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Nº 4. Novembre 2013 CONTIGO OPINIONE IN EVIDENZA La Repubblica di Guinea Equato- riale è un paese dell’Africa cen- trale che è stata colonia spagnola fino al 1968. Fin dalla sua indi- pendenza, il servizio sanitario na- zionale non ha mai offerto assistenza personalizzata nell’am- bito della salute mentale e l’ac- cesso a una diagnosi corretta e alla cura adeguata è molto diffi- cile o inesistente. Non esiste una percezione della malattia mentale come tale. 1 Nella maggior parte dei casi, le persone con questa patologia non trovano assistenza nei circuiti sanitari “ufficiali”. Si rivolgono guaritori e ricevono un tratta- mento terapeutico sulla base dell’applicazione di piante medi- cinali e terapie rituali. Sonsoles Sánchez, Suor Ospedaliera in Guinea Equatoriale “Ci sforziamo ogni giorno di offrire un’assistenza integrale e di qualità alle persone che più ne hanno bisogno” Suor Sonsoles Sánchez “Il servizio sanitario nazionale non ha mai offerto assistenza personalizzata nell’ambito della salute mentale ” “Nel 1993 le Suore Ospedaliere si stabilirono a Ebibeyin” Le Suore Ospedaliere arrivarono in Guinea nel 1980 e trovarono questa situazione. Le prime suore lavorarono all’Ospedale Generale di Niefang fino al 1993. Successi- vamente, a seguito della chiamata del vescovo, si stabilirono a Ebi- beyin dove diedero vita al Centro di Salute Angokong per dare ris- posta alle diverse malattie tropi- cali e psichiatriche: oggi vi lavo- rano 7 persone guineane tra infermieri e ausiliari e 3 suore. Nel 2009, data la percezione ge- nerale che l’intervento sulla sa- lute mentale non fosse efficace, con l’appoggio della fondazione dei religiosi per la salute (FRS), alla quale appartengono le Suore Ospedaliere, sono state organiz-

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Nº 4. Novembre 2013

CONTIGO

OPINIONE IN EVIDENZA

La Repubblica di Guinea Equato-riale è un paese dell’Africa cen-trale che è stata colonia spagnolafino al 1968. Fin dalla sua indi-pendenza, il servizio sanitario na-zionale non ha mai offertoassistenza personalizzata nell’am-bito della salute mentale e l’ac-cesso a una diagnosi corretta ealla cura adeguata è molto diffi-cile o inesistente. Non esiste unapercezione della malattia mentalecome tale.

1

Nella maggior parte dei casi, lepersone con questa patologianon trovano assistenza nei circuitisanitari “ufficiali”. Si rivolgonoguaritori e ricevono un tratta-mento terapeutico sulla basedell’applicazione di piante medi-cinali e terapie rituali.

Sonsoles Sánchez, Suor Ospedaliera in Guinea Equatoriale

“Ci sforziamo ogni giorno di offrire un’assistenza integrale e di qualità alle persone che più ne hanno bisogno”

Suor Sonsoles Sánchez

“Il servizio sanitarionazionale non ha

mai offerto assistenza

personalizzata nell’ambito della salute mentale ”

“Nel 1993 le SuoreOspedaliere si stabilirono a

Ebibeyin”

Le Suore Ospedaliere arrivaronoin Guinea nel 1980 e trovaronoquesta situazione. Le prime suorelavorarono all’Ospedale Generaledi Niefang fino al 1993. Successi-vamente, a seguito della chiamatadel vescovo, si stabilirono a Ebi-beyin dove diedero vita al Centrodi Salute Angokong per dare ris-

posta alle diverse malattie tropi-cali e psichiatriche: oggi vi lavo-rano 7 persone guineane trainfermieri e ausiliari e 3 suore.

Nel 2009, data la percezione ge-nerale che l’intervento sulla sa-lute mentale non fosse efficace,con l’appoggio della fondazionedei religiosi per la salute (FRS),alla quale appartengono le SuoreOspedaliere, sono state organiz-

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le prime giornate della salutementale nel paese.

