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RESOCONTO STENOGRAFICO VIII LEGISLATURA Consiglio Regionale del Lazio Seduta n. 123 di Mercoledì 11 Febbraio 2009 Servizio Aula - Area Resocontazione

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RESOCONTO STENOGRAFICO

VIII LEGISLATURA

Consiglio Regionale del Lazio

Seduta n. 123

di

Mercoledì 11 Febbraio 2009

Servizio Aula - Area Resocontazione

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VIII LEGISLATURA – RESOCONTO STENOGRAFICO – SEDUTA DEL 11 FEBBRAIO 2009

CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO

123.

SEDUTA DI MERCOLEDI’ 11 FEBBRAIO 2009

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MILANA

Gruppi consiliari: Alleanza Nazionale verso il PDL: An-Pdl; Forza Italia verso il PDL: FI-Pdl; Italia dei Valori con Di Pietro: Idv; Lista civica per il Lazio: LcL; Lista civica Pietro Marrazzo per il Partito Democratico: LcM-Pd; Lista Storace: LS; Movimento libertà e solidarietà: Mls; Movimento per la Sinistra: MpS; Movimento sinistra democratica per il socialismo europeo: Msdse; Partito dei Comunisti italiani: PCom; Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea: Prc-Se; Partito Democratico-L’Ulivo: Pd-U; Repubblicani, Liberali e Riformatori: Rlr; Socialisti democratici italiani: Sdi; Socialisti riformisti verso il PDL: Sr-Pdl; Unione dei Democratici Cristiani e di Centro: Udc; Unione di centro per la Costituente: UcC; Verdi per la pace: Verdi; Gruppo Misto: Misto.

********** Giunta regionale: Presidente: Piero Marrazzo; Vicepresidente ed Assessore Urbanistica: Esterino Montino; Assessore Affari Istituzionali: Daniele Fichera; Assessore Agricoltura: Daniela Valentini; Assessore Ambiente e Cooperazione tra i popoli: Filiberto Zaratti; Assessore Bilancio, Programmazione economico-finanziaria e partecipazione: Luigi Nieri; Assessore Cultura, Spettacolo e Sport: Giulia Rodano; Assessore Istruzione, diritto allo studio e formazione: Silvia Costa; Assessore Lavori Pubblici: Bruno Astorre; Assessore Lavoro, pari opportunità e politiche giovanili: Alessandra Tibaldi; Assessore Mobilità: Franco Dalia; Assessore Piccola e Media Impresa, Commercio e Artigianato: Francesco De Angelis; Assessore Politiche della casa: Mario Di Carlo; Assessore Politiche sociali: Anna Salome Coppotelli; Assessore Risorse Umane, Demanio e Patrimonio: Marco Di Stefano; Assessore Sanità (ad interim): Piero Marrazzo; Assessore Sviluppo Economico, Ricerca, Innovazione e Turismo: Claudio Mancini; Assessore Tutela dei consumatori e Semplificazione Amministrativa: Mario Michelangeli.

INDICE Comunicazioni del Presidente………………...4 Approvazione processi verbali………………...5 Sulla giornata del ricordo PRESIDENTE…………………………………..5 Ordine dei lavori PRESIDENTE………………………………...5,6 BATTAGLIA (Pd-U)…………………………...5 Interrogazioni a risposta immediata N. 258 dei consiglieri Pallone e Leopardi concernente: “Gestione Laziodisu” PRESIDENTE……………………………….6,10 PALLONE (FI-Pdl)………………………….6,10 COSTA , Assessore……………………………...8 N. 272 del consigliere Mazzocchi concernente: “Irregolarità svolgimento corso cofinanziato dal fondo sociale europeo”

PRESIDENTE…………………………….…...11 MAZZOCCHI (An-Pdl)…………………….11,12 COSTA, Assessore…………………………….12 N. 289 del consigliere Luciani E. concernente: E.T.M. SPA di Civitavecchia PRESIDENTE…………………………………13 Ordine dei lavori PRESIDENTE……………………………...13,14 D’AMATO (Pd-U)…………………………….13 PIZZO (MpS)…………………………………..13 COSTA, Assessore…………………………….13 Commemorazione dell’ex consigliere regionale Rinaldo Scheda PRESIDENTE…………………………………14 Ordine dei lavori PRESIDENTE……………………………...14,15 LOLLOBRIGIDA (An-Pdl)……………………14 GARGANO (Pd-U)……………………………15

SEDUTA PRECEDENTE N. 122 DI MERCOLEDI’ 4 FEBBRAIO 2009

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Proposta di deliberazione consiliare n. 76 del giorno 3 dicembre 2008, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 851 del giorno 21 novembre 2008, concernente: “Programmazione fondi di edilizia residenziale pubblica agevolata anno 2008” Discussione PRESIDENTE…………………………..16,17,18 DI CARLO, Assessore…………………………16 LOLLOBRIGIDA (An-Pdl)……………………17 Dichiarazioni di voto PRESIDENTE……………………………........18 LOLLOBRIGIDA (An-Pdl)……………………18 FORTE (Udc)………………………………….19 FONTANA (Verdi)…………………………….19 PEDUZZI (Prc-Se)…………………………….20 CARAPELLA (Pd-U)…………………………20 DI CARLO, Assessore…………………………21 Votazione PRESIDENTE…………………………………21 Sui lavori del Consiglio PRESIDENTE…………………………………21 Proposta di legge regionale n. 370 del 28 febbraio 2008, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 81 del 15.2.2008, concernente: Modifiche alla legge regionale n. 24 del 6.7.1998 "Pianificazione paesistica e tutela dei beni e delle aree sottoposte a vincolo paesistico" e successive modifiche Ordine del giorno di non passaggio alla votazione PRESIDENTE…………………………………22 Proposta di deliberazione consiliare n. 37 del 13 novembre 2006, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 720 del 24.10.2006, concernente: Approvazione del programma pluriennale di promozione economica e sociale del Parco naturale dei Monti Aurunci, di cui all'art. 30 della legge regionale n. 29 del 6.10.1997 "Norme in materia di aree naturali protette regionali" e successive modifiche e integrazioni Discussione

PRESIDENTE……………………………...22,24 ZARATTI, Assessore………………………….22 FONTANA (Verdi)…………………………….23 Dichiarazioni di voto PRESIDENTE…………………………….…...24 FORTE (Udc)………………………………….24 FONTANA (Verdi)…………………………….25 Votazione PRESIDENTE…………………………………25 Ordine del giorno n. 165 dei consiglieri Peduzzi, Brancati, Grosso concernente: “Introduzione della soglia di sbarramento per le elezioni europee” Svolgimento PRESIDENTE……………………………........25 PEDUZZI (Prc-Se)…………………………….25 FONTANA (Verdi)…………………………….26 PARRONCINI (Pd-U)…………………………27 PRESTAGIOVANNI (An-Pdl)………………..27 Votazione………………………………………28 Ordine dei lavori PRESIDENTE……………………………...28,29 FONTANA (Verdi)…………………………….28 Allegato - Mozioni e interrogazioni annunziate…………30

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La seduta inizia alle ore 11,48

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MILANA

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico, ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento del Consiglio regionale, che sono state presentate le seguenti Proposte di legge:

Proposta di legge n. 445 del 2 febbraio 2009 di iniziativa dei consiglieri Bucci e Colagrossi concernente: “Modifica alla legge regionale 6 dicembre 2004, n. 17 (Disciplina organica in materia di cave e torbiere e modifiche alla legge regionale 6 agosto 1999, n. 14 “Organizzazione delle funzioni a livello regionale e locale per la realizzazione del decentramento amministrativo” e successive modifiche)” assegnata alle commissioni: X Piccola e media impresa, commercio e artigianato, V Ambiente e cooperazione tra i popoli; Proposta di legge n. 446 del 6 febbraio 2009 adottata dalla Giunta Regionale con deliberazione n. 31 del 23 gennaio 2009 concernente: “Organizzazione del sistema integrato sociale della Regione Lazio” assegnata alle commissioni: IX Lavoro, pari opportunità, politiche giovanili e politiche sociali, VI Bilancio, programmazione economico-finanziaria e partecipazione, II Affari comunitari e internazionali, XIII Sanità, XIV Scuola, diritto allo studio, formazione professionale e università, VII Cultura, spettacolo e sport, VIII Lavori pubblici e politica della casa; Proposta di legge n. 447 del 9 febbraio 2009 adottata dalla Giunta Regionale con deliberazione n. 38 del 23 gennaio 2009 concernente: “Disposizione in materia di personale” assegnata alle commissioni: XII Risorse umane, demanio, patrimonio, affari istituzionali, enti locali, tutela dei

consumatori e semplificazione amministrativa; Proposta di legge n. 448 del 9 febbraio 2009 di iniziativa del Consigliere Mazzocchi concernente: “Interventi a favore dei soggetti affetti da dislessia e da altri disturbi specifici di apprendimento” assegnata alle commissioni: XIII Sanità, VI Bilancio, programmazione economico-finanziaria e partecipazione, XIV Scuola, diritto allo studio, formazione professionale università, IX Lavoro, pari opportunità, politiche giovanili e politiche sociali; Proposta di legge n. 449 del 9 febbraio 2009 di iniziativa dei Consiglieri Lollobrigida e Cicchetti concernente: “Norme in materia di gestione delle aree naturali protette regionali” assegnata alla commissione: V Ambiente e cooperazione tra i popoli; Proposta di legge n. 450 del 10 febbraio 2009 di iniziativa dei Consiglieri Pineschi, Carapella e Di Resta concernente: “Programma integrato di interventi per lo sviluppo delle Isole pontine” assegnata alle commissioni: XV Sviluppo economico, ricerca e innovazione, turismo, VI Bilancio, programmazione economico-finanziaria e partecipazione, VII Cultura, spettacolo e sport, V Ambiente e cooperazione tra i popoli, XI Urbanistica, X Piccola e media impresa, commercio e artigianato;

Comunico che sono state presentate le interrogazioni dal n. 1650 al n. 1668 e le mozioni dal n. 376 al n.379 tutte distribuite in copia ai Consiglieri. Le interrogazioni saranno iscritte all’ordine del giorno secondo i termini stabiliti nell’articolo 101, terzo comma del Regolamento e le mozioni secondo i termini stabiliti nell’articolo 93, primo comma del Regolamento a meno che il Consiglio non decida di anticiparne la discussione.

Se non vi sono obiezioni, così resta stabilito.

(Così resta stabilito)

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Comunico inoltre che il Consigliere Simone Gargano ha sottoscritto la proposta di legge n. 263 del 24 aprile 2007 ed il Consigliere Raffaele D’Ambrosio ha sottoscritto la proposta di legge n. 214 del 20 novembre 2006.

Comunico infine che il Presidente della Regione Pietro Marrazzo, gli Assessori Franco Dalia, Giulia Rodano e Daniela Valentini saranno assenti nella seduta odierna, il Presidente del Consiglio Regionale Guido Milana sarà assente dalle ore 15.00 e l’assessore Daniele Fichera dalle 14,00, perché impegnati in attività istituzionali ed ai sensi dell’articolo 34, comma 5 del Regolamento del Consiglio Regionale saranno computati come presenti ai fini della fissazione del numero legale.

***** Approvazione processi verbali

PRESIDENTE. E’ stato distribuito per l’approvazione da parte del Consiglio, il verbale relativo alla seduta n. 118 del 21 gennaio 2009.

Se non vi sono obiezioni il verbale si intende approvato.

(E’ approvato)

*****

Sulla Giornata del ricordo

PRESIDENTE. Prima di dare la parola a chi l’ha chiesta, cari colleghi, due settimane fa nella Giornata della memoria abbiamo ricordato le vittime della Shoah causate dalla follia nazi-fascista. Oggi desidero aprire questo Consiglio ricordando un altro momento oscuro della storia del nostro Paese, un’altra ferita nella storia dell’umanità che è stata commemorata ieri con la Giornata del ricordo: l’eccidio delle foibe e il dramma vissuto dagli italiani dell’Istria e della Dalmazia.

E’ un debito che abbiamo nei confronti

della storia dei 350 mila profughi e degli oltre 10 mila connazionali, assolutamente immuni da ogni colpa, che furono fucilati e barbaramente gettati, ancora vivi, nelle profondità della terra e lasciati morire in lenta agonia. Una tragedia immane per quelle popolazioni che ha colpito un’area già tristemente famosa per la presenza della Risiera di San Sabba, la fabbrica dell’orrore, requisita ed utilizzata nel ’43 dalla occupazione nazista come campo di prigionia e di sterminio, unico campo di concentramento sul territorio italiano dotato di forno crematorio.

In questa occasione voglio esprimere l’affettuosa e solidale vicinanza a quanti vissero personalmente o attraverso i loro familiari le tragiche vicende della persecuzione, dell’orrore delle foibe, dell’esodo dalle terre in cui erano profondamente radicati.

Questa prova di disumana ferocia fu una delle più grandi atrocità del secolo scorso accadute in Europa, in cui si intrecciarono pregiudizi culturali e barbarie. E’ per questo che oggi dobbiamo avere memoria, non dobbiamo mai dimenticare la consapevolezza di un simile evento, non dobbiamo tacere, assumendoci la responsabilità di non avere avuto per molti anni il coraggio di consegnare alla storia una verità scomoda per pregiudizi ideologico-politici.

Consapevoli della importanza di ciò bisognerà valorizzare i tratti più nobili della nostra tradizione democratica e consolidare i lineamenti di civiltà, di libertà, di tolleranza, di pace, di solidarietà della nuova Europa che stiamo costruendo.

*****

Ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Battaglia. Ne ha facoltà.

BATTAGLIA (Pd-U). Signor Presidente, soltanto per segnalare un problema.

Nella rassegna stampa di oggi avrà visto che ieri al campo di Casilino 900 è stata fatta

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una azione di controllo legittima da parte delle forze dell’ordine, come periodicamente è giusto che si faccia nei campi.

Se ricorda bene qualche settimana fa io le segnalai che nel corso di queste iniziative ci sono ragazzi nati a Roma, cresciuti a Roma, mandati a scuola dal Comune di Roma che a 18 anni diventano immigrati clandestini per un vizio ed un limite della nostra legislazione che è stato anche segnalato dal rappresentante del Consiglio d’Europa dei diritti umani, perché tutto ciò è in violazione con i principi dell’Onu sui diritti dell’uomo.

Ora, noi non possiamo cambiare la legge, però dopo quella giornata, avendo visto anche una attenzione anche da parte di tutti i gruppi politici su questo tema, io ho presentato una proposta di deliberazione che propone al Parlamento una proposta di legge per risolvere questo drammatico problema, perché oggi sicuramente penso che a Ponte Galeria ci saranno altri ragazzi nelle stesse condizioni, che saranno tenuti lì 60 giorni con dei danni sulla loro personalità ed anche sul loro rapporto con quelli che gli stanno intorno che sono incalcolabili.

Naturalmente è una proposta di deliberazione aperta alla firma di tutti i consiglieri, però magari le chiederei se si potesse mettere all’ordine del giorno quando lei crede, potremmo dare un contributo segnalando al Parlamento l’urgenza di un problema che crea danni sociali molto gravi, Presidente.

PRESIDENTE. Grazie, collega Battaglia, io condivido questa sua richiesta, anzi noi ci siamo impegnati spesso per i minori, questo Consiglio ha avuto un ruolo nel ricordare i diritti dei minori, quest’anno tra l’altro ricorre il ventesimo anniversario della Convenzione ONU sui diritti dei minori, se lei cortesemente mi sottopone quella delibera io sono pronto personalmente a firmarla. Se durante la seduta vi è una convergenza da parte dei colleghi della maggioranza e della minoranza possiamo anche pensare, trattandosi di delibera, di inserirla come ultimo punto…

(Consultazioni al tavolo della Presidenza) Devo verificare prima il testo per poi

prendere una decisione, collega Battaglia, se lei cortesemente mi fa avere il testo verifichiamo se dal punto di vista procedurale è possibile inserirla sin da oggi all’ordine del giorno, altrimenti bisognerà mandarla in commissione ed inserirla nell’ordine del giorno di mercoledì prossimo.

Le farò sapere durante la mattinata. Non ho altri interventi, a questo punto

iniziamo con l’ordine del giorno.

*****

Interrogazioni a risposta immediata

N. 258 dei consiglieri Pallone, Leopardi concernente: Gestione Laziodisu

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 1, reca: Interrogazione a risposta immediata dei consiglieri Pallone, Leopardi concernente: Gestione Laziodisu.

Competente è l’assessore all’Istruzione, diritto allo studio e formazione, Silvia Costa

Ha chiesto di parlare il consigliere Pallone. Ne ha facoltà.

Ricordo al consigliere Pallone che ha 5 minuti per illustrare l’interrogazione, all’assessore Costa che ha 3 minuti per rispondere ed al consigliere Pallone che ha 2 minuti per replicare.

Prego, consigliere Pallone.

PALLONE (FI-Pdl). Grazie, Presidente. Debbo fare i complimenti all’assessore

Costa perché, rispetto ai suoi colleghi di Giunta che hanno delle interrogazioni inevase del 2007, dopo un anno risponde alle interrogazioni. E’ un problema di relatività, lei dopo un anno mi risponde mentre ci sono assessori che dopo due anni ancora non rispondono.

Quindi, devo dire che lei è seconda in classifica perché c’è qualche altro assessore, di cui non cito il nome, che magari ha dei tempi più brevi, ma non cito il nome per ovvie ragioni, per non creare dei disturbi

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politici che già ha. Non lo cito per niente. Come Capogruppo di Forza Italia gli faccio questo piacere.

Detto ciò, assessore, mi segua: questa è una Regione di fatto commissariata. E’ commissariata perché noi abbiamo una serie di enti che sono commissariati, non solamente Laziodisu, ma anche l’ARSIAL e tutta una serie di altri enti, senza che l’opposizione possa avere all’interno del consiglio di amministrazione nessun tipo di rappresentanza.

Quando c’è questa situazione, c’è praticamente la democrazia che è carente. Abbiamo nominato, però, il commissario che ha nominato il direttore generale. Udite, udite…

Se i colleghi poi parlassero di meno e se il Presidente facesse il Presidente del Consiglio regionale anziché sentirsi già su qualche aereo verso Bruxelles, farebbero cosa gradita a tutti.

Detto ciò, si nomina un professionista serio, bravo che è l’ex Capo di gabinetto del Presidente Marrazzo, per cui il Presidente Marrazzo decide, tra virgolette, di “licenziarlo”, però lo manda di fatto a fare il direttore generale di Laziodisu, di una struttura che manca completamente, assessore, ancora di pianta organica e manca quindi di regolamento.

E noi che cosa abbiamo? Abbiamo il professor Mazzella che non ricopre solamente l’incarico di direttore generale di Laziodisu, ma ricopre anche incarichi in altri consigli di amministrazione, caro collega Parroncini, è nel consiglio di amministrazione della Arcea Lazio, del Teatro di Roma ed è direttore generale di Laziodisu. Inizia a lavorare all’interno della Direzione generale come direttore generale facendo tutta una serie di assunzioni, di venti consulenti, collaboratori a titolo vario, incarichi di redattori, abbiamo due incarichi di redattori, abbiamo un incarico per la comunicazione, abbiamo un incarico di studio, non so su che cosa, se ce lo può dire, assessore, perché poi queste consulenze, che sono anche consulenze giuridiche e consulenze fiscali, come se noi all’interno

della Regione non avessimo nulla, non avessimo...

(Interruzione dell’assessore Costa)

Sono parecchie, assessore, sono parecchie

consulenze. Le dico anche le cifre, di una parte delle consulenze, perché potrei anche citare i co.co.co., di tutto e di più.

(Interruzione dell’assessore Costa)

No, no, assessore, non c’erano prima, fatte

adesso. Allora le cito anche le cifre: consulenza giuridica, 27.700 euro; consulenza fiscale, 20.000 euro; incarico per la comunicazione, 16.700 euro; incarichi per redattori, 30.000 euro e 32.000 euro - incarichi per redattori su che cosa, se lei gentilmente ce lo può spiegare -.

Tutte queste cose sono state fatte al di fuori della pianta organica, al di fuori anche di meccanismi di legge che dicono in modo molto particolare che i dirigenti di fascia I e II devono avere il 10 per cento e l’8 per cento. Quindi noi siamo al di fuori completamente delle leggi regionali.

Allora, dato che in democrazia io non mi posso rivolgere ad altri tipi di autorità, spero fortemente che lei sia stata messa a conoscenza di ciò che dico e che la sua risposta sia una risposta non in politichese - io la conosco e so che non dà risposte in politichese - ma che sia una risposta ai quesiti che pongo, altrimenti prima che mi risponda, se dovesse rispondermi delle inesattezze, mi costringerebbe poi a fare un attacco sui giornali, ad andare in conferenza stampa, ad andare insomma per altre vie, perché in mancanza di un controllo che possiamo avere noi come opposizione, e quindi commissariate tutto, in mancanza di risposte corrette da parte dell’assessore, mi dovete spiegare da un punto di vista politico – e mi rivolgo al capo della maggioranza in Consiglio regionale, il consigliere Parroncini - un consigliere regionale da chi deve andare per farsi dare delle risposte corrette, risposte che dicano se queste assunzioni sono state fatte a norma di legge. Perché se mentono al

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sindacato, mentono ai consiglieri regionali, mentono a tutti, veramente a questo punto non vorrei diventare un giustizialista, che non ho come cultura, come tradizione, come impostazione, non lo voglio diventare, però non voglio neanche essere preso in giro.

Per cui vorrei sapere se il Mazzella ha la normativa giusta per stare lì, se ha altri incarichi e in tal caso quali sono questi incarichi, se può fare tempo pieno o non può fare tempo pieno, perché su queste cose dobbiamo essere chiari. Perché se dovesse passare questa cosa per il dottor Mazzella, allora sarebbe anche giusto che i direttori generali delle Asl, come altri direttori generali, facessero anche tre o quattro mestieri insieme, perché c’è il concetto dell’equipollenza su queste cose, e mi sembra molto chiaro, non c’è neanche bisogno di confrontarci. Vorrei sapere se sono state fatte a norma di legge queste assunzioni, se queste spese hanno un rendiconto, la ragione per la quale sono stati presi giornalisti lì dentro.

