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Dirigenza Medica - Il mensile dell’Anaao Assomed - Anno XIX - n. 2 - 2020 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento P ostale - 70% - DCB Roma - www.anaao.it d!rigenza medica Numero 2 - 2020 Il mensile dell’Anaao Assomed 5 Emergenza da Coronavirus Facciamo chiarezza sui termini 8 Studio Anaao Giovani La geografia della sanità italiana 15 Lettere Una storia bizzarra “Ma Regioni ed Aziende non pensino di scaricare tutto sulle spalle dei soli medici ospedalieri” CORONAVIRUS Intervista a Carlo Palermo: CORONAVIRUS Noi ci siamo, sempre.

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Numero 2 - 2020

Il mensile dell’Anaao Assomed

5 Emergenza da CoronavirusFacciamo chiarezza sui termini

8 Studio Anaao GiovaniLa geografia della sanità italiana

15 LettereUna storia bizzarra

“Ma Regioni ed Aziende non pensino di scaricare tutto sulle spalle dei soli medici ospedalieri”

CORONAVIRUSIntervista a Carlo Palermo:

CORONAVIRUSNoi ci siamo, sempre.

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II | d!rigenza medica numero 2 - 2020

Pat Carra per l’Anaao Assomed

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La conversione in legge del decreto “Milleproroghe” porta unaboccata di ossigeno al SSN, tanto necessaria quanto urgente nelfrangente che stiamo attraversando.Non solo perché, consentendo di anticipare l’ingresso dei giovani nel mon-do del lavoro fin dal terzo anno del corso di formazione post lauream,contribuisce a tamponare la carenza di medici specialisti, specie in setto-ri di front line, come Pronto Soccorso e Terapie Intensive. Ma anche per-ché apporta ristoro al salario accessorio della dirigenza medica e sanita-ria attraverso la restituzione della RIA (la Retribuzione Individuale di An-zianità), patrimonio storico delle sue risorse contrattuali, raggiungendoun traguardo tenacemente voluto e perseguito dall’Anaao Assomed e daaltre organizzazioni sindacali per circa 10 anni. Un traguardo che nonmerita di finire in sordina a favore di rumorose quanto pretestuose pole-miche seguite alla firma del CCNL 2016/2018 da parte di chi non ha sa-puto guardare alle prospettive aperte dalla conclusione del contratto. Mi-gliorare i livelli retributivi garantisce la contrattazione futura delle gio-vani generazioni e contribuisce a frenare la fuga dagli ospedali, evitatidai giovani e abbandonati dai meno giovani, attratti i primi dalle sireneestere, i secondi da quelle del privato.Ci sarà tempo per commentare, e modificare in un prossimo veicolo legi-slativo, elementi negativi, come l’incredibile “svista” che ha discrimina-to i dirigenti sanitari nei percorsi di stabilizzazione del precariato o lemancate modifiche all’inquadramento giuridico ed economico dei ricer-catori, ancora ingabbiati nella famosa “Piramide”. O gli elementi discuti-bili, aggiunti in un tardivo assalto alla diligenza nel percorso di conver-sione legislativa, come i finanziamenti per le aziende Ospedaliere Uni-versitarie, messi a carico del FSN al di fuori di una revisione complessivadei loro rapporti con il SSN, che troppo spesso subisce passivamente lescelte autoreferenziali e deleterie del Miur e dell’Accademia.Ora, anche per segnare il ritorno all’ordinario, è bene sottolineare la sod-disfazione per i passi in avanti compiuti che rinforzano le dotazioni or-ganiche e la dote economica a disposizione del prossimo rinnovo con-trattuale, che auspichiamo possa iniziare in tempi stretti. L’esperienza diquesti giorni dimostra la necessità e la funzione di un Servizio SanitarioPubblico e Nazionale, ma occorre rendere attrattivo il lavoro ospedalie-ro, riducendo, e ristorando dal punto di vista economico, un disagio la-vorativo non più strisciante. Una valorizzazione di quel capitale umano, costituito da medici, biologi,chimici, farmacisti e infermieri che in questi giorni difficili ha dato provadi responsabilità professionale, senso del dovere e abnegazione, elementifondanti del lavoro in sanità. Ad essi, prima o poi, Regioni e Governo do-vranno rendere il giusto merito

editoriale

Milleproroghe:una boccata d’ossigeno per il Ssn

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Un monito che si accompagna alla no-stra vicinanza ai cittadini colpiti dasindrome simil-influenzale da Coro-navirus (cosiddetta Covid-19), ai fa-miliari di quelli deceduti ed a tutti iColleghi particolarmente esposti nel-lo svolgimento del proprio dovere.Il nostro pensiero va, soprattutto a co-loro che operano nelle strutture di-rettamente coinvolte nel contenimen-to dell’epidemia, i quali con grandesenso di responsabilità e attaccamen-to al servizio, in alcuni casi con atti divero eroismo, sopperiscono a inevita-bili problemi organizzativi e perfinoad ingiustificabili ritardi, ed omissio-ni, da parte delle amministrazioni in-teressate.Tutti gli operatori stanno, con abne-gazione, dando il massimo in una si-tuazione che era già prossima al col-lasso, a causa delle disastrose politi-

«Regioni ed Aziende non pensino di scaricare sullespalle dei soli medici ospedalieri il peso di unaorganizzazione emergenziale alla quale devonopartecipare tutti i settori della medicina pubblica.E comincino con l’assicurare una comunicazionetempestiva e puntuale, anche sulcronoprogramma organizzativo, a tutti i soggetticoinvolti, i quali non possono essere lasciati senzaindicazioni ufficiali, anche sulla quarantenafiduciaria, o segregati senza generi di primanecessità», così in una nota stampa del 24 febbraioscorso il nostro sindacato prendeva una nettaposizione sull’emergenza Coronavirus italiana.

Coronavirus

Il sistema ha reagito con forza e determinazionema i tagli degli ultimi anni hanno indebolito lanostra capacità di risposta. Intervista a CarloPalermo

GiovanniRodriquez

Il Ssn e il Coronavirus.Siamo pronti?

Intervista aCarlo PalermoSegretario NazionaleAnaao Assomed

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Di questi temi e delle emergenze an-cora aperte sul fonte della lotta al Co-ronavirus ne abbiamo parlato anchecon il segretario nazionale dell’AnaaoCarlo Palermo.La prima domanda da porsi è que-sta: nei nostri ospedali abbiamouna dotazione di posti letto suffi-cienti per gestire la crisi? «Oltre al-le terapie intensive, servono aree do-ve poter ricoverare casi anche menogravi ma comunque impegnativi sot-to il profilo clinico. Per questioni di si-curezza queste aree dovranno essereisolate. A tutto questo ci arriviamo ma-lissimo. Perché ricordiamo che, in 10anni di politiche di risparmi sulla sa-nità, sono stati tagliati ben 70.000 po-sti letto. Abbiamo una dotazione di cir-ca 3 posti letto ogni 1.000 abitanticontro una media UE di 5 per 1.000abitanti», sottolinea Carlo Palermo.Un secondo aspetto riguarda le te-rapie intensive. Sappiamo che circaun 5% di casi di nuovo coronavirus ri-chiede un ricovero in terapia intensi-va. Dagli ultimi dati disponibili, rife-riti all’anno 2017, sappiamo che i re-parti direttamente collegati all’areadell’emergenza dispongono per il com-plesso degli istituti pubblici e privatiaccreditati di 5.090 posti letto di te-

che di risparmio adottate negli ultimi10 anni, che hanno comportato unagravissima carenza di personale e diposti letto, il cui impatto oggi rischiadi indebolire la risposta ai casi più gra-vi della sindrome Covid-19 che ri-chiedono un supporto ventilatorio.Ma non è ammissibile la mancanza diidonei DPI (dispositivi di protezioneindividuali), che si è verificata so-prattutto nei primi giorni dell’emer-genza adducendo un esaurimentoscorte da industria manufatturiera, odi una strutturazione di triage pre-ospedaliero, con ambulanze dedicatee spazi idonei “distinti e separati” daiPS, che contrasti il fenomeno di ac-cesso “spontaneo” da parte di pazien-ti con sintomi respiratori per preveni-re l’ovvio pericolo di diffusione delcontagio in ambienti sovraffollati.Un solo malato ha fatto chiudere unospedale ed ha contagiato cinque tramedici ed infermieri», conclude il sin-dacato, che sottolinea infine come«servano anche risorse aggiuntive dipersonale, sia perché il tempo richie-sto a trattare un caso sospetto potreb-be andare a scapito della gestione or-dinaria, con code e criticità pericolo-se, sia perché è utile ridurre l’attesaper l’esito dei tamponi.

rapia intensiva (8,42 per 100.000 ab.),1.129 posti letto di terapia intensivaneonatale (2,46 per 1.000 nati vivi),e 2.601 posti letto per unità coronari-ca (4,30 per 100.000 ab.)«Le rianimazioni oggi viaggiano contassi di occupazione elevatissimi e glioperatori lavorano con turnover paz-zeschi. Sarebbe problematico trovar-si nella situazione di dover gestire unipotetico acuirsi della crisi - spiega Pa-lermo -. Servono strutture attrezzate,con dotazioni soprattutto di respira-tori, magari anche di camere a pres-sione negativa che oggi hanno solo al-cuni centri di eccellenza. Dobbiamopensare anche a queste eventualità perfarci trovare pronti».A tutto questo va poi aggiunto unulteriore quesito legato alle dota-zioni di personale: abbiamo un nu-mero di operatori sanitari ade-guato a gestire migliaia di pazien-ti in più? «Ci vorrebbero modelli ma-tematici per fare un calcolo preciso,ma dobbiamo partire da un dato: giàoggi partiamo da una carenza di circa50.000 persone a livello di personalesanitario - spiega il segretario nazio-nale Anaao -. In una situazione simi-le, se dobbiamo gestire centinaia o mi-gliaia di posti letto in più, far lavora-re H24 i laboratori analisi, quelli di vi-rologia, le radiologie e così via, devo-no necessariamente saltare tutte le re-strizioni presenti. Serve un grande pia-no di assunzioni per far fronte a que-sta eventualità. Non ci auguriamo suc-ceda nulla ma dobbiamo essere pron-ti. Dobbiamo quantomeno prospetta-re un piano di intervento per un even-tuale picco».

