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MOSCA S7

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è chi mi chiede diparlare di Renzi, chidi Gentiloni, chi diGrillo. C’è chi vuoleun articolo sulla Rag-gi e sul degrado di

Roma. Mi hanno consigliatodi scrivere della denatalizza-zione e delle nuove statistichesul crollo demografico. Cia-scuno mi ha, in cuor suo, det-tato un articolo intero: esigen-za estrema di dire la propria,necessità di parlare di temati-che di interesse generale cheio potrei a mio modo svolgere.Dentro di me mi sentirei, lo dico sincera-mente, di parlare della morte di GeorgeMichael, simbolo di un’intera generazio-ne che vola via, forse vittima di un suici-dio. Mi sentirei di parlare dell’abuso deinuovi network, che nuovi non sono più,e di come siamo manipolati dalla «sin-drome della spunta blu» di WhatsApp,delle nevrosi che ne conseguono, deidanni neurologici, psicologici e somaticiche la comunicazione «smart» ha intro-dotto e indotto. C’è chi mi chiede di par-lare del terrorismo, dell’Isis, dei foreignfighters, di Trump, di un 2016 bisestileche, a quanto sembra, ha fatto più vitti-me che carnefici. Lo farò. Ma poichéanche io ho delle richieste da farmi,oggi ho deciso di scrivere una letteraal direttore: una lettera a me stessa.

«Caro direttore, Le scrive un’accanita lettrice di Spec-

chio Economico. Sono anni che vi se-guo, con voi entrando nel mondo dellerealtà aziendali e istituzionali, leggendodalle vostre righe le parole di chi questomondo lo crea e lo distrugge. Sono unaquarantenne plurilaureata, mi ritengonouna persona sensibile, mi definisconogeniale, ma quando invio il mio curricu-lum in giro mi tacciano: ‘overqualified’.Ne ho interpretato il timore di avere tra ipiedi una lavoratrice troppo preparata,che potrebbe avanzare pretese. Ne holetto una profonda crisi del sistema, cheanziché premiare gli studiosi e i lavora-tori li teme. Non mi soffermerò, in pro-posito, sull’infelice frase del ministrodel Lavoro Giuliano Poletti sulla fugadei cervelli («Conosco gente che è benesia andata via, questo Paese non soffriràa non averli tra i piedi»). Mala-educa-zione che imperversa, disattenzione ver-so gli altri, disintegrazione dell’umaniz-zazione. C’è un Bastian contrario cheabita questo Paese dissestato.

Il 2016 è stato un anno di perdita pergran parte di noi. C’è chi ha visto mori-re i propri cari (personalmente ho appe-na perso il mio più caro amico, France-sco, finito fuori strada in moto sulla viaSalaria a causa di una buca, che il gior-no dopo è stata subito ricoperta). Ci so-no state bombe e persone esplose, altre

inesplose, gli attentati sono all’ordinedel giorno e a Capodanno - tralascio lepolemiche sul divieto romano di fare ibotti tradizionali, che peraltro condivi-devo - ho festeggiato nella mia taverna,in pieno centro a Roma, davanti al cami-no. Glielo dico per raccontarle un aned-doto che si è verificato. Due invitate mihanno chiamato terrorizzate informan-domi della loro rinunzia a venire. Spie-gavano: giunte davanti al portone, han-no visto un arabo gettare una borsa sot-to una macchina. Lo hanno fermato, malui è scappato alla velocità della luce. Sitratta di due persone di elevato spessoreculturale e sociale: lungi da loro ogni ri-ferimento ad una fobia spicciola da uo-mo di strada o alla stereotipicità del pre-giudizio. Hanno chiamato i carabinieri,poi mi hanno avvisato: per la paura chetale pacco contenesse una bomba, prefe-rivano rientrare a casa. Le ho tranquil-lizzate: c’è un carabiniere a casa mia,risolviamo tutto (per dovere di cronaca,i carabinieri chiamati non sono mai ar-rivati). Nella mia temerarietà, ho passa-to al setaccio tutte le autovetture par-cheggiate davanti al portone fino a tro-vare una borsa di Chanel del valore dicirca 5 mila euro; senza dubitare l’hoaperta e vi ho trovato moltissime cartedi credito e documenti: apparteneva adun medico libanese iscritto all’Univer-sità americana di Beirut. Il carabinierepresente al mio veglione ha fatto il resto,risolvendo la situazione. Le due invitatehanno partecipato alla nostra cena.

Solo poco dopo, sono uscita nuova-mente dal portone e ho trovato un italia-no ed una spagnola nudi, alle prese conun rapporto sessuale completo in mezzoalla strada, in pieno centro storico. Liho dapprima fotografati, poi ho detto lo-ro che avrebbero potuto continuare indi-sturbati. L’uomo si è alzato e mi ha pro-posto in maniera aggressiva di parteci-

pare. Ha insistito violentemen-te. Ho declinato più volte, luisi è alterato ancora di più e hadetto a lei, affatto mossasi dal-la posizione di piena nudità,‘torniamocene al locale’. Perle strade v’erano solo ubriaco-ni, il centro di Roma era para-gonabile ad un settore del Ri-siko, oltre a ciò pericoloso, in-degno, sporco, violento, vizia-to. Con questa mia lettera, ca-ro direttore, vorrei solo che leisapesse che, sia pure le temati-che delle aziende e dello statodella politica siano rilevanti,

c’è un mostro che adombra le nostrecittà. E quello non sono io, sia pure‘overqualified’».

Cara lettrice, farò riferimento al mitodella caverna di Platone: prigionieri con-vinti che le ombre che vedono siano larealtà. Ammesso che uno di essi riuscis-se ad uscire dalla caverna, le forme por-tate dagli uomini verso l’esterno gli sem-brerebbero meno reali delle ombre allequali è abituato; se gli fosse indicata lafonte di luce, egli rimarrebbe comunquedubbioso e, soffrendo nel fissare il fuo-co, il sole, le stelle, preferirebbe volgersiverso le ombre. Poi, finalmente capacedi fissare la luce e di comprendere il va-lore del sole e della verità, avrebbe unsussulto pietoso: rientrare e liberare icompagni. Ma dovrebbe riabituare la vi-sta al buio per rientrare nella caverna ericonoscere i compagni, dai quali sareb-be deriso per i suoi occhi rovinati, in unatemporanea inabilità che non gli consen-tirebbe, nell’immediato, di spiegar loroil senso di realtà provato. Platone giungead immaginare che questi ultimi possanoessere mossi da un istinto omicida pur dinon subire il dolore dell’accecamento ela fatica della salita necessaria ad ammi-rare le cose descritte.

Parafraserò ciò che lei descrive in que-sto modo: la nostra, o piuttosto la «loro»Italia, è una caverna. Il mio augurio piùforte è quello che lei, almeno lei, riescaad uscirne, come fece il filosofo, per ve-dere la luce. Il ladro di Chanel, i dueninfomani ubriachi, l’assenza di control-li: quelle non sono che ombre. Uscendodalla caverna le dirò ciò che vedo, larealtà: la sparizione della civiltà, l’ade-guarsi ad una maleducazione sessuale esentimentale, la pericolosità di uno Statoche non tutela i cittadini. Non mi venga adire il ministro Minniti che lo stragista diBerlino è stato trovato in Italia grazieagli sforzi compiuti dalle Forze dell’or-dine: è stato un caso. Le auguro, cara let-trice, di abituare gli occhi quanto primaad una nuova luce, e di uscire dalla ca-verna senza nemmeno raccogliere i suoiquattro stracci. Fuori ci sarò io ad atten-derla: ma il suo amico Francesco dallaGiunta Raggi non potrà riaverlo. ■

d i R O M I N A C I U F FA

CARO DIRETTORE,MI AIUTI

AD USCIREDALLA CAVERNAC’

L’ITALIA ALLO SPECCHIO

L’ITALIA ALLO SPECCHIOSPECCHIO

ECONOMICO

05 dicembre 4-01-2017 12:32 Pagina 1

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✦ Ernesto Auci ✦ Giorgio Benvenuto✦ Pier Luigi Bersani✦ Luca Borgomeo✦ Alberto Brandani✦ Luciano Caglioti✦ Umberto Cairo ✦ Gildo Campesato ✦ Sergio M. Carbone✦ Nazzareno Cardinali✦ Domenico Casalino✦ Elio Catania✦ Marcello Clarich✦ Claudio Claudiani✦ Giovanni Contena✦ Cesare Cursi✦ Massimo D’Alema ✦ Sergio D’Antoni✦ Cesare De Piccoli✦ Maurizio de Tilla✦ Antonio Di Pietro✦ Massimiliano Dona✦ Piero Fassino✦ Cosimo Maria Ferri ✦ Silvio Garattini ✦ Federico Geremei✦ Lucio Ghia ✦ Pier F. Guarguaglini✦ Pietro Larizza✦ Luigi Locatelli✦ Alessandro Luciano✦ Antonio Marini

✦ Antonio Martusciello✦ Giulio Mazzocchi✦ Luigi Mazzella ✦ Alberto Mazzuca ✦ Vittorio Mele✦ Andrea Monorchio✦ Mario Morcone✦ Nerio Nesi✦ Michele Nones✦ Giuseppe Novelli✦ Ubaldo Pacella✦ Giancarlo Pagliarini ✦ Claudio Petruccioli✦ Bruno Piattelli✦ Nicoletta Picchio✦ Fabio Picciolini✦ Serena Purarelli✦ Carlo Salvatori✦ Enrico Santoro✦ Angelo Sanza✦ Enzo Savarese✦ Luigi Scimìa✦ Fabrizio Svalduz✦ Luigi Tivelli✦ Tiziano Treu✦ Lanfranco Turci✦ Adolfo Urso✦ Domenico B.Valentini✦ Mario Valducci✦ Francesco Verderami✦ Gustavo Visentini✦ Vincenzo Vita

H A N N O S C R I T T O P E RS P E C C H I O E C O N O M I C O

6 SPECCHIOECONOMICO

VICTOR CIUFFAFondatore

Direzione, redazione, amministrazione, pubblicità:Roma: Via Rasella 139, 00187Tel. (06) 482.11.50 - 482.11.52 Telefax (06) 420.83.415e-mail: [email protected] www.victorciuffa.com

Direttore Marketing e ComunicazionePAOLA NARDELLA

L’opinionista politico: GIORGIO BENVENUTO

CARO DIRETTORE, MI AIUTI AD USCIRE DALLA CAVERNA«L’Italia allo Specchio» di Romina Ciuffa

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LUIGI MARRONI: L’OBIETTIVO È UNA SPESAPRESIDIATA OLTRE I 50 MILIARDI NEL 2018 intervista all’amministratore delegato di ConsipLa Consip è una società per azioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze che svolge attività di consulenza, assistenza e supporto nell’ambito degli acquisti delle amministrazioni pubbliche

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BASELICE E TAFINI: INTESA (GRUPPO IBM), TUTTO SULLA TRASFORMAZIONE DIGITALE Intesa è presente nel mercato da trent’anniDigitale non vuol dire meno umano; il personale di Intesa,società del Gruppo IBM che si occupa di digitalizzazione,accompagna le imprese seguendole passo dopo passonel complesso percorso di trasformazione digitale

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ELVIO BONOLLO: LA NOSTRA GRAPPAUN’ECCELLENZA DA 4 GENERAZIONIintervista al responsabile marketing dell’aziendaLa famiglia Bonollo inizia a sperimentare l’arte del fargrappa già nell’800. Le prime testimonianze dell’attivitàprofessionale di distillatori risalgono però al 1908, annoa cui si riconduce la più antica denuncia di produzione

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ILLUMIA: DOPO 10 ANNI ABBIAMO ANCORA L’ENERGIA DI UNA START UPl’obiettivo è assicurarsi una base di 500 mila clientiDopo essere stata pioniere in Italia nella distribuzione di lampadine a Led legate all’offerta di fornitura di energia elettrica, nel 2017 Illumia sta lavorando a un progetto speciale finalizzato a premiare i clienti più fedeli

ROMINA CIUFFADirettore responsabile

ANNA MARIA CIUFFAEditore

Amministratore unico

GIOSETTA CIUFFADirettore Relazioni

esterne/istituzionali

ANSALDO ENERGIA: PRESENTATOIL PROGETTO DEL NUOVO STABILIMENTOsorgerà a Genova CorniglianoAnsaldo Energia è il maggior produttore, installatore e service provider di centrali elettriche e componenti ed è uno dei leader globali nel settore; l’azienda è deditaa fornire ai propri clienti soluzioni innovative e affidabili

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MICHELE ZANELLA: O BAG, NON SOLOBORSE, MA ANCHE MODA «COMPONIBILE»intervista al direttore generale di Full Spot

il personaggiodel mese 12

30 EUROPA E ITALIA: UN SALTONEL BUIO O NEL FUTURO?dell’opinionista Giorgio Benvenuto

23 25 ANNI DI KAZAKHSTAN INDIPENDENTE:BILANCI E PROSPETTIVE PER IL FUTUROAstana ospiterà l’esposizione internazionale Expo 2017

26FRANCESCO CECCONI: AUTOFAGIA, QUANDO MANGIARE SE STESSI SALVA VITEintervista al prof. di Biologia dello Sviluppo di Tor Vergata

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Mensile di economia,politica e attualità

1A N N O X X X V I

GENNAIO 2017

7SPECCHIOECONOMICO

Abbonamento: annuo 60 euro Copie arretrate: 12 euro

Conto corrente postale:n. 25789009

Registrazione: Tribunale di Romanumero 255 del 5 luglio 1982

Spedizione: abbonamento postale 45%Comma 20 lettera B art. 2 - Legge n. 662del 23/12/96 - Filiale di Roma

Tipografia: Futura GraficaVia Anicio Paolino 2100178 Roma

CIUFFA EDITORE

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33VOLO SPERIMENTALE PER L’ELICOTTERO A PILOTAGGIO REMOTO SW-4 SOLOil test effettuato nell’Aeroporto di Taranto-Grottaglie

GUARDANDOSI NEGLI OCCHI LUI E «LUI» HANNO DETTO DI SÌdi Victor Ciuffa dal Corriere della Sera di lunedì 21 agosto 1978

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46 SHARING ECONOMY:«TU CASA ES MI CASA»di Federico Geremei

GIORNALISTI. SI È ROTTO IL FILO VITALE TRAL’ESPERIENZA E IL NUOVO, MA NOI CI BATTIAMO di Fabio Morabito, presidente del sindacato cronisti romani

L’INQUINAMENTO AMBIENTALE È UNO DEI TEMI PIÙ DRAMMATICI DEI TEMPI MODERNIdi Maurizio De Tilla, presidente dell’ANAI

NORME ESTERE: AMMINISTRAZIONESTRAORDINARIA IN AMBITO INTERNAZIONALEdi Lucio Ghia

www.specchioeconomico.com

REDDITTO DI CITTADINANZA E REDDITO MINIMOGARANTITO: IN COSA CONSISTE E A CHI SPETTA?di Fabio Picciolini

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BARRECA & LA VARRA: LA NOSTRAARCHITETTURA «VERDE» E ITALIANAintervista ai due famosi architettiGianandrea Barreca e Giovanni La Varra, dopo essere stati per quasi dieci anni soci di Stefano Boeri con il quale hanno realizzato a Milano il Bosco Verticale, dal 2008operano con una loro firma propria e indipendente

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GIOVANNI AGOSTONI: ICAM, 70 ANNIDI CIOCCOLATO ITALIANO NEL MONDOintervista al direttore commerciale della società

34Icam è sempre attenta ai gusti e alle esigenze dei consumatori e seguiamo i trend di mercato studiando prodotti nuovi che incontrino i diversi gusti di tutti i nostri consumatori, in Italia e nel resto del mondo

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IL CONFLITTO INOPPUGNABILE DENTRO DI NOI: DUBBIO AMLETICO O NEVROSI?di Romina Ciuffa

56LA CRONACA: ULTIMA SPIAGGIADEL GIORNALISMO DI OGGIdi Romano Bartoloni, segretario del sindacato cronisti romani

68LEGGE DI BILANCIO SENZA PRIORITÀ:ULTIMO ATTO DEL GOVERNO RENZIdi Massimiliano Dona, presidente dell’UNC

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70AFFARI & CULTURA.MOSTRE, PRESENTAZIONI, AVVENIMENTIpiccolo viaggio tra opere d’arte in tutta Italia

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LUIGI MARRONI: CONSIP, IL NOSTROOBIETTIVO È UNA SPESA PRESIDIATAOLTRE I 50 MILIARDI NEL 2018

LUIGI MARRONI: CONSIP, IL NOSTROOBIETTIVO È UNA SPESA PRESIDIATAOLTRE I 50 MILIARDI NEL 2018

8 SPECCHIOECONOMICO

a cura diFABRIZIO SVALDUZ

uigi Marroni dal giugno 2015 èl’amministratore delegato diConsip, la società per azionidel Ministero dell’Economia eFinanze che, dal 1999, ha l’in-carico di gestire gli acquisti

della Pubblica Amministrazione.L’azienda è impegnata in un grandesforzo di espansione della propriaattività e di crescita delle competen-ze. In tale percorso sta ottenendoimportanti risultati di incremento ditutti gli indicatori e, particolarmen-te, in termini di risparmio generato,servizio reso e qualità erogata. Par-tecipa al processo di spending re-view del Governo attraverso il pro-gressivo allargamento di spesa pre-sidiata ed intermediata, ed è attorerilevante del nuovo sistema di pro-curement nazionale che - a seguitodella riduzione, ad inizio 2016, dellecentrali di acquisto nella PA, ridottedrasticamente da 35 mila a 33 - con-ta oggi 1 centrale nazionale, 21 cen-trali regionali, 2 province e 9 cittàmetropolitane. Nell’anno appenaconcluso è stata presidiata con ini-ziative Consip una spesa pubblicadi 46,5 miliardi, sono stati effettuatidalle amministrazioni-clienti acqui-

sti per 8,1 miliardi, è stato generatoun risparmio di 3,4 miliardi. La poli-tica industriale dell’azienda si rivol-ge verso l’innovazione e il rinnovodei grandi parchi infrastrutturalidel Paese: dai veicoli all’Ict, dalladiagnostica sanitaria all’efficienzaenergetica. Dal 1986 al 2003, Marroni ha lavora-to per la Cnh Global, azienda delgruppo Fiat operativa nel settore

delle macchine da movimento terra,occupandosi di aspetti gestionali,marketing strategico, progetti orga-nizzativi e produzione, esperienzaper la quale ha vissuto alcuni anni aLondra, operando anche in Europa,Stati Uniti, Brasile e Turchia. Dal1991 al 2001 è stato professore a con-tratto di Economia e Organizzazio-ne aziendale e docente in corsi uni-versitari in materie gestionali per

LLLL

La Consip è una societàper azioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze che svolge attivitàdi consulenza, assistenza e supporto nell’ambito degli acquisti delle amministrazioni pubbliche

Luigi Marroni, amministratore delegato di Consip, la Centrale nazionale di

acquisto della Pubblica Amministrazione

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l’Università di Siena e la Scuola su-periore Sant’Anna di Pisa. Dopo ot-to anni come direttore generale del-l’Asl di Firenze - periodo nel qualeha anche ricoperto diversi incarichinel sistema sanitario, come coordi-natore del comitato di Area VastaCentro, presidente del Consiglio di-rettivo dell’Estav Centro e presi-dente del Centro di documentazio-ne di Storia dell’assistenza e dellasanità Fiorentina - nel giugno 2012 èdiventato assessore al Diritto allasalute della Regione Toscana. Perun anno, dall’agosto del 2007, è sta-to commissario straordinario delCentro studi di prevenzione oncolo-gica, divenendone poi commissarioliquidatore, mentre, nell’aprile-maggio 2009, è stato commissariodella Asl di Arezzo.

Domanda. È un anno e mezzo chelei guida la Consip. Come ha cam-biato l’azienda, quali traguardi haottenuto e quali, tra le moltepliciesperienze professionali passate -come la storica «lean production»,la produzione snella che mirava aminimizzare gli sprechi da lei intro-dotta nella sanità toscana e mutuatadalla riorganizzazione del sistemaautomobilistico del secolo scorso -le sono state utili per attuare il suoprogramma ?

Risposta. Quando sono arrivatoin Consip mi sono subito dedicatoallo sviluppo del business. Ho datoimpulso, come riassunto nel pianoindustriale presentato a fine del2015 agli azionisti, all’ampliamentodegli indici fondamentali della no-stra attività, aumentando il numerodi gare ed entrando in settori doveprima non eravamo. Ed i risultatinon sono mancati. La spesa «presi-diata» con il dispositivo della cen-tralizzazione degli acquisti nel 2016è aumentata in un anno del 16,5percento, arrivando a 46,5 miliardidi euro, mentre la spesa «interme-diata», ovvero gli acquisti effettuatidalle pubbliche amministrazioni sustrumenti Consip, è cresciuta, ri-spetto al 2015, dell’11 percento, rag-giungendo gli 8,1 miliardi di euro.Il nostro obiettivo è aumentare sial’intermediato che la spesa presidia-ta entro il 2018, rispettivamente aduna quota superiore ai 10 miliardila prima ed ai 50 miliardi la secon-da. Molto importanti anche i risul-tati ottenuti sul risparmio generatoche ha chiuso il 2016 con 3,4 miliar-di, all’interno del quale il contribu-to alla Finanza Pubblica a fine 2016si è attestato a 1,6 miliardi di euro.Tutto questo è stato realizzato per-ché internamente ci siamo struttu-rati e potenziati. In questo processo,la mia «vecchia» esperienza della«lean production», che serviva a ot-

modernamento delle macchine diPolizia e Vigili del fuoco, anche uti-lizzando i meccanismi di centraliz-zazione degli acquisti attraverso laConsip. Stiamo dialogando poi conil Ministero delle Infrastrutture edei Trasporti per intervenire concre-tamente e fattivamente sul settoredel trasporto pubblico locale. Inmerito agli sviluppi gestionali, ab-biamo due settori: l’«accounting»,cioè il commerciale, ed il «sour-cing», ossia la produzione. Il primoopera sul territorio per far conosce-re le gare attraverso piani di promo-zione; il sourcing, invece, è quelloche realizza le gare. Stiamo lavoran-do per la più ampia integrazione trale due metà dell’azienda. Per capir-ci, ora lavoriamo su gare che gene-

reranno un fatturato a metà del2018 e contemporaneamente oggi siraccolgono i frutti di quelle impo-state un anno e mezzo fa.

D. Il Fondo sanitario nazionale,che per il 2017 arriva a 113 miliardidi euro, prevede 114 miliardi per il2018. Come è cambiata la spesa sa-nitaria negli ultimi anni e quale èstato il contributo della Consip aquesto processo?

R. Abbiamo affrontato gli obietti-vi del risparmio del mondo sanita-rio coinvolgendo gli operatori epuntando sulla qualità dei beni dacomprare, un’ampia forbice che vadalle apparecchiature sofisticate perle risonanze magnetiche alle sem-plici siringhe, facendo accordi conle società scientifiche per mettere afuoco le esigenze ed operare al me-glio. C’è da considerare che la sa-nità compra anche beni non stretta-mente sanitari ma estremamente in-dispensabili al funzionamento della

timizzare la gestione minimizzandoe razionalizzando i costi, mi è tor-nata molto utile. In Consip abbiamoaperto 30 cantieri di sviluppo su fi-loni che vanno dal «time to market»all’utilizzo dell’efficienza delle ri-sorse, alla formazione interna, ai li-velli qualitativi, tutto, appunto, inun’ottica snella, affrontando anche iproblemi dei nostri clienti. Questiultimi, infatti, rappresentano unadelle linee dedicate del nostro pia-no industriale.

D. Che previsioni avete per l’an-no in corso, qualche anticipazionedi gare rilevanti e quale evoluzioneper la gestione interna?

R. Il grosso sforzo di pianificazio-ne fatto nel biennio 2015-2016 ciporta ad un 2017 di consolidamentoper mantenere al meglio gli impe-gni con il nostro azionista Mef. Larecente manovra finanziaria del Go-verno prevede, tra gli altri, stanzia-menti dedicati per l’acquisto e l’am-

9SPECCHIOECONOMICO«Ho dato impulso,

come riassunto nel pianoindustriale presentato a fine del 2015 agli azionisti, all’ampliamentodegli indici fondamentalidella nostra attività, aumentando il numero di gare ed entrando in settori dove prima non eravamo. I risultati per la Consipnon sono mancati»

Roma, la sede della Consip in Via Isonzo

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stessa, come il riscaldamento, l’e-nergia, le automobili ecc. Proprioquest’anno affronteremo un impor-tante piano di rinnovo delle appa-recchiature diagnostiche in strettoraccordo e dialogo con il Ministerodella Salute, le società scientifiche e,infine, il mercato della fornitura esue rappresentanze. Il nostro con-tributo al risparmio di comparto sipuò stimare complessivamente inoltre 1 miliardo di euro.

D. Come procede l’organizzazio-ne della prima gara nazionale perl’acquisto delle siringhe, strumentosimbolo di disparità di costo pressola Sanità della varie regioni italia-ne?

R. L’obiettivo della gara è quellodi avere un riferimento nazionaleper arrivare ad un prezzo unico. Ilavori sono quasi completati. Ab-biamo portato sul mercato un mas-simale di gara di 40 milioni e le atte-se sono per un risparmio di diversedecine di punti percentuali. Auspi-co che, tra fine di questo mese e ini-zi del prossimo, si potranno già ef-fettuare ordinativi.

D. Entro il 2017, con il lavorosvolto finora dalla Consip insiemeal Mibact, tutti i servizi aggiuntiviora in proroga nei musei statali sa-ranno messi a gara. Quali scenari siaprono in tale ambito?

R. L’intento è di bandire gare, inraccordo con il Ministero dei BeniCulturali, per la gestione dei serviziaccessori dei vari poli museali, chestabiliscono in tal modo come valo-rizzarsi al meglio avvalendosi, an-che, del mercato della fornitura. Loscorso anno abbiamo indetta unagara per l’affidamento in concessio-ne del servizio di caffetteria, risto-razione e catering a Roma presso ilMuseo nazionale romano di Palaz-zo Massimo alle Terme e stiamo perpubblicare il bando di gara per l’ac-coglienza e la bigliettazione dell’a-rea archeologica del Colosseo, tra lepiù prestigiose nel mondo. Direiche siamo all’inizio di un percorsoche in futuro vedrà coinvolte le areemuseali più prestigiose, dall’areaarcheologica di Pompei alla Galle-ria degli Uffizi.

D. Lo scorso novembre lei ha in-contrato il presidente dell’Anci An-tonio Decaro per affrontare possibi-li collaborazioni al fine di renderepiù operativi gli strumenti a dispo-sizione degli enti locali per l’acqui-sto di beni e servizi. Quali novitàsono emerse?

R. Tra i vari argomenti, abbiamoaffrontato quello della promozioneper attività di formazione e assi-stenza, soprattutto ai Comuni dipiccole e medie dimensioni. La for-mazione, in particolare, potrà esse-

«Lo scorso settembre è stato inaugurato un tavolopermanente di confronto tra Consip, Unioncamere, Alleanza delle cooperative,Confindustria e Rete Imprese Italia, primo importante incontro, preparatorio a quelli che poi si sonoaperti su varie tematiche.Vorrei che la Consip fosse percepita come un’opportunità non solo per le grandi imprese ma anche per la piccola e per la media industria»

servizi dell’istituto di previdenzanazionale?

R. L’Inps storicamente ha semprefatto, e continua a fare, gare in pro-prio su esigenze altamente specifi-che. Ma per beni e servizi più tra-sversali, quali le infrastrutture, il«cloud», le «commodity» e le gran-di licenze, si rivolge a noi. Il settoredell’information technology è, in-fatti, di rilevanza strategica per l’In-ps, perché rappresenta oggi circa il35 per cento delle spese di funzio-namento complessive dell’interasua struttura.

D. Lo scorso settembre è statoinaugurato un tavolo permanentedi confronto tra Consip, Unionca-mere, Alleanza delle cooperative,Confindustria e Rete Imprese Italia.Quali sono le finalità?

R. È stato il primo, importante in-contro, preparatorio di quelli chepoi si sono successivamente tenuti(e altri se ne terranno) su varie te-matiche: information technology,acquisti come leva di politica indu-striale, evoluzione normativa delsettore appalti. Lo scopo è discuteredi interessi convergenti, perché vor-rei che la Consip fosse percepita co-me un’opportunità non solo per legrandi imprese ma anche per la pic-cola e media industria.

D. In merito al terremoto nel Cen-tro Italia, come procedono le gare egli approvvigionamenti delle areeper l’accoglienza temporanea dellepopolazioni colpite dal sisma?

R. La Protezione Civile, per nontrovarsi scoperta in caso di calamitànaturale grave, circa due anni fa cichiese di avviare una linea di lavorosul cosiddetto «emergency procure-ment». Tra le diverse iniziative svi-luppate, quella sui moduli abitativiprovvisori, i «map». Queste casette,realizzate in legno massello e dotatedi impianto idrico-sanitario, cucina,riscaldamento e impianto elettrico-telefonico, sono ad un unico piano,possono essere di 40 metri quadri,per una persona sola, di 50 metriquadri per famiglie di 2-3 persone, odi 70 metri quadri per famiglie di ol-tre 4 persone. Ogni abitazione - con-segnata, montata e arredata in tuttoe per tutto - costa 1.075 euro a metroquadro. Le forniture e i tempi diconsegna però si attivano solo quan-do, concluse le valutazioni idrogeo-logiche e di accessibilità del sito, sirealizzano le opere di urbanizzazio-ne quali strade, acqua, elettricità esistema fognario, servizi tutti a cari-co dei comuni residenti. Alle popo-lazioni del Centro Italia colpite dalsisma i primi map sono stati conse-gnati a dicembre, cui si aggiunge-ranno gli altri, per un totale, previ-sto ad oggi, di 850 unità. ■

re finalizzata a velocizzare le proce-dure di acquisto di beni e servizi,attraverso l’uso consapevole deglistrumenti d’acquisto Consip. Si èparlato anche di protocolli d’intesae convenzioni tra Consip e città me-tropolitane che, attraverso l’indivi-duazione su area vasta del fabbiso-gno di determinati beni e servizi,consentano di unire alla velocità ealla trasparenza anche importantirisparmi di spesa.

D. L’Inps, nell’ultimo triennio,nel settore della «information tech-nology» ha risparmiato, grazie a unprogressivo processo di razionaliz-zazione e accentramento, oltre 200milioni di euro, privilegiando l’ac-quisizione di beni e servizi informa-tici tramite la Consip. Coprite tutti i

Antonio Decaro, presidente dell’Anci

08-09-10 Consip corr 2-01-2017 14:17 Pagina 14

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brand O bag ha fatto dellatrasversalità il proprio puntodi forza, rivolgendosi a unpubblico multigenerazionale,

che in esso riconosce la possibilità diesprimere la propria individualità edi scegliere in libertà. La stessa bor-sa può essere personalizzata dadonne di tutte le età, per l’ufficio oper il tempo libero, a un prezzo ac-cessibile e democratico, ma soprat-tutto scalabile.

A difendere la scelta della trasver-salità è Michele Zanella, direttore ge-nerale di Full Spot, l’azienda pado-vana che produce e distribuisce ilmarchio O bag, conosciuto soprattut-to per le borse «componibili»: la bor-sa-icona è in gomma «eva» (etilenevinil acetato), atossica e resistente,ma anche superleggera.

A fare la differenza, di stile e diprezzo, sono i dettagli poiché gli ac-cessori, abbinabili e intercambiabili,spaziano dal tessuto alla pelle finoall’eco-pelliccia (O bag ha aderito al-la campagna internazionale Fur FreeAlliance). Dal design alla moda, ilpercorso del brand O bag è stato in-verso a quello compiuto da molti al-tri marchi. All’orologio che fu pre-sentato nel tempio del design, cioè alSalone del mobile di Milano nel 2010,sono seguiti gli occhiali, i bracciali, leborse e gli accessori fino all’ingressonel mondo delle calzature (con le«flatform»), sempre nel segno dellacustomizzazione.

I numeri testimoniano la crescita:con un fatturato 2015 di 55 milioni dieuro, più che triplicato rispetto al-l’anno precedente, Full Spot stima dichiudere il 2016 in crescita del 20 percento a 63 milioni, con previsione diarrivare a 90 milioni nel 2018. Il 95per cento della produzione è made inItaly attraverso una rete d’impresache conta 40 consorziate concentratenel Nord Est. Il 70 per cento dei rica-vi oggi arriva dall’Italia, il restantedall’estero. «I nostri obiettivi–dichia-

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MMIICCHHEELLEE ZZAANNEELLLLAA:: OO BBAAGG,, NNOONN SSOOLLOOBBOORRSSEE,, MMAA AANNCCHHEE AACCCCEESSSSOORRII AALLLLAAMMOODDAA EE DDII DDEESSIIGGNN ««CCOOMMPPOONNIIBBIILLII»»

MMIICCHHEELLEE ZZAANNEELLLLAA:: OO BBAAGG,, NNOONN SSOOLLOOBBOORRSSEE,, MMAA AANNCCHHEE AACCCCEESSSSOORRII AALLLLAAMMOODDAA EE DDII DDEESSIIGGNN ««CCOOMMPPOONNIIBBIILLII»»il pers naggio

del mese

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ra Zanella–si concentrano sullo svi-luppo retail. Entro giugno 2017 sonoin programma 100 aperture e per il2018 contiamo di portare da 300 a500 il numero degli O bag Store nelmondo. Altri investimenti sarannodedicati alla logistica, all’e-commer-ce e a una strategia di gestione otti-male dei social network».

Domanda. Quale è stata l’idea al-l’origine dell’azienda? Cosa significaO bag?

Risposta. L’idea fondamentale del-l’azienda si trova nel proprio dna che

è quello di cercare di creare dei pro-dotti innovativi puntando su alcunifattori cardine che sono il design e lapossibilità di customizzare il prodot-to con materiali che potessero sor-prendere il consumatore abituale conaccostamenti inusuali come plastica,pellame ed eco-pelliccia, il tutto of-ferto ad un prezzo «democratico» evariabile. Il nostro brand O bag è for-mato da due componenti: la primalettera, che è una O, è il risultato ditre parole: one (unico), own (proprio)e original (originale). Queste tre pa-

a cura diALFIO PAOLANGELI

Michele Zanella, direttore generaledi Full Spot, azienda che

distribuisce il marchio O bag

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role sono la risultante del segreto ditutti i nostri prodotti; creare un og-getto e realizzarlo in maniera origi-nale rendendolo unico è la nostra ca-ratteristica. È vero che di borse O bagce ne sono moltissime, però ognuna èdiversa dall’altra perché alla finel’ultimo passaggio, quello dell’«as-semblaggio» spetta al cliente che ren-de così il proprio prodotto unico.

D. Dall’anno della fondazionemolto è cambiato: può raccontare l’e-voluzione dell’azienda dalla nascitafino a oggi?

R. Inizialmente siamo partiti con ilnome dell’azienda, e cioè Full Spot,ma nel 2012 abbiamo deciso di opta-re per O bag; il cambiamento è avve-nuto spontaneamente, decretato dalsuccesso che ha riscosso la nostraborsa «iconica» nel pubblico. Dallafondazione a oggi molto è cambiato,l’azienda è nata come una scommes-sa, un’intuizione, un gioco. Oggi sia-mo una bella realtà che conta 300 ne-gozi monomarca presenti in circa 50Paesi nel mondo e abbiamo dei pianisignificativi per il futuro. La nostrabravura è stata quella di consolidareun prodotto made in Italy di succes-so sviluppando contemporaneamen-te la crescita dell’azienda con nuovestrutture e investimenti.

D. Quali sono gli obiettivi di cresci-ta nel 2017?

R. Stiamo puntando molto sul set-tore del retail, quindi vorremmo con-solidare la parte che riguarda l’inter-nazionalizzazione con l’apertura dinuovi punti vendita su alcuni mercatiche per noi sono di riferimento comeFrancia, Spagna, Germania e la partedei Balcani, oltre a uno sviluppo si-gnificativo che stiamo portandoavanti negli Stati Uniti e in Cina. In-vece per quanto riguarda il mercatoitaliano possiamo dire che ormai sia-mo quasi arrivati a una fase di conso-

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Dico in anteprima che al Salone delMobile saremo presenti con delle no-vità sulla parte che riguarda il «mo-ving» con delle idee legate alla borsae agli oggetti in movimento.

D. Come intendete raggiungere,dai 55 milioni del 2015, i 90 milioni difatturato che vi siete prefissati entroil 2018?

R. Consolidando la parte retail e diinternazionalizzazione. Rispettandopienamente gli obiettivi che ci siamoprefissati, il bilancio 2016 è in chiusu-ra ma sicuramente sarà molto positi-vo poiché si continua a vedere la «co-da» di clienti nei nostri punti vendi-ta, e questo è il più grande riconosci-mento che si possa avere.

D. Avete una grande rete distribu-tiva tradizionale; l’e-commerce inve-ce quali risultati porta?

R. Puntiamo molto in questo ambi-to e saremo live con un progetto dimulticanalità nei mesi di marzo-apri-le 2017; tale progetto vede il consu-matore al centro e proprio attorno al

SPECCHIOECONOMICO

lidamento; il nostro obiettivo è l’aper-tura di 250 negozi che approssimati-vamente a metà del prossimo annoraggiungeremo, dopodiché si trattasolo di consolidare un progetto cheabbiamo lanciato ormai da sei anni.

D. Quali saranno i prodotti di pun-ta del 2017?

R. Come ogni buona azienda ab-biamo molte novità per il 2017; de-buttiamo questo mese con uno zaino«multifunzione», un po’ da lavoro eun po’ da tempo libero, dal nome Osquare. A marzo lanceremo un nuo-vo progetto di borsa che si chiama Obag Moon disponibile in due varian-ti. Avvicinandoci all’estate, abbiamoun «progetto beach» di grande spes-sore perché ci sono novità sia in ter-mini di accessori con borse dedicateal mare, sia nel footwear. Inoltre cisarà un occhio di riguardo per il tar-get maschile che stiamo cercando diconquistare con prodotti dedicati co-me il portafoglio O hug, con la partefootwear e con la proposta di zaini.

O square, un ibrido tra borsa, cartella e zaino

Gli orologi O clock

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consumatore stiamo cercando dicreare da una parte una rete fisicacon i nostri negozi per poter esserevicini ai clienti e fornire loro una«shopping experience» dal punto divista della vendita, e dall’altra di for-nire un servizio di «customer servi-ce» nel post vendita. Tutto questoverrà integrato con una parte e-com-merce con la possibilità di configura-re la propria borsa acquistandola sul-la piattaforma online, o di acquistar-la in negozio e farsela consegnare acasa, oppure avere un modello «mi-sto» acquistando una parte dal puntovendita e una parte online. Questo èun progetto che vede la luce dopocirca un anno e mezzo di realizzazio-ne in termini di software e di stru-menti che l’azienda si è dotata dalpunto di vista IT e informatico. Possodire con grande soddisfazione cheper Pasqua debutteremo con questoprogetto di multicanalità.

D. Avete notato differenze o prefe-renze particolari nel customizzare leborse da Paese a Paese?

R. Più che una differenza nella cu-stomizzazione, abbiamo uno spettrodi scelta molto ampio e combinaretra loro 6 mila prodotti risulta unapratica pressoché infinita. La digita-lizzazione che stiamo portando nelpunto vendita è volta anche a soddi-sfare le innumerevoli esigenze deiconsumatori dei diversi Paesi.

D. Innovazione e ricerca e svilup-po sono curati internamente? Quantarilevanza hanno nei vostri piani stra-tegici?

R. Sono curati sia internamente cheesternamente poiché collaboriamocon molti designer, quindi ogni pro-dotto è siglato e disegnato da archi-tetti. Lo studio milanese di design earchitettura laboratorio.quattro ci af-fianca fin dall’inizio del progetto, oggi

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annoveriamo e coltiviamo semprenuove collaborazioni. Invece, perquanto riguarda la parte di comunica-zione, marketing e sviluppo strategicoè tutto svolto internamente.

D. Quali scelte avete fatto riguardola sostenibilità? I materiali che usatesono riciclabili?

R. I materiali sono riciclabili per-ché c’è la possibilità che alla fine delciclo produttivo possano essere recu-perati per fare altri oggetti, e sono so-stenibili poiché non contengono sol-venti dannosi per la salute e perl’ambiente. Per esempio i nostri oro-logi sono fatti con del silicone ali-mentare che è un materiale adatto alcontatto con alimenti e bevande.

D. Avete sottoscritto il protocolloFur Free. Cosa vi ha fatto cambiareidea dal momento che inizialmentela pelliccia era utilizzata?

R. Ad agosto 2016 O bag comunicala totale abolizione dell’uso di pellic-ce animali dalle sue future collezionisiglando un accordo con la Fur FreeAlliance e la Lav. Questo è stato unatto di coerenza a vantaggio di unamoda etica e sostenibile, nonostantecommercialmente sia stato un sacrifi-

cio per noi perché tale prodotto haconquistato una grande fetta di mer-cato. O bag abbandona così l’utilizzodella pelliccia vera a favore di unaeco-pelliccia di alta qualità che d’orain avanti sarà utilizzata per creare ibordi intercambiabili delle borse Obag, le sacche interne delle O baskete le pattine intercambiabili delle tra-colle O pocket. La moda, in questocaso, trova il giusto favore popolarequand’essa si pone in maniera ri-spettosa e responsabile. Anche conquesta iniziativa O bag non perde lapropria impronta di marchio innova-tivo orientato al design dando lapossibilità di esprimere l’individua-lità e di scegliere in assoluta libertà.Noi abbiamo ascoltato il cliente per-ché è il nostro interlocutore impre-scindibile e il successo di O bag deri-va proprio dal passaparola, dall’e-sperienza personale condivisa e dal-l’interazione con il nostro affezionatopubblico.

D. Pensate a una futura quotazio-ne in borsa?

R. In questo momento non è tra inostri primi pensieri; la nostra prio-rità ora è quella di consolidare unprogetto che per noi sta diventandomolto importante e se riusciremo afarcela con le nostre forze rimarremoindipendenti. ■

La borsetta O pocket

Il nuovo portafoglio O hug L’orologio O clock great day-time

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innovazione digitale si realizza la-vorando con le persone e solo seesse vengono considerate parteintegrante della trasformazione.

Lo sanno bene le persone di Intesa, so-cietà del Gruppo IBM, che dal 1987 ac-compagnano i loro clienti nel percorso ditrasformazione dei processi aziendali,aiutandoli a comunicare e a collaborarein rete in modo sicuro, integrando digi-talmente i loro processi con quelli deibusiness partner nazionali ed internazio-nali (clienti, fornitori, banche, PA) inun’ottica di azienda estesa.

Con «digitalizzazione» non si intendesolo la scansione di un documento carta-ceo; si tratta di gestire processi «nativa-mente digitali», o digitalizzabili. Lascansione di un documento lo rende me-ra immagine ma la dematerializzazioneche interessa il percorso della trasforma-zione digitale e, lato sensu, il futuro stes-so (quando non il presente) della nostravita, riguarda la possibilità intrinseca dicatalogare i dati ed elaborarli a scopi dibusiness.

Intesa non si occupa solo della demate-rializzazione sic et simpliciter, bensì del-lo studio di processi nativamente digitali,che si possano adattare all’infrastrutturaorganizzativa già presente e che abilitino,al tempo stesso, nuove opportunità di in-cremento delle performance del businessgrazie al controllo e all’analisi dei dati di-gitali disponibili in real-time.

Oggi l’Agenda Digitale è una dellesette iniziative prioritarie individuatenella più ampia Strategia EU2020, cheambisce a creare le condizioni per un’e-conomia competitiva, con un più altotasso di occupazione, e che punta allacrescita intelligente, sostenibile e solida-le dell’Unione Europea grazie al poten-ziale offerto dalle tecnologie dell’infor-mazione e della comunicazione.

Intesa, che proprio nel 2017 festeggerài 30 anni, ha maturato la consapevolezzache in tema di «digitale» è necessariomuoversi lungo un percorso equilibratosu molteplici dimensioni e la componen-te umana, unitamente a processi e tecno-

logie, riveste tutt’oggi un ruolo chiave.L’azienda del Gruppo IBM mette a di-

sposizione dei propri clienti una vastaserie di skill e soluzioni per favorire lagestione e l’interscambio sicuro di datielettronici a supporto dei processi azien-dali in molti settori e mercati. Fornisceservizi di gestione documentale, fattura-zione elettronica e conservazione sosti-tutiva, elaborando annualmente oltre 800milioni di pagine. Offre molteplici solu-zioni di firma elettronica a supporto deidiversi processi di firma dei documentidigitali, de visu oppure da remoto, cosìcome una grande varietà di soluzioni ge-stite in modalità SaaS (Software as aService, ndr), anche in Cloud.

Partendo da questi elementi, l’aziendasi è presentata all’appello di una serie diprogetti di trasformazione digitale, che lavedranno protagonista nei prossimi mesie anni. Tra i più attuali, la fatturazioneelettronica tra privati, in vigore da gen-naio 2017: è partita ufficialmente la fat-tura B2B (Business to Business, ndr) di-sciplinata dal decreto legge n. 127 del2015, che andrà a semplificare gli adem-pimenti dei soggetti titolari di partitaIVA, i quali avranno l’opportunità discambiare fatture in modalità elettronicacon i propri clienti e business partner tra-mite il Sistema di Interscambio, già adot-tato per la fatturazione elettronica versola Pubblica Amministrazione. In questoambito, i servizi offerti da Intesa risulta-no assolutamente strategici.

