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RESOCONTO STENOGRAFICO VIII LEGISLATURA Consiglio Regionale del Lazio Seduta n. 122 di Mercoledì 4 Febbraio 2009 Servizio Aula - Area Resocontazione

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RESOCONTO STENOGRAFICO

VIII LEGISLATURA

Consiglio Regionale del Lazio

Seduta n. 122

di

Mercoledì 4 Febbraio 2009

Servizio Aula - Area Resocontazione

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VIII LEGISLATURA – RESOCONTO STENOGRAFICO – SEDUTA DEL 4 FEBBRAIO 2009

CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO

122.

SEDUTA DI MERCOLEDI’ 4 FEBBRAIO 2009

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUCHERINI

Gruppi consiliari: Alleanza Nazionale verso il PDL: An-Pdl; Forza Italia verso il PDL: FI-Pdl; Italia dei Valori con Di Pietro: Idv; Lista civica per il Lazio: LcL; Lista civica Pietro Marrazzo per il Partito Democratico: LcM-Pd; Lista Storace: LS; Movimento libertà e solidarietà: Mls; Movimento sinistra democratica per il socialismo europeo: Msdse; Partito dei Comunisti italiani: PCom; Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea: Prc-Se; Partito Democratico-L’Ulivo: Pd-U; Repubblicani, Liberali e Riformatori: Rlr; Socialisti democratici italiani: Sdi; Socialisti riformisti verso il PDL: Sr-Pdl; Unione dei Democratici Cristiani e di Centro: Udc; Unione di centro per la Costituente: UcC; Verdi per la pace: Verdi; Gruppo Misto: Misto.

********** Giunta regionale: Presidente: Piero Marrazzo; Vicepresidente ed Assessore Urbanistica: Esterino Montino; Assessore Affari Istituzionali: Daniele Fichera; Assessore Agricoltura: Daniela Valentini; Assessore Ambiente e Cooperazione tra i popoli: Filiberto Zaratti; Assessore Bilancio, Programmazione economico-finanziaria e partecipazione: Luigi Nieri; Assessore Cultura, Spettacolo e Sport: Giulia Rodano; Assessore Istruzione, diritto allo studio e formazione: Silvia Costa; Assessore Lavori Pubblici: Bruno Astorre; Assessore Lavoro, pari opportunità e politiche giovanili: Alessandra Tibaldi; Assessore Mobilità: Franco Dalia; Assessore Piccola e Media Impresa, Commercio e Artigianato: Francesco De Angelis; Assessore Politiche della casa: Mario Di Carlo; Assessore Politiche sociali: Anna Salome Coppotelli; Assessore Risorse Umane, Demanio e Patrimonio: Marco Di Stefano; Assessore Sanità (ad interim): Piero Marrazzo; Assessore Sviluppo Economico, Ricerca, Innovazione e Turismo: Claudio Mancini; Assessore Tutela dei consumatori e Semplificazione Amministrativa: Mario Michelangeli.

INDICE Comunicazioni del Presidente………………...4 Approvazione processi verbali………………...5 Ordine dei lavori PRESIDENTE…………………………...5,6,7,10 LUZZI (An-Pdl)…………………………………5 LOLLOBRIGIDA (An-Pdl)……………………..5 FORTE (Udc)…………………………………...6 CICCHETTI (An-Pdl)…………………………..6 PARRONCINI (Pd-U)…………………………..7 ALAGNA (LcL)…………………………………8 PEDUZZI (Prc-Se)……………………………...9 PALLONE (FI-Pdl)……………………………..9 MARIANI (LcL)……………………………….10 LAURELLI (Pd-U)……………………………11 Interrogazioni a risposta immediata PRESIDENTE…………………………………12 N. 304 dei consiglieri Leopardi e Palombi concernente: “Bosco selva della croce in comune di Arpino”.

PRESIDENTE…………………………………12 PALOMBI (FI-Pdl)……………………………12 Ordine dei lavori PRESIDENTE…………………………………13 PEDUZZI (Prc-Se)…………………………….13 Proposta di legge regionale n. 406 del 19 settembre 2008, di iniziativa dei consiglieri Laurelli, Pizzo, Grosso, Massimi, Ciaraldi, Brancati e Brianti, concernente: "Modifiche alla legge regionale 25 novembre 1976, n. 58 (istituzione della consulta femminile regionale) e successive modifiche (prosecuzione esame) Votazione finale PRESIDENTE…………………………………13 Interrogazioni a risposta immediata PRESIDENTE…………………………………13 N. 304 dei consiglieri Leopardi e Palombi concernente: “Bosco selva della croce in comune

SEDUTA PRECEDENTE N. 121 DI MERCOLEDI’ 28 GENNAIO 2009

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di Arpino”. PRESIDENTE……………………………...14,15 PALOMBI (An-Pdl)………………………..14,15 NIERI, Assessore………………………………14 Proposta regionale n. 311 del 23 luglio 2007 di iniziativa dei consiglieri Grosso, Milana, Pizzo, Laurelli, Mariani, Brianti, Dalia, Canali, Rinaldi, concernente: Istituzione del Centro di accesso unico alla disabilità (Caud). Modifica alla legge regionale 12 dicembre 2003 n. 41 (norme in materia di autorizzazione all'apertura ed al funzionamento di strutture che prestano servizi socio - assistenziali) (prosecuzione esame) Votazione dell’articolato PRESIDENTE…………………………………16 Dichiarazioni di voto PRESIDENTE……………………………........16 GROSSO (PCom)……………………………...16 BATTAGLIA (Pd-U)………………………….16 MASSIMI (Pd-U)……………………………...17 Votazione finale………………………………..17 Proposte di legge regionale esaminate in forma abbinata ai sensi dell'art. 61. Reg.: Proposta di legge regionale n. 14 del 4 luglio 2005, di iniziativa dei consiglieri Lucherini, Parroncini e Laurelli, concernente: Istituzione del reddito di cittadinanza nella Regione Lazio; Proposta di legge regionale n. 37 del 23 settembre 2005, di iniziativa del consigliere Grosso, concernente: Istituzione in via sperimentale del reddito minimo di inserimento nella Regione Lazio; Proposta di legge regionale n. 42 del 5 ottobre 2005, di iniziativa dei consiglieri Celli e Antinucci (dimesso), concernente: Istituzione del reddito di cittadinanza; Proposta di legge regionale n. 66 del 27 ottobre 2005, di iniziativa dei consiglieri Formisano (dimesso), Forte, Ciocchetti (dimesso) e Bafundi, concernente: Introduzione del reddito di ultima istanza;

Proposta di legge regionale n. 231 del 1 febbraio 2007, di iniziativa dei consiglieri Robilotta, Fichera, Di Carlo, Pallone, Saponaro, Del Balzo, D'Ambrosio, Brancati, concernente: Misure di sostegno al reddito dei lavoratori cd precari; Proposta di legge regionale n. 375 del 5 marzo 2008, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 39 del 25 gennaio 2008, concernente: Istituzione del reddito sociale garantito - sostegno al reddito in favore dei disoccupati, inoccupati o precariamente occupati. Proposta di legge regionale n. 375 del giorno 5 marzo 2008, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 39 del giorno 25 gennaio 2008, concernente: Istituzione del reddito minimo garantito. Sostegno al reddito in favore dei disoccupati, inoccupati o precariamente occupati. (Testo base ai sensi dell'art. 61, c. 3, Reg.)

PRESIDENTE…………………………………18 Ordine dei lavori PRESIDENTE…………………………………19 ROBILOTTA (Sr-Pdl)…………………………19 Relazione PRESIDENTE…………………………………19 TIBALDI, Assessore…………………………...19 Discussione generale PRESIDENTE…………………………………26 MARIANI (LcL)……………………………….26 Ordine dei lavori PRESIDENTE…………………………..28,29,30 PARRONCINI (Pd-U)……………………...28,30 FORTE (Udc)………………………………….29 CICCHETTI (An-Pdl)…………………………29 FONTANA (Verdi)…………………………29,30 PEDUZZI (Prc-Se)…………………………….30 Allegato - Mozioni e interrogazioni annunziate………...31

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La seduta inizia alle ore 12,42

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUCHERINI

PRESIDENTE. La seduta è aperta. Comunicazioni del Presidente PRESIDENTE. Comunico, ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento del Consiglio regionale, che sono state presentate le seguenti Proposte di legge e di deliberazione:

Proposta di legge n. 443 del 29 gennaio 2009 di iniziativa del Consigliere Mazzocchi concernente: “Istituzione del Registro regionale dei franchisee”; assegnata alle commissioni: X Piccola e media impresa, commercio e artigianato; II Affari comunitari e internazionali Proposta di legge n. 444 del 29 gennaio 2009 di iniziativa dei Consiglieri Brianti, Milana, Laurelli, Rinaldi, Gargano, Saraceni, Moscardelli, Del Balzo, Mazzocchi, D’amato, Colagrossi, Ciaraldi, Robilotta, Brancati, Ponzo, Perilli, Pizzo, Foschi, Mariani, Pineschi concernente: “Disposizioni per favorire la ricerca di persone residenti nel Lazio scomparse ed a sostegno delle loro famiglie”; assegnata alle commissioni: IX Lavoro, pari opportunità, politiche giovanili e politiche sociali; VI Bilancio, programmazione economico-finanziaria e partecipazione Proposta di deliberazione n. 78 del 2 febbraio 2009 di iniziativa del Consigliere Battaglia concernente: Presentazione al Parlamento di una proposta di legge nazionale avente per oggetto: “Modifica dell’art.32 del Testo Unico delle Disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero di cui al Decreto legislativo del 25 luglio 1998, n. 286, in materia di soggiorno per i minori stranieri affidati, al compimento della maggiore età ”. assegnata alle commissioni: IX Lavoro, pari

opportunità, politiche giovanili e politiche sociali; I Affari costituzionali e statutari

Comunico che sono state presentate le interrogazioni dal n. 1637 al n. 1649 e la mozione n. 375 tutte distribuite in copia ai Consiglieri. Le interrogazioni saranno iscritte all’ordine del giorno secondo i termini stabiliti nell’articolo 101, terzo comma del Regolamento e la mozione secondo i termini stabiliti nell’articolo 93, primo comma del Regolamento a meno che il Consiglio non decida di anticiparne la discussione.

Se non vi sono obiezioni, così resta stabilito.

(Così resta stabilito) Comunico inoltre che i Consiglieri Carapella, Massimi, Di Resta, Desideri, Del Balzo e Grosso hanno sottoscritto la proposta di legge regionale n. 263 del 20 aprile 2008; il Consigliere Del Balzo ha sottoscritto le proposte di legge regionale n. 393 del 3 luglio 2008 e n. 428 del 3 dicembre 2008.

Comunico altresì che i consiglieri Luciani, Nieri, Pizzo e Tibaldi escono dal Gruppo consiliare del Partito della Rifondazione comunista sinistra europea e costituiscono il nuovo Gruppo consiliare “Movimento per la sinistra”, il cui presidente è il consigliere Enrico Luciani.

Comunico infine che il Presidente della Regione Pietro Marrazzo, il Presidente del Consiglio Guido Milana, gli Assessori Claudio Mancini e Daniela Valentini saranno assenti nella seduta odierna, l’Assessore Francesco De Angelis sarà assente dalle ore 11.30 alle ore 15.00 e l’Assessore Daniele Fichera dalle ore 15.00 perché impegnati in attività istituzionali ed ai sensi dell’articolo 34, comma 5 del Regolamento del Consiglio Regionale saranno computati come presenti ai fini della fissazione del numero legale.

Una rettifica a quanto testé comunicato: il

Presidente Guido Milana non è assente giustificato, non è in missione, mi ha

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comunicato ieri che ha avuto un lutto e quindi non può essere presente a questa seduta per partecipare ai funerali del suo congiunto.

A nome credo di tutti i colleghi, di tutta l’Aula esprimo le condoglianze al Presidente per il lutto che l’ha colpito.

*****

Approvazione processi verbali

PRESIDENTE. E’ stato distribuito per l’approvazione da parte del Consiglio il verbale relativo alla seduta n. 120 del 27 gennaio 2009.

Se non vi sono obiezioni, il verbale si intende approvato.

(E’ approvato)

*****

Ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull’ordine dei lavori il consigliere Luzzi. Ne ha facoltà.

LUZZI (An-Pdl). Signor Presidente, le chiedo se non ritiene opportuno, dopo i gravissimi fatti che sono successi poche ore fa in relazione ad una Asl della provincia di Roma, che il Presidente Marrazzo, nonché Commissario alla Sanità, venga qui a riferire su questi gravi fatti accaduti, perché è importante che il Consiglio sia informato su quello che sta succedendo alla Asl Rm/H, da me denunciato più volte con interrogazioni chiedendo anche le dimissioni del dottor Mingiacchi per il metodo con cui gestiva quella Asl così importante.

Chiedo quindi che sia sospesa questa seduta e che il Presidente venga immediatamente a rispondere in Aula alla nostra richiesta.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Lollobrigida. Ne ha facoltà.

LOLLOBRIGIDA (An-Pdl). Signor Presidente, so che poi si tornerà su questo argomento sull’ordine dei lavori del Consiglio, perché siamo stati la prima Regione a ricordare, ancora prima che lo facesse il Parlamento nazionale, l’olocausto delle foibe ed anche l’esodo giuliano-dalmata dove 350 mila italiani sono stati costretti ad emigrare forzosamente dalle terre italiane che erano state cedute alla Jugoslavia.

Abbiamo una cosa clamorosa in questa Regione: da qualche anno, esattamente dall’avvento del Presidente Marrazzo, che ogni tanto “blatera” di suoi rapporti anche di tipo familiare su questo problema, non c’è stata più memoria in questa Regione.

Noi riteniamo di dovere segnalare alla Presidenza del Consiglio che il 10 febbraio per volere del Parlamento italiano è stata istituita la Giornata del ricordo, che coinvolge le scuole, gli studenti, che ricorda una tragedia del nostro popolo e riteniamo necessario che il 10 febbraio questa Regione rompa il muro del silenzio, la cappa assordante che invece ha posto in questi anni, con manifestazioni pubbliche che ricordino questo episodio della nostra storia che va ricostruita come storia comune.

Da parte del centrosinistra esistono in Parlamento posizioni in questo senso chiare, espresse dal Partito democratico, espresse da quasi tutte le forze politiche, alcune che oggi ancora siedono in quest’Aula e che in Parlamento non ci sono più, che dissentirono dalla scelta dell’allora Parlamento, ma ciò non giustifica, la loro presenza in quest’Aula, non giustifica da parte di questa maggioranza un silenzio su questo argomento.

Quindi riteniamo opportuno segnalare e ricordare che il 10 febbraio è la Giornata del ricordo, si tratta di 350 mila italiani di cui 40 mila sono stati gettati nelle foibe carsiche. E’ necessario e crediamo che possa lei stesso prendere oggi qui impegno che questo Consiglio regionale rompa il muro del silenzio e ricordi ufficialmente questa data senza infingimenti, senza valutazioni che vengano lasciate ad un assessorato alla cultura, in particolare, che tutto ha fatto meno che valorizzare questa memoria storica che,

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ripeto, non appartiene alla destra, appartiene a tutto il nostro popolo. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Forte. Ne ha facoltà. FORTE (Udc). Signor Presidente, io invece vorrei ritornare sulla prima richiesta fatta dal collega Luzzi, sulla quale concordo.

Leggiamo da agenzie di stampa che è in atto un’operazione dei NAS nell’ambito della Asl Roma/H…

(Interruzione di un consigliere)

Ho capito. Ma io purtroppo sono entrato in

quest’Aula, Presidente Prestagiovanni, e sentivo parlare di casa di vetro, sentivo parlare di trasparenza, sentivo parlare di questi discorsi, pare che invece oggi qui non si possa più discutere di nulla.

Io credo che la maggioranza in Consiglio, se non se ne accorge la Giunta, non possa pensare che continuiamo a discutere dei gettoni sulla Consulta femminile quando è in atto nel Lazio e nella sanità, che noi gestiamo, che rientra tra le nostre competenze, una cosa di cui anche oggi parlerà tutta l’Italia, ma tutta l’Italia tranne che noi.

Lungi da noi voler intentare processi, assolutamente, però siccome su questa Asl c’erano interrogazioni, siccome dovrebbero essere previsti dei meccanismi di controllo che non stanno funzionando, perché da mesi queste cose oramai si vanno ripetendo, io credo che in virtù di tutti i discorsi che abbiamo sentito in quest’Aula il Presidente commissario Marrazzo, anche in maniera formale, debba venire in quest’Aula a spiegarci che cosa sta succedendo e se ci sono delle cose che la Regione e il Consiglio possono fare in generale e nello specifico su questa vicenda.

Voglio dire un’altra cosa. Noi, come Consiglio, abbiamo sulla sanità ben due commissioni. Abbiamo anche fatto una commissione speciale che era partita come una commissione quasi fantasma e che invece è diventata una vera e propria

commissione consiliare, presieduta dal collega Celori, quindi affidata all’opposizione.

Ecco io credo che, visto quello che sta succedendo, anche l’oggetto di questa Commissione - mi rivolgo anche ai colleghi dell’opposizione - potrebbe essere modificato, se dobbiamo affrontare questioni…

PRESIDENTE. Scusate. Invito i colleghi a fare silenzio, per favore.

FORTE (Udc). Visto che abbiamo ben due commissioni consiliari sulla sanità, e su vicende come queste pare che abbiamo difficoltà addirittura a capire se abbiamo un ruolo, insomma se dobbiamo cambiare un oggetto, se dobbiamo fare altro, facciamolo. Facciamo qualcosa però. L’unica cosa che credo che non possiamo continuare a fare è mettere la testa, come gli struzzi, sotto la sabbia e mentre tutti parlano di quello che sta succedendo in Regione, in particolare nella sanità, la Regione fa finta che non stia succedendo niente e parla dei gettoni per la Consulta femminile!

Grazie.

PRESIDENTE. Grazie a lei, consigliere Forte.

Prima di dare la parola al consigliere Cicchetti, vorrei salutare a nome di tutto il Consiglio gli alunni e i docenti dell’Istituto professionale di Stato per i servizi commerciali, turistici e pubblicitari “Francesco Orioli” di Viterbo, che sono seduti nei banchi del pubblico e assistono alla nostra seduta.

Ha chiesto di parlare il consigliere Cicchetti. Ne ha facoltà.

CICCHETTI (An-Pdl). Signor Presidente, colleghi consiglieri, leggo, dalla cronaca di Latina de Il Messaggero del 3 febbraio, quindi da un giornale indipendente, alcune dichiarazioni della consigliera Laurelli, relative alla seduta che questo Consiglio ha dedicato alle infiltrazioni mafiose nel Lazio: “Ci sono state, da parte di alcuni consiglieri,

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affermazioni da avvertimento mafioso - denuncia Luisa Laurelli, Presidente della Commissione regionale sicurezza -, comincio ad avvertire la necessità di stare attenta a quello che faccio, perché i colleghi della minoranza hanno fatto cancellare dalla mozione ogni riferimento a infiltrazioni della criminalità nella Provincia pontina”. Segue poi l’affondo nei confronti di Cusani, che per suo conto parlerà.

Io ho quarantatre anni di attività politica, Presidente, “adamantina”, e poiché sono uno di quelli che ha contrastato le dichiarazioni della Presidente Laurelli, in via teorica potrei essere uno di quelli che hanno mandato messaggi mafiosi.

Quindi chiedo alla collega Laurelli di spiegare che cosa intendeva dire attraverso le sue dichiarazioni, perché naturalmente non consento a nessuno di infangare quarantatre anni di vita onorata al servizio dello Stato, perché tale ritengo il compito che sto svolgendo e quelli che ho svolto in precedenza..

Io ho contrastato l'ordine del giorno della Laurelli, perché quell’ordine del giorno non coinvolgeva ad ampio spettro vicende che riguardano tutta la Regione Lazio, soggetta per intero ad infiltrazioni, ma si limitava esclusivamente a segnalare alcune vicende di Fondi, salvaguardando, guarda caso, soltanto il MOF, di cui conosciamo nomi e cognomi per quanto riguarda la presidenza e la proprietà azionaria della Regione.

Voglio dire qualcosa di più con l'occasione, che credo che ormai sia il caso di allargare questo tipo di indagini, perché ci sono le vicende che riguardano la Asl di Viterbo e le gare d’appalto che vengono fatte, che non possono più essere tollerate e sottaciute.

Io chiedo che il Presidente della Regione venga in Aula a parlarci di quanto sta succedendo alla Asl di Viterbo.

