Coordinatore diocesano Aldo Armani - Sante...

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NOTIZIARIO DELLA DIOCESI DI PISA Redazione: Piazza Arcivescovado 18 56126 Pisa tel: 050 565543 fax: 050 565544 Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Aldo Armani Reg. Trib. Firenze n. 3184 del 21/12/1983 [email protected] 15 febbraio 2015 mplacabile il calendario. Immersi in mille faccende «ruit ora», scorre il tempo come sta scritto davanti ad una statua maestosa nella scalea di ingresso di un grande monastero benedettino, a Praglia sui colli Euganei nei pressi di Padova. L’affanno del nostro tempo, i minuti sempre contati, i giorni che paiono più corti delle già impegnative 24 ore, il vivere delle ore persino in un ambiente artificiale come internet, ci sorprende sempre. Certo vi è anche chi si annoia o perché il lavoro gli è venuto meno o perché la solitudine non può riempirgli la vita come capita talvolta a molti anziani. Ma pure in questo caso ci sorprende quel tempo straordinario per un cattolico che è la quaresima. La stessa nostra infanzia ce l’ha consegnata piena di ricordi in un clima sociale che sembrava più favorevole o presunto tale. Ora abitiamo una cultura che ufficialmente è laica, che sembra non supportare una scelta religiosa. Tutto è più difficile dunque? Non è assolutamente detto. Quando non è la società, l’ambiente nel quale viviamo ad aiutarci a vivere da cristiani, si è spinti a cercare l’originalità della nostra fede. Tutti parlano di cambiare il mondo. In questa crisi economica, che sembra infinita, in un Paese come il nostro si ritiene che a cambiare, ad essere più onesti, più disponibili, debbano essere sempre gli agli altri. La colpa di tutto è dei politici, della burocrazia, della scuola che non funziona. Maleducati ed egoisti sono i miei vicini di casa. Prepotente è la moglie, disinteressato è il marito assorbito dalla sua carriera, dal suo lavoro. Così non vi è più tempo per noi e per figli. Insomma il peccato è altrove. È di altri. È della suocera, della nuora, del marito, della moglie, dell’insegnante. La nostra quaresima inizia invece con una celebrazione, l’imposizione delle ceneri, che chiede a ciascuno di noi di convertirsi. Ci pone dinnanzi a Dio per cui non possiamo barare. Neppure autoingannarci. Il primo atto di chi vuol cambiare, ricentrare la propria vita, incomincia dall’ammettere che occorre prima cambiare se stessi. Il che ci domanda di dare tempo a noi stessi, di guidare la nostra giornata e non lasciarci bere la giornata da altro, da altri. Il rischio è di consumarsi dentro, di svuotarsi, di non avere più nulla da dare in famiglia e fuori di essa. Torna dunque pressante l’invito a fermarsi a pregare, a sostare sulla Parola Dio. Pregare individualmente e pregare liturgicamente significa credere profondamente che è Dio prima di tutto che ci viene incontro. Partecipare alla liturgia è concedersi uno stacco, una cesura dal quotidiano. È come abitare in una zona franca. È un sospendere il tempo, il fluire degli impegni quotidiani per ridare un senso, una motivazione a ciò che si vive in fretta. La preghiera rigenera. Riattiva anche la carità. Madre Teresa di Calcutta, per essere stata una donna di attività, di impegno per i poveri incominciava la sua giornata con almeno due ore di preghiera. Perdita di tempo? Alle sorelle della famosa casa della morte di Calcutta, chiedeva nel pomeriggio almeno un’ora di adorazione. In fondo da che cosa nasce quel volontariato, quelle borse della spesa, quell’aiuto donato a chi è in difficoltà senza che la destra sappia ciò che fa la sinistra se non dalla certezza che non si può amare Dio che non si vede se si ama il prossimo che si vede. Sorga la carità anche dalla capacità di evitare lo spreco, ecco il senso dell’astinenza. È vero che gli economisti ci invitano a consumare per far ripartire l’economia. Allora facciamo in modo che con la nostra carità consumi chi non può consumare neanche il necessario per vivere. E se è consentito facciamo in maniera che la nostra carità sia anche una protesta per le troppe ingiustizie della nostra società. Quaresima sia tempo di rigenerazione per ciascuno perché si rigeneri la società intera. Bruno Cescon I QUARESIMA DI FRANCO CANCELLI* l nuovo piano pastorale consegnatoci dall’Ar- civescovo ci propone come immagine di riferi- mento per questo anno il Battistero che, con le sue porte aperte verso i quattro punti cardina- li, annuncia l’universalità della salvezza, perché tutti sono chiamati ad essere figli di Dio. La Qua- resima è di per sé un tempo battesimale non solo perché per molti secoli è stato il tempo della pre- parazione prossima dei Catecumeni al Battesimo, amministrato durante la Veglia pasquale, ma per- ché anche oggi ci viene richiesto, in questo tempo propizio, di riscoprire il dono e il senso del nostro Battesimo che, rendendoci figli di Dio, ci ha inse- riti in una famiglia che è la «nostra Santa Madre Chiesa», volto materno di Dio, che ci accoglie, ci nutre, ci sostiene. Fare memoria del proprio Batte- simo, come esorta spesso papa Francesco, è im- portante e necessario per sapere chi siamo, chi siamo chiamati ad essere e dove siamo diretti. Ri- tornare al proprio Battesimo ci aiuta a riscoprire la nostra dignità di figli di Dio che non indica so- lo il valore di chi siamo, ma soprattutto il proget- to di chi siamo chiamati ad essere: «Per mezzo del Battesimo siamo dunque stati sepolti insieme con lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai mor- ti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi pos- siamo camminare in una vita nuova» (Rom 6, 4). È l’umanità nuova, anzi è l’umanesimo nuovo che la nostra Chiesa in Italia ci invita a riscoprire e a vivere con il prossimo Convegno ecclesiale che si terrà a Firenze nel novembre prossimo, ricordan- do che solo in Cristo Gesù, l’uomo nuovo, è pos- sibile percorrere vie nuove che però hanno lo spessore e il sapore di quella Bellezza così antica e così nuova che S. Agostino guardava con ramma- rico e nostalgia perché troppo tardi riconosciuta e amata. La dignità del mio essere cristiano, che un altro papa, Leone Magno, invitava a riscoprire e riconoscere, non è solo l’ altezza e la peculiarità del dono che mi è stato offerto, ma indica soprat- tutto il progetto che mi è stato affidato, quello di vivere in maniera consona e conseguente a quello che sono. Detto in termini contrari, se la grazia indica la mia dignità, il peccato mostra la mia in- degnità. Con il Battesimo noi diventiamo cristia- ni non nel senso che siamo semplicemente segua- ci del Cristo, perché la Chiesa non è un’associa- zione qualsiasi e tanto meno un club esclusivo, ma cristiani in quanto «altri Cristi», perché anche noi, proprio nel Battesimo, siamo stati «unti» con il Crisma di salvezza, olio profumato con il balsa- mo per indicare che siamo chiamati a «diffondere ovunque il profumo della conoscenza di Cristo» come esorta S. Paolo (cfr. 2° Cor 2, 14-16). È il buon profumo di una vita nuova perché rinnovata nei pensieri, nelle parole, nelle opere e soprattutto nell’essere presente in modo fattivo e non distrat- to, indifferente e rassegnato. Abbiamo bisogno di respirare a pieni polmoni aria buona e profumata per non rischiare di restare senza fiato e fantasia. S. Antonio Abate ripeteva spesso ai suoi compa- gni: «Non limitatevi a pregare Cristo: respirate Cri- sto!». Ma ancora di più il Battistero con le sue por- te aperte ci indica che dal fonte battesimale dob- biamo metterci in cammino verso la Gerusalem- me celeste che, come ci mostra la bellezza plastica della nostra piazza dei Miracoli, è indicata come segno dalla Cattedrale e come sacramento è rea- lizzata dall’ Eucaristia. Noi siamo figli e testimoni in cammino di questa Chiesa eucaristica dalle porte spalancate, di questa Chiesa in uscita, im- magine cara a papa Francesco, che al di là della suggestione della metàfora indica un vero e pro- prio «ripensamento» del nostro essere cristiani, del nostro essere e sentirci Chiesa. Questo è il pro- getto che ci è stato affidato e che il tempo della Quaresima, con la sua Liturgia sobria e forte, ci invita a riscoprire attraverso la conversione che ci tocca soprattutto nel nostro modo di pensare, at- traverso la penitenza che ci tocca nel nostro modo di essere, attraverso la carità che facendosi servizio ci tocca nelle nostre relazioni. La Quaresima, ri- chiamandoci a riscoprire e a vivere oggi il nostro Battesimo, ci sprona a rivedere e a cambiare tante cose se vogliamo essere davvero innovativi e per far questo dobbiamo avere il coraggio di rinno- varci. *sacerdote, parroco di Sant’Antonio, direttore dell’ufficio liturgico diocesano I UNA CHIESA DALLE PORTE SPALANCATE AGGREGAZIONI LAICALI Agesc: un’«alleanza educativa» tra genitori ed insegnanti Andrea Bernardini a pag. II UNIVERSITÀ «Sante Malatesta»: «Una casa per studenti stranieri» Graziella Teta a pagina III VISITA PASTORALE L’Arcivescovo nelle Colline pisane, agenda ricca di incontri Nadia Gronchi a pagina IV SERRA CLUB Il premio «Icilio Felici» a don Biancalani Alessio Manfroni a pagina V SOMMARIO Entriamo in Quaresima

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NOTIZIARIODELLA DIOCESI DI PISA

Redazione: Piazza Arcivescovado 1856126 Pisatel: 050 565543fax: 050 565544

Notiziario localeDirettore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoAldo Armani

Reg. Trib. Firenze n. 3184 del 21/12/1983

[email protected]

