CORRIERE - AVIS Torino€¦ · alle più mature e classiche Be-fane ed ai volontari uomini dai 18...

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N. 1 – gennaio-febbraio 2011 – Sped. in abb. post. art. 2 comma 20/c legge 662/96 – Filiale di Torino – A cura dell’Avis Comunale di Torino via Piacenza, 7 - 10127 Torino – Da restituire al mittente presso CMP - Torino Nord – L’editore si impegna a pagare le copie non recapitate. CORRIERE

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  • N. 1 – gennaio-febbraio 2011 – Sped. in abb. post. art. 2 comma 20/c legge 662/96 – Filiale di Torino – A cura dell’Avis Comunale di Torinovia Piacenza, 7 - 10127 Torino – Da restituire al mittente presso CMP - Torino Nord – L’editore si impegna a pagare le copie non recapitate.

    CORRIERE

  • 2 S O M M A R I O

    Corriere AvisDirettore responsabile

    ALESSANDRO FISSOCaporedattore

    GRAZIANO CESTINOComitato di redazioneMarina Marchisio,

    Patrizia Orrù, Roberto Trompeo

    con la collaborazione delconsiglio direttivo dell’Avis comunale di Tori-no, dei responsabili dei gruppi anziani, giovani,aziendali e del CCS (Centro Culturale Sportivo“Luciano Penna”)

    Direzione, redazione e amministrazione10127 Torino, via Piacenza 7Tel. (011) 613.341 – Numero verde 800.265.508

    www.avistorino.itIndirizzo [email protected]@[email protected]

    Regionale [email protected]

    Registrazione Tribunale di Torinon. 1250 del 24-7-1958

    Conti correnti postali:– Avis comunale Torino 26146100– Fondo solidarietà Avis 27891100

    Videoimpaginazionela fotocomposizioneVia San Pio V, 15 - 10125 Torino

    StampaAGAM12100 Madonna dell’Olmo (CN)

    Associatoall’Unione StampaPeriodica Italiana

    Registrato dalla Ulrich’s InternationalPeriodicals Directorydi New Providence, N.J. (USA)

    Copertina: di Gianni Benazzo

    N. 1gennaio/febbraio 2011Sped. abb. post.

    CORRIERE SOMMARIO3 Editorialedi Sandro Fisso

    di Ivan Blancato4Statistica

    5 Convocazione assemblee

    6 Una strepitosa befana

    21 L’angolo dello psicologo

    22 La pagina dedicata all’arte

    9 Un successoanche al circo di Natale

    23 Filateliadi Renzo Rossotti

    10 Il consiglio dei medici24 Che voce aveva il contedi Cavour?di Renzo Rossotti

    11 Il viaggio in Terrasanta25 Conserviamo il nostro dialettodi Camillo Brero

    12 I viaggi intorno al mondo26 Notizie utili per i donatori

    14 Dal gruppo bocce del CCS27 Calendario prelievidi Gianni e Marina

    14 Il 4 marzo tutti al carnevaledell’Avis monopoli di Stato

    28 Anagrafe avisina

    15 Il gruppo sportivo dellaPolizia Municipale

    30 Flash sulle scuoleamiche dell’Avis

    31 Annulli postali

    16 La voce dell’AIDO 32 A teatro con il gruppo Fiat

    18 Scegliere la salutedi Elio Blancato

  • 3 E D I T O R I A L E

    A nno nuovo, vita nuova: sentenziavail proverbio del nonno, ma solo do-po una certa età riflettevamo: maper chi ha perso la vita, nel corso delvecchio anno, come la mettiamo? Per i creden-ti la riflessione era scontata: in paradiso se ave-va vissuto secondo i sacri comandamenti, al-l’inferno se li avevatraditi, in purgatoriose era rimasto a me-tà nella strada pre-scritta.

    E Dante ha ideatol’opera che a distan-za di centinaia d’an-ni lo ha reso d’importanza mondiale.

    Il 2010 è ormai alle nostre spalle e non è tra-scorso giorno senza che i mass media ci infor-massero sulle malefatte accadute. Raramente,purtroppo, potemmo leggere notizie su qual-che bella azione compiuta da nostri simili inqualche parte del mondo.

    Tra le cattive e qualche volta anche buonenotizie non ci sono mancate le statistiche.Sempre efficaci, sempre facilmente compren-sibili anche se il vecchio maestro ci insegnava:attenti alle statistiche perché se erano due icompagni che potevano mangiare il fatidico“pollo” non sempre la statistica che affermava“mezzo pollo per ciascuno” corrispondeva al-la realtà. Poteva infatti essere accaduto che tut-to il pollo venisse assaporato da uno dei due,perchè più forte o più ricco, mentre l’altro, sta-tistica permettendo, si fosse accontentato divederlo mangiare.

    Così all’indomani di un terremoto, di unainondazione, di un misfatto qualsiasi la stati-stica prontamente segnalava il numero deimorti, quello dei feriti, i senzatetto e quant’al-tro fosse utile per fornire un preciso quadrodella situazione che si era venuta a creare.

    Poche volte abbiamo letto che la salvezza diqualche creatura è stata possibile grazie altempestivo e pronto intervento di ambulanze,

    medici, infermieri, ambulatori e quant’altropotesse essere utilizzato in tempo utile perconsentire di riparare ai danni provocati da unincidente o da altre cause anche naturali.

    A noi non è ancora capitato di leggere nellacronaca anche particolareggiata di un inciden-te accaduto, qualche notizia che informasse il

    pubblico (tra cui an-che qualche dona-tore) come il positi-vo risultato ottenu-to da tutti gli addettial soccorso fosseanche dovuto, al-meno in parte, dal-

    l’avvenuto utilizzo di sacche di sangue, pla-sma o piastrine potute subito ottenere graziealla scorta esistente nell’emoteca dell’ospe-dale.

    Ciò nonostante i nostri generosi donatori, su-perando in molti casi la preoccupazione di es-sere cassa-integrati o peggio ancora senza unposto di lavoro assicurato, non hanno mancatodi rispondere all’appello dell’AVIS ed hannocontinuato a donare, nel segno della solida-rietà e dell’amore per la vita: la loro ma anchequella di altri ancorché sconosciuti.

    Le statistiche di fine anno ci forniscono i ri-sultati di quanto è stato fatto nel 2010. Il totaledelle sacche di sangue, plasma e piastrine rac-colte supera, anche se di poche centinaia, quel-le ottenute nel 2009.

    Grazie ai nostri volontari, ed a quanti hannocompiuto nell’anno il loro primo dono, anchea nome di chi, ricevendolo, ha potuto rientrareguarito nella propria famiglia.

    E non sono pochi i nuovi donatori che alladomanda: “Che cosa ti ha spinto a compiere latua prima donazione?” abbiano risposto:“Nel-la nostra famiglia c’è stato chi ha avuto biso-gno di sangue e l’ha trovato, grazie all’Avis edai suoi donatori”.

    SANDRO FISSO

    EDITORIALE...NONOSTANTE...

  • 4 S T A T I S T I C A

    AVIS INTERCOMUNALE “ARNALDO COLOMBO” UNITÀ DI SANGUEED EMOCOMPONENTI RACCOLTE NEL PERIODO GENNAIO-DICEMBRE 2010

    UNITÀ RACCOLTE NEL QUADRIENNIO 2007/2010

  • DAL GRUPPO AVIS POSTELEGRAFONICITutti i donatori di Sangue (in servizio o in pensione) di Torino e Provincia sono invitati all’Assemblea Annuale che si terrà

    sabato 19 febbraio 2011 alle ore 18,00 presso la sala Don Orione, p.zza Montale 16, Torino.Ordine del giorno:

    – Relazione Capo Gruppo– Proposte per i Delegati alle Assemblee Avis a tutti i livelli– Varie ed eventualiNello stesso locale alle 20,00 seguirà, in collaborazione con il Gruppo Dipendenti Anziani poste, festa in maschera aspettan-do il carnevale; è gradito ma non indispensabile presentarsi in maschera.Referenti: Agostino Cammarata tel. 011/232134; Antonino Roccuzzo tel. 011/6274739 – cell. 333/4772265.

    5 C O N V O C A Z I O N E D ’ A S S E M B L E A

    CONVOCATA PER DOMENICA MATTINA 26 FEBBRAIO 2011L’ASSEMBLEA DELL’AVIS COMUNALE DI TORINO

    A norma di Statuto e Regolamento associativo è convo-cata per domenica 26 febbraio 2011 l’annuale assembleadell’Avis Comunale di Torino in via Piacenza 7.

    In prima convocazione (valida con la presenza dellamaggioranza degli iscritti) l’assemblea inizierà alle ore 8ed in seconda convocazione (valida con qualunque nume-ro di soci presenti) un’ora dopo, quindi alle 9.

    Questo l’ordine del giorno dei lavori:

    1) nomina del presidente e del segretario d’assemblea;2) presentazione delle relazioni e del bilancio consuntivo

    relativi all’attività svolta nel 2010;3) relazione del Collegio dei Revisori dei Conti;4) discussione e votazione su relazioni e bilancio;5) presentazione bilancio di previsione per il 2011;6) discussione ed approvazione del bilancio di previsione;

    7) presentazione in sintesi dei principali problemi con-nessi all’attività delle Istituzioni Avis a livello supe-riore;

    8) varie ed eventuali.

    Possono partecipare all’assemblea tutti i Soci donato-ri che abbiano effettuato almeno due donazioni di san-gue, o plasma o piastrine, di cui l’ultima non anteceden-te il 26 febbraio del 2009.

    Possono altresì partecipare all’assemblea i soci collabo-ratori che, non essendo idonei alle donazioni, accertatodai medici Avis – abbiano effettuato negli anni preceden-ti la convocazione – gratuitamente attività ritenute utilidal direttivo ed i Soci con 75 e più donazioni non più ingrado di donare per motivi di età o di salute.

    IL DIRETTIVODELL’AVIS COMUNALE DI TORINO

    ASSEMBLEA ANNUALE GRUPPO ANZIANIL’assemblea annuale è convocata il giorno 19 febbraio 2011 alle ore 15,30 in Via Palatucci 22 a Torino dove il nostro grup-

    po si riunisce il 1° e il 3° sabato di ogni mese.

    Ordine del giorno:• Elezione Presidente Assemblea• Elezione Segretaria Assemblea• Relazione della Responsabile• Incontri 1° e 3° sabato• Varie ed eventuali

    La presente comunicazione riguarda tutti gli avisini che hanno raggiunto i 20 anni di appartenenza all’Avis o che abbianocompiuto 55 anni.

    IL CONSIGLIO DIRETTIVO

  • D alle giovani che giocano nellasquadra avisina di palla voloalle più mature e classiche Be-fane ed ai volontari uomini dai 18 aiquasi novant’anni, un esercito di tuterosse ha accolto le migliaia di dona-tori che accompagnavano i loro figlie nipoti al PalaOlimpico che ha ospi-tato dal 4 al 6 gennaio scorso la tradi-zionale festa.

    Le annotazioni degli incaricatiche all’ingresso controllavano l’af-flusso unicamente di chi ne avevadiritto (volontari e loro familiaricon le lettere predisposte per l’asse-gnazione dei pacchi dono ai propribambini) indicano, certamente perdifetto, che 1.348 sono state le pre-senze di avisini e familiari il 4 gen-

    naio, 1.536 il 5 gennaio e ben 4.276 ilgiorno dell’Epifania. In totale 7.160avisini e familiari hanno partecipatoalla festa che l’Avis Comunale di To-rino organizza ogni anno, grazie allacollaborazione di chi dal mese di giu-gno si è prestato a confezionare oltre35.000 pacchi dono, di chi ne ha ef-fettuato la consegna, a Pianezza e To-rino, e chi nei tre giorni fatidici haconsentito che la festa trascorresse inserena letizia e con la sincera gioiadei più piccoli, salutati anche dallaBefana in persona.

    La festa della Befana è, per una se-zione come la comunale di Torinoforte dei 32.000 volontari effettivi,l’unica manifestazione che consenteuna grande partecipazione. Il fatto

    che ogni anno i Volontari partecipi-no anche con il loro contributo in eu-ro è segno che la manifestazione ègradita.