Vi dico qualche “cosina” di poco conto tra tutto quello che capita, è stata affidata alla ditta Abbott, senza gara pubblica, ma a trattativa privata, la fornitura di materiali sanitari di laboratorio analisi per un importo di 22 milioni di euro; sono stati affidati alla Telecom i lavori ai centralini e agli impianti

per un totale di 15 milioni di euro senza l'esperimento di alcuna gara pubblica e con sovrintendente all'installazione e ai controlli non un ingegnere già in servizio, ma un impiegato amministrativo del centro elaborazione dati; sono stati affidati, negli ultimi anni, alla ditta ISA di Viterbo forniture di software per un totale di 25 milioni di euro! E poi c’è tutto il problema della “Cittadella della salute” e di come si è arrivati a prendere prima in canone di affitto, con un’opzione di acquisto, la Cittadella della salute!

Allora io sono molto preoccupato per quello che sta accadendo e, anche alla luce di quello che è successo oggi e di cui ci danno notizia le agenzie di stampa, chiedo che Marrazzo venga in Aula a dirci esattamente che cosa continua a verificarsi nel settore della sanità, perché non è possibile fare prediche per innumerevoli sedute del Consiglio regionale, dicendo che ormai è tutto tranquillo, che il malcostume è cessato, che la barca della sanità è stata rimessa nell'orientamento giusto, che i risparmi che si conseguono sono notevoli e poi verificare che tutto quello che vi ho detto si verifica - nonostante le denunce della stampa che hanno luogo ormai da mesi - e verificare che si continuano a sfondare i tetti di indebitamento preventivati.

Allora noi vogliamo chiarezza su queste vicende perché gli atteggiamenti mafiosi o paramafiosi evidentemente non riguardano più soltanto il sud pontino o una zona del Lazio, ma riguardano con ogni probabilità il Lazio intero.

PRESIDENTE. Ricordo che siamo in discussione sull’ordine dei lavori, quindi non è il caso di aprire dibattiti in questa sede. Si possono chiedere e decidiamo poi come e quando farli.

Ha chiesto di parlare il consigliere Parroncini. Ne ha facoltà.

PARRONCINI (Pd-U). Signor Presidente, colleghi consiglieri, siamo sull’ordine dei lavori però sono state fatte alcune affermazioni che meritano comunque una

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risposta, una precisazione, soprattutto in riferimento alle vicende di queste ore, di provvedimenti restrittivi nei confronti di vari soggetti che operano nel campo sanitario, siano essi direttori di una Asl, dirigenti della Regione o anche parlamentari di una parte politica ben precisa. Quindi inviterei - non vedo qui il collega Luzzi - a non strumentalizzare questa vicenda perché, come si può ben capire dalle notizie giornalistiche che finora abbiamo, non ci sono contorni ben precisi e quindi nessuno può speculare o strumentalizzare soprattutto in questa fase. Quindi inviterei a toni più sobri e più attinenti alla realtà e alla conoscenza dei fatti che abbiamo sinora.

Io ritengo che il Presidente Marrazzo, appena saranno chiariti tutti i contorni di questa vicenda, debba venire in Aula a riferire, mi sembra un fatto serio, grave, naturalmente siamo fiduciosi nell’operato degli inquirenti, della magistratura, ma da questo punto di vista, ecco, bisogna capire meglio anche quali sono i fatti contestati e tutta la vicenda così come si sta sviluppando.

Da questo punto di vista penso che non convenga in questa fase mettere altre questioni come ha fatto il collega Cicchetti in riferimento alla Asl di Viterbo. Ha letto alcune notizie che sono abbastanza riciclate e risapute, che fanno parte di articoli sulla stampa locale, che fanno parte anche di interrogazioni già fatte in quest’Aula, che fanno parte di esposti alla magistratura, quindi se ci sono motivi di rilevanza penale ci penserà la magistratura viterbese ad occuparsene, non sta a noi in questa fase, in questa sede che è più politica, contestare addebiti particolari al direttore della Asl di Viterbo.

Io approfitto di questo intervento per dare il benvenuto al nuovo Gruppo “Movimento per la Sinistra”, che è formato da quattro consiglieri, sicuramente questo Gruppo arricchirà il dibattito, la dialettica all’interno di questo Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Alagna. Ne ha facoltà.

ALAGNA (LcL). Signor Presidente, colleghi consiglieri, intervengo sull’ordine dei lavori per chiedere a lei, Presidente, se è al corrente di qualche novità rispetto al percorso legislativo di un progetto di legge che dovrebbe riguardare la soluzione del problema del precariato nella Regione Lazio. Dico questo perché c’era stato da un lato un impegno del Presidente della Regione in questo senso e direi anche una volontà unanime del Consiglio di procedere, poi sulle soluzioni magari abbiamo idee diverse, ma di procedere in questa direzione. Io so che ci sono stati degli incontri tra la Giunta e alcuni presidenti di commissione competenti rispetto alla materia, ma non so altro.

L’unica novità vera che in qualche modo è collegata a questa vicenda è invece una delibera dell’Ufficio di Presidenza che potrei definire propedeutica rispetto all’indizione di bandi di concorso in riferimento al personale del Consiglio regionale. Cioè, l’Ufficio di Presidenza, dopo aver calcolato le carenze di organico del Consiglio regionale, sembra da questa delibera che stia per procedere alla indizione di bandi di concorso.

Su questo, Presidente, le chiedo una riflessione perché è evidente che se la volontà dell’Ufficio di Presidenza, che trova riscontro nelle carenze di organico in Consiglio regionale, se questa volontà non cammina di pari passo con l’indirizzo che dovrebbe scaturire dall’Aula, noi rischiamo di non dare una soluzione al problema della stabilizzazione del precariato.

E’ chiarissimo questo, nel senso che, individuate in circa 250 unità le necessità di organico del Consiglio regionale, se immediatamente l’Ufficio di Presidenza dà corso a questa delibera e indice i bandi di concorso è evidente che l’eventuale volontà, che potrebbe manifestarsi in Aula rispetto a un processo di stabilizzazione, secondo le leggi dello Stato e della Regione, del personale, rischierebbe di entrare in rotta di collisione.

Su questo, Presidente, peraltro lei era assente, però sicuramente è al corrente di questa delibera dell’Ufficio del quale lei fa parte, mi permetto - in conclusione

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dell’intervento - di ricordare quello che è ovvio, cioè che l’Ufficio di Presidenza è espressione dell’Assemblea regionale e, in quanto espressione del Consiglio regionale, non può non tener conto degli indirizzi che l’Aula dà o sta per dare.

Quindi quello che le chiedo, nel rispetto dell’autonomia, naturalmente, dell’Ufficio del quale lei fa parte, è di tener presente che la volontà affermata dal Presidente della Regione e dal Consiglio regionale e dalla Conferenza dei Capigruppo è una volontà che - ecco perché le facevo la domanda all’inizio sul percorso dell’iter legislativo - potrebbe, non so come, trovare concretezza nelle prossime settimane o, al massimo, nei prossimi due mesi.

Quindi credo che la decisione dell’Ufficio di Presidenza debba tener conto, ripeto, di un indirizzo che si è manifestato, o comunque si sta manifestando da parte dell’Aula, altrimenti risulterebbe, questo indirizzo, un indirizzo vuoto e privo di conseguenze concrete.

PRESIDENTE. Vi ricordo che siamo sempre sull’ordine dei lavori.

Ha chiesto di parlare il consigliere Peduzzi. Ne ha facoltà.

PEDUZZI (Prc-Se). Signor Presidente, le vorrei comunicare sull’ordine dei lavori la mia presentazione di un ordine del giorno relativo a quanto è in discussione nel Parlamento, alla Camera e, tra qualche giorno, al Senato in relazione alla riforma elettorale per le elezioni europee.

Ritenendo che questo Consiglio possa esprimere un suo orientamento rispetto alle scelte che la quasi unanimità del Parlamento sta intraprendendo in questa direzione, coglierei l’occasione, sollecitando la sensibilità di tutti i consiglieri, per chiedere che questo Consiglio esprima un suo parere in relazione ad un indirizzo da comunicare, ovviamente come impegno del nostro Consiglio, agli organi del Governo nazionale.

Se questo fosse possibile, l’ordine del giorno lo sto depositando in questo momento, chiederei una discussione in merito.

In relazione allo Statuto, al quale io mi accompagno, per il buon lavoro di alcuni consiglieri fuoriusciti dal Gruppo di Rifondazione comunista, io ovviamente non posso che cogliere l’esigenza che si porrà nei confronti del rapporto tra il nostro Gruppo e la coalizione intera, la Giunta regionale, di un chiarimento e, ovviamente, una verifica che è in corso e stiamo sollecitando al Presidente Marrazzo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Pallone. Ne ha facoltà.

PALLONE (FI-Pdl). Signor Presidente, sempre sull’ordine dei lavori, volevo dire che ieri ho concordato con l’assessore Costa che venisse rinviata l’interrogazione. Questa volta, anche per problemi personali, l’assessore non può venire, concordo di rinviare la risposta alla mia interrogazione.

Mi permetta una riflessione sull’ordine dei lavori. Dobbiamo stare attenti, colleghi, ai toni che adoperiamo in Consiglio regionale, dobbiamo stare attenti ai toni che adoperiamo quando facciamo delle conferenze stampa, dobbiamo stare attenti ai toni quando andiamo a fare lezioni nelle scuole!

Ieri il Presidente Marrazzo quando è andato davanti ad una scolaresca, e quindi la cosa diventa anche più grave, ha iniziato con il dire: “Io mi trovo in questa situazione perché gli altri hanno rubato”, facendo un discorso diametralmente opposto a quello che fa in Aula, con una dicotomia paurosa!

Stiamo assistendo anche questa mattina a dei fatti, io non voglio entrare nel merito di questioni che non sono di competenza del Consiglio regionale, però credo che noi non possiamo non fare una riflessione condivisa e stare attenti ai toni e a non sparare nel mucchio. Sono d’accordo con quello che diceva il collega Cicchetti perché spesso noi facciamo solamente un passaggio in Consiglio regionale per uscire sui giornali su questioni che sono molto, molto delicate, dove dovremmo essere più ponderati, dovremmo fare delle riflessioni e dove lo stato di diritto e il garantismo è sia da una parte che dall’altra, e non possiamo essere

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garantisti solamente quando le cose toccano noi e quando invece toccano gli altri diventiamo immediatamente giustizialisti.

Le istituzioni regionali stanno passando un momento abbastanza particolare, la gente crede molto meno all’Istituzione “Regione”, con il federalismo fiscale credo che vada fatta una riflessione una volta per tutte, dobbiamo passare dalla teoria alla prassi in modo corretto qui, fuori e quando stiamo tra i giovani.

I giovani sono la futura classe dirigente del nostro Paese, non possiamo fare politica quando siamo nelle scuole. Dobbiamo far vedere che le istituzioni sono importanti e non dire delle cose diametralmente opposte a quelle che si dicono in Aula.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Mariani. Ne ha facoltà.

MARIANI (LcL). Signor Presidente, sarò brevissimo anche perché ho sentito delle cose che in qualità di Vicepresidente della Commissione lotta alla criminalità mi hanno obbligato a prendere la parola. Perché quando parliamo di criminalità, di mafia e di qualcosa che tocca la carne delle persone, delle istituzioni, della politica io credo che dovremmo essere molto attenti e molto sobri.

In merito alle cose che venivano dette della Presidente Laurelli - non sto a difendere la persona perché si difende bene da sola - mi preme sottolineare solo un aspetto. Nella Commissione che la Presidente coordina in maniera severa, in maniera attenta, con l’unanimità della Commissione stessa, il problema della criminalità, della mafia, della sicurezza all’interno della Regione Lazio è stato sempre toccato con dovizia di particolari, con una sensibilità e una attenzione che in qualche modo ci fa onore come Regione tutta.

Quindi nel momento in cui vengono messi in discussione alcuni passaggi che sono comunque una distorsione della dialettica che non riguarda quest’Aula ma riguarda gli uditori, i giornalisti, i mass media, noi dovremmo in qualche modo tutelare l’Istituzione stessa.

Io mi sento di sottolineare alla Presidente, anche con una nota scritta, un reprimenda e una scusa per le istituzioni, dato il ruolo che noi ricopriamo con molta attenzione.

Voglio sottolineare questo passaggio perché alcune cose oltre ad essere inesatte sono ingenerose rispetto a quello che noi facciamo in una Commissione così delicata, che ha anche dei rischi nel percorso, nella lettura delle norme, nelle disposizioni che noi in questi tre anni abbiamo fatto.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, possiamo chiudere la discussione sull’ordine dei lavori.

Per quanto riguarda le questioni poste, la richiesta del consigliere Lollobrigida, di poter ricordare nella giornata del 10 gli avvenimenti legati alle Foibe, sarà da me girata al Presidente del Consiglio.

Vedremo nella Conferenza dei Capigruppo se sarà deciso di effettuare questo ricordo nella prossima seduta del Consiglio regionale. E’ questione, quindi, che girerò al Presidente.

Per quanto riguarda i problemi rispetto alla legge per il precariato, riporterò quanto richiesto dal consigliere Alagna in sede di Ufficio di Presidenza e ci determineremo nel merito, anche verificando le notizie rispetto all’iter della proposta di legge che io attualmente non sono in grado di poter verificare.

Per quanto riguarda le questioni del dibattito, della richiesta che il Presidente riferisca in Aula, io sono d’accordo su questa richiesta. Chiederemo al Presidente di poter riferire, non credo in questa seduta, perché i fatti sono di ieri sera, credo che il Presidente avrà le notizie che abbiamo noi, c’è bisogno di poter aver notizie dettagliate, dato che sono fatti abbastanza gravi, onde metterci in condizioni come Aula di poter discutere su questo.

Riferirò al Presidente della Giunta questa richiesta e credo che nella prossima seduta della Conferenza dei Capigruppo anche questa questione potrà essere calendarizzata. Saranno poi i Capigruppo a decidere se il Presidente dovrà riferire in Aula o in sede di

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Commissione sanità, come altre volte è stato fatto.

Questa è una questione che come Presidenza porremo nella Conferenza dei Capigruppo.

Rispetto alla discussione della mozione sulla legge approvata ieri dalla Camera, rispetto allo sbarramento del 4 per cento, si dovrà determinare l’Aula successivamente. In coda ai punti che abbiamo in discussione oggi come ordine del giorno del Consiglio, questa questione potrà essere discussa dall’Aula, votata ed eventualmente accolta…

(Interruzione del consigliere Cicchetti: “La consigliera Laurelli dovrebbe dire qualcosa…”)

La consigliera Laurelli evidentemente non

ritiene di dire qualcosa, consigliere Cicchetti, quindi, io non posso né sollecitare, né obbligare la consigliera Laurelli!

Quindi passo alle interrogazioni… (Interruzione della consigliera Laurelli: “Chiedo di parlare”)

Do la parola alla consigliera Laurelli per rispondere a quanto posto dal consigliere Cicchetti, è evidente che sull’intervento della consigliera Laurelli io non aprirò nessun dibattito, perché dopo l’intervento della consigliera Laurelli passiamo all’ordine del giorno stabilito.

Ha chiesto di parlare la consigliera Laurelli. Ne ha facoltà.

LAURELLI (Pd-U). Signor Presidente, non era scortesia la mia, quella di non voler rispondere al collega Cicchetti, al quale prima dell’apertura del Consiglio ho già dato spiegazioni.

Ho raccontato al collega lo svolgimento dell’iniziativa, la sede in cui eravamo e anche le presenze dei giornalisti e ho sottolineato a lui che si è responsabili di quello che si dice non di quello che qualcuno ti vuole far dire.

Dichiaro qua, fra l’altro pubblicamente, ma lo sto facendo, gliel’ho già detto, attraverso un mio comunicato, a firma mia - così

almeno sono responsabile io di quel che dico e di quel che scrivo - che non consento a nessuno, meno che mai attraverso l’uso della titolazione degli articoli, che onestamente distorcono di molto le cose dette nelle occasioni pubbliche in cui assieme al collega Di Resta e all’assessore Fichera si discuteva di lotta alla criminalità, di sicurezza, di servizi sociali, di sviluppo per il territorio di Latina, non consento a nessuno di utilizzare una discussione di quella natura per titolare in quel modo, facendomi entrare - adesso questa è una mia supposizione - dentro polemiche elettorali o polemiche politiche o contrasti dentro i partiti che, fra l’altro non sono neanche di Latina, onestamente non conosco, quindi non voglio essere utilizzata come strumento da nessuno.

Volevo però dire - siccome il collega Cicchetti leggeva un pezzetto di un articolo perché, come oggi ho avuto modo di dire, i giornalisti presenti avevano lo stenografico della nostra seduta di Consiglio, d’altra parte lo stenografico è un atto pubblico - che come ieri abbiamo letto sui giornali di questa iniziativa con questi giudizi, abbiamo anche letto qualche giorno fa un articolo sul Sole24Ore che commentava la seduta del Consiglio sulle mafie e sulla criminalità nel Lazio. Io non è che sono responsabile di quello che scrive il giornalista del Sole24Ore che commenta, come ha commentato, la seduta, collega Cicchetti, né quando fa nomi, né quando cita fatti, né quando dice: “La consigliera ha lavorato inutilmente”, voglio dire, i giornalisti fanno il loro mestiere, so bene da politico anche come interpretare le cose che vengono scritte sui giornali! Però leggo, perché così forse anche i colleghi che sono qui capiscono il contesto da cui è scaturito quello che viene scritto sui giornali, c’è scritto senza virgolette, quindi credo che sia responsabile di quello che ha scritto il giornalista: “Sulla provincia di Latina c’è poco da star tranquilli a rileggere il report del Consiglio del 22 gennaio scorso” - quindi leggevano i nostri interventi, il nostro stenografico - “Da Antonio Cicchetti, An-Pdl da Rieti, arrivava un siluro all’indirizzo di Anna Scalfati. Come è noto anche il futuro

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del Lago di Paola rientra nel più ampio discorso della legalità in terra pontina. E così la diretta interessata, presente ieri all’incontro - quindi lei, non io ovviamente -, rimanda le accuse al mittente - virgolettato -: “Sono indignata che da esponenti delle istituzioni si confonda un mio diritto ad essere proprietaria con il dovere di difendere un bene di tutti, quindi anche suo. Invece di averlo alleato nel rispetto della legge, lui mi fa oggetto di un attacco personale violento dai connotati quanto mai inquietanti e oscuri. Di questo chiederò di fare chiarezza””.

Io credo che ci sia un grande…

(Interruzione del consigliere Cicchetti: “Lei può fare le dichiarazioni che vuole…”) PRESIDENTE. Consigliere Cicchetti, non interrompa per cortesia.

LAURELLI (Pd-U). Io credo, concludendo, che ci sia forse un grande equivoco, che qualcuno abbia mescolato cose dette da qualcuno e le abbia messe in bocca a qualcun altro. La sottoscritta interviene non tanto e non solo per rassicurare il collega Cicchetti, ma gli anche gli altri colleghi, intervengo preoccupata del fatto che abbiamo già preparato due nuove audizioni in Commissione sulle questioni domani dell’abusivismo denunciato dal Presidente del Parco del Circeo nella Commissione, assieme alle Commissioni urbanistica e ambiente, quindi in una seduta più larga che non quella della Commissione sicurezza discuteremo delle questioni dell’abusivismo edilizio nel Parco del Circeo e, nella seduta successiva, come abbiamo deciso unanimemente in Commissione, approfondiremo la questione dell’ipotetico progetto di allargamento del Canale Romano del Lago di Paola. Questo mi pare che rientri nelle competenze della mia come di altre Commissioni.

I giudizi specifici su quei fatti, o i retroscena, o le supposizioni diciamo, io non posso impedire ai giornalisti di farli, né ai cittadini, penso che, nella funzione istituzionale che abbiamo, come ho avuto

modo di dire a Latina, certi fenomeni criminali ci sono, io sono per non sottacerli ma neanche per esaltarli, perché credo che su queste questioni si debba essere seri e responsabili.

*****

Interrogazioni a risposta immediata

PRESIDENTE. Passiamo adesso alle interrogazioni a risposta immediata. Vengono rinviate le prime due a cui doveva rispondere l’assessore Silvia Costa che è assente, come ci ha comunicato anche il consigliere Pallone; così come viene rinviata la n. 2 a cui doveva rispondere l’assessore Dalia, per assenza dell’interrogante.

N. 304 dei consiglieri Leopardi e Palombi concernente: “Bosco selva della croce in comune di Arpino”.

PRESIDENTE. Interrogazione n. 304 dei consiglieri Leopardi e Palombi concernente: “Bosco selva della croce in comune di Arpino”.

A questa interrogazione risponde l’assessore Nieri…

(Interruzione dell’assessore Nieri)

Ha chiesto di parlare il consigliere Palombi.

Ne ha facoltà.

PALOMBI (FI-Pdl). Signor Presidente, ovviamente non è che possiamo pretendere o esigere in questo momento una risposta estemporanea da parte dell’assessore se non ha acquisito le dovute informazioni.

