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Consorzio Commerciale Naturale Collesano Tavola : Modifiche Data : aprile 2011 Sostituisce il disegno n° Scale : Studio Tecnico Ing. Stefano Marabeti Via Dogana n.8 – 90028 Polizzi Generosa e-mail : [email protected] tel.fax. : 0921/649520 Elaborato:Studio preliminare di fattibilità Il Presidente del Consorzio Il committente Consorzio Commerciale Naturale Il Professionista REV. DATA DESCRIZIONE ELAB. GRAFICA REDATTO CONTROLLATO 1 04/2011 Studio di fattibilità Chiara Alessio Ing. Marabeti Ing. Marabeti

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Consorzio Commerciale Naturale

Collesano

Tavola :

Modifiche

Data : aprile 2011

Sostituisce il disegno n°

Scale :

Studio Tecnico Ing. Stefano Marabeti Via Dogana n.8 – 90028 Polizzi Generosa e-mail : [email protected] tel.fax. : 0921/649520

Elaborato:Studio preliminare di fattibilità Il Presidente del Consorzio

Il committente Consorzio Commerciale Naturale

Il Professionista

REV. DATA DESCRIZIONE ELAB. GRAFICA REDATTO CONTROLLATO

1 04/2011 Studio di fattibilità Chiara Alessio Ing. Marabeti Ing. Marabeti

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CONSORZIO COMMERCIALE NATURALE

DI COLLESANO

Dati informativi:

Comune Collesano (prov. Palermo)

Indirizzo Corso Vittorio Emanuele n.2

Cap 90016

Prefisso 0921

Tel. 661158

Fax 661205

Codice istat 082032

Codice fiscale 82000150829

Codice catastale C871

Sito www.comune.collesano.pa.it

Popolazione al 01/01/2010 n. 4.149 M. 2.006 F. 2.143

Frazioni Borgo ERAS “A”,Borgo Garbinogara,Contrada

Gatto

Densità 38,3 abitanti/Kmq

Indice di vecchiaia (2007) ---

Reddito med dichiarato 2005 ---

Popolazione maschi anno 09 2.000

Popolazione femmine “ 2.137

Popolazione totale anno 2009 4.137

Nati maschi 16

Nati femmine 13

Nati totale 29

Popolazione resid. in fam.M 2.005

Popolazione resid. In fam. F 2.138

Popolaz.res. in fam.totale 4.143

Popolaz.res.in conviv. M 1

Popolaz.res. in conviv. F 5

Popolaz.res.tot. in conv. 6

Numero di famiglie 1.984

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Numero di convivenze 3

Dati popolazione 2007 4.144

0-4 anni 516

4-64 anni 2.596

+ 65 1.032

Storia

Il centro sorge alla sommità del Monte d’Oro,come centro arabo,citato dal geografo arabo Al

Muqaddasi nel X secolo con il nome di Qal’at as-sirat (“ rocca sulla retta via”). Il sito ha avuto una

frequentazione anche in epoca protostorica, come provano le ceramiche rinvenute in alcune grotte,

datate al VII secolo a.C.

Dopo la conquista normanna, con il nome di Molisano ( Collesano), divenne centro di un feudo

esteso tra il torrente Roccella e l’interno delle Madonie ,inizialmente concesso a Rainolfo, nipote

del gran Conte Ruggero. Dopo una ribellione, il centro fortificato venne distrutto da Ruggero II di

Sicilia e ricostruito nel sito attuale, dandolo in feudo ad Adelicia di Montecaveoso (1140).

La località è inoltre citata nel libro di Ruggero del geografo Idrisi, che lo descrive come un centro

fortificato posto in altura, distrutto da Ruggero II. Il geografo scrive: “ rocca sopra un colle scosceso

ed elevato poggio, abbonda di acque ed ha molte terre da seminare,alle quali sovrasta un alto e

superbo monte. Una volta vi sorgeva un castello fortissimo e difendevolissimo ( ne’ cui dintorni

poteano pascolare) pecore e buoi ; ma il ridottato re Ruggiero ha fatto diroccare il Castello e

tramutar l’abitato nel sito dove è oggi”.

Dal secolo XIII fu in possesso delle famiglie Siracusa. Dopo il matrimonio di Bernardo Siracusa,

signore di Collesano con Hilaria Ventimiglia, figlia del primo conte di Geraci, Collesano venne

incorporata nel territorio della Contea e divenne centro del potere dei Ventimiglia sulle Madonie.

Appartenne nel tempo anche alle famiglie dei Cicala, dei Cardona,dei Centelles, degli Aragona,dei

Moncada e dei Ferrantina.

Tra i feudatari di Collesano furono :

- Adelicia di Montecaveoso ( 1140)

- Paolo Cicala (1203-05)

- Andrea Cicala (ante 1245)

- Jean de Bullas (1270)

- Francesco Siracusa (1327)

- Bernardo Siracusa(1334)

- Francesco I Ventimiglia (1337)

- Damiano I Palazzi ( dopo 1337)

- Giovanni Aragona

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- Giovanni Lombardo (1344)

- Pietro Siracusa ( 1346)

- Francesco II Ventimiglia

- Antonio Ventimiglia (1388).

Dati geografici:

• Superficie 108,40 Kmq

• Altitudine casa comunale 468,00 m s.l.m.

• Quota minima 11 m - quota massima 1.656 m

• Escursione altimetrica 1.645 m

• Zona altimetrica : montagna litoranea

Coordinate geografiche sessagesimali 37°55’09,84” N - 13°56’11,40” E

Sistema decimale 37,9194° N 13,9365° E

Regione agraria : n. 4 Montagna litoranea delle Madonie

Comuni confinanti : Campofelice di Roccella,Cerda,Gratteri,Isnello,Lascari,Scillato,Termini

Imerese

Classificazione sismica e climatica

Classificazione sismica : sismicità media

Pericolosità sismica : zona 2 (media)

Zona climatica : C

Gradi giorno : 1.379

Accensione impianti termici :il limite massimo consentito è di 10 ore giornaliere dal 15 novembre

Luoghi di interesse

Collesano è divisa in quattro quartieri storici : Bagherino, San Francesco, San Pietro e Santa

Caterina.

Architettura militare

Il Castello ,d’impianto normanno, ha subito parecchie significative trasformazioni. In seguito al

terremoto dell’11 gennaio 1963, divenne inagibile e fu abbandonato. Dei ruderi e delle pertinenze è

previsto il recupero per uso pubblico. Intorno ad esso era sorto il primo quartiere di Collesano :

Borgo Bagherino.

Architettura civile

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Il palazzo municipale è stato convento domenicano fino al 1869. Edificato ,col concorso del

comune, per iniziativa della contessa Susanna Gonzaga, intorno alla metà del ‘500, l’edificio si

arricchì di una seconda elevazione nel 1769.

Architetture religiose

- Basilica di San Pietro

- Chiesa dell’Annunziata Nuova ( o del Rosario)

- Chiesa di San Giacomo

- Chiesa di Santa Maria di Gesù

- Chiesa di Santa Maria la Vecchia

- Chiesa dei Santi Sebastiano e Fabiano ( o del collegio)

- Chiesa di Santa Maria della Misericordia ( Collesano) del XV secolo, sconsacrata, attestata

già nel 1539 quando il cappuccino Francesco di Soriano fondò la “Compagnia della

Misericordia “ che aveva sede presso la chiesa

- Chiesa dell’Annunziata vecchia o dei Cappuccini.

Sito archeologico ambientale di Monte d’Oro

Insediamento medievale . Sulla sommità di Monte d’Oro in contrada Croce, a circa 1 Km

dall’odierno abitato, sono presenti le rovine dell’antico centro arabo-normano di Qal’at as-sirat.

Sulla sommità nord di questo rilievo, in una piattaforma a quota 703 m s.l.m. scoscesa ed

inaccessibile, si estende per circa un chilometro in linea d’aria un antico abitato medievale, che è

visibile ancora per la presenza di numerose rovine ( abitazioni,mura di fortificazione,torri di vedetta

e una struttura interpretabile come un castello).

In questo sito la presenza umana è attestata fin dalla antichità classica ,come dimostra il

ritrovamento in sito di alcuni reperti ( soprattutto ceramici) riferibili ad epoca greco-romana.

Un insediamento umano stabile è datato soltanto in età medievale,sotto la dominazione araba di

Sicilia. Nel XII secolo (1130-1131) si ebbe la distruzione e l’abbandono della città. Il centro rimase

parzialmente abitato ancora nel corso del XII secolo e venne del tutto abbandonato nel secolo

seguente.

Nel 1181 veniva già definita “ villa vetus” ( città vecchia).

In età moderna (XVI-XVIII secolo) l’antico abitato sul Monte venne variamente identificato dagli

storici siciliani dell’epoca con alcune città greco-romane (Paropo,Alesa).

Nel 1972 il sito è stato oggetto di una brevissima campagna di scavi archeologici,condotta dalla

Soprintendenza ai beni archeologici della Sicilia occidentale: sono stati riportati alla luce una buona

quantità di reperti, tra i quali un denaro databile ad età sveva ( XIII secolo),una fibula

altomedievale, una lucerna ed una notevole quantità di ceramica grezza da mensa e da conserva.

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I reperti furono trasferiti presso il Museo archeologico regionale Antonio Salinas di Palermo.

Scuole statali

Scuola Materna di Collesano ( dell’infanzia): via R Margherita ( Collesano)

Scuola G.De Maria ( scuola elementare primaria): via Tommaso Villa

Istituto comprensivo di Collesano ( materna,elementare e media): via della Fiera

Scuola media di Collesano ( secondaria di 1° grado): via della Fiera

Attività commerciali ed associazioni

Esercizi commerciali sede fissa n. 54

Commercio aree pubbliche n. 10

Pubblici esercizi n. 16

Agriturismi n. 8

Turismo rurale n. 2

Bed & Brekfast n. 3

Casa vacanza albergo n. 1

Caseifici n. 4

Produttori agricoli n. 5

Istituzioni pubbliche

Caserma forestale : n. 1

Corpo vigili urbani : n. 1

Ufficio postale n. 1

Strutture varie

Campo sportivo n. 1

Palestre : n. 1

Isola ecologica : n. 1

Banche : n. 2

Museo Targa Florio : n. 1

Notizie urbanistiche

Piano regolatore generale del Comune di Collesano con annesse prescrizioni esecutive e

regolamento edilizio: adottato con delibera commissariale n.1 del 16/05/2006 ai sensi dell’art.4

della L.R. n.71/78 . Detto piano regolatore è stato approvato con Decreto Assessorato Regionale

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Territorio ed Ambiente n.806/DRU dell’11/08/2008, pubblicato sulla GURS n.42 del 12 settembre

2008.

Vincoli

- Classificazione sismica 2° categoria dal 15/05/1969 S=9

- Dal 02/09/1967 al 29/01/1977 – oneri di urbanizzazione ridotti al 50%

- Dal 29/01/1977 al 01/10/1983 – oneri di urbanizzazione e costo di costruzione ridotti al 50 %.

- Vincolo idrogeologico – previsto dall’art.20 del R.D.L. 16/05/1926 ( vedi elaborati vistati ai sensi

dell’art.1 del RDL 30/12/1923 n.3267)

- Vincolo paesaggistico – Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Palermo ai sensi dell’art.7 della legge

n.1497 del 29/6/1939 sulla protezione delle bellezze naturali e panoramiche e per effetto della legge

8/3/1985 n.431 ( legge Galasso)

- Vincolo Parco delle Madonie – D.A. n. 1489/89 del 09/11/1989 di istituzione Ente Parco,

modificato con D.A. n. 263/11 del 18/04/1996. Il nulla osta sostituisce quello previsto dalla Legge

29/06/1939 n. 1497 e ss.mm.ii. (vincolo idrogeologico).

Dati climatici

Per maggiori dettagli vedere le seguenti schede :

Dati stazioni termometriche di Cefalù, Isnello e Scillato

Dati stazioni pluviometriche di Cefalù, Isnello e Scillato.

Territorio

Il centro abitato di Collesano sorge su un’area collinare posta ai piedi del rilievo carbonatico di

Poggio Grotta del Signore ( 897 m s.l.m.) ,delimitato da due torrenti , il Mora a Nord ed il Zubbio

ad ovest,entrambi confluenti a valle nel torrente Roccella.

Il territorio comunale, parte del quale ricade all’interno del Parco delle Madonie, si colloca sul

versante nord-occidentale del gruppo montuoso delle Madonie occidentali. I rilievi, che circondano

il paese e ne caratterizzano il paesaggio con le loro peculiarità,morfologica e vegetazionale, sono :

Monte Castellano ( 1656 m), monte Cuculo ( 1311 m), Pizzo giammarusa ( 1064 m) ed infine

Monte D’Oro (808 m) che si erge isolato ad ovest del centro abitato.

Agricoltura

Diverse sono le fasce di vegetazione ,dalle quote più basse a quelle più elevate ,con varietà di

essenze arboree ed arbustive.

Alle quote più basse troviamo il tipico paesaggio agrario di uliveti, vigneti ed agrumeti ,a cui si

aggiungono i seminativi.

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Oltre i 600 metri s.l.m. è presente la macchia mediterranea che forma in alcuni casi anche il

sottobosco dei querceti,costituito a queste quote da roverelle e sughere.

Dai 600 metri ai 1000 il sughereto viene via via sostituito da lecceti,nel cui sottobosco troviamo

specie di notevole interesse botanico quali felci,rose peonie, orchidee, insieme a ciclamini ed

anemoni.

Al di sopra di 1000 metri la specie arborea predominante è il faggio.

Allevamenti

Sono presenti all’interno del territorio, in zone a seminativo ed a bassa quota.

Sorgenti irrigue

Il corpo idrico sotterraneo di Monte dei Cervi è a monte del centro abitato di Collesano , a SW di

Scillato e a SSEE di Polizzi Generosa.

La quantità di pioggia media annua per Monte dei Cervi è di 1000 mm.annui.

Il periodo umido è ottobre-aprile in cui si registra più dell’85% del totale delle piogge. Il periodo

scarso di piogge è giugno-agosto con meno del 4% di piovosità.

In questo corpo idrico sono stati realizzati n.5 pozzi ad uso idropotabile o irriguo che emungono 80

l/sec e n.2 sorgenti ( gruppo Scillato e sorgente Favara ).

Da quest’ultime due sorgenti si captano 775 l/sec di cui 700 circa per uso idropotabile. I pozzi

Mora, costruiti in prossimità delle sorgenti, hanno causato la loro estinzione.

Notizie generali

1. Requisiti demografici o amministrativi del

soggetto proponente :

Comune con popolazione inferiore a 30.000

abitanti

2. Esperienze pregresse di Programmazioni

Negoziata ricadenti sul territorio

Patto territoriale delle Madonie, nato 1996 ed

approvato dal Cipe nel 1997

Prusst : Cefalù – Madonie, cultura, mare,

sport, natura e infrastrutture.

PIT n. 31 “Reti Madonie”

PIOS : no

3. Altre esperienze di sviluppo locale ricadenti

sul territorio (Programmi di Iniziativa

Comunitaria etc.)

Leader : Gal madonie

Progetto integrato regionale : no

Life Natura : no

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Urban : no

Equal : no

PIST – Piano integrato sviluppo : gestito dalla

Sosvima

4. Strumenti di pianificazione vigenti o in

corso

Piano Regolare Generale

Altro : -

5. Altre esperienze di coinvolgimento del

partenariato socio - economico

Piano strategico monotematico in agricoltura

delle Madonie : gestito dalla Sosvima.

Agenda 21 locale : gestita dal Parco

APQ Giovani : fra i Comuni e le

organizzazioni no profit delle Madonie

Ecoturismo Mediterraneo : laboratorio

progetto pilota

Distretto culturale delle Madonie : --

Distretto turistico delle Madonie : gestito dalla

Sosvima.

Altro : no

6. Comune riconosciuto ad economia

prevalentemente turistica e città d’arte

Decreto Assessorato Regionale Attività

Produttive n. 1430 del 01/06/2010

Quotazioni immobiliari

Fascia/ zona : centrale/ centro storico

Codice di zona : B1

Microzona catastale n.1

Tipologia prevalente : abitazione di tipo economico

Tipologia magazzini

Stato conservativo normale

Valore di mercato (€/mq) min. 390 max 490 per superficie lorda

Valore locazione ( €/mq x mese) min. 1,6 max 2,4 per superficie lorda

Tipologia negozi

Stato conservativo normale

Valore di mercato (€/mq) min. 970 max 1300 per superficie lorda

Valore locazione (€/mq x mese) min. 4,4 max 5,6 per superficie lorda

Tipologia uffici

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Stato conservativo normale

Valore di mercato (€/mq) min. 850 max 100 per superficie lorda

Valore di locazione (€/mq) min. 3,6 max 4,4 per superficie lorda

Tipologia laboratori

Stato conservativo normale

Valore di mercato (€/mq) min. 420 max 540 per superficie lorda

Valore di locazione (€/mq) min. 2,1 max 2,8 per superficie lorda

Dati turistici Madonie

Movimento negli esercizi alberghieri A) dal 1/1/2009 al 31/1/2009 B) dal 1/1/2010 al 31/1/2010

Arrivi

Madonie : Italiani A 995 B 601 % -39,60

Stranieri A 24 B 16 % -33,33

Totale A 1019 B 617 % -39,45

Presenze

Madonie : Italiani A 1941 B 4141 % 113,34 permanenza media 6,89

Stranieri A 347 B 305 % -12,10 “ “ 19,06

Totale A 2288 B 4446 % 94,32 “ “ 7,21

Movimento negli esercizi extra-alberghieri

Arrivi

Madonie: Italiani A 514 B 443 % -13,81

Stranieri A 30 B 19 % -36,67

Totale A 544 B 462 % -15,07

Presenze

Madonie : Italiani A 968 B 1493 % 54,24 permanenza media 3,37

Stranieri A 54 B 20 %-62,96 “ “ 1,05

Totale A 1022 B 1513 % 48,04 “ “ 3,27

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RELAZIONE TECNICO-ILLUSTRATIVA

Premessa

Occorre procedere e capire gli obiettivi dei centri commerciali e di quelli naturali.

Il centro commerciale, secondo una definizione di origine americana, è un complesso di esercizi

commerciali omogeneo, concepito, sviluppato ,amministrato e gestito come un’unica unità

operativa, commisurata in dimensione e tipologia dei negozi e dei servizi all’area commerciale di

attrazione.

La struttura comprende un parcheggio, le cui caratteristiche sono rapportate alla tipologia ed alla

dimensione degli esercizi.

Il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali (Cncc) ha condiviso questa definizione ,inserendo

due elementi di novità: nell’ambito del centro commerciale nessun esercizio occupa un ruolo

pressocchè esclusivo e gli operatori ,pur conservando la propria autonomia,si costituiscono in

associazione per la gestione del centro e per l’adozione di comuni politiche promozionali.

I centri commerciali, come sono oggi intesi, sono nati per essere a misura di automobilista e

collocati solitamente in aree caratterizzate da elevata accessibilità veicolare e trasportistica, quasi

sempre nelle periferie delle città.

Questo modello è apparso ,inizialmente, negli Stati Uniti ,dove per la prima volta si è creato lo

scenario urbanistico e sociale tale da consentire questa soluzione, per poi diffondersi anche in altre

parti del mondo.

Il format del centro commerciale è stato introdotto in Italia agli inizi degli anni ’70 in alcune regioni

del Nord sul modello di centri nati in Francia.

Il boom di espansione della formula si è avuto alla fine degli anni ’80 ed è proseguito sino ad oggi

con la presenza della maggior parte delle Province siciliane.

I centri commerciali in Italia hanno due caratteristiche comuni : la presenza di più esercizi e servizi

al dettaglio concepiti ,promossi, realizzati e gestiti in modo unitario e la presenza di infrastrutture e

servizi comuni.

In Sicilia in pochi anni sono diventati tantissimi e, rispetto alla situazione attuale, è previsto un

incremento del 48%.

Sono strutture che mettono in crisi il piccolo negozietto, destinato molto presto a morire se non

vengono messe in campo iniziative tampone ; esse permettono al consumatore di acquistare in

grosse quantità e con prezzi sempre più convenienti.

Da non sottovalutare la possibilità di offrire lavoro diversificato a tante persone.

Un’altra realtà sta comunque sempre più imponendosi in Sicilia e sono i Centri Commerciali

Naturali.

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Come definiti e disciplinati dall’art.9 della L.R. 10/2005, sono associazioni costituite

prevalentemente da piccole e medie imprese commerciali, artigianali e di servizio,che si aggregano

ed organizzano per accrescere la capacità attrattiva e quindi reddituale delle imprese che ne fanno

parte, per riqualificare l’immagine e migliorare la vivibilità della zona in cui operano,valorizzandola

sia dal punto di vista commerciale che turistico.

Le singole aziende, pur mantenendo la loro totale autonomia,una volta consorziate danno vita ad

una vera e propria nuova impresa,costituita sulla base di una serie di interessi comuni, capace di

essere competitiva sul mercato.

Dal convegno su “ Centri Commerciali Naturali : quale futuro ?”, tenutosi a Catania nell’ottobre

2010, è emerso che i CCN raccolgono oggi 9.000 attività commerciali, con una media per ciascun

CCN che oscilla da 20 a 40 aderenti.

Inoltre, per rilanciare l’economia delle piccole e medie imprese, arriva anche la proposta di

Feditalimprese Sicilia ,di creare centri commerciali naturali- virtuali ,aiutando così le piccole e

medie imprese ad entrare nel mercato on-line.

L’obiettivo è quello di dare vita ad una rete di esercenti ed imprenditori capace di garantire ai

consumatori servizi di qualità ed offerte vantaggiose.

In pratica ogni strada ,quartiere o paese potrebbe diventare un polo commerciale naturale e virtuale.

Naturale perché costituito da esercizi collocati su una stessa area e virtuale in quanto ogni centro

avrebbe un sito Web dedicato alle attività dell’area.

Introduzione

La presente relazione riporta la prima parte dei contenuti del percorso di definizione e sviluppo

delle linee direttrici per la valorizzazione del centro storico di Collesano, con particolare riferimento

alla sua funzione di principale area commerciale naturale della città.

La metodologia utilizzata valorizza i dati attualmente disponibili e si concentra lungo la direttrice

(via Isnello,via via Palermo, via Roma, via Pietro Cardona, via Umbro I e corso Vittorio Emanuele)

in cui sono ubicati quasi tutte le attività commerciali, aderenti al Consorzio.

Il percorso si svolge perciò tramite:

• Utilizzo di risultati e dati forniti dal Comune di Collesano e dalla Provincia Regionale di

Palermo;

• L’approfondimento di alcune tematiche legate a nuovi problemi che interessano oggi le imprese

dei centri storici ( logistica,livello degli affitti,contrazione del mercato,accessibilità)

• L’esame di dati ed indicatori dello stato del sistema: fenomeno turistico,valori immobiliari e di

affitti in zone limitrofe etc.

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• L’analisi qualitativa dell’offerta presente nelle aree commerciali del centro storico tramite

riprese e schedatura dell’immagine degli elementi di comunicazione esterna degli

esercizi,dell’ambiente urbano e della segnaletica;

• L’individuazione delle criticità attese e conseguente focalizzazione delle linee direttrici di

valorizzazione.

La presente relazione costituisce il primo report che raccoglie gli elementi conoscitivi fin qui

acquisiti e contiene gli elementi di scenario socio-demografico (residenti in centro storico e nelle

zone di espansione), gli elementi del segmento turistico ed le presenze dovute a motivi vari, i

risultati di una analisi qualitativa sul sistema commerciale del centro storico e sulla modalità di

fruizione dall’esterno ( parcheggi,percorsi e segnaletica).

Scenario demografico

Il comune di Collesano conta al 1 gennaio 2009 n.4137 abitanti di cui 2000 maschi e 2137 donne.

Di questa popolazione il 90% risiede nel centro storico ed il restante 10% circa in zona di

espansione, definita di completamento dal PRG.

Come avviene tendenzialmente nel resto di Italia,si nota la predominanza di femmine rispetto ai

maschi.

La superficie dell’intero territorio è di 108,40 Kmq e la densità alquanto bassa di 38,3 abitanti al

Kmq.

Il centro storico rimane il principale punto di identità cittadina, nonché l’epicentro della vita

sociale,culturale ed economica della popolazione che abita nel territorio comunale.

Scenario socio-economico : i consumi

Date le caratteristiche della città e del suo centro storico, le attività economiche in esso presenti si

indirizzano alle necessità della popolazione residente nel territorio comunale.

Sulla base di detto dato non si è in condizioni di poter stimare in modo esatto le dimensioni del

potenziale mercato derivante dal segmento dei residenti in ambito comunale.

Dall’esame del sito dell’Istituto Tagliacarte si rileva che non vi è nessun dato di consumi pro-capite

nella zona delle Madonie.

In provincia di Siena questo dato è di 7551 € pro-capite, nella provincia di Palermo attorno ad €

3000 circa.

Le percentuali parziali sono:

- abbigliamento 31%

- vestiario,calzature e pellicceria 16%

- mobili,elettrodomestici e spese varie per la casa 20%

- altri prodotti 33%

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Volendo ipotizzare un dato pro-capite di 1000 € il mercato annuale è di € 4.137.000,00 circa.

Dal momento che nella zona di espansione esiste pochi esercizi commerciali, tranne qualche

supermarket di generi alimentari e di casa, si può considerare che tutti i consumi siano rivolti in

massima parte negli esercizi del centro storico.

