Contributo alla teoria del bacio

22
«QUADERNETTI» Contributo alla teoria del BACIO

description

Questo volume rappresenta l'approdo finale della riflessione. viaggiano nei suoi ricordi, l'autore s'interroga sul ruolo che i baci svolgono nella vita delle persone, dall'adolescenza all'amore coniugale. Un percorso appassionante che lo ha spinto ad avventurarsi nella Storia e tra le pieghe del pensiero umano - tra i fasti della Roma Antica e le luci del cinema di Hollywood, tra gli struggimenti dei poeti rinascimentali e le rivelazioni di Freud - per trovare la chiave di un gesto così comune e tuttavia misterioso.

Transcript of Contributo alla teoria del bacio

Page 1: Contributo alla teoria del bacio

«QUADERNETTI»

Contributo alla teoria del

BACIO

Page 2: Contributo alla teoria del bacio

Alexandre Lacroix

Contributo alla teoria delBACIO

Edizione italiana a cura diChiara Pastorini

Gremese

Page 3: Contributo alla teoria del bacio

Titolo originale:Contribution à la théorie du baiser© 2011 by les Éditions Autrement

Crediti:In copertina, La dolce vita (1960) di Federico Fellini, Collezione Chri-stophel. La traduzione del sonetto di pag 41 è tratta dal volumeAmori a cura di Cesare Greppi, Mondadori, 1990.

Coordinamento editoriale dell’edizione originale:Anne-Charlotte Sangam

Traduzione dal francese:Rosalita Leghissa e Chiara Pastorini

Stampa:Grafiche del Liri – Isola del Liri (FR)

Copyright dell’edizione italiana:2013 © GREMESENew Books s.r.l. – Romawww.gremese.com

Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta,registrata o trasmessa, in qualunque modo e con qualunque mezzo,senza il preventivo consenso formale dell’Editore.

ISBN 978-88-8440-773-3

Page 4: Contributo alla teoria del bacio

INDICE

Prefazione 9

I. Il battesimo del fuoco 11II. Un regalo a sorpresa del papa 25III. Giacché l’anima mi sfuggirebbe dalla bocca… 31IV. Gusto naturale 45V. Come gelo sulle tue labbra 59VI. La faccia nascosta del visibile 67VII. I fiori di Parigi 75VIII. Psicopatologia del bacio 85IX. Bambinate 97X. Una curiosa difficoltà di linguaggio 103XI. Cinema, cinema! 111XII. Baciami fino alla fine del mondo 123

Conclusioni 135

Page 5: Contributo alla teoria del bacio

A tutti i teneri innamorati

Page 6: Contributo alla teoria del bacio

«In passato ho frequentato abbastanza a lungo la confraternitadei fidanzati e bisogna che riesca a trarne qualche vantaggio.Pertanto ho pensato di raccogliere le mie considerazioni inun’opera intitolata Contributo alla teoria del bacio, dedicata atutti i teneri innamorati. Del resto è curioso che non esista unsolo trattato sull’argomento. Se mai riuscirò a portare a termi-ne questo studio, colmerò una lacuna da tempo avvertita inletteratura. Dipenderà dal fatto che i filosofi trascurano l’argo-mento o che non ne hanno la minima idea?».

Søren Kierkegaard,Diario del seduttore

Page 7: Contributo alla teoria del bacio

Prefazione

Una sera di dicembre mia moglie mi si avvicinò e mirimproverò come già aveva fatto molte volte: «Tu nonmi baci abbastanza!» mi disse. «Sei arido. Ma perchénon provi mai a prendermi fra le braccia, solo per ba-ciarmi?». Come al solito, anche quella volta mi limitaiad alzare le spalle.

Un po’ più tardi, quella stessa sera, dopo che lei sen’era andata a dormire e io passavo qualche ora al com-puter, ho buttato giù una serie di riflessioni sul bacio cheformano il primo capitolo di questo libro. In effetti desi-deravo fare il punto sull’argomento – e, quando unaquestione non è chiara, non c’è cosa migliore da fareche scriverne.