Prendiamo atto, quindi, che l’assessore ha bisogno di qualche giorno per approfondire l’argomento. Il tema è abbastanza delicato e senz’altro era stato ravvisato come un tema rispetto al quale sembrava utile, per l’intero Consiglio, avere una risposta immediata.

Prendo atto che l’assessore si impegna a risponderci al prossimo Consiglio. Per noi va bene così. Nel frattempo speriamo che questo possa portare ad un più approfondito esame

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della vicenda. PRESIDENTE. Rinviamo alla prossima seduta lo svolgimento dell’interrogazione.

A questo punto, passiamo alla votazione che era stata svolta sulla proposta di legge n. 406 nella scorsa seduta, che deve essere ripetuta perché è mancato il numero legale.

***** Ordine dei lavori PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Peduzzi. Ne ha facoltà.

PEDUZZI (Prc-Se). Signor Presidente, mi scusi, forse mi sono distratto. Non ho ben capito. Io prima avevo fatto una richiesta per verificare se l’Aula era disponibile ad anticipare la discussione e il voto di un ordine del giorno presentato da alcuni consiglieri regionali rispetto alle vicende della istituzione dello sbarramento al 4 per cento nel meccanismo elettorale per le elezioni europee.

Non ho ben capito se questa cosa l’ha fatta cadere o se l’Aula ha già respinto questa richiesta.

PRESIDENTE. Ho già risposto, non facendo cadere la sua richiesta ma comunicando che, come da Regolamento, la sua richiesta sarà esaminata in coda all’ordine del giorno odierno.

Adesso noi eravamo in votazione rispetto alla seduta precedente. Quindi, ripetiamo la votazione. Esaurito l’ordine del giorno la sua richiesta verrà sottoposta all’Aula.

***** Proposta di legge regionale n. 406 del 19 settembre 2008, di iniziativa dei consiglieri Laurelli, Pizzo, Grosso, Massimi, Ciaraldi, Brancati e Brianti, concernente: "Modifiche alla legge regionale 25 novembre 1976, n. 58 (istituzione della consulta femminile regionale) e successive modifiche (prosecuzione esame)

Votazione finale PRESIDENTE. Riprendiamo dalla votazione sulla legge regionale n. 406

E’ stata presentata una richiesta di votazione per appello nominale da parte del consigliere Parroncini.

La consigliera segretaria Pizzo proceda all’appello nominale dei consiglieri. (Seguono le operazioni di voto)

Comunico l’esito della votazione:

Presenti ai fini del numero legale 37 Assenti per motivi istituzionali 4 Favorevoli 33 Hanno votato a favore i consiglieri: Alagna, Bafundi, Battaglia, Brancati, Brianti, Canali, Ciaraldi, Colagrossi, Dalia, D’Amato, Di Carlo, Di Resta, Fichera, Fontana, Foschi, Gargano, Grosso, Laurelli, Lucherini, Mariani, Massimi, Moscardelli, Nieri, Parroncini, Peduzzi, Perilli, Pineschi, Pizzo, Ponzo, Rodano, Tibaldi, Zanon, Zaratti. (Il Consiglio approva all’unanimità)

Sospendo il Consiglio per cinque minuti per riordinare il lavoro e poi riprendiamo dalla proposta di legge successiva. Alle 13.45 riprendiamo.

La seduta è sospesa. (La seduta è sospesa alle ore 13,37 e riprende alle ore 13,45)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUCHERINI

PRESIDENTE. La seduta riprende. Interrogazioni a risposta immediata PRESIDENTE. Consigliere Palombi, la sua interrogazione possiamo svolgerla in attesa che sistemino le carte. N. 304 dei consiglieri Leopardi e Palombi

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concernente: “Bosco selva della croce in comune di Arpino”. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Palombi. Ne ha facoltà. PALOMBI (FI-Pdl). L’oggetto dell’interrogazione attiene a questo bando che è stato gestito in pochissimi giorni con una procedura a nostro avviso controversa per il taglio del Bosco della Selva della Croce… PRESIDENTE. Invito i consiglieri a fare silenzio, per favore.

Prego, consigliere. PALOMBI (FI-Pdl). … del Comune di Arpino.

Siamo rimasti alquanto interdetti dalla velocità con cui è stato dichiarato il bando deserto, quando ad una prima lettura delle carte sembrerebbe invece che al momento in cui ciò è avvenuto non fosse ancora scaduto il termine per la presentazione delle domande. C’è stata quindi poi la gestione dell’aggiudicazione a trattativa privata invitando sei ditte, delle quali ha risposto solamente una. I tempi che sono stati dati per presentare le offerte erano molto stretti, peraltro in un periodo a cavallo tra Natale e Capodanno, quindi insomma diciamo che l’intera procedura presta il fianco a delle perplessità non solo di metodo ma anche di merito. Vorremmo sapere infatti dall’assessore se la gestione di questo bosco in realtà spetti al Comune piuttosto che alla Regione in ossequio del provvedimento che ha ritrasferito in sede di assestamento di bilancio la gestione del patrimonio ex Asl da parte dei Comuni che erano assegnatari all’epoca alla Regione stessa.

Ci sono, appunto, delle domande che sono state dettagliate, adesso l’assessore mi dice che è in grado di fornire chiarimenti, mi riservo poi di replicare.

PRESIDENTE. Grazie, consigliere Palombi.

Ha chiesto di parlare l’assessore Nieri. Ne ha facoltà.

NIERI, Assessore. Signor Presidente, in realtà noi avevamo già inviato la risposta il 21 gennaio, perché credo, appunto, che bisogna essere puntuali e precisi nel rapporto con il Consiglio.

Il consigliere Leopardi e il consigliere Palombi hanno interrogato l’Assessorato in merito, appunto, al Bosco in località Selva della Croce nel Comune di Arpino. L’interrogazione è costruita bene e alla fine è composta di sette punti. E noi con puntualità, in collaborazione, ovviamente, e con l’aiuto degli uffici, abbiamo previsto una risposta anche scritta che le consegnerò alla fine dell’intervento, così ce l’avrà direttamente.

La risposta è puntuale ed è relativa a punto per punto, così è più facile anche nella ricostruzione. Lei, consigliere, avrà sicuramente nei documenti consegnati all’Aula l’interrogazione, così possiamo scorrere le risposte per punti con attenzione.

Relativamente ai punti 1 e 2, il bosco Selva della Croce nel Comune di Arpino è stato trasferito al patrimonio delle Asl, in comunione, col decreto n. 31 del 30 gennaio 2002. Oltretutto il collega lo può anche verificare direttamente sul sito dell’Assessorato al bilancio.

Relativamente al punto 2 il Comune di Arpino risulta tra i Comuni inadempienti all’obbligo di consegna dei beni in favore delle Aziende sanitarie, così come previsto dall’articolo 24 della legge regionale n. 18/1994.

Relativamente al punto 3 per l’effetto della inadempienza si applicano al Comune le disposizioni dell’articolo 1, comma 10, della legge regionale n. 14 del 2008, che disciplinano l’obbligo di consegna. Parliamo, appunto, del provvedimento che ha discusso nello scorso anno quest’Aula.

Sul punto 4 dell’interrogazione, l’iniziativa illegittima intrapresa dal Comune, al di là degli aspetti giuridici e di merito, richiede che venga salvaguardata l’aspettativa all’entrata da parte della Regione Lazio, con implicazioni della tutela economica del bene e l’impossibilità per il Comune di acquisire i proventi della silvicoltura come propri. Questo è il punto, che mi pare uno dei punti

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centrali dell’interrogazione. Sul punto 5 confermo che è la Direzione

regionale economia e finanza il soggetto. Sul punto 6, i casi dei beni non consegnati

al patrimonio della comunione delle Asl della Regione Lazio sono presenti in diversi Comuni, e precisamente: Alatri, Arpino, Castel San Pietro Romano, Cittareale, Civita Castellana, Civitavecchia, Ferentino, Fondi, Gerano, Isola Liri, Magliano Sabina, Orte, Rieti, Ronciglione, Santa Marinella, Sora, Subiaco, Tolfa, Torrice, Veroli, Vetralla. Per questi Comuni si sta applicando il principio di cui all’articolo 1, comma 10, della legge regionale dell’11 agosto 2008 n. 14.

Nella risposta precisiamo, infine, che la gestione di tali beni da parte dei Comuni di per sé non può considerarsi cattiva gestione.

Per cui, come vede, collega abbiamo risposto punto per punto. Poi, oltre a tutte le informazioni che possono essere raccolte sul sito dell’Assessorato, ovviamente sia l’assessore che gli uffici sono a disposizione per ulteriori informazioni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Palombi per la replica. Ne ha facoltà.

PALOMBI (FI-Pdl). Signor Presidente, intanto mi è chiaro il concetto che effettivamente abbiamo colto nel segno, quindi c’era in effetti una attività illegittima da parte del Comune, e questo era il presupposto dell’interrogazione e del ragionamento.

Mi lascia un po’ perplesso, sotto questo punto di vista, invece la valutazione comunque positiva che viene data da parte dell’Assessorato rispetto alla gestione di merito da parte del Comune.

Qui abbiamo visto, ed è parte dell’interrogazione, che in realtà l’affidamento di questo servizio a favore di una ditta è avvenuto con una procedura a trattativa privata, a nostro avviso eccessivamente frettolosa e anche al di fuori di quelle che sono le norme che, invece, vincolano i soggetti pubblici per l’indizione di gare.

Oltretutto non mi sembra che l’urgenza dell’intervento giustificasse questo tipo di procedura e i pochi giorni che sono stati dati, peraltro, alle sei ditte invitate, tant’è che una sola ha risposto.

Mi sembra che sotto questo punto di vista forse è un po’ carente, anzi diciamo assolutamente carente la risposta dell’assessore lì dove ritiene che l’attività di gestione nel caso specifico non possa essere qualificata come cattiva gestione.

Credo che sotto questo punto di vista sarebbe necessario un approfondimento della regolarità della procedura che è stata adottata, forse per completezza di risposta, visto che l’assessore giustamente si è preoccupato di rispondere puntualmente alle domande, c’era anche questa considerazione all’interno della interrogazione che forse meritava una riflessione un pochino più precisa.

Mi sembra un po’ troppo lapidaria la questione del punto che non si tratta di cattiva gestione, perché non mi dice perché.

Poi vorrei chiedere all’assessore…

PRESIDENTE. Consigliere, lei non è che può interrogare di nuovo l’assessore, deve solo dichiararsi soddisfatto o insoddisfatto della risposta e motivarlo.

PALOMBI (FI-Pdl). Nel dichiararmi parzialmente insoddisfatto per le ragioni che ho detto, volevo anche sapere, rispetto alle somme che a questo punto il Comune dovrà riversare, immagino, nelle casse comunali, se questo effettivamente avverrà e se su questo l’assessorato si è attivato.

*****

Proposta regionale n. 311 del 23 luglio 2007 di iniziativa dei consiglieri Grosso, Milana, Pizzo, Laurelli, Mariani, Brianti, Dalia, Canali, Rinaldi, concernente: Istituzione del Centro di accesso unico alla disabilità (Caud). Modifica alla legge regionale 12 dicembre 2003 n. 41 (norme in materia di autorizzazione all'apertura ed al funzionamento di strutture che prestano servizi socio - assistenziali)

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(prosecuzione esame) Votazione dell’articolato PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 5, reca: “Proposta regionale n. 311 del 23 luglio 2007 di iniziativa dei consiglieri Grosso, Milana, Pizzo, Laurelli, Mariani, Brianti, Dalia, Canali, Rinaldi, concernente: Istituzione del Centro di accesso unico alla disabilità (Caud). Modifica alla legge regionale 12 dicembre 2003 n. 41 (norme in materia di autorizzazione all’apertura ed al funzionamento di strutture che prestano servizi socio - assistenziali) (prosecuzione esame)”.

Comunico al Consiglio che resta da votare l’articolo 12 della proposta di legge n. 311 del 23 luglio 2007.

C’è un emendamento della Giunta al comma 1 dell’articolo 12.

Lo pongo in votazione.

(Il Consiglio approva all’unanimità) Comunico che per effetto

dell’approvazione dell’emendamento della Giunta decadono i subemendamenti di pagina 42, 43 e 44.

Pongo in votazione l’articolo 12 così come emendato.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Pongo in votazione l’autorizzazione al

coordinamento formale del testo approvato.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Dichiarazioni di voto

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Grosso. Ne ha facoltà.

GROSSO (PCom). Signor Presidente, questa legge come dicevo all’inizio è una legge per me molto importante per il lavoro che è stato svolto. Volevo cogliere l’occasione anche per ringraziare la Consulta regionale dell’handicap, le consulte municipali e tutti

gli operatori e le associazioni che hanno lavorato su questa legge. Volevo fare un augurio al Presidente della Consulta regionale che doveva essere in Aula ma ha avuto un incidente. Gli rivolgo gli auguri di pronta guarigione.

La disabilità è una cosa importante che va trattata con serietà per cui ha anche la necessità di investimenti importanti per quanto riguarda l’applicazione di questa legge senza la frammentazione dei fondi.

Il progetto di vita individuale funziona se al suo interno contempla tutte le opportunità in maniera programmatica e sinergica. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Battaglia. Ne ha facoltà.

BATTAGLIA (Pd-U). Signor Presidente, credo che questa legge sul Caud consenta alla Regione Lazio di fare un importante passo avanti nella normativa che riguarda le persone disabili, i servizi che siamo chiamati ad organizzare per una piena integrazione delle persone con disabilità nella vita sociale. Non che non ci fossero nella nostra Regione delle leggi buone in questo settore, ci sono e io credo che dobbiamo tutti ricordare da dove inizia questo percorso. Inizia dal lontano 1974 quando fu approvata la prima legge regionale sull’handicap nella nostra Regione, la legge 62, che diede la possibilità di avviare i primi servizi territoriali per la disabilità da cui nacquero le UTR. Fu sviluppata poi da quei servizi l’integrazione scolastica e tutto il processo di inserimento.

Naturalmente il mondo della disabilità è un mondo particolare, man mano che affrontiamo dei problemi se ne pongono altri, la scuola, il lavoro, l’inserimento lavorativo, la mobilità, le barriere architettoniche e quant’altro. Oggi noi siamo chiamati ad affrontare nuove sfide, la sfida del lavoro, dare maggiori opportunità di inserimento lavorativo alle persone con disabilità. Quest’anno è il decennale della legge n. 68, una legge importante che in questo settore ha cambiato molto. E’ la sfida dell’handicap grave, della disabilità grave, dell’autismo. C’è la sfida della vita indipendente,

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dell’opportunità che noi diamo a persone anche con disabilità complesse di svolgere una vita normale, grazie ad una articolazione di servizi ed interventi che possono essere autogestiti. C’è la sfida del “dopo di noi”, di quelle persone con disabilità gravi che rimangono prive del sostegno del nucleo familiare.

Naturalmente, questa legge sul Caud non risponde a tutto ma ci fa fare un importante passo in avanti, in particolare ricreando quell’importante unità nella valutazione della disabilità e nella progettazione dei percorsi individuali di inserimento, quindi la votiamo con convinzione, anche nella prospettiva di una discussione che presto mi auguro che il Consiglio regionale possa affrontare, che è quella della riforma complessiva della rete dei servizi sociali e socio-sanitari della Regione Lazio.

Anche questo è un necessario aggiornamento, abbiamo una legge del 1996, siamo nel 2009, cambia il mondo, cambiano i servizi e la Regione si deve adeguare ai nuovi bisogni sociali, soprattutto in una fase particolare dell’economia del mondo, attraversato da una grave ed importante crisi economica e finanziaria che ha effetti sul lavoro, sul reddito delle famiglie, quindi sulle condizioni sociali delle persone.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Massimi. Ne ha facoltà.

MASSIMI (Pd-U). Signor Presidente, nel dichiarare il voto favorevole, volevo anche dire che questa legge consente la concretizzazione di principi già contenuti nella legge 104, per l’inserimento e l’integrazione delle persone disabili.

La 104 è una legge estremamente complessa, che ancora, a distanza di anni, ha trovato e trova difficoltà ad offrire alla disabilità l’integrazione a livello scolastico, sociale e lavorativo.

Un aspetto importante di questa legge è l’aver previsto una rete di centri. Il Caud non è un centro solo regionale, quindi unico, che ha la sede unica a Roma, ma ne è previsto uno per ogni provincia, e questo consentirà

all’intero territorio regionale, alle famiglie dei ragazzi disabili, delle persone disabili, di avere un punto di riferimento importante per essere sostenuti ed orientati.

E’ un mondo che richiede grande attenzione, soprattutto dobbiamo muoverci per creare delle reti che possano consentire ai giovani, dopo la scuola, di essere non soltanto inseriti nel mondo del lavoro, ma di trovare dei centri nei quali poter esprimere le potenzialità che pur possiedono, attraverso appunto un sistema integrato e non in forma distaccata e lontana dai cosiddetti “normali”.

Il voto, quindi, è favorevole. Ringrazio la Presidente Grosso per questa

proposta, alla quale io ho partecipato anche attivamente sia per la stesura sia per la conoscenza a livello territoriale. Votazione finale PRESIDENTE. Procediamo alla votazione finale della proposta di legge regionale n. 311. E’ stata avanzata una richiesta di votazione per appello nominale dal consigliere Parroncini.

La consigliera segretaria Pizzo proceda all’appello nominale dei consiglieri. (Seguono le operazioni di voto)

Comunico l’esito della votazione:

Presenti ai fini del numero legale 40 Assenti per motivi istituzionali 4 Favorevoli 36 Hanno votato a favore i consiglieri: Alagna, Bafundi, Battaglia, Brancati, Brianti, Canali, Ciaraldi, Cicchetti, Colagrossi, Dalia, D’Amato, Di Carlo, Di Resta, Fichera, Fontana, Foschi, Gargano, Grosso, Laurelli, Lucherini, Mariani, Maselli, Massimi, Mazzocchi, Moscardelli, Nieri, Parroncini, Peduzzi, Perilli, Pineschi, Pizzo, Ponzo, Rodano, Tibaldi, Zanon, Zaratti. (Il Consiglio approva all’unanimità)

*****

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Proposte di legge regionale esaminate in forma abbinata ai sensi dell'art. 61. Reg.: Proposta di legge regionale n. 14 del 4 luglio 2005, di iniziativa dei consiglieri Lucherini, Parroncini e Laurelli, concernente: Istituzione del reddito di cittadinanza nella Regione Lazio; Proposta di legge regionale n. 37 del 23 settembre 2005, di iniziativa del consigliere Grosso, concernente: Istituzione in via sperimentale del reddito minimo di inserimento nella Regione Lazio; Proposta di legge regionale n. 42 del 5 ottobre 2005, di iniziativa dei consiglieri Celli e Antinucci (dimesso), concernente: Istituzione del reddito di cittadinanza; Proposta di legge regionale n. 66 del 27 ottobre 2005, di iniziativa dei consiglieri Formisano (dimesso), Forte, Ciocchetti (dimesso) e Bafundi, concernente: Introduzione del reddito di ultima istanza; Proposta di legge regionale n. 231 del 1 febbraio 2007, di iniziativa dei consiglieri Robilotta, Fichera, Di Carlo, Pallone, Saponaro, Del Balzo, D'Ambrosio, Brancati, concernente: Misure di sostegno al reddito dei lavoratori cd precari; Proposta di legge regionale n. 375 del 5 marzo 2008, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 39 del 25 gennaio 2008, concernente: Istituzione del reddito sociale garantito - sostegno al reddito in favore dei disoccupati, inoccupati o precariamente occupati. Proposta di legge regionale n. 375 del giorno 5 marzo 2008, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 39 del giorno 25 gennaio 2008, concernente: Istituzione del reddito minimo garantito. Sostegno al reddito in favore dei disoccupati, inoccupati o precariamente occupati. (Testo base ai sensi dell'art. 61, c. 3, Reg.)

