COOP RENO il corso della cooperazione€¦ · COOP RENO il corso della cooperazione Nell’Emilia...

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    Progetto COOPYRIGHT junior

    Edizione 2015/16

    Classe IIIA- Sc. Sec. di I Grado “G.Simoni”- Medicina (Bo)

    COOP RENO

    il corso della cooperazione

    Nell’Emilia la vita associata ha una lunga e a volte eroica tradizione, in stretto rapporto con

    l’immane lavoro che è stato necessario per mettere in valore, nel corso dei secoli, il territorio

    regionale. Ancora più evidente è tale rapporto nel caso dei centri sorti sull’orlo del grande

    apparato deltizio del Po ( la cosiddetta Bassa), al margine tra le “terre vecchie”di più antico

    insediamento e umanizzazione e le “terre nuove” sottratte con gravi e prolungati sforzi tra

    medioevo ed epoca moderna, alla palude e all’acquitrino.

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    La “comunità” medicinese e la sua cultura

    E’ ancora viva nella tradizione locale medicinese il ricordo delle due figure caratteristiche di tale

    epopea: la mondina e lo scariolante. La prima è la donna addetta alla coltivazione della risaia,

    ambiente anfibio per eccellenza. Il secondo è l’eroe della bonifica, del processo cioè di

    trasformazione della palude in un piano coltivabile. Tali pratiche di lavoro, iniziate molto prima

    dell’avvento della meccanizzazione, hanno comportato e ancora comportano, la persistenza fino

    alla piena epoca moderna di forme di collaborazione e solidarietà tipiche dei secoli precedenti. Nel

    complesso si può davvero parlare di una resistenza del principio della “comunità” che il grande

    sociologo tedesco Max Weber contrapponeva a quello moderno di “ società”. Pratiche ancora

    esistenti di tale spirito comunitario sono ad esempio ancora oggi, sempre a Medicina, le

    cooperative.

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    Una testa, Un voto

    Che cosa è una Cooperativa e la loro presenza nel territorio di Medicina

    Sotto il profilo giuridico una cooperativa è una libera unione di persone costituita per gestire in

    comune una impresa allo scopo di fornire ai suoi componenti beni o servizi. Di fatto essa trae

    origine dal riconoscimento che i bisogni individuali possono essere meglio soddisfatti dalla

    costituzione di un concorde soggetto collettivo. Lo stesso art. 45 della Costituzione Italiana

    riconosce “la funzione sociale delle cooperative a carattere di mutualità e senza fini di

    speculazione privata”.

    Nel territorio di Medicina esistevano ancora nel dopoguerra molte cooperative, quasi tutte sorte

    verso la fine dell’Ottocento e variamente sviluppatesi nel corso del successivo “secolo breve”. Vi

    erano ad esempio la Cooperativa Lavoratori della Terra, la Cooperativa Muratori, la Cooperativa

    Braccianti, la Cooperativa Falegnami e quella degli Autotrasporti.

    Diverse per tipo di servizio e specie di lavoro, ognuna di esse obbediva a una comune serie di

    elementari principi che si possono così sintetizzare:

    1) Una testa , un voto: il valore del socio in assemblea è sempre uguale ad uno, qualunque

    sia la quota di capitale posseduta. Devono esserci almeno 3 teste per formare una

    cooperativa;

    2) Partecipazione: tutti i soci partecipano ed “amministrano” la cooperativa

    3) Tutti per uno, uno per tutti: realizzare degli scambi mutualistici tra i soci e non il profitto,

    è il fine della cooperativa

    4) Reinvestimento: gli utili vengono reinvestiti per lo sviluppo della cooperativa stessa e, in

    caso di scioglimento, il patrimonio non può essere diviso tra i soci

    5) Apertura a tutti: tutti coloro che condividono i principi mutualistici possono fare parte

    della cooperativa purché siano in grado di soddisfare il bisogno di lavoro o di servizio

    6) Circolo virtuoso: si costruisce un circolo virtuoso tra i soci anziani che trasmettono a

    quelli giovani le loro competenze ed abilità per la crescita della cooperativa

    7) Solidarietà intercooperativa: forme di solidarietà vengono realizzate tra le diverse

    cooperative che entrano a far parte di un movimento ( Movimento delle cooperative)

    nell’intento di affermare i valori mutualistici

    8) Mutualità verso l’esterno: il 3% degli utili della cooperativa è destinato ad un fondo

    mutualistico per la promozione

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    Nel 1873, sull’onda del generale movimento partecipativo, nasce la prima Cooperativa di

    Consumo degli Operai Medicinesi che, per molti anni, svolge una fondamentale funzione di

    calmieramento e di assistenza ai lavoratori.