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Milleproroghe

Dai fondi per il trattamento accessorioper medici e dirigenti sanitari alle pen-sione a 70 anni. E poi contratti agli spe-cializzandi dal 3° anno, misure su scree-ning neonatali, Epatite C e oncologiapediatrica. Si esentano inoltre le Pro-vince autonome di Trento e Bolzanodall’applicazione dei nuovi tetti di spe-sa per il personale introdotti dal DecretoCalabria. E si estendono anche al 2019e 2020 i finanziamenti per OspedaleBambino Gesù, Irccs Fondazione San-ta Lucia e Cnao, già previsti dal Decre-to Fiscale dello scorso anno. 

Riepiloghiamo di seguito tutte mi-sure del milleproroghe sulla sanità.

Articolo 5

Quote premiali per le RegioniModificando l’articolo 2, comma 67-bis,della legge Finanziaria 2010, si esten-de anche al 2019 e 2020 il riparto del-la quota premiale per quelle Regioniche hanno istituito una Centrale regio-nale per gli acquisti e l’aggiudicazionedi procedure di gara per l’approvvigio-namento di beni e servizi per un volu-me annuo non inferiore ad un deter-minato importo.

Concorsi AifaSi prorogano a tutto il 2020 i terminiper consentire all’Aifa sia di poter ban-dire la procedura concorsuale relativaai dirigenti sanitari biologi, sia di com-pletare la procedura per il reclutamen-to di 10 dirigenti amministrativi di II fa-scia.

Proroga direttiva UE susperimentazione animaleSi proroga al 1° gennaio 2021 quantoprevisto dalla direttiva europea sullasperimentazione animale. Questa pro-roga consentirebbe ai soggetti interes-sati di sviluppare approcci alternativiidonei a fornire lo stesso livello, o un li-vello superiore, di informazioni rispet-to a quello ottenuto nelle procedure cheusano animali. L’applicazione del di-

vieto di autorizzare nuovi progetti di ri-cerca su sostanze d’abuso, si spiega nel-la relazione, impedirà all’Italia di pro-seguire le ricerche in un settore di par-ticolare interesse per la collettività e cherappresenta un costo ingente per la sa-nità pubblica.

Idoneità medici cure palliativeProroga di 18 mesi il termine inizial-mente previsto dalla manovra 2019 perle idoneità dei medici operanti nelle re-ti delle cure palliative. ll testo della ma-novra prevedeva che, al fine di garan-tire il rispetto della legge sull’accessoalle cure palliative e alla terapia del do-lore, e il rispetto dei Lea, previa intesain sede di Conferenza Stato Regioni, sa-ranno ritenuti idonei ad operare nellereti dedicate alle cure palliative pub-bliche o private accreditate medicisprovvisti dai requisiti previsti dal de-creto del Ministero della Salute 28 mar-zo 2013 (relativi alle equipollenze) eche alla data di entrata in vigore dellalegge di Bilancio 2019 sono già in ser-vizio presso queste reti e rispondono atutti questi requisiti:a) possesso di un’esperienza almeno

triennale, anche non continuativa,nel campo delle cure palliative ac-quisita nell’ambito di strutture ospe-daliere, residenziali-hospice e Ucpdomiciliari accreditate per l’eroga-zione delle cure palliative con il Ssn;

b) un congruo numero di ore profes-sionali esercitate e di casistica as-sistita corrispondente ad almeno il50% dell’orario previsto per il rap-porto di lavoro a tempo determi-nato;

c) l’acquisizione di una specifica for-mazione in cure palliative consegui-ta attraverso l’Educazione continuain medicina, ovvero master univer-sitari in cure palliative, ovvero corsiorganizzati dalle Regioni per l’ac-quisizione delle competenze di cuiall’accordo tra Stato e Regioni del 10luglio 2014.

Il legislatore aveva previsto che l’istan-za per ottenere la prescritta certifica-

zione dovesse essere presentata alla Re-gione competente entro il termine di 18mesi dall’entrata in vigore della leggestessa, ossia entro il 1° luglio 2020. Pe-rò, si spiega nella relazione, lo schemadi decreto attuativo è pronto per l’invioall’esame della Conferenza Stato Re-gioni per l’acquisizione dell’intesa. Daqui la richiesta di prorogare il termineprevisto di 18 mesi, facendolo decor-rere, non dall’entrata in vigore della leg-ge, ma dalla data di entrata in vigoredel decreto attuativo in fase di defini-zione.

Finanziamenti Bambino Gesù,Cnao e Santa LuciaVengono estesi anche per il 2019 e 2020i finanziamenti di 9 milioni per Ospe-dale Bambino Gesù, 11 milioni in fa-vore dell’Irccs Fondazione Santa Lu-cia e 12,5 milioni al Cnao, già previstidal Decreto Fiscale dello scorso anno.

Articolo 5-bisVia libera a medici in corsia fino a 70anni e a possibilità di assunzione a tem-po determinato per specializzandi giàdal 3° anno fino al 2022.

Articolo 25

Trattamento accessorio medicie dirigenti sanitariViene stabilito che «le risorse relativeai fondi contrattuali per il trattamentoeconomico accessorio della dirigenzamedica, sanitaria, veterinaria e delleprofessioni sanitarie sono incrementa-te di 14 milioni di euro per ciascuno de-gli anni dal 2020 al 2025 e di 18 milio-ni di euro annui a decorrere dall’anno2026».Queste somme andranno quindi ad ag-giungersi a quelle già stanziate dalla fi-nanziaria 2018 (Legge 2025/2017,comma 435) portando il totale delle ri-sorse a regime nell’anno 2026 a 188 mi-lioni di euro come illustrati nella se-guente tabella tratta dalla relazione tec-nica al provvedimento:

“Il decreto è legge.Il 26 febbraioscorso è arrivatal’approvazionedefinitiva alSenato, in terzalettura, con votodi fiducia sultesto modificatodalla Camera. I voti favorevolisono stati 154, quellicontrari 96

1.000PROROGHE

Convertito in legge il decreto del Governo. Ecco tutte le misure per la sanità

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maria rosariacapobianchi Laboratorio diVirologia, IstitutoNazionale per leMalattie Infettive“L. Spallanzani”IRCCS, Roma

claudiaminosseDirigente biologopresso il Laboratorio di Virologia “L. Spallanzani”IRCCS, Roma

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Infodemia è il termine usato dall’Or-ganizzazione Mondiale della Sanità(OMS) per descrivere questa “grandeabbuffata” di informazioni, che spessosono interpretate in maniera fuorvian-te, dando adito a incomprensioni, po-lemiche, illazioni e contestazioni. Vi sono alcuni termini, in particolare,che sono stati particolarmente abusatiin questi giorni, spesso in maniera inap-propriata, eccitando leggende metro-politane e millantate primogeniture. Si tratta dei termini “sequenziamento”e “isolamento ” virale. Cerchiamo di fare il punto, chiaren-do definitivamente il significato tec-nico dei due termini. Il termine sequenziamento si riferisce

alla determinazione della successionedei nucleotidi che costituiscono il ge-noma virale (a RNA in questo caso).Questo viene effettuato grazie a tecni-che molecolari, e l’evoluzione delle nuo-ve tecniche di sequenziamento ha datouno slancio formidabile negli ultimi an-ni. La sequenza può comprendere tut-to il genoma virale, e in questo caso rap-presenta una carta di identità comple-ta, da cui si possono dedurre molte ca-ratteristiche, tipo: quante proteine son-no codificate, il loro peso molecolare,le loro proprietà e funzioni, il possessodi attività enzimatica, ecc. Più è com-pleta la sequenza, più informazioni sipossono dedurre. In particolare, met-tendo a confronto le sequenze dei cep-pi di virus simili o correlati, se ne puòdeterminare la precisa collocazione tas-sonomica, e si può tracciar la storia evo-lutiva. La conoscenza della sequenza èimportante per la progettazione dei testmolecolari, in quanto scegliendo op-portunamente le regioni del genoma daamplificare mediante PCR, si possonodisegnare primers e probes che ricono-scano in maniera selettiva i ceppi vira-li da ricercare. Inoltre, il sequenzia-mento di brevi tratti di genoma virale ègeneralmente utilizzato per conferma-re la diagnosi basata su semplice PCR,in quanto attestano con sufficiente po-tere di risoluzione che il genoma cheabbiamo evidenziato con la PCR real-mente appartiene al virus sospettato. Chiariamo il concetto utilizzandouna metafora.Il virus può essere assimilato ad un ri-

dirigenza sanitaria d!