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 6, reca: Proposte di legge regionale esaminate in forma abbinata ai sensi dell'art. 61. Reg.: Proposta di legge regionale n. 14 del 4 luglio 2005, di iniziativa dei consiglieri Lucherini, Parroncini e Laurelli, concernente: Istituzione del reddito di cittadinanza nella Regione Lazio; Proposta di legge regionale n. 37 del 23 settembre 2005, di iniziativa del consigliere Grosso, concernente: Istituzione in via sperimentale del reddito minimo di inserimento nella Regione Lazio; Proposta di legge regionale n. 42 del 5 ottobre 2005, di iniziativa dei consiglieri Celli e Antinucci (dimesso), concernente: Istituzione del reddito di cittadinanza; Proposta di legge regionale n. 66 del 27 ottobre 2005, di iniziativa dei consiglieri Formisano (dimesso), Forte, Ciocchetti (dimesso) e Bafundi, concernente: Introduzione del reddito di ultima istanza; Proposta di legge regionale n. 231 del 1 febbraio 2007, di iniziativa dei consiglieri Robilotta, Fichera, Di Carlo, Pallone, Saponaro, Del Balzo, D'Ambrosio, Brancati, concernente: Misure di sostegno al reddito dei lavoratori cd precari; Proposta di legge regionale n. 375 del 5 marzo 2008, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 39 del 25 gennaio 2008, concernente: Istituzione del reddito sociale garantito - sostegno al reddito in favore dei disoccupati, inoccupati o precariamente occupati. Proposta di legge regionale n. 375 del giorno 5 marzo 2008, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 39 del giorno 25 gennaio 2008, concernente: Istituzione del reddito minimo garantito. Sostegno al reddito in favore dei disoccupati, inoccupati o

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precariamente occupati. (Testo base ai sensi dell'art. 61, c. 3, Reg.)”.

Rammento che il testo presentato dalla Giunta è un testo base rispetto ad altre proposte di legge presentate di iniziativa consiliare.

Ha chiesto di parlare l’assessore Tibaldi per l’illustrazione della proposta di legge. Ne ha facoltà.

(Interruzione del consigliere Robilotta: “Chiedo di parlare, signor Presidente!”)

Ordine dei lavori PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull’ordine dei lavori il consigliere Robilotta. Ne ha facoltà.

ROBILOTTA (Sr-Pdl). Signor Presidente, intervengo sull’ordine dei lavori.

Ho inviato una lettera al Presidente del Consiglio Milana, spero che abbia ricevuto questa lettera, perché a mio parere questa proposta di legge, di cui poi discuteremo nel merito, doveva andare almeno in sede di consultazione del Crel e della Conferenza Regioni Enti locali perché contiene, questa proposta di legge, alcune norme importanti che i Comuni e gli Enti locali devono attuare. C’è, tra l’altro, una richiesta dell’ex collega Troja, come presidente del Crel, che ha chiesto di vedere in sede di consultazione questo testo.

Ora, signor Presidente, delle due l’una, o noi questi enti, che questa Aula ha istituito, li facciamo funzionare, oppure è meglio chiuderli, perché se non ci va una legge come questa al Crel o alla Conferenza Regione Enti locali, è meglio chiuderli. Siccome contiene delle norme che si dice i comuni debbono poi attuare, questa non può arrivare in Aula senza che ci sia stata una consultazioni con gli Enti locali.

Quindi io vorrei sapere, su questa mia richiesta formale che ho fatto al Presidente del Consiglio regionale, quale sia stata la decisione che la Presidenza e l’Ufficio di Presidenza hanno preso.

PRESIDENTE. Se non ci sono altri interventi, rispetto alle questioni poste dal collega Robilotta, io non ho avuto la lettera che probabilmente ha esaminato, anzi, sicuramente ha esaminato il Presidente Milana che, purtroppo, come dicevo, non è presente per motivi familiari intervenuti nella serata di ieri, quindi non c’è stato neanche il tempo di comunicare sue eventuali decisioni al Presidente di turno. Io personalmente ritengo fondate le richieste del consigliere Robilotta, credo che possiamo questa mattina proseguire i lavori incardinando la proposta di legge, quindi facendo svolgere la relazione all’assessore e facendo il dibattito generale, poi io girerò al Presidente la richiesta che, ripeto, ritengo fondata del consigliere Robilotta di chiedere i pareri al Crel ed alla Conferenza delle Autonomie locali.

Se non vi sono obiezioni possiamo procedere in questo modo.

Relazione

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’assessore Tibaldi per la relazione sulla proposta di legge. Ne ha facoltà.

TIBALDI, Assessore. Grazie, Presidente.

Quando abbiamo avviato il percorso che ci porta oggi a presentare questa proposta di legge avevamo di fronte un altro mondo. L’idea di fondo che ci spingeva a realizzare un provvedimento di questo tipo si legava in maniera stretta alle trasformazioni del mercato del lavoro, alla necessità di individuare strumenti di sostegno in grado di rompere il ricatto di quella precarietà del lavoro che rende i soggetti sociali spesso ricattabili e, quindi, senza diritti L’idea di fondo era cominciare a pensare che la questione della flessibilità del lavoro sganciata dalla precarietà avesse dei risvolti positivi, proprio perché un lavoratore poteva, se messo in condizione, cambiare lavoro nel corso della sua vita, acquisire nuove competenze, fare nuove esperienze, cambiare contesti e, possibilmente, migliorare la sua condizione personale e professionale.

La questione del reddito garantito dunque

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legava in maniera indissolubile la costruzione di garanzie nuove dentro e fuori il mondo del lavoro e la possibilità di ridare senso alla scelta, l’opportunità di determinare percorsi possibili. Due parole, dunque, due termini: “garanzia” e “scelta”. Dentro un mondo dettato da un termine unico, “precarietà”, la garanzia e la scelta si contrappongono in un modo costruttivo, possibile e realizzabile.

Cosa sarebbe, infatti, la flessibilità del lavoro se oggi ci fosse una garanzia economica minima per poter passare da un lavoro ad un altro senza per questo dovere cadere in povertà? Cosa sarebbe la flessibilità se si potesse scegliere quale lavoro poter fare, se si potesse avere tempo per potersi muovere nel mercato, comprendere meglio quali occasioni ed opportunità cogliere, senza per questo dover essere costretto dalla necessità economica immediata e dalla risposta alla sopravvivenza?

Queste riflessioni ci portarono a ragionare in modo diverso su come affrontare la condizione della precarietà e del disagio economico che migliaia di cittadini vivono in questa regione, non un approccio ideologico ma pragmatico, non un approccio generico ma un approccio che voleva utilizzare un altro sguardo usando altri termini: opportunità, garanzia e scelta.

Il sistema del lavoro negli ultimi decenni del XX secolo ha subito molte trasformazioni. Le strutture e le dinamiche che dal dopo guerra fino agli anni ’80 hanno caratterizzato il sistema del lavoro hanno cambiato aspetto radicalmente: da un lavoro a tempo pieno, fondato sul principio del lavoro per una vita, caratterizzato da una ritmicità e continuatività della produzione e del sistema di lavoro in cui si determinava un’organizzazione della vita non meno scandita da cicli determinati, si è assistito alla radicale trasformazione delle forme di produzione e di regolazione dei rapporti fra imprese e lavoro, alla decentralizzazione della produzione ed alla flessibilità della prestazione. Un insieme di garanzie sociali, welfare state, in cui lo Stato poteva sostenere anche gli squilibri intrinseci del sistema del lavoro, era congegnato a rispondere ad un

modello specifico di produzione, di ritmicità della vita dentro ed oltre il lavoro.

Oggi il lavoro fisso è sempre meno una possibilità reale, si è iniziato a parlare di precarietà del lavoro e della vita come risvolto negativo della flessibilità introdotta da questo nuovo sistema del lavoro.

Oggi la temporaneità della prestazione è stata esportata da settori specifici a tutta la produzione dei servizi, arrivando fin dentro quelle fabbriche o quei settori industriali che prima non li vedevano così direttamente coinvolti. La flessibilità si è imposta come modello di riferimento generale e ha finito per coinvolgere strati sempre più larghi di popolazione.

Il lavoratore flessibile e precario si trova, dunque, di fronte alle esigenze della propria esistenza privo di ogni minima protezione sociale, questo comporta squilibri soprattutto nella gestione della vita presente e nelle scelte per il futuro.

Nell’introdurre la flessibilità del lavoro e liberalizzare il rapporto tra imprese e lavoratori la legislazione ha mancato di stabilire un sistema di garanzie che fosse adeguato a queste nuove forme di contratto di lavoro. La liberalizzazione dei contratti ha così finito per coincidere con una vera e propria deregolamentazione dei rapporti tra lavoratori e impresa.

Il rapporto tra le scelte personali e le condizioni socio economiche dunque è particolarmente stringente per chi ha una condizione di precarietà e le condizioni di instabilità economica restringono le possibilità di scelta sul presente, si prediligono soluzioni temporanee su ogni fronte e spesso si fanno rinunce definitive, come creare una famiglia o avere un figlio.

Con l’estendersi della precarietà il ciclo di vita individuale è divenuto più articolato ed incerto. Per questo si è cominciato a parlare di precarietà non solo del lavoro ma nella vita. Nello stesso tempo la formazione, una volta relegata all’età pre-lavorativa, oggi sempre più tende a sovrapporsi temporalmente alla fase del lavoro e del non lavoro. Si parla di formazione continua, di long life learning, necessaria proprio alla

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ridefinizione ogni volta del lavoratore in grado di essere sempre spendibile sul mercato della domanda e dell’offerta, sapersi muovere tra le opportunità più diverse, saper scegliere, saper fiutare le occasioni, essere imprenditore di se stesso, saper rischiare. Tutto questo richiede pazienza e saggezza che vengono dall’esperienza di vita in generale, per cui si parla sempre più spesso di individuazione di competenze di base e trasversali.

Chi è in condizione di precarietà deve continuamente riorganizzare questo tempo libero in funzione delle richieste del mercato e delle sue fluttuazioni. E’ proprio la possibilità di affrontare l’organizzazione del proprio tempo extra lavorativo a fare la differenza tra le opportunità che ogni cittadino possiede per trovare un impiego dignitoso. Spesso quando possono sono le famiglie di origine che fanno fronte a queste esigenze, ma in questo caso diventa difficilmente comprensibile quanto ciò pesi per poter contare sulle opportunità sociali su cui gli individui possono, appunto, effettivamente contare.

Chi non ha un solido sostegno economico personale o familiare, indipendentemente spesso dalle sue capacità e dal suo impegno, difficilmente potrà fare adeguatamente fronte alla ricerca di una dignitosa allocazione professionale.

Come si diceva all’inizio la flessibilità è un concetto ambivalente perché identifica un processo che se da un lato individualizza il prestatore di forza lavoro, indebolendone la forza contrattuale, dall’altro lo libera dalla costrizione dell’unica esperienza lavorativa. Questo ultimo aspetto potrebbe anche produrre una maggiore valorizzazione del lavoratore stesso, sganciando la sua vita dalla routine e dalla ripetizione ed esaltandone le competenze soggettive, anche accompagnate da un ruolo maggiore della formazione professionale in grado di permettere al lavoratore stesso la costruzione di diverse opportunità professionali nel corso della vita, una cosa possibile solo nel caso in cui si avessero delle adeguate, ampie e significative garanzie di vita nei periodi di inattività, sia

nel caso di transizione tra un lavoro e l’altro, sia nell’ipotesi di ricerca di prima o nuova occupazione.

Si tratta dunque di pensare al concetto stesso di flessibilità così come delle tutele di chi non è ancora direttamente inserito nel mercato del lavoro.

Si tratta di ridefinire per quanto riguarda la flessibilità, di costruire quelle garanzie che non vedano il lavoratore come puro oggetto passivo in balia delle fluttuazioni del mercato, ma di valorizzare le sue capacità produttive senza svilire le urgenze di vita.

Si tratta di contrapporre alla flessibilità come condizione soltanto subita una impostazione che faccia della flessibilità un’occasione, una possibilità accompagnata da una garanzia economica.

Ancora di più deve valere questo per quelli che entrano nel mercato del lavoro con contratti precari proprio per non cadere nel ricatto del lavoro purchessia.

Di nuovo dunque questi termini: opportunità scelta e garanzia.

Oggi si tratta di capire che con la trasformazione delle condizioni generali del lavoro e con la crisi nella quale noi siamo a pieno titoli inseriti vanno affermandosi nuovi problemi, bisogni sociali primari di un precariato sempre più diffuso. E dobbiamo capire che un lavoratore soggetto alla discontinuità e all’incertezza del reddito è soprattutto un lavoratore ricattabile perché costretto ad accettare qualsiasi occasione, anche la più degradante e mal retribuita, pur di avere un minimo di cui vivere.

Perdere l’occasione per un precario significa perdere tutto perché non c’è una conoscenza del domani, nessuna garanzia. E il ricatto è un brutto consigliere. Il rischio maggiore è una crescita senza limiti di lavoro nero e irregolare al limite e oltre la legalità.

Si rischia dunque una speculazione sul lavoro, per cui la flessibilità diventa una occasione per disporre di manodopera a basso costo e priva di coperture sindacali. La precarietà vuol dire anche questo, sottomissione a rapporti sfavorevoli perché non si ha la possibilità di rifiutare nulla.

Gli effetti di tutto questo sul costo del

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lavoro sono facilmente immaginabili, si innesca un circolo vizioso che data la disponibilità di manodopera sotto ricatto può determinare un livellamento al ribasso dei salari e dei diritti anche per quei lavoratori cosiddetti garantiti, come dimostrano tra l’altro le statistiche italiane sull’andamento del salario medio, caduto ben al di sotto della media europea.

Questo sottende evidentemente che l’unico modo di ottenere reddito è sottostare alla scarsità di opportunità realmente offerte laddove soltanto i più forti ce la fanno. Una società così strutturata non può che avere come propria conseguenza logica l’esclusione sociale, soprattutto dei meno abili e scaltri nel maneggiare le regole del mercato.

I rapporti degli enti di intervento sociale agli esclusi, per esempio la Caritas, confermano la crescita del fenomeno e il suo allargarsi su strade sociali tradizionalmente considerate garantite. Forte è l’incidenza della mancanza di lavoro e della disoccupazione classica, ma altrettanto forte è la condizione di precarietà che molti soggetti vivono passando continuamente dallo stato di lavoratore attivo allo stato di disoccupato e viceversa.

I bisogni che scopriamo tra lavoratori precari come la loro debolezza sociale dimostrano la debolezza della società in quanto tale. E il risultato di questo ciclo rischia di produrre una società più povera, più statica e dunque meno produttiva, una società con forti dispersioni di risorse.

Quando abbiamo avviato questo percorso le nostre intenzioni erano dunque intervenire sul presente per costruire le basi di un futuro più certo, costruendo strumenti che riescano a definirsi nel loro percorso in modo più forte per diventare strutturali. Purtroppo anche a partire dal fatto che nel nostro Paese non esistono misure di reddito minimo come nel resto d’Europa avevamo già inteso questa misura del reddito garantito come strumento necessario, utile a rispondere anche ad un’altra emergenza che la precarietà stessa ci segnalava, l’emergere del rischio di povertà, sia determinata da una incapacità di essere

bravi surfisti nelle fluttuazioni del mercato del lavoro, sia determinata da condizioni specifiche a partire dal contesto territoriale, sociale o familiare, sia determinata infine da una condizione complessiva di lavoro sottopagato che vede anche molti non precari, definiti oramai working poor, cioè persone che hanno un contratto definito, ma che non riescono a coprire economicamente le esigenze familiari e personali e che non arrivano insomma alla quarta settimana.

In merito a questo vanno segnalate le preoccupazioni emergenti dai dati di fonte Eurostat sul rischio di povertà, come suggerisce la nota del 2006. E’ un fenomeno preoccupante perché in crescita, e solo grazie a massicci interventi sociali i Paesi membri dell’Unione riusciranno a gestire una situazione altrimenti esplosiva. A livello di Unione europea sono 72 milioni le persone di questa categoria, di cui 11 milioni, e cioè il 15 per cento, si trovano in Italia.

Questo quadro si va aggravando proprio a fronte di nuove forme di povertà che colpiscono in particolare i giovani. Secondo una ricerca dei servizi di accoglienza, sempre Caritas, i giovani dai 18 ai 25 anni sono a rischio di povertà, e in Italia sono tra i 600 mila e il milione. Questa è la forbice stimata.

Vanno segnalate infine le previsioni allarmanti che dicono che senza interventi sociali in Italia il 42 per cento della popolazione rischia nei prossimi anni la povertà.

La crisi non fa che accelerare, anzi radicalizzare il disagio economico di milioni di persone che già due anni fa, e oggi ancora di più, erano al centro degli allarmanti comunicati europei e la necessità di interventi massicci di politiche pubbliche, di interventi sociali e di redistribuzione delle risorse economiche verso i cittadini erano già sollecitate dagli organismi internazionali.

L’attuale crisi ci impone di intervenire e di farlo con urgenza e valorizzare il senso della politica come strumento in grado di rispondere alle trasformazioni in atto.

Negli ultimi mesi del 2008 il Parlamento europeo, proprio per accelerare una politica di interventi sociali, soprattutto il sostegno al

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reddito, ha votato una risoluzione in cui si chiede di intervenire in questo senso. Con 540 voti a favore, 57 contrari e 32 astensioni il Parlamento europeo saluta con favore l’approccio della Commissione europea sul tema dell’inclusione sociale incoraggiando gli Stati membri a prevede un reddito minimo garantito corredato da un pacchetto di servizi di supporto all’individuo. Un passo avanti di notevole importanza perché vengono poste le basi di un intervento, lo stesso intervento di cui oggi noi discutiamo in quest’Aula, a carattere continentale oltre che locale. Potremmo dire che ci avevamo visto bene nel 2005 quando iniziammo con questo percorso. Ma la condizione attuale di migliaia di persone della nostra regione non ci dà il tempo di crogiolarci nelle nostre capacità previsionali.

Oggi c’è un altro compito che ci attende, non quello di prevedere scenari possibili perché ci sono già, ma di saperli affrontare, di dotarci di strumenti in grado di rispondere alla nostra contemporaneità, di rispondere alle esigenze di migliaia di persone che attendono segnali chiari e concreti.

C’è bisogno della volontà politica pari ad una capacità pragmatica di intervenire e di concretezza per rispondere ad una crisi senza uguali, la stessa che ci ha portato nell’ultimo quadrimestre del 2008 ad una implementazione e ad un incremento della cassa integrazione per ora solo ordinaria, ma non è che l’inizio di un processo di accompagnamento che poi ha i suoi esiti nelle casse in deroga di oltre il 30 per cento. E le stime per il primo quadrimestre 2009 ci parlano di un incremento del 60 per cento soltanto delle casse integrazioni ordinarie, quindi quelle che sono tutelate, diciamo così, dalla legislazione nazionale rispetto alle quali fa fronte il Governo. Resta poi la partita delle deroghe e quindi dei lavoratori in appalto e di tutti colori i quali hanno minori tutele.

Purtroppo malgrado abbiamo messo in campo strumenti diversi non abbiamo in questo Paese quello strumento universale in grado di intervenire fin da subito sul disagio economico. L’Italia e la Grecia sono gli unici due Paesi in Europa a non avere nessuna

forma di protezione e sostegno al reddito. E questo anche nella nostra Regione rende più complicato l’intervento con urgenza.

In Europa, dalla Francia con il reddito minimo di inserimento (RMI), al Belgio con Minimax, in Olanda con il Beinstand, fino ai modelli scandinavi e anglosassoni, le reti di protezione sociale anche oltre il lavoro sono una garanzia e un diritto oramai decennale. Pure la Spagna negli ultimi anni ha dato vita a forme di reddito di base, la cosiddetta renta básica, nelle diverse regioni iberiche. E nonostante la raccomandazione europea n. 92441 del 1992 sulla garanzia minima di risorse impegnasse il nostro Paese ad adottare misure di reddito minimo, dunque molti e molti anni fa, nel 1992, come elemento qualificante, rimaniamo, soltanto insieme alla Grecia, gli unici a non avere questo strumento di intervento.

L’Italia alla voce “disoccupazione” spende lo 0,4 per cento mentre ancora la Germania spende il 3 per cento con una media dell’Unione europea del 2,2 per cento. Interrogando ancora i dati Eurostat del 2005 alla voce “Famiglia e Infanzia” la media europea è del 2,4 per cento, mentre l’Italia è ferma all’1,1 per cento, con picchi del 3,4 per cento della Germania e del 2,5 per cento della Francia.

Questi dati trovano purtroppo delle conferme allarmanti a partire da alcune ricerche curate dal Cnel e dall’Isfol in cui si evidenzia che la probabilità di un giovane di trovare lavoro a tempo indeterminato tra il 1991 e il 1997 era del 40 per cento, mentre dal 1998 al 2003 questa probabilità è calata oltre il 25 per cento.

A questi dati fanno eco le ricerche riportate anche da Italia Lavoro e dall’Istat dello stesso anno, 2005, in cui si evidenzia che il tasso di copertura e il sostegno al reddito per i giovani disoccupati con meno di venticinque anni in Inghilterra copre il 57 per cento dei giovani, in Danimarca il 53, in Belgio il 51 e in Italia lo 0,65!

