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Consiglio Nazionale dei Geologi 11 febbraio 2021

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Consiglio Nazionale dei Geologi

11 febbraio 2021

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1NOVA_N, 10/02/2021

Recovery: geologi, per prevenzione dissesto risorse scarse, non perdere importanteoccasione

NOVA0412 3 INT 1 NOVRecovery: geologi, per prevenzione dissesto risorse scarse, non perdere importante occasioneRoma, 10 feb - (Nova) - I temi del dissesto idrogeologico edel monitoraggio del territorio necessitano di investimentiche consentano una pianificazione di ampio respiro.Nell'ultima versione del Piano Nazionale di Ripresa eResilienza (Pnrr) vengono invece previsti soltantointerventi orientati all'immediato e alle situazioni diemergenza. Non sono infatti previste adeguate risorsefinanziarie per gli interventi cosiddetti non strutturaliorientati ad aggiornare e mettere a sistema le conoscenze,presidiare, monitorare e manutenere in modo efficace ilterritorio", e' il monito lanciato, in una nota, dalConsiglio nazionale dei geologi. "Entrando nel dettaglio -proseguono i Geologi - il Pnrr nei 18 miliardi destinatiall'energia rinnovabile, idrogeno e mobilita' sostenibile,non viene contemplata la geotermia a bassa entalpia e ilmini idroelettrico, nonostante siano le nuove frontieredelle energie rinnovabili. Inoltre, dei 15 miliardi previstiper la tutela del territorio e della risorsa idrica, appena3,61 miliardi sono riservati agli interventi sul dissestoidrogeologico, di cui 3,36 miliardi sono risorse gia'stanziate nel 2019 con il 'Piano nazionale per lamitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e latutela della risorsa ambientale' e soltanto 250 milioni sononuove risorse, dunque una nullita' se si pensa alle oltre620 mila frane censite dall'Iffi nel territorio italiano,per un costo stimato di oltre 65 miliardi. (segue) (Rin)NNNN

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2NOVA_N, 10/02/2021 Recovery: geologi, per prevenzione dissesto risorse scarse, non perdere importanteoccasione (2) NOVA0413 3 INT 1 NOVRecovery: geologi, per prevenzione dissesto risorse scarse, non perdere importante occasione (2)Roma, 10 feb - (Nova) - E ancora, nei 7 miliardi previstiper impresa verde ed economia circolare, sembrerebbe nonessere previsto alcun stanziamento per la riqualificazione ebonifica ambientale attraverso il risanamento ed il recuperodelle aree inquinate che consentirebbero di ripensare ilterritorio in modo resiliente, orientando cosi' le scelteurbanistiche verso il riuso, la rigenerazione del costruitoe riducendo il consumo di suolo. Un'altra criticita'rinvenuta nel Pnrr e' la completa assenza di fondi destinatialla salvaguardia delle aree protette, come i parchi, igeoparchi e i geositi, che svolgono non solo un ruolofondamentale per la tutela della biodiversita' e dellosviluppo sostenibile, ma servono anche a completare lafiliera del turismo naturalistico in un Paese universalmenteapprezzato per le sue bellezze naturali, beni infungibilidello Stato Italiano". "Si ritiene, dunque, importante laprevisione di risorse da mettere a disposizione, ancheattraverso la formula degli incentivi fiscali, per i privatiche intendono realizzare opere di manutenzione e disistemazione del territorio al fine di migliorarne lecondizioni di stabilita' e di assetto. Allo stesso tempo-concludono i geologi - nei casi in cui gli interventistrutturali non risulterebbero efficaci in terminitecnico-economici, occorrera' favorire ed incentivare ledelocalizzazioni e la rigenerazione urbana dei territori arischio". (Rin)NNNN

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3LAP, 10/02/2021 Pnrr, geologi: Risorse scarse per prevenzione dissesto, è occasione Pnrr, geologi: Risorse scarse per prevenzione dissesto, è occasione Roma, 10 feb. (LaPresse) -"I temi del dissesto idrogeologico e del monitoraggio del territorio necessitano di investimenti checonsentano una pianificazione di ampio respiro. Nell'ultima versione del Piano Nazionale diRipresa e Resilienza (PNRR) vengono invece previsti soltanto interventi orientati all'immediato ealle situazioni di emergenza. Non sono infatti previste adeguate risorse finanziarie per gli interventicosiddetti non strutturali orientati ad aggiornare e mettere a sistema le conoscenze, presidiare,monitorare e manutenere in modo efficace il territorio", è il monito lanciato, in una nota, dalConsiglio Nazionale dei Geologi.(Segue). ENV NG01 ntl/alm 101513 FEB 21

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4LAP, 10/02/2021 Pnrr, geologi: Risorse scarse per prevenzione dissesto, è occasione-2- Pnrr, geologi: Risorse scarse per prevenzione dissesto, è occasione-2- Roma, 10 feb. (LaPresse)- "Entrando nel dettaglio - proseguono i Geologi - il PNRR nei 18 miliardi destinati all'energiarinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile, non viene contemplata la geotermia a bassa entalpiae il mini idroelettrico, nonostante siano le nuove frontiere delle energie rinnovabili. Inoltre, dei 15miliardi previsti per la tutela del territorio e della risorsa idrica, appena 3,61 miliardi sono riservatiagli interventi sul dissesto idrogeologico, di cui 3,36 Mld sono risorse già stanziate nel 2019 con il'Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsaambientale' e soltanto 250 milioni sono nuove risorse, dunque una nullità se si pensa alle oltre620.000 frane censite dall'IFFI nel territorio italiano, per un costo stimato di oltre 65 Mld. E ancora,nei 7 miliardi previsti per impresa verde ed economia circolare, sembrerebbe non essere previstoalcun stanziamento per la riqualificazione e bonifica ambientale attraverso il risanamento ed ilrecupero delle aree inquinate che consentirebbero di ripensare il territorio in modo resiliente,orientando così le scelte urbanistiche verso il riuso, la rigenerazione del costruito e riducendo ilconsumo di suolo.Un'altra criticità rinvenuta nel PNRR è la completa assenza di fondi destinati allasalvaguardia delle aree protette, come i parchi, i geoparchi e i geositi, che svolgono non solo unruolo fondamentale per la tutela della biodiversità e dello sviluppo sostenibile, ma servono anche acompletare la filiera del turismo naturalistico in un Paese universalmente apprezzato per le suebellezze naturali, beni infungibili dello Stato Italiano".(Segue). ENV NG01 ntl/alm 101513 FEB 21

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5LAP, 10/02/2021 Pnrr, geologi: Risorse scarse per prevenzione dissesto, è occasione-3- Pnrr, geologi: Risorse scarse per prevenzione dissesto, è occasione-3- Roma, 10 feb. (LaPresse)- "Si ritiene, dunque, importante la previsione di risorse da mettere a disposizione, ancheattraverso la formula degli incentivi fiscali, per i privati che intendono realizzare opere dimanutenzione e di sistemazione del territorio al fine di migliorarne le condizioni di stabilità e diassetto. Allo stesso tempo -concludono i geologi - nei casi in cui gli interventi strutturali nonrisulterebbero efficaci in termini tecnico-economici, occorrerà favorire ed incentivare ledelocalizzazioni e la rigenerazione urbana dei territori a rischio". ENV NG01 ntl/alm 101513 FEB21

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6AMB, 10/02/2021 RECOVERY. GEOLOGI: NON PERDERE OCCASIONE PER FONDI DISSESTOIDROGEOLOGICO DIR2102 3 POL 0 RR1 N/AMB / DIR /TXT RECOVERY. GEOLOGI: NON PERDERE OCCASIONE PER FONDI DISSESTOIDROGEOLOGICONON SVEGLIARSI SOLO DOPO LE TRAGEDIE, BISOGNA PUNTARE SU PREVENZIONE(DIRE) Roma, 10 feb. - "I temi del dissesto idrogeologico e delmonitoraggio del territorio necessitano di investimenti checonsentano una pianificazione di ampio respiro. Nell'ultimaversione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)vengono invece previsti soltanto interventi orientatiall'immediato e alle situazioni di emergenza. Non sono infattipreviste adeguate risorse finanziarie per gli interventicosiddetti non strutturali orientati ad aggiornare e mettere asistema le conoscenze, presidiare, monitorare e manutenere inmodo efficace il territorio". Cosi' in una nota il ConsiglioNazionale dei Geologi. "Entrando nel dettaglio- proseguono i Geologi- il PNRR nei 18miliardi destinati all'energia rinnovabile, idrogeno e mobilita'sostenibile, non viene contemplata la geotermia a bassa entalpiae il mini idroelettrico, nonostante siano le nuove frontieredelle energie rinnovabili. Inoltre, dei 15 miliardi previsti perla tutela del territorio e della risorsa idrica, appena 3,61miliardi sono riservati agli interventi sul dissestoidrogeologico, di cui 3,36 miliardi sono risorse gia' stanziatenel 2019 con il 'Piano nazionale per la mitigazione del rischioidrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsaambientale' e soltanto 250 milioni sono nuove risorse, dunque unanullita' se si pensa alle oltre 620.000 frane censite dall'IFFInel territorio italiano, per un costo stimato di oltre 65 Mld. Eancora, nei 7 miliardi previsti per impresa verde ed economiacircolare, sembrerebbe non essere previsto alcun stanziamento perla riqualificazione e bonifica ambientale attraverso ilrisanamento ed il recupero delle aree inquinate checonsentirebbero di ripensare il territorio in modo resiliente,orientando cosi' le scelte urbanistiche verso il riuso, larigenerazione del costruito e riducendo il consumo di suolo". Un'altra criticita' rinvenuta nel PNRR "e' la completa assenzadi fondi destinati alla salvaguardia delle aree protette, come i