Facciamo chiarezza sui termini

A proposito dell’epidemia da nuovo coronavirus, SARS-CoV-2

La tempesta mediatica, scatenata intorno all’epidemia diinfezione da nuovo coronavirus partita dalla Cina all’inizio digennaio, sta monopolizzando l’attenzione pubblica e rischia di farsiinvolontaria promotrice di informazioni errate e fuorvianti. Questoperché vengono usati in maniera impropria termini e definizioni , e purtroppo spesso viene data voce a persone che sono abilicomunicatori ma poco hanno di competenza tecnica

Segue a pagina 16

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Gli abbandoni durante il periodo diformazione sono valutabili mediamen-te intorno all’11%. Quindi circa13.500/14.000 studenti raggiunge-ranno l’agognata meta. Si può prospet-tare che circa 1.500/2.000 di loro se-guano il corso di formazione per la Me-dicina Generale e 12.000/12.500 ac-quisiscano il titolo di specialista, ov-viamente solo se sarà disponibile un nu-mero adeguato di contratti per supera-re l’attuale “imbuto formativo” (vedigrafico 1), altrimenti molti andrannoad aggiungersi agli attuali 8.000 Colle-ghi che non riescono accedere ad unpercorso post lauream indispensabileper entrare nel mondo del lavoro se nonsi vuole rimanere in un limbo fatto dasottoccupazione e precarietà. Se guardiamo alle dotazioni organicheattuali nelle strutture pubbliche del ser-vizio sanitario, rispetto a quelle presentinel 2009/2010, all’inizio della crisi fi-nanziaria, mancano 8.000 specialistiper il blocco del turnover avviato con laLegge 122/2010 (Governo Popolo del-la Libertà/Lega Nord). Entro il 2025 ri-schiamo di andare incontro ad un ulte-riore depauperamento professionaleper gli errori nella programmazione deifabbisogni specialistici. Infatti, le usci-te per i raggiunti criteri di pensiona-mento, circa 50 mila specialisti tra il2018 e il 2025, ma anche gli abbando-ni anticipati per la forte attrazione eser-citata dal privato e la scarsa valorizza-zione economica di chi lavora nel ser-vizio pubblico, non saranno compen-sate da un adeguato numero di specia-listi formati dall’Università. Hanno in-ciso negativamente nella programma-zione scelte più attente ad interessi par-ticolari e autoreferenziali rispetto aquelli di sistema e il ridotto finanzia-mento dei contratti di formazione a cau-sa delle politiche di tagli nel bilanciodello Stato avviate dopo il 2009. Il fe-nomeno dei concorsi per posti in ospe-dali periferici senza partecipanti ne èla dimostrazione più eclatante. Le mag-giori carenze si prospettano per la Me-dicina e Chirurgia di Urgenza e Accet-tazione, Anestesiologia e Rianimazio-ne, Chirurgia Generale, Ortopedia, Pe-diatria, Psichiatria. Come si evidenzia dal grafico 2, il fab-bisogno di specialisti nel SSN per co-prire il turnover dopo il 2030 sarà in-torno a 3000/anno, scendendo a 2000nel 2034. Numeri più fisiologici per ga-rantire la stabilità e la qualità organiz-

Fabbisogni specialistici

Brevi note di programmazione del fabbisogno di specialisti mediciRecentemente il Ministro dell’Università e Ricerca, Prof. Manfredi, ha proposto di incrementare gli ingressi al corso dilaurea in Medicina e Chirurgia portandoli a 15.000 all’anno.Questo significa che i futuri giovani Colleghi, se l’iscrizione dovesseconcretizzarsi nell’anno accademico 2020/2021, dopo averaffrontato un lungo e duro percorso di studio e di apprendistato dialta qualificazione, saranno pronti per entrare nel mondo del lavoronel 2031/2032. Non tutti, purtroppo.

carlo palermoSegretario Nazionale Anaao Assomed

Gli studi Anaao Assomed sono consultabili al link:http://www.anaao.it/content.php?cont=26893

2010 Demografia dei medici dipendenti del sistema sanitario nazionale. Proposte per ridurre gli effetti negativi del prossimo esodo pensionistico. Dirigenza medica

2011 Specialisti allarme rosso dopo il 2021. Gli effetti dell’esodo pensionistico dei dottori dopo i tagli delle manovre estive.  Sole 24 Ore Sanità

2016 Il fabbisogno di personale medico nel SSN dal 2016 al 2030. La relazione tra pensionamenti, accessi alle scuole di medicina e chirurgia e formazione post-laurea. Dirigenza medica

2017 Il disastro annunciato nella programmazione dei futuri medici. Quotidiano sanità

2018 La formazione e l’impiego del personale medico specialistico nel Ssn: analisi e proposte di intervento. Quotidiano sanità

2019 Concorso Scuole di Specializzazione A.A. 2017/2018. Le scelte dei vincitori evidenziano la crisi dell’area dell’emergenza-urgenza e delle specialità chirurgiche.  Quotidiano sanità

2019 La programmazione del fabbisogno di personale medico, proiezioni per il periodo 2018-2025: curve di pensionamento e fabbisogni specialistici. Quotidiano sanità

2019 Carenza di medici specialisti: l’azione di Miur e Regioni. L’analisi. Dirigenza medica

2019 Emergenza medici e dirigenti sanitari: tutti i numeri del dissesto.  Sole 24 Ore Sanità

2019 La carenza di personale medico in medicina interna e pronto soccorso. Relazione Congresso Fadoi Toscana

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zativa delle strutture e per la sostenibi-lità dei sistemi previdenziali, rispetto alvero e proprio esodo dal servizio pub-blico che stiamo osservando nella fasestorica attuale per l’arrivo all’età delpensionamento dei professionisti as-sunti intorno alla costituzione del SSN(nati dal 1950 al 1959 nella curva delgrafico 2) e per l’accelerazione delleuscite prodotta da “Quota 100” e dalpeggioramento delle condizioni di la-voro negli ospedali pubblici dipenden-te dalla drammatica riduzione del per-sonale in servizio. La risposta a queste problematiche nonpuò essere un incremento, oggi, degliingressi al corso di laurea in mancanzadi una seria e attenta valutazione rela-tivamente a quale potrebbe essere la ri-chiesta di medici specializzati dopo10/12 anni.Se consideriamo gli specialisti che scel-gono un rapporto di lavoro diverso daquello di dipendente all’interno delSSN, preferendo altri settori per la lo-ro attività - come specialistica ambula-toriale, carriera universitaria, privatoconvenzionato e non, strutture estere,impiego nelle industrie del settore - so-no circa il 30/40 % di quelli che an-nualmente acquisiscono il titolo, pos-siamo stimare nel periodo successivo al2030, un fabbisogno annuale comples-sivo di 4000/5000 unità. Si può ag-giungere un margine di errore intornoal 20%, arrivando ad un fabbisogno va-lutabile in circa 6.000 specialisti. IlMIUR propone di formarne 12.000. Per6.000 di loro sarà problematico trova-re sbocchi lavorativi in Italia. In 5 annisaranno 30.000. Dall’ “imbuto forma-tivo” passeremo ad un “imbuto lavora-tivo”, una condizione che abbiamo giàvissuto tra il 1970 e il 1980 e causa didegradanti fenomeni di disoccupazio-ne e sottoccupazione. Uno spreco di ri-sorse quantificabile intorno a 7,5 mi-liardi di € nei 5 anni, visto che la for-mazione di ognuno di loro costa250.000€, quanto una Ferrari 488 GTB.Andranno nella stragrande maggio-ranza a lavorare all’estero ed è facilepresumere che Francia, Germania eGran Bretagna li accoglieranno a brac-cia aperte. Si tratta di finanziamentipubblici che, forse, sarebbe meglio de-stinare alla cura dei pazienti in consi-derazione della transizione demogra-fica ed epidemiologica che ci aspetta.Non mancano e non mancheranno lau-reati in Medicina e Chirurgia, tra il 2018e il 2025 ne formeremo 80.000 (vedigrafico 3), cui si aggiungono gli 8.000già ora ingabbiati nell’ “imbuto forma-tivo”. Mancano specialisti! E mancanoora e non tra 12 anni quando il fabbi-sogno sarà più che dimezzato.