Qual era il mio rapporto col bacio? Cosa c’era inquesto gesto così semplice da farmelo sembrare inutileo difficile? Il giorno dopo, rileggendo quelle parole, hosentito che avevo toccato un argomento più profondodi quanto non mi sembrasse all’inizio; in effetti, avevoin testa molte più domande che risposte. Nei mesi se-guenti, per cercare di squarciare il mistero, ho passatomolte ore, di notte, a studiare questo tema, a rileggeretutti i passaggi che scrittori ed eruditi avevano dedica-to al bacio o anche a esaminare su internet quadri, se-quenze di film e foto di innamorati che si baciano.

9

Page 8: Contributo alla teoria del bacio

Queste ricerche, o piuttosto queste scorribande not-turne sui testi e nel web, si sono rivelate più lunghe delprevisto e anche più faticose a causa della vastità del-l’argomento, tuttavia mi hanno portato a due conclu-sioni (in realtà, solo la seconda è di qualche utilità perla mia coppia). La prima è che è possibile e anche legit-timo parlare di una «teoria del bacio». Ogni epoca dellastoria occidentale è stata dominata da un tipo di rap-presentazione del bacio coerente, articolata, anche se sipresenta dispersa su diversi supporti ed è necessariocompiere un paziente lavoro di ricostruzione per co-glierne il significato complessivo. Si può così rintrac-ciare l’evoluzione della teoria del bacio e cercare diarricchirla con sviluppi contemporanei. Seconda con-clusione della ricerca: ci sono mille ragioni per baciarsi,ma in ogni caso non si tratta di smancerie sentimentali.

Per finire, ho molto esitato sul modo di presentare irisultati della mia ricerca. La quantità di materiale rac-colta era notevole, avrei potuto decidere di scrivere unsaggio erudito o, al contrario, di lasciar da parte i riferi-menti bibliografici e proporre solo un racconto sogget-tivo e personale sul bacio. Ho preferito fare entrambele cose, vale a dire alternare i ricordi intimi alle rifles-sioni più documentate. Lo scopo ultimo del tentativoresta comunque paradossale, poiché si tratta di aggiun-gere un po’ di scienza alla vita amorosa. Per arricchirla.

CONTRIBUTO ALLA TEORIA DEL BACIO

10

Page 9: Contributo alla teoria del bacio

I

Il battesimo del fuoco

Ecco una bocca.I molari con le otturazioni, la lingua con le papille

violacee o biancastre, la saliva che la bagna, la pelle te-sa delle labbra che ricordano due pigri lumaconi.

Eppure, se soltanto vi avvicinate per baciarla, avvie-ne una trasfigurazione. Il poco appetitoso spettacolodella carne scompare. La bocca adesso è il punto in cuisi concentra l’espressività del volto, come un’eco di-screta del turbamento che invade gli occhi, anche sepiù fremente, più soave.

Questa è la magia del bacio. Non è necessario essereuna fanciulla o un santo, non c’è bisogno di invocare latrascendenza per sentire che, in questo semplice atto,lo spirito invade la carne. Per tutta la durata di quest’atti-mo sospeso, la vita organica è come messa fra parente-si, le emozioni affiorano sotto la pelle, l’animalediventa Dio. Se fossi cristiano paragonerei questo statoall’Eucarestia o al mistero dell’Incarnazione. Ma questeindicazioni sono superflue e rischiano in questa fase didistogliere l’attenzione.

Miracoloso, il bacio è anche del tutto banale. È menointenso e meno sofisticato dell’abbraccio; si è contenti dibaciare, ma se ne può anche fare a meno per un po’ di

11

Page 10: Contributo alla teoria del bacio

tempo senza, per questo, avvertirne intensamente lamancanza. Ci sono baci noiosi e non riusciti, e si può vi-vere senza problemi con qualcuno che bacia male. Il ba-cio trasporta, ma mai troppo lontano dall’ordinario. Lasua magia è modesta, democratica, pudica, rassicurante– e questo lo rende ancora più ambiguo. Filosofi e psico-logi hanno speso tesori d’intelligenza per spiegare cosafosse implicato nel rapporto sessuale, ma hanno avuto latendenza a trascurare il bacio, come un parente povero.