    Va spiegata a questo punto che esistono almeno tre tipi di cooperative: quella di utenza, quella di

    lavoro e quella di supporto.

    Coop di UTENZA Coop di LAVORO Coop di SUPPORTO

    • Consumo • Produzione e

    Lavoro

    • Conferimento Prodotti Agricoli e

    Allevamento

    • Edilizie di

    Abitazione

    • Lavoro Agricolo • Trasporto

    • Sociali • Trasporto • Pesca

    • Pesca • Dettaglianti

    • Sociali • Sociali

    La Cooperativa di Consumo appartiene alla prima categoria e produce in proprio beni e servizi

    da fornire a prezzi più ridotti di quelli correnti ai propri soci e ai consumatori.

    La Cooperativa di Consumo “La Popolare “a Medicina

    L’immediato consenso che la Cooperativa di Consumo degli Operai Medicinesi trova tra i cittadini

    fa sì che vengano aperti 4 “magazzini” per la rivendita di generi alimentari e di largo uso nelle

    frazioni: all’inizio del 1889 a Portonovo, poi , sempre nello stesso anno, a Ganzanigo, Villa Fontana

    e Fiorentina.

    Nel dopoguerra, appena dopo la liberazione, la Cooperativa acquista, all’epoca della cosiddetta

    “Ricostruzione”, nuovo slancio, seppur all’inizio priva di una sede e di mezzi finanziari, assumendo

    il nome di “La Popolare”.

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    Inaugurazione della prima sede

    della Coop “La Popolare”

    presso la ex Chiesa del

    Suffragio a Medicina,

    nell’immediato dopoguerra.

    Clienti di fronte al banco della

    macelleria.

    Foto scattata in occasione

    dell’inaugurazione della prima

    sede della Coop “La Popolare”

    presso la ex Chiesa del Suffragio a

    Medicina.

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    Banco della salumeria.

    Foto scattata in occasione

    dell’inaugurazione della prima

    sede della Coop “La Popolare”

    presso la ex Chiesa del Suffragio a

    Medicina.

    1966

    Esterno notturno della “rinnovata”

    sede della Cooperativa “La Popolare”

    a Medicina sempre presso la ex Chiesa

    del Suffragio.

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    1966

    Foto scattata in occasione

    dell’inaugurazione della “rinnovata”

    sede della Cooperativa “La Popolare”

    a Medicina sempre presso la ex Chiesa

    del Suffragio.

    1966

    Banco della Gastronomia

    Foto scattata in occasione

    dell’inaugurazione della “rinnovata”

    sede della Cooperativa “La Popolare”

    a Medicina sempre presso la ex Chiesa

    del Suffragio.

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    1966

    Reparto Self Service

    Foto scattata in occasione dell’inaugurazione della “rinnovata” sede della Cooperativa “La Popolare”

    a Medicina sempre presso la ex Chiesa del Suffragio.

    1966 Banco della Macelleria

    Foto scattata in occasione dell’inaugurazione della “rinnovata” sede della Cooperativa “La

    Popolare” a Medicina sempre presso la ex Chiesa del Suffragio.

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    1966 Cliente impegnata nella scelta al self service

    Foto scattata in occasione dell’inaugurazione della “rinnovata” sede della Cooperativa “La

    Popolare” a Medicina sempre presso la ex Chiesa del Suffragio.

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    Ancora nel 1966 , in pieno boom economico, la Cooperativa di Consumo Medicinese si dirama in

    una serie articolata di sedi, così disposta sul territorio:

    ORGANIZZAZIONE COMMERCIALE

    MEDICINA SPACCIO CENTRALE: Reparto macelleria Reparto Alimentari Reparto Self-service Repartoortofrutta MAGAZZINO CENTRALE SPACCIO TESSUTI E CONFEZIONI

    VILLA FONTANA SPACCIO ALIMENTARI

    FIORENTINA SPACCIO ALIMENTARI SPACCIO”CAFFE’”

    S.ANTONIO SPACCIO ALIMENTARI SPACCIO”CAFFE’”

    PORTONOVO SPACCIO ALIMENTARI

    BUDA SPACCIO ALIMENTARI

    GANZANIGO SPACCIO ALIMENTARI SPACCIO”CAFFE’”

    Davvero notevole era la capillarità della diffusione dei soci della cooperativa stessa, a segno del

    radicamento sociale della struttura e della profonda adesione dei membri allo spirito statutario. Si

    faccia soltanto caso ad esempio al dato che riguarda il centro di Medicina: su poco più di 5000

    abitanti, poco meno di un terzo risultano soci, a riprova che,ipotizzando almeno in quattro i

    componenti del nucleo familiare, all’interno delle singole famiglie i soci stessi erano più d’uno. E

    tale rapporto si ripresenta anche in altre località.