Da queste giornate è nata unaproposta per la Politica Nazionalesulla Salute Mentale, approvatanel novembre 2010 e sulla qualeattualmente si regge l’azione delpaese in questa area. I suoi prin-cipi e le sue direttrici sono rivolte,soprattutto, ai temi di alcolismo,epilessia e disturbi mentali gravi(specialmente la schizofrenia), svi-luppando processi di formazioneper professionisti e mettendo adisposizione servizi accessibili,equi, sostenibili e integrati, perl’attenzione a livello nazionaledella salute mentale.

CONTIGO

Nell’aprile 2012 la Congregazioneha aperto a Bata il Centro di SaluteMentale Benedetto Menni. E’ ilprimo centro ambulatoriale delpaese che ha l’obiettivo di interve-nire in modo globale sulla SaluteMentale. Dalla sua inaugurazionee grazie al lavoro di 4 guineani,una suora e una psichiatra spag-nola, è stata data assistenza a piùdi 1800 persone con disturbi men-tali.

“Nel 2010 è stataapprovata l’attualePolitica Nazionale

sulla Salute Mentale”

In Guinea Equatoriale, come sorellee collaboratori, ci sforziamo ognigiorno di offrire un’assistenza inte-grale e di qualità alle persone chepiù soffrono e che sono più trascu-rate.

“Nell’aprile 2012 laCongregazione haaperto, a Bata, ilCentro di Salute

Mentale BenedettoMenni”

La Repubblica di Guinea Equatoriale è uno dei paesi piùpiccoli del continente africano. Si trova sulla costa cen-tro-occidentale dell’Africa. Confina a Nord con il Came-roon, al Sud con il Gabon e la sua capitale è Malabo.

Lo spagnolo è la lingua ufficiale ed è affiancata dalle lin-gue delle diverse etnie (fang, bubis, bisios, annobonesese ndowes), e al francese, data l’influenza dei paesi circos-tanti.

Attualmente la maggior parte delle entrate del paese pro-viene dal petrolio, il che mette la nazione tra uno deipaesi con il più alto reddito pro capite al mondo. Ciono-nostante, la distribuzione iniqua della ricchezza fa sì chequeste entrate non sempre rappresentino un beneficioper la popolazione, e ciò è reso visibile da indicatori di sa-lute e povertà molto simili a quelli di altri paesi africanicon scarse risorse: la speranza di vita è inferiore ai 50 annie il 67% della popolazione vive nella povertà estrema conmeno di 1$ al giorno, secondo la World Health Statistics.Repubblica di Guinea Equatoriale

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Centro di Salute Angokong

Suore Ospedaliere a Guinea

Staff centri di Ebibeyin e Bata

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ISTITUZIONALE

CONTIGO

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Espansione missionaria

San Benedetto Menni è stato ungrande promotore dell’espan-sione missionaria. Oltrepassò lefrontiere del proprio paese, l’Ita-lia, per restaurare l’Ordine di SanGiovanni di Dio in Spagna e darevita alla nostra Istituzione. Dopola sua morte, la Congregazioneha dato continuità allo spirito ins-tancabile del fondatore.

Nel 1949 la chiamata ospedalieraarrivò nel continente americano.Nella città di Pasto (Colombia), laCongregazione iniziò la sua operain America Latina per offrire assis-tenza e cura alle persone con dis-turbi mentali, appoggiata esostenuta dalle case di Spagna.Oggi il carisma ospedaliero è pre-sente in nove nazioni del conti-nente.

La nostra presenza in Africa iniziònel 1959 in Mozambico, per poi

proseguire in Ghana, Liberia, Ca-merun, R. D. Congo, Burkina Faso,Togo, Guinea Equatoriale e An-gola. Dal momento in cui ci siamostabiliti, abbiamo lottato per pro-muovere la salute mentale inquesto continente, nel quale lepersone con malattie mentali sof-frono una tripla emarginazione:povertà, mancanza di risorse sa-nitarie e rifiuto sociale. Il primoCentro di Salute Mentale venneaperto a Kinshasa (R. D. Congo)nel 1990. Da quel momento ab-biamo rivolto l’attenzione ai ma-lati di tutto il continente.Recentemente, in Guinea Equato-riale, abbiamo inaugurato ilprimo Centro di Salute Mentaledel paese nella città di Bata.

