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MAGGIO 2013 Numero 3 Rassegna informativa dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Roma Sifo: “La distribuzione diretta dei farmaci produce risparmio” a pagina 11 Regione Lazio e farmacie verso il rinnovo dell'accordo su Dpc a pagina 8 Farmacia assegnata per concorso, quali sono i termini di apertura? a pagina 20 Ccnl farmacie private, le trattative partono in salita a pagina 8 Spedizione in abbonamento postale – D.L.353/2003 (conv. in L.27.02.2004 n. 46) art.1 comma 1 DCB Roma Nuova Edizione a pagina 4 Contributi Enpaf In tempi di crisi, la previdenza di categoria finisce inevitabilmente per essere uno dei temi sensibili del dibattito professionale, come hanno confermato le molte sollecitazioni delle scorse settimane per “riformare” l'ente previdenziale. Obiettivo che però non dipende dalla sola professione, ma ha bisogno di passaggi legislativi dagli esiti tutt’altro che certi. Intanto, è il caso di fare luce sugli attuali regimi contributivi, per chiarire chi deve pagarli, quando e in quale misura A CIASCUNO IL SUO

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MAGGIO2013

Numero 3

Rassegna informativa dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Roma

Sifo: “La distribuzione diretta dei farmaci produce risparmio”a pagina 11

Regione Lazio e farmacie verso il rinnovo dell'accordo su Dpc

a pagina 8

Farmacia assegnata per concorso,quali sono i termini di apertura?

a pagina 20

Ccnl farmacie private,le trattative partono in salitaa pagina 8

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Contributi Enpaf

In tempi di crisi, la previdenza di categoria finisce inevitabilmente per essere uno dei temi sensibili del dibattito professionale, come hanno confermato le molte sollecitazioni delle scorse settimane per “riformare” l'ente previdenziale. Obiettivo che però non dipende dalla sola professione, ma ha bisogno di passaggi legislativi dagli esiti tutt’altro che certi. Intanto, è il caso di fare luce sugli attuali regimi contributivi, per chiarire chi deve pagarli, quando e in quale misura

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IN QUESTO NUMERO

Primo piano

Enpaf, chi paga cosa: piccola guidatra contratti e regimi contributivi 4

Fatti & persone

Ccnl farmacie private, le trattative partono in salita 8

Regione e farmacie, accordo su Dpc verso il rinnovo 8

Carenze di farmaci, un problema forse senza soluzioni 9

Fascia C, attesa a fine anno la sentenza europea 10

La distribuzione diretta dei farmaci produce risparmio 11

Esami e visite, il 70% sono esenti da ticket 12

Accadrà domani

E se la via da seguire la indicasse il libro della Storia? 14

In pellegrinaggio in Terra Santa, nei luoghi di Gesù 14

Pagine scelte

Atlante di fitoterapia 16

Magnus pictor fecit 16

Viaggi e salute 17

Focus

Farmaci, sicurezza ed efficacia sono anche (ma non solo) una questione di numeri 18

Codici e codicilli

Una questione di termini che ancora non ha termine 20

Quattro candidati a due concorsi in forma associata 21

Ristrutturare il debito per non affondare 22

Esteso anche alla farmacia l’obbligo della Pec 23

La ricetta del farmacista

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Ordine per te

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Rassegna Informativa del farmacista

dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Roma

Anno XXXIX N.3 – Maggio 2013

EditoreOrdine dei Farmacisti

della Provincia di Roma

Direzione Via A. Torlonia‚ 15 – 00161 Roma

Direttore responsabileEmilio Croce

CondirettoreGiorgio Flavio Pintus

Redazione, pubblicità, coordinamento stampa

Art Director Design Strategy srl

immagine di copertina:Rangizz

impaginazione e grafica:Vincenzo Furiati

RegistrazioneTribunale di Roma n° 11959

del 25/1/1968

Stampa Cimer snc

Spedizione abb. post – D.L.353/2003

(conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art.1 comma 1 DCB Roma

Finito di stampareMaggio 2013

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Un collega romano è balzato ai disonori della cronaca a seguito di uno dei consueti raid che latrasmissione Le Iene di Italia 1 è solita compiere periodicamente nelle farmacie italiane.La vicenda è certamente nota a tutti: un inviato del dissacrante programma televisivo si èpresentato, dietro appuntamento e accompagnato da un mediatore, nella farmacia dellosventurato farmacista, nelle dissimulate vesti di potenziale compratore della stessa (prezzorichiesto: 10 milioni di euro).Davanti al possibile acquirente – che è lecito presumere vedesse per la prima volta – l’incautofarmacista si è aperto come una calendula officinalis al primo sole: senza riserve e senzasegreti, manco fosse un contrito penitente davanti al confessore alla vigilia della messa diPasqua. Ne è seguito il racconto di comportamenti che, a dirla in modo asciutto e neutro,integrano gli estremi di reato: uno su tutti,il comparaggio sistematico.Ovviamente, il collega in questione sarà chiamato a renderne conto: all’indomani dellatrasmissione, andata in onda il 12 maggio, l’Ordine di Roma ha subito dato mandato a unlegale di intervenire presso la Procura della Repubblica per chiedere di risalire all’identità delfarmacista – apparso travisato nella registrazione mandata in onda da Le Iene – e perprocedere, ove ricorrano i presupposti, a perseguirlo a termini di legge, consentendo cosìall’Ordine stesso di avviare, per la sua parte, i provvedimenti di competenza.La gravità del comportamento del protagonista della vicenda – pesantemente censurabileanche nella remota ipotesi che, per garantismo e political correctness non può essere esclusaa priori, egli abbia solo fatto una rodomontata, inventando tutto per far vedere quanto è furbo– è di evidenza così palmare che è perfino inutile stare a perdere tempo a ricamarci sopra,esprimendo condanne che lascerebbero il tempo che trovano. La sua valutazione e il suogiudizio l’Ordine ha preferito affidarli – come è giusto – alla concretezza dei fatti,rivolgendosi alla magistratura.Ma se proprio si devono dire due parole, è bene utilizzarle per ribadire un concetto, benconosciuto ma che non guasta davvero ricordare una volta di più: il capitale della professionefarmaceutica è, da sempre, la legittimazione sociale di cui gode. Se venisse meno quella, lafarmacia – che già attraversa momenti duri – sarebbe semplicemente finita, almeno comepresidio di salute del territorio integrato funzionalmente nel Ssn.Quella legittimazione è il tesoro da salvare. A ogni costo. E chiunque, in qualunque modo, lapregiudica o anche solo la mette a rischio, è un nemico mortale dal quale difendersi. Non èuna semplice opzione, ma una necessità: pura e semplice questione di sopravvivenza, perintenderci. Vale anche – anzi, vale soprattutto – per i nemici interni, i traditori che cedono allelusinghe del tornaconto individuale e del guadagno facile e con comportamenti inqualificabilirischiano di trasformare non solo il loro futuro, ma il futuro dei loro stessi figli e di noi tutti inuna terra bruciata e desolata.C’è chi dice che non siano pochi, i “nemici di dentro”, e chi invece parla di una ristretta e nonsignificativa minoranza di sciagurati. Per me, la questione non è nei numeri: per quel che miriguarda, anche uno è già troppo. Quel che conta è l’atteggiamento che la professione tutta –non solo le sue organizzazioni di rappresentanza, che debbono ovviamente essere in prima fila– deve saper mantenere davanti alla pubblica opinione per individuarli e combatterli, quei“nemici di dentro”, senza esclusione di colpi. È, deve essere un impegno di tutti. Perché tuttipossono e debbono fare qualcosa, per isolare ed eliminare comportamenti e pratiche menoche corretti. Nel suo stesso interesse.“Con i traditori né pace né tregua”, ammonisce un vecchio proverbio toscano: teniamolo benea mente, ci aiuterà a non tradire noi stessi e il senso di ciò che siamo, che è anche il prodottodi quello che facciamo. E di come lo facciamo.

3 – MAGGIO 2013 3RIF

in fondo

di Emilio Croce

I nemici di dentroe il tesoro da salvare

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Primo Piano

RIF

La questione Enpaf, nel corso delle ul-time settimane, è tornata quasi inevita-bilmente alla ribalta delle cronache dicategoria. Il peso della crisi, che colpi-sce anche i profili occupazionali delsettore farmaceutico, si fa sentire, ri-flettendosi anche sugli aspetti connes-si alla contribuzione previdenziale.Che, in tempi così difficili, ha finito au-tomaticamente per diventare uno deibersagli delle critiche, delle rimostran-ze e del malcontento di chi – a torto oa ragione – ritiene gli oneri previden-ziali eccessivi e non commisurati aitrattamenti pensionistici assicurati dal-la cassa di categoria.L’evidenza dei conti e delle cifre rac-conta un’altra verità dei fatti, ma è bennoto che questi non sempre vengonocolti per quello che sono, ma per co-me vengono percepiti. Bene ha fattodunque l’Enpaf – a fronte della montan-te marea di mugugni, che come sem-pre accade ha finito per trascinare an-che più di un detrito, sotto forma dipolemiche spesso speciose e stru-mentali – a convocare subito un incon-tro di tutte le sigle della categoria peranalizzare la situazione e fare chiarez-za alla luce dell’unica lente possibile: ilprincipio di realtà.In quell’occasione, cifre alla mano, an-che i più radicali sostenitori di “inter-venti immediati” sulla previdenza di ca-tegoria, hanno dovuto rendersi contoche l’inserimento dell’Ente nel contoconsolidato delle pubbliche ammini-strazioni impone, a fronte di eventualimodifiche regolamentari (per le qualiperaltro gli spazi di manovra sonoestremamente ridotti), la corrisponden-te copertura finanziaria.Tutti hanno dovuto prenderne responsa-bilmente atto, anche per non abbando-narsi all’illusoria speranza di irrealistici equanto mai improbabili interventi del le-

gislatore nel settore della previdenza dicategoria. E tutti – soprattutto – hannopotuto valutare come l’eventuale e daqualcuno pure vagheggiato “assorbi-mento” dell’Ente da parte di altre realtàprevidenziali avrebbe prodotto comeunico risultato la catastrofe di assog-gettare i farmacisti (tutti) a regimi con-tributivi più severi in cambio, nella mi-gliore e più ottimistica delle previsioni,di trattamenti uguali a quelli riconosciutiattualmente dall’Ente.Un paio di impegni concreti, l’incontropromosso dall’Enpaf li ha tuttavia haprodotti: il primo consiste nella deci-sione di istituzionalizzare il confrontosulla previdenza interno alla professio-ne, dando vita a un osservatorio per-manente di tutte le componenti cate-goriali, con funzioni consultive. Il se-condo è partire fin da subito alla ricer-ca di soluzioni che consentano di al-lungare il periodo massimo di disoccu-pazione (oggi pari a cinque anni) nelquale all’iscritto sia permesso di ver-sare soltanto il contributo di solidarie-tà, pari al 3% della quota totale, in luo-go del contributo ridotto del 15%. I due impegni, che il CdA della cassadi categoria metterà in agenda non ap-pena si sarà definitivamente insediato(bisogna ancora procedere alla nomi-na, da parte del Governo presiedutoda Enrico Letta, dei rappresentanti deiministeri vigilanti), rappresentano unaprima indicazione in ordine alla direzio-ne che si intende seguire: allargare lospazio di partecipazione e di interven-to all’elaborazione delle politiche ge-stionali dell’Ente da parte di tutte lecomponenti professionali e trovare so-luzioni, per quanto possibile, alle criti-cità più impellenti, in particolare quel-le che riguardano la contribuzione de-gli iscritti disoccupati e che lavoranocon contratti atipici, a partire proprio

dall’appena citato “allungamento” delperiodo massimo di disoccupazione eil conseguente abbattimento della quo-ta contributiva.Una proposta in tal senso, appena de-finita, verrà sottoposta alle sigle dellaprofessione: inutile, va da sè, attender-si soluzioni utopistiche e non coerenticon le difficoltà occupazionali e reddi-tuali della categoria.Qui di seguito, intanto, il nostro giorna-le cerca di fare ordine nel ginepraiocontrattuale seguito alle riforme sul la-voro succedutesi in questi ultimi anni,che hanno inevitabilmente prodotto no-tevoli conseguenze anche sui regimicontributivi previdenziali. L’auspicio èche la piccola guida, predisposta gra-zie alla collaborazione di Paolo Giu-liani, dirigente della cassa di catego-ria, possa rappresentare un piccolo eutile contributo di chiarezza su unamateria che – anche per l’approccioquasi sempre residuale e disattentoche le viene tradizionalmente dedicato– proprio chiara, agli occhi dei farma-cisti, non è mai risultata.