Ammirevoli mi sembrano, sotto questo aspetto, gliistanti che precedono il contatto fra le labbra. Il volto siprepara al bacio: si trasforma a vista d’occhio. Si po-trebbe dire che si apre. Ma non è tutto. Nel corso diquesto breve lasso di tempo, due o tre secondi al mas-simo, si manifesta anche un certo disordine. Le propor-zioni fra le sopracciglia, la punta del naso, le fossette, ilmento non sono più così ben definite. L’armonia pre-stabilita vacilla. Si deforma. Come una palla di neve dacui si staccano i fiocchi quando la si scuote, il volto de-ve ricomporsi. Ed è nella serenità del bacio che avràluogo questa rimessa in ordine, generalmente con lepalpebre socchiuse. Mentre le labbra e le lingue si toc-cano, l’espressione s’immobilizza come in una statua.Un istante svanito, polverizzato, l’identità si ricompo-ne di nuovo.

Anche prima dell’atto sessuale il volto si modifica,ma in modo differente. Quali possano essere la fiduciao il piacere che legano i partner, gli sguardi sono sem-pre attraversati da una sorta di timore, di avidità, diagitazione. C’è tensione, concentrazione delle forze an-tagoniste appena prima della penetrazione. In quelmomento l’amore e la seduzione indossano i colori diguerra. Nel coito sono presenti il gusto della caccia eun surrettizio istinto predatorio. Il bacio non implica

CONTRIBUTO ALLA TEORIA DEL BACIO

12

Page 11: Contributo alla teoria del bacio

gli stessi affetti. Più leggero, è privo di quel velo d’odioche oscura lo sguardo sessuale. Dio ha inventato il gat-to affinché l’uomo possa accarezzare la tigre, dice ilproverbio. Analogamente, il bacio consente di avvici-narsi senza pericolo al desiderio.

Eppure, che paura le prime volte! Mi ricorderò sem-pre quel corridoio del collegio Jacques-Decour, quelvecchio angolo di parquet grigiastro che puzzava di to-po morto, nel sottotetto, dove a tredici anni mi sono pi-sciato addosso dalla paura prima di un appuntamentocon una ragazza che, ne ero certo, mi avrebbe baciatoper la prima volta. Lei voleva uscire con me, questo eraassodato. Le sue compagne me lo avevano confermato.I miei amici ci prendevano già in giro. Ma ancora nonera successo nulla. Io avevo lo stomaco sottosopra, unanausea tremenda, ero terrorizzato come non mai. Sem-bra che io scherzi raccontando questa scena. Ma ero inpieno dramma passionale. Uscendo da una lezione,durante una pausa, ho cercato un corridoio tranquillo,quello delle aule di fisica, per soddisfare un bisognocosì urgente da non poter aspettare di raggiungere i ba-gni al piano di sotto. Mi ricordo che una pozza d’urinasi era formata in mezzo alle mie scarpe da ginnastica.Quella ragazza si sarebbe impadronita di me, mi avreb-be succhiato il sangue come un vampiro, e io, forse,avrei esalato l’ultimo respiro – chi poteva saperlo?

Paralizzato dalla vergogna e dal terrore, poco piùtardi mi sono trovato di fronte a lei nel cortile. Aveva iseni grossi, al punto che sembravano gonfiati come deipalloncini sotto il piumino. Quel seno costituiva un’au-tentica tortura per un adolescente eccitabile come me.La frangia bionda, i capelli lunghi, un naso a trombetta– pardon, all’insù. Mi impressionava. Ahimé, penso diaver farfugliato qualcosa dando di me un’immagine

IL BATTESIMO DEL FUOCO

13

Page 12: Contributo alla teoria del bacio

pietosa e ridicola. E non mi ha messo la lingua in boccaquel giorno. Né mai. Mi ero pisciato addosso per nien-te. Cosa avrò mai detto per dispiacerle? Non mi ha piùrivolto la parola e ho dovuto passare ancora moltotempo, un anno, a schiacciare i foruncoli della mia acneguardandomi malinconicamente nello specchio del ba-gno, prima di avere un’altra occasione.