    All’assemblea, già prevista per il 26febbraio prossimo, il direttivo pro-porrà ancora una volta la tradizionaleBefana avisina anche per il 2012. Chinon fosse d’accordo, ed avesse altrevalide alternative da proporre, lo potràfare, partecipando alla riunione edesponendo il proprio pensiero.

    Come sempre, democraticamente,la maggioranza deciderà il da farsi.

    S.F.

    Segue la cronaca fotografica dellamanifestazione.

    UNA STREPITOSA BEFANA6 B E F A N A A V I S

    IL PALAOLIMPICO ADDOBBATO E GREMITODA BAMBINI E GENITORI

  • 7 B E F A N A A V I S

  • 8 B E F A N A A V I S

    ALTRI PROVINI SONO IN VISIONE

    PRESSO LA SEGRETERIADI VIA PIACENZA 7

  • 9 B E F A N A A V I S

    Come ogni anno l’Avis Comunale di Torino ha riservatolo spettacolo del 6 gennaio ai figli e nipoti dei propri Vo-lontari iscritti. Anche quest’anno i posti disponibili al“Circo di Natale” sono andati esauriti ed i nostri bimbi, con iparenti accompagnatori, hanno potuto gustare le evoluzionidegli acrobati, quelle degli animali opportunamente addome-sticati, e ridere delle trovate dei clown.

    Uno spettacolo che anche questa volta ha soddisfatto grandie piccini che hanno subito chiesto ai nostri responsabili: lo ri-farete anche il prossimo anno?

    Lo deciderà, democraticamente, l’assemblea del 26 febbraioprossimo, alla quale parteciperanno anche i responsabili chehanno organizzato la simpatica manifestazione e che il “diret-tivo” ringrazia.

    UN SUCCESSO ANCHE LA GIORNATA DELL’AVIS AL CIRCO DI NATALE

    UN GRAZIE A TUTTI COLORO CHE HANNO COLLABORATOPER LA RIUSCITA DELLA FESTA

  • 1 0

    Dopo la donazione:

    1) assicuratevi che il cotone, tenuto fermo dall’apposi-to cerotto, funga sicuramente da tampone. Se esce ancoraqualche goccia di sangue, ritornate in sala prelievi per ilnecessario intervento;

    2) controllate che gli indumenti non determinino com-pressione a monte del punto di prelievo. Slacciate perqualche minuto colletto e cintura, se troppo stretti: respi-rerete meglio;

    3) evitate di piegare il braccio per almeno 15-20 minutidopo la donazione;

    4)evitate bruschi movimenti del capo e repentine variazio-ni di posizione (da seduto alla posizione eretta e viceversa);

    5) non sostate in piedi subito dopo avere donato, mapasseggiate;

    6) fate colazione seduti, e possibilmente all’ombra.Subito dopo la donazione non bevete alcolici e nonconsumate cibi eccessivamente impegnanti la dige-stione;

    7) non fumate (almeno per un’ora!);

    8) non portate pesi con il braccio che è stato utilizzatoper il prelievo (borsa della spesa, bambini, ecc.);

    9) evitate una eccessiva sudorazione e/o traspirazionefrequentando ambienti chiusi, caldi o affollati;

    10) il pasto successivo alla donazione dovrebbe essereleggero, anche se energetico;

    11) bevete più liquidi del solito, dopo la donazione: apasto e durante la giornata;

    12) nella giornata della donazione, evitate attività fisi-che intense, lavori faticosi, attività sportiva, lunghi viag-gi in auto;

    13) sentitevi comunque fieri per avere contribuito, conil vostro dono anonimo e gratuito, a salvare una vita.

    ... Prima della prossima donazione:

    14) ricordarsi di indossare indumenti idonei e comodi(occorre stare sdraiati per qualche minuto sulla poltronaortopedica ed avere maniche che si possano rimboccaresenza stringere troppo il braccio);

    15) non è necessario il digiuno completo, ma è consen-tita una leggera colazione (senza troppo zucchero o mar-mellata); se si pensa di effettuare una plasmaferesi od unapiastrinoaferesi è consigliato anche un pasto leggero; lasera precedente è consigliato un pasto normale, senzaabusi di bevande alcoliche od eccessi alimentari. È co-munque necessario il digiuno nel caso di esami da ricon-trollare;

    16) chi raggiunge il centro di corsa, od arrabbiato per-ché ha perso il bus o ha preso una contravvenzione, è me-glio che attenda qualche minuto in sala d’attesa prima dipresentarsi dal medico;

    17) dopo un turno di lavoro notturno, o comunque par-ticolarmente faticoso, è meglio non sottoporsi al prelievo;

    18) il questionario che le segretarie invitano a riempiredeve contenere risposte sincere e veritiere, con particola-re attenzione alle domande poste per conoscere eventualifattori di rischio per trasmissione, con il sangue, di infe-zioni virali;

    19) se volete farvi accompagnare dal vostro bambino,portate anche un accompagnatore che lo sorvegli mentrevoi effettuate la donazione.

    Grazie a tutti per la generosa collaborazione da partedei medici trasfusionisti dell’Avis.

    CONSIGLI DEI MEDICI AVISPER TUTTI I NOSTRI ISCRITTI

    Come comportarsi,da parte dei volontaridel sangue, prima edopo il prelievo

  • “H o visto l’oriente nel suo scri-gno……” così cominciava una can-zone di Salvatore Adamo, eravamonegli anni sessanta e non nego che quella canzo-ne provocò in me una forte curiosità di visitarequei luoghi e soprattutto quella Città.

    Forse, direte voi, è un pretesto debole più adat-to ad un viaggio distratto da turista un po’ disin-cantato e superficiale che non ad un pellegrinag-gio, eppure la spinta è stata forte e forse è cresciu-ta man mano che ci si addentrava nella realtà vivadi quei luoghi seppur a tratti un po’ ingessati.

    Non voglio cedere alla tentazione di esporreun “diario di viaggio”, sarebbe facile certamen-te, ma non renderebbe merito alle nostre mete esoprattutto alla nostra destinazione finale.

    Credo, infatti, che raccontare la magia del tra-monto a Tiberias o l’ascesa al Monte Tabor, conpittoreschi taxi guidati da ancor più pittoreschitaxisti o una messa celebrata nel tramonto deldeserto, siano esperienze che ognuno deve pro-vare e difficilmente trasmissibili.

    Cosa dire poi della visita ai luoghi delle predi-cazioni, nei pressi del lago di Tiberiade e al Monte delle Beati-tudini, che emana una serenità che pochi luoghi al mondo pos-sono vantare e poi Tabgha, nel ricordo della moltiplicazionedei pani e dei pesci e Cafarnao.

    Ma la nostra avventura non è stata fatta solo di visite, pre-ghiere e messe, ma anche di festeggiamenti.

    Vista l’impegnativa giornata che ci attendeva abbiamo salu-tato il nuovo anno, un po’ alla chetichella e con qualche ora dianticipo, con panettoni e dolciumi portati da casa, che ci hannoaccompagnato, non senza una certa soddisfazione generale,ancora per i giorni successivi e perfino spumante in bottigliet-te mignon fatte passare alla dogana Dio solo sa come! Credoche buona parte delle preghiere siano state impegnate, con suc-cesso, per proteggere lo spumante!

    Il primo gennaio, sfumato l’alcol, riprendiamo il nostro viag-gio e dopo una suggestiva traversata in battello eccoci a Cana aricordare il primo miracolo di Gesù.

    Dopo questa full-immersion di sacro una tappa di caratterestorico, anche se ricolma di sacralità per l’episodio che rievo-ca, Masada: l’incredibile fortezza fatta erigere da Erode, ma di-venuta famosa per il suicidio di massa che gli Zeloti si inflisse-ro per non cadere schiavi dei romani.

    Durante il trasferimento a Gerico tappa d’obbligo sulle rivedel mar Morto dove, per questioni di tempo, solo “rari nan-tes…” ovviamente i più giovani, e quindi anche i più lesti, han-no provato il brivido del bagno in salamoia!

    Ed eccoci al cuore del nostro viaggio, Gerusalemme.Non sto a descrivere la Città, non voglio descrivere la sua bel-

    lezza e la suggestione nel ripercorrere la via Dolorosa o trovarsinell’Orto degli ulivi o al Santo Sepolcro o nel più recente Museo

    dell’Olocausto, né tanto meno ricordare le ferite che ancora san-guinano, come il muro che la spacca in due, voglio solo dire chesono stato colto da una intensa emozione, da un senso di gioia edi sgomento che mi hanno profondamente commosso.

    Io non so cosa ci sia lì, tra quelle mura, tra quelle pietre macertamente c’è più di quanto ognuno di noi, ebreo, cristianomusulmano e non credente possa capire, possa spiegare; certa-mente c’è il nostro passato e anche il nostro futuro e finché Ge-rusalemme ci sarà, ferita, martoriata, osannata ci sarà speranzaper tutti o forse non è così, forse Gerusalemme non è nulla equello che conta siamo noi che quotidianamente la feriamo, ladistruggiamo, la osanniamo e fintanto che non impareremo acoesistere in pace ogni giorno la faremo morire un po’.

    Gerusalemme è stato un sogno di pace, non facciamo morireanche i sogni, non ci resterà nulla!

    Non una parola di più su Gerusalemme, solo un invito: se po-tete andateci!

    Grazie a coloro che hanno reso possibile questo splendidoviaggio.

    MAURIZIO MACCHI

    Dopo aver condiviso i commenti, le impressioni, i contenutidi quanto è stato scritto gradirei concludere con le strofe di uncanto liturgico – leggermente modificato – dove traspare lostato d’animo al termine di un “capodanno alternativo”. Vor-remmo risuonassero in noi:...faremo cose grandi nel cammino che percorreremo insieme,di te si riempiono gli sguardi,...tu la gioia che dà vita ai nostri sogni....

    G.C.

    1 1 V I T A A S S O C I A T I V A

    VIAGGIO IN TERRASANTA29 dicembre-/6 gennaio 2011. Ripercorrendo le strade di Gesù

    fino a Gerusalemme “Regno del Paradiso”

  • RICORDI DEL VIAGGIO IN PATAGONIA CON GIANNI E MARINA

    Per la seconda volta abbiamo accompagnato un gruppo Avis ad affacciarsi oltre la Fine delMondo, così si indica l’estrema punta dell’America meridionale occupata dalla Terra del Fuo-co e lanciata come un trampolino verso i ghiacci antartici.L’indimenticabile itinerario nella regione fisica Patagonica, divisa tra Argentina e Cile, entusia-

    sma per le distese desertiche e ventose, gli animali endemici, e le grandi meraviglie come il Ghiac-ciaio Perito Moreno, i paesaggi costieri della Peninsula Valdes ed i grandi parchi del Torres delPaine, de Los Glaciares e della Fin del Mundo.