Servizi che si integrano più in generalenella galassia dei progetti EDI (Electro-

nic Data Interchange, ndr), che rappre-sentano da tempo una grande opportu-nità per le aziende interessate ad acquisi-re maggiore efficienza nella gestione in-tegrata dei processi di «supply chain» di-gitale e conseguente dematerializzazio-ne degli archivi cartacei.

A ciò si unisce la forte attenzione alletematiche relative a SPID (Sistema Pub-blico di Identità Digitale, ndr), al rego-lamento europeo eIDAS (ElectronicIdentification and Signature, ndr) e, nonultimo, al progetto Industria 4.0, un al-tro importantissimo tassello nel progettodi trasformazione digitale promossodallo Stato, sostenuto da corposi incen-tivi rivolti alle imprese italiane, per con-sentire al nostro Paese di riguadagnareterreno in tema di digitalizzazione deiprocessi; tutti ambiti che vedono Intesaal centro della scena. Di questo e di altroparla Emilio Baselice, Direttore Genera-le di Intesa.

Domanda. Chi è Intesa?Risposta. Intesa è un’azienda del

Gruppo IBM, fondata nel 1987, che oggiconta circa 150 professionisti specializ-zati in vari ambiti dell’universo digitale.La sede principale è a Torino, con filiali aMilano e Roma ed una rete di esperti cheoperano direttamente sul territorio nazio-nale ed internazionale. Intesa è un’azien-da caratterizzata da un’anima tecnologi-ca che presta una forte attenzione al con-testo di norme a cui i servizi digitali de-vono necessariamente render conto; ne-gli anni abbiamo acquisito le certifica-zioni fondamentali per operare nei più

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Intesa, società del Gruppo IBM che si occupa di digitalizzazionedei processi aziendali , affianca le imprese passo dopo passonel progressivo percorso di trasformazione digitale

EEMMIILLIIOO BBAASSEELLIICCEE:: IINNTTEESSAA ((GGRRUUPPPPOO IIBBMM)),, CCOOSSÌÌ LLAA TTRRAASSFFOORRMMAAZZIIOONNEE DDIIGGIITTAALLEE

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svariati contesti e diventeremo a breveoperatori in ambito eIDAS e SPID.

D. Perché un’azienda dovrebbe av-viarsi alla trasformazione digitale?

R. In questo momento il mercato stavivendo una fortissima trasformazione,legata alla modalità con cui gli utenti sistanno abituando ad accedere ai servizi,sempre più improntata su logiche e devi-ce digitali. Il mobile, il cui utilizzo crescein modo esponenziale, sta di fatto diven-tando il più diffuso punto di accesso al-l’universo digitale. Ciò ha conseguenzeimpattanti sul business di molte imprese:le barriere all’ingresso dei mercati, nuovio consolidati, si abbattono grazie allenuove modalità di vendere prodotti e ser-vizi in una logica estremamente più frui-bile e semplice per i clienti finali. Lasemplificazione è il driver che consenteanche ad aziende meno strutturate, o star-tup, di sottrarre fette di mercato ai playerconsolidati. Per questo motivo molte im-prese sono soggette a forti pressioni peravviare il processo di trasformazione at-traverso il quale mantenere o riguadagna-re vantaggio competitivo grazie ai bene-fici che la digitalizzazione può offrire.

D. Dove la trasformazione digitale èun rischio, dove un’opportunità?

R. Può essere un rischio nel momentoin cui si decide di non rivedere il propriomodo di interpretare il termine «trasfor-mazione», mantenendo una logica tradi-zionale con un approccio alla digitalizza-zione fatto a silos e non in ottica di pro-cesso esteso. È un’opportunità nel mo-mento in cui si decide di imparare unalingua diversa, una lingua che i propriclienti ora sono più abituati a parlare: lelogiche digitali apportano vantaggi note-voli, perché consentono ai decisoriaziendali di acquisire informazioni inmaniera più reattiva, e alle imprese direagire molto più rapidamente agli im-pulsi che provengono dal mercato.

D. Come si è trasformata Intesa neglianni?

R. Intesa ha da 30 anni nel proprioDNA la trasformazione digitale, che na-sce con l’EDI e poi si evolve nel corsodegli anni nella fornitura di servizi perl’interscambio e la digitalizzazione didocumenti e processi in svariati settori.Da qualche tempo stiamo vivendo ancheuna forte trasformazione interna, che ciha portato a rivedere le nostre infrastrut-ture secondo logiche IaaS (Infrastructureas a Service, ndr) che, da un lato, garan-tiscono maggiore flessibilità e possibilitàdi essere più rapidi nell’ideazione e svi-luppo dei servizi per i nostri clienti, dal-l’altro ci assicurano ritorni economici,che abbiamo in parte reinvestito nel ca-pitale umano ed in parte nella trasforma-zione dei processi interni. I benefici deri-vanti da questa operazione di efficienta-mento sono stati sin da subito misurabiliin termini di profittabilità dell’azienda,che è aumentata in modo significativonel corso del 2016. Parallelamente, ci ha

zienda, in un’ottica a 360 gradi. Il secon-do suggerimento è approntare una tra-sformazione agile: alcuni clienti pensanoche la via migliore sia quella di trasfor-mare i «legacy», ma in realtà ciò può ri-sultare poco efficace per più motivi. In-nanzitutto gli interventi sui sistemi «le-gacy» richiedono tempi molto lunghi e larapidità con cui il mercato si evolve po-trebbe non essere coerente con i tempi ri-chiesti dalla trasformazione di un siste-ma consolidato; in più, ciò che può andarbene oggi, domani potrebbe essere giàsuperato. Un approccio agile alla trasfor-mazione digitale produce risultati in gra-do di modulare l’azienda con rapidità se-condo logiche più aderenti a quelle chesono le dinamiche del mercato. Il terzosuggerimento è quello di lavorare moltosul capitale umano, i dipendenti, per farsì che il primo elemento di cambiamentosia proprio l’organizzazione stessa, che ècomposta prima di tutto da persone. I ri-torni di investimento che derivano dallatrasformazione sono molto rapidi, nel-l’anno solare si hanno già i primi risulta-ti in termini di migliori performance dibusiness, al pari di una contestuale ridu-zione dei costi relativi ai processi digita-lizzati. La trasformazione produce van-taggi notevoli non solo da un punto di vi-sta economico, ma soprattutto nella ca-pacità di controllare il proprio businessgrazie alla possibilità di effettuare sceltepiù consapevoli, rapide e coerenti con itempi del mercato.

D. Uno sguardo al futuro?R. Già a partire dal 2017 prevediamo

ci possa essere una spinta ancora più for-te alla trasformazione digitale: fino adoggi abbiamo visto solo i primi cenni diquesto passaggio epocale e chi vorrà ri-manere nel mercato dovrà assolutamenteinnovarsi digitalmente; questo creeràuna forte energia positiva. Riteniamo chele tematiche legate alla fatturazione elet-tronica e ai portali di B2B Collaboration,così come tecnologie più innovative e ri-voluzionarie come la «blockchain» pos-sano semplificare enormemente gliscambi digitali nel mondo B2B, all’inter-no di «supply chain» estese. Un ruolopredominante sarà inoltre rivestito daitemi legati al mondo IoT (acronimo del-l’inglese «Internet of Things», ndr), os-sia alle capacità degli oggetti tecnologicidi raccogliere, analizzare e ridistribuiredati ad altri sistemi in modo del tutto au-tonomo ed automatico. Infine, sarà do-minante la tematica degli «analytics»: latrasformazione digitale abilita infatti laproduzione di una grande quantità di da-ti digitali e ne rende possibile l’analisi inreal-time. Lo step successivo che già siintravede sarà quello del «predictive»:nuove tecnologie che consentono nonsolo di analizzare grandi volumi di dati,ma anche di correlarli con le esperienzepregresse e di indicare ai dirigenti d’a-zienda le strategie migliori per anticiparele evoluzioni del business. ■

17SPECCHIOECONOMICO

Emilio Baselice, Direttore Generaledi Intesa (Gruppo IBM)

consentito di acquisire maggiori compe-tenze digitali: nell’ultimo anno siamocresciuti del 15 per cento assumendonuove risorse dal mercato. Questo è unchiaro esempio di come la trasformazio-ne digitale apporti benefici tangibili.

D. Quali sono gli asset su cui fa affida-mento Intesa?

R. In primo luogo la competenza nor-mativa, driver fondamentale per trasfor-mare un’azienda nel rispetto delle rego-le, che sempre più hanno origine a livel-lo internazionale e vengono poi recepitelocalmente dai singoli Paesi. Il secondoasset è quello dell’esperienza nell’ambi-to della gestione dei processi, che Intesaha sviluppato nel tempo, operando neipiù svariati settori. Terzo asset è quellodel presidio delle tecnologie, che con-sentono la trasformazione dei processida tradizionali a innovativi, come richie-sto dalle nuove logiche di mercato.

D. Come trasferite questi asset ai vo-stri clienti?

R. Progettiamo la trasformazionemantenendo un approccio «light», basa-to su un substrato digitale che si appog-gia sui «legacy» del cliente. Intesaquindi non interviene sui sistemi infor-mativi già consolidati in azienda, bensìvi appoggia un sistema digitale, basatosu una logica molto agile e modulare,definendo nel contempo gli elementinecessari per la trasformazione dei suoiclienti.

D. A che tipologia di aziende sono ri-volti i vostri servizi?

R. Sono soprattutto aziende di fasciamedio-alta nei settori Industrial, Auto-motive, Distribuzione, Utility, Trasporti,Banche, Assicurazioni e Sanità ma le no-stre soluzioni sono molto flessibili e mo-dulari: con i servizi offerti in modalitàCloud riusciamo a servire anche le im-prese di dimensioni più contenute, cosìcome gli studi professionali.

D. Ha dei suggerimenti da dare alleimprese interessate alla digitalizzazione?

R. In primis è importante avere unachiara strategia che abbracci tutta l’a-

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ranco Tafini, Security Solution Lea-der di Intesa (Gruppo IBM), spiegain questa intervista l’importanza delrispetto della normativa e della si-curezza identitaria nel percorso di

trasformazione digitale.Domanda. Quanto conta la normativa

in questo contesto di profonda trasforma-zione?

Risposta. Conta molto. La digitalizza-zione deve rispettare delle regole, che nonsono solo nazionali ma travalicano l’Italiaper giungere in Europa e nel mondo. De-ve esservi una rispondenza agli obblighiimposti dalla normativa e la garanzia dicompliance nel tempo. Nel momento incui un’azienda decide di migrare da un si-stema che si basa sul cartaceo–spesso de-finito come tecnologia «legacy», ossiaconsolidata e testata ma difficilmente inlinea con un mercato veloce e attuale–de-ve farlo seguendo la normativa, quindiper ogni singolo documento o processoche viene digitalizzato bisogna garantireche la digitalizzazione risponda a quelliche sono gli obblighi imposti dall’Auto-rità preposta e dal Garante. La complian-ce nel tempo sta a significare che la nor-mativa è in continuo mutamento: è oppor-tuno e necessario mantenere un presidiodei principali tavoli di lavoro nazionali edinternazionali, un costante rapporto con leistituzioni, con il Garante e con i vari stu-di legali, per rimanere costantemente ag-giornati e garantire che il documento o ilprocesso digitale risponda ai requisiti ri-chiesti dalla legge.

D. In che modo le aziende possono ga-rantirsi l’implementazione di un ecosiste-ma digitale correttamente strutturato e le-galmente a norma?

R. Attraverso la governance dell’interoprocesso, non solo gestendo i singoli sot-to-processi: questo significa che, dal mo-mento in cui un’azienda si appoggia ad unfornitore di tecnologia per trasformare unproprio processo in digitale, com’è il casodella fatturazione elettronica, della gestio-ne documentale interna e dei sistemi di ar-chiviazione, questi processi non devonovivere l’uno separato dall’altro, ma devo-no essere in grado di parlarsi, e per farequesto tipo di attività è necessario avereun presidio e un controllo dell’intero pro-cesso digitale. Se noi identifichiamo, peresempio, il sistema della fatturazione elet-tronica, il saper ricevere dai propri forni-tori fatture già in un formato strutturatoche possa in automatico entrare all’inter-no del sistema informativo senza neces-sità di dover fare manualmente il «dataentry», che costituirebbe un punto di rot-tura, garantiamo che i dati trasferiti sianoesattamente quelli corretti per poter gesti-re ed archiviare la fattura in azienda; è unesempio di processo end-to-end.

D. Digitalizzando un processo, cosa c’èda considerare sul tema dell’identità e deidati personali?

R. Questo è un altro punto fondamenta-le, nel momento in cui si passa ad un siste-ma digitale i dati sono più esposti. L’ar-chiviazione e la protezione dei flussi cheessi generano, soprattutto quando ci si ri-volge verso l’esterno dell’organizzazione,diventano strategiche, ma non tutte le im-prese sono in grado di garantire l’incolu-mità dei propri dati. Ciò potrebbe esporrele aziende a rischi molto elevati con rica-dute negative sul business; da questo pun-to di vista la normativa è molto stringente.

D. Importante è anche l’interoperabilitàinternazionale. Corretto?

R. Bisogna pensare al fatto che la go-vernance dell’intero processo e la rispon-denza agli obblighi normativi sono ormaiesigenze di business che si relazionano adun mercato via via più globale. Sono sem-pre più numerose le aziende che vendonoall’estero o all’estero fanno approvvigio-namento di materie prime; ne consegueche l’interoperabilità e lo scambio dei do-cumenti digitali anche con altri Paesi de-ve essere garantita in quanto rappresentauno degli elementi chiave che decreta ilsuccesso o l’insuccesso di un’azienda.

D. Da un lato la spinta alla trasforma-zione per rimanere competitivi sul merca-to, dall’altro la necessità di garantire pie-na rispondenza alla componente normati-va. Quali sono gli strumenti a disposizio-ne delle imprese per avere un corretto ap-proccio alla trasformazione?

R. Sempre più spesso le aziende ci rife-riscono: «quello che ci manca è la capa-cità di unire la vision dell’azienda nel me-dio-lungo periodo, come effettuare lescelte tecnologiche più appropriate per ilnostro business ed il relativo innesto nel-l’organizzazione». Ossia, ciò attiene allanecessità di trasformarsi in tempi brevima con la necessità di mantenere nel tem-

Franco Tafini, Security SolutionLeader di Intesa (Gruppo IBM)

po la validità dei processi digitali che si èdeciso di adottare. Ecco perché Intesa haun approccio anche consulenziale neiconfronti delle imprese, con le quali defi-nisce innanzitutto quello che è un sistemaintegrato per poi effettuare la scelta tecno-logica più adatta allo scopo. L’esperienzamaturata in settori di mercato anche moltodifferenti tra loro e che spesso afferisconoa quadri normativi specifici, è un valoreaggiunto imprescindibile nel momento incui si analizza un processo digitale in otti-ca end-to-end.

D. Ci faccia un esempio di un caso pra-tico in cui le tecnologie si sono adeguatead un mutevole scenario di mercato e dicome la normativa è stata da voi corretta-mente reinterpretata.

R. Un esempio è quello relativo alleprocedure di sottoscrizione dei contrattionline che oggi possono avvenire intera-mente in digitale, senza la presenza di do-cumenti cartacei. La diffusione di societàche offrono i loro prodotti e servizi onlinerappresenta l’esempio emblematico di co-me il mercato si evolva. La richiesta delcliente finale è, sempre più, quella di averela possibilità di completare la fase di ac-quisto comodamente da casa, oppure inmobilità, senza l’onere di recarsi presso ilpunto vendita. Stiamo assistendo ad uncambiamento che investe moltissimeaziende di servizi, le quali, non vendendoprodotti fisici, basano i loro proventi sullanecessità di sottoscrivere contratti di servi-zi con i propri clienti. Storicamente questeprocedure hanno sempre richiesto la com-presenza fisica delle persone coinvolte(cliente e fornitore del servizio) per l’e-spletamento della pratica e la certificazio-ne dell’identità del firmatario, oppure incaso di richiesta di servizio da remoto (adesempio dal PC), la stampa dei documentidigitali e successiva spedizione a mezzoposta per il completamento dell’iter di sot-toscrizione già citato. Oggi però il mercatorichiede la digitalizzazione anche di talipassaggi ed una fruizione che diviene viavia più mobile. La tecnologia innovativache Intesa mette a disposizione dei propriclienti offre la possibilità di impiegare si-stemi di firma elettronica e riconoscimen-to che consentono al cliente finale di com-pletare la procedura di sottoscrizione delcontratto interamente online, al 100 percento in digitale ed in ottemperanza agliobblighi normativi. Questo sistema riducedrasticamente i tempi di completamentodella fase di sottoscrizione, eliminando leincombenze burocratiche ed i costi corre-lati ad una gestione dei documenti carta-cei. Inoltre, in alcuni casi, il processo haregistrato anche delle ricadute immediatesul business, con incrementi fino al 25 percento del numero di sottoscrizioni dei nuo-vi contratti online andati a buon fine. ■

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16-17-18 INTESAIBM corr 2.qxp 9-01-2017 8:18 Pagina 14

Page 19: Copertina 9-01-2017 8:20 Pagina 1...tato un articolo intero: esigen-za estrema di dire la propria, necessità di parlare di temati-che di interesse generale che io potrei a mio modo

nsaldo Energia ha pre-sentato il progetto delnuovo stabilimento diGenova Cornigliano, de-stinato all’assemblaggiofinale delle maxi turbine

a gas frutto dell’acquisizione dellatecnologia ex Alstom.

All’incontro, svoltosi presso lo sta-bilimento di Genova Fegino, hannopartecipato per il mondo istituziona-le Marco Doria, sindaco di Genova,Giovanni Toti, presidente della Re-gione e Paolo Emilio Signorini, presi-dente dell’Autorità di sistema por-tuale del Mar Ligure Occidentale.Erano inoltre presenti Claudio Co-stamagna, presidente di Cassa depo-siti e prestiti, Guido Rivolta, ammini-stratore delegato di Cdp Equity,principale azionista di Ansaldo Ener-gia e Chen Xuewen, in rappresentan-za di Shanghai Electric, partner cine-se dell’azienda.

Durante il proprio intervento Giu-seppe Zampini, amministratore dele-gato di Ansaldo Energia, ha sottoli-neato l’importanza dell’operazioneche porta a Genova nuova capacitàmanifatturiera in controtendenza ri-spetto al panorama industriale delPaese. L’investimento complessivo èdi 65 milioni di euro tra il nuovo sta-bilimento e l’adeguamento dell’esi-stente.

Questa è una tappa fondamentalenel percorso di crescita e di interna-zionalizzazione intrapreso da Ansal-

Inoltre, Ansaldo Energia e l’Isti-tuto Italiano di Tecnologia,hanno siglato un accordo per la

realizzazione di nuove tecnologie inambito robotico.

Il progetto della durata di 18 mesi,vedrà coinvolti otto ricercatori fra se-nior scientist, tecnici e post-doc deidipartimenti di Advanced Robotics,diretto da Darwin Caldwel e PatternAnalisys e Computer Vision, direttoda Vittorio Murino. L’attività di ri-cerca riguarda lo sviluppo e la realiz-zazione di un sistema robotico diispezione dei generatori elettrici e diun sistema di visione artificiale per ilcontrollo della camera di combustio-ne delle grandi turbine di AnsaldoEnergia.

Il sistema robotico, attraverso ilsuo equipaggiamento di sensori dinuova generazione, sarà in gradodi ispezionare i generatori elettriciper rilevare la causa di eventualidifetti o guasti e avrà la possibilitàdi adattarsi facilmente alle varie di-mensioni e tipologie delle macchi-ne esistenti.

Verrà realizzato pertanto un proto-tipo per un sistema di ispezione delrivestimento della camera di combu-stione della turbina al fine di aiutarel’operatore o sostituirlo in situazioniad alto rischio. Tale tecnologia rap-presenterebbe il primo sistema diispezione automatico di questo tipodi impianti.

L’Istituto Italiano di Tecnologia(IIT) è un centro di ricerca pubblicoche adotta il modello della Fondazio-ne di diritto privato, sotto la vigilan-za di MIUR e MEF, istituito con laLegge 326/2003, con l’obiettivo dipromuovere l’eccellenza nella ricercadi base e in quella applicata e di fa-vorire lo sviluppo del sistema econo-mico nazionale. ■

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DDII CCOORRNNIIGGLLIIAANNOOÈ questa una tappa fondamentale nel percorso di crescita intrapreso da Ansaldo Energia negli ultimi anni. Inoltre, è stato siglato un accordo di ricerca con l’Istituto Italiano di TecnologiaGiuseppe Zampini, amministratore delegato di Ansaldo Energia

do Energia in questi anni. Oggi ilGruppo dispone infatti di unità pro-duttive e centri di ricerca in Svizzera,Florida, Regno Unito, Olanda, Emi-rati Arabi e Cina. L’esponente diShanghai Electric, Chen Xuewen,che siede anche nel consiglio di am-ministrazione di Ansaldo Energia,ha sottolineato come la partnershiptra le due realtà ha consentito alGruppo di accedere al mercato cine-se, acquisendo ordini per 15 turbinea gas, pari a circa a 4.200 megawatto-ra di potenza in via di fornitura edinstallazione, per una quota di mer-cato superiore al 33 per cento(market share 2015). Il contratto perle ultime due turbine a gas è stato fir-mato a margine della manifestazio-ne. Nel corso dell’incontro è stato in-fine siglato un accordo di ricerca traAnsaldo Energia e IIT, Istituto Italia-no di Tecnologia, per lo sviluppo dinuove tecnologie robotiche.

Ansaldo Energia S.p.A. è il mag-gior produttore, installatore e serviceprovider italiano di centrali elettri-che e componenti ed è uno dei leaderglobali nel settore. Controllata dalfondo statale CdP Equity SpA (45 percento) e da Shanghai Electric Corpo-ration (40 per cento) e con 220 gi-gawattora circa installati in 90 nazio-ni, Ansaldo Energia è dedita a fornireai propri clienti soluzioni innovativee affidabili avvalendosi delle proprietecnologie per centrali elettriche ecomponenti. ■

ISTITUTO ITALIANO DI TECNOLOGIA E ANSALDO

ENERGIA: ACCORDO PER LO SVILUPPO DI NUOVE

TECNOLOGIE ROBOTICHE

Guido Rivolta, Giuseppe Zampini, Giovanni Toti, Marco Doria e Claudio Costamagna

19 Ansaldo corr 2-01-2017 14:20 Pagina 64

Page 20: Copertina 9-01-2017 8:20 Pagina 1...tato un articolo intero: esigen-za estrema di dire la propria, necessità di parlare di temati-che di interesse generale che io potrei a mio modo

del far grappa già nell’800. Le primetestimonianze dell’attività professio-nale di distillatori risalgono però al1908, anno a cui si riconduce la piùantica denuncia di produzione di cuisi ha copia. È proprio in quell’annoinfatti che mio bisnonno GiuseppeBonollo partì con gli allora innovati-vi alambicchi a vapore che consenti-vano di produrre una grappa dallecaratteristiche organolettiche miglio-ri rispetto a quella tradizionale. Tra il1950 e il 1970 uno dei figli di Giusep-pe, mio nonno Umberto, affiancato asua volta dai figli e forte del crescen-te mercato della grappa, decide dicontinuare l’attività del padre eleg-gendo a sede dell’azienda il Padova-

no, una zona geografica con unaprofonda tradizione nella produzio-ne di grappa e al contempo un baci-no particolarmente ricco di materiaprima di alto livello qualitativo. Inquesti anni nascono la distilleria diConselve e il moderno stabilimentodi Mestrino, dove ancora oggi prose-gue l’attività di famiglia; a Conselvec’è la parte di produzione e di distil-leria, mentre a Mestrino c’è la sedeprincipale dell’azienda dove si svol-gono le l’attività di confezionamento,commercializzazione e gestione am-ministrativa. Nel corso degli anni 90,dopo un’attenta osservazione delletendenze del mercato e dell’evolu-zione del gusto dei consumatori, la

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a cura diALFIO PAOLANGELI

Italia è stato sempre un Paeseesterofilo soprattutto nel settoredei superalcolici tanto che Co-gnac, Whiskey e Vodka sono mol-

to popolari e diffusi. E pensare chel’Italia gode di un prodotto alcolicounico nel mondo, per nome e per ca-ratteristiche: la grappa, ricavata dallevinacce residue della vinificazione,prodotte e distillate nella nostra na-zione. La grappa nel passato ha costi-tuito l’alcolico di massa delle regionidel Nord, quello aspro e spesso ec-cessivamente pungente. Oggi inveceè un prodotto di classe poiché la mo-derna distillazione ha realizzato unabevanda armonica, ricca di profumi,di grande piacevolezza e dalla smi-surata diversità dovuta alle infinitevariazioni caratteriali della materiaprima, capace di donare un distillatodi grande ricchezza e complessità.Una delle distillerie che si è distintain questo cambiamento è senza dub-bio la centenaria Bonollo Umberto.

Oggi la terza generazione ha inBruno l’amministratore delegato e ilpresidente ma il futuro è nella quartache già da più di vent’anni opera inazienda: Luigi, responsabile approv-vigionamenti e logistica, Elvio, re-sponsabile del marketing e delle rela-zioni esterne, Filippo, responsabilearea commerciale, Giorgio, responsa-bile produzione, Emanuele, respon-sabile IT. Di recente, la Bonollo Um-berto è stata premiata tra le «100 Ec-cellenze Italiane» per rappresentarela pregevolezza della grappa, un pro-dotto bandiera della cultura enoga-stronomica tricolore. Prima di questoriconoscimento era già stata inseritanel Rapporto Eurispes 2008 tra i 100casi di «Nostra Eccellenza» Italia. Neparliamo con Elvio Bonollo.

Domanda. Vuole raccontare il se-greto della famiglia Bonollo nell’artedel far grappa?

Risposta. La famiglia Bonollo ini-zia a sperimentare l’arte centenaria

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ELVIO BONOLLO: GRAPPA BONOLLO,UN’ECCELLENZA TUTTA ITALIANADA QUATTRO GENERAZIONI

ELVIO BONOLLO: GRAPPA BONOLLO, UN’ECCELLENZA TUTTA ITALIANADA QUATTRO GENERAZIONI

Elvio Bonollo, responsabile marketing e relazioni esterne della Distillerie Bonollo Umberto

20-21-22 Bonollo ciano 4-01-2017 12:29 Pagina 12

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famiglia Bonollo decide di dedicarsialla creazione di un prodotto innova-tivo, una grappa gentile e dalla spic-cata ampiezza aromatica in grado diaffascinare e soddisfare le esigenzedei consumatori più moderni, una«supergrappa» che potesse esserepronta per andare alla «conquista delmondo». Bonollo dedica a questoscopo significativi investimenti in ri-cerca e sviluppo, ottimizzazione del-la raccolta della vinaccia, controllodel processo di fermentazione e per-fezionamento della seconda distilla-zione realizzando nello stabilimentodi Conselve il «Sistema Unico di Pro-duzione Bonollo». Dal 1908, quandoGiuseppe Bonollo partì con gli allorainnovativi alambicchi a vapore, la fi-losofia produttiva aziendale è rima-sta praticamente immutata: precorre-re i tempi attraverso quanto si co-struisce di nuovo sulla base dell’e-sperienza e della tecnologia.

D. Di quale prodotto innovativostiamo parlando?

R. Parliamo di un’eccellenza italia-na che potesse essere apprezzata daiconsumatori di tutto il mondo. Par-tendo dalla vinaccia dell’Amarone equindi dalle uve che vengono a crea-re i più rinomati vini italiani, si riescead avere un potenziale aromaticoestremamente particolare e intenso.Avendo una materia prima così riccae avendo un sistema flessibile creatoe sviluppato per riuscire ad estrarreil meglio della materia prima dispo-nibile, siamo riusciti a creare la Grap-pa Of Amarone Barrique con l’ideadi dire ai consumatori «ecco il megliodella nostra famiglia: degustandoquesta grappa si sorseggiano quattrogenerazioni di lavoro, di passione edi impegno, un pezzettino di quelloche è l’eccellenza italiana che il mon-do ci invidia».

D. Qual’è la peculiarità di questaGrappa Of Amarone Barrique?

grappa nel nostro Paese. Con il tem-po è riuscita a diventare un punto diriferimento sviluppando quel seg-mento di alto livello che oggi con-traddistingue le grappe barricate.

D. In cosa consiste il Sistema Unicodi produzione Bonollo, che prevedetra l’altro la doppia distillazione?

R. Il fattore determinante del suc-cesso Bonollo è stato proprio la com-binazione sinergica dell’esperienzamaturata nell’ambito della distilla-zione e della tecnologia altamente in-novativa del controllo di qualità.Questa unione ha consentito di rea-lizzare il Sistema Unico di Produzio-ne Bonollo: una metodologia integra-ta e complessa che parte dalla sele-zione delle vinacce, passa attraversouna distillazione flessibile sempre ingrado di estrarre il massimo del po-tenziale aromatico in esse contenuto,per giungere ad ottenere grappe leg-gere, ma caratterizzate da un’am-piezza aromatica decisa e dalla capa-cità di conquistare anche l’intendito-re più esperto ed esigente. In un per-corso di miglioramento continuo e distrenua ricerca dell’eccellenza, c’è unprocesso esclusivo che contraddistin-gue la «distillazione secondo Bonol-lo». Nella prima distillazione avvienegeneralmente la separazione dellecomponenti di testa e di coda, perestrarre il cuore, ovvero la «grappa».In casa Bonollo, quando dall’alam-bicco sgorga la grappa, ovvero quan-do il processo produttivo potrebbedirsi concluso, i maestri distillatoriintervengono per ripetere il processocon una seconda fase di distillazione.È il mastro distillatore, oggi suppor-tato da una tecnologia ultramoderna,a scegliere l’impianto o gli impiantipiù idonei e come utilizzarli per otte-nere i risultati migliori. Intervenendoin questo modo, si eliminano dal pri-mo distillato le componenti meno no-bili e si esaltano quelle in grado diconferire al distillato finezza, legge-rezza e pregio organolettico. In altreparole, durante questa ulteriore di-stillazione, esclusiva Bonollo, vengo-no estratte ed eliminate alcune com-ponenti di modesto pregio organolet-tico per conferire maggior finezza aldistillato e permettere ai compostiaromatici di maggior valore di espri-mere a pieno il proprio carattere. Laseconda distillazione, seconda in or-dine cronologico, è in realtà la primaper importanza in casa Bonollo, per-ché incide in maniera significativasul profilo sensoriale che i maestri di-stillatori vogliono definire. In questaaccezione diventa dunque una distil-lazione estremamente selettiva, ingrado di valorizzare nel modo mi-gliore la personalità del distillato.

D. Quali sono gli altri prodotti dipunta della Bonollo?

R. La Grappa Of Amarone Barri-que è il frutto della distillazione dellevinacce provenienti dalla pigiaturadelle uve passite da cui viene ottenu-to il pregiato vino Amarone dellaValpolicella. L’abilità dei maestri di-stillatori Bonollo consente di scolpireil particolare profilo organolettico diquesta grappa che si caratterizza perun’eccezionale ricchezza e vivacitàaromatica, nonché una morbidezzaed equilibrio in grado di sorprenderee appassionare anche gli intenditoripiù esigenti. La sua completa matu-rità viene raggiunta con l’invecchia-mento in piccole barrique di roverefrancese da 225 litri che consentono ilgraduale sviluppo di armoniose edelicate tonalità speziate e vanigliateche definiscono una tendenza di gu-sto innovativa per questo prodotto;infatti la Grappa Of Amarone Barri-que ha riscosso grande successo e hacreato un nuovo segmento nel mer-cato dei distillati rompendo gli sche-mi generali di quella che era l’impo-stazione tradizionale del consumo di

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La Grappa Of Amarone Barrique della Distillerie Bonollo Umberto

I cioccolatini della collezione Coccole Of Bonollo

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22 SPECCHIOECONOMICO

R. Accanto all’Of Amarone Barri-que sono nate tutte le Of Giovani cheprovengono dalla distillazione in pu-rezza di vinacce ottenute da singoletipologie di vini per proporre una se-rie di pezzi unici che si distinguonoper diversi livelli di aromaticità edintensità, ma accumunate dalla fran-chezza e dall’autenticità tipica del ca-rattere Of. Parallelamente si è svilup-pata tutta la collezione Of Ligneumche esprime la volontà di creare nuo-ve e particolari esperienze sensorialinel mondo delle grappe elevate in le-gno con invecchiamento in botti dirovere di Slavonia; Of Ligneum ri-flette pienamente sia nelle forme chenei contenuti la capacità innovativa,l’eleganza, l’armonia e la finezza checontraddistingue l’azienda. Inoltre,per quanto riguarda gli abbinamenti,abbiamo creato le Coccole Of Bonol-lo; racchiusa in un guscio di cioccola-to fondente si trova una mousse in

olio dietetico di grande valore; inol-tre si riesce a estrarre un sale prezio-so che è il tartrato acido di potassio,base per produrre l’acido tartariconaturale: prezioso conservante natu-rale per l’industria alimentare e na-turale correttore di acidità nella pro-duzione del vino. Per il rispetto del-l’ambiente è stato, inoltre, installatoun filtro tecnologicamente all’avan-guardia in grado di garantire un ab-battimento quasi totale delle impu-rità presenti nei fumi di combustioneprodotti dalla caldaia che genera ilvapore necessario per distillare, nonimpiegando combustibili fossili (ri-sorse non rinnovabili), ma utilizzan-do le buccette d’uva essiccate e maci-nate. Ulteriori investimenti sono statieffettuati anche nella valorizzazionedei residui liquidi del processo di di-stillazione dai quali si giunge allacreazione di biogas e, quindi, energiaelettrica in grado di soddisfare granparte del fabbisogno della distilleria.

D. Attualmente il suo settore attra-versa un periodo di difficoltà?

R. Questi ultimi 5-6 anni sono statianni di selezione inevitabile dove daun lato la crisi economica e dall’altrol’inasprimento della pressione fiscalein termini di accise sugli alcolici nonhanno certo favorito la situazione.Noi abbiamo investito e continuiamoa investire molto nella parte di pro-duzione che resta il nostro focus, maanche nella parte commerciale e dicomunicazione. Proprio in questi an-ni di difficoltà economica siamo riu-sciti a consolidare la nostra posizio-ne, nonostante la situazione di con-trazione generale del settore. Nel no-stro caso la ricerca & sviluppo è fon-damentale: a un’innovazione di tipocontinuo cui si abbina un’innovazio-ne di tipo discontinuo che viene dal-l’utilizzo della ricerca con collabora-zioni esterne. Lo scopo è il migliora-mento costante del prodotto e la va-lorizzazione di tutto quel che la natu-ra mette a disposizione: la vite dà l’u-va da cui viene ottenuto il vino, dallavinaccia dopo il prezioso ottenimen-to della grappa, si ottengono ancorasostanze naturali utili ed energia. ■

cui il pregiato cioccolato si unisce al-le note della Grappa Of AmaroneBarrique dando luogo a una appa-gante esperienza sensoriale. Semprenell’abito delle golosità abbiamo svi-luppato anche il panettone Of Bonol-lo; lievitato naturalmente e realizzatoa mano con ingredienti selezionatis-simi e di qualità con le note più carat-teristiche della Grappa Of AmaroneBarrique. L’ultimo nato è il DorangeOf Bonollo, un liquore composto dal40 per cento di Grappa Of AmaroneBarrique e dal 60 per cento di infusidi scorze di arance di Sicilia, comple-tamente realizzato senza l’aggiuntadi alcun aroma. La nostra è una sfidacontinua nella creazione di pezziunici, che diano delle sensazioni par-ticolari e delle esperienze sensoriali,da godere pienamente attraversouna degustazione appagante e con-sapevole.

D. Internazionalizzazione?R. Fondamentalmente i mercati

principali sono quelli europei, masiamo presenti in nicchie particolarianche in Sud America. La sfida piùgrande però riguarda il mercatoamericano, un mercato molto diver-so dal nostro dove stiamo cercandodi far conoscere, attraverso le grappeBonollo e le loro peculiarità, il valoredella cultura distillatoria italiana, l’i-nimitabilità, l’eleganza e la finezzadelle acquaviti da essa ottenute.

D. Avete degli stabilimenti di pro-duzione al di fuori dell’Italia?

R. La grappa è un’IndicazioneGeografica Italiana, per cui dal pun-to di vista produttivo, in Europa, puòessere chiamata grappa solamentel’acquavite di vinaccia ottenuta inItalia proveniente dalla vinificazionedi uve coltivate in Italia e vinificatein Italia; quindi dal punto di vista so-stanziale la grappa è al 100 per centoitaliana.

D. Fatturato e dipendenti?R. Circa 70 dipendenti divisi tra le

due sedi dell’azienda; il fatturatoprevisto per il 2016 è di circa 36 mi-lioni di euro.

D. La Bonollo si distingue ancheper essere una «distilleria ecologica»;cosa fate per il rispetto e per la tuteladell’ambiente?

R. Per un utilizzo completo diquanto la vite generosamente forni-sce, le vinacce esauste, ovvero esau-rite del loro potenziale alcolico e aro-matico, vengono essiccate per sepa-rarne le buccette d’uva dai vinaccioli.Le prime, ricche di cellulosa, vengo-no impiegate dalla stessa distilleriacome fonte energetica per la produ-zione del vapore necessario ad ali-mentare il processo di distillazione. Isecondi, invece, vengono impiegatinell’industria olearia per la produ-zione di olio di semi di vinacciolo, un

Il nuovo liquore Dorange Of Bonollo

La Grappa Of Prosecco della collezione Of Giovani

La collezione Of Ligneum

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23SPECCHIOECONOMICO

Kazakhstan, nono Paese al mondo per superficie e il piùgrande tra quelli privi di sbocchi sul mare, popolato dapiù di 15 milioni di abitanti, ha celebrato il 16 dicembrescorso 25 anni di indipendenza. Anno dopo anno ne ha

fatta di strada: da immenso Paese agricolo grande quantol’Europa occidentale a attore che conta nel consesso interna-zionale. È governato da Nursultan Nazarbayev, eletto presi-dente dal parlamento nel 1991, anno in cui, dopo aver procla-mato la propria sovranità nell’ottobre del 1990, il Kazakhstansi è dichiarato indipendente dall’Unione Sovietica e ha aderi-to alla CSI, la Comunità degli Stati indipendenti nata dopo ladissoluzione dell’Urss. Da allora si è affrontato un lungo cam-mino. Di questo e altro si è parlato lo scorso 28 novembre adAstana, città fondata nel 1830 e nel 1997 divenuta capitale,durante la conferenza: «25 anni di indipendenza della Repub-blica del Kazakhstan: risultati, realizzazioni, visioni per il fu-turo», che ha contato la partecipazione di numerosi esponentidel Governo, esperti, diplomatici e stampa.

Il convegno è stato introdotto dal presidente della Mazhilis,la Camera bassa del Parlamento, Nurlan Nigmatulin, che hapresentato il rapido successo di un Paese che, guidato dal pre-sidente Nazarbayev, non ha eguali: la storia non conosce mol-ti esempi di successo analogo e di sviluppo così veloce. All’i-nizio degli anni Novanta, osserva infatti Nigmatulin, il pano-rama era di instabilità finanziaria, crisi, debiti salariali; in ge-nerale tempi duri eppure è ora tra i 50 Paesi più influenti nelmondo, nonostante l’iniziale scetticismo di molti, ed è stato ilprimo tra le repubbliche ex sovietiche in grado di fare investi-menti, ma anche di riceverne: infatti è il secondo dopo la Rus-sia tra gli Stati facenti parte della CSI. Nigmatulin ha osserva-to come il maggior propulsore alle riforme sia stato proprio ilparlamento, soffermandosi inoltre anche sul trasferimento nel1997 della capitale da Almaty ad Astana, città dalla posizionepiù strategica e ora anche simbolo di fiducia, cultura e orgo-glio per il Paese. Nigmatulin ha proseguito con la consapevo-lezza che sono necessarie altre riforme in merito a industria-

lizzazione, supremazia della legge, trasparenza; nuove proveda affrontare ma il Kazakhstan già ora senz’altro appare comeuna stella a quei Paesi al mondo che ancora lottano per l’indi-pendenza.

Tra le molte voci, una delle più importanti è stata quella delministro degli Affari esteri Erlan Idrissov che ha posto l’ac-cento sulla visione del presidente Nazarbayev: un Paese mul-tietnico in via di sviluppo e senza sbocchi sul mare che, no-nostante la grandezza, ben pochi conoscevano, e circondatoda vicini potenti. L’intento era però rendere il Kazakhstanuna potenza economica, competitiva e democraticamente ma-tura. Per far ciò c’era bisogno di un’equilibrata politica este-ra, basata su rispetto e apertura verso l’esterno e che promuo-vesse relazioni uguali e incentrate su benefici reciproci, assu-mendosi il ruolo di assennato e fidato cittadino del mondo,impegnato a contribuire a progresso e sicurezza globale.Idrissov ha proseguito citando la lungimirante e responsabilescelta del presidente già nel 1991, ancora prima dell’indipen-denza, della chiusura del poligono di Semipalatinsk per con-sentire la bonifica dal materiale rimasto dal quale si sarebbe-ro potuti ricavare ordigni, sito nel quale fino alla caduta del-l’Urss si sono svolti centinaia di test nucleari che hanno for-temente danneggiato le ignare popolazioni locali. La tragicaeredità sovietica ha spinto inoltre Nazarbayev con il progettoATOM a farsi ambasciatore contro la proliferazione nucleare,per il disarmo e la fine dei test, per un mondo libero dal nu-cleare a scopi bellici.

Citato dal ministro anche l’accordo siglato nell’agosto 2015con l’International atomic energy agency per ospitare adOskemen una banca dell’uranio a basso arricchimento (LEU),da tenersi come riserva di combustibile per i membri dellaIAEA in caso di interruzioni al libero mercato o agli accordi difornitura e per evitare usi militari dietro a scopi civili di fac-ciata; l’impianto dovrebbe essere terminato nel 2017. La scel-ta è ricaduta sul territorio kazako per le competenze del Paesein merito alla tecnologia nucleare a scopi pacifici e ovviamen-

25 ANNI DI KAZAKHSTAN INDIPENDENTE: BILANCI E PROSPETTIVE PER IL FUTURO

IIlldi Giosetta Ciuffa

Astana. Il palazzo presidenziale

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Sea PSA responsabile delle operazionidel giacimento Kashagan (nel Caspio)che, dopo un’interruzione di anni, neldicembre scorso è stato ufficialmentedichiarato operativo dal Governo ka-zako. Ha infatti raggiunto il livello com-merciale stabilito da contratto di 75 mi-la barili al giorno e potrebbe arrivare nelcorso dell’anno a circa 8,9 milioni ditonnellate di petrolio (192 mila barili algiorno) e 5,6 miliardi di metri cubi digas. Il Kazakhstan il 10 dicembre hapartecipato tra i non membri alla riunio-ne dei componenti e non dell’Opec, te-nutasi a Vienna; nonostante non fosseinizialmente intenzionato a ridurre laproduzione, si è reso però disponibile atagliare 20 mila barili al giorno, quantitàinferiore a quella richiesta.

Quindi vocazione del Kazakhstan èda sempre l’edificazione di un ponte tral’Asia e l’Europa, per accrescere l’indi-pendenza kazaka, l’integrazione euroa-siatica e la fiducia tra est e ovest e suquesto ha incentrato molto della propriapolitica di relazioni. Essendo ampia-mente attivi sul fronte del dialogo inter-culturale e interreligioso, anche a tal

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proposito Nazarbayev si è offerto diospitare a settembre ad Astana il sum-mit di scienza e tecnologia dell’OIC,l’Organizzazione intergovernativa dicooperazione islamica cui aderiscono57 Stati e che cura sviluppo e interessidelle popolazioni musulmane come si-milmente avvenuto sette anni fa, anchese per una diversa organizzazione ossiaquella sulla sicurezza e la cooperazionein Europa (OSCE), presieduta nel 2010e il cui summit si è tenuto ad Astana, suitemi della sicurezza, della lotta al terro-rismo, il traffico di essere umani, la ge-stione dei confini.

In questi 25 anni il Kazakhstan hapertanto mosso passi da gigante, finoall’ottenimento di un seggio in qualitàdi membro non permanente nel Consi-glio di sicurezza dell’Onu per il biennio2017 - 2018. Membro Onu dal 1992, èil primo dell’Asia centrale a entrare nelConsiglio di sicurezza, il cui scopo è ilmantenimento della pace e la coopera-zione per risolvere questioni internazio-nali (l’Italia per questo biennio farà «ametà» con l’Olanda, con la quale haraggiunto un accordo di collaborazioneche consentirà agli italiani di partecipa-re il primo anno e agli olandesi il secon-do). Essere i primi è un onore e unagrande responsabilità: il pensiero prin-cipale è trasformare l’Asia centrale inuna zona di pace, cooperazione e sicu-rezza e questi due anni saranno incen-trati sulla pace derivante da specifichepriorità ossia la certezza degli approv-vigionamenti di cibo e acqua e la sicu-rezza energetica e nucleare.