    ORGANIZZAZIONE SOCIALE

    LOCALITA’ SOCI ABITANTI

    Medicina 1.439 5060

    Ganzanigo 317 775

    Villa Fontana 417 2675

    Fiorentina 239 662

    S.Martino 51 251

    Fantuzza 20 170

    Buda 128 700

    Portonovo 326 928

    S.Antonio 387 1042

    Via Nuova 68 480

    Crocetta 91 310

    Fossatone 37 810

    3.520 13.263

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    ABITANTI DEL COMUNE n. 13.262

    FAMIGLIE n. 3.778

    SOCI n. 3.520

    La Cooperativa, Medicina e alcune Frazioni: i grafici

    Medicina

    Villa Fontana

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    Fiorentina

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    San Martino

    Fantuzza

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    Nel corso degli anni Ottanta, anche in seguito agli effetti dell’incipiente globalizzazione,

    l’organizzazione cooperativa è costretta a procedere ad una profonda modifica interna fondata

    sull’ accorpamento delle strutture. In seguito a tale processo la Cooperativa di Consumo

    Medicinese “La Popolare” entra a far parte della Coop Reno. E confluisce in tal modo in una storia

    molto più ampia.

    La nascita di COOP RENO

    Il 22 ottobre 1988 era nata infatti, formata da 21 soci fondatori, la Coop Reno con l’intento di

    fornire supermercati alimentari nei centri piccoli e medi nel territorio bolognese-ferrarese. Si

    procede quindi all’acquisizione dei sei punti vendita della ex Coop Emilia Veneto (Altedo, Baricella,

    Minerbio, Poggio Renatico, San Giorgio di Piano e San Pietro in Casale) e alla fusione, appunto,con

    “La Popolare” di Medicina. Si aggiungono poi i negozi di Osteria Grande e di Sant'Agata Bolognese,

    di San Vincenzo di Galliera, di Vergato . Nel 1992 si unisce anche la Coop Tre Valli che ha punti

    vendita in diverse località dell'Appennino Bolognese. Sempre negli stessi anni la Coop Delta, una

    cooperativa che gestiva diverse località tra le province di Rovigo e di Ferrara ,la Coop Bosco

    Mesola e i due punti vendita dell’ ex Coop Estense a Berra e a Jolanda di Savoia entrano a far parte

    della Coop Reno. Nel 2000 si aggiunge un punto vendita a Silla e viene aperto un nuovo

    supermercato a Molinella. Nel 2003 è acquisito da Coop Adriatica il negozio di Castenaso. Si

    aggiungono poi i supermercati di Monteveglio, San Giovanni in Persiceto, Porretta Terme,

    Casalfiumanese, Castelguelfo, Padulle di Sala Bolognese. Nel corso del 2011, a Bagnara di

    Romagna e Riolo Terme sono stati aperti due punti vendita, mentre, nell’anno successivo sono

    stati ingranditi e migliorati i punti vendita di Minerbio e Rioveggio di Monzuno. Si aggiungono altre

    acquisizioni, rinnovi tanto che, al 31 dicembre 2014 (ultimo dato disponibile), la Coop Reno conta

    42 punti vendita: 27 nella provincia di Bologna, 7 in provincia di Ferrara, 3 nel Polesine rodigino e 2

    nella provincia di Ravenna per un fatturato annuo di vendite di circa 162 milioni di euro, 88.303

    soci, 676 dipendenti, 10.670 soci prestatori.

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    La COOP RENO, oggi

    La Coop Reno è attualmente costituita da

    • soci ossia da tutti i consumatori che hanno acquistato una 'quota sociale', che oggi è di 25

    euro, cioè una parte del 'capitale' della cooperativa. Possono diventare soci tutti coloro che

    hanno compiuto 18 anni e che non hanno interessi contrari o in concorrenza a quelli della

    cooperativa (ad esempio non possono esserlo i proprietari di altri supermercati). Ogni

    nuovo socio si impegna a rispettare lo Statuto della cooperativa, cioè tutte le sue regole.