    Come in tutti i viaggi anche in Argentina abbiamo lasciato un pezzetto di cuore.GIANNI E MARINA

    Buenos Aires: la Casa Rosada,sede del Presidente argentino esimbolo della città capitale (fo-to di Franco Comelli)

    Buenos Aires: un “asador” am-bulante sta preparando una“parrilla”, l’immancabile piattonazionale (foto di Antonio Giu-liani)

    Ushuaia: il faro della “Fine delMondo” nella Terra del Fuoco,il punto più a sud della Patago-nia (foto di Gabriele Ferrari)

    Ushuaia: una colonia di leonimarini si crogiola al sole inun’isola nello stretto di Beagle,attorniata da cormorani (foto diIlaria Godio)

    El Chalten: un picchio al lavo-ro, avvistamento abbastanzausuale all’interno del parco (fo-to di Gianmario Ussei)

    El Chalten: un’aquila mora, en-demica della Patagonia (foto diJader Godio)

    Cile: una panoramica delle Tor-res del Paine nell’omonimoparco in territorio cileno (foto diValter Novara)

    Cile: l’incredibile arcobalenosu una cascata all’interno delparco Torres del Paine (foto diSilvia Gozelino)

    El Calafate: il ghiacciaio più fa-moso del mondo, il Perito Mo-reno che si affaccia sul lago Ar-gentino con una parete di 60metri di altezza (foto di CarlaZanin)

    El Calafate: il distacco di unblocco di ghiaccio a pochi metridalla nostra barca (foto di Ga-briella Grea)

    El Chalten: la Laguna Torrenella quale si specchia il CerroTorre nel parco nazionale LosGlaciares (foto di Maria Rosa-ria Ingenito)

    Buenos Aires: uno scorcio co-loratissimo delle case rivestitedi latta del Caminito… il rionepiù colorato del…mondo (fotodi Rosetta Loporto)

    Buenos Aires: è d’uso nel quar-tiere della Boca intrattenere ituristi con dei Tangos come latradizione suggerisce (foto diMaria Iacona)

    1 2 V I A G G I I N T O R N O A L M O N D O

  • 1 3 V I A G G I I N T O R N O A L M O N D O

    Cile: la popolazione più nume-rosa del parco è costituita daiguanacos (foto di Edoardo Fas-sone)

    Cile: un nandù con il suo picco-lo (foto di Loredana Angelino)

    Punta Tombo: un pinguino diMagellano nell’esercizio dellesue pulizie quotidiane… quelladi Punta Tombo è una delle pin-guinere più popolose del mon-do (foto di Danila Fariselli)

    Peninsula Valdes: nell’estremapunta della Peninsula Valdespuò capitare di fotografare unavolpe rossa della Patagonia (fo-to di Antonella Lastella)

    Peninsula Valdes: …che cop-pietta! (foto di Beatrice Tonon)

    Puerto Pyramides: ilgruppo vestito di cerateantiflutto si avvia a sali-re sul gommone da altu-ra che un trattore ac-compagnerà in mare. Ciavvicineremo alle bale-ne franche che in questoperiodo accudiscono laprole al largo di PuertoPyramides (foto di Iva-na Barbieri)

    Peninsula Valdes: la punta piùestrema della penisola lanciatanell’Oceano sorprende per le sueformazioni rocciose popolate dacolonie di leoni ed elefanti mari-ni (foto di Gabriella Faga)

    L e proposte per il 2011 con modalità di turismo confortevole ma di-namico, all’insegna della curiosità e del buonumore:• IN APRILE soggiorno di 7 giorni a NEW YORK… una settima-na indimenticabile nella capitale del mondo, riproposto per l’undicesimoanno consecutivo (Da 1000 a 1300 €)

    • IN MAGGIO sei giorni in Portogallo, in un programma che preve-derà oltre alla capitale LISBONA anche dei tour a Sintra e Tomar, en-trambi dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO, aMafra ed a a Cascais. (In camera doppia 900 €)

    • IN MAGGIO un week-end a Stoccolma, l’affascinante capitale nordi-ca, una delle città più interessanti dell’Europa. (In camera doppia 600 €)

    • IN GIUGNO quattro giorni a Londra, riproposta per il terzo anno.Quattro giorni contraddistinti da trekking cittadini che ci daranno modo diconoscere la metropoli anche in alcuni suoi angoli inconsueti e dimentica-ti dal turismo di massa. (In camera doppia 650 €)

    • IN GIUGNO due settimane TRA COWBOYS, INDIANI E GRAN-DI PARCHI: lo stupefacente Parco di Yellowstone, le Rocky Moun-tains, il Mt Rushmore, noto per le colossali sculture dei Presidenti, LittleBig Horn sulle tracce di Toro Seduto, il Parco di Canyonlands, l’ArchesPark…e le città di Salt Lake City, Denver…attraverso gli stati del Colo-rado, South Dakota, Wyoming e Utah. (In camera doppia 2100 €)

    • IN LUGLIO due settimane in CINA: un itinerario classico che preve-de Pechino, la capitale storica, Shanghai, la proiezione verso il futuro del-la Cina, Nanchino, Xi’An ad ammirare l’Armata di Terracotta…ed altro.Quindici giorni molto intensi attraverso una cultura millenaria che non sipuò ignorare. (In camera doppia 2150 €)

    • IN AGOSTO due settimane in GIAPPONE alla scoperta del paeseche coniuga al meglio le modernità e le tradizioni, un episodio che nonpuò mancare nel bagaglio culturale del vero viaggiatore. Da Tokyo, lacapitale dell’Oriente, a Kyoto,che conserva nel suo cuore metropolitanole affascinanti architetture tradizionali, a Osaka ed altri siti storici in unprogramma Inter Rail che ci consentirà di destreggiarci tra i treni super-veloci più famosi del mondo. (In camera doppia 3000 €)

    • IN SETTEMBRE-OTTOBRE due settimane in BHUTAN, unameta particolarissima, nel cuore dell’Himalaya che sicuramente deli-

    zierà coloro che amano la montagna, le etnie e la vita spartana.Paese mistico fra i più belli, remoti e integri del mondo, il ‘Regno delDrago Tuonante’ ha sempre vissuto in splendido isolamento nell’impo-nente scenario della Catena hymalayana. Il numero di turisti ammessi avisitarlo è limitato. (In camera doppia 3300 €)

    • IN NOVEMBRE tre settimane in AUSTRALIA, la costa occidentale,Perth, l’Outback, Alice Springs, Ayers Rock, King Canyon, la costa su-dorientale tra Sydney e Melbourne, Philip Island, la Great Ocean Roadcon i Dodici Apostoli. (Il prezzo sarà pubblicato sul prossimo numero)

    AGENDA DELLE PROSSIME RIUNIONI INFORMATIVEPer il soggiorno a NEW YORK: Domenica 27 Febbraio alle ore 10.30Per il viaggio a LISBONA E DINTORNI: Domenica 20 Febbraio al-le ore 10.30 - Domenica 27 Febbraio alle ore 10.30Per il week-end a STOCCOLMA: Domenica 20 Febbraio alle ore10.30 -Domenica 27 Febbraio alle ore 10.30Per il soggiorno a LONDRA: Domenica 20 Febbraio alle ore 10.30 -Domenica 27 Febbraio alle ore 10.30Per il viaggio TRA COW BOYS E INDIANI: Sabato 5 Marzo alleore 10.30 - Domenica 13 Marzo alle ore 10.30Per il viaggio in CINA: Sabato 5 Marzo alle ore 10.30 - Domenica 13Marzo alle ore 10.30Per il viaggio in GIAPPONE: Domenica 6 Marzo alle ore 10.30 - Sa-bato 12 Marzo alle ore 10.30 Per il viaggio in BHUTAN: Domenica 6 Marzo alle ore 10.30 - Saba-to 12 Marzo alle ore 10.30 Per il viaggio in AUSTRALIA: Sabato 14 Maggio alle ore 10.30 - Do-menica 29 Maggio alle ore 10.30

    Tutte le riunioni saranno tenute da Gianni e Marina alla sede Avis diVia Piacenza 7.

    Collegandosi con il nostro sito internet si potranno avere gli aggiorna-menti circa i viaggi, le riunioni informative negli intervalli di tempo didistribuzione del Corriere Avis www.gianniemarina.com

    Per contattarci direttamente usare l’indirizzo e-mail [email protected]

    VUOI VIAGGIARE CON GIANNI E MARINA?SCEGLI DAL NOSTRO CALENDARIO L‘OPPORTUNITÀ CHE PREFERISCI

  • 1 4 V I T A A S S O C I A T I V A

    CCS AVIS GRUPPO BOCCELa fine dell’anno e le feste portano con sé anche l’impegno afare un consuntivo delle attività svolte nel 2010.ATTIVITÀ SPORTIVA

    Abbiamo partecipato alle gare delle associazioni sportiveAncos e Amis ’d Turin con ottimi risultati, vincendo anche ilcampionato italiano individuale cat. D Ancos, oltre ad avereorganizzato due gare della Federazione Italiana bocce e 6 garesociali che comprendevano i Memorial Adriana Bonnot eFranco Carelli. Abbiamo partecipato al Torneo dei Cral di To-rino, disputato a Loano, e organizzato il Torneo bocce inver-nale Avis, della durata di 9 giornate di gara (tutti lunedì sera).

    MANIFESTAZIONI AVISAbbiamo iniziato l’anno con tre giorni dedicati alla Befana

    Avis, all’interno del PalaOlimpico, con la preparazione e la di-stribuzione dei palloncini Avis e l’impegno delle nostre volon-tarie ai banchetti dei regali da 1 punto. Sempre con i pallonciniAvis siamo stati presenti alla Festa svolta al Castello di Aglié ein piazza San Carlo, con i Vigili Urbani, alla Giornata della Si-curezza Stradale. E ancora: presenti in piazza Castello alla Fe-sta del donatore organizzata da Radio Deejay; presenti alla“Giornata del volontario” all’Auditorium del Lingotto con lapresentazione dell’autoemoteca offertaci da Specchio deiTempi e al pomeriggio dello stesso giorno, sempre per festeg-giare la nuova autoemoteca, il concerto della banda dei VigiliUrbani; presenti alla Festa dei Vigili urbani al Parco Ruffini.

    FESTA SOCIALEUltimo evento annuale, l’11 dicembre abbiamo organizzato e

    vissuto una splendida giornata di festa sociale, con gita all’Ab-bazia di Staffarda, nei pressi di Saluzzo, e al Castello degliAcaja a Fossano. La giornata di festa si è conclusa con un pran-zo al ristorante “La ruota” di Pianfei, dove abbiamo svolto la di-stribuzione dei Premi fedeltà Avis ai soci meritevoli e la distri-buzione di gadget e piccoli premi a tutti gli altri partecipanti.

    A nome del nostro responsabile, Ambrogio Mantello, e ditutto il consiglio direttivo vorrei ringraziare tutti coloro chehanno partecipato alle gare e alle manifestazioni e in particola-re ringrazio il Direttivo Avis, nelle persone del presidente San-dro Fisso, del vicepresidente Graziano Cestino e della segreta-ria Palmira Merlo che ci sono sempre stati vicini in presenza diqualsiasi problema nella gestione del centro di via Palatucci.

    PER IL CONSIGLIO DIRETTIVO

    GIOVANNI BORGOGNO

    CARNEVALE AVIS MONOPOLI DI STATO TORINODonatori ed amici, ci prepariamo a festeggiare in allegria il Carnevale 2011.Appuntamento quindi venerdì 4 marzo 2011, presso l’associazione “Sorriso” via Orbetello 97/b alle ore 21.Donatella e Gianni il “Codino” penseranno a farci ballare con la loro musica.Durante la pausa verrà servita la pastasciutta e le bugie (naturalmente tutto in abbondanza).Saranno gradite le maschere e premiate le più rappresentative.Omaggi a tutti i bimbi presenti.Viste le numerose adesioni, vi prego cortesemente di prenotare in tempo.

    Prezzo tutto compreso!!!Adulti: 6 euroBambini fino a 10 anni: 3 euro.

    Prenotazioni:Oriana: 011-2237155 – Marcello: 011-2051012PER IL GRUPPO AVIS MONOPOLI DI STATO TORINO

    ORIANA GALVAN

  • 1 5 D A I G R U P P I

    L’ anno sportivo agonistico 2010 si è concluso per ilG.S.P.M. di Torino con un medagliere molto importantetanto che nelle varie discipline si sono vinti n. 28 titoli in-dividuali e n. 3 titoli italiani a squadre.

    Le premiazioni, nei locali della Curia Maxima in Via Corted’Appello, sono state aperte dall’Assessore Mangone che hadimostrato compiacenza ed ammirazione, per la collaborazio-ne ed il lavoro svolto dalla Polizia Municipale, per i risultatiraggiunti dal Gruppo Sportivo che da anni porta lustro alla cittàsia a livello locale che nazionale.

    Nell’occasione è stato premiato come atleta dell’anno conl’ambito riconoscimento del “Benny”, che l’AVIS mette in pa-lio ogni anno, il collega Pietro Cancelliere per la sua disponibi-lità dimostrata in più occasioni e per il suo attaccamento alGruppo Sportivo.

