CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di...

21
CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? In tutto il mondo il numero di casi di Coronavirus è salito quasi a 500.000. Molti Paesi stanno adottando misure di contenimento e sicurezza simili a quelle dell’Italia, con la chiusura quasi totale di molte attività, per cercare di limitare il contagio e non sovraccaricare il sistema sanitario, che sta affrontando una prova dura. Tra i temi maggiormente discussi c’è quello dell’immunità di gregge, un concetto che abbiamo approfondito con l’aiuto del dottor Fausto Francia, epidemiologo, Direttore sanitario del Centro Diagnostico Chirurgico Dyadea e Membro del Comitato Scientifico di UniSalute. IMMUNITÀ DI GREGGE: CHE COS’È? L’espressione immunità di gregge è la traduzione dell’anglosassone ‘herd immunity’ e indica, come spiega l’intervistato, una situazione in cui, all’interno di una determinata popolazione, un certo numero di persone diventa immune a una malattia. Questo può verificarsi per due motivi differenti: gli individui sono stati vaccinati si sono ammalati, sono guariti e sono diventati immuni. Come spiega il dottor Francia, in un contesto del genere l’epidemia non può svilupparsi, si blocca quasi immediatamente perché chi è immune non trasmette. “Quando c’è l’immunità di gregge, non ci troviamo di fronte a cluster, ovvero gruppi di persone ammalate vicine, come famiglie intere o comunità molto ristrette: è una situazione ideale, in cui ci sono soltanto pochi casi e il sistema sanitario non incontra difficoltà nella loro gestione”. Due esempi rilevanti a cui poter fare riferimento sono virus del vaiolo e del morbillo. Per quanto riguarda il primo, “l’immunità di gregge è stata raggiunta a livello mondiale: nel 1980, infatti, l’OMS ha dichiarato scomparsa questa malattia. Una situazione ben diversa da quella del morbillo in Italia nel 2017. In quell’anno, infatti, ci sono stati 5000 casi. Si tratta di una malattia estremamente contagiosa, per cui si raggiunge l’immunità di gregge quando almeno il 95% della popolazione è immune. Purtroppo c’è stata un’evasione massiccia della raccomandazione vaccinale e la copertura è scesa al 90-85%.

Transcript of CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di...

Page 1: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE?

In tutto il mondo il numero di casi di Coronavirus è salito quasi a 500.000. Molti Paesi stanno adottando misure di contenimento e sicurezza simili a quelle dell’Italia, con la chiusura quasi totale di molte attività, per cercare di limitare il contagio e non sovraccaricare il sistema sanitario, che sta affrontando una prova dura. Tra i temi maggiormente discussi c’è quello dell’immunità di gregge, un concetto che abbiamo approfondito con l’aiuto del dottor Fausto Francia, epidemiologo, Direttore sanitario del Centro Diagnostico Chirurgico Dyadea e Membro del Comitato Scientifico di UniSalute.

IMMUNITÀ DI GREGGE: CHE COS’È?

L’espressione immunità di gregge è la traduzione dell’anglosassone ‘herd immunity’ e indica, come spiega l’intervistato, una situazione in cui, all’interno di una determinata popolazione, un certo numero di persone diventa immune a una malattia. Questo può verificarsi per due motivi differenti:

gli individui sono stati vaccinati

si sono ammalati, sono guariti e sono diventati immuni.

Come spiega il dottor Francia, in un contesto del genere l’epidemia non può svilupparsi, si blocca quasi immediatamente perché chi è immune non trasmette. “Quando c’è l’immunità di gregge, non ci troviamo di fronte a cluster, ovvero gruppi di persone ammalate vicine, come famiglie intere o comunità molto ristrette: è una situazione ideale, in cui ci sono soltanto pochi casi e il sistema sanitario non incontra difficoltà nella loro gestione”.

Due esempi rilevanti a cui poter fare riferimento sono virus del vaiolo e del morbillo. Per quanto riguarda il primo, “l’immunità di gregge è stata raggiunta a livello mondiale: nel 1980, infatti, l’OMS ha dichiarato scomparsa questa malattia. Una situazione ben diversa da quella del morbillo in Italia nel 2017. In quell’anno, infatti, ci sono stati 5000 casi. Si tratta di una malattia estremamente contagiosa, per cui si raggiunge l’immunità di gregge quando almeno il 95% della popolazione è immune. Purtroppo c’è stata un’evasione massiccia della raccomandazione vaccinale e la copertura è scesa al 90-85%.

Page 2: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

L’immunità di gregge, che era stata raggiunta tempo addietro, si è persa, e la malattia è tornata a colpire molte persone. Con l’introduzione dell’obbligo vaccinale si è tornati rapidamente alla copertura ideale”.

L’IMMUNITÀ DI GREGGE NEL CASO DEL CORONAVIRUS

Come sottolineato dal dottor Francia, nel caso del Covid-19 raggiungere l’immunità di gregge vorrebbe dire che gran parte della popolazione ha contratto la malattia, poiché non esiste ancora un vaccino. “Auspicare il raggiungimento della herd immunity – precisa l’intervistato – come è stato inizialmente fatto da alcuni Paesi, potrebbe reggere a livello scientifico, ma sicuramente non sul piano etico. Infatti, poiché in un caso simile non si cerca di arginare la malattia, le persone si ammalerebbero tutte insieme e i casi gravi non avrebbero più accesso alle strutture e alla rianimazione”.