***

Solo dieci anni fa esaminando le do-mande di riduzione dei farmacistiiscritti all’Enpaf si poteva riscontrareche le forme più “esotiche” di rapportodi lavoro nell’ambito delle quali l’iscrit-to svolgeva la propria attività profes-sionale erano il contratto di lavoro atempo determinato, il contratto di for-mazione e lavoro e al più qualche con-tratto di lavoro interinale. A partire dal-l’entrata in vigore della cosiddetta “ri-forma Biagi” (la legge n. 30/2013) leforme, contrattuali e non, si sono mol-tiplicate, il fenomeno ha determinato ilsorgere di problematiche complesse

Un contributo per chiarire aspetti della previdenza forse non troppo conosciuti

Enpaf, chi paga cosa: piccola guidatra contratti e regimi contributividi Paolo Giuliani*

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sia a livello di ricostruzione teorica de-gli istituti che di applicazione del Rego-lamento Enpaf, per lo specifico proble-ma legato alla riduzione contributivaprevista dall’art. 21 del Regolamentomedesimo. In generale le diverse tipologie di rap-porti vengono genericamente ricondot-te al concetto di “precariato”, inten-dendo riferirsi con questa espressionea situazioni diverse nelle quali il lavora-tore si trova in una condizione di mino-re garanzia o durata rispetto a quelladel lavoratore dipendente a tempo in-determinato. Considerato il moltiplicarsi delle ipote-si si è ritenuto utile (innanzitutto perchi scrive!) riepilogarle tutte, indicandoper ognuna i peculiari problemi appli-cativi. Occorre evidenziare, quale pre-messa di carattere generale, che per ilcaso di esercizio di attività professio-nale ciò che consente all’iscritto di ri-chiedere la riduzione contributiva finoalla misura dell’85%, ovvero il contribu-to di solidarietà, è la presenza di unobbligo di contribuzione a favore di unEnte di previdenza obbligatorio ulterio-re rispetto all’Enpaf.

Contratto di lavoro a tempo determinatoSi tratta di una forma giuridica tradizio-nale che conferisce il diritto alla ridu-zione contributiva fino alla scadenzadel rapporto e consente di ottenerlaper l’intero anno qualora la durata delcontratto (o la sommatoria di più con-tratti) copra la maggior parte dell’annoo del periodo di iscrizione. È importan-te ricordare che successivamente altermine del contratto l’iscritto per con-servare la riduzione in atto deve comu-nicare all’Enpaf, producendo la relativadocumentazione, quale sia il propriostatus lavorativo, ossia, ad esempio,se il contratto è stato prorogato o con-vertito in rapporto di lavoro a tempoindeterminato. Nel caso in cui non visia stata prosecuzione lavorativa èpreferibile l’iscrizione al centro per l’im-piego che consente di conservare la ri-duzione contributiva come disoccupa-to fino al momento in cui l’iscritto nontrovi una nuova occupazione.

Contratto di lavoro a progetto e contrattodi collaborazionecoordinata e continuativaIndipendentemente dalla for-ma contrattuale prescelta(progetto o collaborazione),si tratta di una tipologia dirapporto che, ove comportilo svolgimento di attivitàprofessionale da parte del-l’iscritto, determina l’applica-zione della contribuzioneprevidenziale Enpaf in misu-ra intera, considerato chenon vi è obbligo di versa-mento del contributo previ-denziale alla Gestione sepa-rata Inps (tale posizione è stata confer-mata, da tempo, dall’Inps medesimonella circolare n. 124/1996 e ulterior-mente ribadita dalla norma di interpre-tazione autentica contenuta nell’art.18, c. 12 del dl n. 98/ 2011). Occorreconsiderare che in alcuni casi il rap-porto può avere una durata determina-ta, con la conseguenza che ove l’iscrit-to che già beneficia di una quota con-tributiva ridotta stipuli in corso d’announ contratto del genere non subirà ilreintegro a quota intera ove la duratadello stesso non copra la maggior par-te dell’anno.

Contratto di lavoro autonomocon apertura di partita IVAPer quanto possa risultare problematicae al limite della violazione delle normesul lavoro subordinato, la configurazio-ne di un simile tipo di rapporto nel casoin cui esso venga inserito nell’ambito diun’organizzazione aziendale, tuttavia,esso comporta, ai fini Enpaf, l’applica-zione della quota contributiva in misuraintera ove, nell’ambito dello stesso, siconfiguri lo svolgimento di attività pro-fessionale, atteso che in questa ipotesinon è previsto il versamento di contribu-zione previdenziale obbligatoria ulterio-re alla Gestione separata Inps. Nel casoin cui non vi sia svolgimento di attivitàprofessionale, invece, l’aliquota di ridu-zione contributiva massima applicabileè quella del 50%.

Prestazione di lavorooccasionaleSi tratta di una ipotesi che non è confi-gurabile rispetto all’esercizio di attivitàprofessionale da parte di un soggettoiscritto in un Albo, incluso dunque, il far-macista, infatti dalla normativa vigente(art. 1 e 5 Dpr n. 633/1972, art. 49.Dpr n. 971/1986 e art. 61, Dlgs n.276/2003) si può dedurre che coluiche esercita un’attività libera professio-nale, oggetto di riserva di legge, nonpuò rendere prestazioni occasionali maè tenuto ad aprire partita Iva anche seintende svolgere una prestazione occa-sionale singola. L’iscrizione in albi pro-fessionali è, dunque, indice assoluto diabitualità. La prestazione di lavoro oc-casionale per il farmacista può configu-rarsi nell’ambito del contratto di lavorooccasionale di tipo accessorio con vou-cher che si configura come una figuraintermedia tra il lavoro subordinato equello autonomo. Ne è ammesso l’utiliz-zo entro determinati limiti economici(5.000 euro rivalutati per anno solarecon tutti i committenti, in caso di im-prenditori commerciali o professionisti illimite è di 2.000 euro annui). Ai fini En-paf si tratta di una tipologia di rapportoche consente di accedere alla riduzionecontributiva in quanto il corrispettivo èobbligatoriamente assoggettato dallalegge al versamento alla Gestione sepa-rata. Si tratta necessariamente di rap-porti a tempo determinato, per i qua-8

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Primo Piano

li si ripropongono i medesimi aspettiillustrati rispetto al più tradizionale con-tratto di lavoro a tempo determinato.

Contratto di lavoro in somministrazioneSi tratta di una figura che ai fini Enpafnon presenta problematiche particola-ri; la somministrazione di manodoperapermette ad un soggetto (utilizzatore)di rivolgersi a un altro soggetto (som-ministratore) per utilizzare il lavoro dipersonale non assunto direttamente,ma dipendente del somministratore. Sitratta di un rapporto caratterizzato dal-la presenza di due contratti: un con-tratto di somministrazione, stipulatotra l’utilizzatore e il somministratore;un contratto di lavoro subordinato sti-pulato tra il somministratore e il lavora-tore che può essere a tempo determi-nato o indeterminato.

Contratto di lavoro intermittenteSi tratta di una tipologia di contratto (di-sciplinato per la prima volta nel 2003,poi abrogato e successivamente rein-trodotto dalla legge), in base alla qualeil lavoratore si pone a disposizione deldatore di lavoro che ne può utilizzare laprestazione lavorativa ove se ne pre-

senti la necessità. Il contratto di la-voro intermittente può essere sti-pulato a tempo determinato o in-determinato, implica il versa-mento di contribuzione previ-denziale all’Inps, e viene trattato

come se si configurasse losvolgimento di attività pro-fessionale nell’ambito di unrapporto di lavoro dipen-dente part–time verticale.Per tale tipo di contrattola prestazione viene resaa tempo pieno ma soloper periodi predetermina-ti nella settimana, nel me-se e nell’anno.La soluzione per il lavorointermittente, dunque, è nelsenso che, indipendentemen-te dalle giornate lavorate che

non vengono singolarmentecomputate, occorre tenere con-

to della mera durata del contratto cheove sia a tempo determinato e superiore(anche per sommatoria) a sei mesi e ungiorno (ovvero alla metà più uno del pe-riodo di iscrizione) consentirà di ottenereo conservare la riduzione contributiva.Non si pongono invece problemi di dura-ta nel caso di contratto di lavoro intermit-tente a tempo indeterminato.

Borse di studioPer questa peculiare fattispecie è neces-sario fare una distinzione fondamentale.Nel caso in cui si tratti di una borsa cheha la finalità di sostenere l’iscritto aglistudi, come accade spesso nell’ambitodelle scuole di specializzazione la posi-zione contributiva dell’iscritto viene ricon-dotta a quella di un soggetto che nonesercita attività professionale (tale vieneconsiderata l’attività di studio e specializ-zazione) per cui la riduzione massima ap-plicabile è quella del 50%. Tuttavia, nelcaso in cui il soggetto presenti la dichia-razione di disponibilità allo svolgimentodi attività lavorativa e quindi assuma laposizione di disoccupato temporaneo einvolontario, questa viene considerataprevalente e dunque la riduzione contri-butiva applicabile è quella dell’85% o delcontributo di solidarietà. Diverso il caso in cui la borsa di studionon abbia tale finalità di sostenerel’iscritto, bensì nell’ambito della stessasi configuri lo svolgimento di attivitàprofessionale ove per essa non sia pre-vista ulteriore copertura previdenzialeobbligatoria la quota contributiva appli-cata è in misura intera; nel caso in cui,invece, vi sia copertura ulteriore l’iscrit-to può presentare domanda di riduzione(85% o contributo di solidarietà). In merito alla copertura previdenziale ul-teriore rispetto all’Enpaf, l’obbligatorietàper le borse di studio non è prevista daalcuna norma generale. Tuttavia, alloscopo di favorire l’iscritto, la riduzionecontributiva viene riconosciuta qualoral’autorità che riconosce la borsa si siaunilateralmente imposta la contribuzioneprevidenziale obbligatoria (alla Gestioneseparata Inps) attraverso una appositaprevisione nel bando di assegnazione oin altra disposizione regolamentare inter-na. Ovviamente per le borse di studio è

normalmente prevista una data di sca-denza, per cui nel caso in cui venga rico-nosciuta una riduzione contributiva si se-guono le stesse regole previste per ilcontratto di lavoro a tempo determinato.

Contratto di apprendistatoÈ un particolare contratto di lavoro atempo determinato, di durata massimatriennale, caratterizzato da un contenu-to formativo (l’età del lavoratore deveessere compresa tra i 18 e i 29 anni).Infatti il datore di lavoro, oltre a pagarela retribuzione all’apprendista per l’attivi-tà svolta, è obbligato a garantire all’ap-prendista la formazione necessaria peracquisire competenze professionaliadeguate al ruolo e alle mansioni percui è stato assunto. L’apprendista ha, asua volta, l’obbligo di seguire il percor-so formativo che può essere svolto in-ternamente o esternamente all’azienda.Ai fini della contribuzione Enpaf la disci-plina è identica a quella del contratto dilavoro a tempo determinato.

Stage e tirocini formativiLo scopo dell’istituto che non configuraun rapporto di lavoro, è esclusivamentequello di realizzare momenti di studio edi conoscenza dell’attività professiona-le. Non sono quindi applicabili gli obbli-ghi e i diritti propri del rapporto di lavo-ro (rispetto dell’orario, permessi retribu-tivi, ferie ecc.) È esclusa la correspon-sione della retribuzione e dunque la pre-senza della copertura assicurativa edella previdenza obbligatoria ulteriore ri-spetto a quella dell’Enpaf. In presenzadi una simile tipologia di rapporto deveritenersi che, ai fini Enpaf, essendo pre-minente la finalità specifica dell’adde-stramento e dell’apprendimento, non siconfigura esercizio di attività professio-nale. L’aliquota da applicarsi è, dunque,quella del 50%; tuttavia in caso di con-comitanza con l’iscrizione al Centro perl’Impiego, o con lo svolgimento di attivi-tà professionale in regime di lavoro di-pendente, può essere applicata la piùfavorevole aliquota dell’85% o il contri-buto di solidarietà.

