Corriere del Po 07 - 2016

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Corriere del Po DIFFUSIONE GRATUITA Direttore Responsabile: Carlodaniele Caramaschi Anno III - n° 07 - Da 04 Aprile al 17 Aprile 2016 Contattaci per la tua pubblicità: [email protected] / Cell.327.2564168 - Cell.345.4185917 www.corrieredelpo.wix.com/home

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Corriere del Po 07 - 2016 Quindicinale GRATUITO che copre oltre 60 comuni e in tre province "Reggio Emilia, Cremona, Mantova". Ottimo modo per farsi notare in queste zone.

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Corriere del PoDIFFUSIONE GRATUITA Direttore Responsabile: Carlodaniele Caramaschi

Anno III - n° 07 - Da 04 Aprile al 17 Aprile 2016

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A Roma il 9 -1- 2013 Marco Cagnolati espone al Campidoglio nella "Sala della Protomoteca" un olio su tela raffigurante Crocitti. Alla prima edizione del "Premio Vincenzo Crocitti" ideato da Francesco Fiumarella è presente anche Moraldo Rossi aiuto regista di Fede-rico Fellini (vedi "Corriere della Sera" del 29 10 2013). Questo pre-mio periodico (che porta il nome di Vincenzo Crocitti, anche nel logo ufficiale realizzato dall'artista prof. Marco Cagnolati) è arriva-to quest'anno (21 dicembre 2015) alla terza edizione ed è stato presentato all’Auditorium del “Palazzo delle Federazioni Sportive Coni” di Roma dalla scrittrice e giornalista Carmen Minutoli e dal presidente del "Festival Tricolore reggiano" Odilio Buzzoni. Pre-miati: Iago Garcia, Nino Benvenuti, Eleonora Vallone, Alessandro Borghi, Monica Ward, Irma Testa, Milena Miconi, Enzo Garramo-ne, Marco Frisna, Federico Campaiola, Matteo Montalto e Alberto Ferrari. Presenti anche Andrea Roncato, Lucrezia Lante della Ro-vere, Alfonso Celentano e Homar Jafisco. Cantano il tenore Fa-brizio Zaniol, Anastasja e la Miss Crina. Foto: Moraldo Rossi, la principessa Nikè Borghese, Marco Cagnolati e Carmen Minutoli.

9-1 2013Sala della

Protomoteca,Moraldo Rossi,Nikè Borghese,

Marco Cagnolati eCarmen Minutoli

ROMA Campidoglio

"C'era una volta il teatro"Successo per la pièce "C'era una volta il teatro", del pegognaghese Fausto Bertolini, rappresentata al Teatro delle Laudi di Firenze dal-la compagnia TDA Teatro di Varese. La pièce, un musical cabaret, racconta in modo scanzonato, a tratti poetico, la storia del teatro da-gli inizi ai giorni nostri. Bravissimi gli attori. Raffaele Spina, Roberti Ajelli, Laura Rioda, Maurizio Dosi, autore delle bellissime musiche di scena. Efficace la scenografia di Massimo Barili. Suggestive le luci di Davide Umiliata. Roma sarà la prossima tappa della tournée. F.B.

“Quasi per ripicca”

Quasi per ripiccaStasera ansia, ghiacciodentro giacca verde.Mi arrendo. Però pretendod’esser scioccamente chiusocome paio di pantofole rosso catastrofenella tua bianca, pratica scapiera.Così mi sarete arduo scappare da te. Emanuele Marazzini

Danza Corpo Vita Il Dott. Roberto Botti, psicologo, psicoterapeuta in forma-zione (IPSE di Bologna) nella specializzazione di Danza Movimento Terapia organizza seminari di “DanzaCorpo-Vita”: metodo di Terapia innovativa mediante l’utilizzo della danza e della ritmicità. E’ un metodo di danza terapia che favorisce, in special modo, la funzione creativa del-la personalità e fa sentire il corpo secondo’ l’incarnazione dell’inconscio e rappresentano il senso del nostro essere.La DanzaCorpoVita aiuta a fidarsi senza timore dei propri istinti con la finalità ultima di scoprire la Vita in tutti i suoi aspetti. Si riferisce ad una ricerca di movimenti la cui spontaneità deriva ’evo-luzione psicomotoria, i modelli delle emozioni di base, le forme archetipiche delle immagini, dei sentimenti e comportamenti menti organici naturali. Risveglia le emozioni e svolge un importante ruolo di equilibratore psico-fisico. Sviluppa l’autostima e la consapevolezza di sè e la possibilità di esprimersi danzando in gruppo. Favorisce la comunicazione, la socializza. Date dei seminari 2016 Gruppo 1: Aprile 9, Maggio 7, Giugno 11.