    Una nota speciale è dovuta, e la devo fare io Domenico Fra-nolli che con il collega Alessio Tonet nei panni dei vice, sonoonorato e lusingato di lavorare al fianco del nostro PresidenteMassimo Re, che in modo impeccabile sta dirigendo il GruppoSportivo.

    Sono state la sua determinazione e le sue credenziali a livel-lo nazionale i motivi che hanno permesso di ottenere dall’As-sociazione Sportiva Polizie Municipali d’Italia l’assegnazionedel Campionato Italiano di nuoto 2011 che si svolgerà dal 25marzo al 27 marzo.

    Importante risultato questo, che nell’anno dei 150 anni diTorino capitale è una grande meta sia per noi G.S.P.M. cheper l’amministrazione.

    Grazie alla sua perseveranza abbiamo ottenuto gli spazi ne-cessari per poter effettuare a Villa Gualino un importantissimoconvegno “Lo sport nel lavoro”, come migliorare la qualità la-vorativa, tramite l’attività sportiva, alla presenza di autoritàcittadine, 4 medici dello SUISM con i quali si è dibattuto di me-dicina, corpo umano, alimentazione...

    Il convegno è stato un grande successo, sala esaurita, circa150 colleghi presenti e non tutti hanno potuto trovare posto.Bisognerà riproporla signor Presidente!

    E adesso tutti al lavoro per preparare gli Italiani di Nuoto.

    DOMENICO FRANOLLI

    GRUPPO SPORTIVO

  • 1 6 L A V O C E D E L L ’ A I D O

    NOTIZIE DALL’AIDOA bbiamo sentito dal presidente nazionaleAido, prof. Passarelli, quali sono le diffi-coltà che spesso si incontrano nel reperiregli organi, quanto a volte sia difficile risponderealla domanda impellente di una vita che se ne staandando, ma forse questo dipende dal fatto che lagente non sa tutto quello che c’è da sapere sulla do-nazione. Entriamo nel dettaglio di questo tema im-portante, parlandone con Valter Mione, Presi-dente A.I.D.O. Provinciale di Torino e Respon-sabile dei rapporti istituzionali dell’Aido Pie-monte, che ha sede a Torino. Intanto quale è ilruolo dell’ AIDO?

    R Premesso che la nostra associazione esercitala propria attività dal 1973 quando il problemadei trapianti non era certamente conosciuto comeoggi ed i mass media affrontavano l’argomentosolo di rado e non in modo sistematico e quotidiano, come inve-ce capita in questo periodo anche il ruolo dell’Aido si è trasfor-mato ed aggiornato negli anni, in quanto all’inizio ci preoccu-pavamo quasi esclusivamente di sensibilizzare l’opinione pub-blica sul tema specifico dei trapianti, ma la nostra attività eraconcentrata principalmente sulla raccolta di adesioni, attraversola compilazione e sottoscrizione di atti olografi, che al tempo as-sumevano un valore puramente formale, legato ad un gesto disolidarietà verso persone meno fortunate di noi. Opera che con-traddistingue l’Aido anche oggi, ma la nostra attuale attività sirivolge soprattutto alla promozione della cultura della donazio-ne degli organi, dei tessuti e delle cellule dopo la nostra morte,in pieno accordo con le varie istituzioni locali e nazionali, pro-muovendo nel contempo un corretto stile di vita atto a preveni-re l’insorgere di patologie che possano richiedere come terapiail trapianto. Un modo più concreto ed efficace di presentarciall’opinione pubblica, finalizzato anche a non gravare sul siste-ma sanitario nazionale. Inoltre le dichiarazioni di volontà alladonazione da noi raccolte e conservate in oltre 37 anni di attivitàda qualche anno hanno assunto un valore legale e sono registra-te in un’apposita banca dati, gestita ed aggiornata dai nostri vo-lontari, in pieno accordo con il Ministero della salute ed il Cen-tro Nazionale Trapianti.

    Vediamo come si può manifestare la volontà di donazione;una volta avevamo il tesserino da tenere nel portafogli, poi nel1999 si era parlato di silenzio-assenso, ma questa legge è stataapplicata?

    Dopo oltre 24 anni dalla legge 644/75, nel 1999 è stata appro-vata la legge 91 dell’1/4/99, attualmente in vigore, anche con ilcontributo dell’Aido, che da alcuni anni presiede il gruppo di la-voro sui trapianti presso la 12° Commissione del Ministero dellaSalute.

    In realtà il contenuto definitivo di questa legge non è mai sta-to realizzato fino in fondo, in quanto ancora oggi è vigente l’ar-ticolo 23 Norme transitorie di tale testo, che prevede che la di-chiarazione di volontà alla donazione, positiva o negativa, deb-ba essere espressa in vita dal cittadino italiano maggiorenne, at-traverso diverse modalità : una dichiarazione in carta semplice,opportunamente sottoscritta dall’interessato, il famoso tesseri-no blu recapitatoci molti anni fa dall’allora Ministro Bindi inoccasione di un referendum, la registrazione della propria scel-

    ta presso le Asl competenti, che ancora oggi nonsono assolutamente attrezzate per gestire tali di-chiarazioni, le varie tesserine distribuite da alcu-ne associazioni dei trapiantati o dagli assessora-ti alla salute regionali e ovviamente l’iscrizioneall’Aido, che ha assunto un particolare valore eche offre maggiori garanzie di altre, proprio infunzione della registrazione su un’apposita ban-ca dati, da noi gestita ed aggiornata, collegatacon il Centro Nazionale Trapianti e di conse-guenza con tutte le rianimazioni degli ospedaliitaliani autorizzati.

    In modo molto semplice, quindi, ognuno dinoi potrebbe tenere un foglio sempre con sé,che attesti la volontà di donare; ma quandopossono intervenire i famigliari?

    Ovviamente quando ci troviamo di fronte a sog-getti minorenni, che quindi non hanno avuto il diritto di esprime-re il proprio parere in vita, oppure quando il defunto maggioren-ne non aveva espresso in vita la propria volontà, positiva o nega-tiva, alla donazione dei propri organi. Ma i famigliari potrebbe-ro intervenire anche dopo la morte del loro congiunto, dimo-strando che lo stesso prima di morire aveva cambiato ideasull’argomento, mostrando apposito documento sottoscritto daldefunto prima di morire. Come si può facilmente dedurre, spessoi medici si trovano di fronte a complesse realtà legislative, che avolte complicano l’attività di trapianto e non consentono la rea-lizzazione di interventi atti a salvaguardare la vita umana di mol-ti pazienti ; anche per questa ragione si spiegano i quasi 10.000casi di malati in lista di attesa in Italia per un trapianto, che a vol-te potrebbe migliorare la loro vita, ma spesso permette loro di so-pravvivere.

    Chi sono i donatori di organi? Semplici cittadini che hanno deciso di aiutare il prossimo, do-

    po la loro morte, con un gesto molto semplice e generoso, realiz-zando il miglior atto di solidarietà che un uomo possa esprimere.

    La posizione di Aido, nei confronti della donazione denomi-nata “del buon samaritano” la considerate una buona occa-sione per venire incontro a chi ha bisogno o vedete qualchespauracchio dietro l’angolo?

    Non parlerei di spauracchio, ma certamente l’Aido, così comegli addetti ai lavori, vigilerà sulla realizzazione di questi partico-lari atti di solidarietà, che potrebbero non essere esenti da scelteeticamente non corrette o comunque spinte da motivazioni nonproprio normali, parlo di casi estremi dove la mente umana pre-senta problemi.

    Ed ora parliamo del trapianto, per dire come si è evoluta lamedicina nel corso degli anni: se prima il trapianto poteva mi-gliorare o allungare di un poco la vita del malato, ora consen-te una durata e una qualità di vita davvero insperata. Qualiorgani ed a chi possono essere impiantati?

    Come ha giustamente sottolineato, l’evoluzione della scienza edella medicina hanno portato alla realizzazione di trapianti finoa qualche anno fa nemmeno immaginabili. Basti pensare che ol-tre ai tradizionali interventi riguardanti il cuore, il fegato, i pol-moni, i reni, la cute, il pancreas, le cornee oggi, grazie anche

    Valter Mione, presidenteprovinciale AIDO

  • LA FIABA DI PINOCCHIO E LA MUSICA DEI POOHINSIEME PER L’AIDO TORINESE

    D omenica 14 novembre,teatro Colosseo di Tori-no, una data che saràcertamente ricordata tra glieventi più significativi nellastoria dell’Aido Comunale eProvinciale di Torino. Infatti ilmusical dei Pooh “Pinoc-chio”, magistralmente inter-pretato dal gruppo dei Non soloGospel, diretti dal cardio-chi-rurgo Professor Matta, in colla-borazione con la Compagniadella Rancia, ha riscosso unsuccesso di pubblico senza pre-cedenti, con la presenza di2.500 paganti, che hanno riem-pito il teatro cittadino in ogniordine di posti.

    La serata ha visto l’interven-to della famosa presentatricetelevisiva Elia Tarantino, vol-

    to e voce di Pri-ma Antenna, chespesso collaboracon l’Aido torine-se, oltre che di al-cune altre emit-tenti, compresaRai 3, che ha de-dicato un apposi-to servizio nellapropria ultimaedizione domeni-cale, intervistan-do il PresidenteAido Valter Mio-ne, che nel corsodella manifesta-zione artistica haavuto diverse oc-casioni per pro-muovere al meglio le attivitàdella nostra associazione, sen-

    sibilizzando l’o-pinione pubblicain tema di dona-zione e trapiantodi organi,tessuti ecellule, ottima-mente supportatodalla splendidamoglie, nonché se-gretaria dell’Aidopiemontese, Clau-dia Contenti.

    Un particolareringraziamento varivolto alla dittaMasel di Lombar-do, che da oltrevent’anni colla-bora con l’Aidolocale, organiz-

    zando nei minimi dettagli i varieventi annuali di spettacolo

    realizzati per divulgare il no-stro messaggio di solidarietàsociale.

    Ma lo spettacolo musicalenon è finito al termine della se-rata, in quanto grazie alla di-sponibilità dell’equipe di Pri-ma Antenna è stato registratol’intero contenuto della mani-festazione, dal quale è statorealizzato un “promo” di quin-dici minuti, che sarà distribuitoe diffuso dalle principali emit-tenti televisive locali del tori-nese, oltre che dai cinema citta-dini che aderiranno all’iniziati-va, nel corso delle prossime fe-stività natalizie.

    E la fiaba continua… sempreinsieme all’Aido!

    M.V. AIDO TORINO

    1 7 L A V O C E D E L L ’ A I D Oall’avvento delle cellule staminali, sono stati realizzati anche tra-pianti di arti e di viso, ma senza dimenticarsi le donazioni da vi-vente inerenti il sangue, il midollo osseo ed il cordone ombelica-le delle mamme. Per quello che riguarda l’età dei donatori di or-gani, posso affermare che ad oggi non esiste più un limite stabili-to, fatta esclusione per le donazioni di tessuti e cellule in vita,mentre per i riceventi bisogna ovviamente tener conto dello statodi salute, ma soprattutto dell’età, favorendo i pazienti più giova-ni e con maggior aspettativa di vita.

    Attualmente, in Italia, la domanda di organi è inferioreall’offerta, una tendenza che sta migliorando o no? Cosa ri-tiene si possa fare per incentivare la cultura della donazione?

    La situazione in Italia è in deciso miglioramento, ma come giàprecisato in precedenza sono ancora oltre 10.000 i pazienti in atte-sa di un trapianto. Va certamente migliorata l’informazione e lasensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema, soprattutto daparte delle istituzioni interessate, ma le persistenti difficoltà econo-miche del sistema certamente non aiutano tali iniziative. In alcuniterritori del sud del nostro paese persistono ancora difficoltà cultu-rali, che frenano lo sviluppo dei trapianti, ma anche questa menta-lità rivolta al culto del cadavere si sta risolvendo con l’avvento del-le nuove generazioni, più preparate e meno coinvolte da pregiudizi.

    L’Aido, in ogni caso, è attrezzata per continuare la propriaopera di sensibilizzazione ed informazione sul territorio, anchecon i pochi fondi economici disponibili, collaborando in partico-lare con le altre associazioni di settore, oltre che con gli enti pre-posti, le scuole, gli ospedali, le caserme ed i vari luoghi culturalie di incontro.

