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RESOCONTO STENOGRAFICO IX LEGISLATURA Consiglio Regionale del Lazio Seduta n. 24 di Mercoledì 13 Aprile 2011 Servizio Aula, Commissioni Area Resocontazione lavori Aula e Commissioni

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RESOCONTO STENOGRAFICO

IX LEGISLATURA

Consiglio Regionale del Lazio

Seduta n. 24

di

Mercoledì 13 Aprile 2011

Servizio Aula, Commissioni

Area Resocontazione lavori Aula e Commissioni

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IX LEGISLATURA - RESOCONTO STENOGRAFICO - SEDUTA DEL 13 APRILE 2011

Seduta precedente n. 23 di mercoledì 30 marzo 2011

CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO

24.

SEDUTA DI MERCOLEDI’ 13 APRILE 2011

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ABBRUZZESE

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Ufficio di Presidenza

Presidente: Mario Abbruzzese Vicepresidenti: Raffaele D’Ambrosio; Bruno Astorre

Consiglieri Segretari: Isabella Rauti; Gianfranco Gatti; Claudio Bucci

Gruppi consiliari Il Popolo della libertà: Pdl; Lista Renata Polverini: LRP; Partito democratico: Pd; Unione di centro: Udc; Italia dei valori: Idv; Federazione della sinistra: Fds; La Destra: LaD; Lista Bonino-Pannella Federalisti europei: LBP-Fe; Sinistra ecologia libertà con Vendola: Sel-V; Alleanza per l’Italia: Api; Futuro e libertà per l’Italia: Fli; Gruppo Misto: Misto; Lista civica cittadini/e: Lcc/c; Movimento per le autonomie: MpA; Partito Socialista Italiano: Psi; Verdi: Verdi.

Giunta regionale Presidente: Renata Polverini; Vicepresidente: Luciano Ciocchetti

Assessori: Politiche del Territorio e dell’Urbanistica: Luciano Ciocchetti; Enti Locali e Politiche per la sicurezza: Giuseppe Cangemi; Bilancio, Program. economico-finanziaria e partecipazione: Stefano Cetica; Lavoro e Formazione: Mariella Zezza; Turismo e Marketing del ‘Made in Lazio’: Stefano Zappalà; Ambiente e Sviluppo sostenibile: Marco Mattei; Istruzione e politiche giovanili: Gabriella Sentinelli; Cultura, Arte e Sport: Fabiana Santini; Salute (ad interim): Renata Polverini; Attività produttive e Politiche dei rifiuti: Pietro Di Paolantonio detto Di Paolo; Infrastrutture e Lavori Pubblici: Luca Malcotti; Politiche agricole e valorizzazione dei prodotti locali: Angela Birindelli; Politiche della Mobilità e del Trasporto Pubblico Locale: Francesco Lollobrigida; Politiche Sociali e Famiglia: Aldo Forte; Risorse Umane, Demanio e Patrimonio: Fabio Armeni; Politiche per la Casa, 3° Settore, Serv. Civile e Tutela dei Consumatori: Teodoro Buontempo.

INDICE

PRESIDENTE…………………………………..4 Comunicazioni del Presidente PRESIDENTE…………………………………..4 Approvazione processi verbali PRESIDENTE......................................................5 Commemorazione del decennale dalla scomparsa del consigliere regionale Francesco Babusci PRESIDENTE…………………………………..5

Sul rinvenimento di microspie ed apparecchiature di intercettazione negli uffici della Presidente della Regione PRESIDENTE......................................................5 Interrogazioni a risposta immediata Interrogazione a risposta immediata n. 80 del giorno 03 febbraio 2011, posta dal consigliere Astorre concernente: “Disagi dei pendolari della strada dei parchi A/24” PRESIDENTE......................................................5 ASTORRE (Pd).................................................5,7 MALCOTTI, Assessore........................................6

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Richiamo al Regolamento

PRESIDENTE...........................................7,8,9,10 MANCINI (Pd).....................................................7 NIERI (Sel-V)..................................................8,10 BUONTEMPO, Assessore....................................9 BONELLI (Verdi).................................................9 Proposta di deliberazione n. 22 del giorno 22 dicembre 2010, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 609 del giorno 17 dicembre 2010, concernente: “Legge regionale 6 dicembre 2004, n. 17 - Approvazione del piano regionale delle attività estrattive” Discussione generale PRESIDENTE....................................................11 DI PAOLANTONIO, Assessore.........................11 Richiamo al Regolamento PRESIDENTE...............................................12,13 DI STEFANO (Pd).............................................12 MIELE G. (Pdl)..................................................13 Discussione generale PRESIDENTE…………………………………14 DI PAOLANTONIO, Assessore……………….14 SAPONARO (LRP)……………………………15 TEDESCHI (Idv)………………………………16 Saluto agli alunni e docenti accompagnatori della Scuola secondaria di primo grado Gaetano Di Biasio di Cassino e della Scuola secondaria di primo grado di Giuliano di Roma PRESIDENTE…………………………………17 Discussione generale PRESIDENTE……………………………...18,20 MEI (Api)………………………………………18 Ordine dei lavori PRESIDENTE……………………………...20,21 STORACE (LaD)……………………………...20 PONZO (Pd)…………………………………...20 Discussione generale PRESIDENTE…………………………..21,23,25

CARDUCCI ARTENISIO (Udc)……………...21 BONELLI (Verdi)……………………………...21 PARRONCINI (Pd)……………………………23 PEDUZZI (Fds)………………………………..25 Comunicazioni del Presidente PRESIDENTE…………………………………26 Discussione generale PRESIDENTE…………………………..26,27,28 CARLINO (Udc)………………………………26 ZARATTI (Sel-V)……………………………...27 Discussione e votazione degli emendamenti PRESIDENTE…………………………..28,29,30 SAPONARO (LRP)……………………………29 NOBILE (Fds)…………………………………30 DI PAOLANTONIO, Assessore……………….30 Allegati n. 1 – Interrogazioni e mozioni annunziate……32 n. 2 - Interrogazione a risposta immediata n. 80 del giorno 03 febbraio 2011, posta dal consigliere Astorre concernente: “Disagi dei pendolari della strada dei parchi A/24”………………………..58 n. 3 - Proposta di deliberazione n. 22 del giorno 22 dicembre 2010, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 609 del giorno 17 dicembre 2010, concernente: “Legge regionale 6 dicembre 2004, n. 17 - Approvazione del piano regionale delle attività estrattive”……………..59

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Atti consiliari Regione Lazio

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La seduta inizia alle ore 12,19

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ABBRUZZESE

PRESIDENTE. La seduta è aperta. (Inno nazionale) Comunicazioni del Presidente PRESIDENTE. Comunico, ai sensi dell'articolo 55 del Regolamento del Consiglio regionale, che sono state presentate le seguenti proposte di legge: Proposta di legge n. 185 dell’11 aprile 2011 di iniziativa del Consigliere Bucci concernente: “Istituzione del fondo per la stabilizzazione occupazionale”; Proposta di legge n. 186 dell’11 aprile 2011 di iniziativa dei Consiglieri Peduzzi, Nieri, D’Annibale, Berardo, Bonelli, Maruccio, Nobile concernente: “Proseguimento del piano regionale amianto. norme per la tutela della salute e il risanamento dell’ambiente, bonifica e smaltimento dell’amianto”; Proposta di legge n. 187 dell’11 aprile 2011 di iniziativa dei Consiglieri Fiorito, Colosimo, Rauti concernente: “Istituzione dello sportello regionale di Placement”; Proposta di legge n. 188 dell’11 aprile 2011 di iniziativa del Consigliere Di Stefano concernente: “Norme regionali per l’esercizio del diritto all’istruzione e all’apprendimento”; Proposta di legge n. 189 dell’11 aprile 2011 di iniziativa del Consigliere Scalia concernente: “Interventi per la promozione del Certamen Ciceronianum Arpinas”; Proposta di legge n. 190 dell’11 aprile 2011 di iniziativa del Consigliere Galetto concernente: “Istituzione degli ecomusei nel Lazio per la valorizzazione della cultura e delle tradizioni locali ai fini ambientali,

paesaggistici, culturali, turistici ed economici”. Proposta di legge n. 191 del 12 aprile 2011 di iniziativa dei consiglieri Storace, Buonasorte concernente: “Norme in materia di diritti del malato”; Proposta di legge n. 192 del 12 aprile 2011 di iniziativa dei consiglieri Miele, De Romanis, Battistoni concernente: “Disposizioni relative al turismo equestre, ai centri ippici e all’ippoterapia”. Comunico che sono stati presentati e distribuiti in copia ai Consiglieri, i seguenti atti: - interrogazioni a risposta scritta dal n. 402 al n. 411; - interrogazioni a risposta immediata dal n. 117 al n. 126; - mozioni dal n. 192 al n. 202. (Allegato n. 1)

Tali atti saranno iscritti all’ordine del giorno secondo i termini stabiliti dal Regolamento, a meno che il Consiglio, limitatamente alle mozioni, non decida di anticiparne la discussione.

Se non vi sono obiezioni, così resta stabilito. (Così resta stabilito) Comunico altresì che: i Consiglieri Giuseppe Melpignano e Giovanni Di Giorgi hanno sottoscritto le Proposte di legge n. 163 del 28 febbraio 2011 e n. 164 del 28 febbraio 2011.

Comunico infine che l’assessore Forte sarà assente nella seduta odierna perché impegnato in attività istituzionali ed ai sensi dell’articolo 34, comma 5, del Regolamento del Consiglio regionale sarà computato come presente ai fini della fissazione del numero legale.

***** Approvazione processi verbali

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PRESIDENTE. Sono stati distribuito per l’approvazione da parte del Consiglio i verbali relativi alle sedute n. 22 del 23 marzo 2011 e n. 23 del 30 marzo 2011. Se non vi sono obiezioni, i verbali si intendono approvati. (Sono approvati)

***** Commemorazione del decennale dalla scomparsa del consigliere regionale Francesco Babusci PRESIDENTE. I consiglieri Peduzzi e Nobile, del gruppo Federazione della sinistra, ricordano al Consiglio regionale la commemorazione del decennale dalla scomparsa del consigliere Francesco Babusci, figura stimata durante il suo mandato da tutti gli schieramenti politici. Farei un applauso. (Applauso)

***** Sul rinvenimento di microspie ed apparecchiature di intercettazione negli uffici della Presidente della Regione PRESIDENTE. Colleghi, abbiamo appreso dalla stampa che negli uffici della Presidente della Regione sono state rinvenute microspie ed altre apparecchiature di intercettazione, sul fatto sta indagando l’autorità giudiziaria. L’inquietante episodio deve rafforzare la nostra volontà di perseguire il bene della comunità laziale. Ritengo pertanto di esprimere il comune sentire affermando la nostra solidarietà alla Presidente Renata Polverini… (Interruzione del consigliere Mancini: “Presidente! Presidente!”) Un attimo, passiamo alle interrogazioni, dopodiché concederò la parola.

***** Interrogazioni a risposta immediata n. 80 del giorno 03 febbraio 2011, posta dal consigliere Astorre concernente: “Disagi dei pendolari della strada dei parchi A/24” (Allegato n. 2) PRESIDENTE. Interrogazione a risposta immediata n. 80 del giorno 03 febbraio 2011, posta dal consigliere Astorre concernente: “Disagi dei pendolari della strada dei parchi A/24”.

L’assessore alle Infrastrutture e lavori pubblici Luca Malcotti è disponibile a rispondere. Ha chiesto di parlare il consigliere Astorre per illustrare l’interrogazione. Ne ha facoltà. ASTORRE (Pd). Grazie, Presidente. L’interrogazione è stata presentata a seguito di un fatto specifico ma, insomma, lì sono mesi ed anni che avviene, cioè sostanzialmente il blocco della A/24 tra la barriera di Roma est, Lunghezza e fino al Verano. Quello è un blocco che da anni si verifica, nello specifico c’era stata una presa di posizione pubblica perché un bus aveva impiegato 1 ora e 50 minuti per fare 11 chilometri però chi fa quella strada tutti i giorni sa qual è il problema, ormai è diventata una delle principali strade di accesso a Roma. Lì c’è un progetto per circa 270 milioni di euro, se non vado errato, ma insomma l’assessore Malcotti potrà essere più preciso, 85 milioni di finanziamento degli Enti locali, 50 della Regione e 35 del Comune di Roma, quindi noi abbiamo fatto nella precedente Legislatura questo protocollo di intesa ed abbiamo messo risorse regionali per dare una risposta a quell’importante nodo infrastrutturale. Tra l’altro ricordo che a Guidonia, località Pilorotto, si sta aprendo un altro casello autostradale, credo che i lavori non siano ancora iniziati.

Ora l’interrogazione è del 3 febbraio, nelle more della risposta, sono passati due mesi, ma almeno ringrazio l’assessore Malcotti di

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essersi reso disponibile, anche se dopo tanto tempo, due mesi, a venire in Aula, però nelle more della risposta c’è stata anche l’audizione dell’assessore Malcotti in Commissione lavori pubblici dove ha dato una serie di risposte, comunque a me in qualche maniera preme che di quelle risposte che lui ha dato in Commissione ne venga resa edotta l’Aula, perché credo che sia una delle problematiche di traffico più importanti della regione Lazio e del comune di Roma. Grazie. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’assessore Malcotti per la risposta. Ne ha facoltà. MALCOTTI, Assessore. Grazie, Presidente. Intanto ci tengo a dire in questa occasione, per questa come per altre interrogazioni, che c’è una certa difficoltà nell’assessorato a rispondere alle interrogazioni perché tra il momento in cui vengono formalmente depositate ed il momento in cui sono effettivamente nella disponibilità dell’assessorato passa un po’ di tempo e quindi nel frattempo mi arrivano lamentele sulle mancate risposte alle interrogazioni che, però, dipendono dal fatto che non posso rispondere alle interrogazioni fino a quando tecnicamente e formalmente non le ricevo. Comunque in questo caso confermo le cose già dette dal consigliere Astorre. Il tratto urbano e quello subito extra urbano della A/24 è interessato da un protocollo che ha origini lontane, è stato siglato tra Anas, Regione, Provincia, Comune e Ministero delle infrastrutture già nel 2004 ed integrato nel 2009… Presidente, credo che l’interrogante abbia delle difficoltà ad ascoltare la mia risposta. PRESIDENTE. Un po’ di silenzio, per cortesia, onorevoli consiglieri! Grazie. MALCOTTI, Assessore. I contributi sono 85 milioni di euro da parte del Ministero delle infrastrutture, 50 milioni di euro da parte della Regione Lazio, 35 da parte del Comune e 88.9 milioni da parte di Anas e Strada dei Parchi.

I consiglieri ricorderanno che, in sede di Consiglio, la quota di 50 milioni era coperta dai fondi FAS che, essendo stati spostati in sede di bilancio sulla partita del debito della sanità, sono stati garantiti diversamente con finanza regionale da questo Consiglio in sede di finanziaria. Il progetto esecutivo è stato approvato dal Cda dell’Anas il 26 maggio 2010, da quel momento sono state attivate tutte le attività propedeutiche all’avvio dei lavori come quelle della occupazione delle aree, la bonifica da alcuni ordigni bellici che erano nelle aree di lavoro interessate, la rimozione delle interferenze e le verifiche archeologiche. C’erano ancora una serie di atti formali da svolgere, il primo era l’atto di recepimento delle prescrizioni del Cipe alla convenzione unica tra Anas e Società Strada dei Parchi, che è stato siglato in data 29 novembre 2010.

A seguito di tale atto l’Anas ha fatto un decreto di approvazione, trasmesso alla Strada dei Parchi, il 17 dicembre 2010 e trasmesso alla Strada dei Parchi il 19 gennaio.

Qualche giorno fa è stato sottoscritto l’atto di aggiudicazione tra Strada dei Parchi e la società realizzatrice dell’intervento. Stanno già cominciando a predisporre, come si può vedere anche percorrendo il tratto, le prime iniziative di cantierizzazione, i lavori cominceranno effettivamente nel mese di maggio, quindi da qui a poche settimane. E’ previsto un tempo di esecuzione di 1120 giorni, quindi un tempo piuttosto consistente, abbiamo già fatto una prima riunione, qualche giorno fa, e un’altra l’avremo nei prossimi giorni, chiedendo di ridurre al massimo i tempi di lavorazione, anche facendo valere la quota parte di finanziamento della Regione Lazio e stabilendo insieme, lo faremo appunto nella prossima riunione, le modalità con le quali il nostro contributo verrà attivato nell’esecuzione dei lavori.

Diciamo che l’intenzione della Giunta è quella di dare il massimo della disponibilità nell’erogazione di questi fondi, eventualmente facendo entrare questa partita,

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lo stiamo verificando nell’accordo SACE, per ottenere il massimo della riduzione possibile dei tempi di lavorazione, quindi dei disagi che ci sono già oggi quotidianamente su quel tratto, ma che sono destinati, ahimè, ad aggravarsi nel momento in cui si apriranno i cantieri. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Astorre per la replica. Ne ha facoltà. ASTORRE (Pd). Signor Presidente, sono due le cose che le sottopongo, dichiarandomi parzialmente soddisfatto della sua risposta. Le chiedo di seguire.

In primo luogo occorre seguire il cantiere per garantire che ci siano sempre due corsie per senso di marcia su quel tratto, quello è un tratto affollatissimo, quindi va fatto un lavoro, come è stato fatto sul Grande raccordo anulare, di attento monitoraggio durante i lavori.

Poi è necessario agire sull’accelerazione dei lavori, tre anni sono tanti. Le offro una possibilità. Quando sembrava che il casello di Ferentino non sarebbe stato realizzato nei tempi previsti del completamento della Sora-Frosinone, abbiamo utilizzato la finanza regionale e il ribasso d’asta per dare un premio di accelerazione che è perfettamente legale. Al di là dei tempi di soluzione, tre anni sono un’enormità, considerando che decine di migliaia di pendolari percorrono quella strada, si potrebbe usare il premio di accelerazione per farli lavorare di notte e nei periodi con meno traffico.

Chiudo esprimendo la mia solidarietà all’assessore Buontempo, se mi ascolta. Ho letto oggi sul giornale che da alcuni centri sociali è stato impedito all’assessore Buontempo di tenere una sua iniziativa sul Piano casa all’Università. Credo che sia un fatto gravissimo, quindi voglio dare la mia piena e affettuosa solidarietà all’assessore Buontempo che tra l’altro da un po’ di tempo è anche diventato nostro concittadino ai Castelli Romani.

Credo che la vera democrazia sia non tanto il momento elettorale ma, non ricordo chi lo

abbia detto, anche se non si è d’accordo con le cose che dice l’altro, arrivare a dare la propria vita per fargliele dire.

Penso che sia stato “sbagliatissimo” non far parlare l’assessore Buontempo che tra l’altro quest’anno è uno dei pochissimi assessori sempre presenti in Aula.

Quindi anche a nome del gruppo del Pd esprimo una sentita, affettuosa e piena solidarietà all’assessore Buontempo.

***** Richiamo al Regolamento PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, ai sensi dell’articolo del 30 del Regolamento, il consigliere Mancini. Ne ha facoltà. Ha tre minuti. MANCINI (Pd). Signor Presidente, la prego di interpretarlo come un richiamo al Regolamento, perché lei ci ha fatto una comunicazione in Aula sull’avvenuto ritrovamento presso la palazzina della Giunta di dispositivi di ascolto e di ripresa televisiva.

Ai sensi del nostro Regolamento la sua comunicazione, su un fatto di cronaca che riguarda la Regione, richiede che la Giunta riferisca in Aula e che su questo fatto si sviluppi un dibattito.

Lei ha espresso, a nome del Consiglio, solidarietà alla Presidente della Giunta, per il nostro Gruppo lo abbiamo fatto nelle ore successive con un comunicato del nostro capogruppo, però un atto del Consiglio, Presidente, non lo può dichiarare al microfono, deve essere votato, e perché sia votato c’è bisogno di una comunicazione della Giunta all’Aula su ciò che è accaduto ed eventualmente una determinazione dell’Aula.

Ora - e concludo nei tre minuti - noi assistiamo con preoccupazione al fatto che troppo spesso su fatti di rilevanza della nostra Regione non si avverta la necessità per la Giunta di riferire in Consiglio regionale.

C’è in queste settimane un dibattito che attraversa il Paese sulla questione dell’accoglienza dei migranti che ha

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coinvolto le Regioni in maniera molto concreta nel rapporto con il Governo e con le determinazioni della Conferenza Stato- Regioni. Siamo sorpresi che non si sia ritenuto doveroso riferire al Consiglio regionale sulle determinazioni che la Regione sta assumendo e acquisire, anche dal Consiglio regionale, una valutazione sugli impegni che si stanno prendendo per conto della nostra Regione.

Quindi, in relazione alla sua comunicazione, Presidente, noi le chiediamo formalmente che, a seguito della sua comunicazione, la Giunta riferisca e si svolga il relativo dibattito sull’argomento, se si vuole arrivare a un pronunciamento del Consiglio regionale.

Più in generale la preghiamo, Presidente, di farsi tramite per informare la Giunta che, per quello che ci riguarda, noi ci aspettiamo non solo una presenza fisica in Aula, ma che su questioni come questa, dell’avvenuto ritrovamento presso la palazzina della Giunta di dispositivi elettronici, a cui lei ha fatto riferimento, e su altri fatti che riguardano la vita della Regione, ci sia l’abitudine di riferire in Consiglio regionale e non si pensi che quest’Aula possa continuare a discutere di provvedimenti che hanno il loro iter ordinario non discutendo di fatti rilevanti che riguardano la Regione. PRESIDENTE. Grazie consigliere, rispondiamo subito.

Collega Mancini, sulla vicenda è in corso un’indagine, inoltre l’argomento, per quanto riguarda la comunicazione della solidarietà che ho portato a nome del Consiglio alla Presidente Polverini non è iscritto all’ordine del giorno, pertanto, non si può aprire un dibattito. Sono comunicazioni del Presidente dell’Assemblea, sulle comunicazioni per Regolamento non si apre un dibattito.

Per quanto riguarda invece la questione dei migranti abbiamo deciso in Conferenza dei capigruppo di discuterne nelle Commissioni competenti… (Interruzione di un consigliere)

No, solo uno. Uno a favore e uno contro e poi si discute del primo punto all’ordine del giorno.

Ha chiesto di parlare il consigliere Nieri. Ne ha facoltà. NIERI (Sel-V). Signor Presidente, parlo contro la proposta del collega Mancini, perché credo che… PRESIDENTE. Siccome l’articolo 30 prevede questo… NIERI (Sel-V). Certo. PRESIDENTE. Altrimenti, non dovrei darle la parola. NIERI (Sel-V). Va benissimo. La ringrazio per avermi dato la parola. Lei giustamente ci ha ricordato che una vicenda così delicata, come quella a cui lei ha fatto riferimento, non può essere discussa nell’Aula del Consiglio perché c’è un’inchiesta in corso. Ma noi proprio poche sedute fa abbiamo discusso lungamente di Ri.Rei. dove, se non erro, vi è un’inchiesta in corso. Per cui non può essere questo il metro di valutazione.

La verità, Presidente, e le chiedo su questo veramente di avere un’attenzione maggiore, è che quest’Aula non sta discutendo più di niente! Ha fatto bene il collega Mancini a ricordare questa vicenda di Lampedusa, dei migranti e delle Regioni d’Italia, e mi pare che su un argomento come questo è fondamentale, invece, che il Consiglio intervenga, discuta, apprenda direttamente le notizie.

Le voglio solo far presente, Presidente, che noi ragioniamo sempre… PRESIDENTE. Scusi, abbiamo deciso! NIERI (Sel-V). Sì, ho concluso. Ragioniamo solo su quello che leggiamo sui giornali. L’Aula del Consiglio o discute mozioni con 3, 4 mesi di ritardo o non discute mai.

Su fatti di particolare importanza, questioni che scuotono l’opinione pubblica, come appunto questa che riguarda la Presidente

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Polverini, su cui anche noi abbiamo dato, come tutti i gruppi, solidarietà sulla stampa, cioè, il Consiglio è indifferente a una vicenda come questa? E’ indifferente alla vicenda, che sta coinvolgendo l’intero Paese, dei migranti?

Ecco, io farei veramente una discussione, una riflessione, Presidente, perché sennò veramente è faticoso seguire i lavori d’Aula. PRESIDENTE. Grazie. Vorrei ricordare ancora una volta che la Conferenza dei capigruppo ha deciso di discutere di questo argomento così importante nelle commissioni competenti e, dopodiché, di riferire al Consiglio per una discussione. Quindi possiamo iniziare con il primo punto dell’ordine del giorno… (Interruzione dell’assessore Buontempo: “Chiedo di parlare”)

Prego, assessore Buontempo. Ne ha facoltà. BUONTEMPO, Assessore. Prima di passare al primo punto all’ordine del giorno volevo ringraziare l’onorevole Astorre per la sensibilità dimostrata in merito alla vicenda accaduta ieri all’Università di Roma. E’ un senso di civiltà e di responsabilità.

Non ho sentito la solidarietà della Presidenza dell’Aula, ma niente di grave, ringrazio il collega Astorre perché se si abbassa la vigilanza questo Paese, anche per le crisi che sta vivendo, potrebbe andare incontro a vicende già viste che hanno fatto soffrire il nostro Paese. Chi ama la politica sa che anche la contrapposizione fa parte della politica, però il confronto è indispensabile.

Si può contestare ciò che si dice, ma bisogna difendere il diritto di dirlo. Io questo l’ho fatto in qualunque istituzione ho rappresentato l’elettorato italiano e quindi mi auguro che dalle parole del collega venga una lezione che si può essere diversi, si può essere avversari, si possono contestare i contenuti ma deve prevalere il valore della politica, della libertà e del rispetto della persona su ogni altra cosa.

(Interruzione del consigliere Bonelli) PRESIDENTE. Facciamo prima illustrare… (Interruzione del consigliere Bonelli)

Ha chiesto di parlare il consigliere Bonelli. Ne ha facoltà. BONELLI (Verdi). Presidente, faccio presente che il Prae, il Piano delle attività estrattive, su cui l’assessore si accinge a fare la relazione, presenta il seguente problema che io le sottopongo in qualità di Presidente del Consiglio regionale.

Questo Piano doveva andare in Commissione ambiente, la Commissione ambiente ha fatto decadere i termini per la valutazione…

Presidente, chiederei la sua attenzione perché è un punto delicato. Ha fatto decadere i termini per la valutazione della delibera stessa, cosa che invece la Commissione ambiente non ha esercitato su tre autorizzazioni di attività estrattive che puntualmente sono state autorizzate, e invece il piano che deve dare la visione di insieme la Commissione non solo non lo ha mai messo all’ordine del giorno, ma ha fatto decadere i termini per portarlo direttamente in Aula. Questo non si può. Siccome io sono componente della Commissione e avrei voluto dare il mio contributo in Commissione per verificare alcuni aspetti importanti dal punto di vista ambientale, allora la domanda che rivolgo al Presidente del Consiglio, e ovviamente a tutti i colleghi, è se - voglio anche misurare le parole - è elemento anche di rispetto nei confronti del Regolamento far decadere il Piano delle attività estrattive in Commissione ambiente e non consentire alla Commissione di poter fare la valutazione e oggi, invece, con celerità, approvare tre autorizzazioni di attività estrattive.

Chiedo quindi che il testo vada in Commissione ambiente per consentire ai membri della Commissione di poter esercitare le valutazioni di merito. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il

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consigliere Nieri. Ne ha facoltà. NIERI (Sel-V). Presidente, sull’ordine dei lavori.