Gruppo 2: Aprile 10, Maggio 8, Giugno 19. dalle 9.30 alle 13.30.Iscrizioni: Cell: 3280037812 - e-mail: [email protected]

FB: danzacorpovita - web: www.danzacorpovita.itLuogo dei Seminari: Studio di Chinesiologia

“NATURALE” del Prof. Fabio Freddi. Via Cappuccini 41 a/b Guastalla (RE).Terapia innovativa mediante l’utilizzo della Danza e ritmicita tenuta dallo psicologo

Dott. Roberto Botti a Guastalla (RE)

CORRIERE DEL POFree Press: Distribuzione Gratuita

Direttore Responsabile:Carlodaniele Caramaschi

Editore: Carlodaniele Caramaschi D.I.Stampa: Stamperia S.c.r.l. Parma

Sede: Via D . Corbari, 1Buzzoletto di Viadana (MN)

Reg. Trib. MN - 1/2014 345.0633342 Carlo327.2564168 Katia

345.4185917 Oriella

Collaboratori e Amici: Mar-co Cagnolati, Giorgio Boldrini, Lu-igi Mignoli, Attilio Pignata, Gianni Bellesia, Vanna Bozzolini, Marina Lom-bardi, Mariangela Corradini, Emanuele Marazzini, e tutti coloro che ci inviano ar-ticoli e/o Poesie da pubblicare, GRAZIE!!!Distribuzione: Casalmaggiore (Ca-salbellotto, Roncadello, Valle e Vico-moscano); Borgoforte; Campitello, Canicossa e Cesole di Marcaria; Com-messaggio; Dosolo (Correggioverde e Villastrada); Gazzuolo; Gonzaga (Bon-deno e Palidano); Moglia; Motteggiana (Sailetto e Villa Saviola); Pegognaga; Pomponesco; Sabbioneta (Breda Ciso-ni e Villa Pasquali); San Benedetto Po (Portiolo); Suzzara (Sailetto e San Pro-spero), Viadana (Banzuolo, Bellaguar-da, Buzzoletto, Casaletto, Cavallara, Cicognara, Cizzolo, Cogozzo, Salina, San Matteo e Squarzanella); Boretto (Santa Croce); Brescello; Gualtieri (Pie-ve Saliceto); Guastalla (Pieve, San Gia-como, San Martino e Tagliata); Luzzara (Casoni, Codisotto e Villarotta); Povi-glio; Reggiolo (Brugneto, Villanova).

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Si intitola “50° anniversario della Parrocchia Sa-cra Famiglia di Suzzara”, Parroco Mons. Egidio Faglioni, collaboratori: Don Massimo Mattioli, Don Mauro Zenezini e Don Nicola Catterin. La chiesa si trova in Via Papa Giovanni XXIII, 2. Si tratta di un libro di 162 pagine, 115 foto e documenti d’archivio, stampato da Tipo Litografia Bottazzi Grafica, Gualtieri RE. La prefazione è a cura del Parroco Mons. Egi-dio Faglioni dove a pag. 6 scrive: “Vogliamo ringra-ziare Dio perché ha seminato in questi 50 anni nel cuore della nostra parrocchia della Sacra Famiglia, il desiderio di diffondere e dare a piene mani la bella notizia del Vangelo: il crocefisso del Venerdì Santo è Risorto e resta sempre con noi. Ciò è il frutto di un lungo cammino iniziato 50 anni fa con l’indimenticabile Don Beniamino Menini e portato avanti succes-sivamente dal carissimo Don Renato Menegazzo su “Come essere Chiesa a Suzzara”. L’anniversario che vogliamo celebrare è un nuovo richiamo per approfondire nella nostra vita questa fede ricevuta”. Ma perché una pubblicazione? Perché la storia di una Chiesa? Il motivo è semplice: sono passati 50 anni ed è bello ricordare da dove siamo partiti. E’ bello ricordare che quello che è accaduto è frutto della vo-lontà di persone che hanno creduto in un progetto: testimoniare la propria fede sull’insegnamento del Signore “Andate in tutto il mon-do e predicate il Vangelo ad ogni creatura” (Mc 16,15) cominciando dai nostri ambienti, dal nostro territorio “Suzzara”. Nel libro ci sono documenti d’archivio del 1963, mappe, il decreto dell’erezione della parrocchia, la nomina del parroco Don Beniamino firmata dal Vesco-vo Mons. Antonio Poma, le foto delle fondamenta, il primo battesimo, matrimonio e funerale che sono stati tenuti nel Salone (attuale ora-torio). Poi le immagini dell’inizio lavori della costruzione della Chiesa e la cronaca dettagliata della nascita della Chiesa, le foto dei parroci succedutesi. Vediamoli: Mons. Luigi Cavagnari scomparso nel 1970, Don Beniamino attualmente ospite presso la casa di riposo a Solfe-rino, Don Renato ora parroco a Revere, Borgofranco Po, Bonizzo e Mons. Faglioni. I vescovi: Mons. Poma, Mons. Ferrari, Mons. Capo-