    Ed ora invitiamo chi non lo ha ancora fatto per pigrizia onon conoscenza della modalità, a richiedere la propria iscri-zione all’Aido. Cosa deve fare?

    L’Aido è presente su tutto il territorio nazionale, ma le adesio-

    ni vengono raccolte, registrate e conservate esclusivamente dal-le sezioni provinciali.

    Quindi chi fosse interessato a sottoscrivere il nostro modu-lo di iscrizione può tranquillamente scaricarlo dal sito inter-net nazionale www.aido.it o dai singoli siti locali, come il no-stro di Torino www.aidotorino.it inviandocelo in originalepresso le nostre sedi competenti o presentandosi di personanei nostri uffici nei rispettivi orari di apertura (Sede di Torinoe piemontese: Via Baiardi 5, 10126 Torino Lunedì/Merco-ledì/Venerdì dalle 9.00 alle 13.00, telefono 011/6961695, fax011/674726, indirizzi mail [email protected] e [email protected]).

    La ringrazio molto per l’attenzione, un saluto di cuore a tutti isuoi lettori.

    P.G.

    Dal 7 al 15 agosto in Valle d’Aosta e in Piemonte è previsto ilpassaggio della fiaccola della 36ª Marcia della solidarietà “Vitaper la vita”, manifestazione sportiva non agonistica finalizzata al-la promozione e alla diffusione della cultura della donazione delsangue, degli organi, dei tessuti, delle cellule, della civiltà del-l’amore e della solidarietà senza frontiere.

    Partecipano circa 40 persone provenienti da ogni parte d’Italia,di cui 15 marciatori che, alternandosi ogni chilometro, portano la“Fiaccola”, simbolo della manifestazione.

    La fiaccola ed il suo messaggio di solidarietà hanno già at-traversato diversi paesi e continenti: Italia, Francia, Belgio,Spagna, Grecia, Germania, Olanda, Danimarca, Svezia, Nor-vegia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Un-gheria, Russia, Bielorussia, Ucraina, Svizzera, Città del Vati-cano, Lussemburgo, Andorra, San Marino, Canada, Stati Uni-ti, Cina.

    Nel 2011 la marcia raggiungerà l’Australia per incontrare gliemigrati del nostro paese.

  • 1 8 A B A S S A V O C E

    SCEGLIERE LA SALUTEÈ un modo intelligente per star bene e vivere a lungo

    L a maggior parte delle persone nonsa cosa vuol dire vivere una vita ve-ramente sana, intensa e vibrante.Molti credono di star bene, di essere inbuona salute solo perché non manife-stano percettibili disagi o sintomi pre-cisi di una malattia, ma si sbagliano.Esistono, infatti, numerose “malattiesilenti”, del tutto asintomatiche e perquesta ragione somaticamente non ri-conoscibili – come, ad esempio, le ma-lattie metaboliche – la cui diagnosi tar-diva ha come conseguenza lo sviluppodi gravi handicap fisici e mentali chepossono in taluni casi portare a morteprecoce. Ve ne sono poi altre, le cosid-dette “malattie dormienti” che, pur es-sendo già in loco, non si manifestanoimmediatamente, ma che possono sve-gliarsi e poi attivarsi a causa di fattoridiversi: inquinamento ambientale,esposizione a radiazioni o a sostanzetossiche; per il fumo, i farmaci, un inci-dente, un lutto, un forte stress; per unascorretta alimentazione o per un erratostile di vita. Queste ultime malattie –insieme a molte altre – possono esserefacilmente evitate, purché si adottinoadeguate misure di prevenzione.

    Fare prevenzione

    Una persona saggia non trascura maila propria salute e prende tutte le pre-cauzioni necessarie per prevenire l’in-sorgenza di possibili patologie. Ne con-segue che chi vuol star bene deve porremassima attenzione a tutto ciò che fa,conoscendo i pericoli a cui può andareincontro, in modo da evitarli e da conte-nere i rischi di ogni sua azione. Il fatto èche nel campo del benessere e della sa-lute ci sono così tanti stimoli informati-vi che a volte risulta difficile distingue-re le informazioni serie, scientifiche eautorevoli, da quelle pubblicitarie,inaffidabili e sensazionalistiche. Macon un po’ di avvedutezza è possibilefarlo sottraendosi in tal modo a quellelogiche commerciali e consumisticheche, perseguendo esclusivamente ilprofitto, spingono verso comportamen-ti dannosi per la salute. Che poi “preve-

    prima che la malattia si instauri – altredue tipologie di prevenzione – una se-condaria, quando la malattia è in latenza,e una terziaria, quando la malattia è or-mai conclamata – che non prevengononulla, ma che servono soltanto a conte-nere la pericolosità di un evento già in at-to. Questa impropria estensione concet-tuale, pensata per coprire le inefficienzedel sistema sanitario, finisce col genera-re grande confusione perché contraddicenei fatti il significato stesso del termine“prevenzione”.

    E se a livello pubblico si agisce così, alivello privato si fa ancor meno. La mag-gior parte delle persone ignora il proble-ma o, nel migliore dei casi, tende a sotto-valutarlo, sia perché la prevenzione co-sta impegno e denaro, sia perché si è con-vinti che le malattie, come anche le di-sgrazie, debbano capitare sempre agli al-tri e mai a noi. Di conseguenza, ci simuove soltanto al manifestarsi di qual-che disturbo, col risultato che quella chedovrebbe essere una saggia azione di sal-vaguardia e di tutela anticipata non vienequasi mai posta in atto, e si risolve la que-stione confidando nella propria buona

    nire sia meglio che curare” lo sannotutti, in quanto unica concreta possibi-lità per garantirsi una buona salute euna migliore qualità della vita.

    Ma che cos’è la prevenzione? Etimo-logicamente parlando, il vocabolo“prevenire” deriva dal verbo latinopraevenio, ire, formato dal prefissoprae che esprime anteriorità nel tempoe dalla forma verbale venio, ire, che si-gnifica “venire”, “giungere”, “arriva-re”. “Prevenire” significa, dunque,“agire in anticipo”, “muoversi prima”,“anticipare”, allo scopo di evitare leconseguenze negative di una situazioneche si ritiene possa essere in qualchemodo perniciosa

    Nel nostro Paese si fa da anni un granparlare di prevenzione, ma quando poi sicercano riscontri pratici ecco che l’entu-siasmo iniziale svanisce e lascia il postoalla delusione. A livello pubblico, lamaggior parte delle iniziative della co-siddetta medicina preventiva si muovo-no secondo la logica della “riparazione”e non della “prevenzione”. Per tale ra-gione sono state ideate, accanto alla pre-venzione primaria – quella vera, fatta

  • 1 9 A B A S S A V O C Esorte. Ma, la salute è un bene troppo pre-zioso per essere lasciata al caso. Chi èsaggio si muove per tempo, quando stabene, e fa prevenzione adottando alcunesemplici misure che possono essered’aiuto per evitare le malattie o, nel peg-giore dei casi, per ritardarne la comparsa,riducendone effetti e gravità.

    Adottare uno stile di vita salutare

    Esistono alcuni semplici accorgimentiche possono essere applicati senza faticae che aiutano a star bene, riducendo sen-sibilmente la possibilità di contrarre ma-lattie. Si tratta di tante piccole ma impor-tanti azioni quotidiane che ognuno di noipuò compiere adottando uno stile di vitasalutare: ad esempio, non fumare, nonfare uso di droghe, limitare al massimo ilconsumo di alcol e farmaci, coltivare in-teressi e relazioni affettive gratificanti,seguire una corretta alimentazione e fareattività fisica regolarmente.

    Una recente ricerca clinica, condottadalla Charleston Southern Universitydella South Carolina (USA), ha rileva-to che l’adozione di uno stile di vita sa-lutare riduce immediatamente, anche inetà matura, il rischio di malattie cardia-che, aumentando così le aspettative divita. I risultati della ricerca hanno di-mostrato che passando a più sane abitu-dini di vita anche quando si sono supe-rati i 45 anni d’età – per esempio, man-giando 5 porzioni al giorno di frutta everdura, praticando attività fisica peralmeno due ore e mezza a settimana,mantenendo il peso sotto controllo enon fumando – si ottengono immediatericadute positive nei quattro anni suc-cessivi, con una significativa riduzionedel rischio di malattie cardiocircolato-rie. I benefici sono conseguibili ancheda parte di coloro che assumono uno

    stile di vita solo blandamente sano, ap-plicando cioè tre delle quattro regolesummenzionate: in questo caso, il tassodi mortalità precoce diminuisce, men-tre sembra non ridursi significativa-mente il rischio di malattie cardiocirco-latorie.

    Malgrado ciò, lo studio ha riscontratoche soltanto l’8,7% della popolazioneamericana di età compresa tra 45 e 64 an-ni adotta uno stile di vita basato sullequattro regole della salute, e che un nu-mero ancora più esiguo di persone (menodell’8%) riesce a cambiare le proprieabitudini dopo i 45 anni d’età.

    Nel nostro Paese la situazione non èmolto diversa. Due italiani su tre sonoconvinti di non dover cambiare nullaperché già seguono uno stile di vita sa-lutare, mentre invece ritengono che sol-tanto una minima parte della popolazio-ne viva in modo salutisticamente corret-to. Incrociando tali dati si arriva allaconclusione che la maggioranza degliitaliani “tira l’acqua al suo mulino”, de-finendo buono il proprio stile di vita inmodo da assolversi da tanti peccatucciche poi proprio veniali non sono. Si sco-pre così che fumare 7-8 sigarette al gior-no, bere mezzo litro di vino a pasto, fareattività fisica saltuariamente o soloquando si è in vacanza, avere 7-8 kg disovrappeso, non sono considerati dallamaggioranza degli italiani fattori nega-tivi per la salute.

    È di avviso diverso l’OrganizzazioneMondiale della Sanità che in un rappor-to del 2002 ha stilato l’elenco dei fattoridi rischio in grado d’influenzare con-cretamente e in modo negativo la duratadella vita di una persona. L’elenco ri-porta tra parentesi la stima del numerodi anni di vita perduti a causa di ognisingolo fattore di rischio: fumo(12,2);ipertensione (10,9); alcol (9,2); iperco-lesterolemia (7,6); sovrappeso (7,4); ri-dotto consumo di frutta e verdura (3,9);

    sedentarietà (3,3); sostanze illecite(2,5). Va ricordato che questa ricercatiene conto di un solo fattore di rischioalla volta e non lo correla agli altri. Diconseguenza, l’effetto globale cumula-to risulta essere di gran lunga superiorealla somma dei singoli valori che, im-plementandosi a vicenda, aggravano difatto la situazione di coloro che rientra-no in più categorie.

    Maggiore attenzione e scrupolositàvengono richieste a coloro che, pur nonmettendo in atto comportamenti a ri-schio, sono di fatto geneticamente pre-disposti all’ipertensione, all’ipercole-sterolemia, al diabete e anche ai distur-bi dell’umore. È, infatti, ben noto comele caratteristiche psichiche di una per-sona, pur non avendo una diretta in-fluenza sull’aspettativa di vita, sianoinvece determinanti nell’insorgenza dimoltissime patologie che, se anche diper se stesse non fatali, possono risulta-re gravemente invalidanti e incidere ne-gativamente sulla qualità della vita.Pertanto, il decalogo da adottare da par-te di chi vuole seguire uno stile di vitasalutare contempla, oltre alle ben noteprescrizioni di ordine comportamentale– non fumare, non bere abitualmentealcolici, non fare uso di droghe o di so-stanze illecite, non essere in sovrappe-so, non essere sedentario, avere un’ali-mentazione varia ed equilibrata, ese-guire esami e controlli periodici – an-che prescrizioni di ordine psichico ementale, quali non sentirsi stressato,ansioso e depresso.