Le annuncio anche un’altra interrogazione, gliela annuncio oggi: c’è una “parentopoli” a Frosinone nell’Agenzia di formazione. Le chiedo di fare una commissione perché in un momento triste come quello che sta attraversando l’economia mondiale non mi sembra corretto che solamente i parenti di politici o di qualche sindacalista vengano assunti. Se c’è un problema di meritocrazia, quello che tante volte noi sbandieriamo, che si passi dalla teoria alla pratica e vada a verificare se le cose che dico sono vere, assumendomi anche le responsabilità penali. Ho parlato di “parentopoli”, lo ripeto ancora qui dentro, in quest’Aula, parlo di “parentopoli” sapendo quello che dico.

Grazie, assessore.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’assessore Costa. Ne ha facoltà. Le ricordo che ha 3 minuti per rispondere.

COSTA, Assessore. Per quanto attiene a quest’ultimo punto rassicuro il collega Pallone che ho letto questa sua dichiarazione, lei sa perfettamente che le Agenzie

provinciali sono organi strumentali delle Province, quindi sono le Province a dover vigilare. Sarà però mia cura, naturalmente, adoperarmi in tal senso.

Rispondendo puntualmente alla sua interrogazione, volevo intanto precisare una cosa, non perché ami il guinness dei primati, però in realtà non è trascorso un anno, da luglio, abbiamo risposto a novembre. Per essere più precisi, lei ha fatto l’interrogazione a luglio, le abbiamo risposto a novembre. Non è esattamente prestissimo, ma è abbastanza, e tuttavia non è un anno, questo ci terrei a dirlo. Oggi ci vediamo, è febbraio, comunque era luglio, non era un anno fa.

Per quanto riguarda il merito, intanto vorrei dire, rispetto ad alcune osservazioni che lei ha fatto, che stiamo procedendo al superamento del commissariamento. Io ho già mandato al Presidente della Giunta le indicazioni per quanto riguarda ciò che spetta al mio assessorato fare, per quanto riguarda le procedure, che poi devono essere naturalmente confortate anche dal parere della Commissione. Penso quindi che in tempi brevi noi riusciremo senz’altro a superare il commissariamento.

In ogni caso, vorrei ricordare che il direttore generale è stato nominato non dal commissario, cosa che non era prevista né dalla legislazione precedente, né da quella attuale, ma dal Presidente della Giunta, su procedura con avviso pubblico, tanto per essere chiari, perché quello è un punto delicato. (Interruzione del consigliere Pallone)

Vorrei però che fosse chiaro che non è il commissario. Sarebbe veramente improprio, e non è assolutamente previsto dalla legge.

In via preliminare, vorrei far presente che il direttore generale ha assunto l’incarico il primo novembre, quindi, rispetto alla sua interrogazione, pochi mesi, non molti mesi prima delle sue osservazioni.

Quanto ai due incarichi di consulenza cui lei faceva riferimento, intanto uno era già del precedente direttore, avvocato dello Stato, Stefano Varone e del Consigliere Andrea

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Baldanza, magistrato della Corte dei conti, come peraltro è previsto dalla legge istitutiva del Laziodisu, si può arrivare fino ad un 15 per cento di possibili consulenze esterne, e siamo assolutamente al di sotto - poi le parlo dei co.co.co. eccetera - e queste sono sicuramente due professionalità che vanno ad integrare alcune competenze che oggi non ci sono, anche per un’altra ragione, che la dirigenza di tutti gli enti è stata in qualche modo sospesa come possibilità di procedere a concorsi dalla Giunta in attesa del riordino dell’ordinamento generale degli enti. Questo fa sì che vi siano difficoltà a coprire aree dirigenziali che queste norme non consentono.

A questo punto, si è anche utilmente provveduto, da parte del direttore Mazzella, da un lato ad avvalersi di una professionalità presa dalla Regione, perché una dirigenza era nell’assessorato regionale; quanto all’altro, invece, è un incarico chiaramente temporaneo - l’unico modo in cui oggi si può fare - che è un comando per l’area personale. Questa è la parte che riguarda la dirigenza.

Volevo anche evidenziare che quando lei parla di tutti i consulenti, devo dire che Laziodisu è uno degli enti, credo il primo, che ha preso molto sul serio la normativa che ci siamo dati di elencare tutti i consulenti. Probabilmente quando si va a leggere bisognerebbe verificare quelli che erano non già consulenti, ovvero, nominati dal direttore generale in carica, ma co.co.co., che - lo segnalo anche all’Aula, perché so che su questo c’è molta sensibilità - esistevano da anni e che hanno reso possibile, nel passaggio che ci fu allora, dalle Adisu a Laziodisu prima e alla nuova, ora, la continuità di molte funzioni.

Noi abbiamo effettivamente un precariato, nell’ambito di Laziodisu, molto esteso. Stiamo procedendo, e abbiamo già chiesto di attivare il tavolo della stabilizzazione, che si riferisca anche a questo personale e colgo l’occasione per dire che ho chiesto proprio all’assessore al Personale ed all’assessore Tibaldi di accelerare questa stabilizzazione, perché lei ha ragione sul fatto che formalmente sono consulenze, ma sono

esattamente persone che si trovano lì da sette, otto, nove anni e che solo con la pianta organica, approvata nel 2006, finalmente dovranno poter trovare una definitiva allocazione con procedure certe.

Per cui, con il combinato disposto della pianta organica che è stata approvata dalla nuova Giunta, il piano di stabilizzazione ed i concorsi per la dirigenza, quando si sbloccheranno, solo così si potrà mettere a regime.

Sta lavorando anche il direttore generale per quanto riguarda le progressioni verticali e l’organizzazione interna del personale. Al primo novembre 2007, infatti, erano prive del dirigente responsabile importanti aree, quali quella del personale, coperto con un comando che è chiaramente temporaneo, e le sedi territoriali, cioè i direttori generali dell’Adisu, della Sapienza, di Tor Vergata e di Roma 3.

Ricorrendo allo strumento della mobilità è stato possibile coprire, direi molto bene, tra l’altro, con persone qualificate sia il dirigente di Roma 3 che di Tor Vergata, e tra poco dovrà essere fatto per la Sapienza. Per assicurare, quindi i principi di imparzialità, legalità e buona amministrazione si è provveduto a ricoprire questi posti vacanti avvalendosi degli strumenti della mobilità e del comando, che sono temporanei per definizione.

In particolare, l’area del personale è ricoperta con una posizione di comando che ha una permanenza temporanea.

Per quanto riguarda tutte le decisioni afferenti alla dirigenza di Laziodisu, queste sono in linea con la dotazione prevista dalla pianta organica approvata nel 2006 dalla Giunta regionale, non soltanto da Laziodisu.

Quanto agli incarichi dirigenziali a soggetti esterni, come le dicevo, va richiamato che l’ente si è dotato dall’11 luglio 2007 di un proprio Regolamento che porta il limite dell’accesso al 15 per cento, e questo limite è rispettato: siamo sotto quel limite.

Va infine evidenziato che naturalmente nella fase attuale si è in una fase di superamento anche della natura giuridica dell’ente, come prevede la nuova legge, che

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da agenzia è trasformata in ente pubblico regionale. Quindi, questa è una fase un po’ complessa nella quale si stanno definendo e riassestando anche l’organizzazione interna.

Per quanto attiene, invece, alla questione che lei accennava delle collaborazioni (per che cosa sono) vorrei ricordare che Laziodisu ormai da parecchi anni segue, forse è noto al consigliere Pallone, siccome ha un centro informatico molto avanzato e un sistema che noi non abbiamo, praticamente cura il sito dell’intero Assessorato, il sito Sirio, che tra l’altro è di utilità massima per tutti i nostri interlocutori, ma stiamo provvedendo ad internalizzare, certamente, e ho già dato questa indicazione. Appena sarà finita questa fase commissariale lo faremo.

Perciò voglio dire che senz’altro mi farò carico, se crede, di dare anche altre integrazioni, ma vorrei rassicurarla che tutto è assolutamente compatibile e legittimo dal punto di vista gestionale e dal punto di vista delle funzioni del direttore generale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Pallone per dichiarare la sua soddisfazione o meno. Ne ha facoltà.

PALLONE (FI-Pdl). No, io parlo tre minuti, non per dichiarare soddisfazione o no. Lei deve…

PRESIDENTE. Due minuti.

PALLONE (FI-Pdl). Guardi, Presidente… PRESIDENTE. Collega Pallone, ma perché deve… PALLONE (FI-Pdl). …io comprendo che lei sta sempre in volo… PRESIDENTE. Due minuti, prego, collega Pallone, stanno scorrendo, su! PALLONE (FI-Pdl). …però, insomma, abbia pazienza, perché, non so se ne è accorto lei, ma l’assessore Costa ha dato un colpo mortale al Presidente Marrazzo e alla sua maggioranza.

In che senso, assessore? Io non l’ho voluto dire per una questione di

correttezza, ma lei mi tira per i capelli, e allora diciamola tutta.

Lei mi dice che è stato fatto un avviso pubblico per nominare il direttore generale. Guarda caso il direttore generale è il Capo di gabinetto di Marrazzo.

Dato che voi tanto parlate di questo periodo molto particolare della Regione Lazio, di come vengono fatte certe assunzioni, anche all’Agenzia di sanità pubblica, altre cose che vengono anche da fuori Regione, diciamo pure la verità, che avete dato il posto all’avvocato Mazzella che era stato in quel periodo allontanato da Capo di gabinetto di Marrazzo per cui è stata data una compensazione.

Questo è il modo attraverso il quale voi pensate di amministrare la Regione Lazio, un modo alquanto bizzarro. Potete anche fare a meno degli avvisi pubblici, cioè fate una legge, avete la maggioranza: togliamo gli avvisi pubblici e mettiamo chi ci pare, ma non prendete in giro il cittadino.

Non mi ha risposto ad una serie di quesiti che le ho posto, il primo dei quali riguarda questa legge del 15 per cento, che voi avete spostato. Significa che ogni ente può farsi legiferare da solo, spostando quelle che sono le trattative sindacali?

Io credo che questa cosa non sia possibile farla.

Poi non mi ha detto quanti incarichi. Nell’interrogazione c’è scritto quanti incarichi consulenziali sono stati conferiti a Laziodisu dal 2007 al 2008. Io vorrei sapere quanti sono questi incarichi, non che tipo di incarico.

Non mi ha detto un’altra cosa, se c’è la copertura finanziaria. Perché, vede assessore, questi enti fuori controllo del Consiglio regionale, della Commissione bilancio, dell’assessore al Bilancio sono spesso fuori controllo come le Asl, dove c’è uno sfondamento su alcuni parametri e lei non me lo ha detto.

Non mi può dire: adesso provvederò perché finisce il commissariamento e quindi andremo ad esternalizzare alcune cose.

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Intanto si continua con un andazzo da quattro anni a questa parte. Ma voi quando finite l’epoca del commissario, quando ve ne dovete andare?

Cioè su queste cose dobbiamo essere, almeno tra noi, persone che si relazionano in un certo modo. Se lei mi dice dopo quattro anni, ma la stessa cosa me la direbbe il Presidente Marrazzo sui direttori generali, non è l’unica, perché sui direttori generali adesso ancora dobbiamo fare le verifiche, perché cacciamo tutti, perché facciamo trasparenza, Cioè la gente non ci crede più.

Il rapporto tra i consiglieri regionali e la Giunta deve essere un rapporto di estrema correttezza.

Io prendo atto di quello che mi ha detto, sono completamente insoddisfatto di questa risposta, perché credo pure che non sia farina del suo sacco. Lei ultimamente non ha avuto il tempo per dedicarsi un po’ di più alle interrogazioni, io lo comprendo, anche perché nel rapporto Conferenza Stato-Regioni si sta interessando molto dei Fas e di altre cose, per cui ritengo opportuno se lei poi mi dice se c’è copertura finanziaria o meno. Ma mi può anche scrivere, mi può dire queste cose, mi farebbe molto piacere.

N. 272 del consigliere Mazzocchi concernente: Irregolarità svolgimento corso cofinanziato dal fondo sociale europeo

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 1, reca: Interrogazione n. 272 del consigliere Mazzocchi concernente: Irregolarità svolgimento corso cofinanziato dal fondo sociale europeo. Competente è sempre l’assessore Costa.

Ha chiesto di parlare il consigliere Mazzocchi. Ne ha facoltà.

MAZZOCCHI (An-Pdl). Signor Presidente, in questa interrogazione io sollevo un problema riguardo uno dei corsi di formazione organizzati da un ente di formazione accreditato regolarmente con la Regione Lazio sia per quanto riguarda i corsi di formazione continua, che per quelli superiori. Assessore, mi riferisco a quelli

organizzati dall’Accademia Informatica S.r.l.. Questa società essendo capofila di una Rti, ha ottenuto il finanziamento per attuare un corso di istruzione e formazione tecnica superiore denominato “Tecnico superiore nella gestione integrata della catena logistica”, approvata con delibera della Giunta regionale.

Questo corso, assessore, lei sa bene quanto sia importante, come tutti gli altri, del resto, per garantire l’inserimento nel mondo del lavoro di tanti giovani, adulti, disoccupati, occupati che dopo il diploma intendono specializzarsi per avere una maggiore capacità di penetrazione nel mondo del lavoro. Questo tipo di corsi ha generalmente una durata che va dai due ai quattro semestri, con un monte di ore che varia dalle 1.200 alle 2.400 ore con stage e tirocini sui luoghi di lavoro. In particolare, questo corso doveva essere un corso di circa 1.200 ore suddivise in 800 ore di formazione in aula e 400 di strage sui luoghi di lavoro.

La delibera della Giunta regionale prevedeva chiaramente la rendicontazione dell’attività formativa finanziata dalla Regione con un cofinanziamento del Fondo sociale europeo e prevedeva obbligatoria la frequenza degli allievi per almeno un 70 per cento delle ore frequentate. Quindi poi c’è una metodologia, lei, assessore, sa bene che nel caso di ingresso di un alunno posticipato o nell’uscita anticipata, bisogna sempre regolarizzare sul registro presenze questa diversa partecipazione a livello temporale al corso e anche quello che di fatto è l’assenza. Risulterebbe - in base alle notizie che ho avuto da allievi che frequentavano questo corso - che c’è una irregolarità nella gestione di questo servizio, c’è addirittura, come accade molte volte, assessore, e lei lo sa, io non imputo la colpa a lei, ma sicuramente abbiamo come politici poco seri anche imprenditori poco seri di questo settore, che chiaramente guardando il regolamento emanato dalla Giunta regionale che prevede, per finanziare questi corsi, dei parametri ben precisi, tentano anche magari andando ad artefare la realtà di dare presenze di allievi che magari non hanno partecipato.

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Quindi, io chiedo, assessore, essendo questa un’interrogazione datata qualche mese fa, di sapere se lei ha accertato se quanto affermato da me corrisponde al vero e soprattutto, qualora la sua risposta fosse positiva, se ha preso i provvedimenti dovuti nei confronti di questo ente di formazione regionale accreditato ancora con la Regione Lazio.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’assessore Costa. Ne ha facoltà.

COSTA, Assessore. Premetto che sono sempre molto interessata a che ci sia la massima trasparenza e in questo sapete bene anche le difficoltà che ha avuto questa Regione. Per cui, ringrazio il consigliere Mazzocchi della correttezza di farmi sapere tutto quello che risulterebbe.

Certo è, però, per ora noi abbiamo questo tipo di dichiarazioni, di cui non conosciamo la fonte, né è stata rivelata nell’interrogazione, quindi per ora poggia su elementi non certi. Non abbiamo una fonte formale alla quale poter attingere per avere queste informazioni. Quindi quello che abbiamo fatto è stato questo, noi abbiamo spesso denunce di questo tipo e le dobbiamo sempre verificare, però intanto nella nostra Regione abbiamo aumentato in modo esponenziale i controlli a regime e facciamo anche frequentare a sorpresa i corsi a persone per verificare, senza essere solo ex post nei controlli, quindi controlli in itinere.

Per quanto riguarda questa sua specifica interrogazione, dopo aver discusso l’interrogazione che è di novembre, la Direzione regionale formazione professionale si è subito attivata effettuando attraverso la nostra agenzia tecnica, che è la Price Waterhouse, mandataria per effetto del POR 2000-2006, incaricata dei servizi di controllo, una verifica sulla documentazione tecnica, amministrativa e contabile dell’ente in questione. La verifica ha dato un esito regolare.

Noi non possiamo che fare affidamento su questo e anche su quelli che sono i controlli a campione che facciamo anche sugli alunni.

Da qui, questo non è emerso. Capisco anche che a volte le denunce ci sono, ma spesso non sono fondate.

Ci possono essere denunce non circostanziate in cui non si danno elementi più probanti, e quindi i controlli li abbiamo mandati, l’amministrazione ha fatto una indagine amministrativa, ma non risulterebbe questo.

Quindi io non posso che dirle che la Direzione allo stato attuale non può dar corso ad una denuncia non suffragata da elementi concreti, fermo restando tuttavia che si riserva ogni eventuale futura azione necessaria a tutelare interessi pubblici.

Da questo punto di vista dico che le persone che lei ha sentito dire questo, denuncino in modo circostanziato. Noi facciamo controlli in itinere a campione, si fanno controlli ex post, ho mandato questi dati alla Direzione che ha mandato immediatamente una verifica su tutti quelli che sono i verbali, la giustificazione contabile eccetera e questo non risulta.

Questo è un classico caso in cui o c’è un’infondatezza o c’è una difficoltà a rintracciare una prova in questo senso. Quindi, se lei ritiene che queste persone abbiano effettive prove, che denuncino perché è l’unico modo nel quale noi possiamo avere contezza. La Direzione ha fatto tutte le indagini che sono nella sua competenza con i sistemi e le procedure che sono proprie di un’amministrazione.

Quindi in questo senso ci deve essere un ulteriore approfondimento

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Mazzocchi. Ne ha facoltà.

MAZZOCCHI (An-Pdl). Signor Presidente, prendo atto che l’assessore ha attivato tutti i controlli necessari, e non avevo dubbi che a seguito della mia interrogazione avrebbe fatto questo percorso. Però lei, assessore, sa bene che per quanto ci possano essere denunce circostanziate diventa sempre difficile accertare nei fatti. Lei sa che gli ispettori dell’assessorato quando vanno, verificano il foglio firme precedente dove chiaramente se

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c’è qualche persona che magari non si comporta regolarmente appone tanto l’entrata che l’uscita, poi magari accerta che in quel determinato momento non c’è la presenza degli alunni, ma sa bene che poi rientrano in quel famoso plafond del 70 per cento e quelli che un giorno non c’erano, domani e dopodomani ci saranno o c’erano anche ieri e l’altro ieri. Quindi, assessore, credo che sia difficile, anche con denunce circostanziate, accertare realmente se non con controlli più assidui e con controlli sicuramente più forti e puntuali.

Mi auguro che il suo assessorato tenga ancor più sotto controllo non solamente questo corso, ma anche altri perché lei sa che in passato, e non parlo solo dell’attuale legislazione, forse questo settore ha buttato tanto discredito e ha alimentato poca fiducia nei confronti della Regione da parte dei cittadini che erano molto attenti alle politiche della formazione e del lavoro in questa Regione. PRESIDENTE. Grazie, consigliere Mazzocchi.

N. 289 del consigliere Luciani E. concernente: E.T.M. SPA di Civitavecchia PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 2, reca: Interrogazione a risposta immediata n. 289 del consigliere Luciani E. concernente: E.T.M. SPA di Civitavecchia. Questa interrogazione non può essere svolta perché l’assessore Dalia è assente Giustificato, quindi la riproporremo al prossimo Consiglio.

***** Ordine dei lavori PRESIDENTE. Prima di passare all’esame della proposta di deliberazione n. 76, ha chiesto di parlare il consigliere D’Amato. Ne ha facoltà.

D’AMATO (Pd-U). Signor Presidente,

intervengo sull’ordine dei lavori brevemente per annunciare all’Aula che è venuto a mancare Rinaldo Scheda.

Rinaldo Scheda è stato il Segretario confederale della CGIL per tanti anni, dal 1957 al 1979, ed è stato anche egregio e importante consigliere regionale in quest’Aula con l’allora Partito Comunista Italiano, nonché straordinario e carismatico Segretario generale degli edili del Lazio per tanti anni.

Chiederei a lei, signor Presidente, di inviare un messaggio di cordoglio ai familiari e alla Confederazione generale, la CGIL, per ricordare questo storico sindacalista ed anche consigliere regionale, che ha prestato la sua attività in favore dei lavoratori e di una importante categoria quali sono gli edili.

PRESIDENTE. Grazie, collega D’Amato.

Ha chiesto di parlare il consigliere Pizzo. Ne ha facoltà.

PIZZO (MpS). Signor Presidente, vorrei proporre se il Consiglio si può in qualche modo fare promotore di una forma di sostegno per poter far venire in Italia, ad assistere, i familiari del signore indiano, diciamo così, a cui è stato dato fuoco e che ancora adesso lotta tra la vita e la morte in ospedale. La sua famiglia ha chiesto la possibilità al Governo italiano, che però non sta rispondendo, e per questo sollecito che questo Consiglio se ne faccia carico…

PRESIDENTE. I familiari arriveranno giovedì per iniziativa della Giunta. E’ stato già fatto. L’assessore Costa mi ha appena informato di questa cosa.

PIZZO (MpS). Perfetto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’assessore Costa. Ne ha facoltà.

COSTA, Assessore. Signor Presidente, solo per dire una cosa, intanto apprezzo la sensibilità manifestata, chiaramente come Giunta, ma anche a titolo di sensibilità personale, come è giusto che abbiamo, anche

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perché non spetterebbe teoricamente alla Giunta visto che tutti sono andati a trovarlo, anche le Istituzioni a livello nazionale, il Comune, ma ho avuto modo di convocare e incontrare il Presidente della Comunità indiana a Roma per via delle difficoltà che aveva la famiglia e mi sono attivata in due direzioni, che abbiamo anche comunicato, quindi mi piace dirlo in sede consiliare.