rello, Mons. Busti. Seguono 21 pagine con foto dedicate alle testimonianze dei sacerdoti. Ci sono poi 33 pagine di testimonianze di laici e 22 pagine di avvenimenti importanti. Le ultime pagine sono dedicate alla festa del 27 dicembre 2015 con numerose foto e interventi. La pubblicazione è stata cu-rata dal Comitato Parrocchiale formato da: Bruno Staffoli, Alida Garuti, Enrico Guida, Dino Truzzi, Fausto Passerini, Emanuele Zonta, Enrica Lazzarini, Lo-renza Gardini, Manuela Copelli, Don Mauro Zenezini, Don Massimo Mattioli.Un libro che a Suzzara mancava e che entrerà nelle case a ricordo di una parte di Suzzara non cono-sciuta. Attilio Pignata

In un libro la storia di una chiesa

Nelle foto la copertina del libro e alcuni dei volontari del comitato parrocchiale che hanno curato la stesura del librocon anche Alberto Gardini e il grafico Giulio Carra.

Un pranzoda principi

Loro, i principi nel passa-to, quando si sedevano a tavola dovevano godere i cibi con la bocca, senti-re il piacere e il gusto del cibo, in particolare la selvaggina da loro stessi cattu-rata. Dopo secoli e secoli la stessa cosa è stata fatta a Bondeno di Gonzaga presso Corte Matilde, organizza-ta dall’Associazione “Bunden in Piasa”. Solo che al posto dei principi c’erano persone comuni e professionisti, autorità locali e provinciali e poi tanti volontari, fra cui dei bravissimi giovani. Si è svolta con una grande partecipazione di cittadini, la sesta edizione dell’evento gastronomico “A Tavola con…sapevoli, ovvero un viaggio nella tradizione e nei rituali della mensa. Un pranzo speciale con menù preparato e ricavato da ricette dei tempi dei Gonzaga ma anche secoli indietro. Nel corso del pranzo è stato servito un assaggio a sorpresa di antichissima origine, particolarmente gustoso, raffinato e…regale: l’oca. Prima del pran-zo i saluti del presidente Van-ni Bosi che ha spiegato l’im-portanza del re-cupero dei piatti perduti e il valo-re di avere, oggi, anche dei giovani volontari che hanno permesso di realizzare l’evento, ha dato la parola ai pionieri e promotori i due illustri studiosi locali: il Prof. Carlo Prandi e Giancarlo Malacarne. Mol-to bello vedere i volontari camerieri portare tutti insieme i piatti con professionalità, compostezza ma anche con sorriso al gen-tile e numeroso pubblico presente. Attilio Pignata

Nella foto: Carlo Zanetti presidente della Camera di Commercio di Mantova e Vanni Bosi , presidente dell’Associazione “Bunden in

Piasa” e i volontari della ristorazione.