Ritengo che l’Aula debba fare una riflessione molto seria … PRESIDENTE. Collega Nieri, è la seconda volta che interviene sull’ordine dei lavori… (Interruzione di un consigliere)

Ha ragione, ho sbagliato io a dare la parola al consigliere Nieri. NIERI (Sel-V). Intervengo sull’ordine dei lavori perché erano due argomenti diversi, Presidente. Io non l’avrei fatto il primo intervento, ma è lei che ha fatto la comunicazione all’Aula.

Oltretutto, come giustamente,ha rilevato il collega Buontempo, neanche portando la solidarietà a quello che è successo ieri. Poi con il collega Buontempo parleremo a parte della vicenda di ieri perché sono interessato all’argomento di quello che realmente è accaduto, non solo leggendolo sui giornali. Leggiamo solo sui giornali ormai. Facciamo i lettori!

Presidente, io invece volevo intervenire su quello che è successo ieri l’altro nella Commissione urbanistica che stava appunto discutendo del Piano casa.

Io ritengo che quello che è successo, vedo il collega Buonasorte, sono contento che sta in Aula il Presidente… (Interruzione del consigliere Buonasorte: “In Aula e in Commissione”)

Sempre presente in Commissione e presente anche in Aula. Però è successo un fatto molto grave nell’ultima Commissione, perché la maggioranza ha sostenuto che pure in assenza del numero legale si potesse procedere alla votazione degli emendamenti… (Interruzione di un consigliere)

Ce lo dovete dire voi, che siete la maggioranza di questa Regione… PRESIDENTE. Consigliere Nieri, per cortesia, la prego di concludere immediatamente. NIERI (Sel-V). Se a lei non interessa il fatto che nelle Commissioni si voti senza… PRESIDENTE. Mi interessa, come no, però in Aula stiamo discutendo di un ordine del giorno.

Mi sembra di aver capito che dobbiamo rispettare tutti il Regolamento, e alla fine… NIERI (Sel-V). Dobbiamo rispettare il regolamento, però non è che lo rispettiamo solo quando interessa a voi! PRESIDENTE. Assolutamente no!

NIERI (Sel-V). Ma questo sta avvenendo. PRESIDENTE. Legga l’articolo 30 del Regolamento, lei deve fare un riferimento specifico. NIERI (Sel-V). Le sto dicendo, siccome lei deve essere garante di tutto il Consiglio regionale e del lavoro di questo Consiglio regionale, succede che in una commissione che sta affrontando uno degli argomenti più importanti di questa fase, la Commissione ha voluto votare senza il numero legale, io sto facendo una denuncia precisa… PRESIDENTE. Ho capito perfettamente, sono a conoscenza di quello… NIERI (Sel-V). Le chiedo di fare qualsiasi votazione in Aula, da oggi in poi, con il badge. PRESIDENTE. Sono a conoscenza di quello che sta succedendo nella Commissione urbanistica, il Regolamento è chiaro, quindi non è che deve venire il Presidente del Consiglio a far rispettare il Regolamento. Il Regolamento è chiaro per quanto riguarda il

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numero legale, mi sto adoperando per superare queste criticità.

***** Proposta di deliberazione consiliare n. 22 del giorno 22 dicembre 2010, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 609 del giorno 17 dicembre 2010, concernente: legge regionale 6 dicembre 2004, n. 17 - approvazione del piano regionale delle attività estrattive (Allegato n. 3) Discussione generale PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto 1, reca: “Proposta di deliberazione consiliare n. 22 del giorno 22 dicembre 2010, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 609 del giorno 17 dicembre 2010, concernente: legge regionale 6 dicembre 2004, n. 17 - approvazione del piano regionale delle attività estrattive”.

Ha chiesto di parlare l’assessore Di Paolantonio. Ne ha facoltà… (Interruzione del consigliere Mancini: “Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento”) Non ci sono richiami al Regolamento. Ho dato ampiamente spazio a tutti… (Interruzione del consigliere Mancini: “Presidente, c’è stato un intervento…”) Prego, assessore. DI PAOLANTONIO, Assessore. Grazie, Presidente… (Interruzione del consigliere Mancini: “Presidente, non ci obblighi a non ascoltare l’assessore Di Paolo! L’assessore Buontempo ha parlato in Aula, allora o era una comunicazione della Giunta o non lo poteva fare perché non è consigliere regionale! Quindi, se è una comunicazione della Giunta, Presidente…”)

PRESIDENTE. Assessore Di Paolantonio, la prego di illustrare la proposta… (Interruzione del consigliere Mancini) Consigliere mancini, la prego di mettersi seduto… (Clamori dai banchi dell’opposizione) Prego, assessore. DI PAOLANTONIO, Assessore. Grazie, Presidente, non vi nascondo che non è semplice intervenire… (Clamori dai banchi dell’opposizione) PRESIDENTE. Vi prego di comportarvi in modo corretto… DI PAOLANTONIO, Assessore. Proverò a illustrare in questo clima surreale il Prae che la… (Interruzione del consigliere Mancini: “Assessore Di Paolo non pregiudicare il lavoro fatto in Commissione…”) (Interruzione di un consigliere: “Ma che è una minaccia?”) PRESIDENTE. La prego, consigliere Mancini, la parola la concede il Presidente… (Interruzione del consigliere Mancini)

La parola è stata concessa all’assessore Di Paolantonio, altrimenti sono costretto a… (Interruzione del consigliere Mancini)

Prego, assessore Di Paolantonio. (Interruzione di un consigliere: “Sospenda la seduta”) (Clamori dai banchi dell’opposizione)

Prego, assessore. La prego!

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DI PAOLANTONIO, Assessore. Presidente… (Clamori dai banchi dell’opposizione) (Interruzione del consigliere Mancini: “Noi vogliamo un dibattito sulle dichiarazioni dell’assessore Buontempo”) (Interruzione del consigliere Storace)

Sospendo la seduta. (La seduta è sospesa alle ore 12,52 e riprende alle ore 13,09)

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ABBRUZZESE

PRESIDENTE. La seduta riprende.. Richiamo al Regolamento PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per richiamo al Regolamento il Consigliere Di Stefano. Ne ha facoltà. Ha tre minuti. DI STEFANO (Pd). Signor Presidente, mi spiace che non ci sia il Presidente della Commissione urbanistica, Buonasorte, però io volevo porre all’attenzione un tema abbastanza delicato che ha creato un precedente mai accaduto nei lavori delle commissioni della Regione Lazio.

Ieri, o l’altro ieri, sono stati votati in Commissione urbanistica credo circa 40, 50 emendamenti, senza che ci sia stato il numero legale nella Commissione. Si è aperta una discussione e alcuni colleghi della maggioranza hanno avuto modo di sostenere, leggendo a loro modo il Regolamento, che le commissioni hanno il numero legale… (Interruzione di vari consiglieri) PRESIDENTE. Per cortesia, consiglieri! DI STEFANO (Pd). Presidente, io gradirei un minimo di attenzione perché è un problema serio che la coinvolge direttamente

in qualità di Presidente, per cui, credo che sia giusto parlare anche alla presenza del Presidente della Commissione urbanistica. Se gentilmente è possibile chiamarlo… PRESIDENTE. Ma non posso obbligare i consiglieri ad entrare in Aula… DI STEFANO (Pd). Non c’è dubbio. Il buonsenso dice questo.

Dicevo, è stato interpretato il Regolamento, anche con altri consiglieri della maggioranza che non vedo ugualmente in Aula, sostenendo… (Interruzione di vari consiglieri) PRESIDENTE. Per cortesia. Onorevoli consiglieri, per cortesi, un po’ di silenzio. Grazie. DI STEFANO (Pd). Sostenendo che da ieri in poi, immagino, cioè da quando il Presidente Buonasorte ha introdotto questa interpretazione del Regolamento, gli emendamenti, gli atti di commissione si possono votare anche soltanto con la presenza del Presidente, anche con la presenza di un solo consigliere, a meno che non ci sia qualcuno dell’opposizione che chiede la verifica del numero legale. A noi risulta diversamente.

Credo, Presidente, che risulti diversamente anche agli Uffici che sono intervenuti durante la Commissione su richiesta del Presidente e che devo dire, e stigmatizzare, sono stati trattati anche in malo modo da qualcuno che era presente nella Commissione soltanto perché sostenevano una cosa diversa da quello che riteneva giusto la maggioranza.

Presidente, noi faremo tutti gli atti, chiederemo che vengano invalidati gli emendamenti, abbiamo minacciato, chiaramente, di uscire e siamo usciti, minacciamo ancora oggi, e lo facciamo presente al Presidente, che noi siamo disposti anche a dimetterci tutti dalla Commissione urbanistica se prevale questo criterio.

Noi chiediamo al Presidente di interpretare realmente il Regolamento, chiediamo cioè se

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anche il Presidente considera giusto che si possano votare atti in commissione senza la presenza del numero legale. E aggiungo anche, Presidente, che a dare maggiore forza a questa tesi da parte della maggioranza c’è stata la giustificazione che spesso anche in Aula si votano atti senza la presenza del numero legale, che è un fatto gravissimo dichiarato dai membri della maggioranza, e questo ci costringerebbe, ogni qualvolta andremo a votare da oggi in poi, a chiedere di utilizzare il voto elettronico per verificare se realmente c’è il numero legale in Aula.

Per cui noi chiediamo, Presidente, che ci sia un chiarimento su un fatto gravissimo che non è mai successo, a fronte di un ostruzionismo anche legittimo dell’opposizione su un atto che non condivide. Io l’ho ripetuto mille volte al Presidente della Commissione urbanistica, se sulla nostra proposta di legge di due anni fa, tre anni fa, sul Piano casa non ci sono stati duemila emendamenti da parte dell’opposizione probabilmente è intervenuta la politica a cercare di trovare una proposta che coinvolgesse tutti e ascoltasse tutti.

Se qui ci sono duemila emendamenti e c’è ostruzionismo vuol dire che la maggioranza va avanti… PRESIDENTE. E’ stato chiaro, consigliere De Stefano. Grazie.

Ha chiesto di parlare per richiamo al Regolamento il consigliere Giancarlo Miele. Ne ha facoltà. MIELE G. (Pdl). Signor Presidente, prendo la parola perché sinceramente ritengo che non sia questa la sede per fare un dibattito su quello che è avvenuto nella Commissione urbanistica.

Detto ciò, voglio dire che sono il primo a esprimermi favorevolmente rispetto a quanto detto dal collega Di Stefano, nel senso che l’opposizione, la minoranza ha posto una problematica e penso che tutti unanimemente possiamo essere d’accordo sul fatto che i lavori della Commissione possano riprendere solo dopo che lei abbia dato un’interpretazione, o lei o la Giunta per il

Regolamento. Però io ritengo che sia importante andare ad approfondire questo argomento e questa tematica nelle sedi opportune e non bloccare qui i lavori dell’Aula visto che abbiamo un ordine del giorno con degli atti importanti da approvare, e penso che sarebbe sbagliato cedere anche alla tentazione dell’ostruzionismo e alla volontà di bloccare i nostri lavori qui in Aula, che non mi sembra assolutamente la sede opportuna.

E’ certo però, Presidente, che come maggioranza dobbiamo avere anche noi una certezza su come muoverci in Commissione urbanistica, perché stiamo andando ad affrontare un atto molto importante per il futuro della nostra Regione, perciò è evidente che le deliberazioni che vengono adottate in Commissione dobbiamo essere certi che vengano adottate nella pienezza della regolarità del procedimento amministrativo. Grazie. PRESIDENTE. Grazie, consigliere.

Vorrei solo richiamare l’attenzione di tutti i consiglieri sull’articolo 30, secondo comma, che recita: “Se una questione di interpretazione del Regolamento sorge nel corso di sedute di Commissioni consiliari il Presidente della Commissione decide sulla stessa salvo che non ritenga di sottoporre la questione al Presidente del Consiglio che può decidere autonomamente oppure acquisire il parere della Giunta per il Regolamento”.

Però vorrei che fosse chiaro che se i componenti sono tredici, la maggioranza è sette, quindi non stiamo scoprendo l’acqua calda.

Penso di aver dato ampio spazio al dibattito su questo argomento… (Interruzione di vari consiglieri)

Per quanto mi riguarda sì. Se sono sei sono nulle. Invito l’assessore a relazionare…

Guardate, se tredici sono i componenti la maggioranza è sette… (Interruzione di un consigliere: “Perfetto”)

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Grazie. Discussione generale PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l’assessore Di Paolantonio. Ne ha facoltà. DI PAOLANTONIO, Assessore. Grazie, Presidente.

Noto con piacere che si è ritrovato un clima di serenità nell’Aula e credo che sia opportuno per poter procedere con i lavori e i punti all’ordine del giorno.

Oggi presentiamo un provvedimento che da tanti anni la Regione Lazio doveva adottare e che si inserisce all’interno di una complessiva revisione della legge regionale sulle attività estrattive del 2004.

Abbiamo in questi mesi lavorato insieme al Presidente della Commissione attività produttive Saponaro e, debbo dire, con tutta la Commissione, che ringrazio per il clima assolutamente produttivo con il quale si è affrontato l’esame di questo provvedimento, ma anche del successivo punto all’ordine del giorno. Dicevo, all’interno della Commissione si è stabilito di iniziare innanzitutto da questo provvedimento atteso da oltre dieci anni, cioè il Piano regionale per le attività estrattive per passare successivamente alla delibera per le proroghe e poi, a cavallo dell’estate, iniziare invece, e mi auguro con lo stesso clima di partecipazione e di serenità, la revisione della legge per evitare che periodicamente si torni su provvedimenti quanto urgenti tanto delicati.

Oggi presentiamo il Piano regionale per le attività estrattive, è un documento estremamente tecnico che l’Amministrazione regionale ha affidato all’Università La Sapienza di Roma attraverso il CERI che fisicamente ha redatto il documento stesso.

L’obiettivo principale del documento è quello di definire i principi generali entro i quali dovranno limitarsi le linee di azione dei piani territoriali delle Province.

Quali sono i contenuti principali del Prae. Innanzitutto, ed è cosa importante perché va in qualche maniera a sanare un deficit di

informazione che albergava alla nostra Regione, c’è una prima ricognizione e una successiva organizzazione dei dati, attraverso un database, che tra l’altro contiene tutto il materiale cartografico di archivio presente nei nostri uffici. E’ stato un lavoro, debbo dire, certosino che il CERI ha fatto per mesi, andando a ricostruire nei dettagli tutte quelle attività presenti sui territori delle cinque Province, e oggi il materiale è a disposizione degli uffici dell’assessorato, per avere per la prima volta una fotografia esaustiva dell’esistente. Così come, altro dato importante per ricostruire alcuni processi e intraprendere anche una strada di legalità e di trasparenza, sono stati acquisiti tutti i dati storici relativi alla quantità di materiali finora estratti. Questo è un punto molto importante perché consente, attraverso queste informazioni, di fare un po’ la storia di tutte le attività estrattive presenti all’interno della Regione Lazio e, dicevo, di avere per la prima volta un quadro di assoluta trasparenza che può essere messo a disposizione degli enti territoriali quanto delle associazioni di categoria, quanto delle associazioni ambientaliste.

Così come è stata fatta poi un’attività ricognitiva che ha consentito l’individuazione dei siti di cava, sia per le attività in esercizio - anche questo è un dato che mi preme sottolineare -, così come per le attività attualmente non in esercizio, in modo da avere una mappatura davvero dettagliata che ci consente di avere tutti i dati e di metterli a disposizione dei nostri uffici e delle cinque Province che dovranno poi, successivamente, intervenire.

Tutto questo materiale è stato informatizzato, attraverso una piattaforma cosiddetta “GIS”, che potrà essere ulteriormente consultata con relativa facilità, e per ogni cava, per ogni attività estrattiva c’è una relativa banca dati.

Considero il lavoro molto importante e sul piano tecnico e sul piano amministrativo, perché, come dicevo, ci consente di sanare un ritardo decennale che c’era nella nostra Regione, ci consente soprattutto di avere finalmente una informazione dettagliata su

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tutti i siti operanti e non operanti, ma soprattutto ci consente, essendo questo considerato da noi presupposto ineludibile, di poter procedere in un settore che nelle nostre attività produttive regionali rappresenta comunque un comparto importante, tale da poter procedere alla rimodulazione e all’aggiornamento della legge regionale del 2004.

Registro con favore il grande atteggiamento di responsabilità ma anche di prudenza che la Commissione ha avuto nell’esaminare tale documento e davvero ringrazio tutti i commissari, sia quelli di maggioranza che quelli di opposizione, con l’impegno da parte della Giunta e del nostro assessorato di cominciare, subito dopo la pausa estiva, con l’esame e con la rimodulazione della legge stessa. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Saponaro. Ne ha facoltà. SAPONARO (LRP). Presidente, grazie.

Siamo arrivati, credo, alla conclusione. Credo che per il Prae siano circa ventidue anni che quest’Aula aspetta una linea, ma più che l’Aula aspetta la linea, una certezza del diritto, il settore. Aspettano gli operatori, eravamo arrivati quasi in Consiglio nel 2005, poi per vari motivi la Legislatura finì, per cui si dovette rifare l’iter daccapo.

Io non entro nel merito, perché già l’assessore ha chiarito questo. Io parlo più che altro come Presidente di Commissione della corresponsabilità, da parte di tutti i membri della Commissione che hanno avvertito, capito e trasformato questa sensibilità in atto amministrativo, perché fatto unanime su questo discorso significa che c’è stata consapevolezza che questo documento è di vitale importanza per tutto il settore.

Guardate, questo documento, questo Piano regionale di attività estrattiva può essere utile a tante altre componenti delle istituzioni pubbliche, in primo piano la Protezione civile.

Credo che su questo Piano, in cinque anni l’Università, la Facoltà, la collaborazione

scientifica proprio dell’Università di Roma “La Sapienza”, il Centro di eccellenza previsione preventiva e controllo proprio dei rischi idrogeologici, hanno fatto un lavoro veramente forte.

Abbiamo fatto alcune riunioni informative e formative presso tutti gli amministratori pubblici della Regione Lazio, l’abbiamo fatto nella sala Mechelli un mese e mezzo fa, per far comprendere, far capire agli amministratori pubblici qual è l’effetto del Piano e qual è l’azione ispiratrice della Regione Lazio, e in particolar modo del Consiglio che si è assunto una responsabilità molto forte, di andare incontro alle esigenze del territorio.

Pertanto chiedo di avere un senso di responsabilità molto forte nel votare a livello unanime nel Consiglio, per far vedere che qui non ci sono colori da una parte o dall’altra, ma una corresponsabilità su un progetto del genere.

Ma non finisce qui il discorso, noi dovremo in futuro portare avanti e seguire il Piano regionale di attività estrattive, con le evoluzioni, perché il terreno, l’aspetto morfologico va seguito, vanno seguiti tutti gli aspetti, sennò il Prae, guardate, non serve a nulla. Va seguito, va indirizzato, va compreso, va capito dagli stessi imprenditori che esiste da adesso in poi una certezza del diritto che è il Piano e che si devono inserire prima culturalmente, poi operativamente ed amministrativamente proprio in questo Piano.

Ecco perché ringrazio prima l’assessore, perché appena insediata la Commissione chiedemmo come prima cosa all’assessorato e all’assessore di comprendere lo stato d’animo degli operatori in questo settore, questo è stato fatto, la Commissione si è assunta questa responsabilità a livello unanime e la proietta nel Consiglio, ecco perché chiedo un voto molto forte come risposta di tutto il Consiglio a delle esigenze del territorio, perché questo piano, guardate, è un progetto fortemente incisivo ed è un documento molto forte, dobbiamo essere tutti noi orgogliosi di questo.

Io ringrazio di nuovo l’assessore, ma ringrazio in particolar modo le Commissioni,

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il Pd, l’Italia dei Valori, che fanno parte della Commissione, per la responsabilità con cui hanno compreso, capito e inserito questo.

Mi sono scordato del caro Mario Mei che ha dato un contributo anche lui a questo. Grazie di cuore a tutti. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la consigliera Tedeschi. Ne ha facoltà. TEDESCHI (IdV). Grazie, Presidente.

Innanzitutto vorrei ringraziare l’assessore che nel suo intervento ha voluto menzionare il lavoro di collaborazione, partecipazione attiva che c’è stata da parte di tutti i componenti della Commissione e quindi anche dei componenti dell’opposizione.

Ringrazio il Presidente della Commissione, l’onorevole Saponaro, per il clima di grande collaborazione con il quale si è potuto lavorare per poter arrivare in Commissione a licenziare questo importante provvedimento.

Questo provvedimento, vorrei far notare ai colleghi consiglieri presenti in Aula, che era atteso da tanti anni, come è stato ricordato, da decenni addirittura, ed è stato prioritario per i lavori della nostra Commissione porre attenzione alle esigenze che venivano dal territorio.

A tal fine il Presidente si è reso sin da subito disponibile ad effettuare incontri sul territorio. In particolare devo ricordare la grande disponibilità del Presidente a gestire, a partecipare ad un incontro che si è tenuto in Provincia di Frosinone, a Cassino, dove lei anche, Presidente Abbruzzese, era presente. Quindi un momento importante per il nostro territorio.

Come lei sa, le cave del distretto di Coreno soffrono per la crisi economica e non è opportuno che debbano soffrire anche per cause di natura, diciamo così, amministrativa.

Al di là di tutto l’iter che era doveroso percorrere e anche degli incontri, come si diceva, che sono stati fatti sul territorio per raccogliere le esigenze, dobbiamo evidenziare che il Prae, al di là del fatto che è un provvedimento tecnico, così come è stato ricordato giustamente dall’assessore, è un provvedimento, uno strumento che è

indispensabile per monitorare e per controllare l’attività delle cave. In particolare, per controllare e monitorare la corrispondenza dell’attività estrattiva all’autorizzazione che le ditte hanno ricevuto ab origine quando, appunto, l’autorizzazione è stata concessa e quindi definito un piano di coltivazione delle cave.

Il piano di coltivazione prevede un’area, un perimetro e prevede un volume. Affinché possa esserci un vero controllo, un vero monitoraggio per poter quindi controllare l’effettivo perimetro entro il quale si svolge l’attività estrattiva e l’effettivo utilizzo del giacimento, quindi anche i volumi estratti, è importante avere questo provvedimento, il Prae, approvato. Senza questo il monitoraggio non è concretamente possibile e diventa molto più difficile, appunto, se non impossibile.

Quindi l’approvazione di questo provvedimento, l’approvazione di questo Prae diventa momento fondamentale, essenziale affinché venga rispettata la legalità nell’ambito dell’attività estrattiva che, come sappiamo, risulta essere elemento molto delicato.

A questo proposito con dispiacere devo ricordare all’Aula che qualche anno fa alcuni membri dell’Amministrazione regionale hanno ricevuto avvisi di garanzia per non aver probabilmente - dico “probabilmente” - rispettato quelli che erano i perimetri della legalità entro i quali si sarebbero dovuti muovere. A tutt’oggi proprio questa carenza amministrativa, e poi anche legislativa, comporta che le attività estrattive, e quindi, le autorizzazioni delle cave, debbano essere di volta in volta oggetto di un lungo, necessario, doveroso iter amministrativo che passa attraverso la CRC, la Commissione Regionale Cave. Ricordo al Presidente del Consiglio, alla Giunta e a tutti i colleghi consiglieri presenti che a tutt’oggi, dopo un anno dall’insediamento di questa nuova Amministrazione regionale, non sono stati ancora nominati i membri di questa importante Commissione. In assenza di questa Commissione, logicamente, anche l’iter amministrativo che passa per questa

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Commissione non solo viene rallentato, ma viene praticamente bloccato. Vorrei quindi sensibilizzare tutti affinché, invece, si provvedesse ad una celere nomina dei componenti di questa CRC, Commissione Regionale Cave.

Voglio inoltre evidenziare che il Prae, come ha già ricordato il Presidente della Commissione, l’onorevole Saponaro, dovrà essere uno strumento non statico ma in continua evoluzione, perché solo in questo modo il territorio potrà essere veramente monitorato.

Quindi pregherei l’assessorato e la direzione regionale di fare in modo, attraverso anche un investimento ad hoc, scientifico, che ci siano i fondi necessari affinché ci possa essere - sarebbe auspicabile - un continuo aggiornamento di questo Piano, di questo Prae, perché se così non fosse, se dovesse essere semplicemente uno strumento statico che ci dà una fotografia in un dato momento e poi lì giace, be’, a questo punto voi capite che l’attività di monitoraggio non potrebbe essere più effettuata.

Ora, gli strumenti tecnici ci sono, il CERI, così come ha provveduto ad elaborare uno strumento effettivamente completo, ha anche gli strumenti per poterlo continuamente aggiornare, deve essere però volontà di questa Amministrazione e di questa Giunta fare in modo che ci siano le risorse necessarie destinate affinché questo possa succedere, e questo, assessore, lei lo aveva garantito.

Quindi, assessore Di Paolantonio, lei ribadisce a quest’Aula, come aveva già fatto in Commissione, l’impegno a fare in modo che ci siano i fondi necessari affinché per il CERI, dico il CERI perché il CERI ha già redatto questo piano, questo Prae, ma in futuro per chi se ne dovrà occupare, possa esserci veramente un aggiornamento continuo, perché, come voi sapete ormai, le tecniche di coltivazione non sono più quelle di una volta, di conseguenza l’attività estrattiva può essere anche, diciamo così, molto celere.

Le attività sono molto produttive, molto efficienti e quindi controllare che effettivamente l’attività si svolga nel rispetto

del perimetro e delle cubature previste dal Piano di coltivazione approvato diventa di fondamentale importanza.

Però dobbiamo avere il Prae continuamente aggiornato. Quindi in Commissione, in particolare noi componenti dell’opposizione, abbiamo espresso il nostro voto favorevole, però in qualche modo condizionato, diciamo così, a questo impegno della Giunta.

Concludo dicendo che questo strumento è uno strumento propedeutico, a questo punto, all’approvazione di quella che sarà, che è già passata in Commissione, di quella che sarà la modifica della legge numero 17, le proposte di modifica della legge 17, che riguardano il grosso problema delle proroghe per l’autorizzazione dell’attività estrattiva.

Anche in questo caso ringrazio il Presidente Saponaro perché ha avuto cura di mettere all’ordine del giorno dei lavori della Commissione prima il Prae e solo dopo, successivamente, la proposta di modifica alla legge 17 per quanto riguarda le proroghe alle autorizzazioni, che sono in scadenza, delle attività estrattive.

Quindi in Commissione si è lavorato con un duplice obiettivo, l’obiettivo di rispettare il territorio, anzi triplice, l’obiettivo di rispettare il territorio, l’obiettivo di rispettare la rispondenza alle normative vigenti e l’obiettivo di favorire l’occupazione, l’occupazione già in essere, e fare in modo che l’attività in questo settore non abbia a risentire delle lungaggini amministrative che non solo hanno causato e stanno causando problemi in merito alle autorizzazioni, ma che hanno causato anche problemi di legalità. Grazie. Saluto agli alunni e docenti accompagnatori della Scuola secondaria di primo grado Gaetano Di Biasio di Cassino e della Scuola secondaria di primo grado di Giuliano di Roma PRESIDENTE. Prima di dare la parola al consigliere Mei ne approfitto per salutare gli alunni e i docenti accompagnatori della Scuola secondaria di primo grado Gaetano Di Biasio di Cassino e della Scuola secondaria

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di primo grado di Giuliano di Roma in visita oggi al Consiglio regionale del Lazio.

Ciao ragazzi. Buona visita. Discussione generale PRESIDENTE. Continuiamo i lavori.

Ha chiesto di parlare il consigliere Mei. Ne ha facoltà. MEI (Pd). Grazie, Presidente.