È stato su un ferry-boat fra Calais e Dover che, final-mente, ho avuto la mia prima esperienza. Questa volta,colto di sorpresa, non ho avuto il tempo di farmi pren-dere dal panico. Facevo parte di un gruppo di adole-scenti in partenza per un soggiorno linguistico pressodelle famiglie inglesi. Si trattava del mio primo viaggioal di fuori della tutela genitoriale. Sulla nave c’era unadiscoteca. Si ballava su una piccola pista, sotto un glo-bo sfaccettato di specchietti, fra le macchinette mangia-soldi e il bar. Una ragazza, un po’ più grande di me,con i capelli a carré molto scuri e gli occhi verdi, mi èvenuta incontro con aria decisa. Mi ha sparato un: «Iwant a kiss». Io ho fatto finta di non capire, lei si è ar-rabbiata. Le lentiggini del suo viso hanno preso un co-lore più acceso: «Give me a kiss…a long one». Hoobbedito. Ci guardavano tutti. Non avevo alcuna cono-scenza pratica, ma, siccome volevo mostrarmi all’altez-za della sfida, l’ho baciata a lungo, molto a lungo.

Le nostre lingue giravano una attorno all’altra. Erabello. In quei momenti potevo far scivolare una manosotto la sua camicetta setosa, palpare le pieghe del suoventre, la peluria lungo la colonna vertebrale, i gancettidel reggiseno; lei si lasciava fare. I nostri respiri, a forzadi restare incollati l’uno all’altra, avevano bagnato laparte bassa dei nostri volti. Eravamo in un bagno di su-dore, ma tenevamo sempre il ritmo. La cerchia deglispettatori si allargava progressivamente.

CONTRIBUTO ALLA TEORIA DEL BACIO

14

Page 13: Contributo alla teoria del bacio

Quanto è durata la nostra performance? Una mez-z’ora? Ci siamo fermati solo quando abbiamo sentito lesirene che annunciavano l’arrivo in porto. Dopo essermistaccato da quella straniera, di cui non ricordo il nome(Carol?) e con la quale, dopotutto, non ho scambiato unasola parola, mi trovavo in uno stato di sonnambulismo.Mi aveva dato un bacio da far resuscitare i morti o piut-tosto – ma è lo stesso – da stendere i vivi.

È vero, c’era stato qualche bacetto durante la ricrea-zione, qualche fidanzatina in passato, ai tempi delle ele-mentari. Ma quello non conta. Se l’inizio della sessualitàsegna l’ingresso nell’età adulta, il primo vero bacio, con-sapevolmente erotico, con intreccio di lingue, resta un ri-to di passaggio fondamentale, che le brutte copieinfantili non intaccano. Esso segna la soglia dell’adole-scenza. Dopo, gli affari di cuore saranno il problemaprincipale nella vita. Il primo french kiss inaugura la vitasentimentale e spezza il felice solipsismo dell’infanzia.Prima c’è la fase dello specchio, poi, con questo eventoulteriore si passa dall’altra parte dello specchio. Non cisi accontenta più di un’immagine riflessa, c’è bisognoormai dello sguardo dell’altro per riconoscersi e amarsi.Si entra nel mondo dell’attrazione e dell’ipocrisia.

Se l’atto sessuale è un punto, il bacio è una virgola.Un respiro nella frase.

Ma quanto tempo far durare questo respiro? La du-rata di un atto sessuale riuscito è definita in modo ab-bastanza rigoroso. Del resto, non è tanto una questionedi cronometro, quanto di progressione drammatica. Seè troppo breve, è un fallimento. Se è troppo lungo è co-me fare sport, cercando di superare se stessi, il che è di-vertente di tanto in tanto, va bene, ma è incompatibilecon la dolcezza della perfezione. C’è il rischio che unodei partner si stanchi prima dell’altro, introducendo

IL BATTESIMO DEL FUOCO

15

Page 14: Contributo alla teoria del bacio

uno iato nell’accoppiamento, fonte di goffaggini e si-mulazioni…

Quanto alla durata del bacio, basti dire che è indefini-bile. La carezza delle labbra è avvolta in una sorta dibruma temporale. Il bacio è un momento senza contorni.Una volta finito, può essere subito ripreso tutte le volteche lo si desidera, come in una sorta di dissolvenza incro-ciata. Poche altre attività sono avvolte da una tale inde-terminatezza. Forse la scrittura? O la pittura? Quantotempo ci vuole per mettere una frase sulla carta o perstendere una pennellata sulla tela? Ma questi paragoniartistici appartengono a un registro troppo elevato cheimpedisce di cogliere il nocciolo della questione. Quantiminuti ci vogliono, di notte, perché un sogno prendaforma nel nostro cervello? La durata del bacio è inaffer-rabile quanto quella del sogno.