    Diventare socio Coop permette di accedere anche a vantaggi riservati come le convenzioni

    con enti e associazioni per avere sconti , usufruire di tante proposte per il tempo libero,

    fare la raccolta punti, ecc.

    All’inizio l’impulso in base al quale la Cooperativa di Consumo “La Popolare” di Medicina era sorta

    rispondeva esattamente al bisogno che avevano avvertirono i pionieri di Rochdale, i primi a

    fondare una cooperativa di consumo: il bisogno di avere un prezzo onesto per un prodotto

    onesto. A più di un secolo di distanza lo stesso impulso muove oggi la forma cooperativistica di

    distribuzione: la difesa del potere d’acquisto e avere i prodotti migliori al prezzo più basso

    possibile. Un obiettivo che anche all’interno dell’economia globalizzata non ha perso la sua

    urgenza e la sua necessità.

    Oggi le cose sono un po’ cambiate anche se lo spirito resta lo stesso.

    I Soci partecipano alla vita della Coop Reno recandosi alle Assemblee separate della propria Zona,

    che si tengono ogni anno, per l’approvazione del Bilancio ed eleggono i propri Rappresentanti

    territoriali. I Rappresentanti Territoriali siedono nei Consigli di Sezione Soci che devono

    perseguire i principi e realizzare gli obiettivi della cooperativa, mantenere vivo il vincolo

    associativo, presentare i pareri dei soci al Consiglio di Sorveglianza. Il Consiglio di Sorveglianza

    esercita un ruolo di indirizzo e di controllo della Cooperativa la cui gestione viene affidata al

    Management. Infatti, come ci ha spiegato il Dottor Gilberto Bianchini, responsabile Direzione Soci

    Coordinatore Attività Sociali, dal 2008, la Coop Reno è gestita con un “sistema duale” ossia ci

    sono i soci e i manager a cui i soci hanno delegato i compiti gestionali.

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    Una Cooperativa, oggi

    Diverso è il funzionamento di una cooperativa rispetto ad una impresa privata o una società per

    azioni. La differenza consiste nel fatto che la cooperativa è mossa da uno spirito mutualistico e i

    suoi utili vengono ripartiti secondo i limiti previsti dalla legge e dal proprio statuto, lasciando una

    quota ad investimenti sociali. L’impresa privata ( individuale o per azioni) invece ha uno scopo di

    solo profitto e la ripartizione degli utili avviene in base ai conferimenti o alle quote possedute dai

    soci .In caso di scioglimento della cooperativa, vi è l’obbligo di devoluzione del patrimonio ai fondi

    mutualistici per lo sviluppo e la promozione della cooperazione, mentre il patrimonio sociale delle

    imprese viene ripartito tra i soci. In una società per azioni i voti vengono attribuiti ai soci in

    proporzione al numero delle azioni possedute, mentre ogni socio della cooperativa ha diritto ad un

    voto, indipendentemente dal numero di partecipazioni possedute. Infatti, all’interno della

    cooperativa, è previsto il Prestito sociale, ossia il socio le affida del denaro per sostenere le

    attività in cambio di un equo rendimento. L’organizzazione dell’azienda privata spetta ai titolari,

    mentre nella cooperativa si passa attraverso assemblee, consigli di gestione e di sorveglianza e

    collegio sindacale.

    Impresa Privata Società per azioni

    Cooperativa

    Scopo Lucrativo Mutualistico

    Capitale Sociale

    Variabile, ma legato all’attività che si svolge

    Variabile. Minimo quota socio € 25,00

    Utili All’imprenditore e/o ai soci Mutualità ( in prevalenza)

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    Patrimonio In caso di scioglimento appartiene al singolo o ai soci

    Viene devoluto ai fondi mutualistici per lo sviluppo e la promozione delle cooperative

    Diritto di voto In caso di società, i voti vengono attribuiti in proporzione al numero delle azioni

    Ogni socio ha diritto ad un voto, indipendentemente dalla partecipazione detenuta

    Organizzazione Vari modelli di organizzazione Vari modelli di organizzazione

    Un meccanismo tipico di redistribuzione degli utili della cooperativa consiste nel Ristorno, ossia la

    restituzione ai soci di una parte degli utili proporzionale agli acquisti effettuati. E la Coop Reno

    osserva ancora scrupolosamente tale meccanismo. Come ha spiegato il Dott. Bianchini, durante

    l’intervista che abbiamo effettuato, una parte di tali utili viene inoltre destinata a Progetti di

    Beneficenza rivolti ad enti, scuole del bacino in cui la Coop Reno opera.