Questo veloce scenario di confronto con il resto dei Paesi europei rileva la necessità di affrontare il tema della redistribuzione, così come quello del welfare e delle forme di

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protezione sociale - a partire dalle misure di reddito minimo - come centrale per le politiche del lavoro congiuntamente a quelle che sono definite politiche sociali. Se il lavoro, dunque, si è individualizzato, è necessario trovare forme di copertura individuali dedicate all’individuo come rafforzamento proprio, riconoscimento di cittadinanza attiva in una società e avere cittadini singolarmente ricattabili, resi soli nella loro condizione di disagio lavorativo e sociale, rischia di portarci verso una società nel suo complesso più debole, che moltiplicherebbe momenti di conflitto endemico e impolitico tra i ceti più marginali.

La necessità, dunque, di affrontare il tema del sostegno al reddito e delle forme di protezione non può essere che al centro delle politiche di governo, sia nazionale che regionale.

Devo dire - voi avete la relazione che abbiamo distribuito l’altra volta, perché questa è quasi terminata - che noi abbiamo chiesto e presentato insieme all’Assessorato alla formazione - e lo stiamo definendo nel quadro del ragionamento sugli strumenti europei che sta per essere rivisto anche a partire dal governo nazionale -, un pacchetto di interventi che riguarda la Regione Lazio e - questo con un punto di orgoglio lo diciamo - siamo stati la prima Regione che ha messo a disposizione le risorse del fondo sociale europeo per una operazione di cofinanziamento, che ha messo insieme in un mix opportunamente calibrato politiche attive e politiche passive. La nostra posizione di un mese e mezzo fa - poi vedremo - oggi è stata assunta dal Governo nazionale. Questo, collega Robilotta, dovrebbe casomai creare imbarazzo a me non tanto a lei, immagino.

E questo è il tema all’ordine del giorno nella discussione con le Regioni e con le parti sociali.

Le Regioni, in particolare la Regione Lazio - sto saltando alcuni passaggi, perché avete la relazione - devono poter intervenire proprio per far fronte su un piano locale alle esigenze più stringenti. Già la Campania si è attivata con la legge sul reddito di cittadinanza ed altre stanno approntando studi di fattibilità

per istituire misure mensili. Il Lazio oltre alle competenze cui deve

assolvere, oltre agli strumenti che ha già predisposto, oltre alle misure che sono già in vigore, ha la necessità di rispondere alle trasformazioni avvenute e di intervenire sui bisogni emergenti. Il 48 per cento dei precari laziali, per esempio, parla al femminile, sono donne. Tra queste il 70 per cento non supera i diecimila euro annui dichiarati e ben il 33 per cento dichiara un reddito annuale che non supera i 2500 euro.

Un territorio quello laziale che se viene definito “romanocentrico”, vista la densità di popolazione, vive di emergenze che oltrepassano la cinta metropolitana.

E lo stato di salute delle province del Lazio segnala ulteriori temi relativi al futuro, al lavoro e al disagio sociale che affliggono i cittadini laziali. Lavoro e questioni economiche sono le questioni che preoccupano di più le persone e a questo si aggiunge che molti cittadini segnalano la simultanea presenza di diverse situazioni di disagio: disoccupazione, casa, questioni economiche.

Insomma, una Regione che a partire dalle sue realtà provinciali segnala una emergenza crescente tra i cittadini proprio nella difficoltà di affrontare il futuro in tutti i suoi aspetti e in modo trasversale.

Io abbrevierei notevolmente, perché abbiamo chiuso, e arriverei, invece, all’ultima parte per chi ha la relazione - ho abbreviato su questioni generali - ed è un punto politico-istituzionale che la Giunta sottopone all’Aula.

La legge sul reddito minimo garantito è all’interno di una strategia complessiva che ci ha visto già promotori in questa legislatura di una legge contro il lavoro nero, per l’emersione - la legge 16 votata da questo Consiglio -, di una ridefinizione del ruolo dei centri per l’impiego attraverso il nuovo masterplan dei servizi per l’impiego, della valorizzazione del dialogo sociale con tutte le parti in campo, imprese e sindacati, per affrontare le crisi industriali e i problemi della sicurezza con il coinvolgimento continuo del Governo nazionale e dei

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ministeri di riferimento, dei diversi progetti di politiche attive del lavoro avviati in questi anni come il “Progetto Pari”, che la nostra Regione già fa da tre anni - quindi praticamente dall’insediamento - d’intesa anche qui con il Governo e sperimentando un mix di politiche attive e passive. La legge sul reddito, dunque, si inserisce in un quadro di interventi generali che costruiscono un puzzle che ci dà un disegno complessivo che troverà la sua sintesi nell’approvazione del Testo Unico sul lavoro attualmente in stato avanzato di elaborazione. La proposta, dunque, prevede all’articolo 1 l’esposizione degli obiettivi e la finalità della legge tesa per l’appunto a fornire un sostegno al reddito dei soggetti inoccupati, disoccupati e di quelli la cui condizione lavorativa è caratterizzata da precarietà.

L’articolo 2 individua nel dettaglio le categorie dei soggetti beneficiari delle prestazioni dirette e indirette previste dalla legge.

L’articolo 3 fornisce la definizione del reddito minimo garantito, consistente nell’erogazione di una somma di denaro non superiore a 5400 euro l’anno che i singoli Comuni hanno la possibilità di integrare con la previsione di una serie di prestazioni indirette volte a garantire ai medesimi soggetti la circolazione gratuita e la gratuità dei libri di testo. Azioni che peraltro abbiamo già previsto nella finanziaria regionale con il concorso di tutta l’Aula, quindi di tutte le forze presenti, non solo di maggioranza ma anche di opposizione.

L’articolo 4 indica i requisiti di cui i soggetti beneficiari devono essere in possesso al momento della presentazione della domanda, requisiti indicati nella residenza nella regione da almeno 24 mesi, nella iscrizione alle liste di collocamento dei Centri per l’impiego, nella percezione di un reddito personale imponibile non superiore a 8500 euro l’anno.

L’articolo 5 determina le modalità di accesso alle prestazioni, prevedendo che le domande debbano essere inoltrate annualmente al comune capofila del distretto sociosanitario a cui appartiene il comune di

residenza, i singoli municipi, ovviamente, per il territorio di Roma.

L’articolo 6 prevede le sanzioni applicabili ai beneficiari nel caso di dichiarazioni non veritiere, nonché la decadenza dalle prestazioni qualora il beneficiario venga assunto con un contratto di lavoro subordinato o a tempo determinato, ovvero nel caso in cui lo stesso svolga un’attività lavorativa di natura autonoma e, in entrambi i casi, qualora percepisca un reddito superiore ai 7500 euro annui. La decadenza è inoltre prevista nel caso in cui il beneficiario rifiuti una proposta di impiego offerta dal Centro per l’impiego territorialmente competente, ma non nell’ipotesi di non congruità della proposta di impiego, ove la stessa non tenga conto, cioè, del salario precedentemente percepito, della professionalità acquisita e della formazione ricevuta, il riconoscimento delle competenze formali e informali in suo possesso certificate dal Centro per l’impiego medesimo con l’erogazione del bilancio di competenza.

L’articolo 7 prevede sanzioni da applicare al datore di lavoro che non comunichi l’instaurazione di un rapporto di lavoro con il soggetto fruitore dei benefici.

L’articolo 8 indica le modalità con cui il regolamento di Giunta disciplina e individua i beneficiari. Questo è particolarmente utile in questa fase perché, insieme alla Giunta - poi lo faremo con la Commissione lavoro, quindi con un dibattito molto largo - stiamo provando a inserire questo strumento all’interno della valutazione della crisi più generale che stiamo vivendo, quindi per individuare con grande attenzione le tipologie di lavoratori e di precari che abbiamo su questo territorio, frutto di crisi aziendali della regione Lazio, ma frutto anche di ricadute di accordi nazionali. Non parlo soltanto dell’Alitalia, parlo dei 5000 dell’accordo Telecom, 2000 dei quali sono sul territorio della regione Lazio con le evidenti ripercussioni nel settore degli appalti telefonici. E’ un indotto di straordinaria importanza e di straordinaria entità, tra l’altro lavoratori non tutelati e non previsti all’interno di quell’accordo.

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L’articolo 9 si occupa, infine, delle coperture finanziarie, prevedendo, tra l’altro, l’istituzione di uno speciale fondo regionale.

Concludo ringraziando tutte e tutti coloro che si sono adoperati in questo viaggio lungo, a partire da chi nel 2005 ha costituito tavoli di lavoro aperti anche alla cittadinanza. Mi riferisco alla collega Anna Pizzo, al Presidente della Commissione lavoro Giuseppe Mariani, al mondo dell’associazionismo, alle parti sociali, in Consiglio e in Giunta, a tutti quelli che hanno studiato possibili scenari, che si sono adoperati sia a contrastarla che a sostenerla, dando comunque sempre un apporto non aprioristico. Un ringraziamento va alle commissioni che hanno affrontato il tema anche in modo costruttivo, così come agli uffici legislativi regionali che hanno dimostrato alta professionalità e competenza su un tema nuovo e privo di sperimentazioni a cui rifarsi.

Quella che oggi ci approntiamo a discutere e a votare, da qualsiasi direzione la guardiamo, è una legge necessaria per i motivi di carattere sociale che abbiamo detto, per la necessità di affrontare il tema della precarietà con strumenti nuovi, per fronteggiare il disagio economico crescente e rimettere al centro il ruolo della politica e, ancora di più, di una politica di governo per valorizzare il percorso con cui si è arrivati, che fa la differenza.

Per questo, il coinvolgimento oggi non è solo della maggioranza del Consiglio. La legge che deve essere approvata è una vittoria di tutte le componenti, di tutti i consiglieri e di tutte le consigliere della Regione Lazio, di opposizione e di maggioranza, perché darebbe un segnale di interesse e reale concretezza da parte della politica verso i problemi concreti e ordinari dei cittadini. Discussione generale PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Mariani. Ne ha facoltà.

MARIANI (LcL). Signor Presidente, necessariamente devo ringraziare l’assessore

Tibaldi e tutto il suo staff, perché è stato un percorso lungo e articolato che voglio in qualche modo rappresentare.

La proposta di legge per l’istituzione del reddito minimo garantito è l’esito di un lungo percorso di discussione e partecipazione tra l’assessore al lavoro Tibaldi, l’assessore al bilancio Nieri, l’ex assessore alle politiche sociali Mandarelli, il Presidente della Commissione consiliare lavoro, pari opportunità, politiche giovanili e politiche sociali, Mariani, l’ex Presidente della Commissione politiche sociali, Grosso, un insieme di consiglieri regionali, Pizzo, Fontana, Celli ed altri, i sindacati di base - Cobas, Rdb Cub -, associazioni e movimenti sociali che negli anni hanno condotto delle iniziative sulla tematica dei nuovi diritti per i precari.

A seguito di questo primo momento di partecipazione la proposta di legge è stata sottoposta ai tavoli di concertazione con le rappresentanze del mondo sindacale - Cgil, Cisl e Uil - e datoriale - Confindustria Confcommercio, eccetera - della Regione Lazio.

La proposta di legge, quindi, data la complessità e la delicatezza del tema è stata supportata da un serio ed approfondito iter di confronto con rappresentanze del mondo sociale, economico e lavorativo.

Noi oggi quindi, Presidente, stiamo all’interno di uno scenario complesso e articolato che comunque delinea le figure, i contorni di un modo diverso di intendere il welfare, io aggiungo di intendere il benessere e la coesione sociale.

Perché dico questo? Perché quando noi abbiamo tratteggiato questa legge - oggi stiamo in discussione - abbiamo pensato, ma lo hanno pensato i movimenti che hanno dato un supporto eccezionale, importante, critico, ma sempre presente, agli argomenti che oggi vive una società moderna, sempre più disarticolata, col lavoro flessibile, dove il ricatto del lavoro, il ricatto della vita, il ricatto delle esigenze primarie viene messo in discussione continuamente, in maniera costante, in maniera anche dura, alcune volte in maniera violenta.

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Il reddito sociale non ci parla di politiche sociali, questo voglio sottolinearlo e definirlo, perché il passo che noi oggi stiamo in qualche modo producendo, non soltanto nella Regione Lazio ma all’interno della discussione italiana, ma non soltanto italiana, ci rappresenta una cosa ben diversa dalle politiche di assistenza. Questa legge non riguarda le politiche di assistenza, perché su questo ci sono le misure dell’inclusione sociale, ci sono le misure di politiche sociali, dove questo governo, la giunta di centrosinistra, il Governatore Marrazzo hanno in qualche modo dato dei segni tangibili; da ultime, le recenti risorse economiche che abbiamo dato ai Comuni e alle Province per supportare la fragilità, la debolezza, la povertà.

Quando parliamo di reddito sociale parliamo di un’altra cosa, parliamo di quelle misure che attengono ad una cultura dell’universalità, dell’attenzione ad una vita molto frenetica, che velocizza ogni rapporto e ogni relazione, ma diamo la possibilità a tutti gli individui - quindi “universalità” - di poter concorrere con pari dignità. Questo significa che senza fare distinzioni di genere, senza fare distinzioni anche di reddito, noi interveniamo in una misura che ci dice che nel momento in cui noi stiamo all’interno di questa società abbiamo il dovere e il diritto di rappresentare i bisogni e di leggere i bisogni per ciò che sono.

Sono bisogni che vanno tutelati, quindi l’esigibilità del diritto, l’esigibilità delle norme che devono rivolgersi a tutti i soggetti indistintamente da una parte, dall’altra parte parliamo di una cosa ancora più importante, che nel momento in cui in questa società così frammentata e così complessa, dove il lavoro diventa sempre più incerto - e io dico che a step si inizia, si termina, si riprende, si ricongiunge -, dove la formazione non è per niente legata al mondo del lavoro, il reddito sociale ci dice che anche la ricerca della formazione, la ricerca del benessere, la ricerca del lavoro è un lavoro esso stesso, è un lavoro che deve dare la possibilità, senza nessun tipo di ricatto, senza nessun tipo di mannaia che ci costringa ad assolvere i

compiti primari, la legge sul reddito sociale ci dice che noi possiamo volare all’interno di una società moderna per leggere, per guardare, per osservare, per mobilitarsi, comunque per camminare senza nessun tipo di confronto e di contraddizione col mondo salariale.

C’è una netta differenza, quindi, tra il reddito e il salario, sono due cose completamente distinte. Rappresentano un mondo che, come ho detto inizialmente, ha come caposaldo, come centralità, il benessere della persona. Quindi un’altra categoria fondamentale è la persona. Non ci rivolgiamo alla famiglia, ai nuclei familiari e a quant’altro perché questo riguarda le politiche sociali. Il reddito sociale parla esclusivamente alla persona in quanto tale. Quindi parliamo di un avamposto, di uno scenario che inizia a parlare in maniera problematica, in maniera categorica, in maniera anche virtuosa di una vita degna di essere vissuta con tutte le rappresentazioni e con tutte le categorie che si collegano a questo concetto che io voglio ancora una volta ristabilire e affermare, “benessere”.

Non stiamo all’interno delle misure di emergenza, caro Presidente, le misure di emergenza riguardano un altro capitolo, riguardano, molto probabilmente, gli interventi che abbiamo fatto sull’Alitalia, gli interventi che facciamo all’intero del mercato del lavoro, gli interventi che questa Giunta sta approntando per tutte le situazioni di crisi che viviamo. Quando parliamo di reddito sociale dobbiamo saper distinguere l’emergenza, la fragilità sociale dalle misure virtuose di promozione umana che non sono misure da marciapiede, non sono misure “d’accatto”, non sono misure che ci costringono ad intervenire laddove c’è il bisogno della vita e il bisogno del lavoro.

Parliamo di due cose nettamente distinte, io lo voglio sottolineare perché cadremmo in un grave errore, in una discussione debole e falsata nel momento in cui noi ci mettessimo all’interno di questa condizione che è una condizione che non riguarda il reddito sociale.

Altro elemento centrale è la congruità, nel

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momento in cui noi assegniamo questi soldi - dopo ci occuperemo dell’adeguatezza - non possiamo pensare nella maniera più assoluta che, come succede in alcuni Paesi dell’Europa - che comunque già applicano il reddito sociale - l’offerta di qualche agenzia o di un centro per l’impiego possa obbligare il richiedente al rispetto di quella domanda escludendolo dopo dal reddito sociale. Nella maniera più assoluta “no”. La congruità ci dice che nel momento in cui non ci sono misure favorevoli, maggiori del reddito sociale, la persona, il soggetto non può essere obbligato ad accettare misure che in qualche modo attengono ad una vessazione o ad un ricatto, che è una nota centrale all’interno di questa legge.

L’altro punto di riferimento è chiaramente la sperimentazione. La sperimentazione diventa vera, diventa un elemento di virtuosità di questo Consiglio nella sua interezza nel momento in cui si rivolge in maniera perentoria non a categorie specifiche, ma all’interno di un segmento che ha come rappresentazione la totalità dei soggetti. Quindi è chiaro che è una misura economica inadeguata, perché parliamo di dieci milioni distribuiti nei tre anni, parliamo di una misura assolutamente inadeguata a rispondere alla sfida che noi lanciamo. E’ l’inizio di un cambio culturale, è l’inizio di una nuova stagione rispetto ai diritti e al benessere.

Però è chiaro che parliamo di una misura assolutamente inadeguata, per questo con l’assessore Tibaldi, con l’assessore Nieri, con tutta la Giunta e tutto il Consiglio dobbiamo essere pronti nell’assestamento di bilancio a rinforzare questa misura per far sì che questa legge sia un riferimento importante e in qualche modo un segno che la Regione Lazio dà a questo capitolo.

L’ultimo riferimento lo voglio fare alla capacità di sapersi proiettare all’interno di una discussione più franca che comprenda tutte le parti sociali.

Noi oggi stiamo incardinando e stiamo discutendo questa legge, come passo successivo, mi rivolgo chiaramente all’assessore Tibaldi, alla Commissione, ma

al Consiglio intero, dobbiamo essere in grado di prendere il meglio, nella capacità attuativa, nel momento del regolamento, avere un confronto serrato con le parti sociali, perché o questa sfida diventa una sfida che segna un punto positivo, altrimenti diventerebbe una dispensa di una illusione di un cambiamento culturale, ma non con le gambe per camminare all’interno di uno scenario più vasto.

Finisco il mio intervento sottolineando che presumo - lo faccio con molto orgoglio e con molta franchezza - che questa discussione è stata una discussione intensa, serrata perché parliamo di argomenti importanti e strategici e anche, in qualche modo, che prospettano una società diversa, in qualche modo prospettano un approccio alla globalità e quindi ad un sistema che si rivolge alle categorie buone, del buon vivere. Ci rivolgiamo a tutta questa vicenda che è una vicenda di innalzamento culturale, sicuramente di progresso e di risposta alle misure che non prevedono la buona vita per tutti e per tutte. Ordine dei lavori PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Parroncini. Ne ha facoltà.

PARRONCINI (Pd-U). Signor Presidente, visto che dobbiamo aggiornare il dibattito, suggerisco di aggiornare anche l’intervento del collega Robilotta, per stimolare il dibattito quando verrà ripreso nella prossima seduta, se il collega è d’accordo… (Interruzione del consigliere Robilotta: “Va bene”) PRESIDENTE. Io ho iscritti a parlare il consigliere Robilotta e la consigliera Ciaraldi. Sono tutti e due d’accordo a rinviare la discussione alla prossima seduta… (Interruzione di vari consiglieri)

E’ quello che sto dicendo, aggiorniamo la

seduta, e la prossima volta si riprendono le

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iscrizioni. Adesso c’è una richiesta di sospendere la

discussione e aggiornare il Consiglio. Ha chiesto di parlare il consigliere Forte.

Ne ha facoltà.

FORTE (Udc). Signor Presidente, io non voglio usare parole forti. Abbiamo iniziato a mezzogiorno, dopo due ore e mezza finiamo il Consiglio! E’ inutile che fate i Consigli per dire che ogni settimana ci riuniamo e facciamo queste grandi cose!

Dopo due ore di lavoro aggiorniamo il Consiglio? Le Commissioni stanno già allo stallo, il Consiglio sta diventando una farsa, a un anno dalle elezioni io non so come arriveremo!

Abbiamo un ordine del giorno con centinaia di punti che possono essere affrontati, siamo qui, abbiamo le proposte. Senza neanche motivarlo, l’altra volta c’erano impegni di partito, almeno oggi date delle motivazioni, non solo, ma se la maggioranza ha intenzione di fare queste cose ci avvisasse che non ci veniamo proprio in Consiglio, ce ne stiamo a fare campagna elettorale e facciamo altre cose!

Credo che inizi a diventare imbarazzante venire in Consiglio, fare una mozione, due interrogazioni e andarsene!

Signor Presidente…

(Interruzione di un consigliere: “Abbiamo fatto due leggi oggi”)

Ma quali leggi! Facciamo le persone serie!