Non essendo in possesso di dati certi, si può ipotizzare che il bacino di mercato,che converge sul

centro storico, si aggira a circa 4 milioni di Euro.

Fenomeno turistico

Anche per questo dato ci affidiamo a quelli forniti dalla Direzione Turismo della Provincia

Regionale di Palermo per la zona Madonie.

In questo contesto buona parte di arrivi e presenze è da addebitare al centro di Collesano, nel cui

territorio vi sono numerosi agriturismi.

Si sono indicati i dati (arrivi e presenze ) per le Madonie mese di gennaio 2010 e per esercizi

alberghieri ed extra-alberghieri.

Il dato che emerge per le strutture alberghiere è la diminuzione di arrivi ed un aumento delle

presenze rispetto al mese di gennaio 2009 ,con una permanenza media di 7,21.

Per gli esercizi extra-alberghieri vi è la diminuzione di arrivi ed un aumento delle presenze, con una

permanenza media di 3,27.

Non si è in possesso di dati dettagliati per ogni mese né di presenza di stranieri né di valore di

mercato annuale.

Sicuramente il fenomeno turistico si manifesta soprattutto nei mesi di luglio ed agosto; in questo

periodo Collesano diventa meta turistica dovuta non solo alla presenza di turisti ma soprattutto alla

presenza di cittadini di Collesano residenti in altre zone.

Il sistema delle attività del centro storico

Analisi dell’offerta

In questa parte si riportano i risultati dell’analisi quantitativa/qualitativa dell’insieme di attività

economiche presenti nell’asse commerciale principale da parte delle attività aderenti al Consorzio.

L’analisi è finalizzata ad identificare la consistenza e le caratteristiche della rete di esercizi presenti

nel centro storico, ad individuarne gli elementi di criticità evidenti ed a verificare i cambiamenti

avvenuti negli ultimi anni.

L’analisi è condotta tramite schedatura delle singole attività commerciali lungo il corso Vittorio

Emanuele (asse principale del centro storico),vie limitrofe e le vie di accesso al centro abitato (via

Isnello e via Palermo).

Si sono rilevati:

- numero di attività classificati per merceologia

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- numero locali attualmente chiusi

- conformazione morfologica della via

- tratti commerciali e non commerciali

- tipologia prevalente dell’offerta

- specializzazione dell’insieme delle attività

- grado di densità commerciale,di omogeneità dell’immagine della via o piazza,della congruenza

delle insegne con l’ambiente urbano

- classificazione degli elementi di comunicazione esterna degli esercizi ( vetrine,insegne,

tendaggi)

- evidenziazione di eventuali criticità rilevate nella fase di sopralluogo.

Conformazione morfologica :

- strada ampia e in parte fornita da marciapiedi

Elementi di immagine degli esercizi

Nuovi Buone condizioni Degrado Assenti

Insegne x x

Tendaggi x

Vetrine x x

Interni x x

Posizionamento commerciale

Esercizi tradizionali Esercizi specializzati Boutique Altro

x X

Specializzazione: artigianato di servizio

Alta Medio alta Media Medio-bassa Bassa

Densità commerciale X

Immagine X

Omogeneità x

Insegne coordinate x

Congruenza

insegne-ambiente x

Problemi:

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Nella seconda parte della mattinata si rileva un intenso traffico di attraversamento dei mezzi di

carico/scarico merci che incidono sulla sensazione di sicurezza dei pedoni. Inoltre la modalità di

raccolta rifiuti comporta un impatto negativo per buona parte della mattinata.

Alcuni degli esercizi commerciali chiusi sono fortemente degradati.

Alcune insegne presentano segnali di degrado.

Caratteristiche dell’offerta presente nell’area analizzata

Lungo le arterie principali vi sono una multitudine di esercizi commerciali ed attualmente non si è

in condizione di sapere quanto aderiranno al Consorzio.

Dall’esame dell’elaborato è possibile constatare come quasi tutte le categorie merceologiche sono

presenti in queste direttrice di sviluppo.

Questo sistema commerciale è fondato sullo shopping di beni per la persona, ed al suo interno

presenta una buona varietà.

Nel complesso l’insieme delle attività si configura come un sistema rivolto a un bacino di mercato

composto certamente da residenti , ma anche da turisti e fruitori di servizi vari.

Pertanto si può affermare che il posizionamento complessivo dell’insieme delle attività è collocato

su un livello qualitativo medio.

Tuttavia nell’analisi puntuale si rilevano alcuni aspetti critici che penalizzano l’offerta quali la

presenza di locali chiusi , degradati.

Complessivamente dette vie hanno un traffico scorrevole delle auto; la presenza di marciapiedi

costituisce un elemento di sicurezza per il traffico pedonale.

Fruibilità del sistema: segnaletica e percorsi

La conformazione morfologica montagnosa dell’abitato,la collocazione del centro storico , la sua

panoramica, l’attrattiva generata dall’insieme delle attività svolte, la presenza di elementi di pregio

storico, artistico ed architettonico per i flussi turistici, rendono necessario un sistema integrato di

aree parcheggio.

Attualmente si può parcheggiare ai bordi delle vie di accesso al centro storico o in appositi

parcheggi o piazze.

Nell’allegata planimetria sono ubicati i parcheggi a servizio delle attività commerciali, ubicati lungo

le direttrici, parcheggi previsti dal PRG come opere di urbanizzazione.

Occorrerebbe collocare nelle zone di ingresso al centro abitato dei pannelli che indicano i parcheggi

più vicini al Centro. Non si ritiene necessario collocare pannelli a messaggio variabile, che indicano

la disponibilità di posti auto.

Il sistema dei parcheggi di accesso al centro storico deve essere richiamato da una segnaletica

presente nel Centro attraverso un sistema di distinzione basata sui colori.

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Anche all’uscita dai parcheggi deve essere collocata una segnaletica omogenea di accesso all’area

centrale.

Si trascrive il sistema parcheggi ed i posti presenti:

Parcheggio Superficie mq Posti auto n°

via Tommaso Villa 382,00 13

Via Papa Giovanni XXIII 865,00 30

Via Gramsci 304,00 10

Via Gramsci 118,00 4

Scuola media 1585,00 53

Via della Fiera 1632,00 55

Parcheggio previsto PRG 1580,00 53

SOMMANO 218

A questi posti auto bisogna aggiungere quelli lungo le vie di accesso, in numero presumibile di 100

posti auto.

Per tutti i parcheggi attualmente la sosta è gratis.

Criticità rilevate

A conclusione degli elementi di analisi occorre rilevare che il centro storico presenta caratteristiche

di sistema con valenza commerciale quasi buona.

Si sono tuttavia evidenziate delle criticità all’interno di questo sistema che costituiscono ostacolo

allo sviluppo ed al consolidamento di tale sistema.

Allo scopo di individuare ,sin dall’inizio, l’esistenza delle criticità che limitano la piena espressione

di attrattiva e vitalità che ha il centro storico di Collesano si riportano perciò quelle fin qui emerse.

1) Adesione all’iniziativa

Attualmente non vi è in condizione di ipotizzare il numero delle adesioni; certamente la presenza

della totalità di esercizi apporterebbe maggiore vigore contrattuale al Consorzio ed alle iniziative

che si appresta ad organizzare.

2) Visitatori e flussi

Si sono constatati segnali di contrazione del mercato , segnali che debbono essere scoraggiati con

iniziative di rilancio.

Vi è un calo di visitatori (turisti) in confronto con anni passati.

3) Vivacità urbana ed animazione

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Il centro storico e soprattutto la via Vittorio Emanuele e via Roma non presentano la stessa vitalità

in tutti i momenti della giornata. Infatti vi è scarsa animazione serale soprattutto in inverno e non vi

è vitalità in estate in momenti e periodi cosiddetti morti.

4) Efficienza urbana e servizi

L’attrattività esercitata dal centro storico ed i flussi dall’esterno rendono necessario un sistema di

accesso molto efficiente. Si sono evidenziati problemi:

- nell’accessibilità in auto (parcheggi) e segnaletica

- nell’approvvigionamento e stoccaggio merci da verificare con gli operatori.

Vi è complessivamente un buon rispetto da parte dei cittadini della zona a traffico limitato.

5) Attrattività commerciale & integrazione dell’offerta

Le attività economiche presenti hanno tutte le caratteristiche di un sistema commerciale integrato

che, alla luce delle minacce anche dello scenario generale, presentano alcuni segnali di difficoltà.

In particolare sono:

- scarsa presenza di attività con assortimenti profondi

- scarso livello di scelta fornito da alcuni settori merceologici

- difficoltà a seguire, per i piccoli negozi, i cambiamenti continui del mercato e dei flussi.

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LE DIRETTRICI STRATEGICHE

Alla luce delle criticità sopra citate si propongono alcune direttrici strategiche all’interno delle quali

collocare gli interventi di valorizzazione del centro storico.

Tali direttrici strategiche comprendono una serie di proposte che saranno successivamente

sviluppate.

I parcheggi ed i percorsi

Complessivamente il numero di parcheggi e di posti macchina sono sufficienti.

Occorre solamente saperli indicare, soprattutto al turista.

Solitamente i turisti sono coloro che non conoscono né il centro storico né l’ubicazione dei

parcheggi.

Per questi è particolarmente utile rafforzare il sistema di pannelli a messaggio variabile,

considerando inoltre la possibilità di inserire la disponibilità di posti auto.

I frequentatori abituali conoscono il centro e per loro non vi è bisogno di nessuna indicazione.

Invece quelli saltuari (abitanti in zone di espansione) di solito finiscono per scegliere sempre lo

stesso parcheggio e lo stesso percorso verso il centro.

E’ chiaro che per tutte e tre le categorie citate la realizzazione di percorsi meccanizzati deve essere

comunicata.

Parcheggi pertinenziali

E’ chiaro che i parcheggi esistenti dovranno essere utilizzati per gli esercizi esistenti.

Per tutti quelli chiusi da tanto tempo, qualora si volessero utilizzare, è necessario adeguarsi alla

normativa che prevede una serie di standard da applicare.

Tra questi bisogna considerare l’altezza utile dei locali ed il rispetto delle norme igienico sanitarie

su cui non si può derogare.

Un discorso a parte meritano i parcheggi pertinenziali o parcheggi a servizio dei clienti, non previsti

nello strumento urbanistico.

Ma è ammissibile, da parte degli esercenti, ottenere l’apertura dell’esercizio dietro monetizzazione

da corrispondere al Comune per la realizzazione di altri parcheggi ex novo.

Tutto ciò è previsto dalle leggi in materia di commercio.

Dalla lettura della normativa di riferimento, sembrerebbe che la regione vuole incrementare

l’apertura degli esercizi commerciali, per rivitalizzare i centri storici, che effettivamente sono in

questa fase al collasso.

In questa fase si è previsto negli elaborati grafici l’individuazione di tutti gli esercizi presenti, a

meno di qualche errore.

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Successivamente , in relazione alle adesioni, si pensa di allegare al presente studio di fattibilità un

successiva planimetria con l’individuazione di tutti gli esercizi chiusi nel tempo e di quelli di

possibile apertura.

Infine occorre evidenziare l’importanza e la necessità acchè l’Ente si doti del PIANO TRASPORTI

,elemento urbanistico indispensabile per la funzionalizzazione di tutti gli spetti che interessano un

centro abitato antico.

La segnaletica pedonale

E’ chiaro che si deve fare un lavoro organico sulla segnaletica esistente e da collocare, in modo da

offrire una più facile lettura delle opportunità offerte dal centro storico.

Si propone, in prossimità di ogni parcheggio, la collocazione di una segnaletica strutturata dell’area

oggetto dello studio, con indicazione del centro storico e dell’area commerciale naturale.

Può essere realizzata anche una cartina con indicazione della via commerciale e delle principali

merceologie presenti, indicando eventualmente locali dove vengono prodotti elementi di artigianato

locale o prodotti enogastronomici tipici.

Si dovrebbero collocare lungo il corso punti tecnologici informativi collegati ad archivi

centralizzati, contenenti informazioni utili per il turista , su percorsi, servizi orari di apertura etc.

Tale punto informativo, dotato di schermo touch screen, potrebbe essere così strutturato:

- indicazione del consorzio

- cartina del centro abitato

- indicazione del più vicino parcheggio

- indicazione delle categorie merceologiche presenti lungo il percorso

- indicazione del sito web.

I cartelli indicanti gli esercizi commerciali potranno riportare il logo del centro commerciale

naturale per creare un coordinamento visivo tra la segnaletica all’uscita del parcheggio e la

segnaletica direzionale.

Percorsi ed illuminazione

Non si ritiene dover intervenire sulla illuminazione serale; l’attuale illuminazione valorizza e rende

vivibile il percorso.

Logistica

Per ciò che concerne i servizi ad integrazione dell’offerta e la raccolta rifiuti, va sottolineato come

le scelte di modalità di entrambi i servizi nel centro storico dovrebbero essere oggetto di

coordinamento in quanto entrambi incidono fortemente sulla vivibilità del centro e sulla reciproca

efficienza nella erogazione dei servizi.

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Il problema del carico/ scarico merci è un aspetto particolarmente delicato poiché imprescindibile

dall’attività economica, ma nello stesso tempo di forte impatto sia dal punto di vista dell’ingombro

che per l’inquinamento arrecato.

E’ evidente che la regolamentazione della viabilità può accentuare le problematiche del traffico di

veicoli per trasporto merci.

Nel nostro caso si ritiene opportuno concentrare la consegna merci ed il ritiro rifiuti nel tratto

compreso tra le ore 8,30 e 10,00 di mattina e 15,00-16,00 il pomeriggio, indicando come posteggio

scambiatore la piazza Mazzini e corso Vittorio Emanuele altezza quattro cannoli.

Il trasporto delle merci va considerato anche in uscita dal negozio, ad esempio i pacchi ingombranti.

Al cliente dovrebbe essere rilasciato un tesserino di acquisto tramite il quale può andare a ritirare i

suoi acquisti o presso i parcheggi o presso deposito in prossimità dei parcheggi.

La sperimentazione di tale servizio è interessante ma occorre promuoverlo soprattutto tra gli

operatori che dovrebbero manifestare l’adesione apponendo un elemento identificativo “ Buy &

Go” nelle vetrine.

E’ chiaro che nel centro di Collesano questo sistema può essere attuato solamente in particolari

eventi quali le feste natalizie, la festa del Santo Patrono, Pasqua.

Fidelity Card

La naturale concentrazione dei negozi nel centro storico può essere organizzata in termini di

comunicazione e di marketing come un sistema commerciale unico che si contrappone alla

concorrenza dei centri commerciali.

Per far questo occorre realizzare un rapporto stabile ed organizzato tra gli operatori, in grado di

superare la sporadicità e frammentarietà degli eventi.

I sistemi di fidelizzazione della clientela sono interessanti sia per la loro finalità specifica , sia per il

fatto che per essere attuati necessitano di un legame stabile tra gli operatoti, azioni di

comunicazione e promozione.

Inoltre, affinché il sistema di fidelizzazione con card sviluppi tutte le sue potenzialità, è

indispensabile sviluppare questo strumento sia puntando sulla innovazione e personalizzazione delle

attività promozionali di supporto sia convenzionando la card a servizi di pubblica utilità.

Si può quindi sviluppare una collaborazione tra la pubblica amministrazione, le associazioni di

categoria, il Consorzio ed i singoli operatori.

Nel nostro caso sarebbe interessante verificare la possibilità di innestare la nuova fidelity all’interno

di un sistema esistente (biglietti parcheggi).

Animazione e vitalità urbana

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Per rilanciare le attività occorre promuovere un organismo finalizzato ad agevolare

l’organizzazione delle manifestazioni ed integrare le attività di comunicazione e

programmazione.

Occorre redigere un piano di comunicazione annuale, definito con il coinvolgimento di tutti i

soggetti presenti e futuri.

Detto piano ha anche lo scopo di far convergere maggiormente le azioni di comunicazione di

diversi soggetti e stimolare la ricerca di sinergie.

Pertanto necessita :

a) valorizzare l’esistente:

• inserire eventi legati allo shopping nell’ambito di iniziative culturali che si svolgono nel centro

storico (mostre, sfilate, concorsi)

• agganciare la promozione dell’artigianato, dei prodotti tipici per valorizzare le tradizioni locali

b) Nuove azioni

L’elenco delle iniziative che compongono il piano di comunicazione deve essere:

• Aperto alle nuove idee che possono nascere dai vari soggetti (commercianti, artigiani,

ristoratori)

• Contenere iniziative orientate a singoli segmenti (giovani, turisti, interessati all’ambiente, alla

cultura etc.)

c) Promozione dell’area commerciale e comunicazione

Le iniziative inserite nel piano annuale necessitano di una adeguata comunicazione che può essere

sostenuta con il contributo di diversi soggetti ( enti pubblici, banche, associazioni etc.).

Integrazione attrattività commerciale

Occorre rilevare i limitati spazi di intervento su questi temi, in quanto non ci sono strumenti

normativi in grado di modificare il layout merceologico ed il mix di attività ed attualmente è vietata

la segnaletica direzionale in centro storico.

Si può attuare solamente:

- la valorizzazione del percorso tramite segnaletica collocata nelle aree di parcheggio

- un accordo per opzionare i locali lasciati liberi per nuove attività, che integrano l’offerta.

Per aumentare le opportunità di intervento in merito alla valorizzazione delle funzioni

commerciali è necessario favorire l’ampliamento degli spazi commerciali e la crescita dimensionale

degli esercizi.

Per mantenere alta l’attenzione nei confronti dei punti vendita, nonché per informare cittadini e

turisti degli eventi e delle novità, si può realizzare un portale informativo (touh screen) delle attività

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del centro storico, in grado di permettere un rapporto continuativo e diretto tra gli operatori ed i

potenziali acquirenti.

In una città a vocazione turistica una iniziativa in tale direzione potrebbe essere utile; la

modalità di realizzazione potrebbe essere quella del virtual tour, cioè un viaggio virtuale nella via

maggiormente commerciale e nei negozi dell’area.

Per la realizzazione di questo portale occorre un soggetto strutturato quale il Consorzio, che si

occupa della promozione dello strumento presso gli operatori nella prima fase e della gestione e del

coinvolgimento degli operatori nella seconda.

Un discorso a parte merita la sistemazione esterna dei negozi.

Sono allegate alcune idee progettuali che di seguito vengono indicate:

- esempio di vetrina con cornice ed ingresso arretrato con rampa

- esempio di vetrina ad apertura arcuata con tende e cornice

- esempio di vetrina senza cornice ed ingresso arretrato con rampa

- esempio di vetrina prospiciente su strada in pendenza con tende sopra e sotto l’insegna e

cornice.

Riferimenti normativi ed iniziative ammissibili

I riferimenti normativi per la costituzione dei CCN sono :

- la Legge regionale 15 settembre 2005 n. 10 art.9

- la Legge regionale 8 novembre 2007 n.21

- il Decreto 9 aprile 2009 dell’Assessorato alla Cooperazione.

Il CCN deve assolvere alle seguenti caratteristiche:

- scopo esclusivo è la valorizzazione del sistema economico locale, con particolare riferimento al

commercio tradizionale di vicinato e di medie strutture di vendita,ai pubblici esercizi ed

all’artigianato tradizionale,artistico e di servizio e ciò al fine di incrementare la fruibilità del

centro e del suo territorio , con la promozione della sua immagine;

- il coinvolgimento nell’area interessata dal CCN di immobili pubblici e privati soggetti a vincolo

di tutela;

- eventuale coinvolgimento del Comune con quota di bilancio da destinare al sostegno delle

attività;

- presenza di attività commerciali ed artigianali interessate alla vendita e/o produzione di prodotti

tipici siciliani.

Il CCN può ricevere incentivi sia economici che di supporto tecnico, oltre che dal Comune, dalla

Camera di Commercio, anche dalla Regione, dallo Stato,dalla Unione Europea .

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Attualmente vi è la Legge nazionale n.266/97 (contributi per il Commercio) , che prevede contributi

pubblici per la valorizzazione commerciale dei centri storici, aree urbane centrali e zone a forte

vocazione commerciale.

Iniziative da programmare in relazione all’art.6 del decreto

Altre iniziative possibili e da programmare sono:

- creazione e registrazione del marchio

- registrazione del dominio internet

- eventi, pieghevoli, calendari etc.

- attività di animazione urbana;

- attività promozionali;

- attività di comunicazione come informazione,pubblicità,propaganda etc;

- progetti di arredo urbano,quali fioriere, cestini, orologio, bacheca etc., per i centri commerciali

naturali;

- accordi con enti di promozione turistica per l’offerta di pacchetti turistici, integrati con l’offerta

commerciale ed artigianale;

- iniziative con il sistema economico e finanziario al fine di sponsorizzare iniziative del CCN;

- accordi con la proprietà immobiliare su progetti di riconversione funzionale di immobili

inutilizzati

- partecipazione a bandi di finanziamento pubblico rivolti alle imprese commerciali per lo

sviluppo di strategie di marketing

- gestione finanziamenti inerenti la sicurezza ed il controllo, per la realizzazione di impianti

collettivi per la video sorveglianza esteso a tutto il territorio del centro commerciale naturale

- organizzazione manifestazioni culturali, convegni, dibattiti, seminari per il raggiungimento e la

diffusione dei propri obiettivi, nonché attività di formazione per i titolari e per gli addetti.

Si è in attesa dell’emissione di bandi di finanziamento regionale ,per capire meglio le azioni

ammesse a finanziamento.

Analizzando studi di fattibilità per altri Centri Commerciali Naturali ci si è accorti che nei piani di

azione possono prevedersi altre iniziative:

Interventi volti a riqualificare le attività presenti nella zona

- adeguamento vetrine,arredamenti, insegne etc.

- servizi comuni per la logistica, per l’ottimizzazione della gestione dei rifiuti e per la creazione di

servizi comuni a più imprese per le consegne a domicilio clienti etc.

- interventi significativi di arredo urbano.

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Nel programma può essere compresa l’acquisizione, da parte dell’Ente pubblico proponente,di

immobili o frazioni di immobili destinati o da destinare ad attività commerciale o di servizio di

particolare rilevanza per la qualificazione dell’area.

In tal caso la concessione del contributo deve essere condizionato all’impegno a mantenere la

destinazione d’uso per almeno 15 anni.

Un discorso a parte merita l’art.4 del decreto 9 aprile 2009.

Per l’istituzione dei CCN ci devono essere dei motivi giustificativi e tra questi è citato “eventuale

quota del bilancio comunale destinata al sostegno delle attività dei CCN”.

Tale dichiarazione non è impegnativa in questa fase ma è chiaro che, una volta costituito il

consorzio, tale struttura può chiedere contributi ad Enti e tra essi anche al Comune per la gestione e

l’organizzazione di eventi a sostegno delle categorie.

Potrebbe anche verificarsi che nella redazione del bilancio di previsione dell’Ente possa inserirsi un

apposito capitolo di finanziamento, da impegnare a favore del CCN per la gestione di tutte le

attività promozionali.

Portale Web del centro commerciale naturale

Si può prevedere il portale on line che riunirà i negozi partecipanti all’iniziativa del CCN, anche

virtuale.

Questo portale dovrebbe avere funzione di e-commerce e vetrina ondine.

Al suo interno dovrebbero trovarsi :

• le vetrine virtuali dei negozi e delle attività aderenti,con funzionalità di commercio elettronico e

prenotazione degli acquisti on-line;

• informazioni su eventi,iniziative e promozioni in corso nel centro;

• tutte le informazioni accessorie su centro di Polizzi, sui suoi maggiori punti di interesse ed i suoi

servizi offerti al pubblico.

Ogni esercente potrà dunque costruire un vero e proprio minisito per pubblicare tutte le

informazioni utili a promuovere il negozio o il servizio, corredato delle tecnologie necessarie a

svolgere la propria attività commerciale anche su internet.

Collesano CARD

Trattasi di una nuova carta di fidelizzazione del Centro Commerciale Naturale.

Essa è rivolta principalmente ai clienti che vivono nella città o comunque nei comuni limitrofi, in

quanto è sistema di fidelizzazione per i consumatori realizzato attraverso una operazione a premi

che permette al cliente di accumulare punti sulla sua carta ad ogni acquisto effettuato per ottenere

premi.

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La Card dovrà funzionare come una comune carta di fidelizzazione della grande distribuzione o dei

distributori di carburante ma ha una particolarità: può essere utilizzata ogni volta che nella

quotidianità si fanno acquisti o si usufruisce di servizi,andando a fare shopping nei negozi, andando

dal parrucchiere, facendo una nuova assicurazione,consumando una cena al ristorante o acquistando

generi alimentari.

I punti caricati sulla card debbono tenere conto della tipologia merceologica degli esercizi aderenti

al circuito.

Questo sistema è vantaggioso per il cliente che ha così la possibilità di accumulare molti punti con

pochi acquisti. Questo per rendere ancora più attrattivo il ricco catalogo premi,messo in palio dagli

stessi commercianti.

Oltre ai premi ,raccogliendo punti, è anche possibile usufruire di buoni acquisto da spendere sempre

nell’esercizio.

Altra particolarità della Card Polizzi può essere l’evoluto sistema di utilizzazione.

Con questo sistema tutti i dati delle transazioni possono essere visualizzati tramite il web. Nello

specifico si dà la possibilità a tutti gli utenti di accedere tramite un nome utente ed una password

alla propria pagina personale in cui sono indicate le transazioni eseguite ed il saldo punti, cosa che

può fare anche l’esercente con la sua chiave di accesso.