GustavoGustavo un'umilissima persona, nessuna amicizia, solo ed abban-donato da tutti, quando la tristez-za bussa alle porte del suo cuore opprimendolo sino ad annullarlo, si rinchiude nella sua grigia stan-za completamente disadorna, solo un grande specchio appoggiato al muro, ed un piccolo piattino depo-sto sul pavimento sul quale arde una candela, conficcato al muro un grosso chiodo sul quale appende un logorato camice impregnato di colore, in un angolo della stanza uno sgabello. Gustavo è un caro pittore mancato, ma che non ha mai abbandonato la sua passione, nessuna mostra per lui, nessun aiu-to, ma il suo pennello e la sua tavo-lozza restano sempre attivi. Vuole dare luce a quella stanza così tetra, renderla luminosa, calda, metten-dosi in competizione con sé stes-so, dimostrandosi tutto quello che è ancora capace di fare, di creare.Intraprende l'iniziativa per un lavo-ro che gli costa tanta fatica e sa-crificio, ma portato a termine con grande maestria, il soggetto rap-presentante è quello di un carat-teristico focolare, i tizzoni impressi sulla tela sembrano ardere fiamme così vere dà trasmettere calore. Soddisfatto dell'opera la contem-pla, seduto innanzi a lei, sullo sga-bello s'accosta alle fiamme, soc-chiudendo gli occhi e portando le mani spalancate in avanti, riesce a percepire il loro ipotetico calore. Tavolozza e pennello ora a riposo, quel ceppo acceso va a rispec-chiarsi nel largo specchio espan-dendo la luce che mancava nella stanza, quella luce che gli riscalda anche il cuore, tingendo di colore le grigiastre pareti. Vanna Bozzolini

Vien la sera sul lago

Il sole si nasconde sui montigiunge la seraè la tristezza per tanti,una miriade di luci s’incrocianoilluminando il buiorispecchiano sul lago e si amano,all’orizzonte la luce rossadel pescatoreche rientra dopouna pesca di ore,stende le sue retie svuota nelle cassei pesci ormai quieti.In una sperduta casettain cima alla montagna,vive una dolce vecchiettavicino ad una graziosa chiesetta,sola, con la lanternafuori dalla finestras’illumina e cena in tavernapoi saluta la luna,chiude l’imposta,accende una candelae lentamente sale le scaleper andare a dormiree sognar fortuna.

Mariangela Corradini

Mio CorpoCorpo che di terra ti nutri,che di odio ti sazi,d’amore periscie con disgrazia nasci.Oh corpo che il sé contieni,delinei e trattienicome sabbia che nella sua fugaforma la spiaggia,come l’acquache modella il mondoed il cielo che le fa sfondo.Quasi con paura tu vivi,oh mio corpoper amore in brandelli ti vidi!Ma poi rinasci, non t’arrendi.Eppure dovresticarne di fango e ceneri ardenti.

Roberta Soncini

L’odore del passatoLa Nebbia,la sera di Gennaio,in “Acquario” si specchia.Strade umide, fredde e smarritesegnate da ragnatele bianche intorno,Impalpabili sono i gesti e le paroleoltre le finestre.

Volti e figure umanesi consumano tra le osterieabbandonate nelle nebbiedella vita.

Passo dopo passoquei volti persi, senza spazio,ritornano e si delineanoalle vere emozioni...

E fuori è nebbia e invernodecadente e scialbo...E noi qui: con l’oste dalle grandi orecchie,al caldo di una stufa d’osteria,sotto luci fioche,tra giocatori di carte dal cappello in testa;a sentir i profumi d’altri tempi:aromi di stracottie vecchi fumatori di toscanoa ricordar le brine del passato....

Dott. Paolo Mantovani

Nel campo dove giocavieri come uno scoiattolo.Con gli altri eri un fiorein mezzo a un campo di grano.Eri tu.Forse per un fatonon ho colto il tuo cuore.Ora che non sei più, il mio paeseanche se non ti ha conosciutaparla di te.Con i tuoi capelli al ventoe il tuo corpo slanciatocorrevi spensieratain un campo di granoe ti buttavi apposta per terraper annusareil profumo della natura.E tu fanciullalo annusasti forteper paura di non sentirlo più