    Seguire una corretta alimentazione

    Le più frequenti trasgressioni al “de-calogo della buona salute” riguardanoalcol e cibo. Nelle nostre ingorde so-cietà, il cibo – ma lo stesso discorso può

    essere fatto anche perl’alcol – tracima daogni dove e ci adescaammiccando senza pu-dore ad ogni ora delgiorno e della notte dacartelloni, vetrine,schermi, libri, giornalie riviste, col risultatodi alimentare in noi ap-petiti animaleschi as-sai difficili da contene-re. Il fatto poi che il ci-bo sia diventato esibi-zione, intrattenimento

  • 2 0A B A S S A V O C Ema soprattutto spettacolo, lo ha resoonnipresente nella nostra quotidianitàal punto da risultare uno dei businesspiù redditizi in grado di muovere inte-ressi enormi che, sollecitandone unconsumo indiscriminato, incoraggianoogni tipo di frode, di compromesso e diadulterazione.

    Avendo perso il cibo la sua funzioneprimaria – che è quella di placare i morsidella fame e di mantenere l’organismosano e vitale – si è pensato bene di tra-sformarlo in una passione incontrollabi-le, in una sfrenata corsa a golosità sem-pre più spinte, realizzate attraverso spa-smodiche ricerche di nuovi sapori e abbi-namenti spesso sconsiderati che nullahanno a che vedere con la salute e il be-nessere del corpo, essendo unicamentefinalizzati all’appagamento del palatomediante una esasperata stimolazionedelle papille gustative. L’immagine me-taforica che meglio si adatta a questagrottesca situazione è quella di una gi-gantesca bocca spalancata, mostruosa-mente famelica, che ingurgita vorace-mente tutto ciò che trova, tanto ingorda einsaziabile da violare ogni legge metabo-lica sinora conosciuta.

    Forti del fatto di essere gli unici ani-mali in natura che trasformano e modi-ficano il cibo a proprio piacimento, nonpaghi di aver sfondato la barriera delgusto, si è pure valicato la frontiera del-la vista, sacrificando il contenuto allaforma, la sostanza all’estetica. E direche eravamo partiti bene.

    Negli Anni Settanta la nouvelle cuisi-ne francese aveva tracciato le linee gui-da per un’alimentazione diversa, più diqualità, orientata a privilegiare le vi-vande leggere, poco elaborate, capacidi esaltare il gusto degli alimenti, senzaal contempo creare dannosi appesanti-menti all’apparato digerente. Le pie-tanze venivano preparate con cura, inporzioni ridotte, con scarsissimo uso digrassi, zuccheri e sale, e poi presentatecon estro e fantasia.

    Era una cucina d’élite, che sapeva co-niugare la qualità con l’amore per ildettaglio e la cura nella presentazionedel cibo. In breve tempo si diffuse intutto il mondo, imponendosi nell’altagastronomia e contribuendo all’affer-mazione dei cuochi (chef) più dotati.Ma, dopo una decina d’anni non era giàpiù così.

    Il suo decadimento fu causato da quel-la moltitudine di cucinieri impreparatiche presero a scimmiottarla senza rispet-tarne regole e filosofia. Il conseguente

    scadimento qualitativo finì con l’allonta-nare tutti quei buongustai che erano ca-duti nelle trappole di cuochi mediocriche si credevano eccelsi. Il resto è storiadei nostri giorni, con molti preparatori dicibarie che si credono“artisti” solo per-ché presentano i piatti con qualche ad-dobbo colorato che dovrebbe compensa-re la pochezza di sostanza e qualità. Maquesto può essere ancora considerato ci-bo sano e salutare?

    Il colpo finale alla corretta alimenta-zione lo ha inferto la diffusione planeta-ria dei fast food che con la loro barbaracucina hanno riempito i ventri molli del-le ultime generazioni, rendendoli dilatatie gonfi con caterve di “cibi spazzatura”.

    Per vivere bene, a lungo e in salute –vale a dire per prolungare il più possibilela durata della propria vita “da sani”, sen-za quel corredo di patologie croniche cheaffliggono le età più avanzate – bisognaritornare a un’alimentazione semplice,genuina, mangiando meno e meglio diquanto si faccia abitualmente. A questaconclusione è giunto uno studio condot-to dall’Unità di Ricerca di NutrizioneClinica del Pennington Biomedical Re-

    search Center di Baton Rouge, in Loui-siana (USA) sulle abitudini alimentaridei cittadini di Okinawa, la città giappo-nese dell’arcipelago delle Ryukyu chevanta il maggior numero di centenari almondo.

    Il segreto di tanta longevità – ma an-che dell’ottimo stato di salute che per-mette agli anziani di mantenersi attivi,mentalmente lucidi e meno soggetti aproblemi di obesità e di malattie dege-nerative importanti – sta in una dieta abasso contenuto calorico, con moltafrutta, verdura, legumi secchi, soia, pe-sce, integrata da un’alga (kombu) riccadi minerali e polisaccaridi, utile nel trat-tamento delle disfunzioni ghiandolari edi tante altre patologie. Questo regimealimentare vegetale al 78% e con ridot-to apporto calorico – ma con un’altacomponente in vitamine, amminoacidie sali minerali – ha un elevato effettoprotettivo in grado di ridurre sensibil-mente l’incidenza di malattie come dia-bete, ictus, cardiopatie, cancro e osteo-porosi, che ad Okinawa risultano esseredi gran lunga inferiori al resto del Giap-pone e al mondo intero.

    Una parte del merito va anche attribui-ta al fatto che ad Okinawa quasi tutta lapopolazione considera il cibo “ishoku-doghen“, ossia “medicina” – proprio co-me lo reputava Ippocrate 2500 anni fa – eha una visione positiva della vita con re-lazioni sociali intense, molta creatività esenso dell’umorismo.

    ELIO BLANCATO

    (2 - CONTINUA)

    Prevenire l’influenzacon gli alimenti

    L’influenza, come si sa, è un’infezione respira-toria virale molto contagiosa che si trasmette di so-lito per via aerea attraverso goccioline di muco esaliva. Ha un andamento tipicamente stagionale –in Italia è presente da metà dicembre a fine marzo– ed è caratterizzata da sintomi molto variabili chevanno dal semplice raffreddore al mal di testa,dall’infiammazione della gola alla bronchite. Perprevenirne il contagio gli esperti del Policlinico“San Matteo” di Pavia consigliano di non farsi maimancare nella dieta quotidiana alimenti ricchi dibetacarotene, vitamina C ed E quali: carote, agru-mi, kiwi, spinaci, barbabietole rosse, broccoli, ci-me di rapa, zucca, prezzemolo e frutta secca. Quanti faranno tesoro di questoconsiglio?

    E.B.

  • 2 1 L ’ A N G O L O D E L L O P S I C O L O G O

    L’ANGOLO

    Risponde Ivan Blancatopsicologo clinico

    e-mail: [email protected]

    oppure telefonare alla Redazione Avis - tel. 011/613341

    L’ansia da “mal d’ufficio”

    Dopo molte esitazioni ho trovato il co-raggio di rivolgermi a lei, dott. Blancato,per rappresentarle il mio malessere e peravere delle parole non di conforto, ma diguida perché sono disorientato. Sono unavvocato e lavoro come precario in unostudio legale. Alcuni mesi fa è arrivatauna collega, intenzionata, come me, a ri-manere. Anche se oggettivamente non è ingrado di competere, si vede chiaramenteche è disposta a tutto per mettermi in catti-va luce con i miei datori di lavoro. La cosanon le è riuscita, né credo possa riuscirle.Il problema però è che da quando è arri-vata non riesco più ad essere sereno: misento sempre osservato, è palesemente in-vidiosa dei miei risultati, controlla tuttociò che faccio, cerca di arrivare un minutoprima di me...insomma è uno stress conti-nuo. Mentre prima lavoravo duramente,ma con piacere e senza mai accusare sin-tomi da stress, adesso è una tragedia. Lesensazioni sono: difficoltà a concentrar-mi, frequenti palpitazioni anche quandosono fuori dallo studio, scarsa voglia difare e di pensare ad altro. La cosa brutta èche la situazione perdura anche quandonon lavoro, se il giorno prima c’è statoqualche screzio o qualche situazione chemi abbia fatto alterare. La domanda è: co-me fare a convincermi che non corro nes-sun pericolo di perdere il mio posto? Masoprattutto, come liberarmi da questeodiose palpitazioni? Sono del tutto esclusecause organiche o di diverso genere.Quando sono in ferie e, quindi, non la ve-do infatti il problema gradualmente scom-pare. Ometta il mio nome. Grazie.

    LETTERA FIRMATA

    (TORINO)

    La situazione problematica che lei stavivendo appare piuttosto complessa, poi-ché coinvolge diversi fattori fra loro appa-rentemente in interazione e che lei ha inparte già evidenziato. Cercherò pertanto difornirle un quadro generale della situazio-ne in modo che lei possa programmare emettere in atto una strategia efficace per iproblemi esposti. Gli elementi da conside-rare sono diversi: la relazione fra colleghiin un contesto lavorativo; la precarietà og-gi imperante nel mondo del lavoro; lacompetizione per ottenere un posto di la-voro; la presenza di sintomi ansiosi cheimpediscono una vita serena anche fuoridal contesto lavorativo e infine la comuni-cazione, anche competitiva, fra uomo edonna, con i significati psicologici con-nessi. Le sensazioni che lei descrive (pal-pitazioni, difficoltà di concentrazione) so-no riconducibili ad uno stato di ansia che, èbene ricordarlo, è una risposta fisiologicaadattativa di fronte ad un pericolo reale oritenuto tale. L’ansia, quando è contenutae ben modulata, migliora le prestazioni au-mentando il livello di attenzione e vigilan-za. Nel suo caso si rileva un’ansia unpo’oltre il “punto soglia”, dal momentoche le crea sensazioni d’intrusione cui faseguito una crescente difficoltà nello svol-gimento delle sue normali attività quoti-diane. Nulla di grave o patologico, ma danon trascurare. Per quanto riguarda i rap-porti tra colleghi nel contesto lavorativo èindubbio che siano sovente fonte di stress,soprattutto se accompagnati da elementirelazionali negativi quali invidia, ipocrisiae falsa collaborazione, in grado di genera-re il ben noto “mal d’ufficio”. Nel suo ca-so aggiungerei anche l’insicurezza delmantenimento del posto di lavoro che, perquanto sicuro, lei reputa “in bilico”, dun-

    que insicuro. Il tema, poi, della competi-zione messa in atto dalla collega per sof-fiarle il posto, rinvia alle sue personali ca-pacità di mettersi in gioco, alla sua autosti-ma e alla sicurezza di sé e, se esistono, an-che ai significati psicologici che lei attri-buisce all’entrare in competizione con unadonna. Questa sua collega sta attuandouna sorta di “aggressione passiva”, finaliz-zata ad irritarla con una serie di atteggia-menti manipolatori e ostili che lei vive conancor più disagio perché “coperti” da uncameratismo di facciata. Si chieda, allora,qual è il reale pericolo che lei corre in que-sta situazione e qual è la risposta più ade-guata all’entità del pericolo. La sua “nonrassicurazione” è forse dovuta al fatto chelei non ha ancora elaborato una strategiadifensiva contro la trama sfiancante orditadalla collega? O forse teme di non esserecapace di rispondere in maniera idonea al-le strategie manipolatorie o è questa suaruminazione che altera a dismisura il suostato emotivo? E’ opportuno che lei si pon-ga queste domande non soltanto per fron-teggiare meglio la situazione, ma ancheper trovare dentro di sé la forza necessariaa tranquillizzarsi. Lavori su di sé imparan-do a staccarsi dal contesto lavorativo e anon trascinarsi i problemi a casa. L’ansia,non passando immediatamente, produce alivello mentale numerose altre associazio-ni che, paradossalmente, invece di alleg-gerire la situazione, amplificano la tensio-ne impedendo di pensare lucidamente. Lainvito pertanto ad aiutarsi con l’autocon-trollo, utilizzando tecniche di rilassamen-to e di respirazione controllata. Se questonon dovesse bastare, il ricorso a un coun-seling psicologico, centrato sul problemae limitato nel tempo, non potrebbe che es-serle di giovamento.