Finalmente arriva in Aula una discussione tanto attesa e definitiva, quella del Piano per le attività estrattive, il cosiddetto “Prae”.

Anche io voglio ringraziare l’assessorato per il lavoro fatto, gli uffici, il dottor Marotta, per l’impegno messo, in modo particolare volevo ringraziare, però, il Presidente della Commissione, Saponaro, che con caparbietà e zelo ha portato avanti, ha stimolato il dibattito in Commissione portando avanti una proposta di legge così importante, perché è in qualche maniera la conclusione di un quadro normativo, di un percorso fatto nelle amministrazioni regionali di colori diversi, che finalmente abbiamo portato in Aula. Però, mi dispiace anche, Presidente, lo debbo dire, vedere su un atto così importante, lo dicevano i colleghi, dopo vent’anni, purtroppo, un’Aula semivuota da parte anche e soprattutto della maggioranza. Ma non voglio fare polemiche e comunque il dato di fatto è un ringraziamento vero al Presidente della Commissione e all’Assessorato.

Il Prae, come avete già detto, rappresenta uno strumento fondamentale e improcrastinabile che, superata la fase emergenziale, pianifica e va a monitorare in modo organico l’attività e l’economia laziali.

Si tratta, come ho detto, di un provvedimento atteso da tantissimo tempo, da più di vent’anni, che consentirà alle imprese di uscire da una lunga fase di transizione che ha caratterizzato il rilascio delle autorizzazioni delle attività estrattive.

Ricordo a tutti i colleghi consiglieri, oggi presenti in Aula, che le autorizzazioni hanno determinati percorsi e che chiaramente hanno dei passaggi defatiganti da dover superare. Quindi ricevere da parte di un investitore,

per intraprendere una attività estrattiva, una autorizzazione, aspettare cinque anni, con più di 86 passaggi amministrativi che dovranno essere fatti, è chiaro che non consente una programmazione certa e lunga nei tempi. Quindi tutto questo chiaramente va a snellire quella che è la parte, diciamo così, amministrativa. Credo che tutto ciò abbia determinato una conseguenza, perché non si è avuta da parte delle imprese una programmazione, ma era legata ad un discorso degli imprenditori, non avevano una certezza per quanto riguarda gli investimenti. Il piano, lo avete ricordato, è stato votato all’unanimità in Commissione, anche in considerazione del lavoro svolto, fatto nella precedente Legislatura, che è stato ricompreso nei provvedimenti, quindi è stato inserito il lavoro fatto e come gruppo di Alleanza per l’Italia esprimo soddisfazione per l’approdo odierno perché va a colmare, lo dicevamo prima, una mancanza ventennale di decisioni. La mancanza di decisioni crea dei vuoti nei quali si insinua facilmente l’ideologia, purtroppo sulle cave c’è stato e c’è ancora un eccesso di ideologia. In questi pochi minuti che mi vengono concessi vorrei entrare nel merito. L’attività estrattiva è un mestiere antico, è un settore di pregio nel quale possiamo vantare esperienza, storia e prestigio. Credo che sia nota a tutti i presenti la bellezza dei materiali estratti nella nostra regione, dei quali si sono fregiati strutture, piazze, strade e palazzi in tutto il mondo. E’ un settore che produce, come economia del Lazio, più di 8000 addetti e ha in tutta Italia più di 14.000 addetti ai lavori e 1800 imprese. Questo settore risente, come altri, della crisi che è in atto, la crisi economica che attraversa e attanaglia il nostro Paese, e quindi le imprese sono costrette anche a casse integrazioni e a diversi ammortizzatori sociali che devono mettere in campo. L’attività estrattiva fornisce inoltre la materia prima per l’edilizia, il rilancio della stessa edilizia, quella privata, ma anche delle grandi opere infrastrutturali e rappresenta anche nel nostro territorio una concreta

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speranza per attenuare quella che è la crisi. A questo però aggiungiamo qualcosa, l’abbiamo visto purtroppo nella recente tragedia del terremoto in Abruzzo che ha evidenziato, come già sapevamo, che la qualità delle costruzioni è strettamente legata alla qualità dei materiali impiegati. Da qui il ruolo delle cave di qualità e l’importanza del Prae, ossia di quello che potremmo definire il piano regolatore delle attività estrattive che è di pacifica comprensione poiché dà certezze alle imprese, ai cittadini e agli utenti finali. Dire no alle cave quindi significa di fatto porre un veto allo sviluppo infrastrutturale della nostra regione e del nostro Paese. Sono scelte di carattere politico.

Nel passato la figura del cavatore è stata in generale piuttosto impopolare, si trattava nell’immaginario collettivo di individui senza scrupoli, che sventravano montagne, colline in maniera indiscriminata. Se questo è stato vero in alcuni casi i tempi sono decisamente cambiati e sempre più debbono cambiare. Propongo innanzitutto che la legislazione regionale collegata renda il Prae un congegno flessibile, lo abbiamo atteso per più di vent’anni e presumibilmente varrà per altrettanti, deve quindi essere così generale e duttile da poter rispondere a scenari economici e sociali mutevoli diversi.

Il Prae si calerà in un territorio nel quale c’è già da decenni attività estrattiva per cui deve indicare linee di indirizzo tali da non paralizzare il settore ma da guidarlo correttamente. Condivido l’idea della Regione Lazio di redigere il Prae “negativo”, cioè che indichi le zone dove è vietato scavare, ma nello stesso tempo chiediamo alla Regione di non spostare nel Prae in maniera incondizionata il principio di precauzione. Sarei infatti preoccupato per il futuro dell’economia regionale se avessimo un Prae legato ai divieti tout court.

Le attività ad impatto zero non esistono ma non per questo deve essere perseguita a tutti i costi la cosiddetta “opzione zero”, cioè non realizzare nulla. La norma europea offre, anzi impone a tutti gli strumenti affinché vi sia convivenza tra sviluppo e sostenibilità. Uno

dei presupposti del Prae è chiaramente l’analisi dei fabbisogni prevedibili di materiali. Ritengo questo un passaggio chiave per un prodotto legislativo e per una economia sostenibile. Bisogna quindi intervenire, Presidente, sulla legislazione collegata, prima di tutto modificando la legge regionale 17, il tentativo ultimo della Giunta operato sulla legge regionale 168, anche essa emendata, va in quella direzione, ed anche qui va il mio applauso perché all’unanimità è stata votata anche in Commissione, ma appunto, dicevo, la 168 va ad implementare attraverso una riforma organica il sistema del Prae stesso come orizzonte costruttivo di interessi. Oggi, e vado alla conclusione, le attività di estrazioni nel Lazio si possono svolgere con piena tranquillità e pianificare con un minimo di certezza. Nel medio termine i produttori nel Lazio di minerali hanno molte possibilità di crescere economicamente attraverso l’internalizzazione e la commercializzazione dei loro prodotti. Investire per il futuro significa anche investire nella formazione, nella tutela del personale e la sicurezza sul lavoro, elementi indispensabili, imprescindibili per le attività. Il compito dell’Assessorato per le attività estrattive della Regione Lazio, insieme agli imprenditori, è anche quello di diffondere una nuova concezione dell’attività estrattiva, oggi esiste una concezione distorta dell’attività estrattiva ed è quindi necessario informare l’opinione pubblica che la realtà produttiva si inserisce a pieno titolo nel territorio dove opera ed è in grado di arrecare vantaggi alle comunità locali. Quindi il recupero ambientale, Signor Presidente, è un momento dello stesso ciclo produttivo, così bisognerebbe andare nella direzione dello sviluppo sostenibile. Per tutto quello che ho menzionato, per il lavoro fatto e per le tante altre motivazioni che mi auguro verranno fuori nel lungo dibattito che avremo in Aula, do il mio sostegno concreto, l’ho dato in Commissione e lo darò anche in Aula, per questo voto che mi auguro sia il più largo possibile, il più diffuso possibile e che anche in Consiglio

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regionale sia all’unanimità così come è stato in Commissione. Grazie PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Carducci. Ne ha facoltà… (Interruzione del consigliere Storace) Chiedo scusa. Ordine dei lavori PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Storace sull’ordine dei lavori. Ne ha facoltà. STORACE (LaD). La ringrazio e chiedo scusa all’Aula. Siccome mi sono dovuto assentare, vorrei capire se poi c’è stato il dibattito sulle dichiarazioni dell’assessore Buontempo o se si è stabilito che non è vero quello che sosteneva chi diceva che quando parla un assessore c’è l’obbligo del dibattito.

Vorrei quindi sapere se c’è stato questo dibattito, Presidente. Non c’è stato, quindi era una falsità quella che si sosteneva in quest’Aula, collega Mancini e collega Montino. Non è vero che quando un assessore interviene è obbligatorio il dibattito, prima questione.

Seconda questione: vorrei sapere, per organizzarci… PRESIDENTE. Chiedo scusa, non c’è stato un intervento, c’è stato un ringraziamento al consigliere Astorre. STORACE (LaD). Però lei ha sospeso l’Aula per questo… PRESIDENTE. Non per questo. STORACE (LaD). Presidente, se lei ritiene di dover contraddire rispetto a quello che abbiamo visto, è un suo diritto, eserciteremo anche noi i nostri diritti ogni volta che non saremo d’accordo.

Seconda questione, vorrei sapere, per organizzarci con i nostri modesti movimenti - immagino saranno previste votazioni, dopo -,

se si dovesse votare per alzata di mano, lei conterà le mani? Per capire se dobbiamo essere costretti a stare in Aula o meno, perché in Commissione… (Interruzione di un consigliere)

Chiedo scusa, quando parlo io per cortesia ascoltate, poi ascolterò le vostre ragioni, perché credo che siamo a un tema importante, si sta mettendo in discussione quello che nei regolamenti di tutte le assemblee si definisce “numero legale”, la presunzione del numero legale, perché altrimenti non ha senso la verifica del numero legale. Il numero legale è sempre presunto, salvo verifica. Avete deciso di abolire la presunzione del numero legale, questo è un precedente che ci accompagnerà per sempre se vale questa sciagurata interpretazione e io auspico, Presidente, che lei voglia convocare la Giunta per il Regolamento, per evitare che nelle prossime ore ci troviamo di fronte a questa impasse, per cui qualcuno pretenderebbe che ci debbano essere trentasei mani alzate anche quando non si chiede il numero legale. Credo che sia una follia pensare che si possa andare avanti con questa interpretazione. La ringrazio molto. PRESIDENTE. Chiedo scusa, poi do immediatamente la parola al consigliere Carducci.

Io ho semplicemente riportato in quest’Aula quello che è scritto nel nostro Regolamento. Consigliere Storace, le deliberazioni dell’Aula e delle Commissioni consiliari sono valide se è presente la maggioranza dei componenti, quindi… (Interruzione del consigliere Storace)

Quindi io ho semplicemente detto questo. Ha chiesto di parlare il consigliere Ponzo

sull’ordine dei lavori. Ne ha facoltà. PONZO (Pd). Signor Presidente, per quanto riguarda la questione posta dal collega Storace, io prima volevo intervenire perché lei faceva riferimento all’interpretazione.

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Su questa questione non c’è nessuna interpretazione, perché l’articolo 33, comma 3, dello Statuto non prevede la richiesta del numero legale, ma che se non è presente la maggioranza dei commissari assegnati in quella Commissione non si può approvare nessun atto deliberativo.

A differenza del Regolamento del Consiglio che prevede altre procedure, l’articolo 33, comma 3, che riguarda… PRESIDENTE. E’ già stato affrontato questo argomento… PONZO (Pd). Riaffermo che non è un’interpretazione, perché l’articolo 33 è molto chiaro… PRESIDENTE. Ma lo so, lo so che non è un’interpretazione… PONZO (Pd). L’articolo 33, comma 3, è molto chiaro e non c’entra assolutamente niente con…. Discussione generale PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Carducci Artenisio. Ne ha facoltà. CARDUCCI ARTENISIO (Udc). Signor Presidente, cerchiamo di riprendere una discussione serena… (Interruzione del consigliere Nieri: “E’ uno scandalo!”) Presidente, se posso intervenire, altrimenti rinuncio all’intervento… PRESIDENTE. Per cortesia, un po’ di silenzio. Prego, consigliere Carducci. CARDUCCI ARTENISIO (Udc). Signor Presidente, mi sembrava che ci fossero altri interventi sulla questione.

Cerchiamo di riprendere una discussione serena ed equilibrata, tra l’altro su un provvedimento tanto atteso da un settore,

come tanti settori produttivi qui nel Lazio, in crisi.

Ringrazio il lavoro meticoloso del Presidente Saponaro, che dovrebbe essere un esempio per tutti noi, per le modalità con cui siamo arrivati all’approvazione di questo provvedimento, facendo, come ricordava, anche degli incontri settoriali.

Voglio ringraziare per la collaborazione anche il dottor Marotta e tutti i consiglieri che hanno approvato alla fine all’unanimità questo provvedimento.

Questo sicuramente è un provvedimento tecnico, però è un provvedimento atteso da anni e un elemento di certezza per la categoria, per gli uffici e quindi per noi che abbiamo il compito di verificare e di legiferare in materia.

Dobbiamo fare ancora tanti passi, Presidente, uno dei quali è quello di nominare anche noi, come Consiglio, il Comitato degli esperti, spero che questo possa avvenire celermente per completare quella struttura di uffici e di collaborazioni esterne indispensabili per sviluppare al meglio questo tipo di attività e dare certezza agli operatori.

Quindi io mi limiterò a queste due parole, ovviamente annunciando il voto favorevole dell’Udc su questo provvedimento tecnico, e di nuovo io spero che questo spirito e queste modalità, con le quali abbiamo affrontato tutti in Commissione attività produttive l’argomento, siano le modalità con cui dovremmo cercare di avviare il lavoro, anche come esempio - qui c’erano gli studenti -, per quello a cui siamo stati chiamati.

Ringrazio nuovamente gli Uffici, il Presidente Saponaro e tutti i colleghi di maggioranza e opposizione per questo lavoro. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Bonelli. Ne ha facoltà. BONELLI (Verdi). Signor Presidente, devo dire che sono molto deluso, sa che io la stimo, però quando un consigliere interviene in Aula e le chiede… Posso anche sbagliare, posso anche dire una sciocchezza, lei però ha

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il dovere di dire se io ho detto una sciocchezza o se ho ragione. Non si può far finta di nulla, perché sennò evitiamo, non si interviene più. E’ un problema di rispetto, mi auguro che sia dovuto alla concitazione del momento, al fatto che molti consiglieri siano intervenuti.

Riprendo dal punto dove sono intervenuto. Io non mi accodo ai cori di coloro i quali hanno detto: “Bene, il Presidente Saponaro…”, io non ho nulla contro il Presidente Saponaro, il problema è che sulla vicenda delle attività estrattive si è fatta un’operazione devo dire scientifica da questo punto di vista, che io le avevo sottoposto, perché se accade sempre così, così non può funzionare nemmeno un Consiglio municipale. Perché se la delibera delle attività estrattive, che ha delle implicazioni ambientali notevoli, viene inviata alla Commissione ambiente e la Commissione ambiente, non me ne voglia il Presidente Carlino, volutamente fa decadere i termini per non farla analizzare dalla Commissione e oggi tre delibere di attività estrattive vengono approvate, c’è qualcosa che non funziona. E lascio ovviamente alla valutazione dei consiglieri, di chi ci ascolta, dei cittadini, perché renderemo pubblico quanto è accaduto.

Il piano delle attività estrattive. L’assessore non ha detto… (Interruzione del consigliere Fiorito)

Collega Fiorito, chiedo scusa, ma lei ha la voce forte!

Siccome il piano delle attività estrattive prevede delle procedure che sono previste dal decreto legislativo 152, procedure che sono state fatte, come la VAS, lo so bene, tra l’altro io sollecito l’assessore, quando si scrive la delibera, nel dispositivo deliberativo, se non vogliamo creare vizi di forma, che la VAS è stata fatta inseritelo nel dispositivo della delibera. Non va messo negli allegati… (Interruzione di un consigliere)

No, lo dico come consiglio per evitare questioni. Perché di formalismi ci si può anche appiccicare nei tribunali amministrativi essendo delibere, io le sto dando un consiglio.

Quando si costruisce la delibera, nel dispositivo deliberativo se non c’è scritto che la VAS è stata fatta, che è un obbligo di legge, qualcuno si potrebbe svegliare e dire: “Riscrivete la delibera, perché non l’avete scritta bene”.

Ma andiamo nel merito, perché questo è un formalismo su cui non mi voglio arrampicare più di tanto. Nel merito, però, ci sono aspetti che francamente, per quanto mi riguarda, sono preoccupanti e in particolar modo per quanto riguarda le aree a compatibilità condizionata, aree dentro le quali potrà essere consentita l’attività estrattiva. E queste aree a compatibilità condizionata, purtroppo siamo in Italia, c’è stata una bellissima trasmissione di Report sulle attività estrattive che un po’ ha dato un quadro della deregulation di questo Paese in cui queste attività avvengono, e allora tutto è condizionato, ad esempio, per quanto riguarda le aree perimetrate e classificate dal PAI, dal rischio idrogeologico, rischio moderato e medio per frana o inondazione, dove la compatibilità dell’attività estrattiva è condizionata al nulla osta.

Ora, il punto è capire con molto rigore, in un Paese come il nostro, che ha vissuto e vive una situazione di grave rischio idrogeologico, io le chiedo, Assessore, la ragione per cui lei inserisce nelle aree a compatibilità condizionata che sono sottoposte a nulla osta - con tutto ciò che significa da questo punto di vista, esponendo ovviamente a un’attenzione, a una pressione, a una debolezza aree sensibili - aree che sono a rischio di frana e inondazione, seppur con rischio moderato e medio. Rischio moderato e medio! E’ un rischio, sono aree che sono state classificate a “frana e inondazione” e su cui si potrebbe dare l’autorizzazione a cavare e prendere volumi di terra, di pietre o di rocce, di cava di vario genere. Questo è il primo punto.

Secondo punto, aree a vincolo

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idrogeologico tout court, le aree di salvaguardia delle derivazioni di acque destinate al consumo umano, aree a rischio sinkholes. Io capisco perché viene messo questo, “aree a rischio sinkholes”, ha un nome e cognome quest’area ovviamente, ma c’è anche la necessità di dire però con certezza rispetto alla preoccupazione di un territorio, in particolar modo, ad esempio, Tivoli e Guidonia - dove ci sono cittadini che vedono continuamente l’abbassamento, il rischio, il movimento delle proprie case a causa delle attività estrattive limitrofe - quelli che sono i piani che consentono di mettere in sicurezza queste zone.

Poi c’è il tema delle aree boscate. C’è un punto che forse vi è sfuggito, che io vi sottopongo e che avrei detto se fossi stato messo nella condizione di poterlo fare nella Commissione ambiente, vale a dire le aree boscate, così come definite dall’articolo 10 della legge regionale 24/98, hanno una specifica che riguarda ovviamente l’aspetto del vincolo paesaggistico, ma ci sono anche altri aspetti che riguardano le aree boscate che devono essere considerati, che sono il ruolo forte dei boschi nella tutela idrogeologica, nella tenuta del territorio, specialmente in aree che sono quelle dove di più le cave vanno a insistere, aree dove i boschi, le piante consentono la tenuta delle colline, delle montagne evitano le frane, impediscono questo. E in particolar modo poi c’è un aspetto che non è considerato che individua un’area sensibile, sono le aree boscate percorse da incendi. Questo è un punto, però, che ha una connessione con le attività che la criminalità esercita attraverso l’uso del fuoco per liberare aree per poi determinare attività illecite sul territorio.

Che significa? Che se noi non diciamo in maniera molto chiara riguardo alle aree boscate percorse dal fuoco, vale a dire boschi distrutti dagli incendi dolosi - perché sono tutti dolosi gli incendi, tutti dolosi – se diciamo solo che c’è incompatibilità, è chiaro che a questo punto chi ha appiccato il fuoco in un punto e non vede l’apposizione del vincolo, domani avrà l’autorizzazione per la cava.

Ecco perché vi dico che non mi accodo, do atto al Presidente Saponaro, perché è persona per bene, che ha fatto un buon lavoro, ma non necessariamente dobbiamo essere d’accordo. Quindi da questo punto di vista, potrei continuare ma mi fermo qua, queste sono le ragioni per cui avrei preferito anche a norma di Regolamento che vi fosse stata una valutazione più approfondita di questo Piano in Commissione ambiente. Non è stata data la possibilità, si è preferito far decadere i termini in maniera, devo dire, voluta e a questo punto ovviamente, per quanto mi riguarda, il giudizio che do di questo Piano è un giudizio negativo. PRESIDENTE. Grazie, consigliere Bonelli.

Le chiedo scusa per la mancata risposta al suo richiamo al Regolamento, però è previsto dall’articolo 58, secondo comma, quando dice: “Se i predetti termini scadono senza che il parere sia pervenuto, la Commissione consiliare competente per il merito può procedere all’esame”. Quindi non c’è nessuna irregolarità.

Ha chiesto di parlare il consigliere Parroncini. Ne ha facoltà. PARRONCINI (Pd). E’ vero, Presidente, che non c’è nessuna irregolarità però il consigliere Bonelli ha sollevato un argomento molto pertinente, il Piano regionale delle attività estrattive oltre che nella nostra Commissione, la commissione competente, andrebbe visto, discusso nella Commissione ambiente, perché la materia delle cave è strettamente correlata alla tutela dell’ambiente, del paesaggio, alla compatibilità con l’assetto complessivo del territorio regionale, quindi si rischia di rovinare il lavoro che comunque è stato fatto e che ormai procede da tanto tempo, addirittura il primo incarico è stato dato nel 2002, insomma sono nove anni che questo Piano regionale delle attività estrattive viene elaborato, ha visto tanti passaggi diversi.

Nella discussione è stato trascurato un aspetto che secondo me è centrale, che con il Prae si avvia un processo di decentramento verso le Province e verso i Comuni. In pratica

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quello che oggi fa la Regione in futuro lo faranno le Province, e soprattutto i Comuni, perché dopo il Prae, che è uno strumento di indirizzo e di programmazione, dovranno essere redatti i Piani provinciali per le attività estrattive che dovranno tenere conto del Piano regionale. In base ai piani provinciali, che indicheranno le aree vocate alle attività estrattive, poi i Comuni rilasceranno le autorizzazioni, quindi è un’applicazione, anche se tardiva, della legge 14 del ‘99, la famosa legge sul decentramento che guida tutti i processi della Regione Lazio nel trasferimento delle competenze e delle funzioni alle Province e ai Comuni.

Naturalmente in questo piano c’è anche il forte tasso scientifico che è stato dato dal lavoro dell’Università La Sapienza, è stato redatto comunque da esperti, da persone super partes, che hanno tenuto conto soprattutto delle esigenze generali, non solo di quelle delle attività economiche, ma anche delle altre esigenze, dei cittadini, dei temi dell’ambiente, dei temi di uno sviluppo ordinato del territorio.

Ora, da questo punto di vista io ritengo che questo strumento metta ordine nella materia, perché il Lazio è una regione ricca di cave, è una regione ricca di materiali. Abbiamo materiali conosciuti in tutto il mondo, penso al travertino romano, penso al peperino del viterbese, penso al marmo di Coreno Ausonio, penso al basalto. Gli antichi romani lastricavano le strade consolari con il basalto. Il basalto oggi è la pavimentazione di Roma, i selci, quindi da questo punto di vista il Lazio ha una spiccata vocazione, anche perché il Lazio ha parecchi sistemi vulcanici che hanno modellato la morfologia dei terreni, quindi è una risorsa, le attività estrattive sono una risorsa. Vanno portate avanti in maniera civile, in maniera coordinata, senza aggressioni al territorio, cosa che c’è stata in passato. Tra l’altro un primo passo la Regione l’ha fatto con la legge del 2004, la nuova legge sulle cave, che ha fissato alcuni paletti. Adesso per aprire una cava, una volta che si sia autorizzati, bisogna versare una fideiussione, e quindi è una garanzia per imporre a fine cava il

ripristino secondo regole di tutela ambientale. Nel settore delle cave penso che sono stati fatti anche progressi dal punto di vista della sicurezza sul lavoro.

Questo non significa che dobbiamo abbassare la guardia, bisogna vigilare soprattutto sulle cave che sono state dismesse, che in molti casi nel territorio regionale sono diventate ricettacoli di rifiuti speciali, rifiuti pericolosi. Penso alla realtà da dove provengo, il viterbese, dove per anni alcune cave sono state adibite a discariche abusive, con rifiuti pericolosi che hanno inquinato un territorio integro.

Ecco, allora questo è il giudizio che noi abbiamo dato, anche perché questo Prae ha attraversato addirittura tre giunte regionali, tre legislature, questa è la terza legislatura che si occupa del Prae, quindi abbiamo dato un giudizio complessivamente positivo sul lavoro che è stato svolto. Però, ecco, io pongo un altro tema in questa discussione, un tema che è all’ordine del giorno anche in base alla discussione che c’è stata oggi, cioè un provvedimento così importante viene discusso in un’Aula praticamente semideserta!

Io ritengo che ci sia una responsabilità soprattutto della maggioranza per quanto riguarda il Piano regionale di attività estrattive, non c’è solo una responsabilità dell’opposizione, come è stato riconosciuto, per il lavoro che abbiamo fatto in Commissione e anche per il contributo che stiamo dando oggi in quest’Aula. Veramente è desolante vedere temi così importanti che vengono discussi nel disinteresse generale e nell’assenza della maggior parte dei consiglieri regionali.

Qui, caro Presidente del Consiglio, non è un problema di Regolamento, ma è un problema di etica delle istituzioni, ecco, quanto i consiglieri regionali contribuiscono alla discussione, all’approvazione dei provvedimenti… (Interruzione del consigliere Fiorito)

Caro consigliere Fiorito, il consigliere Cicchetti qui presente, anche se d’accordo sui

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provvedimenti ci chiedeva il numero legale, perché diceva che la maggioranza doveva essere presente in Aula. E’ una responsabilità soprattutto dalla maggioranza che vuole approvare i propri provvedimenti… (Interruzione del consigliere Fiorito) PRESIDENTE. Consigliere Fiorito… PARRONCINI (Pd). Lei è il consigliere che può dare meno di tutti l’esempio della presenza in Aula, anche perché è arrivato a Consiglio iniziato già da parecchio tempo… (Interruzione del consigliere Fiorito) PRESIDENTE. Consigliere Fiorito, la prego… PARRONCINI (Pd). La minoranza non c’entra niente! Poi lei è il consigliere che può parlare meno della presenza in Aula! (Interruzione del consigliere Fiorito) PRESIDENTE. Fiorito, la prego! PARRONCINI (Pd). Anche perché è arrivato a Consiglio iniziato già da parecchio tempo!

Allora, valuteremo nel corso di questa seduta la partecipazione, la responsabilità della maggioranza, perché, ecco, noi diamo un giudizio positivo sul Prae, tra l’altro c’è anche un pezzo di lavoro nostro, però vogliamo che la maggioranza si renda conto dell’importanza di garantire il numero legale, di garantire la presenza e soprattutto di partecipare all’approvazione dei provvedimenti che quest’Aula sottopone. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Peduzzi. Ne ha facoltà. PEDUZZI (Fds). Signor Presidente, solo per testimoniare due questioni che mi sembrano importanti e per fare una proposta all’assessore e all’Aula.

Io ho avuto un comportamento - Saponaro ne è testimone, ma anche altri colleghi - nella

scorsa legislatura per cui ritenevo inaccettabile il ritardo di un provvedimento di pianificazione in un campo in cui la liberalizzazione e la irresponsabilità dei soggetti coinvolti stava determinando per la nostra Regione un’anarchia da questo punto di vista.