La prima è quella di aver subito coinvolto in una collaborazione attiva l’ambasciatore italiano a Nuova Delhi, Roberto Toscano, il quale si è reso subito disponibile e siamo riusciti a far avere subito un visto per consentire ai due parenti del signor Singh di arrivare in Italia, arriveranno giovedì e saranno ospitati e accolti dalla comunità indiana, da una parrocchia, insomma una sistemazione logistica c’è; la seconda è quella di essermi attivata con l’Ufficio immigrazione della Questura di Roma per chiedere che sia rilasciato al signore indiano, sperando veramente che ce la faccia, un permesso di soggiorno magari per motivi umanitari. Al riguardo si è attivata la Questura di Roma. PRESIDENTE. Grazie, assessore Costa.

Ho consentito alla collega Pizzo di parlare perché pensavo che volesse intervenire sulla questione sollevata dal consigliere D’Amato, ma non era così. Direi di tornare ora alla questione sollevata dal collega D’Amato.

***** Commemorazione dell’ex consigliere regionale Rinaldo Scheda PRESIDENTE. Credo che il collega Alessio D’Amato abbia fatto bene a ricordare all’Aula la scomparsa di Rinaldo Scheda. Io mi farò portatore di un messaggio ai familiari.

Chiedo al Consiglio di osservare un minuto di silenzio per la morte di un ex consigliere regionale.

(L’Assemblea osserva un minuto di raccoglimento)

***** Ordine dei lavori PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Lollobrigida. Ne ha facoltà.

LOLLOBRIGIDA (An-Pdl). Signor Presidente, volevo rivolgerle una nota di apprezzamento, se mi è consentito, sull’ordine dei lavori, perché questa mattina lei ha avuto la possibilità di rompere il muro del silenzio che aveva caratterizzato questa Regione negli ultimi anni, sulla Giornata del Ricordo, che è ormai un fatto divenuto nazionale per importanza. Lei oggi lo ha ricordato in Consiglio, io avevo sollecitato a farlo, anche in sua assenza, nell’ultima seduta del Consiglio, perché nella Regione che è stata avanguardia nell’istituire questa giornata, prima addirittura del Governo nazionale, comunque ritenevo particolarmente grave - sembrava davvero ridicolo e paradossale - che mentre in Italia, dal Presidente della Repubblica, fino all’ultimo dei Consigli comunali, veniva ricordato l’esodo dei 350 mila istriani, giuliani e dalmati che hanno lasciato le loro terre e dei morti nelle Foibe, questa Regione se ne dimenticasse.

Mi dispiace, però, sottolineare che a fianco alla sua sensibilità ed anche a quella del Presidente Marrazzo, che ha partecipato all’iniziativa nel quartiere domenica mattina, da parte dell’assessore alla Cultura, nonostante sia pertinente il suo assessorato, non ci sia stata analoga sensibilità. Riteniamo questo un fatto da sottolineare.

PRESIDENTE. La ringrazio, collega Lollobrigida, per le sue parole di apprezzamento.

Quest’Aula ha dato lo stesso risalto alla Giornata della Memoria di qualche settimana fa, con la Giornata del Ricordo, perché ritengo che alcuni atti, al di là della formalità, debbano essere espressi dall’Aula, e di questo si risponde.

Ha chiesto di parlare il consigliere Gargano. Ne ha facoltà.

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GARGANO (Pd-U). Signor Presidente, io brevemente intervengo, mi trovo costretto ad intervenire, per riprendere una tematica della quale abbiamo parlato già nei Consigli precedenti. Mi riferisco alla famosa legge sul precariato. Ora, poiché è arrivato un provvedimento approvato dalla Giunta, che riguarda, credo, il problema dei perequati, che quindi dovrebbe venire in Consiglio, noi avevamo assunto un impegno e cioè che nella prima settimana di febbraio saremmo venuti in Aula con una proposta di legge. Non c’è neanche la bozza ancora, siamo a metà febbraio. Io credo che stiamo perdendo un po’ di credibilità, e mi fermo qui. Dovremmo pensare che essendo tutti un po’ precari, perché anche noi siamo precari nei nostri ruoli, questo tema non possiamo trascinarlo ulteriormente.

Magari adesso lei - perché non dipende solo da lei, evidentemente - mi fornirà delle rassicurazioni, dicendo “faremo”. Questo “faremo” però non è più tollerabile. Dobbiamo fare. Quindi io voglio data, incontro, quando succede, con chi, perché questa situazione sta diventando intollerabile. L’impegno lo abbiamo assunto solennemente in quest’Aula, lo ha ricordato il Presidente in chiusura dei lavori della sessione di bilancio, ebbene io credo che questa sia una delle assolute priorità di questa Regione, altrimenti, per carità, le leggi che stiamo approvando sono anche importanti, ma credo che abbiano una urgenza certamente diversa rispetto a questo problema.

Ora, poiché leggo anche in giro per la città manifesti, nei quali si dice “Il lavoro nobilita, il precariato no”, va bene, scriviamo questo sui manifesti, ma dobbiamo essere consequenziali.

Chiedo che entro la fine di questo mese, noi procediamo all’approvazione di questa legge. Poi, vedremo come, l’articolazione, perché è chiaro che il mondo dei precari è variegato, quindi non possiamo con una piccola norma definire tutto questo problema, però ritengo che noi non possiamo trascinar ulteriormente questo problema.

Le rappresento questa cosa con molta forza, perché io sono, e come me credo lo siano

anche molti colleghi, in difficoltà, perché o diamo conseguenza a quello che diciamo, oppure la nostra credibilità viene meno, quindi anche il nostro lavoro di consiglieri regionali.

Una cosa a margine. Le chiedo, pur capendo che la prassi ormai porta a comportamenti diversi, se un consigliere o dei consiglieri presentano una interrogazione a risposta immediata in Aula, l’articolo del Regolamento, se ho letto bene - non sono un esperto - dice che il Consiglio successivo dovrebbe affrontare questa tematica. Ora, capisco che ne abbiamo tante, quindi capisco che c’è un ordine cronologico, per cui una interrogazione urgente che ho presentato la discuteremo forse prima della scadenza del nostro mandato, o forse anche dopo.

Siccome ho presentato un’interrogazione firmata da quasi tutte le forze politiche presenti in quest’Aula su una tematica che ritengo molto delicata, le chiedo quando sarà possibile mai affrontare questo problema.

Tenga conto che lì c’è un’urgenza dettata anche dal problema richiamato, che ha una scadenza. Non voglio entrare nei particolari, perché non è questa la seduta, però la pregherei di farmi sapere se oltre a presentare quest’interrogazione con la firma di molti colleghi, di diverse forze politiche c’è necessità che io m’incateni al cancello della Regione per tentare di poter affrontare questo problema e di poter avere una risposta. PRESIDENTE. Collega Gargano, io ho già avuto modo, credo nell’ultimo Consiglio – forse lei non c’era, probabilmente non ha ascoltato le cose che le sto per dire – in merito alla prima questione, quella del personale, di dire due cose. In capo alla Presidenza del Consiglio vi è la facoltà di portare nella Conferenza dei capigruppo provvedimenti. Gli impegni politici sono una cosa, i provvedimenti sono un’altra cosa. Attualmente non c’è nessun provvedimento depositato né dalla Giunta né da consiglieri, o parte dei consiglieri, su questa materia.

Accolgo la sua sollecitazione, mi farò promotore di nuovo, le garantisco, di sollecitare gli impegni che in quest’Aula

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sono stati assunti, per fare in modo che si cali qualche provvedimento. Altrimenti non saprei che cosa discutere.

Le sto dando ragione, non le sto dando torto. E comunque credo che le cose da lei sollevate oltre che restare a verbale saranno oggetto di apposito approfondimento anche nella prossima Conferenza dei capigruppo.

Quindi, le dico sulla prima questione che lei ha posto, ci sarà una richiesta da parte del sottoscritto al Presidente della Giunta che aveva assunto l’impegno in Aula e un punto specifico alla prossima Conferenza dei Capigruppo per affrontare il tema da lei sollevato.

Sulla seconda questione, invece, purtroppo il Regolamento dice una cosa: le interrogazioni complessivamente in quest’Aula sono circa mille, di cui circa duecento sono a risposta immediata. Lei ha assistito, perfino stamattina, che per le interrogazioni a risposta immediata se ne vanno alcuni mesi. Io ho fatto ripetutamente richiesta alla Giunta, ho fatto tempo fa anche un incontro con la Giunta sollecitando gli assessori a far sì che ci fossero risposte immediate, soprattutto quando queste ponevano problemi di scadenze, è chiaro che la risposta la dà l’assessore.

Quindi, la pregherei a margine di questi lavori, se davvero esiste questa urgenza speciale rispetto alla questione da lei sollevata, se mi sollecita il merito, per fare in modo che possa pure, oltre all’intervento generico nei confronti della Giunta, che normalmente faccio sia personalmente sia attraverso gli uffici, con gli uffici degli assessori, nello specifico io possa intervenire constatata un’urgenza, condividendo eventualmente la sua urgenza.

*****

Proposta di deliberazione consiliare n. 76 del giorno 3 dicembre 2008, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 851 del giorno 21 novembre 2008, concernente: Programmazione fondi di edilizia residenziale pubblica agevolata anno 2008

Discussione PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 3, reca: Proposta di deliberazione consiliare n. 76 del giorno 3 dicembre 2008, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 851 del giorno 21 novembre 2008, concernente: Programmazione fondi di edilizia residenziale pubblica agevolata anno 2008.

Ha chiesto di parlare l’assessore Di Carlo. Ne ha facoltà.

DI CARLO, Assessore. Signor Presidente, questa è una delibera di rimodulazione degli interi fondi dell’Assessorato alla casa e fa chiarezza su tutte le disponibilità presenti e, in qualche maniera, impegna tutte le risorse provenienti dall’ex fondo Gescal, ed è anche premessa indispensabile per risolvere l’ultima questione legata alle graduatorie del 2004 sui bandi per la realizzazione di abitazioni in 167. L’ultima graduatoria che non è stata promulgata è quella che riguarda il Comune di Roma e non è stata promulgata perché vi era un numero di vincitori molto superiore alle risorse disponibili, ed essendo quella graduatoria fatta, nella stragrande maggioranza, per modalità di affitto permanente, era impossibile utilizzare la soluzione che è stata utilizzata nelle aree fuori dal Comune di Roma, cioè una riduzione della contribuzione ed un allargamento della platea dei vincitori. Quindi noi sostanzialmente con questa delibera consentiamo di più che raddoppiare i fondi messi a disposizione di quella graduatoria, in modo tale da evitare il ricorso al sorteggio tra gli aventi diritto e contemporaneamente aumentare consistentemente l’intervento fattibile nel comune di Roma, che tra l’altro, come tutti sanno, è il comune più interessato all’emergenza abitativa.

Quindi questa delibera ci consente di stanziare 270 milioni di euro a questo fine, dando la possibilità di realizzare 5700 appartamenti, ripeto, nel comune che a livello italiano ha la più alta tensione derivante dall’emergenza abitativa.

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Inoltre, questa delibera rende disponibili risorse per realizzare un ulteriore bando, circa 80 milioni di euro, che è intenzione della Giunta di realizzare entro quest’anno.

PRESIDENTE. Grazie, assessore. Su questa delibera dichiaro aperta la discussione.

Se non ci sono interventi, facciamo le dichiarazioni di voto, perché c’è stata una lunga gestazione di questa delibera.

Ha chiesto di parlare il consigliere Lollobrigida. Ne ha facoltà.

LOLLOBRIGIDA (An-Pdl). Signor Presidente, noi abbiamo lavorato in Commissione - oggi manca il Presidente Carapella - per riuscire ad avere una delibera...

(Interruzione dell’assessore Di Carlo: “C’è un parere unanime.”)

No, parere unanime con l’assenza della minoranza che non ha partecipato al voto, perché ritenevamo il percorso per arrivare alla delibera un percorso che non era stato adeguato. Noi riteniamo un percorso adeguato nei lavori della Commissione un percorso che passi per una fase di concertazione. In realtà, ci fu nella prima Commissione, nella quale si svolse questo dibattito, una relazione iniziale da parte del Presidente, che diceva - parliamo di quattro settimane fa - che sarebbe stato necessario portare in Aula il giorno dopo questa delibera che, come l’assessore ha appena sottolineato, è una delibera importante, una delibera-quadro che riporta un po’ tutte le risorse sull’edilizia pubblica, riordinandole. Di questo si è parlato.

L’impegno del Presidente Carapella nei confronti del Presidente del Consiglio si diceva che fosse quello di portarla in Aula in breve tempo e che quindi non si poteva approfondire particolarmente il dibattito, come invece noi ritenevamo giusto e necessario. In realtà così non è stato, perché la delibera arriva in Aula dopo quattro settimane.

Noi chiedevamo sostanzialmente di

incontrare le rappresentanze del sistema cooperativo romano, di incontrare coloro che hanno voce in capitolo sull’argomento per poter coadiuvare l’azione politica di questa Regione a svolgere meritoriamente e rapidamente il suo compito. Ci è stato risposto che non poteva avvenire vista la fretta e l’urgenza, dopodiché in Aula quella delibera non è andata la settimana dopo, noi avevamo abbandonato i lavori per contestare questa scelta e puntualmente poi invece c’è stata un’assemblea della Commissione con l’audizione dei rappresentanti delle categorie, con i rappresentati sindacali, a colmare un errore che aveva portato ad una forzatura della maggioranza del tutto inutile e inappropriata rispetto ad un tema in cui la sensibilità comune è quella di implementare la risorsa sulla casa, di arrivare a spendere le risorse per affrontare l’emergenza abitativa che attualmente ha dei criteri, dei caratteri fondativi estremamente diversi rispetto al passato e che richiede evidentemente delle scelte operative anche adeguate ai tempi con modalità appropriate. Viene fatta una scelta da parte della Giunta che è quella di implementare un bando già esistente che ha avuto una difficoltà operativa, perché aveva una graduatoria che prevedeva come soluzione quella del sorteggio. Una scelta che noi riteniamo inadeguata e correttamente preferiamo una scelta alternativa di implementare i fondi. Gran parte di questi vanno ad incidere sul territorio del Comune di Roma. Noi chiediamo alla maggioranza, e lo abbiamo chiesto in Commissione però questo non è stato reso possibile nei fatti, di fare un lavoro parallelo alla elargizione di fondi, alla predispose di fondi. Il lavoro parallelo è quello di garantire un percorso celere nell’individuazione delle aree.

Perché la domanda, a fronte dell’ulteriore stanziamento, è se all’interno del Piano regolatore romano esistono aree sufficienti per rendere i fondi non un capitolo di bilancio in attivo, ma qualcosa che diventi immediatamente fruibile dal territorio e che sia una risposta reale. Perché spostarli dal bilancio della Regione al bilancio del Comune di Roma può essere un’operazione

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contabile, ma se non diventa un fatto concreto, cioè la realizzazione di nuovi alloggi, resta inattuabile.

La richiesta che noi abbiamo fatto nella Commissione e che riportiamo qui in Consiglio era quella di aprire un tavolo di concertazione tra la Commissione lavori pubblici, la Commissione urbanistica e il Comune di Roma per comprendere con che tipo di indirizzo procedere all’individuazione di nuove aree.

Come sapete, e credo che l’assessore le sappia bene perché nel Comune di Roma ha avuto ruoli importanti, nella redazione del Piano regolatore romano l’attenzione alle zone di edilizia residenziale pubblica è stata scarsa e sostanzialmente riportata all’interno e all’attenzione della pianificazione attraverso l’attento esame in Consiglio comunale, all’epoca del Governo Veltroni, e a una serie di proposte tra le quali molte valide provenienti anche dall’allora minoranza oggi maggioranza del Comune di Roma.

Allora, se è valido questo intervento, perché comunque dà un indirizzo di riordino e c’era anche la richiesta del collega Desideri e di altri, avremmo voluto approfondire ancor meglio le dinamiche che portano ad una scelta piuttosto che un’altra nelle voci che non riguardano il finanziamento al Comune di Roma. Però, la cosa che sollecitiamo è che si viaggi parallelamente con la predisposizione dei fondi, l’adeguamento del Piano regolatore romano e l’individuazione delle aree per poter usufruire nell’immediato di queste risorse.

E’ ovvio che la Regione ha sia la possibilità di immettere economie, ma dall’altra parte ha il compito di verificare, di valutare quello che poi sarà l’indirizzo del Comune di Roma. Allora, oggi il senso di responsabilità, anche nell’ottica di Roma Capitale è una collaborazione della Regione che parta immediatamente, che metta in condizione il Comune di Roma di attuare un processo virtuoso e rapido per l’individuazione delle aree e quindi anche di comune accordo con la Regione, ma che sia immediatamente attivato e non invece proditoriamente ritardato in

futuro.

PRESIDENTE. Collega Lollobrigida, la ringrazio. Lei ha posto anche una questione di carattere procedurale, il merito non sta a me commentarlo, però le posso assicurare che noi siamo arrivati in Aula alla prima seduta utile, dopo che l’esame nelle Commissioni era terminato. Nel senso che questo provvedimento è stato inviato alle Commissioni il 3 dicembre, è stato evaso dalla Commissione lavori pubblici il 20 gennaio, è stato evaso dalla Commissione bilancio il 4 febbraio e quello di oggi è il primo Consiglio utile. Lo sanno beni i capigruppo perché abbiamo inserito questo punto proprio nella discussione di martedì. Quindi, l’“urgenza”, tra virgolette, era un’urgenza motivata dal fatto che c’erano due passaggi. Non lo dico per polemizzare. Non essendovi altri consiglieri che chiedono di parlare, passiamo alle dichiarazioni di voto.

Dichiarazioni di voto

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Lollobrigida per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOLLOBRIGIDA (An-Pdl). Signor Presidente, proprio per quanto è stato poc’anzi detto, che noi apprezziamo tutti gli interventi che velocizzano il processo di realizzazione di nuovi alloggi e quindi nell’affrontare l’emergenza casa, voteremo a favore di questa delibera, con l’unica riserva di chiedere all’assessore se condivide questa istanza che noi abbiamo immesso come minoranza, e quindi di farsene portavoce presso l’assessore Montino, di verificare insieme al Comune di Roma quale sarà l’effetto reale dello stanziamento che viene oggi inserito e con quale tempistica si riusciranno a realizzare le opere che noi oggi andiamo a mettere “in cantiere” sulla carta.

PRESIDENTE. Grazie, collega Lollobrigida.

Ha chiesto di parlare il consigliere Forte. Ne ha facoltà.

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FORTE (Udc). Signor Presidente, vorrei innanzitutto scusarmi se a causa del maltempo non ho potuto partecipare sin dall’inizio ai lavori d’Aula, sono arrivato in ritardo, ma ci tenevo a porre una questione all’assessore se era possibile in una eventuale sua replica.

Perché vede noi siamo disponibili e siamo intenzionati a votare a favore di questa delibera. Innanzitutto condividiamo lo spirito che ha animato l’Assessorato alla casa, non fosse altro perché ha cercato di portare un po’ di razionalizzazione nella confusione generale in cui viviamo tutti i giorni in questa Istituzione, però molte volte ci occupiamo di quelle che sono le nostre competenze e di quello che dovremmo fare noi senza preoccuparci del passo successivo, di quello che dovrebbe fare magari qualche altro ente.

Assessore Di Carlo vorrei sapere, era questa la domanda che volevo porle, e le chiedo se è possibile avere una risposta, l’avrei fatto durante il dibattito, ma mi scuso per essere arrivato in ritardo, se il Comune di Roma ha già dato la disponibilità delle aree, cioè se già abbiamo avuto una disponibilità per poter investire concretamente questi soldi, perché altrimenti rischieremmo ancora una volta di aver fatto un lavoro di razionalizzazione fine a se stesso perché poi quelle risorse in realtà non verranno spese perché non sono stati fatti gli atti propedeutici al loro utilizzo a questi investimenti da parte degli enti beneficiari e allora a quel punto, magari, si potrebbe anche prevedere di farne altre cose.

Vista la difficoltà economica, come dico spesso nei miei interventi, che stiamo attraversando, drammatica e di cui sempre più spesso sentiamo gli effetti sulla nostra pelle, dovremmo cercare quanto più possibile di razionalizzare l’uso delle risorse, che è vero a volte sono scarse, ma che sarebbero comunque sufficienti per dare un segnale e un aiuto all’economia della nostra Regione. E così in questo settore le risorse che lei ha trovato e ha messo insieme alla fine, assessore Di Carlo, sono non dico risorse sufficienti a superare la crisi del settore, ma a dare un segnale importante se si pensa al

moltiplicatore che è possibile trovare con l’aiuto e gli investimenti dei privati. L’importante è capire se questi finanziamenti possono essere utilizzati realmente.

PRESIDENTE. Grazie, collega Forte.

Ha chiesto di parlare il consigliere Fontana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FONTANA (Verdi). Signor Presidente, ovviamente annuncio il voto favorevole a questo provvedimento importante, con una sottolineatura che voglio fare, che riguarda l’opportunità che abbiamo, attraverso questa importante decisione che assumiamo oggi, di imprimere anche una accelerazione vera a quel nuovo mercato del costruire, quella nuova qualità del costruire, che può trovare nella nostra Regione, per le leggi che abbiamo approvato, anche con voto unanime, come quello sulla bio-architettura, un nuovo sistema di imprese, intorno alla risposta, costruito per rispondere ad un bisogno reale.

Mai come in questo caso, aver messo a disposizione risorse significative, per rispondere ad un bisogno primario, come quello della casa, può diventare, proprio in un momento di difficoltà e di crisi economica, l’opportunità per consentire ad un settore che è in grande affanno, di percorrere la strada della innovazione tecnologica, della innovazione dei materiali, dell’innovazione dei modelli costruttivi, finalizzata all’efficienza, al risparmio energetico, al buon abitare, alle buone case costruite con criteri e qualità diverse.