*dirigente Enpaf

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3 – MAGGIO 2013 7RIF

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Ancora molto distantile posizioni delle parti,prossimo incontro il 18 giugno

Ccnl farmacieprivate, le trattativepartono in salitaRevisione dei livelli contrattuali, potenzia-mento della contrattazione decentrata,aumenti agganciati e correlati all’indicedei prezzi al consumo: questi i punti prin-cipali su cui si incardina la piattaformadelle organizzazioni sindacali per il rinno-vo del contratto nazionale di lavoro deidipendenti delle farmacie private. Primaancora di discuterli, però, andranno defi-niti alcuni aspetti connessi al vecchiocontratto (scaduto lo scorso 31 gennaio)che ancora attendono soluzione, e nonsi tratta di cose di poco conto: il ricono-scimento retributivo delle ore dedicateall’Ecm, la regolamentazione dei permes-si, con il riconoscimento di un pacchettodi ore retribuite per visite mediche e al-

tro, una piùpuntuale edettagliata re-golamentazio-ne dei trasfe-rimenti.Superati que-sti scogli –p a s s agg i oche non si

annuncia semplicissimo – la trattativaentrerà nel vivo. Le parti hanno già fis-sato un calendario di incontri (previstiper il 18 giugno e il 9 e 23 luglio prossi-mi) ma le premesse lasciano chiara-mente presagire una trattativa irta di dif-ficoltà. Le prime reazioni di Federfarmaalle richieste contenute nella piattafor-ma sindacale sono infatti di sostanzialechiusura. L’esperienza insegna che, inmateria di trattative contrattuali, il murocontro muro iniziale rientra un po’ nelgioco delle parti, ma certo è che il sin-dacato dei titolari ha molto da eccepiresu istanze come la revisione dei livelli edelle mansioni previsti dall’attualeCCNL, con l’inserimento di (almeno) unanuova figura professionale in posizioneintermedia tra il direttore e il collabora-tore. E certo non piace di più la richie-sta di ampliare la contrattazione di se-condo livello, riservandole aspetti comei premi di produttività, la formazioneprofessionale, indennità e turni.Anche su altre richieste contenute nellapiattaforma confederale, come l’integra-zione al 100% della retribuzione per l’in-tero periodo di congedo per maternità,la rideterminazione delle indennità pro-fessionali, l’incremento dell’integrazionea carico del datore di lavoro in caso dimalattia o infortunio, l’aumento dellemaggiorazioni previste per il servizio diturno della farmacia e la previsione diaumenti retributivi agganciati all’indicedei prezzi al consumo per l’intera dura-ta del contratto, Federfarma appareben lontana dal concedere aperture:“Se queste sono le richieste, allora sipuò solo dire che il confronto partirà daposizioni molto distanti” ha commenta-

to al riguardo la presidente dei titolariAnnarosa Racca.Anche sul versante sindacale, del resto,le previsioni inclinano verso il cattivotempo: “I contenuti della nostra piatta-forma sono già stati esplicitati” spiegaRosetta Raso della segreteria naziona-le Fisascat Cisl “mentre da Federfarmasembrano arrivare almeno finora indica-zioni piuttosto generiche e che non ciconvincono, come la richiesta di mag-giore flessibilità sull’organizzazione dellavoro e l’allargamento delle tipologie dicontratto, in considerazione della per-durante situazione di crisi.”Due temi sui quali la posizione delle fe-derazioni sindacali è peraltro già defini-ta: “Siamo dell’avviso che la flessibilitàoggi esistente sia già più che sufficien-te” spiega Nunzio G. Nicotra, del di-rettivo Uiltucs e nutriamo qualche so-spetto sulla richiesta di ulteriori allar-gamenti: non vorremo che esprimes-sero la recondita intenzione di disporredi strumenti attraverso i quali renderepiù agevole l’allontanamento dal lavorodei dipendenti.”“Le premesse non sono certo delle mi-gliori” conclude Raso “ma confidoche le trattative si svolgano senza maidimenticare che si tratta del contrattodi professionalità indispensabili per ga-rantire al cittadino un servizio pubblicodi grande responsabilità.”

La vecchia intesa scadeil 30 giugno, da Zingaretti primi e confortanti segnali

Regione e farmacie,accordo su Dpcverso il rinnovo Si avvicina la scadenza del il 30 giu-gno prossimo, data in cui scadrà il vi-gente accordo tra Regione e Federfar-ma Lazio per la distribuzione per con-to, del quale si attende il rinnovo. Le“manovre di avvicinamento” tra le partisono già cominciate e i primi segnali

Fatti & persone

3 – MAGGIO 20138 RIF

In alto: Annarosa Racca, presidente di Federfarma.A lato: Nunzio G. Nicotra, della segreteria Uiltucs e segretario dell’Ordine professionale.Sotto: Rosetta Raso, segretario organizzativo nazionale della Fisascat Cisl

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ADDS

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3 – MAGGIO 2013 9RIF

emersi nelle scorse settimane sembra-no essere incoraggianti. Da una notadiffusa dalla Regione l’8 maggio scor-so, infatti, emerge un giudizio estrema-mente positivo sull’accordo vigente:“Dal 2007 al 2012 con la distribuzionedei farmaci in nome e per conto (Dpc)i risparmi sono quadruplicati” si leggeinfatti nel comunicato, che poi faespresso riferimento alla “decisione diprocedere al rinnovo dell’accordo inscadenza con le organizzazioni di ca-tegoria” precisando che “nei prossimigiorni si procederà alla firma degli ac-cordi con i farmacisti e singole casefarmaceutiche”.Forte del positivo bilancio dell’accordoprecedente, Federfarma Lazio confidadi riuscire a “tenere il punto”. L’intesavigente riconosce alle farmacie unmargine differenziato su quattro fascedi prezzo, compreso tra il 4 e l’11,5%del prezzo al pubblico (al netto Iva ecompresa la quota al distributore). Agaranzia delle farmacie, sono anchepreviste maggiorazioni in caso di ritar-dati pagamenti o di eventuali violazionida parte delle Asl nella distribuzionedell’integrativa o nell’applicazione delpatto nel suo complesso.Franco Caprino, presidente dei titola-ri laziali, consapevole che la partita delrinnovo è ancora tutta da giocare, sipreoccupa di fissare i termini della si-tuazione: “Servizio che funziona, citta-dini soddisfatti, operatori e servizionon penalizzati, conti che tornano: so-no argomentazioni più che sufficienti aritenere che l’intesa, che per ammis-sione della stessa Regione ha funzio-nato bene, possa continuare sullestesse basi” afferma il presidente deititolari laziali. “Le collaborazioni chefunzionano sono come la squadra chevince: non si toccano. E se lo si fa, èsolo per migliorarla. Al riguardo,avremmo qualche idea per migliorareulteriormente l’accordo vigente inchiave di risparmio per la Regione e diservizio per i cittadini: allargare la Dpcagli ex Osp–2, stipulare un’intesa re-gionale sui servizi in farmacia e am-pliare l’integrativa webcare, alla lucedegli ottimi risultati ottenuti con i presi-di per i diabetici. E anche di questo

parleremo in sede di trattativa, confi-dando di trovare ascolto.”

Senza esiti significativil’ultimo vertice sul problematra le sigle della filiera

Carenze di farmaci,un problema forse senza soluzioniC’erano tutti i rappresentati della filie-ra, all’incontro promosso e organizza-to lo scorso 9 maggio a Roma da Fe-derfarma Servizi, per un confronto sulproblema della carenza di farmaci nelcircuito distributivo: oltre al padrone dicasa Paolo Tagliavini (affiancato daldirettore generale Giancarlo Esper-ti), Annarosa Racca per Federfarma,Massimo Scaccabarozzi per Farmin-dustria, Francesco Schito per Asso-farm, Aldo Pesenti e Mauro Giombi-ni per l’Adf e, infine, Andrea Man-delli e Maurizio Pace per la Fofi.Obiettivo dichiarato dell’incontro eraquello di verificare se e come il feno-meno della cosiddetta “rottura distock”, in pratica ormai strutturale,possa essere arginato da iniziative co-muni. Che, stante la complessità delproblema, si è durato fatica a individua-re, limitandosi per il momento a un co-mune impegno verso una maggiorecollaborazione finalizzata a un più effi-cace scambio di informazioni “in temporeale” in ordine alle situazioni di caren-za e alla tempestiva segnalazione dicomportamenti distorsivi da parte deglioperatori.Intanto, ogni singola sigla si è impe-gnata a scrivere alle Regioni per chie-dere un giro di vite nella concessionedelle autorizzazioni all’attività di distri-buzione all’ingrosso, nel tentativo di ar-restare lo sviluppo dell’import/exportparallelo di farmaci, unanimementeconsiderato una delle principali scaturi-gini del problema delle carenze. A giu-dizio di tutti i presenti, le autorizzazioni

sono con-cesse conun eccessodi leggerez-za e, al ri-guardo, èstato fattoanche l ’e -sempio dif a rm a c i ep a l e s emen t einadeguate dalpunto di vistadelle condizionistrutturali chehanno comun-que ottenutol’autorizzazionea distribuire al-l’ingrosso. In più– questa la de-nuncia – manca-no controlli ade-guati prima e dopo la concessione del-le autorizzazioni. Una “stretta” delleRegioni in questo campo, dunque, sa-rebbe auspicabile, per quanto certa-mente non risolutiva: non bisogna in-fatti dimenticare che le esportazioniparallele sono un’attività non solo red-ditizia, per l’esistenza di sensibili diffe-renziali di prezzo delle specialità medi-cinali tra i vari Stati, ma anche consi-derata pienamente legittima dalla Ue:pensare di porle un freno, dunque, ap-pare davvero difficile.Questo, in sintesi estrema, l’esito del-l’incontro “politico” di ieri tra i rappre-sentanti delle sigle di filiera, al qualefarà seguito un approfondimento in se-de tecnica il mese prossimo. Per il resto, ciascun attore ha opera-to una ricognizione del problema dalproprio punto di vista, senza peraltroaggiungere elementi a quanto già benconosciuto e più volte illustrato so-prattutto negli ultimi mesi dai giornalidi categoria (al riguardo, come si8

A lato: Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria. Al centro: Francesco Schito, vicepresidente Assofarm

In basso: Paolo Tagliavini, presidente di Federfarma Servizi

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ricorderà, il nostro giornale ha de-dicato al tema il servizio di copertinadel numero scorso, evidentementeapprezzato anche al di fuori del nor-male ambito di distribuzione: il lungoarticolo era infatti uno dei principalidocumenti di lavoro nel vertice di cuistiamo parlando). La sensazione è che il fenomeno del-le carenze – che interessano un paiodi centinaia di specialità medicinaliprodotte da un numero molto ridotto

di aziende, in preva-lenza grandi multi-nazionali con com-plesse organizzazio-n i logist iche e laproduzione per l’in-tero mercato mon-diale concentrata inpochi siti che pro-grammano le esi -genze di fabbrica-zione sulla base del-lo “storico” di ognisingolo mer cato –sia in qualche modovissuto con un sen-timento al confine

tra la rassegnazione e l’acquiescen-za, quasi si ritenesse che, alla fine,esso sia un’ineliminabile disfunzionedi sistema.C’è però chi – come le farmacie e lecooperative di distribuzione dei farma-cisti – al problema oppone reazioni unpo’ più convinte. Le prime sono infattiil “front office” del sistema e pagano ilprezzo più alto per i fenomeni caren-ziali. soprattutto in termini di relazionecon il paziente. Da qui la necessità diprovare a contrastarli con i (pochi)mezzi a disposizione, primo tra tutti gliordinativi diretti alle industrie, in accor-do con un’indicazione venuta peraltroanche dall’Aifa, ai sensi dell’art. 105del decreto legislativo 219/06.

Il problema – che Federfarma ha giàsegnalato a Farmindustria – è che cisono aziende che a fronte di ordini di-retti delle farmacie fanno scattare latagliola dei quantitativi minimi, ponen-do condizioni che non tutte le farmaciesono in grado di accettare. Resta orada vedere (anche alla luce dell’incontrodel 9 maggio, nel corso del quale Rac-ca è tornata a stigmatizzare tali com-portamenti), se e cosa l’associazionedegli industriali farà per risolvere il pro-blema, preso atto che le farmacie con-tinueranno a seguire la linea di condot-ta indicata dall’Aifa: se nel circuito deigrossisti non è reperibile il farmaco,verrà ordinato direttamente al produt-tore, secondo le modalità previste dal219/06.Anche Federfarma Servizi, la promotri-ce dell’incontro, ha provato a gettareun sassolino nello stagno, cercando difar uscire le denunce sugli eccessi del-l’import/export parallelo dalla paludedella genericità. Il presidenteTagliavinied Esperti hanno osservato come taleattività sia esercitata anche da non po-che aziende della distribuzione inter-media e come ciò finisca ovviamenteper avere riflessi negativi sul mercatointerno. Per questo, Federfarma Servi-zi ha chiesto ai suoi associati non solodi non fare esportazioni parallele, maanche di dare comunicazione all’Aifadella loro estraneità a tale attività. “Èchiaro che il problema delle carenze ècomplesso e di natura multifattoriale”ha osservato Tagliavini “ma se ciascu-na componente all’interno della filiera– industria, distributori e farmacie –pone in essere comportamenti ade-guati, si può fare molto almeno per ri-durne gli effetti.” Un invito abbastanza esplicito a con-trolli più stringenti sugli associati. Saràil tempo a dire se e in che misura ver-rà raccolto: al riguardo, dall’incontro diieri non è venuta alcuna assunzione diimpegni, ma solo un’osservazioneavanzata dai rappresentanti di Adf: “Ledichiarazioni di estraneità all’attività diesportazione parallela rese all’Aifa?Esiste sempre la possibilità che si di-chiari il falso.”