Quindi ho votato contro e continuerò a farlo, fino a quando non sarà approvato il Piano, nei confronti di ogni proroga, ogni nuova assegnazione, anche se fatta nel pieno della legalità, nel pieno dell’esame da parte dell’assessore competente con l’approvazione dell’analisi del progetto previsto di proroga eccetera.

Spesso è stato usato l’argomento del ricatto occupazionale. Ricordo che in tante occasioni, votando contro la maggioranza della Giunta precedente che ci proponeva proroghe e approvazioni di progetti in mancanza di una pianificazione del genere, ci veniva detto che era a rischio l’occupazione.

Ecco ci sembra proprio una cultura da rifiutare e il lavoro di pianificazione e di piano regionale non può farsi ricattare da nulla, se non dalla scientificità e dalla ponderatezza del provvedimento stesso.

Noi abbiamo tentato con qualche emendamento - e credo che l’assessore li possa assumere arricchendo e precisando alcune questioni - di proporre qualcosa sul fronte appunto della cura di queste attività, in relazione al loro impatto sul territorio e sulla possibilità di recupero di un’operazione che sul piano industriale è collegata molto a una filiera, che è quella del costruire, dell’edilizia soprattutto, ma che deve cogliere anche gli aspetti di salvaguardia. Come un piano regolatore pianifica le cose per quanto riguarda la costruzione, così deve essere anche per un piano che regola l’estrazione di materiali per poter costruire.

Ecco, sul fronte che riguarda il consumo di questa produzione credo che andrebbe analizzato il fabbisogno. Quindi stiamo parallelamente a questo provvedimento discutendo un piano casa, un piano che poi invece è di intervento sull’urbanistica, quindi sulle regole che programmano l’uso del nostro territorio, che dovrebbe far sì che

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anche dal punto di vista della programmazione produttiva, e quindi della quantità di estrazione relativamente al rapporto che questa ha con l’uso dei materiali estratti, dovrebbe tentare di coniugare l’insieme del modello di sviluppo in questo settore.

E non mi sembra che siamo di fronte a un’emergenza di quantità di offerta, siamo piuttosto all’emergenza di qualità di offerta, nel senso che c’è un’emergenza abitativa da un lato e un sovrannumero di edifici, di palazzi e di cemento ben più abbondanti di quanto la domanda produce rispetto all’offerta. Questa è la discrasia, è l’anarchia di un modello di sviluppo che non tiene in conto la pianificazione e i bisogni dei cittadini, ma soltanto l’impresa e la logica della cosiddetta “economia” che molti di noi chiamano “econosua”, nel senso di coloro che con la “quale economia” fanno profitti e non soddisfano i bisogni dei cittadini.

Le due considerazioni le ho fatte, rispetto a questa filosofia, a questa cultura della produzione di questi necessari prodotti dell’estrazione che sono legati alla filiera complessiva dell’industria edilizia, io credo che un paio di osservazioni fatte dal collega Bonelli dovremmo fare in modo che possano rientrare nella precisazione di alcuni capitoli della legge.

Dico, abbiamo passato tre legislature, abbiamo tardato molto, siamo in dirittura di arrivo, nessuno pensa di prolungare, e io ho testimoniato all’inizio del mio intervento proprio la volontà politica di andare a definire il piano regionale, però se l’assessore, e in questo senso vorrei che mi ascoltasse, assessore… Presidente, possibilmente, visto che sto arrivando a una proposta…

Sottolineavo il fatto che dopo tre legislature abbiamo tutti l’esigenza di arrivare a conclusione, tant’è che io ho documentato il fatto che a questa conclusione sarei voluto arrivare anche qualche tempo fa, quando eravamo in condizioni di farlo, di affrontare il tema e la Giunta precedente non lo affrontò e io ostacolai molto anche il procedimento continuo, il ricorso continuo a proroghe, ecc..

Io vorrei che le tre osservazioni fatte dal collega Bonelli fossimo in grado di inserirle, non so in quale forma, se sospendere i nostri lavori, tentare una istruzione breve, veloce in Commissione con il collega Bonelli per definire qualche elemento di precisazione in più. Sono rimasto colpito dal fatto che nella Commissione ambiente non sia stato discusso questo provvedimento, la procedura è stata regolamentare, come dice il Presidente del Consiglio, comunque è inquietante il fatto che un piano di questa natura non abbia avuto possibilità di essere discusso e approvato anche con le osservazioni costruttive che avremmo potuto dare in Commissione ambiente, e non se ne è fatto nulla!

In qualche modo noi proponiamo oggi all’Aula e all’assessore, se c’è una volontà in questo senso di costruzione possibile anche in Aula, attraverso emendamenti della Giunta, di considerare e di formulare una risposta ai quesiti che poneva il collega Bonelli, cosa che riterrei utile. Anche in funzione di questo credo che siano andati i nostri emendamenti e abbiano proceduto in questa direzione, faremmo cosa utile per la fine di un percorso lunghissimo, difficoltoso, su cui tutti hanno dato il loro contributo, se permettessimo che alcune questioni di fondo fossero comprese e ricomprese dentro il provvedimento che andiamo a discutere. Grazie. Comunicazioni del Presidente PRESIDENTE. Prima di dare la parola al consigliere Paris, preannuncio ai Presidenti dei gruppi che al termine della seduta si terrà una Conferenza per programmare i lavori di mercoledì. Discussione generale PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Carlino. Ne ha facoltà. CARLINO (Udc). Il consigliere Bonelli ha appena espresso la sua contrarietà per il fatto che il Piano per le attività estrattive non è passato, prima di giungere in Aula, all’esame

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della Commissione ambiente. Il Prae è stato assegnato in competenza secondaria alla Commissione ambiente il 23 dicembre e come da Regolamento del Consiglio regionale, articolo 58, comma secondo, aveva otto giorni per analizzarlo, quindi il 31 dicembre è scaduto. La proposta di deliberazione consiliare è passata automaticamente alla Commissione piccola e media impresa, commercio e artigianato che l’aveva in assegnazione primaria e che ha provveduto ad affrontarlo e approvarlo all’unanimità il 29 marzo.

Oltre a ciò non è comunque pervenuta alla Commissione ambiente, impegnata nell’analisi di proposte di legge, alcuna richiesta per l’analisi del Prae da parte di nessun consigliere e da parte di nessun commissario della Commissione ambiente, sia di maggioranza che di opposizione, come permesso dall’articolo 24 comma secondo del Regolamento del Consiglio regionale.

Peraltro in Commissione piccole e medie imprese il Piano delle attività estrattive è stato votato all’unanimità sia dalla maggioranza che dalla minoranza. PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale… (Interruzione del consigliere Zaratti)

Ha chiesto di parlare il consigliere Zaratti. Ne ha facoltà. ZARATTI (Sel-V). Signor Presidente, intanto vorrei esprimere il mio disappunto nel vedere l’assessore Di Paolantonio in maniche di camicia in un’Aula dove il rispetto per l’istituzione ci vuole. Chiederei all’assessore Di Paolantonio di prendere esempio dal Vicepresidente Ciocchetti che è sempre puntuale e visivamente dà un senso delle istituzioni serio. A parte gli scherzi, il fatto di portare la giacca in Aula credo sia una questione importante.

Ciò detto, Presidente, vorrei intervenire su questa questione. Ritengo che le considerazioni fatte adesso dal Presidente Carlino, al quale rivolgo tutta la mia simpatia

e tutta la mia stima, però se il metodo di lavoro dentro il Consiglio regionale, dentro le Commissioni fosse quello testé illustrato noi non avremmo mai nessuna commissione secondaria che intervenga nel merito di questioni importanti come l’approvazione del Prae e possa esprimere effettivamente un parere. Perché è chiaro che dopo otto giorni da quando vengono assegnati i provvedimenti alle secondarie, diciamo così, questi possono ritornare alla Commissione primaria, però questo interromperebbe qualunque tipo di discussione sul merito in commissioni importanti.

Ora, già è abbastanza discutibile, secondo me, che la Commissione ambiente sul Prae sia una commissione secondaria, perché francamente credo che pur essendo importanti le correlazioni con piccole e medie imprese, e questo è del tutto evidente, credo che la pianificazione del territorio, per quanto riguarda la possibilità di andare a verificare dove realizzare o prolungare le attività estrattive riguardi in modo particolare l’ambiente. Quindi ritengo che già l’assegnazione dovesse essere diversa, in quanto è del tutto evidente che il realizzare cave o prolungare le attività per un certo periodo, capite, da soli quanto, può essere importante per quel territorio.

Quindi ritengo che da questo punto di vista ci debba essere necessariamente una predominanza delle questioni ambientali rispetto alle questioni produttive. Io penso che il fatto che non ci sia stata discussione in Commissione ambiente sia un elemento molto, molto grave. In più, Presidente, io vorrei far presente un altro elemento che mi ha riguardato. Oltre dieci giorni fa ho chiesto alla Commissione competente la copia del Prae, che mi è stata fornita lunedì! Cioè dopo dieci giorni mi è stata fornita la copia del Prae.

Ora, la possibilità di andare ad analizzare, a discutere e ad affrontare problemi che riguardano il Prae non soltanto, Presidente, dal punto di vista della critica che ognuno di noi può fare, ma anche per la possibilità che ogni consigliere ha di migliorare il provvedimento, di fare un intervento

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integrativo, di evidenziare una proposta che possa migliorare un provvedimento che certamente è necessario per la nostra Regione, questa possibilità non viene data a nessuno. Oggi anche la richiesta ragionevole che viene dai banchi dell’opposizione - consigliere Bonelli, Peduzzi, e altri ancora -, che dicono: “Diamoci una settimana di tempo per poter visionare, vedere il Prae e poter fare una proposta di miglioramento”, secondo me è un elemento che deve essere preso in considerazione.

Io sono d’accordo sul fatto che finalmente la nostra Regione, lo dico al presidente Saponaro, si possa dotare del Prae, perché io sono per la regolamentazione non soltanto delle attività estrattive, io sono per le regole, io sono per passare dalla civiltà del “pressappoco” in questa Regione, dove quello che si alza prima la mattina può fare quello che gli pare, ad una civiltà delle regole, dove sia chiaro per tutti, per coloro che amano l’ambiente e per coloro che devono fare le attività produttive e devono fare gli investimenti, cosa si può fare e che cosa non si deve fare. Ma proprio per questa ragione ritengo che il provvedimento portato in Aula in questo modo sia un provvedimento zoppo, un provvedimento sbagliato, che non fa neanche giustizia del grande lavoro di chi è stato promotore per tanti anni, come il collega Saponaro, ma altri ancora, di un provvedimento che è utile alla nostra Regione.

Per questo ribadisco e reitero la richiesta fatta di mandare il provvedimento in Commissione ambiente per una settimana, in modo tale che tutti quanti abbiano il diritto di poter emendare, di poter discutere, di poter migliorare un testo sul quale poi tutti quanti si possa convergere. PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione generale. Discussione e votazione degli emendamenti PRESIDENTE. Emendamento a pagina 9 dei consiglieri Peduzzi e Nobile:

- Emendamento aggiuntivo alla proposta di deliberazione consiliare n. 22 del giorno 22 dicembre 2010, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 609 del giorno 17 dicembre 2010, concernente: legge regionale 6 dicembre 2004, n. 17 - approvazione del piano regionale delle attività estrattive. Linee guida per la definizione delle azioni di

piano e normativa tecnica A Pag. 7 dopo F articolo A3 Programma Regionale di recupero ambientale delle cave dismesse (non in esercizio) si inserisce il seguente articolo: A 3.1 - Fondo Regionale per il recupero delle cave dismesse (pag. 7) Con le finalità di cui al precedente articolo A 3, è istituito il Fondo regionale per il recupero delle cave dismesse, finalizzato alla copertura delle spese relative alla progettazione e realizzazione di detti recuperi. Concorrono alla formazione del fondo il deposito della quota parte degli introiti annui provenienti dalle diverse attività estrattive in essere nella Regione Lazio. Tale quota parte viene fissata nella misura dello 0,1. Sono finanziabili con detto fondo anche progetti di ricerca, studio e pianificazione nel settore dei ripristini quali attività vivaistiche oppure nuovi materiali e tecniche. -

Prima di porre in votazione l’emendamento aggiuntivo a pagina 9, chiedo se ci sono dichiarazioni di voto sull’emendamento. Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto il consigliere Saponaro… (Interruzione di un consigliere) Non vuole replicare. Mi ha comunicato che non vuole replicare, quindi ho chiuso la discussione. Per dichiarazioni di voto, Prego…

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(Interruzione di un consigliere)

Dichiarazioni di voto sull’emendamento. Scusate, abbiamo fatto la discussione generale, questa è una deliberazione, non è una proposta… (Interruzione di un consigliere)

Allora, l’emendamento è un emendamento aggiuntivo alla proposta di deliberazione consiliare n. 22 del giorno 22 dicembre, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 609, comunque è a pagina 9: “Linee guida per la definizione della redazione del piano, normativa tecnica”.

A pagina 7, dopo l’articolo A3, Programma regionale di recupero ambientale delle cave dismesse non in esercizio, si inserisce il seguente articolo: “Fondo regionale per le cave dismesse. Con le finalità di cui al precedente articolo A3, è istituto il fondo regionale per il recupero delle cave dismesse, finalizzato alla copertura delle spese relative alla progettazione e alla realizzazione di detti recuperi. Concorrono alla formazione del fondo di deposito della quota parte degli introiti annui, provenienti dalle diverse attività estrattive in essere nella Regione Lazio. Il totale quota parte è fissato nella misura dello 0.1 per cento; sono finanziabili con detto fondo anche i progetti di ricerca, studio e pianificazione…”, è stato presentato dai consiglieri Peduzzi e Nobile.

Ha chiesto di parlare il consigliere Saponaro. Ne ha facoltà. (Interruzione di un consigliere) E’ chiusa la discussione generale, stiamo in dichiarazioni di voto. Prego, consigliere Saponaro. SAPONARO (LRP). Signor Presidente, ringrazio per il dibattito che c’è stato, io ritengo che questo sia un momento molto… (Interruzione di un consigliere) PRESIDENTE. E’ stata chiusa la discussione

generale, quindi siamo in dichiarazione di voto. Quando siamo in dichiarazione di voto non esiste pregiudiziale. Prego. SAPONARO (LRP). Grazie, Presidente, per dichiarazione di voto… (Interruzione di vari consiglieri) Non ho capito… PRESIDENTE. Per cortesia, un po’ di silenzio. Consigliere Saponaro, la prego… SAPONARO (LRP). Sull’emendamento, no? PRESIDENTE. Ho chiamato già l’emendamento, si parla per dichiarazioni di voto. Quindi, dopo la discussione generale e dopo le dichiarazioni di voto parlerà il consigliere D’Ambrosio. Non ci sono problemi. SAPONARO (LRP). Presidente, rinuncio al mio intervento. (Interruzione del consigliere Nieri) PRESIDENTE. Ma è stata chiusa la discussione generale, la prego, consigliere Nieri, la conduzione dell’Aula spetta a me, spetta al Presidente. Quindi la prego, consigliere, per dichiarazione di voto, Saponaro, prego. (Interruzione di vari consiglieri) SAPONARO (LRP). Mi scusi Presidente, la dichiarazione di voto è su tutto…

PRESIDENTE. Stiamo votando l’emendamento a pagina 9.

Prima di porlo in votazione sto chiedendo se ci sono dichiarazioni di voto, dopodiché, chiederemo il parere all’assessore e voteremo. SAPONARO (LRP). Rinuncio

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all’intervento. PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il consigliere Nobile per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà. NOBILE (Fds). Signor Presidente, andando alla votazione dell’emendamento volevo semplicemente capire come mai un emendamento presentato da noi viene illustrato dal Presidente! Questa è una novità sulla quale vorrei confrontarmi, quindi chiedo che venga votato immediatamente questo emendamento e, successivamente al voto, vorrei capire come funziona la discussione in Aula. PRESIDENTE. Se non ci sono altre dichiarazioni, chiedo il parere dell’assessore su questo emendamento. DI PAOLANTONIO, Assessore. Signor Presidente, nello specifico il parere della Giunta su questo emendamento è contrario, anche se condivido la ratio dell’emendamento stesso, così come di altri emendamenti, ai quali invece darò parere favorevole, proposti dai consiglieri Peduzzi e Nobile.

Nello specifico, su questo il parere è contrario perché servirebbe un’apposita posta in bilancio che non è obiettivamente competenza del Prae, per cui è una discussione che dovrà essere rimandata o in assestamento di bilancio o durante la legge finanziaria. PRESIDENTE. Pongo in votazione l’emendamento a pagina 9.

Siccome è stata chiesta una verifica del numero legale, procediamo alla stessa direttamente con la votazione… (Interruzione di un consigliere)

No, per appello nominale, ma non lo decide lei!

Il consigliere segretario Gatti proceda all’appello dei consiglieri.

(Seguono le operazioni di voto)

Comunico l’esito della votazione: Presenti ai fini del numero legale 28 Assenti per motivi istituzionali 1 Contrari 27

Hanno votato contro i consiglieri: Abate (LRP), Abbruzzese (Pdl), Bernaudo (LRP), Brozzi (LRP), Cappellaro (Pdl), Carducci Artenisio (Udc), Carlino (Udc), Cetrone (Pdl), Cicchetti (Pdl), Colosimo (Pdl), D’Ambrosio (Udc), De Romanis (Pdl), Fiorito (Pdl), Gatti (LRP), Gigli (Udc), Illuzzi (LRP), Irmici (Pdl), Mandarelli (LRP), Miele A. (LRP), Miele G. (Pdl), Palmieri (LRP), Paris (Misto), Perazzolo (LRP), Rauti (Pdl), Sbardella (Udc), Tarzia (LRP).

Siamo in assenza del numero legale. Riprenderemo i lavori alle ore 15,45.

La seduta è sospesa. (La seduta è sospesa alle ore 14,45 e riprende alle ore 16,05)

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ABBRUZZESE

PRESIDENTE. La seduta riprende. Siamo sulla votazione dell’emendamento a pagina 9. Procediamo con il voto elettronico. Attiviamo le postazioni. E’ aperta la votazione mediante procedimento elettronico dell’emendamento a pagina 9, con il parere contrario dell’assessore. (Consigliere segretario Rauti) (Seguono le operazioni di voto) Dichiaro chiusa la votazione… (Interruzione del consigliere Gigli: “Comunque ho votato “no”) Va bene. Comunico l’esito della votazione:

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Presenti ai fini del numero legale 18 Assenti per motivi istituzionali 1 Favorevoli 1 Contrari 16 Ha votato a favore il consigliere: Pascucci. Hanno votato contro i consiglieri: Abate (LRP), Abbruzzese (Pdl), Bernaudo (LRP), Carducci Artenisio (Udc), Carlino (Udc), Cetrone (Pdl), Cicchetti (Pdl), Colosimo (Pdl), D’Ambrosio(Udc), De Romanis (Pdl),, Miele G. (Pdl), Paris (Misto), Rauti (Pdl), Saponaro (LRP), Tarzia (LRP), Gigli (Udc). Siamo in assenza del numero legale. Comunico ai presidenti dei gruppi che è convocata le Conferenza dei capigruppo per programmare i lavori di mercoledì prossimo. Il Consiglio sarà convocato a domicilio, la seduta è tolta. La seduta termina alle ore 16,10 ************************************

Resocontista Gabriella Mostarda

Revisore

Stefano Mostarda

F.to Responsabile Sezione Resocontazione

Stefano Mostarda

F.to Direttore Servizio Aula, Commissioni

dr. Onoratino Orticello

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Allegato n. 1Interrogazioni a risposta scritta n. 402 del 24 marzo 2011 Oggetto: Adempimenti connessi all'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3907 del 13 novembre 2010 per 1'accesso al Fondo per la prevenzione del rischio sismico, di cui all'art. Il della legge 24 giugno 2009, n. 77 in seguito alla definizione delle risorse assegnate.

PREMESSO CHE

l'articolo 1l della legge 24 giugno 2009, n. 77 ha istituito un Fondo per la prevenzione del rischio sismico;

la Commissione, nominata con l'Ordinanza del Presidente del Consiglio 19 gennaio 2010, n. 3843 per definire gli obiettivi e i criteri per l'individuazione degli interventi di prevenzione del rischio sismico, ha concluso i lavori individuando quali interventi finanziabili con le risorse del Fondo di cui al punto precedente: a) gli studi di microzonazione sismica; b) gli interventi di riduzione del rischio su opere pubbliche strategiche e rilevanti; c) gli interventi di riduzione del rischio su edifici privati;

per disciplinare la ripartizione e l'utilizzo delle risorse disponibili per l'annualità 2010 e così dare attuazione alle iniziative di riduzione del rischio sismico, è stata disposta l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3907, che è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 1 dicembre 2010 (N. 281 del 1112/2010 Suppl. Ordinario n.262);

con Decreto del l0 dicembre 2010, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 febbraio 2011, il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha provveduto alla ripartizione dei fondi stanziati tra le regioni ordinarie interessate distinguendoli in due voci: quelli da impiegare per la realizzazione di indagini di microzonazione sismica (art. 2 comma l letto a dell'Ordinanza in questione); quelli da destinare alla realizzazione di interventi strutturali di rafforzamento locale o di miglioramento sismico su edifici pubblici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali e alla concessione di contributi a privati per

l'esecuzione di interventi strutturali di rafforzamento locale o di miglioramento sismico su edifici di loro proprietà;

CONSIDERATO CHE

per l'anno 2010, alla Regione Lazio sono stati assegnati stanziati 1.279.856,62 € per la copertura degli oneri connessi alla realizzazione delle seguenti tipologie di intervento individuate nell'articolo 2 dell'ordinanza in oggetto: 134.721,75 € per indagini di microzonazione sismica (per il quale è necessario il cofinanziamento al 50% di regioni e comuni); 1.145.134,87 € per gli interventi strutturali di rafforzamento locale o di miglioramento sismico (con eventuale demolizione e ricostruzione) su edifici pubblici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali e per gli interventi strutturali di rafforzamento locale o di miglioramento sismico (con eventuale demolizione e ricostruzione) su edifici privati;

CONSIDERA TO ALTRESÌ CHE

nel citato decreto del l0 dicembre 2010, è stato stabilito che entro 45 giorni dalla pubblicazione dello stesso decreto, le Regioni devono individuare la quota parte dei fondi assegnati per la realizzazione degli interventi di cui all'art. 2, comma l, lettere b) e c) dell'ordinanza citata da riservare eventualmente per la concessione di contributi per gli interventi strutturali degli edifici ai privati di cui lettera c) del medesimo comma 1 e dame comunicazione al Dipartimento della Protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri;

sul tema in oggetto questo Gruppo consiliare, ha già depositato, in data 7 febbraio 20 Il, l'atto di sindacato ispettivo n. 326 di cui la presente interrogazione costituisce il naturale aggiornamento ed integrazione, nelle more della risposta della Giunta, ad oggi, non pervenuta; I sottoscritti consiglieri regionali

INTERROGANO il Presidente della Giunta regionale del Lazio per sapere:

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quali iniziative sono state intraprese per dare attuazione all'Ordinanza e poter accedere alle risorse disponibili per la realizzazione degli interventi di prevenzione del rischio sismico, assegnate alla Regione Lazio;

se, e in che modo i Comuni della Regione Lazio, di cui all'Allegato n. 7 dell'Ordinanza, sono stati adeguatamente informati e sollecitati a far pervenire alla Regione le proposte di priorità con l'indicazione degli edifici presenti all'interno dei propri ambiti, per i quali chiedere l'accesso alle risorse messe a disposizione dal Fondo in oggetto;

se e quante proposte di priorità, conformemente all'art. 3 dell'Ordinanza, sono pervenute ad oggi dai Comuni interessati;

se la Regione, conformemente all'art. 5 dell'Ordinanza, ha individuato i territori per i quali è prioritaria l'esecuzione di studi di microzonazione sismica;

se la Regione intende destinare l'importo di 1.145.134,87 €, assegnato per il finanziamento degli interventi di cui all'articolo 2 comma l lettere b) e c) dell'Ordinanza n. 3907, per i soli interventi strutturali di rafforzamento locale o di miglioramento sismico su edifici pubblici di interesse strategico e sulle opere infrastrutturali ovvero intende riservarne una quota per la concessione di contributi per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio privato;

se la Regione, stante la consistenza delle risorse messe a disposizione per l'annualità 2010, intende operare una ripartizione omogenea delle risorse disponibili tra i 299 Comuni interessati oppure procederà all'individuazione di ambiti territoriali e di Comuni ovvero di tipologie di manufatti e/o di opere infrastrutturali nei confronti dei quali concentrare le risorse disponibili.

Rossodivita,Berardo n. 403 del 25 marzo 2011 Oggetto: Rischio interruzione delle attività Istituto "Leonarda Vaccari". Premesso che: - I soci dell'Associazione "Il vento sulla vela" Onlus, costituita da familiari dei disabili assistiti dall'Istituto "Leonarda Vaccari" (Viale Angelico,

22 - 00195 Roma), riuniti in Assemblea il 22 febbraio u.s., hanno deciso all'unanimità di rappresentare agli organi politici ed amministrativi della Regione Lazio alcuni importanti problemi, che riguardano la vita delle persone disabili e dei loro familiari, nonché la sopravvivenza stessa dell'Istituto. - Detti problemi possono essere riassunti in tre principali settori: 1) Compartecipazione. Si richiede alla Regione Lazio di provvedere all'attuazione di quanto previsto dalla delibera n. 380~ che attua le disposizioni del DPCM 14 del 2001. In particolare, si richiede alla Regione Lazio di ripristinare immediatamente l'erogazione della remunerazione completa del servizio, per evitare l'imminente interruzione dell’attività di assistenza ai disabili. 2) Trasporti. Si richiede che la Regione autorizzi le AASSLL ad utilizzare le risorse previste dal "Fondo d'Integrazione Socio Sanitaria", anche per adeguare le tariffe remunerative del servizio di trasporto erogato ai propri utenti dai Centri ex. art. 26. 3) Soggiorni estivi. Considerato che in Bilancio è già presente il relativo stanziamento, è assolutamente necessario che la Regione Lazio confermi immediatamente, per il 20Il, le modalità operative stabilite lo scorso anno con la Circolare prot. 95360 del 30 luglio 2010 dell'Assessorato Politiche Sociali e Famiglia Area Inclusione Sociale, affinché i disabili possano beneficiare dei soggiorni estivi. Preso atto che: - Al fine di sensibilizzare la Giunta Regionale su questi temi, un numeroso gruppo di disabili, accompagnati dai propri familiari, ha effettuato un sit-in di protesta all'esterno della sede della Regione Lazio, Assessorato alla Sanità, in piazza Oderico da Pordenone -via Rosa Raimondi Garibaldi in data 7 marzo 2011; - Pur in presenza di rassicurazioni verbali, ricevute a margine della manifestazione del 7 marzo 2011, l'Istituto Leonarda Vaccari non ha ricevuto ad oggi alcuna risposta ufficiale sui tre quesiti sollevati Considerato che: - in assenza di un formale impegno della Regione Lazio nell'ambito della problematica relativa ai trasporti, l'Istituto Leonarda Vaccari sarà costretto

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ad interrompere il servizio di trasporto disabili a partire dal giorno 1 aprile 2011; - in assenza di una ufficiale conferma delle modalità previste della Circolare 2010, anche ne12011 (come già avvenuto ne12010 a causa dei ritardi con cui detta circolare è stata emanata) i disabili non potranno beneficiare dei soggiorni estivi. TUTTO CIÒ PREMESSO E CONSIDERATO, IL SOTTOSCRITTO CONSIGLIERE REGIONALE INTERROGA L’ASSESSORE ALLE POLITICHE SOCIALI E FAMIGLIA, ALDO FORTE PER SAPERE: - Se intende intraprendere, e con quali modalità e tempistica, ogni utile iniziativa perché le richieste dell'Istituto Vaccari non restino inascoltate e non si penalizzino le persone disabili che frequentano l'Istituto né le rispettive famiglie.