Mi auguro, e sono convinto, conoscendo anche la sensibilità dell’assessore Di Carlo, che in questo senso possano essere previsti criteri specifici che magari mutuano da leggi che abbiamo approvato per la realizzazione di questi interventi, perché questo consentirebbe, ripeto, ad una decisione importante, come quella che assumeremo oggi, mi sembra di aver capito con un’amplissima maggioranza, anche un significato economico e ambientale importante.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il

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consigliere Peduzzi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PEDUZZI (Prc-Se). Signor Presidente, vorrei precisare che nel mio voto favorevole intendo sottolineare l’apprezzamento per un impegno della Giunta e dell’assessore in primis, a fronte di un problema che ovviamente ha annessi riflessi rispetto alla crisi del settore delle costruzioni e, quindi in questo senso capisco la portata degli interessi dell’intervento di alcuni consiglieri.

Rimane il fatto che la priorità dell’intervento è la risposta alla crisi abitativa, quindi alla crisi, all’emergenza abitativa, al bisogno di case in un contesto sociale fortemente modificato, per cui ci troviamo di fronte ad eventi e a fattori nuovi, in cui registrando gli sfratti per morosità segniamo quanto la condizione di reddito delle famiglie sia precaria, quanto il problema dell’abitazione si stia intrecciando con l’insieme della condizione sociale nella città di Roma ma soprattutto ed anche nella regione Lazio.

In questo senso, penso che questo atto deliberatorio, insieme alle comunicazioni che già l’assessore ha presentato ai consiglieri nel percorso in atto, in corso per una legge-quadro complessivamente rispondente ad un bisogno di ordine e per il soddisfacimento di questo bisogno primario, il diritto all’abitare, penso che ci porti, con ottimismo, ad un lavoro, anche nei prossimi mesi, intendendo in questo contesto non sprecare risorse, non bloccarle, ma concentrarle laddove le risposte possono essere immediate ed efficaci.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Carapella. Ne ha facoltà. CARAPELLA (Pd-U). Signor Presidente, volevo innanzitutto ringraziare i colleghi della Commissione per il lavoro che è stato fatto di istruttoria su questa delibera e vorrei ricordare al Consiglio che questa delibera è stata anche discussa e confrontata con le organizzazioni sindacali e imprenditoriali del settore, in una audizione importante che comunque ha dato spunti e consentirà di dare

spunti anche per quanto riguarda i provvedimenti che l’assessorato dovrà prendere in merito al Nuovo Bando “Costruzione alloggi in housing sociale”, che è uno dei quattro punti che si ritrova a pagina 19 del fascicolo d’Aula, nella riprogrammazione di questa delibera.

La riprogrammazione di questi fondi, che sono fondi già stanziati e previsti nella Finanziaria di quest’anno, ma che con atto opportuno vengono messi in campo dall’Assessorato, facendo un’operazione di raschiamento dei cassetti per mettere in campo 275 milioni di euro sull’edilizia agevolata, che sono in questo momento, a fronte del dramma della casa a Roma e negli altri ottanta comuni ad emergenza alloggiativa del Lazio, una risposta importante, sono una risposta importante anche perché è bene ricordare che nella finanziaria nazionale non superiamo i 100 milioni di euro di stanziamento ed è bene ricordare che sul dramma della casa di chiacchiere se ne fanno tante, si fanno pure tanti convegni e si proclamano tante innovazioni, poi però quello che serve alla gente sono le risposte concrete, i fatti concreti.

La Regione, pur con tutte le proprie difficoltà, mette in campo, come ha fatto anche con l’edilizia sovvenzionata con i 100 milioni stanziati per le manutenzioni, l’abolizione delle barriere architettoniche e gli ascensori e i 100 milioni per l’ultimazione della costruzione dei nuovi alloggi, stessa cosa fa sull’agevolata, facendo in modo anche di rifinanziare con 140 milioni di euro il bando di costruzione, bando molto discorso e molto controverso, che fu approvato, emanato dalla vecchia Giunta regionale e che è giunto a conclusione a una graduatoria operativa. Questi 140 milioni di euro consentiranno di scorrere la graduatoria e di finanziare la realizzazione di 5.700 nuovi alloggi sul mercato dell’affitto. Mi pare una risposta importante per Roma e più in generale per tutto il Lazio, quindi è un provvedimento importante che voteremo a favore, che sosterremo e che continueremo in Commissione, d’intesa con l’assessore Di

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Carlo, a seguire e a monitorare.

PRESIDENTE. Grazie collega Carapella. Ha chiesto di parlare per replica l’assessore

Di Carlo. Ne ha facoltà.

DI CARLO, Assessore. Signor Presidente, i colleghi avevano posto giustamente il tema del reperimento poi delle aree successive. E’ diverso tempo che noi, con il collega Antoniozzi e anche con il collega Corsini, stiamo affrontando questa materia e io confermo all’Aula che ho dato a nome della Giunta la massima disponibilità non solo ad integrare le possibilità che già sono offerte dai 34 piani di zona già approvati nell’Amministrazione comunale, ma che nell’eventualità che si voglia utilizzare lo strumento dell’accordo di programma, individuando soluzioni aggiuntive rispetto a quelle, stante la quantità di risorse destinate a questo scopo e anche al numero di appartamenti da realizzare, c’è la massima disponibilità da parte della Regione a lavorare anche sul fronte dello sveltimento delle procedure.

In questo, dovrebbe essere promulgato a ore, credo, un DPCM attuativo del Piano casa nazionale che, anche su nostra sollecitazione, offre la possibilità, attraverso l’accordo di programma, di velocizzare ogni tipo di procedura per arrivare alla capacità di spesa che viene programmata.

PRESIDENTE. Grazie, assessore Di Carlo.

Chiedo, ai sensi del Regolamento, di essere autorizzato al coordinamento formale del testo.

(Il Consiglio approva all’unanimità) Votazione PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di deliberazione consiliare n. 76 del 3 dicembre 2008, “Programmazione fondi di edilizia residenziale pubblica agevolata anno 2008”.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

***** Sui lavori del Consiglio PRESIDENTE. Colleghi, dovremmo ora procedere con la proposta di legge regionale n. 392 ma stante l’assenza del consigliere D’Amato, il punto è rinviato alla prossima seduta.

Colleghi, noi ci troviamo in un momento di empasse, vi chiedo scusa ed un attimo di attenzione.

Proposta di legge regionale n. 292 dei consiglieri Peduzzi, Pizzo, Luciani ed altri, stante l’assenza dall’assessore Valentini, non si può procedere; Proposta di legge regionale n 326, è assente l’assessore alla Sanità, quindi non si può procedere; Proposta di legge regionale n. 411, è assente l’assessore Valentini, quindi non si può procedere; Proposta di legge regionale n. 370, è assente l’assessore Montino, quindi non si può procedere; Proposta di legge regionale n. 227, è assente l’assessore Montino, quindi non si può procedere; Proposta di legge regionale n. 180, è assente l’assessore Dalia, non si può procedere; Proposta di deliberazione consiliare n. 37, Parco naturale dei Monti Aurunci, è assente l’assessore Zaratti, non si può procedere.

A questo punto dobbiamo passare all’Ordine del giorno n. 165 dei consiglieri Peduzzi, Brancati, Grosso, concernente: Introduzione della soglia di sbarramento per le elezioni europee.

Non abbiamo altro. Un momento, colleghi.

C’è l’assessore Zaratti, un momento. (Seguono brevi consultazioni al tavolo della Presidenza)

Colleghi, andiamo alla proposta di legge…

(Interruzione di un consigliere)

No, su una mi sono sbagliato, ho commesso un errore io, ma è una sciocchezza.

Torniamo al punto 8 all’ordine del giorno.

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***** Proposta di legge regionale n. 370 del 28 febbraio 2008, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 81 del 15 febbraio 2008, concernente: Modifiche alla L.r. del 6 luglio 1998 n. 24 (Pianificazione paesistica e tutela dei beni e delle aree sottoposte a vincolo paesistico) e successive modifiche Ordine del giorno di non passaggio alla votazione PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 8, reca: Proposta di legge regionale n. 370 del 28 febbraio 2008, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 81 del 15 febbraio 2008, concernente: Modifiche alla L.r. del 6 luglio n.1998 n. 24 (Pianificazione paesistica e tutela dei beni e delle aree sottoposte a vincolo paesistico) e successive modifiche.

In merito a questa proposta di legge, dovremmo adottare una delibera che è “Modifiche alla legge regionale 6 luglio 1998 n. 24 (Pianificazione paesistica e tutela dei beni e delle aree sottoposte a vincolo paesistico) e successive modifiche”. Questa legge regionale è stata ricompresa durante l’assestamento, quindi ce la troviamo ancora all’ordine del giorno.

La mia proposta è di deliberare il non passaggio all’esame degli articoli della proposta di legge n. 270 del giorno 28 febbraio 2008 concernente “Modifiche alla legge…” eccetera, visto l’articolo 65 commi 2 e 3 del Regolamento del Consiglio regionale. Cioè questa norma l’abbiamo già approvata, la legge è ancora qui, dobbiamo deliberare il non passaggio all’esame.

Va bene? Pongo in votazione in merito al punto 8

l’ordine del giorno di non passaggio all’esame su proposta del Presidente. (Il Consiglio approva all’unanimità)

*****

Proposta di deliberazione consiliare n. 37 del 13 novembre 2006, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 720 del 24 ottobre 2006, concernente: Approvazione del programma pluriennale di promozione economica e sociale del Parco naturale dei Monti Aurunci, di cui all'art. 30 della legge regionale del 6 ottobre 1997 n. 29 "Norme in materia di aree naturali protette regionali" e successive modifiche e integrazioni Discussione PRESIDENTE. Essendo presente l’assessore Zaratti, riprendiamo l’esame del punto 11 dell’ordine del giorno che reca: Proposta di deliberazione consiliare n. 37 del giorno 13 novembre 2006 adottato dalla Giunta regionale con delibera n. 720 del giorno 24 ottobre 2006 concernente: “Approvazione del programma pluriennale di promozione economica e sociale del Parco naturale dei Monti Aurunci, di cui all’articolo 30 della legge regionale del 6 ottobre 1997 n. 29 “Norme in materia di aree naturali protette regionali” e successive modifiche e integrazioni.

Ha chiesto di parlare l’assessore Zaratti. Ne ha facoltà.

ZARATTI, Assessore. Signor Presidente, credo che sia molto importante questa mattina poter discutere del piano socio-economico del Parco degli Aurunci. Finalmente questo provvedimento arriva in Aula, erano tanti anni che si era in attesa del fatto che finalmente quella parte del nostro territorio, quell’area protetta potesse dotarsi di uno strumento redatto dalla comunità dei Sindaci, quindi è un atto fondamentale, perché oltretutto è un atto di stretta competenza delle comunità locali, dei Sindaci, degli amministratori, il Piano socio-economico che mette in campo una serie di iniziative che consentiranno al territorio del parco di avere uno sviluppo nei prossimi anni.

Il Piano socio-economico è corrispondente al Piano di assetto che sarà presentato

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prossimamente in quest’Aula e che definirà rispetto a quel territorio finalmente le certezze di ciò che è possibile realizzare all’interno dell’area parco e ciò che è impossibile, invece, realizzare. Quindi si passerà dalla fase di gestione basata sulle norme di salvaguardia a una serie di norme discusse e approvate e confrontate con le comunità locali, che permetteranno, invece, agli operatori economici, ai cittadini, alle imprese, agli amanti della natura di sapere quali sono all’interno dell’area protetta le zone dove è possibile realizzare e che cosa.

Quindi io penso che questo strumento che oggi presentiamo in Aula, sia uno strumento particolarmente importante, hanno lavorato per realizzarlo per molti mesi, per molti anni le comunità locali, i Sindaci e da questo punto di vista credo che sarebbe molto importante e opportuno per realizzare quella rivoluzione delle aree protette e dei parchi che deve prevedere non soltanto, ovviamente, la conservazione e la tutela, ma deve prevedere il fatto che le attività umane, che le attività economiche, che le attività imprenditoriali all’interno di quel territorio, di quei territori, dei parchi possano svilupparsi ovviamente in un’ottica di sviluppo sostenibile e compatibile con la tutela e con la conservazione, ma dare un impulso forte a questa nuova economia che può arrivare da una politica di conservazione e di tutela.

Il Parco degli Aurunci è un parco particolarmente bello, interessante, è in una provincia molto importante da questo punto di vista, che è la provincia di Latina, io penso che visto che c’è l’assenso di tutta la comunità dei Sindaci, della Provincia che è presente all’interno della comunità del Parco degli Aurunci, visto che questo strumento è stato elaborato con grande unitarietà, con un senso di cooperazione da parte di tutte le istituzioni, credo che sia importante che oggi il Consiglio regionale lo possa definitivamente approvare.

Grazie. PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione generale su questa proposta di

deliberazione. Ha chiesto di parlare il consigliere Fontana.

Ne ha facoltà. FONTANA (Verdi). Signor Presidente, soltanto per sottolineare due aspetti di questa deliberazione consiliare che la rendono importante e significativa.

Il primo ha a che fare con i tempi con i quali si decidono, si approvano strumenti che sono poi quelli che trasformano concretamente un’area naturale protetta in qualcosa percepito dalle comunità locali e dai cittadini, come non soltanto un vincolo, ma un’opportunità. Ne abbiamo discusso in diverse occasioni in Consiglio regionale.

Se leggete la delibera consiliare che stiamo per discutere, cari colleghi, scoprirete che il Consiglio direttivo dell’Ente di gestione, cioè il soggetto che rappresenta significativamente le comunità locali, ha approvato con delibera questo programma pluriennale il 9 agosto 2002, appena sei anni fa, anzi, un po’ più di sei anni fa, quasi sette anni fa, che questa delibera è stata giustamente vagliata, esaminata e approvata anch’essa dal Comitato tecnico scientifico per l’ambiente della nostra Regione nel novembre 2004 e che riusciamo finalmente a portarla in discussione in Consiglio regionale e ad approvarla oggi.

Ho voluto sottolineare questo per rammentare a tutti noi che nell’espletamento di queste procedure, che richiedono concertazione e condivisione degli Enti locali, c’è una fatica, un appesantimento, ci sono tempi lunghi, si sarà probabilmente persa memoria di cosa prevedeva questo programma concretamente. Invece, è un programma importante, perché nel Programma pluriennale di promozione economica e sociale si fa riferimento a questioni importanti, dalla depurazione, alla promozione delle attività tradizionali e artigianali, agroforestali, ai rapporti con i privati, alla possibilità di usufruire e finalizzare a questo programma pluriennale risorse che vengono dallo Stato, dalla Regione, dagli Enti locali, insomma, uno strumento importante.

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Ecco, mi auguro, nell’approvare questa deliberazione, tenendo conto dei passaggi ed anche dei momenti in cui sono avvenuti, cioè di un percorso che ha visto amministrazioni di segno diverso e, quindi, maggioranze ed opposizioni diverse approvare questi strumenti, nel votarlo noi tutti si rifletta sulla urgenza, sulla necessità di dare a questi provvedimenti tempi più celeri, tempi più rapidi per fare in modo che le istituzioni delle aree protette, come ho già accennato prima, siano vissute davvero dalle comunità locali come opportunità, come momenti, sì, di tutela del patrimonio ambientale, ma soprattutto di valorizzazione e promozione del tessuto economico e sociale di questi territori.

PRESIDENTE. Non essendovi altri consiglieri che chiedono di parlare, la discussione generale è chiusa.

Vi sono consiglieri che chiedono di parlare per dichiarazione di voto?

Non essendovi consiglieri che chiedono di parlare per dichiarazione di voto, chiedo, ai sensi del Regolamento, di essere autorizzato al coordinamento formale…

(Interruzione del consigliere Forte: “Un momento, Presidente, chiedo di parlare per dichiarazione di voto!”)

Collega Forte, lei oggi riesce sempre ad

arrivare un attimo dopo, comunque prego. Un momento, però, ascolti, ho chiamato già

il voto sul coordinamento formale, lo facciamo e poi le do la parola, collega Forte.

Chiedo, ai sensi del Regolamento, di essere autorizzato al coordinamento formale del testo.

(Il Consiglio approva a maggioranza)

Dichiarazioni di voto

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per una breve dichiarazione di voto il consigliere Forte. Ne ha facoltà. FORTE (Udc). Presidente, volevo soltanto

dare un contributo, se possibile, a chiarire la storia di questo atto che, come diceva il collega Fontana, aspetta una approvazione da 6 anni…

(Interruzione del consigliere Fontana: “7 anni!”)

…7 anni. Siccome, se non mi sbaglio

questo è propedeutico anche al Piano regolatore del parco, a tutta una serie di cose, speriamo di vedere nella nostra breve vita l’approvazione di queste cose che, poi, nel frattempo permetterebbero uno sviluppo reale dei parchi e dell’economia dei parchi che oggi non è possibile, perché non essendoci gli strumenti non è possibile fare nulla e, quindi, significa legalizzare l’abusivismo, perché quando si dice che non si può fare nulla si dice poi “fate come vi pare”.

Questo è uno strumento importante al quale abbiamo dato, come Udc ma anche come centro-destra, un contributo perché, lo dico per rassicurare tutti i colleghi, chi vuole votare a favore di questo provvedimento, il consiglio di amministrazione del parco che approvò questo documento era di fatto un consiglio a maggioranza di centro-destra ed approvò questo documento all’unanimità, mi corregga assessore se sbaglio. Quindi il nostro voto favorevole è giustificato dal fatto che stiamo parlando di un atto che abbiamo contribuito a scrivere sul territorio e che probabilmente doveva arrivare prima, ci arriva adesso, meglio tardi che mai, procediamo, assessore, in maniera più spedita, io sono più volte venuto a sollecitare la velocizzazione dell’iter del Piano regolatore di questo parco, che è stato uno dei pochi parchi che lo ha già predisposto ed avviato, quindi credo che sia importante approvare al più presto e velocizzare quanto più possibile l’iter di approvazione di questi documenti in assenza dei quali i parchi continuano ad essere visti come una iattura per le popolazioni.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione…

(Interruzione del consigliere Fontana:

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“Chiedo di parlare, signor Presidente!”) Di nuovo, collega Fontana! Ma ci avete

preso gusto? Fate gli interventi e le dichiarazioni di voto sull’intervento che avete fatto? Prego. Siccome ha parlato solo lei, fa pure la dichiarazione di voto?

Ha chiesto di parlare il consigliere Fontana. Ne ha facoltà.

FONTANA (Verdi). Lei sa, Presidente, che ho la caratteristica di essere telegrafico.

Sempre nella ricostruzione storica dell’atto volevo soltanto rammentare ai colleghi che questa deliberazione è stata approvata dalla Giunta regionale nell’ottobre 2006 e che, quindi, quando mi riferivo ai tempi con cui poi diventano leggi questi provvedimenti mi riferivo anche al nostro ruolo ed al nostro lavoro di Consiglio regionale.

Votazione

PRESIDENTE. Pongo in votazione la proposta di deliberazione n. 37 del giorno 13 novembre 2006, adottata della Giunta regionale con deliberazione n. 720 del giorno 24 ottobre 2006, concernente: Approvazione del programma pluriennale di promozione economica e sociale del Parco naturale dei Monti Aurunci, di cui all’art. 30 della L.r. 6.10.1997 n. 29 “Norme in materia di aree naturali protette regionali” e successive modifiche e integrazioni.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

*****

Ordine del giorno n. 165 dei consiglieri Peduzzi, Brancati, Grosso concernente: Introduzione della soglia di sbarramento per le elezioni europee Svolgimento PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 12, reca: Ordine del giorno n. 165 dei consiglieri Peduzzi, Brancati, Grosso

concernente: “Introduzione della soglia di sbarramento per le elezioni europee”. Ha chiesto di parlare il consigliere Peduzzi. Ne ha facoltà. PEDUZZI (Prc-Se). Signor Presidente, colleghi, ovviamente il tema posto da alcuni consiglieri che hanno presentato questo ordine del giorno è un tema politico generale che nella bagarre del confronto politico-istituzionale riguarda la riforma elettorale per la scadenza delle prossime elezioni europee. Noi sosteniamo semplicemente una esigenza di rispetto della capacità di rappresentanza sociale e politica dentro una istituzione, quella del Parlamento europeo, che tra l’altro non pone una questione di esigenza di governabilità e di semplificazione ma soprattutto di possibilità di rappresentanza di chi, anche con una percentuale più bassa del 4 per cento, esprimendo un’opinione e raccogliendo un’opinione di più di qualche milione di voti, un milione, un milione e mezzo, un milione e settecentomila, un milione e ottocentomila voti, in quel contesto non avrebbe permessa una rappresentanza, così come non l’ha permessa attraverso il sistema elettorale nazionale nel Parlamento italiano, dove a quella percentuale corrisponderebbero 30, 40 deputati circa, tra senatori e parlamentari, che invece non sono presenti in un contesto in cui un sistema maggioritario e bipolare strozzano una dialettica ed una possibilità di rappresentanza politica di forze che non condividono magari un asse di schieramento politico semplificato a due semplici poli. Noi pensiamo che questa possibilità di approvazione di questo ordine del giorno lanci un segnale da parte di una Istituzione come la Regione Lazio al Parlamento, al Governo, alle forze politiche presenti in Parlamento di civiltà e di rispetto costituzionale, tanto più che siamo alla vigilia di questa scadenza elettorale, siamo già in un avvio di costruzione del programma e di iniziativa politica della formazione delle liste, della possibilità di rappresentare soggetti e possibilità di esprimere una considerazione politica sull’Europa e sull’esigenza di una

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diversa Europa che noi registriamo condotta in una Commissione europea bipartisan tra Ppe e Pse, con un governo unico e che vede fuori da questa commissione l’unica rappresentanza parlamentare esterna ed alternativa a questo blocco di forze politiche che condividono la gestione della commissione che è rappresentata dai Gruppi unitari della sinistra europea. Pertanto sollecito i colleghi ad un pronunciamento a favore di questo ordine del giorno. PRESIDENTE. E’ aperta la discussione su questo ordine del giorno.