Temi questi ultimi di cui inoltre siparlerà dal prossimo giugno per tre me-si ad Astana in occasione dell’esposi-zione internazionale Expo 2017: la ri-duzione delle emissioni di CO2, l’effi-cienza energetica e l’accesso per tuttiall’energia saranno i sottotemi di ap-profondimento del tema generale«Energia futura», con il quale nel 2012la capitale kazaka si è aggiudicata l’as-segnazione battendo la concorrente Lie-

te grazie al fatto che è il più grande pro-duttore al mondo di uranio ma non unconsumatore di energia nucleare, alme-no finora. Il Kazakhstan è noto infattiprincipalmente per le riserve e la produ-zione di petrolio, gas e carbone ma smi-surate sono le risorse minerarie: uranio,manganese, zinco, tungsteno, oro, ar-gento, piombo, cromo, rame, amianto.Il ministro Idrissov ha poi notato che,grazie al deposito di uranio LEU, siapriranno nuovi dialoghi con l’esterocome già avvenuto nel 2013 ospitando i5 membri permanenti del Consiglio disicurezza delle Nazioni Unite, la Ger-mania e l’Iran: due incontri che hannoaperto la strada al JCPOA, l’accordo sulnucleare iraniano. Notabile il fatto cheil Kazakhstan abbia ceduto all’Iran ura-nio naturale in cambio della rinuncia al-l’uranio arricchito.

Essere un Paese senza sbocchi sulmare ha fatto stringere forti legami coni vicini più potenti: ed ecco la «new silkroad», la nuova via della seta lanciatanel 2013 dal presidente cinese Xi Jin-ping, che prevede una significativa ac-celerazione dei tempi e riduzione deicosti di consegna della merce dalla Cinain Europa attraverso l’Asia centrale e ilCaucaso grazie alla costruzione di in-frastrutture che vedono il Kazakhstancome snodo centrale transcontinentale,come già avvenuto con la ferrovia Ka-zakhstan - Turkmenistan - Iran. Ciò silega con il programma Nurly Zhol(«Sentiero luminoso»), il piano di svi-luppo infrastrutturale nei settori priori-tari e più critici annunciato da Nazar-bayev due anni fa.

Ponte tra le nazioni in quanto a sicu-rezza, destinazione preferita in Asiacentrale riguardo gli affari: infatti diver-se sono le aziende italiane in Kazakh-stan, la più nota sicuramente Eni che èpresente dal 1992 in qualità di co-ope-ratore del giacimento di Karachaganak(nel nord-ovest) e partecipa per il 16,81per cento al consorzio North Caspian

Nursultan Nazarbayev

Nurlan Nigmatulin

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dalla Russia. Nell’indice «Doing busi-ness 2016» è 41esimo, con uno scatto di12 posizioni, e 42esimo nel «Globalcompetitiveness index» del World eco-nomic forum, scalando 8 posizioni ri-spetto l’anno scorso.

Per quanto riguarda gli accordi conl’Italia, dal 1992 esistono diversi tratta-ti e accordi, a partire dal primo sulle re-lazioni diplomatiche tra i due Paesi,passando per quello sulla cooperazioneeconomica fino a quelli su partenariatostrategico per l’interscambio commer-ciale, sul turismo, sul contrasto alla cri-minalità e al terrorismo. L’Italia è il no-no Paese per capitale investito nel de-cennio 2005 - 2015, con oltre 6 miliardianche se nel 2015 gli investimenti sonodiminuiti, ammontando a 35 miliardi di

SPECCHIOECONOMICO

dollari; restano però ingenti nel settorepetrolifero e delle costruzioni. Secondol’ICE, la prima metà del 2016 riportauna ripresa dell’export italiano dal+10,5 per cento del 2015, già frutto diun calo dei sette anni precedenti; leesportazioni sono aumentate di quasi il66 per cento, passando dai 365 ai 606milioni grazie soprattutto a prodotti me-tallurgici, macchinari e apparecchiature;nei beni di consumo invece c’è stato uncalo del 20 per cento. Riguardo le im-portazioni invece il -4 per cento del2015 si è aggravato fino a registrare -36per cento (da 1.466 a 937 milioni) a cau-sa soprattutto della contrazione per iprodotti minerari.

25 accordi commerciali dell’importodi 500 milioni di dollari sono stati sigla-ti in occasione del business forum italo-kazako di Milano nel giugno 2015: traquesti, il memorandum tra Eni e Kaz-MunayGas per lo sviluppo del giaci-mento petrolifero caspico di Isatay, oltrea quello tra l’agenzia per export e inve-stimenti JSC Kaznex Invest e l’italianaInalca per la costruzione del più grandeimpianto di trattamento carni dell’Asia.Nel 2017 inoltre Italia e Kazakhstanpassano a una cooperazione militarepianificata, firmata nel novembre scor-so, le cui priorità sono le misure volte arafforzare la fiducia e la trasparenza, laformazione, l’addestramento militare, ilmantenimento della pace.

Il primo dicembre è la festa del primopresidente: si celebra infatti l’elezionedi Nazarbayev, il quale ha specificatoche non c’è alcuna connotazione perso-nale in questa festa ma solo rappresentail più alto grado dell’identità nazionaledel popolo kazako. Da quel giorno in-fatti è iniziata la storia dell’indipenden-za che così bene il popolo kazako ha sa-puto far fruttare. ■

gi. Tecnologie d’avanguardia e pratichevirtuose per trovare risposte alle urgen-ze energetiche: sono attese aziendegreen e venture capitalist oltreché 5 mi-lioni di visitatori per l’evento più gran-de mai tenutosi in Asia centrale. Dopol’Expo, sul sito sorgerà un centro finan-ziario, l’AIFC, pensato come un hubcon condizioni estremamente favorevo-li per i partner commerciali, quali adesempio esenzione da diverse imposteper 50 anni, affitto gratuito degli ufficiper 2 anni e regime speciale per i visti;sarà inoltre un trampolino di lancio pergli investimenti in Asia centrale.

Per quanto riguarda invece una testi-monianza dall’Europa, altro grandepartner commerciale, il rappresentantespeciale dell’Unione europea per l’Asiacentrale Peter Burian nella sua relazio-ne al convegno ha evidenziato la solidareputazione internazionale del Kazakh-stan e il contributo che fornisce alla sta-bilità regionale e globale e ha aggiuntoche l’UE ne sostiene l’aspirazione a di-ventare una delle nazioni più ricche esviluppate. Il 2017 quindi è un anno digrande fermento e ai visitatori verràpresentato un Kazakhstan moderno, in-novativo ed efficiente, la cui economianon è più legata unicamente alle fontifossili ma tesa alla diversificazione. Perchi proviene dall’Unione europea e perSvizzera, Norvegia, Usa, Canada e Au-stralia, non è ora più necessario il vistoper soggiorni inferiori al mese.

Riguardo investimenti ed affari, ilKazakhstan dall’indipendenza ha regi-strato una crescita tra le più veloci: qua-si l’8 per cento negli anni Duemila, tri-plicando dopo altri dieci anni il redditopro capite. Dal 2015 fa parte del WTOoltre che dell’Unione economica euroa-siatica, ideata già nel 1994 dal presi-dente ma realizzata poi dieci anni dopo

Erlan Idrissov

Astana. Una panoramica della capitale kazaka

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FRANCESCO CECCONI: AUTOFAGIA, DALNOBEL GIAPPONESE OHSUMI FINO A ROMA, QUANDO MANGIARE SE STESSI SALVA VITE

Organization (Embo). Da ricercatorepresso l’istituto tedesco Max-Planck diGöttingen, nel campo della morte cellula-re nello sviluppo ha descritto la funzionein vivo del gene Apaf1, un regolatorechiave dell’apoptosi. Nel 1999 è stato in-signito del titolo di «Telethon Scientist»,e da allora dirige il Laboratorio di Em-briologia molecolare di Tor Vergata. Hastudiato la molecola pro-autofagica Am-bra1. È considerato uno dei massimiesperti nel campo dell’autofagia. È a luiche chiediamo delucidazioni su questoautocannibalismo cellulare che consentedi fronteggiare malattie degenerativemortali, e così ci rendiamo conto di comeil Premio Nobel a Ohsumi sia qualcosa dipiù strabiliante rispetto alla quérelle deiletterati.

Domanda. Cosa si intende con la lo-cuzione «Biologia dello sviluppo»?

Risposta. È una disciplina della biolo-gia che si occupa della generazione di unorganismo da quando avviene l’incontrotra i due gameti, cioè la cellula uovo e lospermatozoo, fino a quando non si ha lamaturazione dell’individuo adulto. Nellaspecie umana l’embrione e il feto si svi-luppano durante la gravidanza, ma losviluppo continua anche dopo il parto fi-no all’età adulta. È una disciplina moltointeressante che si occupa di una parteancora misteriosa della scienza, di cuiancora moltissimi aspetti non conoscia-mo a fondo, e ha delle implicazioni im-portantissime per le numerose malfor-mazioni congenite che possiamo studiareper porvi rimedio, ma anche per avere unconcetto di evoluzione dell’uomo. Nellaparte intrauterina del nostro sviluppo sia-mo molto simili a specie diverse nel-l’ambito dei mammiferi, per esempio

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a cura di ANNA MARIA CIUFFA

on solo Bob Dylan. Il Premio Nobel,quello vero, senza discussioni, quel-lo per la vera medicina e fisiologia, èandato a Yoshinori Ohsumi «per lesue scoperte sui meccanismi dell’au-

tofagia». Dopo anni di studi sul lievito dibirra, Ohsumi ha aperto la strada allacomprensione dell’autofagia in numerosiprocessi fisiologici, come l’adattamentoalla fame o la risposta alle infezioni. Na-to a Fukuoka nel 1945, dottorato di ricer-ca nell’Università di Tokyo nel 1974, treanni alla Rockefeller University di NewYork, il biologo cellulare ha formato nel-l’ateneo nipponico di provenienza il suogruppo di ricerca nel 1988. Dal 2009 èprofessore al Tokyo Institute of Techno-logy. Gli svedesi del Karolinska Institu-tet di Stoccolma lo hanno scelto fra 273scienziati candidati a un premio di oltre830 mila euro.

In Italia ne segue le orme FrancescoCecconi, professore ordinario di Biologiadello sviluppo presso l’Università di Ro-ma Tor Vergata, direttore di un’unità diricerca presso il Danish Cancer SocietyResearch Center di Copenhagen e mem-bro della European Molecular Biology

Francesco Cecconi, professore ordinario diBiologia dello Sviluppo

presso l’Università di Roma Tor Vergata

NNNN

PPremio Nobel 2016 per la medicina e la fisiologia aYoshinori Ohsumi, il primo adindividuare i geni responsabilidel processo di autofagiaattraverso il lievito di birra,e con essi la possibilità diintervenire sulle malattiedell’uomo. In Italia abbiamoFrancesco Cecconi, uno deimassimi esperti mondialinel campo dell’autofagia

FRANCESCO CECCONI: AUTOFAGIA, DALNOBEL GIAPPONESE OHSUMI FINO A ROMA,QUANDO MANGIARE SE STESSI SALVA VITE

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primi stadi di sviluppo dell’uomo e deltopo sono estremamente simili, e questoè uno dei motivi per cui nella biologiadello sviluppo la sperimentazione ani-male rimane un pilastro fondamentale.

D. Il meccanismo di riciclo ed elimi-nazione dei rifiuti cellulari ha un ruoloessenziale nel benessere delle cellule: cipuò illustrare i processi di autofagia edapoptosi?

R. Apoptosi in dal greco vuol dire «ca-duta delle foglie», ed è il meccanismoper il quale una struttura vivente perdedelle parti per la sua stessa sopravviven-za. All’interno del nostro organismo al-cune cellule muoiono non perché soffra-no di qualche particolare condizione pa-tologica, ma per levarsi di mezzo quandociò costituisce un beneficio per l’organi-smo. Un esempio: nel sistema nervoso,durante lo sviluppo, il sistema producemiliardi di cellule in eccesso, alcune del-le quali devono essere rimosse per gene-rare quel cervello plastico e funzionaleche serve dal momento della nascita inpoi. Quindi poco prima del parto avvieneuna grande apoptosi, una morte selettivadi cellule in sovrannumero per garantireche si raggiunga il giusto totale. Un altroesempio sono le dita della mano: nel fetoquesta ha delle tende cellulari come ne-gli arti palmati degli uccelli, nel model-lamento dell’arto tali palme «cadono»,cioè le cellule muoiono, scomparendo almomento della nascita. Quindi anchenella fase definitiva della scultura del-l’organo, l’apoptosi è un processo fonda-mentale. Lo si è studiato anche in condi-zioni patologiche: uno dei significati del-la chemioterapia è quello di indurre adapoptosi le cellule tumorali sfruttandomeccanismi genetici che le cellule hannoa disposizione. Con i farmaci chemiote-rapici si inganna la cellula, facendolecredere che deve usare questi strumenticome se fosse tornata nella fase dellosviluppo, lei ci «casca» e si suicida, mo-rendo per apoptosi.

D. L’autofagia invece?R. L’autofagia è il processo contrario,

una risorsa per la cellula consistente in unsistema di riciclaggio dei suoi componen-ti che si usa in condizione di stress.Quando la cellula è stressata, deve ripu-lirsi e lo fa in varie circostanze: lo faquando ha un fabbisogno energetico e de-ve produrre più materiale, quindi prova ariciclare se stessa, oppure quando è moltostressata e deve in qualche modo rimuo-vere delle parti di sé che sono state dan-neggiate, affinché queste vengano rinno-vate. Con l’autofagia, che vuol dire«mangiare se stessi», la cellula crea dellevescicole e delle strutture interne che ri-muovono e digeriscono proteine tossichee aggregati. Nel sistema nervoso moltemalattie neurodegenerative, come il mor-bo di Parkinson o l’Alzheimer, sono do-vute ad accumulo di proteine tossiche. Sitratta di degenerazioni in cui i neuroni ac-cumulano tossine: altra malattia è l’Hun-

nuovo risalto a questo processo cellularee spero che inviti più persone, più medi-ci, più scienziati, ad affrontare la ricerca.L’autofagia è l’ultimo - e forse lo resteràa lungo - processo biologico di base adessere scoperto, è un caso unico.

D. Non se n’è mai parlato però.R. A questo spero servi il Nobel. Fin-

ché non arriva una simile nobilitazionela ricerca sull’autofagia rimane un’atti-vità di nicchia, mentre adesso tutti neparlano, specialmente nella comunitàscientifica. L’Accademia di Stoccolmaconferisce molto spesso i Nobel a biolo-gi di base, persone che studiano i mecca-nismi della vita in condizioni normali: èpoi compito della medicina sfruttarequeste nozioni per manipolarle, guidarel’organismo a una certa risposta, condi-zionarlo con un certo farmaco. Tutto di-pende dalla scoperta del meccanismo: èfinito il tempo in cui si scopre che unmedicinale fa bene e lo si usa senza sape-re qual è il meccanismo biologico allabase, prima bisogna conoscere, poi ap-plicare. Ci impegniamo a richiedere aiutialle «charity», ma la ricerca di base deveessere finanziata dallo Stato: su di essabisogna investire.

D. Cosa occorre per riportare il premioNobel per la Medicina a uno scienziatoitaliano e per essere competitivi?

R. Noi rincorriamo sempre gli altri,ma abbiamo delle intelligenze fenome-nali. Lo European Research Council haassegnato dei fondi per la ricerca ai gio-vani più promettenti e tra i primi posti cisono giovani italiani, ma quasi il 90 percento di questi svolgono attività all’este-ro. Dare il Nobel a un italiano non è im-possibile, tanti italiani bravi lavorano, inItalia il professore Andrea Ballabio gra-zie a Telethon ha sviluppato un suo isti-tuto molto ben finanziato; ma se parlia-mo di portare il Nobel in Italia, cioè dar-lo a chi lavora e si è formato in Italia, èdifficile perché mancano le strutture e lerisorse, non c’è attenzione.

D. La chemioterapia per l’apoptosiaiuta al disfacimento di queste cellule;c’è qualcosa che aiuti a promuovere la

tington, nella quale la molecola «hun-tingtina» forma delle grandi catene cheoccupano la cellula distruggendola dal-l’interno. Si è visto che l’autofagia, oltrea riciclare i componenti cellulari, può ag-gredire questi aggregati e ripulire la cel-lula, quindi è un meccanismo di pulizia.

D. Il meccanismo dell’autofagia, che èpur sempre un «mangiare se stessi», èsempre positivo?

R. Se pensiamo al sistema nervoso, es-sa sicuramente è benefica, se invece pen-siamo alle cellule tumorali in realtà è unfenomeno che in qualche modo aiuta lacellula tumorale a sopravvivere; quindida un lato la aggrediamo con la chemio-terapia, ma questa cerca di sopravviverecon l’autofagia. Esistono molti trials cli-nici che tentano di associare al rimediochemioterapico anche dei farmaci che ri-ducano la risorsa cellulare autofagica,impedendo alla cellula tumorale di usarel’autofagia per sopravvivere. Questi so-no meccanismi fisiologici di base chenoi stiamo cercando di sfruttare in tera-pia per diverse malattie.

D. L’autofagia è un processo noto daoltre cinquant’anni ma la sua fondamen-tale importanza è stata riconosciuta solodopo la ricerca del professor YoshinoriOhsumi, Premio Nobel per la Medicina2016. Quali sono le conseguenze prati-che, o le porte che si potrebbero aprire, afronte di questa scoperta?

R. La ricerca di Ohsumi costitutisce labase di tutto ciò che noi conosciamo sul-l’autofagia: non esiste un Nobel più me-ritato di questo. Lavorando sul lievito dibirra lui è stato il primo a individuare igeni responsabili del processo, ed ha for-mato due discepoli - Noboru Mizushimae Tamotsu Yoshimori - che hanno conti-nuato a individuare nuovi geni e i corri-spondenti geni nei mammiferi, nell’uo-mo precedentemente individuati da Oh-sumi nel lievito di birra, e questo ha fattosì che questi geni, oggi più di 35, potes-sero essere mutati, studiati, individuati.Tutto ciò che sappiamo sull’autofagia lodobbiamo a Ohsumi e al suo gruppo. Laconseguenza del Premio Nobel è dare

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Yoshinori Ohsumi, Premio Nobel 2016 per la medicina e la fisiologia «per le suescoperte sui meccanismi dell’autofagia»

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pratica dell’autofagia?R. Ci sono farmaci che inducono auto-

fagia, ma da scienziato devo dire che ciònon è salutare a causa degli effetti colla-terali collegati. Il più noto induttore diautofagia, il Rapamicina, che ha questonome perché deriva da una pianta che sitrova sull’isola di Pasqua, Rapa Nui, èun forte immunosoppressivo che induceautofagia. Chiaramente questo non puòessere usato in modo preventivo per ini-bire la crescita tumorale, ma per fortunasi è visto che ci sono due condizioni ingrado di indurre autofagia: una è la dietaipoproteica e ipocalorica, nel qual casoin condizioni di basso afflusso di calorie,proteine e amminoacidi, l’autofagia fa ilsuo mestiere e viene spinta a mangiare lecellule per riprodurre e riciclare energiaquando non c’è energia sufficiente. Inquesto modo, ad esempio, con una dietamediterranea equilibrata, stimoliamouna risposta generica di autofagia chepuò essere anche protettiva rispetto ai tu-mori. Un’altra attività umana che stimolal’autofagia, scientificamente dimostrata,è costituita dall’esercizio fisico che sti-mola questo processo che è protettivoper l’organismo rispetto alle neurodege-nerazioni e all’insorgenza dei tumori.Abbiamo detto che le cellule tumorali,una volta che il tumore si è insediato,usano l’autofagia, e quindi e bene dalpunto di vista terapeutico che si conside-ri questo dualismo: da un lato dieta-eser-cizio fisico stimolano un processo pro-tettivo delle nostre cellule sane, maquando le nostre cellule sono malate mo-dulazioni dell’autofagia in senso oppostosarebbero necessarie. Su questo duali-smo si basano tutte le interpretazioni at-tuali del fenomeno dell’autofagia dalpunto di vista molecolare.

D. Questo discorso è valido per tutti itipi di tumore?

R. Non è molto chiaro; sicuramente intutti i tumori del sistema nervoso - tumo-ri gliali o neuroblastomi - è incerto ilruolo dell’autofagia. In letteratura sonopresenti diversi casi in cui, invece, l’au-tofagia contribuisce alla morte cellulare,e in quel caso andrebbe spinta anzichéinibita, ma stiamo parlando di condizioniancora non chiare né conosciute.

D. Un sistema diverso definito «ap-proccio sistemico della Biologia dellosviluppo» abbraccia nuove possibilità dicura per malattie degenerative come i tu-mori, il morbo di Parkinson e l’Alzhei-mer. In cosa consiste?

R. Immaginare, come fa la Biologiadello sviluppo, che in un determinatomomento nella vita di una cellula siapresente una certa costellazione di geniattivati, di proteine attive, di regolazioniproteiche che varia in un momento ri-spetto a quello successivo, ci aiuta a ca-pire che in qualsiasi patologia va inqua-drato dal punto di vista cellulare il mag-gior numero di elementi contemporanea-mente presenti all’interno del sistema af-

vista dei vegetali, le alghe per la produ-zione energetica, la conservazione del-l’ambiente, poi ci sono ricercatori nellearee biomedica e della biologia cellularee molecolare, ci sono immunologi e viro-logi, e c’è una parte di biostatistica e dibioinformatica molto sviluppata. Copria-mo tutte le aree e ci stiamo muovendo daanni per interagire fra di noi, ma non èfacile con poche risorse. Stiamo facendouna politica di reclutamento di giovaniprofessori, non esiste nepotismo.

D. Forse la più grande conquista dellamedicina sono stati i vaccini, e mai comein questo periodo si assiste a un drasticocalo delle vaccinazioni, anche tra gliadulti: quali sono i motivi di questa pau-ra irrazionale? Quali potrebbero essere leconseguenze nel lungo periodo?

R. Sui vaccini io ho un’idea molto pre-cisa: tutto nasce da una vera e propria«bufala», cioè un articolo scientifico checollegava le vaccinazioni all’autismo,che è stato ritrattato, smentito, bocciatodalla comunità scientifica e in parte an-che dallo stesso autore. Nonostante que-sto è rimasto ed è stato diffuso su inter-net, e questo ha creato l’allontanamentodalle campagne di vaccinazione, ci espo-niamo ad antichi pericoli che avevamodebellato. Tutto questo è da irresponsabi-li, è uno dei frutti più malati della globa-lizzazione.

D. I vaccini non prendono tutti i ceppidell’influenza. Qual è il loro beneficio?

R. Essi si studiano nella stagione pre-cedente, quando cominciano le epidemieinfluenzali nel mondo a causa della va-riazione climatica, e si prevede qual è,sulla base di dati statistici, l’incidenza dideterminati ceppi di influenza nelle no-stre popolazioni, e si fa una campagna divaccinazione influenzale che non copretutti i ceppi, bensì quelli con i quali sicu-ramente verremo a contatto. Tutte le vac-cinazioni sono fatte su base statistica.

D. Lei è vaccinato?R. Io sì. Lo sono anche i miei figli ed i

miei genitori. ■

fetto da malattia. In questo senso si stasviluppando la medicina personalizzata,che si basa su tecniche derivate dallaBiologia dei sistemi, cioè la produzionedi una grande quantità di dati che carat-terizzano il quadro patologico di un indi-viduo rispetto a un altro, la condizionedelle cellule di un paziente rispetto aquelle di un altro che apparentemente hala stessa malattia ma con piccole diver-sità, variabilità che induce allo studio diuna malattia molto individuale: questo inparte è il futuro della medicina.

D. Questa dieta personalizzata diquanto può allungare la vita?

R. Non ci sono prove se non in quellecomunità di persone che sono state sotto-poste, per usi e tradizioni, a un’alimenta-zione molto particolareggiata. Chiara-mente la composizione delle loro diete èstata interpretata in varie direzioni; ci so-no in Giappone molte comunità di perso-ne che vivono molto a lungo, anche inSardegna abbiamo popolazioni di cente-nari. Il buon senso ci fa pensare che l’ali-mentazione sia connessa alle nostre ca-pacità di sopravvivenza e di reazione allamalattia, e che ci siano elementi che nonhanno controindicazioni ed altri che pos-sono avere conseguenze più negative.

D. Come insaccati e l’olio di palma?R. Gli insaccati contengono modifi-

canti chimici di cui sicuramente non co-nosciamo a fondo i processi metabolici;esiste una discussione aperta sull’olio dipalma che non ha prove scientifiche almomento a suo discapito, c’è una perce-zione generale che non sia un alimentopositivo per la salute, ma nessun dato lodimostra.

D. Il Dipartimento di Biologia dell’U-niversità degli Studi di Roma «Tor Ver-gata» orienta la propria missione forma-tiva e di ricerca su tematiche all’avan-guardia: quali sono le aree di ricerca?

R. Ce ne sono tante, ed è questo il va-lore aggiunto di questo posto. Siamomultidisciplinari: c’è chi studia l’evolu-zione, chi le piante, la dieta dal punto di

Tutto ciò che sappia-mo sull’autofagia lodobbiamo a Ohsumi

e al suo gruppo. La conse-guenza del Premio Nobel èdare nuovo risalto a que-sto fondamentale proces-so cellulare e spero che laeco mondiale che tale pre-mio ha inviti più persone,medici, scienziati, ad af-frontare la ricerca. L’auto-fagia è l’ultimo processobiologico di base ad esserescoperto: è un caso unico

Con l’autofagia, chevuol dire «mangiarese stessi», la cellula

crea vescicole e struttureinterne che rimuovono e di-geriscono proteine tossi-che e aggregati. Nel siste-ma nervoso molte malattieneurodegenerative come ilParkinson o l’Alzheimer so-no dovute all’accumulo diproteine tossiche. L’autofa-gia aggredisce questi ag-gregati e ripulisce la cellula:è un meccanismo di pulizia

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Illumia è un’azienda avviatama oggi, a dieci anni dalla suanascita, ha ancora lo spiritofresco e dinamico di una start-

up», dichiara Marco Bernardi, presi-dente di Illumia, operatore bologne-se attivo su tutto il territorio naziona-le nella vendita di energia elettrica egas, per spiegare il nuovo logo dellasocietà, con il quale Illumia si è pre-sentata dal 19 dicembre ai suoi clien-ti: «Illumia Start Everyday».

La mission aziendale è rendere l’e-nergia più ‘comprensibile’ a tutti, tra-sformandola in un bene tangibile. Èun lavoro sempre in progress. Il nuo-vo logo dell’azienda vuole rappre-sentare proprio questa tensione. An-che il payoff racconta tale attitudine:«Start everyday» significa che l’a-zienda si mette in discussione ognigiorno e che nessuna scelta è definiti-va. L’impegno maggiore è quello dirinnovare le offerte perché siano an-cora più vicine alle esigenze dellaclientela, che per Illumia è semprestata protagonista del cambiamento.

La nuova identità si rivolge ai gio-vani, con uno stile che rappresentaun tone of voice che parla la loro lin-gua. Trova il consenso anche di chi èpiù maturo, e cerca un partner soli-do e affidabile. Lo fa con un blu cor-porate, il background di tutta l’iden-tità, la base solida, forte di una storiacoraggiosa e di successo, su cui pog-gia la credibilità dell’azienda. Il logorimane rosso, mantenendo conti-nuità con il passato, ma con una to-nalità più attuale e di più facile frui-zione. Da minuscolo, poi, diventamaiuscolo, come a dire che ora Illu-mia diventa adulta e può permetter-si di svettare come tale nel panora-ma del settore energetico. Si inclina,e si direziona in alto, in avanti, versoil futuro, per rappresentare questatensione positiva verso l’innovazio-ne. Al blu corporate del backgrounde al rosso del logo si aggiungono de-gli elementi grafici fatti di blocchi dicolore e pattern geometrici, che con-tribuiscono a dare freschezza e dina-micità all’identità.

sumatore e il risparmio energetico.Anche le politiche di CSR - la re-

sponsabilità sociale d’impresa - por-tate avanti dalla società in ambitoterritoriale, hanno lo stesso spirito,ovvero quello di trasmettere energiapositiva: dal supporto ai Giallo Doz-za, la squadra di rugby della Casacircondariale di Bologna, al progetto«Atleti Speciali» a favore degli atletiparaolimpici.

Illumia, che ha chiuso il 2015 conun fatturato di oltre 816 milioni dieuro, conta oggi 250 mila clienti e 70mila contratti già siglati nel primo se-mestre del 2016. L’obiettivo per il2019 è assicurare una base di circa500 mila clienti, grazie a un’offertainnovativa e coerente rispetto alle at-tese del mercato. Il Gruppo punta acrescere attraverso operazioni straor-dinarie, come l’acquisizione di realtàmedio-grandi che possano accelera-re il raggiungimento dei risultati at-tesi, forte anche del rating B.1.1. as-segnato da Cerved, che colloca Illu-mia tra i più affidabili operatorienergetici in Italia. ■

La trasformazione del logo rientrain un più ampio progetto di rinnova-mento aziendale avviato da MarcoBernardi che, il primo aprile scorso, èsucceduto al padre Francesco Ber-nardi insieme ai suoi fratelli Matteo,amministratore delegato, e Giulia,responsabile delle risorse umane.

Dopo essere stata pioniere in Italianella distribuzione di lampadine aLed, legate all’offerta di fornitura dienergia elettrica, quest’anno l’azien-da ha lanciato una tariffa, «IllumiaRevolution», che permette di acqui-stare una bicicletta elettrica di altagamma nelle versioni city, pieghe-vole e mountain bike, e ottenere bol-lette elettriche azzerate fino a due an-ni. Per il 2017, invece, Illumia sta la-vorando a un progetto speciale fina-lizzato a premiare i clienti più fedeli,regalando loro una polizza di prote-zione della casa dai rischi connessiall’utilizzo dell’energia elettrica e delgas naturale. Tutte offerte pensateper diffondere nel Paese, e per iclienti, una nuova energia fisica eculturale, mettendo al centro il con-

U N N U O V O L O G O P E R I L L U M I A

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Marco Bernardi,presidente di Illumia

««««

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EUROPA E ITALIA: UN SALTONEL BUIO O NEL FUTURO?

vernatore della Banca d’Italia IgnazioVisco ancora di recente ha osservato che«non è mai esistita una moneta senza loStato che la emette».

Il Trattato del 2004 per definire la Co-stituzione Europea non si realizza. Lacrisi economica iniziata nel 2008, lungidal concludersi, mette in crisi il processoeuropeo. La politica dell’austerità ed ilfiscal compact indeboliscono e rendonoimpopolari le ricadute economiche e so-ciali sui cittadini europei. I vertici deiCapi di Stato e di Governo si trasforma-no dopo la Conferenza di Nizza del 2000da strumento propulsivo in una specie diDirettorio che finisce per limitare e pererodere il potere propositivo della Com-missione. Si verifica una progressivaesaltazione degli interessi nazionali; siaffievolisce la solidarietà; si blocca ilprocesso di condivisione ed integrazio-ne; si affermano visioni «burocratiche»,anzi «euroburocratiche».

Sono questi i motivi che fanno perde-re ai cittadini il senso di appartenenza,di fiducia e di speranza nell’Europa. Ilprogetto Europa perde il suo slancio: laBrexit, le ripetute divisioni politiche sul-l’emigrazione e sull’austerità economi-ca, i voti antieuropei che si esprimononei diversi Paesi membri pongono, anziimpongono, le domande: cosa fare? Do-ve si va? Cosa succederà? Per tentare didare delle risposte occorre guardare, sen-za distrarsi, allo scenario internazionale.

George Soros sostiene che l’UnioneEuropea rischia la dissoluzione: «Le for-ze della disgregazione hanno ricevuto unforte impulso nel 2016, prima dallaBrexit, poi dall’elezione di Trump negliStati Uniti e il 4 dicembre dal rifiuto conun ampio margine, degli elettori italianidelle riforme costituzionali proposte dalGoverno Renzi». Tutto questo nasce dal-l’errata reazione della Germania alla cri-si finanziaria. Soros confronta il compor-tamento degli Stati Uniti dopo la Secon-da Guerra Mondiale con quello dellaGermania dopo il 2008. Washington lan-ciò allora il Piano Marshall, «che ha por-tato allo sviluppo dell’Ue», mentre Ber-lino «ha imposto un programma di auste-rità che ha servito solo il suo ristretto in-teresse particolare». La riunificazione te-desca sulla base del cambio uno a uno tramarco dell’Ovest e marco dell’Est, «si èrivelata molto costosa. Quando LehmanBrothers è crollata, la Germania non sisentiva abbastanza ricca per assumereobblighi supplementari. Quando i mini-stri delle Finanze europei dichiararonoche a nessun altro istituto finanziario diimportanza sistemica sarebbe stato per-messo di fallire, la cancelliera tedescaAngela Merkel proclamò che ogni Statomembro avrebbe dovuto prendersi curadelle proprie istituzioni. Questo è statol’inizio del processo di disintegrazione».

Sono sette nel 2017 gli appuntamen-ti che possono cambiare la storia del-l’Unione Europea e del mondo.�� Il primo appuntamento è il 20 gen-

naio. Ci sarà l’insediamento di Trump,arrivato alla presidenza all’insegna del-l’attuazione di un programma «AmericaFirst». L’insediamento di Trump sollevaun interrogativo sul futuro della Nato,mettendo in discussione l’articolo 5 delTrattato che concerne l’obbligo della Na-to di andare in difesa di un proprio mem-bro che subisca un’aggressione. A ciò siaggiungono gli errori di Obama che han-no trasformato la Turchia in un alleato diPutin che si è inserito con abile spregiu-dicatezza nell’area medio orientale.L’Europa corre un rischio nella conver-genza viziosa tra l’isolamento di Trumpe il revisionismo delle frontiere di Putin.Trump è convinto che oggi nel mondonon siano in gioco gli ideali ma gli inte-ressi. È un negoziatore. L’Europa nonavrà più l’ombrello degli Stati Uniti. Da

successo dell’integrazione europea èstato all’inizio grande. Ha assicurato,come ricordava spesso il presidenteemerito Carlo Azeglio Ciampi, la pa-ce stabile nei suoi confini, l’afferma-

zione della democrazia anche dove vierano dittature, ha favorito un diffuso be-nessere economico. L’Europa prendel’avvio il 9 maggio 1950 con la dichiara-zione di Schuman per il superamentodelle conflittualità nazionali. Il 1951 na-sce la Ceca (Comunità Economica Car-bone e Acciaio). Il 1955 la Conferenza diMessina determina le condizioni cheporteranno alla costituzione della Cee.

Le tappe sulla strada della realizzazio-ne dell’Europa diventano da subito in-calzanti. Il piano Werner per la realizza-zione dell’unione economica e moneta-ria (Uem) è adottato nel 1970. L’elezionediretta del Parlamento Europeo è stabi-lità nel 1979. Al Vertice di Milano, presi-dente di turno Bettino Craxi, viene deci-sa a maggioranza (non vota a favoreMargaret Thatcher) la prima riforma deitrattati istitutivi e viene stabilito l’ingres-so della Spagna e del Portogallo. Nel1986 viene rafforzata, con l’Atto Unico,la coesione economica e sociale dellaComunità. Nel 1988 viene definita lariforma dei Fondi Strutturali per consen-tire alle regioni periferiche di continuarea partecipare al processo di integrazione.Nel 1989 cade il Muro di Berlino. L’Eu-ropa è colta di sorpresa. Non sa sfruttarel’occasione. Non accelera il processo diintegrazione. Le scelte sono rinviate.Prevale un fondamentalismo neoliberistache pretende di ignorare la crescita inar-restabile di radicali diseguaglianze.

I passi in avanti sono tutti economici;gli aspetti sociali sono accantonati. Ilsingle market diventa una realtà dal 1°gennaio 1993; nel 1998 si decide qualisono gli Stati che inizialmente adotteran-no l’euro; nel 2000 prevale a Nizza ilmodello intergovernativo; nel 2002 entrain funzione l’euro. Cade nel vuoto laspinta per accompagnare la moneta uni-ca con una contemporanea azione perrealizzare, sia pure a tappe, l’integrazio-ne sociale e politica. Eppure non manca-no i moniti. Padoa Schioppa a più ripreseinsiste: «l’euro non è il traguardo per larealizzazione dell’unità politica dell’Eu-ropa, è una tappa; bisogna proseguiresenza esitazioni per quella strada». Il go-

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EUROPA E ITALIA: UN SALTONEL BUIO O NEL FUTURO?

l’opinionista Giorgio Benvenuto

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Whashington arriveranno pressioni peruna linea diversa. Ci sono meno opportu-nità, ci sono più rischi. D’altronde biso-gnerà rendersi conto che «non ci sonooleodotti che vanno da Whashington aBerlino, ci sono molti gasdotti che dallaRussia sfociano in Europa. �� Il 15 marzo ci sarà il secondo ap-

puntamento. Si vota in Olanda per le ele-zioni politiche. Il Partito della Libertà èin testa ai sondaggi. Vuole la Nexit (daNetherland più exit). Il suo leader GeertWilders insiste sulla condizione identita-ria dell’Europa. Attacca l’Islam e vuoleil blocco dell’immigrazione. Vuole ban-dire il Corano, tassare chi porta il velo,vietare la costruzione di moschee. �� Il terzo appuntamento, incerto ma

possibile in primavera, riguarda l’Italia.Dopo l’eclatante insuccesso di Renzi alreferendum sulla riforma costituzionale,il nostro Paese si troverà ad affrontare ilreferendum sul Jobs act e probabilmentele elezioni politiche anticipate. �� Il quarto appuntamento sono le ele-

zioni in Francia (il 23 aprile c’è il primoturno, il 7 maggio il secondo). La sceltaprobabilmente è tra due destre: tra l’ul-tradestra di Marine Le Pen e la destra deiRépublicains di Francois Fillon. La pre-sidenza di Hollande è stata deludente,anzi disastrosa. I risultati economici so-no stati miseri. I terrorismo ha colpitoduramente la Francia che, non dimenti-chiamolo, è il più grande serbatoio euro-peo di foreign fighters. Non va poi sotto-valutato l’effetto Trump che si aggiungead un clima favorevole dominato dal ri-fiuto dei flussi migratori e dall’effettodel si al referendum sulla Brexit. �� Il 19 maggio c’è il voto in Iran. Il

presidente uscente Hassan Rohani corredei rischi. È esposto alle critiche delfronte conservatore. Il suo prestigio è di-minuito. L’economia iraniana, nonostan-te la fine delle sanzioni, non riesce a ri-prendersi e a svilupparsi. �� Il 22 ottobre ci saranno le elezioni

in Germania. La Merkel è in difficoltà.Avanza il partito Alternativa per la Ger-mania di Frauke Petry. Ha ottenuto il 20per cento in Pomerania; il 25 per cento inSassonia; è presente nei parlamenti didieci regioni su sedici. Il suo programmaè la lotta all’Europa. È contro l’immigra-zione. Si propone di trasferire tutti i ri-chiedenti asilo in due isole extraeuropee,una con donne e bambini e una con soliuomini.�� Un’ultima incognita è quella legata

allo svolgimento, alla fine di ottobre, delcongresso del Partito Comunista Cinese.Ci saranno novità di rilievo nella compo-sizione dell’Ufficio politico del Partito edel Comitato Permanente del Politburo.Il presidente Xi Jnping si è rafforzato maè ancora in discussione la designazionedel suo successore. È evidente che ogniincertezza di stabilità politica avrebbeconseguenze economiche che potrebberoessere particolarmente pesanti soprattut-

unica, in sostanza, ha originato prima econsolidato poi un accordo di cambi fissiche ha imposto ai Paesi in deficit l’oneredell’aggiustamento e non ha richiesto al-cun impegno di solidarietà ai paesi insurplus.

Un working paper del CesiFO realiz-zato nel dicembre 2016 da economistetedesche (Bettina Bokemeier e Christia-ne Clemens) ha evidenziato che i criteridi Maastricht impediscono la crescita.L’Italia, in particolare, vede diminuire ilsuo sviluppo a causa dell’austerità dello0,21 per cento (la Francia dello 0,20 percento, la Grecia dello 0,19 per cento ). Ivantaggi - secondo le citate economistetedesche - sono solo per i Paesi con un li-vello di debito pubblico inferiore al 60per cento, che riescono ad avere un forteguadagno di crescita, bassa inflazione,cambio stabile e forte integrazione com-merciale. L’austerità prodotta dai criteridi convergenza di Maastricht, invece,per i Paesi con debito pubblico superioreal 60 per cento determina prolungati pe-riodi di crescita zero, bassa inflazione eperdita di competitività.

Un interessante studio di Sandro DeToni su «Sbilanciamoci» sottolinea leambiguità e le contraddizioni della poli-tica di austerità imposta dall’Unione Eu-ropea ai Paesi membri. De Toni precisache non si è proceduto nei riguardi delsurplus della bilancia commerciale tede-sca che dal 2007 supera il massimale del6 per cento previsto dalla Mip (Macroe-conomic imbalance procedure), né neiconfronti della Francia che ha un deficitsuperiore al 3 per cento oramai da 8 anni,dal fatidico 2008 ovvero dall’inizio dellagrande crisi. Sforando tale massimalenon di poco se si considera che il deficitfrancese ha raggiunto il 7,5 per cento nel2009, l’8 per cento nel 2010 e il 6 percento nel 2011. «Le sanzioni si applica-no di fatto ai Paesi minori ma sono pro-blematiche per i grandi Paesi fondatoridell’Unione europea.

Ecco perché la Ue ha inasprito le san-zioni e le procedure. Al Trattato di Maa-stricht del 1992, si sono aggiunti i rego-lamenti del six pack (2011) e del twopack (2013). Con essi è stato stabilito, inparticolare, l’obbligo per gli Stati mem-bri di convergere verso l’obiettivo il pa-reggio di bilancio con un miglioramentoannuale dei saldi pari ad almeno lo 0,5

to in Europa. L’Europa è oggi un merca-to di 500 milioni di consumatori. Saran-no 700 milioni nel 2050. Se guardiamoal Sud, l’Africa, vediamo che nel 2050avrà due miliardi e trecento milioni diabitanti. È un problema non più rinviabi-le il governo dei flussi demografici.

«L’umanità–ha scritto Francesco Ru-telli–va verso i 9 miliardi di abitanti. I ri-volgimenti geopolitici si moltiplicano.Dunque è l’unità che fa la forza. A dimo-strarlo sono evidenti le ragioni dell’eco-nomia (i Paesi europei membri del G7sono destinati ad uscire tutti, nei prossi-mi decenni, da questa graduatoria mon-diale) e le ragioni della demografia (ametà secolo un abitante del mondo su 4vivrà in Africa; la sola Nigeria avrà piùabitanti della Ue). Un destino di irrile-vanza nella scena internazionale si sta-glia sulla nostra Europa». Torna di strin-gente attualità quanto aveva detto l’alge-rino Boumédiènne nel 1974 dalla tribunadell’Onu sull’avvenire dell’Europa: «ungiorno milioni di uomini lasceranno l’e-misfero Sud per andare nell’emisferoNord. Non ci andranno come amici. Ciandranno per conquistarlo. E lo conqui-steranno popolandolo con i loro figli. È ilventre delle nostre donne che ci darà lavittoria».

L’Italia ha pagato un prezzo enormeall’euro. Ha visto ridursi del 10 per cen-to il prodotto procapite tra il 2008 e il2016. Nel 2000, anno di nascita dellamoneta unica, il reddito procapite era su-periore del 20 per cento alla media del-l’area dell’euro; oggi è sotto la media del20 per cento; la disoccupazione è al 12per cento mentre in Germania è al 4 percento. Insomma - hanno sottolineato inun articolo sul Corriere della Sera - Gior-gio La Malfa e Paolo Savona - la Germa-nia ha realizzato con la moneta unica unenorme vantaggio. Ha evitato la rivaluta-zione della moneta tedesca e ne ha tute-lato la competitività. Il cambio fisso in-vece ha distrutto la competitività dell’I-talia e di altri Paesi europei. La moneta

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«Un giorno milioni di uomini lasceranno l’emisfero Sud per andarenell’emisfero Nord. Non ci andranno comeamici. Ci andranno per conquistarlo. E lo conquisteranno popolandolo con i loro figli. È il ventre delle nostre donne che ci darà la vittoria» Boumédiène

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per cento, nonché l’obbligo per i Paesi ilcui debito supera il 60 per cento del Pildi adottare misure per ridurlo ad un rit-mo soddisfacente, nella misura di alme-no 1/20 della eccedenza rispetto alla so-glia del 60 per cento. Per gli Stati mem-bri che hanno adottato l’euro l’iter pre-vede degli avvertimenti e, in ultimaistanza, delle sanzioni finanziarie, in ca-so di mancato rispetto delle norme pre-ventive o correttive.»

Si potrebbero teoricamente prevederedelle ritorsioni da parte del Paese sanzio-nato, in particolare da parte dei Paesi checontribuiscono maggiormente al bilancioeuropeo. Tale possibilità è stata fatta ba-lenare a suo tempo da Renzi. Anche se lecifre citate da Renzi risultano un po’ ec-cessive. Il cosiddetto «saldo netto» (ladifferenza tra i contributi dell’Italia al bi-lancio Ue ed i fondi ricevuti) è previstomediamente pari a 3.850 milioni di eurol’anno per il periodo 2014/2020. Diamo,dunque, all’Europa circa 4 miliardi inpiù l’anno di quanto riceviamo dallastessa. La flessibilità adottata con la Co-municazione della Commissione del 13gennaio 2015 è solo «un velo che na-sconde in realtà intatti i rapporti di forzapolitici ed economici» (De Ioanna e Piga- Il Sole24ore).