L’epidemiologo spiega che per ogni virus l’immunità di gregge è rappresentata da una specifica percentuale, che varia a seconda dell’aggressività e ai casi secondari che si sviluppano da quello primario. “Il morbillo, per esempio, è una malattia virale estremamente contagiosa, e da un caso se ne possono sviluppare anche 15. Per il Covid-19 si è valutato che un caso ne produce circa 3, quindi è stato calcolato, attraverso specifiche formule matematiche, che l’immunità di gregge si raggiungerà quando il 65-67% della popolazione avrà gli anticorpi nei confronti del Coronavirus”. Raggiunta questa situazione, non ci saranno più escalation rapide di casi all’interno di una comunità, come è accaduto per esempio nel comune di Medicina, in provincia di Bologna.

Page 3: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

COSA SUCCEDERÀ PRIMA CHE ARRIVI IL VACCINO PER IL CORONAVIRUS?

Alla luce di queste considerazioni, abbiamo chiesto al dottor Francia che cosa possiamo aspettarci che avvenga nell’immediato futuro. “Le previsioni si basano su modelli matematici. Quasi tutti prevedono che un’epidemia di questo tipo duri circa 4 mesi – risponde l’intervistato. – Entro fine maggio dovremmo ipoteticamente tornare a una situazione gestibile, con pochi casi, in cui gli ospedali non saranno più intasati. Dovremmo però mantenere un sistema di sorveglianza strettissimo, perché bisognerà intervenire subito qualora una persona manifesti i sintomi, mettendo in isolamento sia lei che i familiari. Dovrà esserci, quindi, uno stretto legame con i medici di famiglia, che devono trasmettere le informazioni ai dipartimenti di prevenzione. Bisognerà rintracciare tutti i contatti, nel caso di contagio, creare un cordone sanitario”.

Come spiega l’epidemiologo, il nostro Paese risente di una situazione in cui, nel corso degli anni, “tutti i servizi di prevenzione sono stati depauperati, perché il rischio di una pandemia sembrava remoto. Chi si occupava di malattie infettive è stato spesso messo in disparte, in momenti di ristrettezza, sono state fatte delle scelte, del tutto comprensibili, ma che hanno portato alla situazione in cui ci troviamo oggi. Secondo accordi nazionali bisognerebbe spendere in prevenzione il 5% del finanziamento nazionale sulla sanità, ma si arriva intorno al 4%: circa 1 miliardo di euro viene tolto alla prevenzione per essere destinato ad altri settori. Una scelta che non ha pagato, per cui spero ci sia un’inversione di tendenza, perché continuare a tenere la guardia alta fino a quando non ci sarà un vaccino sarà difficile. Anche quando arriverà il vaccino, ipotizzando un tempo di un anno e mezzo almeno, tutti gli Stati vorranno averlo e non è detto che avrà un’efficacia elevata, perché non è stato studiato a fondo”.

Page 4: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

È POSSIBILE CONTRARRE IL CORONAVIRUS UNA SECONDA VOLTA?

Un’ulteriore preoccupazione relativa al Coronavirus, è che ci si possa ammalare di nuovo dopo aver già contratto il virus. A questo proposito, il dottor Francia specifica che potrebbe trattarsi di casi molto rari oppure di pazienti ancora non del tutto guariti, ma bisogna sempre indagare a fondo e capire che cosa è accaduto. “Di certo dovremo indagare meglio, e lo faremo in tempo di pace, ma personalmente non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non si contrae di nuovo la stessa malattia a breve distanza, una volta guariti. Ma non sempre c’è una immunità definitiva: nel caso della pertosse, per esempio, non accade, mentre il morbillo si contrae una sola volta”, conclude.

Come ha ricordato il dottor Francia, una volta passata la fase critica che stiamo affrontando, per combattere il rischio che nascano nuovi focolai del virus sarà fondamentale continuare un attento monitoraggio a livello nazionale. Anche le azioni del singolo, però, restano di grande importanza, per questo motivo l’invito è di informarsi in modo consapevole e agire in maniera responsabile.

Per approfondire ulteriormente l’argomento coronavirus, consigliamo la lettura di alcuni articoli, pubblicati dal nostro blog sull’argomento:

Coronavirus: come funziona la catena del contagio?

Coronavirus: come funziona il test del tampone?

Coronavirus: come gestire lo stress da quarantena?

Page 5: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

CORONAVIRUS: COME FUNZIONA LA CATENA DEL CONTAGIO

L’esistenza del nuovo coronavirus SARS-CoV-2 è stata resa pubblica dall’Organizzazione Mondiale della Sanità a inizio gennaio, a seguito di un focolaio di casi di polmonite ad eziologia ignota nella città di Wuhan, nella Cina centrale.

Nelle ultime settimane il virus si è diffuso anche in Italia, catturando l’attenzione dei media e della comunità scientifica; come abbiamo avuto di spiegare in altri articoli pubblicati sull’argomento, si tratta di un virus nuovo di cui conosciamo ancora poco, sappiamo però per certo che è altamente contagioso. In questo articolo ci concentriamo proprio sulla catena del contagio, argomento che approfondiamo con l’aiuto del dott. Fausto Francia, epidemiologo, direttore sanitario del Centro Diagnostico Chirurgico Dyadea e membro del Comitato Scientifico di UniSalute.

