuone, uniche, uniche, tipiche, tipiche

GRUPPO BPER

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no più che dimezzate rispetto al-la media. La presenza sul merca-to comunque è garantita da unasempre più elevata copertura an-tigrandine delle superfici coltiva-te (nel comprensorio sono coper-ti un centinaio di ettari).Soddisfatto dell’inizio di campa-gna Marco Marrapese, uno deireferenti dell’omonima aziendache possiede uno stand negli spa-zi di Veronamercato. “Siamo par-titi l’8 maggio con una qualità ot-tima del prodotto precoce - rivelail produttore scaligero - e prezzipiù che buoni, oscillanti tra i 2,5e i 4 euro al chilo nella prima set-timana di vendita. Ma anche nel-le settimane successive le quota-zioni si sono mantenute su valo-ri più che accettabili. Le pioggedella seconda metà di maggiohanno in parte frenato il merca-to, ma senza influenzarlo eccessi-vamente”.Danila Bragantini, a capo dell’o-monima ditta di San MartinoBuon Albergo (Verona) aggiungeche “l’anticipo di 10 giorni cheavevamo all’inizio di campagna,partita ai primi di maggio, è sta-to perduto nel corso delle setti-mane successive, quando abbia-mo assistito a un rallentamento acausa delle piogge, che hanno inparte danneggiato la varietàGiorgia. Tuttavia in linea genera-le le quantità sono soddisfacentie le quotazioni buone, anche gra-zie alla carenza generale di cilie-

gie, in Italia e nel resto d’Europa.A inizio giugno prevediamo l’ar-rivo di molto prodotto (varietàAdriana, Duroni Mora etc) e se iltempo non darà problemi, pen-siamo di chiudere la stagione conla fine di giugno con risultati di-screti, tenendo conto comunquedi un prodotto con una qualitàeccezionale”.A Marostica, nel Vicentino, altraterra di riferimento per il com-parto cerasicolo, le ciliegie preco-ci sono maturate con una decinadi giorni di anticipo rispetto allanorma. Si è registrato in generaleun buon livello dei prezzi, più al-to rispetto al 2011, mentre la pez-zatura dei frutti non si è rivelatasempre soddisfacente. La produ-zione a Marostica supera i 7 milaquintali, di cui un migliaio sonoIgp.Anche nel Barese la campagna èiniziata a rilento a causa dellebasse temperature registrate al-meno fino ad aprile con prezziquesta volta insoddisfacenti, an-che per le varietà di punta comeBigarreaux, con quotazioni chenel corso degli ultimi anni sonocostantemente scese passando da5 a 2 euro al chilo. Non si sono re-

gistrati invece particolari proble-mi per quanto riguarda la qualitàdel prodotto. In alcune aree si se-gnala una drastica diminuzionedei quantitativi della varietà Fer-rovia.“Con Bigarreaux siamo partiti il6 maggio - afferma VincenzoPernice de La Pernice di Turi (Ba-ri) - con un prodotto buono. Ab-biamo avuto ordini superiori ri-spetto al 2011, annata disastrosa,ma inferiori rispetto al 2010”. Lagelata registrata il giorno di Pa-squetta (9 aprile), tra Biscegli eConversano, ha causato in partela perdita del 50% del prodotto,specie per la varietà Ferrovia. Manon mancano altri problemi darisolvere come “l’aumento del co-sto dei trasporti del 20-30% lievi-tati a causa soprattutto del “carobenzina”. E poi non bisogna di-menticare la rincorsa al prezzodella gdo - aggiunge Pernice –che se fino a 5-6 anni fa dava laprecedenza alla qualità, ora, sem-pre più spesso, punta quasi tuttosul prezzo finale”.Soddisfacente l’annata per l’a-zienda Giuliano srl di Rutigliano(Bari). “La campagna si presentamolto buona soprattutto perché

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Da sinistra Danila Bragantini, Marco Marrapese e Nicola Giuliano

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SCHEDA PRODOTTO Sil mercato non è appesantito dal-l’abbondanza del prodotto, sianella nostra zona ma in generalein tutta Europa”, afferma NicolaGiuliano a capo dell'impresa pu-gliese. “Per la varietà Ferrovia sistima un 50-60% di produzione ri-spetto ad un’annata normale.Questa situazione sta favorendo,chiaramente, la qualità del pro-dotto che è di ottima pezzatura econ un eccezionale aspetto visi-vo, oltre che molto buono damangiare”. Per quanto riguardal’aspetto qualitativo Giuliano ag-giunge che “la Bigarreaux è statadi buona qualità con una produ-zione nella norma. Tutte le va-rietà stanno rispettando le aspet-tative tranne la Ferrovia, che acausa del cattivo tempo duranteil periodo pasquale, in cui lapianta si trovava tra la fioritura el’allegagione, ha subito danni dafreddo e da pioggia”. Secondo l’imprenditore barese iprezzi a inizio campagna sonostati tendenzialmente bassi men-tre in un secondo momento si so-no ripresi arrivando a essere piùalti rispetto alla scorsa annata.Quest’anno Giuliano Srl dovreb-be commercializzare circa 40 mi-la quintali di ciliegie, 7 mila inmeno rispetto al 2011 (-15%). Ilprodotto rappresenta il 10% deivolumi di ortofrutta venduti dal-l'impresa, mentre a valore rap-presenta il 25% del totale.Sui progetti sviluppati dal gruppodi Rutigliano, Giuliano sottolineacome “per quanto riguarda laproduzione in campagna stiamo