    DELLO PSICOLOGO

  • 2 2 A R T E

    LE MOSTREE GLI ARTISTI

    ARTE CONTEMPORANEAINTERNAZIONALE

    PINACOTECA AGNELLIGli aspetti sociali, culturali ed artistici

    della Cina costituiscono i momenti dellamostra “China power station”, Arte con-temporanea cinese dalla collezione AstrupFearnley, aperta sino al 27 febbraio nelle sa-le della Pinacoteca Giovanni e MarellaAgnelli. Lo studio e l’indagine intorno alcollezionismo internazionale portano a To-rino questa mostra sicuramente interessan-te e da non perdere per approfondire la co-noscenza dell’arte contemporanea. Curatada Julia Peyton Jones, Gunnar B.Kvaran eHans Ulrich Obrist, l’esposizione si snodaattraverso una quarantina di opere d’avan-guardia, molte delle quali realizzate fra il2005 e il 2007. Installazioni, sculture, fil-mati, fotografie, grafica al computer e pittu-ra esprimono le tematiche legate alla politi-ca, al potere, alla realtà e alla storia, memo-ria e nostalgia. In particolare, la mostra -sottolinea Ginevra Elkann, vicepresidentedella Pinacoteca - “aggiunge un tassello ul-teriore alla ricerca sul collezionismo che laPinacoteca sta conducendo e racconta sia ilgusto personale dei mecenati Astrup Fearn-ley, che le scelte curatoriali...ma allo stessotempo offre una visione attuale, profonda ecapillare della realtà artistica cinese di oggi,in continua evoluzione...”. Il percorso espo-sitivo si snoda attraverso l’installazione“The Eagle has arrived!” di Cai Guo Qiange il naturalismo simbolico di Cao Fei, gli in-terni con specchi, forbici, plastica cerata esedie di Chen Qiulin e “Constellation n.2”di Chu Yun. S’incontra, poi, il candore del-le immagini di Duan Jianyu che hanno il fa-scino di una fiaba, il grande Colosseo rea-lizzato in ceramica, terriccio e piante daHuang Yong Ping e le tecniche miste di LiuChuang, sino ai palazzi storici costruiti inpelle da Liu Wei e alle fotografie di LiuWeijian. La sezione video propone le im-magini della storia di Lu Chunseng, i pae-saggi e le strutture architettoniche di QiuAnxiong e Honey di Yang Fudong.

    Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli,via Nizza 230, www.pinacoteca-agnelli.it.

    FONDAZIONE SANDRETTOAlla Fondazione Sandretto Re Rebau-

    dengo è, invece, la rassegna “Modernikon”che racconta le tendenze dell’arte contem-poranea russa. Realizzata in collaborazione

    con la Fondazione VICTORIA-The Art ofBeing Contemporary di Mosca, questa im-portante mostra presenta i lavori di ventigiovani artisti: installazioni, sculture, foto-grafie, video e pittura, che rappresentano“il nuovo volto dell’arte russa contempora-nea” (Patrizia Sandretto Re Rebaudengo).Curata da Francesco Bonami e Irene Calde-roni, l’esposizione concorre a delineare uncammino artistico che annovera la speri-mentazione di Vladimir Logutov caratte-rizzata dall’impegno nel campo dei video,come in “Pause» ambientato nelle rovinedel paese ucraino di Shargorod, e alle rigo-rose e geometriche strutture astratte dell’in-tellettuale Stanislav Shuripa; l’interpreta-zione del corpo umano nella fotografia diSergey Sapozhnikov e il linguaggio essen-ziale di Alexandra Auerbakh. Un itinerario,quindi, che rispecchia una ricerca segnatadalla volontà di indagare l’identità dell’uo-mo contemporaneo, il degrado, la societàglobalizzata, in una visione che si traducein esperienze di sicuro interesse e valoreculturale. In tale ambito, si notano le scultu-re in bronzo di Anatoly Osmolovsky, cheha fatto parte dell’Azionismo Moscovita, eil concettuale Pavel Pepperstein. DmitryGutov, artista-filosofo, ha realizzato tresculture che rappresentano la traduzionetridimensionale in ferro dei disegni di Rem-brandt, mentre si “scoprono» le opere diAnna Parkina e Yakov Kazhdan, della poe-tica Sergey Bratkov, di Alina Gutkina edelle sculture modellate da Andrey Kuzkinin cui concentra vita e morte, simbolismo ematerialismo.

    Fondazione Sandretto, via Modane 16,sino al 27 febbraio.

    ANGELO MISTRANGELO

    Huang Yong Ping, Colosseum, 2007

    Anastasia Ryabova, 2010

    Zhang Ding, N Kilometers towards the west, 2006

    L ibri e cataloghi d’arte caratterizzano lefestività natalizie e l’inizio del 2011.Per la mostra “Hans Harung. Lo slancio1947/1985: i grandi dipinti» al Museo Re-gionale di Scienze Naturali di Torino, l’edi-trice Allemandi ha pubblicato un volumecurato da Paolo Turati, con la direzione ar-tistica di Luca Barsi. La vicenda del grandemaestro del ’900 è delineata attraverso letestimonianze di Ugo Nespolo, Guido Cur-to, Vittorio Spampinato, Dino Mascia, Gui-do Folco. La mostra è promossa dall’Asso-ciazione Italiana Paralisi Spastica, con laProvincia e il Comune di Torino, RegionePiemonte, Centro Servizi VSSP.

    Curato da Mario Marchiando Pacchiola il

    LIBRI

    libro “Il sacro nell’arte di Alessandro Nasta-sio”, costituisce un documento di un percor-so che unisce le sculture in bronzo (Cristo incroce) ai mosaici, dai vetri ai pannelli xilo-grafici, dai dipinti alle vetrate. In ogni caso,si avverte il senso profondo dell’Arte Sacra,di una interpretazione intensa e meditata.

    A.MIS.

    Hans Hartung

  • 2 3 F I L A T E L I A

    D a un po’ di tempo nonsi vedevano agli ufficipostali “code” per ac-quistare novità: il francobol-lo e il foglietto dedicati al150° dell’Unità d’Italia, en-trambi illustrati con bandieretricolori al vento. Molte le ri-chieste – che non possono ov-viamente essere appagate –da chi, in queste circostanze,vorrebbe almeno un esempla-re del chiudilettera che fustampato cinquant’anni fa,per Italia 61, per affiancare laserie che celebrava i centoanni dell’Italia unita.

    Possiamo dire che quel qua-dratino di carta (un chiudilet-tera, si badi bene, non un francobollo) fustampato come “prova”, non dentellato,su carta con sfondo tenue in crema, poigli misero i dentelli e fu ristampato sucarta bianca, soprattutto per l’interessa-mento del professor Achille Mario Do-gliotti, che era una delle “menti” del co-mitato di Italia 61. Un foglio intero diquell’esemplare fu offerto all’allora Pre-sidente della Repubblica, GiovanniGronchi, ossia lo statista del celebre“Gronchi rosa”.

    La serie per i cento anni dell’Unitàd’Italia mostrava, nell’esemplare dedi-cato a Torino, da trenta lire, il PalazzoCarignano, sede del Parlamento che daSubalpino divenne primo ParlamentoItaliano, serie che, soprattutto in questoperiodo, è data in costante aumento diprezzo, forse quale effetto delle celebra-zioni per l’unità italiana.

    Apprendiamo dalle Poste della Cittàdel Vaticano che vi sarà una specialeemissione, anche da parte vaticana, peril 150° dell’Unità Nazionale a signifi-

    care che la “Breccia di Porta Pia” è de-finitivamente superata e che da SanPietro si guarda all’Italia non solo conl’abituale simpatia ma con particolareaffetto.

    Il bozzetto, che ancora non conoscia-

    mo, sottolineerà appuntoquesto legame fra l’Italia e ilPontificato romano. Non sipuò non pensare alla serie ita-liana con personaggi illustriche nel 1978 vide VittorioEmanuele affiancato a PioIX.

    Interessanti le buste realiz-zate da alcuni collezionistiche hanno posto l’attuale serietricolore per il 150° accantoallo storico chiudilettera dicinquant’anni fa, stampatoper Italia 61, quasi un cimeliodifficile da reperire, che ab-biamo prima ricordato. Frat-tanto il foglietto, pure adornodi tricolori, emesso per il 150°

    della spedizione dei Mille, sembrerebbequasi esaurito, soprattutto negli ufficipostali della provincia, dove la distribu-zione è spesso carente e irregolare.

    RENZO ROSSOTTI

    TRICOLORI AL VENTO In coda alla posta

    IL QUIZLa lapide che ricorda Ascanio Sobrero e l’invenzione della nitroglicerina si

    trova in via Po, sotto i portici, all’altezza della via Ozanam, una delle più bre-vi strade torinesi. Apposta per iniziativa dei membri dell’Accademia delleScienze.

    Risulta vincitore del quiz Francesco Cassola.

    IL NUOVO QUIZSapete dire dove si trova la lapide che ricorda il generoso contributo dato

    dai militi della Croce Rossa durante il primo conflitto mondiale, opera conbassorilievo bronzeo e lapide di marmo?

    Le risposte devono pervenire a AVIS - Concorso Quiz - Via Piacenza 7 -10127 Torino oppure [email protected] entro il 10 marzo 2011. Ilpremio del precedente quiz deve essere ritirato entro il 10 marzo 2011.

    Il francobollo per il 150° dell’Itaia

    800265508IL NOSTRO NUMERO VERDE PER DONARE: DOVE, COME E QUANDO

    Questo il numero verde acquisito dall’Avis Comunale di Torino a cui si po-tranno rivolgere parenti, amici degli avisini e quant’altri desiderino avereinformazioni su dove, come e quando compiere la loro prima donazione.

  • 2 4 S T O R I A M I N O R E

    Mentre si aprono le celebrazioni per il 150°

    MA COME PARLAVA IL CONTE DI CAVOUR?LA VOCE DEI “GRANDI” RESTA UN MISTEROQuando tenne il “discorso

    sulle beatitudini” e quandoparlava alla folla, com’era lavoce di Gesù? Due studiosi sisono impegnati in una com-plessa ricerca, convinti chedalle caratteristiche somati-che di una persona si possadedurre il suono della sua vo-ce. Così Reinhard Vollmer, diDresda, e Burk Jacobshagen,dell’Istituto Antropologicodell’Università di Giessen, inGermania, hanno studiato al-cuni personaggi.

    Per Gesù hanno analizzatoalcuni dei più celebri ritratti incui fu dipinto il Divino Mae-stro e, soprattutto, hanno com-piuto misurazioni sul voltodella Sindone conservata a To-rino. Molte pagine raccolgonoil risultato di uno studio di cer-to non facile. Alla fine hannoconcluso che Gesù dovevaavere una voce che incantava,forte e chiara. In un incontrocon Vollmer, un po’ di tempofa, gli avevamo posto non po-che domande. Esempio: co-m’era la voce di Cicerone? Equella di Cesare? E Garibaldi?Ricordiamo, in particolare,una domanda che diventa di at-tualità in queste celebrazionidel centocinquantennio del-

    l’unità nazionale. I personaggistorici più evocati, come parla-vano, che voce avevano? I tonidi voce sono forse ereditari?

    Una risposta interessante sibasava su molti nastri registra-ti, ovviamente per i personag-gi più vicini a noi: “Questomio studio è diventato, devoammetterlo, quasi un gioco equando in una cerchia di per-sone mi presentano qualcuno,mi piace indovinare, osservan-dolo dapprima per qualcheistante, in disparte: come saràla sua voce non appena apriràbocca”, mi disse Vollmer.

    “Ma una distinzione mi par-ve fondamentale: prendiamoper esempio Hitler o Churchill.Nei loro discorsi, alla folla onei radiomessaggi, il tono divoce è quello che più si addicea un oratore, diciamo pure untribuno, tono ben diverso daquello usato di solito in fami-glia, fra le mura di casa. Questadifferenza va calcolata. Non sipuò pensare che, con la moglieo i congiunti De Gaulle, per fa-re un altro esempio, usasse iltono che impiegava rivolgen-dosi ai francesi”. E VittorioEmanuele II, e il conte di Ca-vour, come parlavano? Gari-baldi soffriva spesso di afonia.Vittorio Emanuele aveva unavoce baritonale ma bassa, tal-volta roca. Cavour, lo ricono-scono i biografi, non era certoun oratore. Parlava con vocechioccia, in un italiano nonperfetto, con frasi smozzicate,brevi, che poi concludeva inuna rapida sintesi, con una pro-nuncia in cui si ravvisava unevidente accento francese.