COME FUNZIONA IL CONTAGIO DEL CORONAVIRUS?

Dirima/shutterstock.com

L’OMS spiega chiaramente che il SARS_CoV-2 si trasmette da persona a persona attraverso le goccioline che si diffondono dal naso o dalla bocca. Ciò può avvenire per modalità diretta o indiretta, come ci spiega il dottore Francia, che chiarisce: “il contagio diretto avviene per via aerea, ovvero con un colpo di tosse o uno starnuto con cui emettiamo goccioline di saliva infetta. In questo modo, il virus può essere inalato da una persona che è molto vicina a noi. Il contagio indiretto può invece avvenire se, dopo aver tossito o starnutito, tocchiamo una qualunque superficie e, subito dopo, un’altra persona tocca la stessa superficie con le sue mani, per poi portarle al naso, agli occhi o alla bocca.”

Il contagio indiretto è comunque un’eventualità limitata, sottolinea tuttavia il dottore Francia, “poiché il contatto dovrebbe avvenire entro breve tempo: il virus, infatti, all’esterno vive poco”.

PERCHÉ È IMPORTANTE EVITARE IL PIÙ POSSIBILE LA DIFFUSIONE DEL VIRUS?

Come abbiamo approfondito in questo articolo, a proposito della pericolosità del virus e delle possibili complicanze ad esso correlate, è importante evitare il più possibile la diffusione perché:

Page 6: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

si tratta di un virus nuovo, di cui le autorità sanitarie non conoscono ancora il reale grado di infettività, che pare piuttosto elevato: proprio per questo, bisogna osservare una serie di accortezze quotidiane, che vedremo meglio nel paragrafo dedicato in seguito.

La complicanza maggiore del SARS_CoV-2 è la polmonite virale, che può interferire in modo molto serio con la respirazione.

Il dott. Francia, relativamente a questo punto, sottolinea che “in soggetti il cui apparato è già in sofferenza per via di altre patologie può portare a un’insufficienza respiratoria acuta e, nei casi peggiori, al decesso.”

Comprendiamo, quindi, che è importante intervenire – per quanto possibile – sulla catena del contagio, anche per evitare che il virus colpisca persone che possono incorrere in complicanze potenzialmente mortali.

MASCHERINA, FACCIAMO CHIAREZZA: CHI DEVE INDOSSARLA E COME SI USA?

In queste ultime settimane si è dibattuto molto anche sull’utilizzo delle mascherine. Chiariamo questo aspetto utilizzando le indicazioni fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha diffuso un video e un elenco di punti molto chiari, ripresi dal Ministero della Salute: “L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di indossare anche una mascherina solo se sospetti di aver contratto il nuovo coronavirus e presenti sintomi quali tosse o starnuti – si legge sul sito – oppure se ti prendi cura di una persona con sospetta infezione da nuovo coronavirus. L’uso della mascherina aiuta a limitare la diffusione del virus ma deve essere adottata in aggiunta ad altre misure di igiene respiratoria e delle mani”.

Fatta questa precisazione, l’OMS chiarisce inoltre che “non è utile indossare più mascherine sovrapposte. Inoltre, la mascherina non è necessaria per la popolazione generale in assenza di sintomi di malattie respiratorie.”

Sintetizzando, la mascherina va indossata in due casi:

se si sospetta di aver contratto il virus e si presentano sintomi come tosse e starnuti;

se si vive a contatto con una persona con sospetta o confermata infezione.

COME METTERE E TOGLIERE LA MASCHERINA IN MODO CORRETTO

Il Ministero fornisce anche una lista di istruzioni per mettere e togliere la mascherina in modo corretto:

1. Prima di indossare una maschera, pulire le mani con un detergente a base di alcool o sapone e acqua.

2. Coprire la bocca e il naso con la maschera e assicurarsi che non vi siano spazi tra il viso e la maschera.

3. Evitare di toccare la maschera mentre la si utilizza; se lo fai, pulisci le mani con un detergente a base di alcool o acqua e sapone.

4. Sostituire la maschera con una nuova non appena è umida e non riutilizzare le maschere monouso.

5. Per rimuovere la maschera: rimuoverla da dietro (non toccare la parte anteriore della maschera); scartare immediatamente in un contenitore chiuso; pulire le mani con pulire le mani con una soluzione a base di alcool o acqua e sapone.

Page 7: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

PERIODO DI INCUBAZIONE: QUANTO DURA E COSA FARE SE SI ENTRA IN CONTATTO CON UNA PERSONA CONTAGIATA

Via via che il virus si diffonde e – purtroppo – sempre più soggetti ne sono colpiti, aumentano anche le informazioni in nostro possesso riguardo alle sue caratteristiche, tra cui il periodo di incubazione, ovvero l’intervallo di tempo che intercorre tra la contrazione del virus e la manifestazione dei sintomi.

Ad oggi, sappiamo che:

il periodo di incubazione varia in media tra 2 e 14 giorni

alcuni studi preliminari hanno riportato tempistiche più lunghe, anche fino a 27 giorni.

Quindi, sono considerate a rischio di contrarre il nuovo coronavirus le persone che:

sono entrate in contatto con soggetti con infezione probabile o confermata con esami in laboratorio;

hanno frequentato o lavorato in una struttura sanitaria dove sono ricoverati pazienti che hanno contratto il virus.