15 febbraio 2015

mplacabile il calendario. Immersi in mille faccende «ruit ora», scorre iltempo come sta scritto davanti ad una statua maestosa nella scalea diingresso di un grande monastero benedettino, a Praglia sui colli Euganeinei pressi di Padova. L’affanno del nostro tempo, i minuti sempre contati,

i giorni che paiono più corti delle già impegnative 24 ore, il vivere delle orepersino in un ambiente artificiale come internet, ci sorprende sempre. Certovi è anche chi si annoia o perché il lavoro gli è venuto meno o perché lasolitudine non può riempirgli la vita come capita talvolta a molti anziani. Ma pure in questo caso ci sorprende quel tempo straordinario per uncattolico che è la quaresima. La stessa nostra infanzia ce l’ha consegnata pienadi ricordi in un clima sociale che sembrava più favorevole o presunto tale.Ora abitiamo una cultura che ufficialmente è laica, che sembra nonsupportare una scelta religiosa. Tutto è più difficile dunque? Non èassolutamente detto. Quando non è la società, l’ambiente nel quale viviamoad aiutarci a vivere da cristiani, si è spinti a cercare l’originalità della nostrafede. Tutti parlano di cambiare il mondo. In questa crisi economica, che sembrainfinita, in un Paese come il nostro si ritiene che a cambiare, ad essere piùonesti, più disponibili, debbano essere sempre gli agli altri. La colpa di tutto èdei politici, della burocrazia, della scuola che non funziona. Maleducati edegoisti sono i miei vicini di casa. Prepotente è la moglie, disinteressato è ilmarito assorbito dalla sua carriera, dal suo lavoro. Così non vi è più tempoper noi e per figli. Insomma il peccato è altrove. È di altri. È della suocera,della nuora, del marito, della moglie, dell’insegnante. La nostra quaresima inizia invece con una celebrazione, l’imposizione delleceneri, che chiede a ciascuno di noi di convertirsi. Ci pone dinnanzi a Dio percui non possiamo barare. Neppure autoingannarci. Il primo atto di chi vuolcambiare, ricentrare la propria vita, incomincia dall’ammettere che occorreprima cambiare se stessi. Il che ci domanda di dare tempo a noi stessi, diguidare la nostra giornata e non lasciarci bere la giornata da altro, da altri. Ilrischio è di consumarsi dentro, di svuotarsi, di non avere più nulla da dare infamiglia e fuori di essa. Torna dunque pressante l’invito a fermarsi a pregare, a sostare sulla ParolaDio. Pregare individualmente e pregare liturgicamente significa credereprofondamente che è Dio prima di tutto che ci viene incontro. Parteciparealla liturgia è concedersi uno stacco, una cesura dal quotidiano. È comeabitare in una zona franca. È un sospendere il tempo, il fluire degli impegniquotidiani per ridare un senso, una motivazione a ciò che si vive in fretta. Lapreghiera rigenera. Riattiva anche la carità. Madre Teresa di Calcutta, per essere stata una donnadi attività, di impegno per i poveri incominciava la sua giornata con almenodue ore di preghiera. Perdita di tempo? Alle sorelle della famosa casa dellamorte di Calcutta, chiedeva nel pomeriggio almeno un’ora di adorazione. Infondo da che cosa nasce quel volontariato, quelle borse della spesa,quell’aiuto donato a chi è in difficoltà senza che la destra sappia ciò che fa lasinistra se non dalla certezza che non si può amare Dio che non si vede se siama il prossimo che si vede. Sorga la carità anche dalla capacità di evitare lo spreco, ecco il sensodell’astinenza. È vero che gli economisti ci invitano a consumare per farripartire l’economia. Allora facciamo in modo che con la nostra caritàconsumi chi non può consumare neanche il necessario per vivere. E se èconsentito facciamo in maniera che la nostra carità sia anche una protesta perle troppe ingiustizie della nostra società. Quaresima sia tempo di rigenerazione per ciascuno perché si rigeneri lasocietà intera.

Bruno Cescon

I

QUARESIMA

DI FRANCO CANCELLI*

l nuovo piano pastorale consegnatoci dall’Ar-civescovo ci propone come immagine di riferi-mento per questo anno il Battistero che, con lesue porte aperte verso i quattro punti cardina-

li, annuncia l’universalità della salvezza, perchétutti sono chiamati ad essere figli di Dio. La Qua-resima è di per sé un tempo battesimale non soloperché per molti secoli è stato il tempo della pre-parazione prossima dei Catecumeni al Battesimo,amministrato durante la Veglia pasquale, ma per-ché anche oggi ci viene richiesto, in questo tempopropizio, di riscoprire il dono e il senso del nostroBattesimo che, rendendoci figli di Dio, ci ha inse-riti in una famiglia che è la «nostra Santa MadreChiesa», volto materno di Dio, che ci accoglie, cinutre, ci sostiene. Fare memoria del proprio Batte-simo, come esorta spesso papa Francesco, è im-portante e necessario per sapere chi siamo, chisiamo chiamati ad essere e dove siamo diretti. Ri-tornare al proprio Battesimo ci aiuta a riscoprirela nostra dignità di figli di Dio che non indica so-lo il valore di chi siamo, ma soprattutto il proget-to di chi siamo chiamati ad essere: «Per mezzo delBattesimo siamo dunque stati sepolti insieme con luinella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai mor-ti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi pos-siamo camminare in una vita nuova» (Rom 6, 4). Èl’umanità nuova, anzi è l’umanesimo nuovo chela nostra Chiesa in Italia ci invita a riscoprire e avivere con il prossimo Convegno ecclesiale che siterrà a Firenze nel novembre prossimo, ricordan-do che solo in Cristo Gesù, l’uomo nuovo, è pos-sibile percorrere vie nuove che però hanno lospessore e il sapore di quella Bellezza così antica ecosì nuova che S. Agostino guardava con ramma-rico e nostalgia perché troppo tardi riconosciuta eamata. La dignità del mio essere cristiano, che unaltro papa, Leone Magno, invitava a riscoprire ericonoscere, non è solo l’ altezza e la peculiaritàdel dono che mi è stato offerto, ma indica soprat-tutto il progetto che mi è stato affidato, quello divivere in maniera consona e conseguente a quelloche sono. Detto in termini contrari, se la graziaindica la mia dignità, il peccato mostra la mia in-degnità. Con il Battesimo noi diventiamo cristia-ni non nel senso che siamo semplicemente segua-ci del Cristo, perché la Chiesa non è un’associa-zione qualsiasi e tanto meno un club esclusivo,ma cristiani in quanto «altri Cristi», perché anchenoi, proprio nel Battesimo, siamo stati «unti» conil Crisma di salvezza, olio profumato con il balsa-mo per indicare che siamo chiamati a «diffondereovunque il profumo della conoscenza di Cristo» comeesorta S. Paolo (cfr. 2° Cor 2, 14-16). È il buonprofumo di una vita nuova perché rinnovata neipensieri, nelle parole, nelle opere e soprattuttonell’essere presente in modo fattivo e non distrat-to, indifferente e rassegnato. Abbiamo bisogno direspirare a pieni polmoni aria buona e profumataper non rischiare di restare senza fiato e fantasia.S. Antonio Abate ripeteva spesso ai suoi compa-gni: «Non limitatevi a pregare Cristo: respirate Cri-sto!». Ma ancora di più il Battistero con le sue por-te aperte ci indica che dal fonte battesimale dob-biamo metterci in cammino verso la Gerusalem-me celeste che, come ci mostra la bellezza plasticadella nostra piazza dei Miracoli, è indicata comesegno dalla Cattedrale e come sacramento è rea-lizzata dall’ Eucaristia. Noi siamo figli e testimoniin cammino di questa Chiesa eucaristica dalleporte spalancate, di questa Chiesa in uscita, im-magine cara a papa Francesco, che al di là dellasuggestione della metàfora indica un vero e pro-prio «ripensamento» del nostro essere cristiani,del nostro essere e sentirci Chiesa. Questo è il pro-getto che ci è stato affidato e che il tempo dellaQuaresima, con la sua Liturgia sobria e forte, ciinvita a riscoprire attraverso la conversione che citocca soprattutto nel nostro modo di pensare, at-traverso la penitenza che ci tocca nel nostro mododi essere, attraverso la carità che facendosi servizioci tocca nelle nostre relazioni. La Quaresima, ri-chiamandoci a riscoprire e a vivere oggi il nostroBattesimo, ci sprona a rivedere e a cambiare tantecose se vogliamo essere davvero innovativi e perfar questo dobbiamo avere il coraggio di rinno-varci.

*sacerdote, parroco di Sant’Antonio, direttoredell’ufficio liturgico diocesano

I

UNA CHIESADALLE PORTESPALANCATE

AGGREGAZIONI LAICALI

Agesc: un’«alleanzaeducativa» tra genitoried insegnanti

Andrea Bernardini a pag. II

UNIVERSITÀ

«Sante Malatesta»:«Una casa perstudenti stranieri»

Graziella Teta a pagina III

VISITA PASTORALE

L’Arcivescovo nelleColline pisane, agendaricca di incontri

Nadia Gronchi a pagina IV

SERRA CLUB

Il premio «IcilioFelici» a donBiancalaniAlessio Manfroni a pagina V

SOMMARIO

Entriamoin Quaresima

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VITA NOVATOSCANA OGGI15 febbraio 2015II

AGENDAIMPEGNI PASTORALIDELL’ARCIVESCOVODomenica 15 febbraio 2015 ore 9,30: Cre-sime a Collemezzano; ore 11,30: Cresimea Vicarello; ore 17,30: ad Arezzo per la fe-sta della Madonna del Conforto.Lunedì 16 febbraio ore 9: visita dellascuola primaria e secondaria di primogrado a Palazzi; ore 17: in Seminario.Martedì 17 febbraio ore 9,15: udienze persacerdotiMercoledì 18 febbraio ore 19: S. Messadelle Ceneri in CattedraleGiovedì 19 febbraio ore 9,30: Ritiro delClero delle Colline a Orciano; ore 19: Pel-legrinaggio giovani di inizio Quaresima.Venerdì 20 febbraio ore 9,15: udienze; ore18: riunione del Consiglio Pastorale dio-cesano.Sabato 21 febbraio ore 10: S. Messa in Ar-civescovado per le Cappellanie ospedalie-re; ore 16,30: S. Messa a Luciana; ore 18:S. Messa a Orciano Pisano.Domenica 22 febbraio 2015 ore 10: S.Messa a Pastina; ore 11,30: S. Messa a San-ta Luce

RITO AMMISSIONECATECUMENATOCOLIGNOLA - Nei mesi scorsi, sette ragaz-zini dell’unità pastorale di Colignola,Mezzana ed Agnano hanno chiesto di ri-cevere il sacramento del battesimo. Lo scorso lunedì 2 febbraio la prima «tap-pa» di avvicinamento al sacramento, cheseguirà le indicazioni del Rica (Rito di ini-ziazione cristiana degli adulti): Adele eAdeline Grande, Azzurra Bartalini, Laurae Sara Panattoni, Theo Bocchioli e ValerioRohrl, bambini in età compresa tra i 6 egli 11 anni, sonostati «ammessi» alcatecumenato.Il rito è stato mol-to emozionante esi è intrecciatocon quello dellapresentazione diGesù al tempio. Iragazzini che han-no chiesto il bat-tesimo, i loro ge-nitori, il parrocodon Francesco Fa-brizio, il diaconoAugusto Borghi, lecatechiste e gliamici dei bambinisi sono ritrovatinella sala dell’ora-torio, dove è statointonato il canto«Oggi ti chiamo».Sono stati proprioi ragazzi, avendo ormai l’età per farlo, a ri-spondere direttamente alle domande ri-volte loro dal sacerdote: hanno così di-chiarato di voler diventare cristiani, per-ché credono in Gesù e vogliono diventareSuoi amici. I ragazzi - con il consenso ed il sostegnodei genitori - sono così stati accolti nellacomunità cristiana, nella quale potrannoconoscere sempre meglio il Signore. Im-pegnandosi a vivere come figli di Dio, iragazzi hanno dichiarato di voler viveresecondo le parole del Signore «AmeraiDio con tutto il tuo cuore. Amatevi l’unl’altro come Io ho amato voi». Accese le candele, in ricordo della presen-tazione di Gesù al tempio, i partecipantial rito si sono spostati in chiesa al cantodell’«Emmanuel». Dopo la liturgia dellaParola, il celebrante ha catturato l’atten-zione dei bambini con l’omelia e poi haconsegnato loro i vangeli, suggerendo dileggerli sempre con curiosità e desiderio.Dopo la benedizione finale, la festa è pro-seguita nella stanza dell’oratorio, dove lacomunità aveva preparato una gustosamerenda.