Ha chiesto di parlare il consigliere Fontana. Ne ha facoltà. FONTANA (Verdi). Anche qui sarò molto breve perché, come i colleghi sanno, quelli che seguono un po’ le vicende interne a questo Consiglio regionale, io sono personalmente impegnato anche in un tentativo di costruire un’aggregazione più ampia di forze e di soggetti politici. Partecipo a questo tentativo con altri perché sono convinto che sia utile, che sia opportuno, che renda più efficaci le nostre battaglie, le idee che condividiamo, la nostra proposta politica. Nessuno sbarramento elettorale, cari colleghi del Popolo delle Libertà e del Partito Democratico, vi ha obbligato a costruire processi unitari. Non c’è stato nessuno sbarramento elettorale. E’ stata la vostra libera determinazione che io rispetto e che ritengo anche utile, è stata la vostra decisione di forze politiche autonome indipendenti di percorrere una strada comune. Quello che non è francamente accettabile è presentare questa norma come una norma per la quale in qualche modo vi dovremmo ringraziare. Noi vi dovremmo ringraziare perché ci facilitate il percorso.

Non abbiamo bisogno di essere costretti per ragioni elettorali a fare qualcosa in cui chi ci crede spontaneamente si predispone a lavorare perché si raggiunga il risultato che è condiviso e condivisibile. Anche io conosco bene, non da poco tempo e non mi ha mai fatto velo appartenere ad un piccolo partito

così come viene descritto. So bene quanti sono stati i problemi causati dalla frammentazione politica di questo Paese anche se ricordo ai miei colleghi che i piccoli partiti hanno avuto un ruolo importante perché non è soltanto la consistenza numerica dei consensi che fa la qualità di una forza politica. Solo per non citare esperienze a noi più vicine, penso a quello che ha significato in una stagione della vita democratica di questo Paese il Partito repubblicano, per citarne uno tra i tanti … (Interruzione del consigliere Robilotta: “Il Partito liberale!”)

…il Partito liberale, che se fosse stata in

vigore questa legge che voi oggi proponete non avrebbe avuto rappresentanza parlamentare e non sarebbe stato presente in Parlamento.

Io, consapevole di ciò, vi invito a riflettere. Ormai siamo anche qui persone di mondo, sappiamo che è un processo che gode di un consenso quasi unanime, quindi né io né il collega Peduzzi confidiamo in ripensamenti dell’ultima ora, ahimè, però oggi vorrei ascoltarvi anche sentendo da parte nostra una difesa non di ufficio delle nostre appartenenze, ma invece una difesa, questa sì, di un principio di responsabilità politica, di libertà politica che noi, in qualche modo, con questa mozione che io condivido vogliamo sottolineare e che, a nostro avviso, con una decisione che verrà assunta a così breve distanza dalle elezioni europee, viene violato, sostanzialmente violato.

Noi ovviamente ci attrezzeremo per affrontare questa competizione elettorale nella maniera migliore possibile, non siamo spaventati da nessuno sbarramento e proseguiremo, per quanto mi riguarda, in quel percorso unitario che abbiamo già avviato e che mi auguro quanto prima consenta alla nostra area politica di costruire una coesione più forte e un soggetto politico più ampio, più popolare e più radicato. Ma vorremmo farlo liberamente noi, senza essere costretti da leggi e da sbarramenti.

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PRESIDENTE. Grazie collega Fontana. Ha chiesto di parlare il consigliere

Parroncini. Ne ha facoltà.

PARRONCINI (Pd-U). Signor Presidente, intervengo in questo dibattito stimolato dall’ordine del giorno presentato dal consigliere Peduzzi e da altri consiglieri regionali.

Ho letto l’ordine del giorno, mi sembra che vi siano contenute parole forti, nel senso che l’introduzione della soglia di sbarramento viene giudicato un atto grave e antidemocratico. Io ritengo che sia tutto il contrario di quello che viene considerato nell’ordine del giorno.

Lo sbarramento che ricordo, tra l’altro, che è previsto da tanti Paesi europei, anche più alto del 4 per cento, è previsto anche nella legislazione nazionale, parlamentare, non è fatto contro qualcuno, ma è fatto per agevolare dei processi politici, che sono processi che vanno contro la frammentazione, contro la disgregazione, che purtroppo è un male della politica italiana. Vediamo come negli ultimi anni all’interno dei partiti si sono evidenziati processi non di aggregazione, ma di disaggregazione, c’è un egoismo politico che porta a moltiplicare le forze politiche, le rappresentanze parlamentari e io lo vedo anche nella Regione Lazio, ormai all’interno del nostro Consiglio regionale ci sono una ventina di gruppi. Ecco, io ritengo che questo non aiuta la democrazia, non solo non è un atto antidemocratico, ma non aiuta la democrazia a decidere in tempi certi e soprattutto a fare uno sforzo di unità, di aiutare a condividere, invece che dividere le forze politiche.

Da questo punto di vista noi non vogliamo obbligare nessuno a mettersi insieme, auspichiamo che ci siano in futuro processi politici e di aggregazione che semplifichino il sistema politico italiano, che aiutino anche le persone, gli elettori a comprendere meglio i processi decisionali, sicuramente meno partiti, meno gruppi significano meno compromessi poi per quanto riguarda la gestione della cosa pubblica, comunque processi decisionali che vanno in un senso di

semplificazione. Io ritengo che noi dobbiamo porre questo

tema anche all’interno di questo Consiglio regionale. La nostra intenzione è quella di lavorare sulla nuova legge elettorale per le prossime elezioni regionali, in cui questo tema comunque sarà un tema da discutere, dovremo prendere delle decisioni dal punto di vista dello sbarramento, ma dovremo prendere anche delle decisioni nel nostro nuovo Regolamento del Consiglio regionale, che è attualmente in discussione nella I Commissione, quella degli affari statutari e costituzionali, e quindi dovrà essere licenziato un sistema per cui dovremo limitare la proliferazione dei gruppi in Consiglio regionale, questo anche per aiutare i processi di unità e non di disgregazione.

Quindi da questo punto di vista mi sento di difendere il provvedimento che è stato varato dal Parlamento, ritengo anche che sia un provvedimento coerente, in linea con le cose da noi sostenute negli ultimi anni.

PRESIDENTE. Grazie collega Parroncini. Non ci sono altri consiglieri che chiedono di parlare. Chiedo scusa.

Ha chiesto di parlare il consigliere Prestagiovanni. Ne ha facoltà.

PRESTAGIOVANNI (An-Pdl). Signor Presidente, lei oggi è particolarmente distratto, probabilmente perché l’argomento, mi rendo conto, non l’appassiona e non la rende partecipe.

Debbo dire, onestamente, che questo ordine del giorno mi lasciava alquanto indifferente, vista anche la tempistica attraverso la quale è arrivata in Aula. Mi rendo conto che se questa discussione l’avessimo fatta qualche settimana fa, quando è stata presentata, assumeva anche una valenza di tipo politico completamente diversa rispetto a quella attuale.

Stiamo ragionando oggi sulla valenza di un provvedimento di sbarramento per le elezioni europee al 4 per cento, quando la legge è già stata licenziata alla Camera e aspetta la successiva approvazione al Senato.

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Però gli interventi che si sono succeduti, in particolare quello del collega Fontana, che ha lanciato una serie di messaggi particolari al Partito democratico, facendo riferimento al ruolo che ha svolto il Partito democratico sull’unificazione delle forze politiche del centrosinistra, mi hanno fatto riflettere e sentire, poi, la replica del capogruppo del Partito democratico di questa Regione, mi ha fatto riflettere da una parte e preoccupare dall’altra.

Credo che noi oggi stiamo facendo una discussione che non ci appartiene, spetterà ad altri rappresentanti eletti da altre Istituzioni, però quello che diceva il consigliere Parroncini mi preoccupa su quello che potrebbe essere il futuro di questa Assemblea, collega Parroncini, perché quando lei denuncia, e a ragione, il proliferare di gruppi in questa Assise regionale - credo che oggi siamo arrivati a 22, 23 gruppi consiliari, Presidente - ci fa riflettere. Io leggo nelle sue parole quasi un messaggio, come dire: attenzione, dobbiamo mettere mano alla riforma di legge elettorale per la Regione Lazio immaginando una soglia di sbarramento anche in questo Consiglio.

Su questo allora vorrei contezza e chiarezza dell’opinione del Partito democratico della Regione Lazio su queste idee. Può darsi pure che io mi sia sbagliato, perché potrei essere d’accordo sulla sua ipotesi, ma potrei anche non essere d’accordo, così come non sono d’accordo, perché credo che la Regione Lazio abbia il dovere di dare rappresentanza a tutte le forze politiche. Vorremmo però aprire un confronto, e forse sarebbe bene non farlo nell’Aula consiliare, durante i lavori di un’Assemblea legislativa che non riesce a legiferare per mancanza degli assessori presenti e dei proponenti le leggi, dal che si vede costretta a discutere su questo ordine del giorno, vorrei che si convocasse innanzitutto la Conferenza dei capigruppo per ragionare tutti insieme su questo e poi promuovere un momento assembleare, congressuale - decidete voi come -, di confronto con i territori e di confronto sereno tra le forze politiche, per fare elaborare dal basso una

proposta di legge di modifica della legge elettorale regionale, così sgombriamo il campo da ogni dubbio.

Perché non vorrei infatti - e chiudo veramente, Presidente - che si prendesse spunto da momenti come questo, da un ordine del giorno, per avviare un regolamento di conti all’interno delle coalizioni, siano esse del centrodestra che del centrosinistra, tra le forze politiche che temono di veder perdere la propria rappresentanza.

Credo allora che la politica debba tornare a volare un po’ più alta e aprire un confronto sereno e pacato tra tutti i soggetti che danno vita a questa Assemblea. Votazione PRESIDENTE. Non essendovi altri consiglieri che chiedono di parlare, pongo in votazione l’ordine del giorno.

(Il Consiglio non approva)

***** Ordine dei lavori PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Fontana. Ne ha facoltà.

FONTANA (Verdi). Signor Presidente, per dirle che ho depositato una bozza di risoluzione, che è stata sottoscritta da molti colleghi, di maggioranza e anche da alcuni colleghi dell’opposizione, che ringrazio, la quale prende spunto da quanto è accaduto con l’approvazione in Senato di una norma che ha suscitato forti preoccupazioni, perplessità e contrarietà, ricordo anche il voto unanime del Consiglio comunale di Roma. Mi riferisco alla norma che toglie l’obbligo di non denunciare i cittadini immigrati da parte dei medici che li hanno in cura laddove questi cittadini non abbiano i requisiti previsti per il permesso di soggiorno o siano cittadini irregolari, clandestini.

PRESIDENTE. Collega Fontana, la invito a non introdurre il tema.

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Il Responsabile della Sezione Resocontazione Stefano Mostarda

FONTANA (Verdi). Signor Presidente, ho finito. Volevo solo proporre al Consiglio di discutere questa risoluzione e a lei di proporre la messa all’ordine del giorno, visto che si tratta di un argomento di grande attualità.

PRESIDENTE. Lei mi sta chiedendo di inserire e anticipare questa risoluzione da lei presentata che riguarda Disposizioni in materia di sicurezza pubblica, che impegna il Presidente della Giunta ed è firmata dai consiglieri Fontana, Parroncini, Robilotta, Foschi, Peduzzi, Pizzo, Pineschi…

E’ bipartisan o no questa mozione?

(Interruzione del consigliere Fontana: “Anche Saraceni e Robilotta!”)

Saraceni e Robilotta. Colleghi, c’è la richiesta di inserimento

all’ordine del giorno di questa risoluzione. Come da prassi, io chiedo all’Aula se inserirla.

(Interruzione del consigliere Cicchetti: “Presidente, non so di che parliamo!”)

Collega Cicchetti, è stata appena

presentata.

(Interruzione del consigliere Cicchetti: “Non so, inseriamolo come primo punto all’ordine del giorno della prossima seduta!”)

Scusate, è stato già usato questo metodo

altre volte. Ci impegniamo a discuterla al prossimo Consiglio, cioè giovedì prossimo. Vi ricordo che le mozioni e le risoluzioni sono sempre discusse alla fine, così come è successo oggi per l’ordine del giorno del collega Peduzzi.

Ci vediamo giovedì prossimo. La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 13,45

Revisione a cura di Gabriella Mostarda

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ALLEGATO Mozioni N. 376 del 4 febbraio 2009 Oggetto: Internalizzazione presso le ASL dei servizi "ex Anni Verdi" Premesso che: l'Associazione Anni Verdi Onlus, in liquidazione dal mese di luglio dell'anno 2006, era un Ente Morale che assisteva presso le strutture di Santa Severa, Lavinio ed in Roma, vie Maiorana, Dionisio, Sbricoli e Taldi, circa 1100 utenti dei quali quasi un centinaio ricoverati in regime residenziale. L'Associazione, che occupava alle dipendenze circa 500 lavoratori, erogava in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale le prestazioni sanitarie dirette al recupero funzionale e sociale dei soggetti affetti da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali, dipendenti da qualunque causa, a norma dell'art. 26 della Legge 833/1978; tali prestazioni sanitarie, ai sensi dello stessa disposizione legislativa, devono essere erogate dalle unità sanitarie locali attraverso i propri servizi. L'unità sanitaria locale, quando non sia in grado di fornire il servizio direttamente, vi deve provvedere mediante convenzioni con istituti esistenti nella regione in cui abita l'utente o anche in altre regioni, aventi i requisiti indicati dalla legge. Si tratta, quindi, di servizi pubblici essenziali che devono essere resi in forza di legge. L'associazione Anni Verdi, riceveva dalla Regione Lazio per le prestazioni erogate il corrispettivo di circa 20 milioni di euro annui; nel mese di luglio del 2006, l'Associazione Anni Verdi venne posta in liquidazione volontaria, e tutti i 500 lavoratori alle dipendenze della Onlus furono licenziati dal liquidatore. Stante il pericolo di interruzione di un servizio pubblico essenziale che interessava 1100 utenti affetti da gravi patologie, l'Autorità Prefettizia con apposito provvedimento, requisì le strutture dove i disabili erano ricoverati e le affidò alle rispettive ASL di competenza, che ricevettero dalla stessa autorità disposizioni per continuare a gestire i centri ed erogare le prestazioni, avvalendosi per questo, degli stessi ex lavoratori dell'Associazione e dello stesso impianto logistico oggetto di requisizione.

La gestione affidata alle ASL dei centri ex Anni Verdi, continuò per tutto il mese di luglio ed agosto del 2006. Dal mese di settembre di quell'anno la gestione dei centri venne affidata dall'Assessore alla Sanità della Regione Lazio, On. Augusto Battaglia, ad un Consorzio formato dalle maggiori centrali cooperative del Lazio, denominato RI.REI.; Considerato che: al momento, dopo quasi 27 mesi di gestione dei centri ex Anni Verdi da parte del Consorzio, sono evidenti le conseguenze di questa scelta ed in particolare del fatto di aver affidato il servizio ad un soggetto non competente e privo di risorse economiche per sopperire anche a temporanee difficoltà finanziarie, stante quanto dichiarato nei comunicati aziendali e nelle note sindacali fin qui prodotte; le vicende della "mala gestione" dei centri è ormai oggetto di cronaca della stampa quotidiana, sia su rotocalchi di taratura nazionale che di quella locale, come documentano i numerosi articoli di giornale e il resoconto stenografico della trasmissione Report. Dai suddetti articoli, oltre che dalle abbondanti segnalazioni degli operatori, risulta che il personale non viene retribuito per mesi, frequentemente mancano le lenzuola e le federe, con la conseguenza evidente che gli utenti sarebbero quindi costretti a dormire sui materassi contro ogni buona regola di igiene, manca frequentemente l'acqua calda, ragion per cui gli operatori sarebbero costretti a lavare gli utenti con quella fredda (pur di garantire un minimo di igiene alle persone disabili, stante il fatto che le stesse hanno frequentemente episodi di enuresi ed encopresi), i pasti vengono somministrati freddi e già cucinati da giorni, non viene effettuata la manutenzione periodica alle strutture che sono in completo disfacimento, (a riprova si vedano in particolare note sindacali, relazione gestione centri Ri.Rei presentata congiuntamente dai delegati sindacali in data 15/02/2008 oltre che quanto evidenziato nelle comunicazioni aziendali del consorzio Ri.Rei). Ultima segnalazione, in tal senso, quella dei dipendenti del centro di Via Sbricioli datata 12 gennaio 2009: "I dipendenti del comunicato ali 'amministrazione e al direttore sanitario che alle ore 8.30 i locali del centro si presentano visibilmente sporchi, con scarse

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condizioni igieniche e prive di ogni forma di riscaldamento ... "; non vengono effettuati investimenti per l'acquisto di nuove attrezzature in sostituzione di quelle vetuste di proprietà dell'Associazione Anni Verdi, i mezzi di trasporto utilizzati in Santa Severa per i disabili sono obsoleti e non usati in modo congruo con il tipo di trasporto effettuato. Come si evince dalle fotocopie dei libretti di circolazione inviate alle autorità competenti, gli utenti sarebbero stati legati con le cinture di sicurezza ai sedili dato che le cinture stesse erano prive dei relativi attacchi di sicurezza. Inoltre i mezzi impiegati sono privi dei sollevatori e non idonei al trasporto dei disabili non deambulanti; nelle denunce presentate alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, viene evidenziato che le strutture non siano risultate a norma con le disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro. Al riguardo sono in corso accertamenti delle Autorità intervenute ASL, polizia, e Vigili del Fuoco distaccamento di Civitavecchia, anche in seguito a diversi esposti/segnalazioni collettivi; la gestione del servizio da parte del Consorzio sembra essere finalizzata solo a far "cassa": ricevere ingenti somme dalla Regione Lazio e spendere il minimo indispensabile per ottenere il massimo profitto. Con l'evidente conseguenza che a rimetterei sono, oltre i lavoratori, soprattutto gli utenti ricoverati che per quanto sopra riportato riceverebbero un servizio pessimo e non in linea con i servizi minimi assistenziali previsti dalla legge. Stessa situazione sicuramente si potrebbe verificare per quanto attiene gli accessi del personale medico, che è verosimilmente inferiore alle previsioni minime previste dalla D.G.R. 583/2002 ed a volte forse anche totalmente assente; i ritardi da parte del Consorzio Ri.Rei. nei pagamenti, sia degli utenti che dei fornitori, ha raggiunto livelli esasperanti per i soggetti che ne sono coinvolti. Due esempi: i lavoratori che operano a prestazione libero professionale devono ricevere gli stipendi da settembre; la Società Ge.S.I. catering s.r.l. ha interrotto la somministrazione dei pasti per conto del Consorzio in quanto quest'ultimo "si è reso gravemente inadempiente e moroso nei pagamenti per un ammontare di centinaia di migliaia di euro":

il Consorzio Ri.Rei. di fronte alle dettagliate segnalazioni di inadempienza e non adeguatezza, ha posto in atto una forte azione di repressione per tentare di ammutolire i lavoratori e quanti altri si stanno adoperando per chiedere una vera azione di controllo sul suo operato e garantire livelli adeguati di assistenza e cura per gli utenti che sono seguiti ai centri e ai servizi. Considerati: i documenti e le denunce presentati da lavoratori, sindacati e familiari degli utenti, che confermano l'inadeguatezza del Consorzio Ri.Rei. nella gestione dei servizi "ex Anni Verdi" e nella cura e assistenza dei soggetti con disagio psico-fisico. Inadeguatezza confermata unanimemente nell'incontro avuto da un'ampia delegazione con il vice presidente della Giunta Regionale e con il presidente della Commissione Sanità, dove è stato chiesto alla Regione Lazio di non procedere all'accreditamento del Consorzio Ri.Rei. IL CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO

condividendo l'inopportunità di procedere all'accreditamento del Consorzio Ri.Rei al fini della prosecuzione da parte dello stesso della gestione dei centri e dei servizi "ex Anni Verdi"

IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA

REGIONALE E LA GIUNTA ad adottare ogni atto utile alla internalizzazione presso le ASL competenti per territorio, dei servizi e dei centri "ex Anni Verdi" oggi gestiti dal Consorzio Ri.Rei. anche al solo fine di addivenire con le modalità più urgenti, previste dalla legge, alla assegnazione degli stessi esperendo una procedura concorsuale pubblica.

Peduzzi,Robilotta D’Amato,Mariani

N. 377 del 4 febbraio 2009 Oggetto: Applicazione dell'art. l0 della legge finanziaria regionale per l'esercizio 2009 alle cooperative sociali

PREMESSO CHE Nella legge finanziaria regionale per l'esercizio 2009 è stato approvato l'art. l0 "Interventi per

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favorire la monetizzazione dei crediti presso le pubbliche amministrazioni" che Cita: 1. AI fine di rendere più efficiente l'accesso alla liquidità da parte delle micro e piccole e medie imprese laziali, la Regione istituisce un fondo di garanzia per migliorare l'accesso al credito e rendere più tempestivo il processo di monetizzazione dei crediti vantati verso la pubblica amministrazione. 2. La Giunta regionale, con propria deliberazione, da adottare entro il 31 marzo 2009, su proposta dell'assessore competente in materia di piccola e media impresa, commercio e artigianato, di concerto con l'assessore competente in materia di bilancio, programmazione economico-finanziaria e partecipazione, sentita la competente commissione consiliare, definisce i criteri e le modalità di utilizzo delle risorse stanziate dal fondo di garanzia anche per interventi di contro garanzia regionale, la cui gestione è affidata a Sviluppo Lazio s.p.a. o sue collegate. 3. Agli oneri connessi all'applicazione del presente articolo si provvede mediante l'istituzione, nell'ambito dell'UPB C22, di un apposito capitolo denominato "Fondo di garanzia per i crediti vantati dalle imprese verso la PA” con uno stanziamento pari a 5 milioni di euro per ciascuna annualità del triennio 2009-2011 e con l'iscrizione di garanzie fideiussorie rilasciate dalla Regione in elenco n. 3, allegato al bilancio 2009, per 15 milioni di euro, per ciascuna annualità del triennio 2009-2011.