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parchi, i geoparchi e i geositi- proseguono- che svolgono nonsolo un ruolo fondamentale per la tutela della biodiversita' edello sviluppo sostenibile, ma servono anche a completare lafiliera del turismo naturalistico in un Paese universalmenteapprezzato per le sue bellezze naturali, beni infungibili delloStato Italiano".(SEGUE) (Com/Ran/Dire)15:27 10-02-21NNNN

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7AMB, 10/02/2021 RECOVERY. GEOLOGI: NON PERDERE OCCASIONE PER FONDI DISSESTOIDROGEOLOGICO -2- DIR2103 3 POL 0 RR1 N/AMB / DIR /TXT RECOVERY. GEOLOGI: NON PERDERE OCCASIONE PER FONDI DISSESTOIDROGEOLOGICO -2-(DIRE) Roma, 10 feb. - "Si ritiene, dunque, importante laprevisione di risorse da mettere a disposizione, anche attraversola formula degli incentivi fiscali, per i privati che intendonorealizzare opere di manutenzione e di sistemazione del territorioal fine di migliorarne le condizioni di stabilita' e di assetto.Allo stesso tempo- concludono i geologi- nei casi in cui gliinterventi strutturali non risulterebbero efficaci in terminitecnico-economici, occorrera' favorire ed incentivare ledelocalizzazioni e la rigenerazione urbana dei territori arischio". (Com/Ran/Dire)15:27 10-02-21NNNN

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9DIRE, 10/02/2021 RECOVERY. GEOLOGI: NON PERDERE OCCASIONE PER FONDI DISSESTOIDROGEOLOGICO -2- DIR2101 3 POL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT RECOVERY. GEOLOGI: NON PERDERE OCCASIONE PER FONDI DISSESTOIDROGEOLOGICO -2-(DIRE) Roma, 10 feb. - "Si ritiene, dunque, importante laprevisione di risorse da mettere a disposizione, anche attraversola formula degli incentivi fiscali, per i privati che intendonorealizzare opere di manutenzione e di sistemazione del territorioal fine di migliorarne le condizioni di stabilita' e di assetto.Allo stesso tempo- concludono i geologi- nei casi in cui gliinterventi strutturali non risulterebbero efficaci in terminitecnico-economici, occorrera' favorire ed incentivare ledelocalizzazioni e la rigenerazione urbana dei territori arischio". (Com/Ran/Dire)15:27 10-02-21NNNN

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10ADNK, 10/02/2021 RECOVERY: GEOLOGI, IN PNRR RISORSE SCARSE PER PREVENZIONEDISSESTO = ADN1144 7 ECO 0 ADN EAM NAZ RECOVERY: GEOLOGI, IN PNRR RISORSE SCARSE PER PREVENZIONE DISSESTO = 'Il Paese non si può svegliare solo dopo le tragedie' Roma, 10 feb. (Adnkronos) - "I temi del dissesto idrogeologico e delmonitoraggio del territorio necessitano di investimenti che consentanouna pianificazione di ampio respiro. Nell'ultima versione del PianoNazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) vengono invece previstisoltanto interventi orientati all'immediato e alle situazioni diemergenza. Non sono infatti previste adeguate risorse finanziarie pergli interventi cosiddetti non strutturali orientati ad aggiornare emettere a sistema le conoscenze, presidiare, monitorare e manutenerein modo efficace il territorio". Così in una nota il ConsiglioNazionale dei Geologi. "Entrando nel dettaglio - proseguono i Geologi - il Pnrr nei 18miliardi destinati all'energia rinnovabile, idrogeno e mobilitàsostenibile, non viene contemplata la geotermia a bassa entalpia e ilmini idroelettrico, nonostante siano le nuove frontiere delle energierinnovabili. Inoltre, dei 15 miliardi previsti per la tutela delterritorio e della risorsa idrica, appena 3,61 miliardi sono riservatiagli interventi sul dissesto idrogeologico, di cui 3,36 mld sonorisorse già stanziate nel 2019 con il 'Piano nazionale per lamitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e la tutela dellarisorsa ambientale' e soltanto 250 milioni sono nuove risorse, dunqueuna nullità se si pensa alle oltre 620mila frane censite dall'Iffi nelterritorio italiano, per un costo stimato di oltre 65 mld". (segue) (Rof/Adnkronos)ISSN 2465 - 122210-FEB-21 15:31NNNN

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11ADNK, 10/02/2021 RECOVERY: GEOLOGI, IN PNRR RISORSE SCARSE PER PREVENZIONEDISSESTO (2) = ADN1145 7 ECO 0 ADN EAM NAZ RECOVERY: GEOLOGI, IN PNRR RISORSE SCARSE PER PREVENZIONE DISSESTO (2)= (Adnkronos) - "E ancora, nei 7 miliardi previsti per impresa verde edeconomia circolare, sembrerebbe non essere previsto alcunostanziamento per la riqualificazione e bonifica ambientale attraversoil risanamento ed il recupero delle aree inquinate che consentirebberodi ripensare il territorio in modo resiliente, orientando così lescelte urbanistiche verso il riuso, la rigenerazione del costruito eriducendo il consumo di suolo - continuano - Un'altra criticitàrinvenuta nel Pnrr è la completa assenza di fondi destinati allasalvaguardia delle aree protette, come i parchi, i geoparchi e igeositi, che svolgono non solo un ruolo fondamentale per la tuteladella biodiversità e dello sviluppo sostenibile, ma servono anche acompletare la filiera del turismo naturalistico in un Paeseuniversalmente apprezzato per le sue bellezze naturali, beniinfungibili dello Stato Italiano". "Si ritiene, dunque, importante la previsione di risorse da mettere adisposizione, anche attraverso la formula degli incentivi fiscali, peri privati che intendono realizzare opere di manutenzione e disistemazione del territorio al fine di migliorarne le condizioni distabilità e di assetto. Allo stesso tempo - concludono - nei casi incui gli interventi strutturali non risulterebbero efficaci in terminitecnico-economici, occorrerà favorire ed incentivare ledelocalizzazioni e la rigenerazione urbana dei territori a rischio". (Rof/Adnkronos)ISSN 2465 - 122210-FEB-21 15:31NNNN

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16TMN, 10/02/2021 Geologi: poche risorse Recovery su dissesto, non perdere occasione Geologi: poche risorse Recovery su dissesto, non perdere occasione Bisogna puntare sullaprevenzioneRoma, 10 feb. (askanews) - "I temi del dissesto idrogeologico edel monitoraggio del territorio necessitano di investimenti checonsentano una pianificazione di ampio respiro. Nell'ultimaversione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr)vengono invece previsti soltanto interventi orientatiall'immediato e alle situazioni di emergenza. Non sono infattipreviste adeguate risorse finanziarie per gli interventicosiddetti non strutturali orientati ad aggiornare e mettere asistema le conoscenze, presidiare, monitorare e manutenere inmodo efficace il territorio". E' quanto afferma il ConsiglioNazionale dei Geologi. "Entrando nel dettaglio - proseguono i Geologi - il Pnrr nei 18miliardi destinati all'energia rinnovabile, idrogeno e mobilitàsostenibile, non viene contemplata la geotermia a bassa entalpiae il mini idroelettrico, nonostante siano le nuove frontieredelle energie rinnovabili. Inoltre, dei 15 miliardi previsti perla tutela del territorio e della risorsa idrica, appena 3,61miliardi sono riservati agli interventi sul dissestoidrogeologico, di cui 3,36 miliardi sono risorse già stanziatenel 2019 con il 'Piano nazionale per la mitigazione del rischioidrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsaambientale' e soltanto 250 milioni sono nuove risorse, dunque unanullità se si pensa alle oltre 620.000 frane censite dall'IFFInel territorio italiano, per un costo stimato di oltre 65miliardi. E ancora, nei 7 miliardi previsti per impresa verde edeconomia circolare, sembrerebbe non essere previsto alcunstanziamento per la riqualificazione e bonifica ambientaleattraverso il risanamento ed il recupero delle aree inquinate checonsentirebbero di ripensare il territorio in modo resiliente,orientando così le scelte urbanistiche verso il riuso, larigenerazione del costruito e riducendo il consumo di suolo.Un'altra criticità rinvenuta nel Pnrr è la completa assenza difondi destinati alla salvaguardia delle aree protette, come iparchi, i geoparchi e i geositi, che svolgono non solo un ruolofondamentale per la tutela della biodiversità e dello sviluppo

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sostenibile, ma servono anche a completare la filiera del turismonaturalistico in un Paese universalmente apprezzato per le suebellezze naturali, beni infungibili dello Stato Italiano". "Si ritiene, dunque, importante la previsione di risorse damettere a disposizione, anche attraverso la formula degliincentivi fiscali, per i privati che intendono realizzare operedi manutenzione e di sistemazione del territorio al fine dimigliorarne le condizioni di stabilità e di assetto. Allo stessotempo - concludono i geologi - nei casi in cui gli interventistrutturali non risulterebbero efficaci in terminitecnico-economici, occorrerà favorire ed incentivare ledelocalizzazioni e la rigenerazione urbana dei territori arischio".Cos 20210210T160712Z

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17PCMSP, 10/02/2021 Recovery: geologi,sul dissesto nessun intervento strutturale (ANSA) - ROMA, 10 FEB - "I temi del dissesto idrogeologico edel monitoraggio del territorio necessitano di investimenti checonsentano una pianificazione di ampio respiro. Nell'ultimaversione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)vengono invece previsti soltanto interventi orientatiall'immediato e alle situazioni di emergenza. Non sono infattipreviste adeguate risorse finanziarie per gli interventicosiddetti non strutturali orientati ad aggiornare e mettere asistema le conoscenze, presidiare, monitorare e manutenere inmodo efficace il territorio". E' il monito lanciato, in unanota, dal Consiglio Nazionale dei Geologi. "Dei 15 miliardi previsti per la tutela del territorio edella risorsa idrica - scrivono i geologi -, appena 3,61miliardi sono riservati agli interventi sul dissestoidrogeologico, di cui 3,36 Mld sono risorse già stanziate nel2019 con il 'Piano nazionale per la mitigazione del rischioidrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsaambientale' e soltanto 250 milioni sono nuove risorse, dunqueuna nullità se si pensa alle oltre 620.000 frane censitedall'IFFI nel territorio italiano, per un costo stimato di oltre65 Mld". "Nei 7 miliardi previsti per impresa verde ed economiacircolare - aggiungono i geologi -, sembrerebbe non essereprevisto alcun stanziamento per la riqualificazione e bonificaambientale attraverso il risanamento ed il recupero delle areeinquinate. Un'altra criticità rinvenuta nel PNRR è la completaassenza di fondi destinati alla salvaguardia delle areeprotette". (ANSA). SEC 2021-02-10 17:13 S04 QBKW ECO