Quali leggi! Abbiamo proceduto al voto finale di una

legge che erano tre volte che non riusciamo ad approvare perché non garantivate il numero legale. Dopodiché abbiamo fatto un’altra cosettina!

Forse l’unica cosa seria, importante, oggi era proprio questa legge. Abbiamo fatto una Commissione bilancio apposta, ieri siamo venuti, non vi siete presentati, l’abbiamo rifatta stamattina, abbiamo approvato la norma finanziaria adesso arriviamo e facciamo due interventi perché “c’abbiamo da fare”. Che “c’avete da fare”?

PRESIDENTE. Ricordo al consigliere Forte che comunque la seduta si interrompeva con la discussione generale perché oltre non potevamo andare, quindi non potevamo iniziare l’esame dell’articolato perché è stata posta dal consigliere Robilotta una pregiudiziale rispetto all’esame di questa legge, la richiesta del consigliere Robilotta era che la legge deve essere sottoposta al Crel e alla Conferenza per le autonomie. Quindi io in sede di replica al consigliere Robilotta ho dato atto della fondatezza delle sue richieste e mi sono impegnato a fare oggi la discussione generale, a chiudere la discussione generale e ad aggiornarla per chiedere il parere richiesto dal consigliere Robilotta.

Adesso la decisione che dobbiamo assumere è se proseguire la discussione generale, dopodiché aggiornare il Consiglio, o, come chiede il consigliere Parroncini, aggiornarlo già da adesso. Questo è il punto su cui chiedo lumi all’Aula.

Ha chiesto di parlare il consigliere Cicchetti. Ne ha facoltà.

CICCHETTI (An-Pdl). Credo che la risposta se la sia data da solo però, Presidente, perché se c’è una questione pregiudiziale alla quale lei assegna una valenza condividendo quello che ha detto il collega Robilotta è evidente che è inutile aprire la discussione generale a quel punto.

Si facciano i passaggi che lei dice essere correttamente prevedibili e poi si venga a fare tutta la discussione, perché credo che nemmeno la discussione generale si possa fare se vale la pregiudiziale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Fontana. Ne ha facoltà.

FONTANA (Verdi). Credo che esercitando un po’ di buonsenso la proposta sia molto ragionevole.

Abbiamo incardinato la legge, e questo è un atto formale, con la relazione dell’assessore. Si è deciso, e lei ha deciso, Presidente, di accogliere le osservazioni del collega Robilotta di acquisire i pareri, è corretto che chi vuole intervenire in questo

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Il Responsabile della Sezione Resocontazione Stefano Mostarda

dibattito generale lo faccia con cognizione di causa in un clima anche un po’ diverso d’Aula. Quindi penso che sia una decisione di buonsenso.

PRESIDENTE. Prendo atto dei pareri espressi dai capigruppo e sospendo la discussione generale rinviando il punto ad una prossima seduta con l’acquisizione dei pareri richiesti dal consigliere Robilotta.

Resta un’ultima richiesta che è stata posta dal consigliere Peduzzi che riguarda l’inserimento di un ordine del giorno che è stato presentato a firma dei consiglieri Peduzzi, Brancati e Grosso. E’ un ordine del giorno che riguarda la presa di posizione rispetto alla legge che è stata approvata ieri in prima lettura alla Camera dei deputati e che riguarda lo sbarramento del 4 per cento per le elezioni europee.

Chiedo all’Aula di determinarsi su questo. Chiedo se siamo d’accordo all’inserimento e alla discussione, oggi ci vuole il voto dell’Aula, quindi chiedo il parere dei Capigruppo a questo punto.

Ha chiesto di parlare il consigliere Parroncini. Ne ha facoltà.

PARRONCINI (Pd-U). Io capisco l’iniziativa del consigliere Peduzzi, perché abbiamo letto ripetutamente sulle agenzie il suo pensiero riguardo a questa materia dello sbarramento del 4 per cento, però vorrei chiedere al collega Peduzzi se è possibile discutere questa mozione la prossima seduta, anche perché non ci sono neanche tutti i proponenti e parecchi gruppi ormai hanno abbandonato l’Aula, anche per dare un minimo di significato ad una discussione di questo tipo.

Non siamo contrari a discuterla, però chiedo che si possa fare nella prossima seduta. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Peduzzi. Ne ha facoltà.

PEDUZZI (Prc-Se). Rispetto a questa proposta del capogruppo del PD, io ritengo che quest’Aula potrebbe impegnarsi all’inizio dei lavori della prossima seduta a inserire

questo ordine del giorno, discuterlo brevemente e pronunciarsi. I tempi della valutazione politica sul percorso legislativo in atto ci permetterebbero di dare un contributo. Altrimenti, se non c’è quest’impegno dell’Aula, mantengo la richiesta di votare l’anticipazione e la messa in discussione oggi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Fontana. Ne ha facoltà.

FONTANA (Verdi). Se i colleghi capigruppo di maggioranza e di opposizione sono d’accordo, vorrei proporre in Aula di decidere insieme che il primo punto all’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio regionale sia l’ordine del giorno presentato dal collega Peduzzi.

PRESIDENTE. Con l’orientamento favorevole giriamo questa richiesta alla Conferenza dei capigruppo che dovrà stabilire l’ordine del giorno della prossima seduta. Mi sembra che comunque ci sia un orientamento favorevole ad accogliere la proposta del consigliere Peduzzi. Grazie a tutti.

Il Consiglio sarà convocato a domicilio. La seduta è tolta.

La seduta termina alle ore 15,02

Revisione a cura di Stefano Mostarda

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ALLEGATO Mozioni N. 375 del 29 gennaio 2009 Oggetto: Nuove norme di legge sul permesso di soggiorno e sul riconoscimento della cittadinanza

PREMESSO CHE da diversi anni le amministrazioni locali si misurano con il complesso problema dell'integrazione delle comunità straniere, in particolare di etnia Rom; che nell'ambito di dette comunità vivono giovani figli di genitori irregolarmente presenti nel nostro Paese, ma nati e residenti continuativamente in Italia, cui non vengono riconosciuti né la cittadinanza, né il permesso di soggiorno e che, pertanto, al raggiungimento della maggiore età, si trovano nello status di immigrati clandestini; che in occasione di controlli, in particolare nei campi nomadi, molti di questi giovani finiscono impropriamente nei Centri di Permanenza Temporanea con il rischio di essere espulsi verso Paesi che non conoscono e con i quali non hanno alcun legame; che tutto ciò, oltre che arrecare danni irreparabili a questi giovani, può compromettere positivi percorsi di integrazione promossi generalmente dalle amministrazioni locali e, conseguentemente, aumentare gli episodi di illegalità ed i livelli di tensione sul nostro territorio; che ciò, oltretutto, pone la legislazione italiana in netto contrasto con i principi contenuti nella Convenzione Onu sui Diritti Umani, pur recepita dal nostro Paese;

IMPEGNA

il Presidente della Regione Lazio ad attivarsi immediatamente nei confronti del Prefetto di Roma e del Ministro degli Interni affinché si eviti il confinamento nei CPT e la conseguente espulsione di giovani, figli di stranieri irregolari, nati e residenti continuativamente in Italia;

a sollecitare il Governo ed il Parlamento alla tempestiva approvazione di nuove norme di legge sul permesso di soggiorno e sul riconoscimento della cittadinanza ai nati sul territorio italiano.

Battaglia

***** Interrogazioni N. 1637 del 26 gennaio 2009 Oggetto: richiesta di chiarimento in merito alla ritenuta impossibilità di procedere alla reinternalizzazione alle ASL di competenza dei servizi ex Anni Verdi e alla ventilata disponibilità della Regione Lazio al1'accreditamento del Consorzio Ri-Rei. Premesso che: nell'incontro tenutosi in data 21 gennaio 2009 presso la Sala Etruschi del Consiglio Regionale del Lazio con il vice presidente della Giunta Regionale On. Montino, un'ampia delegazione di operatori e familiari di utenti dei servizi ex Anni Verdi, attualmente gestiti dal Consorzio Ri.Rei., ha manifestato la totale insoddisfazione per i metodi gestionali, la tenuta e la qualità dei servizi resi, gravi casi di inadeguatezza e qualità dell'assistenza e il mancato rispetto dei pagamenti (verso gli operatori e le ditte esterne che forniscono servizi) da parte del Consorzio; gli intervenuti di cui sopra hanno chiesto palesemente di non procedere all'accreditamento del Consorzio Ri.Rei., presentando a supporto di tale posizione le note di denuncia dei dipendenti e delle associazioni dei genitori, nonché gli esposti presentati alla Procura ed alla Corte dei Conti dalla Federconsumers, supportato anche da sigle sindacali; nello specifico, gli operatori hanno segnalato gravi carenze organiche, l'impossibilità di lavorare in condizioni di regolarità e la carenza anche dei materiali più elementari (anche di quelli indispensabili per la tenuta igienica degli utenti); gli intervenuti hanno chiesto la reinternalizzazione alle ASL di competenza dei

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servizi ex Anni Verdi o, come seconda opzione, la realizzazione di una gara ad evidenza pubblica per l'assegnazione dei servizi; il vice presidente della Giunta Regionale On. Montino ha dichiarato in questo incontro che "la reinternalizzazione dei servizi ex Anni Verdi alle ASL è impossibile", specificando che il lavoro predisposto con il Presidente della Giunta e con il sub-commissario per l'attuazione del piano di rientro dal deficit sanitario nella Regione Lazio, Dott. Morlacco, prevede la valutazione delle condizioni per giungere all'accreditamento.

SI INTERROGA

IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE

nella sua veste di commissario per l'attuazione del piano di rientro dal deficit sanitario

per conoscere quali motivazioni di ordine legislativo e10 organizzativo impediscano la reinternalizzazione dei servizi ex Anni Verdi alle ASL di competenza e se ritenga, alla luce delle dettagliate documentazioni presentate di cui in premessa, di dover procedere comunque all'accreditamento del Consorzio Ri.Rei.

Peduzzi N. 1638 del 27 gennaio 2009 Oggetto: Situazione CTO nel quadro del Piano di Rientro della Regione Lazio, alla luce del documento di "Riqualificazione della rete ospedaliera e potenziamento dell'offerta territoriale nella regione Lazio".

PREMESSO CHE : - il Piano di Rientro, di cui all'oggetto, finalizzato alla razionalizzazione ed al riequilibrio dell'offerta economico-sanitaria, con l'obiettivo dell'efficienza, deve comunque essere compatibile con l'efficacia delle prestazioni fornite alla popolazione; - tale Piano di Rientro è andato ad incidere drasticamente sulla già esigua offerta di servizi sanitari territoriali ed ospedalieri della ASL RMC, non migliorata dopo l'ultimo Atto Aziendale a zero risorse economiche ed umane; - con Decreto attuativo n. 25 dell'l l settembre

2008, il Presidente della Regione Lazio, in qualità di Commissario ad acta, ha dato avvio alla sospensione degli accreditamenti di molte strutture convenzionate, tra le quali la Clinica Annunziatella e il Concordia Hospital, entrambi operanti nel territorio del Municipio Roma XI.

CONSIDERATO CHE : - la proposta di riassetto della rete ospedaliera, formulata dall'Agenzia di Sanità Pubblica per l'anno 2009, comprende un ulteriore taglio di posti letto e ridimensionamento dei reparti presso il CTO; - tale proposta di ulteriori tagli ai servizi, posti letto e reparti del CTO non appare compensata se non da aumenti teorici dell'offerta territoriale, come i Presidi Territoriali di Prossimità (PTP), in una situazione già minata da forti carenze e da lunghe liste d'attesa nell'erogazione dei servizi territoriali ed ospedalieri; - la popolazione residente nel Municipio Roma XI per lo più anziana afferisce, secondo le statistiche dell'Atto Aziendale, in gran parte al CTO, dove soprattutto i reparti di cardiologia, urologia e chirurgia offrono una buona accessibilità alle cure ed un più facile supporto da parte dei familiari, in particola modo nei casi di non autonomia.

SI INTERROGA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA

REGIONALE PER SAPERE :

- se sia stata programmata una strategica contestualità negli interventi tra la chiusura di strutture ed il contemporaneo potenziamento dell'offerta dell'assistenza intermedia e di base, garantendo in tal modo ai cittadini un'adeguata risposta ai bisogni di diagnosi e cura ad oggi erogata in ambiente ospedaliero. E se, inoltre, vi siano atti tesi a scongiurare la drastica riduzione di reparti e posti letto presso il CTO, con un riflesso inesorabile sullo stato di salute della popolazione, compromettendo una volontà seria e trasparente di riqualificare la rete ospedaliera regionale.

Mariani N. 1639 del 27 gennaio 2009 Oggetto: lettera inviata dalla società CSF

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(Consulenza Selezione Formazione) al Direttore Generale dell’Ater riguardo le selezioni in corso presso l'Azienda.

PREMESSO - che è giunta, in forma anonima presso I'assessorato alle politiche abitative del IV Municipio, una copia di una lettera inviata dalla società CSF al Direttore Generale del1’Ater; - che con la suddetta lettera la società CSF, incaricata di gestire le selezioni per titoli ed esami per la formazione di una graduatoria per l'assunzione di varie figure professionali dell'Ater, declina qualsiasi responsabilità in caso di ricorsi che "vedano coinvolta la nostra società sulle modalità delle prove svolte ed in svolgimento"; - che la società afferma riguardo alla selezioni "non vengono svolte con le garanzie che sono proprie di tali prove oltre a non essere conformi a quanto previsto dal bando stesso"; - che vengono riportate una serie di fatti nella conduzione delle selezioni che ne compromettono le forme di garanzia, il rispetto della normativa vigente e del bando quali ad esempio "la convocazione dei candidati appare fatta in modo del tutto estemporaneo" e "si dovevano almeno rispettare i termini minimi previsti dalla normativa vigente". Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Regione Lazio on. Piero Marrazzo I'Assessore alle Politiche della Casa on. Mario Di Carlo per sapere - Se non ritenga opportuno precedere a verificare la corrispondenza al vero della denuncia fatta dalla società CFS riguardo le selezioni dell'Ater. - Di procedere alla più complessiva verifica della legittimità delle azioni intraprese dall'Ater di Roma spesso oggetto di denunce da parte dei cittadini e interrogazioni consiliari. SI ALLEGA COPIA DELLA LETTERA IN OGGETTO

(…omissis…)

Lollobrigida N. 1640 del 27 gennaio 2009 Oggetto: Agenzia regionale per lo Sport

(AGENSPORT): concorso pubblico per titoli ed esami per il conferimento di un posto di istruttore amministrativo - categoria C, posizione economica CI- Area Amministrativa.

Premesso che il comma 1 dell'art. 54 dello Statuto della Regione Lazio stabilisce che: "La Regione, può istituire con legge, agenzie regionali per lo svolgimento di compiti specifici"; il comma 2 del medesimo articolo statuisce, inoltre, che "Le agenzie sono unità amministrative caratterizzate dall'assegnazione di risorse organizzative ed economiche con direzione e responsabilità autonome entro gli indirizzi definiti dalla Giunta regionale"; con legge regionale 1 febbraio 2008 n. 1, "Norme generali relative alle agenzie regionali istituite ai sensi dell'art. 54 dello Statuto. Disposizioni transitorie relative al riordino degli enti pubblici dipendenti", al fine di procedere alla razionalizzazione dell'ordinamento amministrativo regionale secondo criteri di celerità, efficienza ed economicità dell'azione amministrativa, sono state stabilite una serie di norme generali con lo scopo di disciplinare le agenzie regionali stesse; l'art. 8 della summenzionata legge, al comma 6, ha stabilito che "Sono trasformati da enti pubblici dipendenti dalla Regione in agenzie regionali, ai sensi del1 'art. 54 dello Statuto: a) I 'Agenzia Lazio lavoro; b) I 'Agenzia regionale per la difesa del suolo (ARDIS); c) l'agenzia regionale per i parchi (ARP); d) l'Agenzia regionale per lo sport (AGENSPORT;) e) l'Ente regionale per la comunicazione "Istituto Montecelio "; al comma 7 si è precisato, inoltre, che "La Giunta Regionale adotta entro il 31 marzo 2008 appositi regolamenti autorizzati contenenti la specifica disciplina delle agenzie regionali.. . "; ai sensi dell'articolo 8, comma 7, il regolamento regionale 5 agosto 2008 n. 11 detta la specifica disciplina dell'Agenzia Regionale per lo Sport (AGENSPORT) istituita come già detto, in conformità all'articolo 54 dello Statuto mediante trasformazione dell'ente di diritto pubblico di cui al citato articolo 8 comma 6 lettera d; nell'anno 2004, in esecuzione del provvedimento del Direttore Generale di AGENSPORT n. 39 del

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23/08/04, è stato indetto un concorso pubblico per titoli ed esami per il conferimento di un posto di Istruttore Amministrativo, categoria C, posizione economica C1 -Area Amministrativa, presso l'Agenzia in oggetto; il testo integrale del bando di tale concorso è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio n. 25 del 10/09/2004; al riguardo, il vincitore del suddetto concorso, collocato al primo posto nella relativa graduatoria di merito, a tutt'oggi, dopo quattro anni, sembrerebbe non avere ricevuto alcuna notizia in merito alla relativa assunzione; del pari, sembrerebbe che nessuna delle 12 persone presenti nella relativa graduatoria di merito sia mai stata contattata per un'eventuale assunzione; dalle informazioni assunte risulterebbero notizie relative ad una sospensione di tutte le assunzioni, anche quelle precarie, per un imprecisato periodo di tempo, a causa di un deficit finanziario di oltre 9 milioni di euro; si apprende dalla stampa che risalirebbe a maggio del 2008 l'annuncio, da parte dell'Assessore regionale alle Risorse Umane, Demanio e Patrimonio, On. Marco Di Stefano, dell'avvenuta assunzione da parte della Regione Lazio di ben 439 persone risultate meritatamente vincitrici di concorsi banditi dalla Regione stessa; da notizie pubblicate sul portale del Consiglio Regionale del Lazio risulterebbe, inoltre, che in data 30 giugno 2008 presso il Consiglio Regionale del Lazio, la Commissione Lavoro e la Commissione Risorse Umane si sarebbero riunite in seduta comune per un'audizione con l'Assessore alle Risorse Umane e l'Assessore al Lavoro proprio ai fini di una risoluzione del problema della stabilizzazione del personale precario delle agenzie regionali e dall'Audizione sarebbe emerso che 481 sarebbero i lavoratori precari e 21 gli enti regionali interessati tra cui la già citata AGENSPORT; ci si chiede, quindi, come mai una agenzia regionale quale 1'Agensport che risulta essere oggi in piena attività e che addirittura starebbe procedendo alla stabilizzazione del personale interno possa, invece, non aver mai proceduto ad assumere neanche in maniera precaria, coloro che

risultano vincitori di un concorso pubblico; a riprova del fermento che caratterizza l'attività di stabilizzazione interessante l'Agenzia in oggetto, in data 28 aprile 2008 nella sede della stessa, secondo quanto appreso dal proprio portale, sarebbe stato firmato l'accordo con i sindacati di categoria proprio al fine di procedere alla stabilizzazione del personale assunto presso la stessa, ciò a conferma della piena attività dell'Agenzia e a conferma nel contempo del superamento della menzionata situazione di crisi finanziaria.

Tutto ciò premesso il sottoscritto Consigliere Regionale interroga il Presidente della Giunta Regionale, On.le Piero Marrazzo, e l'Assessore alle Risorse Umane, Demanio e Patrimonio, On.le Marco Di Stefano, per sapere entro i termini previsti dall'art. 101, comma 1 del regolamento del Consiglio Regionale, nello specifico: a) Quali sono i legittimi impedimenti che non hanno, ad oggi, consentito di avviare la procedura prevista per l'assunzione dei vincitori del concorso pubblico per titoli ed esami ai fini del conferimento di n. 1 posto di Istruttore Amministrativo, categoria C, posizione economica CI-Area Amministrativa presso 1' Agenzia Regionale per lo Sport (AGENSPORT); b) Nell'ambito della procedura di assunzione, da parte della Regione Lazio, attuata nell'anno 2008 ed avente ad oggetto ben 439 persone risultate meritatamente vincitrici di concorsi banditi dalla Regione stessa, quali concrete motivazioni avrebbero fatto escludere dalla stessa la copertura dell'unico posto messo a concorso in base al bando innanzi detto riferito all' Agensport; c) Nell'ambito della risoluzione della problematica della stabilizzazione del personale precario delle Agenzie regionali per quali fondati motivi non sarebbe stata considerata l'Agenzia Agensport; d) in che modo la Regione Lazio intende porre rimedio alla situazione su evidenziata.