Convenzione con istituti bancari

Si può proporre una convenzione con la Banca di Credito Cooperativistico S.Giuseppe di Petralia

Sottana e con il Banco di Sicilia,

Essa dovrà prevedere che tutti i soci e le loro famiglie ,previa presentazione di un documento che

attesti l’essere socio e l’indicazione dei familiari, possono beneficiare di sconti offerti dai negozi

del CCN di Collesano.

Tale iniziativa dovrà essere pubblicizzata anche nel sito della Banca.

Convenzione con il mondo scolastico

Si può proporre di instaurare una collaborazione con la Consulta degli studenti per emettere una

carta sconto per tutti i frequentatori delle strutture scolastiche locali.

Manifestazioni varie

Una iniziativa di attrazione , organizzata dal CCN, potrebbe essere il Mercatino dei bambini ,da

svolgere lungo il corso, per la vendita della loro “ mercanzia”, l’allestimento delle vetrine natalizie

o pasquali e relative premiazioni, la manifestazione “ Lanterne illuminate” da organizzare in una

data invernale o estiva, la manifestazione di esposizione e vendita di antiquariato, oggettistica,

ceramiche, stampe, libri, fumetti, cartoline, giocattoli, minerali, collezionismo.

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E’ chiaro che questo studio di fattibilità è preliminare e dovrà essere confortato dal parere e dai

suggerimenti degli operatori.

Inoltre esso dovrà essere adeguato alle iniziative indicate nei bandi di finanziamento emanati dagli

assessorati competenti della Regione Siciliana.

Collesano lì aprile 2011

Il professionista

Allegati :

- L’habitat collesanese - Itinerario storico - Associazione di promozione del turismo - La ceramica di Collesano - La Targa Florio e il museo - Prodotti tipici - Strutture ricettive - Tradizione e folklore - Imprese di Collesano

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ESERCIZI COMMERCIALI IN SEDE FISSA

n. DENOMINAZIONE SEDE TIPOLOGIA

1 Casale Anna Via Roma, 19 Abbigliamento

2 Di Giovanni Ignazia Rita Via Palermo, 12 Abbigliamento

3 D’Agostaro Michelangela Via Palermo, 54 Abbigliamento e prodotti sportivi

4 Andolina Carmelo Via Montegrappa, 3 Alimentare

5 Asciutto Stefano Via Palermo, 80 Alimentare

6 Asciutto Stefano Via Umberto I, 34 Alimentare

7 Lo Re Francesco Via T. Villa, 42 Alimentare

8 Macaluso Germana Giuseppa

Via Imera, 6 Alimentare

9 Nicchitta Alessandro Via Isnello, 66 Alimentare

10 Piampiano Maria c.so Vitt. Emanuele, 16 Alimentare

11 Signorello Giovanni Via Roma, 43 Alimentare

12 Mogavero Gandolfo Via Palermo, 28 Alimentare, commercio al dettaglio con apparecchi automatici

13 Castellese Gullo Emanuele Via Roma, 6 Art. igiene, detersivi

14 Campagna Gioacchino Via Palermo, 37 Bombole GPL a domicilio

15 Carruba Maria Via Roma, 67 Calzature – pelletteria

16 Cascio Matteo Via Umberto I, 77 Cartoleria

17 Di Cesare Maria Via Vittorio Emanuele, 115 Cartoleria

18 Gargano Maria Angela Via Palermo, 14 Cartoleria

19 Incandela Giuseppe Via Roma, 42 Cartoleria – CED

20 Siragusa Antonina Via della Grazia, 16 Commercio concimi e mangimi

21 Merceria di Macrì Anna Maria

Via Regina Margherita, 83 Detersivi e merceria

22 Macaluso Serafino Via Palermo, 49 Elettrodomestici

23 Macaluso Giuseppe Via Isnello, 52 Elettrodomestici

24 Battaglia Maria Via Roma, 51 Farmacia

25 Filippone Giuseppe Via Giacomo Lo Varco, 26 Ferramenta

26 La Russa Teresa Via Palermo, 56 Ferramenta

27 De Luca Pierpaolo Via Palermo, 3/A Fotografo

28 Cirrito Vincenzo c.so Vittorio Emanuele, 97 Inform. Art. cancelleria

29 La Torre Filippo Via Roma, 12 Informatica e prodotti per computer

30 Di Pasquale Francesco c.so Vitt. Emanuele, 54/56 Macelleria

31 Iachetta Pietro Via Palermo, 1 Macelleria

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32 Traina Salvatore Via Roma, 79 Macelleria

33 Castellana Salvatore Via Montegrappa, 35 Mangimi, concimi etc.

34 Comed s.n.c. di Fullone Gandolfo e C.

c.da Mondoletto Materiale edile

35 Tambuzzo Graziano e C. sas

Via Palermo Materiale edile

36 Ecotecna srl c.da Partuccelli Non alimentare

37 Gaudino Rosa Via Pietro Cardona, 17 Non alimentare

38 Pacifico Alessandra Via Roma, 83 Non alimentare

39 PI.RO di D’Agostaro Giacomo

Via Benincasa, 11 Non alimentare

40 Costa Anna Via Isnello, 33 Non alimentare (Accessori e ricambi auto)

41 Autocenter di Nicola Orlando

Via Palermo, 107-111 Non alimentare (ricambi, accessori auto)

42 Tanese Fabio Via Roma, 58 Ottico

43 Ficarra Ciro c.da Croce Panificio

44 G.L.R. di Grisanti A. La Russa A.

Via Polizzi, 45 Panificio

45 I Sapori del grano s.n.c. Via Umberto I, 2 Panificio

46 Gargano Giuseppe Via Roma, 54 Panificio

47 Santino Rosa Via Lo Varco, 18 Piante e fiori

48 Spagnuolo Emilia Via Roma, 57 Piante e fiori

49 Lo Re Rossella Via Vittorio Emanuele, 10 Prodotti vari ed articoli regalo

50 Curione Adelina Via Palermo, 149 Sanitaria

51 Piccolo Mondo s.r.l. Via Roma, 60 Sanitaria

52 Impelliteri Rosaria Via Vittorio Emanuele, 14 Tabacchi

53 Mogavero Stefano Via Isnello, 2 Tabacchi

54 Sabatino Caterina Via Palermo, 52 Tabacchi ed articoli regalo varie

COMMERCIO AREE PUBBLICHE

N. DENOMINAZIONE SEDE TIPOLOGIA

55 Chiappone Antonino Via Benincasa, 2 Alimentare (frutta e verdura)

56 Cappello Diego c.da Gatto Alimentare (frutta e verdura)

57 Sottile Lucio Via Saffi, 9 Alimentare (frutta e verdura)

58 Restivo Giovanni Via Brodoloni, 4 Alimentare (frutta e verdura)

59 D’Agostaro Enzo Via Schicchi, 4 Alimentare (salumi e formaggi)

60 Iocolano Giuseppe Via Montegrappa, 21 Alimentare (salumi

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formaggi)

61 Testaiuti Michele Piazza Garibaldi, 3 Alimentare (salumi e formaggi)

62 Colombo Giuseppe Via Palermo, 70 Alimentare (frutta e verdura)

63 Sottile Vincenzo Via Castello, 12 Alimentare (frutta e verdura)

64 Barbera Angelo Via Bagherino, 20 Alimentare (frutta e verdura)

PUBBLICI ESERCIZI

N. DENOMINAZIONE SEDE TIPOLOGIA

65 Barranco Filippo Piazza Mazzini, 1 Bar, panineria

66 D’Agostaro Sebastiano Piazza Mazzini, 3 Bar

67 Sealtur snc c.da Drinzi Trattoria, pizzeria, bar

68 Traina Pietro Via Isnello, 76-78 Trattoria

69 Camilleri Giuseppe Via Palermo, 58 Rosticceria

70 Ecotecna srl c.da Bartuccelli Ristorante, bar

71 Simply eat and travel srl c.da Gatto Trattoria, pizzeria, bar

72 Cirrito Maria Rita c.so Vittorio Emanuele, 27

Bar

73 Lapi Michele Via Palermo, 31 Bar, pizzeria

74 Fratelli Battaglia snc c.so Vittorio Emanuele, 34

Bar

75 Civello Antonino snc di Failla Michelangelo e C.

c.so Vittorio Emanuele, 62

Bar

76 Panzanella Calogero c.da Costa Schiavo Pizzeria bar

77 Fratelli Peri di Peri Vincenzo e C.

Via Palermo, 61 Bar

78 Rinaudo Salvatore c.da Pizzillo Ristorante

79 Bar centrale di Mogavero Filippo e Salvatore snc

c.so Vittorio Emanuele, 26

Bar

80 Pascal Mineo bar

AGRITURISMI

DENOMINAZIONE SEDE TIPOLOGIA

Arione di Sperandeo Giuseppa

c.da Pozzetti Ricezione e somministrazione

Franzò Giuseppe c.da Chiusilla Ricezione e somministrazione

Pucci Donatella c.da Gargi di cenere Ricezione e somministrazione

Invidita Sandra c.da S. Anastasia Ricezione, vendita prodotti agricoli, fattoria didattica

Cangelosi Matteo c.da Tabarani Ricezione e

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somministrazione

Mandra Chiusilla di Franzò Giuseppe

c.da Chiusilla Ricezione e somministrazione

Ilardo Lorenzo c.da Favara Ricezione e somministrazione

Pucci di Benischi Alvise c.da Gargi di Cenere Ricezione e somministrazione

TURISMO RURALE

DENOMINAZIONE SEDE TIPOLOGIA

L’Antico podere del nonno di Ortolano Fabrizia

c.da Pozzetti

Casena Mongerrati di Messina Maria Concetta

c.da Mangiatoria

Bed & Brekfast

DENOMINAZIONE SEDE TIPOLOGIA

Di Gaudio Antonio (Sealtur snc)

c.da Drinzi

Paropo di Federico Gianfranco

c.da Favara

L’Agrumendo di Scortino D c.da Gennara

CASA VACANZA ALBERGO

DENOMINAZIONE SEDE TIPOLOGIA

Ecotenca srl c.da Bartuccelli

CASEIFICI

DENOMINAZIONE SEDE TIPOLOGIA

Invidiata Grazia c.da S. Anastasia

Lo Curto Antonino c.sa S. Agata Caseificio e macelleria rurale

Dispenza Illuminato Via Palermo, 131

Azienda Cirrito c.da Gianbardaro

PRODUTTORI AGRICOLI

DENOMINAZIONE SEDE TIPOLOGIA

Russo Angela Via Isnello Miele

Dispenza Gandolfo c.da Croce Prodotti ortofrutticoli

Gulioso Matteo c.da Pozzetti Prodotti ortofr. Olivic. Agrumic.

Inzinna Salvatore c.da Ventisalme/pozzetti Prodotti ortofr. Olivic. Agrumic

Messina Pietro c.da Ventisalme Uova

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Vetrina Interattiva 32" - 42" a Video Proiezione

Installazione a soffitto

Installazione a pavimento

Vetrina Interattiva 32" / 42" Composta da: 1 x Videoproiettore 1 x Personal Computer 1 x Scheda acquisizione Video 1 x Telecamera Infrarosso 1 x Illuminatore Infrarosso (Opz.) 1 x Schermo retroproiezione 1 x Software gestione touch.

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Vetrina interattiva da Retrovetrina

Installazione

Vetrina Interattiva 19” Display Touch Screen da Retrovetrina CPU Dual Core T2130 RAM 1024 Mb, HDD 80 GB Lettore Combo, Scheda Wireless Dimensioni: 432 x 363 x 80 mm

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3

DESCRIZIONE TECNICA Gennaio 2001

MISURE ESPRESSE IN CENTIMETRI

FIORIERA

1:10

TIPOLOGIAMODELLOSCALA

2°A

B

ø 26ø 28,5

C

5

ø 100

733

40

ø 41

Prospetto

2203.000

Sezione - Esploso

DescrizioneFioriera formata da elementi in ghisa UNI EN 1561, il tutto corrispondente per forma, misure e decori vari al disegno che del progetto fa parteintegrante.La fioriera è composta come segue:1°) da un piedistallo in ghisa alto cm 7, diametro inferiore cm 41, superiore cm 26, a forma tronco conica con il lato a forma di onda, dotato di un

foro (B) (diam. cm 2,0) per il drenaggio dell'acqua e di tre fori (C) (diam. cm1,4) per il fissaggio al suolo con murature o tirafondi. Il piedistalloviene fissato alla vasca (2°) con tre viti (A) M10 in acciaio inox;

2°) da una vasca in ghisa con funzione di fiorera alta cm 33, a forma tronco conica (diametro superiore cm 100, inferiore cm 28,5) con il lato a formadi onda, dotata nella parte superiore di un anello (spessore cm 5).

L'altezza totale della fioriera è di cm 40, il diametro cm 100. Il volume contenuto dalla vasca è di dm3 115, ed il peso totale è circa Kg. 134.

Protezione delle superfici in ghisaLa protezione delle superfici in ghisa è da ottenersi attraverso le seguenti fasi:

sabbiatura; una mano di primer monocomponente allo zinco; una mano di primer epossidico bicomponente al fosfato di zinco; una mano applicata per immersione di primer sintetico a base di resine alchidiche; una mano a finire di smalto alchidico.

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4

DESCRIZIONE TECNICA Gennaio 2001

MISURE ESPRESSE IN CENTIMETRI

OROLOGI

1:20

TIPOLOGIAMODELLOSCALA

FA B C

D

E

BC A

bccba

90

61,5

a60

R 37

5,5

46

F

16

12,8

1612,8

Ø 1,2

71

77

2205.000

EsplosoFianco

Cassa orologio

Esploso

Prospetto

DescrizioneOrologio su mensola in fusione di ghisa UNI EN 1561 ealluminio UNI 4514, il tutto corrispondente per forma,misure e decori vari al disegno che del progetto fa parteintegrante.L'orologio è composto come segue:1°) da una mensola sporgente cm. 46 alta cm. 60, con

raggio di curvatura di cm. 37. La mensola è decoratada otto scanalature lungo il tronco curvo (spessorecm. 5,5) e da due cubi con pigna liscia; il cuboinferiore è decorato a sua volta con rosette, nella suaparte alta si delinea l'innesto per la cassa dell' orolo-gio; il cubo superiore è dotato di una piastra quadrata(lato cm. 16) opportunamente sagomata, tale piastraè munita di 4 fori Ø1,2 con interasse di cm. 12,8 peril fissaggio a muro. La mensola è ottenuta da un'unicafusione di ghisa.

2°) da una cassa orologio alta cm. 71, larga cm. 61,5,composta da i seguenti elementi:D - un telaio centrale in fusione di alluminio, fissatoalla mensola con due viti M10 in acciaio inox (a);F - una corona in fusione di alluminio, decorata dadieci spicchi e fissata al telaio centrale;A- due cornici circolari esterne in fusione di alluminio,decorate da piccole borchie sulla circonferenza efissate alla cassa ognuna con quattro viti M6 (b);B - due schermi protettivi in materiale plastico traspa-rente (PMMA);C - due quadranti segna tempo con numerazione instile romano, realizzati in materiale plastico colorbianco opalino (PMMA) completi ognuno di meccani-smo al quarzo, lancette segna ore e minuti e viti difissaggio in ottone (c);E - una scatola in materiale plastico contenente ildispositivo elettronico che consente la ricezione e ilsincronismo via radio con automatica variazione del-l'ora legale e solare. L'alimentazione avviene tramitespeciali batterie al litio che ne garantiscono il funzio-namento per diversi anni.

L'altezza totale dell'orologio è di cm. 90, la sporgenzamassima è di cm. 77.

Protezione delle superfici in ghisa e alluminioLa protezione delle superfici in ghisa è da ottenersiattraverso le seguenti fasi:

sabbiatura;una mano di primer monocomponente allo zinco;una mano di primer epossidico bicomponente al fo-sfato di zinco;una mano applicata per immersione di primer sinteti-co a base di resine alchidiche;una mano a finire di smalto alchidico.

La protezione delle superfici in alluminio è da ottenersiattraverso le seguenti fasi:

sabbiatura;una mano di primer epossidico bicomponenteuna mano a finire di smalto alchidico.

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6

DESCRIZIONE TECNICA Gennaio 2001

MISURE ESPRESSE IN CENTIMETRI

CESTINI PORTARIFIUTI

1:10

TIPOLOGIAMODELLOSCALA

1433

ø 15

ø 3,3

ø 6

ø 11,5

53,5

A

B

C

a

b

c

d

e

7,5

2274.000

93

44 31

DescrizioneCestino portarifiuti in fusione di ghisa sferoidale UNI EN1563, acciaio FE 360 UNI 7810 e lamiera di ferro zincataa caldo UNI EN ISO 1461, il tutto corrispondente performa misure e modanature varie al disegno che delprogetto fa parte integrante.Il cestino portarifiuti è composto come segue:1°) da una struttura porta cesto, realizzata da una colonnina

(A) in ghisa sferoidale, alta cm.33, con alla base unaflangia (diam. cm. 15), un corpo centrale (diam. cm.6), sormontato da una scozia e un toro (a) (diam. cm.11,5), e una parte superiore formata da un cubo (b) edun elemento decorativo a forma di pigna (c); un tubo(B) in acciaio (diam. cm. 3,3) piegato e fuso unitamenteall'elemento A, completo di due boccole (d) per ilfissaggio del cesto tramite due viti M8; due elementi(C) in fusione di ghisa, a forma di cubo (lato cm. 5),saldati al tubo B, sui lati interni vi sono due boccole (e)per il fissaggio al cesto tramite due viti M8;

2°) da un cesto realizzato in lamiera di ferro zincato,spessore 15/10, alto cm.53,5 diametro cm. 30; il fondodel cesto è dotato di fori per consentire all'acqua didefluire.

L'altezza del cestino è di cm. 93, la larghezza massima dicm.44, la muratura (fusa unitamente all'elemento A) èalta cm.14.Il volume di rifiuti che può essere contenuto è di litri 37.

Protezione delle superfici in ghisa e lamiera zincataLa protezione delle superfici in ghisa è da ottenersiattraverso le seguenti fasi:

sabbiatura;una mano di primer monocomponente allo zinco;una mano di primer epossidico bicomponente al fo-sfato di zinco;una mano applicata per immersione di primer sinteti-co a base di resine alchidiche;una mano a finire di smalto alchidico.

La protezione delle superfici in lamiera zincata è daottenersi attraverso le seguenti fasi:

una mano di primer epossidico bicomponente;una mano a finire di smalto alchidico.

FIANCOPROSPETTO

ESPLOSO

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7

DESCRIZIONE TECNICA Gennaio 2001

MISURE ESPRESSE IN CENTIMETRI

STENDARDO

1:20

TIPOLOGIAMODELLOSCALA

85,5

ø 3,

310

9

79

85,5ø 3,3

8

M8

ø 4,8

M6

13

275

225

50

1° 1°

3°3°

4° 4°

A

ø 7

ø 14

B

C

D

E

a

b

FF

14

230

105

101

71

91

2291.000

Prospetto

Esploso

DescrizioneStendardo formato da elementi in ghisa UNI EN 1561 eacciaio FE 510 UNI 7810, il tutto corrispondente per forma,misure e decori vari al disegno che del progetto fa parteintegrante.Lo stendardo è composto come segue:1°) da due elementi di base in ghisa alti cm 13, a forma tronco

conica (diam. inferiore cm 14, superiore cm 7), decoratinella parte centrale e superiore da venti piccole scana-lature (A). Ogni elemento viene fissato al tubo portante4° tramite un grano M6;

2°) da due elementi intermedi in ghisa alti cm 8, con funzionedi raccordo fra i tubi portanti 4° e il tubo inferiore 5°. Glielementi sono a forma di cubo, decorati sulle facceanteriore e posteriore da rosette (B) e sulla facciaesterna da una piccola sfera;

3°) da due elementi terminali in ghisa alti cm 14, con funzionedi raccordo fra i tubi portanti 4° e il tubo superiore 5°. Glielementi sono per la parte inferiore a forma di cubo,decorati sulle facce anteriore e posteriore da rosette (C)e sulla faccia esterna da una piccola sfera. La partesuperiore degli elementi è composta da una sfera con-tenuta da otto spicchi (D);

4°) da due tubi portanti alti cm 275 (diam. cm 4,8) in acciaiozincato a caldo UNI EN ISO 1461, di cui cm 50 andrannocementati nei plinti di fondazione (F). Ogni tubo è predi-sposto di due attacchi per il sostegno del pannellopubblicitario;

5°) da due tubi in acciaio zincato a caldo UNI EN ISO 1461lunghi cm 85,5 (diam. cm 3,3). Ogni tubo è predispostodi due attacchi per il fissaggio del pannello pubblicitario;

6°) da un pannello pubblicitario composto da:un telaio esterno (E) alto cm 109, lungo cm 79, realizzato con profilato angolare (mm 40 x 20 x 5) di acciaiozincato a caldo UNI EN ISO 1461, dotato di attacchi peril fissaggio ai tubi di sostegno 4° e 5°;un telaio interno alto cm 107,5, lungo cm 77,5, realizzato in profilato piatto (mm 30 x 5) di acciaio zincato acaldo;da un pannello in lamiera zincata (spess. 2 mm), altocm 106, lungo cm 76, fissato con 14 viti M6 inacciaio inox fra i due telai in acciaio.Il pannello pubblicitario viene fissato ai sostegni con 8 vitiM8 in acciaio inox (a).Lo spazio pubblicitario utile è: altezza cm 101, lunghezzacm 71.

L'altezza totale dello stendardo è di cm 230, la lunghezza cm105 e l'interasse fra i sostegni cm 91.

Protezione delle superfici in ghisa e acciaio zincatoLa protezione delle superfici in ghisa è da ottenersi attraver-so le seguenti fasi:

sabbiatura;una mano di primer monocomponente allo zinco;una mano di primer epossidico bicomponente al fosfatodi zinco;una mano applicata per immersione di primer sintetico abase di resine alchidiche;una mano a finire di smalto alchidico.

La protezione delle superfici in acciaio zincato è da ottenersiattraverso le seguenti fasi:

una mano di primer epossidico bicomponente;una mano a finire di smalto alchidico.

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DOCUMENTAZIONE ALLEGATA

Arte a Collesano La cittadina di Collesano rappresenta, sicuramente per ogni visitatore, il posto ideale per chi vuole vivere la natura, per un relax tranquillo e rilassante, addentrarsi nel fascino delle testimonianze culturali, monumentali, artistiche, religiose e sportive e, scoprire il gusto dei prodotti tipici e gastronomici locali. Inoltre, vivere le intense emozioni delle feste religiose, delle manifestazioni tradizionali e di svago. Il territorio di Collesano, porta naturale del Parco delle Madonie, unisce quindi, l’incanto dei suoi luoghi, del paesaggio naturale, con il fascino della sua ricchezza storica, artistica, monumentale, scultorea e pittorica. Il territorio di Collesano concede momenti di vera suggestione e fa rivivere in ogni punto uno scampolo del nostro passato e della nostra storia. Altro elemento distintivo sono i suoi abitanti, cordiali, premurosi con gli ospiti. ITINERARIO STORICO NEL CENTRO URBANO

La prima consistenza urbana del paese si ebbe in epoca normanna e si sviluppo attorno al Castello con l’antico quartiere “Bavarino”. In questo quartiere sono ubicati: il Castello, purtroppo oggi rimangono poche tracce dell’impianto originario e la Chiesa S. Maria La Vecchia titolata inizialmente a S. Nicolò di Bari, primo Santo Patrono di Collesano dopo la conquista Normanna. Collesano durante il ‘400 vive un periodo di espansione economica ed urbanistica. Nel 1451 i Francescani

Conventuali si trasferirono nel nuovo convento con annessa la chiesa crollata definitivamente nel secolo scorso. Nello stesso periodo si costruisce la Chiesa di S. Giacomo, con la sua Piazza Grande e alla fine del secolo iniziarono i lavori della nuova Chiesa Madre: la Basilica minore di S. Pietro. Il Monastero benedettino di S. Caterina fondato col contributo di Giovanni De Jorno, fu costruito all’inizio del ‘500 ma, purtroppo nel 1976 crollò la chiesa di S. Caterina, mentre il complesso monastico è stato riadattato a Scuola Elementare (Via Tommaso Villa). Intorno alla metà del ‘500 fu costruito il Convento di San Domenico (oggi il palazzo è sede municipale) e alla fine del ‘600 lo sviluppo urbanistico collesanese è tracciata: il Castello e le adiacenze del convento di S. Domenico. Con la costruzione del convento e la chiesa di S. Maria di Gesù, 1612, in zona periferia, secondo la tradizione Francescana, si delimita definitivamente l’impianto urbanistico. Su via Roma emerge il Municipio, ex Convento Domenicano, costruito col sostegno della Contessa Susanna Gonzaga, moglie di Pietro Cardona, all’interno è significativa la visita

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alla “Sala dei Sindaci” con un tavolo in legno intarsiato dedicato alle Vittime della mafia, di recente ristruttirazione. La stessa struttura al primo piano, adiacente al Municipio, con ingresso dalla parte destra, ospita da qualche anno il “Museo Targa Florio” che raccoglie immagini, foto inedite, documenti e cimeli della più antica gara del mondo, su strada, che tanto onore ha dato a Collesano e alla Sicilia. Attiguo al palazzo municipale la Chiesa dell’Annunziata Nuova o del Rosario. La chiesa

a pianta centrale con una sola navata con 8 cappelle laterali e un tiburio di forma esagonale. All’interno è conservato, all’entrata, la tomba monumentale marmorea del Conte Antonio Ventimiglia, della moglie Alvira Moncada e della figlia Costanza datate 1460 e nella parte inferiore, la tomba del Conte Pietro Cardona. Fra le altre opere d’arte in essa custodite di pregevole interesse è il quadro della “Madonna del Rosario” del primo

’600, attribuibile allo Zoppo di Gangi e la tela di buona fattura della “Circoncisione” (1634) del pittore locale Giovanni Giacomo Lo Varchi (1606 - 1683). la Fontana Quattro Cannoli costruita sul finire del 1876 dall’Ing. Diliberto D’Anna, sull’omonima piazza, di forma circolare con 4 cannelle, nella parte centrale un basamento a tronco di cono è rialzato da un putto metallico poggiante

su un grosso pesce nell’atto di suonare un corno. La Basilica di S. Pietro, o chiesa Madre, per il suo patrimonio artistico- storico è sicuramente una delle più importanti chiese delle Madonie, e seconda, per dimensione, solo a quella di Cefalù. La pianta della chiesa è a 3 navate, ampia la navata centrale e minori le due laterali, sorrette da 14 colonne di base poligonale. Rappresenta un segno architettonico caratteristico del paese la bellissima scalinata su P.zza Duomo. L’ingresso originario era quello laterale destro sormontato da un portale gotico–catalano prospiciente su P.zza Plebiscito (u chianu da misericordia), nella quale insiste, fissata alla navata laterale della chiesa, la Torre di Guardia sicuramente del

periodo normanno, come testimonia l’elegante bifora dallo stile duecentesco. La torre che ha subito diversi interventi, venne utilizzata come torre campanaria fino al 1912. La costruzione della chiesa ebbe inizio alla fine del ’400, e venne completata solo nel 1548. Le tre navate sono coperte da un tetto ligneo a capriate, decorato. Nel 1652 venne rifatto il prospetto della chiesa che rimarrà fino ai primi anni del ‘900. I cambiamenti effettivi avvenuti nella facciata sono la presenza delle due nuove torri campanarie che superano una per lato il prospetto. Nel 1985 nelle due piccole nicchie della parete del primo ordine, vengono poste due statue in bronzo che raffigurano i Santi Basiliani nativi di Collesano: Saba e Macario, vissuti intorno all’anno 1000. Del primo periodo permangono la statua della Madonna della Presentazione al tempio (1546) nella nicchia a sinistra e la tribuna marmorea della Cappella del Sacramento. Un bassorilievo raffigurante i dodici Apostoli forse di scuola gaginiana, ai lati del Tabernacolo e un’Acquasantiera datata inizio ’500. Attaccato alla navata centrale, sospeso a mezz'aria, il complesso ligneo intagliato del Crocifisso della Provvidenza, un esemplare unico in Sicilia per la sua laboriosità e ricchezza di rilievo, realizzato da G. Di Marzo e Vincenzo Pernaci, maestri intagliatori e da Sillaro per la parte pitturata. Mostra un motivo a candeliere con bracci reggi-dolenti in cui poggiano le sculture della Madonna e di S. Giovanni, centralmente il Crocifisso inserito in una croce dai capicroce gigliati. È dipinta la figura del Risorto sull'avello

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scoperchiato e nei bracci e nei capicroce sono tracciate le figure dei profeti Geremia, Isaia e David e dei Padri della Chiesa Gregorio Magno, Agostino, e Ambrogio. Nella parte finale si riscontra la data 1555 e la firma del pittore.