Pubblicato su Salute Internazionale

Imbuto formativo, prima dell’incremento dei contratti di formazione specialistica a 8.920 per l’anno acc. 2018/19 e a 2.128 borse per la medicina di base per l’anno 2017/18Stima nunmero laureati, domande concorso di specializzazione ed imbuto formativo

Uscite per pensionamento negli anni 2009, 2018,2025 e nel 2034 in base alla curvademografica dei medici dipendenti del Ssn e coorti in uscita nel triennio 2019/2021 in base a quota 100

I numeri della programmazione

grafico 3Andamento dall’annoaccademico 2007/08al 2024/25 deicontratti diformazionespecialistica (lineablu), dei contratti diformazione inMedicina Generale(linea rossa), degliaccessi a Medicina eChirurgia (lineaverde) e dei laureatiper anno accademico(linea viola)

grafico 2

grafico 1

grafico 3

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8 | d!rigenza medica numero 2 - 2020

A cura di:pierino di silverio Coordinatore Nazionale Anaao Giovanivincenzo cosentini Coordinatore Anaao Giovani Venetomaurizio cappiello Direzione Nazionale Anaao Assomedfabio ragazzo Direttivo Nazionale Anaao Giovanimatteo d’arienzo Consiglio Direttivo Cosmed Delegato Anaao Assomed

LA GEOGRAFIA DELLA SANITÀ ITALIANA NEGLI ULTIMI ANNI

Studio Anaao Giovani

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d!rigenza medica | 9numero 2 - 2020

IntroduzioneLa tutela della salute da parte del Ser-vizio Sanitario Nazionale (SSN) nonrappresenta più un compito esclusivodel sistema pubblico, ma è obiettivo del-l’intero sistema sociale cui concorrono,con diversi ruoli e in diversa misura,soggetti pubblici e privati. Il SSN ogginon si associa più ad un’idea di esclusi-vità dell’offerta sanitaria pubblica, inquanto sempre più integrata (e a voltesostituita) da un’offerta privata; que-st’ultima oggi è molto concorrenziale,grazie anche ai sistemi regionali di ac-creditamento che rendono, tra l’altro,il ruolo del privato accreditato signifi-cativamente differente tra le varie Re-gioni. Viviamo oggi una fase di profondo di-sagio del servizio sanitario nazionale.Tra le cause, oltre al progressivo defi-nanziamento intervenuto negli ultimi10 anni, un ruolo rilevante è sicura-mente rivestito dall’errata program-mazione dei fabbisogni specialistici ne-gli ultimi due decenni, dal pesante bloc-co del turn-over, da una vera e propria

emorragia di personale sia per i pen-sionamenti massicci data l’età mediaavanzata dei medici, sia per l’effetto diquota 100. Questi eventi hanno portato ad un vuo-to generazionale incolmabile nel breveperiodo, se non in parte, con misure ec-cezionali, ad esempio inserendo nel tes-suto lavorativo ospedaliero gli specia-lizzandi degli ultimi anni come previ-sto dal recente Decreto Calabria, al qua-le però non sono seguiti i regolamentiinterministeriali attuativi per renderlopienamente ed omogeneamente ope-rativo. Il personale medico che operanegli ospedali pubblici, oltre ad essersottoposto a carichi di lavoro eccessiviper carenza di personale, è sempre piùa rischio di burn-out, sempre più stres-sato, sfiduciato, depresso anche per viadell’elevato rischio medico legale, e nonper ultimo demotivato dalla mancanzadi un contratto collettivo di lavoro, ilcui rinnovo ha visto la luce solo di re-cente dopo dieci anni di stallo, da unblocco delle carriere e delle retribuzio-ni. Per questi motivi, in molte Regioniitaliane, diversi concorsi in disciplinecome la medicina e chirurgia d’urgen-za e accettazione, l’anestesia, la pedia-tria e la chirurgia, sono andati desertio non è stato possibile reclutare un nu-mero adeguato di personale medico percolmare le esigenze di organico.Questo studio si propone di analizzarele dinamiche ed i flussi del personalemedico all’interno del contenitore “Sa-nità”, in un arco di tempo ben definito(tra il 2010 ed il 2017), per meglio com-prendere come stia evolvendo l’orga-nizzazione dell’impiego, nel pubblico enel privato, e di come stia cambiandola geografia della sanità italiana, so-prattutto in relazione al futuro incertodella sanità pubblica e del suo perso-nale, sempre più a rischio default.

Materiali e metodiNel corso dello studio è stato riportato,oltre alla variazione numerica dei me-dici in Italia tra il 2010 e il 2017, ancheil numero per anno degli Istituti di Cu-ra (Strutture Pubbliche e Private ac-creditate) e dei posti letto ad essi con-nessi.Nell’analisi delle variazioni numerichedel personale sanitario negli ultimi an-ni, vengono prese in esame varie tipo-logie professionali mediche:- ospedalieri operanti negli ospedali

pubblici- universitari- medici operanti nelle strutture pri-

vate (accreditate e non)- medici di medicina generale- pediatri di libera scelta- specialisti ambulatoriali

- medici di continuità assistenziale (exguardie mediche) e dei centri di ria-bilitazione.

Nello studio non sono stati presi in esa-me i dati relativi al numero dei medicispecializzandi.I dati sui numeri delle sopra elencatetipologie professionali sono stati estra-polati per l’anno 2010 e 2017 dai data-base del Ministero della Salute (An-nuario Statistico – personale del siste-ma sanitario italiano), dell’ISTAT (per-sonale sanitario), del MIUR, dellaFNOMCEO, dell’ARAN, dell’ENPAM,dell’AIOP (Associazione Italiana Ospe-dalità Privata) e tra loro comparati. Sono stati presi in considerazione i me-dici ospedalieri ed universitari operan-ti negli oltre 540 ospedali italiani e i me-dici operanti in circa 560 strutture pri-vate con posti letto e presenza di medi-ci specialisti e di guardia al loro inter-no. Di queste case di cura, 529 sono ac-creditate con il SSN e 31 non accredi-tate. Una parte dei dati sono stati estra-polati dal database dell’AIOP (Associa-zione Italiana Ospedalità Privata) e daisiti regionali (amministrazione traspa-rente - elenco strutture sanitarie); lestrutture così identificate rappresenta-no circa il 95% delle strutture privatein Italia. Sono state escluse dall’analisile case di riposo per anziani, studi odon-toiatrici associati, centri di medicinaestetica, laboratori analisi, centri dia-gnostici radiologici e centri per la me-dicina riproduttiva. (Tabella 1)

“Viviamo oggi una fase di profondodisagio del servizio sanitarionazionale. Tra le cause, oltre alprogressivo definanziamentointervenuto negli ultimi 10 anni,un ruolo rilevante è sicuramenterivestito dall’errataprogrammazione dei fabbisognispecialistici negli ultimi duedecenni, dal pesante blocco delturn-over, da una vera e propriaemorragia di personale sia per ipensionamenti massicci data l’etàmedia avanzata

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RisultatiNel 2010 l’assistenza ospedaliera si èavvalsa di 1.165 Istituti di cura, di cuiil 54% pubblici ed il rimanente 46% pri-vati accreditati. Il 68% delle strutturepubbliche era costituito da Ospedali di-rettamente gestiti dalle Aziende Sani-tarie Locali, il 10% da Aziende Ospe-daliere, ed il restante 22% dalle altre ti-pologie di ospedali pubblici.Il SSN disponeva di 244.310 posti let-to per degenza ordinaria (acuti e post-acuti), di cui il 71.8% (175.417 postiletto) erano in carico al pubblico ed il28.2% (68.893 posti letto) al privato dicui il 21% nelle strutture private ac-creditate, 21.761 posti per day hospi-tal, quasi totalmente pubblici (91%) edi 8.230 posti per day surgery in gran-de prevalenza pubblici (80%). A livel-lo nazionale erano disponibili 4,1 postiletto ogni 1.000 abitanti, in particola-re i posti letto dedicati all’attività peracuti erano 3,5 ogni 1.000 abitanti.Nel 2017, il numero degli Istituti di cu-ra è risultato essere in calo (1.000), conuna modifica della distribuzione tota-le: gli Istituti di cura Pubblici (AziendeSanitarie locali, Aziende Ospedaliereed altre tipologie di Ospedali Pubblici)rappresentavano il 51.8% mentre lestrutture private accreditate il 48.2%(la Regione con il maggior numero distrutture private accreditate risultavaessere il Lazio con 124 cliniche priva-te, seguita dalla Lombardia con 72strutture, quindi Sicilia e Campania con58 strutture private). Il SSN disponevadi 211.593 mila posti letto per degen-za ordinaria (acuti e post-acuti) di cuiil 69.5% (147.035 posti letto) era in ca-rico al sistema sanitario pubblico men-