Tarzia n. 404 del 28 marzo 2011 Oggetto: Situazione di degrado per Leonardo Express.

Il sottoscritto Consigliere regionale del Lazio Premesso che • Il 1 Febbraio u.s. è stato siglato il nuovo Contratto di servizio fra Trenitalia e Regione Lazio; • In data 23 marzo u.s. notizie di stampa confermano - ancora una volta - lo stato di abbandono in cui versa lo scalo di Fiumicino; • I tapis roulant, come gli ascensori si presentano sovente fermi o in perenne manutenzione; • I locali risultano scarsamente illuminati rispetto ad altri scali internazionali e nazionali e le indicazioni, scarse, non sono immediatamente intellegibili; • Nella Stazione Termini ci sono poche scale mobili e i passeggeri hanno difficoltà per il trasporto dei bagagli; • Attualmente presso la Stazione Termini il

Leonardo Express arriva al binario 2B o 27, molto lontano (quasi un Km) dalle linee di metropolitana; • Il biglietto del Leonardo Express costa 14/15 Euro e in Europa risulta essere il secondo più costoso; Considerato che • 11 turismo è per una metropoli del prestigio di Roma, da sempre, una delle principali risorse per l'economia della Città e della Regione intera; • Lo stato attuale è di grave nocumento all'immagine e all'economia della Città di Roma; Considerato altresì che • Roma ha proposto la propria candidatura ad ospitare i Giochi Olimpici del 2020 e che, pertanto, non si possono trascurare i servizi ed uno snodo strategico indispensabile per cittadini e turisti, come quello della tratta Fiumicino –Termini.

INTERROGA Il Presidente della Regione Lazio e l'Assessore ai Trasporti al fine di conoscere se siano state già poste in essere azioni relative alla riqualificazione e all'ammodernamento degli scali con l'obiettivo di superare l'attuale stato di degrado del Leonardo Express o, in caso contrario, se ci sia intenzione di mettere in campo con urgenza delle azioni positive per stimolare tale improcrastinabile riqualificazione.

Mei n. 405 del 28 marzo 2011 Oggetto: Richiesta di ulteriori chiarimenti in merito all' alloggio Ater di via Bramante n. 5 assegnato al sig. Massimo Cavicchioli e all'acquisto di un immobile Inpdap da parte della sig.ra Renata Polverini nel comune di Roma. Premesso che: • Nel giugno 1986 il sig. Massimo Cavicchioli, marito de1l’attuale Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, sottoscrive insieme alla sorella Marina e alla nonna un subentro con

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l'Ater, nel contratto di locazione per l'assegnazione di un appartamento sito a Roma in via Bramante n. 5, abitato fino ad allora insieme ai genitori, deceduti e precedenti assegnatari dell'alloggio; • Nel 1989 1'On. Renata Polverini, a seguito del matrimonio con Massimo Cavicchioli, trasferisce la residenza nell'appartamento di via Bramante. 5, sito nell'esclusiva zona dell'Aventino, dove risiederà fino al settembre 2004; • In data 8 gennaio 1996, l'Ater invia il primo preavviso di decadenza dell'assegnazione dell'alloggio in oggetto perché non risultano rispettati i requisiti di reddito fondamentali per accedere ad un alloggio Ater così come previsto dalla legge; • Nel 2005, ben nove anni dopo il primo preavviso di decadenza, 1'Ater a seguito di un'indagine conoscitiva scopre che l'appartamento assegnato al sig. Cavicchioli non era abitato dall'assegnatario originario ma era stato ceduto a terzi, in violazione delle disposizioni normative in materia di alloggi Ater; • Il 15 novembre 2006 l'Ater chiede al sig. Cavicchioli di produrre la denuncia dei redditi per verificare la sussistenza dei requisiti previsti per l'assegnazione dell'alloggio che, nonostante le contro deduzioni del Cavicchioli, verrà negata dall'Ater tanto che il 24 luglio 2007 l'Ater chiede al Cavicchioli l’avvio del procedimento di decadenza e l’11 settembre del 2007 l'Ente invia una diffida per occupazione senza titolo in quanto il sig. Cavicchioli aveva un reddito di gran lunga superiore ai 38.000,00 euro lordi annui che rappresentano la soglia massima; Considerato che: • li sig. Cavicchioli avrebbe esplicita richiesta all'Ater di acquisto dell'appartamento di via Bramante n. 5; • Per accedere ad un alloggio popolare la legge prevede che un nucleo familiare non può possedere altri immobili nello stesso Comune per un valore superiore ai 100 mila euro; • A partire dal 2001l l’On. Renata Polverini avrebbe una casa a Perugia, una a Monteverde. due all'Aventino ed una all'EUR-Torrino acquistata dall'Inpdap che in quel periodo

dismetteva parte del suo patrimonio; • Secondo normativa è possibile acquistare un alloggio Inpdap solo se si è conduttore, quindi titolari di un regolare canone di locazione; • Secondo il d.l. 353 del 2001 in materia di privatizzazioni e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico la casa al Torrino poteva essere acquistata solo da chi non era proprietario di altra abitazione adeguata alle esigenze del nucleo famigliare nel comune di residenza; • L'On. Renata Polverini era proprietaria di un immobile sito a Roma nel quartiere Monteverde che dona alla madre proprio una settimana prima del rogito in merito all’acquisto della casa Inpdap; • L'On. Polverini acquisterebbe l'appartamento Inpdap ad un prezzo molto più basso di quello di mercato (148 mila euro), rivendendolo, circa un anno dopo, a circa il doppio del prezzo e quindi con una ingente plusvalenza (234 mila euro dichiarati); • 1'on. Polverini non abiterà mai nell'appartamento Inpdap di Monteverde; Visto: • la Presidente Renata Polverini ha istituito su proposta dell’Assessore alle Politiche per la casa Teodoro Buontempo una Commissione ispettiva sull'Ater di Comune di Roma con decreto di nomina n. T0101 del 18 marzo 2011 che dovrà giudicare anche questo caso;

Tutto ciò premesso il Consigliere Regionale Vincenzo Maruccio

INTERROGA

La Presidente della Regione Lazio, On. Renata Polverini per conoscere: • Se corrisponde al vero che il sig. Cavicchioli risulti "occupante abusivo non sanabile"; • Per quale motivazione il sig. Cavicchioli, una volta ricevuto il primo l'avviso di decadenza dell'assegnazione della casa da parte dell' Ater nel 1996, continuerebbe ad abitare io questa casa con affitto agevolato; • Per quale motivazione il sig. Cavicchioli continuerebbe ad avere assegnato un immobile Ater anche se il suo reddito è superiore ai

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38.000,00 euro lordi annui previsti; • Se dal 1989 al 2004 la somma dei redditi dei coniugi Cavicchioli fossero conformi ai limiti stabiliti dalla legge regionale; • Se corrisponde al vero che i coniugi Cavicchioli siano in possesso di un portafoglio immobiliare che annovera diversi appartamenti tra Roma e Perugia; • Quali siano le misure adottate per verificare le imparzialità della Commissione ispettiva sull' Ater; • Le motivazioni per le quali il Presidente On. Renata Polverini abbia continuato ad abitare nella casa dell'Aventino anche dopo aver acquistato altri immobili anche se, per poter accedere ad un alloggio di edilizia popolare non si possono possedere altri immobili nello stesso Comune per un valore superiore ai 100 mila euro; • Le motivazioni per le quali il Presidente On. Renata Polverini avesse affittato una casa Inpdap, acquistata nel 2002 al Torrino senza risiederci dato che, secondo la legge, possono acquistare una casa Inpdap solo i conduttori con un regolare canone di locazione; • Se l' On. Polverini fosse all'epoca dei fatti in possesso di tutti i requisiti per acquistare un immobile dall' Inpdap;

Maruccio n. 406 del 28 marzo 2011 Oggetto Situazione Società RITEL SpA.

PREMESSO CHE - 11 protrarsi della difficile fase congiunturale economico-finanziaria sta mettendo a dura prova il tessuto produttivo, con pesanti ricadute occupazionali in tutto il Paese; - In tale contesto risulta particolarmente importante favorire ogni iniziativa utile per il mantenimento e il consolidamento dei presidi produttivi del nostro Paese, soprattutto nei settori tecnologicamente più avanzati, per evitare il disperdersi delle migliori competenze e professionalità presenti con la conseguenza di un ulteriore peggioramento del dato occupazionale; - Tra le aree che più risentono di questa difficoltà vi è la provincia di Rieti che ha subito negli ultimi tempi un arretramento della base produttiva proprio nei settori più innovativi dell'elettronica e delle tecnologie della comunicazione, con la conseguenza dell'aumento del tasso di

disoccupazione, che risulta superiore alla media nazionale;

CONSIDERATO CHE - La società Ritel S.p.A. di Cittaducale, costituita nel 2006, opera nel settore della progettazione e sviluppo di sistemi software c schede hardware e nella produzione di apparati di trasmissione ottici; - L'azienda Ritel S.p.A., a seguito dello scorporo dello stabilimento reatino dell'Alcatel, conta ad oggi 212 dipendenti diretti, ai quali si sommano quasi 300 addetti operanti all'interno del perimetro industriale ex Alcatel, rappresenta ad oggi una delle principali strutture produttive della provincia reatina, nonostante il forte ridimensionamento registratosi rispetto ai valori dei primi anni '90 in cui si contavano circa 900 occupati diretti; - Nel luglio 2006, grazie all'impegno del Governo, della Regione Lazio, dell'Amministrazione Provinciale, delle organizzazioni sindacali e delle imprese a vario titolo coinvolte, venne sottoscritto un protocollo di intesa finalizzato al «mantenimento e alla qualificazione della ricerca e sviluppo e delle attività del sito di Rieti)), in cui si definirono le linee guida delle azioni che i sottoscrittori si impegnavano a perseguire per assicurare una prospettiva di continuità produttiva e di mantenimento delle competenze tecnologiche sviluppatesi nel sito reatino; - In particolare con riferimento alla società Ritel Spa, le società Alcatel Italia S.p.A. e Finmeccanica si impegnavano a mantenere o acquisire partecipazioni azionarie di minoranza, a sostegno del socio di maggioranza Industriai Group S.r.l. e al tempo stesso assicuravano accordi pluriennali per la produzione di apparati di trasmissione e attività di sub-fornitura ad alto contenuto tecnologico, in grado di assorbire complessivamente, a regime, circa la metà degli occupati;

VISTO CHE - La mancata attuazione integrale delle clausole del protocollo 2006, ha dato corso a un complesso contenzioso con la conseguenza di un progressivo disimpegno dell'azionista di maggioranza che ha maturato la decisione, formalizzata dall'assemblea dei soci, di cedere la sua quota azionaria; - Nel corso di una riunione tenutasi in data Il dicembre 2009, presso la sede del Ministero dello Sviluppo Economico, si sono create le condizioni

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per la delicata fase dell'individuazione di un nuovo socio di maggioranza che, contando sul ruolo di partner azionario e di soggetto committente di Alcatel e Finmeccanica, potesse offrire le migliori garanzie imprenditoriali e finanziarie per assicurare continuità, consolidamento e sviluppo degli stabilimenti Ritel; - Il ruolo che Finmeccanica può svolgere - sia sul fronte di un significativo rafforzamento della sua partecipazione azionaria, attualmente assicurata attraverso la controllata Thales-Alenia Space, sia tramite il rispetto dei carichi di lavoro corrispondenti agli impegni del Protocollo 2006, nonché tramite lo sviluppo dei prodotti attraverso il Consorzio di ricerca COREAT - costituisce la premessa irrinunciabile per le prospettive del complesso industriale ex Alcatel;

CONSIDERATO INOLTRE CHE - La banda larga rappresenta oggi un elemento essenziale per lo sviluppo, la competitività e l'innovazione del Paese; - L'ammodernamento e il potenziamento delle infrastrutture a banda larga esistenti e la realizzazione di una rete che pennetta l'accesso indiscriminato da parte dei cittadini di tutte le aree del Paese appare oggi un obiettivo irrinunciabile; - Vi è un notevole ritardo nella creazione di 'infrastrutture di tale tecnologia che risulta pertanto destinato ad aggravarsi in futuro; - Appare ingiustificabile il rinvio sin qui registratosi nell'utilizzo degli 800 milioni di curo previsti dall'articolo l della legge 18 giugno 2009, n. 69, anche tenendo in considerazione le indubbie ricadute positive che un investimento di questa natura e entità potrebbero rappresentare per il sistema delle imprese operanti in tale settore, come la Ritel di Rieti; Tutto ciò premesso e considerato i sottoscritti Cons. Reg. IDV

INTERROGANO L'Assessore alle Attività produttive e Politiche dei rifiuti, 0n. Pietro Di Paolantonio e l'Assessore al Lavoro e Formazione, 0n. Mariella Zezza per conoscere: l. Quali iniziative urgenti si intendano sostenere per garantire una soluzione di alto profilo industriale e tecnologico per la Ritel S.p.A; 2. Se non si renda necessario aprire un tavolo di

confronto con tutti i soggetti interessati per studiare insieme una soluzione che consenta lo sviluppo e la continuità aziendale; 3. Se sia stato previsto un piano preciso di sviluppo sull'area di Rieti, per garantire un serio futuro occupazionale per i lavoratori della Ritel, per i lavoratori delle realtà collegate come Arcobaleno e per l'indotto.

Maruccio,Bucci,Colagrossi Rodano,Tedeschi

n. 407 del 31 marzo 2011 Oggetto: Emergenza assistenziale temporanea disattivazione di servizi fondamentali presso l'Azienda USL Rm/H.

Il sottoscritto Consigliere regionale del Lazio Premesso che • Con nota prot. 6960 del 26.01.2011 il Direttore Generale e il Direttore sanitario dell'Azienda USL Roma H facevano richiesta di autorizzazione all' assunzione di personale a tempo determinato e di proroga dei contratti in scadenza a causa della gravissima carenza di personale medico ed infermieristico in modo particolare presso le UU.OO.CC. di Pediatria degli ospedali di Velletri ed Anzio; • Con successiva segnalazione (prot. 21103 del 09.03.2011) i medesimi soggetti menzionati reiteravano la richiesta ed evidenziavano, in ulteriore approssimazione, il rischio di una vera e propria "emergenza assistenziale"; • A seguito di quest'ultima nota gli estensori della stessa venivano convocati presso la Direzione regionale Programmazione e Risorse del SSR per essere auditi circa la grave situazione rappresentata e in tale sede, oltre a fornire un dettagliato promemoria delle carenze lamentate, il gruppo di lavoro regionale concordava sulla necessità di intervenire tempestivamente con correttivi immediati; • A queste intenzioni nulla seguiva tanto da rendere, infine, concreto il pericolo preconizzato di emergenza assistenziale nei reparti di Pediatria e di Ostetricia degli Ospedali di Velletri e di Anzio e da imporre ai locali Dirigenti di emanare una disposizione di servizio di “temporanea disattivazione” con decorrenza 1 aprile 2011 presso i Presidi ospedalieri di Velletri ed Anzio delle funzioni di ricovero ordinario ed in regime di day hospital presso le UU.OO.CC. di Pediatria,

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nonché la sospensione delle accettazioni ginecologiche presso le UU.OO.CC di Ostetricia e Ginecologia (prot. 25082 del 23.03.2011); Considerato che • entrambi gli Ospedali dal 1 gennaio 2011, in forza del decreto commissariale 80/2010 sono stati privati anche dei posti letto di neonatologia; • la direzione dell' Azienda per effetto dei recenti Decreti del Commissario ad acta non può procedere alle assunzioni - neanche a tempo determinato - senza la preventiva autorizzazione regionale; • alla carenza di personale sopra menzionata si aggiunge l'incertezza del mantenimento in servizio del personale con contratto a tempo determinato ed ormai prossimo alla scadenza; • dato l'imminente periodo estivo tali carenze di certo subiranno un generale ed inevitabile aggravamento; • in tali condizioni i pazienti ricevono cure in condizioni di difficoltà, precari età e di insicurezza e gli operatori lavorano anch' essi in modo precario in condizioni di stress con il rischio di esporsi ai connessi e gravi rischi giudiziari; • oramai non è più sostenibile la carenza di personale, effetto del pluriennale blocco del turn over imposto dal Piano di rientro; Considerato altresì che • risulta che nessun intervento fattivo sia stato prodotto al fine di superare l'attuale, improcrastinabile situazione emergenziale e di ricondurre le condizioni di assistenza fornite ai previsti standard di sicurezza;

INTERROGA Il Presidente della Regione Lazio, al fine di conoscere le azioni poste in essere per prevenire la "temporanea disattivazione" con decorrenza 1 aprile 2011 presso i Presidi ospedalieri di Velletri ed Anzio delle funzioni di ricovero ordinario ed in regime di day hospital presso le UU.OO.CC. di Pediatria, nonché la sospensione delle accettazioni ginecologiche presso le UU.OO.CC di Ostetricia e Ginecologia disposta dai Dirigenti della Azienda USL Rm/H nonché le azioni positive messe in campo per superare in maniera strutturale l'attuale, improcrastinabile situazione emergenziale relativa alla carenza di personale medico ed infermieristico.

Mei n. 408 del 31 marzo 2011 Oggetto: Assunzioni Lazio Service.

Il sottoscritto consigliere regionale del PDL

PREMESSO: - che il Signor Francesco Tittoni, nato a Rieti il 3 Agosto 1981 ed ivi residente in frazione San Giovanni Reatino via della Fonte 0°)0, veniva assunto con contratto a tempo determinato alla Lazio Service S.p.a. -ex D.Lgsl n. 368/2001 - con decorrenza 2 agosto 2004 e scadenza 7 giugno 2006; - che l'ufficio a cui il Tittoni veniva assegnato e presso cui prestava servizio con la qualifica di impiegato di 4° livello era l’Ufficio Famiglia e Servizi alla persona. con sede in Roma Via del Caravaggio n. 99; - che dalla scadenza del contratto suddetto ad oggi tutti i lavoratori impiegati contestualmente al Tittoni e alle medesime condizioni, sono stati richiamati ed assunti dalla Lazio Service S.p.a. con contratto a tempo indeterminato; - che ad oggi il solo Tittoni non è stato invece mai richiamato;

INTERROGA L'Assessore Risorse Umane, Demanio e Patrimonio Fabio Armeni per conoscere, con urgenza e per iscritto, motivi che hanno determinalo tale disparità di trattamento ai danni del Tittoni.

Cicchetti n. 409 del 4 aprile 2011 Oggetto: Ampliamento Fornace D.C.B. (località Fornaci). Consigliere proponente: on. Roberto Buonasorte.

Premesso • che in data 28.5.2007 la Fornaci D.C.B. di Pierino Branella S.p.a. ha presentato istanza per ottenere il rilascio degli atti abilitativi per la

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realizzazione dell'ampliamento della Fornace D.C.B. presso la località Fornaci; • che il Comune di Monterotondo, con Deliberazione consiliare n. 89 del 20.11.2007, ha dato atto dell’impossibilità di ampliamento della struttura produttiva poiché in contrasto con lo strumento urbanistico vigente; • che, con la medesima Deliberazione, si è stabilito di attivare, mediante lo Sportello Unico per le Attività Produttive, la procedura tesa al rilascio dell'autorizzazione unica per la realizzazione dell'ampliamento della Fornaci D.C.B. - Pierino Brunella S.p.a..

Considerato • che a seguito della Conferenza dei servizi, tenutasi presso la Regione Lazio il 19.3.2008, sono stati espressi pareri favorevoli del Comune di Monterotondo, della Provincia di Roma (con prescrizioni), della Asl Rm G (con prescrizioni), delle Direzioni "Territorio e Urbanistica" (di massima), "Ambiente" (di massima) e "Agricoltura" della Regione Lazio; • che, in data 13.01.2009, in sede di Conferenza dei servizi, la Regione Lazio (Dipartimento Territorio, Direzione Regionale Territorio e Urbanistica) ha confermato il proprio parere favorevole, previa verifica di applicabilità della procedura dì V.I.A ai sensi dell'art. 20, parte II del D.Lgs 152/2006, così come modificato dal D.Lgs n. 04/2008 sul progetto di "Ampliamento della Fornace D.C.B"; • che la Regione Lazio, Area V.I.A., ha determinato l'esclusione delle opere del procedimento di V.I.A..

Ritenuto • che nella conclusiva Conferenza dei servizi, tenutasi il 21.0.2009 presso la Regione Lazio, il Dipartimento Territorio, Direzione Regionale Territorio e Urbanistica, con nota prot. N. 49057 del 22.10.2009, si è riservato di trasmettere nota di conferma dei pareri favorevoli di massima già rilasciati, previa acquisizione del parere della Soprintendenza per i beni Architettonici e Paesaggisti; • che quest'ultima, con nota n. prot. 22384 del 23.12.2009, ha rilasciato parere favorevole.

Interroga l'Assessore all'Urbanistica Luciano Ciocchetti e l'Assessore all'Ambiente Marco Mattei per sapere

se: - nella procedura tecnico-amministrativa, finalizzata a valutare preliminarmente i possibili effetti che la realizzazione di tale opera può determinare sull'ambiente nelle fasi di costruzione e di esercizio, gli istanti abbiano proceduto alla corretta presentazione della apposita domanda; - gli organi competenti della Regione, qualora la procedura fosse corretta, abbiano valutato la compatibilità ambientale; - i residenti abbiano potuto esprimere osservazioni, indispensabili per la valutazione di impatto ambientale; - sia stato rispettato il "sano principio dello sviluppo sostenibile"', che garantisce alle generazioni future la possibilità di beneficiare delle risorse ambientali; - si sia provveduto allo studio di impatto ambientale (S.I.A.) per analizzare le conseguenze prodotte dall'opera con una descrizione quanto più oggettiva possibile; gli elementi del quadro programmatico abbiano tenuto conto del Piano di assetto idrogeologico (Pai), del Piano paesaggistico regiona1e(PPR), del Piano di Tutela della acque e del Piano di zonizzazione acustica; - le soluzioni proposte, volte ad attenuare gli effetti dell'opera in oggetto, siano sufficienti a sanare l'aggressione ad un territorio storicamente agricolo e che segnerà -in maniera indelebile -le generazioni future; - è stato previsto un risarcimento visto che l'opera danneggerà l'ambiente e, in caso contrario, conoscere i motivi per i quali tale ipotesi, che avrebbe dato un ritorno in termini infrastrutturali (ampliamenti stradali, acquedotti, nuove rotatorie, parchi pubblici, impianti sportivi), non sia stata avanzata.

Buonasorte n. 410 del 4 aprile 2011 Oggetto: Beatificazione Papa Giovanni Paolo II.

PREMESSO CHE - Il prossimo 1 maggio a Roma si terrà la cerimonia di Beatificazione di Papa Giovanni Paolo Il. Un maxi-evento della durata di tre giorni che, tra veglia di preghiera al Circo Massimo, rito di beatificazione in Piazza San Pietro il Primo maggio, messa di ringraziamento il giorno successivo e una Notte bianca di chiese aperte nella notte tra sabato e domenica, richiamerà nella

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Capitale tantissimi pellegrini. - Nella stessa data è previsto il concerto organizzato dalla CGIL, C1SL e UIL, che si terrà, come ormai consuetudine, a Piazza San. Giovanni in Laterano.

Considerato che - Esistono stime discordanti rispetto al numero di pellegrini che verranno a Roma, infatti il Vicariato parta di poco meno di trecento mila, invece il Comune di Roma ne prevede circa 1.5 milioni. - Questa discrepanza di cifre genera diverse stime di spesa: l'Opera Romana Pellegrinaggi -in una conferenza stampa tenutasi il 29 marzo-ha preventivato una costo di circa 1.2 milioni di euro interamente coperto da sponsor e senza aggravio per le istituzioni. Preventivo di gran lunga inferiore a quello redatto dal Campidoglio che ha presentato alle autorità vaticane una nota spese di circa 7.5 milioni di euro, comprensivi degli straordinari per Ama, Vigili urbani. protezione civile, Atac e Metro.

Visto che - Tramite Decreto del Presidente della Regione Lazio del 20 gennaio 2011, n.17, si è istituita una cabina di regia per il Grande Evento di Beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, presieduta dalla Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. - In tale Decreto c'è scritto che il contributo di questa cabina di regia, alla preparazione e alla gestione del grande evento, non comporterà alcun costo aggiuntivo per l'amministrazione. - Che primi atti previsti da questa cabina di regia sono seguenti: 1) due campi destinati ad accogliere i pellegrini che verranno a Roma. Uno sarà posizionato al Porto di Civitavecchia e sarà destinato a ospitare soprattutto i giovani attesi dalla Spagna, ('altro sarà allestito al porto di Fiumicino. Avranno 500 posti-tenda ciascuno e saranno provvisti di cucina e di un ospedale da campo. Entrambi saranno gestiti dalla Protezione civile regionale. Pronta come ulteriore punto di raccolta, per eventuali necessità, anche l'area della Selva di Paliano situata tra Anagni e Colleferro. 2) 2.200 tra uomini e donne i volontari della Protezione civile regionale in campo per l’evento nelle 5 province laziali. Saranno pronti a svolgere il loro servizio anche su Roma, se ce ne fosse bisogno Saranno coordinati dalla Sala operativa della Regione Lazio e presteranno la loro opera

sulle consolari e sulle autostrade. Gli uomini della protezione civile saranno in campo dal 30 aprile al 2 maggio per assistere i pellegrini. 3) un piano sanitario che prevede che una percentuale di posti-letto degli ospedali regionali venga tenuta libera per eventuali emergenze. I manager delle Asl della Regione, pronti ad accogliere non solo le esigenze igienico-sanitarie legate all'arrivo dei pellegrini ma anche a qualsiasi evenienza, faranno parte di un’unità di crisi. - Per tutta la durata dell'evento, l'Ares 118 ha preventivato una spesa di 2.596.740,00 euro. Interroga la Presidente della Regione Lazio per sapere - Quale sia la copertura economica - Chi paga l’evento - Come intende, in queste condizioni, garantire la sicurezza della gente - Di come si intende gestire questo evento per la parte sanitaria - Del perché non è stato predisposto un coordinamento tra Carabinieri, Polizia di Stato, Croce Rossa e Ares 118.

Rossodivita,Berardo n. 411 del 7 aprile 2011 Oggetto: Mancata risposta da parte della Regione alle richieste nominali fatte dalle ASL E e G in merito alla mobilità per la dott.ssa Maria Rita Alterio.