Inoltre, troviamo le statue lignee di S. Giovanni Battista e di S. Rocco. Accanto all’ingresso è situata una Portantina settecentesca. Il Fonte Battesimale marmoreo, situato a destra entrando, è datato 1651 da Antonino Ardizzone. Spicca per la sua particolare forma il Porta Ostensorio Quaresimale del XIX sec. , opera di notevole pregio è il Ciborio Marmoreo nella navata destra attribuito a Domenico Gagini. Accanto al Ciborio realizzato dall’argentiere palermitano Giacinto Omodei il Paliotto dell’altare maggiore. l’Organo di Antonino La Valle, di eccellente fattura è realizzato nel seicento, la parte frontale decorata con 13 pannelli ad opera del pittore Geronimo Lombardo.

Fa mostra sul presbiterio il Coro ligneo, composto da 40 stalli ed attribuito a Jacopo Mangio e alle maestranze locali, alla fine del ‘500. Due imponenti statue, attribuite a Giuseppe Li Volsi, raffiguranti gli Apostoli Pietro e Paolo, sono ubicate nei basamenti dell’arco trionfale. Mentre sono state pitturate da Vazzano (lo Zoppo di Gangi) i grandi affreschi che riportano le storie dei Santi Pietro e

Paolo presenti nel cappellone e di alcune storie della vita di Cristo riprodotte nella volta. Nella navata di sinistra troviamo la Cappella oggi dedicata alla Madonna dei Miracoli. La costruzione ha avuto inizio nel 1632 e, poi, è stata decorata con affreschi e stucchi dal collesanese Giuseppe G. Lo Varchi. Questa cappella contiene, anche, una cassa di legno con pennellate oro in cui sono custodite le reliquie dei SS. Martiri: Marco, Giacinto e Balilla, traslate intorno al 1660. Nel 1846 venne trasferita la tela dell’Annunciazione, nota come il Quadro della Madonna dei Miracoli patrona e avvocata del paese. Nel ‘600 vennero aperte dieci Cappelle lungo le due navate laterali, murate nel secondo dopoguerra per motivi di stabilità dell’edificio.

L’ex Chiesa di S. Giacomo, (patrono di Collesano fino al 1641) oggi è adibita a manifestazioni culturali e religiose dopo il completamento del restauro. La struttura la cui costruzione risale intorno al 1470 realizzata con il sostegno dei Cardona, conti di Collesano, subì il crollo della navata sinistra. A questo complesso è fissata in un piano sottostante la fontana dei “Due Cannoli” ricostruita nel 1876 con progetto dell’Ing. Diliberto D’Anna. La Chiesa dei SS Sebastiano e Fabiano, chiamata del Collegio (delle figlie della Croce) è la più antica chiesa costruita fuori le mura del quartiere Bavarino, si presenta con una sola navata con quattro cappelle laterali dedicate al Crocifisso, a S. Sebastiano, a S. Michele Arcangelo e alla Madonna col Bambino tra S. Giovanni della Croce e S. Teresa d’Avila. Nella parte absidale, è collocata una grande tela datata 1688 che riproduce nella parte alta, la Sacra Famiglia e in basso (come era nel ‘600) l’abitato di Collesano (prima del terribile terremoto del 1693). Inoltre, al suo interno, accoglie la vara del “Cristo nell’Urna” che viene portata in processione durante il Venerdì Santo.

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Risale al periodo normanno (1140) la Chiesa di S. Maria la Vecchia, essa, ha un impianto a tre navate, inizialmente titolata a S. Pietro, successivamente dal ‘300 dedicata a Maria Assunta. La facciata della Chiesa è caratterizzata dall’originale arco acuto di età normanna e dalla torre è caratterizzata dalla policroma guglia maiolicata a testimonianza della tradizione dell’arte ceramica collesanese. I circa 4000 mattoni policromi sono disposti uno sopra l’altro, con un particolare sistema ad incastro e sono stati ideati e prodotti proprio dalle fornaci locali nel ‘600 e provenienti dalla chiesa di S. Giovanni Battista, crollata intorno al 1932. Intorno al ‘600, sono state apportate trasformazioni del presbiterio, con una presenza di affreschi e decorazioni di stucchi rappresentanti la storia della Vergine Assunta, a cura di Giovanni Lo Varchi. All’interno sono presenti la scultura lignea policroma della Vergine Assunta realizzata nel XVI sec. di interessante lavorazione e una splendida statua in marmo della Madonna col bambino attribuita al Gagini (1516). La cappella di destra è dedicata a S. Lucia martire (protettrice degli occhi). Ogni 13 dicembre e per tradizione al termine della Santa Messa vengono offerti “gli occhialeddi”,

biscotti a forma di occhiali e preparata la cuccia. La cappella di sinistra è dedicata al Crocifisso. In prossimità della Chiesa, una piccola via conduce tra i ruderi del Castello, di origine normanna, che nel periodo di splendore, ebbe diversi proprietari: Nel 1194 i normanni, lo cedettero al vescovato di Palermo per poi passare ai Cicala, ai Ventimiglia, ai Cardona, gli Aragona e ai Moncada. Sotto il dominio di quest’ultima famiglia, il castello ebbe un periodo di grande splendore culturale e teatrale per le

rappresentazioni, spesso a carattere religioso, messe in scena dall’Accademia degli Offuscati. Purtroppo a causa del terremoto dell’11 gennaio 1693 viene reso inutilizzabile. Oggi rimangono solo qualche brandello delle mura perimetrali e poche tracce dell’impianto urbanistico. Dalla Piazza Rosario Gallo (dedicata allo storico collesanese) attraversando Via Collegio, arriviamo “u stazzuni” antico quartiere di S. Francesco che, nel ‘600 era sede di numerose officine di ceramisti; apprezzate la fattura e le decorazioni dei manufatti in tutta la Sicilia. Sono in fase di restauro le antiche fornaci, e in ristrutturazione le strutture che ospiteranno il Museo della Ceramica. Nella parte opposta del paese, la Chiesa di S. Maria di Gesù con annesso il Convento dei Frati Minori Osservanti Riformati. Fu fatta costruire nel 1611 da Maria Aragona e moglie di Francesco Moncada Conte di Collesano con l’annesso Convento. Aveva in tutto 32 stanze e un chiostro circondato da 12 colonne di pietra, nei capitelli delle colonne sono scolpiti gli stemmi dei devoti, che parteciparono alle spese. Dopo il 1866, anche il convento dei Frati Minori venne chiuso e l’edificio passò prima al demanio dello Stato e poi al Comune che lo adibì prima a caserma, poi a carcere ed oggi a biblioteca. Recentemente il chiostro è stato restaurato e viene usato per mostre ed eventi culturali. Il prospetto della chiesa e la pavimentazione sono stati rifatti nel 1950. L’interno della chiesa è ad una sola navata, e presenta 6 altari laterali. Fra le opere d’arte in essa custodite il Quadro della Porziuncola, la tela è datata 1625 di Gaspare Buzzata. L’altare

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maggiore scolpito in legno e con intarsi in madreperla custodisce un artistico Tabernacolo. Il Crocifisso, opera scultorea lignea, è ubicata nella cappella in fondo a sinistra dell’unica navata della Chiesa di S. Maria di Gesù (con annesso complesso conventuale dei Frati Minori Osservanti Riformati). Il Crocifisso, vera e propria opera d’arte è stata scolpita e pitturata nel 1635 da Fra’ Umile da Petralia (1600-1639), il cui vero nome è Giovanni Francesco Pintorno. L’opera a tutto tondo presenta una singolarità: il volto del Cristo a seconda da dove viene osservato (con particolare interesse), presenta tre espressioni differenti: agonizzante da sinistra, sorridente al centro e morto a destra. Il SS. Crocifisso è anche compatrono locale sin dal 1635. I festeggiamenti del SS. Crocifisso si svolgono nei giorni 13 e 14 settembre. La manifestazione religiosa viene curata dal Comitato omonimo con la direzione del rettore della Chiesa di S. Maria di Gesù e con il patrocinio del comune di Collesano. Dal lato opposto vi è l’altare della Madonna della Visitazione con l’immagine marmorea della vergine scolpita dal palermitano Carlo Aprile. I Domenicani si stabilirono a Collesano, attorno alla metà del ‘400 e presero possesso della chiesa dell’Annunziata Vecchia, ubicata in prossimità del cimitero. Nel corso dei secoli, questa struttura, fu curata da tre ordini religiosi (Domenicani, Carmelitani e Cappuccini). Oggi versa in uno stato rovinoso ed è priva di arredi sacri, anche se la Chiesa possedeva un ricco patrimonio di opere d’arte che, dopo la sua chiusura al culto, è stato trasportato in altre chiese di Collesano, anche il famoso quadro di Maria SS.ma dei Miracoli ritoccato dal collesanese G. G. Lo Varco nel 1643. Dell’Annunziata Vecchia, si ricorda per una serie di eventi che la tradizione locale identifica come i miracoli di Maria Santissima, (poi patrona di Collesano), a partire dal 27 aprile 1571. L’8 Settembre 1641 fu solennemente confermata e proclamata dai Giurati, dal Clero e dal popolo MARIA SS. DEI MIRACOLI celeste PATRONA di Collesano né è testimonianza un atto pubblico del notaio Pietro Tortoreti del 29 Giugno 1643. La tela dell’effigie miracolosa, nel 1926, fu definitivamente trasferita dalla chiesa dei Cappuccini o Madonna dei Miracoli, alla Chiesa Madre.

Suggeriamo anche, una visita all’antica Abbazia di Pedale, una delle più antiche abbazie della Sicilia, fondata nel 1130 dai monaci basiliani, ai quali subentrarono i Benedettini tra il 1310-1347. Il complesso monastico, oggi ridotto in abbandono, ha una pianta quadrangolare con corte interna. La cappella presenta un portale ad arco acuto e all’interno, unico elemento rilevante un ciborio in pietra con lo stemma dei Cardona.

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L'HABITAT COLLESANESE L’AMBIENTE E LO SPETTACOLO DELLA NATURA Il territorio di Collesano da un punto di vista dell'ambiente naturale, presenta un grande valore paesaggistico e anche naturalistico. La notevole differenza ambientale di altitudine che si sviluppa da 11 metri s.l.m. fino a circa 1656 metri di quota dei suoi monti, ha permesso diverse varietà vegetative ed arbustive, e soprattutto un sicuro rifugio per varie specie di mammiferi e volatili. Il territorio ricco di macchie vegetative, presenta numerosi sentieri e tracciati naturalistici, che suggeriscono

passeggiate a piedi, a cavallo, in mountain bike; anche per praticare vari sport all’aperto. I visitatori e i naturalisti possono ammirare splendidi paesaggi di una natura incontaminata, ricchi di colori, essenze, di poesia, e possono anche imbattere con animali selvatici. Questi sono le principali caratteristiche del massiccio montuoso sopra Collesano nel corso dei vari periodi geologici.

Il territorio, parte del quale ricade all'interno del Parco delle Madonie, si colloca sul versante nord-occidentale del gruppo montuoso delle Madonie occidentali. I rilievi che cingono il paese e ne caratterizzano il paesaggio e le specificità morfologiche e vegetative sono: Monte Castellano (1.656 mt.), monte Cucullo (1.311 mt.), Pizzo Giammarusa (1.064 mt.) e Monte d'Oro (808 mt.). Quest’ultimo che si erge isolato ad ovest del centro abitato, possiede delle vicenda storiche tutte da esplorare. Il centro urbano di Collesano si erge su una superficie collinare ubicata ai piedi del monte Poggio Grotta del Signore (897 m s.l.m.) ed è diviso da due fiumiciattoli a regime torrentizio, il Mora a settentrione e il Zubbio ad Occidente, entrambi si congiungono a valle nel torrente Roccella. Diversificata la fasce vegetativa con varietà di essenze arboree e arbustive, a partire dalla fascia collinare, fino a 600 mt. Passiamo da un tipico paesaggio agreste fatto di uliveti, di vigneti e di agrumeti fino alle ampie aree seminative. Quando si passa alla fascia più alta (> 600 mt.), ci ritroviamo in presenza della macchia mediterranea, in alcuni casi, caratteristico il sottobosco dei querceti, delle roverelle e delle sughere. Fino ai 1.000 metri i sughereti lasciano spazio ai lecceti, il cui sottobosco è costituito da specie di notevole interesse botanico: felci, rose peonie, orchidee, ciclamini ed anemoni. Sopra i 1.000 mt. il faggio è la specie arborea predominante.

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ESCURSIONI NEL PAESE DI COLLESANO o dell’area urbana del centro storico: Avviandosi dalla Chiesa Madre o Basilica di San Pietro che custodisce all’interno interessanti

affreschi dello «Zoppo di Gangi» con le storie evangeliche dei Santi Pietro e Paolo, la tela dell’Annunciazione chiamato dai fedeli quadro della “Madonna dei Miracoli” e una interessantissima ed unica struttura intagliata in legno “Crocifisso della Provvidenza” del XVI sec., ed altre importanti opere scultoree, tele, oggetti. Si può percorrere la via Vitt. Emanuele e pervenire alla fontana «due cannoli» del 1877, appoggiata, in un livello più basso, all’ex Chiesa

di S. Giacomo, costruita alla fine del ‘400, procedendo si perviene all’antico quartiere dei ceramisti, rione “Stazzone”, (che ospiterà il “Museo della Ceramica”, maioliche uniche dal XVII sec. al XX sec.), e riprendendo il percorso verso valle, si sopraggiunge all’altra fontana detta «Mora» del XVII sec. Iniziando invece, il percorso da Piazza Mazzini, “Carricaturi”, percorrendo il corso principale a valle, si osserva nella sua magnificenza strutturale, l’ex convento domenicano del sec. XVI, oggi palazzo Municipale, al cui interno è collocato il “Museo «Targa Florio», singolare esposizione di foto, cimeli e oggetti, della corsa su

strada, più antica del mondo, inventata da V.zo Florio. Nella parte finale del complesso architettonico, si può visitare la chiesa dell’Annunziata Nuova, detta del Rosario, del XVI sec. e, a poca distanza, si raggiunge la P.zza “Quattru Cannola” con l’omonima fontana. Lungo la via, verso la parte alta, si giunge alla Chiesa Madre (Basilica di S. Pietro sec. XV), dove si possono ammirare all’esterno la bellissima scalinata e lateralmente la torre normanna, ex torre campanaria. Inoltrandosi

per le viuzze, verso la parte alta, perveniamo nella chiesa di S. Sebastiano (XIII sec.) che conserva la tela della “Sacra Famiglia” (dove nella parte bassa dell’opera vediamo il panorama seicentesco di Collesano), e successivamente per una salita, la chiesa S. Maria la Vecchia di impianto normanno del XII sec. (all’interno affreschi, tele e sculture) e, infine, i ruderi del castello anch’esso del sec. XII. Nel territorio collesanese:

I resti dell’Abbazia di Pedale fondata nel 1130, a 558 s.l.m., dell’Abbazia di S. Giorgio del periodo normanno, sec. XIII, a 668 s.l.m., il Monte d’Oro dove esistono i resti di una città di impianto medievale a 808 s.l.m. Una visita al Casale Volpignano 883 s.l.m. e, inoltre, potete fare visita a Villa Lanza e Case Rascata.

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Tradizioni e folklore Giovedì Santo Il Giovedì Santo a Collesano è caratterizzato dai maestosi sepolcri allestiti in tutte le chiese e il suggestivo momento della lavanda dei piedi in chiesa. Venerdì Santo Il Venerdì Santo rappresenta a Collesano, come un po' in tutto il territorio siciliano,un momento centrale all'interno della Settimana Santa. I riti previsti per quel giorno sono due: la Cerca al mattino e la processione della Morti e Passioni a sera. La Cerca è oggi rappresentata da una Via Crucis per le vie del paese, cui prendono parte la Confraternita del Santissimo Crocifisso e alcuni figuranti. I confrati sono vestiti con i tradizionali abiti con "cappuccio", che non lascia riconoscerne l'identità. Disposti in fila indiana e recanti in mano i segni della passione sono seguiti nella processione dal quadro di figuranti, che comprende il Cristo carico della Croce e attorniato di angioletti, alcuni soldati romani, Maria, Giovanni e le pie donne. Segue la banda e il popolo. Durante il tragitto il Cristo "cade" per tre volte. Anticamente tale rito si svolgeva nella notte tra il giovedì e il Venerdì Santo, e i confrati, con fiaccole accese, effettuavano la visita ai Sepolcri allestiti nelle varie chiese, "cercando" il Signore. Da lì il nome della manifestazione. Dal 2009, per la prima volta, le *processioni della "Cerca e Morti e Passioni" vengono trasmesse ogni anno in streaming sul Web su Madonieventilive grazie all'iniziativa di Peppe Nicchitta e seguite in Diretta da centinaia di Collesanesi sparsi in tutto il mondo. Processione "Morti e Passioni" A sera ha luogo una seconda processione cui partecipano tutte le confraternite. Vengono in essa recate le statue di San Giovanni evangelista e di Santa Maria Maddalena, il Cristo Morto nell'Urna, detto comunemente a Morti e Passioni, e il simulacro di Maria Addolorata. Festa Patronale "Maria SS. dei Miracoli” Festa di Maria ss. dei Miracoli patrona e avvocata del popolo collesanese. Si festeggia il 25- 26- 27 di maggio di ogni anno con la suggestiva *processione per le vie del paese giorno 26. La tela, il cui tema è l'Annunciazione dell'Arcangelo Gabriele, risale probabilmente alla metà del '400; nel 1643 Giovanni Giacomo Lo Varco ne rinnovò i colori, ma, superando il suo ruolo di restauratore, aggiunse nella parte alta la figura di Dio Padre. La tela fu ulteriormente ritoccata nel 1907 dal pittore Ciofalo. Tra i due personaggi raffigurati è posto un vaso contenente tre gigli che simboleggiano la triplice verginità di Maria (che non fu persa né prima, né durante né dopo il parto). Dal 2009,per la prima volta,la Processione è trasmessa ogni anno in streaming sul Web su Madonieventilive grazie all'iniziativa di Peppe Nicchitta e seguita in Diretta da centinaia di Collesanesi sparsi in tutto il mondo. Corpus Domini Festa del Corpus Domini "Corpo del Signore". Processione per le vie del paese con la presenza di tutte le confraternite e con la costruzione degli altari "l'artara". Sant'Antonio da Padova Festa di Sant'Antonio da Padova. Si festeggia il 13 giugno nella chiesa di Santa Maria di Gesù. Processione per le vie del paese con l'artistico simulacro.

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SS. Crocifisso Solennità del SS. Crocifisso. Si festeggia il 14 settembre per l'esaltazione della Croce con la processione per le vie del paese. Santa Lucia V.M. 13 dicembre. Festeggiamenti nella chiesa di Santa Maria la vecchia con l'artistico simulacro di Santa Lucia. San Vincenzo Ferreri San Vincenzo Ferreri, che si festeggia l'ultima domenica del mese di luglio presso la chiesa del Rosario. In questo periodo in paese sono presenti diverse manifestazioni. 'A Casazza Rappresentazione teatrale itinerante della vita morte, passione e resurrezione di Gesù Cristo. Lo spettacolo, unico nel suo genere, è andato in scena a Collesano per la prima volta nel 1906, poi nel 1949, nel *1975, nel 1980 e l'ultima volta nel *1985. Queste ultime tre edizioni sono state dirette dal regista *Niccolò Accurso di Leo. Sport Sono presenti le squadre di calcio della "SCD Collesano Calcio" (categoria Promozione) e della "ASD Golisano Calcio" (3ª categoria). Tra gli altri sport spicca in particolare la mountain bike con l'"ASD Madonie Bike" impegnata anche nel settore giovanile, con la prima scuola nata in Sicilia. Personalità legate a Collesano

• Macario abate, abate e santo “U PALIU DU PIPIU” (il Palio del Tacchino)

La finalità della manifestazione è quella di rievocare, attraverso la partecipazione e l’andatura rapida e buffa del tacchino, la vita agreste e le origini contadine dei nostri genitori, in più, regalare momenti di svago e di sano divertimento. Quasi con cadenza annuale il “Circolo Sportivo”, associazione collesanese senza fini di lucro, nata nel 1956 promuove ed organizza la manifestazione, con buon esito di pubblico e di personalità presenti.

Indubbiamente si tratta di una manifestazione alquanto originale ed impegnativa nella sua messa in scena. Il “Paliu du Pipiu” rappresenta un forte momento di aggregazione sociale, di passatempo e di divertimento estivo, grazie all’aspetto figurativo e partecipativo del tacchino “Pipiu” che ci ricorda gli albori contadini collesanesi. Certamente fa parte di una cultura riconoscibile subito per la sua semplicità ed umiltà che rivive e si rinnova nella tradizione agricola e nel folklore locale madonita. Giornate impegnate all’insegna del rilassamento e dell’allegria con i protagonisti, i tacchini, i suoi addestratori ”capitani”, il tifo dei residenti delle 16 contrade e con la presenza di personaggi famosi del mondo dello spettacolo.

Collesano esibisce la sua immagine singolare e genuina, ricca di storia, arte, tradizioni, prodotti tipici e folklore. Nell’incantevole paesino delle Madonie, lungo il corso principale, su un percorso cittadino di 100 metri, si sfidano 16 tacchini, ognuno rappresentante, come si diceva prima, delle 16 contrade collesanesi: Agliastru, Batia, Carricaturi,

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Carrubedda, Cruci, Cullieggiu, Du Cannuola, Macallè, Matrici, Mora, Puntalazzu, Quattru Cannuola, Rusariu, Sancaluoriu, Santamatrigesu, Stazzuni, guidati da altrettanti capitani che esortano i "pennuti" a correre per raggiungere per primi il traguardo. Il Palio, solitamente, si svolge nella prima settimana di agosto. Incitati dai loro titolari, che indossano abiti tradizionali e tipici della cultura contadina siciliana, i tacchini, al suono di campane, campanacci e fischietti devono percorrere nel minor tempo possibile, i 100 mt. del Corso principale (gara a eliminazione a più batterie). Fanno da allestimento scenico, l’incantevole sfondo architettonico, i gruppi folkloristici in costumi d’epoca e gli sbandieratori medievali. La competizione prevede l’eliminazione diretta; il tutto si svolge rigorosamente nel pieno rispetto dell'animale da cortile, che non può essere minimamente toccato, pena la squalifica. Nelle prime edizioni del palio era anche previsti costumi e carri caratteristici con i “Pipii” protagonisti. La singolarità della manifestazione ha sin dall'inizio suscitato l'interesse della TV, tant'è vero che le ultime edizioni sono state riprese dalla RAI (Rai 2 e 3) e da SKY TV. Ela Weber, Luisa Corna, Adriana Volpe, Carmen Di Pietro, Ragazzi di "Amici", hanno fatto da madrine al "Paliu du Pipiu". I visitatori intervenuti alla manifestazione, potranno visitare anche un'area espositiva dei prodotti artigianali e dei prodotti tipici dell'agricoltura e della gastronomia locale. L’esclusiva manifestazione, arrivata all’ottava edizione, negli ultimi anni ha ottenuto grande consenso ed interesse, ricevuto grande popolarità ed affetto di pubblico, soprattutto quello ospite del comprensorio madonita.