Pertanto, se si ritiene di essere tra i casi a rischio sopraelencati, occorre contattare il numero verde nazionale 1500, oppure i numeri emergenza 112 o 118.

Page 8: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

QUANTO SONO CONTAGIOSI I PAZIENTI SENZA SINTOMI?

Secondo l’OMS, basandosi sui dati ad oggi disponibili, la trasmissione del virus avviene principalmente da persone che stanno già manifestando i sintomi: è comunque possibile che anche soggetti asintomatici, ovvero con sintomi assenti o molto lievi, possano trasmette il SARS_CoV-2.

Il dottor Francia, su questo specifico punto, afferma che “sul tema del contagio da parte degli asintomatici c’è stata grande disquisizione da parte del mondo scientifico: in generale è bene tenere sempre presente che si tratta di una malattia molto contagiosa”.

A differenza di chi manifesta i sintomi, prosegue il medico, “gli asintomatici dovrebbero essere meno infettivi, ma se hanno di fronte una persona molto ricettiva alla trasmissione, la ‘carica virale’ potrebbe comunque essere sufficiente a trasmettere l’infezione”.

IMMUNITÀ DOPO LA MALATTIA E IMMUNITÀ DI MASSA: COSA SAPPIAMO?

Abbiamo fatto qualche domanda al dott. Francia anche per comprendere se può esistere l’immunità al coronavirus, ovvero se le persone che si ammalano sviluppano gli anticorpi per non riammalarsi, e quello che ci ha detto è che non possiamo ancora saperlo, perché lo scopriremo solo con il passare del tempo.

“Pensiamo all’influenza stagionale” afferma Francia, “chi la contrae quest’anno, non è detto che non la contrarrà anche il prossimo, perché i virus sono soggetti a variazioni, ovvero si “camuffano” per non essere riconosciuti dal sistema immunitario. Dobbiamo ancora scoprire se il SARS_CoV-2 tende a modificarsi nel tempo e a generare nuove infezioni anche in coloro che hanno già contratto la malattia”.

Ad oggi, come sottolinea anche il medico, ha avuto successo la pratica di prelevare le immunoglobuline dal sangue di pazienti guariti dal nuovo coronavirus per somministrarle ai malati, e questo li sta aiutando a guarire.

Per quanto riguarda invece l’immunità di massa, ovvero il principio secondo cui la catena dell’infezione di un virus può essere interrotta quando la maggioranza della popolazione è immune alla malattia, Francia non si sbilancia troppo, perché la comunità scientifica non è ancora in possesso di sufficienti informazioni.

Ci dice che “per ora, speriamo che l’immunità di massa non si sviluppi in modo autonomo, perché significherebbe – presupponendo che il virus generi immunità – che le persone si sono ammalate su larga scala. Diversa è invece l’immunità di gregge che si potrebbe verificare in seguito alla vaccinazione”.

Page 9: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

BEST PRACTICE PER LIMITARE LA DIFFUSIONE DEL CONTAGIO

Secondo le disposizioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, riprese anche dal Ministero della Salute, ci sono una serie di precauzioni quotidiane che, se osservate con regolarità, possono aiutare a rallentare la catena del contagio:

lavare spesso le mani;

mantenere una distanza di almeno un metro da persone che starnutiscono o tossiscono;

evitare di toccarsi occhi, naso e bocca;

seguire le corrette norme igienico- sanitarie, e accertarsi che lo facciano anche le persone con cui si vive a stretto contatto;

indossare la mascherina solo se si presentano sintomatologie di tosse, raffreddore o difficoltà respiratorie;

se non ci si sente bene, l’indicazione è quella di rimanere a casa;

se si iniziano a manifestare sintomi correlati al coronavirus, le autorità sanitarie si raccomandano di non recarsi al pronto soccorso, ma contattare il 118 o il 112 (a seconda della regione di residenza) o il numero verde nazionale 1500. Per questo punto, si consiglia di consultare il portale messo a disposizione della propria regione, dove si potranno trovare tutte le informazioni necessarie;

rimanere informati su SARS_CoV-2 utilizzando fonti ufficiali e siti scientifici accreditati.

Articolo redatto da Silvia Bernardi, con il contributo del dott. Fausto Francia, epidemiologo, direttore sanitario del Centro Diagnostico Chirurgico Dyadea e membro del Comitato Scientifico di UniSalute.

Page 10: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

CORONAVIRUS: COME FUNZIONA IL TEST DEL TAMPONE?

Come abbiamo già approfondito nei giorni scorsi sul blog InSalute, il nuovo coronavirus e la conseguente malattia COVID-19 sono stati definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità “un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale”: il virus, infatti, continua a diffondersi rapidamente in diverse zone del mondo, portando a situazioni di allerta e massima prevenzione.

Come sappiamo, l’Italia al momento è tra i Paesi con più casi conclamati e, proprio per questo, il Governo ha esteso a tutto il territorio nazionale la “zona rossa”, con il decreto DPCM del 9 marzo 2020, per poi annunciare, l’11 marzo, nuove misure per il contrasto e la prevenzione della diffusione del virus.

Per evitare il panico da coronavirus è sicuramente molto importante essere consapevoli di tutto quello che possiamo fare per rallentare il contagio, e informarsi sempre e solo tramite fonti scientificamente accreditate: per questo motivo, oggi vogliamo proseguire il lavoro di divulgazione fatto in questo periodo parlando del test diagnostico necessario per accertare la patologia COVID-19, ovvero il tampone faringeo.