Desideri N. 1641 del 27 gennaio 2009 Oggetto: Avviso pubblico per la ricerca di professionalità per il conferimento dell'incarico di direttore dell'Agenzia

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Regionale Per Lo Sport (AGENSPORT) a soggetto esterno all'amministrazione regionale. I sottoscritti

Premesso che, in esecuzione di specifica deliberazione, la Giunta Regionale del Lazio pubblicava avviso di ricerca di un soggetto esterno all'amministrazione regionale al quale conferire l'incarico di Direttore dell' Agenzia Regionale per lo Sport (Agensport ).

Premesso che, ai sensi del ridetto avviso, le funzioni inerenti l'incarico in questione consisterebbero in:

1. raccordarsi con l'assessore regionale competente in materia di sport in relazione agli indirizzi e alle direttive emanate dagli organi politici nonché con il dipartimento e le direzioni regionali competenti per materia ai fini del coordinamento e dell'unitarietà dell'azione amministrativa;

2. predisporre la proposta di regolamento dell'organizzazione dell'Agensport ai sensi dell'art 7;

3. predisporre la proposta del programma annuale di attività dell'Agensport ai sensi dell'art 8;

4. adottare il bilancio di previsione, l'assestamento al bilancio stesso e le relative variazioni nonché il rendiconto generale ai sensi dell'art 11 ;

5. redigere la relazione sull'attività svolta nell'anno precedente e sui risultati conseguiti, anche in termini finanziari, da allegare al rendiconto;

6. conferire al personale sottoordinato i relativi incarichi e organizza le necessarie risorse umane, finanziarie e strumentalo;

7. adottare gli atti e i provvedimenti amministrativi, esercita i poteri di spesa e quelli di acquisizione delle entrate, nell'ambito delle proprie competenze come definite nel regolamento di organizzazione di cui all'art 7;

8. valutare annualmente il personale con riferimento agli incarichi assegnati previa verifica della relativa attività,

9. promuovere e resistere alle liti e ha il potere di conciliare e transigere;

10. stipulare convenzioni con enti locali ed altri enti pubblici regionali ai fini dell'esercizio delle attività di cui all'art 2 comma 3 nonché con enti senza fini di lucro per l'effettuazione delle attività previste dall'art 6;

11. esercitare le altre funzioni previste dal regolamento di organizzazione.

Premesso che, ai sensi del punto 2) del medesimo avviso, costituirebbero elementi di valutazione dei candidati le capacità/attitudini riconducibili alle seguenti caratteristiche:

1. capacità di analisi, sintesi, creatività e risoluzione dei problemi;

2. capacità di promozione, di gestione delle innovazioni e di attuazione di miglioramenti organizzativi e procedurali;

3. capacità di gestione, di organizzazione, di coinvolgimento, motivazione e crescita professionale delle risorse umane assegnate e di analisi dei costi;

4. capacità di assumere responsabilità in relazione agli obiettivi assegnati e capacità di collaborazione.

Premesso che, in riferimento alle lettere a), b), c) e d) del predetto punto 2) si richiederebbe la sussistenza delle seguenti professionalità:

1. titolo di studio: diploma di laurea in Scienze Motorie;

2. comprovata professionalità ed esperienza in materia di sport;

3. specifiche competenze in materia di organizzazione gestione delle attività motorie e sportive degli impianti ad esse connessi e di diffusione della cultura dello sport attraverso azioni di integrazione con le politiche educative, formative e culturali;

4. conoscenza degli assetti istituzionali e organizzativi entro i quali si colloca il sistema delle attività sportive;

5. esperienza nelle attività di osservazione ed elaborazione dei fenomeni sportivi e dell'impiantistica sportiva a supporto dell'attività di programmazione e pianificazione svolta dai diversi livelli di governo;

6. esperienza di programmazione e pianificazione nel territorio di attività motorie e dell'impiantistica sportiva ad esse connesse;

7. competenza nella comunicazione degli eventi sportivi come veicolo simbolico e comunicativo;

8. esperienza nelle politiche dello sport riferite agli enti locali per l'attuazione di politiche pubbliche per lo sviluppo dello sport come fenomeno sociale aperto a tutti;

9. esperienza nella collaborazione interistituzionale tra pubbliche amministrazioni, enti pubblici, istituzioni scolastiche ed universitarie;

10. conoscenza ed esperienza degli eventi sportivi di rilevanza internazionale.

Premesso che, secondo il punto 3) dell'avviso

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costituirebbero elementi di valutazione deducibili dal curriculum:

1. le specializzazioni, le abilitazioni possedute in relazione alla posizione da ricoprire e l'iscrizione ad albi professionali;

2. la comprovata esperienza professionale acquisita in pubbliche amministrazioni in enti di diritto pubblico o in aziende pubbliche o private maturati nella qualifica dirigenziale per almeno un quinquennio;

3. la formazione manageriale. CONSIDERATO CHE

alla luce delle deduzioni di cui sopra, l'ambito di selezione di cui all'avviso de quo appare fortemente ristretto a un limitato numero (o ad un solo) di partecipanti, stante la specificità del titolo di studio richiesto (diploma di laurea in scienze motorie), estromettendo di fatto dalla libera facoltà di partecipazione gran parte ( o quasi tutti) degli eventuali candidati a vantaggio e garanzia di un limitato e ristretto numero di soggetti, e dunque, in palese contrasto con i principi generali di legge;

l'avviso si estende ben oltre le prescrizioni di legge e le caratteristiche/capacità in astratto strettamente funzionali all'incarico da ricoprire, richiedendo quale condictio sine qua non il possesso di specifici requisiti tecnico-pratico-materiali in concreto inerenti l'effettivo esercizio di attività formative sportive e quant'altro.. così estromettendo di fatto dal novero dei requisiti richiesti quelle attitudini, capacità e professionalità di natura gestionale-amministrativa in re ipsa necessarie all'espletamento dell'incarico di Direttore Generale.

la valutazione dei requisiti e delle capacità di cui trattasi non è vincolata a procedure di comparazione formale fra i soggetti candidati poiché in materia l'esercizio del potere discrezionale del conferente è soggetto esclusivamente ai criteri generali determinati con il Regolamento di Organizzazione degli Uffici e dei Servizi della Giunta regionale n 1/02 e successive modifiche il citato Regolamento al punto B) dell'Allegato H prevede che: ...per il conferimento degli incarichi di direttore di dipartimento, direttore generale, dirigente di area, di ufficio e di staff tiene conto: a) dei curricula in relazione alla natura e alle

caratteristiche delle funzioni connesse all'incarico; b) delle attitudini e delle capacità professionali del dirigente desunte anche dalle valutazioni di risultato in precedenza conseguite; c) dei risultati conseguiti in precedenza nello svolgimento di attività connesse agli incarichi da conferire ... ..... In fase di esame dei requisiti e delle caratteristiche del dirigente individuato dal responsabile del ruolo dovrà essere svolta una valutazione concreta e differenziata in riferimento alla maggiore rispondenza delle caratteristiche stesse alle peculiarità del posto da ricoprire e agli obiettivi da raggiungere. Ai fini di tale valutazione, si precisa che l'enunciazione delle attitudini e capacità professionali di cui sopra hanno necessariamente una valenza generale, esse rappresentano i profili ideali da tenere in considerazione ai fini della valutazione. E' inoltre indispensabile che vengano attentamente considerate e valutate quelle esperienze professionali che appaiono particolarmente affini allo specifico ruolo da svolgere….

il bando così predisposto non appare rispettare, oltre che i criteri professati dal citato Regolamento di organizzazione, i principi fondamentali di imparzialità, parità di trattamento, e trasparenza, in materia di selezione del personale, ed è quindi in contrasto con la natura stessa della procedura di evidenza pubblica di cui al predetto avviso.

il medesimo appare altresì in contrasto con i principi vigenti in materia di conferimento degli incarichi dirigenziali, stante la non conformità dei requisiti suindicati a quelli previsti nell'avviso pubblico al punto 2) infra riportati.

nell'ambito dei requisiti inerenti le professionalità da possedere necessariamente per il conferimento dell'incarico non si riscontrano requisiti inerenti specifiche competenze in materia gestionale- amministrativa di strutture direttive o similari contrariamente a quanto previsto sia dalla legge che dallo statuto dell'Agensport.

ai sensi dell'art 9 dello Statuto dell'Agenzia Regionale per Lo Sport (Agensport), al punto 3), è sancito che: il Direttore generale è responsabile dell'attività amministrativo-gestionale di Agensport e, in particolare, esercita le seguenti funzioni: a) dirige e coordina le attività delle strutture, al fine di conseguire gli obiettivi programmatici

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assegnati dal Consiglio di amministrazione, b) può formulare proposte al Consiglio di amministrazione in relazione all'elaborazione di programmi e degli altri atti di competenza del Consiglio stesso; c) sovrintende alla gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali assegnate dal Consiglio di amministrazione, assicurando l'efficienza e l'efficacia dell'azione amministrativa e provvede all'organizzazione delle strutture previste dal regolamento di cui all'art. 20, c o m a 4, L.R. n. 15/02 d) promuove e resiste alle liti ed ha potere di conciliare e transigere; e) adotta ogni altro atto di carattere amministrativo-gestionale. 4. I1 Direttore generale partecipa alle sedute del Consiglio di amministrazione con voto consultivo

alla luce di ciò, è evidente che l'avviso pubblico de quo non garantisce né il diritto di libera partecipazione dei soggetti potenzialmente in possesso dei requisiti di legge previsti in materia né l'esercizio del potere discrezionale di valutazione dei candidati da parte dell'Amministrazione Regionale, stante l'illegittima ed inopportuna restrizione della facoltà di partecipazione alla selezione de quo determinata dalla predisposizione arbitraria di requisiti eccessivamente settoriali e circoscritti al mero ambito sportivo teorico-pratico;

appare altresì inopportuna, arbitraria, iniqua, oltre che antieconomica e d inefficiente rispetto anche alle finalità proprie della natura dell'incarico, la prescrizione di requisiti di mera natura tecnico-pratica, considerata la natura e la funzione dell'attività dirigenziale da ricoprire;

la previsione quale requisito specifico ed obbligatorio del possesso del Diploma di Laurea in Scienze Motorie appare oltre che illegittimamente settoriale, quantomeno contraddittoria ed ambigua, atteso che non si evince chiaramente se l'avviso si riferisce al diploma triennale (o laurea breve) o al corso di laurea vero e proprio in scienze motorie, mentre sia il regolamento di Giunta che lo statuto di Agensport sancisce I'obbligo del possesso del titolo di studio della Laurea;

la ridetta previsione specifica del “diploma” di Laurea in Scienze Motorie (se così fosse) risulterebbe oltremodo restrittiva poiché espressamente rivolta ad un numero ancora più ristretto di soggetti;

l'affidamento in questione dovrebbe rispondere quantomeno ai criteri di efficienza, economicità e buon andamento cui è subordinata l'attività della PA, stante il non di poco conto l'impegno di spesa ivi conseguente ;

i criteri di affidamento dell'incarico prescelti dalla Amministrazione de quo, non sembrerebbero rispondenti sia alla funzione da ricoprire che alle esigenze dell’ente, poiché stante la non rispondenza dei criteri di scelta del candidato eventualmente vincitore, nonché l'evidente assenza dei requisiti necessari all'esercizio dell'incarico, a fronte della carenza di competenza in materia gestionale amministrativa di strutture similari, si produrrebbe una situazione di grave disfunzionalità di gestione nonché la necessità del ricerca di ulteriore personale in possesso di specifiche competenze in materia;

il corretto espletamento della selezione ben potrebbe ottenersi con la nuova predisposizione di un avviso basata sui legittimi criteri di selezione previsti dalla legge e strettamente funzionali all'esercizio della funzione da espletare;

appare, altresì, evidente l'assenza dell'opportunità economica della ridetta tecnica di affidamento, stante l'improbabilità di una efficiente copertura del ruolo da affidare, e nello stesso tempo, l'illegittima disparità di trattamento cui soggiacerebbero i soggetti eventualmente in possesso dei requisiti specifici per la corretta ed efficiente gestione funzionale amministrativa dell'agenzia regionale de quo, con un depauperamento anche della funzione che potrebbe aversi, in futuro, anche con gravi ripercussioni dal punto di vista economico-gestionale; Tutto ciò premesso e considerato, i sottoscritti

INTERROGANO I1 Presidente della Giunta Regionale, e l'Assessore alle Risorse Umane, Demanio e Patrimonio, e l'Assessore alla cultura, spettacolo e sport, per conoscere:

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1. l'opportunità della definizione di un avviso pubblico che, nei fatti, esclude dalla selezione un gran numero di eventuali candidati, garantendo di contro la partecipazione di pochi e specifici soggetti;

2. le ragioni tecniche logiche e giuridiche per le quali si è stabilito nel relativo avviso il possesso di requisiti settoriali e specifici non strettamente funzionali all'incarico dirigenziale da ricoprire;

3. l'equità, obiettività ed imparzialità della fissazione di requisiti di professionalità e capacità si tanto limitati e circoscritti da restringere fortemente la possibilità di partecipazione alla gara ad un ristretto numero di partecipanti;

4. l'opportunità, a fronte di un impegno di spesa comunque rilevante, di verificare, l'adeguatezza della scelta della siffatta procedura nonché la sussistenza di sperequati criteri di scelta, nella direzione ed amministrazione della medesima;

5. se non ritiene opportuno intervenire al fine di ottenere la revoca e/o annullamento dell'avviso pubblico de quo.

Zanon,Gargano, Bafundi,Brianti N. 1642 del 28 gennaio 2009 Oggetto: chiusura reparto Patologia Clinica e Laboratorio di analisi dell'ospedale di Fondi I1 sottoscritto Consigliere,

premesso che: il direttore generale della ASL di Latina dott.ssa Ilde Coiro ha disposto, con delibera del direttore generale del 4 febbraio n. 67, la soppressione della Struttura complessa di Patologia Clinica e successivamente, con delibera del direttore generale del 30 maggio 2008 n. 38 1, la chiusura definitiva del Laboratorio di analisi dell'ospedale di Fondi;

considerato che: tale indirizzo della ASL si pine in aperto contrasto con: - lo Statuto regionale; - la legge costituzionale 18 ottobre 2001, n.3; - la legge regionale 18 febbraio 2002, n. 6;

- la legge finanziaria del 23 dicembre 2006, n. 296; - il Piano di rientro approvato dalla DGR del 6 marzo 2007, n. 149; - il documento relativo al fabbisogno di prestazioni di medicina specialistica prodotto dalla Agenzia Laziosanità - ASP; - la nota di indirizzo prot. 53248/4V/20 del 15 maggio 2007 in materia di potenziamento della rete delle prestazioni specialistiche e di laboratorio; - le specifiche disposizioni di cui alla DGR 418 del 12 giugno 2007, concernente la riorganizzazione della rete laboratoristica; - le linee-guida sui contenuti del Piano sulla rete dei laboratori clinici, afferenti a tutte le discipline dell'Area della Medicina Diagnostica e dei Servizi, emanate dal Ministero della Salute;

considerato altresì che: questo indirizzo finora perseguito dalla direzione manageriale dell'ASL di Latina, con il ricorso ai POCT, disattende i suddetti indirizzi producendo invece ulteriore dispendio di risorse finanziarie, disservizi e aumento dei tempi di attesa; questo indirizzo non tiene altresì conto del fatto che il Laboratorio di analisi dell’0spedale di Fondi, pienamente rispondente agli standard, è in grado di produrre oltre 500 mila test all'anno, ed è capace di conseguire altresì un utile di gestione, mentre come testimoniato anche da notizie di stampa i Poct possono rivelarsi frequentemente inaffidabili;

considerato infine che: il presunto processo di razionalizzazione e contenimento della spesa invocato dalla direzione generale dell'ASL risulta paradossale in presenza di un Laboratorio di analisi per soli esterni operante presso la sede del17ASL di piazza Celli in Latina, con l'impiego di ben sei dirigenti mentre i Laboratori di analisi degli ospedali di Fondi e Terracina dispongono di soli tre dirigenti; Il sottoscritto Consigliere interroga il Commissario alla Sanità del Lazio per sapere: quali atti voglia disporre per la revoca immediata degli atti deliberativi adottati dal Direttore generale della ASL di Latina dott.ssa Ilde Coiro e per il ripristino della Struttura complessa di

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Patologia clinica del Laboratorio d'analisi 24 ore su 24.

Del Balzo N. 1643 del 28 gennaio 2009 Oggetto: Disciplinare di gara per l'affidamento in global service di servizi vari presso l'Azienda Policlinico Umberto I.

PREMESSO CHE - risulta sia stata bandita, con disciplinare di gara in scadenza 1'8 maggio 2009, procedura aperta per l'affidamento in global service dei servizi di pulizia e sanificazione ambientale, lavanolo, ristorazione, logistica e altri servizi per l'Azienda Policlinico Umberto I; - Tra i requisiti richiesti, al punto m) dell'art. 13 di detto disciplinare di gara, si legge che i concorrenti dovranno dichiarare "di aver realizzato, nell'ultimo triennio, un fatturato globale al netto dell'IVA non inferiore, complessivamente, ad € 108.000.000,00", nonché - al punto n) - "di aver realizzato nell'ultimo triennio, un fatturato specifico inerente i servizi nel settore oggetto di gara presso Aziende Sanitarie Locali o Aziende Ospedaliere o presso equivalenti strutture private per un valore non inferiore complessivamente ad € 54.000.000,00 al netto dell' IVA; - in forma di ATI (associazione temporanea di imprese) - art. 14 del disciplinare di gara – la mandataria deve dimostrare di avere il 60% dei requisiti, e cioè € 64.800.000,00 di fatturato globale nel triennio, ed € 32.400.000,00 di fatturato per servizi simili nel triennio;

CONSIDERAT0 CHE - risulta a chi scrive che - alle condizioni previste dagli enunciati requisiti finanziari richiesti a garanzia - gli stessi attuali gestori dei servizi (che operano in maniera separata, e non in global sevice: Pul-tra, Tra-sfer, Lavin, Innova), non avrebbero la possibilità di partecipare non solamente in forma singola, ma neppure in forma di ATI (a meno di associarsi, in forma di ATI, con altre aziende ancora, le quali altre attualmente svolgessero servizi simili o analoghi);

ATTESO CHE

- requisiti siffatti - che presuppongono fatturati altissimi da parte delle aziende che volessero candidarsi - sembrerebbero limitare fortemente la libera concorrenza e la normativa nazionale in materia;

INTERROGA

IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA E COMMISSARIO AD ACTA PER LA SANITA'

per conoscere: a) le ragioni per cui, nel disciplinare di gara in oggetto, siano stati concepiti e richiesti requisiti finanziari così elevati che limitano fortemente la possibilità di accedere alla gara per la maggior parte delle Aziende potenzialmente interessate, ivi comprese tutte quelle aziende che hanno attualmente - e da molteplici anni - in gestione i servizi; b) i criteri in base ai quali siano stati "accorpati", in global service, i servizi in oggetto, e in particolare quelli che richiedono impianti esterni (mensa, logistica e lavanderia), mentre resterebbero esclusi altri servizi interni (quali, ad esempio, vigilanza, infermeria, navetta); c) le ragioni per le quali non sia stata considerata opportuna la possibilità di rinnovare gare separate, e non in global service, soprattutto in considerazione del vulnus al principio della libera concorrenza che un tale disciplinare di gara comporta.

Prestagiovanni N. 1644 del 29 gennaio 2009 Oggetto: Progetto Influenza I sottoscritti Consiglieri Regionali del Lazio Premesso che: - In data 22 dicembre 2008 veniva data notizia sul sito della Regione Lazio della realizzazione di un progetto denominato "Progetto Influenza", in collaborazione con la Protezione Civile, 1'Ares 118, l'Associazione FIMMG Lazio (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) e le FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri); - Il progetto si proponeva di garantire nel periodo

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natalizio e per tutto i1 tempo del ciclo influenzale, a tutti i cittadini del Lazio e in particolare ad anziani e malati cronici, un punto di accesso unico al Sistema Sanitario Regionale, al fine di ridurre gli accessi al pronto soccorso. Tutto ciò premesso,

INTERROGA

I1 Presidente della Giunta On.le Piero Marrazzo quale Commissario alla Sanità

Per conoscere: - Quale sia l'atto di programmazione che stabilisce i criteri del progetto; - l'ammontare dello stanziamento effettuato e da effettuare per il Progetto Influenza e le modalità di ripartizione con la Protezione Civile, 1'Ares 118 e la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale; - Le modalità di assunzione degli operatori adibiti al servizio; - I fondi impiegati negli altri progetti sperimentali attinenti l'ambito della medicina generale, i destinatari di tali fondi e i risultati raggiunti.

D’Ambrosio,Gigli N. 1645 del 29 gennaio 2009 Oggetto: Accordo quadro transattivo per il trasporto pubblico urbano (periodo 2000-2007).

