Croz dell'altissimo - Armani Fedrizzi

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Croz dell’altissimo, Via Armani - Fedrizzi Relazione da una ripetizione del Settembre 2011. Primi salitori : Matteo Armani & Comelio Fedrizzi, estate 1946 Difficoltà : VI+/A0, EDinf. Lunghezza : 750 metri. Tempi : 1,30 h per l’avvicinamento, 10 h per la via e 2 h per la discesa Materiale : 12 rinvii, nuts e friends (fino al 4 BD). martello e qualche chiodo. Commento : Lunga ascensione che supera il gran diedro Sud-Ovest del Croz dell’altissimo. Sicuramente una via ardita per l’anno di apertura (impensabile con gli scarponi!), tutt’ora richiede grande impegno e suscita un senso di forte rispetto e ammirazione per gli apritori. Leggermente inferiore alle attese, invece, (a nostro giudizio) la bellezza dell’itinerario e dell’arrampicata. Idealmente può essere suddivisa in due parti. La prima si svolge nel gran diedro (fino al nono tiro) ed è caratterizzata da roccia slavata dall’acqua (stranissimo: sembra un torrente secco!) a tratti non buonissima e arrampicata in fessura-diedro sostenuta (due tiri duri, ottavo e nono, richiedono incastri violenti!); la seconda, invece, si avventura inizialmente sulla destra del diedro su roccia a tratti molto brutta per poi ributtarvisi dentro nella parte alta (ultimi due tiri) dove questo ormai si è trasformato in un grande canale colatoio. Nella prima parte la chiodatura è mediamente buona e il percorso evidente, mentre la parte alta, una volta usciti dal diedro, presenta difficoltà tecniche decisamente più basse, ma problemi di orientamento e scarsa chiodatura. Peraltro le relazioni da noi reperite sembrano descrivere varie possibili uscite… quella da noi seguita è abbastanza logica! Qualche pericolo di caduta sassi all’interno del diedro; da affrontare unicamente con tempo superstabile in quanto un temporale nel grande diedro potrebbe trasformarlo in un torrente verticale di acqua… e pietre!

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Croz dell'Altissimo, Via Armani - Fedrizzi

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Croz dell’altissimo, Via Armani - Fedrizzi

Relazione da una ripetizione del Settembre 2011.

Primi salitori: Matteo Armani & Comelio Fedrizzi,

estate 1946

Difficoltà: VI+/A0, EDinf.

Lunghezza: 750 metri.

Tempi: 1,30 h per l’avvicinamento, 10 h per la via e 2 h per la discesa

Materiale: 12 rinvii, nuts e friends (fino al 4 BD).

martello e qualche chiodo.

Commento: Lunga ascensione che supera il gran diedro Sud-Ovest del Croz dell’altissimo. Sicuramente una via ardita per l’anno di apertura (impensabile con gli scarponi!), tutt’ora richiede grande impegno e suscita un senso di forte rispetto e ammirazione per gli apritori. Leggermente inferiore alle attese, invece, (a nostro giudizio) la bellezza dell’itinerario e dell’arrampicata. Idealmente può essere suddivisa in due parti. La prima si svolge nel gran diedro (fino al nono tiro) ed è caratterizzata da roccia slavata dall’acqua (stranissimo: sembra un torrente secco!) a tratti non buonissima e arrampicata in fessura-diedro sostenuta (due tiri duri, ottavo e nono, richiedono incastri violenti!); la seconda, invece, si avventura inizialmente sulla destra del diedro su roccia a tratti molto brutta per poi ributtarvisi dentro nella parte alta (ultimi due tiri) dove questo ormai si è trasformato in un grande canale colatoio. Nella prima parte la chiodatura è mediamente buona e il percorso evidente, mentre la parte alta, una volta usciti dal diedro, presenta difficoltà tecniche decisamente più basse, ma problemi di orientamento e scarsa chiodatura. Peraltro le relazioni da noi reperite sembrano descrivere varie possibili uscite… quella da noi seguita è abbastanza logica! Qualche pericolo di caduta sassi all’interno del diedro; da affrontare unicamente con tempo superstabile in quanto un temporale nel grande diedro potrebbe trasformarlo in un torrente verticale di acqua… e pietre!