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1802, 10/02/2021 Recovery: geologi,sul dissesto nessun intervento strutturale (ANSA) - ROMA, 10 FEB - "I temi del dissesto idrogeologico edel monitoraggio del territorio necessitano di investimenti checonsentano una pianificazione di ampio respiro. Nell'ultimaversione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)vengono invece previsti soltanto interventi orientatiall'immediato e alle situazioni di emergenza. Non sono infattipreviste adeguate risorse finanziarie per gli interventicosiddetti non strutturali orientati ad aggiornare e mettere asistema le conoscenze, presidiare, monitorare e manutenere inmodo efficace il territorio". E' il monito lanciato, in unanota, dal Consiglio Nazionale dei Geologi. "Dei 15 miliardi previsti per la tutela del territorio edella risorsa idrica - scrivono i geologi -, appena 3,61miliardi sono riservati agli interventi sul dissestoidrogeologico, di cui 3,36 Mld sono risorse già stanziate nel2019 con il 'Piano nazionale per la mitigazione del rischioidrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsaambientale' e soltanto 250 milioni sono nuove risorse, dunqueuna nullità se si pensa alle oltre 620.000 frane censitedall'IFFI nel territorio italiano, per un costo stimato di oltre65 Mld". "Nei 7 miliardi previsti per impresa verde ed economiacircolare - aggiungono i geologi -, sembrerebbe non essereprevisto alcun stanziamento per la riqualificazione e bonificaambientale attraverso il risanamento ed il recupero delle areeinquinate. Un'altra criticità rinvenuta nel PNRR è la completaassenza di fondi destinati alla salvaguardia delle areeprotette". (ANSA). SEC 2021-02-10 17:13 S0A QBXB ECO

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Recovery, allarme geologi su dissesto idrogeologico:«Risorse scarse. Serve prevenzione»

ilmessaggero.it/italia/recovery_fund_geologi_dissesto_fondi_scarsi_prevenzione_news_oggi-5758218.html

È allarme dai geologi per il dissesto idrogeologico: in una nota diffusa dal ConsiglioNazionale dei Geologi, gli esperti hanno avvertito il governo a proposito dei fondi stanziatidal Recovery plan per la prevenzione. Secondo i geologi le risorse messe a disposizione sono

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scarse: un elemento che espone alle conseguenze, anche gravi, di possibili fenomeninaturali: «Il Paese non si può svegliare solo dopo le tragedie, bisogna puntare sullaprevenzione», si legge.

APPROFONDIMENTI

Castel Gandolfo, lavori di consolidamento al parcheggio: piovono pietre su una piazza

E ancora: «I temi del dissesto idrogeologico e del monitoraggio del territorio necessitano diinvestimenti che consentano una pianificazione di ampio respiro. Nell’ultima versione delPiano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) vengono invece previsti soltanto interventiorientati all’immediato e alle situazioni di emergenza. Non sono infatti previste - proseguonogli esperti - adeguate risorse finanziarie per gli interventi cosiddetti non strutturali orientatiad aggiornare e mettere a sistema le conoscenze, presidiare, monitorare e manutenere inmodo efficace il territorio», è il monito lanciato dai geologi.

PoteriperRo

ma Capitale, arriva la spinta del Quirinale. Raggi: ora più risorse

I fondi

Il comunicato del Consiglio Nazionale dei Geologi parla anche di energia rinnovabile e dimobilità sostenibile: «Entrando nel dettaglio - proseguono gli esperti - il Pnrr nei 18 miliardidestinati all’energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile, non viene contemplata lageotermia a bassa entalpia e il mini idroelettrico, nonostante siano le nuove frontiere delleenergie rinnovabili. Inoltre, dei 15 miliardi previsti per la tutela del territorio e della risorsaidrica, appena 3,61 miliardi sono riservati agli interventi sul dissesto idrogeologico, di cui

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3,36 Mld sono risorse già stanziate nel 2019 con il Piano nazionale per la mitigazione delrischio idrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale’ e soltanto 250 milionisono nuove risorse, dunque una nullità se si pensa alle oltre 620.000 frane censite dall’Iffi[Inventario dei fenomeni franosi in Italia] nel territorio italiano, per un costo stimato di oltre65 Miliardi», si legge.

Recovery, Confagricoltura:

La riqualificazione

Poi gli esperti hanno parlato anche dei fondi stanziati per le bonifiche e la riqualificazione diaree protette: «Nei 7 miliardi previsti per impresa verde ed economia circolare, sembrerebbenon essere previsto alcun stanziamento per la riqualificazione e bonifica ambientaleattraverso il risanamento ed il recupero delle aree inquinate che consentirebbero di ripensareil territorio in modo resiliente, orientando così le scelte urbanistiche verso il riuso, larigenerazione del costruito e riducendo il consumo di suolo. Un’altra criticità rinvenuta nelPnrr è la completa assenza di fondi destinati alla salvaguardia delle aree protette, come iparchi, i geoparchi e i geositi, che svolgono non solo un ruolo fondamentale per la tutela dellabiodiversità e dello sviluppo sostenibile, ma servono anche a completare la filiera del turismonaturalistico in un Paese universalmente apprezzato per le sue bellezze naturali, beniinfungibili dello Stato Italiano».

Dissesto idrogeologico risanate strade di montagna

Infine, dichiarano i geologi, «si ritiene, dunque, importante la previsione di risorse damettere a disposizione, anche attraverso la formula degli incentivi fiscali, per i privati cheintendono realizzare opere di manutenzione e di sistemazione del territorio al fine dimigliorarne le condizioni di stabilità e di assetto. Allo stesso tempo - concludono i geologi -nei casi in cui gli interventi strutturali non risulterebbero efficaci in termini tecnico-economici, occorrerà favorire ed incentivare le delocalizzazioni e la rigenerazione urbana deiterritori a rischio», concludono gli esperti del Consiglio Nazionale dei Geologi.

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10 febbraio 2021

Recovery: geologi,sul dissesto nessun interventostrutturale

ansa.it/canale_ambiente/notizie/istituzioni/2021/02/10/recovery-geologisul-dissesto-nessun-intervento-strutturale_2fc5b9ad-ba21-4a42-9ae8-e524aba2404b.html

"Solo risorse per interventi di emergenza"

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(ANSA) - ROMA, 10 FEB - "I temi del dissesto idrogeologico e del monitoraggio del territorionecessitano di investimenti che consentano una pianificazione di ampio respiro. Nell'ultimaversione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) vengono invece previstisoltanto interventi orientati all'immediato e alle situazioni di emergenza. Non sono infattipreviste adeguate risorse finanziarie per gli interventi cosiddetti non strutturali orientati adaggiornare e mettere a sistema le conoscenze, presidiare, monitorare e manutenere in modoefficace il territorio". E' il monito lanciato, in una nota, dal Consiglio Nazionale dei Geologi.

"Dei 15 miliardi previsti per la tutela del territorio e della risorsa idrica - scrivono i geologi -,appena 3,61 miliardi sono riservati agli interventi sul dissesto idrogeologico, di cui 3,36 Mldsono risorse già stanziate nel 2019 con il 'Piano nazionale per la mitigazione del rischioidrogeologico, il ripristino e la tutela della risorsa ambientale' e soltanto 250 milioni sononuove risorse, dunque una nullità se si pensa alle oltre 620.000 frane censite dall'IFFI nelterritorio italiano, per un costo stimato di oltre 65 Mld".

"Nei 7 miliardi previsti per impresa verde ed economia circolare - aggiungono i geologi -,sembrerebbe non essere previsto alcun stanziamento per la riqualificazione e bonificaambientale attraverso il risanamento ed il recupero delle aree inquinate. Un'altra criticità

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rinvenuta nel PNRR è la completa assenza di fondi destinati alla salvaguardia delle areeprotette". (ANSA).

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Il monito del Consiglio Nazionale dei Geologi: «Paesenon si può svegliare dopo le tragedie, puntare sullaprevenzione»

leggo.it/italia/cronache/il_monito_consiglio_nazionale_geologi_paese_non_si_puo_svegliare_dopo_le_tragedie_puntare_sulla_prevenzione-5758124.html

Il Consiglio Nazionale dei Geologi lancia l’allarme: “Il Paese non si può svegliare solodopo le tragedie, bisogna puntare sulla prevenzione”. La prevenzione del dissestoidrogeologico e del monitoraggio del territorio hanno bisogno di grandi investimenti e lerisorse a disposizione non sono insufficienti.

Leggi anche > Meteo, Burian in arrivo sull'Italia: neve a Roma e a Napoli

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In una nota il Consiglio Nazionale dei Geologi sottolinea l’importanza dellaprogrammazione sul tema del dissesto idrogeologico e del monitoraggio del territorio:“Nell’ultima versione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) vengono inveceprevisti soltanto interventi orientati all’immediato e alle situazioni di emergenza – si leggenella nota -  Non sono infatti previste adeguate risorse finanziarie per gli interventi cosiddettinon strutturali orientati ad aggiornare e mettere a sistema le conoscenze, presidiare,monitorare e manutenere in modo efficace il territorio”.