Nel campo della Pediatria, a Da-paong (Togo), è attivo dal 1962l’Ospedale Infantile Yendube “Dioè lì”. In questo posto, più di 200bambini vengono visitati ognigiorno, inclusi quelli che occu-pano gli 80 letti di degenza perbambini sotto i dieci anni e quellidelle visite ambulatoriali, che in-cludono anche quelle di tipo psi-chiatrico.

Tramite l’Associazione Vivere nellaSperanza, creata nel 1999, lavo-

riamo per offrire accoglienza, ap-poggio e percorsi di riabilitazionealle persone con HIV nella Re-gione delle Savane (Togo). Inquesti anni, abbiamo visitato piùdi 1500 bambini e centinaia diadulti.

Fin dai primi anni di questa atti-vità, abbiamo creato anche unacasa di accoglienza per bambiniorfani con HIV. Nel 2010, con l’ap-poggio del Fondo di Sviluppo So-ciale, abbiamo aperto unaseconda casa per accogliere, pro-teggere, curare, sfamare ed edu-care bambini i cui genitori sonomorti a causa del’AIDS. Come ri-conoscimento per questo servizio,il 18 ottobre 2010 Suor María Ste-lla Kouak ha ricevuto in Francial’Insegna di Cavaliere della Le-gione d’Onore.

La presenza della Congregazionein Asia è più recente. Nel 1987arrivammo in Vietnam grazie allospirito coraggioso e deciso di tregiovani. Attualmente, c’è ungruppo numeroso di ospedalieree si assistono bambini con disabi-lità mentali. Nel 1988, la Congre-gazione si stabilì nelle Filippine(Cebú e Manila), e nel 2001 inIndia (Trivandrum).

Il crescente numero di vocazionilocali garantisce la moltiplicazionedel carisma ospedaliero in questicontinenti.

Andrea Calvo PrietoSuor Ospedaliera

Suore Ospedaliere in Angola

“San BenedettoMenni è stato un

grande promotoredell’espansione

missionaria”

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CONTIGO

“Nel centro ci sono molte persone e mipiace parlare con loro. Se posso le aiuto in

ciò di cui hanno bisogno”

Maria Colombo di 77 anni, e re-sidente da 20 a Villa San Bene-detto Menni, in Italia, condividecon noi il racconto di come è lasua giornata nel centro.

Cosa fa una volta alzata?Dopo colazione iniziano le nos-tre attività, a volte faccio gin-nastica, che è molto divertente,e dopo pranzo guardiamo la tve giochiamo.

Quali sono i suoi momentipreferiti della giornata?Dopo pranzo non perdo mail’appuntamento con Don Mat-teo, è davvero divertente. Nelpomeriggio mi piace guardare ifilm con Don Giuseppe, è unprete ospite della struttura, mivuole bene. Alla sera diciamoinsieme il rosario (un po’ io e unpo’ lui).

Qui ci sono tante signore e mipiace conversare con loro, seposso le aiuto anche un po’.

Quali sono le sue attività pre-ferite?

La mia attività preferita è il giocodella frase misteriosa: Angela cida una frase che noi, tutti in-sieme, dobbiamo indovinare. Èmolto bello anche il mercante infiera. È ancora più divertentequando vengono i ragazzi de-ll’oratorio ad aiutare le anima-trici.

Com’è il personale della strut-tura?Sono tutti bravissimi e moltogentili con me. La mia infermierapreferita è Marisa. Francesca èmolto carina. Le animatrici in-vece sono tutte simpatiche.

Mi ricordo però sempre di An-gela perché è qui da tantotempo come me, ed in partico-lare di sua figlia: quando era pic-cola veniva sempre in struttura esi fermava a giocare con me. Oraè grande, è cresciuta, maquando passa si ricorda sempre,mi saluta e si ferma a parlare, mirende felice.