Nella prima udienza,la Corte di giustiziaha definito il calendario

Fascia C, attesaa fine anno la sentenza europeaParte il conto alla rovescia: subito dopola pausa estiva, l’avvocato generale de-signato esprimerà il suo parere genera-le e, prima di Natale, arriverà la senten-za. Così ha stabilito l’udienza della Cor-te di giustizia del 15 maggio scorso, re-lativa alle cause promosse dal giudiceamministrativo lombardo tra febbraio emarzo 2012 e aventi a oggetto la ri-chiesta di pronuncia pregiudiziale sull’in-terpretazione degli articoli 18 e56, nonché degli articoli 101 e102 del Trattato di Roma, preso atto diuna normativa nazionale che vieta alleparafarmacie la vendita di medicinalisoggetti a prescrizione medica il cui co-sto è a carico del paziente.Una questione cruciale, e non solo perl’Italia, come dimostra il fatto che a op-porsi all’ipotesi che il divieto di venditadella fascia C sia contrario ai trattatieuropei (posizione sostenuta dalle pa-rafarmacie e corroborata dalle pronun-ce del giudice amministrativo che harimesso la questione alla Cour de Ju-stice), oltre a Federfarma, c’erano igoverni di tre Paesi membri: Italia, Por-togallo e Spagna, i primi due con lapresentazione di una memoria scritta,l’ultima con un intervento in aula.A rappresentare le ragioni del sindaca-to dei titolari ieri sono intervenuti Mas-simo Luciani docente di diritto costi-tuzionale alla Sapienza di Roma, eGian Michele Roberti, docente di di-ritto dell’Unione europea nello stessoateneo.Non sarà inutile ricordare che gli avvo-cati generali (sono otto: il finlandeseNiilo Jääskinen, l’inglese EleanorSharpston, l’italiano Paolo Mengoz-zi, il francese Yves Bot, la tedescaJuliane Kokott, lo spagnolo PedroCruz Villalon, il belga Melchior Wa-

3 – MAGGIO 201310

Fatti & persone

RIF

Dall’alto: l’italiano Paolo Mengozzi, e Yves Bot, entrambi membri della Corte di Giustizia europea

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thelet e lo svedese Nils Whal) sonotenuti a esprimere il loro parere su unacausa solo se la Corte ritiene che es-sa sollevi un nuovo elemento di diritto.Anche se il parere dell’avvocato gene-rale incaricato del procedimento hauna evidente funzione di orientamento,la Corte non è comunque necessaria-mente tenuta ad attenersi ad esso. Lesentenze della Corte di Giustizia sonodecise a maggioranza e pronunciate inpubblica udienza.

I risultati di uno studio Sifocondotto a Torinoinsieme al Cergas–Bocconi

La distribuzionediretta dei farmaci produce risparmioNella sfida rusticana per stabilire qua-le tipo di distribuzione dei farmaci siamigliore, o almeno più convenienteper le pubbliche casse, gli studi e lerilevazioni hanno ormai sostituito lepistole. E così se Federfarma e Asso-farm da una parte sfoderano indagini

che attestano i pesanti costi connessialla distribuzione diretta (icasticamen-te condensati da Assofarm, lo scorsomese di gennaio, nell’immagine del“ticket occulto” medio di 3,5 euro acarico del cittadino), dall’altra le sigledella farmacia ospedaliera fanno al-trettanto. A scendere in campo neigiorni scorsi è stata la Società italia-na di farmacia ospedaliera, dandoconto sul suo sito di una valutazionedi costo, frutto della collaborazionetra i farmacisti ospedalieri Sifo edeconomisti esperti nel settore farma-ceutico, condotta al l ’ interno del -l’Ospedale Molinette di Torino, la piùgrande azienda ospedaliera italiana.Lo studio ha messo in luce come la di-stribuzione dei farmaci che il pazientedovrà utilizzare in terapia domiciliarecosta di meno se fatta direttamente inospedale (distribuzione diretta). L’anali-si – condotta da Claudio Jommi, re-sponsabile dell’Osservatorio Farmacidel Cergas Bocconi – è partita da unarigorosa analisi dei costi della distribu-zione diretta (Dd) e da una stima delcosto che si sarebbe avuto se fosserostati adottati altri sistemi di distribuzio-ne, ovvero la Dpc (il ritiro presso le far-macie private del medicinali preceden-temente acquistati dall’Asl) e la distri-buzione convenzionata, nella quale il

paziente ritira imedicinali nellafarmacia sottocasa con la ri-cetta Ssn redat-ta dal medicocurante.“Il progetto cheabbiamo avvia-to ha lo scopodi chiarire, at-traverso unostudio indipen-dente, quale possa essere il reale pe-so economico delle varie modalità di-stributive dei medicinali attualmente di-sponibili” ha dichiarato FrancescoCattel, segretario regionale di SifoPiemonte. “I primi risultati ottenuti so-no promettenti, anche se limitati a unasingola realtà locale. Lo scopo finaledel progetto è quello di comprendere ilreale impatto economico della Dd ri-spetto alla Dpc nell’intera Regione”.Secondo lo studio coordinato da Jom-mi, il costo organizzativo della distri-buzione diretta inciderebbe su ciascu-na per confezione distribuita per unvalore di poco superiore ai due euro,decisamente inferiore a quello dellaDpc, anche considerando la quota fis-sa prevista per ogni confezione di-spensata dal farmacista che, dal-8

A lato: Claudio Jommi, responsabile dell’Osservatorio Farmaci del Cergas Bocconi.

Sotto: Francesco Cattel, segretario regionale di Sifo Piemonte.

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l’ultimo accordo regionale piemon-tese, risulta intorno ai sei euro (il feefor service riconosciuto per la presta-zione professionale). La distribuzionein regime convenzionale avrebbe inve-ce avuto un costo medio per confe-zione decisamente più elevato.I “costi organizzativi piuttosto contenu-ti” della distribuzione diretta, però, nondevono indurre a conclusioni affretta-te: è lo stesso Jommi a mettere inguardia contro il rischio di considerarei costi a carico del Ssn “l’unico driverdelle scelte strategiche aziendali: l’ac-cesso, l’appropriatezza, i costi non so-stenuti dal Ssn, il giudizio di convenien-za relativa rispetto alle più generali re-lazioni con i portatori di interesse (dal-le imprese, alle farmacie aperte alpubblico, ai pazienti) sono altri fattorida non trascurare in tali scelte e ri-spetto ai quali è rilevante valutare intermini comparativi le diverse sceltedistributive.”E non va dimenticato, precisa ancoraJommi, che “la riforma del sistema di

remunerazionedelle farmacieaperte al pub-blico potrebbemodificare infuturo il giudi-zio di conve-nienza delladistribuzionediretta.”Per l ’econo-mista, tutta-

via, studi come quello condotto in Pie-monte per iniziativa della Sifo sonopreziosi ed “è importante che tali dativengano analizzati e discussi per poterprendere decisioni più razionali, soste-nibili e che valorizzino le diverse pro-fessioni nel Ssn.”Molto soddisfatta per la presentazionedello studio anche Laura Fabrizio,presidente nazionale Sifo, “poiché larealtà analizzata è significativa a livellonazionale e per la prima volta ci trovia-mo di fronte alla possibilità di ipotizza-re con delle simulazioni molto accura-te, soluzioni che aiutano il Ssn ad ef-fettuare dei risparmi a livello di spesafarmaceutica. Come Società, ritenia-

mo l’argomento così importante daaver avviato uno studio più ampio, chevada a verificare a livello globale la mi-gliore soluzione distributiva dei farmaciin Italia.”

Su 207 milioni di ricette,145 milioni non paganola quota di partecipazione

Esami e visite,il 70% sonoesenti da ticket Il 70% delle ricette per esami diagnosti-ci, visite specialistiche, analisi di labora-torio e prestazioni di diagnostica stru-mentale è esente dal pagamento delticket. In termini assoluti, su 207 milio-ni di prescrizioni, 145 milioni sono “tic-ket free”, di cui poco meno della metà(67 milioni) per motivi legati al bassoreddito dei cittadini. È il dato di sintesisicuramente più significativo che emer-ge dall’analisi che il ministero della Sa-lute ha condotto sul flusso delle ricettedi specialistica ambulatoriale nel 2012.La tabella del ministero – che tiene aprecisare come “più ricette possonoessere riferite a una stessa persona eche una persona può avere diritto a piùesenzioni” – mostra la distribuzione delnumero delle ricette di specialistica am-bulatoriale per regione e tipologia diesenzione, elaborata sulla base dei datidi competenza della Direzione generaledel sistema informativo e statistico sa-nitario. Se la media nazionale fissa al70% la quota delle ricette con esenzio-ne, a livello regionale l’analisi del dica-stero fa emergere notevoli differenze.Un esempio su tutti: se in Campania afronte di 12,8 milioni di ricette com-plessive si registrano ben 11 milioni diprescrizioni esenti (vale a dire l’86%), inTrentino Alto Adige la percentuale dellericette sulle quali non si paga il ticket èdel 53% (987 mila su 1,8 milioni).Dall’analisi, che misura l’impatto dellacrisi economica sull’assistenza speciali-

stica, emerge inoltre che aumentano inItalia le ricette esenti dal ticket per red-dito. In un anno, dal 2011 al 2012, leprescrizioni con questo codice di esen-zione sono passate da poco più di 64milioni a poco meno di 67. Per la preci-sione, 2,7 milioni in più. E, ancora, peranalisi di laboratorio, esami, terapie evisite specialistiche gli italiani in un an-no hanno sborsato la bellezza di oltre2,2 miliardi di euro.Gli italiani non esenti dal pagamento delticket hanno ridotto, per contro, il nume-ro delle visite e degli esami di specialisti-ca. Le prestazioni per diagnostica, labo-ratorio e attività clinica erogate dal Servi-zio sanitario nazionale sono infatti in ca-lo in quasi tutte le regioni, Emilia Roma-gna in testa, dove si registra un meno18%. L’indagine mostra chiaramente chela diminuzione maggiore delle prestazio-ni ha riguardato i cittadini costretti al pa-gamento del ticket, il che suggerisceagli esperti che hanno elaborato lo stu-dio che una delle cause importanti delcalo va imputata proprio all’aumento delbalzello.Tornando alle ricette esenti da ticket, idati a livello regionale confermano edevidenziano come il motivo prevalentesia il reddito: in Campania su 11 milionidi ricette con esenzione ben 6,2 mln losono per motivi di reddito. Più o menolo stesso in Sicilia. dove non pagano ilticket più di sei miioni di ricette sule po-co meno di 11 milioni totali. Nel Laziosu 14,7 milioni di prescrizioni con esen-zione 6,6 milioni lo sono per reddito; inCalabria ben 2,5 mln su 4,3 mln. Achiedere l’esenzione per motivi econo-mici non sono però solo i cittadini delSud. Al Nord, anche se con percentualiun po’ inferiori, le ricette esenti dal tic-ket per motivi di reddito sono comun-que molte: in Veneto 4,5 milioni su10,6 , in Emilia Romagna 4,4 su 10,9,in Lombardia 11,6 su 25,1, in Liguria ,infine, 1,7 milioni di ricette sui 3,3 mi-lioni totali. Nel Lazio le percentuali delle ricette ‘noticket’, rispetto al totale complessivo,considerando tutti i motivi di esenzione(reddito, patologia, condizione) sono il72%.