Si è dunque aperto quello che è statodefinito «il mercato delle indulgenze».D’altronde quando sono ben 18 i Paesicon «squilibri eccessivi», com’è accadu-to nel 2014, sarebbe forse il caso - osser-va Sandro De Toni - di porsi la questionese non siano proprio le regole che sono«eccessive» e sbagliate. Negli anni 2012,2013 e 2014, la Commissione ha ritenutonecessario procedere all’indagine ap-profondita nei riguardi, rispettivamente,di 12, 13 e 18 Paesi membri della Ue (tracui l’Italia). Nel novembre 2014 la Com-missione ha identificato squilibri ma-croeconomici in 16 Stati membri, cinquedei quali registravano squilibri eccessivi(Bulgaria, Francia, Croazia, Italia e Por-togallo). Nel 2015, la Commissione haritenuto che 18 Stati membri rischiavanodi presentare squilibri macroeconomici.

Occorre uno stop alle politiche di au-

nente, la Mogherini, responsabile dellapolitica europea; due italiani parlamenta-ri europei sono candidati unici alla presi-denza del Parlamento Europeo (GianniPittella e Antonio Tajani); il segretariogenerale della Confederazione Europeadei Sindacati, Luca Visentini, è italiano.La politica ha perduto il potere di padro-neggiare la finanza e la globalizzazione;ora sta perdendo il potere dell’immagi-nazione. Alla politica le persone chiedo-no invece di governare con il consensoper assicurare la stabilità senza soccom-bere alle scorrerie finanziarie. GiuseppeDe Rita nel Rapporto del Censis sulla si-tuazione sociale italiana ha affermatoche in Italia nel 2016 «una pericolosa fa-glia si va instaurando tra mondo del po-tere politico e corpo sociale. È una feritache ci rende quasi una «società dissocia-tiva, dove i due mondi sopra indicativanno ognuno per proprio conto, con re-ciproci processi di rancorosa delegitti-mazione». Si registra una contrapposi-zione tra un corpo sociale che si sentevittima di un sistema di casta e una dina-mico politica che senza un adeguato col-legamento e una mediazione quotidianapreferisce slittare in alto, sottolineare lacrisi della classe dirigente, arroccarsisulla necessità di un rilancio dell’etica edella moralità pubblica.

L’Italia ha perso grandi occasioni. Èstato un grave errore trasformare il refe-rendum sulle modifiche istituzionali inuna specie di ordalia su Matteo Renzi. Ilreferendum ha concentrato il dibattitosui problemi di governabilità del Paese.Ha spaccato il Paese. Ha dato luogo adun confronto astioso, violento, caricatu-rale. È sembrato una rissa tra ubriachi inosteria. Si sono sentite inverosimili pre-visioni sull’esito del dopo referendum.Si è dimenticato che le sfide comunivanno affrontate con strategie sovrana-zionali, anziché intergovernative. Si èignorato che i problemi italiani si posso-no risolvere in un’Europa che affronticon una strategia comune i problemi so-ciali, i problemi del lavoro, i problemidei giovani, i problemi dell’emigrazione.In extremis, fuori tempo massimo, si èriaperto il dialogo con le forze interme-die. Meglio tardi che mai. Occorre tener-lo aperto. Darà i suoi frutti.

Occorre agire in Europa. Non bastanegoziare sulla flessibilità, occorre spin-gere con decisione e con autorevolezzaper fare passi in avanti comuni sugliaspetti sociali e politici. Il campanellod’allarme che si esprime contro l’Europain forme diverse nei vari Paesi ha un le-game comune, il ritorno al nazionalismo.Occorre capire e interpretare gli umoriprofondi che si agitano in Europa. Maicome adesso occorre trasformare la pro-testa in proposta. Mai come ora occorrerinnovarsi. Mai come ora occorre unastrategia europea comune. L’Italia de-ve cogliere questa occasione. Non puòripiegare su se stessa. Deve osare. ■

sterità con l’obiettivo di promuovere po-litiche di uguaglianza, di inclusione so-ciale e di benessere, anche ambiental-mente sostenibili. Rebus sic stantibus cisono pochi segnali che il 2017 sarà me-glio del 2016. Il futuro dell’Italia sigioca più all’estero che in Italia. Le sti-me del Pil per il 2017 si attestano intornoall’1 per cento. Dovrebbe essere almenodel 2 per cento. Il debito pubblico è peg-giorato. Ad ottobre è arrivato a 2223,8miliardi. La flessibilità concessa dal-l’Europa nel 2016 dovrà essere ripetutanel 2017. La borsa italiana è la peggioresui mercati finanziari. La capitalizzazio-ne è scesa dal 34,8 per cento del 2015 al31,8 per cento nel 2016. Le banche ita-liane hanno bruciato 33 miliardi di eurodi capitalizzazione.

Lo strascico del 2016 dell’effetto ban-che sarà pesante. Le quattro banche falli-te (Etruria, Marche, Carife, Carichieti)non hanno ancora trovato una stabile so-luzione. Il meccanismo di ristoro del Go-verno registra numerose disfunzioni. Si ènel frattempo aggravata la situazionedella ex Popolare di Vicenza e di VenetoBanca (hanno fallito l’aumento di capita-le). Permane drammatica la situazionedel MPS. Manca il lavoro. Le riformeFornero e Jobs act, non prive di contrad-dizioni tra di loro, hanno esaurito la lorospinta. Punta dell’iceberg sono 145 sto-rie di aziende in crisi che sono al centrodi vertenze che sono in corso al Ministe-ro dello Sviluppo Economico. Almavivaha licenziato i suoi 1.666 dipendentichiudendo il call center di Roma. Alcunialtri dati sono emblematici. 55 mila sonoi posti in meno nel terzo trimestre tra igiovani di età compresa tra i 15 e i 34 an-ni. La disoccupazione giovanile non dàtregua. C’è chi un lavoro non l’ha, chi locerca, ma anche chi non lo cerca. Secon-do un recente rapporto dell’Ocse in Italiaci sono 2,5 milioni di giovani, di etàcompresa tra i 15 e i 29 anni, che non la-vorano e non studiano. Sono i Neet: era-no al 19,7 nel 2007; oggi sono al 26,9 percento; la media Ocse è al 14,6 per cento.Come agire? Come reagire? Il dibattitosull’Europa deve fare un salto di qualità.Non si tratta di fare un salto nel buio. Sitratta di fare un salto nel futuro.

L’Italia ha delle grandi opportunità.Presiederà il vertice dei Paesi maggior-mente industrializzati e celebrerà l’anni-versario dei sessant’anni della istituzionedei Trattati di Roma. Ha un proprio espo-

«L’Unione Europea rischia la dissoluzione: leforze della disgregazionehanno ricevuto un forteimpulso nel 2016, primadalla Brexit, poi dall’elezione di Trump e infine dal rifiuto delle riforme proposte dal Governo Renzi»

George Soros

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SPECCHIOECONOMICO

on il primo volo del-l’innovativo elicottero a

controllo remoto SW-4«Solo», il 15 dicembre

2016 presso l’Aeroporto di Taranto-Grottaglie, Leonardo Finmeccanica hadato il via a una campagna sperimentalecon l’obiettivo di verificare le caratteri-stiche di condotta del velivolo e validar-ne le procedure di volo, sia in condizioninormali che di emergenza. L’ammini-stratore delegato e direttore generale delGruppo Leonardo-Finmeccanica MauroMoretti comunica: «L’SW-4 ‘Solo’ è unodegli esempi dell’impegno industriale edi innovazione di Leonardo in un settore,quello dei sistemi a pilotaggio remoto,destinato ad essere uno dei teatri di mag-giore competizione a livello globale, e faparte di un portafoglio di soluzioni cherendono Leonardo l’unica azienda euro-pea in grado di fornire un sistema ‘un-manned’ completo. Di fronte all’avanza-mento della tecnologia, ne escono vin-centi quei territori che sanno reinventarsialle esigenze del mercato. E Grottagliene è un esempio».

L’attività di sperimentazione è natanell’ambito di una collaborazione avvia-ta nel 2015 tra Leonardo, Aeroporti diPuglia (AdP) e il Distretto tecnologicoaerospaziale (DTA) per il «GrottaglieTest Bed», che si candida da oggi a di-ventare la soluzione italiana alla richie-sta dell’industria nazionale ed europeaper la sperimentazione di velivoli ‘un-manned’. La campagna di volo, svolta incollaborazione con l’Ente nazionaleAviazione Civile (ENAC) ed il DTA,proseguirà durante l’inizio del 2017. Trai suoi obiettivi anche la validazione diprocedure e normative per l’impiego divelivoli senza pilota. Il ‘Solo’, derivatodell’elicottero SW-4 prodotto nello sta-bilimento di Leonardo in Polonia e dota-to di avanzati sistemi e sensori realizzatianch’essi dall’azienda in Italia e nel Re-gno Unito, è unico nel suo genere perchéprogettato per operare con o senza pilotaa bordo. Appena tornato da una brillantecampagna dimostrativa in UK, è una so-luzione innovativa per attività quali mo-nitoraggio idrogeologico e di infrastrut-ture critiche, attività antiincendio, ricer-ca e salvataggio, pattugliamento, attivitàdi protezione civile.

Leonardo Finmeccanica è tra le pri-me dieci società al mondo nell’Aero-spazio, Difesa e Sicurezza e la princi-pale azienda industriale italiana. Ope-rativa da gennaio 2016 come «one com-pany» organizzata in divisioni di busi-ness (elicotteri, velivoli, aerostrutture,sistemi avionici e spaziali, elettronicaper la difesa terrestre e navale, sistemi didifesa, sistemi per la sicurezza e le infor-mazioni), compete sui più importantimercati internazionali facendo leva sulleproprie aree di leadership tecnologica edi prodotto. Quotata alla Borsa di Milano(LDO), al 31 dicembre 2015Finmeccani-

LEONARDO FINMECCANICA - IDS - AEROPORTI DI PUGLIADISTRETTO TECNOLOGICO AEROSPAZIALE - ENACCCCC

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23allievi per operatori SAPRhanno partecipato nei gior-ni scorsi all’esercitazione

pratica con il simulatore di volo e pi-lotato il Colibrì di IDS al «GrottaglieTest Bed» dell’aeroporto «MarcelloArlotta». Organizzato dalla Fonda-zione dell’Istituto tecnico superioreAerospazio Puglia e dal Distrettotecnologico aerospaziale il pro-gramma di volo di familiarizzazioneper la conduzione di un sistema ae-romobile a pilotaggio remoto (SA-PR) è stato eseguito con il Colibrì,l’unico SAPR, comunemente chia-mato drone, dotato di certificato diprogetto ENAC e prodotto da IDSIngegneria Dei Sistemi spa.

La lezione, guidata da un pilotaesperto e certificato IDS, ha per-messo agli studenti dell’ITS «Aero-spazio Puglia» di conoscere i fonda-menti della condotta dei multicotte-ri, pilotando direttamente una mac-china con prestazioni superiori edestinata ad impieghi operativi disorveglianza, protezione civile epubblica sicurezza, e di verificaresulla pista quanto appreso in aula.L’esercitazione pratica conclude in-fatti un percorso avviato a settem-bre 2016, che ha previsto una se-

rie di lezioni teoriche tenuta daesperti IDS su operazioni, collaudi esistemi di controllo per SAPR.

Per Giuseppe Acierno, ammini-stratore unico di Aeroporti di Pu-glia e presidente del DTA, «in questianni abbiamo operato per renderela Puglia più competitiva favorendoda un lato l’attrazione di industrieesempio dell’eccellenza italiana,quale appunto IDS, e dall’altro svi-luppando le competenze dei giovanipugliesi per sostenere la crescitadel sistema produttivo. L’esercita-zione pratica di IDS–ha aggiuntoAcierno–che si aggiunge ad altreattività di sperimentazione effet-tuate nei giorni scorsi, è un ulterio-re segno concreto di un ambiziosoprogetto divenuto realtà e che daràalla nostra regione una ulteriore op-zione di sviluppo. Continueremo adoperare per lo sviluppo del progettotest bed rafforzando la presenza dinuove imprese, nuove iniziative enuove opportunità di lavoro».

Grazie alla collaborazione e all’in-terazione con Aeroporti di Puglia èstata coordinata una finestra tem-porale per i voli coperta da NOTAMgarantendo le operazioni in totalesicurezza. ■

A LEZIONE DI VOLO CON IL COLIBRì DI IDS

ALL’AEROPORTO DI GROTTAGLIE 23 STUDENTI OPERATORI SAPR HANNOFATTO PRATICA CON UN SIMULATORE DI VOLO E PILOTATO UN DRONE

VOLO SPERIMENTALE PER L’ELICOTTEROA PILOTAGGIO REMOTO SW-4 SOLO

ca ha registrato ricavi consolidati pari a13 miliardi di euro e vanta una rilevantepresenza industriale in Italia, Regno Uni-to e Usa.

A seguito del processo di divisionaliz-zazione del Gruppo, dal primo gennaio2016 la divisione «Elicotteri» ha assorbi-to le attività di AgustaWestland; la divi-sione «Velivoli» ha assorbito parte delleattività di Alenia Aermacchi; la divisione«Aerostrutture» ha assorbito parte delleattività di Alenia Aermacchi; la divisione«Sistemi avionici e spaziali» ha assorbi-to parte delle attività di Selex ES; la divi-sione «Elettronica per la Difesa terrestree navale» ha assorbito parte delle attivitàdi Selex ES; la divisione «Sistemi per lasicurezza e le informazioni» ha assorbitoparte delle attività di Selex ES; la divi-sione «Sistemi di difesa» ha assorbito leattività di OTO Melara e di WASS. ■

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GIOVANNI AGOSTONI: ICAM, 70 ANNI DI GUSTOITALIANO NEL MONDO

so, la fabbrica nel 1946 si trasferì aLecco, perseguendo da subito l’au-tonomia produttiva mediante l’ac-quisto alla fonte della materia pri-ma. Inoltre, collaborando con i co-struttori di macchinari si perfezio-narono impianti di produzione pro-pri e si organizzò una rete di vendi-tori per rifornire i negozi diretta-mente. Fino agli anni Settanta ci fuuna netta espansione ma la svoltaavvenne con l’ingresso in azienda diAngelo, primogenito dei fondatori.Grazie a molti viaggi per apprende-re le tecniche di coltivazione in Afri-ca e in America Latina, creò infatti lecondizioni per l’acquisto del cacao

direttamente dai produttori, possi-bilmente cooperative di contadini.

Ed eccoci ai giorni nostri: nel 2008si è iniziata la costruzione del nuovopolo produttivo di Orsenigo, in pro-vincia di Como, con un’area com-plessiva di 50.000 metri quadrati.

Domanda. Dopo il lancio delle ul-time praline Vanini, quale sarà il vo-stro prodotto clou del 2017? Ce nesaranno altri?

Risposta. Alla fine di quest’annoabbiamo lanciato le nuove pralinegourmet Vanini all’olio extra vergi-ne d’oliva e saranno loro le protago-niste del 2017. Il nostro laboratoriodi Ricerca e Sviluppo è costante-

34 SPECCHIOECONOMICO

al 1942 un’azienda italiana por-ta avanti l’arte cioccolatiera. In-fatti la famiglia Agostoni è daallora nel settore ossia da quan-

do Silvio, insieme alla moglie Caro-lina Vanini, rilevò a Morbegno unlaboratorio per la produzione didolci e caramelle. Con zucchero, fa-rina di castagne e un po’ di cacao inpolvere idearono la «torta montani-na» che ebbe grande successo; sipoté quindi, anche con Giancarlo eUrbano, fratelli di Carolina, costrui-re un impianto per l’estrazione dellozucchero dalle barbabietole essicca-te. Con l’obiettivo di mettere allaportata di tutti un bene allora di lus-

Giovanni Agostoni,direttore commerciale Icam

DDDD

La cura e l’attenzione per le materie prime insieme alla passione di fare un cioccolato di qualità sono le caratteristiche che distinguono l’azienda da ormai 70 anni. Nel tempo abbiamo seguito lo sviluppoindustriale e tecnologico eoggi siamo un modello diazienda italiana 4.0. Icam èsempre attenta ai gusti e alle esigenze dei consumatori e seguiamo i trend di gusto e di mercato, studiando prodotti nuovi e soluzioni che incontrino i diversi gustidi tutti i nostri consumatori,in Italia e nel mondo

GIOVANNI AGOSTONI: ICAM, 70 ANNI DI GUSTO ITALIANO NEL MONDO

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mente all’opera nella creazione eformulazione di nuove ricette enuovi prodotti e non escludiamo lapresentazione di qualche novità nelcorso del prossimo anno. Ma è anco-ra presto per dirlo.

D. Può descrivere la nuova sede equante persone vi lavorano?

R. Il nuovo impianto di Orsenigoè progettato per offrire una qualitàeccezionale e una tracciabilità com-pleta, rispettando l’ambiente e la co-munità locale. L’impianto si estendeper 50 mila metri quadrati e ha unacapacità produttiva di 120 tonnella-te di cioccolato al giorno. I dipen-denti sono circa 350.

D. Sono previsti altri investimentiall’interno della nuova sede?

R. Il prossimo anno avremo all’in-terno dello stabilimento un nuovomodellatore e quindi un’intera nuo-va linea di produzione. In questomodo aumenteremo la capacità pro-duttiva e andremo incontro ad unadomanda crescente, soprattutto al-l’estero. L’impianto di modellaggioBühler presenta una dimensione in-novativa unica con stampi liberi emovimento intermittente «soft» afacchini. La dimensione dello stam-po consente di avere ampia flessibi-lità in termini di miglior produtti-vità rispetto a formati più piccoli epossibilità di rispondere tempesti-vamente ad eventuali repentini au-menti di volume. Ci sarà quindi lapossibilità di produrre articoli dimedie e grosse dimensioni: il nuovoimpianto sarà in grado di realizzarechunks, prodotti con biscotti e in-clusioni, praline, tavolette ripiene,tavolette slim e tavolette da 100grammi.

D. A quali altri motivi è ascrivibi-le l’aumento di fatturato registratonell’ultimo anno, oltre alle poten-zialità della nuova sede?

le nostre materie prime direttamen-te dai Paesi produttori. Sin dagli an-ni 70 il nostro presidente, AngeloAgostoni, figlio del fondatore, si èrecato in Paesi come la RepubblicaDominicana alla ricerca delle mi-gliori piantagioni di cacao, instau-rando legami solidi e duraturi con icoltivatori diretti e con le comunitàlocali. Collaborazioni importanti ba-sate su un preciso codice etico, chevede nel rispetto, nella crescita dellerelazioni con tutti gli operatori dellafiliera, nella sostenibilità, nell’equitàe nella trasparenza, i valori guida daseguire quotidianamente. Tale mo-dello è stato poi applicato anche inUganda e in Perù.

D. Controllare la filiera quali be-nefici apporta?

R. Icam vuole essere un’aziendaproduttrice di cioccolato sostenibileed etica. Si impegna, quindi, a ga-rantire la tracciabilità di tutte le ma-terie prime creando rapporti di part-nership con i coltivatori che restanoproprietari delle loro terre, per ga-rantire l’approvvigionamento soste-nibile a lungo termine delle risorseessenziali ed assicurare un tratta-mento equivalente. L’impegno eticodi Icam si estende al miglioramentodell’istruzione e delle infrastrutturenelle comunità agricole e alla forma-zione degli agricoltori; questo ap-proccio consente di entrare in diret-to contatto con i coltivatori di cacaoe di favorire eque condizioni di la-voro, oltre che una crescente qualitàdei frutti delle piantagioni. In que-sto modo Icam implementa un pro-cesso di verifica indipendente delprogramma di sostenibilità come iprogetti avviati in Repubblica Do-minicana, Uganda e Perù. Icam limi-ta il coinvolgimento di intermediarie riconosce ai produttori il paga-mento equo per le loro produzioni

R. Sicuramente all’export e, comegià detto, alla continua e crescentedomanda di cioccolato.

D. Ci sono ulteriori spazi di cre-scita?

R. Certamente. Vogliamo aumen-tare la distribuzione del brand Vani-ni sia in Italia che nel resto del mon-do. Puntiamo in particolare a cresce-re nel Regno Unito, negli Stati Unitid’America e nel Far East.

D. Siete presenti anche nella gdo.Come sono cambiate le abitudini deiconsumatori nel corso degli anni?

R. I consumatori sono sempre piùesigenti e più evoluti anche nei gu-sti, e nella particolarità dei gustiscelti. Negli ultimi anni abbiamo as-sistito ad una preferenza crescenteper i prodotti senza glutine, senzazucchero e biologico e ci siamoquindi impegnati a creare dei pro-dotti che venissero incontro a questinuovi trend. Abbiamo oltre 300 ri-cette che ci consentono la massimaduttilità per andare incontro a gustisempre più variegati e ad un merca-to in continuo cambiamento.

D. Cosa predilige il consumatoreall’estero? Che tipo di prodotto vaper la maggiore nei Paesi in cuiesportate?

R. All’estero, soprattutto nel nordEuropa, sono grandi consumatori dicioccolato lì dove c’è la più alta per-centuale di consumo pro capite. Ilmercato è ricettivo e molto proattivoquindi possiamo sperimentare gustimolto azzardati che non verrebberorecepiti in modo positivo in altreparti del mondo. Nel mercato euro-peo e nordamericano non c’è un ar-ticolo in particolare ma il cioccolatobiologico monorigine viene partico-larmente apprezzato.

D. Come vi garantite ottime mate-rie prime e qualità?

R. Scegliamo accuratamente tutte

35SPECCHIOECONOMICO

La sala di confezionamento nel nuovo stabilimento di Orsenigo

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di cacao. Questo è il modo per ga-rantire una filiera del cioccolato so-stenibile ed etica. La gestione eticadi ogni singolo rapporto comportaun’equivalenza di ruoli tra aziendae coltivatori: entrambi diventanopartner commerciali che affrontanoinsieme le mutevoli condizioni deimercati. Icam assicura ai produttoriprezzi equi, riferiti non solo a unasemplice remunerazione del raccol-to ma soprattutto a un valore com-plessivo dove contano anche il capi-tale umano e i contratti di acquistoduraturi finalizzati alla creazione diun commercio stabile, basato sul ri-spetto e sulla responsabilizzazione.

D. Le praline con olio d’oliva na-scono sull’onda del rifiuto dell’oliodi palma?

R. Le praline gourmet Vanini sonouna risposta alle esigenze dei consu-matori e sono nate due anni fa all’in-terno del nostro laboratorio di Ri-cerca e Sviluppo che nel tempo hasperimentato le diverse ricette perportare a scaffale un prodotto unicoe di eccellenza, combinando frutta espezie. Abbiamo voluto un prodottoa base di olio extravergine di olivabiologico, 100 per cento italiano.Una nuova pralina che venisse ap-prezzata per la combinazione unicadi gusto degli ingredienti legati dal-l’olio extravergine di oliva.

D. Come mai avete predispostoprodotti per celiaci, vegani, halal,kosher e fair trade? Si è trattato difelici intuizioni o semplici rispostealle richieste di mercato?

R. Icam è sempre attenta ai gusti ealle esigenze dei consumatori ed èper questo che nel nostro laborato-rio di Ricerca e Sviluppo seguiamo

in tutte le forniture militari. Un ali-mento che oggi si direbbe funziona-le, concepito 70 anni fa da SilvioAgostoni per gratitudine a un gene-rale dell’Esercito che lo aiutò a tor-nare dalla campagna di Russia. InItalia, oggi, la mitica barretta è rima-sta in dotazione nella razione K perl’Aeronautica Militare, anche per in-tegrare la sopravvivenza dei pilotiin caso di ammaraggio. Tra i para-metri considerati indispensabili inquesta fornitura oltre il gusto e l’e-levata concentrazione di cacao at-torno al 75 per cento, c’è il requisitodella galleggiabilità. Confezioniamocon l’aria dentro sette tavolette da50 grammi, e a ogni consegna l’Ae-ronautica chiede che galleggino. Sitratta di una piccola quantità, qual-che quintale l’anno, ma fa parte deldna aziendale. La cioccolata dellarazione K è entrata nella storia na-zionale. La produciamo ancora, co-me l’«Atletico».

D. Quale apporto vi dà la parteci-pazione a fiere di settore?

R. La partecipazione alle fiere èper noi una grandissima occasioneper incontrare i buyer di tutto ilmondo e venire a contatto con le ul-time tendenze del mercato. Spessopresentiamo in anteprima dei pro-dotti e testiamo così direttamente lepreferenze di gusto dei nostri con-sumatori.

D. Dall’anno della fondazionequante cose sono cambiate e cosa in-vece è rimasto immutato?

R. La cura e l’attenzione per lematerie prime insieme alla passionedi fare un cioccolato di qualità sonole caratteristiche che distinguonol’azienda da ormai 70 anni. Nel tem-po abbiamo certamente seguito losviluppo industriale e tecnologico eoggi siamo un modello di aziendaitaliana 4.0. ■

costantemente i trend di gusto e dimercato, studiando prodotti nuovi esoluzioni che incontrino i diversigusti di tutti i nostri consumatori, inItalia e nel mondo

D. Lavorando con cooperative inPaesi in genere in via di sviluppo, co-me il vostro intervento ha miglioratole loro condizioni di vita e lavoro?

R. Nei Paesi produttori di cacaosono presenti delle nostre personeche collaborano con i contadini dellecooperative nelle fasi di raccolta epost raccolta delle fave di cacao.Icam si impegna nella formazionedei produttori locali e si posizionacome partner etico sul fronte finan-ziario, sociale e ambientale. Voglia-mo produrre una materia prima dialtissima qualità ed è per questo chelavoriamo a strettissimo contattocon i nostri fornitori che rappresen-tano per noi dei veri e propri part-ner. Lavoriamo insieme per un uni-co obiettivo: fornire un prodotto dieccellenza.

D. Eravate noti anche per la razio-ne in dotazione all’Esercito italiano,prodotto tuttora venduto con il no-me «Atletico». Come si arrivò a que-sta fornitura?

R. È sempre stata nella tasca dellozaino del soldato. Ideata per soprav-vivenza in ambienti estremi e controla fatica delle azioni militari, la cioc-colata extra fondente targata «EI» èentrata nella storia dell’Esercito Ita-liano. Un integratore ante litteram,questa cioccolata fornita in Italia daIcam, azienda italiana prima ciocco-lateria al mondo nel segmento bio-logico, che ha messo a punto una ri-cetta ad hoc altamente energetica abase di fondente extra, caffè e cerea-li. Concepita come razione di emer-genza questa barretta da 50 grammidi cioccolato energetico assicura unapporto di 270 calorie: una volta era

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ECO SMMSOCIAL MEDIAMONITORING

by L’ECO DELLA STAMPA

ECOANALYSIS

by L’ECO DELLA STAMPA

ECOVIDEO

by L’ECO DELLA STAMPA

ECOSTAMPA

by L’ECO DELLA STAMPA

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2016 si è chiuso con dueindagini che hanno foto-grafato la situazione delPaese. Il rapporto Censis

2016, improntato all’aspetto sociale,ha mostrato un Paese fermo, con tan-ta ricchezza liquida e pochi investi-menti, con una forbice ricchi-poveriallargata, con i cosiddetti «mille-nians» senza certezze, alla ricerca diun lavoro ma fermi a quelli tempora-nei, non qualificati se non irregolari.Allo stesso tempo un Paese in cui leesportazioni vanno bene, il made inItaly in tutti i settori è ricercato in tut-to il mondo, il turismo aumenta, lavendita di pc e smartphone è semprein crescita. Un Paese che, tra milledifficoltà, con scarsa fiducia nel futu-ro, «tiene».

L’altra indagine è quella dell’Istat,meno sentimenti e più numeri, chevede, per il 2015, il 28,7 per cento deicittadini a rischio di povertà o diesclusione sociale. Una situazionetremenda, ma anche in questo casouna situazione che «tiene»: la percen-tuale è rimasta sostanzialmente fer-ma a livello generale. «Tiene» ancheil reddito sostanzialmente stabile ri-spetto agli anni precedenti, anche se,ed è il dato peggiore, si amplia la for-bice tra ricchi e poveri, tra Nord eSud. Una situazione che difficilmen-te è sopportabile per un Paese comel’Italia. Non sono più rinviabili azio-ni a favore dei poveri, dei giovani,degli anziani, delle persone a rischiodi esclusione sociale.

La soluzione non è semplice, purtralasciando tutti gli aspetti sociali epsicologi che situazioni del generecomportano, il privato non riesce afarvi fronte, la riduzione del poteredi acquisto rende difficile a molti untenore di vita superiore al minimo vi-tale la propria o quella del nucleo fa-miliare. La risposta quindi deve ve-nire dal «pubblico» che però ha po-chissimi fondi disponibili, spessonon è in grado di controllare fino infondo la situazione economico e fi-nanziaria di imprese e famiglie, conla conseguenza di evasione fiscale, dinon sapere chi ha effettivamente di-ritto a un’agevolazione, di prevederecondoni o sanatorie per far fronte aipropri problemi di finanza.

In ogni caso è necessario interveni-re e la soluzione «trovata» da molti èstata l’introduzione di una forma disostegno o di integrazione al reddito.La formula più utilizzata è quella direddito minimo garantito. Ognunoperò ha dato alle tre parole un signi-ficato diverso. È bene cercare di ana-lizzare di cosa si sta parlando. Il«reddito minimo garantito», persemplicità RMG, è un sostegno cor-relato alla situazione economica e

condizionato, ad esempio, alla ricer-ca di un lavoro, alla formazione alladisponibilità a prestazioni sociali.RMG è un intervento molto diversodal reddito di cittadinanza, da altripropugnato, che è una misura uni-versale incondizionata: una cifra fis-sa da dare a ogni cittadino a prescin-dere dalla situazione economica. Ilreddito di cittadinanza è stato adot-tato da pochi Paesi (ad esempio, laFinlandia a titolo sperimentale, dal2017, riconoscerà un reddito di citta-dinanza al dieci per cento di tutta lapopolazione, ricchi e poveri, di 800euro); più facile trovare forme, purdiverse di reddito minimo garantito.

Sul tema le forze politiche si sonosbizzarrite, avanzando varie propo-ste, spesso non supportate dall’anali-si della realizzabilità e dei costi. Aprescindere dal nome, c’è chi propo-ne una sorta di reddito di cittadinan-za: i soggetti sotto la soglia di po-vertà monetaria dell’Unione europeapossono ottenere una somma di de-naro. Il massimo concedibile è di 780euro per chi non ha alcun reddito, al-trimenti è data un’integrazione, tra ilreddito percepito e i 780 euro. Le so-glie oltre le quali non si ha più dirittoal sussidio sono rispettivamente 750,1.000 e 1.750 euro di reddito, secondoil nucleo familiare. Il sussidio è con-dizionato ad alcuni obblighi (adesempio non rifiutare più di tre offer-te di lavoro, frequentare corsi di for-mazione e accettare impieghi social-mente utili).

Questo non è reddito di cittadinan-za ma RMG. Una misura giusta e so-cialmente ineccepibile, ma è sosteni-bile? Qualche dubbio sovviene consi-derato che i nuclei familiari coinvoltisono poco meno di tre milioni e il co-sto stimato dall’Istat è di circa 15 mi-liardi annui. Il punto quindi si spostadalla proposta alle sue coperture fi-nanziarie. Altre forze, pensando direndere maggiormente possibile l’at-tuazione della proposta, abbassano ilsostegno, fino a 600 euro mensili, daaumentare secondo la composizionedel nucleo familiare, ma allo stessotempo lo ampliano a classi sociali: di-soccupati, precari o in cerca di occu-pazione. Il sostegno sarebbe conces-so per un periodo prestabilito. Que-

38 SPECCHIOECONOMICO

AA LL LL EE AA NN ZZ AA CC OO NN TT RR OO LL AA PP OO VV EE RR TT ÀÀ

RREEDDDDIITTOO DDII CCIITTTTAADDIINNAANNZZAA EE RREEDDDDIITTOOMMIINNIIMMOO GGAARRAANNTTIITTOO:: IINN CCOOSSAA CCOONNSSIISSTTEE,,CCOOSS’’ÈÈ,, CCOOMMEE FFUUNNZZIIOONNAA,, AA CCHHII SSPPEETTTTAA??

DI FABIO PICCIOLINI

CENTRO STUDI ASSOCIAZIONEITALIANA ISTITUTI DI PAGAMENTO

E MONETA ELETTRONICA

Non sono più rinviabiliazioni a favore dei poveri

L’unica cosa certa è che la situazione attuale

non è più sostenibile e rischia di creare problemi

anche sociali e di ordinepubblico. Per quanto può

valere, ad avviso di chi scrive, una proposta che

unisca, con i limiti e i contrappesi necessari, il

sostegno d’inclusione attiva con quella

dell’alleanza contro la povertà, può essere quellapiù facilmente attuabile e

con risultati verificabili

IILL

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sto si può considerare una sorta diRMG, anche se temporaneo e a favo-re di alcuni e non di tutta la popola-zione. Qui, però, il problema si du-plica: si conferma lo stesso problemadi copertura, a cui si somma la neces-sità di un controllo sui prenditori.Chi verifica se il richiedente è real-mente disoccupato e, si spera, in cer-ca di occupazione; chi controlla chequel precario non abbia dovuto sot-toscrivere un contratto capestro, percui il suo diritto non è il sussidio mail comportamento corretto del suodatore di lavoro.

Altri hanno abbassato l’importodel sussidio e lo hanno escluso perchi ha altre forme di reddito. Infine,varie strutture attive nella società ci-vile, una volta si sarebbe detto i corpiintermedi dello Stato, riunite nell’al-leanza contro la povertà hanno pro-posto il REIS, «reddito di inclusionesociale». La proposta ha importantidiversità rispetto alle altre. Prevedeun sussidio compreso tra il redditopercepito dal nucleo familiare e la so-glia di povertà, a cui si sommanol’obbligo di percorsi di inserimentosociali e lavorativi e un ulteriore con-tributo in termini economici attra-verso servizi sociali, socio-sanitari,socio-educativi o educativi, qualiquelli contro il disagio psicologicoe/o sociale, di istruzione, riferiti a bi-sogni di cura, per l’autonomia o dialtra natura.

Insieme alle proposte, nessuna an-cora legiferata, ci sono situazioni incui si è iniziato a fare qualcosa diconcreto. L’unica norma in vigore, ol-tre a quelle di alcune Regioni e Co-muni, è la legge per il «Sostegno per

SPECCHIOECONOMICO

l’inclusione attiva» - SIA, (Legge diStabilità 2016) in vigore dal 2 settem-bre 2016. Il sostegno, erogato attra-verso una carta di pagamento, per il2016 ha previsto, per circa duecento-mila famiglie, un intervento di 320euro (80 euro a ogni componente del-le famiglie economicamente in diffi-coltà), con un massimo di 400 europer i nuclei con almeno cinque ele-menti, con un ISEE inferiore a3.000,00 euro, nessun altro aiuto eco-nomico superiore a 600 euro mensili,né strumenti di sostegno al redditoper i disoccupati, oltre a altre varie li-mitazioni. I percettori avranno l’ob-bligo, pena la revoca, di seguire pro-getti sociali e lavorativi personalizza-ti, e a obiettivi d’istruzione (frequen-za scolastica) o sanitari (vaccinazio-

ne). Il passaggio successivo do-vrebbe essere (il condizionale èd’obbligo) l’emanazione dei de-creti attuativi della legge delegasulla povertà, economica, educa-tiva e alimentare, che prevede,tra l’altro, l’introduzione delreddito d’inclusione. Tutte leproposte hanno una loro dignitàconsiderato che l’obiettivo è dicreare una società più uguale epiù giusta, garantendo alle per-sone/nuclei familiari più indi-genti un sostentamento, l’elimi-nazione della povertà che è unodegli obiettivi primari dell’Unio-ne europea, scadenzato dall’Ita-lia massimo entro il 2030.

I dubbi sorgono, oltre che perla copertura dei costi, per le dif-ferenze esistenti nel nostro Paesecome in tutti gli altri. Solo per ci-tarne alcuni, le differenze terri-toriali (a Milano un single è con-siderato in povertà assoluta seha un reddito intorno a 800 euroil mese, al Sud la stessa situazio-

ne si ha con un reddito di circa 550euro), i soggetti a rischio (workingpoors) che lavorano, ma percepisco-no una retribuzione inferiore a milleeuro il mese, circa il 70 per cento inmeno del salario medio nazionale,che non riescono a giungere alla finedel mese, che non riescono a far fron-te a spese improvvise; ancora l’inci-denza sul reddito dichiarato, l’eva-sione e l’elusione fiscale e il lavoronero.

A queste situazioni si sommanovari dubbi sull’effettività e correttez-za dei risultati acquisibili: chi e comee deciso il livello giusto si sostegno?Quando toglierlo? A cosa agganciar-lo (soglia di povertà, assoluta o rela-tiva, a una cifra fissa), chi effettua ve-ri controlli a monte e a valle dellaconcessione del sostegno? Perché of-frire percorsi formativi e lavorativisolo a quei soggetti e non a quelliche, magari per poche decine di eu-ro, non rientrano negli stessi percorsio in altri? Perché un lavoratore conreddito marginale dovrebbe decideredi continuare a lavorare a quel reddi-to invece di non farlo più e magaripassare al lavoro nero? Scelta che po-trebbe interessare anche imprendito-ri con pochi scrupoli. Rimanendo suquesto ultimo argomento la conces-sione del sostegno prevede nelle va-rie proposte di frequentare corsi diformazione e accettare impieghi so-cialmente utili. Che lavoro far fare inun Paese in cui la disoccupazione èancora a due cifre e quella giovanileè poco sotto il 40 per cento, dove lacassa integrazione si misura ancorain centinaia di milioni di ore, dove lepolitiche attive e i servizi per il lavo-ro sono contestate?

Se ci fosse la giusta volontà alcunesoluzioni potrebbero essere percorse:prevedere un censimento nazionale

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Giuliano Poletti, Ministro del Lavoroe delle Politiche Sociali

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di tutti i percettori di agevolazioni, diqualsiasi tipo, con le dovute eccezio-ni, da quelle legate alla salute, e sututti i soggetti concedenti agevola-zioni, consentirebbe di conoscere inmaniera sostanzialmente esatta il nu-mero dei percettori e le necessità fi-nanziarie utilizzate.

Non credo di sbagliare se affermoche il censimento farebbe emergerealmeno tre positività:

1) eliminare i casi di malaffare;2) togliere le agevolazioni a chi non

ne ha diritto;3) ripartire in maniera corretta il

«monte agevolazioni» che così si ver-rebbe a creare, diciamo il Fondo dicontrasto alla povertà già avviato.

Il tutto legato a una forte lotta all’e-vasione fiscale e contributiva e allarevisione dei parametri di spesa pub-blica: solo l’1,7 per cento del prodot-to interno lordo è destinato ad aiuta-re le persone realmente in difficoltà,meno dei principali Paesi europei. Lemisure proposte, insieme a una cor-retta allocazione delle risorse dispo-nibili porrebbero, come minimo, diavere una visione ampia e oggettivadell’area della povertà e del disagiosociale, e programmare gli interventitempo per tempo necessari.

L’unica cosa certa, in conclusione,è che la situazione attuale non è piùsostenibile e rischia di creare (se giànon ha creato) problemi anche socia-li e di ordine pubblico. Per quantopuò valere, ad avviso di chi scrive,una proposta che unisca, con i limitie i contrappesi necessari, il sostegnod’inclusione attiva con quella dell’al-leanza contro la povertà, può esserequella più facilmente attuabile e conrisultati verificabili. ■

IL premio «Le Ragioni dellaNuova Politica», ideato efondato nel 1996 da Sara

Iannone, presidente dell’Associa-zione culturale «L’Alba del TerzoMillennio», ha compiuto 20 anni.Vent’anni in cui sono state insigniteoltre centoventi personalità chehanno lasciato un segno nella sto-ria italiana. L’intento con cui fu isti-tuito il premio, infatti, è quello di va-lorizzare tutte quelle esperienzeche risultino significative nella testi-monianza dei comuni valori per lacrescita e lo sviluppo della società.Nel corso delle numerose edizioni,infatti, hanno ricevuto «La Colombadella Civiltà», il trofeo che rappre-senta i valori fondanti dell’Associa-zione e gli ideali che ispirano il si-gnificato profondo del premio, italia-ni come Nilde Iotti, Don Mazzi, Gio-vanni Bollea, Paolo Nespoli, LauraBiagiotti, Cesare Ruperto, MariapiaFanfani. La premiazione, è stata ce-lebrata lo scorso 13 dicembre nellasala Vanvitelli dell’Avvocatura ge-nerale dello Stato. Come è tradizio-ne del premio, la Colomba della ci-viltà è stata consegnata ai premiatidalle personalità già insignite nelleedizioni precedenti. Bianca Berlin-guer, giornalista Rai, ha ricevuto ilpremio dal consigliere FrancescaQuadri, mentre Franco Bernabè,presidente CartaSì lo ha ricevutodalle mani del presidente CorradoCalabrò; per Francesco Cavallaro,segretario generale Cisal, il trofeo èstato ritirato dal segretario confede-rale Massimo Blasi dall’onorevoleGiuseppe Gargani. Il professoreVincenzo Sanasi D’Arpe ha conse-gnato la Colomba della Civiltà aMaria Bianca Farina, presidenteAnia e Fondazione Aniaper la sicu-rezza stradale; Massimo Franco,giornalista, è stato insignito dall’o-norevole Margherita Boniver, Ange-lo Gargani, magistrato, dal presi-dente Lamberto Dini che ha pre-miato anche Paolo Maddalena, pre-sidente emerito della Corte costitu-zionale. Gianni Letta ha premiatoValter Girardelli, capo di Stato Mag-giore della Marina Militare, mentre ilvice avvocato generale GabriellaPalmieri Sandulli ha consegnato iltrofeo a Luigi Mazzella, avvocato diStato e saggista e l’avvocato di Sta-to Oscar Fiumara ha premiatoFranco Roberti, procuratore nazio-nale antimafia. Il bassorilievo inbronzo che rappresenta la Colom-ba della Civiltà è dono della Fonda-zione «Roberto Di Paolo» ed è sta-

ta realizzata, per il secondo annoconsecutivo, da Benedetto Robaz-za, scultore di fama mondiale. An-che quest’anno la cerimonia di pre-miazione è stata condotta da MariaGiovanna Elmi e Rosanna Vaudetti,le due madrine storiche del premio,e dalla straordinaria Camilla Natache ormai da molti anni è al fiancodel presidente Iannone. Inoltre, ilpresidente Iannone ha consegnatoanche quattro riconoscimenti spe-ciali. Tre targhe in argento sono sta-te assegnate a: Maria Rizzotti, me-dico chirurgo, senatrice della Re-pubblica italiana, per l’impegno nel-la tutela dell’infanzia e della salutepubblica, dal presidente Calabrò;Antonella Sotira, avvocato, presi-dente associazione culturale Iusgu-stando, per l’impegno in difesa del-le donne vittime di violenza dal pre-sidente Chiaravalloti; Lucio Varriale,avvocato, per l’impegno nel soste-gno e nella comunicazione dellosport dal sottosegretario CosimoFerri. A Fabia Baldi, dirigente scola-stica, per la sua raffinata ed emo-zionante produzione poetica è statoconferito il quadro di Paola Biadettiintitolato: «Un punto di vista prezio-so». La preziosa opera d’arte, con-segnata e illustrata dalla stessa au-trice, era stata donata al Premio«Le Ragioni della Nuova Politica»dal professor Luca Filipponi, presi-dente di Spoleto FestivalArt. Tra gliospiti erano presenti: Antonio Mari-ni, Cesare Sanmauro, Luigi Tivelli,Donatella Dini, Gianni e RomanaIetto, Pasquale De Lise, RaffaeleTamiozzo, Andrea Monorchio, AnnaMaria Ciuffa, Laura Comi, DanielaPacelli, Luigi Bruno, Anna Caparra,Sandra Cioffi, Antonino d’este Orio-les, Antonio Paris, Maria Pia Lettini,Caimmi Patrizia, Angelo Bifulco,Annarita Viesti, Alessandro D’Ora-zio, Laura Nuccettelli, Daniele Ro-mani, Loretta Cardoni e altri. ■

« L E R A G I O N I D E L L A N U O V A P O L I T I C A »I L P R E S T I G I O S O P R E M I O C O M P I E 2 0 A N N I

Corrado Calabrò, Sara Iannone e Franco Bernabè

Pier Carlo Padoan, Ministro dell’Economia e delle Finanze

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risveglio di Roma non c’è stato,ma nessuno - neanche i detrat-tori della nuova amministrazio-

ne - pretende la soluzione immediata diproblemi che sono penetrati nel tessutodella città come l’acqua di un temporaleinfinito. Sarà il prossimo anno a dovercidire qualcosa di più sul destino di questacittà malata, nonostante molti cittadinicredano - con romana rassegnazione -che sia inguaribile. Le principali respon-sabilità sono del Campidoglio, e poi delGoverno che può decidere di soccorrerela città in quanto Capitale. Ma non sonole sole. E sono responsabilità politichedifficili da valutare perché vanno capiteal netto di un passato ingombrante, di undebito pubblico che ingessa ogni decisio-ne, di una corruzione diffusa, di un labi-rinto di problemi, impedimenti e emer-genze che non ha paragoni non solo inItalia ma anche guardando oltre confine.