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ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE DEL TERRITORIO “PRO POLIS - Sistema locale di turismo responsabile per Collesano”

È costituita l'Associazione senza scopo di lucro per la promozione e valorizzazione del territorio Madonita, denominata: “PRO POLIS - Sistema locale di turismo responsabile per Collesano”. L'Associazione ha sede in Collesano in Corso Vittorio Emanuele. L'Associazione ha struttura e contenuti democratici. L'Associazione non ha fine di lucro e si assume l'obbligo di conformarsi, nello svolgimento della propria attività, ai principi di democrazia interna e, quindi, ai principi di democraticità della struttura, di elettività e di gratuità delle cariche associative. Il progetto prende le mosse dalla massima possibile immediata valorizzazione delle esperienze e delle risorse disponibili sul territorio, in una logica di ottimizzazione dell’esistente. Con lo scopo di costruire “prodotti turistici specializzati”, ovvero l’insieme di beni e servizi atti a soddisfare uno specifico target, in relazione ad una specifica motivazione di vacanza; nonché rendere fruibili le tante risorse del territorio con servizi di settori diversi, dalla ricettività ai trasporti, dalla ristorazione agli istruttori sportivi, dagli organizzatori di eventi alle guide, e così via. Per questo l'Associazione ha per scopo: * proporre un’offerta turistica integrata e distintiva che valorizza le risorse e le culture locali, attuazione di strumenti per lo sviluppo turistico locale, offerta integrata di beni culturali, ambientali e di attrazioni turistiche, comprendenti i prodotti tipici dell’agricoltura e dell’artigianato locale. * progettare e qualificare lo sviluppo turistico locale attraverso la messa a sistema di interventi da parte di tutti i soggetti interessati alla crescita economica del territorio, diretti a realizzare, migliorare il prodotto ed eventualmente anche a promuoverlo e commercializzarlo. * lo sviluppo e la promozione turistica delle realtà e delle potenzialità naturalistiche, culturali, storiche, sociali e gastronomiche del territorio Madonita, ed in particolare di quello Collesanese; * fornire un servizio di informazione che enfatizzi le numerose attrattive del territorio; * sensibilizzare i cittadini e gli ospiti estivi al rispetto del territorio; * fornire un servizio estremamente innovativo che pone particolare attenzione alle problematiche del turismo a tutela degli interessi collettivi degli operatori turistici e dei turisti quali fruitori e consumatori dei servizi turistici; * svolgere fattiva opera per organizzare turisticamente il territorio, proponendo alle Amministrazioni competenti il miglioramento estetico della zona e tutte quelle iniziative atte alla promozione turistica delle realtà e delle potenzialità naturalistiche, culturali, storiche, sociali e gastronomiche del territorio di Collesano; * promuovere e organizzare, anche in collaborazione con gli Enti Pubblici e/o privati, iniziative (convegni, mostre, escursioni, spettacoli pubblici, festeggiamenti, manifestazioni sportive ed enogastronomiche, nonché iniziative di solidarietà sociale, recupero ambientale, restauro e gestione di monumenti, ecc.) che servano ad attirare e rendere più gradito il soggiorno dei turisti visitatori dei residenti; * incrementare l'ospitalità e l'educazione turistica sostenendo uno sviluppo sostenibile con l'ambiente; * valorizzare le risorse specifiche delle zone rurali nell’ambito di un’azione integrata imperniata su una strategia territoriale pertinente e adeguata al contesto locale. * istituire, organizzare e svolgere corsi di formazione, di qualificazione, di specializzazione, di perfezionamento ed aggiornamento su tutti i temi attinenti le opportunità offerte dallo sviluppo del mondo rurale;

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L'Associazione potrà, al fine del conseguimento dell'oggetto sociale, svolgere le seguenti attività connesse e strumentali alle attività istituzionali: * iniziative rivolte a favorire la valorizzazione turistica e culturale nonché di salvaguardia del patrimonio storico-culturale, folkloristico ed ambientale; * iniziative rivolte a richiamare il movimento turistico verso le varie località del territorio ed a migliorarne le condizioni generali del soggiorno; * iniziative idonee a favorire, attraverso la partecipazione popolare, il raggiungimento degli obiettivi anche sociali del turismo; * provvedere alla formulazione, organizzazione, realizzazione e alla promozione di iniziative, attività, progetti e programmi a carattere turistico, ambientale e culturale, a favore degli operatori turistici, in proprio o con la collaborazione degli Enti Locali, le Università e gli Istituti di Istruzione di ogni ordine e grado, gli Enti Parco e altri organismi, pubblici e privati, italiani, comunitari ed esteri; * promuovere viaggi e scambi culturali con altre associazioni, anche all'estero;

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LA CERAMICA DI COLLESANO Probabilmente l'arte ceramica collesanese, può farsi risalire al periodo arabo-normanno.

Questa ipotesi viene soprattutto confortata dalla toponomastica di alcune contrade del territorio collesanese risalenti al periodo arabo e dalla presenza di buone argille in alcune zone, infatti, gli arabi "dove fu loro possibile trovare idonea argilla, impiantarono fabbriche di ceramica". Si ricordano le contrade "Ciaramitaro" che vuole indicare ceramica, terracotta" e "Garcidicinniri" ove erano ubicate le fornaci per la cottura e, indubbiamente, le cave di

argilla. Non ci sono pervenute terrecotte del periodo arabo-normanno, anche se, durante il periodo il XII° sec., fiorenti ed efficaci furono le concessioni fatte a Collesano dalla contessa Adelasia, nipote di re Ruggero II (feudi, chiese, case, villani, ect.). Passarono quasi cinque secoli per vedere la qualità e la produttività stilistica e decorativa della maiolica collesanese. Nella seconda metà del '600 Collesano produsse maioliche di discreta fattura: albarelli, bombole, bornìe, bottiglie, calamai, ect. Oggetti realizzati e decorati dai maestri ceramisti "venuti da fuori" con uno stile tardo rinascimentale, di influenza soprattutto palermitana. Giovanni Saldo di Polizzi e Filippo Rizzuto di Palermo, si trovarono a Collesano dopo la crisi delle officine palermitane, e trovarono condizioni abbastanza favorevoli per avviare la loro produzione, grazie alle buone argille estratte in contrada "Bovitello", alla presenza di maestranze e alle officine locali nel quartiere "Bovarino". La produzione definita "popolare" alla fine del XVIII° sec. Si arrivo fino agli anni '60 del XX° secolo. Lucerne antropomorfe a figura umana; i fiaschi "con segreto" e a forma di ortaggi (melanzane, peperoni, cetrioli, ecc.); borracce, criscintieri, statuette di rappresentazione "popolare" e "satirica", bummuli, acquasantiere, quartare, boccali, cannate, lumere, graste, e molti altri oggetti utilitaristici nella caratteristica smaltatura verde ramina, giallo paglino e in manganese. Particolari, sono le applicazioni plastiche a basso rilievo del vasellame locale, a motivo floreale e geometrico. Non ebbe fortuna la modesta produzione di mattoni "stagnati" che riproducevano composizioni e ornati dei mattoni maiolicati palermitani. Il "XX° secolo" è caratterizzato per una produzione semplice, utilitaristica e funzionale, rivolta al consumo di massa. Oggi, si attende una promozione del settore, attraverso campagne di scavi, ricerche storiche-archivistiche e rivalutazione della produzione locale. A livello artigianale, occorre una riprogettazione di oggetti ceramici secondo gli attuali gusti, stili e le nuove funzionalità del vivere moderno. A livello collesanese un processo di sensibilizzazione rivolto a chi custodisce testimonianze e tracce della ceramica per restituirli alla storia locale. Si auspicherebbe in prospettiva, un ulteriore sviluppo e una promozione culturale, artistica ed anche economica dell'attività artigianale ceramica locale, intesa, da una parte a dare una continuità storica e un contributo dialettico, dall'altra ad avviare nuovi processi produttivi a carattere artigianale o semi-industriale con conseguenti sbocchi occupazionali. Attuare il completamento del "Museo delle Ceramiche", la realizzazione di un eventuale spazio espositivo permanente e/o l'organizzazione di un Studio/Laboratorio della ceramica autoctona, significherebbe, oggi, per Collesano assumere un ruolo pertinente e

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specifico nel contesto madonita di "Comune della Ceramica del Parco delle Madonie". Questi eventi, potrebbero essere supportati con l’istituzione di una sezione staccata della Scuola Statale D'arte di Cefalù ad indirizzo ceramistico. Oltre al contributo artistico e tecnologico, al costruttivo dibattito culturale per un ridisegno delle ceramiche, soprattutto moderne e funzionali, Collesano potrebbe assumere la giusta connotazione e la vera identità come esempio di continuità produttiva e stilistica della produzione ceramica madonita. Collesano, in provincia di Palermo, nella seconda metà del XVII° secolo annovera una interessante tradizione nel contesto della produzione ceramica siciliana. Nel XIX°, la migliore produzione collesanese, cosidetta "popolare", presenterà una specificità nelle forme, una identità stilistica e cromatica negli oggetti ceramici più semplici e funzionali pur non avendo mai un riconoscimento primario nella produzione ceramica. I manufatti in cotto "stagnati" e decorati, continuarono la produzione con varie vicissitudini fino al 1960. Oggi, grazie al recupero tecnologico si cerca di rafforzare l’aspetto stilistico e cromatico della produzione locale. LA CERAMICA DEL XVII° SECOLO Collesano, Comune del Parco delle Madonie, in provincia di Palermo, a partire dalla seconda metà XVII° sec. presenta una interessante produzione nel contesto delle fabbriche ceramiche siciliane. Nel XIX° sec. si avrà la migliore produzione cosiddetta "popolare" a detta di critici, studiosi e storici, presenterà una particolarità nelle forme, nello stile e nel singolare cromatismo, pur non divenendo mai imperante nella grande produzione ceramica. La produzione di oggetti vascolari e mattoni in terracotta, "stagnati" e decorati, continuarono ad essere presenti fino al 1960. Nel XVII° sec. Collesano, come accade in altri centri della Sicilia, si adegua all'influenza della ceramica prodotta dalle officine palermitane, infatti, la produzione è strettamente legata alle sorti della produzione vascolare, delle forme, dei colori, dei motivi decorativi, degli artisti palermitani. Il "legame" tra la produzione vascolare di Collesano e di Palermo, si nota nell’accostamento dei pezzi ceramici prodotti nella seconda metà del seicento. A causa dell’involuzione e della decadenza delle officine palermitane, si trasferirono a Collesano alcune maestranze "venute da fuori" Giovanni Saldo originario di Polizzi Generosa e Filippo Rizzuto di Palermo. Essi firmarono gran parte della produzione collesanese del XVII° sec. e diedero vita ad una discreta produzione di manufatti e segneranno le tappe della produzione e della fioritura successiva. La produzione ceramica collesanese è composta da: Albarelli, bombole, bottiglie, burnìe, aromatari, ed altri oggetti per farmacie, tutti decorati secondo uno stile chiamato "tardo rinascimentale" e conservati oggi, nei musei nazionali, regionali e soprattutto nelle collezioni private. Dal 1660 al 1687 come confermano le firme, le date e il luogo impressi nelle varie maioliche, avviene la migliore produzione di queste maestranze. Analizzando il contesto della produzione ceramica collesanese e le caratteristiche dei manufatti prodotti, ci sembra che quattro importanti fattori, a nostro parere, contribuirono allo sviluppo produttivo dell’arte ceramica “stagnata”: 1) i due maestri "maiolicari" operanti a Collesano: Giovanni Saldo e Filippo Rizzato; 2) la presenza di altre maestranze locali; 3) le buone argille presenti nel territorio (c.da Bovitello); 4) la diminuzione della produzione proveniente dalle officine palermitane. LE MAESTRANZE LOCALI

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Non possiamo trascurare la presenza e la produzione dei ceramisti locali che, probabilmente continuarono questa attività avviata o sviluppata durante il periodo arabo-normanno nelle Madonie (non dimentichiamo la produzione e la presenza di officine ceramiche nel XV° secolo a Polizzi Generosa (che diede i natali a Giovanni Saldo) paese vicino a Collesano. Si trasferì inizialmente a Palermo e successivamente lavorò per qualche decennio a Collesano. Nell'antico quartiere "Bovarino" (Stazzone) sito in prossimità del castello, operavano numerosi artigiani locali, esperti conoscitori del "fuoco" (forni per la cottura della terracotta), della lavorazione dell'argilla, dell'uso del tornio, delle cristalline (smaltatura) e delle decorazioni, aspetti questi che indubbiamente sostennero queste attività a

Collesano. Gli artigiani locali con questo solido bagaglio di esperienze, rappresentarono sicuramente un valido e solido supporto alle maestranze "venute da fuori". A mio avviso, se non ci fossero state le competenze organizzative e lavorative, l’acquisizione di uno stile ceramico della nostra tradizione da parte di queste maestranze collesanesi, non si sarebbe potuto sviluppare la ceramica a Collesano, demoralizzando chiunque fosse venuto da altri centri produttori.

LA PRESENZA DI ARGILLE NEL TERRITORIO COLLESANESE Altro elemento fondamentale per lo sviluppo e la produzione delle terrecotte collesanesi del XVII° sec. sono state le ricche cave di argilla, presenti ancor oggi in contrada "Bovitello" a circa 10 Km. dal centro abitato, verso nord. Questo luogo ricco di terre argillose avrà sicuramente confortato ed attirato sia le maestranze locali che quelli provenienti da fuori. Argille di qualità la cui caratteristica plastica e di lavorabilità, si prestava bene per la realizzazione al tornio di oggetti vascolari creativi, funzionali e decorativi. Nel 1543, i conti D'Aragona di Collesano donarono al Comune (Università) i loro feudi di contrada "Bovitello" , ancora oggi risultano beni comunali. Ad avvalorare l'utilizzo di queste buone argille basti pensare ai numerosi forni (per la cottura della terracotta) collocati nel centro abitato e sparsi nel territorio, di proprietà di maestranze private, di vari Conventi e soprattutto di proprietà delle Confraternite durante tutto il 1600, così, come risulta da diversi documenti e atti notarili ritrovati. LA CRISI DELLE OFFICINE PALERMITANE Palermo, durante il XVI° sec. ebbe un fiorente periodo nel settore ceramico grazie alle continue importazioni delle prime maioliche provenienti soprattutto dalla toscana e dall’Umbria (Faenza, Cafaggiolo, Montelupo, Casteldurante) che giunsero in Sicilia, attraverso le velieri genovesi (i genovesi, avevano addirittura costituito un Emporio nel porto di Palermo). Queste maioliche influenzarono le officine palermitane che si rifanno sempre più al gusto e alla cultura rinascimentale italiana. Fino alla metà del XVII° la produzione palermitana di vasellame e di maioliche, raggiunse il suo massimo sviluppo e splendore, rispetto alla produzione isolana delle nascenti officine di Sciacca, di Trapani, di Caltagirone e di Burgio che abbandonarono il gusto catalano e lo stile spagnuolo "di mursia". Verso la metà del ‘600, a causa della riduzione della produzione delle officine palermitane e fu così che Collesano, entrò nello scenario e nel circuito dei centri produttori isolani. Collesano prenderà posizione nella produzione di vasellame particolare e per usi correnti ed esporterà nei paesi vicini e nella stessa città di Palermo. Le maestranze collesanesi forgiavano oggetti con un nuovo stile estetico e decorativo. Bene quindi si collocarono le presenze dei due maiolicari esperti: Giovanni Saldo e Filippo Rizzuto.

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Considerato il singolare ruolo di Collesano: presenza di esperto artigianato locale, ottime argille, interessante tessuto produttivo i due maestri lasciarono belle testimonianze di maioliche collesanesi. Tra il XVI° e XVII° sec. le officine rispondevano soprattutto alla domanda di nuove bornìe, albarelli, vasi in genere richiesti dagli aromatari e dagli speziali che "avevano bisogno sempre di nuove bornìe delle più svariate forme e dimensioni". Queste nuove richieste, legate al mercato produttivo, indussero le maestranze a mettersi in concorrenza con le maioliche importate, al punto da indirizzare la produzione non solo da un punto di vista quantitativo ma, soprattutto, qualitativo. Pur imitando forme, dimensioni e decorazioni delle ceramiche faentine, le officine palermitane inizialmente e, quelle Collesanesi poi, riuscirono a mantenere uno stretto "legame" stilistico e volumetrico alla terra d'origine. Infatti, rimasero del tutto estranee ed autonome alcune forme e persino alcune decorazioni tipiche della cultura siculo-musulmana, nei vasi ovali e nella decorazione pittorica della treccia "a catenella". Per i vasi ovali collesanesi, di derivazione palermitana, caratteristica è la forma del collo allargata nell’innesto con la pancia del vaso a differenza della bocca sempre più ristretta e, che è presente nei vasi "faentini" modellati al contrario. Seguendo la sagoma, i vasi vengono decorati e divisi in fasce orizzontali (in pochi esempi, in verticale o diagonali) la parte centrale imita la decorazione a trofei tipica dello stile classico rinascimentale. La decorazione a trofei è sempre chiusa da due trecce. Nello stesso periodo rilevante è la produzione delle "burnìe": in genere seguono le decorazioni caratteristiche a scomparti orizzontali e verticali al cui centro un grande medaglione frontale contiene sempre un Santo, seguiti sempre da una decorazione a trofei. Caratteristica della ceramica collesanese è la treccia, di richiamo arabo, che rappresenta un segno tangibile di riconoscimento della produzione siciliana, la decorazione a foglie intrecciate a zig-zag in bianco e contornate su fondo giallo e, un tocco pennellato centrale, in cobalto. Non mancano i campi pieni di smalto verde ramina. Un altro elemento nel profilo degli albarelli collesanesi e rappresentata anche una caratteristica della lavorazione locale al tornio, è la loro forma a "cilindro" con un lievissimo restringimento nella parte centrale. Tranne pochi esemplari in cui si nota una imitazione delle forme faentine, caratterizzate da un accentuato restringimento nella parte mediana, la restante parte degli albarelli documentati, presenta questa evidente forma a "cilindrone". Altro elemento di influenza è rappresentato dall'altezza accentuata di qualche albarello, molto rastremato al centro. A parte queste eccezioni, la parte centrale a forma cilindrica viene chiusa da un restringimento molto inclinato e basso alla bocca, la quale chiude con una leggerissima svasatura. In genere presentano anche una simmetria sia alla base che alla bocca dell'albarello; abbastanza simili sono le loro dimensioni circolari. In quasi tutta la produzione collesanese si riscontra la data e il luogo di produzione: "Collesano", "Fecit in Collesano" qualche volta anche le abbreviazioni senatoriali: S.P.Q.P. (di Palermo), ed il nome dell'artista ceramista: "M.u Filippus Rizzuto" o "Joanni Saldo" qualche volta indicano anche il luogo di provenienza "di Politii nel caso del Saldo o, "Panormi" nel caso di Rizzuto. Giovanni Saldo, fu il primo maestro ceramista ad essere presente a Collesano, "impianto la sua officina intorno al primo decennio della seconda metà del sec. XVII. Le maioliche ritrovate oggi, datate e/o firmate risalgono al periodo che va dal 1660 al 1668". La sua tavolozza di colori è caratterizzata da un giallo "solare" tendente al rossastro che utilizza come sfondo, il manganese viene usato nelle linee orizzontali o nei contorni sottili e nelle leggere fasce orizzontali e, infine, dei tratti sfumati o delle aree di sfondo di colore verde ramina.

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Nella parte centrale dei vasi o degli albarelli, riprende i trofei dello stile palermitano. All'interno dei medaglioni buccellati, simili in tutte le maioliche di questo periodo, dipinge Santi a mezzo busto, molti dei quali siciliani (S. Basilla, S. Columba, S. Vito, S. Lucia martire, S. Rosalia) o "teste di cherubini". Caratteristiche sono le due trecce arabe a "catena" di colore giallo con elemento centrale e contorni in manganese, e le foglie intrecciate a zig-zag che fanno da chiusura del decoro centrale. Nella parte mediana, la chiusura dello scudo è sempre sormontata da trofei d'armi o motivi musicali, nelle quali una cartella riporta la scritta del maiolicaro, la data, e il luogo di produzione. Filippo Rizzuto, proveniente da Palermo dopo che venne meno l'officina del Saldo, trasferisce la sua attività a Collesano. Probabilmente la sua produzione si colloca dal 1667 in poi. Nelle sue ceramiche si nota una maggiore esperienza pittorica e una ricca tavolozza cromatica, grazie al contatto artistico con maestranze qualificate delle officine palermitane, infatti, utilizza colori più vivi grazie alla prevalenza di sfondi più carichi e densi: verdi ramina, giallo, manganesi e varie tonalità di blu e contorni in manganese. Le foglie intrecciate a zig-zag, chiudono il medaglione e il cartiglio, utilizzano uno sfondo in manganese, contorni in bruno e pennellata centrale in giallo. Rilevanti sono le fasce orizzontali in manganese su fondo giallo-arancio, le decorazioni a trofei, con grandi scudi, corazze, elmi, teste di "lupi" e vistose scritte. Lo stesso Rizzuto riprende al centro dei medaglioni, immagini dei Santi a mezzo busto. Caratteristico il trattamento "ad incisione" a motivo floreale con forme circolari e a spirale su fondo manganese, scalfite tecnicamente, con un punteruolo dopo che lo smalto di fondo, una volta essiccato, ha perso tutta l'acqua. Il maestro Filippo Rizzuto si dedicò, grazie all’esperienza accumulata nelle officine palermitane, oltre all'attività vascolare, anche alle mattonelle maiolicate. Ai giorni nostri, non sono sopraggiunti nelle Madonie, pannelli maiolicati quasi certamente andati persi, nel corso dei secoli. I FORNI PER LA COTTURA DELLE TERRECOTTE Dalle fonti storiche, risultano numerosi forni ubicati nel centro abitato e nelle campagne del territorio collesanese, per la produzione di "maduni grossi longhi" tegole, vasi, fiaschi, quartare, lumarelli, e numerosi altra oggettistica in terracotta. Non dimentichiamo tutto il vasellame e le giare prodotti dalle fornaci collesanesi occorrenti per i numerosi trappeti e la lavorazione della canna da zucchero che operavano a Collesano. Queste presenze testimoniano il rilevante numero di "stazzunara" e di persone che lavoravano l’argilla durante tutto il '600. Il convento di San Francesco ubicato nell'attuale quartiere "Stazzone" aveva il "furnum" per la produzione di tegole (1605), di proprietà dello stesso convento un forno in contrada Ciaramitaro (feudo Gargiricinniri) venduto perché non rendeva ed un altro forno "allo ponti" ceduto anch'esso (come risultano dagli atti notarili dell’epoca). La confraternita di S. Giovanni Battista (abbastanza ricca) era proprietaria, in contrada Cammisini "piano delli stinci", di un "furnum tegularum" del quale risulta un successivo intervento di manutenzione nel 1635, possiede un altro forno nel feudo di Gargiricinniri vicino alle cave di argilla di "Bovitello" e, un terzo forno (1658) in "quontrada di lo piro". Non mancano documenti negli archivi storici di famiglie di "stazzunara" e maestri di "creta" del periodo, nonché, delle tipologie di terrecotte prodotte e i committenti dell'epoca, principalmente chiese, luoghi per attività e palazzi nobiliari. FAMIGLIE DI CERAMISTI COLLESANESI La più antica documentazione riguarda Mastro Antonio Gillino (1602) con la vendita di 10.000 mattuni longhi, nel 1604 Mastro Augustino Gillino produce "lumarelli" per la festa di S. Giacomo, patrono di Collesano, allora la festa principale. In un importante

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documento del 1606 compare la bottega di Mastro Natale Lo Varchi (padre del pittore Giovanni Giacomo), per la prima volta si parla di vasellame "stagnato" cioè smaltato. Mastro Baldassarre Traina che fornisce mattoni grossi per riparare la torre di Garbinogara (1605), Mastro Clemente Cicci (1630), Mastro Nicolò Gurrera, Pietro Cultrara, Antonino de Bernardo che producono maduna grossi longhi e tegole lavorate nello stazzone di "piano delli stinci" in contrada Cammisini (1639). Nel 1644 ritroviamo Mastro Vincenzo Gillino e Mastro Giuseppe La Liotta. Intorno al 1660-1661 si documentano "maduna pinti di Valenza", "maduna quatri" realizzati da Mastro Giuseppe Savia, nello stesso anno Mastro Domenico Vinturella produce i canali. Grazie a questa ricerca archivistica, Collesano, dimostra di avere un'intensa attività nell'arte ceramica. Alcuni documenti dell'archivio parrocchiale ci testimoniano la presenza di Mastro Filippo Rizzuto, artista maiolicaro, delle più prestigiose ceramiche prodotte a Collesano. Nel 1677 sposa Rosaria Vinturella e vedova di G. Savia produttore di mattoni stagnati. La sua attività ceramica nella cittadina madonita dura un ventennio, anche se, nel firmare i pezzi, indica la sua origine palermitana. Muore fuori Collesano, prima del marzo del 1698. Numerose famiglie vengono alla luce dai documenti storici: i Cellino (già presenti nel '600), i Barbera ('600 - '700), i Carrà (fine '600), i Catalano, i Cirri. Poi ancora i Morales, i Di Paola, i Pizzillo, nell'800 ed infine, le ultime famiglie del '900: Giuseppe Asciutto,