tre il 30.5% (64.558 posti letto) al pri-vato di cui il 23,3% nelle strutture pri-vate accreditate, 13.050 posti per dayhospital, quasi totalmente pubblici(89,4%) e di 8.515 posti per day sur-gery in grande prevalenza pubblici(78,2%). La regione con il maggior nu-mero di posti letto era la Lombardia con8.384, seguita dal Lazio con 7.168,quindi dalla Campania con 5.347. A li-vello nazionale erano disponibili147.035 posti letto per acuti con un rap-porto di 2.93 posti letto ogni 1.000 abi-tanti e 64.558 posti letto per post-acu-ti con un rapporto di 0.57 posti letto permille abitanti (Grafico 1).In conclusione, dai dati si nota come visia stata una progressiva contrazionedei posti letto su scala nazionale, mol-to più evidente e rilevante sul numerodi posti letto pubblici rispetto alla quo-ta dei posti letto a gestione privata con-venzionata: il taglio dei 32.717 postitotali in 7 anni riguardava prevalente-mente il pubblico con 28.832 posti let-to in meno rispetto al 2010 (-16.2%),rispetto ai 4.335 posti letto in meno delprivato accreditato (-6.3%).Per quel che concerne l’analisi della va-riazione numerica del personale medi-co, nell’anno 2010 risultavano 244.350i medici in attività in Italia. Tra questi,110.732 erano operanti presso le strut-ture pubbliche a tempo indeterminato,7.192 a tempo determinato, 6.467presso le Università, 33.789 presso lecase di cura private, convenzionate enon al SSN, e strutture equiparate alpubblico; 17.007 erano i medici spe-cialisti ambulatoriali, 11.564 quelli ope-ranti nella continuità assistenziale (di-stribuiti in 2925 punti di guardia me-dica), 45.536 medici di medicina ge-nerale, 7.631 pediatri di libera scelta e

4.432 medici in centri di riabilitazione(distribuiti in 971 centri in Italia). (Da-ti database Ministero della Salute).I suddetti dati sono stati comparati conquelli desunti da varie fonti per l’anno2017. È emerso che dei 242.532 me-dici attivi (dati Eurostat e dell’Annua-rio Statistico 2017 del Ministero dellaSalute) 101.100 operano negli ospe-dali pubblici a tempo indeterminato e7.700 a tempo determinato, 8.500 so-no medici universitari (compresi tem-pi determinati), 18.083 sono medicispecialisti ambulatoriali, 11.688 me-dici operanti nei centri di continuità as-sistenziale, 43.731 medici di medicinagenerale (dati FIMMG), 7.590 pediatridi libera scelta, e 5.140 medici operantinelle strutture riabilitative. Abbiamo,infine, desunto i numeri dei medici ope-ranti negli Istituti di Cura privati ac-creditati e non al SSN, registrando unvalore stimato di 39.000 unità, (an-nuario statistico ministero della salute2017).

ConclusioniDallo studio si palesa come si sia assi-stito negli ultimi anni ad un progressi-vo calo del numero degli Istituti di cu-ra e del numero di posti letto con unaloro diversa redistribuzione percentualetra gli Istituti Pubblici e quelli Privatiaccreditati; è altresì evidente come ilnumero dei medici operanti nelle strut-ture pubbliche abbia subito una ridu-zione rilevante (- 9.5%), soprattutto seconfrontato al comparto del settore pri-vato che registra un aumento stimatodel 15%.A fronte di una flessione dei medici difamiglia piuttosto contenuta (- 4,1%),sono invece aumentati i contratti para-subordinati relativi ai medici speciali-sti ambulatoriali (+ 5.9%) ed i medicidei centri riabilitativi (+13.7%), men-tre sono rimasti stabili i numeri relati-vi alla continuità assistenziale ed ai pe-diatri di libera scelta (+1% e – 0.5% ri-spettivamente). Quanto sopra descritto conferma gli esi-ti attesi di una mancata programma-zione dei fabbisogni e dello svilimentodella professione medica classicamen-te intesa, associata a tagli lineari per-petrati ai danni del SSN.L’esercizio della professione medica ne-gli ospedali pubblici non è più il puntodi arrivo per una nuova crescita pro-fessionale, il sogno di ogni studente e/oneolaureato alla Facoltà di Medicina,tanto meno la massima aspettativa diun giovane medico specializzato chetende a preferire al sistema pubblicoquello privato, per condizioni di lavo-ro meno disagiate, minor rischio clini-co, prospettive di carriera maggiori e

Studio Anaao Giovani

Grafico 1. Confronto numero posti letto divisi per categoria (degenza ordinaria, dayhospital e day surgery) anno 2010 vs 2017, con dettaglio su percentuale posti letto agestione Privata Convenzionata (% quota Privato Convenzionato).

LA GEOGRAFIA DELLA SANITÀ ITALIANA NEGLI ULTIMI ANNI

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d!rigenza medica | 11numero 2 - 2020

gratificazioni economiche ad oggi inim-maginabili nelle aziende ospedaliere. Il trend che emerge dal 2010 al 2017non è che la punta di un iceberg, l’an-ticipo di uno tsunami che si manifeste-rà nei prossimi anni, considerando cheè di circa 53.000 il numero totale di me-dici che potrebbero raggiungere il tra-guardo del pensionamento, sfruttandoanche quota 100, tra il 2018 ed il 2025(studio Anaao 2019).Il calo dei medici operanti negli ospe-dali pubblici, di quasi 10%, vede la suagenesi nel mancato fisiologico ricam-bio generazionale, nella pessima pro-grammazione nazionale, in un decen-nio di blocco del turn-over, in investi-menti insufficienti nei contratti di for-mazione specialistica mai tarati sulleeffettive esigenze. L’assenza quasi de-cennale di un nuovo Ccnl ha tenuto i li-velli retributivi inchiodati ai valori del2009 con una perdita economica com-plessiva valutabile intorno al 20%, do-vuta non solo al mancato recupero in-flattivo ma soprattutto al blocco delledinamiche di carriera. A questo si ag-giungono le uscite dal SSN determina-te dai numerosi pensionamenti, dallefughe indotte da allettanti contratti ex-tra-ospedalieri e dalla migrazione al-l’estero.Il dato dell’aumento del 15% circa delnumero di medici operanti nel privatoè frutto anche dell’assorbimento di per-sonale fuggito dall’ospedale pubblico;la bilancia si sta pian piano spostandoverso il settore Privato (redistribuzio-ne del numero di Istituti di cura e di nu-mero di posti letto a vantaggio del set-tore Privato stesso).Nel contesto appena fotografato, la sa-nità privata, vista nelle varie sfaccetta-ture, diventa sempre più attrattiva peri medici, ma anche per i pazienti, rag-

giungendo un gradimento mai visto negliultimi anni e ritagliandosi sempre più spa-zio nel panorama della sanità italiana, an-che se a suo carico imperversano luci eombre riguardo l’impatto di questo siste-ma dicotomico pubblico e privato sullaspesa pubblica effettiva. Le due facce della sanità italiana, pubbli-ca e privata, devono e dovranno semprepiù convivere per mantenere in equilibrioil sistema sanitario, non potendo più pre-scindere l’una dall’altra. Ma per evitareuna concorrenza sleale è nostro dovere, edelle istituzioni tutte, rendere nuovamenteappetibili gli ospedali pubblici alle nuoveleve che si affacciano al mondo del lavo-ro. Obiettivo fondamentale da perseguiresarà quello di garantire il principio ispira-tore del SSN, per il quale era nato oramai41 anni fa, ovvero l’universalismo nel-l’offrire a tutti i cittadini la stessa tutela sa-

nitaria senza differenze di codice di av-viamento postale, di latitudine o di con-to bancario, né per chi cura né per chiè curato. In tal senso il nuovo contrat-to collettivo nazionale di lavoro del-l’area della Dirigenza sanitaria, firma-to recentemente, rappresenta un primopasso verso un recupero del fascino del-la sanità pubblica, riavvicinando i gio-vani alla rete ospedaliera, aspettandoche i contratti di formazione speciali-stica aumentino per garantire un ri-cambio generazionale adeguato e pro-porzionale alle uscite relative ai pen-sionamenti che raggiungeranno nuovipicchi dal 2020 in poi.