So che ogni tanto organizzatedelle feste…quali sono le sue

María Colombo

preferite?La mia festa preferita è quella deicompleanni: ogni mese la orga-nizziamo per festeggiare i com-pleanni degli ospiti. Vengono deisignori a cantare per noi; man-giamo la torta ed i pasticcini; ifesteggiati aprono i regali che cisono per loro e poi balliamo: èbellissimo.

Grazie Sig.ra Maria per il tempoche ci ha dedicato!

María Colombo

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Al di là della sofferenza:“Prospettive di una vita”

La Clinica La Inmaculada di Bogotá, in Colombia, tramite unprogramma del suo Ospedale Diurno, utilizza tecniche di Ar-teterapia per canalizzare emozioni, sensazioni e percezioni dipersone con malattie mentali.

Karen Duque González, psicologa responsabile del pro-gramma, dice: “Utilizzare l’Arteterapia per stabilizzare alcunidei nostri utenti è stata un’opportunità per dimostrare che,quello che tante volte è difficile da esprimere con le parole,a volte si può trasmettere con gli strumenti artistici.”

Il successo del programma si specchia nei progressi degliutenti coinvolti come Calos Bulla, malato di Schizofrenia Pa-ranoide dalla sua adolescenza, che ha trovato una stabilitàgrazie a questa esperienza che gli ha permesso di lavorare etornare ad essere attivo riprendendo i suoi impegni profes-sionali (è Tecnico in Sistemi). Attualmente continua con il suopercorso artistico e fotografico e ha donato i suoi primi lavorialla Clinica La Inmaculada.

Carlos Bulla ha trovato la sua stabilità grazie a un processointerdisciplinare che è stato sostenuto, oltre che dall’areadella psicologia, dalla psichiatria, dal lavoro sociale, dalla te-rapia occupazionale e dall’infermeria.

Questo centro colombiano, specializzato in salute mentale,ha le seguenti linee di attività: Degenza, Visite Esterne, Ur-genze Psichiatriche, Ospedale Diurno, Clinica di AlterazioniCognitive e Memoria, Terapia di Famiglia e Psichiatria perBambini e Adolescenti.

CONTIGOClínica La Inmaculada

Il Complesso Ospedaliero SanLuigi di Palencia, in Spagna, co-llabora con il Centro Tecnologicodi Castilla y León (CARTIF) nellosviluppo di un sistema roboticomobile per il trasporto e la som-ministrazione della terapia negliospedali.

Per portare avanti questo pro-getto, il centro, tramite la suaunità di studio, collabora nellaraccolta di dati e l’analisi deipunti di forza e delle debolezzedel prototipo, che sarà svilup-pato da CARTIF.

Questa iniziativa punta allo svi-luppo e implementazione di unsistema di tracciabilità nell’ul-tima fase della somministrazionedei medicinali a pazienti ospe-dalieri. Il processo parte dal mo-mento in cui il medicinale escedalla farmacia ospedaliera e siconclude con la somministra-zione dello stesso a ogni singolopaziente.

Inoltre, il sistema offrirà le mas-sime garanzie possibili in quelche riguarda la sicurezza fisicadelle persone che possano tro-varsi nell’ambiente di lavoro(cioè professionisti sanitari, pa-zienti e visitatori) per cui saràfornito con una serie di sistemidi sicurezza.

Trasporto esomministra-zione della terapia

Complesso Ospedaliero San Luis

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Carlos Bulla

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CONTIGO

Preghiera per la pace

Sabato 7 Settembre Papa Fran-cesco ha chiesto a tutti i catto-lici, ma non solo, di dedicare unpo’ del loro tempo per unoscopo universalmente condivi-sibile: la Pace tra gli uomini,pensando in particolare inquesto momento alla Siria. Èstato chiesto dunque un piccolosforzo, mentale e fisico (attra-

verso preghiera e digiuno) percontribuire con la forza della co-llettività alla realizzazione di unbene più grande, che dovrebbestare a cuore a tutti.

Anche Villa San Benedetto di Al-bese con Cassano (Italia) ha vo-luto rispondere all’invito delPapa, cercando di fare la propriaparte in questa opera di preg-hiera.