Letterio Iachetta e suo figlio Salvatore. LA CERAMICA POPOLARE Nel secolo XVIII, le officine palermitane per far fronte alle richieste locali e quello dei paesi vicini, producevano essenzialmente mattonelle maiolicate. A causa però del vasellame che veniva importato dalla Liguria (Genova, Savona), dalla Campania (Napoli, Vietri) e dai centri siciliani di Collesano, Burgio e Caltagirone, diminuirono in parte la loro produzione. Quest’ultimi centri rifornivano Palermo di vasellame di vario tipo ma, rimaneva inevasa la richiesta di vasellame di qualità artistica, e di un certo

stile raffinato, che rimaneva produzione esclusiva delle città di Napoli, di Savona e di Marsiglia. Nella prima metà dell'800 quando l'importazione della ceramica di Napoli, raggiunse livelli imponenti, le fabbriche siciliane si trovarono in difficoltà, perché non riuscirono ad adeguarsi alle migliori qualità tecniche richieste e al nuovo stile dei prodotti soprattutto provenienti della Campania. Quest’ultimi, grazie anche ai prezzi competitivi, molto apprezzate dal mercato e dalle richieste siciliane, trovarono numerosi acquirenti in molte comuni della Sicilia. Collesano, per tutto il secolo XVIII, produceva vasellame di modesta tecnica e fattura con qualche rara eccezione, finalizzato a soddisfare solamente le richieste locali. I modesti prodotti collesanesi, venivano venduti in varie cittadine dai "rigattieri" che giravano, con i carretti, per le fiere e per i mercati dell'isola. Intanto le officine di Burgio, nella parte occidentale della Sicilia, presero consistenza nella produzione e nel mercato delle stoviglie e, si indebolirono i rapporti commerciali tra Collesano e Palermo. Le fornaci collesanesi, non riuscirono a forgiare mattoni di qualità rispetto all'esigente mercato di allora; continuò invece, a produrre vasellame di uso comune, semplice e funzionale. Ricordiamo che "…Il Museo Etnografico di Palermo possiede una ricca collezione di tali lucerne, provenienti dai tradizionali centri ceramici siciliani di Caltagirone e Collesano. Esse, per lo più di fattura ottocentesca, raffigurano con perfetta armonia plastica e pittorica, spesso in chiave sottilmente satirica, tipi e figure del mondo popolare e borghese. Caratteristiche sono le invetriature usate in verde, giallo-miele e in manganese, di cui rimangono oggi esemplari "unici nel loro genere"; significative le tipologie, i soggetti

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"popolari" utilizzati e, le applicazioni a rilievo floreale e geometrico con stampi "naturali", in cui viene fuori la spontaneità compositiva e plastica dell'artigianato e delle maestranze locali. "Le ceramiche che comunemente vengono denominate popolari, sia per la loro diffusioni in classi o zone particolari, in genere lontano dai grandi centri culturali, … provengono in buona parte da quelle stesse manifatture che hanno prodotto, …i pezzi che comunemente vengono detti "d'arte" e di essi riflettono il mutare dei gusti e delle tendenze, pur distaccandosi dall'altra produzione per una certa vistosità di stili e di temi. …In realtà le fabbriche di ceramica costituiscono uno dei più cospicui punti di incontro tra tendenze e stili "colti" e tecniche artistiche "popolari", sicché i loro prodotti riflettono il confluire di due filoni culturali che sono spesso perfettamente fusi in un tutto armonico. Le ceramiche popolari hanno sempre un valore d'uso, oltre ad avere un valore decorativo ed è più facile la loro classificazione artistico-sociale. Per il ceramista del popolo, praticità ed artisticità sono, in effetti, due esigenze inscindibili alle quali, i suoi prodotti debbono necessariamente uniformarsi… IL NOVECENTO

Con il '900 ci avviciniamo al periodo di decadenza della ceramica artigianale in tutti i centri produttori siciliani, andamento già avviato alla fine dell'ottocento. Anche Collesano, subì la stessa sorte, al punto di cominiciare ad interrompere la produzione e spegnere diversi forni. La produzione vascolare, artistico, decorativo, di gusto, oggi diremmo di "qualità" richiesto dalle famiglie nobili, dai farmacisti e dagli aromatari, infatti, lascia posto a un "oggetto d'uso quotidiano" della cultura povera, contadina, poco esigente, tendente a soddisfare solamente un necessità primaria, funzionale. Da un'analisi produttiva ed artistica di questo contesto locale, emergono alcuni fattori

sfavorevoli: - Si esauriscono le richieste di mercato di un certo livello e vengono meno anche gli stimoli alla produzione di qualità, alla ricerca, al gusto estetico, alle forme nuove; I saltuari prototipi di ceramica esportata in America risultarono un fallimento economico; - L'artigiano locale non predisposto al cambiamento, all'innovazione del processo produttivo, all'organizzazione del lavoro di tipo specialistico, non opera nessun investimento; - Le condizioni di tipo lavorativo in cui versavano gli "stazzunari" continuavano ad essere estremamente precarie ed insicure; - La stessa mancanza di un ricambio generazionale tra le generazioni dei ceramisti e alle nuove esigenze di lavoro e di mercato; - Le grandi quantità di maioliche importate da altri centri poiché si ritrovano di buona fattura e perché alquanto bassi di prezzo. La situazione si fa effettivamente preoccupante e drammatica per l'artigianato locale e per il patrimonio artistico collesanese. Le richieste particolari di oggettistica decorata, risultavano ormai saltuarie anche a causa dei costi proibitivi. Abbiamo notizia "che agli inizi del '900 producevano a Collesano con maggior e minor perfezione" i discendenti delle famiglie Barbera, Catalano, Carrà, Cellino, Cirri e, le famiglie Asciutto e Iachetta". Gli artigiani locali continuavano a produrre e ripresentare oggettistica alquanto modesta, essenzialmente legata all'utilità delle famiglie, ai semplici e funzionali usi e ai costumi tradizionali, come vasi per acqua, per vino, boccali, lumiere, vasi da fiore e da notte, fiaschi, scodelle, catusi, collidoca, criscintiere, bornie, statuette, acquasantiere, ect.

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Risultano invece, significativi e illuminanti i fiaschi tradizionali e a cucciddatu, le brocche, le figure antropomorfe col segreto, dove si fondono insieme bravura artigianale con la canzonatura, lo scherzo e l'astuzia. Collesano fino al 1960, malgrado le molteplici fornaci operanti nel quartiere "Stazzone" e fuori dal centro urbano, conservò una posizione di modesto centro produttore, con un mercato tipicamente locale. I rigattieri del periodo, vendevano questo tipo di merce nei paesi limitrofi durante le fiere paesane e le feste patronali. Un “figulo” collesanese Mastru Cirri Vincenzo, sensibile ai nuovi prodotti e alle nuove tecniche di lavorazione, fece studiare e perfezionare il figlio Giuseppe a Caltagirone, apprezzato centro siciliano della ceramica ma, la sua produzione, non ebbe quella qualità desiderata. I ceramisti collesanesi riprendendo la tradizione ottocentesca, usarono nei loro prodotti in terracotta e poi “stagnati” (vaso, fiasco, lucerna, statuette, bornie, acquasantiere, ecc.) vetrine colorate sempre dello stesso tipo. Le maioliche prodotte infatti, in questo periodo, hanno come caratteristica la semplicità delle forme e la continuità cromatica: l'utilizzo del giallo miele, del verde ramina e un po’ meno il colore manganese. Le terrecotte, nella parte alta vengono trattati con il verde ramina mentre nella parte inferiore, dal giallo miele o paglino, come qualcuno lo chiama; questi colori restituiscono un’identità, un valore agli oggetti a tal punto da caratterizzarli come "originali" e "unici" probabilmente nel contesto della produzione isolana, madonita indubbiamente. Smalti ripresi in modo generalizzato dalle ultime famiglie ceramiste collesanesi: Asciutto, Catalano, Cirri, Iachetta al punto da contraddistinguere tutta la produzione fino al 1960. Invece, la smaltatura in manganese, veniva usata nell'interezza del pezzo ceramico. Quest’ultimi figuli, esperti del tornio e della cottura, lasciarono pochi oggetti decorati, probabilmente, non compresero la necessità del decorare a pennello o forse, ed è anche la cosa più probabile, non sapevano generalmente decorare. Alla sensibilità cromatica delle maioliche, si accompagnano anche il gusto plastico degli elementi vegetali a bassorilievo e i graffiti o le incisioni lasciati come segno decorativo e

come riconoscimento dell’artista ceramista. Gli elementi recuperati dall'ultima generazione collesanese, sono la forma, lo stile e le tipologie delle ceramiche vascolari del secolo precedente. I nuovi pezzi, ripresi e forgiati, mantennero le caratteristiche e le tipologie ottocentesche, senza impulso e senza mettere nulla di nuovo. Tutta la nuova produzione sembra voler dare un segno di "rispetto al passato". Nessun esempio significativo di cambiamento, di crescita, tantomeno di ricerca. Le lucerne, i bummuli, le bornie, i fiaschi e ogni altra oggettistica, risulteranno le riproduzioni del passato. Alle attività artigianali operanti oggi a Collesano è affidato, anche,

il recupero più o meno esplicito di questo patrimonio storico ed artistico e soprattutto l’identificazione di una specifica caratteristica, tipologia e qualità del prodotto locale. LA PRODUZIONE DI MATTONELLE Collesano nella seconda metà del '600 presentava un cospicuo numero di fornaci e "stazzunara" per la produzione di "maduna longhi e quatri" in cotto e "maduni pinti di Valenza", cioè stagnati (in particolare nei documenti del 1660). Tra il '700 e l'800 risulta efficiente l'attività ceramica per la produzione di mattoni maiolicati, ma non esiste una vera e propria "storia della ceramica di pavimentazione di Collesano". Sono arrivati oggi, pochi esemplari di mattonelle decorate realizzate nei forni locali, gran parte di questo materiale è andato perduto o quasi certamente la loro provenienza risulta insicura e di dubbio stile. Le decorazioni riprodotte nelle piastrelle dai

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laboratori collesanesi, imitano certune tipologie palermitane che si ispirano a loro volta, alle “riggiole” napoletane. A Palermo arrivavano parecchie mattonelle e vasellame partenopee durante il XVII° secolo, infatti intensa era l'importazione e diviene sempre più decisa per tutto il XVIII° secolo. Le numerose officine collesanesi produttrici di mattonelle "stagnate", ancora una volta, così come avvenne per il vasellame, risentirono dell'influenza decorativa e cromatica delle fabbriche palermitane e oggi, possiamo sostenere che hanno avuto un discreto mercato locale, nel comprensorio madonita. Nel Palazzo Municipale, ex convento domenicano, sono andate perdute le pavimentazioni “stagnate” prodotte nel 1769 dalla bottega di Mastro Antonino Barbera, "sotto la direzione di operai napoletani specializzati fatti venire appositamente". Le stesse mattonelle della pavimentazione realizzata nel 1824, per la chiesa di S. Caterina (distrutta per il crollo del 1976) "a motivi floreali", sono impresse la firma di "Lu Novu" e quella di "M.A.B". (Mastro Antonino Barbera), dovevano essere sicuramente della stessa fabbricazione. Altre mattonelle collocate nell'ex chiesa dei Cappuccini n Collesano e a Polizzi Generosa, recano questi motivi floreali. Altre tipologie simili a livello decorativo sono state ritrovate anche a Cefalù, Castelbuono e a Isnello. Probabilmente all'attività vascolare si integrò quella dalle piastrelle decorate, che dovette durare fino al 1882, quando venne meno la produzione delle mattonelle e di conseguenza scomparvero, le forme, gli stampi (matrici) per la decorazione. Dai pochi esempi di mattoni e piastrelle (tozzetti) decorati di manifattura collesanese, riscontriamo semplici decorazioni: ornato e composizioni, che imitano quasi sempre motivi e schemi palermitani o modelli napoletani. Di regola i mattoni in cotto invetriati e decorati, fabbricati a Collesano misurano cm. 14x14, mentre le piastrelle hanno dimensioni di 8x8 cm. (si discostano dalle produzioni napoletane cm. 20x20 e da quelle palermitane cm. 18x13 e cm. 14,5x14,5). Il mattone, la cui composizione stilistica è diagonalmente divisa da un campo di colore verde ramina intenso, con contorno sinusoidale e da un ornato un po’ grossolano a campanula. Quest’ultima, stilizzata, riempie l'altra metà di diagonale, utilizzando colori tipici della cultura collesanese: giallo-arancio, manganese chiaro e ramina; i contorni

sono spessi e di colore manganese. La specificità di questo mattone, permette diverse variazioni compositive, non a caso, sono state ritrovate "anche in area palermitana", con lieve differenze nel decoro floreale (e sappiamo provenire dalle fabbriche di mattoni di Naso, fornaci particolarmente attive, vicino Capo d’Orlando, nella provincia messinese. Costituisce un tipico esempio di imitazione napoletana: decori vegetali in ramina, giallo-arancio e pennellate in cobalto. Esemplari della stessa decorazione si trovano a Palermo e la realizzazione probabilmente risale ai primi anni del '700. Inoltre, la fascia settecentesca ritrovata in un pavimento conventuale

collesanese, presenta motivi vegetali a foglia con chiusure a spirale, di colore ramina e contorno in manganese. Anche nella chiusura esterna, il ramina e una tonalità di colore manganese leggera. Il mattone utilizzato "come fregio di pavimenti e rivestimenti siciliani" dal motivo a "treccia", abbastanza frequente nel vasellame collesanese del '600, sottolinea l'influenza decorativa del periodo arabo. Due i colori presenti: il ramina che contorna la treccia e la fascia esterna, il giallo-arancio per la fascia interna, infine il contorno a tratti e la retinatura in manganese. Mattonelle similari sono state rinvenute nelle zone del messinese, e del palermitano. La piastrellina (tozzetto) di cm. 8x8 (esiste, anche una diversa versione decorativa), veniva utilizzata come elemento cromatico nella pavimentazione tutto in cotto. La

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centralità in giallo è contornata dal rosone a quattro elementi in ramina e punte in azzurro dalla tonalità chiara, la composizione è contornata in manganese, questa pavimentazione è stata rinvenuta in un palazzo baronale a Collesano. È stata trovata una mattonella decorativa datata 1886 (si noti il numero sei al contrario), molto semplice e grossolana nel tratto, dalla composizione statica, rappresenta la Sacra Famiglia, su fondo paglino-arancio e contorni in manganese. Un caso a parte, rappresentano e meritano attenzione, le guglie delle torri campanarie e le gugliette maiolicate, ubicate numerose nei paesi madoniti (Collesano, Isnello, Castelbuono, Geraci, Petralie, San Mauro Castelverde, ect.), certamente di produzione locale. Caratteristiche sono gli elementi modulari policromi in terracotta ad incastro, la varietà cromatica delle vetrine usate, che restituiscono nella messa in opera, disegni geometrici interessanti ed effetti cromatici significativi e singolari. L'attuale guglia ricollocata nella chiesa di S. Maria la Vecchia, vicino ai ruderi del Castello e proveniente dalla chiesa di San Giovanni, distrutta a causa della violenta frana del 1932 che distrusse numerosi edifici a Collesano ne è un esempio. LA CERAMICA DAL XVII° SECOLO A OGGI IN MOSTRA nel d icembre 1997 e aprile 1998 Il Comune di Collesano, l'Ente Parco delle Madonie, la Provincia Regionale di Palermo, con il supporto degli storici, degli esperti e degli artigiani locali, hanno permesso di sostenere e valorizzare la tradizione ceramica collesanese, organizzando l'interessante Mostra "La Ceramica di Collesano dal XVII secolo a oggi", visitata e apprezzata da più di 5000 persone. Curata da Tommaso Gambaro, la mostra è stata allestita da Michele Sottile nella restaurata ex chiesa di San Giacomo in Collesano dal 23 dicembre 1997 e proseguita fino al mese di aprile 1998. La mostra, divisa in aree tematiche, tracciava un preciso itinerario storico, presentando numerosissimi pezzi ceramici prodotti a Collesano e provenienti da vari musei, gallerie nazionali e regionali, nonché da collezioni private. Sono state esposte, anche, le produzioni ceramiche degli artigiani locali presenti oggi, al fine di valorizzare la loro attività. Sono seguiti interessanti studi storici, ricerche nel settore, interventi di rivalutazione e di conoscenza di quest'arte "minore" che hanno dato vita a Convegni, Mostre, Pubblicazioni, Esposizioni e, non ultima, il suggerimento di aprire a Collesano una sezione staccata dell'Istituto D'arte nel settore della ceramica. Anche se molta strada è da percorrere dal punto di vista archivistico, storiografico, promozionale, le notizie e le immagini raccolte ci offrono un interessante panorama della produzione ceramica collesanese dal XVII° secolo a oggi. Apprezzabile il cammino storico della famiglia locale (Iachetta) che continua la produzione di oggetti "popolari" smaltati e decorati e, la nascita, da qualche anno, di attività imprenditoriali locali con caratteristiche artigianali per la produzione di cotto, di mattonelle smaltate e decorate di oggettistica varia. E' necessario, per lo stesso patrimonio di conoscenze e per il destino della ceramica collesanese, non imitare il passato, cioè “clonare” opere storiche esistenti, ma riproporre e/o ideare un'oggettistica tradizionale o moderna, attraverso la ricerca continua, la tecnologia, la progettazione, la realizzazione, giungendo a coniugare gli elementi propri del passato con le esigenze, la funzionalità, la praticità e il design del modo di vivere oggi. SINTESI FINALE E POSSIBILE FUTURO DELLA CERAMICA Le produzioni ceramiche collesanesi del XVII° secolo riuscirono, a crearsi una "nicchia di mercato" nell'isola. Le maestranze, operanti a Collesano, non riuscirono, però, a "segnare" l'ambiente artistico dell'epoca, ne tantomeno ad imprimere uno "stile

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collesanese". Infatti, lasciarono modesti "gusti e tendenze" e poche tecniche di lavorazione (argille, vetrine, decorazioni). Soddisfacente, per quel periodo, è da ritenersi la produzione dei manufatti vascolari collesanesi, anche se oggi, sono pervenuti in buono stato, solo, pochissimi esemplari. Queste maioliche che hanno "segnato" la storia di Collesano, piccolo centro delle Madonie, sono oggi, poco conosciute ed apprezzate dalle nuove generazioni. Le ceramiche prodotte nell'800, definite arte "popolare" rimangono l'opera più "sapiente ed originale" delle maestranze locali, non per la qualità artistica e tecnica, ma perché hanno "caratterizzato" il luogo. L'artigiano locale, continuò successivamente a produrre le stesse tipologie ed avvertì subito una crisi "d'identità" e di "progettualità" accompagnata dalla mancanza di una "ricerca di mercato". "L'unica strada possibile per far uscire la bottega artigianale dall'isolamento, … è, a parer mio, cercare di 'progettare la tradizione'. … di pensare ad un artigianato contemporaneo. A Collesano progettare la tradizione vuol dire individuare le principali tipologie e capire se può esserci ancora una possibilità di utilizzo, riuso. Capire, cioè se una bornia, un lemmo, un fiasco, possono essere considerati oggetti d'uso, intuire e ricercare se, oggi, esiste per loro un mercato concreto. Capire se …la melanzana o il peperone, i monaci o le damine in costume per la loro forte identità e riconoscibilità, possono essere inclusi in quel mondo di oggetti depositari di forti segni ludici e funzionali che il mercato oggi richiede e che sembra accettare di più. Capire, cioè, se alcuni manufatti necessitano di una operazione di 'redesign', di una sorta di riordino ergonomico e di un riadattamento alle nuove ragioni d'uso (criscintera). Capire, infine, se progettare vuol dire anche ricercare nuove forme, nuove tipologie con riferimenti più o meno espliciti alla tradizione locale. Si tratta in sostanza di far conquistare a colori, decorazioni, rapporti formali locali, uno stile più attuale e aderente al nostro tempo." (G. Levanti - Progettare la tradizione).

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LA TARGA FLORIO LA MITICA CORSA DELLE MADONIE, LA PIU’ ANTICA AL MON DO SU STRADA

Tra i monti e le colline delle Madonie, custodi nel corso dei secoli d’interessanti ed artistiche cittadine, insistevano delle strade disagevoli da percorrere, dai tracciati difficili e polverosi, dalle curve alquanto impegnative da abbordare, entro una cornice naturale di smisurato valore paesaggistico e naturale. Questi scenari d’incanto ambientale, di legami storici, di rinomata ospitalità, di antiche tradizioni, di piacevoli sapori e di genuini gusti, testimoniavano in maniera

rimbombante, l’avanzamento e la velocità delle vetture sempre più prestigiose, che mettevano a dura prova i piloti, i meccanici e le stesse case costruttrici, in occasione proprio della famosa ed indimenticabile Targa Florio. Nel 1906 inizia, precisamente, l’avventura della Targa Florio, la prima corsa automobilistica su strada più celebre al mondo, grazie all’intuizione del giovane Vincenzo Florio, appassionato di corse e motori. Vincenzo, nasce a Palermo nel 1883, da Ignazio e Giovanna d’Ondes

Trigonia, della gloriosa e benestante famiglia siciliana dei Florio Siamo nel 1905, quando le qualità e le capacità organizzative di Vincenzo, appena 22enne, vengono esaltate nella cronaca di allora, per l’organizzazione della corsa automobilistica del bresciano, titolata “Coppa Florio”, vero preludio, promozionale e di omologazione dell’antica gara siciliana delle strade collinari e di montagna delle Madonie. Riuscì in poco tempo a programmare, curare e perfezionare, la gara automobilistica, passante per i paesi madoniti, che passo nella storia come Grande Circuito delle Madonie: Cerda, Caltavuturo, Castellana Sicula, Petralia Sottana, Petralia Soprana, Geraci, Castelbuono, Isnello, Collesano e Campofelice di Roccella, passando dal rettilineo di Bonfornello, con arrivo presso l’antico Tempio di Imera. Il tragitto, di circa 150 Km., che doveva essere percorso per 3 giri, si snodava per le strade sterrate a serpentina, collinari e montuose, in un percorso difficile, malagevole e inagibile, ove si faceva fatica a bloccare gli animali che finivano lungo le strade interessate dalla gara. Alla predisposizione e cura di questo acuto progetto sportivo, durante un soggiorno in Francia, contribuì l’amico francese Henri Desgrange, direttore di “Auto” periodico parigino. Al vincitore, la ricca Famiglia Florio, aveva destinato la bellissima Targa (progettata da René Lalique, linea Art Nouveau) e un premio in denaro di lire 30.000. La partenza avvenne il 6 maggio 1906, con la partecipazione di sole 10 automobili (5 Itala, 2 Clement Bauard, 1 Fiat, 1 Berlier e 1 Hotchkiss. Vinse la 1° edizione della Targa Florio, Alessandro Cagno, su Itala. Le qualità della gara sono caratterizzate e riconducibili ad alcuni fattori organizzativi, sportivi, tecnici, ambientali, partecipativi e di riconoscimento. La manifestazione automobilistica era conosciuta al di fuori come “Primavera Siciliana” mentre, per gli abitanti dei paesi delle Madonie e della Sicilia tutta, la Targa Florio

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rappresentò, motivo di zelo e di popolarità, non solo come scenario abbondante di risorse, di paesaggio, di natura incontaminata, di patrimonio culturale ma, anche da un punto di vista economico e turistico. Fu proprio Vincenzo Florio che incoraggiò la costruzione delle tribune di Cerda, per consentire ai nobili e agli imprenditori palermitani ed isolani, l’incolumità della persona, ed assistere comodamente seduto, allo sfrecciare delle automobili. Nel 1912, la Targa Florio cambiò percorso, prendendo la denominazione di “Giro di Sicilia”, e toccò diverse città in tutta l’isola (Palermo, Termini Imerese, Cefalù, Messina, Taormina, Catania, Siracusa, Noto, Ragusa, Gela, Agrigento, Sciacca, Castelvetrano, Marsala, Trapani e ancora Palermo) con un percorso lungo circa 965 Km. Fino al 1930 venne utilizzato il “Medio Circuito” (Cerda, Catalvuturo, Petralia, Collesano e Campofelice), mentre l’anno dopo venne disputata nel “Piccolo Circuito” delle Madonie di 72 Km. (Cerda, Caltavuturo, Collesano e Campofelice). Questo circuito continuerà ad essere utilizzato fino al 1977, alternando un percorso a volte 7, a volte 14 giri. Nel 1937 e fino al 1940, la corsa venne effettuata nel circuito ricavato nel Parco della Favorita, nella città di Palermo. Solo l’edizione del 1955 farà rientrare la corsa nei campionati mondiali di vetture Sport Prototipi e Gran Turismo. A partire dal 1958, e fino ad oggi, solo edizioni di “gare di regolarità”, cioè raggiungere ogni tappa del percorso avendo cura di rispettare uno schema di marcia già disposto (una specie di sfilata di auto). La Targa Florio riprenderà ad essere nuovamente una gara agonistica dal ’58 fino al ‘73, per il suo interesse specifico nella sezione corse, rientrando così nel campionato mondiale di vetture Prototipi e Gran Turismo. Negli anni d’oro della Targa Florio, parteciparono nomi famosi di piloti e titolate case costruttrici, che ebbero nel 1973, inaspettatamente, la conclusione a causa dei numerosi incidenti gravi, occorsi durante la gara. Purtroppo, questi tristi incidenti avvenuti nel 1973, marcarono l’inaffidabilità del circuito delle Madonie, rispetto alle alte velocità e alle nuove tecniche motoristiche; si perse, così prestigio e la classe di gara internazionale. Il 1977 fu anch’esso un anno malinconico da ricordare perché segnò la fine della celebre gara. Alcuni spettatori, a causa di un’auto uscita fuori pista verso Buonfornello, furono falciati. Bilancio due morti e tre feriti gravi. La vera Targa Florio depauperò il suo svolgimento e perse l’entusiasmo e la stima sportiva. A partire dal 1978 la gara veniva modificata in attività sportiva Rally e chiamata “Rally Targa Florio”. Come si possono dimenticare l’entusiasmo della popolazione, lo spirito di partecipazione, la preparazione, l’accoglienza, la passione, il tifo per la Ferrari, per Nino Vaccarella, ecc. Precisamente, qualche mese prima della gara, i paesi delle Madonie si predisponevano allo spirito sportivo, si preparavano all’accoglienza e tutta la popolazione veniva attaccata da una sorta di epidemia agonistica. Molti ragazzi facevano le bravate al volante, si scioglievano con le gare incrociate, con la febbre dei bolidi e facevano rombare i loro motori. Qualche volta si scommetteva per gioco, sul pilota o sulla marca automobilistica vincente. Poiché all’alba il circuito veniva chiuso, durante la notte, si dava inizio alle file di persone appiedate, con i muli, con i trattori e con le auto. Le ferrovie dello stato predisponevano anche dei treni speciali che conducevano tante persone nelle stazioni di Cerda, di Sciara-Aliminusa, di Fiumetorto, di Buonfornello, di Campofelice Roccella, di Lascari e di Cefalù.