Tipologia di Personale Medico Anno 2010 Anno 2017 Delta %

Istituti di Cura Pubblici a tempo indeterminato 110.732* 101.100** -9,50%

Istituti di Cura Pubblici a tempo determinato 7.192* 7.700** 6,60%

Universitari (tempo determinato ed indeterminato) 6.467* 8.500^ 23,90%

Case di Cura convenzionate e non/strutt. equiparate al pubblico 33.789* 39.000** 15,10%

Medici di Medicina Generale 45.536* 43.731** -4,10%

Pediatri di Libera Scelta 7.631* 7.590** -0,50%

Specialisti Ambulatoriali 17.007*** 18.083^^ 5,90%

Continuità Assistenziale (Guardia Medica) 11.564* 11.688** 1,10%

Centri Riabilitativi 4.432* 5.140** 13,80%

TOTALE 244.350 242.532

*: dati Ministero della Salute annuario statistico 2010 **: dati Ministero della Salute annuario statistico 2017 ^: Statistica e StudiMIUR ^^: dati SUMAI ASSOPROF *** Dati Centro Studi Fondazione ENPAM

Tabella 1. Tipologie di Personale Medico nell’anno 2010 e 2017 e confronto

Tabella 2. Confronto tra anno 2010 e 2017 riguardo il numero di Istituti di Cura in Italia suddivisi in Pubblici e Privati Accreditati

ISTITUTI DI CURA IN ITALIA 2010 2017

Numero totale Istituti di cura Pubblici/Accreditati 1.165 1.000

Istituti Pubblici 629 (54%) 518 (51.8%)

Istituti Privati Accreditati 536 (46%) 482 (48.2%)

Tabella 3. Confronto tra anno 2010 e 2017 riguardo il numero di posti letto in Italia e quota percentuale in istituti Privati Accreditati

POSTI LETTO PER DEGENZA ORDINARIA 2010 2017

Numeri posti letto totali 244.310 211.593

Percentuale di posti letto per Istituti di Cura Privati Accreditati 21% 23.3%

LA GEOGRAFIA DELLA SANITÀ ITALIANA NEGLI ULTIMI ANNI

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12 | d!rigenza medica numero 2 - 2020

vello nazionale per la questione sanitàsembra sia meno pesante, più proposi-tiva, traspare una sensibilità politica na-zionale diversa; lo stesso Ministro del-la Salute, On. Speranza, insediatosi il 5settembre 2019 nel Governo Conte bis,nel recente intervento nel corso dei fe-steggiamenti dei sessanta anni del-l’Anaao del dicembre scorso a Roma, hasottolineato il fatto che il nostro siste-ma sanitario è la prima traduzione ve-ra dell’art. 32 della Costituzione, chec’è bisogno di un nuovo grande patto-paese attorno al tema salute.Qualche giorno fa il direttore della pro-grammazione sanitaria del Ministerodella Salute, Andrea Urbani, in un suolibro poneva l’attenzione sulla necessi-tà di dover passare da una logica verti-cale sui silos rispetto agli ambiti di as-sistenza (ospedaliera, farmaceutica,

Il 2019 ci ha lasciato con alcune buo-ne azioni su scala nazionale come lapossibilità di partecipazione ai concor-si pubblici ospedalieri dei medici spe-cializzandi del IV e V anno che stannopermettendo di dare una boccata di os-sigeno al sistema sanitario; la firma, do-po dieci anni di stallo, del contratto col-lettivo nazionale che vede opportunitàimportanti per i giovani con la ripar-tenza di una stagione di contrattazio-ne; la grande occasione offerta dall’al-lungamento dei termini per la stabiliz-zazione dei precari (Dlgs Madia), an-che grazie ad una richiesta dell’AnaaoGiovani, al 31/12/2019; l’aumento, an-cora comunque non sufficiente, del nu-mero delle borse di specializzazione;tutto ciò non è abbastanza.Certamente l’aria che si respira a li-

ambulatoriale) e sui tetti di spesa (perfarmaci, dispositivi medici, personale)ad un approccio orizzontale basato sul-la valutazione dell’impatto economicocomplessivo della patologia e la neces-sità di un cambio di passo generale, unripensamento in chiave moderna delSSN. Ed ha proposto quello che da an-ni l’Anaao invoca, ovvero un nuovo mo-dello previsionale istituzionale che for-nisca gli strumenti per realizzare unaprogrammazione delle politiche sani-tarie di lunga durata.Su scala regionale, almeno in Vene-to, esistono ancora tante contraddizio-ni; in questi ultimi mesi/anni sui gior-nali, nelle televisioni locali, sui socialmedia ed in tutti i modi possibili ab-biamo sempre cercato, come sindaca-to, e cerchiamo di rappresentare la re-altà che viviamo e respiriamo tutti igiorni come operatori, il contenitore incui lavoriamo con passione, dedizione

“Sanità venetadifferenziata”nel prossimodecennio

vincenzocosentiniResponsabileAnaao GiovaniVeneto

Siamo appena entrati nel 2020, un nuovodecennio è iniziato, ci lasciamo dietro dieci anni di problematiche, di soluzioni mancate, di contraddizioni, di criticità ma purtroppo ce le portiamo appresso come un fardello

d!

Veneto

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d!rigenza medica | 13numero 2 - 2020

e sacrificio, la sanità veneta. Nello spe-cifico, come giovani medici siamo pre-occupati del nostro futuro lavorativo,abbiamo a cuore il bellissimo giocat-tolo che è il nostro sistema sanitarionazionale e regionale e che non vo-gliamo venga smantellato nel tentati-vo di trovare un pretesto per rimodu-larlo su basi incostituzionali e con lo-giche astratte.Siamo preoccupati poiché non ci ri-vediamo nelle soluzioni proposte da chiè deputato a governarci, da una politi-ca regionale che recentemente è statarichiamata all’ordine per condotta an-tisindacale in un momento storico incui le scelte politiche sanitarie andreb-bero condivise con chi lavora tutti i gior-ni in quel contesto e vive le criticità e leopportunità che si possono presentare.Non comprendiamo, non ci fidiamo enon crediamo nel “regionalismo diffe-renziato”, un percorso avviato sin dal2006, poi interrotto e ripreso con ac-cordi preliminari stipulati nel febbraio2018 da alcune regioni (Emilia Roma-gna, Lombardia) fra cui il Veneto e cheviene presentato come l’opportunità diesaltare e valorizzare le potenzialità in-trinseche di ciascuna Regione ma chenella realtà delle cose si tradurrebbenel demarcare ancor di più una lineanetta e non più immaginaria fra Norde Sud, tra le industrie del Nord e la de-sertificazione sociale ed economica delSud, fra il trasporto ferroviario ultra-moderno del Nord ed il trasporto re-gionale vetusto del Sud, fino alla sani-tà 4.0 del Nord e quella 1.0 del Sud.Il dibattito più aspro sul regionalismodifferenziato si basa sull’ambiguità difondo che investe il rapporto fra diffe-renziazione ed uguaglianza, tra com-petizione e cooperazione, in poche pa-role fra particolarismo e coesione so-ciale, ambiguità che dovrà essere sciol-ta dalla politica. Non è un caso che ildibattito sul regionalismo differenzia-to viva fasi alterne di grande vivacità edi profondo silenzio.Nel contesto del regionalismo dif-ferenziato la Regione Veneto è fra le piùattive nel tifare questo tipo di visioneglobale. Se ci fermiamo a guardare iproblemi della sanità veneta e le pro-poste della giunta regionale, scoprire-mo delle soluzioni piuttosto variopin-te, per essere eufemistici, e questo è undato preoccupante soprattutto per chicome noi ha bisogno di una strategia alungo termine, di una visione d’insie-

me efficace, e non di soluzioni tampo-ne carenti e strutturalmente improprie.Rappresentiamo la forza lavoro del pre-sente e del futuro di questa regione, ab-biamo il diritto di avere risposte con-crete, condivise e stabili così come neha bisogno la popolazione tutta che ri-ceve le prestazioni sanitarie.Calandoci nella realtà sanitaria vene-ta, conosciamo bene la madre di tutti iproblemi, la carenza di personale me-dico ospedaliero con l’ormai famoso nu-mero di 1.300 medici veneti che man-cano all’appello, numero che si aggior-na di giorno in giorno in virtù di unaforbice progressivamente più ampia traentrate ed uscite nel mondo lavorativosanitario.La carenza di personale medico inVeneto viene enfatizzata anche dal con-fronto con le altre Regioni per la dota-zione organica del personale medico:in Toscana, per esempio, per assistere3 milioni e 700 mila residenti ci sono lostesso numero di medici del Veneto cheha nel proprio territorio una popola-zione di 5 milioni di abitanti.In questo contesto, come suddetto, ab-biamo vissuto e stiamo tuttora assi-stendo a risposte politiche al problemache sono discutibili ed a tratti imba-razzanti; abbiamo assistito a propostecome il “ritorno alle armi” dei pensio-nati, l’utilizzo di medici non ospedalie-ri da cooperative private, il recluta-mento di medici dall’Estero o di medi-ci militari, l’ingresso in reparti ospeda-lieri delicatissimi, come i nostri ProntoSoccorso, di medici neolaureati sprov-visti di qualunque tipo di esperienza,gettati nella mischia con rischi eviden-ti sia per l’operatore/medico che perl’utente/paziente.Le ultime schede ospedaliere re-gionali del 2019 hanno dato modo diverificare come l’ago della bilancia del-la sanità veneta si stia spostando versoil privato; basta vedere come indicato-re il numero dei posti letto che si ridu-ce ulteriormente nel pubblico ed au-menta nel privato: i posti letto per acu-to a gestione pubblica si riducono del4.29% mentre quelli per riabilitazionea gestione privata accreditata aumen-tano del 4.56%. Il 21% del totale deiletti disponibili in ospedale e nei centririabilitativi periferici è in forma priva-ta convenzionata. La privatizzazionedella sanità pubblica in Veneto è arri-vata ad essere al 28% per le attività dispecialistica ambulatoriale ed al 24%