in memoria di Carlo Cassiani

di Viadana

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Il Profumodella Natura

NONNA PIA di Vanna BozzoliniPia, nonnetta alquanto arzilla ultra ottantenne aveva mantenuto vec-chie abitudini, una in particolar modo, nulla doveva essere gettato se ancora poteva essere usufruibile, come abbigliamento e biancheria.Ad un vecchio pleiade dai grandi rombi, nonna Pia era affezionatis-sima seduta di fianco al camino che pian piano consumava gros-si ceppi di legna, fazzoletti in testa, e scialletto sulle spalle, muni-ta di simpatici occhiali, si accingeva con precisione a rammendare i dispettosi buchetta che man mano si formavano su di esso, ormai non ne poteva più, ma era un vero toccasana per lei, per le sue ginocchia.Di fianco ad essa, uno sgabello su cui deponeva un piccolo cesto conte-nente i tanti rocchetti in legno che servivano per le sue lavorazioni, da-vanti un secondo, nel quale deponeva il lavoro ultimato. In un cantuccio della piccola stanza, teneva sempre un tavolinetto coperto dà una gra-ziosa tovaglia, su cui lasciava capovolte due grandi tazzine per il caf-fellatte, che di tanto in tanto sorseggiava. Inseriti al caminetto due mu-retti che rimanevano sempre caldi teneva appoggiate brocche in rame colme di acqua, che intiepidita, occorreva per il suo fabbisogno personale.Pia non amava solo l'arte del rammendo, ma proprio come fosse un fi-glio, adorava il suo ricetto Briciola, che in sua compagnia davanti al cami-no, sul tappeto di lana che teneva sempre disteso si coricava l'osservava dandole gran importanza, ma nello stesso tempo non tralasciava di sbir-ciare dà secondo padrone di casa, di qua e di là, per poter avvistare la presenza di qualche antipatico sorcetto, beccarlo prendendone poi le lodi.I buchi venivano rammendati anche sul caldo tappeto su cui ri-posa per questo lui contribuiva come poteva, furbetto Briciola,

Ormai Pasqua è passata,Ecco alcuni consigli su come riciclare tutte le vostre uova avanzate!!!

LA CIOCCOCOCCO, CROSTATA CIOCCOLATO E COCCO

INGREDIENTI

per la pasta frolla300 g di farina150 g di zucchero150 di burro3 tuorli d’uovoun pizzico di saleuna puntina di lievito (giusto una puntina di cucchiaino) PER IL RIPIENO

della crostata cioccolato e cocco3 albumigr 150 di zuccherogr 150 di cocco grattugiatoun pizzico di sale

PER LA COPERTURA:200 g di cioccolato fondente100 ml ca. di latte intero

PREPARAZIONEPrima di tutto bisogna preparare la base di pasta frolla; se come me la prepa-rate usando il mixer, basterà mettere la farina, lo zucchero, il pizzico di sale e di lievito nel boccale, aggiungere il burro freddo a dadini e azionare la mac-china alla massima velocità giusto il tempo di fare “polverizzare” il burro. Una volta fatto questo si aggiungono i tuorli d’uovo e si rimette in azione la mac-china sempre velocemente e per il tempo bastante di fare amalgamare i tuorli al resto. Non lavorare eccessivamente la frolla altrimenti si rischia di ottenere un impasto gommoso. Mettere la frolla in frigo a riposare per almeno un’oretta.

Per preparare il ripieno della cioccococco mettere gli albu-mi, lo zucchero e il sale in un pentolino e, tenendoli a ba-gnomaria, far sciogliere lo zucchero.

Una volta sciolto lo zucche-ro, togliere il pentolino dal fuoco e aggiungere la noce di cocco. Mescolare bene e lasciare a riposo.

Accendere il forno a 180°.

Foderare una tortiera da crostate (ottima quella con il fondo amovibile) diametro cm 24 con la pasta frolla.

Riempire con il composto di cocco e mettere in forno per una mezz’oretta. Preparare la copertura di cioccolato; sempre a bagnomaria sciogliere il cioccolato fondente con il latte e me-scolare fino ad ottenere un composto liscio e omogeneo.

Versare la copertura sulla crostata già cotta e tenerla in fresco fino al momento del consumo; va benissimo in frigo ma se la copertura dovesse indurire troppo toglietela un quarto d’ora prima di portarla a tavola.

La vostra crostata cioccolato e cocco è pronta.