CONSIDERATO CHE Tale articolo contempla anche le cooperative sociali sia a) servizi alla persona sia b) inclusione nel lavoro e integrazione sociale, inscritte nell'Albo Regionale delle Coop Sociali come da LR n.24 del 27706/96 in quanto soggetti economici ad alta intensità lavorativa, con specifiche finalità pubbliche e organizzazione non lucrativa.

Tutto ciò premesso e considerato, il consiglio Regionale del Lazio impegna

il Presidente e la Giunta Regionale ad adottare tutte le iniziative necessarie ad agevolare una applicazione più proficua di tale articolo che consentano alle cooperative sociali l'accesso al credito, anche attraverso la

specificazione dell'applicazione dell'articolo alle cooperative sociali.

Grosso,Peduzzi,Fontana Pizzo,Battaglia

N. 378 del 6 febbraio 2009 Oggetto: Proposta di Legge di iniziativa dei Deputati Barani ed altri, n. 1360 "Istituzione dell'ordine del Tricolore e adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra". Vista la proposta di Legge in oggetto che prevede: - l'istituzione di un'onorificenza denominata "Ordine del Tricolore", da conferire a tutti gli italiani che hanno partecipato alla guerra del 1940-1 945 nell'esercito regolare dello Stato italiano e nelle formazioni della Resistenza regolarmente inquadrate nel "Corpo Volontari della Libertà", agli ex prigionieri o internati nei campi di concentramento o di prigionia, "nonché ai combattenti nelle formazioni dell'esercito nazionale repubblicano durante il biennio 1943-1945"; - la corresponsione a tutti gli aventi diritto di un assegno vitalizio non tassabile di 200,OO euro annui; - l'individuazione del capo dell'ordine nella persona del Presidente della Repubblica;

CONSIDERATO che la proposta di Legge, equiparando di fatto i Partigiani, i deportati e i militari dell'Esercito italiano ai repubblichini di Salò, costituisce l'ennesimo tentativo di sovvertire la storia d'Italia e le radici stesse della nostra Repubblica;

PREMESSO che già nella precedente Legislatura era stata avanzata un'analoga proposta, inaccettabile sotto il profilo morale e politico, oltre che da un punto di vista giuridico e storico; in via di diritto la vicenda è stata definita da una puntuale sentenza del 16 luglio 1945 della Corte di Cassazione, confermata dallo stesso Organo di alta giurisdizione anche a sezioni riunite, che recita: "dopo 1'8 settembre 1943 lo Stato italiano è rimasto quello che era, secondo lo Statuto, e non ha cessato mai di esistere nei suoi organi legittimi. La pseudo Repubblica sociale italiana, la cui autoproclamazione va definita un atto arbitrario dei suoi Dirigenti, non fu mai uno Stato vero e proprio, sia perché mancò il libero consenso

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popolare alla sua costituzione, sia perché fu combattuta dallo Stato legittimo, attraverso la guerra dichiarata al tedesco, del quale essa era uno strumento. Non essendosi perciò la Nazione divisa in due Stati, né avendo lo Stato legittimo sciolto mai i cittadini dal vincolo di sudditanza, quelli fra essi che si posero contro la Nazione, prestandosi a favorire il tedesco invasore, non potevano non essere ritenuti traditori quali collaborazionisti del nemico";

CONSIDERATO che il giudizio storico sulla Repubblica di Salò - creata in antitesi allo Stato italiano legittimo, il Regno d'Italia, che non cessò di esistere fino al Referendum del 2 giugno 1946 - non può dimenticare che essa appoggiò con la sua azione la causa del nazismo. Contro quella causa combatterono le Forze Armate italiane, rimaste fedeli al giuramento prestato e le formazioni partigiane regolarmente inquadrate nel Corpo Volontari della Libertà;

CONSIDERATO che l'obiettivo della "pacificazione nazionale" fra i combattenti di tutte le guerre, che il progetto di legge si propone strumentalmente, è un dato di fatto che risale alla proclamazione della Repubblica attraverso il Referendum istituzionale e il voto legislativo, da cui è nato il nuovo Stato italiano che ha garantito da subito a tutti i cittadini i diritti civili e politici, comprendendo anche coloro che avevano combattuto contro lo Stato, contro gli Alleati e che avevano perseguitato i Partigiani. Attraverso la legislazione del tempo, il principio dell'eguaglianza più piena, anche per gli autori di crimini efferati sotto il regime della Repubblica sociale italiana, compiuti nei territori occupati dai tedeschi, è stato riconosciuto e consacrato tra i primi atti del nuovo Stato della Repubblica italiana del 1946;

TUTTO CIO' PREMESSO E CONSIDERATO

IL CONSIGLIO REGIONALE

RITIENE sbagliata la proposta di legge in oggetto, perché parte da un'errata valutazione della verità storica che non può non generare falsità e imbroglio; costituisce un'inutile provocazione nei confronti del popolo italiano e mette ancora una volta il Parlamento di fronte alla scelta di equiparare i Partigiani che combatterono contro il Fascismo e Nazismo per la liberazione dell'Italia dalla

dittatura, con i Miliziani della Repubblica di Salò che, consegnando nelle mani dei tedeschi migliaia di ragazzi italiani e di ebrei, per inviarli ai lager e ai forni crematori, si macchiarono di alto tradimento; CONDIVIDE l'allarme e l'appello alla mobilitazione contro il citato progetto di legge, rivolto a tutte le forze democratiche dall'Anpi e dalle altre Organizzazioni che rappresentano gli ex internati (Anei), gli ex deportati (Aned), i perseguitati politici (Anppia) e l'Associazione nazionale famiglie italiane martiri caduti per la libertà della Patria (Anfimn); ESPRIME profonda indignazione per l'ennesimo tentativo di stravolgere e falsificare la verità e la realtà storica del nostro Paese, rivalutando i miliziani della Repubblica sociale italiana, non solo sotto il profilo di legittimazione politica, onorandoli con l'"Ordine del Tricolore" con a capo il Presidente della Repubblica, ma anche dal punto di vista economico con l'assegnazione seppur simbolica di un vitalizio annuo; non esiste paese d'Europa dove siano premiati i collaborazionisti del nazismo che si è macchiato della più grande tragedia che il genere umano abbia mai provocato; RITIENE come ha recentemente affermato il Presidente della Camera, che ci sia un solo modo per una vera pacificazione: riconoscere per intero le colpe del fascismo e il valore dell'Antifascismo; 1'8 settembre del 1943 ha segnato una netta separazione tra chi combatteva per l'idea fascista di Patria, alleato con il nazismo, fondata sulla guerra, sul razzismo e la deportazione, e chi invece, come i Partigiani, combatteva per liberare il nostro Paese dalla dittatura e per costruire la democrazia; AUSPICA che il Parlamento rigetti con determinazione e chiarezza la proposta di Legge n. 1360 in discussione alla Camera, riaffermando da un lato la condanna senza appello della pseudo Repubblica sociale italiana e dall'altro i valori fondamentali della Costituzione italiana nata dalla Resistenza antifascista;

IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO

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a farsi interprete e a rappresentare con forza al Presidente della Repubblica e ai Presidenti di Camera e Senato, la contrarietà e i sentimenti di profondo turbamento suscitato dal citato progetto di Legge nel nostro popolo così tragicamente segnato dalla dittatura nazifascista.

D’Amato N. 379 del 6 febbraio 2009 Oggetto: Approvazione al Senato del ddl 733 - Disposizioni in materia di pubblica sicurezza.

Il CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO

VISTA - l'approvazione da parte del Senato della Repubblica del disegno di legge n. 733 dal titolo "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza", in cui è stata inserita una norma che toglie il divieto da parte dei medici di denunciare i cittadini immigrati che si sottopongono alle cure nelle strutture del servizio sanitario;

CONSIDERATO - che la paura di essere denunciati potrebbe far desistere cittadini non in regola con il permesso di soggiorno a recarsi presso strutture del SSN per essere curati e in alcuni casi provocare fenomeni di diffusione o contagio di malattie nei confronti della popolazione con evidenti ripercussioni sul piano della salute e dell'igiene pubblica; - l'art. 32 della costituzione che tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e garantisce cure gratuite agli indigenti; - che il titolo V della nostra Costituzione assegna alle Regioni l'organizzazione e la gestione del Sistema Sanitario;

IMPEGNA

IL PRESIDENTE DELLA REGIONE - ad emanare una apposita direttiva alle Asl e alle Aziende Ospedaliere del Lazio affinché si garantisca in via assoluta ai medici e agli operatori sanitari di operare nel pieno rispetto della deontologia professionale garantendo che tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro

nazionalità, ricevano cure appropriate senza essere segnalati alle autorità di pubblica sicurezza; - a verificare i presupposti di costituzionalità del ddl approvato, in virtù delle competenze che la Costituzione assegna alle Regioni, e di avviare le procedure di conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale.

D’Amato, Parroncini

***** Interrogazioni N. 1650 del 2 febbraio 2009 OGGETTO: Discriminazione attività di trasporto di viaggiatori mediante noleggio di autovetture (N.C.C.)

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

I1 Sottoscritto Consigliere,

PREMESSO : - Che il servizio del trasporto pubblico non di linea è disciplinato dalla Legge n. 21/92, nonché dalla Legge Regione Lazio n. 58/93; - Che le suddette leggi definiscono il servizio di noleggio con conducente, come un servizio che si rivolge all'utenza specifica che avanza, presso la sede del vettore, apposita richiesta per una determinata prestazione a tempo e10 viaggio; - Che il servizio N.C.C. integra e rende più efficiente l'offerta del servizio pubblico non di linea ai cittadini; - Che per lo svolgimento di tale attività sono richiesti determinati requisiti e la partecipazione a specifici Bandi pubblici emanati dagli Enti Territoriali competenti;

CONSIDERATO : - Che l'esercizio dell'attività di Noleggio Con Conducente rientra nella sfera della libertà di iniziativa economica tutelata dall'art. 41 della Costituzione e, come qualsiasi altra attività imprenditoriale richiede, oltre a specifici requisiti da parte dell'imprenditore, l'iscrizione alla Camera di Commercio, l'apertura della partita IVA oltreché un notevole impiego di capitali, di mezzi

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e di strutture; - Che qualsiasi atto inteso a limitare, discriminare od intralciare il regolare svolgimento di tale attività, se non rispondente a strette esigenze di carattere sociale o di tutela della lealtà concorrenziale, è da considerarsi illegittimo e violazione di norme costituzionali;

ATTESO : - Che il Comune di Roma con una recente determina dirigenziale, sul presupposto erroneo che ne assimila l'attività a quella dei taxi, ha emanato disposizioni relative al servizio N.C.C. che, di fatto, costituiscono discriminazione e limitazione riguardo alla operatività all'interno del territorio comunale, per i possessori di autorizzazione rilasciate da altri comuni; - Che i l Tar del Lazio, accogliendo il ricorso presentato da diversi operatori di N.C.C., avverso la succitata determina dirigenziale, ha sancito l'impossibilità di discriminare le imprese a seconda della loro dislocazione geografica; - Che la legge 2111992 stabilisce che il servizio NCC non ha limite territoriale difformemente a quanto previsto per il servizio taxi cui è richiesto, in luogo della semplice autorizzazione, la licenza comunale; - Che, sempre difformemente ai possessori di licenza taxi, gli imprenditori NCC non usufruiscono di alcun contributo o agevolazioni di alcun tipo anche per l'acquisto dell'autovettura e per il carburante;

RILEVATO : - Che tale comportamento discriminatorio da parte del comune di Roma, nei confronti di operatori di NCC altri comuni, risulterà ancor più penalizzante e dirompente per l'attività di migliaia di operatori, laddove dovessero essere introdotte, come sembra, nuove e più complicate regole procedurali per lo svolgimento del servizio all'interno del territorio comunale; - Che alcuni esponenti del Consiglio Comunale di Roma hanno richiesto da tempo al Presidente della Commissione Mobilità il motivo della mancata istituzione di un Osservatorio ad hoc sul problema della categoria degli NCC e più in generale sul trasporto pubblico non di linea, così come approvato dalla stessa Commissione; - Che le stesse Associazioni di categoria, rilevate le incongruenze delle deliberazioni adottate e non

dal Comune di Roma, sollecitano l'istituzione del suddetto Osservatorio;

SI INTEROGA IL PRESIDENTE DELLA REGIONE LAZIO E L'ASSESSORE ALLA

MOBILITA' PER SAPERE: Se non ritengano opportuno ed utile, considerata l'importanza del servizio pubblico non di linea, istituire un Osservatorio ad hoc per delineare una regolamentazione e gli interventi necessari per dare un assetto definitivo alla materia che consenta agli operatori di esercitare la propria attività in modo omogeneo e non discriminatorio su tutto il territorio regionale.

Bafundi N. 1651 del 2 febbraio 2009 Oggetto: Inutilizzazione di n. 5 (cinque) containers ad uso ufficio collocati presso la sede legale dell'Azienda USL RM/F. CONSIDERATO CHE: - premesso che da svariati mesi sulle terrazze della sede legale del17Azienda USL RMF, in Civitavecchia, sono stati collocati n. 5 (cinque) containers ad uso ufficio, di grande volume e, presumibilmente, di peso considerevole; - considerato che i predetti containers, subito dopo la loro messa in posa, si sono rivelati del tutto inadeguati a qualsiasi concreto utilizzo, tantoché tuttora risulterebbero privi di personale e di apparecchiature, e dunque inutilizzati; - i predetti containers sono esposti alle intemperie, tant'è vero sembrerebbe che qualche sfortunato dipendente, inizialmente ivi destinato, abbia chiesto ed immediatamente ottenuto di essere reintegrato all’interno di un normale ufficio, per non lavorare a ridosso della pioggia e degli spifferi del vento; - difatti, sembrerebbe che, durante un forte temporale, l'Amministrazione abbia disposto l'allontanamento dai containers dei malcapitati dipendenti ivi c'collocati", per il pericolo derivante dalla mancata predisposizione della "messa a terra" nell'impianto elettrico; - per accedere all'interno dei containers in questione, a quanto pare nemmeno idoneamente

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climatizzati (pare che le pompe di calore siano per natura inidonei a funzionare quando la temperatura esterna scenda al di sotto dei 4" C), gli sventurati dipendenti sarebbero stati costretti ad attraversare l'unica porzione di terrazzo rimasta libera, totalmente priva di qualsiasi copertura o riparo; - sembrerebbe che, a seguito della messa in posa dei containers, e con le prime piogge della stagione invernale, si sia manifestata e sia tuttora visibile una evidente infiltrazione d'acqua (prima non presente) sul muro della scala adiacente ad una delle terrazze in questione, che potrebbe far temere un cedimento strutturale conseguente all’installazione dei containers; - non è dato sapere se, peraltro, prima di procedere alla messa in posa dei containers l'Amministrazione abbia o meno provveduto a far eseguire, a Tecnici e10 Professionisti competenti, gli accertamenti tecnici previsti dalla legge per assicurare che l'installazione di strutture metalliche non possa comportare il rischio di cedimenti strutturali (crolli); - che, peraltro, sembrerebbe che l'Amministrazione abbia sostenuto un ingente costo, pari a circa € 30.000,00, soltanto per la collocazione degli stessi; - che l'Amministrazione corrisponderebbe alla ditta fornitrice un canone mensile per le strutture metalliche di cui trattasi; - che, pertanto, non troverebbero alcuna giustificazione le spese che I'ASL RM/F ha sostenuto ed ancora oggi sostiene per strutture che si sono subito rivelate inidonee ad essere adibite all' uso ufficio per cui erano state richieste;

IL SOTTOSCRITTO CONSIGLIERE REGIONALE DEL LAZIO INTERROGA:

I1 Presidente della Regione Lazio per sapere: - se quanto riportato in premessa corrisponda a verità; - se l'Azienda USL RMF abbia o meno provveduto a far eseguire, prima dell'installazione dei containers, tutti gli adempimenti previsti dalla legge 626/94 per la sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché tutti gli accertamenti tecnici volti a verificare la stabilità strutturale e statica

dell'immobile, ai sensi della vigente normativa in materia; - chi abbia provveduto, se si è a tal fine provveduto, ad eseguire i predetti adempimenti ed accertamenti; - quanto ammonti ad oggi la spesa sostenuta dalla ASL RM/F per la messa in posa dei suddetti containers e per il pagamento di eventuali canoni mensili all'impresa fornitrice;

Luzzi N. 1652 del 2 febbraio 2009 Oggetto: Accordo di cooperazione tra la Asl Rm/H e l'Associazione "Movimento per la vita" per il trasporto di sacche di sangue placento-cordonale ad uso di trapianto CONSIDERATO CHE: - in un comunicato stampa del 12.01.2009 apparso sul sito internet della Asl Rm/H si legge che "è stato sottoscritto nei giorni scorsi un accordo di cooperazione per il trasporto di sacche di sangue placento-cordonale ad uso di trapianto tra l'Azienda Usl Roma H, rappresentata dal Direttore Generale, dott. Luciano Mingiacchi, il presidente del "Movimento per la vita" - sezione di Frascati, avv. Massimo Gazzaneo, la dott.ssa M. Teresa Faddis, direttore del "Centro per la Famiglia Onlus" del Consultorio Diocesano di Frascati e la sig.ra Virginia Lanzidei, per l'associazione culturale "Argomenti'' di Frascati. I1 trasporto verrà effettuato tramite un veicolo fornito dalla Asl Rm/H, debitamente attrezzato ed autorizzato all'uso, mentre le associazioni sopra citate offriranno la loro spontanea, volontaria e gratuita prestazione per il servizio che interesserà i Centri di raccolta degli Ospedali di Anzio, Genzano, Marino e Velletri. I1 sangue cordonale sarà portato al Laboratorio di Criopreservazione della Banca del sangue Placentare della Asl Rm/C presso l'Ospedale S. Eugenio"; - non è ben chiaro quale sia il contributo che una associazione culturale possa fornire per il trasporto di sacche di sangue placento-cordonale;

IL SO'TTOSCRITTO CONSIGLIERE REGIONALE DEL LAZIO INTERROGA

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I1 Presidente della Regione Lazio per sapere: - se quanto riportato in premessa corrisponda a verità; - quale ruolo svolga l'associazione culturale "Argomenti" di Frascati all'interno dell'accordo di cooperazione; - quali siano i termini dell'accordo di cooperazione.

Luzzi N. 1653 del 2 febbraio 2009 Oggetto: Casa di riposo Maria Immacolata di Nerola CONSIDERATO CHE: - da diversi anni nel Comune di Nerola opera la casa di riposo Maria Immacolata; - negli anni passati, paventata l'ipotesi di vendita della casa di riposo, i cittadini di Nerola hanno messo in atto una raccolta firme contro questa ipotesi di chiusura; - in seguito alla raccolta delle firme, e precisamente nel maggio del 2007, il Vescovo di Poggio Mirteto, Lino Fumagalli, ha affermato, in una nota inviata al Sindaco del comune di Nerola, che la decisione di affidare la gestione della casa di riposo a persone esperte e qualificate nel settore dell'assistenza agli anziani non avrebbe portato con sé alcun cambiamento nei confronti della casa di riposo ed in particolar modo nei confronti del personale dipendente; - nel mese di luglio del 2007 il Vescovo Fumagalli ha ceduto in gestione (o affitto) la casa di riposo Maria Immacolata alla società La Serenità s.r.1.; - nel mese di luglio 2008, La Serenità s.r.1. ha risolto il contratto a progetto in essere con alcuni lavoratori precari con contratto a tempo determinato (alcuni dei quali stipulati e sempre rinnovati in modo irregolare sin dall'anno 2000) i quali sono stati inseriti come soci lavoratori nella Cooperativa Sociale Caring, con sede di Calvanico (Sa) alla via F. Leone n. 5, facente parte del consorzio di Cooperative sociali Sinergie, con sede in Pomezia (Rm) alla via Luigi

Manara n. 5; - nel mese di settembre 2008 La Serenità s.r.l., nella persona del legale rappresentante Claudio Floridi, ha tentato la stessa operazione portata a termine con i lavoratori precari nel mese di luglio, con i dipendenti a tempo indeterminato della casa di riposo Maria Immacolata; - i dipendenti in questione hanno rifiutato tale proposta; - nel mese di gennaio 2009 i dipendenti della casa di riposo Maria Immacolata hanno ricevuto una lettera di licenziamento, con la motivazione di difficoltà finanziarie "che impongono l'esternalizzazione del servizio a decorrere dal mese di febbraio 2009, giusto contratto di appalto formalizzato con il Consorzio di Cooperative sociali Sinergie Soc. Coop. A.r.1."; - a seguito di tale iniziativa verranno private del posto di lavoro circa quindici persone, alcune delle quali di età compresa tra i trentacinque ed i sessanta anni con un anzianità di servizio anche ultratrentennale; senza che vi sia di fatto alcuna crisi nell'attività del datore di lavoro ma evidentemente con l'intento di conseguire un maggior profitto a mezzo di una riduzione fraudolenta del costo del lavoro; - i dipendenti precari, assunti come soci lavoratori dalla Cooperativa Sociale Caring, continuano a svolgere i medesimi compiti che hanno svolto negli anni precedenti ma con una notevole decurtazione dello stipendio, nonché con la rinuncia alla 13° e 14° mensilità ed agli accantonamenti per il T.F.R.; - i dipendenti precari in questione risultano assunti con contratto di inserimento a tempo parziale ed a loro viene applicato il contratto collettivo ANASTE, nonostante lavorino ben più delle 130 ore mensili previste dal contratto e che svolgono tutti l'attività di "assistente anziani" o di "cuoco" con copertura dei turni anche notturni, sono stati tutti inquadrati al primo livello contrattuale come addetti alle pulizie; - la Diocesi, proprietaria dell'immobile della casa di riposo, ha presentato al Comune di Nerola un progetto per l'adeguamento ed ampliamento della casa di riposo Maria Immacolata, che avrà un costo di circa un milione di euro;

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è evidente come tale situazione sia in palese contrasto: - con le norme riguardanti il divieto di somministrazione fraudolenta di lavoro ex artt. 18,27 e 28 d. lgs. 27612003; - con le norme e lo spirito della delle legge regionale 27 giugno 1996 n. 24 relativa alle cooperative sociali; - con il primo comma dell'art. 11 della legge regionale 41/2003 in quanto ai lavoratori non viene applicato il contratto collettivo nazionale; - con la delibera della Giunta Regionale 1305/2004 riguardante l'attuazione della legge regionale 41/2003.