Daniela Zampieri

Nostra intervista alla presidenteprovincialedell’AgescMichela Del Carlo: «No a deleghe in bianco».Il concorsonazionale sui Dirittiumani

Genitori ed insegnanti «alleati»

Data di nascita dell’Agesc: 1975Presidente nazionale: Roberto Gonte-ro

Comitati provin-ciali e regionali:95Numero associa-ti: 17milaAlunni delle pari-tarie in Italia 1milione e 400mila (12% dellapopolazione sco-lastica)Mission: l’Agescsostiene il prima-to della famiglianell’educazione,la libertà dellascelta educativa ela promozionedella scuola cat-tolica.Sede provincialedi Lucca: Istitutosuore Mantellate,ViareggioSede diocesana:Istituto suore Ca-nossiane - Fortedei Marmi.

Responsabile provinciale: professores-sa Michela del Carlo.Soci comitato locale: 80Direttivo provinciale: Pier Antonio To-mellini, Matteo Pieroni, Valentino To-gnari, Ermanno Cervone, Stefano Fal-lanca.e-mail: [email protected] telefonico istituto suore Ca-nossiane 0584.89214

AGESC, CARTA DI IDENTITÀ’

DI ANDREA BERNARDINI

nsegnanti e genitori alleatinell’educazione dei bambini. Controogni tentazione di delega in bianco, giàquarant’anni fa, è nata l’Associazione

dei genitori delle scuole cattoliche. Sono46 le scuole paritarie cattoliche e diispirazione cristiana presenti in diocesi(fonte: ufficio diocesano scuola cattolica,anno 2012): 40 sono scuole dell’infanzia,4 sono primarie, 1 - il «Santa Caterina» -garantisce un percorso di studi anchenella secondaria di primo e secondogrado. Scuole frequentate da 2613 alunnie in cui operano circa 200 educatori edinsegnanti (il 20% è rappresentato dareligiose e sacerdoti, il resto da insegnantilaici). Rappresentano, dunque, unsegmento significativo dell’offerta dellascuola pubblica. «Si tratta di scuolepubbliche - tiene a precisare il direttoredell’ufficio diocesano scuole cattoliche professor Nicola Pistolesi - dunque apertea tutti. Certo, la famiglia rimane la primae insostituibile comunità educativa. Madetto questo, è fondamentale che all’attodell’iscrizione e lungo tutto il percorsoscolastico, le famiglie aderiscano conconvinzione al progetto educativo dellascuola cattolica, ai valori di base e allelinee formative proposte. Questo per ilbene dei loro figli, che passando untempo considerevole a scuola,rischierebbero di trovare dissonanza traciò che viene trasmesso nelle aule e quelloche viene testimonianto in famiglia.Anche per questo, nel decreto diistituzione dell’ufficio per la scuolacattolica, l’Arcivescovo ha scrittochiaramente che uno degli obiettivi darealizzare attraverso il servizio diocesano èquello di “aiutare le scuole cattolichepresenti in diocesi a crescere nella curapastorale delle famiglie e degli alunni”».Michela del Carlo sposata e mamma diLucrezia Eleonora, vive nella doppia vestedi presidente dell’associazione deigenitori delle scuole cattoliche di Lucca edi insegnante: è infatti docente di linguestraniere, interprete etraduttore ed ha svoltoattività di ricerca nelConsiglio d’Europa, nellaCorte europea dei dirittidell’uomo, nell’Onu,nell’Unione europea e inaltre organizzazioniinternazionali.L’Agesc ha sede all’internodella scuola primaria gestitadalle suore Canossiane aForte dei Marmi, dunque indiocesi di Pisa. Per questomotivo Michela Del Carlorappresenta l’Agesc in senoalla consulta delleaggregazioni laicali delladiocesi di Pisa.Una curiosità: il marito diMichela del Carlo, ilprofessor Paolo dell’Aquila,è vicepresidente regionaledell’Agesc in EmiliaRomagna, dove lavora. Professoressa Del Carlo: laconvergenza negli obiettivieducativi tra famiglia escuola è un tema caro ai vescovi italiani.Richiamato, ad esempio, nel documento«Educare alla vita buona del Vangelo», gliorientamenti pastorali per il decennio2010/2020. Nel quotidiano insegnanti egenitori sono alleati? «L’educazione èun’arte delicata, un processo di crescitache richiede pazienza. Tutti gli esseriumani sono chiamati a testimoniare lapassione educativa di Dio in ogni campodell’esistenza umana. Il processoeducativo è efficace quando si realizza

Il’incontro e il coinvolgimento profondo tradue persone: da questa considerazionescaturisce l’incontro tra scuola e famiglia,grazie al quale può instaurarsi una autenticaalleanza educativa. Nella vita quotidianal’alleanza educativa può realizzarsi grazie alcoraggio e alla passione per l’educare che igenitori e gli insegnanti offrono alle giovanigenerazioni, come testimoni della verità,della bellezza e del bene. I genitori e gliinsegnanti con la loro testimonianza e nellaloro veste di educatori pazienti, disponibili edotati di senso di responsabilità,garantiscono alla società anche il rispetto deivalori e dei diritti fondamentali di ciascunapersona: la famiglia resta la prima,indispensabile comunità educante: gliinsegnanti devono essere maestri di cultura edi vita».Pago, dunque non voglio grane. Non semprel’approccio dei genitori alla scuola paritariaappare corretto… E il grado dipartecipazione alla vita della scuola?«La partecipazione dei genitori alla vitascolastica si traduce nella presenza attiva negliorgani collegiali e nella cooperazione aiprogetti educativi e ai processi formativi. Inalcuni casi, la partecipazione dei genitori agliorgani collegiali è carente, in quanto lefamiglie hanno modificato il loro approccionei confronti dell’istituzione scolastica, con ilconseguente allontanamento dal mondodella scuola». Già da alcuni mesi, in diverse scuole d’Italia,i nostri figli assistono a lezioni contro ilbullismo, l’omofobia e le discriminazioni,dove in modo più o meno sottile vienetrasmessa una lettura antropologicaproposta dal movimento Lgtb. Come giudicaqueste iniziative?«Le strategie educative a livello nazionaledevono garantire il diritto fondamentale deigenitori all’educazione dei figli, così come

sancito dall’articolo 30 della Costituzioneitaliana («è dovere e diritto dei genitorimantenere, istruire ed educare i figli, anche senati fuori dal matrimonio») e dall’articolo26 della Dichiarazione universale deiDiritti dell’uomo («i genitori hanno dirittodi priorità nella scelta del genere di istruzioneda impartire ai loro figli»). La diffusione diteorie secondo cui i generi non sono duema molti di più, rischia di generareconfusione nelle giovani generazioni,capovolgendo i fondamenti antropologicigrazie ai quali si è sviluppata l’interaumanità. La famiglia si fonda sull’unionedi un uomo e di una donna, essa è illuogo di relazioni tra sessi e generazioni ei figli costruiscono la loro identità inrelazione al padre e alla madre. I genitori egli insegnanti devono riconoscere la lororesponsabilità educativa per affrontare lenuove emergenze educative dell’epocanella quale vivono. Gli insegnanti hannoil compito di istruire, i genitori quello dieducare». Quali iniziative ha assunto, negli ultimianni, l’Agesc?«Negli ultimi anni l’Agesc in provincia enelle diocesi di Lucca e Pisa ha promossonumerosi incontri ed eventi formativi.Grazie anche alla nostra sollecitazione, inprefettura di Lucca è stata istituita una conferenza permanente sull’educazione doveassociazione dei genitori Agesc, prefetto,forze dell’ordine, enti locali, diocesi diPisa e di Lucca, Asl, ufficio scolasticoterritoriale collaborano insieme allarealizzazione di percorsi formatividestinati ai giovani dai 14 ai 21 anni ededicati ai temi della legalità e dei dirittiumani, dell’educazione alla salute, delrispetto dei beni culturali, dellacomunicazione tra scuola e famiglia emolto altro. Tutto questo per favorirel’alleanza educativa tra scuola, famiglia esocietà civile. Insieme all’istitutoarcivescovile Santa Caterina stiamoorganizzando per il novembre 2015 un festival dell’educazione e della scuoladestinato a dirigenti scolastici, docenti,genitori e studenti».Lei è coordinatrice nazionale del premio«Educazione ai diritti umani». Di cosa sitratta?«Il premio Agesc “educazione ai dirittiumani”, giunto nel corrente annoscolastico alla seconda edizione, è unconcorso nazionale rivolto alle scuolepubbliche statali e paritarie al fine dipromuovere la diffusione dellaconoscenza della Convenzione europeadei diritti dell’uomo (Cedu), trattatointernazionale redatto dal Consigliod’Europa, firmato a Roma nel 1950 edentrato in vigore nel 1953. Il progettonasce dall’esigenza di sensibilizzare lenuove generazioni ed indirizzarle versouna tutela più consapevole e responsabiledei diritti umani; e di favorirel’educazione ed il rispetto dei dirittiumani da parte di coloro che operanonella comunità educante (genitori,insegnanti e studenti), promuovendo unacittadinanza europea. Il progetto prevedeuna preventiva formazione degliinsegnanti: successivamente, gliinsegnanti svolgono attività di classe e glialunni/e sviluppano i loro elaborati,tematizzando un articolo dellaConvenzione. L’educazione ai dirittiumani deve trovare spazio all’internodelle singole discipline.Il regolamento del premio prevede duesezioni: la sezione «disegno» per le classiI-II-III-IV della scuola primaria; per tutte lealtre classi è prevista la sezione «elaboratoscritto». La verifica degli elaborati spettaad una commissione giudicatrice chedecreta i vincitori del premio Agescdurante la cerimonia pubblica diconsegna del premio sui diritti umani».