Nella nota il Consiglio Nazionale dei Geologi scende nei dettagli: “Il Piano Nazionale diRipresa e Resilienza (PNRR) nei 18 miliardi destinati all’energia rinnovabile, idrogeno emobilità sostenibile, non viene contemplata la geotermia a bassa entalpia e il miniidroelettrico, nonostante siano le nuove frontiere delle energie rinnovabili. Inoltre, dei 15miliardi previsti per la tutela del territorio e della risorsa idrica, appena 3,61 miliardi sonoriservati agli interventi sul dissesto idrogeologico, di cui 3,36 Mld sono risorse già stanziatenel 2019 con il ‘Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, il ripristino e latutela della risorsa ambientale’ e soltanto 250 milioni sono nuove risorse, dunque una nullitàse si pensa alle oltre 620.000 frane censite dall’IFFI nel territorio italiano, per un costostimato di oltre 65 Mld. E ancora, nei 7 miliardi previsti per impresa verde ed economiacircolare, sembrerebbe non essere previsto alcun stanziamento per la riqualificazione ebonifica ambientale attraverso il risanamento ed il recupero delle aree inquinate checonsentirebbero di ripensare il territorio in modo resiliente, orientando così le scelteurbanistiche verso il riuso, la rigenerazione del costruito e riducendo il consumo di suolo.Un’altra criticità rinvenuta nel PNRR è la completa assenza di fondi destinati allasalvaguardia delle aree protette, come i parchi, i geoparchi e i geositi, che svolgono non solo

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un ruolo fondamentale per la tutela della biodiversità e dello sviluppo sostenibile, maservono anche a completare la filiera del turismo naturalistico in un Paese universalmenteapprezzato per le sue bellezze naturali, beni infungibili dello Stato Italiano”.

Esistono comunque delle soluzioni: “Si ritiene, dunque, importante la previsione di risorseda mettere a disposizione, anche attraverso la formula degli incentivi fiscali, per i privati cheintendono realizzare opere di manutenzione e di sistemazione del territorio al fine dimigliorarne le condizioni di stabilità e di assetto. Allo stesso tempo  nei casi in cui gliinterventi strutturali non risulterebbero efficaci in termini tecnico-economici, occorreràfavorire ed incentivare le delocalizzazioni e la rigenerazione urbana dei territori a rischio”.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 10 Febbraio 2021, 16:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Recovery, il monito dei geologi: "Più risorse. Puntaresulla prevenzione"

affaritaliani.it/economia/recovery-geologi-per-prevenzione-dissesto-risorse-scarse-722152.html

“I temi del dissesto idrogeologico e del monitoraggio del territorio necessitano diinvestimenti che consentano una pianificazione di ampio respiro. Nell’ultima versione delPiano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) vengono invece previsti soltanto interventiorientati all’immediato e alle situazioni di emergenza. Non sono infatti previste adeguaterisorse finanziarie per gli interventi cosiddetti non strutturali orientati ad aggiornare emettere a sistema le conoscenze, presidiare, monitorare e manutenere in modo efficace ilterritorio”. E' il monito lanciato dal Consiglio Nazionale dei Geologi in una nota.

“Entrando nel dettaglio – proseguono i Geologi - il PNRR nei 18 miliardi destinati all’energiarinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile, non viene contemplata la geotermia a bassaentalpia e il mini idroelettrico, nonostante siano le nuove frontiere delle energie rinnovabili.Inoltre, dei 15 miliardi previsti per la tutela del territorio e della risorsa idrica, appena 3,61miliardi sono riservati agli interventi sul dissesto idrogeologico, di cui 3,36 Mld sono risorsegià stanziate nel 2019 con il ‘Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico, ilripristino e la tutela della risorsa ambientale’ e soltanto 250 milioni sono nuove risorse,

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dunque una nullità se si pensa alle oltre 620.000 frane censite dall’IFFI nel territorioitaliano, per un costo stimato di oltre 65 Mld. E ancora, nei 7 miliardi previsti per impresaverde ed economia circolare, sembrerebbe non essere previsto alcun stanziamento per lariqualificazione e bonifica ambientale attraverso il risanamento ed il recupero delle areeinquinate che consentirebbero di ripensare il territorio in modo resiliente, orientando così lescelte urbanistiche verso il riuso, la rigenerazione del costruito e riducendo il consumo disuolo. Un’altra criticità rinvenuta nel PNRR è la completa assenza di fondi destinati allasalvaguardia delle aree protette, come i parchi, i geoparchi e i geositi, che svolgono non soloun ruolo fondamentale per la tutela della biodiversità e dello sviluppo sostenibile, maservono anche a completare la filiera del turismo naturalistico in un Paese universalmenteapprezzato per le sue bellezze naturali, beni infungibili dello Stato Italiano”.

“Si ritiene, dunque, importante la previsione di risorse da mettere a disposizione, ancheattraverso la formula degli incentivi fiscali, per i privati che intendono realizzare opere dimanutenzione e di sistemazione del territorio al fine di migliorarne le condizioni di stabilità edi assetto. Allo stesso tempo -concludono i geologi - nei casi in cui gli interventi strutturalinon risulterebbero efficaci in termini tecnico-economici, occorrerà favorire ed incentivare ledelocalizzazioni e la rigenerazione urbana dei territori a rischio”.

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FOGGIA BARLETTA ANDRIA TRANI

BISCEGLIE EVENTO

La Giornatamondialedella Radio

BISCEGLIE. Torna l'appun-tamento annuale con la GiornataMondiale della Radio (WRD 2021),promossa dall'Unesco con una se-rie di iniziative che celebranol'umanità in tutta la sua diversitàproprio attraverso il mezzo ra-diofonico. Venerdì 12 febbraiodalle ore 12.00 alle 13.00, nella de-cima edizione dell'evento istitui-to nel 2012 dall'assemblea gene-rale delle Nazioni Unite, il Clubper l'Unesco di Bisceglie, in stret-ta sinergia con Radio Centro, rea-lizza una trasmissione in diretta(FM 93.1, in streaming audio/vi-deo sul sito resbisceglie.it e sullapaginafb della radio) condotta daigiornalisti Pino Di Bitetto e MinoDell'Orco. Questa edizione delWrd è suddivisa in tre temi prin-cipali: evoluzione, innovazione,connessione. Sarà dibattuto ilruolo della radio in questo annoparticolare e drammaticamenteinedito, il modo in cui è cambiatala radio e la propria platea diascoltatori. Tra gli interventi pre-visti spicca quello di SalvatoreValletta, presidente dell'Ordinedei Geologi della Puglia, il qualesi soffermerà sugli interventi del-la propria categoria.

«Accuse indecentisui decessi Covid»

Celebrato il .Giorno del ricordo.

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34 Giovedì 11 Febbraio 2021 I M P O S T E E TA S S ERisposte a interpello delle Entrate. Sconto in fattura, si può fare riferimento all’emissione

Residenti esteri col superbonusL’assenza di redditi in Italia non sbarra la via al 110%

DI FABRIZIO G. POGGIANI

Per determinare il mo-mento di sostenimen-to delle spese, relative agli interventi che frui-

scono della detrazione maggio-rata del 110%, in presenza di sconto in fattura, si può fare riferimento, in luogo della data dell’effettivo pagamento, alla data di emissione della fattura da parte del fornitore. Il residente all’estero, inoltre, può beneficiare del 110%, an-che in assenza di redditi im-ponibili sul territorio, in caso di acquisto di una unità abi-tativa antisismica. Queste le ulteriori indicazioni fornite dall’Agenzia delle entrate in due recenti risposte (n. 90 e 91) ad altrettante istanze diinterpello, aventi ad oggettola detrazione maggiorata del110%, di cui agli articoli 119 e 121 del dl 34/2020, convertitonella legge 77/2020.

Superbonus. La prima risposta (n. 90) interviene su una serie di situazioni inerenti la detrazione del 110%, di cui l’istante chiede delucidazioni, rappresentando la volontà di eseguire determinati interven-ti edilizi su un fabbricato for-

mato da quattro unità immo-biliari a destinazione abitativa («A/2») e quattro locali adibiti a locale di sgombero («C/2»), nonché su tre pertinenze co-stituite da due locali destinati a deposito («C/2», di cui uno censibile) e un’autorimessa («C/6»). Le dette unità immo-biliari sono dotate di impianto di riscaldamento autonomo e l’intervento prevede la tota-le demolizione del fabbricato principale e la successiva rico-struzione dello stessa in area di sedime diversa, con sagoma differente ma con volumi pari alla sommatoria dei volumi dell’attuale edifi cio e delle per-tinenze, anch’esse da demolire, con inevitabile miglioramento della classe energetica.Sulla base della documentazione fornita e dopo aver analizzato le disposizioni di riferimento, l’Agenzia risponde a tutte le ri-chieste di delucidazione ricor-dando, inizialmente, che ai fi ni della fruizione del 110%, di cui al citato art. 119 del dl 34/2020, nell’ambito di interventi di de-molizione e ricostruzione di un fabbricato, la detrazione spetta soltanto se l’intervento rientra nella ristrutturazione edilizia di cui alla lettera d), comma

1 dell’art. 3 del dpr 380/2001, tenendo conto che la quali-ficazione delle opere edilizie spetta al comune o altro ente territoriale competente, in sede di rilascio del titolo ammini-strativo che autorizza i lavori. Con particolare riferimento al calcolo del limite di spesa am-missibile rileva il numero delle unità immobiliari esistenti pri-ma dell’inizio dei lavori (circ. 24/E/2020), non essendo age-volati gli interventi di nuova costruzione, esclusa l’ipotesi di installazione degli impianti fotovoltaici, di cui al comma 5 del medesimo art. 119.