Lo faremo grazie ai contenuti diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Ministero della Salute.

TEST DEL TAMPONE PER IL CORONAVIRUS: COS’È E COME VIENE EFFETTUATO

Il tampone faringeo è un test diagnostico che prevede il prelievo di materiale biologico dalla faringe tramite un bastoncino monouso – simile a un cotton fioc di dimensioni più grandi.

In pratica, il personale sanitario incaricato effettua questa procedura:

inserisce nel cavo orale il tampone

se necessario, si serve di un abbassalingua per aiutare il paziente a tenere la bocca aperta

Page 11: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

compie movimenti delicati per prelevare campioni di materiale biologico strofinando il tampone sulle tonsille e sulla faringe

invia il tampone in laboratorio, dove verranno effettuate le analisi.

Si tratta di una procedura rapida e indolore che, nel caso del nuovo coronavirus, permette di sapere se il paziente ha contratto la malattia.

COME SI ANALIZZANO I RISULTATI DEL TAMPONE?

I tecnici di laboratorio procedono con l’analisi del tampone per individuare eventuali porzioni di codice genetico del nuovo coronavirus: se il codice genetico viene individuato, il tampone risulta positivo, se non viene rilevato, il risultato è negativo.

Questa prima fase richiede dalle 4 alle 6 ore: qualora il tampone dia esito positivo dovrà essere ripetuto, per avere conferma definitiva dell’avvenuto contagio.

È molto importante sapere che la diagnosi viene eseguita solo e unicamente nei laboratori diagnostici di riferimento regionale e che, in caso di risultato positivo, deve essere poi confermata dal laboratorio di riferimento regionale dell’Istituto Superiore di Sanità, come riportato anche nelle domande e risposte frequenti sul sito ISS.

COSA SUCCEDE SE IL PRIMO TAMPONE EFFETTUATO DÀ ESITO POSITIVO?

Come riportato sul sito ISS, il tampone compie questo percorso:

“Nel momento in cui un esame dà esito positivo il campione viene inviato fisicamente (tramite i Carabinieri dei Nas) all’Istituto.

Una volta preso in consegna il campione se ne estrae l’Rna e, attraverso una tecnica chiamata Pcr Real Time, viene amplificata la quantità di genoma del virus SARS-CoV-2 eventualmente presente.

Il test richiede 4-5 ore. Per questo motivo, i tecnici lavorano su turni che iniziano alle 6 del mattino e terminano alle 3 del mattino successivo tutti i giorni, garantendo circa 200 esami al giorno.

Il risultato viene comunicato alle autorità competenti sia italiane che internazionali (Ecdc, Oms)”.

Page 12: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

RISULTARE POSITIVI AL TAMPONE PER IL CORONAVIRUS SIGNIFICA ESSERE MALATI?

“Essere positivi al test per il coronavirus non significa essere malati”, come ha affermato anche il viceministro alla salute Pierpaolo Sileri: significa che il virus è entrato in contatto con il nostro corpo.

Può accadere che i sintomi non si manifestino, o che si manifestino in modo estremamente lieve, oppure che – purtroppo – ci si ammali.

Come abbiamo approfondito in altro articolo del blog, i sintomi relativi al COVID-19 sono vari, e possono manifestarsi in modalità contenuta – con febbre, stanchezza, tosse secca, sensazione generale di malessere, congestione nasale, mal di testa e mal di gola – oppure grave, arrivando fino a sviluppare difficoltà respiratorie, bronchite o polmonite acuta.

Proprio per questo, l’unico modo per essere certi della propria situazione è compiere il corretto iter, che prevede, qualora si presentino sintomi sospetti o al raggiungimento dei 37,5° di febbre, di contattare i numeri emergenza – 112, 118 oppure il numero nazionale 1500, o ancora i numeri verdi regionali – e poi seguire le indicazioni che verranno fornite dal personale qualificato.

Ricordiamo che, in nessun caso, bisogna recarsi autonomamente al pronto soccorso o dal proprio medico curante.

Ovviamente, il tampone viene eseguito anche in caso di ricovero ospedaliero, se il paziente mostra sintomi riconducibili a COVID-19.

Page 13: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

CHI DEVE EFFETTUARE IL TAMPONE?

Per fugare ogni dubbio, possiamo affermare che deve effettuare il tampone chi viene individuato dagli operatori sanitari come soggetto con sintomatologia a rischio: come accennato, sarà il personale incaricato ad effettuare il test.

Come viene riportato anche sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità, non è possibile sottoporsi privatamente ad analisi del sangue o di altri campioni biologici, per sapere se si è contratto il nuovo coronavirus e non esistono kit commerciali per accertare in modo autonomo la presenza di COVID-19.

Page 14: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

CORONAVIRUS: COME GESTIRE LO STRESS DA QUARANTENA

La pandemia di Coronavirus in corso ha cambiato il nostro modo di vivere, imponendo delle modifiche nella quotidianità e nelle relazioni. Il dolore e il trauma, infatti, non sono vissuti soltanto dagli individui e dalle famiglie che abbiano fra i loro componenti qualcuno colpito dal virus, ma da tutta la comunità. Le restrizioni e l’isolamento sono gravosi per tutti, ma per alcuni possono essere ancora più destabilizzanti: per questa ragione abbiamo intervistato la dottoressa Chiara Bastelli, psicologa e psicoterapeuta a cui abbiamo chiesto dei consigli per gestire lo stress da quarantena.