per le attività di ricovero.Le soluzioni programmatiche che ilnostro sindacato propone da anni han-no basi solide, frutto di studi di pro-grammazione e comparazioni; la ri-modulazione del numero di borse dispecializzazione in funzione di un pia-no di fabbisogni nel tempo è fonda-mentale e con questo gli investimentieconomici sia da parte delle Regioniche del Governo nell’intento di colma-re quel buco nero generazionale che sialimenta ogni anno da coloro i quali silaureano in Medicina e Chirurgia e nonriescono ad accedere alle scuole di spe-cializzazione (i cosiddetti “camici gri-gi”), step indispensabile per poter ac-cedere nei nostri ospedali pubblici.Da gennaio 2019 abbiamo vigilato af-finché venissero inseriti nel contesto deiconcorsi pubblici per medici ospeda-lieri anche gli specializzandi ed in que-sto la Regione Veneto ha assimilato conritardo tale opzione rispetto ad altre re-gioni.Il termometro di un malessere lavo-rativo e di una carenza di opportunitàè rappresentato anche dall’emigrazio-ne che coinvolge i medici italiani; tra icamici bianchi europei che emigrano,il 52% sono italiani, e guarda caso, laregione con il maggior numero di me-dici che emigrano all’estero è il Vene-to con circa 100 professionisti che ognianno fanno le valigie per andar via dalnostro Paese, rappresentando per laregione un investimento a fondo per-duto.Ogni anno, ancor di più quello cheapre un decennio, inizia con nuove pro-spettive, nuove speranze, rinnovata fi-ducia e voglia di fare; il mio augurio damedico ospedaliero, sindacalista, po-tenziale paziente, residente in Venetoma calabrese di nascita è quello di ve-dere la politica nazionale e regionaleallineata nella prospettiva di ridare lin-fa vitale al nostro servizio sanitario, af-finché l’erogazione delle prestazioni sa-nitarie possano essere le medesime aVerona come a Reggio Calabria.

anaao giovani

“La carenza dipersonalemedico inVeneto vieneenfatizzataanche dalconfronto conle altre Regioniper ladotazioneorganica delpersonalemedico

Carenza dipersonalemedicoospedaliero in Venet:

1.300medici

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Come noto, l’art. 9, comma 2, D.P.R.n. 487/1994, laddove prevede che “lecommissioni esaminatrici di concorso so-no composte da tecnici esperti nelle ma-terie oggetto del concorso, scelti tra fun-zionari delle amministrazioni, docentied estranei alle medesime e non possonofarne parte, ai sensi dell’art. 6 del decre-to legislativo 23 dicembre 1993, n. 546,i componenti dell’organo di direzione po-litica dell’amministrazione interessata,coloro che ricoprano cariche politiche oche siano rappresentanti sindacali o de-signati dalle confederazioni ed organiz-zazioni sindacali. Almeno un terzo deiposti di componente delle commissioni diconcorso, salva motivata impossibilità,è riservato alle donne, in conformità al-l’art. 29 del sopra citato decreto legisla-tivo”.

Parte della giurisprudenza ammini-strativa interpreta in modo rigoroso ladisposizione in esame, individuandonello svolgimento attività di una cari-ca sindacale un potenziale motivo diesclusione dalle commissioni di con-corso.Tuttavia, quella stessa giurisprudenzaprecisa che l’interpretazione di tale di-sposizione implica la ponderazione deidue principi dell’imparzialità del-l’azione amministrativa e della possi-bilità di accesso per tutti i cittadini agliuffici pubblici essendo necessario, per-ché il primo principio sia garantito sen-za sacrificio ingiustificato del secondo,il ricorso a criteri puntuali per l’appli-cazione dei divieti di partecipazione al-le commissioni di concorso.La sentenza in esame rinviene il “crite-

rio puntuale” attraverso cui effettuaretale ponderazione, nella sfera di in-fluenza dell’attività svolta dal soggettoricoprente la carica sindacale, per cuise quest’ultima in astratto è idonea a ri-verberare i suoi effetti anche sull’enteche indice la selezione, l’incompatibi-lità deve ritenersi sussistente, altrimentideve escludersi.Occorre quindi che “vi sia comunque unqualche elemento di possibile incidenzatra l’attività esercitabile da colui che ri-copre cariche politiche, sindacali o pro-fessionali e l’attività dell’ente che indiceil concorso, altrimenti la disposizioneverrebbe a generalizzare in modo ecces-sivo e senza adeguata giustificazione ilsospetto di imparzialità anche nei con-fronti di soggetti che non gestiscano al-cun potere rilevante e perciò non sianocomunque idonei, sia pure da un puntodivista astratto, a condizionare la vitadell’ente che indice la selezione”. In altri termini, il vulnus potenzial-mente arrecato al principio di impar-zialità dalla partecipazione alle com-missioni di concorso dei titolari di ca-riche sindacali non è ancorato alla me-ra qualifica soggettiva degli stessi, maalla possibilità di influire sulla attivitàdell’Ente che indice la selezione, me-diante l’esercizio dei poteri e preroga-tive connessi alle medesima cariche,con i conseguenti intuibili effetti per-turbatori sulla corretta ed imparzialeesplicazione delle valutazioni concor-suali.In estrema sintesi, vi deve essere unqualche elemento di possibile inciden-za tra l’attività esercitabile da colui chericopre cariche sindacali e l’attività del-l’ente che indice il concorso.Reale elemento di novità sulla que-stione è che la pronuncia in esameesclude esplicitamente che tale inci-denza sia inverata dal semplice datodella spaziale della contiguità tra Am-ministrazione che bandisce il concorsoed ambito di influenza sindacale del-l’interessato.Occorrerà invece al fine di escludere ildirigente sindacale dalla commissionedi concorso che l’Amministrazione in-dividui concreti elementi di interfe-renza tra i compiti sindacali e l’attivitàdi componente di commissione di con-corso.

Sentenza n. 796/2020

Il Consiglio di Statoè recentemente tornato a pronunciarsi sulla vexata quaestio della nominadel dirigente sindacale nelle commissioni dei concorsi pubblici

Avv. Francesco MantovaniConsulente legale Anaao Assomed

d! giurisprudenza

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Una storiabizzarraNel novembre del 2015 arriva alPronto Soccorso dell’ospedaleRegionale una signoraultranovantenne, che chiameremoPina, con violenti dolori addominali,iniziati già da alcuni giorni. Ladiagnosi è di addome acuto e quindisegue ricovero in Chirurgia.

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La paziente viene sottoposta agli esami rite-nuti utili, accertando la presenza di una neo-plasia intestinale con metastasi diffuse addo-minali e ascite, ed alla terapia del caso.Dopo alcune ore viene portata in sala opera-toria, operata e trasferita in Rianimazione, do-ve purtroppo muore dopo alcuni giorni.A distanza di due anni il figlio della signora Pi-na, assistito da un avvocato, presenta una de-nuncia alla Procura, accusando i medici, perla verità soprattutto i chirurghi, di non averassistito in maniera adeguata la propria ma-dre, effettuando anche un intervento chirur-gico tecnicamente sbagliato.La Procura “apre un fascicolo”, i Carabinieri inOspedale sequestrano la cartella relativa al ri-covero “incriminato” e già che c’erano ancheuna cartella di un ricovero in Medicina di al-cuni mesi prima per un TIA risoltosi in po-chissimi giorni senza strascichi. Viene affida-ta una perizia a due consulenti medico-lega-li, che a conclusione della loro disamina af-fermano che le procedure operatorie ed assi-stenziali, messe in atto durante il ricovero inChirurgia, erano state corrette e pertanto il de-cesso della signora Pina non poteva essere im-putato a una malpractice dei sanitari.In conseguenza di ciò la Procura chiede l’ar-chiviazione del caso e, vista l’opposizione dellegale del figlio della signora Pina, il Giudiceper le Indagini Preliminari stabilisce una ca-mera di consiglio per la decisione in merito.Cosa c’è di particolare, mi direte, cose che ca-pitano con una certa frequenza, dappertutto.La cosa bizzarra è che solo a questo punto miviene comunicato che sono indagato (nel 2015sono stato responsabile “ad interim” della UOCMedicina Interna) insieme ad un collega del-la Medicina (anche lui aveva firmato la car-tella del primo ricovero per TIA) ed al re-sponsabile del Pronto Soccorso per il decessodella signora Pina, avvenuto in Chirurgia do-po un atto operatorio, e mi si invita a sceglie-re un avvocato di fiducia o ad accettare quel-lo d’ufficio. Solo a questo punto il mio avvocato (per-mettetemi di ringraziare il dottor Oreste Cam-popiano per il suo professionale atteggiamentotranquillizzante) ha avuto accesso agli atti, nelfaticoso tentativo di ricostruire le modalità delnostro reale coinvolgimento. Preciso che nes-suno mi ha ascoltato, nessuno mi ha comuni-cato nulla di specifico. E allora perché io, per-ché il collega della Medicina? A fatica riuscia-mo a capire: il magistrato della Procura pre-sumibilmente ha estrapolato i nomi dei medi-ci dalla cartella sbagliata, quella del primo ri-covero, non quella del decesso della signoraPina. Sta di fatto che non si può far altro chespiegare la situazione durante l’udienza da-