PREMESSO CHE - la Dottoressa Maria Rita Alterio è laureata in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Psichiatria ed è iscritta al1'Albo dei Medici Chirurghi delta Provincia di Roma; - usufruisce della Legge n. 104 del 1990 in quanto madre di figlio disabile al 100% affetto da tetraparesi spastica; - ha a carico il padre disabile all’85 %; - usufruisce della Legge n. 104 del 1990;

CONSIDERATO CHE - in data 25 ottobre 2000 la Dott.ssa Maria Rita Alterio ha iniziato a prestare servizio come Dirigente medico di l livello, a tempo indeterminato, presso la ASL di Thiene, in provincia di Vicenza;

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- dal 2006 ha iniziato a inviare richieste di mobilità a tutte le ASL di Roma e provincia e del Lazio, dove il figlio vive e segue una terapia riabilitativa presso il centro ex Anni Verdi volta a evitare che finisca su una sedia a rotelle a causa della retrazione dei legamenti degli arti inferiori; - a maggio 2010 ottiene 2 richieste nominative per la sua “richiesta di mobilità” da parte delle ASL E e G di Roma, che non hanno avuto seguito dalla Regione; - a settembre 20l0 ottiene un colloquio con la Dott.ssa De Marco dello staff della Presidente della Regione Lazio Renata Polverini in cui le viene detto che la regione è impotente perché se accettasse la mobilità la Corte dei Conti "insorgerebbe";

CONSIDERATO ALTRESI' CHE - nell'anno 2010 si sono svolti regolari concorsi per assunzioni presso le ASL di Roma che non avrebbero incontrato quei limiti di budget cui si riferiva la dottoressa De Marco, proprio per quelle professionalità in possesso della dott.ssa Alterio ovvero concorsi come Dirigente Medico di primo Livello in Psichiatria; -che lo stato di salute del figlio della dott.ssa Alterio e il complessivo stato di famiglia comprendenti genitori e fratello non consente la prestazione di attività lavorativa fuori dal territorio regionale, luogo di residenza dei genitori e del figlio, costringendo la dott.ssa Alterio -trascorsi i diciotto mesi di malattia - a vivere della pensione del figlio e dell'aiuto dei genitori;

TUTTO CIO' PREMESSO E CONSIDERATO

SI INTERROGA

la Presidente della Giunta regionale - su quali siano le ragioni a tutt'oggi ostative all'accettazione delle due richieste nominative fatte da parte delle ASL E e G di Roma; - se, alla luce dei fatti narrati, non ritiene opportuno prodigarsi affinché l'impasse amministrativa possa essere al più presto risolta nel senso di dare seguito a quanto formalmente richiesto dalle ASL E e G quanto alla richiesta di mobilità della Dott.ssa Maria Rita Alterio perché possa continuare a esprimere al meglio la sua professionalità alla comunità dei cittadini e

contestualmente far fronte alle necessità, urgenze assistive, cui la stessa regione non potrebbe far fronte e - ove lo facesse in modo diretto -incorrerebbe in un esborso economico di gran lunga superiore della mera accettazione della domanda di mobilità della dott.ssa Alterio.

Berardo

***** Interrogazioni a risposta immediata n. 117 del 28 marzo 2011 Oggetto: Chiusura divisione di Oftalmologia Ospedale Santa Scolastica di Cassino (Fr).

PREMESSO CHE - La Divisione di Oftalmologia dell'Ospedale Santa Scolastica di Cassino, diretta dal dott. Savastano risulta costituita dal reparto di oculistica dell'Ospedale di Cassino e dall'ambulatorio oculistico dell'Ospedale di Pontecorvo; - Nella divisione di Oftalmologia si eseguono più di mille interventi chirurgici all'anno, di cui circa 800 interventi di cataratta e circa 200 interventi in day hospital riguardanti principalmente distacchi di retina, vitrectomia, trapianti di cornea,glaucoma oltre a svariati interventi di patologie palpebrali di tipo ambulatoriale; - Nel reparto di Cassino operano soltanto tre medici mentre nella divisione di Pontecorvo opera un solo medico; - Il personale è sotto organico e bisogna spesso reperire altri infermieri in straordinario per mantenere i normali livelli assistenziali;

CONSIDERATO CHE - La Divisione di Oftalmologia risulta dotata di apparecchiature all'avanguardia per la prevenzione, la diagnosi e la cura di patologie dell'occhio; - La carenza di personale medico e infermieristico non consente di sfruttare a pieno le sale operatorie, con ciò determinandosi un allungamento delle liste d'attesa con grave pregiudizio per i pazienti che necessitano di cure urgenti particolarmente nei casi di distacco di retina; - I servizi offerti agli utenti risultano comunque soddisfacenti grazie all'impegno delle professionalità in organico; - Gli operatori hanno deciso di verificare il grado

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di soddisfazione degli utenti attraverso un questionario di gradimento, redatto in forma anonima dai pazienti, i cui risultati stanno dimostrando un elevatissimo grado di soddisfazione;

VISTO CHE - Il piano sanitario del Commissario ad Acta, Renata Polverini ha previsto, con il Decreto n. 80/2010 la chiusura della Divisione di Oftalmologia dell'Ospedale Santa Scolastica di Cassino (Fr); I sottoscritti Cons. Regionali del Lazio, Anna Maria Tedeschi e Vincenzo Maruccio

INTERROGANO La Presidente della Regione Lazio On. Renata

Polverini, per conoscere: - Quale sarà il risparmio di spesa previsto per la chiusura della Divisione di Oftalmologia dell'Ospedale Santa Scolastica di Cassino anche in relazione alle esigenze sanitarie dei pazienti che saranno costretti a spostarsi in altre strutture ospedaliere.

Tedeschi,Maruccio n. 118 del 31 marzo 2011 Oggetto: Centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Castelnuovo di Porto (RM) ed emergenza nomadi e profughi. PREMESSO CHE: - Nel Comune di Castelnuovo di Porto (Rm) è ubicato un centro, di cui in oggetto, allestito ai sensi del D.L. 30 ottobre n. 451, poi divenuto Legge n. 563/95; - Nella città di Roma è presente una Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale istituita con D.L. del Presidente del Consiglio n. 3703/2008; - Il Ministero dell'Interno, previo decreto, ha trasformato il Centro di accoglienza, sito in Castelnuovo di Porto in una struttura di proprietà dell'INAIL, in un Centro di accoglienza per richiedenti asilo; - Tramite medesimo decreto ministeriale la porzione di terreno demaniale di Ponte Galeria, ubicata nel Comune di Roma e già utilizzata come centro accoglienza per richiedenti asilo, è stata

convertita in centro di identificazione ed espulsione; CONSIDERATO CHE: - La città di Roma accoglie il maggior numero di immigrati e rifugiati aventi diritto alla protezione internazionale; - La situazione di crisi internazionale nell'area del Maghreb e di tutto il Nord Africa ha acuito l'emergenza immigrati, il cui afflusso sulle nostre coste è aumentato in maniera esponenziale come le relative richieste di asilo politico; - Ci sarà, quindi, bisogno di assicurare ai richiedenti asilo assistenza e collocazione nel rispetto della normativa internazionale vigente in materia di rifugiati; - Il CARA del Comune di Castelnuovo di Porto ospita attualmente circa 450 persone, per l'accoglienza e il sostentamento dei quali sono stati posti in essere interventi, oltretutto onerosi per la comunità locale. Interventi che verrebbero resi vani da uno snaturamento del CARA, che andrebbe ad assolvere funzioni contrastanti con le finalità per le quali è stato creato. Finalità ribadite ai Comuni dell'area in questione nel 2010 dalla Prefettura di Roma; - La Comunità di Castelnuovo di Porto e zone limitrofe, i cui abitanti raggiungono le 8000 unità, è quindi già pesantemente onerata da un rapporto necessitato con un gruppo di persone estranee all'ambiente e non è nelle condizioni di sostenere l'ulteriore impatto di una folta presenza ROM, popolazione con esigenze presumibilmente incompatibili con la zona e il suo contesto socioeconomico; - L'insediamento di una comunità ROM rischierebbe di gravare pesantemente sull'economia dell'intero territorio interessato. In considerazione del fatto che nell'area attorno a Castelnuovo di Porto - nell'arco di l0 km - già esiste un campo ROM, il River, con oltre 600 presenze nonostante la previsione fosse di 450 ROM. Sempre in loco a via del Bonardo sono presenti altri 450 zingari tutti caratterizzati da un alto tasso di pericolosità, mentre a via della Cerquetta 99 è sito un insediamento formato da 100 zingari; - Che nell'area del Comune di Castelnuovo esiste un importante insediamento di case popolari all'interno delle quali abitano diversi elementi dediti a traffici che hanno già destato l'interesse delle forze dell' ordine; - La via Tiberina, arteria principale nel territorio di Castelnuovo, è divenuto negli anni un "punto di

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riferimento" per organizzazioni malavitose di vario genere, in quanto "mercato a cielo aperto" di droga e crocevia per la prostituzione. CONSIDERATO INOLTRE CHE: - Nella giornata del 22 marzo us, si è tenuto a Castelnuovo di Porto un consiglio comunale, aperto ai sindaci dei 17 Comuni distrettuali e di altri comuni limitrofi, per discutere del trasferimento dei ROM nel CARA in questione e del fatto che prenderanno il posto dei richiedenti asilo attualmente ospitati; - I Sindaci dei Comuni presenti al sopracitato consiglio hanno espresso unanimemente parere negativo a tale operazione anche perché è stata decisa dal Sindaco del Comune di Roma e dal Commissario Straordinario per l'Emergenza ROM (Prefetto Pecoraro) -in solitudine senza un coinvolgimento delle realtà locali. CHIEDE ALLA PRESIDENTE QUALI AZIONI INTENDA PORRE IN ESSERE, ANCHE ATTIVANDOSI PRESSO IL MINISTERO DEGLI INTERNI, AL FINE DI: - contribuire a risolvere l'emergenza dei nomadi, ora stanziati nell'area del Comune di Roma, senza che questo problema vada a ledere i diritti delle comunità limitrofe o che vengano stravolte le funzioni di strutture, come il CARA, destinate alla ricezione e accoglienza dei rifugiati politici e dei richiedenti asilo che potrebbero massicciamente arrivare dopo la fine delle ostilità in Libia; fare in modo che le amministrazioni locali competenti possano avere un incontro con le istituzioni, deputate a gestire tali emergenze, per discutere le contromisure da prendere per la risoluzione di questa situazione di crisi e nel caso fare in modo di promuovere, attraverso gli organismi competenti, la costituzione di un tavolo istituzionale con la Regione, i Sindaci dell'area interessata, la Prefettura, il Comune di Roma e la Provincia di Roma.

Cicchetti n. 119 del 4 aprile 2011 Oggetto: Situazione assegnazione fondi Bando "Promozione delle pari opportunità nel lavoro " Premesso che: da settembre 2010 l'Agenzia Regionale Lazio

Lavoro non ha il direttore generale, così come non è stato nominato il responsabile del settore "pari Opportunità" che dovrebbe coordinare e gestire il monitoraggio del Bando "Promozione delle pari opportunità nel lavoro" (Determinazione D2006 del 6 giugno 2008); nonostante tutti i progetti finanziati con il bando siano stati conclusi da tempo, ad oggi la documentazione relativa alla rendicontazione delle attività e delle spese dei progetti ammessi dal bando, giace presso la sede dell'Agenzia Regionale Lazio. Considerato che: i fondi del bando in oggetto sono andati in perenzione e nessuna azione per il recupero dei fondi è stata avviata; la situazione è divenuta ormai insostenibile per le organizzazioni beneficiarie dei finanziamenti.

SI INTERROGA L'ASSESSORE AL LAVORO E

FORMAZIONE per conoscere quali urgenti iniziative intende adottare per assicurare il pagamento delle organizzazioni ammesse a contributo dal Bando "Promozione delle pari opportunità nel lavoro" (Determinazione D2006 del 6 giugno 2008).

Nobile n. 120 del 4 aprile 2011 Oggetto: Soppressione dell'Area Pari Opportunità e Politiche di genere.

PREMESSO CHE il Regolamento regionale n. 9 dell'11.10.2010, all'allegato B - Organigramma delle strutture organizzative per la gestione, nella declaratoria delle competenze della Direzione regionale Formazione e Lavoro del Dipartimento Programmazione Economica e sociale recita: "Attua le politiche di genere anche attraverso la diffusione delle condizioni di parità e della cultura delle pari opportunità sul territorio regionale";

CONSIDERATO CHE

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• la Direttiva del Direttore del Dipartimento Programmazione economica e sociale B5088 del 20.10.2010 "Direttiva ai Direttori Regionali e ai Direttori Vicari per la conferma delle strutture organizzative di base denominate "Aree" ed "Uffici", conferma l'Area Pari opportunità e Politiche di genere; • la determinazione dirigenziale B6149 del 2.12.2010 "Recepimento direttiva B5008 del 20 ottobre 2010. Conferma delle strutture organizzative di base denominate Aree ed Uffici della Direzione Regionale "Formazione e Lavoro", conferma l'Area Pari Opportunità e Politiche di genere;

CONSIDERATO INOLTRE che non risultano essere stati emanati regolamenti regionali contenenti modifiche all'allegato 6 del Regolamento regionale n. 9 dell'11.10.2010, e che quindi tra le competenze della Direzione regionale Formazione e Lavoro, rientra tuttora, l'attuazione delle politiche di genere e la diffusione delle condizioni di parità e della cultura delle pari opportunità sul territorio regionale;

PRESO ATTO Che nella determinazione dirigenziale 1397 del 28.02.2011 "Recepimento direttiva B1314 del 22.02.2011 in ottemperanza a quanto previsto da detta direttiva, non viene prevista l'Area Pari Opportunità e Politiche di genere, così come nell'avviso di conferimento incarichi dirigenziali -Elenco delle Aree e degli Uffici per la presentazione delle istanze del 16 marzo 2011; la sottoscritta consigliere regionale

INTERROGA II Presidente della Giunta Per conoscere le motivazioni che hanno portato ad eliminare la materia delle Pari opportunità e Politiche di genere dalle competenze degli uffici della Giunta regionale del Lazio.

Rodano n. 121 del 4 aprile 2011 Oggetto: Detenzione in carcere dei bambini minori di tre anni affidati alle madri in stato di reclusione. Creazione nella Regione Lazio di

Istituti di custodia attenuata per le madri detenute (ICAM): stato di avanzamento. Premesso che - Il 15 ottobre 2010 ho presentato interrogazione a risposta immediata (n. 40), relativa all'emergenza del fenomeno della detenzione in carcere dei bambini minori di tre anni affidati alle madri in stato di reclusione, chiedendo all'Assessore ai rapporti con gli Enti Locali e Politiche per la sicurezza la risoluzione del problema attraverso la realizzazione di Istituti di custodia attenuata per le madri detenute (ICAM) nel territorio della Regione Lazio. - L'Assessore ai rapporti con gli Enti Locali e Politiche per la sicurezza nella seduta consiliare n.12 del 1 dicembre 2010 ha dimostrato particolare attenzione e sensibilità verso la tematica, condividendo la necessità di soluzioni urgenti e tempestive. - l'Assessore, nel suo intervento in Aula, ha illustrato le modalità operative per la realizzazione dell'ICAM, facendo riferimento ad un protocollo d'intesa in corso di definizione per l'attuazione del progetto ICAM tra la Regione Lazio, il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, il Provveditorato Regionale del Lazio, il Comune di Roma, il Municipio V, il Garante Regionale dei diritti dei detenuti e l'Ente regionale Roma Natura. L'intervento ipotizzato prevede la realizzazione dell'ICAM presso un casale sito nel Parco regionale di Aguzzano. - L'Assessore, rappresentando le criticità relative alla destinazione d'uso del casale sito nel Parco di Aguzzano, ha dichiarato di aver inviato una nota scritta all' Assessore all'Ambiente Mattei, rientrando nella sua competenza la risoluzione della problematica. Considerato che - Dalla seduta del 1 dicembre 2010 sono ormai passati 90 giorni. - Nella medesima seduta è stata discussa ed approvata anche la Mozione n. 91 "realizzazione dell'Istituto di custodia attenuata per madri detenute di Roma (ICAM)" che impegnava la Presidente della Giunta e l'Assessore ai rapporti con gli Enti Locali e Politiche per la sicurezza "a procedere senza soluzione di continuità e con la

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dovuta priorità e comunque entro tre mesi dall'approvazione della presente mozione" ... "gli atti necessari alla effettiva realizzazione dell'Istituto di custodia attenuata per madri detenute". - Il perdurare del drammatico fenomeno della detenzione infantile richiede di essere affrontato e risolto con la massima urgenza, al fine di garantire la difesa dei diritti dei bambini con madri recluse, oltre che il diritto delle donne detenute di esercitare adeguatamente il proprio ruolo di madri. - Il progetto ICAM è stato sperimentato con successo in Lombardia e costituisce un'alternativa alla reclusione in grado di attenuare il grave disagio a cui i bambini sono sottoposti e restituire loro una parziale normalità dell'infanzia. - Il 30 marzo 20 Il l'Aula del Senato ha approvato in via definitiva il Disegno di legge recante disposizioni a "tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori". Il provvedimento mira a tutelare il rapporto tra detenute madri e figli minori puntando sulle misure alternative alla detenzione e su apposite "case famiglia protette". L'approvazione del disegno di legge rappresenta un passo significativo per migliorare la qualità della vita delle mamme recluse e dei loro bambini. Si interroga l'Assessore ai Rapporti con gli Enti Locali e Politiche per la sicurezza per conoscere, vista la seduta consiliare del 1 dicembre 2011 nella quale sono state sollevate le problematiche dall'Assessore ai rapporti con gli Enti Locali e Politiche per la Sicurezza: - se il Casale sito nel Parco di Aguzzano resta la sede individuata per la destinazione ICAM allo scopo di predisporre il protocollo d'intesa , se non ancora sottoscritto, ovvero una Conferenza di Servizi con gli organismi istituzionali coinvolti ed ogni altro strumento convenzionale ritenuto idoneo con tempistiche brevi e confacenti alla necessità.

Rauti n. 122 del 5 aprile 2011 Oggetto: Stato degli interventi alle infrastrutture danneggiate da eventi atmosferici marzo 201l nel

territorio del Comune di San Vito Romano e Comuni limitrofi.

I sottoscritti Consiglieri Regionali del Lazio

Premesso che: Il Comune di San Vito Romano, come evidenziato anche da molti giornali, è stato colpito da un'ondata di maltempo eccezionale verificatasi nel mese di marzo 2011 e la forza del fronte temporalesco ha prodotto ingenti danni a buona parte della viabilità, rendendo ancora più fragile il sistema infrastrutturale di quel territorio.

Considerato che: Il conseguente dissesto della Strada Empolitana I Tronco al Km 25 ha comportato l'immediato sgombero di tre famiglie e il danneggiamento evidente di altre otto abitazioni private in Viale Giovanni XXIII abitazioni limitrofe; questa ondata di maltempo ha fatto emergere, la fragilità di un territorio che ha bisogno di interventi concreti di messa in sicurezza e di manutenzione non solo ordinaria registrate soprattutto nei tratti: -Strada Empolitana I Km 23 e 25; -Strada Provinciale per Bellegra; -Strada provinciale San Vito Ponte Orsini; -Area del pendio ad Ovest del Cimitero Comunale e annessa Circonvallazione Vitellia; -Strada rurale Casale-Caselle; -Strada rurale Vallerano-Cerepelle; -Costa Nord-Est del Centro Storico; -Sversatoio pluviale di Via Pietro Baccelli;

Visto che: i danni, in via di accertamento da parte dei tecnici dei Vigili del Fuoco, dei funzionari del Genio Civile e delle Amministrazioni provinciali e comunali, sono ad una prima stima, ingenti e consistenti sotto il profilo finanziario anche perché hanno coinvolto circa 40 persone costrette ad abbandonare le loro case. II Comune di San Vito Romano ha presentato alla Regione Lazio richiesta per ottenere lo stato di calamità naturale per l'intero territorio comunale. Tutto ciò premesso,

Interrogano

Il Presidente della Giunta Renata Polverini,

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l'assessore ai Lavori Pubblici e l'Assessore all'Ambiente:

per conoscere: quali iniziative, successive all'emanazione dello "stato di calamità naturale" dichiarato con DGRL n. l00 del 25/03/2011, siano state predisposte in ordine alla disponibilità di risorse finanziarie, nelle more dei successivi atti deliberativi che verranno posti in essere dalle autorità ministeriali; quali interventi gli uffici regionali abbiano effettuato per l'assistenza alle famiglie soggette allo sgombero e se si sia dato seguito all'impegno di svolgere incontri con gli amministratori dei comuni interessati dagli eventi per il coordinamento degli interventi e la valutazione dei danni, in considerazione che sono trascorsi circa venti giorni.

Carducci Artenisio,Carlino D’Ambrosio,Forte,Gigli,Sbardella

n. 123 del 5 aprile 2011 Oggetto: Accesso dei cittadini disabili al trasporto pubblico delle linee della metropolitana di Roma.

PREMESSO CHE: sono giunte numerose lamentele da persone disabili per la mancanza di strutture adeguate per l'accesso alle stazioni della metropolitana di Roma, in modo particolare la Linea A.

CONSIDERATO CHE: la Legge 5 febbraio 1992, n. 104, art. 26, stabilisce che: “Le regioni disciplinano le modalità con le quali i comuni dispongono gli interventi per consentire alle persone handicappate la possibilità di muoversi liberamente sul territorio, usufruendo, alle stesse condizioni degli altri cittadini, dei servizi di trasporto collettivo appositamente adattati o di servizi alternativi” il Decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996, n. 503, art. 24 stabilisce che: "Nelle stazioni metropolitane devono essere agevolati l'accesso e lo stazionamento su sedia a ruote, anche con l'installazione di idonei ascensori e rampe a seconda dei dislivelli, al fine di consentire alle persone non deambulanti di accedere con la propria sedia a ruote al piano di transito della vettura della metropolitana".

INTERROGANO l'Assessore alle Politiche Sociali e Famiglia, Aldo Forte, per conoscere: se è intenzione di questa amministrazione intervenire tempestivamente al fine di garantire ai cittadini disabili l'accesso al trasporto pubblico delle linee della metropolitana di Roma.

Berardo n. 124 del 6 aprile 2011 Oggetto: Crisi occupazionale Società CONUS SpA.

PREMESSO CHE • SNAM Rete Gas ha emesso un bando di gara per il rilevamento delle letture dei contatori del gas; • attualmente tale attività è svolta dalla società CONUS SpA che opera su tutto il territorio nazionale con maggiore concentrazione nelle città di Roma, Venezia e Torino; • la società CONUS SpA da occupazione a circa 250 lavoratori dipendenti ed altri 150 lavoratori dell'indotto;

CONSIDERATO INOLTRE CHE • il bando prevede un ribasso di asta a partire da € 1 a scendere sul costo della lettura al cliente che in tariffa ammonta a € 2,70; • I lavoratori della CONUS SpA sono tecnici specializzati, definiti letturisti/verificatori vale a dire addetti al controllo e alla denuncia di eventuali fughe di gas:

INTERROGA il Presidente Polverini e L'Assessore Zezza

di farsi promotore presso il Ministero delle Attività Produttive affinché venga ritirato e riscritto il bando di gara allo scopo di: • evitare l'eccessivo e speculativo meccanismo di ribasso sul prezzo di lettura in considerazione del costo che in tariffa ammonta a € 2.70;e di introdurre nel bando la clausola sociale a tutela delle prospettive occupazionali di circa 400

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lavoratori sul territorio nazionale, di cui circa 200 solo a Roma.

D’Annibale,Foschi n. 125 del 7 aprile 2011 Oggetto: Grave inquinamento ambientale della Valle del Sacco.

PREMESSO CHE: con interrogazione n° 318 del 31.1.2011, i consiglieri del Gruppo Lista Bonino Pannella -Federalisti Europei hanno chiesto alla Presidente della Regione Lazio, on. Renata Polverini, senza ancora ricevere risposta: "se non ritenga urgentissimo intervenire affinché si verifichi se effettivamente nel territorio del Comune di Colleferro esistano condizioni di pericolo, causa inquinamento, per gli abitanti, quali iniziative urgenti, qualora tale pericolo fosse confermato, intende attivare per garantire l'incolumità degli abitanti della zona e degli animali, quali effetti velenosi possono verificarsi nell'alimentazione prodotta da terreni così gravemente inquinati, e se il fenomeno è circoscritto all'area del Comune di Colleferro o se esteso in altri territori della Regione”; Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza l'O.d.G. n° 15 del 24.12.2010: "dichiarazione di area ad elevata criticità ambientale perla Valle del Sacco ex art. 74 D.Lgs 1121/98”; il sito de La Repubblica in data 4 aprile 2011, riporta una video inchiesta con l'ennesima denuncia sul latte dove hanno trovato il beta-esaclorocicloesano, una molecola derivata dai pesticidi che aveva fatto un lungo viaggio: dai depositi selvaggi al fiume, dal fiume ai campi, dai campi al foraggio e dal foraggio al latte; nelle edizioni di massimo ascolto del Tg1 delle ore 20 di sabato 29 e domenica 30 gennaio, sono stati trasmessi servizi giornalistici che documenterebbero una gravissima forma di avvelenamento del territorio del Comune di Colleferro (Roma) con immagini impressionanti di animali da pascolo, malati, zoppicanti e morenti; nello stesso servizio è stato intervistato un pastore del posto che dice di aver segnalato, inutilmente, da diversi anni alle autorità della grave situazione di inquinamento del territorio

della zona; nell'edizione del Tg1 di domenica 30 gennaio, nel secondo servizio dedicato alla vicenda, è stata trasmessa una fossa comune dove vengono raccolti gli animali da pascolo deceduti, è stato intervistato il Sindaco di Colleferro, che sosteneva della non esistenza di una situazione di così grave pericolo e si dava notizia che il pastore intervistato il giorno prima era stato, forse casualmente, ricoverato d'urgenza.

INTERROGANO La Presidente della Giunta della Regione Lazio, on. Renata Polverini, e l'Assessore all'Ambiente e Sviluppo sostenibile, Marco Mattei, per conoscere: -quali interventi urgenti ritiene di predisporre l'attuale amministrazione al fine di contenere i danni causati all’ambiente e all’uomo dall’inquinamento nella Valle del Sacco.

Rossodivita,Berardo n. 126 del 8 aprile 2011 Oggetto: DGR n.47 del 11/02/2011, criteri ispiratori del provvedimento e provvedimenti consequenziali alla stessa.

PREMESSO CHE: • Gli Sportelli Agricoli di zona, svolgono un ruolo di primaria importanza nell'ambito della gestione delle pratiche inerenti le normative agricole, oltre alla funzione istruttoria di raccolta della documentazione a supporto delle pratiche da recapitare presso la ADA, svolgono altresì un ruolo fondamentale per la lavorazione delle stesse nella particolarità del territorio (es. PSR MISURA 214.2, 214.3,214.4, 214.8,214.9, MISURA 211, MISURA 212, Gestione Anagrafe Bovina Nazionale); • Molto spesso si confonde il ruolo e la funzione dei SAZ con quella dei CAA, dunque il ruolo tra il pubblico ed il privato. • I CAA ( enti di diritto privato) percepiscono dei proventi sulle pratiche che gestiscono e sarebbe dunque antieconomico delegare ad essi le pratiche che riguardano le sedi periferiche destituendo tra l'altro le competenze del personale regionale degli

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uffici periferici. • Alcuni sportelli decentrati dei SAZ gestiscono autonomamente alcuni servizi (es. gestione dell'albo provinciale dei produttori biologici, tesserino raccolta tartufi).

CONSIDERATO CHE: • Il risparmio (affitto locali) che si verrebbe a determinare per l'effetto della loro chiusura,di fatto verrebbe vanificato dal dover reperire eventualmente altre strutture nelle città capoluogo per ospitare il personale che verrebbe trasferito; • Attualmente l'importanza del servizio reso alle oltre 145.000 aziende agricole presenti sull'intero territorio regionale, collocate molto spesso lontano dai capoluoghi di provincia ove sono ubicate le sedi centrali dei SAZ, comporrebbe per tali aziende una perdita di fondamentali servizi ed uno spreco economico non indifferente, sia in termini di risorse economiche che di perdita di giornate lavorative per gli spostamenti. • Solo 24 delle 37 sedi dei SAZ pagano il canone di locazione.