Peraltro, in ordine all’ambi-to applicativo del superbonus, l’Agenzia precisa ulteriormen-te che qualora gli interventi edilizi comportino l’accorpa-mento di più unità abitative o la suddivisione in più immobili di un’unica unità, la situazio-ne da valorizzare è sempre quella esistente all’inizio dei lavori e non quella risultante dopo gli interventi agevolati (circ. 30/E/2020)Per determi-nare l’ammontare massimo di spesa agevolabile rilevano anche le pertinenze, comprese quelle non servite dall’impian-to termico, restando escluse

le pertinenze collocate in un edifi cio diverso da quello og-getto degli interventi e la de-trazione risulta fruibile anche per gli altri eventuali costi, strettamente collegati alla realizzazione degli interventi agevolabili, sempre nel rispet-to delle soglie di spesa previste, mentre l’esecuzione sulle parti comuni condominiali di alme-no un intervento «trainante» di riqualifi cazione energetica, consente a ciascun condòmi-no di fruire della detrazione maggiorata del 110% per gli interventi «trainati» sulla singola unità immobiliare, da eseguire congiuntamente a quelli «trainanti», nel rispetto, però, del limite di due unità immobiliari, di cui al comma 10 dell’art. 119. L’Agenzia, ai fini dell’individuazione del periodo d’imposta in cui im-putare le spese, ribadendo che per le persone fi siche rileva il «criterio di cassa» ovvero la data dell’effettivo pagamen-to, precisa che in presenza di sconto in fattura, si può fare riferimento, in luogo della data dell’effettivo pagamento, alla data di emissione della fattura da parte del fornitore.

Acquisto casa antisismi-

ca. Con la successiva risposta (n. 91), l’Agenzia precisa che possono benefi ciare delle de-trazioni per gli interventi edi-lizi i contribuenti, residenti o non residenti, che possiedono o detengono, sulla base di un ti-tolo idoneo, gli immobili ogget-to degli interventi agevolati, a condizione che ne sostengano le relative spese, conferman-do però che il benefi cio fi scale indicato non spetta ai soggetti che non possiedono redditi im-ponibili (circ. 24/E/2020 § 1.2).Nel caso in cui, però, il sogget-to residente all’estero, che non possiede altri redditi in Italia, intenda acquistare un’unità immobiliare con i requisiti per poter benefi ciare del sisma bonus acquisti, di cui al com-ma 1-septies dell’art. 16 del dl 63/2013, le detrazioni anche maggiorate, come quelle del 110%, spettano in quanto detto soggetto sarà in futuro titolare di reddito fondiario.

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INTERVENTI REALIZZATI DA GENITORI USUFRUTTUARI QuesitoUn edificio è composto da tre unità immobiliari concesse in usufrutto a due genitori. Su due unità abitative un genitore ha intenzione di realizzare in-terventi oggetto di agevolazio-ne da Superbonus e, allo stesso modo, l’altro sulla terza unità immobiliare.In caso di realizzazione del c.d. cappotto termico, è possibile effettuare ulteriori interventi quali la sostituzione infissi, la sostituzione dell’impianto ter-mico riscaldamento/raffresca-mento esistente costituito da una caldaia e una pompa di ca-lore multisplit? Inoltre, le porte interne rien-trano nell’alveo dei lavori trai-nati?

G.R.Risposta

Di seguito le dovute precisazioni ai fi ni della corretta interpretazione ed applicazione della disciplina in esame:

1. L’art. 119, comma 9, dl Rilancio, prevede che le detrazioni previste per gli interventi oggetto di agevolazio-ne possono essere utilizzate anche con riferimento ai lavori su edifi ci composti da due a quattro unità im-mobiliari distintamente accatastate, anche se posseduti da un unico pro-prietario o in comproprietà da più persone fi siche.

2. Sulla base della circostanza dicui al punto precedente, il benefi cio

compete a ciascun soggetto che sostie-ne la spesa relativa agli interventi che accedono al Superbonus, con il limite, posto dal successivo comma 10, del medesimo art. 119, dl Rilan-cio rispetto alle persone fi siche, di massimo due unità immobiliari.

3. Il Superbonus spetta con ri-ferimento alle spese sostenute per specifi ci interventi fi nalizzati alla riqualifi cazione energetica e alla adozione di misu-re antisismiche degli edifici (c.d. «inter-venti trainanti») nonché a ulteriori interventi (c.d. «interventi trai-nati»), realizzati congiuntamente ai primi, laddove tale specifi ca con-dizione si verifica qualora le spese per gli interventi trai- nati siano sostenute nel periodo di vigenza dell’agevolazione e nell’intervallo di tempo tra la data di inizio e la data di fi ne dei lavori per la realizzazione degli interventi trainanti.

4. Il c.d. cappotto termico, costitu-isce un intervento trainante e sullo stesso, in presenza dei requisiti ex lege richiesti, nonché degli adempi-menti specifi camente previsti, sarà applicato il Superbonus.

5. Il Superbonus potrà altresì ap-plicarsi anche alla sostituzione degli infi ssi in qualità di intervento trai-nato, a condizione che quest’ultimo sia effettuato congiuntamente all’in-tervento trainante, nei termini sopra

rappresentati.6. Come precisato dalla circolare

n. 30/E/2020, la sostituzione di unimpianto composto da una caldaiae pompe di calore multisplit, che ri-spetti le condizioni racchiuse nell’ar-ticolo 2, comma 1, lett. l-tricies deldlgs 192 del 2005 costituisce anch’es-so intervento trainante e per questoammesso al Superbonus.

7. Da ultimo, la sostitu-zione delle porte interne

non ricade nell’ambito applicativo dell’age-

volazione.

DEMOLIZIONE, RICOSTRUZIO-NE E «CRE-AZIONE» DI CONDOMINIO

QuesitoSi richiede di sa-pere se sia corret-

to, al fine di usufruire del Super-bonus 110 sulle spese sostenute per demolizione e ricostruzione di un edificio, di unica proprie-tà del sottoscritto, composto da 5 appartamenti, un negozio ed una pertinenza (sottotetto), pro-cedere in via preliminare con la costituzione di un condominio, previa intestazione di 2 dei 5 appartamenti a mia moglie ed un appartamento a una di due figlie.

V. R.Risposta

La circolare ministeriale n. 30/E/2020 sul punto ha precisato che qualora il proprietario di un inte-

ro edifi cio, composto da più unità im-mobiliari distintamente accatastate, doni al figlio (ovvero alla moglie) una o più delle unità abitative prima dell’inizio dei lavori, si costituisce un condominio e, di conseguenza, è pos-sibile accedere al Superbonus.

La medesima circolare precisa al-tresì che nel caso in cui si pone in essere un intervento di demolizione e di ricostruzione agevolabile sia ai fi ni dell’ecobonus che del sismabo-nus, per il calcolo del limite di spesa ammissibile al Superbonus si con-sidera il numero delle unità immo-biliari esistenti prima dell’inizio dei lavori.

Occorre altresì precisare che, essen-do presente, nell’ambito dell’edifi cio una unità immobiliare non destina-ta ad abitazione, come evidenziato dall’Agenzia delle entrate nella circo-lare 24/E/2020, le unità immobilia-ri che, nell’ambito di un condominio, non sono a destinazione residenziale, possono fruire del Superbonus esclu-sivamente in relazione alle spese so-stenute per gli interventi, trainanti e trainati, eseguiti sulle parti comuni di condomìni a condizione, in ogni caso, che la superfi cie complessiva delle unità immobiliari destinate a residenza nell’edifi co sia superiore al 50%.

risposte a cura di Loconte&Partners

© Riproduzione riservata

IL MIO 110% RISPONDE

Ok all’agevolazione se si costituisce un condominio

I quesiti possono essere indirizzati a [email protected]

Le risposte sul sito www.italiaoggi.it/documenti-italia-oggi

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Prevenzione incendi: tutti i dossier sul tavolo del Comitatotecnico di prossima nominadi Mariagrazia Barletta

Progettazione 10 Febbraio 2021

Ad approvare le designazioni il prossimo ministro dell'Interno. Nel cantiere normativo aperto i testi tecnici su: sicurezzadelle facciate, crowd management, stazioni ferroviarie e nuove regole per locali di intrattenimento e pubblico spettacolo

Sicurezza delle facciate, crowd management, una regola ad hoc per le stazioni ferroviarie e nuove disposizioni per i locali di

intrattenimento e di pubblico spettacolo. Sono alcuni dei temi destinati a confluire nell'incessante ed intensa attività di

revisione delle norme antincendio, concentrata su tre linee d'azione: semplificazione amministrativa, consolidamento del

Codice di prevenzione incendi e revisione delle norme sulla sicurezza del lavoro. Il Comitato centrale tecnico scientifico per la

prevenzione incendi (Ccts), non appena ricostituito, troverà sul tavolo, già pronte per l'eventuale approvazione finale, le regole

tecniche sulle chiusure d'ambito e sui locali di intrattenimento e di pubblico spettacolo, che andranno a costituire due nuovi

capitoli del Codice (Dm 3 agosto 2015, modificato dai Dm 12 aprile 2019 e 18 ottobre 2019).

Tocca al ministro dell'Interno del prossimo governo (tramite Dm) ricostituire il nuovo Ccts, il cui triennio di attività è scaduto

con il 2020 (secondo i bene informati le designazioni dei membri sono già pronte, vanno solo ratificate). Una volta rinnovato, il

Comitato si troverà probabilmente ad accelerare per mettere un punto al lavoro dei diversi gruppi incaricati di redigere le

nuove norme. Tra l'altro a luglio scadrà l'incarico dell'attuale capo del Corpo nazionale di Vigili del Fuoco, Fabio Dattilo, con

cui il processo di riforma della normativa antincendio ha ricevuto una spinta decisa verso l'implementazione ed il graduale

passaggio all'obbligatorietà del Codice.