Il ruolo dei media, in questa complica-ta lettura e nel racconto della città, è orapiù centrale che in passato. Indispensa-bile. Ma questo non viene capito: l’infor-mazione che ha rotto gli argini, non piùlimitata a giornali radio e tv, ma dissemi-nata nel web, ha bisogno più che mai digiornalisti bravi e liberi. Il Sindacato cro-nisti romani, un gruppo di specializza-zione all’interno del sindacato unico deigiornalisti (l’Associazione Stampa roma-na e la Fnsi), ha nel proprio Dna la difesadell’impegno sul campo, le scarpe con-sumate anziché il giornalismo da labora-torio chiuso nella cattedrale-redazionesenza un costante contatto con la realtà.

«I cronisti sono il cuore e il motoredel giornalismo», sosteneva Victor Ciuf-fa, fondatore di Specchio Economicoma anche amico, dirigente generoso epresente del Sindacato cronisti romani.Victor nel 2016 ci ha lasciati, ma non ciha abbandonati: il suo insegnamento dieleganza e modernità è una delle risorseche ci fa guardare a un futuro difficile,perché il tempo ha sbiadito inesorabil-mente il forte senso di amicizia e solida-rietà nei cronisti. Si è persa anche lacompattezza della categoria, con la crisidel settore che ha avuto l’effetto non diunire ma di dividere.

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Nelle redazioni, i quasi mille prepen-sionamenti di questi ultimi otto anni nonhanno ringiovanito le redazioni, ma lehanno svuotate. Al di là dell’aspetto pu-ramente anagrafico, sarebbe stato ne-cessario il passaggio di consegne come èsempre avvenuto, quando il giovane af-fiancava l’anziano prima che questi la-sciasse il lavoro. Ora si sostituisce senzaaver integrato. Si è rotto il filo vitale tral’esperienza e il nuovo, tra l’uso dei vec-chi strumenti del mestiere (con collauda-

ti canali e fonti sul campo) e il potenteradar che sono le nuove tecnologie. Unfilo che in passato aveva la scossa elettri-ca dell’entusiasmo, e che adesso è im-poverito dall’invasione di informazioniufficiali, le «veline» e i comunicati aset-tici prodotti in serie.

In questa deriva della categoria, sem-pre meno sensibile - al di là di enuncia-zioni di principio e di striscioni esibiti inpiazze deserte - alla necessità della dife-sa della qualità dell’informazione, la vo-ce del Sindacato cronisti romani si di-

Nelle redazioni, i quasi mille prepensionamenti degli ultimiotto anni non hanno ringiovanito le redazioni, ma le

hanno svuotate. Al di là dell’aspetto anagrafico, sarebbestato necessario il classico passaggio di consegne

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stingue ancora. Anche per originalità:noi, ad esempio, proponiamo una modi-fica della legge sulla diffamazione chedisinneschi la minaccia delle querele te-merarie (che chiedono indennizzi spro-positati a scopo intimidatorio) ma siamocontrari alla depenalizzazione del reato.Come mai, se anche parte del mondo po-litico chiede che sia abolito il carcere peri giornalisti? Il carcere per noi è giustapena se la diffamazione è dolosa, conse-guenza non di errore ma di volontà dicompromettere l’immagine di qualcuno.Siamo dalla parte dei giornalisti onesti,che del carcere non hanno paura ma dellequerele irragionevoli e delle richiestemilionarie di risarcimento sì, perché cipuò sempre essere un giudice che sba-glia e può non capire, condannando allarovina un cronista e la sua famiglia.

Nel Sindacato unico dei giornalisti icronisti romani sono a norma di statutofederale un gruppo di specializzazione,fanno parte della Fnsi e della Asr ma conuna propria funzione e indipendenza. Ladizione «sindacato» può ingannare, per-ché non siamo quelli che si siedono al ta-volo della trattativa per i rinnovi contrat-tuali. Ma siamo quelli che si battono, dasempre, per la qualità dell’informazionee quindi per rimuovere gli ostacoli al la-voro dei giornalisti, in modo apolitico,in secolare sintonia con il diritto dei cit-tadini ad essere informati. In questo ruo-lo siamo impegnati anche a proporremodifiche di legge in tutela della liberainformazione, e non solo a metterci intrincea contro le periodiche tentazioni dinorme restrittive, quelle che abbiamochiamato leggi-bavaglio.

A Roma, oltre mezzo secolo fa, il Sin-dacato cronisti era una voce così poten-te che arrivava a proporre - sempre nellalinea del bene della città - perfino modi-fiche del piano regolatore. Tempi lon-tani. Ma ancora il Sindacato cronisti hasenso e vitalità perché non cede di unpasso dalla bussola dell’informazionecorretta come soluzione immediata an-che per i problemi di Roma. Una lineache, nella realtà del malaffare e dellacorruzione diffusa, sembra antica ma è lapiù moderna che ci sia. ■

SINDACATO CRONISTI ROMANI: GIORNALISTI,SI È ROTTO IL FILO VITALE TRA L’ESPERIENZAE IL NUOVO, MA NOI CI BATTIAMO DI PIÙ

DI FABIO MORABITO PRESIDENTE

DEL SINDACATO CRONISTI ROMANI

SINDACATO CRONISTI ROMANI: GIORNALISTI,SI È ROTTO IL FILO VITALE TRA L’ESPERIENZAE IL NUOVO, MA NOI CI BATTIAMO DI PIÙ

Siamo dalla parte dei giornalisti onesti, che del carcerenon hanno paura ma delle querele irragionevoli e delle

richieste milionarie di risarcimento sì, perché ci può sempre essere un giudice che sbaglia e può non capire

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uando un edificio è terminato,quando vai per l’ultima volta incantiere e sai che la prossima vol-ta sarà abitato, utilizzato, attraver-

sato, ecco, quello è un inizio ma ancheuna fine. La fine del tuo lavoro e l’iniziodel lavoro degli altri. Una nuova folla siavvicenda tra le stanze, gli uffici, gli spa-zi aperti. Non è più composta di architet-ti, avvocati, imprenditori, geologi, geo-metri, muratori, elettricisti, ma piuttostodi abitanti, passanti, consumatori, turisti.L’architettura è addomesticabile, quandoè finita la costruzione materiale, ne iniziauna seconda più imprevedibile e com-plessa. Con innumerevoli protagonisti eautori. Abbiamo seguito questo secondo

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BBAARRRREECCAA && LLAA VVAARRRRAA:: LLAA NNOOSSTTRRAAAARRCCHHIITTEETTTTUURRAA AADDDDOOMMEESSTTIICCAABBIILLEE,,VVEERRTTIICCAALLEE,, VVEERRDDEE,, IITTAALLIIAANNAA

BBAARRRREECCAA && LLAA VVAARRRRAA:: LLAA NNOOSSTTRRAAAARRCCHHIITTEETTTTUURRAA AADDDDOOMMEESSTTIICCAABBIILLEE,, VVEERRTTIICCAALLEE,, VVEERRDDEE,, IITTAALLIIAANNAA

««QQ processo attorno alle architetture e aglispazi che abbiamo progettato e realizza-to con un interesse almeno pari a quellodella costruzione materiale. Alla fine tut-to si riduce nell’immaginare i comporta-menti, nel consentire l’affezione, nelsuggerire possibilità». Gianandrea Bar-reca (Genova, 1969) e Giovanni La Var-ra (Milano, 1967), dopo essere stati perquasi dieci anni soci di Stefano Boeri,con il quale hanno realizzato a Milano ilBosco Verticale premiato dal Council ofTall Buildings come «Grattacielo piùbello del mondo», dal 2008 operano conuna firma indipendente, Barreca & LaVarra. E proprio negli ultimi anni hannointensificato il lavoro all’estero mentre si

consolidava il loro operato in Italia. Liabbiamo incontrati per conoscere come èavvenuto questo passaggio e cosa vuoledire esportare l’architettura italiana nelmondo.

Domanda. Attraverso quali canali siinternazionalizza il lavoro di uno studiodi architettura italiano?

Risposta. La nostra strategia di inter-nazionalizzazione si è basata su dueprincipi. Innanzitutto, ci siamo sempreaffiancati ad importanti aziende o impre-se di costruzioni italiane, così da presen-tarci in team e non da soli. La dimensio-ne media di uno studio di architettura inItalia non permette grandi investimentisu nuovi mercati e tanto meno operazio-

Gli architetti Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra

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ni di marketing complesse. Pertanto an-dare all’estero per noi è spesso stato invirtù di una partnership con imprese oaziende che già operavano su quel mer-cato, o che avevano intenzione di farlo e,supportandole, abbiamo potuto metterein gioco un capitale di esperienza cheavevamo maturato in Italia ma che, inqualche modo, veniva richiesto e apprez-zato in alcuni luoghi del mondo in fortecrescita. In secondo luogo, abbiamo cer-cato di comprendere come articolarequesto capitale di esperienza, che spessoviene visto come una risorsa ma anchefacilmente frainteso: ad esempio, una ti-pica richiesta agli architetti italiani chelavorano all’estero è duplicare e ripro-durre la qualità della città italiana in am-bienti e scenari che sono, per la verità,spesso molto differenti dal paesaggio ur-bano nazionale. In Mongolia, in Cina, inIran, il tema è spesso quello di un proget-to che conservi ed «esporti» le caratteri-

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e articolato di quello che svolgono di so-lito in Italia: lavorando come generalcontractor a Ulan Bator, ci hanno coin-volto in una serie di progetti architettoni-ci a scale molto diverse. O ancora, con lasocietà Gala dell’ingegner Filippo Torto-riello, ormai tra le principali in Italia nelcampo della fornitura di energia, e con lesue derivazioni tecniche - Gala Enginee-ring, diretta da Luigi Colombo, e GalaChina - abbiamo avviato un’operazioneambiziosa. Dal 2015, insieme anche adaltri studi professionali, abbiamo costi-tuito un consorzio di imprese per agirenel mercato cinese. In tutti questi diffe-renti casi, anche per le imprese alle qualici siamo affiancati, andare all’estero èstata un’occasione per reinventarsi, pre-cisare il loro «core business» e articolarela loro forma.

D. Iniziamo da quest’ultima vicenda.In Cina state partecipando a diversecompetizioni di architettura insieme aGala.

R. Il consorzio di imprese da oltre unanno avviato attorno a Gala ha raccoltoalcuni studi di architettura e ingegneriache hanno storie ed esperienze diversema che, proprio per questo, costituisconouna varietà di approcci interessante che,ad ogni occasione, viene messa in giocoe articolata. Nel 2015 abbiamo vinto unimportante concorso per l’estensionedella città di Jinshan. Si trattava di unagara nutrita, con oltre 200 partecipanti,con alcuni studi internazionali di grandeesperienza e fama. Gala Engineering eGala China, insieme a SD Partners, han-no partecipato alla gara e, dopo aver su-perato diverse fasi, sono rimaste in unashort list di solo 5 gruppi. Quest’ultimafase prevedeva di approfondire la propo-sta architettonica che, fino ad allora, erarimasta a livello di masterplan. Ed è inquesta fase che Gala ha convocato alcunistudi di architettura italiani con l’idea didare luogo a un «paesaggio urbano» cheavesse le caratteristiche di varietà e mol-teplicità tipiche delle nostre città. Tra glialtri, sono stati coinvolti lo studio PANper il disegno del paesaggio e degli spazi

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stiche della città e della nostra «vita inpubblico». Non sempre però si fanno iconti con il fatto che la qualità delle no-stre città non è solo l’esito di una lungaconsuetudine di relazioni sociali e con lospazio, ma anche il frutto di una condi-zione climatica e ambientale particolar-mente favorevole.

D. Quali sono le principali impresecon le quali vi siete presentati sui merca-ti esteri?

R. Si tratta di imprese molto diverseche spesso, a loro volta, sfruttano l’occa-sione dell’internazionalizzazione per ri-pensarsi e articolare l’offerta tecnica ecommerciale. Abbiamo lavorato adesempio con l’italiana Mandressi, checostruisce attrezzature per impiantioil&gas in Oman, oppure con un’impre-sa di impianti elettrici e meccanici tra lemaggiori in Italia, la Termigas di Berga-mo. Li abbiamo seguiti in Mongolia, do-ve hanno assunto un ruolo più complesso

Bosco Verticale. Milano, 2013

Masterplan JinshanMarina. Cina 2015

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aperti, Systematica per la mobilità e, ol-tre a noi, gli studi Scacchetti, Beretta,ARW e Gnudi per gli approfondimentiarchitettonici. L’ampliamento richiestoprevedeva un’area di progetto di oltre700 ettari, con una serie di nuovi quartie-ri destinati a orientare la città verso ilmare, inaugurando una nuova fase di svi-luppo di quella che è una delle tante cittàsiderurgiche cinesi. La nuova Jinshan èdestinata al turismo, all’intrattenimento,all’ospitalità e alla cultura. Con la stazio-ne dell’alta velocità e una linea diretta daShanghai, Jinshan intende sfruttare lenuove condizioni di alta accessibilità co-me un’opportunità per ripensare la pro-pria identità futura. Il progetto proposto -per il quale abbiamo scelto un titolo evo-cativo, «La dolce vita» - basa la sua for-za proprio su questo carattere molteplice,sulla varietà, garantita dalle diverse «fir-me», che evidentemente è stata percepitacome un valore. Adesso, dopo l’aggiudi-cazione del concorso, stiamo partendocon alcuni studi di approfondimento. Sitratta di un processo lungo e, probabil-mente, anche pieno di incertezze ma sia-mo fiduciosi di poter salvaguardare il ca-rattere articolato della nostra propostanelle fasi successive di sviluppo del dise-gno architettonico.

D. E per quanto riguarda l’Oman?R. In Oman stiamo ultimando la co-

struzione di un edificio per uffici. TheOffice, questo il nome del progetto, è unimmobile per uffici all’interno di un’areadi sviluppo della capitale Muscat e misu-ra circa 12 mila metri quadrati. È caratte-rizzato da una corte «all’ italiana» e dauna facciata principale su strada che hauna forte caratterizzazione urbana. Que-st’ultima è in pietra e si presenta con unlinguaggio architettonico contempora-neo anche se nel colore riprende le carat-teristiche cromatiche tradizionali di Mu-

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urbane considerano attentamente. Nonera mai successo che le città del mondocrescessero a un ritmo tanto vertiginososenza avere modelli urbani di riferimen-to. La nostra cultura urbana colma unvuoto, quando riesce a imporsi e a farvalere le proprie prerogative. Ma non èsolo la città tradizionale a essere presacome modello. Il caso del Bosco Vertica-le milanese, ad esempio, è spesso osser-vato con attenzione. In tutto il mondo sista provando a immaginare come inte-grare costruzioni e elementi naturali equesto è stato forse uno dei primi edificiche l’ha fatto sistematicamente e sugrande scala, componendo in due gratta-cieli a torre 144 appartamenti e 800 albe-ri di circa 90 specie differenti.

D. E invece, il panorama della com-mittenza in Italia come sta cambiando?

R. In Italia, negli ultimi anni, abbiamovisto una sorta di modificazione «antro-pologica» della committenza. Gli incari-chi pubblici sono sostanzialmente scom-parsi, anche se non sono mai stati centra-li nel nostro lavoro, mentre sono i grandigruppi assicurativi e finanziari a costitui-re una interessante domanda di trasfor-mazione di immobili. Questi gruppi han-no grandi portafogli immobiliari da va-lorizzare. In molti casi si tratta di immo-bili degli anni 60-70, edifici pensati se-condo logiche ormai incompatibili conle esigenze di oggi. Per cui al progetto diarchitettura si chiedono innanzitutto duecose: da un lato, un’opera di «svecchia-mento» estetico che ha funzione di valo-rizzazione immobiliare e, dall’altro,un’opera di «adeguamento» che ha fun-zione di miglioramento delle prestazionitermiche tecnologiche dell’edificio. Lanostra politica è comunque quella di te-nere aperto sia il fronte nazionale chequello internazionale. Lavorare in Italiacomporta delle difficoltà molto diversedi quelle che si incontrano all’estero.

D. A cosa state lavorando in Italia?R. Attualmente in Italia abbiamo in

cantiere il recupero di villa Brunati e delsuo giardino sul mare a Punta Murena,ad Alassio. Si tratta di un complesso diinizio Novecento che viene ripensato co-me un moderno villaggio turistico. Stia-mo inoltre lavorando in diverse realtà lo-cali sul tema dell’housing sociale. Perquanto riguarda Milano, abbiamo da po-co iniziato la costruzione della nuova se-de di Siemens; a breve inoltre apriremoil cantiere del nuovo polo ospedalierodel Policlinico di Milano, un edificio digrandi dimensioni - 70 mila metri qua-drati, il più grande costruito in centro ne-gli ultimi 100 anni - che rinnoverà l’of-ferta della sanità milanese. Anche inquesto caso abbiamo sperimentato, co-me nel Bosco Verticale, un’integrazionetra edificio e elementi naturali. La coper-tura del nuovo ospedale è un giardinopensile di 6 mila metri quadrati di spaziverdi. È grande come un campo di calciodi serie A ma a 200 metri dal Duomo. ■

scat. La corte - oltre a richiamare la tra-dizione del «palazzo» italiano - ha ancheuna valenza ambientale; costituisce in-fatti un dispositivo di ombreggiatura checontribuisce al controllo climatico del-l’intero edificio e, inoltre, essendo l’edi-ficio destinato a ospitare una comunità diaziende differenti, crea uno spazio col-lettivo aperto a tutti. Abbiamo cercato insostanza di portare un po’ del carattere«informale» dell’architettura italiana inun tipico edificio contemporaneo per uf-fici. Nel 2012, alla festa di inaugurazio-ne del cantiere, abbiamo avuto una provatangibile di un mercato molto più vivacedi quello italiano. In tale occasione, in-fatti, sono stati siglati contratti di affittoper circa il 70 per cento dell’edificio:qualcosa del genere succedeva anche nelnostro Paese un tempo. La costruzionesarà ultimata fra circa un mese: si trattadi un edificio relativamente contenutoma Muscat, diversamente dalle altre ca-pitali del Golfo e della penisola arabica,ha dato luogo a una politica immobiliareprudente, caratterizzata da interventi digrana fine, non così spettacolari e «mu-scolari» come a Dubai. Per certi versi,potrebbe rivelarsi una strategia intelli-gente a lungo termine.

D. Cos’è che piace della città italianaall’estero?

R. La città italiana è ancora un model-lo per tutto il mondo. Lo spazio urbanovivace, le condizioni climatiche che faci-litano un mix tra vita all’aperto e vitanell’interno, la qualità dello spazio pub-blico come spazio di incontro e di rela-zione, la capacità di mediare con gli ele-menti del paesaggio. Tutto ciò costitui-sce un modello che alcune nuove culture

Misheel Expo Office and Commercial Building.

Ulan Bator, 2014

The Office. Muscat, 2016

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onfindustria e Fiaip, Fe-derazione italiana degliagenti immobiliari profes-

sionali, hanno rinnovato un proto-collo di intesa biennale per accresce-re la rappresentatività del settore im-mobiliare sul territorio con l’obietti-vo di rafforzare il peso del sistemaconfederale e la presenza nelle sedidi rappresentanza e presso il sistemadelle Camere di Commercio. L’accor-do «Rappresentanza e Rappresentati-vità» siglato dal presidente di Con-findustria Vincenzo Boccia e dalpresidente nazionale di Fiaip PaoloRighi, risponde all’esigenza di fa-vorire l’integrazione della catego-ria degli agenti immobiliari nel siste-ma confederale territoriale, raffor-zando le attività di rappresentanza edi lobby delle due Associazioni pres-so gli interlocutori istituzionali. L’ac-

Confindustria e Fiaip,accordo per la crescitadel settore immobiliare

«Buongiorno Milano»,ATM anticipa l’orariodi apertura delle metro

SIA, acquisizione daUnicredit delle attivitàdi processing monetico

Pubblicati i bandi pervolontari nel Serviziocivile nazionale

cordo prevede che Confindustriapromuova presso le proprie Associa-zioni di Territorio la presenza diFiaip attraverso la stipula di accordidi adesione collettiva delle impreseper tramite dei collegi provincialiaderenti a Fiaip. Confindustria eFiaip si impegnano, inoltre, a realiz-zare iniziative di comunicazione oeventi specifici dedicati alle propriecomponenti territoriali per incenti-vare la realizzazione degli accordi diadesione sul territorio.

in primo piano in primo piano in primo piano in primo piano

C

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Massimo Arrighetti

Vincenzo Boccia e Paolo Righi

(UBIS), società del Gruppo Unicre-dit, per un corrispettivo di 500 milio-ni di euro. L’operazione prevedeinoltre l’outsourcing della durata didieci anni al Gruppo SIA della forni-tura di servizi di processing delletransazioni effettuate con carte di de-bito, credito e prepagate, e per la ge-stione dei POS e degli ATM. «Questaacquisizione rientra nel piano strate-gico di SIA che ha come obiettivoprioritario il rafforzamento del no-stro posizionamento competitivo alivello internazionale. Si tratta diun’operazione che si caratterizza perun impatto sostenibile sia dal puntodi vista economico - perché porteràad una crescita dimensionale nel2017 di oltre il 20 per cento dei ricavie a maggiori economie di scala - siasul piano sociale perché l’integrazio-ne delle attività di Ubis e di 382 per-sone nel Gruppo SIA non compor-terà una riduzione del personale, co-me spesso accade in questo tipo dioperazioni», ha dichiarato MassimoArrighetti, amministratore delegatodi SIA. SIA opera nella progettazio-ne, realizzazione e gestione di infra-strutture e servizi tecnologici dedica-ti alle istituzioni finanziarie, banchecentrali, imprese e Pubbliche Ammi-nistrazioni, nelle aree dei pagamenti,della monetica, dei servizi di rete edei mercati dei capitali.

è conclusa l’operazione diacquisizione da parte diSIA delle attività di proces-

sing di circa 13,5 milioni di carte dipagamento e la gestione di 206 milaterminali POS e 12 mila ATM in Ita-lia, Germania e Austria da UnicreditBusiness Integrated Solutions

SI

in primo piano in primo piano in primo piano in primo piano

rete della metropolitana diMilano anticipa l’orario diapertura del mattino: le

partenze dei treni dai capolinea se-guiranno un nuovo orario, tutti igiorni dal lunedì al sabato, per ri-spondere alle esigenze di mobilitàdei cittadini. Il provvedimento na-sce a seguito delle molte richieste,nell’ambito di un progetto condivi-so con il Comune di Milano, e con-sente di ampliare l’offerta del servi-zio favorendo anche gli spostamen-ti delle persone che raggiungonoMilano dall’hinterland agevolandoi flussi di interscambio tra i diversimezzi di trasporto pubblico locale.L’ampliamento dell’orario è resopossibile a seguito di una serie diverifiche e di azioni sull’organizza-zione dell’intera macchina dell’A-zienda Trasporti Milanesi.

LA

via i bandi per la selezionedi volontari:1) Bando per la selezione di

106 volontari da impiegare in pro-getti per i Corpi Civili di Pace, dicui 24 in Italia e 82 all’estero. 2) Bando per la selezione di 110 vo-lontari da impiegare in progetti diServizio civile nazionale nell’ambi-to del programma Garanzia Giova-ni per la realizzazione di finalitàistituzionali di cui: 17 nell’ambitodelle finalità individuate dal Mini-stero dell’Ambiente e della tuteladel territorio e del mare, 22 nell’am-bito delle finalità individuate dalMinistero dell’Interno, 71 nell’am-bito delle finalità individuate dalMinistero dei beni e delle attivitàculturali e del turismo.3) Bando per la selezione di 1050volontari da impiegare in progettiautofinanziati di Servizio civile na-zionale, di cui 1.000 presso il Mini-stero dei Beni e delle attività Cultu-rali e del Turismo e 50 presso istitu-zioni diverse.Scadenza presentazione domande:ore 14 del 10 febbraio 2017.

AL

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La sharing economy cambia le regole del gioco,innovando e stravolgendodalle comunità degli esordi alla nuova fase, tra riflessioni e rilanci, prova ad imporsi un’ennesima svolta (di rottura) o nuova maturazione (di integrazione)?Il comparto del turismo è il terreno più adatto per provare a capirlo

detto. Ma sono probabilmente la piùdinamica e, secondo molti osservato-ri, la più grande di quest’ecosistematrasversale in evoluzione. Si trattasoprattutto di alloggi e trasporti, latenzone di base la conoscono tutti: iduri & puri dell’acceso alla «condivi-sione anticorporativa» contro glioperatori tradizionali che lamentano«concorrenza sleale» delle nuovepiattaforme. I casi di Airbnb e diUber sono i più noti ma non gli unici,né forse i più dirompenti.

L’epica delle intuizioni, i primipassi, gli investimenti ed i boom du-raturi si originano quasi tutti sul ver-sante statunitense. Ma è al di quadell’Atlantico che si giocano adessole partite per i grandi numeri. Le isti-tuzioni comunitarie del VecchioContinente si sono mosse poco e tar-di, tra inciampi (saltuari ma signifi-cativi) ed esitazioni (parecchie). Cer-cando di capire (prima di decidere,non viceversa) se e come intervenireper rilanciare e catalizzare i nuovifermenti - che la sharing economyoffre, imponendosi, all’industria delviaggio - continua ad oscillare tradue estremi: inerzia e delega da unlato, controllo e rigidità dall’altro. Inmezzo ci sarebbero le politiche e le li-nee guida, un fronte che pare peròpresidiato con una visione senzaorizzonti.

Prendiamo un recente studio com-missionato dal comitato «Trasporto eTurismo» del Parlamento Europeo.Titolo: «The sharing economy: chal-legens and opportunities for theEU». Nelle prime pagine si legge che

«L’idea di una sharing economycompletamente libera non è auspi-cabile dal punto di vista della go-vernance». Si elencano subito dopole questioni critiche di attrito: «tas-se, licenze e certificazioni, sicurez-za, responsabilità, fiducia, equitàlavorativa e competitiva, aspetti le-gali». Per chiosare poco oltre, senzamezzi termini: «Non c’è una politi-ca generale dell’Unione Europeaper governare la sharing economye la ricerca per supportarne la poli-tica è quasi inesistente». Si arriva araccomandare una «anticipatorygovernance in equilibrio tra il pote-re innovativo delle piattaforme dicondivisione ed i loro svantaggi so-cietari ed sociali».

Ma come, bizantinismi a parte?In attesa di vedere in cosa questo sitradurrà concretamente l’afflatonaïve auspica che «i governi forni-scano una migliore comunicazionea cittadini e stakeholder, fino a libe-rare le competenze di volontari percompiti specifici altrimenti troppoonerosi da mantenere». Nel frat-tempo il mondo gira e viaggia, ipeer si incontrano, condividonotragitti in macchina e altro, in mo-do sempre più integrato. Se il sensoromantico di una community (diintenti e princìpi) s’è evoluto dall’i-dealistico (e spesso no profit) al bu-siness, sono le piattaforme stesse arilanciarlo. Prendiamone le due piùconosciute in Italia: Airbnb e Bla-BlaCar.

Airbnb a novembre ha lanciatole «experiences», la prima di una

«S haring economy» è unalocuzione che fonde dueàmbiti-paradigma. Il se-

condo campeggia nella testata diquesto magazine, non c’è bisogno dideclinarne portato e significati. L’al-tro si tradurrebbe «condivisione». Étrascorso un decennio da quando l’i-cona di sharing più usata sul web èstata ideata, tre anni prima che Face-book introducesse il pulsantino«like». Sull’economia della condivi-sione - o collaborativa, di mutuo ac-cesso «paritario» - aleggia un equivo-co semantico originario, lo stesso chesolca molte reti. Se condividere noncosta nulla - basta un click, rapido(anzi istantaneo) e gratuito (o quasi) -muta il valore dell’azione che lo defi-nisce. E con esso l’estensione del con-cetto, per induzione ellittica. Come?Per quanto?

Voliamo più basso, però, parliamodi costi marginali. Spostando il fo-cus dal processo (di produzione) algradimento (del prodotto, soprat-tutto se già prodotto) le cose cam-biano. Nel mondo dei media tradi-zionali la creatura di Zuckenbergviene oggi vista più come soggetto«frenemy» (amico/nemico) deglieditori, dopo anni di entusiasmiscomposti e avventati. E in quellodel turismo? I termini, gli attori, ibeni ed i servizi sono più semplicida definire. Il monitoraggio di comei loro rapporti evolvano nel mondoreale e negli altri (social e non) lo èmolto meno.

Cerchiamo dunque di capirne dipiù, limitandoci (si fa per dire) aquelle condivisioni che non sonogratuite ma assimilabili, quasi sem-pre parte integrante, alle rispettiveconvenzionali del comparto travel.Rappresentano una porzione ancoraminima della sharing economy, va

« T U C A S AE S M I C A S A »

S H A R I N G E C O N O M Y

d i F E D E R I C O G E R E M E I

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troppo presto, forse (e troppo tardi).C’è poi chi prova ad imitare correg-gendo di poco il tiro e creandosi unanicchia nella nicchia. Moovn è uno diquesti, tra i tanti.

La geografia non è dunque unascienza esatta per queste realtà che(oggi) giudichiamo non convenzio-nali. E quando si combina con la fi-nanza le cose si complicano, sullaquestione fiscale la legislazione rin-corre la realtà e le posizioni si pola-rizzano. L’IRS a stelle e strisce, peresempio, ha messo in piedi lo «Sha-ring Economy Tax Center». Vale lapena leggere cosa campeggia nellahomepage del centro, fornisce in-fatti una introduzione sistemica:«Se si usa una delle tante piattafor-me online per affittare una stanzada letto extra, fornire corse in auto-mobile, connettersi e fornire una se-rie di altri beni e servizi rientri inquella che a volte viene chiamatasharing economy.

Conosciuta anche come economiaon-demand o gig economy, consentea individui e gruppi di ricorrere aavanzamenti tecnologici per metterein piedi transazioni che generano en-

trate dagli asset che detengono». Econclude con un richiamo laconico einterlocutorio: «anche se si tratta diun’area economica in fase di svilup-po ci sono implicazioni fiscali per lecompagnie che forniscono i servizi egli individui che le realizzano. Ciò si-gnifica che se ricevi reddito da unaattività di sharing economy questa èin generalmente tassabile».

Marco Morello di Panorama hachiesto a Brian Chesky, amministra-tore delegato di Airbnb, quale viaequa si possa seguire per evitare diricevere critiche e sanzioni come nelcaso Apple-Irlanda. La risposta è sta-ta «il problema riguarda da vicinocompagnie quotate parecchio piùgrandi di Airbnb, che generano pro-fitti enormi. Saranno loro a risolverela questione con l’Unione Europea e,se lo faranno, probabilmente ci ade-gueremo».

Se si guarda oltre la «legittimità»(qualsiasi cosa possa ancora signifi-care, ideologie a parte) dell’operatodelle piattaforme i vantaggi per gliutenti, si rischia di mettere nell’ango-lo il terzo gruppo di attori: i lavorato-ri. Secondo Llewellyn King (che ri-

prende Wired) nel 2050 cisaranno meno lavoratori«convenzionali» che im-piegati nella cosiddetta«gig economy». Altro termine per il qualeabbozzare una traduzionenecessariamente incerta:prestato dal lessico musi-cale, potrebbe equivalere a«lavoretto», simile aiMcJobs degli anni Ottantae Novanta ma diverso. Étempo di condividere unariflessione anche su que-sto. E tornare ad un fonda-mento dell’economia: uti-lità marginale, costo mar-ginale, opportunità dinuovi margini di crescita.Per tutti. ■

serie di novità con cui intende inte-grare ed estendere la propria galas-sia di offerta di alloggio: tre milionidi property in quarantamila città, unmilione di host attivi ed il tetto di ol-tre cento milioni di arrivi superato loscorso autunno. Ogni giorno vengo-no prenotate oltre centomila stanzecon Airbnb, secondo Deanna Ting diSkift. Le «esperienze» sono in fase didecollo e sorvolo: si parte in dodicicittà-pilota (per il Belpaese è statascelta Firenze) ma nei prossimi mesisaranno almeno il triplo. Pronto alrullaggio c’è già molto altro: voli(appunto), «servizi» (sic) e «luoghi»(sic, bis).

Blablacar, anch’essa fondata da ungiovane triumvirato, ci ha messoquasi dieci anni a consolidarsi. Non ècosì globale - «solo» una ventina dipaesi, il core business resta in Francia- e punta a crescere riducendo le di-stanze: meno lunghi tragitti (la mag-gior parte, però), più tratte brevi emedie. Soprattutto le prime, lì c’è ilsegmento più ambito ché i pendolarisono gli utenti «naturali» del carpoo-ling. La grande incognita - cruccio eambizione di aziende che innovano,trasformando e stravolgendo - restaperò la penetrazione nei grandi mer-cati lontani e appetibili.

Lasciamo dunque Europa e Norda-merica per cambiare oceano, tocca alPacifico. La vulgata comune narra diun universo a sé, poco permeabile aigrandi attori occidentali. Uber in Ci-na s’è arresa al suo competitor prin-cipale (Didi Chuxing), Alibaba conti-nua a veleggiare di bolina mentreAmazon alterna risacche a tempeste,WeChat va meglio di Facebook. EAirbnb? Il suo rivale nell’Impero Ce-leste e dintorni si chiama Tuja: quat-trocentomila alloggi, oltre trecentocittà cinesi ed un miliardo di fattura-to (stimato, non ci sono cifre ufficia-li). Dal made in China al made forChina. Idem per BlaBlaCar in India:

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Segue dal numero di Spec-chio Economico di dicembre2016Una delle principali attività

«manifatturiere» dell’Italia, grazie allaglobalizzazione del commercio e, in par-ticolare, al trasporto su gomma (TIR) in-ternazionale, pare sia proprio la gestionee il riciclo del materiale industriale pro-veniente un po’ da tutta Europa, e nonsolo. Questo materiale non si chiama «ri-fiuto», ma «merce» e non è assoggettatoalla responsabilità e alle leggi che nor-mano la produzione e lo smaltimento delrifiuto urbano, ma in quanto «merce» èassoggettato a norme di gestione, ancoraesclusivamente cartacee, e a responsabi-lità esclusivamente private con liberacircolazione in tutta Italia come in tuttaEuropa. Occorre, ovviamente, rispettareanche rigide norme di sicurezza per lacircolazione e occorre disporre e docu-mentare ovviamente dei «codici di ac-compagnamento e identificazione», dettiCER di questo materiale, codici vidimatida competenti autorità pubbliche, comela carta di identità per i cittadini.

Sono ormai venti anni che i rapportiannuali di Legambiente, redatti sui re-port delle forze dell’ordine, segnalanoche una consistente quota di rifiuti spe-ciali industriali, non meno di 30 milionidi tonnellate l’anno, una cifra quindimolto simile alla produzione annuale ita-liana di tutti i rifiuti urbani, perde la trac-ciabilità dal luogo di produzione al luogoe ai siti di smaltimento. Di questa cifra,circa 1 milione di tonnellate l’anno sonorifiuti tossici particolarmente pericolosinon solo per l’ambiente, ma soprattuttoper la salute umana se smaltiti in modoincongruo o illegale. Per tutti, basti pen-sare ai rifiuti speciali industriali conte-nenti amianto, come ai fanghi contenentimetalli pesanti particolarmente tossicicome mercurio, cadmio, alluminio, ecc.comunemente utilizzati a vari scopi nel-l’industria pesante e molto costosi dasmaltire legalmente in impianti e discari-che idonee e a norma. Questa prolifera-zione di rifiuti, esclusivamente industria-li, è la causa e la patogenesi del danno al-la salute che si registra ormai da anninella popolazione di numerose zone delPaese, specie nel Sud. Ma non solo.

Nel volume Ecomafia 2014 si è evi-denziato che senza una lotta efficacecontro le varie forme di criminalità am-bientale non ci potrà mai essere nessunasvolta «green» dell’Italia, né il rilanciodella nostra economia sotto il segno del-l’efficienza, dell’innovazione e della so-stenibilità. Lo confermano chiaramente icasi delle infiltrazioni criminali nel set-tore della produzione di energia da fontirinnovabili, soprattutto eolico, che hascontato per lungo tempo l’assenza diuna chiara strategia nazionale e di un’a-deguata comprensione e repressione deifenomeni criminali. Per dirla in sintesi, il

per la raccolta dei dati, a quota 1.964; daiCarabinieri del Comando Tutela Am-biente, 1.219, e dalla Polizia di Stato, 65.Da rimarcare anche il costante lavorosvolto dall’Agenzia delle Dogane checon le sue articolazioni territoriali si ècaratterizzata in particolare per il contra-sto ai traffici internazionali di rifiuti,prodotti agroalimentari contraffatti eopere d’arte. Così come va pure sottoli-neata l’attività repressiva svolta lungo lecomplesse filiere dell’agroalimentare,grazie al contributo dei carabinieri per laTutela della salute (Nas) e delle Politicheagricole e alimentari, del Corpo Foresta-le dello Stato e della Finanza.

Analizzando nel dettaglio i numericomplessivi dell’illegalità ambientaleaccertata nel 2013, a fronte di un lieve egeneralizzato calo del numero di infra-zioni, il segno più lo hanno registratonell’ultimo anno sia il settore agroali-mentare, che ha visto un’impennata deireati accertati, 9.540, più del doppio ri-spetto all’anno prima, sia il ciclo dei ri-fiuti (5.025, +14,3 per cento rispetto al2012) e dell’illegalità commessa ai dannidella fauna (8.504 reati, + 6,6 per cento).

Nelle quattro Regioni a tradizionaleinsediamento mafioso (Campania, Pu-glia, Calabria e Sicilia) sono stati com-messi quasi il 47 per cento degli ecocri-mini (ancora in crescita rispetto al 2012,quando era del 45,7 per cento), a sottoli-neare il ruolo tutt’altro che marginaledelle famiglie mafiose nel controllo delterritorio. Anche l’agricoltura nel nostroPaese è fortemente condizionata dallapresenza della criminalità organizzata,le cosiddette «agromafie», che finisconospesso per condizionare e in diversi ter-ritori controllare direttamente l’intera fi-liera: dal raccolto agricolo, allo smista-mento nei grandi mercati ortofrutticoli,alla vendita sui banchi dei supermercati.Nella ricerca delle responsabilità del«disastro ambientale», Aldo Cimmino,nel capitolo «I nuovi delitti contro l’am-biente», fa rilevare che se è vero che laCostituzione, all’art. 41, salvaguarda lalibertà di impresa, è altrettanto vero chelimita quella libertà con il divieto dicontrastare l’utilità sociale e di arrecaredanno alla sicurezza, alla libertà e alladignità umana.

E ciò è accaduto, per fare un esempio,con la vicenda inerente gli stabilimentidell’Ilva di Taranto, allorquando la scure

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((......))

SPECCHIOECONOMICO

EETTIICCAA AAMMBBIIEENNTTAALLEE EE DDIIRRIITTTTOO AALLLLAA SSAALLUUTTEE ((sseeccoonnddaa ppaarr ttee))

Il problema sono le mafieche infestano il Paese

LL’’IINNQQUUIINNAAMMEENNTTOO AAMMBBIIEENNTTAALLEEÈÈ UUNNOO DDEEII TTEEMMII PPIIÙÙ DDRRAAMMMMAATTIICCIIEE IINNCCAALLZZAANNTTII DDEEII TTEEMMPPII MMOODDEERRNNII

DI MAURIZIO DE TILLAP R E S I D E N T E D E L L ’A S S O C I A Z I O N E

N A Z I O N A L E AV VO C AT I I TA L I A N I

problema sono le mafie che infestano ilnostro Paese, non le energie pulite. Vi èun deciso incremento dei reati accertatidalle Capitanerie di Porto, ben 11.139,seguite dal Corpo Forestale dello Stato,10.201, dalla Guardia di Finanza, 2.061,dai Corpi Forestali delle Regioni a statu-to speciale, 2.625, dalle 30 Polizie pro-vinciali che hanno risposto all’appello

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della Corte costituzionale si è abbattutasui rilievi di incostituzionalità che eranostati sollevati dal Tribunale di Taranto, ein particolare con riferimento a quellanorma che mira ad escludere l’esecuti-vità dei provvedimenti di sequestro, pre-senti o futuri, quando incidano sull’atti-vità produttiva di uno stabilimento, rite-nuto di interesse strategico nazionale, sequesta sia stata autorizzata dal Governo.

Norma che il giudice delle leggi nonha ritenuto in contrasto con la Costitu-zione, ma che è pur sempre il risultato diuna schizofrenia del legislatore che, seda un lato lascia maturare fenomeni so-ciali, del tipo di quelli che stiamo trat-tando, dall’altro - in modo improvviso econ impeto legislativo - opera sceltenormative e politico criminali d’emer-genza, non sempre in linea con i principifondamentali dell’Ordinamento e, dun-que, sostanzialmente inefficaci per la tu-tela dei diritti costituzionalmente garan-titi. Del resto, non è la prima volta che illegislatore, allo scopo di affrontare si-tuazioni di particolare allarme sociale edi peculiare gravità, ha approntato disci-pline «emergenziali» che difficilmentehanno raggiunto l’obiettivo dichiaratodalla norma.

Corollario di tale impostazione è ilprocesso di «normalizzazione» del disa-stro ambientale che sfocia nella logicadel rischio consentito, cioè legittimato daesigenze di carattere economico e pro-duttivo, nonché da quelle occupazionali.Il volume tratta l’inquinamento ambien-tale anche sotto ulteriori profili con gliscritti di Luigi Montano, «Ecofoodferti-lity. Un nuovo modello per la valutazio-ne dell’impatto ambientale e per la pre-venzione primaria nelle aree a rischio» edi Livia Malorni e Maria Grazia Volpe«Inquinamento ambientale e sicurezzaagroalimentare».

Luigi Montano, con dati e apposite ta-belle, ha illustrato il progetto di ricerca«Ecofoodfertility». In un’ottica di pre-venzione primaria, la ricerca tende a su-perare l’impostazione metodologica del-l’analisi del rischio su base epidemiolo-gica introducendo, invece, un approcciointegrato e diretto di valutazione del ri-schio «biologico», per identificare segniprecoci di modificazione funzionale ostrutturale, prima che si manifesti il dan-no clinico, attraverso uno studio di bio-monitoraggio sistematico per diversicontaminanti (metalli, diossine, PCB,idrocarburi policicilici aromatici, bisfe-nolo A, ftalati, parabeni, pesticidi) e bio-marcatori di esposizione, di danno/effet-to e di suscettibilità in coorti selezionatenelle diverse aree d’intervento del pro-getto in Campania, in Italia ed in Europa,puntando, fra l’altro, a valutare i sistemiorgano-funzionali che più precocementedi altri risentono delle condizioni distress, come l’apparato endocrino-meta-bolico e, in particolare, il sistema ripro-

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duttivo maschile (organo Sentinella). Una elaborazione dei dati di mortalità

attraverso la valutazione del rapportostandardizzato di mortalità (SMR) - ese-guite dalla SSD di Epidemiologia del Pa-scale dagli anni 2000 al 2008 - evidenziache per il tumore al polmone un incre-mento significativo si riscontra in 22 Co-muni, delle province di Napoli e Caserta,per la vescica in tre Comuni, mentre peril cancro del fegato il numero di Comunicon incremento significativo è di oltre 20sia negli uomini che nelle donne. Nelcomplesso per tutti i tumori i Comunicon un SMR significativamente più altonegli uomini sono: Mugnano 132, Afra-gola 131, Sant’ Antimo 129, Caivano128, Arzano 123, S. Maria Capua Vetere122. Per le donne eccessi significativisono stati osservati anche nei Comuni diTorre del Greco e Santa Maria Capua Ve-tere per tumore della mammella: SMR115 e 159, rispettivamente, Comuni fa-centi parte della legge Terra dei Fuochi(Airtum 2014, Taranto).

Nel capitolo «Inquinamento ambienta-le e sicurezza agroalimentare», LiviaMalorni e Maria Grazia Volpe hanno sot-tolineato che l’inquinamento ambientaledi origine chimica viene percepito dal-l’opinione pubblica come uno dei rischipiù importanti per la salute in quanto gliagenti inquinanti inevitabilmente entra-no a contaminare la catena alimentare,che coinvolge tutti gli esseri viventi. Uncontaminante può costituire o meno unrischio per la salute in dipendenza da di-versi fattori, tra cui l’assorbimento e latossicità della sostanza, il livello di talesostanza nel cibo, la quantità consumata

di cibo contaminato e la durata dell’e-sposizione. Gli esseri viventi hanno,inoltre, una diversa sensibilità individua-le ai contaminanti e altri fattori della die-ta possono influire sulle conseguenzetossiche del contaminante. Inoltre le so-stanze tossiche e nocive per gli esseri vi-venti possono dare luogo ai fenomeni dibio-accumulazione e di bio-magnifica-zione.