Solo in una circostanza il bacio sembra troppo lun-go: quando si sospetta che l’altro lo faccia durare soloper evitare un contatto sessuale di cui non ha voglia.

All’opposto, se è molto breve, ridotto al minimo, ilbacio diventa utilitaristico: serve a dire arrivederci almattino prima di andare in ufficio, o a segnalare il ri-torno a casa dopo una giornata di lavoro. Ma allora ècome timbrare il cartellino.

Così, la durata ideale del bacio si colloca da qualcheparte fra la codardia e l’educazione, fra un processo di-latorio e la pura convenzione. Ci si bacia solo per iltempo in cui si è capaci di donarsi.

Forse è perché sono privi di contorni temporali che ibaci sono per natura volatili e non si imprimono nellamemoria.

Per quello che mi riguarda (ma si tratta forse di unadistorsione personale?) ci sono pochi baci di cui serbo

CONTRIBUTO ALLA TEORIA DEL BACIO

16

Page 15: Contributo alla teoria del bacio

un ricordo preciso, un’immagine chiara che non si so-vrappone alle altre.

Sotto le scalinate che collegano il porto alla città di Fi-ra, nell’isola di Santorini in Grecia, a quindici anni hoscambiato un lungo bacio con la mia ragazza, un’euroa-siatica dalle ampie palpebre voluttuose. Se quel bacio èancora presente nei miei ricordi, intatto, è soprattuttoperché, all’inizio di quel mese di agosto, verso mezzo-giorno, faceva un caldo tremendo. Ci tenevamo strettil’uno all’altra in pieno sole. La roccia vulcanica dellascogliera e dei gradini era rovente. Non c’era anima vi-va che si arrischiasse in quel luogo senza ombra, in tar-da mattinata. A quel tempo, il turismo di massa nonaveva ancora raggiunto le dimensioni attuali e non esi-stevano ancora le navi di lusso che in alta stagione vo-mitano ogni giorno migliaia di crocieristi sull’isola.Eravamo quindi soli. Ci eravamo spinti fino al mareper caso. La città bianca danzava lontano sopra di noinei miraggi della fornace. E noi facevamo durare inde-finitamente il vortice delle nostre lingue.

Formalisti in questo campo, come tutti gli adole-scenti, eravamo convinti che per baciare fosse necessa-rio seguire una regola. Bisognava quindi che ci fosseun certo ritmo, un certo avvicendamento nell’azione, incui noi ci impegnavamo febbrilmente. Non eravamoinnamorati. Non avevamo una particolare considera-zione l’uno dell’altra. La superficie del mare era comeuna lastra di metallo sbiancato. Il cielo senza nubi offri-va uno spazio illimitato ai raggi del sole. A stento si fa-cevano strada fino a noi un vapore salmastro e i rumoridiscreti dello sciabordio. Quel che ci piaceva allora erasopportare l’immobilità, fino ai limiti del possibile,dentro quel forno.