AL FINE DI • evitare disagi alle aziende agricole, e agli agricoltori presenti nel territorio laziale, contemporaneamente con l'esigenza di contenimento di ulteriori spese per la gestione delle sedi provinciali.

TUTTO CIO' PREMESSO IL SOTTOSCRITTO CONSIGLIERE

REGIONALE

INTERROGA Il Presidente della Giunta On. Renata Polverini e l'Assessore delle Politiche Agricole e Valorizzazione dei Prodotti locali On. Angela Birindelli per conoscere: - i criteri ispiratori della delibera di Giunta n.47 dell'1l/02/2011, ed i provvedimenti consequenziali alla stessa in vista della sua entrata in vigore prevista per il 30/06/2011.

Palmieri

*****

Mozioni n. 192 del 29 marzo 2011 Oggetto: Pane invenduto.

MOZIONE Premesso che: • L'Unione Panificatori di Roma ha denunciato che ogni giorno nella sola città di Roma vengono gettati 200 tonnellate di pane; • Il mercato della grande distribuzione richiede che gli scaffali siano sempre pieni di pane ed esposto in grande quantità, determinando uno spreco notevole; Considerato che: • l'Unione Panificatori di Roma offrirebbero a costo zero il pane invenduto; • • Le Associazioni di beneficienza, la Caritas, il Banco Alimentare e altre associazione di categoria potrebbero trovare il modo di distribuire questo cibo intatto a chi ne ha bisogno;

IL CONSIGLIO REGIONALE IMPEGNA IL PRESIDENTE E LA GIUNTA REGIONALE

• A cogliere questa importante opportunità offerta dall'Unione Panificatori convocando le parti interessate per consentire la ridistribuzione di questo prezioso bene ai più bisognosi nel territorio laziale.

Ponzo n. 193 del 30 marzo 2011 Oggetto: Interventi urgenti per salvare lo stabilimento VDC di Anagni.

premesso che - VDC è proprietaria, avendola rilevata dal Gruppo Thomson, dell'azienda sita nel comune di Anagni, operante nella produzione dei TV color con il marchio Nordmende, con circa 1360 dipendenti. - Nel 2007 il Ministero dello Sviluppo Economico, con il contributo della Regione Lazio, ha finanziato un contratto dì programma per 56 milioni di euro finalizzato alla riconversione industriale del sito. - Sul finire del 2008, la Videocon ha deciso di

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interrompere le attività produttive (assai limitate) rimaste presso lo stabilimento di Anagni, disdettando il contratto di programma. - Da quel momento, su pressione delle Organizzazioni Sindacali e delle Istituzioni, è stato avviato un percorso, coordinato dal Ministero dello Sviluppo Economico, volto ad individuare un soggetto imprenditoriale in grado di convertire lo stabilimento, rilanciandone la competitività ed assicurando la salvaguardia dei livelli occupazionali. - A marzo 2010 è stato sottoscritto tra azienda e Ministero un "protocollo operativo", che ha consentito di individuare l'imprenditore deputato alla reindustrializzazione del sito nonché lo strumento di garanzia per la messa in sicurezza del debito societario, anche ai fini della successiva cessione aziendale. Quindi, nel maggio 2010, la società è stata posta in liquidazione volontaria e i soci hanno conferito mandato al nominato liquidatore di verificare la sussistenza dei presupposti utili all'avvio di un piano di ristrutturazione dei debiti ai sensi dell'art. 182-bis Legge Fallimentare. - Approvato da parte dei soci il budget finanziario a sostegno della procedura, sono stati raggiunti accordi con i creditori sociali, nelle percentuali previste dalla norma, ed è stato depositato presso l'Agenzia delle Entrate competente istanza di transazione fiscale ai sensi dell'art. 183-ter L.F.. - VDC è debitrice, tra l'altro, di Banca Intesa. per un importo complessivo pari a circa 39 milioni di euro che, per 35 milioni deriva da un mutuo contratto nel giugno 2007 e che avrebbe dovuto trovare ammortamento dal dicembre 2009. Il mancato rimborso delle rate scadute e la successiva messa in liquidazione hanno determinato le condizioni di insolvenza della società debitrice. Il debito complessivo è garantito da patronage della Videocon in favore di Banca Intesa. - Ad oggi, dopo lunghe trattative (il prolungarsi delle quali sta mettendo a serio rischio le prospettive di riconversione industriale dello stabilimento), Banca Intesa chiede a VDC il rimborso integrale del debito, comprensivo degli interessi, mediante pagamento immediato di 20 milioni di euro e l'accollo della differenza alla società veicolo TOP da rimborsarsi in 12 semestralità dopo un preammortamento di 24 mesi. - Tali condizioni, inizialmente accettate da VOC, sottrarrebbero liquidità alla società, rendendola inadempiente rispetto agli accordi di ristrutturazione sottoscritti con gli altri creditori,

con conseguente dichiarazione di fallimento della società stessa, interruzione del percorso di riconversione intrapreso e licenziamento collettivo dei 1360 dipendenti. - Fin dall'origine della trattativa, la VOC ha manifestato la disponibilità a rimborsare integralmente il proprio debito nei confronti di Banca Intesa (capitale, interessi di mora ed oneri diversi), chiedendo però l'accollo dello stesso in capo ad una società veicolo, con possibilità di ammortamento entro un periodo di otto anni e patronage di Videocon. - L'ultima proposta della società è stata il rimborso integrale del debito in 40 mensilità di pari importo. Anche tale offerta è stata rigettata da Banca Intesa.

considerato che - l'accordo con Banca Intesa è l'ultimo passo per addivenire all'attuazione del progetto di riconversione industriale dello stabilimento VDC di Anagni; - Banca Intesa sarebbe l'unico creditore ad essere rimborsato integralmente; - La stessa Banca, avendo partecipato con profitto ad altri piani di "salvataggio" di interesse pubblico (vedi Alitalia), non può essere insensibile alle ragioni sociali che sottostanno al piano di riconversione dello stabilimento VDC, se alla stessa adeguatamente rappresentate dai vertici politici (nel caso, il Ministro dello Sviluppo Economico e la Presidente della Regione Lazio); - - Infatti, il fallimento di VDC comporterebbe il licenziamento di 1360 lavoratori, molti dei quali in età tale da renderne difficilissimo il ricollocamento, sfiancati da circa 6 anni di cassa integrazione; - Comporterebbe inoltre il venir meno di una delle attività industriali più importanti della Provincia di Frosinone, con durissimo colpo all'economia già in profonda crisi della stessa;

IL CONSIGLIO REGIONALE IMPEGNA la Presidente della Giunta Regionale

ad intervenire nei confronti dei vertici di Banca Intesa, sollecitando il medesimo intervento del Ministro Romani, affinchè questa addivenga ad un praticabile accordo con VDC sul rientro del proprio credito, rendendo così possibile la realizzazione del progetto in atto di riconversione industriale dello stabilimento di Anagni.

Scalia

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n. 194 del 30 marzo 2011 Oggetto: Ricorso da parte dell'Ares 118 ad automezzi di Onlus, Cooperative e Srl esterne.

PREMESSO Che la riconversione di 24 strutture ospedaliere sul territorio laziale insieme al declassamento di 17 Pronto Soccorso stabilite dal Decreto n. 80, di fatto senza la predisposizione di servizi alternativi, hanno determinato la congestione di molti presidi e un prevedi bile aumento di traffico dei mezzi di mezzi di soccorso, che ha messo in difficoltà la dotazione dell'Ares 118 sia in termini di mezzi che di dotazioni organiche;

CONSIDERATO Che in particolare, data anche la carenza di barelle e posti letto di Pronto Soccorso, gli automezzi sarebbero spesso bloccati, e costretti ad un numero di ore di fermo mensile sempre maggiore; Che stando alle denuncie presentate dalle organizzazioni sindacali in questi mesi l'Ares 118 lamenterebbe una forte carenza di organico e mezzi, e che nella fattispecie per ovviare al fabbisogno regionale mancherebbero 159 medici, 478 infermieri e 579 barellieri e 50 ambulanze; Che per supplire a questo fenomeno e alla carenza di mezzi e personale l'Ares 118 è ricorsa alla stipula di convenzioni con Onlus, Cooperative e Srl che da un lato comporterebbero - secondo la stima fornita da alcuni sindacati di categoria - un aggravio di circa 2 milioni di euro l'anno sul budget dell' Azienda, dall' altro la fornitura di un servizio meno qualificato; Che sulla città di Roma le ambulanze gestite da srl e onlus che lavorano con l'Ares sarebbero circa 20, per una spesa di 12.000,00 euro al mese; Che le vetture della Croce Rossa destinate a presidiare le postazioni mobili nel centro storico di Roma (secondo una convenzione da 6 milioni di euro l'anno ancora in atto) avrebbero lasciato il campo senza aver mai fornito delle motivazioni, e che ora quelle postazioni sarebbero presidiate da mezzi del 118 forniti da altri soggetti convenzionati;

CONSIDERATO ALTRESI' Che il 22 febbraio u.s. la funzione pubblica della

Cgil di Roma e del Lazio ha presentato alla Procura della Repubblica, alla Guardia di Finanza, al Comando dei Carabinieri per la tutela del lavoro e al Servizio prevenzione della Asl Rm/D un esposto dal quale emerge che la situazione dell'Ares 118 sarebbe sostanzialmente fuori controllo e che la stipula di contratti avverrebbe in alcuni casi fuori dalle norme di legge, ricorrendo al trucco di dividere gli appalti in tranches tali da consentire affidamenti sotto soglia diretti ed evitando così di ricorrere a procedure di evidenza pubblica; Che prestazioni di tipo oneroso forfettario sarebbero remunerate in egual modo sia alle Srl che alle Associazioni di volontariato coinvolte, quando a queste ultime spetterebbe soltanto un rimborso spese; Che l'atto deliberativo aziendale che predispone la formazione dell'albo dei soggetti abilitati ad operare nell'ambito del Sistema dell'emergenza prevedrebbe una mera autocertificazione del possesso delle autorizzazione regionale necessaria per operare nel trasporto degli infermi; IL CONSIGLIO REGIONALE IMPEGNA LA

GIUNTA Ad attivare tutti i controlli necessari a verificare: - la regolarità delle convenzioni poste in essere dall' Ares 118 con Onlus, Cooperative e Srl per la fornitura di mezzi ed operatori; - se l'Unità Operativa aziendale preposta (ACOVIES) abbia proceduto alla verifica del possesso dei requisiti minimi da parte di questi soggetti e, in caso negativo, per quali motivi ciò non sia avvenuto; - se i mezzi utilizzati da Onlus, Cooperative e Srl siano dotati di tutti i requisiti necessari previsti per legge, e se il personale messo a disposizione sia adeguatamente formato; - quali siano i contratti di lavoro utilizzati da Onlus, Cooperative e Srl che forniscono mezzi ed operatori all'Ares 118 e la loro compatibilità con quanto previsto dalla circolare n. 5 dell'] l febbraio 20 Il del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali "Indicazioni e chiarimenti in merito alla corretta gestione degli appalti e subappalti"; - se le Onlus, Cooperative e Srl che forniscono mezzi ed operatori all' Ares 118 rispettino la normativa in merito alla sicurezza suoi luoghi di lavoro e l'obbligo del Documento Unico di

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Valutazione dei Rischi Interferenziali (DUVRI); - quali siano le modalità in cui vengono remunerate Srl e Associazioni di volontariato che forniscono servizi per l'Ares 118, e se tali modalità rispettino la vigente normativa; - se la Croce Rossa stia ottemperando alla convenzione in essere e, in caso contrario, quali siano i motivi per cui ciò non avvenga; - la possibilità di adottare soluzioni alternative - a partire dal ripristino delle dotazione sia organiche che tecnologiche dell' Ares 118 - rispetto alla situazione attuale che determina, secondo modalità da verificare, un ingente aggravio della spesa a favore di soggetti privati rispetto ai cui servizi erogati non si hanno garanzie di standard qualitativi.

Rodano,Maruccio,Nieri,Foschi n. 195 del 1 aprile 2011 Oggetto: Grave situazione di emergenza umanitaria in Costa d'Avorio.

MOZIONE IL CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO Premesso che: - A seguito delle elezioni svoltesi in Costa d'Avorio il 28 novembre 2010 si è creato un grave conflitto armato tra due fazioni di sostenitori del candidato alla Presidenza, Alassane Ouattara, che secondo l'Onu e gli osservatori internazionali ha vinto le elezioni e il Presidente uscente, Laurent Gbabo, che nonostante l'esito del voto, continua a governare; Considerato che: - Tale conflitto armato ha causato un esodo di massa sia da Abidjan, il centro più popoloso ed ex capitale della Costa d'Avorio, che in altri centri abitati verso ì paesi confinanti; ciò a causa di conflitti armati che si susseguono ormai da settimane; secondo Ong internazionali l'esodo riguarda circa l milione di persone; secondo stime dell’Onu le vittime civili sono, alla fine di marzo 2011, quasi 500; secondo fonti del candidato eletto Alassane Ouattara i morti sarebbero un migliaio; - centinaia di migliaia di profughi scappano nei paesi confinanti, questo determina una emergenza umanitaria che le Ong internazionali e l'Unchr

cercando di seguire con grosse difficoltà a causa dei diffusi atti violenti dovuti a saccheggi, stupri e uccisioni da parte di bande armate e mercenari, di cui sono state loro stesse vittime; le drammatiche condizioni umanitarie che riguardano ormai milioni di persone, che si ingrandiscono ogni giorno sempre di più, sono quasi del tutto ignorate da parte dei media, degli organismi istituzionali e degli Stati.

IMPEGNA

La Presidente della Regione Lazio - a verificare lo stato della situazione presso il Ministero degli Esteri del nostro Governo; - ad attivarsi per verificare se Ong e/o Associazioni italiane, che hanno sede nella Regione Lazio, operano con i loro volontari in Costa d'Avorio e, con loro, fare il punto della situazione riguardo la possibilità di dare aiuti immediati per far fronte all'emergenza umanitaria; - intervenire presso il Governo e presso tutti gli organismi internazionali per sensibilizzarli rispetto all' emergenza umanitaria in corso; verificare che qualsiasi contatto diretto tra la regione Lazio e la Costa d'Avorio, nonchè con Associazioni che godono di accreditamento e finanziamento, avvenga coi rappresentanti del Presidente eletto riconosciuto dalla comunità internazionale.

Rossodivita,Berardo n. 196 del 1 aprile 2011 Oggetto: Accoglienza immigrati e profughi nel Lazio.

MOZIONE In relazione all'accordo intervenuto tra lo Stato e le Regioni in merito alla gestione dei programmi di accoglienza degli immigrati e profughi provenienti da Lampedusa e all'attività della "cabina di regia" in seno alla Conferenza Stato Regioni che sta definendo le quote da assegnare alle varie Regioni, prevedendo per il Lazio una quota di oltre cinquemila persone; Tenendo conto che la capacità di accoglienza dimostrata dal Governo della città di Roma in questo ultimo semestre ha mostrato un'assoluta inadeguatezza nel saper governare, su un piano di decorosa civiltà, la residenza di profughi e Rom,

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così come ci dimostrano le condizioni in cui versano Ponte Galeria , Ostiense e il dramma che si è consumato nel campo Rom dell' Appia; Prevedendo tra l'altro, che il prossimo primo maggio Roma accoglierà una moltitudine di persone in occasione della beatificazione di Giovanni Paolo II, che della cultura dell'accoglienza aveva fatto uno dei tratti caratteristici del suo Pontificato; Ritenendo urgente la costituzione di una "cabina di regia" della Regione che metta insieme Regione, Province e Comuni per la concertazione dell'individuazione dei siti di accoglienza e la definizione dei livelli minimi di vivibilità e sicurezza degli stessi, escludendo in ogni caso concentramenti in tendopoli e o affini. Per questi motivi:

Il Consiglio regionale impegna Il Presidente e la Giunta a costituire e ad attivare, d'intesa con la Presidenza del Consiglio regionale una "cabina di regia" con il compito di predisporre nel più breve tempo il "Piano dell'accoglienza della Regione Lazio".

D’Annibale n. 197 del 4 aprile 2011 Oggetto: Piano Regionale di Dimensionamento delle Istituzioni Scolastiche dell'anno scolastico 2011/2012 (D.G.R. n. 9 del 14.01.2011) -Soppressione scuola primaria di Barbarano Romano (VT).

Premesso che: Con delibera n. 9 del 14/01/2011, la Giunta regionale del Lazio ha approvato il Piano Regionale di Dimensionamento delle Istituzioni scolastiche; Che il suddetto Piano prevede la soppressione della scuola primaria nel Comune di Barbarano Romano;

Considerato che: • Nel plesso scolastico sono presenti nr. 40 bambini a cui vanno aggiunti nr. 4 alunni diversamente abili, per un totale di 44 unità, in

media con i paesi confinanti; • Nel Comune di Barbarano Romano opera una comunità alloggio per diversamente abili, con l'obbiettivo di offrire un servizio residenziale a carattere permanente e continuativo al fine di evitare ogni forma di isolamento o emarginazione del soggetto disabile; • Che, ai sensi dell'art. 64 della legge 133/2008, occorre tener conto della presenza di alunni diversamente abili, i quali hanno particolari necessità, anche in riferimento all'orario d'ingresso scolastico; • Che le famiglie dei soggetti diversamente abili, sarebbero costrette a fronteggiare i disagi degli spostamenti dal comune di residenza a quello dove verrà ubicata la scuola; • Che nel Comune di Barbarano ha sede una casa famiglia per diversamente abili e che alcuni di questi frequentano la scuola elementare; • Che nel plesso scolastico sono presenti nr. 24 alunni della scuola materna che usufruiscono della mensa, gestita dal personale del Comune di Barbarano Romano. La scuola materna, che è situata nella stessa struttura della scuola Primaria, rimarrebbe operante e quindi l'Amministrazione, a seguito della chiusura di quest'ultima, non conseguirebbe alcun tipo di risparmio dal momento che, riscaldamento, energia elettrica e personale ATA dovranno essere comunque garantiti; • Che l'edificio scolastico è stato completamente ristrutturato grazie ad un finanziamento regionale con quota comunale; • Che si registra presso l'anagrafe comunale un aumento del numero delle famiglie;

Impegna il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore all'Istruzione e alle Politiche giovanili a valutare le motivazioni addotte e ad attivarsi consentendo una proroga all'attività didattica della Scuola Primaria comunale per l'anno scolastico 2011/2012, apportando le modifiche necessarie al Piano Regionale di Dimensionamento delle Istituzioni Scolastiche.

Battistoni

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n. 198 del 5 aprile 2011 Oggetto: Utilizzo in orario scolastico della palestra F. Agnini di viale Adriatico da parte della I.C. Viale Adriatico.

Il Consiglio Regionale

PREMESSO - che la struttura degli anni trenta dell'ex Gil di viale Adriatico, è di proprietà della Regione ed ospita attualmente una scuola professionale ed un istituto comprensivo, oltre ad essere sede centrale delle poste del IV Municipio Roma Montesacro; - che si è conservata agibile, fra le numerose attrezzature sportive presenti, solo la palestra "Agnini", dedicata ad uno dei martiri della resistenza di Montesacro; - che la palestra Agnini viene regolarmente utilizzata dalle associazioni sportive del IV Municipio per consentire lo svolgimento dei campionati regionali di basket e pallavolo grazie ad un accordo con il IV Municipio Roma Montesacro; che la palestra Agnini è stato oggetto recentemente di lavori di piccola manutenzione e riqualificazione;

CONSIDERATO - che l'Istituto Comprensivo Viale Adriatico accoglie circa 890 alunni, divisi nei tre ordini e gradi, infanzia, primaria e secondaria di primo grado; - che nell'Istituto non vi sono spazi sufficienti per far praticare ai bambini l'attività motoria; - che nell'Istituto comprensivo vi sono 46 casi di disabilità di varia entità che troverebbero giovamento, grazie all' avvio di progetti ed attività psicomotorie e sportive di integrazione, come avviene già in altre scuole del IV Municipio; - che il consiglio dell'Istituto Comprensivo di viale Adriatico ha approvato all'unanimità una delibera che chiede alla Regione Lazio l'utilizzo della palestra Agnini nell'orario scolastico 8.30-16.15 dal lunedì al venerdì, per tutta la durata dell'anno scolastico 2010-2011, con la possibilità di rinnovo tacito per gli anni scolastici a venire, salvo diversa comunicazione da parte delle Istituzioni competenti; tutto ciò premesso:

IL CONSIGLIO REGIONALE IMPEGNA

Il Presidente della Giunta Regionale e gli Assessori all'Istruzione e allo Sport a mettere in atto tutte le iniziative per consentire all'Istituto Comprensivo Viale Adriatico di utilizzare la palestra Agnini nell'orario scolastico 8.30-16.15 dal lunedì al venerdì, per tutta la durata dell'anno scolastico 20102011, con la possibilità di rinnovo tacito per gli anni scolastici a venire, salvo diversa comunicazione da parte delle Istituzioni competenti.

Lucherini n. 199 del 5 aprile 2011 Oggetto: Salvaguardia lavoratori della società Conus S.p.a.. premesso che: • Snam Rete Gas ha emesso e pubblicato un bando di gara per il rilevamento delle letture dei contatori del gas; • La gara di appalto si espleterà il giorno 7 Aprile 2011; • Attualmente tale attività è svolta dalla società CONUS S.p.a. che opera su tutto il territorio nazionale con maggiore concentrazione nelle città di Roma, Venezia e Torino; • La società CONUS S.p.a. da occupazione a circa 250 lavoratori dipendenti e ad altri 150 lavoratori dell'indotto; considerato che: • Il bando prevede un ribasso d'asta da applicare al prezzo base del costo della lettura al cliente di € 1,00 a fronte del costo in tariffa che ammonta ad € 2,70; • Il prezzo a base d'asta così formulato non tiene conto degli elementi di salvaguardia da attuare per i lavoratori attualmente impiegati nel servizio; • I lavoratori della CONUS S.p.a. sono tecnici specializzati, definiti letturisti-verificatori, che svolgono peculiari attività come il controllo e la denuncia di eventuali fughe di gas; Tutto ciò premesso,

Il Consiglio Regionale del Lazio

IMPEGNA

IL PRESIDENTE E LA GIUNTA REGIONALE A

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Farsi promotore presso il Ministero delle Attività Produttive affinchè venga ritirato e rimodulato il bando di gara in argomento allo scopo di: • Evitare l'eccessivo e speculativo meccanismo di ribasso sul prezzo della lettura in considerazione del costo finale che in tariffa ammonta ad € 2,70; • Introdurre nel bando la clausola sociale a tutela delle prospettive occupazionali di circa 400 lavoratori sul territorio nazionale, di cui circa 200 nel solo territorio di Roma.

Zaratti,Nieri,Peduzzi,Nobile Foschi,D’Annibale,Rodano

n. 200 del 7 aprile 2011 Oggetto: "Mancata delocalizzazione degli autodemolitori situati su viale Palmiro Togliatti, Roma".

Il sottoscritto Consigliere Regionale del Lazio

Premesso che: • La presenza di impianti di rottamazione comporta gravi rischi per la salute dell'ambiente e dei cittadini, per la dispersione del PM10 e del PM2.5 (ovvero delle polveri disperse in atmosfera) e per i rischi di inquinamento di suolo e sottosuolo; • Con Deliberazione n. 277 dell'11 dicembre 1986, la Regione zio indicava la necessità che il Comune di Roma realizzasse 18 centri di demolizione e rottamazione a norma di legge; • In data 20 ottobre 1995, il Ministero per i beni e le attività culturali, viste le numerose presenze archeologiche e l'elevato valore ambientale, ha posto il vincolo paesaggistico-archeologico (vincolo "Ad Duas Lauros") su una vasta area dell'ex aeroporto di Centocelle nella quale ricadono gli autodemolitori di via Togliatti; • Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 19 febbraio 1999 SI dichiarava "lo stato di emergenza nel territorio della città di Roma e provincia in ordine alla situazione di crisi socio-ambientale e di protezione civile"; • Il decreto legislativo n. 209 del 2003, integrato dal Decreto legislativo n.152 del 2006, emanava regole stringenti per trasformare i vecchi sfasciacarrozze in professionali autodemolitori di livello europeo e per regolare l'ubicazione degli impianti di trattamento prescrivendo tempi definiti per la delocalizzazione di quelli che ricadono nelle zone vincolate paesaggisticamente

e nei pressi dei siti archeologici; • Un accordo siglato il 12 febbraio 2008 tra Comune di Roma. Regione Lazio. Provincia di Roma, Protezione Civile, Associazione Demolitori proponeva di delocalizzare in tempi brevi i demolitori romani in cinque zone già individuate; • con la Deliberazione Comunale n. 451 del 23.12.2009 veniva approvato i! progetto di delocalizzazione; • Con Ordinanza n 3.854 del Presidente del Consiglio del Ministri veniva data una proroga per la delocalizzazione degli autodemolitori romani fino al 28 febbraio 2011; • Ad oggi non risultano atti istituzionali e/o interventi concreti che facciano presumere alcun tentativo di rispettare anche questa ultima scadenza. già abbondantemente superata; • Manca ad oggi la Deliberazione dell'Assemblea Capitolina che renda esecutiva la Deliberazione di Giunta Comunale n. 451 del 23.12.2009 e/o la Proposta di Delibera del 16.11.2010 prot. N. 15212, con cui si tentava di individuare aree diverse per la delocalizzazione e la sua attuazione concreta da parte del Commissario Regionale; • Con decreto del P.C.D.M. del 17.12.2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.1 del 03.01.2011 è stato prorogata, ancora una volta, la delocalizzazione degli autodemolitori al 31.12.2011; • Ad oggi non risultato atti istituzionali e/o interventi concreti che facciano presumere alcun tentativo di rispettare anche questa ultima scadenza.

Considerato che: • Da tempo gli abitanti della zona dell'autodemolitore di Via Palmiro Togliatti, Roma, si sono costituiti nel comitato di quartiere "CdQ Torrespaccata" per protestare contro la situazione descritta; • Oltre al suddetto comitato esistono altri Comitati e Associazioni presenti nell'area territoriale interessata che chiedono la delocalizzazione dell'impianto; • La cittadinanza è interessata da forti disagi per la presenza dell'impianto e vive una condizione di allarme e di malessere sociale sempre più acutamente avvertite, come testimoniato dalla massa di segnalazioni individuali e associate e dall'attenzione sempre più intensa dei mezzi di comunicazione cittadini e locali (tv, periodici, quotidiani, ecc.); • È stato presentato un esposto alla Procura della

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Repubblica da parte del presidente del "CdQ Torrespaccata" in riferimento alla necessità di delocalizzazione e regolarizzazione degli autodemolitori romani, mancando atti amministrativi ed azioni concrete per la prevenzione o anche solo riduzione dei danni socio-arnbientali prodotti dalla permanenza della situazione di crisi.

IMPEGNA La Giunta Regionale, l'Assessore competente in materia di Ambiente e l'Assessore alla Sanità affinché vengano rispettati gli impegni presi in relazione alle norme vigenti in materia di impianti di autodemolizione e perché vengano riconosciuti i legittimi diritti degli abitanti dell'area territoriale di Via Palmiro Togliatti.