VIAGGIO TRA LE aggregazioni laicali/1

Sette bambinitra i sei e gliundici annidell’unitàpastorale di Agnano,Colignola e Mezzanahanno chiestodi ricevere il sacramento del battesimo

2 aprile 2014: i bambini della primaria «Istituto Canossa» di Forte dei Marmi ricevono il premio Agesc «Educazione ai diritti umani»

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VITA NOVA TOSCANA OGGI15 febbraio 2015 III

Una casa per gli studenti stranieriDI GRAZIELLA TETA

bbas, Demba, Eric,Ronald e centinaia dialtri studentidell’Università di Pisa

provengono da Paesi afflitti daguerre, povertà, conflittipolitici e sociali. Li accomunaun sogno: studiare e laurearsiin Italia. Un sogno che siscontra con mille problemiquotidiani, dalle tasseuniversitarie all’alloggio,dall’acquisto dei libri al vitto.C’è chi si sostiene con borse distudio, ma chi non riesce astare al passo con gli esamiperde tutto e finisce sullastrico, ritrovandosi senza untetto e senza cibo. Un’àncora disalvataggio è rappresentatadall’associazione «SanteMalatesta» che offre aiutoconcreto agli studenti stranieriin difficoltà. Ne parliamo con la presidente:la professoressa GiuseppinaBarsacchi, già docente dellaboratorio di Biologiacellulare e dello sviluppodell’Università di Pisa, dove hainsegnato per 40 anni; da due èalla guida dell’associazionefondata nel 1999 da un gruppodi docenti dell’ateneo di Pisa,sostenuta dal Servizio cultura euniversità e dalla chiesauniversitaria di San Frediano,con il contributo sostanziale diCaritas diocesana, soci eprivati.Professoressa, come operal’associazione e in che cosaconsiste l’aiuto agli studentistranieri?«L’associazione operaattraverso il centro di ascolto,che ha sede all’interno dellaChiesa universitaria di SanFrediano, a Pisa. Noi volontaririceviamo gli studenti asettimane alterne il mercoledìpomeriggio, dalle 16 in poi.Ascoltiamo le loro richieste equindi valutiamo come farvifronte. La settimana successiva,sempre il mercoledìpomeriggio, diamo lororisposte, che si traducono inassegnazione di borse di studioper i più meritevoli, incontributi per pagamento ditasse universitarie, rinnovidepermesso di soggiorno,tessera sanitaria, reperimentodi alloggi; ma anche sostegnoper acquisto di libri, contributimensa, visite mediche emedicinali; e, in generale, tuttoquanto possa favorirel’inserimento degli studentistranieri nella vita universitariae cittadina, grazie a docentitutor attivi nei dipartimentidell’ateneo e cercando anche ditrovare lavori part time. Neglianni, l’associazione ha tenutoun numero crescente diaudizioni: oltre 600 nel 2014,con distribuzione annuale dicirca 50 mila euro dicontributi. Un’attività increscendo: nel 2000 erano 40gli studenti seguiti, più cheraddoppiati solo 5 anni dopo.

A

Ad oggi siamo ad oltre 400giovani aiutati ad affrontare ilpercorso di studi universitari:tra loro ci sono anche straniericon cittadinanza italiana eitaliani bisognosi».Quali sono i Paesi diprovenienza e le facoltàfrequentate dai giovanistranieri?«In maggioranza provengonodai Paesi africani del centro(Congo, Camerun, Togo,Guinea, Angola) e del nord(come Tunisia e Marocco), maanche da Medio Oriente(Israele, Palestina, Iran) fino aIndia e Pakistan; menonumerosi di un tempo quellidi Albania o Polonia. Glistudenti stranieri sono circa1.500 sul totale di oltre 48mila iscritti al polouniversitario pisano.Ingegneria, Economia emanagement, Medicina,Scienze infermieristiche sono ipercorsi di studio prevalenti,seguono Scienze politiche,Lingua e letterature straniere.Per loro è importante studiaree ottenere una specializzazioneall’estero (Pisa è tra ledestinazioni più richieste) peravere più possibilità nei loroPaesi di origine, dove in generevogliono tornare. Sono moltodeterminati, soprattutto gliafricani».Come si sostienel’associazione? Dove reperite ifondi?«Gli introiti dell’associazioneprovengono in parte dallequote annuali dei soci (130) eda contributi di studenti, masoprattutto da donazioniliberali (Caritas e privati).Grazie a privati, per esempio,sono stati istituiti premi dilaurea e borse di studio perstudenti meritevoli; è anchepossibile “adottare” unostudente, impegnandosi acontribuire per tre anni allespese di studio e dimantenimento. Collaboriamocon l’Ateneo di Pisa, e inparticolare con la segreteria

degli studenti, con il servizioDiritto allo studio e con altreistituzioni. Anche alcunistudenti, da noi aiutati, poiquando si sistemano cimandano aiuti per altrigiovani. Ma va detto che,complice anche la crisieconomica che stiamovivendo, negli ultimi mesi ibisogni si sono moltiplicatimentre le risorse scarseggiano:è particolarmente difficile lasituazione degli alloggi. Dueistituti (Lanteri e Toniolo)hanno accolto studenti, ma c’èurgente bisogno di posti letto,magari reperibili presso istitutireligiosi; le suoredell’Addolorata hanno accoltouna studentessa, speriamo altriseguano l’esempio».Dopo due anni di esperienzanell’associazione, qual è il suobilancio, anche personale?«Incontrare gli studentistranieri è come aprire unafinestra sul mondo: oltre leloro necessità, ci sono personedi lingua, cultura, fedi, capacitàdiverse che arricchisconoanche noi volontari. È unreciproco e proficuo scambio.Certo, è un impegno grande:serve capacità di relazione, purmantenendo un giustoapproccio pragmatico, eoccorre una mediazioneresponsabile ed equa.Abbiamo gran bisogno divolontari per le audizioni, persupporto di segreteria einformatizzazione dei dati.Chiunque desideri darci unamano è benvenuto. A livellopersonale coltivo un sogno:che gli studenti stranieririescano a diventare qui unavera comunità transculturale emulti-religiosa, per contribuiread abbattere barriere epregiudizi».E la professoressa GiuseppinaBarsacchi quasi si commuoveraccontando di quello studenteafricano che sveniva per stradadalla fame, incontrato una serain San Frediano. Accolto,aiutato, dopo poco tempo è

entrato nel coro universitario(«che emozione vederlo sulpalco, cantare con gli altristudenti»). Senza contare imessaggi email diringraziamento che legiungono dall’estero dai tantialtri giovani che hanno trovatosostegno varcando il portonedella chiesa di San Frediano.L’associazione, prossima adiventare una onlus, èintitolata al professor SanteMalatesta, insigne docente diIngegneria elettronicadell’Università di Pisa enell’Accademia Navale diLivorno, protagonista attivo inopere di solidarietà a sostegnodei poveri e degli emarginati, aPisa e nell’intera Toscana.Vincenziano, ha aiutato molti:chiamato affettuosamente «ZioTino» dai suoi studenti, halasciato una luminosatestimonianza. E in tantihanno raccolto la sua ereditàportando avanti negli anni ilsuo messaggio solidale: comedon Severino Dianich,responsabile del Serviziocultura e università con donRoberto Filippini, don ClaudioMasini prima ed ora i gesuitidella chiesa universitaria di SanFrediano, docenti e studenti,Caritas e San Vincenzo e tantialtri sostenitori.Per saperne di più si puòconsultare il sitodell’associazione(www.santemalatesta.it),oppure contattare la presidenteGiuseppina Barsacchi([email protected]).Grazie alla collaborazione diprorettori, sul sitodell’Università di Pisa è on-lineun video di presentazione conle testimonianze di ragazze eragazzi. Da vedere e dameditare. Appuntamento ilprossimo mercoledì 18febbraio (le Ceneri) con la«cena povera» in San Frediano,promossa da padre StefanoTitta a favore dell’associazione:parteciparvi è un bel modo perdare una mano.

Il prezioso serviziosvolto

dall’associazione«Sante Malatesta»

a sostegno deglistudi universitariportati avanti nelnostro ateneo dadecine di giovani

immigrati.Richieste in

aumento e risorselimitate

La professoressa Giuseppina Barsacchi

AL CINEMA ODEON

uando è uscito nel 2012 è statosalutato come la più impegnati-va produzione nella storia del ci-nema messicano. Secondo PhilBoatwright, influente critico ci-

nematografico del mondo evangelical sta-tunitense, è «un profondo omaggio alla li-bertà religiosa», un’opera che rimanda alavori importanti del passato come «ElCid» di Anthony Mann e «Un uomo pertutte le stagioni» di Fred Zinnemann. InFrancia, dove è arrivato in sordina nelle sa-le a fine maggio, in poco più di due mesiha raccolto ottantamila spettatori. Parliamo di Cristiada, il film prodotto dalmessicano Pablo José Barroso (munificoimprenditore convertito alla causa dell’e-vangelizzazione tramite il cinema) e dedi-cato a una vicenda tragica ed eroica, cru-ciale nella storia del Messico moderno: lapersecuzione dei cattolici portata avantidal regime liberal-massonico negli anni’20, e la conseguente rivolta interclassistadi migliaia di messicani bollati come cri-steros. Il film, dopo molto attesa, è arrivato anchein Italia e che adesso è in programmazioneal cinema Odeon di Pisa (prima proiezio-ne: Odeon giovedi 26 febbraio ore 21).Nella pellicola attori di grande livello:Andy Garcia, nominato all’AcademyAward, affiancato da una splendida EvaLongoria (vincitrice Golden Globe), conEduardo Verástegui, il premio Oscar allacarriera Peter O’Toole, Catalina SandinaMoreno, Oscar Isaac, Bruce Greenwood eMauricio Kuri, che completano il cast delfilm diretto da Dean Wright, già direttoreeffetti speciali del «Il Signore degli Anelli»,«Titanic» e «Cronache di Narnia». Il film è ambientato nel Messico indipen-dente dei primi Novecento (1926-1929),sotto la presidenza di Plutarco Elías Calles.Il presidente di forti ambizioni autoritarie,al fine di riuscire ad esercitare un pienocontrollo sul Paese, si propone di chiudereil Messico agli influssi stranieri e in parti-colare all’influenza della religione cattoli-ca, rea di essere espressione dell’occidente.Nel 1925 Plutarco Elìas Calles emana la«Ley Calles» con la quale impedisce l’eser-cizio della libertà di espressione, chiude econfisca chiese, scuole, seminari e vietaogni manifestazione pubblica del culto. Ibeni della chiesa vengono espropriati, i sa-cerdoti stranieri espulsi a migliaia e quellimessicani costretti all’inattività. Chi non sisottomette viene incarcerato, torturato eucciso. In questo scenario di violenza, ilpopolo si solleva. Quelli che verrannochiamati i Cristeros in maggioranza sonocontadini legati a dei valori semplici maprofondi; a loro si uniscono borghesi, stu-denti e professionisti di vario genere. Mol-tissime le donne che forniscono supportologistico. Difendendo la libertà di culto, iCristeros difendono la libertà di espressio-ne e, dunque, la vocazione laica dello Sta-to. Le cifre reali di questo evento storico, perlo più ignorato dalla storiografia interna-zionale e che tenne in scacco una grandenazione per circa 5 anni, non sono cono-sciute con esattezza. I Cristeros riescono aconquistare circa un terzo del paese, la par-te più ricca e organizzata, mettendo l’eser-cito federale in gravi difficoltà. La situazione di profonda ingiustizia spin-ge alcuni strateghi militari, come EnriqueGorostieta Velarde, ad unirsi alla causa.Soltanto i cospicui aiuti militari americani,che avevano interessi economici (petroli-feri) nel Paese, impediscono al governo fe-derale di capitolare. La situazione pericolosa per la tenuta delloStato, che rischia di spaccarsi, induce ilsuccessore di Calles, Portes Gil, a stipularenel giugno del 1929 un accordo con laChiesa, autorizzando la ripresa del cultocattolico, seppure con innumerevoli restri-zioni. Secondo gli accordi, i Cristeros allo-ra abbandonano pacificamente le armi,ma subiranno la vendetta governativa e sa-ranno poi uccisi a migliaia.