Ovviamente, trattandosi di unacasa di cura, non si è potuto se-guire in toto le indicazioni delSanto Padre. Tuttavia, anchesenza praticare il digiuno espostando la veglia di preghierain orario più adatto agli ospiti,Villa San Benedetto ha risposto

Villa San Benedetto Menni “presente” alla voce del Ponte-

fice.

Si è organizzato quindi un mo-mento di preghiera in mattinata,della durata di circa un’ora, in cuicanti e letture bibliche hanno ac-compagnato la recita del SantoRosario: questo momento dipreghiera ha rivelato, nella suacompostezza e silenziosità, laforte partecipazione di tutti i pre-senti.

E’ stato davvero bello seguire leindicazioni di Papa Francesco epregare immaginandoci impeg-nati a chiedere qualcosa che ri-guardi tutti, un bene universale eprezioso per tutta l’umanità, al dilà di culture e religioni.

IV Giornate di Pastorale della Salute

Casa della Salute di Idanha

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IV Giornate di Pastorale della Salute

Colomba della Pace di Picasso

Il 23 e il 24 settembre 2013 sisono svolte nella Casa della Sa-lute di Idanha, in Portogallo, leIV Giornate di Pastorale dellaSalute sotto la guida del Prof.José Carlos Bermejo, ReligiosoCamiliano, laureato in Pastoraledella Salute e Direttore delCentro di Umanizzazione dellaSalute di Madrid.

Come qualsiasi area tecnica, larelazione pastorale di aiuto èun’arte che si può apprenderetutti i giorni, che si perfezionacon l’esercizio, sempre nella ri-cerca del meglio per la personamalata.

In questo percorso, comeprima cosa, abbiamo colto l’es-senza di ciò che è una relazione

pastorale di aiuto/consiglio, percapire subito dopo che, in realtà,una persona è veramenteumana nell’esercizio della suaprofessione quando in essa con-fluiscono queste competenze:tecnica, professionale, relazio-nale, etica, spirituale e culturale.Il tipo di aiuto empatico èumano e si centra sulla persona.

E’ stato trattato il tema essen-ziale dell’empatia terapeuticache consiste nel “mettersi neipanni dell’altra persona”, per ve-dere le cose e capire il loro sig-nificato dal suo punto di vista. Aiutare il prossimo non significatrovare soluzioni mediocri o ris-poste tascabili. Il saper esserci, ilfare strada con l’altra personaimplica l’ascolto, più che la pa-

rola. Bisogna saper guardarel’altra persona nel cuore e nonpartendo dai propri preconcetti,da quelli del mondo, della vita edel proprio Dio.

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VIII Giornate Ospedaliere: “La Responsabilità in tutte le sue forme”

Provincia di Francia

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Nuovo accordo di collaborazione

Queste Giornate Ospedaliere sono state organizzate in collabora-zione con i centri delle Suore Ospedaliere del Sacro Cuore di Gesù edei Fratelli di San Giovanni di Dio di Francia; 130 lavoratori, sorelle,fratelli e persone vicine alla Congregazione si sono riunite in duegiornate di riflessione intorno al tema della "Responsabilità", il 2 e il3 ottobre 2013 a Parigi. Accolti nel Centro Medico-sociale Lecourbedella Fondazione San Giovanni di Dio, i partecipanti hanno vissutodue giornate intense divise tra l’ascolto di relazioni sul tema dellaqualità, e lo scambio di esperienze e di riflessioni sul valore della Res-ponsabilità.

Dopo aver analizzato la Responsabilità in tutte le sue forme, i parte-cipanti hanno analizzato questo valore da tantissimi punti di vista:nell’ambito della politica, del diritto, della gestione, del carisma diSan Giovanni di Dio o anche di fronte a situazioni precise come laprecarietà o la privazione della libertà.