La bio-accumulazione è un fenomenolegato all’aumento della concentrazionedi una sostanza tossica in un organismobiologico col tempo, confrontata allaconcentrazione della stessa nell’ambien-te. I residui si accumulano negli esseriviventi ogni volta che sono assimilati edimmagazzinati più velocemente di quan-to sono metabolizzati o espulsi. Il bio-ac-cumulo delle sostanze tossiche può av-venire direttamente dall’ambiente in cuil’organismo vive oppure attraverso l’in-gestione lungo le catene trofiche (o an-che in entrambi i modi): nel primo caso ilfenomeno viene definito bio-concentra-zione, nel secondo caso bio-magnifica-zione. Le diossine e i furani non sono so-stanze create intenzionalmente dall’uo-mo e si trovano disperse nell’ambiente,sia per cause naturali, sia involontaria-mente come conseguenza di attività an-tropiche. Una delle fonti importanti diemissione di diossine sono gli incendi diboschi e foreste, eventi naturali che acca-devano ancora prima che comparissesulla Terra la vita animale e l’uomo. Re-centemente, inoltre, è stata dimostrataanche una origine naturale geologicadelle diossine, che sono state rinvenutenel caolino. ■

Con «Terra dei Fuochi» si in-dividua una vasta area si-tuata nell’Italia meridionale,in Campania, tra le provincedi Napoli e Caserta, famosaa livello mediatico a causadella presenza di rifiuti tos-

sici e numerosi roghi di rifiu-ti e il loro impatto sulla salu-te della popolazione locale.La terminologia è stata usa-ta per la prima volta nel2003 nel Rapporto Ecoma-fie curato da Legambiente

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el precedente numero diSpecchio Economico ho iniziato

ad analizzare taluni profili d’in-teresse generale emersi nel corso

delle audizioni da parte della XCommissione della Camera dei

Deputati sul progetto di LeggeAbrignani (Atto Camera N. 865) e suldisegno di Legge Delega Rordorf(Atto Camera n. 3671 Ter art. 15)entrambi riguardanti la normativadelle Amministrazioni Straordinarie.Ne ho esaminato i contenuti tecnicialla luce e nella dimensione interna-zionale che distingue le leggi stranie-re di riferimento, quando si tratta diregolamentare tematiche economichee produttive.

Infatti, in molti Paesi i legislatoriaffrontano due diversi obiettivi: chia-rire l’oggetto dell’emananda discipli-na e decidere sulla misura più effica-ce, considerando il panorama legisla-tivo comparabile sulla base di ben-chmarks rappresentati dai risultatidei Paesi più virtuosi. Quando ven-gono affrontate tematiche economi-che e produttive i legislatori si pon-gono e devono dare risposte attraver-so la legge alla quale stanno lavoran-do, ad alcune domande di base. Qualè la finalità della legge, quali fenome-ni devono regolare, in una prospetti-va almeno di medio periodo? Qualirisultati, leggi analoghe, hanno otte-nuto all’estero in Paesi comparabili?Quale soluzione normativa è possibi-le individuare per fornire risultatimigliori?

Oggi si parla molto di sofferenzebancarie, di non performing loans, lefamigerate «n.p.l.», montagne didebiti non pagati, oltre 107 miliardi dieuro nel 2011, lievitati a 202 miliardidi euro nel 2016, che alimentano leprocedure fallimentari, i concordatipreventivi, altre procedure concor-suali con caratteristiche negoziali piùaccentuate rispetto a quelle pretta-mente giudiziarie e nei casi più gravie d’interesse nazionale, leAmministrazioni Straordinarie dellegrandi imprese in crisi. I risultati diqueste procedure in Italia sono estre-mamente deludenti. Secondo i dati diMediobanca Securities dagli 8,8 annidi media del 2010 siano passati ai 7,8anni attuali, contro i 12/24 mesi diGermania, Austria, Polonia e di moltialtri Paesi che presentano risultatidecisamente migliori. A riguardo vaanche notato che il 25 per cento delleprocedure si attesta su una duratamedia di ben 12 anni.

Questa situazione pone l’Italia al111 posto nella classifica del DoingBusiness (Banca Mondiale) per ciòche riguarda il tempo necessarioall’esecuzione di un contratto, ovveroper ottenere il pagamento di un credi-to. I nostri concorrenti diretti e più

vicini sono in posizioni decisamentemigliori: l’Austria è al 6° posto, laGermania al 12° posto , la Francia la14° posto, la Gran Bretagna al 33°, laSpagna al 39° e l’Olanda 31°. È evi-dente che dobbiamo risalire la china eanche velocemente. In questo conte-sto le nostre imprese e le nostre ban-che operano in condizioni decisa-mente peggiori delle loro dirette con-correnti sopportando costi superioria 2 punti di pil. Il nostro sistema eco-nomico diviene sempre più fragilecon quanto conseguente in termini didisoccupazione, disagio sociale, spe-culazioni finanziarie, povertà.

Ecco perché la legislazione che vaad incidere su produzione, finanzaed economia deve essere particolar-mente illuminata e tesa a rimuoveregli ostacoli esistenti alla competitivitàed all’efficientamento del sistemaeconomico e produttivo. Il progettodi Legge Abrignani ed il disegno diLegge Rordorf si collocano in questaprospettiva? Queste norme riusciran-no nella loro attuazione a farci scala-re velocemente molte, moltissimeposizioni nelle classifiche internazio-nali? Sinceramente pur essendocaratterialmente ottimista, non credo.Come ho già scritto anche nell’artico-lo pubblicato sul numero di dicembre2016, è necessario esaminare la possi-bile disciplina di fenomeni economicida regolare normativamente guar-dando a fondo cosa avviene neglialtri Paesi, con una visione la piùinternazionale possibile. Dal panora-ma legislativo a disposizione sul

tema, vanno individuati i risultatimigliori, le «best practicies», ne devo-no essere controllate la compatibilitàcon il contesto italiano, poiché se èvero che l’Italia è spesso speciale, èanche vero che «nihil novi sub sole» eche dal confronto con la disciplinaadottata dagli altri Paesi spesso c’èmolto da imparare.

D’altronde se il metodo seguitodall’Uncitral (Commissione perma-nente delle Nazioni Unite sul dirittodel commercio internazionale) di farelaborare guide legislative o modellidi legge in materia economica efinanziaria da offrire alla adozionedei Paesi componenti le NazioniUnite, da una platea di 60 delegazio-ni formate da economisti e giuristi dialtrettanti Paesi, una ragione ci sarà.Ebbene basta esaminare questi docu-menti legislativi elaborati in sedeUncitral e confrontarli con i testi dellenostre leggi per scoprire che le radicidell’efficienza economica e finanzia-ria al servizio dell’impresa, riposanosulla capacità delle norme di regolarecon chiarezza la realtà esaminatanella sua complessità e di renderedecisiva l’esperienza di comporta-menti virtuosi e prevedibili gli effettidei comportamenti inadempienti edillegittimi.

Le norme qui in esame, secondo ilnostro costume sono ripiegate sulleesperienze normative precedenti:leggi Prodi, Prodi Bis, Marzano e loroderivazioni, con la perpetuazione deigravi problemi che ancora oggi, dopodecenni, restano irrisolti e che le rele-gano al di fuori dei benchmarks inter-nazionali. Sono note le cifre che stig-matizzano l’insuccesso delle legisla-zioni sulla crisi delle grandi impreseovvero proprie delle AmministrazioniStraordinarie. Va sottolineata ora, lariluttanza del nostro legislatore nelprevedere l’adozione, ancor primadell’inizio di misure idonee di qual-siasi procedura concorsuale, per faci-litare e «premiare» il coinvolgimentoe la collaborazione dei creditori e delmercato (fornitori, grandi clienti),nell’individuazione delle misure piùaccettabili se non condivise per ilsuperamento della crisi, e la ristruttu-razione dell’impresa

Se si coltiva la sensazione, spesso ilconvincimento da parte dei creditoridi essere di fronte ad una sorta di«esproprio» dei crediti, operato dalloStato, attraverso l’AmministrazioneStraordinaria delle grandi imprese incrisi, è molto difficile creare quel climadi fiducia che è necessario a facilitarenegoziati, rinunce parziali, posterga-zione dei pagamenti, trasformazionedei crediti in capitale della Società inristrutturazione, rimedi tipici nor-malmente adottati in tali casi. Se i cre-ditori non vengono sufficientemente

di LUCIO GHIA

NORME ESTERE

AMMINISTRAZIONESTRAORDINARIA

IN AMBITOINTERNAZIONALE

NNNN50 SPECCHIO

ECONOMICO

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51SPECCHIOECONOMICO

perseguite dall’Uncitral. La norma in realtà dovrebbe preve-

dere con favore la possibilità che iCommissari Straordinari tentino ditransigere tali contenziosi; ovverocon procedure di gare pubbliche,cedano le azioni revocatorie giàavviate (che spesso rappresentano laparte numericamente più significati-va del contenzioso) a soggetti terzi,anche se creditori, diversi dall’assun-tore del concordato; nonché prevede-re che l’esonero dall’esercizio delleazioni venga autorizzato dal tribuna-le nell’ipotesi in cui risulti che i pro-cedimenti da avviare non comporte-rebbero benefici per la procedura,anche ai fini di una loro ipotetica ces-sione, ad esempio per l’assolutaimpossidenza delle controparti.Infine va notato che spesso in relazio-ne alla gestione ordinaria dell’impre-sa in Amministrazione Straordinariaemerge la necessità di ottenere«nuova finanza». La tempestività nel-l’esecuzione dei contratti relativi, sirivela di estrema importanza, in casocontrario il «cubetto di ghiaccio» siscioglie. Per facilitare l’immediatezzadelle decisioni assunte dal commissa-rio e della loro esecuzione, specie perquanto attiene al pagamento di credi-ti strategici potrebbe essere opportu-no introdurre anche la previsionedella «ratifica», o della «autorizzazio-ne successiva» di tali operazioni, daparte del Tribunale e/o del Ministerosentito naturalmente il Comitato deiCreditori la cui funzione e composi-zione dovrebbe comunque risultarepiù ampia rispetto a quanto previstoin entrambi i progetti in esame.

È da condividere, ancora, la com-petenza attribuita al Tribunale delleImprese, con alti livelli di specializza-zione dei Magistrati a conoscere siadelle domande che del contenziosorelativo alle procedure diAmministrazione Straordinaria cosìcome previsto nella proposta diLegge Abrignani n. 865, conferman-do quanto previsto dall’art. 13 del D.Leg. n. 270/99. Anche la necessità diadeguarsi ai citati parametri interna-zionali, mutuando schemi e propostedalle esperienze più virtuose (GuideUncitral-Insolvency Law), comportala previsione di un termine massimooltre il quale, anche a seguito dellaconcessione di una proroga dell’ese-cuzione del programma di risana-mento autorizzato dal Ministero(Mise), la procedura diventi automa-ticamente di liquidazione giudiziale,ovvero fallimentare.

Evidentemente c’è ancora molto dafare per rendere competitiva la nostralegislazione in materia, ma i prece-denti ai quali ispirarsi ci sono e sonomolti; è necessario approfondire laconoscenza. ■

informati e rappresentati nel corsodella procedura e non possono opera-re a fianco di coloro che ne guideran-no le fasi successive; se ancora, essinon potranno, in relazione alle diver-se esigenze, industriali, commerciali,contenziose, dare il loro avviso, inci-dere sulla gestione, controllarla,occorrendo, chiedere sostituzioninella governance della società, è evi-dente che avremmo sempre più biso-gno dell’intervento dello Stato se nonaltro come «fideiussore» come previ-sto per legge, per sostenere le esigen-ze finanziarie delle AmministrazioniStraordinarie, allontanando ancora dipiù la finanza privata.

Eppure nel nostro Paese v’è unacuto bisogno di hedge funds e diventure capital specializzati nelfinanziare il risanamento delle impre-se in crisi che possano più facilmentefare quello che le banche, grazie allevarie Basilea ed agli accantonamentirelativi, non riescono più a realizzare.D’altronde, il legislatore preferiscenon lasciare spazi ai creditori, rimet-tendo al Ministro finanche la «revo-ca» del commissario straordinario,

come previsto nella lettera F l’art. 15del testo Rordorf. Infatti, i commissa-ri straordinari possono essere revoca-ti (il che manifesta sempre un giudi-zio di disvalore) per giusta causa,dallo stesso Ministro, mentre non siprevede che i creditori con determi-nate maggioranze, possano richiede-re la loro sostituzione per giustificatimotivi, in relazione alle mutate esi-genze della procedura, com’è noto incontinuo divenire e quindi con perio-diche necessità di messa a punto, didiverse caratteristiche professionalidel commissario, e non solo legatealla tipicità dell’impresa.

Penso ad esempio alla capacità diattuare transazioni, con riferimentoalla notevole mole dei contenziosi(azioni di responsabilità, revocatorie)che costituiscono, dopo qualche

anno, la costante delle nostreAmministrazioni Straordinarie, maanche all’attitudine di trovare acqui-renti degli «assets» non strategici. Iltema non è banale poiché si riferiscead una ulteriore costante propria dimolte Amministrazioni Straordinarie.Spesso, infatti, sono stati venduti inprima battuta solo i «pezzi pregiati»separatamente da quelli meno appe-tibili, che da soli non hanno mercato,con conseguenze inevitabili in termi-ni di durata e di costi delle procedu-re. Ed ancora, se si preferisce conti-nuare ad affidare le autorizzazionialle vendite degli assets delleAmministrazioni Straordinarie alMinistero dello Sviluppo Economico,su parere consultivo del Comitato diSorveglianza, si dimentica che l’atti-vità d’impresa non tollera tempi lun-ghi, ma tant’è. Sullo stesso piano sipone la parte dell’art 15 del testoRordorf, lettera j) che disciplina leautorizzazioni: 1) a sospendere o asciogliere i contratti pendenti; 2) apagare i crediti pregressi da conside-rare strategici; 3) a non effettuarealcune azioni revocatorie.

Quanto all’esercizio delle azionirevocatorie da parte del CommissarioLiquidatore mi pare che entrambe leproposte di legge non superino lecontraddizioni emerse nei diversidettati normativi (D. Lgs. n. 270 del1999 e D.L. n. 347 del 2003) né i pro-blemi relativi alla compatibilità omeno dell’azione revocatoria falli-mentare (cioè agevolata) conl’Amministrazione Straordinaria nonliquidatoria ed all’eventuale sua con-trarietà alla disciplina comunitaria intema di aiuti di Stato. Va detto peròche in molti casi tale esonero dallerevocatorie ha effetti positivi, perchéspesso i costi relativi ed i tempi diconclusione dei giudizi si rivelano dimolto superiori ai risultati economiciche ne conseguono. Questa previsio-ne è senz’altro in linea con le finalità

Vienna. La sede dell’Uncitral

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52 SPECCHIOECONOMICO

l’adesione a un aumento di capitaleper 8 milioni di euro. In questo modoil Gruppo italiano acquisirà la brasi-liana Brumado Talco, già proprieta-ria di Magnesita Refratários, diven-tando il principale operatore delcomparto talco in Brasile, strategicoin quanto costituito da piccoli opera-tori non in grado di soddisfare le esi-genze delle grandi multinazionali siain termini di volumi che di qualità diprodotto offerto.

Imi Fabi: 8 milioni di euro da Simest perla crescita in Brasile

La sede di Magnesita Refratários

È stato presentato allo Iab Forum2016 l’Hephaestus Venture, il fondodi «private equity» per supportarel’internazionalizzazione delle azien-de digitali italiane in Brasile. Il fonda-tore Antonino Saccà spiega: «È unponte tra Europa e Sud America. AlloIab Forum ho già trovato delle azien-de interessate, così come alcuni fondiitaliani di venture capital». L’iniziati-va dovrebbe favorire la creazione diposti di lavoro sia per gli italiani chesi trasferiranno in Brasile per crearein loco le start up, sia per i giovaniimprenditori brasiliani che potrannocontare sul supporto accademico del-la Coppead-UFRJ.

L’export italiano verso il Brasile èin forte riduzione per la fase recessi-va attraversata dall'economia brasi-liana: nei primi otto mesi del 2016 ilflusso si è ridotto di circa un quarto.L’Italia continua ad essere il settimomercato di provenienza dei beni ac-quistati dal Brasile, che resta il venti-treesimo partner commerciale delnostro Paese. Questo è quanto emer-so dal Business Forum Italia-Brasileorganizzato a San Paolo dall'Amba-sciata d'Italia, IceAgenzia, Confindu-stria, Fiesp, Abi e Banco do Brasil aSan Paolo. Presente per l’Italia il sot-tosegretario allo Sviluppo economi-co, con specificità verso il commercio

internazionale, Ivan Scalfarotto: «Inostri due Paesi vivono situazionidiversissime, ma accomunate da unaprofonda spinta al cambiamento. L'I-talia è impegnata ad incoraggiare glisforzi dell'Unione europea per unapositiva conclusione delle trattativedell'accordo Mercosur, e guarda conaperto favore alla politica di riformestrutturali avviata dal Governo bra-siliano, con importanti e positive no-vità anche per le aperture agli espor-tatori e agli investitori stranieri». Eha aggiunto: «La consolidata presen-za in Brasile di importanti aziendeitaliane, da Fva a Pirelli a Enel, rap-presenta una soddisfacente base dipartenza, che si aggiunge ai segnalipiù che incoraggianti venuti, malgra-do la crisi, dalla nautica, dalla farma-ceutica, dai prodotti petroliferi raffi-nati. L'Italia scommette sul dinami-smo di questa economia e auspicaun’inversione di tendenza a breve».

La Radici Plastics Ltda, con sede inBrasile da quasi vent’anni, apparte-nente alla RadiciGroup PerformancePlastics, ha ricevuto il premio «Desta-que de qualidade» promosso da un’a-zienda cliente produttrice di filtri car-burante, la Tecfil, operativa in Ameri-ca Latina nella produzione di filtri perautomobili. Jane Campos, ammini-stratore delegato della società, ha sot-tolineato: «Insieme al dipartimento in-gegneristico di Tecfil siamo riusciti atrovare una soluzione specifica per leloro esigenze, mettendo a disposizio-ne due prodotti a marchio Radilon®in grado di migliorare le performancecomplessive del filtro carburante».

Antonino Saccà, fondatore del fondo Hephaestus Venture

Jane Campos, amministratoredelegato della Radici Plastics Ivan Scalfarotto, sottosegretario

allo Sviluppo economico

Hephaestus Venture,un nuovo fondo per investire in Brasile

Business Forum:meno export italianoverso il Brasile

La Tecfil premia in qualità la Radici Plastics brasiliana

C I R C U I T O D I V U L G A T I V O D I C U L T U R A B R A S I L I A N A A C U R A D I R O M I N A C I U F F A

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La Simest - società del GruppoCassa depositi e prestiti che dal 1991sostiene la crescita delle imprese ita-liane attraverso l’’internazionalizza-zione della loro attività, controllata al76 per cento dalla Sace e partecipatada primarie banche italiane e asso-ciazioni imprenditoriali - sostiene l’e-spansione in Brasile del Gruppo ImiFabi di Milano, attivo nell’estrazionee lavorazione di minerali per la pro-duzione di talco, utilizzato in diversisettori come materie plastiche, auto-motive, agroalimentare, farmaceuti-co. Acquisisce il 25 per cento dellacontrollata Imi Fabi Brasil attraverso

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I L B R A S I L E A P O R T A T A D I R I O M A N OCIRCUITO DIVULGATIVO DI CULTURA BRASILIANA A CURA DI ROMINA CIUFFA

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un investimento pari a quasi 287 mi-lioni di dollari americani, finanziaticon fondi propri del Gruppo. Il parcobeneficia di un accordo di acquisto dienergia (PPA) trentennale, che preve-de la vendita di una quantità fissadell’energia generata dai tre impiantiidroelettrici ad un gruppo di societàdi distribuzione operanti sul mercatoregolamentato brasiliano. La fornitu-ra prevista dal PPA avrà inizio nelmese di gennaio 2018 e l’elettricitàgenerata prima di tale data sarà ven-duta sul mercato libero. Apiacás è ilprimo impianto energetico in Brasilecostruito in un cantiere alimentato daun sistema fotovoltaico installato adhoc, che ha permesso una riduzionedelle emissioni prodotte dai lavori dicostruzione. L’impianto da 1,2 MW è«stand-alone», ovvero non è collega-to alla rete. Ora che i lavori di costru-zione sono conclusi, resterà operati-vo e contribuirà con la propria ener-gia rinnovabile a quella prodotta da-gli impianti idroelettrici. Apiacás èanche un esempio di investimentosostenibile effettuato in linea con ilmodello Creazione di Valore Condi-viso (CSV) del Gruppo.

Un italiano rendedigitale e conoscibiletutta Rio de Janeiro

modo anticipando le Olimpiadi.Marketing, sostanzialmente, pubbli-cità intelligente per il progetto, mache ha destato subito sorpresa e inte-resse. Dietro a «I Love Rio», infatti,c’è un enorme lavoro di catalogazio-ne digitale dell’intera città. Tutte leimmagini e i dati relativi a storia, cul-tura, geografia, urbanistica, tradizio-ni, composizione demografica, situa-zione sociale e molto altro relativo aRio, è stato diviso in 16 macro catego-rie, che contano a loro volta altrettan-te aree di consultazione, ognuna dellequali ha 4, 8, o 16 sotto categorie. Cal-colando per difetto, si tratta di oltre25 mila pagine contenenti tutto, oquasi, quello che c’è da sapere sullacittà di Rio de Janeiro, in lingua ingle-se per l’audience internazionale. Pa-gine che documentano la storia e lacultura carioca in ogni suo risvolto,arricchite da migliaia di fotografie emolti consigli per la prudenza e perla sicurezza (le celebri favelas non so-

Mato Grosso: adApiacás l’Enel fa unparco idroelettrico

La città di Apiacás nel Mato Grosso

Nasce da duegrandi passio-ni, la fotografiae Rio de Janei-ro, il progetto«I love Rio» diRiccardo Gio-vanni, italianolaureato a Bo-ston in Econo-mia e Ingegne-

ria che da 10 anni vive nella grandecittà brasiliana. Un’iniziativa di spes-sore culturale, imprenditoriale ed ar-tistico, ma che nel tempo è diventataqualcosa di più di una semplice pas-sione. La notte del 26 luglio 2016, apochi giorni dall’inizio delle Olim-piadi Rio 2016, «I Love Rio» mette asegno un colpo sensazionale di ecointernazionale: sull’intera superficiedella statua del Cristo redentore èstato proiettato un ologramma delCristo stesso con addosso la magliet-ta di «I Love Rio». In Italia Repubbli-ca.it inserì l’incredibile immagine trale «50 migliori foto» dell’anno, in tale

Attraverso la controllata per leenergie rinnovabili Enel GreenPower Brasil Participações Ltda. L’E-nel ha inaugurato il parco idroelettri-co Apiacás, nello Stato del MatoGrosso, nella regione centro-occiden-tale del Brasile, a 150 km da Alta Flo-resta. «L’inaugurazione di Apiacás èun risultato importante per Enel inBrasile, che ha costruito l’impiantoadottando standard di sostenibilità eambientali elevati e ha concluso i la-vori con largo anticipo rispetto aitempi previsti», ha commentato ilCountry Manager di Enel in BrasileCarlo Zorzoli. «Apiacás è un esempioconcreto di come utilizzare al megliole risorse idriche del Brasile, contri-buendo sia alla sostenibilità del mixenergetico del Paese sia allo sviluppodelle comunità locali». Il parco, che èdi proprietà di tre società veicolo

no impossibili da girare e scoprire,ma in maniera responsabile e soprat-tutto sempre accompagnati, visti an-che i recenti fatti di cronaca). Un ba-gaglio di informazioni utili non soloper chi è deciso ad inoltrarsi neimeandri urbani di Rio, ma anche perchi vuole scoprire spiagge deserte,isole, picchi rocciosi, praticare sport,o avventurarsi nelle foreste locali. Ilprogetto vanta oltre 50 domini inter-nazionali, con un’introduzione in lin-gua delle caratteristiche salienti dellacittà e dello Stato di Rio de Janeiro(oltre alla capitale sono state selezio-nate altre 16 città) e con un rimandoalle 25 mila pagine per ulteriori ap-profondimenti in lingua inglese. Unlavoro immenso svolto dal fondatoreinsieme a uno staff di 10 persone, cheha ottenuto il riconoscimento del Mi-nistério do Turismo brasiliano. I testi,oltre a fornire informazioni in chiavestorica e attuale, contengono linkesterni ai siti ufficiali di tutte le azien-de, nonché attrazioni, locali, bibliote-che, chiese, sale da concerto, alberghi,università, negozi, negozi online,giardini botanici, spiagge per fami-glie, per ragazzi, per celebrità, musei,bagni pubblici, chioschi, tour, attivitàper tutti. E per chi desidera ap-profondire letture e conoscimenti, so-no forniti i link diretti per centinaia dimappe, libri, riviste, studi e pubblica-zioni scientifiche ed accademiche.

(SPV) detenute da EGPB, ha una ca-pacità installata totale di 102 MW edè composto da tre impianti: SaltoApiacás (45 MW), Cabeça de Boi (30MW) e Fazenda (27 MW). I tre im-pianti idroelettrici sono diventatioperativi con più di un anno di anti-cipo rispetto alla scadenza stabilitadal bando A-5 del 2013 in cui il Grup-po Enel si è aggiudicato il progetto.Apiacás è in grado di generare oltre490 GWh all’anno, sufficienti a soddi-sfare i consumi energetici annui di ol-tre 200 mila famiglie brasiliane e adevitare l’emissione in atmosfera dicirca 280 mila tonnellate di CO2. Lacostruzione di Apiacás ha richiesto

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Riccardo Giovanni, ideatore di «I love Rio»

di FLAVIO FABBRI (Key4biz)

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Conflitto: cos’è? Comesi risolve? Cosa spiegala psicologia? Dagli studidi Bandura, Lewin, Pavlov,Freud, Festinger, Berlyne,Wundt, Erikson etc. unquadro generale di ciòche è il dubbio che assillafino alla nevrosi le nostrementi e come lo risolviamo(se lo risolviamo)

ILconflitto, quello che tutti abbiamo dentro. Niente dinuovo per nessuno di noi: il dubbio, lo stress decisio-nale, spesso l’angoscia. In psicologia il conflitto con-

siste nella presenza di assetti motivazionali contrastanti ri-spetto ad una meta. Di «oggetto-meta» aveva parlato il socio-cognitivista Albert Bandura nel definire l’autoefficacia. Ilgestaltista Kurt Lewin, fautore della teoria del campo, dà ri-lievo all’interazione tra persone e ambiente per studiare ilcomportamento - nella relazione C=f(P,A) ossia il comporta-mento come funzione di persona ed ambiente - analizza le va-lenze che possono essere date ad un determinato oggetto metao a più di essi. Lewin definisce il conflitto come una competi-zione tra istanze affettive ed avversive, distingue tra conflittiadienti ed evitanti, o doppiamente adienti e doppiamente evi-tanti, a seconda che si presentino due tendenze appetitive (av-vicinamento-avvicinamento), due avversative (evitamento-evitamento), una appetitiva e una avversiva (avvicinamento-evitamento), ossia due più tendenze che siano in sé sia appe-titive che avversative, o più di due (doppio avvicinamento edoppio evitamento): è questo il caso delle mete ambivalenti.

In tutte queste ipotesi, sempre presenti e in modo moltocomplesso ed evidente nella realtà quotidiana, il soggetto ten-derà - quando non a bloccarsi (è l’esempio dell’asino di Buri-dano) - a risolvere in un senso o nell’altro, quindi a predi-sporsi in modo da esaltare l’obiettivo scelto e denigrare quel-lo trascurato per non tornare in conflitto, dunque semplifican-do solo determinati aspetti dell’oggetto-meta e mutando lapropria posizione cognitiva ed emotiva. Ciò non avvienesempre, e il soggetto può tanto ritirarsi dalla decisione quan-to oscillare nevroticamente tra le varie ipotesi.

Fu il russo Ivan Pavlov, lo stesso che studiò le reazioni delcane in ambito comportamentista, a compiere studi sul con-flitto eccitazione-inibizione negli animali in una situazione dinevrosi sperimentale indotta, in cui verificò il presentarsi disituazioni di turbe generali di ansia e disturbi alimentari, tur-be nei rapporti sociali, manifestazioni psicosomatiche. Nel-l’uomo tali reazioni sono molto più evidenti, in un repertoriopiù ampio di sintomatologie.

In ambito psicanalitico, il conflitto riveste un’importanzaprimaria: Sigmund Freud lo colloca tra istinto di vita e istin-

to di morte (Eros e Thanatos), tra Es e Super Io, tra principiodi realtà e principio di piacere, e contrappone il conflitto ma-nifesto ad un conflitto latente. Gli elementi manifesti, se pre-senti, svolgono una funzione di copertura dei conflitti latenti,con implicazioni di rilievo che includono lo sviluppo di psi-copatologie anche molto gravi, cui Freud risponde con l’in-terpretazione dei sogni, le associazioni libere, il transfer, l’i-pnosi, tecniche utili a far emergere le cause inconsce che ilsoggetto soffoca con meccanismi di difesa a partire dal piùdirompente, quello della rimozione, non sufficiente ad elimi-nare il conflitto se non a livello conscio.

Tra i cognitivisti, l’americano Leon Festinger si è espres-so elaborando il concetto di «dissonanza cognitiva», quellostato generato dall’incoerenza tra due credenze od opinionicontemporaneamente esplicitate che si trovano a contrastarefra loro. Distinguendo dissonanze cognitive per incoerenzalogica, per tendenze comportamentali del passato, per costu-mi culturali rispetto al contesto di riferimento, sostiene cheun conflitto possa risolversi in tre modi: la modifica del com-portamento, la modifica dell’atteggiamento o la modificadell’ambiente. È il caso di colui che, disprezzando i ladri, ac-quisti un prodotto ad un prezzo tanto basso da non poter nonpensare che esso provenga da atto illecito. Tale conflitto puòrisolversi attraverso una modifica cognitiva della credenza:smettere di disprezzare i ladri, o intervenendo sul comporta-mento: non comprare, in questo esempio essendo difficilemutare la situazione ambientale. È anche il caso del consumodi sigarette: colui che le assume sa che danneggiano la salute,dunque può smettere di fumare ovvero proseguire dando pe-so alle probabilità (solitamente valutate con euristiche allaKahneman - routinarie, molto efficienti, poco consapevoli,automatiche e tendenti alla semplificazione - e non con algo-ritmi complessi come la formula di Bayes, anche detta teore-ma della probabilità delle cause) che fumare non sempre uc-cide, e che si tratta di un comportamento che molti hanno fi-no a tarda età senza riscontrare problemi incisivi, accettando-ne così anche il rischio. Festinger ricorda Fedro, che conclu-de la favola della volpe e dell’uva con un aggiustamento co-gnitivo: «Tanto era acerba». Importanti i suoi esperimenti sucomportamenti compiacenti e ricompensatori.

IL CONFLITTO INOPPUGNABILE DENTRO DI NOI:DUBBIO AMLETICO O NEVROSI?

P S I C O L O G I A E S O C I E T À

di ROMINA CIUFFA, psicologa

Leon Festinger Kurt Lewin

IvanPavlov

Daniel Ellis Berlyne

SigmundFreud

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55SPECCHIOECONOMICO

È il canadese Daniel Ellis Berlyne acontraddire gli altri studiosi quandoparla di una marcata motivazione alconflitto che spinge l’uomo in tale di-rezione. Le proprietà collative deglistimoli, ossia la presenza di elementi dinovità ed incongruenza con le prece-denti conoscenze determinanti per l’at-tività cognitiva, attengono al confrontoe possono essere messe in relazionecon l’incertezza: un confronto con si-tuazioni nuove e complesse porta adun innalzamento dell’arousal, il livellodi attivazione dell’organismo, e condu-ce all’esperienza che Berlyne ha chia-mato «conflitto concettuale», che puòaumentare eccessivamente l’arousalstesso. Con l’esplorazione specifica èpossibile ridurre tale arousal, mentreeffetto contrario si ottiene con l’esplo-razione diversiva.

La teoria di Berlyne a proposito del-la relazione tra le emozioni e i processicognitivi ripropone un’idea di WilhelmWundt, espressa con la curva diWundt-Berlyne la quale riassume le re-lazioni che intercorrono tra arousal estato emotivo connesso a una data si-tuazione, inteso come valore edonicodella situazione dipendente dall’arou-sal: il valore positivo o negativo delleemozioni è funzione che inizialmenteaumenta, quindi diminuisce con l’au-mentare dell’arousal.

Il conflitto si manifesta a livello in-trapsichico sì, ma anche interpersona-le, come nel caso di opinioni contrarie,e spesso a suscitarlo non è un oggettoma un modello di comportamento.L’appartenenza a diverse categorie ge-nera un conflitto tra ruoli, che vieneesaltato dalle diverse regole, spesso in-

compatibili, da rispettare. Esempio uti-le è quello tra «testimone» e «amico»nel caso di incidente stradale (il ruolo«amico» mente per avvantaggiare ilconoscente, il ruolo «testimone» di-chiara il vero ma avvantaggia così losconosciuto che è stato urtato): alcunihanno risposto al quesito conflittualein termini di ruolo pubblico, altri diruolo privato.

Un conflitto denso di significati èquello intraevolutivo, nel passaggio daun’età all’altra (peraltro molto ben evi-denziato da Erik Erikson), legato alletrasformazioni corporee e alla matura-zione cognitiva. A tale conflitto è pos-

sibile rispondere con una terapia psico-logica affinché il passaggio avvenga ar-monicamente, sia nei bambini, che pas-sano attraverso «età critiche» più sensi-bili (per Erikson sperimentando conflittifiducia-sfiducia, autonomia-vergogna edubbio, iniziativa-senso di colpa, indu-striosità-inferiorità), sia negli adolescen-ti, divisi tra bisogno di contrapporsi allafamiglia con un proprio senso del sé edifficoltà ad accettare la crescita e il di-stacco dalle figure di accudimento (peril medesimo psicologo dello sviluppo, intale fase il conflitto è tra identità e diffu-sione), sia negli adulti (in bilico tra inti-

mità e isolamento contro generatività,poi tra stagnazione e autoassorbimento),sia negli anziani (nel conflitto eriksonia-no tra integrità dell’Io e disperazione).

Nell’area clinica l’applicazione ri-guarda il trattamento delle nevrosi, percui diventa centrale favorire un processodi consapevolezza ed elaborazione deitermini del conflitto nevrotico. È utiledare una «narrazione», far emergere nelcolloquio gli elementi di attrazione e re-pulsione e favorire un processo decisio-nale adeguato. L’elemento terapeuticonei colloqui clinici è sempre presenteanche quando non si sia stabilito alcuncontratto terapeutico ed il clinico non si

sia posto esplicitamente nel ruolo di psi-coterapeuta. Oltre al colloquio sono utilimetodi psicometrici, quali test proiettivi(Rorschach e Tat sono i più utilizzati)che consentono di estrapolare i dati pre-senti inconsciamente, e test grafici.

Anche i profili di Rubin possono rive-lare l’entità di un conflitto, prestandosi adue possibilità di lettura: il soggetto, fis-sando a lungo le figure, alterna le duepercezioni conflittuali sempre più velo-cemente finché l’immagine non si sco-motizza (la scomotizzazione è quel mec-canismo di difesa psicotico di negazioneinconscia con cui il soggetto occulta oesclude dall’ambito della coscienza omemoria un ricordo penoso, ma ancheintellettivamente inteso dalla psicologiacognitiva, la creazione di uno stereotipoove si eviti di prestare attenzione ad al-cuni dati disponibili in un certo conte-sto, dunque risolvendosi in una reazionealla dissonanza cognitiva attraverso fis-sazione cognitiva). I profili di Rubin so-no conosciuti nell’illusione ottica dellafigura sfondo-vaso, tipica di conflitto.

Molti sono gli studi compiuti sul con-flitto intrapsichico, quel dubbio «amleti-co» che, se seviziato, non accompagna-to, non sorretto, non cognitivizzato, con-duce ad una sofferenza talvolta inoppu-gnabile. Alcuni individui sono più pro-pensi a nuotare nel conflitto, a bloccarsi,con o senza nevrosi conclamata. C’è chidice che il segno zodiacale dei Gemelline sia il più afflitto. Altri sono più orien-tati ad agire da boia: un colpo secco, enon ci si pensi più (il segno del Toro,nell’esempio astrologico). Non sia peròsottovalutato il problema: chi vive nelconflitto finisce per cronicizzarne i sin-tomi e le conseguenze sono devastanti. Ècollegato il tema della frustrazione, cheapprofondirò nel prossimo numero. ■

Il vaso di Rubin

Festinger ha elaborato il concetto di «dissonanza cogniti-va». Un esempio ne è il consumo di sigarette: colui che leassume sa che danneggiano la salute, dunque può smet-tere di fumare ovvero proseguire dando peso alle probabi-lità che fumare non sempre uccide e che è un comporta-mento che molti hanno fino a tarda età senza problemi. Ecita Fedro, che conclude la favola della volpe e dell’uva conun aggiustamento cognitivo: «Tanto era acerba»

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erché di giornalisti comeVictor Ciuffa non se ne fan-no più? Perché ha rappre-sentato una delle ultime fi-

gure professionali a credere senzatentennamenti nel duraturo valoredella cronaca. Fino all’ultimo ha dife-so e sostenuto l’assioma che, nono-stante i radicali cambiamenti nelmondo della comunicazione e del-l’informazione, «i cronisti sono il cuo-re e il motore del giornalismo». E ag-giungeva in uno dei suoi editoriali suSpecchio Economico che «per il verogrande giornalismo, quello con la Gmaiuscola, la cronaca è infatti comel’analisi logica e il latino per la linguaitaliana, la chiave per scoprire e percomprendere prima e meglio larealtà, e per spiegarla alla massa».

Il Far West della comunicazione di-gitale, vera o fasulla che sia ma nellemani di tutti e di nessuno, sta facen-do saltare il muro del sistema dei po-teri che si è consolidato nell’illusionedi controllare l’uomo della strada conil dominio dell’informazione dadiffondere e da manipolare a propriopiacimento. Le vittorie a sorpresa diTrump negli Usa e della Brexit in In-ghilterra, la Gran Caciara della cam-pagna referendaria documentano,provano, confermano che la stampa -tutta la stampa, non solo i giornali maanche TV e digitale - non influenzanopiù di tanto l’opinione pubblica, nésanno più cogliere umori e aspirazio-ni di cittadini ed elettori mediantesondaggi proposti come oracoli an-che quando sono sballati E non solo acausa dei social alla Grillo, ma so-prattutto per colpa di chi orchestra ocrede di orchestrare l’informazione.

Ormai si è scoperchiato il vaso diPandora che ha sparso tutto intorno iveleni delle false suggestioni e dellapropaganda politica usa e getta sbu-giardando caste (giornalisti compre-si) ed «establishment». Paghiamo unaltissimo prezzo alla penna professo-rale concessa ad opinionisti che espri-mono pareri, filosofie, indirizzi e per-sino raccomandazioni, interpretandoe descrivendo un mondo virtuale,immaginario, disancorato dallarealtà, sproloquiando di populismoin epoca di nuove povertà, sostenen-do una classe dirigente conformista eautoreferenziale. Negli Usa i mass-media hanno fatto una figuracciascommettendo sul cavallo sbagliatodella Clinton. Su un totale di 59 gior-nali grandi e medi, solo uno ha par-teggiato per Trump.

Se la politica si è chiusa nel Palazzoabdicando al dovere di stare in mez-zo alla gente, il giornalismo ha rinun-ciato a vivere la cronaca, a farsi le os-sa nelle strade, a incontrarsi e scon-trarsi con fatti colti dal vivo e raccon-

meglio inventare. I mass-media tra-dizionali stanno perdendo il control-lo della notizia che il web produce eautoproduce da sé a ritmi inconteni-bili, stritolandola in mezzo alle ruotedi una comunicazione prodotta dauna miriade di protagonisti. Si faticaa intercettare i flussi delle fonti diinformazione moltiplicatisi in misu-ra esponenziale, che passano sotto ilnaso a velocità supersonica. Si cercadi cogliere, fior da fiore dalla monta-gna interattiva, almeno gli spunti chepossano soddisfare la spettacolaritàdegli eventi secondi canoni del me-stiere avviati al tramonto. Il ruolo dimediatori tra i fatti e i cittadini si èindebolito al tal punto che i grillinidell’ultima ora hanno trovato piùsfrontatezza. Si rischia di ammainarela bandiera del giornalismo in unmondo editoriale che, invece di met-tersi al passo con i tempi, si illude disalvare la pelle smantellando le mi-gliori energie professionali.

Diventa follia suicida restare aguardare la grande vetrina interattivasenza entrarci dentro con la forza del-l’esperienza e l’autorevolezza delcronista. Non basta che lasciamo ailettori l’opportunità di interagire connoi, con i nostri blog e con le nostrepiattaforme digitali. Di questo passo,ci si infila in un ruolo di nicchia. Perraggiungere le grandi masse di navi-gatori, bisogna invertire la rotta. Nonaspettarle nei nostri acquartieramen-ti, ma interloquire, con tenacia e spiri-to di servizio, in casa loro, dentro i si-ti, i social network e i blog più fre-quentati, assicurandoci il rimbalzosui mass-media multimediali. Adesempio, che si aspetta a spiegare do-ve porta l’antisistema e raccontare co-me il fascismo conquistò il poteregrazie all’ignavia della politica? Pro-babilmente si incavoleranno per l’in-terferenza, ma qualcuno cominceràad aprire gli occhi e forse a ragionaresui valori della democrazia e a rico-noscere il ruolo del giornalista.

Oggi la cronaca può rappresentarel’ultima spiaggia del giornalismo dadove ripartire per riconquistare spaziperduti, purché si rispettino le sem-pre valide regole delle cinque W: ri-cerca, accertamento, verifica in presadiretta con la gente, controllo dellefonti, fatti e non chiacchiere, coscien-za critica della società, completezza etempestività della notizia. ■

56

PP

SPECCHIOECONOMICO

LLAA LLEEZZIIOONNEE DDII VVIICCTTOORR CCIIUUFFFFAA

Follia suicida la passività del cronista d’oggi

LLAA CCRROONNAACCAA:: UULLTTIIMMAA SSPPIIAAGGGGAADDEELL GGIIOORRNNAALLIISSMMOO DDII OOGGGGII

DI ROMANO BARTOLONISEGRETARIO DEL

SINDACATO CRONISTI ROMANI

tati in presa diretta, contribuendo,volente o nolente, a fabbricare unapiattaforma fumosa di notizie inaffi-dabili, che finiscono per essere mani-polate in forme inverosimili e distor-centi. Una volta il giornalismo avevail polso della situazione, oggi nonpiù. Terremotando la politica, il va-riegato universo dei social ha segnatoil trionfo di Internet, disarmando igiornalisti che non ne hanno azzecca-ta più una. Persino i talk-shaw sonostati battuti dall’euforia del digitale,dalla voglia di contare di più da partedegli eserciti di internauti.

Lo choc ha disorientato i pezzi danovanta del giornalismo, e con loro ilcodazzo di élite di ogni peso e diogni livello di presunzione. Li ha tra-diti la supponenza del saccente el’arroganza intellettualoide. Nono-stante in molti origliassero fra gli an-fratti della rete dal buco della serra-tura, non si è saputa cogliere la di-mensione dei cambiamenti e l’impe-to sconvolgente della democrazia di-retta, e si è continuato a inseguiresondaggi fantasma. A rimorchio delPalazzo della politica in mano a gen-te screditata, si è smarrita la bussoladell’opinione pubblica e si è finitocon il navigare a vista nel virtuale.

Si rifiuta la verità nuda e cruda,specie in tempi di crisi esistenziale, sispernacchiano le voci paludate del-l’ufficialità giudicata asservita al si-stema. In queste condizioni, si rin-corrono le suggestioni più accatti-vanti e le favole più affascinanti dichi la spara più grossa, di chi le sa

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posizione nel mercato locale e globa-le. Sono state inoltre riconosciute laprofessionalità dell’azienda, l’assi-stenza che fornisce a i suoi clienti e lesue capacità in materia di cloud, ol-tre alle politiche di sicurezza e l’im-pegno a migliorarsi costantemente.«La consolidata partnership fra Ci-sco e Italtel si basa su una visione co-mune dell’evoluzione dei servizi edelle reti e sulla complementaritàdelle competenze e dell’esperienzadelle due aziende; Italtel si confermapartner importante per la difesa del-le tecnologie Cisco in America Lati-na», ha dichiarato Guido Candiani,vicepresidente per il settore GlobalService Provider di Italtel.