IL SOTTOSCRITTO CONSIGLIERE REGIONALE DEL LAZIO INTERROGA

I1 Presidente della Regione Lazio per sapere: - se quanto riportato in premessa corrisponda a verità; - quali sono le iniziative che la Regione intende intraprendere, soprattutto nel momento di attuale crisi, per porre fine a tali illecite pratiche che hanno l'unico scopo di danneggiare i lavoratori ed imporre agli stessi una precarizzazione perenne e condizioni di lavoro simili alla schiavitù; con evidenti ed inevitabili conseguenze sulla condizione del servizio prestato agli utenti delle strutture socio-sanitarie della Regione.

Luzzi N. 1654 del 3 febbraio 2009 Oggetto: Eliporto Cto Il Consigliere Massimiliano Maselli

PREMESSO Che presso l'ospedale Cto è presente uno spazio dedicato al decollo ed atterraggio degli elicotteri del 118 la cui realizzazione è costata alle casse regionali circa 340 mila euro; Che la piattaforma di decollo/atterraggio, inaugurata lo scorso mese di luglio, risulta non esser stata più utilizzata probabilmente a causa della presenza di due enormi gru (oggi non più presenti) utilizzate per l'erezione di immobili nelle immediate vicinanze del Cto, che insistono

proprio sugli spazi circostanti lo stesso ospedale e, in particolare, nell'immediatezza della piattaforma, rendendo con ogni probabilità difficoltose e pericolose, se non impossibili, le manovre dei piloti eljcotteristi; Che lo scrivente è a conoscenza che, nonostante l'avanzamento dei lavori per la costruzione di immobili nei pressi della piattaforma di atterraggio, I'Asl competente ha effettuato spese per la ristrutturazione e I'ammodernamento funzionale della pista medesima che, comunque, come prevedibile, è rimasta inutilizzabile a causa della citata impossibilità di effettuare le corrette manovre di atterraggio/decollo da parte dei piloti; Che il mancato utilizzo della pista comporta che i malati gravi, invece che essere condotti al Cto, devono esser necessariamente trasportati al San Camillo, anch'esso dotato di eliporto, con conseguente aggravio delle condizioni di lavoro dei medici di detto nosocomio, i quali devono ovviare all'impossibilità d'intervento da parte dello stesso Cto;

CONSIDERATO Che presso il Cto risulta non essere stato sostituito il dirigente del reparto di angiografia che, peraltro, avrebbe lasciato l'incarico in quanto risulterebbe non esser stato ancora remunerato per l'attività prestata; Che, inoltre, gli strumenti a disposizione degli operatori sanitari di detto reparto risulterebbero oltremodo vetusti, tanto che sarebbero gli stessi utilizzati ormai da ben sette anni; Che per il Cto Alesini sono stati previsti e stanziati ben 20 milioni di euro per I'implementazione e I'adeguamento delle strutture esistenti, fondi che, ad oggi, non risultano esser stati versati:

TUTTO CIO' PREMESSO E CONSIDERATO

INTERROGA Il Presidente della Giunta Regionale - per sapere se sia a conoscenza dei fatti suesposti; - per sapere quali siano i motivi che hanno determinato la sospensione dell'uso dell'eliporto presso il Cto Alesini; - per sapere quando tornei-a ad essere utilizzabile

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il citato eliporto; - per sapere quali siano le azioni intraprese dall'Asl RM C o comunque le azioni che intende attuare celermente, alla luce delle spese effettuate per la ristrutturazione della piattaforma, per rendere nuovamente agibile e, quindi, utilizzabile l'eliporto in tempi brevi; - per sapere se è vero che il reparto di angiografia e al momento senza un dirigente medico, stante la conclusione del rapporto con il precedente angiografo; - per sapere se è vero che quest'ultimo non sia stato ancora remunerato e per quale motivo; - per sapere se risponde al vero che gli strumenti del reparto di angiografia sono vetusti; - per sapere per quale motivo non siano stati utilizzati i fondi destinati al Cto, pari a 20 milioni di euro.

Maselli N. 1655 del 3 febbraio 2009 Oggetto: Incidente mortale avvenuto in data 22.12.2008 I1 Consigliere Massimiliano Maselli

PREMESSO Che il giorno 22 dicembre U.S. si è verificato verso le ore 2 di notte un grave incidente stradale a Roma all'incrocio tra via Tuscolana e Via del1’Aeroporto; Che a seguito di detto incidente ha subito gravissime lesioni il sig. Massimo Botti, trentenne, ricoverato al1’0spedale Madre Giuseppina Vannini sito a Roma in Via dell'Acqua Bullicante; Che allo scrivente risulta che dal citato nosocomio non siano state seguite le procedure di avviso dei parenti (genitori e fratelli) circa il grave stato di salute del sig. Botti con i quali, peraltro, quest'ultimo conviveva; Che risulta altresì che il sig. Botti è stato successivamente trasferito all'ospedale San Camillo ove è deceduto alle ore 8 del mattino, a seguito dei traumi riportati nel suddetto incidente; Che, a quanto riferito, i familiari del defunto sarebbero stati avvisati solamente alle ore 12 del giorno del decesso, cioè ben quattro ore dopo

l'avvenuta constatazione della morte del giovane;

TUTTO CIO' PREMESSO

INTERROGA I1 Presidente della Giunta Regionale - per sapere se è a conoscenza dei fatti in premessa; - per sapere a che ora sarebbero giunti i soccorsi sul luogo dell'incidente; - per sapere come mai i familiari della vittima non sono stati informati dell'avvenuto incidente entro tempi brevi, anche al fine di dare la possibilità di procedere all'eventuale autorizzazione all'espianto degli organi; - per sapere per quale motivo la vittima è stata trasferita dall'ospedale Madre Giuseppina Vannini all'ospedale San Camillo e quali interventi siano stati posti in essere dal personale medico di quest'ultimo per evitare il decesso del giovane.

Maselli N. 1656 del 3 febbraio 2009 Oggetto: Mancato rinnovo contratto operatori Consorzio Bonifica Reatino.

PREMESSO - Che questo Consigliere è venuto recentemente a conoscenza , su segnalazione degli operatori interessati, della ventilata prospettiva, da parte del Consorzio, del mancato rinnovo del contratto di lavoro stagionale; - Che la struttura in oggetto citata, ha sempre riconfermato, con congruo anticipo, l'ipotesi di contratto agli operai avventizi stagionali, manifestando ora la possibilità di appaltare a ditte le operazioni lavorative stagionali ; - Che il mancato rinnovo delle assunzioni stagionali, significherà la mancanza totale di attività lavorativa degli operatori, senza la possibilità per quest'ultimi, di un ipotesi di lavoro alternativa ;

CONSIDERATO - Che il Consorzio della Bonifica Reatina ha nelle sue specifiche attività lavorative, oltre le attività statuarie, il livello di sicurezza del territorio;

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- Che nel contesto in cui opera il Consorzio, la difesa del suolo ha assunto una particolare rilevanza; - Che, essa interviene quotidianamente sui corsi d'acqua con opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, assicurando una particolare attenzione al reticolato idraulico minore, complesso per la sua manutenzione, delicato perché dal suo stato dipende la difesa dalle esondazioni; - Che di fatto, le opere di cui sopra sono tutte a totale carico operativo degli operai avventizi stagionali, che dopo quasi venti anni di precariato con le stesse mansioni, hanno acquisito una professionalità peculiare; - Che il Consorzio della Bonifica Reatina è un ente pubblico;

INTERROGA Il presidente della Giunta regionale, on. Pietro Marrazzo, e l'assessore all’Ambiente e Cooperazione tra i Popoli, on. Filiberto Zaratti per sapere: - Se, le ventilate scelte adottate dal Consorzio di Bonifica Reatino abbiano visto il coinvolgimento della Regione e nel caso, se la Regione non ritenga opportuno, nell'ambito delle proprie competenze, verificare sulla regolarità delle procedure, nonché sulla situazione lavorativa odierna e futura degli operatori stagionali del settore, e dell'impatto ambientale e della inefficace sicurezza del territorio derivanti dal mancato utilizzo di operatori professionalmente indispensabili.

Grosso N. 1657 del 3 febbraio 2009 Oggetto: Staff di diretta collaborazione con il Direttore Generale del1’ATER Roma

CONSIDERATO CHE: il Direttore Generale dell'ATER Roma, Arch. Carlo Maltese, con la determinazione direttoriale N. 259 del 8 Agosto 2008 determina: - di istituire, nell'ambito della Direzione Generale, la Posizione di Staff di diretta collaborazione con il Direttore Generale, per il supporto tecnico-amministrativo e fiduciario all'attività direttoriale nel suo complesso e per l'assistenza nei rapporti

procedimentali e di interfaccia con le Strutture aziendali; - di conferire il relativo incarico all'Arch. Anna Paola Barracco (Categoria D3 = Area/Livello A1, ex art. 78 CCNL Federcasa) - in posizione di comando dal Comune di Roma - attualmente già dislocata, per le funzioni suddette, presso la Direzione Generale; - di attribuire alla predetta Posizione di Staff - ai sensi del paragrafo 4), lettere b), c) e d), del Verbale d'intesa del 31 luglio 2007 - il "peso" previsto per le analoghe posizioni all'interno dei Servizi Gestione i e 2 del1’Area Territoriale, pari a "18", con conseguente riconoscimento della relativa "indennità di responsabilità" di € 245,00 mensili; il Direttore Generale dell'ATER Roma, Arch. Carlo Maltese, con la determinazione direttoriale N. 377 del 23 Ottobre 2008 determina: - di autorizzare la proroga del comando della dipendente del Comune di Roma, Arch. Anna Paola Barracco (Categoria D3), presso l'Azienda, per la durata di 12 (dodici) mesi, eventualmente rinnovabile, previo consenso dell'interessata; - secondo l'Art. 14, comma 2, (Procedimento e criteri per il conferimento degli incarichi di Responsabili e degli Uffici e delle Sezioni) del “Regolamento di organizzazione e di funzionamento dell'attività amministrativa della dirigenza e delle strutture operative” dell'ATER Roma "il Direttore Generale può conferire incarichi speciali per lo svolgimento di determinate attività di contenuto altamente professionale e specialistico. Il dipendente al quale sia attribuito un incarico speciale, pur potendo godere di autonomia operativa, i cui limiti precisati dal Direttore nell'atto di conferimento dell'incarico, rimane funzionalmente e disciplinarmente collocato, ad ogni effetto di Legge, di Regolamento e di Contratto, nell’Area di appartenenza";

IL SOTTOSCRITTO CONSIGLIERE REGIONALE DEL LAZIO INTERROGA

I1 Presidente della Regione Lazio per sapere: - se quanto riportato in premessa corrisponda a verità;

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- se non sia in contrasto con l'art. 14, comma 2, del "Regolamento di organizzazione e di funzionamento dell'attività amministrativa della dirigenza e delle strutture operative" dell'ATER Roma il fatto che 1'Arch. Anna Paola Barracco percepisca una indennità di responsabilità pur non essendo dipendente dell'ATER Roma ma essendo invece dipendente del Comune di Roma.

Luzzi N. 1658 del 4 febbraio 2009 OGGETTO: Blocco dei Centri Unici di Prenotazioni (CUP) I1 sottoscritto Consigliere Regionale del Lazio

PREMESSO - Che i Centri Unici di Prenotazione (CUP) sono attivi in tutti i Poliambulatori aziendali per prenotare di persona visite specialistiche ed esami strumentali; - Che presso ciascuno degli sportelli cup è possibile prenotare per tutti i poliambulatori delle aziende; - Che gli stessi sono diventati un punto di riferimento per gli utenti delle aziende sanitarie locali; - Che secondo le nostre informazioni con decreto del Presidente della Giunta Regionale si procederà al blocco del suddetto servizio; - Che sono numerose le unità impiegate nell'espletamento del servizio; - Che viste le condizioni della Sanità della Regione Lazio, vedi liste di attesa interminabili, non ci si può permettere di fare a meno dei Centri Unici di Prenotazione (CUP); INTERROGA I1 Presidente della Giunta Regionale On. Piero Marrazzo per sapere: 1. Se è effettivamente veritiera l'ipotesi di bloccare i Centri Unici di Prenotazione (CUP); 2. Le motivazioni per cui si vuol procedere all'interruzione del servizio; 3. Se si ha intenzione, al fine di ottemperare agli interventi di cui al punto precedente, di convocare un consiglio straordinario, che io ritengo necessario, per la gestione e risoluzione della problematica.

D’Ovidio

N. 1659 del 5 febbraio 2009 Oggetto: Insediamento Comitato di Garanzia Statuaria.

PREMESSO CHE - l'art. 68 della legge statutaria 11 novembre 2004, n. l (Nuovo Statuto della Regione Lazio) prevede tra gli Organi di Garanzia il "Comitato di garanzia statuaria"; - il Comitato di garanzia statuaria ha, tra le sue funzioni, quelle di esprimere parere sulla conformità allo Statuto delle leggi regionali approvate dal Consiglio prima della loro promulgazione; esprimere parere sulle proposte di regolamento regionale di cui all'art. 47 comma 2 lettera C dello Statuto e pronunciarsi sull'interpretazione dello Statuto anche in relazione ad eventuali conflitti di competenze tra gli organi costituzionali della Regione e tra gli organi regionali previsti dallo Statuto.

CONSIDERATO CHE - la lettera C del comma 2 dell'art. 47 del Nuovo Statuto della Regione Lazio prevede che i regolamenti adottati dalla Giunta possono assumere la forma di "regolamenti autorizzati da apposita legge regionale, che determina le norme generali regolatrici della materia e dispone, ove necessario, l'abrogazione delle norme vigenti, con effetto dalla data di entrata in vigore delle norme regolamentari, purché relativi a disciplina non coperta da riserva assoluta di legge prevista dalla Costituzione né riservata alla legge regionale ai sensi dello Statuto"; - il comma 3 dell'art 47 del Nuovo Statuto della Regione Lazio sancisce che i regolamenti di cui al comma 2 lettera C sono adottati sentito il parere del Comitato di garanzia statutaria;

TENUTO CONTO CHE - la mancata istituzione del Comitato di garanzia statuaria impedisce alla Giunta regionale di adottare i regolamenti di cui alla lettera C, comma 2 dell'art. 47 dello Statuto; - la legge regionale 21 dicembre 2007 n. 24, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio n. 1 ha istituito, ai sensi dell'art. 68 del Nuovo Statuto della Regione Lazio, il Comitato di garanzia statuaria; - l'art. 17 (Disposizioni transitorie) della suindicata legge regionale sancisce che "In sede

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di prima applicazione della presente legge, entro trenta giorni dalla data della sua entrata in vigore, il Consiglio regionale procede alla elezione dei componenti del Comitato. Entro i successivi trenta giorni, il Presidente del Consiglio regionale insedia il Comitato".

I1 sottoscritto consigliere regionale Donato Robilotta

INTERROGA

il Presidente della Regione Lazio, On. Piero Marrazzo, per sapere: - i motivi per &i dopo oltre un anno dall'entrata in vigore della legge regionale 21 dicembre 2007, n. 24 il Comitato di garanzia statuaria non si sia ancora insediato né tanto meno il Consiglio regionale abbia provveduto alla elezione dei suoi componenti

Robilotta N. 1660 del 5 febbraio 2009 Oggetto: Nomina da parte della Regione Lazio dei membri del CdA dell'IPAB "Fondazione Nicolò Piccolomini per l'Accademia di Arte Drammatica".

PREMESSO CHE - lo Statuto dell' IPAB "Fondazione Nicolò Piccolomini per l'Accademia di Arte Drammatica" prevede che il Consiglio di Amministrazione dell'Ente sia composto di 5 membri: il Presidente dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica, o persona da esso nominata, 3 membri nominati dalla Regione Lazio, uno dei quali prescelto tra i rappresentanti sindacali degli artisti drammatici, 1 membro nominato dal Sindaco di Roma; - I'IPAB "Fondazione Nicolò Piccolomini per l'Accademia di Arte Drammatica" dal 4 ottobre 2005 è sottoposta a Commissariamento, avvenuto con decreto del Presidente della Regione Lazio T0469 e scaturì dall'esigenza di garantire il corretto funzionamento dell'Ente a seguito dell'avvenuto decesso di un consigliere e delle dimissioni di altri due, la cui mancanza non consentiva al Consiglio di Amministrazione dell'IPAB in carica di validamente riunirsi e deliberare;

CONSIDERATO CHE - nel mese di gennaio 2008 il Comune di Roma ha provveduto a designare il proprio rappresentante in seno al CdA dell'Ente; - nel mese di marzo 2008 le rappresentanze sindacali degli artisti drammatici hanno provveduto a designare il proprio rappresentante; - nel mese di agosto 2008 la Presidenza dell'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica ha provveduto a designare il proprio rappresentante in seno al Cda dell'Ente; - attualmente solo la Regione Lazio non ha provveduto ancora a designare i propri rappresentanti.

TENUTOCONTOCHE - la nomina da parte della Regione Lazio di 2 rappresentanti, così come previsto dallo Statuto, in seno al CdA in questione farebbe venir meno i presupposti per il mantenimento in essere del Commissariamento dell'IPAB in questione.

VISTO CHE - con l'interrogazione urgente a risposta immediata n. 13 del 27.09.2005 lo scrivente sollevava la questione dei commissariamenti delle IPAB, tra cui quello della "Fondazione Nicolò Piccolomini per l'Accademia di Arte Drammatica"; - nella seduta n. 28 del 12 luglio 2006 del Consiglio regionale l'allora Assessore competente per materia, On. Brachetti, rispondendo all'interrogazione di cui sopra affermava testualmente: "Per quanto riguarda, invece, la Fondazione Piccolomini, dopo la nomina del Commissario, dott. Luca Voglino, sono in corso le procedure per la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione.."

PRESO ATTO CHE - con l'interrogazione a risposta scritta n. 1091 de11'11 .01.2008 lo scrivente chiedeva i "motivi per cui dopo oltre due anni di regime di commissariamento non si sia proceduto ancora alla nomina del Consiglio di Amministrazione dell'IPAB, anche solo per quelle nomine di competenza della Regione Lazio"; con nota prot. 485/98 del 7.05.2008 l'Assessore competente per materia, On. Daniele Fichera, rispondendo all'interrogazione di cui sopra affermava che il mantenimento in essere del

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commissariamento era utile per poter giungere alla necessaria composizione dei numerosi contenziosi in essere constatata l'esistenza di numerose e complesse problematiche di natura amministrativo-contabile in corso.

APPURATO CHE - non ci dovrebbero più essere contenziosi che vedono protagonista I'IPAB in questione.

I1 sottoscritto consigliere regionale Donato

Robilotta

INTERROGA il Presidente della Regione Lazio, On. Piero Marrazzo, e l'Assessore agli Affari Istituzionali, Enti Locali e Sicurezza, On. Daniele Fichera, per sapere: - i reali motivi per cui la Regione Lazio, diversamente dagli altri Enti interessati, non abbia ancora provveduto a nominare i suoi rappresentanti in seno al Consiglio di Amministrazione dell'IPAB "Fondazione Nicolò Piccolomini per l'Accademia di Arte Drammatica" così da far venir meno il commissariamento dell'Ente essendo venuti meno i presupposti che ne giustificavano il mantenimento.

Robilotta N. 1661 del 5 febbraio 2009 Oggetto: Necessario urgente adeguamento dei volumi massimi di prestazioni contrattualmente consentiti, nel sistema di prenotazione RECUP.

PREMESSO CHE - il gruppo Darco (di cui fa parte la Cooperativa Sociale Integrata Capodarco, finalizzata all'inserimento lavorativo di persone diversamente abili) è specializzato nella fornitura di servizi avanzati di tecnologia informatica alle Aziende Sanitarie Locali e Ospedaliere; - I1 gruppo Darco ha vinto nel 1999 la gara emessa dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma per la gestione del RECUP, il sistema di prenotazione di visite, esami diagnostici e specialistici presso le Aziende Sanitarie Pubbliche di tutte le Province del Lazio;

CONSIDERATO CHE - i volumi del servizio sono negli ultimi tempi progressivamente aumentati, tanto che, nei primi 24 giorni del mese di gennaio 2009 le chiamate ricevute dagli operatori del call center RECUP sono state 222.185, a fronte di 178.492 prestazioni prenotate; - per poter soddisfare le sempre più crescenti esigenze dei cittadini e operatori del servizio sanitario regionale, che intendono accedere al numero verde 803333, si è reso più che mai urgente l'adeguamento delle prestazioni;

RILEVATO CHE - i lavoratori del gruppo Darco - anche per intermediazione di alcune 0O.SS. - hanno invitato la Regione Lazio a risolvere le problematiche connesse ai volumi massimi di prestazioni contrattualmente consentiti; - tali limiti non consentono al gruppo stesso - in termini contrattuali e contabili - a tutt'oggi, di incrementare unilateralmente il servizio; - allo stato attuale, si richiede urgentemente un incremento delle prestazioni, che dovrebbe essere finalizzato ad affrontare le emergenze di programmazione del servizio, nell'interesse di tutta la cittadinanza;

INTERROGA

IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA

per conoscere quali urgenti provvedimenti intenda assumere l'Amministrazione Regionale, al fine di pervenire nei tempi più celeri all'auspicata risoluzione di ogni problematica connessa ai limiti nei volumi massimi di prestazioni contrattualmente consentiti, i quali attualmente non consentono l'incremento delle prestazioni che si è reso indispensabile.