Andrea Bartelloni

Q

ARRIVA A PISA IL FILM «CRISTIADA»

50.363sono gli studenti iscritti all’ateneo pisanonell’anno accademico 2013/2014

1.640 sono stranieri, il 3,3% del totale. Provengonoda 107 diversi Paesi. I più numerosi sono glistudenti albanesi: 490 iscritti

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VITA NOVATOSCANA OGGI15 febbraio 2015IV

Continua lavisita

pastorale delnostro

Arcivescovo.Nei giorniscorsi era a

San Pietro inPalazzi,

Riparbella,Castellina

Marittima eCollemezzano

Colline, un’agenda ricca di incontriDI NADIA GRONCHI

ontinua la visitapastoraledell’arcivescovo Giovanni Paolo

Benotto nel vicariato delleColline pisane. Nelle scorsesettimane il presule ha visitatole comunità di CastellinaMarittima, Riparbella,Collemezzano e San Pietro inPalazzi, riunite in unitàpastorale.Mercoledì 28 gennaiol’Arcivescovo è stato benaccolto da insegnanti, genitorie bambini di tre scuoledell’infanzia: «San Ranieri»,«44 Gatti» e «Arcobaleno» diSan Pietro in Palazzi. I bambini hanno cantato,ballato, realizzato disegni, poiconsegnati a monsignorGiovanni Paolo Benotto che,certo, li conserverà comegradito ricordo della visitapastorale. Tante sono state ledomande curiose e spontaneea cui l’Arcivescovo ha rispostocon parole appropriate.La visita e l’incontro con glioperai e i dirigenti della Knaufdi Castellina Marittima(specializzata in materiali perl’edilizia) ha messo in luce unambiente sano dove gli operailavorano in sicurezza.Il direttore generale GiovanniMaurizio Casalini hapersonalmente accompagnatol’Arcivescovo negli uffici e haillustrato il procedimento delprodotto: dalla polvere dialabastro, di cui il sottosuolo èricco, al prodotto finito deipannelli di cartongesso. Gli operai stessi hanno chiestola preghiera e la benedizione.Domenica 1 febbraio, aCastellina Marittima,monsignor Giovanni PaoloBenotto ha presieduto lacelebrazione eucaristica,presenti il sindaco e le autoritàmilitari e civili.Giovedì 5 febbraio la visita aglioperai e agli imprenditori dellazona industriale di S. Pietro inPalazzi. Ditte a conduzionefamiliare che offrono lavoro amolti operai, la forza viva delpaese.L’Arcivescovo ha sottolineatol’importanza di queste piccoleditte, benedicendo tutti. Il giorno successivo moltiappuntamenti in agenda. Nelprimo pomeriggio, incontrocon i dirigenti, i dipendenti egli ospiti della fondazioneCasa Cardinale Maffi. Unavisita «movimentata» in cui gliospiti hanno cantato e hannopresentato all’Arcivescovo ledomande più curiose.All’incontro hanno partecipatoalcuni familiari degli ospiti chehanno ringraziato laFondazione per tutte leiniziative e le amorevoli cureverso i loro cari.Alle ore 18 la celebrazioneeucaristica animata dagliospiti. Alle ore 21 l’Arcivescovo ha

C

fatto visita a Riparbella, dove siè svolta la veglia della pace. Èquesto un appuntamentotradizionalmente moltosentito: lo organizzanol’Azione cattolica, il coroparrocchiale «Alleluia» e lacomunità parrocchiale fin dal2005, invitando i sindaci dellaBassa e Alta Val di Cecina, irappresentanti del Tavolo dellaPace, delle associazioni divolontariato, le scuole maternee primarie e i ragazzi delCatechismo. Quella di venerdì scorso è statauna bella manifestazionepartecipata e curata nei minimi

particolari. Don BrunoChiavacci ha voluto donare atutti i partecipanti alla vegliauna piantina fiorita, con unbiglietto di pace, scritto dairagazzi del catechismo: «Lapace fiorisce nel cuore di chi lacoltiva». L’Arcivescovo dopoaver sottolineato alcuni aspettiimportanti del messaggio dipapa Francesco per la giornataMondiale per la Pace, haconsegnato ai sette sindacipresenti e ai rappresentantidelle varie associazioni -Misericordie, Croce rossa,Auser, Azione cattolica, «Noiper l’Angola» - il messaggio

integrale scritto da papaFrancesco per il 1 gennaio2015 (giornata mondiale dellapace) «Non Più schiavi mafratelli».Sabato 7 febbraio l’Arcivescovoha incontrato i ragazzi delcatechismo e i genitori. Lachiesa di S.Pietro in Palazzi erapiena di ragazzi provenientidalle parrocchie di Castellina,Riparbella, Collemezzano e S.Pietro in Palazzi. La giornata èconclusa con l’incontro dimonsignor Giovanni PaoloBenotto con i catechisti egiovani e gli animatoridell’unità pastorale. Domenica 8 febbraio alle ore10,30 l’Arcivescovo hacelebrato la Messa nella chiesaparrocchiale di Riparbella,accolto da un calorosobenvenuto della parrocchia,presentato da AnnamariaGalletti iscritta nelle file diAzione cattolica fin dabambina: «l’onore el’emozione per questa visita -ha osservato AnnamariaGalletti - sono condivisi contutte le nostre famiglie, i nostrigiovani, i nostri anziani, inostri bambini e con tutte leassociazioni ed i lororappresentanti nonché lenostre istituzioni». «In unmomento in cui i valori dellasolidarietà umana sono messia dura prova dacomportamenti e da impulsiegoistici, in un momento dicrisi economica, di precarietà,di mancanza di lavoro, igiovani reclamano la speranzadi un futuro dignitoso e conmeno incertezze. In unmomento così difficile in cuichi ha meno chiede ascolto eattenzione, chi soffre si aspettasostegno e comprensione, tuttinoi abbiamo davanti uncompito urgente e faticoso: farsì che nessuno rimangaindietro, nessuno resti solo. Lasua presenza tra noi, in questavisita pastorale, confermal’importante ruolo e l’operadella Chiesa nelle nostrecomunità». E ancora: «Nonlasciatevi rubare la speranza: èil grido di papa Francesco, cheha colpito immediatamente ilcuore di chi ha scelto ditestimoniare la fede cristiana,ma anche di tante persone chesi professano atee. È ilmessaggio nel quale ciriconosciamo ed il senso e ladirezione del percorso chedesideriamo compiere, insiemeal nostro parroco don BrunoChiavacci, ed alla Chiesapisana ed il suo pastore».Al termine della Messal’Arcivescovo si è intrattenutocon i ragazzi e i genitori.Bellissima è stata lapresentazione della Piazza deiMiracoli di Pisa, sia sotto ilprofilo religioso, culturale eartistico.La comunità riparbellina hasalutato e ringraziato di cuoremonsignor Giovanni Paolo perla visita pastorale.

I bambini della scuola primaria di Riparbella animano la veglia per la pace (foto Gr)

L’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto e il parroco don Bruno Chiavacci durante la veglia perla pace ospitata nella chiesa di Riparbella

Nelle foto la visita di monsignor Giovanni Paolo Benotto alle scuole dell’infanzia di SanPietro in Palazzi

VITA DELLE ASSOCIAZIONI

assemblea generale dei soci riunita-si lo scorso 28 gennaio ha eletto il

nuovo consiglio direttivo de «Gli amicidei Musei e monumenti Pisani», per ilquadriennio 2015-2018. Ne fanno par-te: Ottavio Banti, Stefano Bruni, NicolaMolea, Piera Orvietani Nicola Papa-gna, Pier Giuseppe Pelosini, Emma Ro-vini, Loreda-na Severini,Matilde Ste-fanini, Ro-berto Stefa-nini e Danie-la Stiaffini.Success iva -mente, ilnuovo consi-glio diretti-vo, nella se-duta del 6febbraio haeletto PieraO r v i e t a n i(nella fotocon l’ammi-nistratore de-legato dellaSocietà ae-reoporto to-scano GinaGiani) presi-dente del so-dalizio, ac-c l a m a n d o O t t a v i oBanti comep r e s i d e n t eonorario.Nella stessaseduta sonostati assegna-ti gli incari-chi sociali:vice presi-dente è Loredana Severini, tesoriere Ro-berto Stefanini, bibliotecario NicolaPapagna, segretario Umberto Moschini,segretaria sezione volontariato DanielaDel Gratta.L’attività degli «Amici dei musei e deimonumenti pisani - dichiara il neopre-sidente - continuerà seguendo l’esem-pio e l’operosità del compianto MauroDel Corso che ha fatto grande la nostraassociazione». Non possiamo inoltre prescindere - haproseguito Piera Orvietani - dalla fatti-va essenziale collaborazione da tempoinstaurata con i soci e che ha fatto regi-strare significativi successi e grande ap-prezzamento per tutte le iniziative cheabbiamo promosso. «Anzi, ha aggiunto, sono del parere chedovremo ampliare questa collaborazio-ne ricercando forme adeguate di coin-volgimento, sempre più diffuso. Inol-tre, la nostra attenzione e il nostro im-pegno dovranno essere rivolti ai giova-ni. Dobbiamo trovare il modo di attrar-li e stimolare il loro interesse e amoreper l’arte. Dobbiamo dare loro uno sco-po, un interesse culturale, per aiutarli asuperare le difficoltà che stanno incon-trando in questa società in rapido cam-biamento e che offre scarse prospettiveper il loro futuro professionale».

’L

Piera Orvietaninuovo presidentedegli Amici deimuseiemonumentipisani

Ottavio Bantieletto peracclamazionepresidenteonorariodell’associazione.Continuità con lagestione delcompiantoMauro Del Corso

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VITA NOVA TOSCANA OGGI15 febbraio 2015 V

DI ALESSIO MANFRONI

a alla diocesi di MassaCarrara - Pontremolila XXIVª edizione delpremio «Icilio Felici».