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Ognuno sentendosi protagonista dell’evento, cercava una «postazione» particolare, che terminava con l’arrivo dell'ambulanza e delle moto della polizia; ecco il passaggio della prima automobile da corsa. Dopo la lunga attesa, gli sportivi e non, andavano in escandescenza e si compiacevano per la passionalità e per l’intensità della gara. “Se le cose hanno un'anima, se gli avvenimenti hanno un cuore, c'è da pensare che la cara vecchia Targa Florio è stata lungimirante «scomparendo» in punta di piedi prima che il

mondo attorno a lei diventasse altro da quello che era”. Oggi, sono riconoscibili e consultabili riviste, libri, elenchi, cartoline, ecc. e, in esposizione e bacheche, parecchi cimeli, targhe, quadri e tanta altra oggettistica che ripercorrere, da varie aree tematiche, la leggendaria corsa della Targa Florio. Museo Targa Florio di Collesano e Museo Vincenzo Florio di Cerda.

MUSEO “TARGA FLORIO” – COLLESANO (PA) Collesano è un paese collinare del Parco delle Madonie, distante da Cefalù circa 28 km. Ricco di elementi naturali e paesaggistici, di opere monumentali ed artistiche, paese della ceramica del Parco, di celebri manifestazioni religiose, viene anche rievocato, perché percorso ed interessato, già a partire dal 1906, dalla gloriosa corsa automobilistica “Targa Florio”; oggi ospita un importante Museo “Targa Florio”. Il MUSEO “TARGA FLORIO” di Collesano,

sognato, seguito ed attuato dall’Amministrazione Comunale dell’epoca, con il patrocinio dell’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Siciliana e dell’Automobile Club di Palermo, è stato ufficialmente inaugurato nel pomeriggio del 27 giugno 2004. Il Museo, ospitato nell’ala destra dei locali dell’ex convento di San Domenico del XVI sec., con annessa chiesa, è limitrofo alla Sede Municipale. L’area d’ingresso, ubicata in un terrapieno, ha accesso da Corso Vittorio Emanuele II, al civico 2. i suoi recapiti telefonici sono: 0921 664684 (Ufficio Turistico) e 0921 661158 – 0921 661104 (Centralino Municipio), mentre, il sito ufficiale è http://www.museotargaflorio.it. La progettazione e la direzione dei lavori per l'allestimento del Museo è stata affidata all’arch. Marcello Panzarella. Il complesso museale, dedicato alla “Targa Florio” (mitica e famosa corsa automobilistica su strada più difficoltosa e avvincente di tutti i tempi, inventata nel 1906, da Vincenzo Florio), esclusivo nella sua specificità e caratteristica, racchiude un’apprezzabile e coinvolgente raccolta di fotografie, immagini, documenti inediti, targhe, pubblicazioni, periodici, cartoline, parti di auto, oggetti meccanici e tanti cimeli (caschi, montature, abbigliamenti e accessori da corsa, ecc.). Nell’attraversare man mano, i locali dell’esposizione e scorrere le gradevoli bacheche del Museo “Targa Florio” di Collesano, i visitatori, anziani o giovani, anche non competenti, rinnovano e rivivono quelle emozioni, quei ricordi memorabili e profondi delle testimonianze più vere dell’epica corsa che ha visto i paesi delle

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Madonie, tempo fa, partecipi e trascinati dall’euforia e dalla passione per i bolidi. Presentati nelle teche, i caschi di alcuni piloti di eccezionali edizioni: Lodovico Scarfiotti, Vic Elford, Ignazio Giunti e Toine Hezemans. Sono esposte, nella sala a destra entrando, le Targhe in metallo bronzeo di proprietà dell’Automobile Club Palermo, dei periodi storici del 1921, 1932, 1937 e 1950. Al momento è esposta la prima “Targa Florio” realizzata in oro e smalto dal francese Lalique, di stile Art Noveau, commissionata nel 1906 dalla famiglia Florio, sicuramente, rappresenta l’oggetto più significativo ed esclusivo. Inoltre, troviamo le Targhe del 1964 e del 1965 vinte dal barone Pucci e da Nino Vaccarella; in occasione dell’inaugurazione del museo, i due corridori hanno gentilmente donato le targhe. L’Automobile Club di Palermo ha contribuito con diversi cimeli ad aumentare le testimonianze presenti nel museo ed ha concorso attivamente alla costruzione del sito omonimo. Ricordiamo, inoltre, che l’Automobile Club di Palermo rimane per eccellenza l’organizzatore della Targa già a partire dagli anni ’60, ed è responsabile oggi, del marchio “Targa Florio”. È, altresì presentata la cartolina celebrativa con annullo filatelico speciale, per l’evento e

una pubblicazione editoriale speciale “Museo Targa Florio” (raccolta di testimonianze di stimati giornalisti: Enrico Benzing de “Il Giornale”, Michele Fenu e Giulio Mangano de “La Stampa”, Vincenzo Bajardi del “Corriere dello Sport”.). Alcuni articoli scritti da Marcello Sabbatici, da Mauro Forghieri, da Sandro Munari, da Salvatore Requirez e da Giacinto Gargano (attuale conservatore del museo). Vero orgoglio dei collesanesi, dell’ Amministrazione Comunale e del Museo “Targa Florio” il 27 giugno 2004, la partecipazione alla cerimonia di apertura, le successive testimonianze e reminiscenze del passato, di alcuni piloti, primi attori e trionfatori di varie gare

(qualcuno ha anche portato con sé dei cimeli, donati in seguito, al museo). Nino Vaccarella, primo nel ’65, ’71 e ’75, il barone Antonio Pucci, nel ’64 con la Porsche, Sandro Munari, trionfatore nel ’72, Carlo Mario Abate, primo nel 1963, la prima donna a disputare una gara in Formula 1, Maria Teresa De Filippis, Armando Floridia, vincitore dell’edizione ‘76, Carlo e Rosadele Facetti, Tonino Nicodemi, Giampiero Biscaldi. Sono anche intervenuti i famigliari di alcuni fuoriclasse: Isabella Taruffi, nell’edizione del ’57, Margot Maglioli, figlia di Umberto, vincitore di tre edizioni, Cristina Vianini Baghetti, Ida Benignetti e Luigi Scarfiotti, Margherita Riccardelli Bandini, ed i meccanici della Ferrari: Borsari e Vecchi. Tutto questo materiale: documenti, fotografie, oggetti e cimeli, raccontano e testimoniano la lunga storia di questa fantastica corsa che ancor oggi continua a svolgersi, con la formula del Rally, sulle stesse strade delle Madonie e, riprendono il fascino, gli aneddoti e lati anche meno conosciuti della mitica corsa.

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PRESENTAZIONE DEI PRODOTTI TIPICI

L’aspetto culturale di un popolo (conoscenze, abitudini, costumi, folklore, metodi di lavorazione, ecc.) da cui si rilevano i significati più profondi e radicati della tradizione tipica locale, sono fortemente connessi al luogo d’origine. L’allevamento del bestiame, ad esempio, è stata una delle principali risorse di molti territori della Sicilia sin dai tempi antichi, grazie anche ai terreni generosi. Il territorio delle Madonie, specialmente nella fascia collinare, si presenta abbastanza adatto a questo tipo di allevamento e, tutto ciò, favorisce quelle attività dei casari (anche a conduzione familiare), come la lavorazione del latte e la produzione dei formaggi freschi e

stagionati. Rappresentano un bel connubio la lavorazione del terreno, l’allevamento, la preparazione del latte, dei formaggi, i loro marchi, sapori, i gusti che ne caratterizzano il territorio e danno tipicità ed identità. Infatti, il territorio di Collesano, già dotato di risorse legate alla zootecnia, all'agricoltura e alle tradizioni locali, presenta un’ampia varietà di produzioni tipiche e di buona qualità: i prodotti caseari dai fresco ai stagionati (fior di latte, schiacciata, ricotta, cacio cavallo, provola, affumicati, pirmintiu, tuma, pecorino, ecc..) i salumi, i vini, l'ottimo olio, i vari tipi di miele, i funghi, i prodotti conservati sott'olio e sotto aceto, il pane e soprattutto, i numerosi tipi di dolci. I modi effettivi di lavorazione, le preparazioni tipiche, alcuni ingredienti ed aromi, vengono trasmessi gelosamente nel tempo da generazione in generazione, ma in tutti, si ritrova sempre una forma di emotività ed originalità, alla sua partecipazione, esecuzione e produzione. Tra i ventiquattro formaggi storici che la Regione Siciliana ha riconosciuto (con relativa pubblicazione sulla Gazz. Uff. n. 194/21/08/2000) c’è anche la “Provola delle Madonie”, che ha acquistato la denominazione di prodotto tradizionale. Nel libro L'Italia dei formaggi di Luigi Cremona, Francesco Soletti, - riporta la Provola delle Madonie indicando Collesano, Petralia, Castelbuono tra le aree produttive ad est di Palermo. Ricotta fresca di pecora

NOME: Ricotta fresca di pecora CATEGORIA DI APPARTENENZA DEL PRODOTTO: Lattiero – caseario MATERIA PRIMA: Siero di latte di pecora, con aggiunta di latte TERRITORIO INTERESSATO ALLA PRODUZIONE: Collesano e Zone Parco in particolare Pollina (PA), CARATTERISTICHE: Altezza: cm 30 circa; diametro: cm 20; peso: Kg 1,5: crosta: assente; pasta: cremosa; colore: bianco. METODICHE DI LAVORAZIONE, STAGIONATURA E

CONSERVAZIONE: Si porta il siero, cui viene aggiunto del latte, a 85-90 gradi, mescolando continuamente

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(preferibilmente con un bastone di "ferla" ). Dopo l'affioramento del coagulo, si aggiunge acqua fresca con immersi dei rametti di fico appena colti, si raccoglie e si mette nelle apposite forme a spurgare. Certe volte si effettua la salatura. Stagionatura: non si effettua, si consuma fresca. ATTESTAZIONE DELLA DATABILITÀ DEL PRODOTTO Gallo "Le venti giornate dell’agricoltura e dei piaceri della villa", IV sec. d.C.. NOTE Prodotto di larghissimo consumo, soprattutto nella pasticceria ma anche nella cucina tipica siciliana. Conosce una molteplicità di varianti: 1) ricotta col siero, consumata ancora calda, mista al siero come una zuppa (piatto di rara bontà ottenibile solo in azienda); 2) ricotta salata, stagionata per la grattugia per almeno tre mesi in ambienti arieggiati (nel palermitano); 3) ricotta infornata, immessa nel forno caldo fino a formare una crosta di colore bruno: talvolta previa stagionatura e salatura, ma quasi sempre fresca; 4) ricotta secca, asciugata al sole e ritirata in casa al tramonto fin quando la pasta si presenterà ben soda. Di tutte queste varianti - come della stessa ricotta fresca di vacca- non sono stimabili la produzione e il valore. Provola delle Madonie NOME: La Provola delle Madonie CATEGORIA DI APPARTENENZA DEL PRODOTTO: Lattiero – caseario MATERIA PRIMA: Latte vaccino TERRITORIO INTERESSATO ALLA PRODUZIONE: Collesano e tutta l’area montana delle Madonie CARATTERISTICHE: Peso: 1 - 1.2kg Caglio: in pasta di agnello Crosta: liscia, lucida, di colore giallo paglierino Pasta: compatta, tenera, elastica, di colore bianco avorio tendente al paglierino Facce: lisce e curve METODICHE DI LAVORAZIONE, STAGIONATURA E CONSERVAZIONE: Il latte riscaldato a 37-38 gradi viene coagulato nel tradizionale tino di legno od in una caldaia di rame stagnato aggiungendo caglio in pasta di agnello. Una volta raggiunta la densità voluta della pasta si rompe la cagliata in grani grandi come una nocciola. Quindi si lascia acidificare la massa per un tempo variabile, aggiungendo acqua calda o siero caldo e successivamente si procede all’estrazione della massa che viene depositata per asciugare su di un tavolone di legno. Si taglia poi la pasta a fette sottili, Che vengono poste nel tino di legno e bagnate con acqua bollente a 85 gradi. Si effettua a questo punto la filatura della pasta, aiutandosi con un bastone e, quando si raggiunge una buona elasticità, si formano delle piccole pere. Legate due a due le Provole vanno in ambiente fresco ed areato, a cavallo di una pertica, dove si affinano per 10-15 giorni Il Fior di Latte

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Formaggio fresco a pasta filata, molle, a fermentazione lattica, per la sua carica enzimatica e vitaminica, ottenuto con latte intero vaccino proveniente da una o più mungiture consecutive da effettuare nell'arco di sedici ore. Simile a quella della

mozzarella, originario del sud. La lavorazione è quella comunemente utilizzata per la mozzarella vaccina, dalla quale si discosta per forma e consistenza della pasta. Le principali fasi di lavorazione sono: il riscaldamento del latte, la coagulazione attraverso aggiunta di caglio di vitello; l'aggiunta, durante la coagulazione di sieroinnesto (derivante dalla lavorazione di latte vaccino crudo dell'area di produzione); la rottura della cagliata e successiva maturazione, l'aggiunta di acqua quasi bollente durante la vera e propria filatura, la mozzatura a

mano o meccanica, il raffreddamento in acqua, la salatura ed il confezionamento. La salatura può essere effettuata anche in fase di filatura. La forma è variabile, normalmente nelle Madonie viene realizzata tondeggiante, qualche volta con testina, nodino e a seconda del luogo di provenienza a forma di treccia e parallepipedo. Si presenta di color bianco-latte con sfumature paglierine, con pelle di consistenza tenera a ed una superficie liscia, lucente ed omogenea. La pasta è di color bianco latte a struttura fibrosa, a foglie sottili, di consistenza morbida e con leggera elasticità più accentuata all'origine, che rilascia al taglio e per leggera compressione, liquido lattiginoso, omogeneo; esente da chiazze o striature. Questo tipo di formaggio ha un contenuto grasso per il 49% circa e acqua per il 62-65% , e si consuma freschissimo. Ha la forma a sfera o a cubo, che dà una resa del 14-15%. Sapore: caratteristico, fresco, di latte delicatamente acidulo; grasso sulla sostanza secca: non inferiore al 40%. Il fior di latte è ideale per cucinare e riempire. È altresì l'ingrediente principe della pizza, ossia il piatto più celebre della tradizione meridionale. La Tuma

Rileggendo un pò la storia gastronomica, la Tuma è un formaggio tipico siciliano che ha origini antichissime: Omero riporta questo formaggio nell'Odissea (quando il prode Ulisse incontra Polifemo) mentre Plinio fra le sue diverse attività, fu il primo a classificare e registrare i formaggi italiani e quelli “stranieri” allora conosciuti: descrisse il pecorino siciliano come uno dei più eccellenti di quell’epoca! L’ambiente delle Madonie è caratterizzato da un territorio che presenta

pascoli estensivi naturali e seminativi con parecchi casi biologici. La presenza antropica è bassa ed è pari al 5% della popolazione così che l’ambiente risulta incontaminato. Per questo tipo di formaggio il latte di pecora è quello di solito più usato ma, ci sono anche trattamenti con latte di mucca e anche misto. Il latte utilizzato è quello intero e viene raggrumato con caglio caprino o pecorino, e a volte si inserisce anche del pepe nero per dare più sapore al formaggio. Può essere anche aromatizzato alla rucola, al peperoncino alle olive, ecc. La Tuma nasce praticamente nella stagionatura, dopo essere stata messa in forma in una tina, viene "abbandonata" per 8/10 giorni prima di intervenire per la prima volta: viene quindi lavata in maniera grossolana della muffa creatasi e "riabbandonata" per altri 8/10 giorni prima di essere finalmente salata, dopo averla lavata e spazzolata molto accuratamente.

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Ogni azienda casearia e/o ogni produttore ha una sua ricetta specifica sulla Tuma, che normalmente non divulga e tramanda da generazioni in generazioni. Certamente questa tipologia di formaggio è molto gustosa e saporita ma ha una deficienza: un odore sgradevole e fastidioso! Formaggio dal gusto dolce, viene consumato fresco dopo qualche giorno dalla produzione viene adoperato in diverse preparazioni gastronomiche. Il Primusali Zona di Produzione : in tutta la Regione siciliana. In particolare in alcuni paesi dei Nebrodi e delle Madonie. Periodo di Produzione : tutto l'anno ( meno in estate , miglio produzione in primavera) Materia Prima: latte ovino ( ma talvolta con latte vaccino o addirittura misto) Stagionatura: da 7 a 15 giorni circa Lavorazione: si porta il latte crudo a temperatura di coagulazione aggiungendovi caglio. Dopo la coagulazione e la rottura della cagliata, si cuoce con acqua o siero caldo. Dopo queste operazioni, la massa viene lasciata spurgare per 1-3 giorni, secondo il peso. La salatura si effettua sulla forma, a secco, aggiungendovi anche pepe nero intero o frantumato Caratteristiche del prodotto: forma a ruota; crosta molle e rugosa; pasta morbida; colore bianco Il Primusali, un caratteristico formaggio fresco siciliano, tradotto “Primo sale” è un pecorino fresco, non stagionato, praticamente appena salato. Il procedimento che da origine al Primusali, magari senza approfondire il percorso di stagionatura, essendo un formaggio non invecchiato, è il seguente: il latte di pecora crudo, viene messo in un pentolone di rame, lo si fa cuocere possibilmente a legna, fino a quando il latte non raggiunge la temperatura di addensamento, dopo di che viene immesso il caglio. A questo punto, rotta la cagliata formata, si fa cuocere con dell'acqua. Dopo poco tempo, si mette nelle fascere e si lascia riposare qualche giorno per la spurgatura. Questo primo procedimento permette di ottenere la Tuma fresca, contraddistinta dall’assoluta assenza di sale. Successivamente basta aggiungere una quantità di sale a secco (qualche volta anche in salamoia), aggiungere del pepe intero e far riposare per 10-12 gg. circa. In conclusione abbiamo ottenuto il popolare e buon formaggio Primusali. Il sapore è caratterizzato da una buona sapidità, sembra quasi che si sciolga in bocca, ed esalta tutte le squisite qualità che ha. Singolare è l'odore che sprigiona questo formaggio, perché sa di latte di pecora e odore di fieno. Lo si trova nei supermercati; accoppiato con una fetta di pane caldo, mangiato è ottimo. Il Pirmintìu Il pirmintìu è un formaggio tipico delle Madonie, e in particolare di Collesano e Castelbuono (PA). Si tratta di un formaggio stagionato i cui ingredienti sono: - latte ovino - caglio - sale – pepe. Il bello del pirmintiu sta proprio nella sua capacità di coniugare le esigenze di palati diversi, essendo allo stesso tempo stagionato e piccante, ma anche dolce e delicato. Premesso che si tratta di un formaggio tipico, il pirmintiu lo si può trovare concretamente in molte attività alimentari delle Madonie. È anche un formaggio sostenuto e consumato dagli abitanti di questi luoghi. Essendo un prodotto legato alla tradizione, difficilmente si potrebbe pensare ad una nicchia di commercializzazione oltre il livello locale, infatti, trovarlo altrove è alquanto difficoltoso. L'unico modo per assaggiare questo ottimo formaggio è giungere in Sicilia e farsi una bella escursione nelle accoglienti Madonie.

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STRUTTURE RICETTIVE – TURISTICHE – RISTORATIVE - DI S VAGO E PER IL TEMPO LIBERO

PRESENTI A COLLESANO PER UNA VACANZA DI QUALITÀ

Trascorrere una vacanza nel territorio di Collesano, “Porta Naturale del Parco delle Madonie” significa imbattersi in un inesauribile patrimonio ambientale, paesaggistico, storico, artistico, monumentale, folkloristico e gastronomico e in molteplici altre risorse e strutture turistico - ricettive.

Una vacanza a contatto con la natura, con l’arte, con la storia, con le tradizioni, che non rinuncia al comfort, al riposo, in organizzazioni complete ed accoglienti e con l’opportunità di rilassarsi in campagna, in piscina o nel centro benessere, dalle numerose attività culturali, artistiche, religiose, sportive e dalle specialità tipiche gastronomiche collesanesi da gustare in sagre, feste, ricorrenze e soprattutto nelle singolari strutture. Certamente il territorio e il centro urbano di Collesano, a 28 chilometri dal polo turistico balneare della conosciutissima Cefalù, “perla del Tirreno” a pochi minuti dallo stesso litorale tirrenico di Campofelice di Roccella, a pochi chilometri dalla zona montana: Piano Zucchi e Piano Battaglia (area sciistica del palermintano) nella sua proposta turistica ricettiva, di un luogo collinare, all’interno dei confini del Parco Regionale delle

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Madonie, presenta apprezzabili requisiti e affascinanti particolarità per una villeggiatura fantastica ed indimenticabile. La redazione di www.collesanocorreinrete.it, descrivendo, evidenziando e valorizzando le migliori strutture ricettive, turistiche, ristorative, gastronomiche, escursionistiche, di svago e per il tempo libero, ecc. presenti in Collesano, vuole mettere al corrente i propri visitatori che, sul territorio, insistono strutture e complessi ricettivi che assicurano una deliziosa vacanza, dei momenti di relax, di benessere, inseriti nel verde, in un ambiente integro con il massimo dell’appagamento, delle comodità e del gusto. I dati, gli elementi indicati, le caratteristiche e le foto utilizzate per delineare le strutture sono prelevati dai siti e dal materiale informativo delle singole realtà turistiche e ricettive, citandone la fonte sitografica e/o bibliografica. I recapiti presenti nelle varie aziende a livello toponomastico, telefonico, fax, sitografico, ecc. possono subire variazioni.