3 – MAGGIO 201312

Fatti & persone

RIF

Laura Fabrizio, presidente nazionale Sifo

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Accadrà domani

L’appuntamento, per i cultori della ma-teria (o per chi, più semplicemente,non disdegna di ripercorrere il cammi-no di una professione vecchia di ottosecoli, magari al solo scopo di risco-prire le radici dell’iden-

tità professionale) è di quelli da nonperdere: sarà Trento a ospitare que-st’anno il Convegno nazionale dell’Ac-cademia italiana di Storia della farma-cia, il 7 e 8 giugno prossimo.Davvero denso il programma della tregiorni di lavori: 16 comunicazioni, tresedute di discussione, due visite di inte-resse cultural–professionale (al Giardinodei Semplici di Palazzo Eccheli–Baisi eal Museo della Farmacia Foletto a Pievedi Ledro) e una alla sede Unifarm, dueproiezioni di documentari. In mezzo, a

chiudere la giornata di sabato 8, l’as-semblea generale del sodalizio presie-duto da Antonio Corvi.Il “razionale” dell’appuntamento è quel-lo consueto: interrogare la storia – at-

traverso i suoi documenti – perfornire spunti di riflessione sulsenso e il significato di una pro-fessione alle prese con un pre-sente che si fa ogni giorno piùcritico e difficile. E al quale, se-condo l’Aisf non sono estranee lescelte della categoria. Per esplicitare meglio questoapproccio, l’Aisf ha indirizzatouna lettera aperta a Fofi, Feder-farma, Ordini provinciali e stam-pa di categoria, facendo riferi-mento al “male oscuro” dellafarmacia italiana, più pericolo-so della crisi economica e del-la volontà del governi di as -segnare la distribuzione deifarmaci alle Asl e alle gran disocietà commerciali. Un maleche l ’Aisf individua nel la“multifor me concorrenza in-terna alla categoria che sista sviluppando forse senzalimiti in quasi tutto il Paese”,quasi che anche molti far-macisti “abbiano gradito lelenzuolate liberalizzanti”. Lascelta di Trento come sede

del convegno a Trento vorrebbeessere significativa, essendo il ful-cro di zona del Paese dove “il de-siderio di restare uni ti e resistereallo sfascio ha ancora la preva-lenza”.“Le esperienze unitarie che spon-sorizzano questo incontro (Uni-farm e Unifarco), aperto a tutti icolleghi di buona volontà, meritanodi essere conosciute e possibilmenteimitate” scrive ancora l’Aisf nella suanota, sottolineando come “il libro aper-to della storia, dagli Statuti di autogo-

verno degli speziali medievali al sorge-re dell’associazionismo dopo l’Unitàd’Italia e degli Ordini dopo la LeggeGiolitti, sta ad indicarci la via da segui-re”. La proposta, conclude l’Accade-mia, è quella “di leggerlo e di meditar-lo in vista di un futuro migliore”. maga-ri insieme, a Trento, in occasione delconvegno nazionale Aisf

Dal 21 al 28 ottobre prossimi,organizzato dal Pontificio consiglio operatori sanitari

In pellegrinaggioin Terra Santa,nei luoghi di GesùL’Unione cattolica dei farmacisti italianiinforma che il Pontificio Consiglio pergli operatori sanitari organizza un pel-legrinaggio in Terra Santa con i medi-ci, farmacisti e infermieri cattolici ita-liani, che avrà luogo dal 21 al 28 otto-bre 2013.Il programma di viaggio prevede la visi-tà dei luoghi più sacri e suggestivi dellacristianità, a partire da Betlemme e Na-zareth, il luogo natale e la località doveGesù visse, fino a Gerusalemme, cittàsanta delle grandi religioni monoteiste,dove consumò il suo sacrificio.Molto denso il programma delle visteed escursioni, dal lago di Tiberiade a

Cafarnao, da Cana al Monte del-le Beatitudini, fino alla valle del

Giordano e il Mar Morto.Il viaggio partirà da Roma,dove si concluderà ancheil ritorno. Per ulteriori infor-mazioni, è possibile rivol-gersi alla Opera RomanaPellegrinaggi, tel. 06.698961 – Fax 06.69880513. Il costo del

pellegrinaggio è fissato in990 euro, più ulteriori 240 di

tasse e oneri accessori e una tassa di20 euro di iscrizione.

3 – MAGGIO 201314 RIF

In calendario a Trento il 7 e 8 giugno il convegno nazionale dell’Aisf

E se la via da seguire la indicasseil libro della Storia?

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3 – MAGGIO 201316

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Ed. Rocco Carabbapagg. 285, € 38.00

È un testo “vecchia maniera”, quelloscritto da Alessandra Caccia, Fabri-zio Napolitani e Fabio Scarlato peri tipi della casa editrice Rocco Carab-ba. E la definizione, si badi, vuoleesprimere un significato del tutto posi-tivo. I tre autori –tutti farma-cisti e sociUtifar, doveader isconoalla Sezionetecnica di Fi-toterapia –hanno infatt iscelto di ripro-porre modalitàespositive che,nel campo dellepiante medicina-li, hanno prece-denti illustrissimi(e, doveroso ag-giungerlo, icono-graficamente bel-l issimi), su tutti iCommentari che ilmedico e naturalistasenese Pietro An-drea Mattioli pubblicò in occasionedella sua apprezzata traduzione del DeMateria medica di Dioscoride, intornoalla metà del ‘500.Proprio al Mattioli sono “prese a pre-stito” le eleganti tavole illustrativeche, dalla A di Achanto fino alla Z diZucca indiana, illustrano le schededelle 129 piante proposte dall’Atlantesecondo uno schema collaudato e difatto ancora insuperato. Ogni schedariporta infatti – sinteticamente macon estrema precisione – tutto quelche c’è da sapere sulle caratteristi-che della pianta, a partire dal nome

d’uso corrente (integrato dalla deno-minazione classificatoria): habitat, cu-riosità storiche, identificazione, quali-tà organolettiche, periodi di raccolta,tecniche di conservazione, parti utiliz-zate, costituenti attivi, impieghi tradi-zionali e quelli più innovativi (in parti-colare nella cosmesi).

Un libro che, in buonasostanza, è un “bae-deker” di immediata epratica consultazioneper l’attività profes-sionale del farmaci-sta ma che – per ilsuo interesse e lesue pregevoli ca-ratteristiche edito-riali – può certa-mente incontrarel’apprezzamentodi un pubbl icopiù vasto di cu-riosi e appassio-nati non stretta-mente addettiai lavori. Pur-ché, ovvia-mente, non loutilizzino co-

me una sorta di guida perl’automedicazione a base di piante me-dicinali, pratica che implica rischi nondissimili da quelli che derivano dall’im-piego improprio di farmaci. Soltanto imedici e i farmacisti, infatti, come am-monisce nella sua efficace e ricca in-troduzione Aristide Vecchioni, “sonoin grado di valutare, caso per caso, idosaggi, le forme galeniche, la posolo-gia, l’assenza o la presenza di effettisecondari tossici e quant’altro concer-ne l’uso razionale delle moderne tera-pie a base di medicamenti di originevegetale.” L’Atlante di Fitoterapia può essere ri-chiesto in libreria o acquistato, a mi-

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Alberto Melloncelli

Magnus pictor fecitUn’indagine di Antonio MaiettiEd. Robinpagg. 349, € 15.00

Alberto Melloncelli, diciamolo subito, èun farmacista. Non basta: è un farmaci-sta “di bosco e di riviera” (e, nel suo ca-so, anche di fiume e di golena) chequando c’è da tirar su le maniche non cipensa mica due volte. Tanto che i suoicolleghi della provincia di Rovigo lo han-no eletto a loro presidente, affidandoglila massima carica del locale Ordine pro-fessionale. ma non è mica tutto qui: allalaurea in Ctf e all’attività di farmacista(in quel di Ficarolo, paese natìo, sulla ri-va sinistra del Po) Melloncelli uniscel’amore per il giornalismo. Che esercitaa livello professionale, scrivendo rego-larmente per quotidiani di consolidatatradizione come Il Gazzettino e Il Restodel Carlino e per una lista sterminata dialtre testate a diffusione locale. Due diqueste, giusto per non farsi mancarenulla, lo vedono anche nelle vesti di di-rettore responsabile. Se però qualcuno pensasse che albuon Melloncelli, con tutto ‘sto gran dafare, non rimane neanche il tempo peruna pizza, sbaglierebbe di grosso. Per-ché il nostro, passata la cinquantina,ha deciso che va bene la farmacia,van bene anche i giornali, ma non po-tevano bastare: serviva qualcosa dipiù. Un libro, ad esempio. Magari uncrime novel, quello che noi in Italia

Alessandra Caccia, Fabrizio Napolitani, Fabio Scarlato

Atlante di fitoterapiaI segreti e le virtù delle piante medicinali più note

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chiamiamo “giallo” in ragione dellascelta cromatica compiuta nel 1929dall’editore Arnoldo Mondadori, chedecise di pubblicare i libri di generepoliziesco in un’apposita collana carat-terizzata da copertine di squillante co-lor limone. Un genere popolarissimo esempre più di moda, da tempo entratoa buon diritto nei salotti buoni dellaproduzione letteraria grazie a scrittorieccellenti, dall’eccelso Simenon al no-stro Camilleri, passando alla rinfusaper Arthur Conan Doyle, Agatha Chri-stie, Raymond Chandler, Rex Stout emoltissimi altri, fino alla Fred Vargas eagli scandinavi tanto di moda oggi, co-me (tra i molti altri) Henning Mankell,Stieg Larsson, Camilla Lackberg e JoNesbø.Così, aperta una bella cartella e un filedi word sul suo computer, Melloncelliha dato vita alla sua opera prima, Ma-gnus pictor fecit, tutta ambientata nelborgo natìo di Ficarolo, sulle rive delGrande Fiume. Un crime novel classi-co, con tanto di morti ammazzati (quat-tro, per l’esattezza) e del tutto rispetto-so delle regole del genere, depista-menti e colpi di scena inclusi. Il verocentro del libro, però, non è il suo plotma (come spesso accade) il contestoin cui esso si dipana: un picco-lo paese di confine, alla con-fluenza esatta di tre regioni:Emilia, Lombardia e Veneto,dove tremila abitanti portanoavanti esistenze (e resisten-ze) seguendo schemi, ritmie valori che, mutatis mutan-dis, sono quelli rintracciabi-li in tutta la profonda pro-vincia italiana. Una realtàper lo più ignorata, per-ché – pur rappresentan-do il tessuto connettivoe forse l’anima più au-tentica del Paese – ènumericamente minori-taria: 67 italiani su 100vivono infatti nelle cit-tà, e soltanto 33 neipiccoli centri.Melloncelli, con il suo protagonista An-tonio Maietti – che di professione fa ilgiornalista: non può essere ovviamen-

te un caso – restituisce umori e saporidella piccola comunità che vive sulle ri-ve del Grande Fiume, dove tutti cono-scono tutti ed esiste ancora un’identitàcondivisa fatta (anche) di riti e miti co-muni. Il giornalista – la cui tempraoscilla tra i poli di un’indolenza più as-serita che reale e la continua ricercadella soddisfazione dei piaceri del bonvivant, su tutti quelli del buon mangiaree buon bere – è animato da una naturaprofondamente curiosa che, alla fine,risulta essere il motore dell’intera nar-razione, tutta centrata sulla sua figura.Per quanto dotato dall’autore di un egorobusto, con conseguente rilevante in-clinazione all’autoreferenzialità, Maiettialla fine risulta essere uno di quei “sim-patici cialtroni” intelligenti e vitali chehanno attraversato e attraversano l’esi-stenza di ognuno di noi e della cui pre-senza e amicizia difficilmente riusci-remmo a fare a meno. Trattandosi di un “giallo”, ci guardere-mo ovviamente bene dal fornire il ben-ché minimo elemento sulla storia diammazzatine ficarolesi, apparente-mente inscrivibili nello schema di unavendetta per una questione di corna(ma, si sa, la prima regola che un let-tore di crime novel deve osservare èquella di diffidare delle apparenze). Si

può e deve direqualcosa, in-vece, sul mol-tissimo altro(fino a rasenta-re i l troppo)che i l l ibro diMelloncelli pro-pone: il raccon-to di un angolodi provincia, fattodi luoghi che, perquanto incantevo-li, sono sconosciu-ti ai più; lo spacca-to della vita che visi svolge e del -l’umanità che la abi-ta; il particolare tes-suto di relazioni chevi hanno luogo; la ce-

lebrazione di gourmandise di ogni ge-nere, livello e stagione (dal rustico tiròt

alla cipolla alla sublime ricercatezzadel tartufo bianco d’Alba), accompa-gnate da vini sempre eccellenti, a par-tire dai migliori cru di champagne e, in-fine, il racconto “dal di dentro” del la-voro del giornalista, al quale capitaspesso di raccontare nei suoi articoli(ovviamente, neppure questo può es-sere un caso...) argomenti e questionilegati alla farmacia e al lavoro del far-macista.Insomma, un libro di genere che – giàgodibile in sé – per i lettori farmacistipuò esserlo due volte di più. Magnuspictor fecit è già arrivato alla secondaedizione e può essere ordinato in qua-lunque libreria oppure on line, anchedirettamente presso l’editore, all’indi-rizzo www.robinedizioni.it/nuovo/ma-gnus–pictor–fecit.

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Augusto Agostini

Viaggi e saluteTerza edizioneEd. Ordine Farmacisti Pesaro–Urbino

La fortunata pubblicazione edita edistribuita dall'Ordine dei farmaci-sti di Pesaro e Urbino, presiedutoda Romeo Salvi, si ripresenta al-l'attenzione del pubblico con quel-la che è ormai la sua terza edizio-ne, ancora più dettagliata e riccadi argomenti del le precedenti,sempre a firma del medico Augu-sto Agostini. Diventata, nel suogenere, un piccolo classico gra-zie alla sua formula e alla chiarez-za espositiva, il volume è partico-larmente utile al farmacista per ilcounselling in materia di informa-zioni e cautele sanitarie ai clientiche intraprendono viaggi, in parti-colare all'estero.Chi fosse interessato, potrà richie-derla all'Ordine dei Farmacisti di Pe-saro e Urbino, tel. 072134802 –Fax: 0721378112, [email protected] .