Dello stesso periodo (l’inverno precedente o il suc-

IL BATTESIMO DEL FUOCO

17

Page 16: Contributo alla teoria del bacio

cessivo) ho anche qualche ricordo di baci in un granfreddo. Per esempio, su una spiaggia, in un bunker ab-bandonato, ho baciato una ragazza affetta da spasmofi-lia, una cabila dalla pelle di latte, gli occhi azzurri, e diuna bellezza impressionante. Le nostre dita eranoghiacciate come stalattiti, le carezze intirizzite e dolentiper l’inizio del congelamento. Il suo corpo era magro,diafano, vibrante d’intensità. Il suo respiro faticava nel-l’aria gelida, minacciava di interrompersi ad ogni ri-presa. Era un bacio di vetro, lontano, molto lontano dalfuoco di Santorini. Ci fu anche, poco dopo, una Jeannecon cui avevo degli appuntamenti in un parco. Ci na-scondevamo sotto i rami di un albero basso e dal fo-gliame denso. Passavamo lunghi minuti sulla terraindurita, rannicchiati l’uno contro l’altra, a baciarcisenza sosta per dimenticare il freddo che ci attanaglia-va le gambe, il ventre, le orecchie. In sostanza, estategreca o notte di febbraio, è soprattutto il clima di queibaci che io ricordo, così come il profumo di clandestini-tà che si diffondeva nell’aria attorno alle passioncelledi quell’età. Che sapore avevano i baci in sé? Non sa-prei dirlo. Il bacio è il ladro perfetto che non lascia trac-ce dietro di sé. Nel ricordo resta soltanto un luogosegnato da effrazione. Il gesto, quello, svanisce.

Se ci ripenso, l’ansia dell’adolescente per gli aspettitecnici del bacio è straordinaria. Si chiede consiglio agliamici, ci si fanno ripetere infinite volte certi dettagli daipiù grandi, i fortunati esperti. L’attenzione del baciato-re in erba si concentra sulla dimensione materiale delproblema, come il ciclista che controlla in modo osses-sivo la pressione delle gomme, la posizione della sella,lo stato dei pignoni e del cambio prima della corsa.

Se bisognasse fornire dei chiarimenti su questo pun-to, direi che ci sono principalmente quattro metodi a

CONTRIBUTO ALLA TEORIA DEL BACIO

18

Page 17: Contributo alla teoria del bacio

disposizione. Gli adolescenti tendono a privilegiare latecnica del tamburo, vale a dire a ruotare energicamentele loro lingue una attorno all’altra. I più coscienziosicompiono questo movimento sempre nello stesso mo-do; quelli più fantasiosi cambiano ogni tanto il sensodella rotazione. Perché questo approccio al bacio si ad-dice ai principianti? Forse perché presenta un aspettodimostrativo. O forse perché, grazie a questa modalità,i ruoli non sono definiti: nessuno dei due prevale, l’ele-mento maschile e quello femminile obbediscono allamedesima regola, senza alcun rovesciamento. L’adole-scenza stessa è una specie di centrifuga, una fase del-l’esistenza in cui i sentimenti turbinano e non siarrestano mai; questo tipo di bacio ne fornisce confer-ma. Detto ciò, abbandonarsi da adulti a un bel bacio vi-goroso come in passato, produce un effetto comico:imitare l’impegno dei principianti crea un effetto diestraniazione teatrale, baciare risulta solo un gioco.

Secondo la mia classificazione, più matura e più sofi-sticata è la tecnica del pennello, in cui le lingue si muovo-no senza sistematicità, compiendo incursioni leggere,pressioni impreviste, sfioramenti capricciosi qua e là.Questo metodo presenta il vantaggio di dare l’impres-sione di una totale assenza di metodo, e quindi diun’immediatezza e una spontaneità piacevoli nella ri-cerca del contatto. C’è però anche un aspetto furtivo,parziale, esitante che può stancare – il suo stile è punti-nista, mentre il tamburo si rifà al genere pompier. Prati-cando l’approccio a pennello l’adulto rivela anchequella diffidenza che gli deriva dall’esperienza: certo, èdisposto a lasciarsi scivolare nell’altro, ma teme di ca-dere in trappola. Per questo motivo ricorre a precau-zioni e prudenza, a leggeri tocchi che non impegnano,come un topolino che cerca di sganciare il pezzetto diformaggio dalla molla della trappola, senza farsi cattu-

IL BATTESIMO DEL FUOCO

19

Page 18: Contributo alla teoria del bacio

rare. Tanto il bacio dell’adolescente è sbrigativo e riso-luto, quanto quello dell’adulto è schivo.