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Avvicinamento: Da Andalo imboccare in auto la strada per Pradel fino al cartello di divieto di transito. proseguire quindi a piedi fino a Pradel (rifugio) e proseguire sul sentiero che in piano conduce verso il rifugio croz dell’altissimo. si costeggia la parete passando alla base di un grande avancorpo e ci si ritrova alla base del grande diedro. risalendo per mughi, tracce o il greto del ruscello secco, si raggiunge in breve la base del diedro e si sale senza particolari difficoltà fino al primo risalto. Descrizione: 1 tiro: risalire lungamente il fondo del canale diedro superando una strozzatura fino alla sosta su tre chiodi sulla sx. [60 m, IV] 2 tiro: continuare nel diedro e proseguire nel seguente camino fino a un terrazzino con sulla dx una placca bianca. sosta su 3 chiodi. [60 m, Vsup, qualche chiodo] 3 tiro: risalire la placca bianca un metro a dx della sosta riportandosi quasi subito sul fondo del diedro. proseguire seguendo una fessura-diedro fino a un piccolo terrazzino alla base di un salto più verticale. sosta sulla dx su 3 chiodi (2 vicini e uno più lontano sulla dx). [35 m, VIinf, 2 chiodi] 4 tiro: risalire la fessura sulla sx della sosta. inizialmente facile e senza chiodi, mentre più in alto si fa decisamente più dura, ma ben chiodata. al termine del tratto verticale traversare a sx e sostare sui due chiodi a pressione della targa e un chiodo normale (sosta rinforzabile con friend 1 BD). [35 m, Vsup/A0, vari chiodi] 5 tiro: risalire direttamente il diedrino sopra la sosta (chiodo) e proseguire lungamente nel diedro camino sovrastante. superare una piccola nicchia strapiombante (chiodo) e traversare 4/5 metri sulla dx fino a due chiodi. superare il breve muretto sovrastante (chiodo) e traversare due metri sopra nuovamente a sx reimmettendosi nel diedro. sosta poco sopra presso uno scomodo gradino su due chiodi dall’aspetto non rassicurante… [50 m, Vsup, vari chiodi] 6 tiro: superare il muretto sopra la sosta sulla destra (chiodo nascosto) e continuare sempre dritti nel diedro-camino fino a giungere sotto il “becco”. superarlo per un curioso tunnel verticale sbucando su un grande e comodo terrazzo (sosta eventuale su 2 chiodi nel canale poco più sopra sulla sx). proseguire nel canale fino a una comoda sosta su 2 chiodi sulla dx presso un gran ripiano. [60 m, V] 7 tiro: sempre dritto puntando all’evidente diedro fessurato verticale in alto. sosta scomoda su 2 chiodi e un masso incastrato. [40 m, Vsup, 2 chiodi] 8 tiro: superare il diedro fessurato (2 ch. + masso incastrato) e proseguire nel seguente diedro camino fino alla sosta in una nicchia su 2 chiodi. [35 m, VI, 2 ch.] 9 tiro: appendere zaino, scarpe e quant’altro di ingombrante sotto i piedi, incastrarsi nello stretto camino e salirlo (strisciando con fatica per i primi dieci metri!) fino a una zona più facile che conduce a una cengia. Il diedro è ora sbarrato da una fascia strapiombante e si prosegue per una evidente rampa-diedro sulla destra. sosta su un chiodo e protezioni veloci presso una nicchia. [60 m, VIsup, qualche chiodo]

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10 tiro: proseguire nella rampa superando un tratto friabilotto (1 ch + clessidra) e raggiungere una terrazza alla base di un grosso canale sulla dx. puntare al canale (chiodo sulla parete di sx) e sostare su due chiodi nel canale sulla dx. [60 m, Vsup, qualche chiodo] 11 tiro: seguire il camino prendendo il diedro di sx (2 chiodi) caratterizzato da una macchia di roccia chiara (frana) una quindicina di metri sopra la sosta. superarla e sbucare su una larga cengia erbosa 10/15 m a sx di un pino mugo. Puntare a una zona di rocce rossastre e superarla verso dx dirigendosi verso una vaga rampa; sosta su chiodo (sulle rocce di dx) e sasso incastrato. [80 m, IV, 2 chiodi – eventuale sosta da attrezzare sulla cengia] 12 tiro: si è ora alla base di una facile rampa che sale verso dx (spuntone con cordone ben visibile 15 metri sopra la sosta). NON seguire la rampa, ma salire qualche metro e traversare a sx su una cengetta alla base di una rampa-diedro che sale verso sx (sosta eventuale su 2 chiodi alla base). seguire la rampa (chiodo) lungamente fino a che questa si esaurisce (chiodo). superare un breve muretto sbucando su una cengetta dove di fa sosta su un chiodo (rinforzabile con dadi o chiodi). [60 m, IV, 2 chiodi] 13 tiro:proseguire verso sx per una facile rampa (chiodo) e traversare a sx in orizzontale su una cengia rientrando nel grande canalone (chiodo basso – consigliabile attrezzare qui una sosta!). seguire il canale-diedro fino a un tetto (chiodo con cordino), sotto il quale si traversa un metro a sx (chiodo) e si prosegue per il sovrastante diedro. superare un passaggio impegnativo (chiodo) e proseguire più agevolmente altri 5 metri fino a una sosta scomoda su due chiodi sulla sx (possibile proseguire altri fino a entrare, sosta su 2 chiodi) [65 m, Vsup e 1 passo A0] 14 tiro: dritti nel camino (sosta eventuale su 2 chiodi nel fondo del camino sulla sommità di un pilastrino 5 metri sopra) su roccia davvero marcia fino a un chiodo. uscire a dx e superare una fessura intasata d’erba (chiodo) e traversare a dx (2 chiodi, il secondo visibile ed evidente). superare un saltino verticale e giungere su un terrazzo. sosta su due chiodi in una fessura in alto a sx. [35 m, V, 6 chiodi] 15 tiro: dritti nel fondo del camino fino all’uscita nel catino erboso terminale. sosta su mughi. [40 m, IV + erba] Discesa: Risalire il catino erboso sommitale fino alla cresta. Se ci si tiene sulla dx (faccia a monte), una volta in cresta si deve percorrere la cresta verso sx (ovvero verso la cima) per una cinquantina di metri seguendo una vaga traccia tra i mughi. Individuare una vaga traccia tra i mughi che conduce a valle dal lato opposto della salita. A un primo tratto tra i mughi, segue una zona di sassi che si continua a percorrere in discesa puntando a un grosso avancorpo placcoso (con bellissime rigole) nel centro della valle. Una volta alla base dell’avancorpo lo si aggira (sulla dx) e si giunge in breve ad incrociare un sentiero marcato che seguito verso valle (dx) riconduce prima al rifugio montanara e poi a Pradel.

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Verso il becco (sesto tiro)

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La rampa diedro del dodicesimo tiro.

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Si ritorna nel canale (tredicesimo tiro)

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Lo scabroso quattordicesimo tiro