PREMESSO CHE - l'accordo quadro transattivo per il trasporto pubblico urbano (periodo 2000-2007) siglato, in data 26 marzo 2008, tra la Regione Lazio, Assessorato alla Mobilità, Confindustria Lazio, e Anav Lazio, allo scopo di comporre le controversie pendenti e di evitare al contempo l'insorgere di ulteriore contenzioso in relazione ai sevizi di TPL, prevede:

a) di destinare un importo complessivo di € 20.000.000,00 alle aziende del trasporto pubblico locale operanti dall'anno 2000 all'anno 2007 (ad eccezione del Comune di Roma che ha già provveduto all'affidamento dei servizi di TPL con procedura diretta), relativa agli importi di cui alle

controversie pendenti (e ripartito moltiplicando il totale di 20 milioni per il rapporto percentuale dato dal finanziamento annuo totale fratto il totale dei finanziamenti relativi al periodo 2000-2007);

b) di impegnare la spesa complessiva di € 13.820.205,91, che corrisponde alla somma relativa al mancato recupero dell'abbattimento del costo chilometrico aggiornata con il recupero dell'inflazione (adeguamento peraltro previsto dalla attuale normativa - L.R. 30/98 e successive modifiche);

CONSIDERATO CHE - così come formulato, l'accordo quadro andrebbe a ricomprendere fra le aziende destinatarie dell'importo complessivo di € 20.000.000,00 anche aziende, che hanno sottoscritto contratti successivamente al 1999, vincendo gare d'appalto grazie ad offerte "al ribasso", e che - rientrando fra quelle destinatarie dell'accordo quadro - si vedrebbero adeguato il corrispettivo, e innalzato l'importo per il periodo di riferimento (il fatto che tali aziende verrebbero ad essere destinatarie di tale "beneficio" trova conferma dalla lettura delle tabelle allegate alle delibere attuative dell'accordo quadro); - inoltre, le delibere attuative di detto accordo quadro intenderebbero subordinare, a pena di esclusione, l'erogazione del finanziamento relativo al costo chilometrico (€ 13.820.205,91), alla sospensione da parte delle aziende di TPL interessate di tutti i procedimenti pendenti dinanzi alle diverse autorità giudiziarie, relativamente alle controversie esistenti per gli anni pregressi fino all'anno 2007 compreso, con riferimento al TPL, nonché alla espressa rinuncia definitiva degli stessi, depositando presso l'autorità giudiziaria competente o notificando apposita dichiarazione di rinuncia irrevocabile, senza riserve o condizioni, agli atti del giudizio riguardanti i procedimenti pendenti, alla espressa rinuncia da parte delle aziende di TPL interessate ad attivare futuri ulteriori contenziosi in relazione ai finanziamenti attribuiti per i servizi di TPL nel periodo 2000-2007;

RILEVATO CHE - risulterebbe allo scrivente che molte fra le aziende storiche che esercitano servizi di TPL da prima del 1999 non vorrebbero accogliere i termini previsti da detto accordo quadro, e non intenderebbero pertanto sospendere le

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controversie giudiziarie ed extra-giudiziarie in corso; - risulterebbe inoltre che tali aziende reputino incongruo, logicamente, rapportare l'erogazione del rimborso relativo al costo chilometrico (€ 13.820.205,91) - adeguamento (si ricorda) già previsto dalla attuale normativa - L.R. 30198 e successive modifiche) - all'accettazione dei termini previsti dall'accordo quadro in relazione al finanziamento di € 20.000.000,00 a titolo transattivo (sospensione delle controversie);

INTERROGA

IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA E L'ASSESSORE ALLA MOBILITA'

per conoscere la posizione

dell'Amministrazione regionale, in riferimento all'annosa vicenda che rischia di protrarsi senza una soluzione a tempo indeterminato, e in particolare relativamente alle ragioni che avrebbero indotto:

a) a ricomprendere fra le aziende destinatarie del rimborso a titolo transattivo di e 20.000.000,00, di molte aziende che avrebbero vinto gare al "ribasso" relativamente al periodo di riferimento 2000-2007;

b) a subordinare, a pena di esclusione, l'erogazione del finanziamento relativo al costo chilometrico (€ 13.820.205,91) alla sospensione da parte delle aziende di TPL interessate di tutti i procedimenti pendenti dinanzi alle diverse autorità giudiziarie, relativamente alle controversie esistenti per gli anni pregressi fino all'anno 2007 compreso – controversie che hanno ad oggetto questioni di natura diversa rispetto all'adeguamento del costo chilometrico - adeguamento, si ricorda, previsto dalla attuale normativa - L.R. 30/98 e s.m.i.

Prestagiovanni N. 1646 del 29 gennaio 2009 Oggetto: Gruppo di lavoro inter-istituzionale per risolvere le problematiche delle aree di Fiumara e delle aree golenali a ridosso della foce del Tevere, in seguito agli eventi alluvionali del novembre-dicembre 2008.

PREMESSO CHE - Con lettera protocollata n. 0155545 del 9

dicembre 2008, il Presidente della Regione Lazio ha chiesto al Presidente della Provincia di Roma di "promuovere la formazione di un gruppo di lavoro inter-istituzionale", "in considerazione della necessità di coordinare il lavoro dei diversi Enti che hanno competenza su Fiumara", al fine di esaminare congiuntamente e risolvere le problematiche delle aree di Fiumara e delle aree golenali a ridosso della foce del Tevere, in relazione ai danni conseguenti gli eventi atmosferici del novembre-dicembre 2008; - I1 Capo di Gabinetto della Provincia di Roma ha risposto alla summenzionata lettera, con protocollo n. 9848 del 23 gennaio 2009, con la proposta di un incontro preliminare, per il giorno 2 febbraio 2009 alle 17.00 presso gli uffici della Presidenza della Provincia, ai fine di promuovere la formazione del gruppo di lavoro inter-istituzionale; - Tale invito per un incontro preliminare, presso gli uffici della Presidenza della Provincia, finalizzato alla promozione di un gruppo di lavoro inter-istituzionale, è stato indirizzato a diversi Assessori della Regione Lazio, al direttore dell'ARDIS, al Capo dei Dipartimenti Istituzionale e Territorio della Regione Lazio, alla Direzione regionale Demanio, Patrimonio e Provveditorato - Area Valorizzazione e Gestione dei Beni demaniali, alla Direzione Regionale Ambiente e Cooperazione tra i popoli, e al Presidente della Regione Lazio; - Tale invito, finalizzato alla promozione di un gruppo di lavoro inter-istituzionale per risolvere problematiche che interessano territori afferenti i Comuni di Fiumicino e di Roma (zona di Ostia), non è stato indirizzato a nessuna Autorità dei Comuni di Fiumicino e di Roma;

CONSIDERATO CHE - Sulla G.U. n. 19 del 24 gennaio 2009, è stata pubblicata l'ordinanza n. 3734 del 16 gennaio 2009 del Presidente del Consiglio dei Ministri, recante "Primi interventi urgenti di protezione civile diretti a fronteggiare i danni conseguenti agli eventi atmosferici che hanno colpito il territorio nazionale nei mesi di novembre e dicembre 2008"; - In base all'art. 1 di tale Ordinanza, i Presidenti delle Regioni e delle Province autonome di Trento di Bolzano sono "nominati Commissari delegati

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per gli ambiti territoriali di rispettiva competenza per il superamento dell'emergenza derivante dagli eventi di cui in premessa"; - "I Commissari delegati - prosegue l'art. 1 dell'Ordinanza - previa individuazione delle province e dei comuni danneggiati dagli eventi calamitosi, provvedono, anche avvalendosi di soggetti attuatori dagli stessi nominati, che agiscono sulla base di specifiche direttive ed indicazioni impartite, all'accertamento dei danni, all'adozione di tutte le necessarie ed urgenti iniziative volte a rimuovere le situazioni di rischio, ad assicurare la indispensabile assistenza alle popolazioni colpite dai predetti eventi calamitosi ed a porre in essere ogni utile attività per l'avvio, in termini di somma urgenza, della messa in sicurezza delle aree colpite e degli interventi urgenti di prevenzione"; - L'art. 8, comma 5 dell'ordinanza, prevede infine, con particolare riguardo al Fiume Tevere e alla sua foce, che il "Capo del Dipartimento della protezione civile, d'intesa con il Commissario delegato per la regione Lazio, con le procedure e le deroghe individuate dagli articoli 5 e 6, coordina tutte le amministrazioni ed i soggetti competenti per provvedere con ogni consentita urgenza alla pulizia, alla bonifica, alla funzionalità idraulica dell'alveo e delle aree di competenza fluviale, nonché alle opere ed agli impianti preposti alla sicurezza, nel tratto metropolitano del fiume Tevere compreso tra Caste1 Giubileo e la foce, anche disponendo, ove del caso, la rimozione e delocalizzazione di insediamenti abusivi e precari, galleggianti, natanti o imbarcazioni non autorizzati, ed il razionale e coordinato impiego dei finanziamenti di cui dispongono per le finalità predette le competenti amministrazioni pubbliche".

RILEVAT0 CHE - il Presidente della Regione Lazio avrebbe dovuto sin da subito coinvolgere, per opportunità politica e correttezza istituzionale, non solo il Presidente della Provincia di Roma, ma anche i Sindaci dei Comuni di Roma e di Fiumicino, oltre al Capo del Dipartimento della protezione civile; - attualmente investito, dall'Ordinanza n. 3734, dell'incarico di Commissario Delegato, il Presidente della Regione Lazio dovrebbe essere l'autorità competente per convocare quel gruppo di lavoro inter-istituzionale invece convocato

dalla Provincia di Roma (su sollecitazione del Presidente della Regione stesso), al quale dovrebbero naturalmente essere chiamati a partecipare sia le autorità competenti dei Comuni di Roma e di Fiumicino, del Municipio Roma XIII nonché, a regola di quanto stabilisce l'art. 8, comma 5, dell'Ordinanza n. 3734 del 16 gennaio 2009, il Capo del Dipartimento della protezione civile;

INTERROGA

IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA

per conoscere le ragioni e individuare le omissioni che hanno determinato il mancato invito dei Sindaci di Roma e di Fiumicino, del Presidente del XIII Municipio di Roma nonché del Capo di Dipartimento della protezione civile, all'incontro preliminare, per il giorno 2 febbraio 2009 alle 17.00 presso gli uffici della Presidenza della Provincia, al fine di promuovere la formazione del gruppo di lavoro inter-istituzionale, al fine di esaminare congiuntamente e risolvere le problematiche delle aree di Fiumara e delle aree golenali a ridosso della foce del Tevere;

per sapere quali provvedimenti urgenti intenda assumere, l'Amministrazione Regionale, per porre rimedio immediato alla situazione determinatasi.

Prestagiovanni N. 1647 del 29 gennaio 2009 Oggetto: contratto di locazione per l'immobile sito in Piazza Indipendenza, angolo Via Magenta, per esigenze aziendali tra la Roan Immobiliare srl via Cancelleria, 25b, c/o Ginevri srl, 00040 Cecchina di Albano (Roma) (locatore) e l'Azienda Policlinico Umberto I (conduttore).

Premesso che la O.S. CSA CISAL Università è firmataria del contratto del comparto Università oggi vigente e, in particolare, è destinataria dell'attività di Informazione, Concertazione e Consultazione di cui all'art. 6 dello stesso contratto; nella lettera del 12 novembre 2008, prot. 38875, a firma del dott. Ubaldo Montaguti, Direttore Generale del Policlinico Umberto I indirizzata

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alla Roan Immobiliare srl via Cancelleria, 25/b, c/o Ginevri srl, 00040 Cecchina di Albano (Roma), si legge: "Nelle more della predisposizione delle procedure finalizzate alla stipula del contratto di locazione dello stabile di cui all'oggetto, destinato ad ospitare funzioni tecniche ed amministrative del Policlinico Umberto I, si comunica con la presente che questa Azienda ha formalmente accettato la proposta effettuata da codesta spettabile Società e che, pertanto, si impegna, a decorrere dal 1 Dicembre del corrente anno, a corrispondere alla suddetta Società Roan Immobiliare srl, per la locazione della durata di anni sei, rinnovabili, dell'immobile sito in Piazza Indipendenza, angolo V: Magenta, da destinare ad uso ufficio, un canone annuo pari ad euro 840.000,00 IVA di Legge esclusa"; ad oggi, sembrerebbe che la O.S. CSA CISAL Università non sia stata informata della necessità di allocare uffici del Policlinico Umberto I deputati a funzioni tecniche ed amministrative in un edificio sito in Piazza Indipendenza, angolo Via Magenta; nella relazione del responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dell'Azienda Policlinico Umberto I, arch. Giuseppe Saraceno, del 4 dicembre 2008 prot. 41632, indirizzata al direttore generale dott. Ubaldo Montaguti, avente ad oggetto sopralluogo presso l'edificio sito in Via Magenta, si legge: "Servizi Igienici l'ottavo piano è servito da un unico servizio igienico, i servizi igienici di destra non hanno aerazione naturale diretta e sono dotati di impianto estrazione d'aria insufficiente ... omissis ... I'edificio è privo di servizio igienico per i disabili; Vie d'esodo non tutte le porte d'esodo hanno apertura verso l'esodo e non sono dotate di maniglione antipanico, la scala interna ha la larghezza inferiore a cm 120 ed i gradini sono a fazzoletto ... omissis ... Ammaloramenti sono presenti diffuse localizzazioni con presenza di umidità a parete nei piani sopraelevati e interrati .. . omissis ... Piani interrati aerazione naturale insufficiente . .. omissis .. . mancanza di impianto automatico di spegnimento incendio, locali non idonei a posti di lavoro ... omissis .. . "; il don. Montaguti avrebbe, quindi, firmato una lettera con l'accettazione del contratto di locazione il 12 novembre 2008 prima della relazione del responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dell'Azienda Policlinico

Umberto I, arch. Giuseppe Saraceno, del 4 dicembre 2008, che avrebbe evidenziato carenze difficilmente sanabili se non a costi elevati. nella relazione tecnica IT riguardante l'immobile sito in Roma Via Magenta angolo Piazza Indipendenza a firma del dott. Francesco Grasso del 28 novembre 2008 prot. n. 41017 emergerebbero evidenti problematiche; ad oggi, gli immobili del Policlinico Umberto I sono di proprietà del Demanio. Attualmente nel Policlinico Umberto I vi sarebbero interi edifici quasi completamente vuoti.

Tutto ciò premesso il sottoscritto Consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta Regionale On.le Piero Marrazzo, per sapere, entro i termini previsti dall'art. 10 1, c o m a 1, nello specifico: 1. L'edificio in questione rispetta il dettato del D.L.gs n. 81/2008? 2. sulla scorta delle informazioni assunte dal documento del 12 novembre 2008, prot. 38875, la ROAN Immobiliare srl come sarebbe arrivata a proporre al Policlinico Umberto I l'edificio in questione? 3. E' stato preliminarmente pubblicato dall'Azienda Policlinico Umberto I il bando per reperire sui mercato lo stabile proposto dalla ROAN? 4. Qualora non fosse stato pubblicato tale bando, ciò potrebbe costituire una violazione di legge? 5. Quali altre tipologie di azioni con evidenza pubblica sono state intraprese dalla direzione aziendale dell'Umberto I per reperire sul mercato l'immobile necessario? 6. quali necessità avrebbe avuto il direttore generale del17Azienda Umberto I, dott. Montaguti, di procedere a stipulare due contratti di locazione, uno per l'immobile in oggetto ed uno per l'immobile di Viale Castrense dal costo annuo di locazione di euro 600.000,00 IVA di legge esclusa? 7. Ciò non sarebbe eventualmente risultato necessario dopo l'approvazione del progetto definitivo per la ristrutturazione generale dell'azienda Policlinico Umberto I e la conseguente aggiudicazione della gara per il progetto esecutivo e l'esecuzione lavori, cosa ad oggi non ancora avvenuta? 8. quali argomentazioni motiverebbero l'eventuale spesa anticipata per contratti di locazione quando

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il progetto di ristrutturazione sembrerebbe non ancora partito? 9. I1 direttore generale, dott. Ubaldo Montaguti è consapevole che non sarebbe possibile procedere ad alcuna eventuale demolizione degli edifici dell'Azienda Policlinico Umberto I senza aver prima avuto l'autorizzazione delle competenti autorità, compresi i proprietari, aver attivato la necessaria Conferenza dei Servizi ed aver adottato tutte le procedure di legge ai sensi del D.L.gs n. 16312006 e s.i.m.?

Desideri N. 1648 del 30 gennaio 2009 Oggetto: A.S.L. ROMA 'D' - Continuità servizi assistenziali aziendali. PREMESSO: - CHE I'ASL ROMA 'D', copre un bacino di utenza comprendente i territori del Comune di Fiumicino, municipi: XIII, XV e XVI; - CHE al fine di garantire la continuità dei servizi sanitari, detta Azienda si avvale della prestazione, a tempo determinato, di personale medico attraverso progetti di CO.CO.PR0; - CHE nell'ambito di detta situazione contrattuale l'Azienda, nel luglio 2007, decise di risolvere - unilateralmente - il rapporto di lavoro con la Dott.ssa Francesca Tariciotti; - CHE a seguito del contenzioso instauratosi e dell'esposto che avviava il procedimento penale, il GUP ha ritenuto il licenziamento di cui trattasi illegittimo ed ha rinviato a giudizio i vertici dell'Azienda ASL ROMA 'D' nelle figure del Direttore Generale, Sanitario e Amministrativo con l'accusa di abuso d'ufficio e violazione delle norme sul lavoro; - CHE tale episodio rappresenta purtroppo una ulteriore prova della situazione in cui versa la sanità romana e laziale;

TUTTO CIO' PREMESSO Il sottoscritto Consigliere Francesco Lollobrigida

INTERROGA Il Presidente della Giunta Regionale

per sapere: 1. se è a conoscenza di quanto sopra riportato; 2. quale provvedimenti sono stai adottati dalla Regione (o si intendono adottare) a seguito del rinvio a giudizio dei tre massimi dirigenti dell'ASL ROMA 'D'; 3. lo stato del procedimento penale o gli esiti giudiziali in caso di conclusione dello stesso.

Lollobrigida N. 1649 del 2 febbraio 2009 Oggetto: situazione lavoratori Uniposta spa.

I1 sottoscritto Consigliere Regionale del Lazio PREMESSO CHE Uniposta spa è una azienda leader nel settore della logistica outsourcing e recapito, da alcuni anni presente nel territorio romano con sede a Ciampino; CHE Attualmente presso tale azienda sono occupati 80 dipendenti; CHE Uniposta spa dichiarava alla sua nascita grandi progetti innovativi e di qualità con servizi di recapito moderni e affidabili; CONSIDERATO Che dopo appena due anni dall'avvio del progetto, Uniposta ha deciso di licenziare la quasi totalità dei dipendenti, ai quali era stato promesso un futuro in un grande gruppo solido e affidabile e la possibilità di incontrare grandi opportunità professionali; CHE l'intenzione dell'azienda, a detta delle OO.SS:, è di esternalizzare i servizi ad aziende terze del settore, dove è diffuso il lavoro a costo variabile, vale a dire lavoro precario e senza diritti contrattuali di alcun genere; CHE l'azienda si rifiuta di accettare, così come proposto dalle OO.Ss., l'intervento della Cassa Integrazione in deroga a sostegno del reddito dei lavoratori e dichiara la volontà di tagliare subito i

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Il Responsabile della Sezione Resocontazione

Stefano Mostarda

livelli occupazionali; CHE le 0O.SS. e i Lavoratori hanno risposto alle intenzioni dell'azienda con la proclamazione dello sciopero di tutto il personale per l'intera giornata il 4 Febbraio. Visto CHE l'intero settore del recapito è attraversato da una profonda crisi e da una forte destrutturazione, riconducibili proprio ai livelli di concorrenza sleale, dovuti in particolar modo all'utilizzo di lavoro atipico e illegale primo tra tutti l'utilizzo di cooperative fittizie, condizione questa che produce un notevole abbassamento, oltre che della qualità del lavoro, anche della qualità dei servizi erogati; PER TUTTO QUANTO IN PREMESSA

INTERROGA 11 Presidente della Giunta On. Piero Marrazzo, nonché l'Assessore alle Politiche del Lavoro On. Alessandra Tibaldi per sapere quali iniziative intendono intraprendere per scongiurare i licenziamenti annunciati da Uniposta spa e per impedire che quella delle esternalizzazioni dei servizi presso società e cooperative che non applicano i vigenti contratti collettivi di lavoro del settore e non garantiscono i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, diventi la risposta sbagliata alla crisi, che colpisce il settore del recapito e possa essere considerata dall'intero comparto, come la soluzione ai problemi che lo affliggono.

Foschi