UNA “NUOVA” ROUTINE NELL’ISOLAMENTO

“L’uomo è un animale sociale, che afferma la propria identità in relazione agli altri – ricorda la psicologa e psicoteapeuta -. Per questo l’isolamento forzato, necessario per il contenimento del virus, non è semplice da affrontare e ci costringe al confronto con noi stessi.” Le routine e i programmi delle nostre giornate non ci sono più, e il futuro è ancora cosi incerto che spesso le persone hanno il dubbio di non essere in grado di sapere se li ritroveranno, o se dovranno iniziare una vita nuova. “Non si può conoscere il momento in cui tutto questo finirà, e le notizie incontrollate, anche contrastanti, che leggiamo sui giornali, ascoltiamo al tg o alla radio e riceviamo sui nostri smartphone, amplificano l’insicurezza, fanno sentire arrabbiati e spaventati.”

La dottoressa pone inoltre l’attenzione sulle difficoltà pratiche che complicano la gestione emotiva di questo momento. Fra le persone costrette a casa, infatti, c’è, ad esempio, chi ha perso il lavoro, chi sta vivendo una crisi di coppia, chi è costretto in un piccolo appartamento con tutta la famiglia, chi ha figli o parenti con disabilità, chi è lontano dagli affetti o da genitori anziani o chi, semplicemente, è solo. “Le paure sono tante e lo stress aumenta”, afferma l’intervistata, che sottolinea come sia importante far sì che il tempo passato in isolamento – parziale o totale – non diventi disordinato.

I primi consigli per gestire lo stress da quarantena riguardano, dunque, la routine. La dottoressa Bastelli suggerisce, infatti, di continuare a svegliarsi alla stessa ora, lavarsi, non restare in pigiama, rispettare gli orari di pranzo e cena: “sono tutti piccoli accorgimenti che fanno bene al proprio umore e a

Page 15: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

quello di chi vive con noi. La difficoltà in casa è autogestirsi, con l’obiettivo di imparare un nuovo ritmo e rispettarlo.”

ACCETTARE LA PAURA E LO SMARRIMENTO

Il secondo consiglio che la dottoressa ci dà, è di ammettere e riconoscere la normalità di sentirsi spaventati, disorientati e soli. E da qui, iniziare a muoversi e guardarsi attorno, a partire dalle modalità attraverso cui traiamo informazioni dall’esterno.

“Un buon metodo per ridurre l’ansia – suggerisce l’intervistata – è controllare con cura le fonti. È importante riferirsi a quelle scientifiche o istituzionali, come il sito del Ministero della Salute, per comprendere meglio il problema e sapere come attenerci alle regole comuni e alle indicazioni dei medici. La sovraesposizione a informazioni diverse, magari provenienti da fonti poco autorevoli, può solo far crescere l’agitazione e la preoccupazione.”

La paura, come abbiamo visto in un altro articolo, parlando del “panico” da Coronavirus”, non va demonizzata, è piuttosto un’emozione primaria, indispensabile per la nostra sopravvivenza, perché ci permette di attivarci e metterci in salvo di fronte a un pericolo. In breve, seguire le raccomandazioni delle autorità sanitarie, ci stimola a proteggere la nostra salute, quindi determina quello che la psicologa chiama “stress buono”, che ci aiuta ad adottare comportamenti razionali ed autoprotettivi; al contrario, l’eccesso attiva comportamenti disorganizzati e controproducenti, come, in tempi recenti è successo in molti Paesi colpiti dalla Pandemia.

REINVENTARSI PER MANTENERSI IN SALUTE

La dottoressa Bastelli ci consiglia, inoltre, di “trasformare” il tempo (sia che ce ne sia in abbondanza sia che semplicemente siano cambiate le attività da svolgere) che ci troviamo a disposizione. “In questo momento siamo chiamati a reinventare noi stessi, le attività più semplici, il nostro rapporto con gli spazi”, spiega l’intervistata, che tranquillizza chi è più preoccupato: “per alcune persone risulta semplice. C’è chi si dedica alla cura della casa, chi lavora da remoto senza sosta, chi continua a studiare.”

Page 16: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

Tutti, però, possiamo individuare delle attività che contribuiscono a mantenersi in salute. “Fare qualcosa con la famiglia, per chi ha questa possibilità, come cucinare un piatto assieme, può rivelarsi particolarmente utile, perché aiuta a ritrovare un senso di comunità e di azione. Inoltre, se si trova il giusto equilibrio e si innescano dinamiche di collaborazione, queste attività possono diventare una risorsa preziosa.” Come ricordato, infatti, anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è importante mantenere uno stile di vita salutare, compatibilmente con le restrizioni fisiche e logistiche stabilite dal Governo.

In particolare, il focus è su una buona alimentazione, una quantità adeguata di sonno e semplici esercizi fisici, che possiamo fare anche in casa. Alcol, fumo o altre sostanze non aiutano a gestire lo stress, anzi, indeboliscono fisico e mente. Come sottolinea la dottoressa, la cura del proprio corpo invece è importante anche per stare bene psicologicamente, perché ha una forte effetto antidepressivo.