A volte la lingua può anche diventare più feroce,più dura e muscolosa nella sua ostinazione a penetrarenella bocca dell’altro. Si tratta di quella tecnica che de-finirei del bastone. Lo scopo è di introdurre una durez-za, un simulacro di penetrazione nell’umida dolcezzadel bacio. Anche in questo caso non siamo troppo di-stanti dalla parodia e dall’effetto di estraniazione. Masi tratta di un modo grazioso per far passare il messag-gio. Il bastone segnala che il bacio non può essere fine ase stesso, ma è l’anticipazione o l’abbozzo di un futurorapporto sessuale. È anche un test. A seconda del modoin cui l’altro lo accoglie, si può prevedere il seguito de-gli avvenimenti.

Meno finalizzata e meno sensuale è infine la tecnicadell’endoscopio, che consiste nell’esplorare con una meti-colosità quasi scientifica la bocca dell’altro. Per inciso, lasua applicazione consente di scoprire le parti trascuratedal bacio classico: le piccole increspature del palato, ilmorbido rigonfiamento delle gengive, l’imponente fale-sia dei molari, il frenulo della lingua e la polpa dellegote. È come se, nell’atto di baciarsi, si volesse giocareal dottore. La curiosità trova qui la sua soddisfazione,per non parlare dello strano piacere che si prova a esse-re noi stessi oggetto di ispezione.

Ciascuna di queste tecniche può evidentemente es-sere accompagnata da morsi e morsetti, ma questi ulti-mi sono piuttosto da paragonare alle spezie, di cuibisogna controllare il dosaggio. Del resto, non tutti usa-no i denti durante il bacio, anzi, è un fatto piuttosto ra-ro. Eccone, forse una spiegazione: il bacio è già di persé una tecnica di neutralizzazione dell’istinto che por-terebbe l’animale a divorare e a smembrare. Tutto il gu-

CONTRIBUTO ALLA TEORIA DEL BACIO

20

Page 19: Contributo alla teoria del bacio

sto di quest’atto deriva dal fatto che esso sublima unprimitivo slancio carnivoro. Per definizione, il bacio hasenso proprio come morso trattenuto.

A insistere troppo sulla tecnica del bacio si rischie-rebbe però di ridurlo a una questione di abilità. In real-tà, in questo ambito, così come in tutti gli altri campi diattività umana, l’intesa non si realizza tanto a seguitodi un perfetto svolgimento delle operazioni, ma perlo-più come risultato di incidenti, di imprevisti e di arrestiimprovvisi che sopraggiungono durante la sua realiz-zazione. Da parte di un robot ci si potrebbe aspettare abuon diritto un’efficacia impavida, un rigore automati-co nell’attivazione dei diversi muscoli della mucosaorale. Ma sareste disposti a offrire la vostra bocca a unamacchina programmata per gratificarvi con un baciomedio ideale, quello che una prova statistica avesse di-mostrato essere il più gradito alla maggioranza dellepersone?

Conoscete senz’altro quell’equivoco che si verificaspesso per strada: due passanti cercando di evitarsi sispostano dalla stessa parte, ora a destra, ora a sinistra efiniscono per sorridersi prima di incrociarsi, tanto la si-tuazione assomiglia a una scena del cinema muto. Ana-logamente accade che le bocche si manchino più volte.Oppure che uno degli amanti metta fine al bacio men-tre l’altro vorrebbe continuare, e la sua bocca resta perun istante come sospesa, cercando ancora, con la lin-gua palpitante come un amo nel vuoto. C’è la tosse in-contenibile d’inverno, il riso o la saliva che cola sulmento e che bisogna asciugare subito dopo. In ogni ca-so, ciò che nel bacio ci emoziona è soprattutto la vulne-rabilità dell’altro, l’impegno sincero col quale supera ledifficoltà tecniche, piuttosto che la perfezione dell’atto

IL BATTESIMO DEL FUOCO

21

Page 20: Contributo alla teoria del bacio

in sé. Il fallimento è molto più tollerato in materia dibaci che nell’atto sessuale: e ciò perché non ci si aspettatanto una prestazione quanto una manifestazione disentimenti.