57SPECCHIOECONOMICO

RETROSPECCHIO

Italtel, azienda di telecomunicazio-ni leader nei servizi di nuova genera-zione e nelle comunicazioni all-IP, haottenuto quattro importanti ricono-scimenti da parte di Cisco: «l’Archi-tectural Excellence in the Service Pro-viders Architectures» per AmericaLatina, Brasile e area MCO (Argenti-na, Colombia, Cile, Paraguay e Uru-guay) e il premio «Enterprise Partnerthe Year» per la regione Cansac(America centrale, Sud America set-tentrionale e Caraibi). I premi sonoun riconoscimento della capacità tec-nica e commerciale di Italtel e ne con-fermano il ruolo di partner di riferi-mento per Cisco nella progettazionee nell’implementazione di reti di te-lecomunicazione. Italtel Brasile èinoltre riuscita a completare il pro-cesso di riqualificazione come CiscoGold Partner: i revisori hanno lodatoil team di Italtel per la sua eccellente

Enel e Nissan, «tutto incluso» perla mobilità elettrica

Snam e Gruppo api,accordo per stazionidi rifornimento

L’auto elettrica più venduta almondo, la stazione di ricarica dome-stica con relativa installazione e unaApp per individuare e utilizzare lecolonnine nel territorio nazionale;tutto a un prezzo mensile fisso e conun unico interlocutore. Si chiama «e-go All Inclusive» ed è la prima offer-ta integrata per la mobilità elettricarealizzata da Enel Energia e Nissan.Il cliente potrà scegliere di guidareelettrico con una proposta «chiavi inmano» che comprende la box stationper la ricarica domestica compresad’installazione, la Nissan Leaf, conbatteria da 30 chilowattora in gradodi percorrere fino a 250 chilometri el’App e-go per localizzare tutte le co-lonnine elettriche in Italia e ricaricarel’auto. «e-go All Inclusive» è disponi-bile a un canone mensile a partire da299 euro al mese, più un anticipo, ealla scadenza del contratto è possibi-le decidere se restituire l’auto o te-nerla con rifinanziamento del valoreresiduo. Inoltre Enel Energia ha lan-

ciato la nuova App «e-go» che per-mette di ricaricare l’automobile inqualsiasi colonnina pubblica di Enel.È sufficiente uno smartphone perusufruire del servizio e non occorrenemmeno essere già un cliente.L’App e-go è disponibile per tutti isistemi operativi e permette a chiun-que di ricaricare il proprio veicoloelettrico nella colonnina più vicinacompatibile con il servizio di EnelEnergia, individuabile grazie al ser-vizio di geolocalizzazione integrato.La tariffazione del servizio è in baseai minuti di utilizzo della presa anzi-ché a energia prelevata e il pagamen-to mensile avviene tramite addebitosu carta di credito, calcolato sul con-suntivo del mese precedente. La rica-rica è gratis fino a dicembre 2016mentre a partire dal primo gennaio2017 la tariffa promozionale è di0,025 euro al minuto.

Italtel si aggiudica4 Cisco Awardsin America Latina

Agos a sostegnodi Unicef per i bambini africani

Guido Candiani

La Nissan Leaf e-go

Snam e Gruppo api hanno firmatouna lettera d’intenti per favorire losviluppo delle stazioni di riforni-mento a metano sul territorio nazio-nale, nel più ampio scenario delleiniziative per la promozione dellamobilità sostenibile. L’accordo miraa instaurare un rapporto di collabo-razione per realizzare fino a 150 nuo-vi impianti all’interno della rete dipunti vendita IP del Gruppo api, fa-vorendo l’offerta di carburanti alter-nativi a basse emissioni come il gasnaturale. Questa iniziativa si collocaall’interno del piano Snam per lo svi-luppo della mobilità sostenibile cheprevede un investimento complessi-vo di circa 200 milioni di euro neiprossimi 5 anni. Facendo leva sullapropria consolidata esperienza dioperatore infrastrutturale e sulla ca-pillare presenza sul territorio, Snamintende supportare lo sviluppo degliimpianti per il rifornimento di meta-no e la diffusione più equilibrata del-le stazioni di rifornimento del Paese.

È stato consegnato l’assegno di ol-tre 130 mila euro che Agos ha raccol-to per l’Unicef Italia. La somma è sta-ta consegnata dall’amministratoredelegato e direttore generale diAgos, Dominique Pasquier, al diret-tore generale di Unicef Italia PaoloRozera. La collaborazione tra Agos eUnicef ha una storia lunga 12 anni eha permesso di salvare centinaia dimigliaia di bambini grazie ai progetti«Vaccinazioni» e «Maternità Sicura».destinando oltre 2,6 milioni di euroall’Unicef. Agos è una società finan-ziaria presente da quasi trent’annisul mercato italiano; attraverso unarete commerciale composta da più di230 filiali, offre prestiti personali,carte di credito e leasing. Propone,inoltre, un’articolata gamma di fi-nanziamenti presso migliaia di puntivendita convenzionati in tutti i setto-ri merceologici.

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saggi delicati e poetici. Sono inoltreesposte una ventina di opere su cartaeseguite con tecnica mista realizzatetra il 2012 e il 2014, magistrali schizzidi figure umane, dove Chia studia ilmovimento, inserendole in sfondi co-lorati di grande suggestione. Com-pletano il percorso altri lavori recentidel maestro, tutti di straordinariaqualità. «L’immagine di un viandan-te è il mio tema preferito, una figurache incede tra cielo e terra contornatodal paesaggio. In fondo dipingere si-gnifica questo, significa pedinare adistanza un soggetto e braccarneun’immagine», ha dichiarato Chia.

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Il Centro Italiano Arte Contempo-ranea di Foligno ospita sino al 29gennaio 2017 la mostra «SandroChia: Opere recenti», personale dedi-cata al grande artista toscano, tra ipiù noti protagonisti della Transa-vanguardia italiana. La mostra racco-glie circa 50 opere, in gran numerorecenti e inedite, molte realizzate ap-positamente per gli spazi del Ciac,arricchendone l’offerta espositiva eoffrendo l’opportunità di incontrarel’esponente più ricco di invenzionefigurativa della Transavanguardia.Accanto a undici grandi tele realizza-te tra il 1998 e il 2003, con le caratteri-stiche grandi figure umane di Chiache emergono da sfondi coloratissimidi forme geometriche o di pennellatericche e dense, troviamo un gruppodi dieci strepitose tele recenti, con alcentro uomini e donne di grande feli-cità espressiva, su sfondi dove domi-nano gli azzurri, i verdi e i blu, e pae-

Windows 10, unnuovo alleato per lasicurezza del Paese

Intesa Sanpaolo eFondazione Bellisario,nati due nuovi premi

Il ministero della Difesa punta sul-l’innovazione e annuncia un nuovoprogetto tecnologico con cui rinno-verà il proprio parco pc dotando ipropri dipendenti di Windows 10con l’obiettivo di garantire al con-tempo produttività e sicurezza. Il Mi-nistero intende ottimizzare i processigrazie all’adozione del nuovo siste-ma operativo di Microsoft che con-sentirà al personale preposto all’am-ministrazione civile e militare delladifesa e delle forze armate di bene-ficiare di un’esperienza più intuitivae di interagire in modo più efficacesu qualsiasi device. Un rinnovamen-to strategico anche nel segno dellacybersecurity, in un Paese in cui si as-siste alla crescente proliferazione diminacce informatiche che vedono l’I-talia contraddistinguersi per percen-tuali di infezioni IT superiori alla me-dia mondiale, secondo le rilevazionidel Microsoft Security IntelligenceReport 2015. Windows 10 offre infattial Ministero significative garanzie in

termini di protezione delle identitàdigitali, dei sistemi e dei dati. «Al-l’interno del Ministero della Difesaabbiamo puntato sull’innovazionetecnologica, sulla sicurezza delle in-frastrutture informatiche e sulla for-mazione del personale, in linea conla nostra necessità di avere un altissi-mo livello di protezione, non solodei nostri sistemi ma anche delleinformazioni che gestiamo», ha com-mentato il capitano di vascello Mau-rizio La Puca del Comando Interfor-ze Operazioni Cibernetiche presso loStato Maggiore del Ministero dellaDifesa. «La Cybersecurity rappre-senta un imperativo per un ente pre-posto alla tutela e alla sicurezza delPaese come il Ministero della Dife-sa», ha dichiarato Simonetta More-schini, direttore della Pubblica Am-ministrazione di Microsoft Italia.

Sandro Chia, inmostra a Folignole opere inedite

Sodexo Italia ottienetre stelle nel ratingdella legalità Agcm

«Melanconia del pittore», 1999-2000

Simonetta Moreschini

Sodexo, società operante nei servi-zi di qualità della vita, ha ottenuto ilmassimo riconoscimento previstodal rating di legalità di Agcm; trestelle a conferma della costante at-tenzione al mantenimento di stan-dard qualitativi altissimi in ogni am-bito di attività. Il rating di legalitàdell’Agcm è uno strumento nato perpremiare le aziende con un fatturatominimo di 2 milioni di euro permet-tendo loro di documentare la situa-zione interna e dimostrare la propriaaffidabilità a clienti, fornitori e inve-stitori. «Siamo fieri di questo ricono-scimento; è la conferma di un sistemavincente che mette al primo posto lacorrettezza e l’affidabilità in ogni am-bito di attività. Sodexo opera in Italiada 42 anni a riprova del nostro impe-gno e dell’attenzione alla qualità cheè alla base del nostro operato», ha di-chiarato Edoardo Venturini, direttorerelazioni esterne di Sodexo Italia.

La Fondazione Marisa Bellisario, incollaborazione con il Gruppo IntesaSanpaolo, ha istituito il premio «Wo-men Value Company 2017 - IntesaSanpaolo»: un nuovo riconoscimentoriservato alle piccole e medie impre-se che si distinguono nel campo dellaparità di genere, attuando politiche estrategie concrete e innovative, pergarantire a uomini e donne pari op-portunità e riconoscimenti di carrie-ra. Due le imprese, una piccola e unadi medie dimensioni, che sarannoproclamate vincitrici dalla commis-sione presieduta da Antonio Catri-calà e dalla presidente della Fonda-zione Bellisario Lella Golfo e che, perla prima volta, riceveranno il premioa giugno del prossimo anno a Roma,nell’ambito della 29esima edizionedel Premio Marisa Bellisario «Donnead alta quota». Le imprese potrannocandidarsi entro il 15 gennaio 2017compilando il questionario on linesui siti www.intesasanpaolo.com ewww.fondazionebellisario.org.

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ve architetture del Gruppo A2A e isuoi territori, dalle centrali valtelline-si al Friuli, dai termovalorizzatorilombardi agli splendidi invasi dellaCalabria. La seconda, dal taglio stori-co, propone un’accurata selezione discatti fotografici in bianco e nero, ap-partenenti al prestigioso patrimoniofotografico conservato negli archivistorici Aem. Il corpus di immaginimette in evidenza due sguardi, dueepoche, due diverse narrazioni cheintrecciano trasversalmente paesag-gio, architettura ed estetica attraver-so i quattro principali elementi: ac-qua, terra, aria e fuoco, fondamentalianche per la produzione di energia.

59RETROSPECCHIO

La grande mostra fotografica «Lecattedrali dell’energia. Architettura,industria e paesaggio nelle immaginidi Francesco Radino e degli ArchiviStorici Aem», esposta fino al 27 gen-naio nella Casa dell’Energia e del-l’Ambiente di Milano, ideata epromossa dalla FondazioneAem - Gruppo A2A, offre alpubblico un’ampia panorami-ca sui luoghi e sulle architettu-re che, tra passato e presente,da nord a sud Italia, rappre-sentano le strutture dell’im-presa legate all’energia dal1910 ad oggi. L’esposizione siarticola in due sezioni checreano uno stretto dialogo fraloro; la prima, un’inedita cam-pagna fotografica a colori rea-lizzata da Francesco Radinonel 2016, ripercorre gli edificisimbolo dell’impresa, le nuo-

Engie Italia e GSA,sicurezza stradalenelle nostre gallerie

Leonardo, accordoin ambito spazialecon il Giappone

Engie Italia, tra i maggiori operato-ri dell’energia e dei servizi, e G.S.A.(Gruppo Servizi Associati), societàoperante nei servizi di vigilanza an-tincendio, hanno sottoscritto unapartnership triennale per l’offerta diservizi integrati di rinnovamento esicurezza delle gallerie in Italia. Ledue società offriranno e gestirannocongiuntamente servizi di illumina-zione, ventilazione, videosorveglian-za, segnaletica e sicurezza antincen-dio sul mercato italiano. In quest’ot-tica, Engie Italia e G.S.A. porterannonel nostro Paese le rispettive espe-rienze maturate da entrambe a livel-lo internazionale. «Grazie alla part-nership con G.S.A, Engie Italia vuoleoffrire servizi integrati ai propriclienti: dall’energia alla manutenzio-ne delle infrastrutture; dal migliora-mento della qualità dell’aria all’inge-gnerizzazione dei flussi informativi;dalla prevenzione delle criticità almonitoraggio continuo dei consumi edei livelli di usura. Il nostro obiettivo

è quello di migliorare la sicurezza ditutti gli automobilisti, abbattendo ul-teriormente i livelli di incidentalità»,ha dichiarato Olivier Jacquier, ammi-nistratore delegato di Engie Italia.«Siamo orgogliosi di collaborare conEngie insieme al quale proporremoal mercato un servizio integrato of-frendo le migliori competenze e tec-nologie del settore. Ci auguriamocon l’integrazione della nostra offer-ta di poter contribuire significativa-mente al rinnovo e ammodernamen-to delle tratte stradali e gallerie italia-ne che necessitano di interventi e ser-vizi innovativi a vantaggio di unamaggiore sicurezza», ha conclusoAlessandro Pedone, azionista di rife-rimento di G.S.A.

Francesco Radinoe le «cattedrali»dell’energia

Roadhouse apreil decimo localenella Capitale

Olivier Jacquier

AlessandroPedone

Centrale idroelettrica di Monfalcone, 2016

SPECCHIOECONOMICO

Firmato l’accordo strategico nelsettore spaziale durante la 28esimaassemblea generale dell’Italy-JapanBusiness Group (Ijbg), presieduta daMauro Moretti, presidente di Ijbg eamministratore delegato di Leonar-do e dal co-presidente giapponeseMasami Iijima. L’Agenzia SpazialeItaliana e l’Agenzia Spaziale Giappo-nese coopereranno nella gestione deidisastri attraverso l’uso dei dati deirispettivi sistemi satellitari Cosmo-SkyMed e Alos-2 che saranno usatiin modo sinergico al fine di rispon-dere a situazioni di emergenza suiterritori italiano e giapponese; l’im-portanza di questa collaborazione èstata provata recentemente duranteil terremoto che ha colpito l’Italiacentrale. Cosmo-SkyMed è il più am-bizioso programma di osservazionesatellitare terrestre mai realizzatodall’Italia per la prevenzione dei di-sastri ambientali, per lo studio dellasuperficie terrestre e per la sicurezza,e il primo concepito per scopi duali.

Ha aperto il nuovo Roadhouse Re-staurant (Gruppo Cremonini) a Ca-stel Romano, di fronte al noto desi-gner outlet: il ristorante è il decimonell’area della Capitale (su 89 com-plessivi in Italia) e con questa apertu-ra prosegue il piano di sviluppo suRoma, dove si prevedono altre 10aperture nei prossimi due anni. «I ri-storanti Roadhouse si sono semprecontraddistinti per la capacità di in-novare e di intercettare le tendenzeed esigenze della clientela. Negli an-ni il format è cambiato, si è evolutocon investimenti nella ricerca e svi-luppo dei prodotti a menu, nella for-mazione delle risorse umane e nellaprogettazione di servizi ad alto con-tenuto tecnologico. Il cibo, il servizioal tavolo e le facilities tecnologicheconcorrono a creare un’esperienzaunica», ha dichiarato l’amministrato-re delegato Nicolas Bigard.

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alcuni in Sardegna nell’area di Ca-gliari e in quella di Nuoro. Il progettoallo studio di Terna e RFI potrebbecostituire la prima grande operazio-ne nel settore dell’energia fotovoltai-ca in Italia a essere realizzata in uncontesto di «grid parity», in assenzacioè di incentivi statali e, quindi, con-trariamente al passato, senza oneriaggiuntivi per famiglie e imprese.L’iniziativa si inquadra nel più am-pio contesto della collaborazione trale due aziende avviata nel 2015 conl’acquisizione da parte di Terna dellarete in Alta Tensione del Gruppo diFerrovie dello Stato Italiane.

60 SPECCHIOECONOMICO

RETROSPECCHIO

L’amministratore delegato di Ter-na Matteo Del Fante e l’amministra-tore delegato e direttore generale diRete Ferroviaria Italiana MaurizioGentile, hanno firmato un accordoper l’individuazione e la realizzazio-ne di iniziative di interesse comunein materia di energie rinnovabili inItalia. In particolare, l’accordo preve-de lo sviluppo da parte delle due so-cietà di un progetto volto alla realiz-zazione di impianti fotovoltaici chealimenteranno con energia pulita iconsumi elettrici di RFI. In base al-l’accordo, si prevede di identificarearee su cui costruire impianti foto-voltaici per una potenza fino a unmassimo di 200 megawatt che garan-tiranno a Rete Ferroviaria Italianauna produzione di energia pulita fi-no a circa 300 gigawattora l’anno. Trai siti potenzialmente idonei per gliimpianti sono stati individuati anche

Openjobmetis, concluso il corsosull’arte calzaturiera

Fastweb si aggiudicai servizi di gestionedei sistemi della PA

Openjobmetis, la prima e unicaAgenzia per il Lavoro quotata oggiin Borsa Italiana, ha portato a termi-ne l’ultimo corso di formazione peraddetti alla produzione di calzaturenel distretto calzaturiero di Empoli elimitrofi. Obiettivo del corso è tra-smettere alle nuove generazioni l’an-tica tradizione calzaturiera toscana eil suo importante ruolo nell’ambitodella manifattura italiana. I brand diriferimento della moda nazionale einternazionale ricercano oggi, infatti,la produzione degli storici protago-nisti del settore, e puntano quindisulla competenza e sull’esperienza diartigiani altamente specializzati. Ènecessario inoltre tener presente chele aziende manifatturiere, che hannoal loro interno veri e propri maestriartigiani, stanno vivendo la proble-matica del ricambio generazionale. Èproprio con quest’obiettivo cheOpenjobmetis ha scelto di strutturareun programma di formazione profes-sionale dedicato a questo settore, che

ha permesso a 8 ragazzi di appren-dere i fondamenti pratici di un me-stiere così antico. Non solo formazio-ne, ma anche beneficienza: grazie aquest’iniziativa, la comunità localericeverà i prodotti di artigianato rea-lizzati dai corsisti: 100 paia di scarpesono state infatti donate alla Venera-bile Arciconfraternita della Miseri-cordia di Empoli. «Il nostro obiettivoè permettere ai giovani in cerca dioccupazione di entrare in contattocon il mondo del lavoro offrendo op-portunità concrete di apprendimen-to della professione; un impegno sudue fronti, formativo e aziendale,che portiamo avanti in tutte le nostreattività. Considerando il successodei corsi fin ora svolti, ci attiveremosicuramente al fine di ripetere questainiziativa formativa anche nel 2017»,ha dichiarato Elena Giorgi, team lea-der di Openjobmetis.

Terna e RFI, unite per l’energiarinnovabile in Italia

Blue Air, da Torinocinque nuove rotte internazionali

Matteo Del Fante Maurizio Gentile

A sinistra, Elena Giorgi

Il Raggruppamento Temporaneodi imprese (RTI) guidato da Fastwebinsieme a Maticmind, si è aggiudica-to attraverso Consip, centrale nazio-nale acquisti della Pubblica Ammi-nistrazione, la gara per la fornituradei servizi di gestione e manutenzio-ne nell’ambito delle infrastrutture IPe delle postazioni di lavoro presentipresso le PA; l’importo complessivodella fornitura è di 346 milioni di eu-ro e comprende tutti e cinque i lottidelle PA centrali e quelle locali ditutte le Regioni italiane. In particola-re, è prevista la gestione e manuten-zione di centrali telefoniche, appara-ti di reti locali, apparati di sicurezza,postazioni di lavoro e server, inter-venti sul cablaggio, attività di presi-dio e di service desk. «Siamo estre-mamente soddisfatti di essere statiselezionati per assistere la PubblicaAmministrazione nella gestione emanutenzione dei sistemi ICT», hadichiarato Alberto Calcagno, ammi-nistratore delegato di Fastweb.

La compagnia area Blue Air conti-nua a sviluppare le proprie operazio-ni sullo scalo di Torino annunciandol’aggiunta di un quinto aereo nel2017 alla propria base torinese e l’a-pertura di cinque nuove rotte inter-nazionali che vanno ad ampliare laricca offerta di voli diretti che il vet-tore opera dal capoluogo piemonte-se: sarà infatti possibile volare concollegamenti diretti per Copena-ghen, Lisbona, Malaga e Siviglia;verrà inoltre aggiunto il nuovo colle-gamento con Oradea in Romania. Ilnumero di voli settimanali che BlueAir opererà da Torino raggiungerà fi-no a 105 frequenze settimanali e ilrafforzamento della base sta avendoun impatto positivo anche sull’occu-pazione locale, con la creazione di114 posti di lavoro (assistenti di volo,piloti ed altre posizioni a supportodell’organico della base di Torino).

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Next. ELiTeBUS 1000 è idonea permissioni a orbita terrestre bassa emedia con capacità di payload fino a350 chilogrammi, potenza massimadi 1,5 chilowatt e un’aspettativa divita di 12 anni. Il sistema è compostoda 9 propulsori catalitici che forni-scono 1 newton di propulsione cia-scuno e un serbatoio per l’idrazina di164 chilogrammi. La sua architetturaall’avanguardia è costruita intorno alprocessore Leon 3 per un’elaborazio-ne dati veloce. Grazie a questo rico-noscimento, Thales Alenia Space ac-cresce le proprie opportunità di esse-re presente nel mercato istituzionalestatunitense per future richieste diofferte di servizi standard nel con-tratto Rapid III.

61RETROSPECCHIO

Thales Alenia Space, joint venturetra Thales e Leonardo-Finmeccanica,ha annunciato che la propria piat-taforma per satelliti ELiTeBU 1000 èstata inclusa dal «Rapid SpacecraftDevelopment Office» nel catalogoRapid III gestito dal Goddard SpaceFlight Center. Con questo riconosci-mento, Thales Alenia Space confer-ma ancora una volta la propria pre-senza strategica come azienda affida-bile nella realizzazione di satelliti nelcatalogo statunitense che include giàla piattaforma Prima. Progettata esviluppata in Francia, ELiTeBUS1000 è stata costruita in base allapiattaforma Proteus impiegata già invarie missioni; tale piattaforma bene-ficia della fusione del concept Pro-teus che consente di trasportare finoa 12 satelliti grazie alla struttura deilanciatori pesanti e comprovate suGlobalstar 1 & 2, O3B e Iridium

Chef Express, apertoun ristorante nelloscalo di Fiumicino

Assochange 2016,il premio è statoconferito all’Acea

Chef Express, la società che gesti-sce tutte le attività di ristorazione delGruppo Cremonini, ha aperto il nuo-vo ristorante «Attimi by Heinz Beck»realizzato nell’aeroporto di Fiumici-no all’interno del Molo E del Termi-nal 3. Nei nuovi spazi Aeroporti diRoma aveva previsto anche un risto-rante di alto livello con servizio al ta-volo e Chef Express ha risposto allachiamata coinvolgendo uno chef plu-ristellato di fama internazionale co-me Heinz Beck. Caratteristica delnuovo ristorante è quella di offrireun’esperienza di un ristorante di al-tissimo livello anche a chi è in viag-gio e ha un tempo limitato. Infattil’offerta si basa sui «menu a tempo»di 30-45-60 minuti, con piatti adegua-ti al tempo che il cliente può passarein attesa della partenza. Secondo Cri-stian Biasoni, amministratore delega-to di Chef Express, «la realizzazionedi Attimi conferma ancora una voltala grande capacità di innovazionedella nostra azienda nel settore della

ristorazione in viaggio e in particola-re aeroportuale. Dopo la collabora-zione con altri chef, questo progettorappresenta la dimostrazione che an-che nei luoghi di viaggio si può tro-vare un’esperienza di ottima qualitàa prezzi medi paragonabili a un co-mune ristorante cittadino». Il nuovoristorante occupa una superficie di260 metri quadrati e ha 70 posti a se-dere e vi lavoreranno circa 50 perso-ne. Chef Express è presente a Fiumi-cino dal 1996 e oggi conta all’internodel principale scalo romano circa 300dipendenti per 21 punti di vendita;in Italia è presente in altri 8 aeroportiitaliani, oltre Fiumicino e Ciampino:Trieste, Milano Linate, Milano Mal-pensa, Genova, Bergamo Orio al Se-rio, Parma, Pisa, e Cagliari.

La Nasa scegliela piattaforma di Thales Alenia

Brambilla, nuovacommessa perla casa della Bmw

Cristian Biasoni

Donato Amoroso, amministratoredelegato di Thales Alenia Space Italia

SPECCHIOECONOMICO

È stato conferito ad Acea il PremioAssochange 2016. «Il Consiglio havoluto assegnare il Premio Asso-change 2016 ad Acea per avere por-tato a compimento il programma ditrasformazione denominato Acea 2.0che ha visto il raggiungimento di si-gnificativi risultati di business e che,attraverso una completa digitalizza-zione dei processi aziendali, ha resol’azienda in grado di confrontarsicon i migliori player del mercato eu-ropeo», ha commentato SalvatoreMerando, presidente di Assochange.«Questo riconoscimento giunge a co-ronamento di un percorso che in me-no di tre anni ha portato alla comple-ta digitalizzazione dei processi ge-stionali di Acea; quella a cui ha datovita la nostra azienda è una vera epropria rivoluzione digitale, un pro-getto destinato a mutare non solo isistemi ma anche l’approccio dellepersone alle attività dell’azienda»,ha dichiarato Alberto Irace, ammini-stratore delegato del Gruppo Acea.

Modelleria Brambilla, società spe-cializzata nella componentistica diprecisione per il settore automotive,ha sottoscritto un ordine del valoredi oltre un milione di euro per la pro-duzione di attrezzature per la fusio-ne di due tipologie di basamentomotore, da 3 e 4 cilindri, con il grup-po automobilistico Bmw; la conse-gna è prevista a partire da aprile2017 fino a gennaio 2018. «Apprez-ziamo questo ulteriore segnale di fi-ducia da parte di Bmw che ci vedràanche per il prossimo anno comepartner tecnologico per la fornituradi componentistica per basamentimotore. La tempistica di consegnaprevista ci permetterà di dare conti-nuità alla produzione che è indispen-sabile per creare sempre maggioreefficienza», ha dichiarato GabrieleBonfiglioli, amministratore delegatodi Modelleria Brambilla.

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sulenza con focus sul settore banca-rio, assicurativo e del risparmio ge-stito, che ha analizzato gli effetti del-la tendenza del sistema italiano acontenere i costi attraverso la chiusu-ra delle filiali. «In Italia assistiamo auna rincorsa al taglio di filiali e di-pendenti in favore della gestione deiclienti attraverso i canali digitali. Ciòdetermina un risparmio nel brevetermine, ma il nostro studio dimostrache ciò non basta. Bisogna interveni-re anche sulla capacità di generare ri-cavi per dipendente, sia offrendonuovi servizi, sia aumentando la pro-duttività commerciale», ha dichiara-to Maurizio Primanni, amministrato-re delegato di Excellence Consulting.

62 SPECCHIOECONOMICO

RETROSPECCHIO

Se tagliassero 6 mila filiali e 60 mi-la dipendenti per conformarsi allamedia Ue di 40 sportelli ogni 100 mi-la abitanti, le banche italiane avreb-bero un risparmio di circa 4,5-5 mi-liardi di costi del lavoro e benefice-rebbero di 14-15 mila euro di mag-giori redditi netti all’anno per dipen-dente. Così facendo la redditivitànetta per dipendente risulterebbe su-periore a quella delle banche tede-sche, tuttavia si manterrebbe un gapdi competitività rispetto alle banchepiù efficienti. Per rilanciare il nostrosistema bancario è necessario ancheintervenire sui ricavi, sia sviluppan-do la capacità di generare margini at-traverso l’attività di intermediazionedel denaro, sia migliorando la capa-cità di mettere sul mercato nuovi ser-vizi a valore aggiunto per la cliente-la. A sostenerlo è uno studio di Ex-cellence Consulting, società di con-

BAT continua a puntare sull’Italiae sull’innovazione

British American Tobacco (BAT) hascelto l’Italia per lanciare, in antepri-ma mondiale, la nuova sigaretta elet-tronica «Vype Pebble», ultima natadella linea Vype; un prodotto rivolu-zionario nel panorama dei dispositi-vi da «vaping» che si distingue perun design altamente innovativo.L’arrivo di Vype Pebble nel nostroPaese segna un passo in avanti nelcampo dei prodotti di nuova genera-zione (NGP, Next Generation Pro-ducts), su cui BAT negli ultimi 5 anniha investito complessivamente 1 mi-liardo di dollari in attività di ricerca esviluppo. L’ampia varietà di colori(Pebble è disponibile in rosso, verde,giallo, blu e nero) consente di sceglie-re il prodotto più in linea con il pro-prio stile, mentre l’elevata tecnologiae i liquidi di Vype Pebble offrono aiconsumatori un’esperienza di va-ping di alto livello. I liquidi per le ri-cariche di Pebble, in particolare, sonosottoposti a un controllo qualità mol-to rigoroso all’interno dei «Laborato-

ri del gusto» di BAT e vengono rea-lizzati in una gamma di aromi persoddisfare tutti i gusti: è possibile,infatti, scegliere tra 6 diverse varietà(golden tobacco, master blend, wildberries, tingling mint, fresh apple esmooth vanilla) e 2 differenti livellidi nicotina (6 e 18 mg/ml), oltre allo0 nicotina. Il lancio di Vype Pebblecoincide con l’apertura in Italia, daparte di BAT, del primo flagship sto-re a marchio Vype, inaugurato a Mi-lano in zona Navigli. Pebble saràinoltre disponibile al sito www.govy-pe.it e, nella fase di lancio, sarà possi-bile acquistarlo all’interno di 50 ta-baccherie milanesi selezionate. Ilprodotto è disponibile a 19,99 euro eil prezzo di una confezione da duecapsule da 4 ml è di 9,99 euro. A ri-prova della volontà di puntare sui

Banche, bisognaagire sulla capacitàdi generare ricavi

Meridiana, nuovovolo internazionaleda Milano a Mosca

«Pebble», l’ultima sigaretta elettronica della linea Vype

Andrea Conzonato

Maurizio Primanni

Dal prossimo 22 marzo, anticipan-do l’avvio della stagione estiva 2017,Meridiana inaugurerà un nuovo col-legamento tra Milano Malpensa eMosca Domodedovo, che proseguiràper l’intera stagione estiva. Il volo di-retto sarà disponibile tutti i lunedì,mercoledì e venerdì, mentre dal 7maggio si aggiungerà un’ulteriorefrequenza, operativa di domenica,per un totale di 4 collegamenti setti-manali. Oltre a Milano Malpensa,Meridiana conferma dal 3 giugno al22 ottobre 2017 il volo stagionale fraOlbia e Mosca. «Con la nuova desti-nazione di Mosca, si rafforza ulte-riormente la presenza di Meridiana aMilano che, nell’estate 2017, vedràsalire a 36 le destinazioni servite conoltre 1,5 milioni di posti offerti com-plessivamente sugli scali milanesi»,ha dichiarato Andrea Andorno, di-rettore commerciale di Meridiana.

prodotti di nuova generazione e davaping, lo scorso anno BAT ha lan-ciato sul mercato italiano anche lapropria prima sigaretta elettronica,«Vype ePen». «Nei primi mesi di testi nostri risultati di vendita si sono ri-velati superiori alle aspettative e agliobiettivi prefissati dall’azienda. Unsegnale importante di come oggi iconsumatori italiani siano interessatiai prodotti da vaping che offranoqualità, sicurezza e assistenza. Perquesto abbiamo deciso di continuarea investire in Italia. Siamo certi che ilmercato dimostrerà che abbiamo fat-to la scelta giusta», ha dichiarato An-drea Conzonato, presidente e ammi-nistratore delegato di British Ameri-can Tobacco Italia.

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completa il piano di riorganizzazio-ne dello spazio aereo italiano, avvia-to nel 2014, che garantisce di rag-giungere la massima efficienza delvolo, generando benefici sia per lecompagnie aeree sia per l’ambiente.«Questo risultato è stato possibilegrazie a due fattori: lo sviluppo tec-nologico e la qualità del nostro per-sonale operativo. Siamo orgogliosi diaver anticipato un progetto così im-portante a livello europeo e di offrirealle compagnie aeree che volano suinostri cieli un servizio sempre piùorientato alle loro necessità, mante-nendo al massimo i livelli di sicurez-za», ha dichiarato Roberta Neri, am-ministratore delegato di Enav.

63RETROSPECCHIO

Enav ha dato il via libera alle ope-razioni Free Route sullo spazio aereoitaliano; sarà possibile, per tutti i ve-livoli in sorvolo ad una quota supe-riore agli 11 mila metri, attraversare icieli italiani con un percorso direttosenza far più riferimento al networkdi rotte, che verranno completamen-te eliminate. È un evento rivoluzio-nario per il trasporto aereo nazionaleed europeo perché le compagnie ae-ree potranno pianificare, senza vin-coli, la traiettoria più breve rispar-miando carburante, emissioni nocivee ovviamente costi, mantenendoinalterati i livelli di sicurezza. Il FreeRoute sarà disponibile non solo per iltraffico aereo in sorvolo, che quindinon atterra o decolla su un aeroportoitaliano, ma per qualsiasi volo che in-tende percorrere una porzione dellasua rotta al di sopra della quota di 11mila metri. Con l’implementazionedel programma Free Route, Enav

Gianluca Comin,ecco come gestirela crisi aziendale

Tagetik, aziendalucchese attiva nelmercato scandinavo

Nell’ultimo libro di Gianluca Co-min «L’impresa oltre la crisi: per unagestione efficace della reputazioneaziendale» (Marsilio Editore, 16 eu-ro), il tema affrontato è quello dellecrisi d’impresa che oggi non sonopiù, o non solo, crisi di produttività.Vengono provocate da violenti e im-provvisi attacchi esterni o, a volte, dapassi falsi del management nella ge-stione della comunicazione. Sono al-l’ordine del giorno e possono assu-mere proporzioni globali, come av-venuto nel caso Volkswagen con loscandalo delle emissioni, ma ancheMoncler e Barilla: sono solo alcuniesempi di gravi crisi che possonoprovocare il crollo in Borsa delleazioni e compromettere la stabilitàdelle aziende. Oggi l’esperienza del-l’autore diventa un libro che raccontale modalità con le quali una crisi puòcolpire le aziende, dall’esterno o dalsuo interno, e fornisce gli strumentiutili per gestire gli avvenimenti av-versi. Gianluca Comin ha ricoperto

incarichi di primo livello nella comu-nicazione e nelle relazioni esterne digrandi Gruppi gestendo i rapporticon la stampa e le istituzioni. Il libroraccoglie la sua esperienza e proponecasi concreti, interviste a dirigenti,consigli per affrontare il nemico piùinsidioso per ogni azienda: gli attac-chi alla credibilità, alla reputazione eal management. Non riservato ai soliaddetti ai lavori, il volume si rivolgea chiunque voglia capire come fun-zionano i meccanismi della comuni-cazione di sé e del proprio brand.Comin ha fondato Comin & Part-ners, società di consulenza strategicacon un’esperienza consolidata nellagestione di grandi operazioni azien-dali, campagne internazionali di ad-vocacy e scenari di crisi.

Enav, via liberaal Free Route sullospazio aereo italiano

Tecnomors, robotica italiana checonquista gli USA

Gianluca Comin

SPECCHIOECONOMICO

Roberta Neri

L’azienda italiana Tecnomors, dal1967 operante nella componentisticaper l’automazione e la robotica, hacompletato il suo progetto acquisen-do la totalità del pacchetto azionariodella statunitense Applied Robotics,specializzata nei componenti per larobotica; l’importo dell’acquisizioneammonta a oltre 3 milioni di dollari.L’operazione è stata sviluppata dallasocietà italiana di investimenti Tra-falgar fondata dal presidente PieroGiacomini che opera come un fondodi private equity e promuove le ec-cellenze del made in Italy con visionestrategica. «In un’epoca di notiziespesso legate alla cessione di aziendeitaliane in mani straniere siamo unadimostrazione che un’eccellenza ita-liana nella tecnologia, sorretta dauna visione strategica del business alungo termine, è in grado di cresceree competere a livello mondiale», hadichiarato Piero Giacomini.

Tagetik, azienda italiana attiva nelmercato delle soluzioni software peril «Performance Management», haannunciato la nascita di Tagetik Nor-dic AB; la società si occuperà di for-nire supporto diretto in termini divendita, implementazione delsoftware e servizi di consulenza alleaziende in Svezia, Danimarca, Nor-vegia, Finlandia e Islanda. La nascitadi Tagetik Nordic AB è accompagna-ta dall’apertura di un nuovo ufficio aStoccolma che permetterà di conti-nuare l’espansione e la crescita nelNord Europa. La nuova azienda saràguidata da due esperti in materia fi-nanziaria e del mercato del softwaredi Corporate Performance Manage-ment: Marco van der Kooij, generalmanager di Tagetik Benelux, rico-prirà il medesimo ruolo anche perTagetik Nordic, mentre Erik Gran-bom sarà il nuovo sales director diTagetik Nordic. Manuel Vellutini, in-vece, sarà il nuovo co-amministrato-re delegato di Tagetik.

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Gli AW139 saranno impiegati per losvolgimento di un’ampia gamma dimissioni tra cui pattugliamento e ri-cognizione in mare e in montagna,ordine pubblico e protezione della si-curezza nazionale. In Italia, oltre chedalla Guardia di Finanza, l’AW139 èstato scelto ed è in servizio presso laPolizia di Stato, la Guardia Costiera el’Aeronautica Militare. Sono più di970 gli AW139 ordinati fino ad oggida quasi 240 clienti in oltre 70 paesiche ne fanno l’elicottero più vendutonella propria classe. Questo modellopuò svolgere anche altri compiti qua-li eliambulanza, trasporto corporatee privato, utility e trasporto offshore.

64 SPECCHIOECONOMICO RETROSPECCHIO

Leonardo-Finmeccanica ha annun-ciato la firma di un contratto con laGuardia di Finanza per la fornituradi sei ulteriori elicotteri bimotore in-termedi AgustaWestland AW139. Ilvelivolo è stato scelto a seguito diuna gara europea lanciata a metà2016, nel corso della quale l’AW139 siè dimostrato il prodotto mi-gliore per soddisfare i requi-siti del cliente. Il contratto,dall’importo di circa 90 mi-lioni di euro, comprende unpacchetto completo di sup-porto logistico e addestra-mento per piloti e tecnici, eprevede opzioni per ulteriorisei macchine. Le consegnedei sei nuovi elicotteri co-minceranno a metà 2017 e sa-ranno completate nel 2019,portando a 8 il numero com-plessivo di AW139 nella flot-ta della Guardia di Finanza.

Antonio Perfetti èco-amministratoredelegato di Gala

I Data Center trasportabili diItaltel in missione

Il Consiglio di amministrazione diGala, tra i principali operatori italianinella vendita di energia elettrica egas, riunitosi sotto la presidenza del-l’ing. Filippo Tortoriello, ha nomina-to Antonio Perfetti amministratoredelegato del Gruppo; Perfetti affian-cherà il presidente e azionista di rife-rimento Filippo Tortoriello che rima-ne amministratore delegato con i me-desimi poteri e che nel corso del 2016ha assunto la presidenza di Unindu-stria Lazio, nel percorso di trasfor-mazione che il Gruppo ha intrapresoper cogliere le opportunità derivantidai nuovi scenari che stanno caratte-rizzando il settore dell’energia. «Ilnostro Gruppo ha avviato una fase dievoluzione per rispondere alle nuovedinamiche del mercato dell’energiacaratterizzato dalla combinazione difenomeni globali quali la decarboniz-zazione, la decentralizzazione, la di-gitalizzazione e la democratizzazio-ne dell’energia per soddisfare leaspettative di una clientela sempre

più esigente e attenta all’efficienzadel prodotto e del servizio», ha di-chiarato Tortoriello. «Siamo entratinell’era dell’internet dell’energia. Lenuove tecnologie hanno permessol’interconnessione tra gli utenti, larete elettrica e i sistemi energetici,rendendo di fatto superato il classicomodello di vendita di energia basatosu contratti di lungo periodo. Voglia-mo essere interpreti dei bisogni diindipendenza dei nostri clienti pro-ponendo servizi ad alto contenutotecnologico che soddisfino i nuovistili comportamentali di condivisio-ne e consumo che rivoluzionerannoil mercato dell’energia nei prossimianni», ha concluso Perfetti.

Leonardo, contrattoper sei AW139 allaGuardia di Finanza

Sace, primo postonella comunicazionedigitale per il web

L’AgustaWestland AW139

FilippoTortoriello

Antonio Perfetti

Sace (Gruppo Cassa depositi e pre-stiti) è al primo posto per la comuni-cazione digitale tra le società nonquotate nella classifica «Webranking2016». La ricerca, condotta sulle 60migliori società non quotate italiane,ha confermato per il secondo annoconsecutivo il primato del sito webdi Sace, che si presenta accessibile sututti i device e si distingue per l’ap-profondimento, la trasparenza e lachiarezza delle informazioni e perl’efficace comunicazione verso glistakeholder e i canali social. Un ri-sultato che conferma l’attenzione delGruppo Cdp alla digitalizzazione ealla crescita del Sistema Paese e chepremia il percorso di ridefinizionedell’immagine digitale di Sace intra-preso negli ultimi anni con l’obietti-vo di sviluppare soluzioni innovati-ve a supporto delle attività di exporte internazionalizzazione delle im-prese italiane.

I Data Center trasportabili realiz-zati e forniti da Italtel a seguito dellagara indetta dall’Agenzia Nato Nciasono stati impiegati per la prima vol-ta in occasione dell’esercitazione de-nominata «Summer Tempest-EagleMeteor 2016». L’esercitazione, allaquale hanno partecipato eserciti didiversi Paesi membri dell’AlleanzaAtlantica, è stata gestita dalla «NatoRapid Deployable Corps - Italy» distanza a Solbiate Olona (VA). L’ele-vata densità tecnologica dei comandiimpone di disporre di strumentisempre più sofisticati per garantireoperatività e capacità decisionale aicomandanti. «I sistemi ICT che ab-biamo fornito si stanno rivelandoidonei a essere impiegati per suppor-tare le manovre di ogni unità schiera-ta sul terreno grazie alla grande po-tenza di calcolo resa disponibile dainuovi Data Center forniti da Italtel ealle nostre competenze di integrazio-ne», ha commentato Stefano Pileri,amministratore delegato di Italtel.

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mondo con più di un miliardo di do-si di vaccino l’anno. La nascita dellaBusiness Unit Sanofi Pasteur è con-seguente alla chiusura ufficiale dellajoint venture Sanofi Pasteur MSD.«Sono emozionato e motivato. Oggidobbiamo proteggere e accrescere ilvalore della vaccinazione e la suapercezione. Il nostro impegno saràrispondere alle esigenze di preven-zione delle persone, mentre affron-tiamo questa sfida culturale. E lo fa-remo con umiltà, coraggio e passio-ne», ha dichiarato Merlo. Sanofi ri-cerca, sviluppa e distribuisce solu-zioni terapeutiche mettendo al cen-tro i bisogni dei pazienti.

65SPECCHIOECONOMICO

RETROSPECCHIO

È nata in Italia la divisione di Sano-fi specializzata in vaccini a uso uma-no. La nuova business unit si chia-merà Sanofi Pasteur e gestirà anchenel nostro Paese e a Malta l’interoportfolio dei vaccini Sanofi, con duesedi, a Milano e a Roma. Tre le aree diintervento: prima infanzia e crescita,vaccini antinfluenzali e per i viaggi.Alla guida della nuova business unit,Mario Merlo, nel ruolo di generalmanager Sanofi Pasteur Italia e Mal-ta. Grazie a più di un secolo di espe-rienza nella ricerca e nella produzio-ne di vaccini di alta qualità, è oggiuna delle principali realtà dedicataalla prevenzione di numerose patolo-gie infettive che rappresentano anco-ra importanti sfide di salute pubbli-ca. Investe più di un 1 milione di eu-ro al giorno in ricerca e sviluppo epermettendo la vaccinazione di oltre500 milioni di persone in tutto il

Stone Italiana farivivere a Riminiil mito di Fellini

Trenord e Mastercardper viaggiare sulMalpensa Express

Stone Italiana, azienda operantenella produzione di materiali peredilizia e arredo in quarzo e marmoricomposto, è stata scelta per la ri-strutturazione del Palazzo Valloni diRimini, ex Cinema Fulgor, che diven-terà la nuova Casa del Cinema, con ilMuseo Federico Fellini e con annessaCineteca comunale. Stone Italianafornirà circa 500 metri quadrati dipavimenti e rivestimenti per il foyer,per la scala principale, le scale secon-darie di accesso alle sale e per i ba-gni. Il materiale impiegato sarà il«metallico», molto particolare e luc-cicante contenente silicio metallico,un prodotto che si ricava dall’indu-stria dell’alluminio e della microelet-tronica. La commessa di Rimini si ag-giunge ad altri progetti di prestigiorealizzati nelle più grandi città delmondo. A Londra si è aggiudicatauna commessa dell’importo di 11 mi-lioni di euro per fornire 305 bagni peril progetto immobiliare Nova-Victo-ria che rivoluzionerà Victoria Cen-

tral. Sempre a Londra è stata sceltaper arredare con 683 bagni gli immo-bili ricavati dalla ristrutturazione delvecchio complesso della Bbc; unacommessa da 11 milioni di sterline. IlGruppo si è anche aggiudicato la rea-lizzazione dei 36 bagni del Plot B diTVC all’interno dello stesso com-plesso. Inoltre, è stata scelta da unostudio di architettura per fornire 168bagni nella sede del Gruppo VeoliaEnvironement, azienda francese si-tuata a Aubervilliers (Parigi). Dal-l’Europa all’Asia con due commessea Hong Kong. La fornitura al presti-gioso Harbour Shangri-La Hotel dicirca 220 metri quadrati di pavimen-to e del rivestimento bagno dello Skyloft al 7 e la pavimentazione del WestKowloon Terminus HK.