Segnalibro

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È importante che i medici e gli altri ope-ratori sanitari nella loro pratica quotidia-na forniscano cure basate sull’evidenza.Il livello delle conoscenze sull’effica-cia e sugli effetti avversi nell’uomodi un nuovo farmaco è funzione delnumero di pazienti esposti al farma-co nel corso dei trial pre–registrativi.Se durante questi studi solo pochi pa-zienti avranno impiegato il farmaco, le in-formazioni sugli effetti avversi saranno li-mitate e sarà difficile determinare il bilan-cio beneficio–rischio.Scopo dello studio è stato riesaminare lanumerosità dei pazienti coinvolti negli stu-di clinici su farmaci approvati nell’UnioneEuropea (UE) tra il 2000 e il 2010, conparticolare attenzione ai farmaci destinatia un impiego a lungo termine.Per identificare tutti i prodotti approva-ti nell’Unione europea tra il 1 gennaio2000 e il 31 dicembre 2010 attraver-so la procedura centralizzata è statoesaminato il Community Register ofMedical Products della CommissioneEuropea. Sono stati inclusi nell’analisitutte le nuove sostanze approvate,

mentre sono stati esclusi i prodotti du-plicati (prodotti con nomi diversi macon identico principio attivo, stessidossier e studi preclinici e clinici). Il nu-mero dei partecipanti ai trial (pazienti evolontari sani) è stato ricavato dagliEuropean Public Assessment Report,disponibili sul sito web dell’EMA. Dalle indicazioni è stata stabilita la du -rata del trattamento, che è stata clas -sificata in: lungo termine, medio termi-ne o breve termine. Esempi di farmacidestinati ad un impiego a lungo terminesono stati quelli indicati per il trattamen-to dell’asma o dell’infezione da Hiv; amedio termine, quelli destinati alla curadel cancro; a breve termine, gli antimi-crobici e molti analgesici. Dal numero totale dei pazienti espostiprima dell’approvazione, i prodotti sonostati attribuiti a una delle seguenti cate-gorie: <500 pazienti, 500–1000 pazien-ti, 1000–2000 pazienti, 2000–5000 pa-zienti, più di 5000 pazienti.Nel periodo considerato sono stati ap-provati nella Ue 200 prodotti: 161 far-maci standard e 39 farmaci orfani

(1).

La mediana del numero totale dipazienti coinvolti nei trial è stata1708 pazienti (range interquartile,968–3195 pazienti) per i farmaci stan-dard e 438 pazienti (132–915 pazien-ti) per quelli orfani. Per la registrazionedei 39 farmaci orfani, in studi su 31farmaci sono stati coinvolti in totale<1000 pazienti; quelli sui restanti otto,>1000 pazienti. Per la registrazionedei 161 farmaci standard, in studi su90 farmaci standard sono stati coin-volti in totale <2000 pazienti; quelli su52, 2000–5000 pazienti; quelli su 19,>5000 pazienti.Otto farmaci su 50 destinati a un impie-go a breve termine sono stati studiati intrial che hanno coinvolto <500 pazienti;10 su 50, 500–1000 pazienti; 14su50, 1000–2000 pazienti; 13 su50,2000–5000 pazienti e infine solo 5 su50 in trial con più di 5000 pazienti. Sei su 27 farmaci destinati a un impie-go a medio termine sono stati studiatiin trial che hanno coinvolto <500 pa-zienti; 9/27, 500–1000 pazienti;10/27, 1000–2000 pazienti; 1/27,2000–5000 pazienti e 1/27, >5000pazienti. Sei su 84 farmaci destinati aun impiego a lungo termine sono statistudiati in trial che hanno coinvolto<500 pazienti; 4/84, 500–1000 pa-zienti; 23/84, 1000–2000 pazienti;38/84, 2000–5000 pazienti e 13/84,>5000 pazienti.L’autorizzazione all’immissione in com-mercio di sei farmaci considerati nel-l’analisi è stata successivamente so-spesa o ritirata. La mediana del nu-mero dei pazienti coinvolti nei trailpre–registrativi dei farmaci ancorain commercio è stata 1694 pa-zienti (899–3167 pazienti), mentrequella dei farmaci sospesi o ritirati dalcommercio 2161 pazienti (968–5479pazienti); la differenza tra le mediane

3 – MAGGIO 201318

Focus

Le conclusioni di un'analisi sulle quantità necessarie di pazienti da esporre ai trial pre–registrazione

Farmaci, sicurezza ed efficacia sono anche (ma non solo) una questione di numeria cura di Gianluca Miglio*

RIF

Dalla newsletter “SIF – Farmaci in evidenza”, n. 121 del 15 aprile 2013 Per gentile concessione della Società Italiana di Farmacologia

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3 – MARZO 2013 19RIF

non è risultata statisticamente signifi-cativa (p=0,61).Per 41 su 84 farmaci destinati all’im-piego a lungo termine, la sicurezza el ’ef f icacia sono state studiate in<1000 individui per almeno 6 mesi eper 49/84 farmaci per almeno 12 me-si. Sei/84, 33/84 e 39/84 farmaci de-stinati all’impiego a lungo termine so-no stati assunti nel corso dei trial da,rispett ivamente, <300 pazienti,300–1000 pazienti e >1000 pazientiper un minimo di 6 mesi. Quattro/84,45/84 e 25/84 farmaci destinati a unimpiego a lungo termine sono stati as-sunti nel corso dei trial da, rispettiva-mente, <100 pazienti, 100–1000 pa-zienti, >1000 pazienti per un minimodi 12 mesi.L’efficacia e la sicurezza è stata valuta-ta nel corso di studi pre–registrativiche hanno arruolato un numero di pa-zienti che risultato adeguato nel casodei farmaci destinati a un impiego abreve termine ma insufficiente nel ca-so dei farmaci destinati a un impiego alungo termine.Le dimensioni dei singoli studi e dell’in-tero programma di sviluppo clinico so-no principalmente stabilite dalla poten-za statistica necessaria alla valutazionedell’efficacia. La durata dei trial è inve-ce determinata dalle indicazioni per lequali l’efficacia dovrebbe essere dimo-strata. Per le valutazioni della sicurezzadei farmaci sviluppati per il trattamentoa lungo termine di malattie che nonmettono in pericolo di vita il paziente,sia l’EMA sia la FDA fanno riferimento al-le linee guida dell’International Conferen-ce on Harmonisation (ICH) E1, che sta-biliscono le raccomandazione su tre li-

velli: numero totale dei pazienti espostialmeno 1000–1500, impiego per 6 me-si da parte di 300 pazienti e impiegoper almeno 12 mesi da parte di 100pazienti. I risultati di questo studio dimostranoche questi requisiti minimi sono statisoddisfatti per circa l’80% dei nuovifarmaci approvati nell’UE. Special-mente per i farmaci per i quali èprevista un impiego a lungo termi-ne potrebbe essere giustificatol’aumento del numero di pazientiarruolati nei trial pre–registrativi.Tuttavia, ciò comporterebbe un ritardonell’ingresso sul mercato del nuovoprodotto, conseguenza consideratainaccettabile da molti stakeholder(compresi i pazienti e i sistemi sanita-ri), che richiedono un più rapido acces-so ai nuovi farmaci. Occorre inoltresottolineare che i trial randomizzati econtrollati sufficientemente ampi dapermettere di valutare con accuratez-za la sicurezza e l’effectiveness a lun-go termine sarebbero costosi e che glistudi epidemiologici nel la fasepost–marketing potrebbero essere piùadeguati a questo scopo. Il livello delle conoscenze neces-sarie a stabilire il rapporto benefi-cio–rischio dei farmaci, compresequelle sugli effetti avversi e sullaeffectiveness nella pratica clinica,dovrebbe crescere all’aumentaredel tempo d’impiego in clinica deifarmaci. L’impiego al di fuori dellecondizioni restrittive dei trial potrebbequindi essere l’unico modo per rag-giungere una piena comprensione delprofilo di sicurezza dei farmaci. In que-sto ambito le attività di farmacovi-

gilanza, che coinvolgono il monitorag-gio attivo dei sistemi di segnalazionespontanea, dei registri, degli studi disicurezza post–marketing, assieme ipiani di gestione del rischio (PGR), sisono dimostrati strumenti impor-tanti del processo di acquisizionedi conoscenze.Nuovi metodi sono stati messi in ope-ra attraverso sia la US Food and DrugAdministration Sentinel Initiative sia ilprogetto UE EU–ADR. Entrambi i pro-getti intendono realizzare un monito-raggio continuo all’emergenza di spro-porzioni nei dati sugli effetti avversi.Un altro strumento sono gli studipost–marketing promossi dalleagenzie regolatorie. Informazioniaggiuntive potrebbero arrivare anchedall’adozione dell’adaptive licesing. In-fatti, con l’adaptive licesing le necessi-tà per la prima approvazione sonomeno restrittive, ma la ricerca devecontinuare anche dopo l’approvazionee l’autorizzazione all’immissione incommercio che rimane dipendente dairisultati prodotti. È auspicabile chequesto approccio fornisca dati migliorisull’effectiveness nell’ambito della pra-tica clinica. Gli studi osservazionali sugli effettiavversi potrebbero quindi diventa-re un’ulteriore parte formale deldossier di approvazione. Infine, oltreai classici disegni degli studi osserva-zionali, nuovi metodi di studio potreb-bero fornire nuovi strumenti per ulte-riori analisi di sicurezza.

*Assistant professor di Farmacologia,Facoltà di Farmacia, Università di Torino

Riferimenti BibliograficiHankin CS et al. Allergy immunotherapy: Reduced health care costs in adults and children with allergic rhinitis. J Allergy Clin Immunol, Epubahead of print, http://dx.doi.org/10.1016/j.jaci.2012.12.662.

Note1 Per ottenere la designazione di “orfano” devono essere soddisfatti i seguenti criteri: il prodotto deve essere destinato al trattamento, allaprevenzione o alla diagnosi di malattie che mettono in pericolo di vita il paziente o che siano cronicamente debilitanti. La prevalenza della con-dizione nell’UE deve essere non superiore a 5:10000, oppure deve essere improbabile che la commercializzazione del farmaco possa gene-rare un ritorno sufficiente da giustificare gli investimenti richiesti per il suo sviluppo. Non può essere autorizzato un’altro soddisfacente meto-do di diagnosi, prevenzione o trattamento della condizione in questione, oppure, in caso esista un altro metodo, il prodotto in esame devefornire un significativo beneficio ai pazienti che ne sono affetti.

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Una delle più serie criticità dei bandi diconcorso – che sembra renderli perciòattaccabili, quando naturalmente sarà ilmomento – è la previsione (generalmen-te contenuta sub g) dell’art. 12) dellamancata “apertura dell’esercizio farma-ceutico” (così, ad esempio, Liguria, Pu-glia, ecc.) entro sei mesi (o 180 giorni,secondo i bandi) dall’accettazione (odall’assegnazione, secondo i bandi) del-la sede farmaceutica come “causa diesclusione” (ad es. Liguria, Puglia, To-scana, ecc.) dalla graduatoria e/o di de-cadenza dall’assegnazione.Qualche bando, ma la criticità resta,considera la mancata apertura dellafarmacia entro quel termine come mo-tivo di reinclusione della sede (ad es.Lombardia) tra quelle da assegnare“scorrendo la graduatoria”, mentre ilLazio, non volendo forse spingersiespressamente fin lì, si è limitato unpo’ pilatescamente a introdurre la pre-scrizione (anch’essa tuttavia, propriocome le altre, non rinvenibile – seescludiamo la Toscana di cui diremosubito – da nessuna parte) che “la se-de assegnata dovrà essere aperta im-prorogabilmente entro 6 mesi dall’ac-cettazione della stessa”, senza peròenunciare in termini inequivoci (a partequel dubbio “improrogabilmente”) leconseguenze della sua inosservanza.Infatti, nonostante l’accelerazione im-pressa dal decreto legge “Cresci Italia”al maxi– concorso, nessun bando puòintrodurre una “causa di esclusionedalla graduatoria” non espressamenteprevista né dalle “disposizioni vigentisui concorsi per la copertura di sedifarmaceutiche”, cui rinvia testualmenteil comma 4 dell’art. 11, né dallo stes-so art. 11, il cui comma 7 si limitavadel resto a prescrivere che entro il 24marzo 2013 dovessero essere perfe-zionate “la conclusione del concorso