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TRE IMPRESE DI COLLESANO FANNO PARTE DEL “DISTRETTO PRODUTTIVO DELLE CERAMICHE SICILIANE”

Il Distretto Produttivo, insieme di imprese appartenenti alla stessa filiera produttiva, integrate fra loro da relazioni produttive, tecnologiche e di servizio sia in orizzontale che in verticale, sottoscrivono un "patto" di durata triennale, nel quale manifestano idee e azioni funzionali alla crescita del Distretto per favorire il miglioramento delle qualità comuni: prodotti, organizzazione, distribuzione, potenziamento, tecnologie, ecc. Sulla base degli strumenti legislativi e programmatori regionali vigenti, il patto si integra con tutte le iniziative per lo sviluppo del territorio previste dai programmi di sviluppo locale (ASI, PIT, patti territoriali, contratti d'area, leader ed altri strumenti di programmazione negoziata) e di i internazionalizzazione dell'economia siciliana. Ne fanno parte enti pubblici, imprese artigiane, organizzazioni di categoria, istituzioni scolastiche, associazioni, consorzi ecc. Ubicate in territori ad elevata consistenza imprenditoriale, le imprese che ne fanno parte, cooperano tra loro per uno sviluppo complessivo e per la crescita dell'intera filiera, sono sorretti dalle istituzioni impegnate nel sostegno dell'economia locale. Ricordiamo anche, che le imprese del Distretto Produttivo devono almeno impiegare 150 addetti alla produzione. Il Distretto produttivo accede ai finanziamenti regionali, nei tre anni di istituzione ma, normalmente continuano oltre il triennio finanziabile. L'Assessorato Regionale alla Cooperazione, Commercio, Artigianato e Pesca emana appropriati bandi annui per l'assegnazione delle risorse disponibili. Le imprese interessate faranno pervenire i relativi progetti esecutivi degli impianti, delle opere, delle attrezzature e dei servizi connessi agli obiettivi dell'avviso. Generalmente potranno proporre la creazione di osservatori, banche dati e centri studi di Distretto, progetti di ricerca, creazione di marchi e di portali; partecipazioni a manifestazioni, fiere in Italia e all'estero, allestimento di strutture promozionali permanenti anche all'estero, creazione di laboratori tecnici e centri di prova, realizzazione di software gestionali mirati, attività di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo, bonifica e riutilizzo di centri industriali dismessi, promozione e potenziamento di strumenti d'integrazione delle politiche formative e del lavoro, promozione commerciale di prodotti innovativi, realizzazione di opere funzionali e connesse al potenziamento, miglioramento e risanamento del territorio e delle aree produttive incluse nel sistema produttivo locale. ASSESSORATO DELLA COOPERAZIONE, DEL COMMERCIO, DELL'ARTIGIANATO E DELLA PESCA con DECRETO 16 marzo 2007 N. 15 "Individuazione dei patti di sviluppo distrettuali ammessi". Il "DISTRETTO PRODUTTIVO DELLE CERAMICHE SICILIANE" ufficialmente riconosciuto dall'Assessorato Regionale alla Cooperazione, Commercio, Artigianato e Pesca con Decreto Assessoriale n 185 del 06.02.2010 facente parte della CCIAA di ME con Prot. 122 è costituito attualmente da 110 aziende ceramiche facenti parte dell'ALLEGATO "A". Tra queste imprese del settore sono associati rispettivamente al n° 70 MANGANELLO ARTE Numero R.E.A: 251414 sede legale VIA PALERMO, 62 COLLESANO (PA) Codice ATECO 26.21 Cod. Fisc. - P. IVA: 05338830820; n° 71 GIOVANNI BATTISTA MELI Numero R.E.A: 213098 C.DA PIZZILLO COOLESANO (PA) Codice ATECO 26.4 Cod. Fisc. - P. IVA: 0465700821; n° 72 COMED SRL Numero R.E.A: 93878 C.DA MONDOLETTO COLLESANO (PA) Codice ATECO 51.53.2 Cod.

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Fisc. - P. IVA: 02537760825. Nell'allegato B è indicato anche il COMUNE DI COLLESANO. Il "Patto Distrettuale delle Ceramiche Siciliane" è stato ammesso con D.A. n. 546 del 16/03/2007 dall'Assessorato Cooperazione Commercio Artigianato e Pesca a firma dell'Assessore On. Ing. Antonino Beninati, con sede legale in Santo Stefano di Camastra (Messina) nella via Nazionale n°96/b. Il termine di scadenza del Patto Distrettuale delle Ceramiche Siciliane è fissato al 31/12/2010. Possibile ricandidatura ad un secondo triennio, tramite la proposta della competente Camera di Commercio di ME. Alcuni elementi distintivi del "PATTO DI SVILUPPO DEL DISTRETTO PRODUTTIVO DELLE CERAMICHE SICILIANE" Recapito Via Nazionale n. 96/b c.da Torrazza - 98077 Santo Stefano di Camastra (ME). Patto pervenuto il 20 aprile 2006, prot. 4852 del 21/04/2006. Sottoscrittori: n. 26 Enti, Consorzi e Associazioni di categoria e tra questi i Comuni di: Caronia, Patti, Reitano, Collesano, Burgio, Monreale, Sciacca e le Province di Messina ed Agrigento; - n. 2 "Fiera del Mediterraneo" ed Istituto "Fernando Santi", che hanno aderito al Distretto Produttivo nei termini di cui al D.A. 152 , ma non risultano in elenco; n. 68 imprese nella provincia di Messina; n. 15 imprese nella provincia di Palermo; n. 28 imprese nella provincia di Agrigento; n. 1 impresa nella provincia di Trapani. Addetti dichiarati : circa 315 unità lavorative Fatturato aggregato nelle Province di riferimento Messina, Palermo ed Agrigento (€. 2.500,00 per addetto): €. 2.500.000,00. Fatturato export 15 % del fatturato globale Il "Patto" si pone come soggetto economico mirante all'aggregazione di imprese che intendono migliorare gli standard di produzione nel settore delle ceramiche artistiche sia di alto valore ornamentale, che di produzione corrente. Esso si colloca per gran parte territorialmente nell'area geografica del Comune di Santo Stefano di Camastra dove, negli ultimi decenni, si è fortemente concentrata e rafforzata la produzione di ceramiche e dove, allo scopo di uniformare un livello qualitativo apprezzabile, è stato adottato un disciplinare di produzione approvato dall'Associazione Italiana delle Città delle Ceramiche. Il "Patto" ha valenza interprovinciale essendo presenti in esso Enti, Associazioni, Consorzi ed aziende di Palermo, Agrigento e Agrigento. Non risulta di secondaria rilevanza l'incremento del potenziale utilizzo delle ceramiche in ambito urbano ed edilizio, per le diffuse tendenze al conferimento di uno spiccato pregio estetico e personalizzazione, ai manufatti da destinare alla fruizione privata e collettiva.

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I GOLF CLUB IN ITALIA Categoria circolo: Affiliato Indirizzo : Contrada Bartuccelli - 90016 Collesano (PA) Telefono : +39 0921934387 Fax : +39 0921934199 E-mail : [email protected] Sito web : www.lemadoniegolf.com Presidente : Giuseppe LAPIS Vicepresidente : Isabella LAPIS Direttore : Fabio BENSAJA Segretario : Fabio BENSAJA Maestro/i : Giuseppe MARRA Green Keeper : Vincenzo ROTONDI Responsabile attività giovanile: Num. buche: 18 Percorso: par 72, Uomini: tee campionato mt. 6004 CR 71,2 SR 137, tee normali mt. 5670 CR 69,4 SR 131, Signore: tee campionato mt. 5286 SR 72,4 SR 130, tee normale mt. 4978 CR 70,5 SR 128. Attrezzature: campo pratica, putting green, pitching green. Servizi: club house, spogliatoi, pro shop, bar, ristorante. Noleggio golf car, carrello elettrico e manuale, sacca da golf. Stagione: aperto tutto l'anno Giorno di chiusura: Sempre Aperto Altitudine: 74 mt. s.l.m. Come raggiungere LE MADONIE GOLF CLUB: Da Palermo e da Catania: autostrada Palermo - Catania, uscita Buonfornello, ss113 verso Messina, al km 201,5 girare a destra direzione Campofelice di Roccella e seguire le indicazioni golf. Da Messina: autostrada Messina - Palermo, uscita Cefalù, ss 113 verso Palermo, al km 201,5 girare a sinistra direzione Campofelice di Roccella e seguire le indicazioni golf. Il campo, progettato dal noto designer Luigi Rota Caremoli, sviluppa il suo articolato percorso su 6004 metri lineari con un par 72 e la diffusa presenza di bunkers. L’impianto si integra amabilmente nel seducente contesto paesaggistico, arricchito da 5 laghetti artificiali, dagli oltre 3000 ulivi saraceni e dal vasto agrumeto e carrubeto.

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CASALE DRINZI

Bed & Breakfast – Ristorante – Pizzeria di Di Gaudio e Gulino C.da Drinzi – 90016 Collesano (PA) tel. / fax. 0921664027 – http://www.casaledrinzi.it/ [email protected] [email protected]

AZIENDA AGRICOLA

Margherita Carducci Artenisio CASA MARGARET - COLLESANO Km 4 della Strada Provinciale 9 - Località Pizzillo - 90016 Collesano (PA), Sicily Tel. +39 0916199221 Fax +39 0916195480 Cell. +39 3348762237 http://www.casamargaret.it e-mail: [email protected]

L'AZIENDA AGRITURISTICA MANDRA CHIUSILLA

C.da Chiusilla - 90016 Collesano (PA) Tel/fax: (+39) 0921.664466 - Cell: (+39) 338.3908525 Tel. 0921.662116 tel/fax: 0921 996514 - Cell: 338.6348000 Sito: http://www.chiusilla.it/

AZIENDA AGRITURISTICA VOLPIGNANO

C.da Volpignano - 90016 Collesano (PA) 320.4295010 - 333.7671815 - 335.1428283 Telefono: 3293438537 - Fax: 091 6967330

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http://www.tenutavolpignano.com/ dal 1820, un'oasi di benessere...

AGRITURISMO AIRONE

AGRITURISMO AIRONE Contrada Pozzetti - Collesano (PA) Strada Provinciale 128 - 90016 Collesano (PA) Tel. Fax.: 0921 427703 Cell. 347 4763738

AGRITURISMO CASE TABARANI

C/da Tabarani - Collesano (PA) - ITALY Tel. (+39) 339 744 18 94 / 328 81 88 742 http://www.tabarani.it/ e-mail: [email protected]

AGRITURISMO GUARNERA

Eco-Turismo di Donatella Pucci C.da Gargi di Cenere - 90016 Collesano (PA) Italia Tel/Fax: 0921428431 - Cell: 360 5399935 www.gargidicenere.it e-mail: [email protected]

AGRITURISMO ILARDO LORENZO

Agriturismo Ilardo Lorenzo C/DA FAVARA - 90016 COLLESANO (PA) Tel. (+39) 091 8434157 Cel. (+39) 3358173927 – 3285883605 Fax. (+39) 0921 661092 TRATTORIA CARRICATURI DI BARRANCO FILIPPO 90016 Collesano (PA) 1, p. Mazzini tel: 0921 661306 TRATTORIA PUB CARRICATURI di barranco bar e caffe' 90016 Collesano (PA) 1, Via Giuseppe Mazzini tel: 0921 661306

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REPUBBLICA ITALIANA

GAZZETTA UFFICIALEDELLA REGIONE SICILIANA

PARTE PRIMAPALERMO - VENERDÌ 8 MAGGIO 2009 - N.

20SI PUBBLICA DI REGOLA IL VENERDI'

DIREZIONE, REDAZIONE, AMMINISTRAZIONE: VIA CALTANISSETTA 2/E - 90141 PALERMO

INFORMAZIONI TEL 7074930 - ABBONAMENTI TEL 7074926 INSERZIONI TEL 7074936 - FAX 7074927

AVVERTENZAIl testo della Gazzetta Ufficiale è riprodotto solo a scopo informativo e non se ne assicura la rispondenzaal testo della stampa ufficiale, a cui solo è dato valore giuridico. Non si risponde, pertanto, di errori,

inesattezze ed incongruenze dei testi qui riportati, nè di differenze rispetto al testo ufficiale, in ogni caso

dovuti a possibili errori di trasposizione

Programmi di trasposizione e impostazione grafica di : Michele Arcadipane - Trasposizione grafica curata da: Alessandro De

Luca - Trasposizioni in PDF realizzate con Ghostscript e con i metodi qui descritti

DECRETI ASSESSORIALI

ASSESSORATO DELLA COOPERAZIONE, DEL COMMERCIO, DELL'ARTIGIANATOE DELLA PESCA

DECRETO 9 aprile 2009.

Norme di attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 9 della legge regionale 15 settembre2005, n. 10, modificata dall'articolo 4 della legge regionale 8 novembre 2007, n. 21. Centricommerciali naturali.

L'ASSESSORE PER LA COOPERAZIONE, IL COMMERCIO, L'ARTIGIANATO E LA PESCA

Visto lo Statuto della Regione;

Visto il testo unico delle leggi sull'ordinamento del governo e dell'amministrazione della Regione

siciliana, approvato con D.P.Reg. n. 70 del 28 febbraio 1979, ed in particolare l'art. 2;

Vista la legge regionale n. 10 del 15 settembre 2005, art. 9, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della

Regione siciliana n. 39 del 16 settembre 2005, modificata con legge regionale n. 21 dell'8 novembre

2007, art. 4, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 53 del 9 novembre 2007,

con il quale si dispone che, al fine di migliorare la fruibilità turistica nel territorio siciliano ed in

particolare per promuovere l'immagine e l'accessibilità dei centri storici e negli ambiti urbani a

vocazione turistica, su proposta del sindaco del comune interessato, l'Assessore regionale per la

cooperazione, il commercio, l'artigianato e la pesca promuove tramite i comuni la costituzione e

l'attività dei centri commerciali naturali;

Ritenuto di dare piena attuazione alle norme di cui al superiore art. 9 della legge regionale n. 10 del

15 settembre 2005 modificata dall'art. 4 della legge regionale n. 21 dell'8 novembre 2007, e di

dovere emanare le necessarie ed opportune direttive organizzative e disciplinari;

Decreta:

Art. 1

Per le motivazioni di cui in premessa, sono approvate le norme di attuazione contenute nell'allegato

"avviso", che fanno parte integrante del presente decreto.

Art. 2

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Il presente decreto sarà trasmesso alla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana per la

pubblicazione integrale.

Palermo, 9 aprile 2009.

DI MAURO

Allegato

"Avviso"

Norme di attuazione delle disposizioni di cui all'art. 9 della legge regionale n. 10 del 15settembre 2005, modificata dall'art. 4 della legge regionale n. 21 dell'8 novembre 2007

Centri commerciali naturaliPremessa

1) L'Assessore regionale per la cooperazione, il commercio, l'artigianato e la pesca, in attuazione

delle disposizioni di cui all'art. 9 della legge regionale n. 10 del 15 settembre 2005, pubblicata nella

Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana n. 39 del 16 settembre 2005, così come modificata

dall'art. 4 della legge regionale n. 21 dell'8 novembre 2007, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della

Regione siciliana n. 53 del 9 novembre 2007, emana le seguenti disposizioni.

Art. 1

Elenco dei centri commerciali naturali

1) E' istituito presso l'Assessorato regionale della cooperazione, del commercio, dell'artigianato e

della pesca - dipartimento cooperazione, commercio e artigianato - servizio 5/s, l'elenco regionale

dei centri commerciali naturali, successivamente definiti C.C.N., nel quale sono iscritti tutti i C.C.N.

accreditati con apposito provvedimento assessoriale a conclusione del procedimento istruttorio

previsto dalle presenti norme di attuazione.

Art. 2

Definizione e scopi del centro commerciale naturale

1) I C.C.N., sono l'insieme di attività terziarie private fra loro vicine e comunque ricadenti in un

ambito urbano definito che, agendo in rete come soggetti di un'offerta commerciale integrata, hanno

lo scopo di:

a) riqualificare l'immagine e migliorare la vivibilità urbana negli spazi in cui opera;

b) accrescere le capacità attrattive delle attività che ne fanno parte;

c) migliorare il servizio offerto ai consumatori ed ai turisti.

2) Al fine di strutturare i C.C.N. come entità giuridiche gli stessi si possono costituire sotto le forme

previste dal comma 2 dell'art. 9 della legge regionale n. 10 del 15 settembre 2005, senza scopo di

lucro.

3) I C.C.N., al fine di potere ricevere incentivi di carattere economico, dovranno essere costituiti

nelle forme del consorzio al momento dell'accreditamento da parte dell'Assessore regionale per la

cooperazione, il commercio, l'artigianato e la pesca.

Art. 3

Regia unitaria

1) Nei comuni ove risultano accreditati più C.C.N., al fine di assicurare una regìa unitaria per il

coordinamento delle iniziative, il comune promuove la collaborazione sia tra i C.C.N. che tra i

soggetti coinvolti.

Art. 4

Caratteristiche dei C.C.N.

1) I C.C.N. devono essere composti da un minimo di 20 componenti e devono giustificare la loro

costituzione mettendo in evidenza:

- lo scopo esclusivo della valorizzazione del sistema economico locale, con particolare riferimento

al commercio tradizionale di vicinato e di medie strutture di vendita così come definiti dall'art. 2,

comma 1, lettere e) ed f) della legge regionale n. 28 del 22 dicembre 1999, ai pubblici esercizi e

e

n

u

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all'artigianato tradizionale, artistico e di servizio, nell'ambito dell'identità storico-culturale e sociale

della comunità interessata al C.C.N., al fine anche di favorire la fruibilità turistica del territorio con

la promozione dell'immagine e dell'accessibilità dei luoghi interessati;

- il coinvolgimento nell'area interessata dai C.C.N., di immobili pubblici e privati soggetti a vincolo

di tutela;

- eventuale quota del bilancio comunale destinata al sostegno delle attività dei C.C.N.;

- presenza di attività commerciali e artigianali interessate alla vendita e/o alla produzione di

prodotti tipici siciliani.

Art. 5

Gli attori del C.C.N.

1) Possono fare parte del C.C.N., oltre alle P.M.I. commerciali, di servizi e artigianali, le

associazioni della società civile, del mondo dello sport e della cultura, senza scopo di lucro, le

istituzioni private, le banche, le società e/o aziende private di gestione trasporti, di parcheggi,

sponsor privati, le organizzazioni religiose, i centri di assistenza tecnica per le imprese (C.A.T.).

2) Per potere fare parte del C.C.N., i soggetti interessati devono essere in possesso del certificato

camerale delle imprese comprensivo del nulla osta antimafia di cui all'art. 10 della legge regionale n.

575 del 31 maggio 1965 e successive modificazioni e, per i soggetti non iscritti alla C.C.I.A.A.,

produrre dichiarazione sostitutiva rilasciata ai sensi dell'art. 47 del D.P.R. n. 445 del 28 dicembre

2000.

3) I soggetti individuati dal precedente comma 1, pur se non esercitando la propria attività

all'interno dell'ambito urbano definito, possono chiedere di aderire al C.C.N. impegnandosi a

trasferire la propria attività all'interno di detto ambito urbano entro 60 giorni dall'accreditamento del

C.C.N. Trascorso infruttuosamente tale termine, la richiesta di adesione al C.C.N. si intende

rigettata e se, a seguito di tale atto, il numero dei soggetti aderenti dovesse risultare inferiore a

quanto previsto dal precedente art. 4, comma 1, l'accreditamento ottenuto dal C.C.N. si intende

decaduto.

Art. 6

Incentivi

1) I C.C.N. possono ricevere incentivi, sia economici che di supporto tecnico, dalla Regione, dallo

Stato, dall'Unione europea, dagli altri enti locali e territoriali, con i quali stipulano accordi per il

perseguimento delle loro finalità, elaborando e realizzando iniziative per un comune marketing

territoriale.

Art. 7

Attività dei centri commerciali naturali

1) I C.C.N. possono organizzare, fra l'altro, eventi, creazione e registrazione del marchio,

realizzazione delle vetrofanie, pieghevoli, calendari fotografici, registrazione del dominio internet,

feste in occasione del Natale e di altre occasioni religiose e civili ed in particolare:

- attività di animazione urbana;

- attività promozionali che abbiano diretta ricaduta sulle attività economiche espresse dal centro

commerciale naturale;

- attività di comunicazione come informazione, editoria, pubblicità, propaganda, pubbliche relazioni

sui media cartacei radio-televisivi e telematici;

- servizi di supporto e assistenza ai consumi e allo shopping;

- progetti di arredo urbano dei centri commerciali naturali;

- attivazione di strutture di servizio aperte al pubblico, quali punti di contatto e di assistenza agli

acquisti e alla fruizione dei centri commerciali naturali;

- accordi con enti di promozione turistica del territorio per l'offerta di pacchetti turistici integrati

con l'offerta commerciale ed artigianale;

- iniziative con il sistema economico e finanziario al fine di sponsorizzare iniziative del centro

commerciale naturale;

- accordi con la proprietà immobiliare su eventuali progetti di riconversione funzionale di immobili

inutilizzati;

- partecipazione a bandi di finanziamento pubblico rivolti alle imprese commerciali di vicinato per

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lo sviluppo delle strategie di marketing;

- gestione di finanziamenti inerenti la sicurezza e il controllo, per la realizzazione di impianti

collettivi per la video sorveglianza esteso a tutto il territorio del centro commerciale naturale;

- organizzare gruppi di lavoro su problemi legati alle attività economiche dell'area di sedime del

centro commerciale naturale;

- organizzare manifestazioni culturali, convegni, dibattiti, seminari per il raggiungimento e la

diffusione dei propri obiettivi, nonché attività di formazione per i titolari e per gli addetti.

Art. 8

Iter dell'accreditamento

1) I C.C.N. inoltrano istanza al sindaco del comune interessato affinché lo stesso la proponga

all'Assessore regionale per la cooperazione, il commercio, l'artigianato e la pesca per

l'accreditamento.

2) Il sindaco, entro 45 giorni dalla data di inoltro, acquisisce la delibera di presa d'atto del consiglio

comunale circa l'istituzione del C.C.N., e propone all'Assessorato regionale della cooperazione, del

commercio, dell'artigianato e della pesca l'accreditamento del C.C.N. allegando la seguente

documentazione:

a) progetto illustrativo dell'attività che il centro si propone di realizzare, con l'indicazione delle vie,

delle piazze e delle aree interessate alla costituzione del C.C.N.;

b) delibera di presa d'atto del consiglio comunale di cui al presente articolo 8, comma 2;

c) certificato camerale antimafia, di cui all'art. 10 della legge regionale n. 575 del 31 maggio 1965 e

successive modificazioni, delle imprese aderenti ai C.C.N., e dichiarazione sostitutiva rilasciata ai

sensi dell'art. 47 del D.P.R. n. 445 del 28 dicembre 2000 per gli aderenti ai C.C.N. non iscritti alla

camera di commercio;

d) atti deliberativi di adesione al C.C.N. dei soggetti di cui all'art. 5, comma 1;

e) certificazioni rilasciate dal comune che attestino che le imprese facenti parte del C.C.N.

svolgono le loro attività nell'ambito urbano individuato dal centro commerciale naturale;

f) dichiarazione di impegno delle singole imprese partecipanti all'iniziativa di costituirsi secondo le

forme previste dall'art. 2, comma 2;

g) dichiarazione di impegno delle singole imprese che attualmente non esercitano la propria attività

all'interno dell'ambito urbano definito di competenza del C.C.N., di trasferire la propria attività

all'interno di detto ambito urbano entro 60 giorni dall'accreditamento;

h) copia fotostatica di un valido documento di identità del legale rappresentante delle imprese e

degli enti partecipanti all'iniziativa.

3) Nel caso in cui le amministrazioni non dovessero ottemperare a quanto sopra entro i termini

stabiliti dal presente articolo, verrà nominato un commissario ad acta da parte dell'Assessorato

regionale della cooperazione, del commercio, dell'artigianato e della pesca che provvederà in via

sostitutiva.

Art. 9

Istruzione dell'istanza ed emanazione del decreto di accreditamento

1) L'istanza di accreditamento del C.C.N. presentata dal comune è esaminata in via preliminare dal

competente servizio 5/s - commercio dell'Assessorato. In caso di carenza della documentazione, il

servizio invita per una sola volta il comune ed il C.C.N. ad integrare la documentazione. Trascorsi

inutilmente 30 giorni l'istanza si considera rigettata.

2) L'istanza istruita positivamente viene proposta all'Assessore regionale per la cooperazione, il

commercio, l'artigianato e la pesca per l'emanazione del decreto di accreditamento, previa

acquisizione dell'atto costitutivo e dello statuto sociale del C.C.N. costituitosi sotto le forme previste

dal comma 2 dell'art. 9 della legge regionale n. 10 del 15 settembre 2005, senza scopo di lucro.

3) Qualora l'atto costitutivo e lo statuto sociale del C.C.N. non dovessero pervenire all'Assessorato

regionale della cooperazione, del commercio, dell'artigianato e della pesca entro 45 giorni dalla

richiesta, l'istanza di accreditamento è da considerarsi rigettata.

Art. 10

Impugnazioni

1) Contro il decreto di diniego dell'accreditamento è possibile richiedere entro 30 giorni un riesame

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della richiesta.

Art. 11

Centri commerciali naturali già operanti

1) I centri commerciali naturali già operanti, ai fini dell'accreditamento da parte dell'Assessorato

regionale della cooperazione, del commercio, dell'artigianato e della pesca, devono adeguarsi alle

presenti norme attuative.

(2009.17.1232)035

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*

MICHELE ARCADIPANE, direttore responsabile

FRANCESCO CATALANO, condirettore MELANIA LA COGNATA, redattore

Ufficio legislativo e legale della Regione SicilianaGazzetta Ufficiale della Regione

Stampa: Officine Grafiche Riunite s.p.a.-PalermoIdeazione grafica e programmi di Michele Arcadipane

Trasposizione grafica curata da Alessandro De LucaTrasposizioni in PDF realizzate con Ghostscript e con i metodi qui descritti

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ISTANZA DI ADESIONE AL “CENTRO COMMERCIALE NATURALE” DI

COLLESANO

Il sottoscritto ……………………………….. nato a …………………………….

il………………………… e residente a…………………………….. via …………………………...

n……………….., nella qualità di :

Titolare di piccola media impresa commerciale

Titolare di impresa di servizi

Titolare di impresa artigianale

Legale rappresentante di associazioni

Legale rappresentante di associazioni sportive

Legale rappresentante di associazioni culturali

Legale rappresentante di istituzioni private

Legale rappresentante di banche

Aziende private di gestione trasporti

Aziende private di gestione parcheggi

Sponsor privati

Organizzazioni religiose

Centri di assistenza tecnica per le imprese.

Denominazione : ………………………………………………………………………………………

………………………………………………………………………………………

MANIFESTA

la propria adesione alla costituzione del centro commerciale naturale di Collesano.

Collesano, lì

______________________________

Si allega :

- codice fiscale

- certificato di iscrizione Camera di Commercio