Gaetano Sgarbozza, naturalizzato milanese, giocatore di bocce noto a tutto il pae-se, Jek si faceva chiamare, era punta emergente del Bowls Center club di Cernu-sco sul Naviglio, gemellato con Vaca Tìnta, una cittadina messicana sulla sponda dell’oceano. Sempre in giro per tornei, Jek, in corrispondenza telefonica col paese amico, chiese se anche là giocassero a bocce. Bochas? “Como no”! Despues de calcio y de corrida…. està sport primero nacional”! Fu organizzato un viaggio d’in-terscambio, partirono in otto da Cernusco con relative signore. Fu organizzato una gara in forma privata, presenti soltanto membri del club ed inservienti. I peones bochaderos di Vaca Tìnta gliele suonarono di santa ragione, otto partite sei scon-fitte e due vittorie, sia in individuale sia a coppie, fu una cocente delusione. Jek e compagni davano colpa alla sponda con troppo rimbalzo, al fondo troppo lento, al pallino troppo piccolo, alla temperatura troppo elevata, all’altitudine…. pur consci che erano querule panzane. Restavano altri sei giorni di permanenza, che fare? Presero a girare per il paese a mo’ di turisti. Le signore si divertivano, tra spiaggia, souvenir e canzoni strappacore messicane, per loro, al contrario, il tempo non passava mai, sembrava tutto brutto, la sconfitta li mortificava. Occorreva salvare l’onore, urgeva una rivincita. Ci fu! La domenica, alle cinque del pomeriggio, la stessa ora in cui il torero entra nell’arena, Sgarbozza e compagni entravano per la disfida. La notizia aveva fatto scalpore, la corrida andò deserta, tutta quanta Vaca Tìnta s’affollava al bocciodromo, compresi vecchi, bambini ed autorità. L’epilogo? Otto a zero, un verdetto tombale…. che fare? Porre termine al disastroso viaggio? Le loro facce ormai erano note a tutti, era un problema persino andare a spasso per

il paese. I bambini si fermavano, si davano voce: “A la venida muchachos, estan a transitar los bochadores de manzanas de tierra”! Nel dialetto nostro: “Ragas, gni che, a pasa i buciadur da POM DA TERA”, come dire: “andate a giocare con le patate, al posto delle bocce”! “Manzanas de tierra”! Fu come una lama nel cuore! Tornare prima? Le signore non sentirono ragioni, del resto il viaggio di ritorno in aereo era prenotato e non prevedeva rientri anticipati. Furono giorni amari…. ma Sgarbozza ebbe la sua consolazione…. Occorreva cambiar aria, Jek e compagni optarono per una gita in pulman ad Acapulco. Entrati in un negozio d’oggetti d’arte d’alta griffe videro una meraviglia. In una valigetta in pelle di coccodrillo vero, là ne hanno tanti, li ammazzano ancora per far borsette, videro un set di bocce, incantevoli, splendenti, una meraviglia…. di quale materiale? “Madreperla de Reunion, pescada en apnea da hombres rana subaqueros”! Jek era avvezzo a resistere a tutto tranne, alle tentazioni! Trattandosi di bocce poi…. in qualche modo doveva pure ripagarsi per quel viaggio infelice di cui era organizzatore. Perplesso, chiese se fossero usufruibili per il gioco standard”. “De cierto hombre, bochas de primado - fu la risposta - estan segure, cinco agnos de garantìa, a firma de Paco Rami-rez, campeon national”! Il prezzo? L’equivalente di 3000 €! Non li aveva! Li ebbe in prestito dagli amici con promessa di segreto di tomba. La moglie? Qualcosa occorreva pur dirle…. presto fatto, disse 300 euro, quanto spendeva lei in sottane, borsette di paglia, foulard messicani e tortillas pepate a tutte l’ore; aveva comprato un poncho nero con trinoline pendenti e borchie argentate, grande quanto un ombrello, ne andava orgogliosa, ebbene, sembrava una giostra. Sgarbozza tornò ebbro di gioia. La valigetta aperta, restò esposta per mesi al bocciodromo tra l’invidia di tutti, indi, sul tavolo del salotto buono. Le bocce, quando filtrava un raggio di sole, mandavano riflessi opalescenti con sfumature rosa ed azzurrine, s’illuminavano a mo’ di firmamento, erano l’attrazione di casa. Provarle? Mai! Si sarebbero sporcate! Restarono sul tavolo per anni. Un giorno il figlio Tommasino, aspirante bocciofilo, chiese di poterle utilizzare…. Va là…. per una volta…. a malincuore…. permesso accordato! Il ragazzo tornò dopo un’ora con la valiget-ta nella sinistra ed una boccia spaccata in due in un sacchetto di plastica. Era furente, tanto le aveva decantate…. ed alla prima bocciata…. s’era aperta come un cocomero, i compagni lo sbeffeggiavano…. lo chiamavano Bociacrepa o bociapersa, a seconda del tono del discorso. Per Jek fu un colpo durissimo. Trasse dalla valigetta le istruzioni d’uso, ecco la garanzia! Si rasserenò, ma la gioia fu breve, controllò la data d’acquisto, troppo tardi, sette anni erano passati. “Per fortuna - disse la moglie - altrimenti? Torni indietro in Messico?” Il trucco dove sta? Nessuno, di fatto, è così dabbene da acquistare bocce di madreperla da 3000 € per poi andarle a cozzare in un bocciodromo ed a sporcarle di terra. La boccia, rabberciata con attak trasparente da un vetraio, era tornata quasi come nuova, tuttavia…. la valigetta, tolta dal tavolo del salotto, finì nel guardaroba, sopra l’armadio delle lenzuola e mai più ridiscese. Rotta la boccia s’era rotto l’incantesimo! Era crollato un mito…. e Tommasino? Continuavano a chiamarlo Bociapersa! Giorgio Boldrini