A ognuna delle conferenze è seguito un dibattito, testimonianze dicollaboratori sulla loro forma di vivere la Responsabilità nel seno delloro Centro, sulle loro problematiche o anche su casi concreti. VIII Giornate Ospedaliere

Le Suore Ospedaliere della Vice Provincia di Argentinahanno firmato un accordo di collaborazione con la ClinicaGiuridica dell’Università Alberto Hurtado del Cile, tramite ilsuo dipartimento di Lavoro Sociale.

Tale accordo consiste nell’offrire appoggio e orientamentonell’area legale agli utenti della Rete di Salute Mentale SanBenedetto Menni presente nel paese.

Questo servizio verrà erogato da studenti di Diritto, che of-friranno il servizio alle persone più vulnerabili, con spiritodi giustizia sociale e collaborazione, valori che sono ancheparte della nostra missione ospedaliera.

Abbiamo iniziato questo lavoro, insieme a entrambe le isti-tuzioni, dando il benvenuto a ognuno degli studenti che co-llabora nella Missione istituzionale delle Suore Ospedaliere,migliorando l’accesso alla giustizia e l’integrazione comu-nitaria dei nostri utenti.

L’Ospedale Beata Maria Anna,insieme ad altri sei ospedalidella capitale spagnola, ha cre-ato l´Associazione degli Ospe-dali Cattolici di Madrid.

La sua missione principale è ilsostegno reciproco, forte de-ll’esperienza e conoscenza, alfine di favorire la propria posi-zione di Gruppo. Questo valoreaggiunto nel mercato della sa-nità è volto a fornire un serviziodi assistenza medica di altis-sima qualità accompagnato daottimi risultati.

Viceprovincia di Argentina

Ospedale Beata María Ana

Ospedali Cattolici diMadrid

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Pubblicazione: “Vivre dans l’espérance”

Suor María Stella Kouak

Suor María Stella Kouak

Provincia di Madrid

VII Incontro di Volontariato

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all’insegna del motto: “Nel nostroincontro, io e te ci umanizziamo”.

Novanta volontari circa si sonoriuniti per scambiare le loro espe-rienze nei diversi centri della pro-vincia.

La giornata, il cui scopo era rico-noscere e appoggiare il lavorogeneroso dei volontari, è stataavviata da Suor María RosarioIranzo, Superiora Provinciale: “L’u-manizzazione è il criterio di com-portamento di un volontariomaturo perché da un punto divista altruista o cristiano, è mosso

dal senso della dignità della per-sona e nell’incontro con l’altrapersona è dove si scopre la be-llezza e la grandezza dell’essereumano”, ha spiegato.

L’incontro si è svolto in due parti,la prima formativa, diretta daAlejandro Florit (psicologo emembro della Commissionedelle Ospedaliere di Spagna) e laseconda ludica, con la partecipa-zione dei volontari e dei pazientiospitati nell’Ospedale BeataMaría Ana de Madrid, Spagna.

Volontari assistenti nell’incontro

E’ stata pubblicata “Vivre dansl’espérance”, l’opera di SuorMarie Stella con cui racconta ilsuo percorso e la creazionedell’Associazione in Togo.

In questa occasione, il settima-nale PÈLERIN e le edizioni Ba-yard hanno organizzato il 3ottobre 2013 una serata eccezio-nale a Parigi nella Maison SainteGermaine con Suor Marie Stellae i lettori, i donatori e tutti quelliche hanno desiderato parteci-pare. Il libro è la testimonianzadell’impegno di Suor Marie Ste-lla a Dapaong (TOGO) per 1500orfani e centinaia di adulti malatidi AIDS, oltre allo spirito di tuttii bambini che lei cura. Evocaanche i suoi progetti futuri.

Quando ha dovuto affrontare ilvirus dell’AIDS, quando il suogiovane fratello ne fu conta-giato, Suor Marie Stella non erasicura di voler diventare infer-

miera come le chiedeva la suaCongregazione. La realtà diquesta malattia nella vita di tuttii giorni le sembrava troppo dura.Pertanto, oggi, nel Nord delTogo, affronta la presenza delvirus, e cerca di ridare a ognimalato, dal neonato al più an-ziano, la loro dignità di bambino,uomo o donna.