cercando attraverso le istituzionie quindi la Regione Puglia di po-ter incentivare le strutture di pro-tezione dei ciliegeti. Questo per-ché ogni anno siamo costretti asubire i danni del maltempo edalternare settimane positive suimercati a settimane negative. Inquesto modo non possiamo ga-rantire la continuità dello stan-dard del prodotto a causa del mal-tempo. Stiamo pertanto cercandoinsieme alle istituzioni di favori-re nei prossimi piani di svilupporurale il finanziamento di pro-duttori col lo scopo di far frontealle spese di coperture quindi deisistemi di protezione dei ciliege-ti”.Sempre a Bari è stato avviato unnuovo progetto sotto l’egida di unnuovo marchio, “Ciliegia delleTerre di Bari”, che ha l’ambizionedi riunire tutti i produttori locali

facenti capo al Consorzio di Tute-la e valorizzazione della ciligia ti-pica di Bisceglie e alla Cooperati-va Lavorazione ciliegie di Castel-lana Grotte. A gestire la partecommerciale è l’Aop Armonia,che ha già iniziato a stringere ac-cordi con la grande distribuzioneorganizzata. Il progetto prevedeper questo primo anno la venditadi circa 5 mila tonnellate di frut-ta a marchio “Ciliegia delle Terredi Bari”. L’attività promozionaledella ciliegia di Bari verrà effet-tuata nei supermercati e super-store di Lazio, Toscana, Lombar-dia, Emilia Romagna e Veneto.Dando infine uno sguardo all’e-stero non sono mancati i proble-mi pure in Spagna, dove a causadel maltempo in alcune aree iraccolti sono diminuiti del 30-40% rispetto alle scorse annatecon fenomeni di cracking. InFrancia, secondo le stime del mi-nistero transalpino la produzio-ne dovrebbe calare del 13% ri-spetto all’anno scorso e del 10%rispetto alla media degli ultimicinque anni. A condizionare alcune delle areemaggiormente vocate come quel-la del Rodano-Alpi e Provenza-Costa Azzurra è stato in partico-lare il maltempo con cali produt-tivi fino al 30%.Le buone prospettive di raccoltoin Grecia sono state in parte di-sattese a causa delle forti pioggeabbattutesi nella parte settentrio-nale del Paese a metà maggio chehanno compromesso almeno il60-80% delle produzioni precoci.

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IESCHEDA PRODOTTOS

Le prime Ciliegie di MarosticaIgp sono arrivate con quasi unadecina di giorni di anticipo suimercati, a inizio maggio, raccol-te nell’azienda dei fratelli Giu-seppe e Vittorino Miotti, cerasi-coltori di Breganze. “La fiorituraè stata splendida, il raccolto do-vrebbe essere conseguente”, rile-va Giuseppe Zuech, presidentedel Consorzio di tutela ciliegieIgp del vicentino, mentre saràsullo scarso la produzione delletardive, in particolare delle duro-ne, la cui fioritura ha coincisocon giorni di freddo e di pioggiache le hanno danneggiate. La rac-colta delle precoci è stata frenatadalle piogge. Con le Sandre, sullepiante, sono starte raccolte le Ri-ta e le Bigarreau e altre varietàprecoci coltivate sulle colline vi-centine che spalleggiano Maro-stica e Bassano del Grappa. Federico Corradin, Opo Veneto,sottolinea che “sta crescendo larichiesta di prodotto con il mar-chio Igp dal quale il consumatoresi sente garantito” e può mettersial riparo da “false ciliegie di Ma-rostica” che circolano anche inzona. Tra i produttori, inoltre, sista diffondendo la vendita diret-ta, in azienda o lungo le stradecon l’obiettivo di integrare il red-dito aziendale. Qualche euro inpiù e “cash”, in tempo di crisi, fasempre comodo. La produzionedi ciliegie sulle colline di Maro-stica si aggira sui 7 mila quintali,mille dei quali sono Igp, con il

marchio di origine geograficaprotetta.

E in Puglia si invita a consuma-re il prodotto locale“I residui di pesticidi che si ri-scontrano sulle ciliegie turche e

spagnole sono elevati: è per que-sto che dobbiamo consumarequelle prodotte nel Barese”. Così,Onofrio Resta, assessore alle Atti-vità produttive della Provincia diBari, nel corso della conferenzastampa di presentazione dellafesta delle ciliegie di Conversano,32 chilometri da Bari. Questa, è emerso nela conferenzastampa, non sarà certo ricordatacome una buona annata per lacampagna cerasicola nel Sud-EstBarese: se la qualità è ottima, laresa è assai inferiore rispetto alpassato, soprattutto per la varietàregina, la “Ferrovia”. Le avversitàatmosferiche hanno compromes-so la stagione: nel giorno dellaPasquetta, in piena fioritura, lapioggia e il repentino abbassa-mento della temperatura hannoinferto un colpo doloroso alle ci-liegie. È andata meglio per le altre duevarietà che caratterizzano la faseiniziale della raccolta cerasicola,la “Bigarreau” e la “Giorgia”. Dal punto di vista dei prezzi, pergli agricoltori si sta rivelandouna buona stagione con una me-dia di non meno di 3 euro al chi-lo, sufficienti almeno a recupera-re le spese produttive. A Conver-sano, una delle capitali dell’“ororosso”, la stagione cerasicola mo-vimenta un fatturato di circa 10milioni di euro e rappresenta an-cora la maggiore fonte di sosten-tamento per famiglie e aziendeagricole.

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