Prestagiovanni N. 1662 del 5 febbraio 2009 Oggetto: Associazione di Volontariato Protezione Civile “ANC Roma Ovest”.

PREMESSO CHE

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- in località Prima Porta, Via Prato della Corte n. 1125, è ubicato il Centro Polivalente Protezione Civile Regionale; - in tale centro, svolge la sua attività operativa l'Associazione di Volontariato Protezione Civile ANC Roma Ovest, sulla base della Determinazione del Dipartimento Territorio della Regione Lazio n. B2711 del 31 novembre 2003; - l'associazione in oggetto è dotata di 15 mezzi (spalaneve, spargisale, fuoristrada, antincendio, ecc.) e attrezzature (moduli abitativi, pompe idrovore, ecc.) che richiedono adeguati spazi per il loro deposito; - i volontari dell'Associazione ANC Roma Ovest operano da lungo tempo in questo quadrante del territorio del Comune di Roma e Provincia (oltre a prender parte anche ad emergenze di carattere nazionale ed internazionale);

CONSIDERATO CHE - il territorio del XX municipio e dei Comuni limitrofi (Formello, Sacrofano, Riano, Campagnano, Anguillara, Morlupo, Castelnuovo di Porto) presenta numerose differenziate situazioni di rischio, stante la sua vastità ed eterogeneità: a) emergenza incendi (per la presenza di ampie zone di agro romano e del Parco di Veio; b) quartieri ad alto rischio idrogeologico (Prima Porta, Labaro, Ponte Milvio, ecc.); c) strade consolari ad alto scorrimento, in prossimità del Grande Raccordo Anulare (Cassia, Flaminia), e provinciali (Via Tiberina, Via Braccianese), con un alto tasso di incidenti stradali che implicano il supporto dei Volontari della Protezione Civile alle Forze dell'ordine e alla Polizia Municipale; - a seguito del rischio idrogeologico cui sono soggetti quartieri di Prima Porta - Labaro, l'amministrazione comunale già da alcuni anni ha stipulato una convenzione ad hoc con l'Associazione ANC Roma Ovest, per attività di pronto intervento, vigilanza e monitoraggio dei quartieri in parola;

RILEVAT0 CHE - la Regione Lazio, con nota trasmessa a mezzo fax in data 29 ottobre 2008, aveva intimato all'Associazione ANC Roma Ovest di liberare le

aree e i locali del Centro Polivalente di Protezione Civile Regionale da ogni bene, mezzi e attrezzature entro il 3 1 dicembre 2008;

RITENUTO DI - mantenere e garantire l'operatività della suddetta Associazione in un territorio che presenta situazioni di rischio quali quelle sopra descritte;

INTERROGA

IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA

per conoscere le ragioni che avrebbero presieduto alla richiesta, indirizzata all'Associazione ANC Roma Ovest, di sgomberare le aree e i locali del Centro Polivalente di Protezione Civile Regionale;

e per sapere se l'Amministrazione Regionale non ritenga piuttosto opportuno, a fronte di tutte le considerazioni esposte, sospendere l'efficacia della nota del 29 ottobre 2008, che priverebbe l'intero quadrante Roma Nord e Comuni limitrofi di un punto di riferimento come quello rappresentato dai volontari dell'Associazione Civile ANC.

Prestagiovanni N. 1663 del 5 febbraio 2009 Oggetto: Grave emergenza nell'assistenza alle persone affette da minoranze fisiche e psichiche.

PREMESSO CHE - la Regione Lazio, a seguito della inchiesta che riguarda la associazione "Anni verdi onlus", - che si occupava di persone affette da minoranze fisiche e psichiche - affidava, dal 2006, la gestione dei centri di riabilitazione precedentemente gestiti da quella associazione al Consorzio Ri.Rei., costituito dall'unione di tre cooperative (Osa, Nuova Sair, Unisan) consorziate per l'occasione; - i centri sono stati pertanto così attribuiti:

- alla Osa: centro diurno di Via Majorana, RSA di Lavinio, ambulatorio di Via Taldi;

- alla Nuova Sair: centro diurno di Via Dionisio;

- alla Unisan: centro diurno sperimentale per l'autismo e ambulatorio per l'autismo infantile di

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Via Sbricoli, centro diurno e residenziale di Santa Severa;

CONSIDERATO CHE - le cooperative del Consorzio Ri.Rei. versano da tempo in una situazione di grave crisi finanziaria; - a tutt'oggi, la Regione Lazio non ha ancora determinato le sorti del Consorzio Ri-Rei., e, di conseguenza, dei degenti e più in generale dei pazienti tutti (circa 1.500 fra diurni, ambulatoriali e residenziali); - tale situazione ha generato grave e profonda frustrazione e incertezza nelle famiglie dei pazienti, riunite in rappresentanze per ciascuno dei centri residenziali e10 diurni, e che sarebbero inoltre nella maggior parte dei casi sempre male informate;

RILEVAT0 CHE - le cooperative del Consorzio Ri.Rei. in generale e con qualche eccezione, risulterebbero aver sempre operato al meglio, ripristinando i servizi e arricchendoli, con soddisfazione delle famiglie e delle loro rappresentanze; - dal punto di vista del livello di assistenza offerto, nella Regione Lazio, la situazione regionale è nel complesso gravemente deficitaria, con lunghissime liste d'attesa, e moltissimi pazienti che avrebbero bisogno di un ricovero o di un trattamento idoneo, le quali invece si trovano a ricadere - esclusivamente o quasi - "sulle spalle" della loro famiglia;

INTERROGA

IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA

per conoscere le ragioni di un livello tanto carente di assistenza offerto, nel Lazio, alle persone affette da minoranze fisiche e psichiche (con particolare riguardo ai pazienti dell'ex associazione Anni Verdi);

per sapere quale posizione intende assumere, l'Amministrazione Regionale, per sopperire – in maniera più dignitosa di quanto sta finora accadendo - alle emergenze che scaturiscono, o sono aggravate, dalla profonda crisi finanziaria che riguarda le cooperative del Consorzio Ri.Rei., in modo tale da consentire anche di tranquillizzare

le famiglie dei pazienti e le loro associazioni, nonché al fine di prevenire ogni tentativo, e relativo sospetto, di odiose speculazioni lucrative.

Prestagiovanni N. 1664 del 5 febbraio 2009 Oggetto: Problematiche riguardanti la situazione dell'Istituto Dermopatico dell'Immacolata (IDI) e dell'ospedale San Carlo di Nancy, nel quadro del Piano di Rientro della Sanità nella Regione Lazio. PREMESSO CHE : - il Piano Sanitario Regionale costituisce lo strumento fondamentale per la programmazione della sanità nel Lazio per i prossimi anni, durante i quali si dovrebbe dar luogo ad un rinnovato e riorganizzato "Modello di Sanità Pubblica"; - il Piano di Rientro, dovendo gestire "l'emergenza", è finalizzato alla razionalizzazione ed al riequilibrio dell'offerta economico-sanitaria, avendo sempre come obiettivo l'efficienza unita all'efficacia nelle prestazioni erogate ai cittadini; - per la soppressione, trasformazione o riduzione di servizi o posti letto, essendo provvedimenti relativi alla Programmazione Regionale dei Servizi Sanitari, è necessaria un'autorizzazione da parte della Regione, l'ospedale San Carlo di Nancy è un Ospedale Classificato ed Equiparato dipendente da Ente Ecclesiastico, mentre 171DI, oltre ad essere Classificato ed Equiparato, è anche Istituto di Ricovero a Carattere Scientifico.

CONSIDERATO CHE : - i due nosocomi in oggetto, pur appartenendo ad un'unica Proprietà, costituiscono due enti separati, distinti, con natura giuridica diversa come sopra specificato, ed in possesso ciascuno di un suo Regolamento organico del personale e dei servizi; - attraverso alcuni articoli di stampa e parte della documentazione presentata dall'Associazione Europea Dirigenti Ospedalità Non Profit (A.D.O.N.P.) e dall'Unione Regionale CIDA Lazio, si è venuti a conoscenza del comportamento a dir poco discutibile da parte dell'Amministrazione dei due Enti, che agirebbe svincolata da qualsiasi regola e considerando questi ultimi, cioè 1'IDI e l'Ospedale San Carlo di Nancy, come fossero un'unica struttura;

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CONSIDERATO INOLTRE CHE : - risulta agli atti una delibera nella quale si propone, con parere favorevole del1’Agenzia di Sanità Pubblica, la fusione dell’IDI con l'Ospedale San Carlo di Nancy, secondo le norme vigenti; - risulta, però, anche la volontà da parte della Proprietà, di riconversione della struttura da istituto dermopatico a polo oncologico, in assenza di un piano di programmazione; - la Direzione Regionale Programmazione Sanitaria, su incarico del Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo con nota del 20 ottobre 2008, in qualità di Commissario ad acta, avrebbe dovuto fornire risposte ad alcuni quesiti riguardanti la situazione in oggetto e trasmessi dall'unione Regionale CIDA Lazio; - alla data odierna, non risulta essere pervenuto alcun cenno di riscontro a tali quesiti da parte della Direzione Regionale competente.

SI INTERROGA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA

REGIONALE PER SAPERE:

- se la riconversione dell'IDI, Ospedale monospecialistico dermatologico nonché IRCCS per la dermatologia, in Ospedale di oncologia medica e chirurgica, annunciata dalla Proprietà, sia stata richiesta dalle autorità competenti o comunque concordata con la Regione; - se la chiusura della unita di ricovero di dermatologia pediatrica e dell'annesso Centro per le malattie rare dermatologiche dell'infanzia sia stata disposta dalla Regione; - se la chiusura annunciata, e in gran parte attuata, di ulteriori 101 posti letto dermatologici, compresi quelli di allergologia dermatologica con il conseguente azzeramento delle liste di attesa, sia stata richiesta al171DI dalla Regione attraverso una modifica del dispositivo di accreditamento, o comunque faccia parte della riqualificazione della rete ospedaliera regionale; - se esiste un provvedimento regionale che unifichi in un'unica azienda I'IDI e l'Ospedale zonale S. Carlo di Nancy, e se, in caso contrario, sia legittimo il trasferimento presso I'IDI di

servizi e reparti di degenza del S. Carlo stesso; - se, e in quale misura, il Piano di Rientro della sanità regionale coinvolga gli Ospedali classificati della Regione o gli IRCCS privati, in termini di dismissione di posti letto convenzionati.

Tutto ciò per scongiurare il rischio che una situazione così complessa possa ricadere sugli utenti, i quali, in buona fede, si affidano ad una struttura equiparata a quella pubblica, nella certezza che le regole organizzative siano rispettate, e le competenze siano esercitate correttamente.

Mariani N. 1665 del 5 febbraio 2009 Oggetto: Situazione operatori servizio CUP dell'Azienda Ospedaliera San Camillo - Forlanini

PREMESSO: - Che il servizio CUP attivo presso l'Azienda Ospedaliera San Camillo - Forlanini di Roma è affidato già da tempo al Consorzio Capodarco; - Che nei giorni scorsi si è venuti a conoscenza dell'intento, da parte dell'A.0. San Camillo - Forlanini di reinternalizzare il servizio CUP, concludendo così al 31 marzo 2009 il rapporto contrattuale con gli operatori del Consorzio Capodarco;

CONSIDERATO: - Che la Cooperativa Capodarco assunse l'onere di gestire il servizio CUP in una situazione che appariva quantomeno disastrosa, con file chilometriche da parte degli utenti, difficoltà e problemi nella rendicontazione e negli incassi, ecc; - Che la suddetta Cooperativa ha egregiamente svolto il servizio, riuscendo a conciliare efficienza e solidarietà; - Che attualmente gli operatori impiegati sono circa 43, di cui la gran parte diversamente abili e che dunque si troverebbero improvvisamente senza un posto di lavoro; TUTTO CIO' PREMESSO e CONSIDERATO

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IL SOTTOSCRITTO CONSIGLIERE REGIONALE DEL LAZIO

INTERROGA

I1 Presidente della Giunta Regionale Piero Marrazzo per sapere se non ritenga opportuno intervenire immediatamente, perché non si proceda al licenziamento degli operatori interessati, che fino ad oggi hanno garantito il servizio CUP con estrema disponibilità e professionalità.

Celori N. 1666 del 5 febbraio 2009 Oggetto: Interventi urgenti sulla consolare Flaminia

Il sottoscritto consigliere regionale

PREMESSO CHE - la via Flaminia, a differenza di altre consolari, a fronte di un notevole aumento demografico dei comuni da essa attraversati non ha subito interventi di ampliamento ne tanto meno la realizzazione di svincoli atti a consentire una maggiore fluidità del traffico; - ciò causa notevoli allungamenti dei tempi di percorrenza da e per la Capitale; - a quanto sopra menzionato si è aggiunto negli ultimi due anni un notevole aumento del traffico pesante essendo interessata dal transito quotidiano di almeno duecento camion pesanti che trasportano materiale di risulta dei lavori per la realizzazione della linea C della metropolitana di Roma.

CONSIDERATO CHE Tale traffico ha notevolmente peggiorato il coefficiente di sicurezza della consolare, ormai ridotta in alcuni suoi tratti in una tale situazione da richiedere urgenti ed improcrastinabili interventi poiché gli incidenti all'ordine del giorno ed i danni materiali alle automobili sia economici dovuti a ritardi e assenze sono ormai divenuti insostenibili per chi percorre la consolare Flaminia;

TUT0 CIO' PREMESSO E CONSIDERATO

SI INTERROGA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA

L'ASSESSORE Al LAVORI PUBBLICI PER SAPERE

se non consideri improcrastinabile effettuare interventi di messa in sicurezza della consolare Flaminia e se siano previsti interventi di ampliamento e realizzazione di svincoli;

Lollobrigida

N. 1667 del 6 febbraio 2009 Oggetto: Ampliamento della perimetrazione del territorio del Parco dei Castelli Romani con conseguente restrizione dell'attività venatoria.

Premesso che l'attività venatoria in Italia è regolata dalla legge 11 febbraio 1992 n. 157, "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio", che rappresenta la legge quadro di disciplina di tutta la materia della caccia e di tutela della fauna selvatica; nello specifico, con la suddetta legge, vengono disciplinate e stabilite le modalità riguardanti il prelievo venatorio di fauna selvatica e nel contempo vengono attribuite le competenze degli enti preposti alla vigilanza e alla tutela della fauna selvatica; - in osservanza ed in attuazione dei principi e delle norme stabilite dalla legge regionale n. 157/92, dalle direttive comunitarie e dalle convenzioni internazionali, è stata emanata nella Regione Lazio la legge regionale 2 maggio 1995 n. 17 "Norme per la tutela della Fauna selvatica e la gestione programmata dell'esercizio venatorio. Ecologia"; - la summenzionata legge ha come scopo primario quello di fornire una disciplina unitaria dell'attività venatoria anche a livello regionale ed al contempo di regolamentare la tutela della fauna selvatica secondo metodi di razionale programmazione delle forme di utilizzazione del territorio e di uso delle risorse naturali ai fini di una ricostituzione di più stabili equilibri negli ecosistemi; - essendo tutto il territorio agro-silvo-pastorale soggetto a pianificazione faunistico-venatoria, entrambe le già citate leggi, la legge 157/92

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(all'art. 10 cornrna 3) e la legge regionale 17/95 (all'art. 11 comma l), fissano le percentuali di territorio precluso all'attività venatoria, da destinare quindi a protezione della fauna, da un minimo del 20% ad un massimo del 30%; all'art. 11 comma 1 della L.R. 17/95 viene inoltre esplicitamente stabilito che tali limiti minimi (20%) e massimi (30%) debbono essere rispettati in ciascuna provincia; con deliberazione del Consiglio Regionale n. 450 del 29 luglio 1998 è stato approvato il Piano Faunistico Venatorio Regionale che ha recepito i contenuti delle su citate leggi ed ha stabilito il rapporto cacciatore/territorio in ragione di 1 cacciatore ogni 7 ettari di territorio; tuttavia, dall'esame del summenzionato Piano si evincerebbe, sulla scorta di una serie di tabelle molto dettagliate, che il limite massimo fissato per legge al 30%, verrebbe, nella realtà dei fatti, superato da un ulteriore 3,24%, attestandosi quindi ad un 33,24% di territorio precluso all'attività venatoria; alla caccia sarebbero dunque stati vietati 13451ettari in più del consentito e, dunque, il rapporto cacciatore/territorio sarebbe ulteriormente sceso; tutto quanto sopra argomentato è ulteriormente aggravato dalla recente notizia secondo cui il Comitato di Gestione del Parco Regionale dei Castelli Romani, starebbe attuando una nuova perimetrazione delle proprie aree in modo da ampliare il territorio del Parco stesso; il summenzionato parco, istituito con legge regionale 13 gennaio 1984 n. 2, passerebbe così dagli attuali 9108 ettari, previsti nel Piano Faunistico Regionale, ad oltre 12.000 ettari (circa 3000 ettari in più) con una conseguente possibile unificazione al Parco dell'Appia Antica; la nuova perimetrazione del parco toglierebbe, dunque, inevitabilmente ed illegittimamente circa tremila ettari all'attività venatoria con la conseguenza che verrebbero fortemente penalizzate tutte le persone dedite all'attività di caccia che pagano profumatamente per poter esercitare la loro passione senza avere oltretutto un'adeguata e concreta tutela; se il paventato ampliamento del Parco Regionale

dei Castelli Romani dovesse realizzarsi ci sarebbe, inoltre, una grave violazione delle già citate leggi e deliberazioni: la legge 157192 a carattere nazionale, la legge 17/95 a carattere regionale e la deliberazione del Consiglio Regionale n. 450 del 29 luglio 1998; la perimetrazione delle zone precluse all'attività venatoria non potrebbe infatti essere attuata se non mediante una nuova legge approvata dalla Regione;

Tutto ciò premesso il sottoscritto Consigliere Regionale interroga il Presidente della Giunta Regionale, On.le Piero Marrazzo, l'Assessore all'Ambiente e Cooperazione tra i Popoli, On.le Filiberto Zaratti, per sapere, entro i termini previsti dall'art. 101, comma 1, del regolamento del Consiglio Regionale, nello specifico:

1. Quali concrete motivazioni, in virtù del Piano Faunistico Venatorio Regionale, spiegherebbero che il limite massimo fissato per legge al 30%, verrebbe, nella realtà dei fatti, superato da un ulteriore 3,24%, attestandosi quindi ad un 33,24% di territorio precluso all'attività venatoria;

2. se nel concreto risultano, in tal modo, sottratti alla caccia 134Uettari di territorio in più del consentito e, dunque, il rapporto cacciatore/territorio sarebbe ulteriormente sceso;

3. quali le motivazioni dell'eventuale ampliamento di circa 3000 ettari della perimetrazione del Parco in oggetto deciso ed in procinto di attuazione dal Comitato di Gestione del Parco Regionale dei Castelli Romani;

4. in base a quale specifico criterio o normativa sarà possibile effettuare questo paventato ampliamento;

5. come intende giustificare la Regione Lazio la circostanza per cui se il paventato ampliamento del Parco avvenisse, tremila ettari di terreno sarebbero sottratti all'attività venatoria;

6. cosa intende in concreto fare la Regione Lazio per tutelare l'attività venatoria in caso di ampliamento del Parco;

7. attraverso quali provvedimenti la Regione Lazio determinerà il rispetto della vigente normativa riferita alla tematica oggetto di interrogazione.

Desideri N. 1668 del 6 febbraio 2009

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Atti consiliari Regione Lazio

VIII LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 123 DEL 11 FEBBRAIO 2009

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Il Responsabile della Sezione Resocontazione Stefano Mostarda

OGGETTO: Gara Global Service Azienda Policlinico Umberto I Premesso che: - L'Azienda Policlinico Umberto I ha indetto una gara comunitaria a procedura aperta per l'affidamento in global service di alcuni servizi interni ed esterni; - La suddetta gara è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana n. 3 del 7 gennaio 2009; - I servizi in affidamento in global service sono: servizi di pulizia,sanificazione ambientale e raccolta rifiuti sanitari assimilati agli urbani; servizio di fornitura materiale igienico e gestione dei distributori; servizio di disinfestazione e derattizzazione; servizio di pulizia e manutenzione aree esterne; servizio di logistica; servizio di lavanolo; servizio di ristorazione; - Nel disciplinare di gara all'articolo 13 comma 12 lettera M si richiede, per partecipare alla gara un fatturato globale al netto dell'iva non inferiore a € 108.000.000,00 nell'ultimo triennio e nella successiva lettera N si richiede un fatturato specifico inerente i servizi nel settore oggetto di gara non inferiore a € 54.000.000,00 al netto dell'iva; - Nel disciplinare di gara all'articolo 14 comma 3 si richiede che in caso di RTI il capo gruppo mandatario dovrà possedere almeno il 60% dei requisiti di idoneità economica finanziaria, che corrispondono a € 64.000.000,00 di fatturato globale e 32.400.000,00 per servizi simili nell'ultimo triennio; Tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali

INTERROGANO I1 Presidente della Giunta regionale e Commissario straordinario alla Sanità On. Piero Marrazzo per sapere: 1) Le ragioni dei requisiti economici finanziari così alti. 2) Per quale motivo nella gara indetta non vengono inclusi i servizi di vigilanza, il servizio infermieristico, il servizio di navetta utenti, il servizio trasporto malati se l'obiettivo della gara è

quella I'ottimizzazione dei costi dei servizi e la possibilità di controllo e monitoraggio dei servizi ( articolo 3 del disciplinare di gara ). 3) Secondo quale criterio sono stati accorpati servizi che richiedono impianti esterni ( mensa, logistica e lavanderia ) ed esclusi altri che invece sono interni ( vigilanza, infermieri e navetta ). 4) Se non sia opportuno intervenire per annullare la gara Global Service Azienda Policlinico Umberto I.

Robilotta,Di Paolantonio