E poi c’è la respirazione. Non se ne parla mai. Contutta evidenza il coito è la grande opera lirica del respi-ro. Le respirazioni dei partner vi si amplificano pro-gressivamente sino a occupare tutto lo spazio sonoro.Diventano lamento, invocazione, gemito, risposta, esi-bizione delle corde vocali, esplosione delle casse toraci-che, parata polmonare. È impossibile condurre l’altrofino al piacere, trovare il ritmo adeguato se non si è at-tenti all’alternarsi delle sue inspirazioni ed espirazioni,se non ci si è accordati alle modulazioni del suo dia-framma.

Al confronto, il bacio sta al respiro coitale come unapiccola musica da camera, un genere minore, un’artedel soffocamento. Durante il bacio si respira solo colnaso, a fatica. Si è quasi in apnea. Il filo d’aria che si faentrare nei polmoni è minimo, impone al corpo unaquasi immobilità, un languido rilassamento. Se il limitedel sesso è l’affanno, l’orizzonte del bacio è l’asfissia.

Mi ci sarebbe voluto poi molto tempo – anni, a direil vero – prima di scoprire che si può tuttavia contrav-venire alla regola inspirando violentemente attraversola bocca dell’altro, andando a cercare l’aria, per così di-re, nel suo naso, con una specie di effetto pompa.

È una strana esperienza di sostituzione: all’improv-viso abbiamo l’impressione di essere stati connessi a unaltro apparecchio respiratorio, il nostro corpo diventa ilprolungamento di un altro viso. Poi entrambi aspiria-mo l’aria attraverso la testa dell’altro e diventiamo ge-melli siamesi. Questa volta non somigliamo a dei

CONTRIBUTO ALLA TEORIA DEL BACIO

22

Page 21: Contributo alla teoria del bacio

cantanti che, in un duetto appassionato, si danno ilcambio; piuttosto è come se ci fossimo scambiati le vo-ci. L’atto sessuale mette due respiri in competizione, ilbacio consente talvolta di scambiarli… Anche se, rico-nosciamolo, quella è una variante un po’ sofisticata chepuò avere solo valore di sperimentazione o di fantasiaoccasionale.

Capita anche che una ciocca di capelli si muova aproteggere dagli sguardi indiscreti. La penombra dellacapigliatura, in cui filtra una luce mutevole, ricrea attor-no agli amanti dei mondi in miniatura. Veicola aromi,tabacco, shampoo, profumo e, in sottofondo, l’odoremuschiato della cute, dell’intimità. Naturalmente la for-ma e la consistenza delle labbra svolgono un ruolo nelbaciare, a seconda che siano sottili, sporgenti, o spessecome piumini d’oca. E così pure la forma e l’agilità del-la lingua. Ma fra i dati fisici più favorevoli alla voluttàdel bocca a bocca ci sono l’abbondanza, il peso e le sfu-mature olfattive dei capelli, al di sotto dei quali gliamanti si ritrovano alla fine soli e al riparo da ogni di-sturbo, come in una camera. Sottolineiamo ancora que-sta fatto, e non è un dettaglio, che nella bocca ci sono deidenti. Il sesso della donna è costituito da carne, umiditàe meandri, è un antro tiepido che dura tutta la vita,malleabile e fluttuante come lei. In ogni caso avvizziscee si deteriora rapidamente dopo la morte. I denti no. Identi appartengono al corpo immortale, alla strutturaimputrescibile che portiamo dentro di noi, come loscheletro. Il bacio pertanto non è solo un’epifania dellacarne, è anche una presa di contatto con il cranio del-l’essere amato. Unisce due futuri cadaveri, provvisoria-mente inguainati di pelle.

Ecco cosa spiega la curiosa reticenza che si prova alasciarsi andare a carezzare i denti con la punta della

IL BATTESIMO DEL FUOCO

23

Page 22: Contributo alla teoria del bacio

lingua mentre si bacia. Si preferisce dimenticarli, la-sciarli da parte. Quando gli incisivi si urtano, questofatto è interpretato sempre come un errore grossolano,che si accompagna a un sorriso di imbarazzo. Evoca-zione del gelo e della durezza della morte nell’intimitàcalda dell’essere vivente, i denti conferiscono al bacioun sapore d’oltretomba.

CONTRIBUTO ALLA TEORIA DEL BACIO

24