PROVARE A RENDERE QUESTO TEMPO “UTILE”, SENZA ESAGERARE

Come “reinventarsi”, dunque, in questa nuova condizione che stiamo vivendo? Molte persone stanno utilizzando questo “tempo ritrovato” per dedicarsi ai propri hobby e alle passioni che per lungo tempo sono state accantonate, o per imparare cose nuove; altre cercano modi alternativi per mantenere viva la socialità, come organizzare videochiamate con amici e parenti, o trascorrere del tempo sui social network.

Attenzione, però, avverte la dottoressa, a non esagerare e fissare per sé stessi delle aspettative troppo alte o irrealistiche. “Abbiamo a disposizione una moltitudine di corsi gratuiti, seminari e iniziative che, pur nascendo con un lodevole spirito di condivisione, rischiano di ottenere l’effetto opposto: tutti questi stimoli, infatti, ci colpiscono in una fase che è ancora di adattamento, durante la quale stiamo cercando di ridefinire la nostra normalità’” spiega.” Se incapaci – per mille diversi motivi pratici – di cogliere tutte queste opportunità, finiamo per sentirci sopraffatti e poco performanti.”

Un consiglio valido soprattutto per chi, in queste settimane, ha per sé meno tempo di quanto non accadesse prima. È il caso di molti genitori che devono lavorare tra le mura domestiche e occuparsi dei figli e della gestione della casa senza poter contare su aiuti esterni. Secondo l’intervistata, lo sforzo,

Page 17: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

in questi casi, dovrebbe essere quello di ritagliarsi comunque piccoli spazi per se, magari collaborando con l’altro genitore o il partner per alternarsi.

“È dunque importante ricordarci e ripeterci che queste iniziative sono opportunità e non nuovi obblighi. Non importa quanti o quali attività si sceglie di fare o di seguire, ma che questo nuovo tempo sia vissuto come un’occasione per reinventare e ritrovare se stessi.”

Il consiglio, quindi, è sforzarsi di trovare e costruire una nuova routine, di dedicarsi a impegni che si possono programmare, ripetere e portare avanti nel tempo. “Dobbiamo essere in grado di costruire una nuova quotidianità e dare un senso di continuità alle nostre giornate.”

CONSERVARE LA SOCIALITÀ GRAZIE ALLA TECNOLOGIA

Un altro elemento che è stato stravolto dalla pandemia in corso è la socialità. Come spiegato in apertura, siamo animali sociali, per cui questa restrizione può avere conseguenze molto pesanti. Come sottolinea la psicologa, è importante dunque continuare a mantenerci in contatto con gli altri, utilizzando le tecnologie che permettono di farlo a distanza. “Il virus ha l’effetto di generare senso di abbandono e solitudine: oltre alle restrizioni necessarie, infatti, ha anche sviluppato nelle persone un atteggiamento di diffidenza e distacco.”

La tecnologia, però, è una preziosa alleata e sono molti i personaggi e gli enti che si stanno adoperando per promuovere e realizzare iniziative che mantengano il senso di collettività. È il caso dei flash mob che invitano le persone a cantare alla finestra tutti insieme alla stessa ora, ma anche della campagna “State a casa”, rafforzata dall’adesione dei personaggi del mondo dello spettacolo.

Sono in molti ad essersi fatti testimonial, dimostrando che anche loro cantano, suonano, leggono, fanno corsi online ciascuno nelle proprie abitazioni. “Mostrano come hanno sostituito gli aperitivi tra amici con videochiamate su Skype o altre piattaforme nelle quali si possono fare piccoli incontri virtuali in compresenza, per esorcizzare la paura e rimanere collegati, pur non contravvenendo alle regole che in questo periodo obbligano tutti a uscire solo per necessità fondamentali, come: raggiungere il posto di lavoro, fare la spesa o recarsi dal medico.”

Page 18: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

COINVOLGERE I BAMBINI E RISPONDERE ALLE LORO DOMANDE

Ci sono poi, come dicevamo, delle situazioni particolari che richiedono delle accortezze specifiche. È il caso di chi ha bambini piccoli in casa e deve prepararsi a rispondere ad eventuali domande. La dottoressa Bastelli sottolinea quanto sia “importante trovare un modo semplice, onesto e rassicurante di rispondere alle loro paure. Online si trovano molti strumenti utili per raccontare la pandemia in maniera comprensibile. Facciamolo senza paura, cercando risorse su siti accreditati: i più piccoli si adattano più facilmente ai cambiamenti rispetto agli adulti, perché trovano stabilità nella costante presenza dei genitori.”

Saranno, quindi, lo specchio degli atteggiamenti dei genitori: “a loro non bisogna nascondere la situazione, bisogna spiegare i pericoli pur mostrandosi calmi e controllati. Anche per i più piccoli la priorità è mantenere una routine che definisca orari di impegno e di svago, per quanto più elastici di quelli degli adulti.”

Page 19: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

LA QUARANTENA PER LE PERSONE ANZIANE

Una categoria di persone che richiede un ragionamento a sé è quella degli anziani, che si sentono particolarmente minacciati dal coronavirus, a causa dell’alto numero di decessi che interessano persone della loro età . “Per questo occorre tranquillizzarli – suggerisce la dottoressa – spiegando loro che aver paura è normale, in quanto il timore spinge a osservare le indicazioni fornite dai medici.”