Bucci n. 201 del 7 aprile 2011 Oggetto: Emergenza lavoratori Technicolor. Premesso che: • La Technicolor S.p.a. è una società multinazionale che opera In Italia nel settore dell'industria cinematografica e televisiva da più di 50 anni; • Sono presenti nella città di Roma due sedi operative, una in Via Urbana 172 e l'altra in Via Tiburtina 1138; • In particolare nello stabilimento di via Tiburtina 1] 38 dove è presente anche la sede legale ed amministrativa della società, si svolgono lavorazioni di post produzione video digitali che prevedono attività caratterizzate da un elevato contenuto tecnologico e da lavorazioni specifiche legate alla pellicola fotosensibile; • Nello stabilimento di via Tiburtina al 20 dicembre 201 O l'organico aziendale era costituito da un numero di 294 dipendenti totali di cui 258 uomini e 36 donne. • l clienti della Technicolor Spa sono genericamente aziende pubbliche e private di produzione o produzione cinematografica che gestiscono quindi contenuti artistici; • Le nuove tecnologie e dunque i supporti digitali che vengono usati oggi al posto della pellicola hanno comportato un ridimensionamento della domanda relativa ai prodotti fotosensibili e la progressiva sostituzione della pellicola con il digitale, tuttavia ancora oggi poche sale sono

attrezzate per queste tecnologie; Considerato che: • La Technicolor S.p.a. ha avviato, già dal 29 dicembre 2010 le procedure di mobilità per 73 dipendenti, tutti operanti nello stabilimento di Via Tiburtina 1138, • A causa della delocalizzazione in Polonia del settore contabilità sono stati effettuati 2 licenziamenti di due impiegati; • È stato indetto dai sindacati Slc, CGIL, Fistel CISL, Uilcom UIL lo stato di agitazione per la revoca dei licenziamenti; durante i primi 45 giorni di trattativa, la Technicolor ha negato qualsiasi possibilità di riduzione del numero dei lavoratori interessati alla mobilità o di ricollocazione degli stessi all'interno dell'azienda osteggiando inoltre l'utilizzo di ammortizzatori sociali come la cassa integrazione; • Durante la prima fase di trattativa la Technicolor ha proposto dei pacchetti economici atti all'adesione volontaria di messa in mobilità, che ha visto l'adesione di circa sole 14 risorse; • La prima fase di procedura sindacale si è conclusa il 22 febbraio 2011 con esito di mancato accordo; • Il 22 marzo presso la Regione Lazio si è tenuto un primo incontro sollecitato dai sindacati sulla vertenza Technicolor durante il quale si è proposto all'azienda di accettare un percorso che rinvii ogni decisione di licenziamento, assicurando il sostegno allo stato di crisi attraverso la concessione di ammortizzatori sociali della durata di 1 anno, sostenuti da mirati percorsi formativi; • Ci sarà un nuovo incontro tra Azienda, Sindacati ed Assessorato al lavoro della Regione Lazio in previsione per il 31 marzo ma rinviato al 14 Aprile 2011; Considerato inoltre che: • L'avvio delle procedure di mobilità per la riduzione del personale (ex art. 4 e 24 L.n. 223/91), che coinvolgeranno 73 dipendenti dell'azienda, produrrà inevitabilmente sene conseguenze, sia sul piano sociale che economico,nell'area Tiburtina e limitrofe; • Dal punto di vista industriale ed economico Roma e la sua provincia subirebbero un ulteriore colpo alla loro antica vocazione verso il settore cineaudiovisivo e multimediale; • Dal punto di vista industriale ed economico Roma e la sua provincia subirebbero un ulteriore

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colpo alla loro antica vocazione verso il settore cineaudiovisivo e multimediale • In questi ultimi anni le istituzioni nazionali ed europee si sono impegnate fortemente per valorizzare, sia in termini di risorse che di prestigio, il sistema produttivo locale del settore cineaudiovisivo e del multimediale a Roma e nel Lazio, mettendo in atto investimenti diretti sulla formazione professionale e sulla ricerca, realizzando strutture importanti come lo Sprint e il Polo Formativo per il Cinema e l'Audiovisivo, dando vita ad iniziative di rilievo internazionale quali la Festa del Cinema e l'Audiovisivo; • Il comparto cineaudiovisivo e multimediale nel territorio presenta ancora importanti possibilità di sviluppo e di assorbimento della forza lavoro; • Gli enti locali possono svolgere un ruolo fondamentale nel supporto alla contrattazione sindacale-aziendale volte a trovare soluzioni al problema e al conseguente mantenimento della stabilità dell' area territoriale interessata; • La competitività delle aziende del distretto laziale e la professionalità degli operatori non giustificano stati di crisi in un momento di grande espansione del settore audiovisivo; tutto ciò premesso e considerato il Consigliere Regionale Vincenzo Maruccio

IMPEGNA Il Presidente On. Renata Polverini e l'Assessore al Lavoro e Formazione On. Mariella Zezza affinchè: • Si intervenga sul Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico per aprire un tavolo di trattativa con azienda e sindacati in modo tale da individuare un percorso che salvaguardi i livelli occupazionali della Technicolor alla luce delle possibili evoluzioni del settore; • La Technicolor rinvii ogni decisione di licenziamento e mobilità a favore della concessione della cassa integrazione o di una ricollocazione dei 73 lavoratori interessati all'interno del comparto cineaudiovisivo; • Si dia sostegno ad un comparto produttivo strategico per lo sviluppo del settore cinematografico e delle arti visive in genere del Lazio;

Maruccio n. 202 del 8 aprile 2011

Oggetto: Localizzazione dell'impianto integrato di CO.LA.RI. per il recupero e la valorizzazione di rifiuti non pericolosi presso la discarica regionale dell'Inviolata, adiacente al Parco archeologico dell'Inviolata, Comune di Guidonia Montecelio (Roma).

Premesso che in data 2 agosto 20l0 con Determinazione n. C 1869 del Direttore del Dipartimento Economico e Occupazionale è stata rilasciata l'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) ai sensi del Dlgs 59/2005 e s.m.i. per l'impianto in oggetto, da localizzarsi presso la discarica per rifiuti urbani detta dell'Inviolata, già in esercizio da circa 25 anni;

Considerato che per effetto della riduzione del perimetro del Parco naturale-archeologico regionale dell'Inviolata di Guidonia (istituito con LR 22/96) introdotta dall'art. 36 della L.R. 9/05 (Legge Finanziaria 2005), il terreno individuato per tale localizzazione si trova ad essere geograficamente esterno all' area naturale protetta dell'Inviolata, ma, di fatto, si colloca al centro del medesimo Parco Regionale da cui è circondato su tre lati; recentemente sono avvenuti ulteriori ritrovamenti archeologici accanto alla detta discarica dell'Inviolata, che hanno causato preoccupazione da parte della Soprintendenza ai Beni archeologici del Lazio, costretta ad emanare disposizioni cogenti all'ente gestore dello stesso impianto per lo smaltimento dei rifiuti, Eco Italia 87, in continuità con quanto già espresso con nota del 5 febbraio 1998 ("la proroga dell'esercizio della discarica dell'Inviolata aggrava il danno ambientale e paesaggistico") e con nota dellO febbraio 1999 ("allungare i tempi di utilizzo dell'impianto di discarica comporta un indubbio danno ulteriore al Parco archeologico ed all'ambiente circostante"); è pendente presso il TAR del Lazio il ricorso avviato nel dicembre 2007 da associazioni locali di cittadini, contro l'impianto CO.LA.RI. in oggetto, per violazione di norme, per pregiudizio all'ambiente ed al territorio, per danno alla salute e lesione degli interessi dei cittadini; sono state numerose, negli anni, le manifestazioni di contrarietà al prosieguo dell'attività della

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discarica dell'Inviolata ed alla localizzazione di nuovi impianti per il trattamento dei rifiuti nella stessa località, da parte della cittadinanza locale e segnatamente della popolazione di Setteville, Marco Simone, Collefiorito di Guidonia e di Santa Lucia di Fonte Nuova; l'impianto in oggetto andrebbe a modificare ulteriormente -ed in senso negativo il paesaggio della Campagna Romana (che rappresenta una delle maggiori ragioni della tutela dell'area protetta dell'Inviolata), già fortemente alterato dalla collina di rifiuti rappresentata dalla discarica, alta circa 147 m slm; le acque di superficie del Fosso del Cupo, che scorre in prossimità della discarica dell'Inviolata in direzione del Fosso di Santa Lucia, sono fortemente inquinate, come più volte rilevato da analisi effettuate privatamente e riscontrabile con semplice osservazione in loco; la cittadinanza dell'area è già fortemente provata non solo dalla presenza di detta discarica (la seconda del Lazio dopo quella di Malagrotta), ma anche da un inquinamento atmosferico notevole (Guidonia Montecelio è il terzo territorio del Lazio, dopo Roma e Frosinone, per inquinamento dell'aria, come descritto nella relazione del luglio 2006, a cura dell'Assessorato alle Politiche della Tutela ambientale della Provincia di Roma, "Valutazione della qualità dell'aria nel Comune di Guidonia"); la cittadinanza del territorio comunale di Guidonia Montecelio ha adottato progressivamente il sistema della raccolta differenziata domiciliare dei rifiuti, andando ad allinearsi in poco tempo con i comuni più virtuosi della regione;

Ritenuto che un'area protetta regionale di pregio come il Parco dell'Inviolata non possa essere ulteriormente compromessa dalla presenza di un impianto per il trattamento dei rifiuti indifferenziati di circa 50 comuni della provincia di Roma; bisogna dare una risposta positiva alle istanze rappresentate da oltre due decenni di lotte dei cittadini residenti nell'area;

il Consiglio Regionale

esprimendo la propria contrarietà alla realizzazione di un impianto per il recupero e la valorizzazione di rifiuti non pericolosi presso la discarica regionale dell'Inviolata, nel Comune di Guidonia Montecelio,

Impegna la Giunta Regionale a ricercare, di concerto con il Comune di Guidonia Montecelio e la Provincia di Roma, una soluzione che escluda l'area del Parco regionale archeologico naturale dell'Inviolata ed il territorio comunale di Guidonia Montecelio dalla localizzazione di nuovi impianti per il trattamento dei rifiuti.

Bonelli

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Responsabile Sezione Resocontazione

Stefano Mostarda

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Allegato n. 2Interrogazione a risposta immediata n. 80 del giorno 03 febbraio 2011, posta dal consigliere Astorre concernente: “Disagi dei pendolari della strada dei parchi A/24”

PREMESSO CHE il giorno 26 gennaio 2011 per l'ennesima volta l'autostrada A/24 in direzione Roma è rimasta completamente bloccata dal casello di Lunghezza (barriera Roma est) fino allo svincolo per l'uscita Palmiro Togliatti

PREMESSO CHE in quella data per arrivare dalla barriera di Roma est al capolinea del bus di Ponte Mammolo, che dista 11 km, sono stati impiegati l ora e 50 minuti

VISTO CHE quanto successo il 26 gennaio non è che l'ennesimo episodio di un'odissea quotidiana alla quale sono sottoposti migliaia di pendolari

CONSIDERATO CHE Il Consiglio di Amministrazione dell'Anas ha approvato a giugno il progetto esecutivo, presentato dalla società concessionaria Strada dei Parchi S.p.A, per la realizzazione di una viabilità complanare al tratto urbano dell'autostrada A/24 e per la riqualificazione dei dispositivi di sicurezza e della segnaletica, da via Palmiro Togliatti alla barriera di Roma Est.

VISTO CHE l'intervento in questione, della lunghezza complessiva di 14 km circa, dovrà essere realizzato in stretta collaborazione con gli Enti locali, secondo quanto previsto dal Protocollo sottoscritto tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l'Anas, la Società Strada dei Parchi, la Regione Lazio, la Provincia di Roma ed il Comune di Roma, e che tale intervento ricade nella Regione Lazio interamente nell'ambito del Comune di Roma e si sviluppa internamente al Grande Raccordo Anulare e, in parte, esternamente fino alla barriera di Lunghezza. Il sottoscritto consigliere regionale Bruno Astorre

INTERROGA Il presidente della Regione Lazio, on. Renata Polverini, l'assessore alle Infrastrutture e ai Lavori pubblici, on. Luca Ma1cotti, per sapere; -quali interventi la Regione Lazio intenda mettere in atto per ridurre le difficoltà nelle quali versano ogni giorno i pendolari della A/24 e in quale modo intenda dar seguito all'impegno sottoscritto con il Protocollo di cui sopra per la realizzazione di una viabilità complanare al tratto urbano della A/24.

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Responsabile Sezione Resocontazione

Stefano Mostarda

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Allegato n. 3 Proposta di deliberazione n. 22 del giorno 22 dicembre 2010, adottata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 609 del giorno 17 dicembre 2010, concernente: “Legge regionale 6 dicembre 2004, n. 17 - Approvazione del piano regionale delle attività estrattive” OGGETTO: Proposta di deliberazione consiliare concernente: Legge Regionale 6 dicembre 2004, n. 17 – Approvazione del “Piano Regionale delle Attività Estrattive”.

LA GIUNTA REGIONALE Su proposta dell’Assessore alle Attività produttive e Politiche dei rifiuti: VISTA la Legge Statutaria 11 novembre 2004 n. 1: “Nuovo Statuto della Regione Lazio”; VISTA la Legge Regionale 18 febbraio 2002, n. 6 e ss.mm.ii.; VISTO il Regolamento Regionale 6 settembre 2002, n. 1 e ss.mm.ii.; VISTA la Legge Regionale 6 dicembre 2004, n. 17 inerente “Disciplina organica in materia di cave e torbiere e modifiche alla legge regionale 6 agosto 1999, n. 14 (organizzazione delle funzioni a livello regionale e locale per la realizzazione del decentramento amministrativo) e successive modifiche; VISTO in particolare l’art. 9 della suddetta legge regionale 17/2004 che stabilisce le modalità per la predisposizione, approvazione e pubblicazione del Piano Regionale delle Attività estrattive; VISTA la deliberazione di Giunta Regionale n. 1503 del 15/11/2002 con la quale si è stabilito di avvalersi della collaborazione dell’Agenzia Sviluppo Lazio s.p.a. con sede in Roma, Via G. Bellini, 22 per la predisposizione dello “Schema del Piano Regionale delle Attività Estrattive della Regione Lazio”; CONSIDERATO che la medesima Deliberazione di Giunta Regionale n. 1503/2002 è stato approvato lo schema di Convenzione per la regolamentazione dei rapporti contrattuali tra la Regione Lazio e l’Agenzia Sviluppo Lazio S.p.A.; CONSIDERATO che in data 26 novembre 2002 in attuazione della sopra indicata DGR n. 1503 del 15/11/2002 è stata stipulata, tra le Parti indicate al precedente capoverso, apposita Convenzione; VISTA la Determinazione Dirigenziale n. 15/AP del 24 gennaio 2003, con cui si è approvata la Convenzione stipulata in data 26 novembre 2002 tra la Regione Lazio e l’Agenzia Sviluppo Lazio S.p.A. per l’incarico di collaborazione finalizzato alla predisposizione del “Pian Regionale delle Attività Estrattive” per brevità di seguito indicato con l’acronimo P.R.A.E.; VISTA la Determina C2737 del 9 dicembre 2005 con cui è stata approvata la Convenzione per l’affidamento al C.E.R.I. “Centro di Ricerca per la Previsione Prevenzione e Controllo dei Rischi Geologici”, dell’incarico finalizzato alla predisposizione di uno studio volto ad integrare ed aggiornare il P.R.A.E. per uniformarlo a quanto richiesto dalla Legge Regionale 6 dicembre 2004, n. 17, attraverso la ricognizione delle attività estrattive ed una attenta analisi della situazione produttiva esistente;

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CONSIDERATO che il C.E.R.I., in ottemperanza a quanto previsto nella Convenzione sopradetta, ha consegnato alla Regione Lazio il Piano Regionale Attività Estrattive costituito dai seguenti elaborati:

1. Schede archivio pratiche: Provincia di Roma (4 volumi) Provincia di Frosinone (2 volumi) Provincia di Rieti (1 volume) Provincia di Viterbo (3 volumi) Provincia di Latina (1 volume)

2. Schede censimento sintesi Provincia di Roma (2volumi) Provincia di Frosinone (1 volume) Provincia di Rieti (1 volume) Provincia di Viterbo (1 volume) Provincia di Latina (1 volume)

3. Relazione Generale (1 volume) 4. Rapporto Ambientale (1 volume) 5. Linee Guida per la redazione del PAE delle Province 6. Linee Guida per la definizione delle azioni di Piano e normativa tecnica 7. Sintesi non tecnica 8. Dichiarazione di sintesi 9. Valutazione preliminare sulla natura e sullo stato degli ammassi rocciosi in relazione allo sviluppo

delle Attività Estrattive 10. Carta dei poli estrattivi 11. Carta dei vincoli (n. 41 tavole) 12. Carta dei litotipi di interesse estrattivo (n. 40 tavole) 13. Censimento delle attività estrattive (n. 41 tavole) 14. Carta delle risorse disponibili (n. 40 tavole) 15. Carta idrogeologica 16. Schede dei litotipi di interesse estrattivo

VISTA la Delibera di Giunta Regionale n. 33 del 21 gennaio 2010 con cui è stato adottato lo schema del “Piano Regionale delle Attività Estrattive”; CONSIDERATO che ai fini dell’assunzione dell’efficacia giuridica di piano di settore secondo quanto disposto dall’art. 9, punto 4 della L.R. 17/2004 è stato dato avvio al procedimento di approvazione del PRAE secondo la disposizione dell’art. 15 della L.R. 22 dicembre 1999, n. 38; CONSIDERATO che lo schema del “Piano Regionale delle Attività Estrattive” è stato pubblicato sul BURL Regionale n. 10 del 13 marzo 2010; VISTA la nota regionale prot. n. 40361 del 4 marzo 2010 con cui si trasmette al Presidente della Provincia di Roma – di Frosinone – di Latina – di Rieti e di Viterbo lo schema del Piano Regionale delle Attività Estrattive in formato C.D. e copia della Delibera n. 33 del 21 gennaio 2010 con la quale lo stesso è stato adottato dalla Giunta Regionale del Lazio al fine di esperire da parte di ciascuna Provincia le consultazioni previste dall’art. 6 della L.R. n.17/1986; CONSIDERATO che tutte le sopraelencate Province (Roma – Frosinone – Latina – Rieti e Viterbo) – non hanno trasmesso alla Regione Lazio entro quaranta giorni dalla data di pubblicazione della Delibera di Giunta Regionale n. 33 del 21 gennaio 2010 sul BURL n. 10/2010, il documento di osservazioni e proposte approvato dal Consiglio Provinciale;

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RITENUTO pertanto necessario procedere all’adozione definitiva del sopra indicato schema di “Piano Regionale delle Attività Estrattive” ai sensi e per gli effetti dell’art. 9 della Legge Regionale 17/2004 per il successivo inoltro al Consiglio Regionale per la sua approvazione secondo la procedura prevista dalla legge regionale 11 aprile 1986 n. 17 e successive modifiche in quanto compatibili; ATTESO che il presente provvedimento non è soggetto alla procedura di concertazioni con le parti sociali; all’unanimità

D E L I B E R A di adottare e sottoporre all’esame del Consiglio Regionale la seguente proposta di Deliberazione Consiliare concernente: Legge Regionale 6 dicembre 2004, n. 17 – Approvazione del “Piano Regionale delle Attività Estrattive” costituito da:

1. Schede archivio pratiche: Provincia di Roma (4 volumi)

Provincia di Frosinone (2 volumi) Provincia di Rieti (1 volume) Provincia di Viterbo (3 volumi) Provincia di Latina (1 volume)

2. Schede censimento sintesi Provincia di Roma (2volumi) Provincia di Frosinone (1 volume) Provincia di Rieti (1 volume) Provincia di Viterbo (1volume) Provincia di Latina (1 volume)

3. Relazione Generale (1 volume) 4. Rapporto Ambientale (1 volume) 5. Linee Guida per la redazione del PAE delle Province 6. Linee Guida per la definizione delle azioni di Piano e normativa tecnica 7. Sintesi non tecnica 8. Dichiarazione di sintesi 9. Valutazione preliminare sulla natura e sullo stato degli ammassi rocciosi in relazione allo sviluppo

delle Attività Estrattive 10. Carta dei poli estrattivi 11. Carta dei vincoli (n. 41 tavole) 12. Carta dei litotipi di interesse estrattivo (n. 40 tavole) 13. Censimento delle attività estrattive (n. 41 tavole) 14. Carta delle risorse disponibili (n. 40 tavole) 15. Carta idrogeologica 16. Schede dei litotipi di interesse estrattivo

IL CONSIGLIO REGIONALE

VISTA la Legge Statutaria 11 novembre 2004 n. 1: “Nuovo Statuto della Regione Lazio”; VISTA la Legge Regionale 18 febbraio 2002, n. 6 e ss.mm.ii.; VISTO il Regolamento Regionale 6 settembre 2002, n. 1 e ss.mm.ii.; VISTA la Legge Regionale 6 dicembre 2004, n. 17 inerente “Disciplina organica in materia di cave

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e torbiere e modifiche alla legge regionale 6 agosto 1999, n. 14 (organizzazione delle funzioni a livello regionale e locale per la realizzazione del decentramento amministrativo) e successive modifiche; VISTO in particolare l’art. 9 della suddetta legge regionale 17/2004 che stabilisce le modalità per la predisposizione, approvazione e pubblicazione del Piano Regionale delle Attività Estrattive; VISTA la deliberazione di Giunta Regionale n. 1503 del 15/11/2002 con la quale si è stabilito di avvalersi della collaborazione dell’Agenzia Sviluppo Lazio s.p.a. con sede in Roma, Via G. Bellini, 22 per la predisposizione dello “Schema del Piano Regionale delle Attività Estrattive della Regione Lazio”; CONSIDERATO che la medesima Deliberazione di Giunta Regionale n. 1503/2002 è stato approvato lo schema di Convenzione per la regolamentazione dei rapporti contrattuali tra la Regione Lazio e l’Agenzia Sviluppo Lazio S.p.A.;

CONSIDERATO che in data 26 novembre 2002 in attuazione della sopra indicata DGR n. 1503 del 15/11/2002 è stata stipulata, tra le Parti indicate al precedente capoverso, apposita Convenzione; VISTA la Determinazione Dirigenziale n. 15/AP del 24 gennaio 2003, con cui si è approvata la Convenzione stipulata in data 26 novembre 2002 tra la Regione Lazio e l’Agenzia Sviluppo Lazio S.p.A. per l’incarico di collaborazione finalizzato alla predisposizione del “Piano Regionale delle Attività Estrattive” per brevità di seguito indicato con l’acronimo P.R.A.E.; VISTA la Determina C2737 del 9 dicembre 2005 con cui è stata approvata la Convenzione per l’affidamento al C.E.R.I. “Centro di Ricerca per la Previsione Prevenzione e Controllo dei Rischi Geologici”, dell’incarico finalizzato alla predisposizione di uno studio volto ad integrare ed aggiornare il P.R.A.E. per uniformarlo a quanto richiesto dalla Legge Regionale 6 dicembre 2004, n. 17, attraverso la ricognizione delle attività estrattive ed una attenta analisi della situazione produttiva esistente; CONSIDERATO che il C.E.R.I., in ottemperanza a quanto previsto nella Convenzione sopradetta, ha consegnato alla Regione Lazio il Piano Regionale Attività Estrattive costituito dai seguenti elaborati:

1. Schede archivio pratiche: Provincia di Roma (4 volumi) Provincia di Frosinone (2 volumi) Provincia di Rieti (1 volume) Provincia di Viterbo (3 volumi) Provincia di Latina (1 volume)

2. Schede censimento sintesi Provincia di Roma (2volumi) Provincia di Frosinone (1 volume) Provincia di Rieti (1 volume) Provincia di Viterbo (1 volume) Provincia di Latina (1 volume)

3. Relazione Generale (1 volume) 4. Rapporto Ambientale (1 volume) 5. Linee Guida per la redazione del PAE delle Province 6. Linee Guida per la definizione delle azioni di Piano e normativa tecnica 7. Sintesi non tecnica 8. Dichiarazione di sintesi

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9. Valutazione preliminare sulla natura e sullo stato degli ammassi rocciosi in relazione allo sviluppo delle Attività Estrattive

10. Carta dei poli estrattivi 11. Carta dei vincoli (n. 41 tavole) 12. Carta dei litotipi di interesse estrattivo (n. 40 tavole) 13. Censimento delle attività estrattive (n. 41 tavole) 14. Carta delle risorse disponibili (n. 40 tavole) 15. Carta idrogeologica

16. Schede dei litotipi di interesse estrattivo VISTA la Delibera di Giunta Regionale n. 33 del 21 gennaio 2010 con cui è stato adottato lo schema del “Piano Regionale delle Attività Estrattive”; CONSIDERATO che ai fini dell’assunzione dell’efficacia giuridica di piano di settore secondo quanto disposto dall’art. 9, punto 4 della L.R. 17/2004 è stato dato avvio al procedimento di approvazione del PRAE secondo la disposizione dell’art. 15 della L.R. 22 dicembre 1999, n. 38; CONSIDERATO che lo schema del “Piano Regionale delle Attività Estrattive” è stato pubblicato sul BURL Regionale n. 10 del 13 marzo 2010; VISTA la nota regionale prot. n. 40361 del 4 marzo 2010 con cui si trasmette al Presidente della Provincia di Roma – di Frosinone – di Latina – di Rieti e di Viterbo lo schema del Piano Regionale delle Attività Estrattive in formato C.D. e copia della Delibera n. 33 del 21 gennaio 2010 con la quale lo stesso è stato adottato dalla Giunta Regionale del Lazio al fine di esperire da parte di ciascuna Provincia le consultazioni previste dall’art. 6 della L.R. n.17/1986; CONSIDERATO che tutte le sopraelencate Province (Roma – Frosinone – Latina – Rieti e Viterbo) – non hanno trasmesso alla Regione Lazio entro quaranta giorni dalla data di pubblicazione della Delibera di Giunta Regionale n. 33 del 21 gennaio 2010 sul BURL n. 10/2010, il documento di osservazioni e proposte approvato dal Consiglio Provinciale; RITENUTO pertanto necessario procedere all’approvazione del sopra indicato schema di “Piano Regionale delle Attività Estrattive” ai sensi e per gli effetti dell’art. 9 della Legge Regionale 17/2004;

DELIBERA

Le premesse sono parte integrante e sostanziale del presente atto. Di approvare il “Piano Regionale delle Attività Estrattive” ai sensi e per gli effetti dell’art. 9 della Legge Regionale 6 dicembre 2004, n. 17 composto dai seguenti elaborati:

1. Schede archivio pratiche: Provincia di Roma (4 volumi) Provincia di Frosinone (2 volumi) Provincia di Rieti (1 volume) Provincia di Viterbo (3 volumi) Provincia di Latina (1 volume)

2. Schede censimento sintesi Provincia di Roma (2volumi) Provincia di Frosinone (1 volume) Provincia di Rieti (1 volume) Provincia di Viterbo (1 volume) Provincia di Latina (1 volume)

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3. Relazione Generale (1 volume) 4. Rapporto Ambientale (1 volume) 5. Linee Guida per la redazione del PAE delle Province 6. Linee Guida per la definizione delle azioni di Piano e normativa tecnica 7. Sintesi non tecnica 8. Dichiarazione di sintesi 9. Valutazione preliminare sulla natura e sullo stato degli ammassi rocciosi in relazione allo sviluppo

delle Attività Estrattive 10. Carta dei poli estrattivi 11. Carta dei vincoli (n. 41 tavole) 12. Carta dei litotipi di interesse estrattivo (n. 40 tavole) 13. Censimento delle attività estrattive (n. 41 tavole) 14. Carta delle risorse disponibili (n. 40 tavole) 15. Carta idrogeologica 16. Schede dei litotipi di interesse estrattivo

Il presente provvedimento e relativi elaborati saranno pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio.

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Responsabile Sezione Resocontazione

Stefano Mostarda