Alla fine dell’Eucaristia dell’8 di-cembre 2012 a Dapaong in oc-casione dei 50 anni dall’arrivo

delle Suore al servizio della sa-lute dei bambini malati, i bambiniorfani curati dall’AssociazioneVivre dans l’Espérance, presero laparola: “Grazie alle Sorelle pertutto quello che fanno per noi. Sì,sorelle e fratelli in Cristo, le Suoreche potete vedere lì, guardatele!Loro ci offrono gratuitamente l’a-more, l’affetto, la presenza tran-quillizzante, l’educazione, lasicurezza di un domani migliore,l’allegria di vivere...”

Lo scorso mese di settembre, laProvincia di Madrid ha celebratoil suo VII Incontro di Volontari

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Nel settembre 1996, le Suore Ospedaliere si stabilirono nella città di Cochabamba, Bolivia, grazie allanascita della Comunità Terapeutica Puntiti, un’istituzione non-profit che cerca di dare risposta alla ne-cessità del paese in ambito di assistenza ai bambini con disabilità fisiche e mentali e senza risorse.La missione iniziò con le visite di 20 bambini della città di La Paz e di altri 20 bambini provenienti da di-versi Centri di Cochabamba.

Attualmente la Comunità Terapeutica Puntiti è un’istituzione che dipende dal SEDEGES (Servizio di Ges-tione Sociale) del Governo Boliviano. Cura bambini e giovani con disabilità mentale multipla, orfani e/oabbandonati, e studenti con scarse risorse economiche e con necessità educative speciali. Si mantienegrazie al lavoro e lo sforzo di 4 sorelle, 3 novizie e 60 collaboratori, e ha tre programmi di intervento:

PROGRAMMA DI SALUTEPresta servizi specializzati di riabilitazione e assistenza medica a 60 bambini e giovani tra i 4 e i 14 anni,senza famiglia, con disabilità mentale profonda e severa.

PROGRAMMA DI EDUCAZIONECENTRO DI EDUCAZIONE SPECIALE SAN BENEDETTO MENNI: Educazione personalizzata e integralecon adattamenti curricolari in discipline umanistiche tramite laboratori a diversi livelli per bambini egiovani tra i 5 e i 18 anni, tutti con scarse risorse economiche e disabilità intellettuale di diverso grado(autismo, sindrome di Down e con disturbi di apprendimento).

PROGRAMMA DI CONSULTAZIONE ESTERNAHa una squadra multidisciplinare di professionisti nelle seguenti aree: neurologia, medicina generale,odontoiatria, psicologia, fisioterapia-idroterapia, otorino-laringoiatria, lavoro sociale e infermeria.

Ospitalità senza frontiere…

Comunità Terapeutica Puntiti

Comunità Terapeutica Puntiti

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Date importanti

Novembre 2013. Inaugurazione dei nuovo Ambulatori “Santa Maria della Fontana” a Milano.

Dicembre 2013. Cinquantesimo anniversario dell’arrivo delle Suore Ospedaliere in Brasile.

Il 30 ottobre 1883, è deceduta a Ciempozuelos, Spagna,María Josefa Recio che insieme a San Benedetto Mennie María Angustias Giménez fondò la Congregazionedelle Suore Ospedaliere.

Il Papa Benedetto XVI, il 10 maggio 2012, firmò il de-creto per il quale riconosce che María Josefa Recio vissele virtù cristiane in modo eroico, dichiarandola VENE-RABILE. Per quello, da allora la ricordiamo e l’invo-chiamo come tale.

In María Josefa tutti noi, suore e collaboratori, abbiamoun modello da seguire, specialmente nella sua carità,vissuta fino all’eroismo, e nella sua umiltà. Il riconosci-mento della sua santità è “visitazione di Dio”, luce nelnostro cammino, energia per rimanere in ricerca diun’ospitalità in pienezza. E’ una chiamata ad approfon-dire la sua vita e la sua spiritualità, a rivolgere il nostrosguardo a lei maestra e modello di vita centrata inCristo e di amore profondo verso le suore e i malati.

130 Anniversario: María Josefa Recio