vanti al Giudice per le Indagini Preliminari.Cosa che avviene. Gli avvocati degli “indaga-ti” riportano questa palese incongruenza: sor-presa del rappresentante di turno della Pro-cura, ira e proteste del denunciante.Dopo due mesi esatti arriva la decisione delGiudice per le Indagini Preliminari: archivia-re il procedimento.La cosa bizzarra è che la motivazione si ri-fà solo alla perizia dei consulenti della Procu-ra, che come ho già detto, dichiarava che l’in-tervento chirurgico era corretto. Inoltre sem-pre il Giudice rigetta, per non competenza, larichiesta dei denuncianti di indagare i reali re-sponsabili (a loro parere) del decesso della si-gnora Pina.Insomma sono stato prosciolto per aver fat-to bene una cosa che, è molto chiaro, io nonho mai fatto. Le considerazioni da fare potrebbero esseremolte: la proditorietà, mai sanzionata, di al-cune azioni legali contro i medici; il gran nu-mero di procedimenti che inevitabilmente fa-vorisce la possibilità di errori e superficialitàdel sistema giudiziario; le procedure che esclu-dono di sentire gli “accusati”; la mancanza dicoraggio di alcuni magistrati; le spese legalisostenute da innocenti tirati in ballo. Pensoche anche il legislatore dovrebbe riflettere suquesti punti e trovare soluzioni adeguate, per-ché penso che soluzioni ci siano, al di là di in-teressi corporativi difficili da superare.Alla fine tutto è bene quel che finisce bene, cer-to. Ma mi rimane comunque un disagio, nontanto nell’essere stato coinvolto ab initio in unavicenda a me estranea. Commettere un erro-re ci sta, capita a tutti, anche se l’accusa era diomicidio (sottolineo omicidio).Io sono rimasto offeso, paradossalmente, dal-la motivazione del proscioglimento, con laspiacevolissima sensazione di aver subito un’in-giustizia.La Signora (trattasi di un magistrato donna)Giudice per le Indagini Preliminari affermanella sua ordinanza che “la colpa si basa….sul-l’attribuibilità di condotta inosservante al sog-getto agente”. Bene, d’accordo. Forse però èsfuggito che io, ed il mio collega della Medi-cina, non siamo agenti nel caso in oggetto. Ri-peto non abbiamo mai lavorato in un repartochirurgico, non abbiamo né eseguito né assi-stito alla procedura in atti, siamo “estranei aifatti”.Forse alla Giudice sarà sfuggita la partico-larità della situazione, peraltro documentatae che pure i nostri avvocati hanno compiuta-mente rappresentato.Spero tanto, anche per il buon nome della ma-gistratura, che non abbia invece deciso di noncapire.

d! lettere

antimo aielloMedico ChirurgoSpecialista inEndocrinologia,Gastroenterologia,Medicina Nucleare,CampobassoIscritto Anaao

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dirigenza sanitaria d!

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cercato, di cui abbiamo la foto segnale-tica, l’impronta digitale e l’elenco di tut-te le caratteristiche fisiche. L’insieme diqueste caratteristiche descritte in for-ma narrativa sono l’equivalente dellasequenza dell’intero genoma virale.Questa è particolarmente importantequando si scopre un nuovo virus, e puòessere ottenute con tecniche molecola-ri direttamente analizzando il campio-ne clinico. Il sequenziamento, oltre cheper descrivere in maniera esaustiva leproprietà molecolari di un nuovo virus,può essere utilizzata anche a scopo dia-gnostico, ma in questo caso non è ne-cessario determinare la sequenza del-l’intero genoma, basta un breve tratto:ritrovare in un campione clinico la se-quenza di un breve tratto del genomavirale equivale a rilevare sulla scena deldelitto l’impronta digitale del ricercato,che ci dice senza ombra di dubbio chesi tratta proprio di lui. Ma tutto ciò non equivale ad arre-stare il ricercato. L’isolamento virale invece equivale adarrestare il ricercato in carne ed ossa. Èuna procedura che oggi viene utilizza-ta solo in casi eccezionali, perché è lun-ga, farraginosa, costosa, e richiede com-petenze specialistiche e strutture di bio-

contenimento se il virus appartiene adun livello di rischio elevato (livello 3 nelcaso del nuovo coronavirus SARS-CoV-2).Si tratta di mettere il campione bio-logico su colture di cellule; queste ven-gono mantenute in condizioni control-late di temperatura, umidità e concen-trazione di anidride carbonica, in con-dizioni, cioè, che riproducono quelleche si trovano nell’organismo infettato,affinché il virus entri nelle cellule e sireplichi. Il più delle volte la replicazio-ne virale si manifesta all’osservazionemicroscopica come una alterazione pro-gressiva della morfologia delle cellule,denominata effetto citopatico. Per con-fermare che l’effetto citopatico sia real-mente dovuto alla replicazione del vi-rus che stiamo tentando di isolare, lecolture vengono sottoposte ai test mo-lecolari che si usano per la diagnosi, oad altri test più sofisticati. Una volta iso-lato, il virus si può propagare in condi-zioni controllate, e quindi si possonoeseguire esperimenti. Ad esempio il vi-rus si utilizza per verificare la presenzadi anticorpi nel sangue dei pazienti, lacapacità di questi anticorpi di neutra-lizzare l’infettività virale (quindi di pro-teggere dall’infezione), i rapporti con imeccanismi di difesa antivirale, la sen-

sibilità all’effetto inibitorio di potenzia-li molecole terapeutiche, la capacità dialterare le funzioni cellulari, ecc. In po-che parole, avere il virus isolato per-mette di determinare le caratteristichebiologiche del virus stesso. Ritornando alla nostra metafora,l’isolamento corrisponde alla cat-tura del ricercato, a poterlo interro-gare e processare. Quindi, ricapitolando, la sequenza è undato, che si può pubblicare, condivide-re, analizzare nel contesto di altre se-quenze, usare per scegliere i tratti daprediligere per il disegno dei test dia-gnostici molecolari o immunologici, oper ipotizzare le funzioni che potreb-bero essere bersaglio di farmaci antivi-rali: sono tutte valutazioni “in silico”.L’isolato virale è un ceppo “vivo”, che sireplica e può essere usato per determi-nare le caratteristiche biologiche neimodelli di coltivazione in vitro su cel-lule, o nei modelli di infezione in vivosu animali. Per concludere, bisogne-rebbe eliminare dal lessico scientificol’espressione “isolare la sequenza”, cheha tanto circolato in questi giorni. La se-quenza si determina, si ottiene, si ana-lizza; il virus si isola. L’OMS ha sottolineato, in questa co-me in occasione di precedenti epidemie,che la condivisione dei dati (sequenza)e dei ceppi (isolati) è un passo impor-tante perché, in maniera sinergica e conil concorso di molti studiosi in più par-ti del mondo, si possano sviluppare ade-guate conoscenze ed allestire più effi-caci strumenti di contrasto alla diffu-sione di agenti nuovi o poco conosciu-ti. Quindi i laboratori che ottengono se-quenze dei genomi virali agli esordi diuna nuova epidemia condividono i da-ti di sequenza rendendoli disponibili at-traverso piattaforme informatiche, al-lestite proprio per favorire lo scambiotrasparente di informazioni. Una di que-ste è GISAID, istituita alcuni anni fa perfavorire lo scambio di informazioni re-lative alla sequenza dei virus influen-zali, che è fortemente impegnata perl’attuale epidemia da coronavirus. Allostesso modo gli isolati possono esserecondivisi fra i laboratori che hanno lastruttura e la capacità necessarie, uti-lizzando come canale di distribuzionecontrollata i repository biologici, ovve-rossia le banche di ceppi, come EVAg alivello europeo o BEI a livelli statuni-tense.

Impronte del ricercato

Questa è la foto

segnaletica del bandito

……le impronte digitali, uniche

per ogni persona, che sono un

indizio rappresentativo

dell’intero bandito……

Lo sceriffo lo imprigiona

rinchiudendolo in galera

Lo sceriffo identifica il

suo «ricercato» con

certezza avendo a

disposizione…

Il prigioniero sconta

la penaJoe il BANDITO

Il virus isolato è studiato dalla comunità scientifica e

sconfitto!Il virus isolato serve a studiarne la biologia, a valutare la qualità dei

metodi diagnostici, a testare farmaci sperimentali.

La sequenza del genoma virale

…la sequenza, anche se di un

piccolo tratto, consente di

riconoscere il virus in

maniera univoca

Il ricercatore imprigiona il virus isolandolo in

coltura: il virus viene fatto crescere nelle

cellule e conservato nei repository.

Sequenza di SARS-CoV-2

Il ricercatore identifica

il suo «ricercato» con

certezza avendo a

disposizione…La sequenza rappresenta la

carta di identità del virus

Segue da pagina 5

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Il testo del contratto e le schede esplicative.

Novità

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La foto story deinostri ultimi dieci anni. Se vuoi leggerlo inquadra il Qrcode

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