Sicurezza di facciate e coperture

In un momento in cui la sicurezza delle chiusure verticali incrocia la maxi-detrazione del superbonus al 110%, arriva ad un

passo dal traguardo dell'approvazione la nuova norma sulle chiusure d'ambito degli edifici civili, condomini compresi, che,

stando alle ultime bozze, si applicherà anche per altezze inferiori ai 12 metri. Lo schema di Rtv (Regola tecnica verticale) era

stato presentato in Ccts lo scorso 1° luglio, in seguito è stato emendato attraverso il consuetudinario lavoro svolto dai membri

del Comitato centrale che, va ricordato, è un organo tecnico-consultivo e propositivo istituito nell'ambito del Dipartimento dei

Vigili del Fuoco, che concorre all'elaborazione delle norme tecniche antincendio, esprimendo un parere preliminare sulle

relative bozze. Lo schema di Rtv affronta anche la sicurezza antincendio delle coperture. Vale sempre il triplice e noto

obiettivo: limitare la probabilità di propagazione di un incendio di origine interna attraverso le chiusure (facciate e coperture),

scongiurare la possibilità che un incendio esterno possa coinvolgere l'edificio per mezzo delle chiusure ed infine evitare che

parti della facciata incendiandosi possano compromettere l'esodo e l'operatività delle squadre di soccorso.

Rtv sui condomini

L'approvazione della nuova Rtv sulle chiusure d'ambito dovrà riportare in vita anche la bozza di norma verticale per gli edifici

di civile abitazione (anch'essa destinata a confluire nel Codice), in quanto l'obiettivo dovrebbe essere quello di pubblicarle

contemporaneamente. La nuova normativa sui condomini (di altezza antincendio superiore a 24 metri) era stata infatti

licenziata dal Ccts lo scorso 11 febbraio, ma non è mai stata notificata a Bruxelles.

Intrattenimento e crowd management

È pronta e in attesa dell'approvazione finale anche la bozza di regola tecnica sulle attività di intrattenimento e di spettacolo, a

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carattere pubblico, che era stata presentata in Ccts lo scorso 30 settembre. Entrerà nel Codice e si applicherà in via facoltativa

(in sostituzione del Dm 19 agosto 1996) alle attività di intrattenimento e spettacolo, a carattere pubblico, svolte al chiuso o

all'aperto. Rientrano nel campo di applicazione della norma: le sale da ballo, le discoteche, i teatri, i cinema, i centri per

congressi, gli auditori, le sale convegno, i teatri di posa per le riprese cinematografiche o televisive con presenza di pubblico, le

sale gioco, le sale bingo, soggetti a controllo. La norma non regola i luoghi all'aperto non delimitati. Per le grandi

manifestazioni, e in seguito ai tragici fatti di piazza San Carlo a Torino verificatisi il 3 giugno 2017, è allo studio un

provvedimento specifico sul crowd management (gestione della folla), un tema molto complesso e delicato che riguarda le

attività di pianificazione e di supervisione dell'assembramento e del movimento ordinato della folla.

Stazioni ferroviarie

Tornerà all'ordine del giorno del Ccts anche la regola tecnica sulle stazioni ferroviarie, esaminata in via preliminare lo scorso

dicembre. Si tratta di un passaggio di non poco conto, perché per la prima volta le stazioni con superficie aperta al pubblico

superiore a 5mila mq avranno una disposizione antincendio specifica. Più nel dettaglio, si tratta di una regola tecnica verticale

del Codice.

Aggiornamento delle norme sui luoghi di lavoro

Dovrebbe compiere un altro passo avanti anche il "pacchetto" dei tre decreti che sostituiranno il Dm 10 marzo 1998. Le nuove

norme sulla gestione della sicurezza, sulla manutenzione degli impianti e sulla sicurezza antincendio dei luoghi di lavoro a

basso rischio dovrebbero essere vicine alla notifica in Commissione europea. È quanto ha annunciato lo scorso 15 dicembre,

Marco Cavriani, ingegnere a capo della Direzione centrale per la prevenzione e la sicurezza tecnica, ad una platea di circa 3mila

ingegneri durante il convegno dedicato al Codice e organizzato dal Cni con l'Inail e i Vigili del Fuoco.

Revisione dell'elenco delle attività «soggette»

Attesi ancora a Bruxelles anche la revisione dell'allegato I al Dpr 151 del 2011 attraverso la quale sarà realizzata un'ulteriore

semplificazione amministrativa e la nuova Rtv che regolerà la 81esima attività soggetta alle procedure di prevenzione incendi,

ossia i siti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti.

Gnl e Rtv sulle strutture sanitarie vicine alla pubblicazione

Sono vicini al traguardo della Gazzetta ufficiale le nuove norme per le strutture sanitarie che entreranno nel Codice come Rtv e

quelle sugli impianti fissi di distribuzione di carburante per autotrazione, alimentati da serbatoi fissi di Gas naturale liquefatto

(Gnl). Per esse il periodo di stand still a Bruxelles è terminato rispettivamente il 18 e 4 gennaio 2021. Sempre in tema di Gnl, è

stata elaborata anche la guida tecnica per l'individuazione di misure di safety per il rifornimento in porto della navi a Gnl.

Anch'essa dovrà essere riesaminata in Ccts.

Rtv sulle autorimesse

Attesa, inoltre, un'ulteriore revisione delle norme sulle autorimesse (Dm 15 maggio 2020). Come anticipato in una recente

circolare dei Vigili del Fuoco, le correzioni riguarderanno le caratteristiche minime delle comunicazioni tra compartimenti ed

anche il livello di prestazione della misura «controllo dell'incendio» limitatamente alle autorimesse di superficie compresa tra

mille e 5mila mq, con piani tra -5 e +12 metri, dove gli occupanti sono in stato di veglia e non hanno familiarità con l'edificio.

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Pa digitale, nel 2020 spesi 6,2 miliardi (+4,3%) in Ict - I dati diAgiddi Daniela Casciola

Amministratori 11 Febbraio 2021

Tutti i comparti evidenziano una netta prevalenza della spesa operativa rispetto a quella in conto capitale

É cresciuta nel 2020 la spesa della Pa in Information and Communication Technologies attestandosi a circa 6,2 miliardi di euro

(+4,3% rispetto all'anno precedente), riferibili complessivamente a tutte le tipologie di amministrazioni (inclusi quindi il settore

sanità ed education). É il dato del report di Agid «La spesa Ict nella Pa italiana 2020».

Nella rilevazione, è stato coinvolto un panel di 73 enti: 24 amministrazioni centrali (ministeri e Presidenza del Consiglio dei

Ministri, Agenzie fiscali, Corte dei conti, Istituto nazionale di statistica, Consiglio nazionale delle ricerche, Inps, Inail, Aci), 21

amministrazioni regionali e Province autonome, 14 Città metropolitane con i rispettivi Comuni capoluogo.

Tutti i comparti evidenziano una netta prevalenza della spesa operativa rispetto a quella in conto capitale, concentrata

soprattutto sulla quota destinata alla manutenzione e ai presidi hardware e software, che si conferma la più consistente per

tutto il periodo di riferimento. Il ricorso ai canali di acquisto centralizzati, generalmente crescente, risulta oramai consolidato

soprattutto nelle amministrazioni centrali.

L'analisi di ben 629 progetti ICT realizzati da amministrazioni centrali e locali mostra come gli investimenti per le

Infrastrutture e le Piattaforme rappresentino i principali ambiti in termini di spesa, rispettivamente con il 41% e il 33%. Segue

la spesa destinata alla realizzazione di Servizi digitali, pari al 19%.

Ulteriore aspetto innovativo e originale è la costruzione – in via sperimentale – di un indice di digitalizzazione (Digital

Innovation Path Index), che ha l'obiettivo di valutare, come sintesi delle risposte fornite nella survey, il grado di Digital

Readiness, ovvero di "preparazione" al digitale delle Pubbliche amministrazioni che hanno partecipato alla rilevazione e,

conseguentemente, il loro avanzamento lungo il percorso di innovazione digitale.

In breve

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Edilizia scolastica, 855 milioni per interventi di sicurezza di solaie controsoffittidi Massimo Frontera

Urbanistica 10 Febbraio 2021

Al via le richieste da parte di Province e città metropolitane a valere sui fondi della legge di bilancio 2020

Per le province e le città metropolitane scatta la corsa all'utilizzo della prima tranche di 855 milioni dei fondi destinati a

interventi di efficientamento energetico e soprattutto ripristino delle condizioni di agibilità e sicurezza compromesse a seguito

di verifiche e sondaggi eseguiti su solai e controsoffitti. I soldi sono quelli stanziati dalla scorsa manovra di Bilancio e

successivamente rimpinguati con il Decreto agosto. Entro «30 giorni dall'emanazione» del decreto gli enti interessati - ai quali

è stata assegnata la rispettiva quota di finanziamento - dovranno presentare i progetti al Miur attraverso un punto di accesso

internet e utilizzando uno specifico applicativo (operazione per la quale il ministero di Viale Trastevere mette a disposizione

anche una guida).

I soldi potranno servire «prioritariamente» per gli interventi già previsti nella precedente programmazione triennale 2018-

2020; «interventi resisi necessari a seguito di verifiche di vulnerabilità sismica già espletate sugli edifici ricadenti nelle zone

sismiche 1 e 2»; «interventi resisi necessari a seguito delle indagini diagnostiche su solai e controsoffitti» e, infine, interventi

«urgenti per garantire l'agibilità delle scuole e il diritto allo studio in ambienti sicuri».

Il provvedimento che è stato pubblicato sulla Gazzetta del 9 febbraio, porta la data del 1 ottobre ma è stato pubblicato solo il 27

gennaio sul sito del Miur prima di arrivare appunto in Gazzetta. Come si diceva, i soldi sono quelli stanziati dalla manovra di

bilancio 2020 e successivamente incrementati con il decreto agosto. Il Dm Miur-Mef pubblicato in Gazzetta rende disponibile

una parte delle somme complessivamente stanziate - sulla base di indicazioni condivise con le Regioni e fissate dal Dpr 7

luglio 2020 - rimandando a successivi provvedimenti il riparto degli altri fondi 2021-2024.