Nasce in Italiala nuova divisionevaccini di Sanofi

Innovaway vinceil Premio SmauInnovazione 2016

Mario Merlo

Roberto Dalla Valle, amministratoredelegato di Stone Italiana

Facile, veloce, sicuro grazie ai let-tori contactless Ingenico iUC180B in-tegrati direttamente sui tornelli. Èl’innovativo servizio sviluppato daTrenord e Mastercard per i clienti delMalpensa Express che consente dipagare il biglietto del collegamentoaeroportuale semplicemente avvici-nando la carta contactless (di credito,di debito, prepagata) o lo smartpho-ne con tecnologia NFC (Near FieldCommunication) a uno degli 8 tratornelli e totem dedicati presenti nel-le stazioni di Milano Cadorna, Cen-trale, Porta Garibaldi e di MalpensaT1 e T2 Attualmente, in Europa, soloBratislava, Bucarest, Londra, Madride San Pietroburgo hanno lanciato pa-gamenti contactless nell’area dei tra-sporti metropolitani. Mentre in Italiaè il primo esempio in assoluto concarte contactless. Oltre a Trenord eMastercard, gli altri partner del pro-getto contactless sono Intesa Sanpao-lo, Mercury Payment Services, Inge-nico Italia, NordCom e SIA.

Innovaway, azienda informaticaoperante in ambito internazionale at-tiva in progetti e servizi ICT, è tra leaziende vincitrici del Premio Innova-zione, consegnato durante la quartaedizione di Smau Napoli. La societàè stata premiata per le best practicesadottate nel campo dell’integrazionetecnologica e per l’apertura all’inno-vazione sul mercato. Il Premio Inno-vazione Smau nasce per condividerei migliori esempi di innovazione di-gitale nelle piccole e medie imprese enella Pubblica Amministrazione».«Innovaway, nella propria attività dioutsourcer di servizi ICT, ha la ne-cessità di ottimizzare costantementei propri processi in modo da potereoffrire ai propri clienti servizi com-petitivi sia sotto il profilo del costo,che di qualità e di valore aggiunto»,ha dichiarato Francesco Ferrera, di-rettore generale di Innovaway.

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della Marina Militare che operanonell’area per garantire la sicurezzamarittima, assicurare la tutela degliinteressi nazionali, la protezione del-le linee di comunicazione e delle navicommerciali, della flotta pescherec-cia italiana e delle fonti energetiched’interesse nazionale oltre ad effet-tuare attività di sorveglianza e con-trasto alle attività illecite di organiz-zazioni criminali e terroristiche tran-snazionali. Tali attività rivestono unaimportanza fondamentale in un con-testo come quello italiano fortementedipendente dai traffici marittimi edalla sicurezza sul mare.

66 SPECCHIOECONOMICO RETROSPECCHIO

Sul ponte di volo della Fregata Vir-ginio Fasan, ormeggiata al molo Na-to di Augusta (SR), alla presenza delComandante in Capo della SquadraNavale, Ammiraglio di Squadra Do-nato Marzano, si è svolta la cerimo-nia di avvicendamento al comandodell’Operazione Mare Sicuro tra ilcontrammiraglio Enrico Pacioni (ce-dente) ed il contrammiraglio AlbertoMaffeis (subentrante). Il momento hasancito anche il cambio dell’unità dibandiera dell’operazione: Nave Vir-ginio Fasan è stata sostituita da NaveFrancesco Mimbelli, al comando delCapitano di Vascello Lorenzano DiRenzo. L’Operazione Mare Sicuro,varata dal Governo a seguito dell’ag-gravarsi della crisi libica, schiera dal12 marzo 2015, in un’area di circa80.000 chilometri quadrati del Medi-terraneo centrale, un dispositivo ae-ronavale con il compito di rafforzarequanto già in atto da parte delle navi

Baoli presentai nuovi carrellidiesel KB 40-50

L’azienda Baldipremiata per lasicurezza sul lavoro

Dopo il successo registrato dai mo-delli da 25 a 35 quintali, la linea KBdi Baoli si arricchisce con il lancio deinuovi carrelli frontali diesel KB 40-50. Disponibili in 3 differenti versio-ni, rispettivamente da 40, 45 e 50quintali, i nuovi KB rappresentanoun mix tra progettualità tedesche ecosti competitivi dei prodotti realiz-zati in Asia. La qualità delle compo-nenti assicura l’affidabilità dei nuovicarrelli; l’alimentazione è fornita daun motore Cummings e la trasmis-sione idrodinamica arriva diretta-mente dal Kion Group. Innanzitutto,la particolare forma del contrappesooffre una maggior visibilità durantela retromarcia e assieme alla mani-glia di salita e la maniglia posteriore -quest’ultima dotata di pulsanti di at-tivazione clacson - permette all’ope-ratore di manovrare il carrello in mo-do sicuro, anche nelle situazioni piùcomplesse. La manovrabilità dei KB40-50 è resa ancor più confortevoledallo speciale sterzo di diametro ri-

dotto, mentre l’ampia e spaziosa ca-bina «Full suspended» riduce al mi-nimo le vibrazioni e offre all’opera-tore un’esperienza di guida agevolee sicura. Infine, per assicurare resi-stenza e funzionalità in ogni circo-stanza, il cofano motore dei KB 40-50è stato realizzato in metallo, mentreil cofano dotato di un’apertura oltre i90° e l’ampio vano motore garanti-scono un rapido e comodo accesso atutti i componenti, utile soprattuttoper le operazioni di assistenza e ma-nutenzione. La nuova serie KB 40-50,come tutti i prodotti a marchio Baoli,è distribuita in Italia da una rete didealer selezionati da OM CarrelliElevatori. Il fatto di poter fare affida-mento su un’organizzazione capilla-re e strutturata come quella di OMCarrelli Elevatori rappresenta unodei punti di forza del marchio.

Operazione MareSicuro: Maffeisnuovo comandante

L’Aeroporto di Torinofesteggia il nuovorecord di passeggeri

Alberto Maffeis

La nuova linea Baoli KB 40-50

L’Aeroporto di Torino ha battuto ilrecord storico di passeggeri traspor-tati in un anno superando il prece-dente record annuale del 2011 di3.710.485 raggiungendo i 3.94 milio-ni di passeggeri del 2016, anno di ec-cezionale sviluppo per l’Aeroportodi Torino, in particolare sul frontedelle nuove destinazioni: sono stateinfatti avviate le nuove rotte per Ma-drid, Berlino, Londra Luton, Palmadi Maiorca, Alghero, Napoli e Pesca-ra con Blue Air; per Valencia e Ibizacon Ryaniar; i voli estivi per Lampe-dusa, Skiathos e Corfu di Volotea. Eancora, negli ultimi mesi, Lussem-burgo con Luxair e Tirana con Blu-Express. Il network vanta un ampioventaglio di destinazioni dirette intutta Europa e ottimi collegamenticon i più importanti aeroporti delSud Italia e delle Isole e verrà arric-chito nel 2017 con ulteriori nuovedestinazioni.

Baldi, azienda con sede a Jesi (An)operante nel settore food e nel mon-do delle carni per la ristorazione, haricevuto il premio «Sicurezza sul la-voro» assegnato dalla Federazionedei Maestri del Lavoro d’Italia - Con-solato Regionale Marche. Baldi è sta-ta scelta per aver attuato azioni spe-cifiche finalizzate a mantenere unambiente di lavoro salubre e sicuro.«Già nel 2014 abbiamo ricevuto ilpremio ‘Valore lavoro come buonapratica aziendale’ e ricevere que-st’anno un ulteriore riconoscimentodedicato alla sicurezza sul lavoro cirende ancora più orgogliosi poiché ilbenessere dei dipendenti ci sta parti-colarmente a cuore», ha dichiaratol’amministratore delegato EmilianoBaldi. In particolare, l’azienda ha in-stallato all’interno delle sale di lavo-razione delle carni uno speciale siste-ma per il trattamento dell’aria checonsente di purificare gli ambientimigliorando sensibilmente le condi-zioni di lavoro.

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SPECCHIOECONOMICO

LA letteratura popolare èun immenso caldero-ne di storie, riviste, li-

bri e dispense che ribolle findall’800. Questa narrativapulp era diffusa in Europae Nord America: genericome il poliziesco, l’orrore,il mistero, il rosa fiorironoin un mercato editoriale incontinuo fermento, nelquale autori oggi rivalutatima al tempo considerativolgari parolai, venivanopubblicati in fascicoli dapochi centesimi, a vantag-gio di un pubblico avido diemozioni e di storie avventurose,consolatorie, nazional-popolari e

superomistiche. L’autore, con que-sto completo resoconto della vicen-da italiana e internazionale dellanarrativa popolare, ha compiuto

un’operazione di enormevalore saggistico e ricom-posto un mosaico di estre-ma complessità: il suo in-ventario ragionato di per-sonaggi, autori, testate,editori, generi, è uno stru-mento prezioso per gli stu-diosi del settore e una gui-da perfetta per gli appas-sionati e gli amanti dell’e-ditoria popolare d’antan.«Generi della letteratura

popolare» di Valentino Cecchetti -Tunué Editore - 19,90 euro

N ei mesi che vanno dal 6 giugno 1944 - la datadello sbarco in Normandia - ai primi giorni delmaggio 1945, si racchiude la più grande cata-

strofe della guerra moderna. La lunga marcia dell’e-sercito alleato per la conquista di Berlino, viziata dagravi incomprensioni ed errori tattici, si scontra, infatti,con un nemico tedesco ancora pienamente in forze eintenzionato a dare battaglia. Un apocalittico scontrofinale che, dopo aver esaminato gli archivi di quattro

Paesi e intervistato centinaia di testimoni diretti degli avvenimenti, l’autoreha il merito di ricostruire con un coinvolgente e originale taglio narrativo.«Armageddon» di Max Hastings - Beat Edizioni - 18 euro

L E T T E R A T U R A P O P O L A R E

R A C C O N T O S T O R I C O

S crivere vuol dire progettare una relazione tra per-sone: assunto che oggi si riveste di una nuovavalenza grazie alle tecnologie web e mobile. Da

più parti si sottolinea la centralità del contenuto e del«content marketing», ma purtroppo poche volte ci sisofferma sul nuovo significato dello scrivere in epocainterattiva. Questo libro propone un metodo e un atteg-giamento frutto di anni di esperienza a fianco di agen-zie pubblicitarie e di marketing. Ma soprattutto è un

viaggio trasversale dentro le geografie del testo digitale, alla ricerca diquella filosofia operativa che permette di produrre contenuti credibili e di-stinguersi in mezzo al «rumore di fondo» della Rete. «Manuale di scrittu-ra digitale, creativa e consapevole» di Piero Babudro - Dario FlaccovioEditore - 24 euro

«Lettori selvaggi» di Giuseppe Montesano Giunti Editore - 50 euro

«Green Manor» di Fabien Vehlmann e Denis Bodart

Bao Publishing Editore - 27 euro

S C R I T T U R A D I G I T A L E

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Q uest’opera-mondo, che rac-conta la creatività umana, laletteratura, il pensiero, le arti

figurative e la musica, dai lirici grecia Bob Dylan, da Catullo a Maria Cal-las, dal Gilgamesh a Roberto Bolaño -ognuno può trovare il «da/a» chepreferisce, il più divertente, il piùcoerente, il più assurdo, il più iperbo-lico - è forse, prima di tutto, un attod’amore. Amore verso la vita, primaancora che verso la lettura, perchénon c’è pagina, che parli di poesiaT’ang, di sapienti indiani, di Marzialeo di Nietzsche, in cui non si intravedanitidamente la vita del ragazzo, delgiovane, dell’uomo che su quelle pa-gine si è entusiasmato, si è interroga-to e ha sognato, e che di quelle paginesi è nutrito fino a tramutarle in suacarne e suo sangue. L’autore conducei propri «lettori selvaggi» nei mondidella letteratura e dell’arte: quasiduemila pagine, da Saffo a Houelle-becq, per mostrare come i libri possa-no davvero cambiare la vita. ■

UN INNO ALLA LETTURA

LL ee tt tt uu rr ee

C i sono due aspetti che posso-no incuriosire un lettore e at-tirarlo a comprare Green Ma-

nor. La prima è la bellissima edizioneche rispecchia l’originale francesescritta da Fabien Vehlmann e illustra-ta da Denis Bodart. La seconda è ilgenere: si tratta infatti di sedici storiedi delitti. Siamo in Inghilterra nel-l’anno 1879 e il Green Manor’s Club èil luogo d’incontro di un gruppo di

gentlemen che si dilettano in conver-sazioni che hanno per argomento ildelitto, anzi, il delitto perfetto. Lestorie hanno tutte la caratteristica diessere composte da un numero esi-guo di pagine ma ciò garantisce nonsolo uno sviluppo adeguato, mai ba-nale e appassionante delle vicende,ma anche a conservare sempre il col-po di scena finale nella risoluzionedel caso e del mistero. ■

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LLEEGGGGEE DDII BBIILLAANNCCIIOO SSEENNZZAA PPRRIIOORRIITTÀÀ:: UULLTTIIMMOO AATTTTOO DDEELL GGOOVVEERRNNOO RREENNZZII

ultimo provvedimento del Go-verno Renzi è stato il varo dellalegge di Bilancio. Un atto impor-tante per scongiurare i rischi del-l’esercizio provvisorio, rassicu-

rare l’Europa ed evitare possibili ripercus-sioni sui mercati. Una manovra da 27 miliar-di che contiene provvedimenti importanti edutili per il Paese, a cominciare dalla riconfer-ma del bonus di 80 euro per finire con la ste-rilizzazione della clausola di salvaguardiacon l’aumento dell’Iva per oltre 15 miliardiche avrebbe inciso pesantemente sui consu-mi già stagnanti.

Tuttavia con un limite, che è poi forse sta-to quello del Governo Renzi, certamente at-tivo e dinamico, che ha affrontato più deglialtri decine di problemi e questioni irrisolteche si trascinavano da decenni, ma che da unlato non sempre ha trovato la soluzione piùidonea (a titolo di esempio si vedano i prece-denti articoli sull’evasione del canone Raipiuttosto che sulle 4 banche fallite) o risolu-tiva e dall’altro, laddove era necessario stan-ziare risorse, non ha saputo dare una scalettadelle priorità. Non è dato sapere se per l’en-tusiasmo di fare o se per aumentare il con-senso, ma certo qualche provvedimento inmeno ma più mirato avrebbe consentito diconcentrare maggiori risorse per le cose chedavvero contano, a cominciare dal rilanciodella crescita, che non può che passare dallaripresa dei consumi, dato che il 60 per centodel Pil è composto dalla spesa delle famiglieresidenti. Anche perché gli interventi a piog-gia, che hanno contribuito a creare il debitopubblico, nella Prima Repubblica potevanopagare in termini elettorali, essendo generosie cospicui, mentre le briciole che possonoessere date in questa epoca di crisi e di spen-ding review finiscono per scontentare anchechi le riceve e non si traducono in voti, comeforse dimostra l’esito del referendum.

Sia chiaro che l’assalto alla diligenza nellalegge di Bilancio c’è sempre stato e in talsenso il Governo Renzi non è stato peggioredegli altri, ma certo non c’è stata alcunasvolta. In manovra ci sono 120 interventi dispesa. Come fa notare il Sole24ore, un com-ma su cinque prevede un impegno per le cas-se dello Stato. Solo per citarne alcuni: 83 mi-lioni per le ciclovie turistiche nel triennio2017-19, 20 milioni di euro all’anno per lefinali di coppa del mondo di Sci del 2020, 1milione all’anno al Coni, 15 milioni all’annoper il centro meteo, 3 milioni per la biodiver-sità marina, 2 milioni all’anno per il fondoper le rievocazioni storiche, 1 milione per lapromozione del made in Italy, 2 milioni nel2017 e 3 milioni nel 2018 e 2019 ai cittadiniitaliani con 4 o più figli che lavorano in unPaese Ue, 300 mila euro per gli invalidi diguerra, 3 milioni in tre anni alle associazionicombattentistiche, 5 milioni per le adozioni

all’estero, 70 milioni alle province di Trentoe Bolzano, 20 milioni per la promozione del-la lingua italiana all’estero (30 milioni nel2018 e 50 nel 2019), 4 milioni all’anno pergli enti gestori di corsi di lingua all’estero,1,3 milioni per il sostegno della stampa ita-liana all’estero, 5,5 milioni (16,5 nel trien-nio) per il prepensionamento dei giornalisti,10 milioni per le fondazioni liriche e via di-scorrendo. In totale un miliardo e mezzo(1,513 milioni) nel solo 2017 per fondi adhoc, che salgono a 1 miliardo e 689 nel 2018e a 1 miliardo e 886 nel 2019.

Non si tratta di entrare nel merito dellesingole voci, ma certo se il Fondo per la lot-ta alla povertà, che nel 2015 ha raggiunto ilprimato di 4,6 milioni di poveri assoluti, vie-ne incrementato di appena 150 milioni,quando lo stesso ministro Poletti ne avevachiesti 500, è evidente che il Governo, comeahimè i precedenti, non aveva chiare le prio-rità di questo Paese. L’Istat ci ha detto neigiorni scorsi che il 39,9 per cento degli ita-liani non può permettersi una spesa imprevi-sta di 800 euro. È questa l’urgenza, socialeed economica. Ci sono in questa manovra al-cuni provvedimenti che vanno nella giustadirezione, dal bonus di 80 euro all’aumentodella quattordicesima, ma persino in questicasi sarebbe stato opportuno seguire il consi-glio del presidente della Corte dei Conti, Ar-turo Martucci di Scarfizzi, che in audizionesulla legge di Bilancio aveva consigliato, pergli interventi a sostegno delle famiglie, vistii limitati margini finanziari, un più esteso ri-ferimento alle condizioni economiche com-plessive indicate dall’Isee. Uno strumentoimportante per consentire di orientare al me-glio le risorse disponibili. Parole inascoltate.

Anche Bankitalia aveva auspicato inter-venti più organici e sistematici per evitaresovrapposizioni o aree scoperte e l’Ufficioparlamentare di bilancio aveva evidenziatole molte misure frammentarie difficilmenteriferibili a un disegno organico di politicaeconomica («gli interventi a sostegno dellafamiglia sono di modesta entità, frammenta-ri e non selettivi dal punto di vista dei mez-zi»). Basti pensare ai vari bonus (stradivari,18enni, bebè, nido) dati a tutti, anche a chinon ne ha effettivamente bisogno. Un regaloinutile per chi è benestante, uno spreco intol-lerabile in epoca di ristrettezze. Non sonospiccioli, se si pensa che per il bonus nido lostanziamento del 2017 è pari a quello delFondo povertà: 144 milioni.

L’auspicio è che ora il Governo Gentilonidecida qual è la priorità del Paese. Perl’UNC è la riforma del Fisco. Cosa certo im-possibile da attuare se si vogliono ridurre letasse a tutti, ma fattibile se, nel segno dell’e-quità, ci si concentra su quel 39,9 per centodi italiani che non possono permettersi unaspesa imprevista di 800 euro. ■

PRESIDENTE DELL’UNIONENAZIONALE CONSUMATORI

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Tuttavia con un limite,che è poi forse stato

quello del Governo Renzi,certamente attivo e

dinamico, che ha affrontato più degli altri

decine di problemi e questioni irrisolte che

si trascinavano da decenni, ma che da un

lato non sempre ha trovato la soluzione più

idonea o risolutiva e dall’altro, laddove era necessario stanziare

risorse, non ha saputodare una scaletta delle

priorità. Non è dato sapere se per

l’entusiasmo di fare o seper aumentare il

consenso, ma certo qualche provvedimentoin meno ma più miratoavrebbe consentito di concentrare maggiori

risorse per le cose chedavvero contano, a

cominciare dal rilanciodella crescita

DI MASSIMILIANO DONA

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SPECCHIOECONOMICO

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69SPECCHIOECONOMICO

Renato Mazzoncini,amministratore delegatoe direttore generale delGruppo Ferrovie delloStato Italiane, è stato elet-to presidente dell’Unioninternationale des che-mins de fer, l’associazio-ne che rappresenta il set-tore ferroviario a livello globale.

Gianmarco Sessa è ilnuovo country managerItalia di Instapro.it, piat-taforma online che mettein contatto consumatori eprofessionisti qualificatiper soddisfare tutte le esi-genze di lavori in casa:dagli interventi di manu-tenzione ai progetti di ristrutturazione.

La Pernigotti, aziendaitaliana specializzatanella produzione di pro-dotti a base di cioccolato,torroni e preparati pergelato, di proprietà dellafamiglia turca Toksozdalla fine del 2013, hanominato MassimilianoBernardini nuovo direttore commerciale.

Maria AntoniettaCompagnone è statanominata direttore deldipartimento RegulatoryAffairs & Pricing diMerck Italia, aziendascientifica e tecnologicaoperante nei settori «heal-thcare», «life science» e«performance materials».

Lucy Edwards è lanuova marketing mana-ger passenger & lighttruck di ContinentalItalia, filiale della multi-nazionale tedesca cheproduce pneumatici,sistemi di frenata, sistemidi controllo, di stabilità edi altre parti per automobili e autocarro.

Assochange ha eletto Daniela Clericialla carica di segretario generale del-l’ente. Fondata nel 2003, è un’associa-zione di imprese e istituzioni che si pro-pone di essere luogo di incontro sulchange management per aiutare le orga-nizzazioni a raggiungere i loro obiettivi.

Cristina Parenti è lanuova responsabile delladirezione relazioni ester-ne e comunicazione diEdison, azienda italianaattiva nei settori dell’ap-provvigionamento, pro-duzione e vendita dienergia elettrica, gas eolio grezzo.

Elena David ha assun-to l’incarico di ammini-stratore delegato diValtur, il cui nome èacronimo di «valorizza-zione turistica», quartogruppo alberghiero inItalia controllato daInvestindustrial, societàdi investimento.

È Federico Terenzi ilnuovo presidente dell’as-sociazione dei giovaniimprenditori vinicoli ita-liani, ente che nasce nel1989 per accrescere lospirito di coesione fra leaziende del settore, affer-mando il proprio ruolo diportavoce della nuova generazione.

Andrea Fluttero è ilpresidente di Unire,l’Unione imprese delrecupero, che rappresentaa livello nazionale ecomunitario le aziendeche gestiscono attività diraccolta, trasporto, sele-zione, trattamento, stoc-caggio, recupero e riciclaggio dei rifiuti.

Anselmo Calò è ilnuovo presidente di Fise,la Federazione imprese diservizi che rappresenta ilsettore dei servizi privatialla collettività e alleimprese; oggi rappresen-ta oltre mille aziende chefatturano 10 miliardi dieuro e occupano circa 100 mila addetti.

Paolo Iannelli è stato nominatosoprintendente speciale per le aree col-pite dal sisma. Iannelli, ingegnere delministero dei beni e delle attività cultura-li e del turismo, è componente dell’Ufficiosicurezza del patrimonio e emergenze edè esperto di codice degli appalti.

MasterCard ha annun-cia l’ingresso di LucaFiumarella nel ruolo dihead of marketing Italy &Greece con il compito diguidare le strategie dimarketing e di rafforzareil brand dell’azienda cheopera nel settore delletecnologie per i pagamenti.

Faber-Castell Italia haannunciato la nomina diMichele Piemontese adamministratore delegatodella filiale italiana del-l’azienda tedesca cheattualmente produce ognitipo di materiale di can-celleria, ma che divennefamosa grazie alla produzione di matite.

Arnaldo Aiolfi è ilnuovo amministratoredelegato Italia di ClubMed, azienda franceseche fornisce servizi per ilturismo, in particolare inluoghi esotici; è stata unadelle prime aziende adoffrire ai propri clienti laformula del «tutto compreso».

Paolo Campoli è statonominato head of globalservice provider businessper il Sud Europa diCisco, azienda operantenella fornitura di apparatidi networking e sulla pro-duzione di route; attual-mente vi lavorano oltre60 mila persone nel mondo.

Ikea Italia Retail haannunciato la nomina diAlessandro Aquilio acountry communicationmanager; Ikea è un’azien-da multinazionale fondatain Svezia specializzatanella vendita di mobili,complementi d’arredo ealtra oggettistica per la casa.

Domenico Zonin, già presidente diUnione Italiana Vini, è stato confermatoper il prossimo triennio alla vicepresi-denza del Comité Européen desEntreprises Vins, l’organizzazione cheraccoglie le associazioni dei produttorivitivinicoli di tutta Europa.

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70 SPECCHIOECONOMICO

AAffffaarriiAAffffaarrii &&&& CCuullttuurraaCCuullttuurraa a cura diRomina Ciuffa

MARTE: INCONTRI RAVVICINATI CON IL PIANETA ROSSOROMA, MUSEO DELLE TERME DI DIOCLEZIANO FINO AL 28 FEBBRAIO

Nel Museo delle Terme di Diocleziano di Roma,un progetto dell’ASI in collaborazione con ESA eINAF, in partnership con Leonardo Finmeccanica,Thales Alenia Space e National Geographic. L’oc-casione è stata colta per la firma del contratto traTAS e ESA per l'ultima parte del progetto ExoMars

pianeta Marte è il protagonista di una mo-stra organizzata a Roma dall’ASI in parte-nariato con il Ministero dei Beni, delle Atti-

vità Culturali e del Turismo. «Marte - Incontriravvicinati con il pianeta rosso» è il titolo della ras-segna aperta al pubblico, con ingresso libero, fino al28 febbraio 2017 presso l’Aula Ottagona del MuseoNazionale Romano alle Terme di Diocleziano (ViaGiuseppe Romita 8, Roma). Essa unisce, con uncoerente filo conduttore, il passato di Roma - con lestatue che rappresentano il dio della guerra - al fu-turo, attraverso le prossime missioni marziane e lacolonizzazione del pianeta rosso.

Un futuro che, come per il passato, vedrà l’Italiaprotagonista. Tra questi due estremi la storia, la cul-tura e la scienza, i primi studi dell’astronomo e in-gegnere Giovanni Schiaparelli e i disegni dei suoicanali, il cinema di fantascienza e l’impresa dell’uo-mo di conoscere il gemello del proprio pianeta. Aquesta esposizione hanno fornito il prezioso contri-buto, l’Agenzia spaziale europea, l’Istituto naziona-le di Astrofisica, oltre a Leonardo Finmeccanica,Thales Alenia Space e National Geographic Chan-nel.

Al quarto pianeta del sistema solare è dedicato

un percorso espositivo articolato in sette sezioni,che evidenzia il livello di conoscenza di Marteraggiunto al giorno d’oggi, con una rassegna delleprincipali missioni che hanno fornito dati e immagi-ni per tracciare un identikit sempre più preciso diquesto affascinante corpo celeste. Si parte con lestoriche sonde Viking, passando per la missioneeuropea Mars Express, i rover a stelle e strisce Cu-riosity e Opportunity, la sonda americana MarsReconnaissance Orbiter fino a giungere ad Exo-Mars, la missione che vede la collaborazione diESA e Roscomsos e la significativa partecipazio-ne del nostro Paese attraverso l’ASI. Una video in-stallazione, ispirata a «Mars», la nuova serie televi-siva diretta da Ron Howard, costituisce il corona-mento del percorso.

La mostra è stata inaugurata alla presenza di Ro-berto Battiston (presidente dell’ASI), David Parker(direttore del Dipartimento di robotica dell’ESA), En-rico Cappellaro (vicepresidente dell’INAF), DonatoAmoroso (amministratore delegato di Thales AleniaSpace Italia) e Mauro Moretti (amministratore dele-gato e direttore generale di Leonardo-Finmeccani-ca). L'evento è stato anche l'occasione per annun-ciare, da parte di Thales Alenia Space, joint venturetra Thales (67 per cento) e Leonardo-Finmeccanica(33 per cento), la sigla con l’Agenzia spaziale euro-pea (ESA) del contratto finale per il completamento

delle attività relative alla missione ExoMars 2020.«ExoMars è un programma irrinunciabile. La conti-

nuazione della missione prevista per il 2020, decisaal recente consiglio ministeriale dell’ESA, mette l'Eu-ropa sulla frontiera dell'esplorazione spaziale», hacommentato Battiston, presidente dell’ASI. «L’Italiacontinua ad essere in prima fila nella scienza e nellatecnologia, per cercare le risposte sull'origine dellavita e l'evoluzione del sistema solare, obiettivi prima-ri in vista dell'esplorazione umana di Marte».

IL

«In Marte le cose sembrano proceder molto diversamente» (Giovanni Virginio Schiaparelli)

Roberto Battiston,presidente dell’ASI

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SPECCHIOECONOMICO 71

CARLO III DI BORBONE AL MANN DI NAPOLI

San Pietroburgo, nel Museostatale Ermitage fino al 12marzo 2017 e per la prima vol-

ta in Russia, una mostra rendeomaggio all’eclettico artista-designernato a Granada ma profondamente le-gato a Venezia: Mariano Fortuny. Cu-rata da Tatyana Lekhovich con Danie-la Ferretti e Chiara Squarcina, è pro-dotta dall’Ermitage con il suo direttoreMichail Piotrovsky in un progetto con-giunto con la Fondazione Musei Civici

A

VENEZIA VA IN RUSSIA

Momenti dell’inaugurazione della mostra all’Ermitage di San Pietroburgo

Due opere in mostra

di Venezia diretta da Gabriella Belli(con la collaborazione all’organizza-zione di Villaggio Globale Internationale il patrocinio di Ermitage Italia). L’e-sposizione presenta abiti e costumi,disegni, tessuti, dipinti, sculture, foto-grafie e oggetti d’arte: sono giunte inRussia 172 opere, comprese alcunedi proprietà di Fondazione Venezia indeposito a Mocenigo, cui si sono ag-giunti prestiti di collezioni private italia-ne e russe e opere dell’Ermitage, in-cluso il noto Vaso Fortuny. «Un’opera-zione internazionale di grande presti-gio ci vede ancora una volta protago-nisti», ha commentato MariacristinaGribaudi, presidente della FondazioneMusei Civici di Venezia.

Matteo Pugliese, «Custode Samurai»

ino al 16 marzo il Museo ar-cheologico nazionale di Napoli,da un anno sotto la direzione di

Paolo Giulierini (nella foto a de-stra), si impegna in una significativacollaborazione internazionale con Ma-drid - l’Accademia Reale di Belle Arti diSan Fernando - e con Città del Messico- la Facoltà di Arte e Disegno dell’uni-versità locale - per dar vita all’affascinante mostra dedica-ta a Carlo III di Borbone nell’ambito delle celebrazioni peril trecentesimo anniversario della nascita dell’illuminatosovrano. Una mostra diffusa in tre sedi - Italia, Spagna eSud America - che contemporaneamente ricordano il ruo-lo all’avanguardia svolto dal reale borbonico nella trasmis-sione della conoscenza e della passione per le antichità:Napoli con gli originali, Madrid con i gessi settecenteschi,Città del Messico con i disegni. Spiega Giulierini: «È unatappa per la crescita del nostro istituto, in coerenza con ilgrande sforzo attuato quest’anno per riaprire e riconnette-re il Museo alla città e al pubblico e con il programma stra-tegico presentato 2016-2019».

F

Gruppo SEA, che gestisce gli ae-roporti di Milano, presenta fino al30 marzo 2017 a Milano Malpen-

sa la mostra «Spiriti ostinati» diMatteo Pugliese (Milano, 1969), sculto-

re tra i più interessanti e ricono-sciuti a livello internazionale.La rassegna conferma la vo-lontà di SEA di rendere Milano

Malpensa un unicum nel panora-ma degli aeroporti mondiali, dovein tempi recenti si sono alternateesposizioni dedicate a grandi

maestri quali Fausto Melotti, Mari-no Marini, Gio Ponti, GiuseppePellizza da Volpedo a quelle diautori appartenenti al panorama

artistico contemporaneo, quali He-lidon Xhixha, Carlo Bernardini e altri.

IL

SEA E LE MOSTRE A MALPENSA

ino al 5 marzo 2017 nelle duesedi del Museo Nazionale diCastel Sant’Angelo a Roma e

del Museo Giacomo Manzù diArdea la mostra «Manzù - Dialoghisulla spiritualità, con Lucio Fontana»:80 opere tra disegni e sculture chemettono in dialogo i due artisti ripor-tando alla luce una linea essenzialedell’arte, italiana e non solo, fra gli an-ni 50 e 60 del Novecento La mostra in-tenzionalmente tiene uniti, attraversoun progetto concatenato e interdipen-dente, Castel Sant’Angelo e il MuseoManzù di Ardea, due realtà museolo-giche molto diverse l’una dall’altra. Ilmotivo è spiegato da Edith Gabrielli,direttore del Polo Museale del Lazio,che ha in gestione entrambi i musei:«Concepire la mostra in due sedi dipari livello significa andare oltre, supe-rare il tradizionale rapporto di suddi-tanza, o se si vuole di centro-periferia,che normalmente Roma con la suaobiettiva grandezza detta, impone allaprovincia e all’intero Lazio».

F

UNIRE CASTELSANT’ANGELO

CON ARDEA

PaoloGiulierini

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F O R D

SPECCHIOECONOMICO

DAL MONDO DEI MOTORI

O P E L

CHI DI ABBAGLIANTI FERISCE...

Quando si guida è fastidioso incro-ciare un’auto con gli abbaglianti:queste luci fanno esattamente quel-lo che dice il nome, e oltre al fastidioc’è il rischio concreto di trovarsi di-sorientati dalla forte luce, con i rischiche ciò comporta. La polizia cinese,per educare gli automobilisti, ha de-ciso di ricorrere ad una forma dicontrappasso come punizione per laguida con gli abbaglianti accesiquando sarebbe vietato: infatti, oltrealla multa di 40 euro e la perdita dipunti sulla patente, i guidatori indi-sciplinati vengono fatti sedere suuna sedia di fronte al loro veicolo edevono guardare per 60 secondi leluci abbaglianti accese. Questo do-vrebbe fare passare la voglia di usa-re impropriamente gli abbaglianti.

La nuova Ford Fiesta versione ST-Line

LA Ford ha svelato la nuova generazione della Fiesta, la più tecnolo-gicamente avanzata al mondo, disponibile in 4 declinazioni: l’e-legante Vignale, la sportiva ST-Line, la sofisticata Titanium e la

crossover Active. La gamma di tecnologie di assistenza alla guida della nuovagenerazione di Fiesta si estenderà grazie a una serie di sensori in grado di te-nere sotto controllo la strada fino a 130 metri di distanza; sarà dotata di unaversione avanzata del sistema di riconoscimento dei pedoni, che può aiutare aevitare collisioni anche di notte, e di un aggiornamento del sistema di par-cheggio semiautomatico Active Park Assist che frena autonomamente per evi-tare urti durante le manovre. La nuova generazione di Fiesta sarà anche la pri-ma Ford a essere dotata di un impianto audio premium B&O Play. Inoltre, lagamma delle motorizzazioni includerà l’EcoBoost 1.0 da 140 cavalli e il TDCi1.5 da 120 cavalli, il primo diesel ad alta potenza disponibile su Fiesta.

La nuova Opel Insignia Grand Sport

D opo 8 anni sul mercato l’attuale Opel Insignia lascia il posto alla nuovagenerazione che si chiama Insignia Grand Sport. Il comportamento sustrada può essere gestito tramite il sistema «FlexRide» che interviene

sulle regolazioni di ammortizzatori, sterzo, risposta dell’acceleratore e funzio-namento del cambio automatico, in accordo alle modalità «Standard»,«Sport» e «Tour». La dotazione include il regolatore di velocità adattivo, il si-stema che mantiene l’auto nella corsia di percorrenza, la telecamera di par-cheggio a 360°, l’head-up display e la tecnologia per evitare incidenti quandosi esce da un parcheggio in retromarcia. Sono disponibili il cambio automati-co a 8 marce e la trazione integrale che sarà abbinata inizialmente al cambioautomatico, ma successivamente si potrà avere anche sui modelli a trazioneanteriore. I motori sono tutti a 4 cilindri turbo: i benzina 1.5 (165 cavalli) e 2.0(250 cavalli), oltre ai diesel 1.6 e 2.0.

A CURA DI ALFIO PAOLANGELI

BMW, LA MOTO CHE NON CADE MAI

La moto del futuro? Quella secon-do BMW è progettata per non cade-re mai, nemmeno da ferma senzacavalletto: merito del sistema «SelfBalancing», una sorta di mantenito-re automatico dell’equilibrio che lacasa bavarese ha anticipato sullasua moto Motorrad Vision next 100,un prototipo con motore elettrico.

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P I N I N F A R I N A

SPECCHIOECONOMICO

IL Gruppo Piaggio ha presentato la nuova Moto Guzzi Audace Carbon2017, una «muscle bike» pensata e realizzata per enfatizzare le pre-stazione del motore 1400 c.c. Made in Mandello del Lario. Tre le re-

golazioni di controllo di trazione regolabili disponibili: «Veloce», «Turismo» e«Pioggia». La gestione elettronica è stata ulteriormente evoluta grazie a unnuovo acceleratore elettronico ora full Ride-by-wire che garantisce una gestio-ne più precisa del comando del gas. Inoltre, sulla Guzzi Audace Carbon è di-sponibile come optional l’innovativo MG-MP (Moto Guzzi MultimediaPlatform), sistema multimediale capace di connettere la moto allo smartpho-ne e conseguentemente alla rete. Con questa applicazione, scaricabile gratui-tamente da App Store e Google Play, lo smartphone (iPhone o Android) divie-ne un vero e proprio sofisticato computer di bordo multifunzione e l’anello diconnessione tra veicolo e Internet.

La moto Guzzi Audace Carbon 2017

LA H2 Speed conquista il gradino più alto del podio; già premiatacome «Best Concept» al Salone di Ginevra 2016, la supercar di Pi-ninfarina alimentata a idrogeno viene ora eletta «Concept of the

Year» dalla testata americana «Automobile». A metà strada tra il prototipo dacompetizione e una supercar, è la prima auto da pista a idrogeno ad alte pre-stazioni nel mondo; merito della tecnologia «Full Hydrogen Power», un po-tente gruppo motopropulsore elettrico-idrogeno fuel cell messo a punto dalpartner GreenGT. Il risultato è una vettura a zero emissioni in grado di rag-giungere i 300 chilometri orari rilasciando nell’atmosfera solo vapore acqueo.Grazie ad una potenza massima di 503 cavalli, il motore consente di accelera-re da 0 a 100 chilometri orari in 3,4 secondi azzerando quasi del tutto l’inqui-namento acustico. Notevole anche la rapidità di rifornimento, sconosciuta al-le elettriche tradizionali: il pieno di idrogeno può essere fatto in soli 3 minuti.

JAGUAR F - PACE, LA PIÙ PREMIATA

G U Z Z I

Nissan condivide l’impegno delConsorzio Elis nell’attuazione dell’al-ternanza scuola-lavoro e sceglie disostenere la formazione professio-nale di giovani meritevoli avviandouna convenzione con il Liceo Scienti-fico «Giuseppe Peano» di Montero-tondo. Durante l’anno scolastico2017, Nissan formerà una classedel 4° anno di scuola superiore con ipropri «Maestri di Mestiere»; alcunistudenti saranno invitati dall’aziendaa vivere un’esperienza lavorativa insede di 3 settimane durante il perio-do estivo. L’obiettivo è formare i pro-fessionisti del domani facilitando l’in-tegrazione delle conoscenze e l’inse-rimento nel mondo del lavoro. «I gio-vani rappresentano il futuro ed è perquesto che Nissan ha deciso di inve-stire nella loro formazione professio-nale con il supporto del ConsorzioElis», ha dichiarato l’amministratoredelegato di Nissan Italia, BrunoMattucci (nella foto).

NISSAN SOSTIENE I GIOVANI

La H2 Speed di Pininfarina La Jaguar F-PACE è stata eletta«Supreme Winner» agli «Women’sWorld Car of the Year Awards»2016; oltre ad ottenere il riconosci-mento più prestigioso, la vettura èstata anche nominata «Women’sWorld Suv/Crossover of the Year».Primo Suv ad alte prestazioni di Ja-guar, viene offerta con sei diversemotorizzazioni, dall’efficiente 2,0 litri4 cilindri diesel Ingenium da 180 ca-valli, al 3,0 litri V6 benzina sovrali-mentato da 380 cavalli derivato dalmodello F-TYPE.

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ella suprema distrazionedi masse impegnate acentellinare ultime goccedi vacanza s’è tranquilla-

mente e semplicemente celebratoieri sera ad Ostia il primo matri-monio omosex dela storia roma-na. Burt Waren, 28 anni, italo-americano, residente a Roma, at-tore di teatro d’avanguardia, hacon disinvoltura impalmato ilproprio fidanzato Mayer DeGeorges, 26 anni, italiano, anch’e-gli residente di fatto a Roma mapraticamente giramondo; forseora che s’è fatto una famiglia saràpiù impegnato a sfornellare che agirovagare.

Una cerimonia intima e per inti-mi. In una irrintracciabile raduradella pineta di Castelfusanomezz’ora esatta prima del tramon-to mentre desolate troupes di ro-mani in auto sfrecciavano sulla Co-lombo, Burt e Mayer si sono guar-dati a lungo negli occhi e strettaforte la mano: «lui» indossante unblusotto kaki sbracciato su magli-na rossa, pantaloni neri e coprica-po coloniale; l’altro «lui» un abitonuziale costituito da corti shortsceleste, mantellina rosso-cremisi,cappuccio nero con fiori di campo;da un cestello di vimini la felicecoppia estraeva volantini, inveceche confetti, per parenti ed amici.

Progetti, viaggi di nozze, lunedi miele, cose nuove, magari figli?Prudenzialmente s’erano appesi,davanti e dietro, un cartello: «Aglisposi non si fanno domande». Ri-spondeva per loro Giovanni Bru-no Solaro, regista, scrittore, saggi-sta, pittore, inventore dei Cavalieridel Nulla la cui Omo-sezione hapatrocinato il rito: «Gli sposi nonfanno programmi, si autogestisco-no il matrimonio; che non è nep-pure un matrimonio, perché gliomosex sono contro le istituzioni,quindi contro riti, cerimonie,usanze». Ma allora perché si sonosposati una sera d’estate con tantodi inviti, cortei, fotografie di grup-po in mezzo alla pineta?

«Per protestare contro uno Sta-to che non ha compreso il loroproblema: l’esistenza di unarealtà omosessuale che va accetta-ta, non isolata o addirittura elimi-nata; ammessa in tutti i paesi,tranne che in Italia». Il successodell’iniziativa, raccontano i testi-moni, è stato tale che molti omo-sex non solo hanno aderito, ma

intendono ora unirsi in matrimo-nio. «Queste controcerimonie so-no importanti per scolpire nellamemoria gesti provocatori, signi-ficativi, di ribellione alle istituzio-ni–spiega Solaro–; i nostri omosexnon si sposeranno mai davanti alsindaco».

Tra Solaro e il Comune di Romauna guerra già è in atto per via diun cine-tenda installato su un ter-razzo al secondo piano di unostabile di Ostia: venti metri persette, cento posti, dedicato alleproiezioni dei film dell’intrapren-dente regista. Prima i vigili urba-ni, poi il sequestro del pretore, co-me per un palazzo di cemento ar-mato. Si tratta di una struttura dimetallo smontabile, coperta daincerate. Dinanzi c’è un albergo,forse il notturno tramestio distur-bava i dormienti. Eppure gli spet-tatori entravano in sala scalzi.«Veniva gente semplice, abitantidi Ostia; un operaio mi disse cheteste mozze e polmoni trasparentidei miei film lo sconcertavano,ma era stufo delle solite pellicoledei cinematografi».

Qualche titolo: I repellenti, I de-menziali, L’onorevole Pig cioè por-co. Film che, a detta dell’autore, ilcircuito normale rifiuta, veritàscottanti respinte in Italia, ap-prezzate all’estero: ma riportano,nei festivals stranieri, solo coppee diplomi. Piemontese, a Roma davent’anni, barba bionda, due figliall’università iscritti a psicologia,con la formosa moglie Lena Lin,Solaro si impegnò a fondo neglianni scorsi nella propagazionedel credo naturistico. Ora che laguerra del nudo è vinta, si riac-cendono le ostilità sul fronteomosex.

La difesa della categoria vieneattuata non solo attraverso effica-ce opera di promozione nuziale;anche con persuasiva propagandatra ambienti bisex pressantementestimolati a ricorrere ad altri tradi-zionali istituti di diritto familiare.«Famiglie, adottate un omoses-suale», è l’insolito ma umanitarioinvito dei Cavalieri del Solaro.Semplici, ma suggestivi e perfinoconvincenti gli argomenti esposti.«L’omosex è bello, pulito, mangiapoco, pulisce, lava, cuce, seduce,cucina, è segretario modello, è fi-ne dicitore, sa suonare, cantare,ballare, consola i disperati, guari-sce gli ammalati». ■

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ECONOMICO74

CELEBRATO A OSTIA IL PRIMOMATRIMONIO ROMANO

FRA OMOSESSUALI

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Guardandosi negliocchi lui e «lui» hanno detto sì

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MOSCA S7

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