Il Serra club di Cascina haassegnato l’importantericonoscimento, conferito ognianno a un religioso, a donAlessandro Biancalani, parrocodella parrocchia di SanGiovanni Battista a Fossola,nella città di Carrara. Tanti icarraresi che, guidati dalpresidente del Serra club diMassa Carrara, PietroAndreani, hanno voluto esserepresenti alla cerimonia dipremiazione, avvenuta nellasala della biblioteca comunaledi Cascina, sabato 7 febbraio.Teologo, docente e scrittore,don Alessandro Biancalaniinsegna sacra scrittura allaScuola teologica diocesana diMassa, allo Studio teologicointerdiocesano «monsignorEnrico Bartoletti» di Camaioree all’Istituto superiore discienze religiose «beatoNiccolò Stenone» di Pisa.Insegnante di spiritualitàdell’antico Testamentoall’Istituto di spiritualità SantaTeresa di Gesù bambino diPisa, don Alessandro èprofessore della Facoltàteologica dell’Italia centrale aFirenze. Oltre a essere unadelle firme del settimanalediocesano «Vita apuana» (dicui è stato direttore dal 2000 al2003), don AlessandroBiancalani vanta numerosepubblicazioni, tra le quali ilvolume dal titolo «Ministeroapostolico e nuova creazione»,pubblicato nel 2011 dalla casaeditrice Cantagalli. Editore,quest’ultimo, che lo harecentemente incaricato,insieme al professor BenedettoRossi, di curare la nuovatraduzione di tutte le «Letteredi san Paolo». Ma donAlessandro svolge ancheun’apprezzata attività diconferenziere. Dal 2009conduce rubriche a caratterebiblico su Radio Mater, mentrenel 2012, in qualità di teologo,è stato più volte ospite dellatrasmissione Rai «Geo & Geo».Nello stesso anno ha condotto,in lingua spagnola, unadocenza al Seminario di Cittàdel Guatemala e nel 2013 èstato uno dei relatori alconvegno internazionaleecumenico organizzato dallaFacoltà teologica dell’Italiacentrale di Firenze, incollaborazione conl’Accademia di studi teologici

V

di Volos, e presieduto dalcardinale Giuseppe Betori e dalmetropolita di Demetriade. Uncurriculum dunque di grandespessore, non solo pastoralema anche accademico. Eproprio «un’azione pastoraleassociata a una qualificataattività letteraria, artistica oscientifica» rappresenta lamotivazione del premio,istituito nel 1991 dal Serra clubdi Cascina e dedicato alricordo di monsignor Felici.Cento anni prima, nel 1891,Icilio Felici nasceva a Buti.L’arcivescovo Giovanni PaoloBenotto, di lui, ha scritto:«Uomo e sacerdote, scrittore eministro di Dio che ha lasciatosegni profondi nella vita ditante persone e nella storiadella Chiesa pisana e cheancora è capace di suscitarecommozione e sentimenti fortiin chi rilegge i suoi libri dallepagine ingiallite maestremamente vive per imessaggi che trasmettono eche, se ci riportano ad untempo che non ritorna più,dall’altra parte manifestano laperenne giovinezza dei valoridi riferimento nutriti dalla fedecristiana ed ancoratiprofondamente nel cuore enella vita dell’uomo di ogniepoca». La cerimonia dipremiazione, guidata dalpresidente del Serra club diCascina, Paolo Zalum, è stataanche l’occasione perpresentare una nuova ristampa(edizioni Cdl) di una tra leopere più significative di IcilioFelici, la raccolta di novelle«Rosolacci e fiordalisi».Un’attività letteraria, quella dimonsignor Felici, che, secondola professoressa DonatellaMarchi, ha il merito, non solodi testimoniare la realtà deltempo, in particolare la vita

contadina della prima metà delNovecento e gli orrori dellaguerra, ma di «affiancare alquel “rapporto orizzontale”presente tra chi vive il tempo echi lo racconta, tipico dellanarrazione neorealista, un“rapporto verticale” con latrascendenza, un legame tral’“orizzontalità” delle vociumane e la “verticalità” delrapporto con Dio». Il premioFelici rientra nell’attività enello spirito del SerraInternational, associazionenata in America negli annitrenta del secolo scorso, cheprende il nome dal beatoJunipero Serra, padre spagnolodei frati minori, missionarionel continente americanodurante la seconda metà del1700. «Serra è un’associazioneche ha come finalità quella dipromuovere le vocazionireligiose - ha spiegato DanielaMusumeci, governatrice deldistretto 71, che comprende iSerra club del nord Toscana edella Sardegna. Il nostrocompito è quello di dissodareil terreno affinché le vocazionireligiose possano non solonascere ma crescere». Un’operaportata avanti attraversoun’intensa attività che vede ivari club impegnati durantetutto l’anno. Come quelli dellanostra diocesi. Tra febbraio emarzo, il Serra club di Cascinaorganizzerà due conferenzelegate al tema scelto per l’annosociale 2014-2015: «Il ruolodelle donne nella Chiesa enella società civile». Nellanuova sede di Casa Magnificat,al Santuario della Madonnadell’acqua, lunedì 23 febbraiosi svolgerà la conferenza aperta«Testimonianza di unaconsacrata», mentre il lunedìsuccessivo (2 marzo) avràluogo la tavola rotonda «La

donna impegnata nella societàcivile», che vedrà lapartecipazione, tra le altre, diLorella Battini e Luisa Prodi. Il16 marzo il club di Cascinaorganizzerà inoltre un«intermeeting» insieme al Serraclub di Pisa, con una Messacelebrata da monsignorGiovanni Paolo Benotto.Entrambi i clubparteciperanno poi al «Serraday» distrettuale che si svolgeràdomenica 19 aprile,nell’oratorio beato JuniperoSerra di Prato. Intensa anchel’attività del club di Pisa che,come ci ha spiegato ilsegretario Mario Messerini, ilgiorno precedente (18 aprile)organizzerà un incontro con lemonache agostiniane delmonastero di Lecceto, nelsenese, dal titolo «Vocazionealla vita monasticacontemplativa». Una delletante «vocazioni» a cui il Serraclub di Pisa ha dedicato i suoiappuntamenti durante questoanno sociale ispirato, appunto,al tema «Pluralità dellevocazioni come dono di Dio».I prossimi appuntamenti delclub di Pisa saranno laconferenza dal titolo «C’èspazio oggi per l’amore ineconomia», che il 28 aprilevedrà gli interventi deiprofessori Stefano Zamagni(Università di Bologna) eCarlo Casarosa (Università diPisa), e quella sul tema«Vocazioni al volontariato»,che avrà luogo il mesesuccessivo (26 maggio).Quello stesso mese vedràinoltre i Serra club di Cascina edi Pisa impegnati,rispettivamente, inpellegrinaggio a un santuario(9 maggio) e in visita a unaparrocchia della nostra diocesi(17 maggio).

Il premio «Felici» a don Biancalani

Pietrasanta,venduto l’immobile di via GaribaldiDI ANDREA BERNARDINI

’enoteca Marcucci resterà aPietrasanta. I suoi titolari, infatti,hanno acquisito dalla diocesi diPisa i locali a piano terra dello

storico immobile di via Garibaldi, dove sitrovano attualmente la pregiata cantina eparte della cucina. Acquistata ancheun’altra piccola porzione a piano terradello stabile, sì che l’enoteca potrà adessomeglio sviluppare la sua attività. I restantilocali sono stati invece acquistati dalnoto gruppo Impresa Pizzarotti & C spadi Parma (tremila collaboratori e progettiin tutto il mondo). Si conclude, dunque, la lungacontroversia tra Marcucci e la diocesi diPisa che, volendo vendere l’immobile,aveva dato avviso di sfratto ai Marcucciche erano i locatari. Sulla liceità dellosfratto si era pronunciato positivamenteil giudice della Corte d’appello di Firenzeil 16 gennaio del 2013. I titolari avrebbero dovuto sgomberarel’enoteca entro il 31 marzo dello scorsoanno, ma la diocesi non ha dato seguitoalla sentenza, dando possibilità ai gestoridel noto locale di andare avanti con lastagione.Infine, i titolari dell’enoteca e la diocesi

Lsono arrivati ad un accordo perl’acquisizione di parte del palazzo,mentre la diocesi ha trovato nelgruppo Pizzarotti la disponibilitàad acquisire la parte restantedell’immobile e in particolare glialloggi dei piani superiori.«L’enoteca Marcucci - riconoscel’economo diocesano donFrancesco Barsotti - è un eserciziocommerciale di grande richiamoper tutta la Versilia e non ci piaceval’idea che, con la vendita a terzidell’intero stabile, si mettesse indiscussione il posto di lavoro di undiscreto numero di dipendenti. Perquesto abbiamo scelto di avviareuna doppia trattativa: con gliimprenditori di Parma e con ititolari dell’enoteca, nonostante lo

sfratto fosse già eseguibile ormai datempo».Il palazzo di via Garibaldi dove si troval’enoteca Marcucci fu donato all’OperaMaffi perché se ne facesse «un luogo dieducazione religiosa dei giovanetti». Fuutilizzato, per diversi anni, dallaparrocchia del Duomo di Pietrasanta perle sue attività pastorali e di oratorio.Caduto in disuso, fu donato nel 2003dall’Opera Maffi alla diocesi di Pisa.

Acquistato, in parte, dall’impresaPizzarotti di Parma e, in parte,dal titolare dell’enotecaMarcucci, che così potràmantenere, ed anzi ampliare lasua attività nella città diPietrasanta

Il presidente del Serra club di Cascina Paolo Zalum insieme a don Alessandro Biancalani

Al teologo, docente e scrittore carrarese il riconoscimentopromosso dal Serra club di Cascina e giuntoalla ventiquattresimaedizione.Il ricco programmadelle attività annualidei club di Pisa e Cascina

NEI GIORNI SCORSI

PREMIAZIONE NELLA SALA DELLA BIBLIOTECA COMUNALE DI CASCINA

LE CENERIDI GIOVANNI MANECCHIA

ercoledì 18 febbraio sono «Le Ce-neri». Per chi ha una certa età,

Quaresima voleva dire anche sacrifici.E «la Quaresima... è un “tempo di gra-zia” (2 Cor 6,2) dice papa Francesco.Lui (il Signore) non è indifferente anoi... Ognuno di noi gli sta a cuore...Però succede, continua il Papa, chequando noi stiamo bene ci dimenti-chiamo degli altri (cosa che Dio Padrenon fa mai)... allora il nostro cuore ca-de nell’indifferenza (...). Per superarel’indifferenza, dice il Papa nel Messag-gio per la Quaresima, vorrei chiedere atutti di vivere questo tempo come unpercorso di «formazione del cuore»,come ebbe a dire Benedetto XVI(«Deus caritas est», 31)... Chi vuole es-sere misericordioso, ha bisogno di uncuore forte, saldo, chiuso al tentatore,ma aperto a Dio. Un cuore che si lascicompenetrare dallo Spirito... Deside-ro, continua papa Francesco, pregarecon voi Cristo: “Fac cor nostrum se-cundum cor tuum” = “Rendi il nostrocuore simile al tuo” (Supplica dalle Li-tanie al Sacro cuore di Gesù. «... Venneda Gesù un lebbroso, che lo supplica-va in ginocchio... Ne ebbe compassio-ne... lo toccò e gli disse: “Lo voglio, siipurificato!”... ed egli fu purificato...quello si mise... a divulgare il fatto...»(Mc 1,40-45 liturgia del 15 febbraio).