Contemporaneamente, continua ancora la dottoressa, possiamo ricordare loro di seguire, in caso di dubbi, solo le informazioni che arrivano dal Ministero della Salute o dall‘Istituto superiore di Sanità. “Non bisogna aver paura di spiegare loro che in questi giorni avvertire sensazioni di isolamento, solitudine, rabbia, ansia è assolutamente normale, è una reazione allo stress. È importante, quindi, che capiscano che è indispensabile mantenere i propri ritmi di vita, ma continuare, pur stando in casa, a svolgere compiti abituali come leggere, cucinare, dedicarsi ad attività di pulizia o di riordino. E di seguire solo in un momento della giornata, possibilmente la mattina, le informazioni seguendo un tele o radiogiornale, e la sera prima di riposare guardarsi un film o ascoltare della musica, per alleggerire un po’ la preoccupazione che può minare il necessario riposo notturno.”

“Inoltre, può essere l’occasione giusta – suggerisce la psicologa e psicoterapeuta – per imparare a utilizzare nuovi mezzi di comunicazione come WhatsApp o Skype e superare così, almeno virtualmente, l’isolamento!”

SITUAZIONI DI CONFLITTO E VIOLENZA: COME AIUTARSI

Ci sono, infine, persone che si trovano in isolamento in una situazione di conflitto. La gravità può essere differente, ma è possibile che in questi casi sia necessario un supporto in più. “Il suggerimento che vale sia per le coppie, che per le famiglie o i coinquilini è quello di sospendere e mettere in pausa i dissidi. È più facile a dirsi che a farsi, ma magari si può provare a dividere gli spazi o evitare di fare tutto assieme. Questo – sottolinea l’intervistata – non significa fingere che non esistano i problemi, ma accettare di dover attendere un periodo di tempo prima di trovare le soluzioni migliori.”

Page 20: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

CORONAVIRUS E VIOLENZA DOMESTICA

Restare a casa, per molte donne, non è un’opzione sicura né rassicurante. In particolare, l’obbligo alla quarantena può trasformarsi in un pericolo per le donne vittime di violenza domestica e di genere. Continuano ad essere attive, tuttavia, diverse iniziative di supporto, anche a distanza. La dottoressa Bastelli sottolinea che “anche, in questi momenti segnati dall’isolamento sociale determinato dal Coronavirus, queste persone non sono sole, in quanto i Centri Antiviolenza dei diversi territori sono aperti. Si possono, in caso di bisogno, rivolgersi alla struttura più vicina oppure utilizzare il numero antiviolenza e antistalking, il 1522, attivo su tutto il territorio nazionale.”

La Rete dei centri antiviolenza sta raccogliendo e aggiornando sul suo sito quali sono i centri e i servizi attivi in tutta Italia, suddivisi per Regione. In alcuni casi, è stato attivato anche uno sportello di supporto via chat proprio perché, trovandosi nella stessa casa, anche fare una telefonata può diventare rischioso.

Page 21: CORONAVIRUS: HA SENSO SPERARE NELL’IMMUNITÀ DI GREGGE? · non credo ci sia da aver paura di un’eventualità del genere, in questo momento. Quando ci si ammala, di solito non

PAZIENZA, ELASTICITÀ E CONTATTI UTILI

Per superare questo difficile periodo di quarantena, saranno necessari pazienza, elasticità e autocontrollo. “Dovremo saper affrontare i momenti di paura, come quelli di tristezza o noia, adattandoci alle mutate circostanze e imparando a rispettare regole e divieti che, preservando la salute individuale, permetteranno alla collettività di uscire con danni minori da questa pandemia”, afferma la dottoressa Bastelli.

È bene inoltre – suggerisce la psicologa – parlare con le persone di cui ci fidiamo e che ci sostengono: condividere i propri pensieri con le persone care e con gli amici può aiutare. “Se questo però non è sufficiente o rischia di portare a confronti che autoalimentano il pessimismo, allora il consiglio è quello di rivolgersi a uno psicoterapeuta. Va detto infatti che in questi giorni quasi tutti i colleghi che lavorano nel privato hanno trasferito i loro colloqui in modalità “a distanza”, per poter continuare a seguire le persone che stavano vedendo nei loro studi, e che ora incontrano online, e sempre nel rispetto della privacy, si possono chiamare i numeri di emergenza gratuiti appositamente istituiti.”

Ci sono, infatti, delle Associazioni a livello nazionale che si occupano di Psicologia dell’Emergenza (ovvero il settore della psicologia che predispone gli interventi clinici e sociali in situazioni di calamità, disastri ed emergenza/ urgenza che lavorano anche in collaborazione con la Protezione Civile), e che si sono rese disponibili ad effettuare sostegno psicologico gratuito, in questo momento emergenziale, per le persone che rischiano di veder minata, oltre a quella fisica, anche la salute psicologica.

Possono rivelarsi utili, inoltre, i servizi di supporto psicologico attivati dalle AUSL delle Regioni – ci informa ancora l’intervistata – attivati per dare sostegno psicologico alla popolazione, ai familiari di malati di Covid-19, alle persone positive in quarantena, e al personale sanitario, impegnato instancabilmente nella cura dei malati e sottoposto ad un grande carico di stress che li espone tra le altre cose, al rischio di burnout.