In breve

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Riqualificazione degli edifici pubblici, ancora disponibili 100milioni dalla Beidi Roberta Casapietra

Amministratori 11 Febbraio 2021

Si tratta dello strumento di assistenza tecnica European local energy assistance (Elena) avviato con la Commissione Uenel 2009

Alla Banca europea degli investimenti (Bei) sono ancora disponibili fondi pari a circa 100 milioni per lo strumento di

assistenza tecnica European local energy assistance (Elena) avviato, congiuntamente alla Commissione europea, nel 2009 per

superare le barriere agli investimenti nel settore dell’efficienza energetica di edifici, trasporti ed illuminazione pubblica.

Si tratta di un’iniziativa di stimolo al mercato, concepita per supportare il lavoro a monte degli investimenti ovvero la

definizione di programmi di intervento aggregati di almeno 30 milioni e l’individuazione di soluzioni finanziarie per attuarli.

Il raggruppamento dei progetti permette di contenere i costi di progettazione e transazione e di includere quegli interventi

che, da soli, non sarebbero di interesse per finanziatori e fornitori.

Elena riconosce ai proponenti risorse finanziarie per il personale e i consulenti che devono effettuare, in tre o quattro anni,

una serie di attività: l’analisi dei consumi energetici, la redazione di diagnosi energetiche, la definizione della fattibilità

tecnico-economica, l’elaborazione della contrattualistica e l’esperimento di gare e il project management.

Il budget ammissibile è calcolato in base alla leva rispetto agli investimenti che genera: l’investimento totale deve valere

almeno 10 o 20 volte (a seconda della tipologia di interventi) le spese ammissibili. La leva deve essere mantenuta fino al

completamento degli investimenti, pena la restituzione di parte dei fondi ricevuti.

Sono diversi gli ambiti di intervento supportati da Elena: efficienza energetica di edifici, illuminazione pubblica,

teleriscaldamento, smart grid, la riqualificazione dell’edilizia residenziale, i trasporti urbani e la mobilità, ovvero combustibili

alternativi, mobilità condivisa e logistica sostenibile, sistemi di trasporto intelligente, infrastrutture urbane e mobilità dolce.

In breve

Elena funziona a sportello, quindi in qualsiasi momento dell’anno è possibile contattare la Bei ed inviare una pre-proposta per

una valutazione iniziale del programma.

I beneficiari possono essere enti pubblici o privati. Tra i primi, Stati, regioni ed enti locali e aziende pubbliche, le associazioni,

gli enti pubblico-privati, le banche, che rappresentino direttamente la domanda ovvero i proprietari o i gestori dei beni.

Per candidarsi non è necessario avere un partenariato, però non di rado i proponenti sono capofila per alcuni dei soggetti che

contribuiscono all’investimento. Il caso più frequente è quello delle Province che hanno raccolto intorno alla candidatura un

certo numero di Comuni.

Ad oggi Elena ha finanziato oltre 100 progetti, di cui 12 in Italia. Pochissimi quelli legati al settore degli edifici residenziali. In

considerazione dello stato di obsolescenza del parco immobiliare, che incide drammaticamente sui consumi energetici, e visti i

nuovi obiettivi di riduzione dei gas serra del 55% entro il 2030, la Ue promuove una serie di azioni per avviare un’ondata di

ristrutturazioni al fine di raddoppiare il tasso annuo di ristrutturazione degli edifici entro il 2030, con l’obiettivo di coinvolgere

almeno 35 milioni di unità . Tra di esse, l’aumento dei finanziamenti e la semplificazione delle regole per accedervi.

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Certificazione unica, entro il 16 marzo anche per enti che hannocorrisposto somme soggette a ritenute alla fontedi Federico Gavioli

Fisco e contabilità 11 Febbraio 2021

Il termine vale anche per gli enti locali e le pubbliche amministrazioni che hanno corrisposto somme e valori soggetti aritenute alla fonte

Tra i soggetti interessanti alla nuova scadenza prevista per il prossimo 16 marzo 2021, per l'invio della certificazione unica

2021, periodo di imposta 2020, ci sono anche gli enti locali e le pubbliche amministrazioni che hanno corrisposto somme e

valori soggetti a ritenute alla fonte a dipendenti, collaboratori e professionisti.

La composizione del flusso telematico

Il flusso telematico da inviare all'agenzia delle Entrate si compone:

• del frontespizio nel quale vengono riportate le informazioni relative al tipo di comunicazione, ai dati del sostituto, ai dati

relativi al rappresentante firmatario della comunicazione, alla firma della comunicazione e all'impegno alla presentazione

telematica;

• del quadro CT nel quale vengono riportate le informazioni riguardanti la ricezione in via telematica dei dati relativi ai

modelli 730-4, resi disponibili dall'agenzia delle Entrate;

• della certificazione unica 2021 nella quale vengono riportati i dati fiscali e previdenziali relativi alle certificazioni lavoro

dipendente, assimilati e assistenza fiscale e alle certificazioni lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi nonché i dati

fiscali relativi alle certificazioni dei redditi derivanti da locazioni brevi.

Il termine per l'invio del flusso telematico alle Entrate

Il termine ultimo per effettuare l'invio telematico, all'agenzia delle Entrate, dei dati relativi alle certificazioni uniche, periodo di

imposta 2020, è fissato al 16 marzo 2021.

La normativa vigente, tuttavia, ha previsto che la trasmissione in via telematica delle certificazioni uniche riguardanti

esclusivamente redditi esenti o non dichiarabili tramite il cosiddetto 730 precompilato, possono essere inviate entro il termine

della presentazione della dichiarazione dei sostituti di imposta prevista entro il 31 ottobre; quest'anno la scadenza slitterà al 2

novembre, poiché il 31 ottobre cade di domenica e il 1° novembre è festa.

Modalità di presentazione

Il flusso deve essere presentato esclusivamente per via telematica e può essere trasmesso:

• direttamente dal soggetto tenuto a effettuare la comunicazione; ovvero dall'ente locale o dalla pubblica amministrazione;

• tramite un intermediario abilitato ai sensi dell'articolo 3, comma 3, del Dpr 322/1998 e successive modificazioni.

Il flusso si considera presentato nel giorno in cui è conclusa la ricezione dei dati da parte dell'agenzia delle Entrate. La prova

della presentazione del flusso è data dalla comunicazione attestante l'avvenuto ricevimento dei dati, rilasciata per via

telematica.

Consegna della copia cartacea al contribuente

La certificazione unica 2021 dei sostituti d'imposta, contenente i dati relativi ai redditi di lavoro dipendente, equiparati e

assimilati e ai redditi di lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi deve essere consegnata al contribuente (dipendente,

pensionato, percettore di redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente nonché percettore di redditi di lavoro autonomo,

provvigioni e redditi diversi), dai sostituti d'imposta o enti eroganti e dagli enti pubblici o privati che erogano trattamenti

pensionistici, entro il 16 marzo del periodo d'imposta successivo a quello cui si riferiscono i redditi certificati ovvero entro 12

giorni dalla richiesta del dipendente in caso di cessazione del rapporto di lavoro.

La certificazione unica conterrà anche i dati relativi alle somme liquidate a seguito di procedure di pignoramento presso terzi,

le somme corrisposte a titolo di indennità di esproprio, altre indennità e interessi nonché i dati relativi alle locazioni brevi. È

In breve

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facoltà del sostituto d'imposta trasmettere al contribuente la certificazione in formato elettronico, purché sia garantita allo

stesso la possibilità di entrare nella disponibilità della medesima e di poterla materializzare per i successivi adempimenti.

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11 febbraio 2021

Giornata delle donne e delle ragazze nella scienza, ma inItalia pesa il gender gap: nelle Stem si laurea solo il16,5% delle giovani

repubblica.it/cronaca/2021/02/10/news/giornata_delle_donne_e_delle_ragazze_nella_scienza_ma_in_italia_pesa_il_gender_gap_nelle_stem_si_laurea_solo_il_16_5_dell-286986683

di Viola Giannoli

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Un'immagine dell'Istituto nazionale di fisica nucleare 

Tra i prof ordinari delle materie scientifiche 4 su 5 sono uomini. Sicilia e Sardegna prime perscienziate occupate. Decine le iniziative per celebrare l'evento mondiale dell'11 febbraio

11 Febbraio 2021 2 minuti di lettura

L’11 febbraio si celebra in tutto il mondo la sesta Giornata Internazionale per le Donne e leRagazze nella Scienza istituita dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2015. Ma inItalia pesa ancora il divario di genere nelle materie Stem (acronimo dall'inglese di Science,Technology, Engineering and Mathematics), di cui si parla anche nel Recovery Plan perinvestire più fondi e colmare così un gap.

Il gender gap nelle scuole e nelle università

Oggi, nel nostro Paese, solo il 16,5% delle giovani si laurea in facoltà scientifiche, contro il37% dei maschi, un dato migliore della media europea ma di evidente squilibrio. Appena il22% delle ragazze si diploma in istituti tecnici, a fronte del 42% tra i coetanei dell'altro sesso.Un gap che nasce già nei primi anni di scuola e prosegue nel mondo del lavoro: nelle areeStem solo un professore ordinario su cinque è una donna. Tra i rettori sono appena il 7%.

Secondo i dati diffusi da Save The Children, tra gli studenti con alto rendimento nellematerie scientifiche, solo 1 ragazza su 8 si aspetta di lavorare come ingegnere o in professioniscientifiche, a fronte di 1 su 4 tra i maschi. "Bambine e ragazze, in Italia così come nel restodel mondo, penalizzate da stereotipi, disuguaglianze di genere e mancanza di opportunitàeducative che affondano le proprie radici già nella prima infanzia. Un gap che la pandemia

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rischia di allargare ulteriormente, privando le bambine e le ragazze della possibilità disviluppare talenti e competenze indispensabili per costruirsi il futuro che sognano", scrivel'organizzazione che lancia su Instagram una mobilitazione digitale con gli hashtag#noncivuoleunascienza #civuoleunascienziata per chiedere maggiori investimentinell'istruzione e politiche di promozione delle pari opportunità, con il coinvolgimento diattiviste e di donne e ragazze del mondo della scienza e del digitale.