M

ASTERISCO

LA DONAZIONE

na reliquia del santo Giovanni XXIIIsarà presto esposta alla devozionepopolare nella cappella «Dal Pozzo»del Camposanto monumentale di

Pisa, dove sono conservate le reliquie dellaCattedrale. È sta-ta donata al no-stro Arcivescovodal postulatoredella causa dibeatificazione, ilbrindisino padreGiovangiuseppeCalifano, frateminore legato alsacro conventodi Assisi.È stata collocatain un antico reli-quiario dellaCattedrale, appo-sitamente restau-rato.Monsignor Ange-lo Giuseppe Ron-calli (Sotto ilMonte, 25 novem-bre 1881 - Cittàdel Vaticano, 3 lu-glio del 1963), eletto vescovo di Roma e260º successore di Pietro al soglio pontificioil 28 ottobre del 1958, era stato beatificato dapapa Giovanni Paolo II il 3 settembre del2000. Ed è stato canonizzato il 27 aprile del2014 da papa Francesco.La nostra città lo ospitò in occasione di unafesta patronale di San Ranieri, quando mon-signor Angelo Giuseppe Roncalli non era an-cora Papa, ma patriarca di Venezia. Eccoloimmortalato in questo scatto di LucianoFrassi, il compianto fotografo «storico» delnostro settimanale, mentre si allontana sere-namente e «in sordina», com’era nel suo stile,dalla Cattedrale di Pisa.

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Una reliquia di San GiovanniXXIII nel Duomodi Pisa

La reliquia di San Giovanni XXIII

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DALLE DIOCESITOSCANA OGGI15 febbraio 2015VI

a Chiesa di Siena-Colle diVal d’Elsa-Montalcinocondivide con le altrediocesi della Toscana il

«particolare dono ricevuto»,quello della Sacre Particole delprodigio eucaristico. L’arcivescovoAntonio Buoncristiani loannuncia ai tanti fedeli senesipresenti in San Francesco e aivescovi toscani che con luiconcelebrano la Messa presiedutadal cardinale Giuseppe Betori,lunedì 9 febbraio, al terminedell’assemblea della Conferenzaepiscopale toscana ospitata aSiena proprio in occasionedell’anno eucaristico promossodalla diocesi.«Tutti riconosciamo – ha spiegatoBuoncristiani – l’incredibile storiadel miracolo eucaristico che sfidale leggi della natura a sostegnodella nostra debole fede. Maanche la pazienza di Dio neiconfronti delle nostreincredulità».Le Particole del miracoloeucaristico di Siena continuanoinfatti a essere prodigiosamenteincorrotte. Lo hanno confermatole recenti analisi effettuate da ungruppo di ricercatori dell’Istitutoper la Conservazione evalorizzazione dei Beni culturalidi Firenze collegato con il Cnr (ilConsiglio nazionale dellericerche), a distanza di 62 annidall’ultimo controllo nel 1952.Dai risultati degli esami eseguiti èemersa la conferma di quantoanticipato dall’esame visivo,ovvero il buono stato diconservazione delle Ostie e latotale assenza di contaminazione.La Particole (225 più alcuniframmenti) sono conservate dal1730 nella basilica di San

Francesco erappresentano per laChiesa locale «un segnoevidente che rafforza lafede del Popolo di Dionell’Eucaristia, culmine efonte di tutta la vita dellaChiesa, sacramento diunità e vincolo di caritàfra i cristiani».Il prodigio è laconseguenza di un furtosacrilego avvenuto il 14agosto 1730 quandoalcuni ladri trafugaronodalla chiesa di SanFrancesco, tenuta daiFrati minori conventuali,una pisside con 351Ostie consacrate. Iniziateimmediatamente lericerche, le SacreParticole (purtropponon tutte) furonoritrovate casualmente lamattina del 17 agostonel vicino santuario diSanta Maria inProvenzano. I ladri leavevano nascoste dentro lacassetta delle elemosine in mezzoalla polvere e alle ragnatele. Unavolta ripulite ed esaminate furonoriportate in San Francesco. Con ilpassare del tempo, le Particolenon mostravano nessun segno dialterazione così come non

l’hanno mostrato in quest’ultimaricognizione a cento anni dalleprime analisi scientifiche del1914 ad opera dell’illustrechimico Siro Grimaldi, cheammise di trovarsi di fronte a «unfenomeno assolutamenteanormale».

Il centenario di quellaricognizione e la nuova analisiscientifica hanno fornitoall’arcivescovo Buoncristiani,l’occasione per indire un Annoeucaristico diocesano, iniziatodopo la processione del CorpusDomini nel giugno scorso, che

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SIENA

CARTOCCIO DI SALMONE, FUNGHI E LIME

Ingredienti per 4 ospiti:

600 gr DI FILETTO DI SALMONE FRESCO

300 gr. DI FUNGHI FRESCHI PORCINI O CHAMPIGNON, in base alla stagione

2 LIME NON TRATTATI

SALE E PEPE

PREZZEMOLO

NIPITELLA O TIMO

OLIO E.V.O.

AGLIO FACOLTATIVO

Accessori: carta forno e stagnola

- lavare e tagliare i funghi

- saltarli velocemente, in padella con olio e timo o nipitella, sale e pepe, olio

- grigliare il salmone sono con poco sale e pepe

- preparare sulla teglia da forno la carta stagnola, sopra porvi il foglio di carta

forno- distendere sulla carta forno il filetto di salmone,

coprire con 1 lime fatto a fettine e ricoprire con i funghi trifolati

- chiudere la carta forno e poi la carta stagnola

- cuocere in forno x circa 20' a 160°

- potete preparare il cartoccio anche il giorno prima

e passarlo in forno solo al momento di servirlo

- portare in tavola il cartoccio chiuso ed aprirlo al centro quando

lo dovete servire. Così darà il massimo del mprofu

CAPONATA INVERNALEIngr. x 4 ospiti:

1/4 DI CAVOLFIORE 2 PATATE GRANDI2 COSTE DI SEDANO2 CAROTE PICCOLEOLIVE NERE DENOCCIOLATE, 2 CUCCHIAI

SALE, PEPE, OLIO E.V.O. ALLORO, ROSMARINOPEPERONCINO

- pulire e lavare tutte le verdure, farle a tocchetti tipo patata arrosto

- mescolare delicatamente in una capiente ciotola: le verdure lavate e tagliate,

le foglie intere di alloro, il rosmarino appena sfogliato, sale,

peperoncino e pepe, le olive e l'olio- versare le verdure un una padella larga e farle rosolare un po' sul fuoco a fiamma viva. Devono solo colorire

- coprire la padella e cuocere in forno per circa 30' - si servono bollenti come contorno, oppure tiepide con scagliette di parmigiano

o pecorino, come antipasto

Vescovi e pretidella Toscanadi fronte alle«domande scomode»sulla famiglia

annuale Corso di aggiornamento per ivescovi, i membri della Commissione

Presbiterale Regionale e i membri dei ConsigliPresbiterali delle Diocesi della Toscana si èdato l’appuntamento alla cittadella diLoppiano per il lunedì, 26 gennaio 2015.Presenti, una quarantina di sacerdotiaccompagnati da due vescovi: mons.Guglielmo Borghetti, da poco nominato dalPapa Francesco vescovo coadiutore delladiocesi di Albenga-Imperia e mons. StefanoManetti, vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza. Le riflessioni si sono focalizzate sultema: «Presbiteri e pastorale familiare: nel cuoredel futuro. Alla luce del recente SinodoStraordinario: famiglie e pastori chiamati a scrivereil nuovo umanesimo». L’animatore della giornataè stato don Maurizio Gronchi, dellaArcidiocesi di Pisa, già parroco e attualmenteprofessore ordinario di Cristologia nellafacoltà di teologia della Pontificia UniversitàUrbaniana di Roma, consultore allaCongregazione per la dottrina della Fede,invitato come esperto al Sinodo straordinariosulla famiglia. Nella prima parte della mattinata, il relatore hacondiviso le sue impressioni sul clima cheaccompagnava i lavori del sinodo straordinario

sulla famiglia. DonGronchi ha parlatodell’esperienza dellafranchezza respiratanell’aula sinodaleunita alla pazienzanell’ascoltare chiparlava, all’umiltà diporsi sotto lo sguardodi Gesù, e del coraggiodi sostenere ilconfronto. Questoclima di sereno,aperto e coraggiosoconfronto, il relatore è

riuscito (da buon toscano di Pontedera...quindi, diretto e schietto) a creare anche tra iconvenuti, preti e vescovi, a Loppiano.Don Maurizio, parlando del metodo dellavoro del sinodo, si è soffermato sul termine synodía» (usato da San Luca per descrivere lacarovana in cui Maria e Giuseppe cercavanoGesù dodicenne) per caratterizzare con essouna «comunità in cammino» capace diconciliare la libertà e l’obbedienza nella ricercadi Gesù. La Chiesa è chiamata a lasciarsicondurre dallo Spirito verso la comprensionedella verità tutta intera. È un processo nonnuovo. Infatti, la Chiesa fin dai primi tempi hadovuto prendere decisioni su problemi nuovi,non direttamente affrontati in dettaglio daGesù. È un cammino di sviluppo caratterizzatodalla unione tra la continuità e la novità. Nella seconda parte della mattinata si è parlatodel Vangelo della famiglia dove le parole diGesù: «Quello che Dio ha congiunto, l’uomonon lo separi» (Mt 19,6) fondano la verità e labellezza del matrimonio «nel Signore». Ladomanda che, però, ha animato la discussioneè stata quella: «e se l’uomo separa ciò che Dioha unito? Cosa succede alle persone? Qualesguardo Gesù rivolge al loro progetto fallito, aldisegno infranto, al sogno distrutto?» Ilconfronto si è svolto nella consapevolezza cheaffrontare le questioni, anche quelle più«scomode» non significa mettere in dubbio laverità della fede, ma piuttosto contemplarlacon occhi nuovi. E sono quelli di Gesù riflessinello sguardo della Chiesa, la cui primariaintenzione è quella di preoccuparsi di esserefedele al suo SignorePrima di iniziare il lavoro nei gruppi, sonostati indicati i concetti di «recezione» e di«approfondimento» per prospettarel’atteggiamento con cui la Chiesa è chiamata avivere l’inter-sessione sinodale, con l’aiuto deilineamenta consegnati in vista dell’assembleadel prossimo ottobre. Ai documenti ufficialiusciti dal sinodo - il messaggio, la relazione e ildiscorso conclusivo del Papa- si aggiunge unaserie di domande, che emergono dalla RelatioSynodi e sono rivolte alle conferenzeepiscopali, per consentire un cammino. L’ultima parte della mattinata e il primopomeriggio sono stati dedicati ai lavori neigruppi. Il confronto è stato molto ampio,schietto e concreto. Sono emerse alcunepriorità pastorali come: la sinodalità come stiledella Chiesa, il metodo di gradualità nelcammino di accompagnamento pastoraledelle persone, la vicinanza alle situazionidifficili e «irregolari», educazione all’affettività,apertura alle «sorprese di Dio», riconoscenzadella propria fragilità e della condizione dipeccatore come punto di partenza per ildialogo con i «lontani», la volontà e l’impegnodi approfondire sempre di più, la capacità diconiugare la flessibilità pastorale e la fermezzae, infine, la «parresia» franchezza come mododi essere nella Chiesa. Per chi scrive, è stato molto bello condividerela stessa passione pastorale che è la volontà dicamminare, nell’ascolto dialogante, al fiancodelle famiglie, e in modo particolare, quellepiù ferite.