straordinario e l’assegnazione delle se-di farmaceutiche disponibili”.L’apposizione di tale termine deca-denziale (o simile) per l’apertura dellafarmacia può rivelarsi quindi un profi-lo di grande fragilità di tutti i bandipubblicati fino a questo momento, an-che se qui il padre di tutti i bandi nonè stato, guarda caso, quello “unico”ministeriale – il cui art. 11 evoca inve-ro sub d), tra le altre, semplicementele sedi “non aperte nei termini”, maquali siano questi “termini” niun lo di-ce e niun lo sa… – bensì quello to-scano che ha potuto muoversi in que-sta direzione richiamando legittima-mente l’art. 14 della legge regionale16/2000, che però è ovviamenteinapplicabile altrove.Cionondimeno, come stiamo veden-do, le altre Regioni hanno pensato be-ne di seguire acriticamente anchequesta vol ta i l loro indiscussocapo–branco, non rendendosi dunqueconto dei danni che potrebbero deri-vare dallo “scorrimento” ulteriore del-la graduatoria che avesse ad oggetto

sedi originariamente assegnate mapoi “decadute” appunto per inosser-vanza del termine.È ben vero che l’assegnazione di unasede farmaceutica, seguita dall’accetta-zione del suo vincitore, non ne escludein principio il reinserimento, in tempi piùo meno ravvicinati, tra le sedi oggettodi successivi interpelli, ma questo puòconseguire soltanto a specifiche vicen-de che – per espressa previsione legi-slativa (proprio come quella toscana) oregolamentare – “equivalgano” ex art. 9Dpr. 1275/71 a “rinuncia all’assegna-zione”, ovvero impediscano, “esauriti gliadempimenti” di cui allo stesso art. 9, ilrilascio del provvedimento di autorizza-zione in via definitiva all’esercizio dellafarmacia.Se non che, ed è qui la notizia rias-sunta nel titolo, dallo scorso aprile al-la Toscana si è appaiata la Puglia che– con la massima accortezza pari allatempestività – ha approvato la leggeregionale 11/4/13 n. 10, pubblicatanel Bur n. 54 del 17/04/2013 ed en-trata in vigore in quello stesso giornoperché comprensibilmente “dichiarataurgente”.Il provvedimento consta di un articolounico (anche se figura come art. 1),che naturalmente recita: “Le sedi far-maceutiche per il privato esercizio, as-segnate agli aventi diritto a seguito diprocedura concorsuale pubblica, devo-no aprire al pubblico entro e non oltresei mesi dalla data di notifica del de-creto del Presidente della Giunta regio-nale di assegnazione della sede mede-sima, a pena di decadenza dell’asse-gnazione”.Anche le farmacie pugliesi messe aconcorso, come quelle toscane, potran-no perciò – ove i loro assegnatari sianodichiarati decaduti per la mancata aper-tura al pubblico della farmacia entro i

3 – MAGGIO 201320

Codici e codicilli

RIF

Una legge della Regione Puglia riporta d'attualità una delle principali criticità del concorso

Una questione di terminiche ancora non ha terminedi Gustavo Bacigalupo

I bandi regionali prevedonoche la mancata apertura

entro sei mesi della farmacia assegnata per concorsocomporta l'esclusione dalla graduatoria. Ma la loro formulazione

non del tutto felice rende la previsione attaccabile

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fatidici sei mesi – essere ora legittima-mente assegnate a seguito di un ulterio-re scorrimento della graduatoria.È una disposizione che a noi non piacemolto perché è irragionevole ricollegareun’evenienza così grave – quale conse-guenza di diritto – a una vicenda che,come la mancata apertura della farma-cia entro 6 mesi, potrebbe infatti anchenon essere minimamente imputabile al-l’assegnatario, come nei casi non infre-quenti di dimostrata irreperibilità di loca-li idonei e/o disponibili all’interno dellasede di pertinenza della farmacia asse-gnata (tanto più che parecchie delle“nuove farmacie” sono state collocatein zone che potrebbero anche non favo-rire l’attivazione di una farmacia).Ma in nome della solita “certezza deldiritto” sarebbe purtroppo preferibileche anche le altre Regioni seguisserol’esempio.

Quattro candidatia due concorsi in forma associata Siamo quattro farmacisti che par-tecipano in forma associata adueconcorsi regionali; in questo mo-mento due di noio, A e B, sono so-ci al 50% in due diverse società ti-tolari di farmacie rurali, mentre Ce D sono collaboratori.Dovremmo entrare con facilità ingraduatoria in ambedue le proce-dure e vorremmo che dopo i cano-nici 10 anni A e B mantengano laloro attuale farmacia, e C e D di-ventino titolari delle due farmacievinte a concorso; ma temiamo cheil famoso parere ministeriale pos-sa impedircelo (lettera firmata)

Se abbiamo riassunto fedelmente ilquesito, è un programma nel quale leambizioni dei quattro concorrenti unavolta tanto sono ben chiare e per dipiù, se il punteggio complessivo loconsentirà, destinate ad essere soddi-sfatte.Ma, come ricorda il quesito, incombetuttora sui concorsi straordinari il pare-re del Ministero della Salute sulla par-tecipazione in forma associata e per ilquale i candidati, ove assegnatari diuna farmacia, ne assumerebbero la ti-tolarità in forma congiunta – diventan-do esattamente dei contitolari – men-tre la gestione dell’esercizio spettereb-be alla società tra loro costituita.È un parere che ha generato, comenoto, un autentico sconquasso tra iconcorrenti in associazione, o aspiran-ti tali, inducendoli talora a modificarein corsa le loro scelte. La gravità dellaposizione ministeriale non è solo

2 – MARZO 2013 21RIF

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nel merito di quel che afferma,quanto anche nello straordinario silen-zio che ne è seguito nonostante lecensure ricevute quasi da ogni parte.Neppure noi possiamo però evidente-mente escludere, e del resto tuttosembra ormai possibile, che la giuri-sprudenza possa rinvenire un soste-gno a questa tesi proprio nell’incipitdell’art. 11 del decreto legge CresciItalia (che indica tra le finalità dellenuove scelte del legislatore anchequella di “favorire l’accesso alla titolari-tà delle farmacie da parte di un piùampio numero di aspiranti, ecc.”), eche si disinteressi pertanto allegra-mente, ad esempio, anche del vulnusche ne deriverebbe al principio della in-dissociabilità tra titolarità della farma-cia e gestione dell’azienda commercia-le (sopravvissuto a tutto quel che èsuccesso, pur se taluno teme che an-ch’esso abbia le ore contate…).Se più concorrenti partecipano – inuna stessa formazione o in formazionidiverse – a due concorsi regionali, so-no esposti al rischio di essere dichiara-ti decaduti laddove, assunta l’asserita“contitolarità” di una farmacia vinta inun concorso, accettino quella eventual-mente conseguita nell’altro; e, se sono“soci rurali” (come A e B del quesito),anche al rischio, sempre in caso di esi-to positivo del concorso, di dover ce-dere previamente la loro partecipazio-ne sociale.Secondo noi, invece, nel primo casoquei candidati possono/devono costi-tuire tra loro due società che assuma-no esse stesse la titolarità degli eser-cizi, e nel secondo A e B possono le-gittimamente conservare la quota oggiposseduta nella “società rurale”.Ma se il ministero non modificherà informa ufficiale i suoi assunti, le Regioniverosimilmente riterranno purtroppopreferibile, per evitarsi problemi, ap-piattirsi su quelle tesi, rendendo cosìnei fatti complicato il raggiungimentodella “soluzione finale” auspicata nelquesito.Non per questo, s’intende, i quattrocandidati dovranno rinunciare alle loroambizioni e quindi sarà bene che par-tecipino secondo i programmi nelle

due regioni prescelte, sottoscrivendoperò quanto prima opportuni accordiche consentano anche, al ricorrere dicerti presupposti, l’”uscita” del singolopartecipe da uno e/o l’altro concorsosenza l’insorgere nei suoi confronti diragioni di credito a favore degli altri.(Gustavo Bacigalupo)

Ristrutturare il debitoper non affondareSono numerose le misure di questi ulti-mi anni per aiutare le imprese (e quindianche le farmacie) in difficoltà finanzia-ria per scongiurarne una crisi irreversi-bile o addirittura il fallimento.Tuttavia le varie disposizioni introdotte(il concordato preventivo di cui all’art.160 e segg. della Legge Fallimentare;l’accordo di ristrutturazione dei debitidi cui all’art. 182–bis L.F.; il piano delrisanamento attestato di cui all’art. 67L.F.), al di là delle diverse articolazioni,sono in realtà ispirate allo stesso fine,che è appunto quello di consentire alleimprese in crisi economico–finanziaria,ma ancora in grado di generare valo-re, di uscire dallo stato di “incertezza”e riprendere la loro attività, e si basa-no tutte per di più su quella che vienechiamata in linguaggio tecnico–giuridi-co ristrutturazione del debito.In sostanza, il creditore riconosce aldebitore concessioni di varia natura –naturalmente straordinarie, e che nonaccorderebbe mai ad un’impresa sana– che possono consistere nella riduzio-ne del capitale da rimborsare o del-l’ammontare degli interessi, ovvero nel-la modifica della tempistica del paga-mento, o ancora in un mix di tutte o al-cune di queste.I vantaggi, come è intuitivo, sono reci-proci: il creditore salva, quantomeno inparte, il proprio credito, che sarebbeulteriormente falcidiato nel fallimento,e l’impresa salva… se stessa, rinve-nendo le risorse economiche e finan-

ziarie per risollevarsi e riprendere lanormale attività.Quel che è importante, in ogni caso, èaddivenire ad accordi del genere il primapossibile, quando cioè si verte bensì inuna situazione di difficoltà finanziaria chepuò preludere al fallimento, ma non cosìgrave da rivelarsi praticamente non re-versibile. In altri termini, gli strumenti oraci sono, ma è importante usarli presto ebene. (Stefano Civitareale)

Esteso anchealla farmacial’obbligo della Pec Il cosidetto “Decreto Crescita–bis”(D.L. 179/12 convert ito in L.221/2012) ha esteso anche alle im-prese individuali (e quindi anche allefarmacie condotte in tale forma) l’ob-bligo di dotarsi di una casella di postacertificata e di comunicarne l’indirizzoalla competente CCIAA.Le imprese già iscritte dovranno ade-guarsi entro il 30/06/2013; quellenon ancora iscritte saranno tenute adeffettuare la comunicazione in sede diiscrizione, al pari, per intenderci, dellesocietà.Tuttavia, la comunicazione della PEC –o quella di variazione della stessa – èesente dal pagamento dei diritti di se-greteria. Come è stato per le società,anche per le farmacie gestite in formadi imprese individuali le associazioni dicategoria si stanno organizzando perassistere i loro aderenti (peraltro giàtutti generalmente in possesso dellaPec) per tale ennesimo adempimentoche comunque era assolutamente do-veroso (essendo anzi apparsa sin dal-l’inizio inspiegabile questa partenza adoppia velocità della Pec…) e che inogni caso costituisce senz’altro unpasso ulteriore verso la migliore infor-matizzazione dei rapport i citta -dino/pubblica amministrazione. (TullioAnastasi)

3 – MAGGIO 201322

Codici e codicilli

RIF

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Page 23: Contributi Enpaf A CIASCUNO IL SUO - rifday.it · il rinnovo dell'accordo su Dpc a pagina 8 Farmacia assegnata per concorso, ... q u ando e il m s r A CIASCUNO IL SUO. IN QUESTO NUMERO

Vittorio Virno, farmacista, ha capito pre-sto che le ricette del suo destino nonerano quelle del medico, ma quelle di cu-cina. Così, finita l’università, decise diuscire dal seminato delle luminose tradi-zioni familiari in campo sanitario (con pa-dre e fratello docenti universitari a Medi-cina e Farmacia alla Sapienza di Roma)e, appeso il camice al chiodo, indossò alsuo posto una... parannanza da cuoco.Patron di numerosi ristoranti, ha avuto lasua consacrazione con l’Ortica, per oltrevent’anni, a giudizio unanime della criticagastronomica, nella Top 20 dei ristorantidella Capitale. Appassionato verace della cucina, che con-sidera l’espressione più autentica della cultu-ra di un popolo, continua a divertirsi tra salae fornelli nel suo nuovo ristorante ai Parioli,Tale e quale (via Archimede 80a), dove con-tinua a proporre la sua cucina, di prevalenteimpronta partenopea e campana. Virno non è nuovo alle cronache farma-ceutiche: per molti anni, tra il ‘90 e i pri-mi anni del nuovo millennio, ha curatouna seguitissima rubrica su Il farmacista,il quindicinale ufficiale della Fofi. Oggi,accettando l’invito di RIF, riprende a scri-vere le sue saporite note culinarie per ifarmacisti romani.Contatti: [email protected], tel.063338709.