    I Prodotti a marchio Coop

    Il valore sociale della Coop Reno non si esaurisce nella pratica della ridistribuzione degli utili, ma

    riguarda anche la natura dei prodotti ( a marchio Coop) che essa mette in commercio. Tali prodotti

    devono essere: sicuri, etici, rispettosi dell’ambiente, buoni e convenienti.

    Sicuri: vuol dire garantiti da un controllo totale su tutta la filiera. Il dottor Bianchini ci illustrato

    come il processo si fondi sulla possibilità di ricostruire la “storia” di ogni prodotto attraverso la

    documentazione di tutte le attività, i materiali e gli operatori impegnati nel processo produttivo.

    La Coop non possiede direttamente aziende di produzione o di confezionamento dei prodotti;

    Etico: vuol dire che tutte le aziende che forniscono la Coop soddisfano i requisiti per un

    comportamento moralmente corretto verso i lavoratori;

    Rispettosi dell’ambiente: vuol dire che, attraverso i principi del risparmio, il riutilizzo e il riciclo,

    l’impatto ambientale della produzione e della circolazione è ridotto al minimo

    Buoni: vuol dire che i prodotti sono sistematicamente sottoposti a test da parte dei soci, e

    vengono messi in commercio soltanto dopo la loro approvazione

    Convenienti: vuol dire che vengono proposte quotidianamente offerte esclusive, sconti ai

    consumatori. Il dottor Bianchini ci ha detto che esiste un centro apposito (Coop Italia) in cui

    vengono studiate le promozioni, i cataloghi premi e le offerte.

    Tali principi, specifici per i prodotti a marchio Coop, valgono tendenzialmente anche per gli altri

    prodotti messi in vendita, al cui acquisto si procede attraverso un meccanismo centralizzato

    proprio in funzione della possibilità di controllo. Tale procedura comporta, come ci ha spiegato il

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    dottor Bianchini, la scarsa presenza di marchi e prodotti locali: ad esempio, alla Coop Reno di

    Medicina, abbiamo trovato soltanto patate e cipolle medicinesi. E questo perché il capillare

    controllo sul piano locale comporterebbe molte più spese e molto più tempo.

    L’informazione e i Progetti Sociali

    Particolare importanza riveste, nel quotidiano lavoro della Coop, l’informazione. Abbiamo

    consultato il sito, i volantini e il materiale illustrativo a disposizione nel negozio. Durante la nostra

    visita alla Coop Reno di Medicina abbiamo avuto modo inoltre di ascoltare la Radio Coop, diffusa

    su tutto il territorio nazionale, all’interno dei supermercati, con comunicati specifici a seconda

    delle località di trasmissione.

    All’interno dell’insieme dei progetti sociali che animano la Coop Reno, quello che ci è parso più

    significativo degli altri, perché meglio illustra la natura e la finalità della cooperazione, è quello del

    “Carrello amico” ovvero della “Legge del Buon Samaritano”: i prodotti in fase di scadenza o che

    presentano qualche fallo vengono consegnati ad associazioni onlus caritatevoli di assistenza, in

    maniera tale da poter essere distribuiti ai più bisognosi. Proprio nello spirito dei pionieri di

    Rochdale che nel 1844 inventarono la forma della cooperazione che ancora oggi, almeno nel

    nostro Paese, si sviluppa e consolida.

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    Coopright Junior 2015-2016

    IC Medicina (Bologna)- Scuola Secondaria di I Grado “G.Simoni” Medicina

    Classe IIIA

    Alunni

    Ammassari Alessio

    Ardelean Bogdan Rares

    Balistreri Chiara

    Candini Maila

    Caselli Silvia

    Casolari Chiara

    Cavina Veronica

    Diliberto Giulia

    Draghetti Rita

    Farchica Mirko

    Fonso Fabio

    Giordani Matteo

    Lettera Tommaso

    Machera Manuel

    Maso Filippo

    Mezzetti Oreste

    Rambaldi Elena

    Rosta Alice

    Stagni Giona

    Testi Filippo

    Tuttolani Alessandro

    Prof.ssa Tiziana Testi