don Helmut - diocesi di Prato

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Nella giornataregionale delclero, aLoppiano, lariflessione didon MaurizioGrochi su veritàe bellezza del matrimonio

L’omaggiodei vescovial prodigioeucaristico

La Conferenzaepiscopale toscana si è raccolta in preghieradavanti alle sacreparticole incorrotte dal1730, quando furonorubate e poi ritrovate

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DALLE DIOCESI TOSCANA OGGI15 febbraio 2015 VII

proseguirà fino al Convegnoecclesiale nazionale inprogramma a Firenze nelnovembre del 2015.Per l’Anno eucaristico,l’arcivescovo Buoncristiani,tramite la Penitenzieriaapostolica, ha anche chiesto eottenuto da Papa Francescol’Indulgenza plenaria, dal 1°novembre 2014 al 4 ottobre 2015,per tutti i fedeli che devotamentesosteranno in preghiera diadorazione dinanzi alle SacreParticole, tanto in San Francescoquanto nelle chiese del territoriodiocesano dove vengono espostea partire da questo mese difebbraio.La pisside contenente il prodigioeucaristico viene accompagnatanei vari pellegrinaggi da padreNicola Scarlatino, rettore dellaBasilica di San Francesco eguardiano del convento, cheintanto racconta del forte afflussodi fedeli che a turno si recano nelsantuario francescano per lapreghiera e l’adorazione. «L’Annoeucaristico – concludeBuoncristiani – deve servirci acelebrare una vera e propriapastorale eucaristica, rimettendoal centro di ogni nostro gesto laliturgia e l’Eucarestia».«Siamo grati all’arcivescovo di

Siena per questo invito, chepermette ai vescovi toscani dicondividere con voi la fedenell’Eucaristia», ha detto Betoriall’inizio dell’omelia sul branoevangelico dei discepoli diEmmaus. «La loro trasformazione– ha spiegato il presidente dellaConferenza episcopale toscana –avviene grazie ad un incontro chediventa riconoscimento. Nonmancano ai discepoli di Emmausla consapevolezza e la conoscenzadei fatti. Riescono persino acomprenderli perché hanno laspiegazione diretta del Maestro.Eppure questo non basta perriconoscere Gesù. Hanno bisognodi un gesto misterioso come lospezzare il pane. Solo a quelpunto si aprono i loro occhi.Questo vuol dire che la logicadella fede fa del segno la cosa dicui abbiamo bisogno percomprendere la presenza diCristo in mezzo a noi. Ma il panespezzato è anche il segno dellacondivisione che accompagna ilsegno profondo dell’Eucarestia. Èla partecipazione di noi stessi aglialtri. L’Eucarestia è un cibo chespinge al cammino – ha conclusoBetori –: un cibo di impegno, nondi consolazione. Un impegno allacondivisione e al commino di vitaper essere testimoni».

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Servizio civile regionale, nazionale ed europeo:opportunità di crescita per giovani volenterosiSi è conclusa per 130 giovani l’esperienza di ServizioCivile Regionale realizzato per alcune cooperative e peralcune Unioni Provinciali di Confcooperative Toscana. Ilservizio civile, progettato assieme ad Irecoop Toscana, èiniziato per il 15/01/2014 e si è concluso il 14/01/2015. In base ai dati di monitoraggio, sono risultateparticolarmente significative, in termini di gradimentoda parte dei ragazzi le esperienze di Empoli, c/o la coopIl Piccolo Principe, Firenze c/o Co&SO Firenze, Arezzo,c/o l’Unione provinciale di Confcooperatie Arezzo;Grosseto, c/o l’Unione provinciale di ConfcooperatieGrosseto; Pistoia, c/o l’Unione provinciale diConfcooperatie Pistoia.A breve il Servizio Civile nazionale metterà adisposizione dei giovani Toscani nuove opportunità.Per info: [email protected] -http://www.toscana.confcooperative.it/C13/Servizio%20Civile%20Toscana/default.aspx

Tirocini presso il Centro Europeo di Lingue ModerneIl Centro Europeo di Lingue Moderne accoglietirocinanti due volte all'anno per un periodo di 6 mesi.Il ruolo principale dell’ECML, struttura del Consigliod'Europa, è di favorire l'implementazione delle politichea favore delle lingue e la promozione di approcciinnovativi nell'apprendimento e l'insegnamento dellelingue moderne.DestinatariI tirocinanti devono essere studenti laureati,preferibilmente a livello post-lauream. Devono esserein grado di parlare l’inglese, il francese e possibilmenteil tedesco almeno a livello elementare. In tutti i settori, iltirocinante dovrà dimostrare spirito di squadra,flessibilità e interesse nelle attività dell’ECMLSede del tirocinioGraz, Austria.Durata del tirocinio6 mesi.Erogazione della borsaÈ prevista una sovvenzione mensile di 720 euro. L’ECMLnon prevede alcun contributo per i costi di viaggio dalpaese di provenienza a Graz. Una deduzione di circa 20euro è prevista tutti i mesi dalla retribuzione deltirocinante per le spese di assicurazione durante ilsoggiorno.Ambiti di lavoroVengono proposte quattro aree specialistiche checorrispondono a quattro diversi tipi di tirocinio:Specializzazione riguardante il sito webSpecializzazione nel programma e la logisticaSpecializzazione nella documentazioneSpecializzazione in finanza e amministrazione generaleScadenze: 28 febbraio 2015 (per il periodo gennaio-giugno) - 31 agosto 2015 (per il periodo luglio-dicembre)Per maggiori info: http://traineeship.ecml.at/intro/tabid/1823/language/en-GB/Default.aspx

Tirocini presso la Fondazione EuropeaMiglioramento delle condizioni di vita e di lavoroI tirocini presso la Fondazione Europea per ilmiglioramento delle condizioni di vita e di lavoro(EUROFOUND) consistono in un’esperienza lavorativapresso gli uffici della Fondazione e vengono offertidurante tutto l’anno.DurataI tirocini hanno una durata di sei mesi. Destinatari I candidati devono aver completato il primo ciclo di uncorso universitario e aver ottenuto un diploma di laurea(o il suo equivalente) entro la data della scadenza delbando. Non devono aver beneficiato di un altro tipo diformazione professionale all'interno di altre istituzionieuropee, e non devono aver avuto nessun tipo diimpiego all'interno di istituzioni o enti europei.I candidati devono appartenere ai 28 Stati membri UE eai paesi candidati. Tuttavia, potrà essere accettata anchela partecipazione di un numero limitato di tirocinanti dipaesi non-membri.I candidati devono possedere una conoscenzaapprofondita di una lingua UE e una buona conoscenzadell’inglese.Aree del tirocinioLe aree di attività della Fondazione sono le seguenti:gestione della ricerca; condizioni lavorative; relazioniindustriali; EIRO (Osservatorio europeo per le relazioniindustriali); EMCC (Centro di monitoraggio europeo sulcambiamento); informazione e comunicazione; centroinformazioni e biblioteca; ufficio affari pubblici; ufficiostampa; gestione dei contenuti e pubblicazioni; gestionee sviluppo del web; ufficio per i servizi operativi(gestione dei contratti e delle conferenze, gestione delprogramma di lavoro); amministrazione; finanza;risorse umane; tecnologia dell’informazione.CondizioniAi tirocinanti viene garantito un finanziamento di 1.247euro mensili. Per i candidati disabili è previsto unrimborso per le spese di viaggio e un supplemento. Scadenza: 27 febbraio 2015Ente promotore: Fondazione europea per ilmiglioramento delle condizioni di vita e di lavoro.Per maggiori info: http://www.eurofound.europa.eu/it/about-eurofound/career-opportunities/information-on-traineeships

Arezzo in festaper la Madonna del Conforto:Duomo apertodall’alba a mezzanotte

ndare presso la prodigiosa immagine della Madonna delConforto è compiere un gesto di richiesta di aiuto e di

consiglio; è dichiararsi, nel segreto di un dialogo interiore». Allavigilia della festa più amata dagli aretini, l’arcivescovo RiccardoFontana si è rivolto con queste parole ai giovani della Diocesi che lohanno accompagnato nel pellegrinaggio nel cuore di Arezzo,assieme ai rappresentanti delle altre religioni, per chiedere pace nelmondo.In centinaia hanno già sfilato di fronte alla terracotta invetriata che,come vuole la Tradizione, nel febbraio del 1796 s’illuminòimprovvisamente liberando la Città dal flagello del terremoto. In migliaia lo faranno nel giorno della festa, domenica 15 febbraio.Per fare spazio a tutti, le porte del Duomo di Arezzo si aprirannoall’alba e si chiuderanno soltanto a mezzanotte.Ciascuno entrando all’interno della cappella, dove l’icona mariana èconservata, rivolgerà gli occhi in alto, fissando per qualche istantequella piccola immagine. Una preghiera, un’invocazione o solo unarichiesta di un po’ di "conforto" per sé o per i propri cari.Perché il vero significato di questa festa è proprio questo: un popoloche rende omaggio a sua madre, le affida le proprie difficoltà, ipropri affanni quotidiani e chiede la forza, un aiuto per andareavanti.Le Messe saranno celebrate a tutte le ore. In particolare, lacelebrazione delle 10.30 sarà presieduta dall’arcivescovo RiccardoFontana. Alle 18, sarà invece la volta del Solenne Pontificalepresieduto dal cardinale Beniamino Stella, prefetto dellacongregazione per il clero. Saranno presenti anche i vescovi dellaToscana, guidati dal cardinale Giuseppe Betori e accompagnatidall’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Gualtiero Bassetti.A segnare le celebrazioni di quest’anno, l’anniversario dei 20 annidall’ultima Peregrinatio della Madonna del Conforto. Volutadall’allora vescovo Giovanni D’Ascenzi, vide l’icona marianaattraversare l’intero territorio diocesano, accolta da migliaia difedeli. Un’altra dimostrazione del legame intenso tra questa terra ela «Madre degli aretini».

Lorenzo Canali

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VITA NOVATOSCANA OGGI15 febbraio 2015VIII