La Boccia di Madre Perla

LA PRIMAVERA È ARRIVATA!!! Ecco alcune foto scattate a Suzzara A. P.

Aprile 1816 Maria Luigia d'Austria arriva a Parma Dopo il congresso di Vienna la moglie di Napoleone riceve il Ducato di Parma Piacenza Guastalla

Un lungo programma per celebrare i 200 anni dell'arrivo della duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla carico di iniziative, a partire dal marzo 2016 fino all'inizio del 2017, allacciandosi così alle celebrazioni per i 2200 anni dalla fondazione "romana" della stessa città di Parma. Sedici esposizioni, 16 itinerari in "luoghi luigini" e altrettante manifestazioni che coinvolgono l’intero territorio. Il progetto dedicato a "Maria Luigia 2016" ha coinvolto le principali realtà culturali, sia pubbliche che private di tutto il territorio con lo

scopo di far risaltare al meglio la figura della Duchessa. Il progetto che ha coinvolto le istituzioni della cultura parmense, vedrà ben 16 esposizioni, iniziando da aprile con una mostra molto importante al Museo Glauco Lombardi dal titolo"Parma 1816. Dal ministro Magawly alla duchessa Maria Luigia" (dal 16 aprile al 25 settembre). Alla Rocca di Sala Baganza dal 17 aprile al 22 maggio verrà pre-sentata una ulteriore esposizione "Maria Luigia a Sala Baganza". Proseguendo poi per il Teatro Regio di Parma con "Il nuovo Teatro Ducale al tempo di Maria Luigia, un percorso evocativo", dal 19 aprile al 13 maggio. Dal 2 al 30 maggio alla Biblioteca Palatina “I libri e le sale. L’impegno di Maria Luigia per la Biblioteca Parmense”. Tornando in seguito verso la provincia con “Albertina, la figlia della Duchessa al castello”, nella Rocca Sanvitale di Fontanellato (otto settembre - 31 dicembre). Anche nella Reggia di Colorno tra set-tembre e dicembre, "La prima reggia della Duchessa. Una rievocazione dell'allestimento luigino". Chiuderà l’Archivio di Stato: “Dallo

sfarzo della diplomazia alla situazione economica e sociale del Ducato”, tra il novembre 2016 il gennaio 2017. All'abdicazione di Napoleone si recò col figlio, il piccolo Re di Roma, a Vienna alla corte del padre, e li restò fino a quando il congresso di Vienna del 1815 le assegnò il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla. Entrò nel Ducato il 19 aprile 1816 attraversando il confine sul fiume Po per incontrarsi con i rappresentanti del suo nuovo Stato. Nel Palazzo Ducale di Colorno trascorse la sua prima notte parmense e tanto il ricordo dovette esserle caro che quando doveva mettersi in incognito assumeva il titolo di "Contessa di Colorno". Governò con saggezza ed umanità, amata dai suoi sudditi. Dopo la morte di Napoleone sposò il Conte Adam di Neipperg e, rimasta vedova dopo poco, trascorse gli ultimi anni con il Conte di Bombelles, che aveva sposato nel 1834. La Duchessa si spense il 17 dicembre 1847 e volle essere sepolta a Vienna nella cripta dei Cappuccini, dove ancora oggi i suoi "sudditi" portano quelle profumate violette di Parma da Lei tanto amate e alle quali ha legato il Suo nome. A distanza di quasi due secoli la

stella di Maria Luigia risplende ancora su Parma: la nobile città ducale fu trasformata in una seconda Vienna in miniatura !!! (Trat-to da Enciclopedia libera) Luigi Mignoli

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Anno III - n° 07 - Da 04 Aprile al 17 Aprile 2016

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