***

“La sanità degli uomini sta più nell’aggiusta-to uso della cucina che nelle scatole e ne-gli albarelli degli speziali.” Lo scriveva allafine del 1600 Francesco Redi, ma io pur-troppo, quando decisi di comunicare a miopadre che lasciavo la carriera di farmacistaper intraprendere quella di cuoco, Redi sa-pevo a malapena chi fosse. Ero uno diquelli che, sui libri, usavano la tecnica delghepardo: corse velocissime, a perdifiato,per agguantare la preda necessaria alla so-pravvivenza, ovvero il sei al liceo e un votodignitoso in università. Poi basta, ozio tota-le fino a quando non si sarebbe presentatoil bisogno di un’altra preda.Così, di fronte agli accigliati e severissi-mi tentativi di mio padre di dissuadermidalla scellerata idea, impapocchiai giusti-

ficazioni che, comunque, alla fine sortiro-no il loro effetto. Certo, avessi citato Re-di, quel genitore galantuomo che tenevala cultura in grandissimo conto ne sareb-be rimasto così ben impressionato cheavrebbe finito per opporre meno resi-stenze a una decisione, la mia, che glisembrava l’incomprensibile ghiribizzo diuna testa matta.Ma, alla fine, quel che conta nella vita ècomprendere la propria essenza più auten-tica e cercare divivere in accor-do con quella.La mia essenzaè fatta di cuci-na: per l’esat-tezza, della cu-cina di tradizio-ne campanache ho impara-to non solo amangiare, maanche a vedere, sentire, respirare, deside-rare e persino sognare fin dall’infanzia, gra-zie anche al favore della sorte che mi hafatto nascere e crescere in una casa doveil cibo non era mai solo e unicamente so-stentamento, ma il legante delle storie ditutti, quelle presenti, quelle passate e per-sino quelle future. Una casa dove mangiareera un rito allegro e l’ingrediente principalealla fine non era neppure il cibo, ma tuttoquel che il cibo esprimeva, che spesso erastoria – a volte anche Storia, con la essemaiuscola – e che comunque era in ognicaso e sempre racconto. Già da ragazzo intuivo che la mia vitaera lì ed era dunque inevitabile che, as-solto l’”obbligo” della laurea ed esperito(con poca voglia e convinzione, in verità)il tentativo di fare il farmacista, prendes-si il coraggio a due mani e comunicassia mio padre che avrei fatto il cuoco, glipiacesse o meno. Non me sono mai pen-tito, voglio dirlo subito.E avrò modo – mi auguro senza annoia-re troppo – di spiegarvi il perché. La pri-ma ragione – anche in questi tempi av-venturati di cucina modaiola, dove i“cooking show” fanno il pienone di ascol-ti televisivi e tutti sanno cos’è il Patane-gra e il filetto di Angus (ma ignorano

l’esistenza e il sapore di un salame diVarzi o di Secondigliano, senza il qualeio non mi azzarderei mai a fare il gattònapoletano) – la prima ragione, dicevo, èche la cucina ti mette d’accordo con lanatura, fino al punto di farti riscoprireche, al contrario di quel che dice il piùabusato dei luoghi comuni, esistono an-cora le mezze stagioni. Una dimostrazio-ne? Lo straordinario piatto della più au-tentica e antica tradizione romanescache vi propongo, per un motivo sempli-cissimo: buono, e con gli ingredienti fre-schi, potete realizzarlo solo adesso. Pro-vate a cucinarlo, dunque: sarà un modoper scoprire che la tarda primavera an-cora esiste, ed è meravigliosa.

3 – MAGGIO 201324

La ricetta del farmacista

La vignarola romana

RIF

2 carciofi romaneschi (mammole) ; 300 g di piselli sbucciati; 300 g di favette sbucciate;1 cespo di lattuga romana (circa 200 g); 2 cipollotti novelli; 40 g di guanciale;2 cucchiai olio di oliva; sale grosso q.b.; pepe nero macinato al momento q.b.

In una pentola bassa e larga fate appassirenell’olio, a fuoco basso e a lungo, i cipollottifreschi, tritati anche grossolanamente, insie-me al guanciale tagliato a fiammifero. Quan-do i cipollotti sono diventati trasparenti, ag-giungere la lattuga romana tagliata a listarel-

le sottili ed i carciofi ta-gliati a spicchietti sottili(per impedirne l’ossida-zione, immergeteli inacqua acidulata con li-mone). Mescolare benee regolare con l’aggiun-ta di pochi grani di salegrosso e, secondo gu-sto, una o due prese dipepe nero tritato al mo-

mento. coprire la pentola e fare cuocere afuoco bassissimo, aggiungendo se necessarioqualche cucchiaiata di acqua acqua calda. Ag-giungere progressivamente i piselli e le fave.I tempi di cottura variano a seconda della te-nerezza delle verdure. Se usate verdure fre-schissime, ed è quello che vi consiglio, la vi-gnarola sarà pronta in circa mezzora al mas-simo. Va servita tiepida.

La preparazione

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3 – MAGGIO 2013 25RIF

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Un caldo benvenuto a:

I nuovi iscritti:Adelina BerardiAlessia AglieriCarmela ParrelloGhizlane SkanderMonica SalvucciMiriam AgostiniSveva Mengarelli

Iscritti per trasferimento:Annamaria MieleAntonella D’AttoliAntonella Maria FonteMariangela CarettoSara Rotolo

tutti iscritti all’Albo del nostro Ordinenel mese di Maggio

3 – MAGGIO 201326

L’Ordine per te

RIF

PresidenteEmilio Croce

Vice PresidenteLuciano Ricci

SegretarioNunzio Giuseppe Nicotra

TesoriereMarcello Giuliani

ConsiglieriMaurizio BisozziGaetano De RitisFernanda FerrazinVito GaleppiGiuseppe GuaglianoneGiacomo LeopardiLeopoldo Mannucci Vincenzo PastoreEnnio PonziEmanuela Silvi

Revisori dei Conti

EffettiviArturo CavaliereSandro GiulianiAntonella Soave

SupplenteMehdy Daroui

Consiglio Direttivo

A chi rivolgersiDirettore Margherita Scalese [email protected]

Responsabile di amministrazioneMassimo Carlo [email protected]

Responsabile ufficio stampaGiorgio Flavio [email protected]

Attività istituzionalisegreteria operativa e gestione sitoSilvia Benedetti [email protected]

Organizzazione corsi ECM Valentina [email protected]

Gestione albo e istruzione pratiche iscrittiValeria [email protected]

Segreteria di presidenzaLoredana Minuto [email protected]

ConsulentiConsulenza fiscale Francesco d’[email protected]

Consulente del lavoro Fabrizio [email protected]

Orari di apertura al pubblico

Lunedì 9:00 – 14:30Martedì 9:00 – 14:30Mercoledì 9:00 – 15:30Giovedì 9:00 – 14:30Venerdì 9:00 – 14:30

Dove siamo,come raggiungerciVia Alessandro Torlonia n.1500161 Romatel. 06.44236734 – 06.44234139 fax 06.44236339www.ordinefarmacistiroma.ite–mail: [email protected]

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2 – MARZO 2013 27RIF

Il sito dell’Ordine

Il sito dell’Ordine www.ordinefarmacisti-roma.it, oltre a fornire con tempestivitàle più importanti notizie di interesse pro-fessionale, le novità legislative e i link diinteresse professionale, è concepito peroffrire una serie di facilities agli iscrittiall’Albo.

Cliccando sull’apposita voce Serviziiscritti nella barra di navigazione collo-cata a sinistra dell’home page, è possi-bile ad esempio consultare le offerte erichieste di lavoro per laureati in farma-cia in ogni ambito (farmacia, parafarma-cia, distribuzione intermedia, industria) ele informazioni su eventuali concorsiper l’assegnazione di sedi farmaceuti-che o per posizioni funzionali nelle strut-ture sanitarie pubbliche.

Gli inserzionisti di questo numero:

AssiParioli pag. 7

Farma Le Muse pag. 11

Nathura pag. 13

Gaba pag. 15

CD investments pag. 21

Laboratoires Boiron pag. 23

Farmac-Zabban pag. 25

ISED pag. 27

Banca Popolare di Sondrio pag. 28

per info sugli spazi pubblicitari tel.: 06.87179247 mail: [email protected]

È anche disponibile e scaricabile tutta lamodulistica e tutte le informazioni ne-cessarie per l’iscrizione all’Albo anchedi cittadini stranieri, sia comunitari siaextracomunitari. Una sezione Ecm, doveè attivo anche un link al sito Ecm ufficialedel Ministero della Salute, fornisce tutte leinformazioni sui corsi di aggiornamen-to accreditati organizzati dall’Ordine.

Sono anche facilmente consultabili levantaggiose convenzioni stipulate concondizioni di miglior favore per i propriiscritti e, infine, previa registrazione al si-to (una procedura molto semplice da se-guire, ma assolutamente necessaria perovvie ragioni di privacy), è possibile ot-tenere on line servizi come il certifica-to di iscrizione elettronico.

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A Romae provincia

una presenza sempre più diffusa

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www.popso.itBanca Popolare di SondrioI L G R U P P O B A N C A R I O A L C E N T R O D E L L E A L P IBANCA POPOLARE DI SONDRIO BPS (SUISSE) FACTORIT PIROVANO STELVIO

51 in provincia di SONDRIO 2 in provincia di ALESSANDRIA 14 in provincia di BERGAMO 2 in provincia di BOLZANO 31 in provincia di BRESCIA 31 in provincia di COMO 5 in provincia di CREMONA 1 in CUNEO 3 in provincia di GENOVA 20 in provincia di LECCO 2 in provincia di LODI 5 in provincia di MANTOVA 33 in MILANO 9 in provincia di MILANO 17 in provincia di MONZA E BRIANZA 2 in provincia di NOVARA 1 in PARMA 7 in provincia di PAVIA 3 in provincia di PIACENZA 35 in ROMA 4 in provincia di ROMA 1 in TORINO 4 in provincia di TRENTO 18 in provincia di VARESE 4 in provincia del VERBANO CUSIO OSSOLA 1 in VERCELLI 3 in provincia di VERONA 1 in AOSTA

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Agenzie in Roma*Sede Eur, viale Cesare Pavese 336Agenzia n. 1 Monte Sacro, viale Val Padana 2Agenzia n. 2 Ponte Marconi, via Silvestro Gherardi 45 Agenzia n. 3 Prati Trionfale, via Trionfale 22 Agenzia n. 4 Bravetta, piazza Biagio Pace 1 Agenzia n. 5 Portonaccio, piazza S. Maria Consolatrice 16/B Agenzia n. 6 Appio Latino, via Cesare Baronio 12 Agenzia n. 7 Aurelio, via Baldo degli Ubaldi 267Agenzia n. 8 Africano Vescovio, viale Somalia 255Agenzia n. 9 Casal Palocco piazzale Filippo il Macedone 70/75 Agenzia n. 10 Laurentina, via Laurentina 617/619 Agenzia n. 11 Esquilino, via Carlo Alberto 6/A Agenzia n. 12 Boccea, circonvallazione Cornelia 295Agenzia n. 13 Tuscolano, via Foligno 51/A Agenzia n. 14 Garbatella, largo delle Sette Chiese 6 Agenzia n. 15 Farnesina, via della Farnesina 154 Agenzia n. 16 Monte Sacro Alto/Talenti, via Nomentana 925/A Agenzia n. 17 San Lorenzo, piazza dei Sanniti 10/11 Agenzia n. 18 Infernetto, via Ermanno Wolf Ferrari 348 Agenzia n. 19 Nuovo Salario, piazza Filattiera 24 Agenzia n. 20 Tuscolano/Appio Claudio, via Caio Canuleio 29

Agenzia n. 21 Nomentano, via Famiano Nardini 25Agenzia n. 22 Sportello Interno , World Food ProgrammeAgenzia n. 23 Ostia, via Carlo Del Greco 1 Agenzia n. 24 San Clemente/Colosseo via di S. Giovanni in Laterano 51/A Agenzia n. 25 Parioli, viale dei Parioli 39/B Agenzia n. 26 Tritone, via del Tritone 207 Agenzia n. 27 Prati, piazza Cavour 7 Agenzia n. 28 Casilino, piazza della Marranella 9 Agenzia n. 29 Sportello Interno , FAO Agenzia n. 30 Sportello Interno , IFADAgenzia n. 31 c/o Campus Bio-Medico di Roma Policlinico, via Alvaro del Portillo 200Agenzia n. 32 Monteverde Vecchio via Anton Giulio Barrili 50/H Agenzia n. 33 Trastevere, piazza Sidney Sonnino 40Agenzia n. 34 Gregorio VII, via Gregorio VII 348 ang. piazza Pio XI 40

Agenzie in provincia di Roma*Ciampino viale del Lavoro 56Frascati via Benedetto Cairoli 1Genzano di Roma viale Giacomo Matteotti 14Grottaferrata via XXV Luglio

* In tutte le agenzie sono presenti sportelli ATM

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