    Anche leggendo qualche suodiscorso si intuisce come diva-gasse facilmente, pur accor-gendosene, e subito ripiegavasu una conclusione che lascia-va l’uditorio interdetto. In que-

    sti casi il personaggio preferi-sce leggere un testo scritto e cu-rato in precedenza, un po’ co-me fanno i politici di oggi, qua-si tutti pessimi oratori. Non pernulla in Italia, alla Camera deiDeputati, molti degli uditorisbagliano o addirittura, si ad-dormentano. Più incisivo, chia-ro e forte, nonostante l’accentoveneto che tende a eliminare le“doppie”, Alcide De Gasperiche nei comizi amava improv-visare e ciò cattura senza dub-bio l’attenzione della folla.

    Inevitabilmente, in questecelebrazioni che si sono appe-na aperte all’insegna del trico-lore, mancano le voci dei gran-di che costruirono l’unità d’Ita-lia. Non vi sono, purtroppo,dvd che ci portino la parola de-gli illustri del passato. Comeparlavano? Questo interrogati-vo rimane senza risposta, no-nostante gli studi di ricercatoricome Vollmer e Jacobshagen.Sarebbe troppo bello, entrandoa palazzo Cavour, in via Ca-vour, dove lo statista nacque econcluse i suoi giorni, poterneudire la voce. Scomparve pocoprima che si avverasse il suosogno unitario. Sognava Romacapitale e la preannunciò conforza. Fa un certo effetto pen-sare che a Roma Cavour nonfosse mai andato. Non la cono-

    sceva affatto ma la designò ca-pitale per una predisposizioneverso la cosiddetta “romanità”,per la sua posizione centrale ri-spetto allo stivale geografico diun’Italia frammentata di State-relli.

    Il “Tessitore”, come vennechiamato per aver “tessuto”l’Italia unita, con Re Vittorio,Garibaldi, Mazzini ed altrigrandi, fra sogni e, anche, pa-recchie delusioni, se ne andòquasi all’improvviso. Avrebbedetto, come ultima frase, “Li-bera Chiesa in libero Stato”,ma le frasi celebri sono tali sol-tanto nei libri di scuola. O, for-se, se ne andò semplicementein punta di piedi lasciando unsovrano affranto, come Vitto-rio Emanuele II, e, anche, conil malcelato desiderio di fareun dispetto a Pio IX.

    I “grandi” sono grandi men-tre vivono e, soprattutto, do-po. Inevitabilmente un raf-fronto fra i “padri della Pa-tria” di centocinquant’anni fae i politici di oggi. Sarebberoin grado, oggi, quelli che ciassordano tutti i giorni, diportare a compimento un so-gno unitario come quello diCavour? Meglio non tentareneppure una risposta. Il conteCamillo era tutt’altra cosa.

    RENZO ROSSOTTI

    Cavour fra i “Grandi” al Congresso di Parigi del 1856

  • 2 5 C O N S E R V I A M O I L N O S T R O D I A L E T T O

    VITA NUOVA TRA NEVE E “GALAVERNA”L a neve è tornata!Non so se lassù sui monti, dove i co-mignoli fumano ancora, l’evento èstato presentito.

    Ai tempi del ciocco nel camino si di-ceva: “Quand che ’l feu a schërzin-a lafiòca a s’avzin-a!; quand che ’l feu acanta, la galaverna a n’ancanta!”(Quando il fuoco scricchiola la neves’avvicina, quando il fuoco canta la ga-laverna ci incanta). Si diceva ancora:“Quand che ’l feu a sofia: o dné o ’dforësté o ’l padron ’d ca ch’a veul ru-sé!” (Quando il fuoco soffia: o denari oforestieri o il padrone di casa vuol bi-sticciare).

    Era il tempo in cui, al calar della sera,si accendevano “ij lum a euli” (i lumi adolio) ed anche quella fiammella sapevamandar messaggi: “Quand che ’l bam-bas dël lum a s-ciopata o a fà ’l bolè; ëltemp a veul fioché!” (Quando lo stoppi-no del lume crepita o fa la pancia, il tem-po vuole nevicare).

    Noi bambini pensavamo al tempo co-me al padrone capriccioso a cui il soled’inverno dava noia. Mamma usciva, almattino, sull’uscio a guardarlo in facciae rientrava dicendo: “Dròlo sto temp!”(Strano questo tempo!).

    Mia madre doveva conoscerlo a fondoil tempo e diceva: “Ël temp a bastasavèjlo pijé come a ven e a dësrangiamai!” (Il tempo basta saperlo prenderecome viene e non fa mai del male).

    Troppo tardi ho capito la filosofia ras-segnata di mia madre che aggiungeva:“Tant ël sol coma la pieuva; tant la fiò-ca che la tempesta, rij o piora, a rivo atemp e ora!” (Tanto il sole come lapioggia, tanto la neve che la tempesta,ridi o piangi, arrivano a tempo e ora).Volli chiedere, una volta, quando era “atemp e ora” (santa innocenza!) e mi ri-spose: “L’ora a l’é sempre cola che Dioa veul!” (l’ora è sempre quella che Diovuole!).

    Ed era sempre una bell’ora quella che– alzandoci al mattino – potevamo tra-scorrere alla finestra col nasino al vetro:un vetro ornato di fiori bulinati dal gelo.

    Il nostro àlito ripuliva il vetro quel tan-to che ci consentiva di ammirare l’incan-tevole fioccare della neve. Era sempre unlento “muliné ’d parpajòle, ëd faravò-sche e ’d patarass!” (roteare di fiocchi ditutte le dimensioni).

    Tutta una letteratura accompagnava,allora, una nevicata. Si diceva: “Quandche ij fiòch son ràir e grossé, va nen tantch’a chita ’d fioché!” (Quando i fiocchisono radi e grossi, non tarda a smetteredi nevicare); al contrario: “Quand ch’afiòca mnù, àuta al cu” (Quando fioccaneve fitta e minuta ne verrà fino al sede-re). Era quando mia madre usciva, conun sacco ripiegato e sistemato a mo’ dicappuccio sulla testa, per “fé la calà”(fare il sentiero nella neve). “Ant l’èi-ra” (nell’aia) eran già venuti i passeri“a la serca” (a cercar cibo) e le loro pic-cole “a calà”, fette di tante piccole cro-ci, si perdevano sul marciapiede sotto lafinestra.

    Il mondo, allora, si fermava – uominied animali – ad ammirare il miracolobianco della neve.

    Era il primo annuncio del Natale vici-no. Mamma diceva: “La fiòca a ven aquaté ’l maunèt an sla stra dël Bambin!”(La neve viene a coprire lo sporco sullastrada del Bambino Gesù).

    Tornato il sereno, la neve lasciava, nel-le notti di luna, il passo alla “galaver-na”. La delicata, bianchissima fiorituradipinta dalla “galaverna” in un qualun-que mattino d’inverno, non ha paragonecon alcuna, pur bella, fioritura d’un mat-tino di maggio!

    Nella notte gelata la nebbia “brodeu-sa” (ricamatrice) aveva “travajà ’d bro-darìa” (lavorato di ricamo) sugli alberi,sui cespugli, sull’erba, sulle pietre, suimuri, sui fili, sui balconi, sui panni stesi,sui davanzali, sulle soglie.

    Era il primo sole ad inaugurare l’ope-ra: “La fiorìa” (la fiorita). È lei – lagalaverna – la regina delle brine, e vie-ne, di quando in quando, a dar lezione.Preferisce far la sua comparsa nel mesedi dicembre, perché il proverbio loconsente: “Dzèmber gelà a va nen dë-spresià!” (Dicembre gelato non va di-sprezzato); benché sappia anche lei che(non strida il poético accostamento!):“la mòrt e la galaverna a ven-o quandche Nosgnor a comanda!” (la morte ela galaverna vengono quando Dio co-manda).

    È la regina delle brine e, con la neve,è la damigella d’onore dell’inverno. Ineffetti, “la galaverna a l’é la seur pìdlicà dla fiòca” (la galaverna è la sorel-la più delicata della neve), anche se “la

    fiòca a pòrtà ’l sol tëbbi, la galaverna apòrta ’l sol gelà” (la neve porta il soletiepido, la galaverna porta il sole gela-to). Si sa che “la galaverna a pòrta ’lfrèid e a la guerna” (la galaverna portail freddo e lo conserva).

    La stagione invernale è ormai, anchequest’anno, in carrozza. Ce lo vien con-fermando il proverbio che sancisce: “ASant Andrea (30/11) l’invern a monta ancarea!” (a Sant’Andrea l’inverno montain cattedra).

    E non è male, se è vero che “Dzèmbertròp bel a marca pa ’n bon ann novel”(Dicembre troppo bello non fa prevede-re un buon anno nuovo); anche perchéd’inverno: “Pieuva e fiòca, fortun-anen pòca” (pioggia e neve, fortuna nonpiccola), e la buona fortuna non dispia-ce mai.

    E non sarà male neppure “la galaver-na” perché “ij dent ëd la galaverna a pa-sio ’l vëzzo e a misuro ’l giget!” (i dentidella galaverna tranquillizzano la frego-la e moderano la smania di far pazzie), edil moderar la frégola fa sempre bene allasalute! Ma prezioso può essere l’invernoda noi, anche perché sa insinuare mes-saggi di “Poesìa”.

    Canta il poeta:“Veuj chauje ant j’euj ij color dla primaeterna, vestì ij mè seugn con l’òr ëd tutj’amson,pasié mè sangh drinta la pas d’otonne soagné l’ànima ’d pissèt ëd galaverna”!

    (Voglio racchiudere negli occhi i colo-ri della primavera eterna, vestire i mieisogni con l’oro di tutte le messi, calmareil mio sangue dentro la pace d’autunno eornare l’ànima con pizzi di galaverna).

    Ma non è soltanto un sogno di Poetaquello di gustare nel sangue le propostedel tempo e delle stagioni, se è vero cheuna vecchia massima consiglia:“Con ël bel ëd le stagion passà”as pronta la panaria për l’eternità!”.

    (Con il bello delle stagioni passate ci siprepara la provvista di pane per l’eter-nità).

    E quale pane è migliore del fior delbello e della poesìa che non tramonta?“Tut l’é bel dantorn a Ti:rendlo n’ala për Tò ävnì!”

    (Tutto è bello attorno a Te: rendiloun’ala per il Tuo avvenire).

    CAMILLO BRERO

  • 2 6N O T I Z I E U T I L I

    E cco notizie utili e consigli per i volontari del sangue, so-prattutto nuovi, che si esorta di tenere presenti e di seguire.1 – Le donazioni di sangue intero si possono effettuare tutte le

    mattine dei giorni feriali (7,30-11,45) e festivi (8-11,45) presso:– unità di raccolta di Torino, via Piacenza 7;– il centro raccolta di Pianezza, via Torino 19.Nelle sole mattine dei giorni feriali anche sulle autoemoteche si-

    te nei giardini di piazza Carlo Felice, di fronte a via Roma ed inpiazza del Donatore di Sangue, davanti all’ospedale Giovanni Bo-sco dalle ore 7,30 alle 11,45 e nel piazzale antistante la stazione diPorta Susa. Altre autoemoteche Avis stazionano periodicamenteinnanzi alle chiese e nelle vicinanze dei mercati cittadini.

    Presso il centro trasfusionale dell’ospedale Maria Vittoria, viaMedail - dal lunedì al venerdì ore 8,30-11,30 ed il sabato 8,30-10,30 e presso il Centro ex Avis di via Baiardi 43 dal lunedì al ve-nerdì feriali 8-11,30.

    Per maggiori informazioni telefonare al numero verde: 800-265508.

    Le donazioni di plasma (plasmaferesi) si possono fare, suapp