Il piano delle università per aiutare le donne a fare carriera

Cristina Nadotti 25 Settembre 2020

Sicilia e Sardegna prime per scienziate occupate

I dati dell'Eurostat fotografano invece la realtà del mondo del lavoro. E, con qualchesorpresa, viene fuori che nel 2019 Sardegna e Sicilia hanno impiegato più donne delle altreregioni d'Italia nei settori scientifici: il 37% del totale dei lavoratori. Maglia nera invece perNord-Ovest e Sud d'Italia, rispettivamente al 33 e 34%, mentre il Centro ha registrato il 36%e il Nord-Est il 35%. La media italiana si è assestata sul 34%, con 400 mila scienziate eingegnere contro circa il doppio (760 mila) dei colleghi maschi. Le donne impiegate in questisettori restano una minoranza anche in tutta Europa, circa il 41%.

Le iniziative

Oltre a decine di eventi delle singole università, i canali social dell'Istituto nazionale di fisicanucleare aderiscono alla campagna #WomenInScience con interviste alle ricercatrici e storiedi ricerca al femminile per raccontare carriere scientifiche ed esperimenti, come quello cheha portato nel 2012 alla scoperta del Bosone di Higgs. I laboratori nazionali di Legnarodell'Infn organizzano alle 15 su Zoom un seminario dedicato a Vera Rubin, l'astrofisica cui sideve la scoperta che nell'universo esiste un'altra forma di materia oltre quella osservabile: lamateria oscura. E ancora, da Frascati a Roma, da Cosenza a Cagliari, da catania a Bisceglie,decine gli incontri e i confronti in videoconferenza rivolti alle scuole, su buchi neri eparticelle "strane" con scenziate come Anna Grassellino, Direttrice del Quantum Materialsand Systems Center del Fermilab di Chicago e Donna dell'anno 2020 per D di Repubblica, oSimonetta Di Pippo, direttrice dell'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico.

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10 febbraio 2021

Maltempo: frana sulla statale 18 tra Salerno e Vietriansa.it/campania/notizie/2021/02/10/maltempo-frana-sulla-statale-18-tra-salerno-e-vietri_0a31c6f7-9569-4683-a6ee-

f6565600f658.html

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Viabilità interrotta, disagi alla circolazione

Ancora una frana in provincia di Salerno. Dopo quella caduta questa mattina a Ravello cheha provocato il cedimento di una strada, intorno alle 14.30 si è verificato uno smottamentosulla strada statale 18, nel territorio comunale di Salerno ma al confine con Vietri sul Mare.

Dal costone roccioso che si trova alle spalle di un distributore di carburanti sono venuti giùdetriti e sassi che hanno colpito anche un'auto che era in transito fortunatamente senzaprovocare feriti. La viabilità è stata interrotta, provocando code e disagi. Già in passato inquel tratto si verificò uno smottamento a causa del quale la strada rimase chiusa per diversotempo. 

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Maltempo, danni in tutta la Campania: frane, stradeinterrotte e famiglie sfollate

fanpage.it/napoli/maltempo-danni-in-tutta-la-campania-frane-strade-interrotte-e-famiglie-sfollate

Frane, allagamenti, smottamenti e famiglie evacuate: il maltempo che si è riversato sullaCampania sta facendo registrare danni ovunque. A Ravello cede una strada, una frana hainvece travolto il raccordo Avellino-Salerno tra le uscite di Serino ed Atripalda in entrambi isensi di marcia. A Monteforte Irpino, il vento fa volare via la copertura di un centrocommerciale. Allagata l’intera frazione Celzi di Forino.

CronacaCampania 10 Febbraio 2021 16:51di Giuseppe Cozzolino

Danni in tutta la Campania a causa del maltempo che si è abbattuto su tutta la regione:frane, smottamenti, allagamenti e famiglie sfollate. Un bilancio, purtroppo, ancoraprovvisorio: l'allerta meteo che dura ormai da diverse ore è stata anche prorogata, rispettoalla scadenza iniziale prevista per la mezzanotte, per le successive dodici ore su tutto ilterritorio. La penisola sorrentino-amalfitana, l'agro nocerino-sarnese e i monti Picentinidell'Irpinia sono le zone più colpite e dove si registrano i maggiori danni.

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A Monteforte Irpino, è volata via la copertura di un Centro Commerciale che si trova inpiena zona residenziale: il materiale, staccatosi a causa delle forti volate, ha danneggiatoanche un camion mentre fortunatamente nel parcheggio non vi erano altre vetture in sosta.Sempre in Irpinia, i vigili del fuoco sono intervenuti sul Raccordo Avellino-Salerno (alchilometro 28,600) a causa di una frana tra le uscite di Serino ed Atripalda che ha travolto lacarreggiata in entrambi i sensi di marcia, causando l'interruzione del traffico. Allagamenti aForino, dove località Celzi è diventata già dal pomeriggio di ieri una sorta di "Veneziairpina": l'intera frazione è allagata, e alcune famiglie sono state sfollate, mentre le piogge nonsi sono ancora fermate.

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Non va meglio nella costiera sorrentino-amalfitana: uno smottamento in località Casarossa, aRavello, ha costretto il sindaco Salvatore Di Martino a firmare un'ordinanza con cui hachiuso la strada interessata dalla frana. La frana, ha spiegato il sindaco, sta di fattoimpedendo "il transito sia pedonale che carrabile", mentre la chiusura del tratto si rendenecessaria per "procedere all'individuazione del preciso punto di distacco", oltre a tutti gliaccertamenti del caso. Dall'altra parte della penisola amalfitana, sul lato napoletano, si èinvece registrato il cedimento di un muro a Piano di Sorrento, su via Gennaro Maresca.Anche in questo caso, strada interrotta e vigili del fuoco in azione.

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in foto: La strada franata a Ravello. [Foto C. Benincasa / Fanpage.it]

Giuseppe Cozzolino

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10 febbraio 2021

Potenza, frana vicino all'Agenzia delle entratenapoli.repubblica.it/cronaca/2021/02/10/news/potenza_frana_vicino_all_agenzia_delle_entrate-287005006

di Anna Martino

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Evacuate venti persone residenti nella zona interessata 

10 Febbraio 2021 1 minuti di lettura

A causa delle abbondanti piogge che in queste ore si stanno abbattendo in Basilicata, aPotenza si è verificata una frana in una zona periferica ma molto frequentata della città.

Si tratta di via Trenta Carlini, arteria perpendicolare a via dei Mille, a rione Betlemme, acento metri dall'Agenzia delle entrate. Sul posto squadre dei vigili del fuoco, ancora a lavoro,e la polizia locale che ha disposto l'evacuazione di circa una ventina di persone residenti nellazona interessata. 

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11 febbraio 2021

Servizi di architettura e ingegneria e corrispettivi a basedi gara: l’ANAC sull'applicazione del Decreto Parametri

lavoripubblici.it/news/2021/02/LAVORI-PUBBLICI/25240/Servizi-di-architettura-e-ingegneria-e-corrispettivi-a-base-di-gara-l-ANAC-sull-applicazione-del-Decreto-Parametri

Come previsto all’art. 24, comma 8 del D.Lgs. n. 50/2016 (c.d. Codice dei contratti) perla determinazione dei corrispettivi da porre a base di gara per i servizi di architettura e diingegneria, le stazioni appaltanti devono utilizzare il DM 17/06/2017 (c.d. decretoParametri).

Servizi di architettura e di ingegneria: le distorsioni del mercato

Tale obbligo non è, però, stato correttamente recepito da molte stazioni appaltanti. Ilrisultato è che in questi ultimi anni abbiamo assistito ad un proliferarsi di bandi anomalicon corrispettivi non calcolati sulla base del decreto Parametri e, addirittura, casi dicorrispettivi a 1 euro perché giustificati dal guadagno in immagine nell’aver progettato unadeterminata opera pubblica o per aver guadagnato in “punteggio”. Casi trattati in mododiverso dalla giustizia amministrativa.

Le indicazioni dell’ANAC

Il problema è arrivato, evidentemente sui tavoli dell’Autorità Nazionale Anticorruzione(ANAC) che con il Comunicato del Presidente 3 febbraio 2021 ha fornito delle indicazionialle stazioni appaltanti sulle disposizioni normative in materia di corrispettivi a base d’asta

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per le procedure di affidamento dei servizi attinenti all’architettura ed all’ingegneria.

Indicazioni a dire il vero un po’ troppo “morbide” che lasciano ampi margini didiscrezionalità

L’ANAC ha, infatti, rilevato il comportamento “anomalo” di molte stazioni appaltanti nonpienamente aderenti alle disposizioni normative in materia di corrispettivi a base d’asta perle procedure di affidamento dei servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria, conparticolare riferimento al mancato inserimento nella documentazione di gara del calcolo deicorrispettivi e all’applicazione di riduzioni percentuali ai corrispettivi determinati secondole tabelle ministeriali di cui al decreto del Ministro della giustizia 17 giugno 2016.

Applicazione Decreto Parametri non obbligatoria

L’ANAC, però, ha preso come riferimento l’orientamento giurisprudenziale richiamato nelsuo parere di precontenzioso n. 566 del 1 luglio 2020, secondo il quale l’articolo 24, comma8, del Codice dei contratti pubblici non sancisce l’obbligo per le stazioni appaltanti ditrasporre negli avvisi di gara i corrispettivi indicati nelle tabelle ministeriali, ma le lascialibere di stabilire il corrispettivo a base di gara.

Pertanto, le stazioni appaltanti possono derogare all’obbligo di determinare il corrispettivoa base di gara mediante applicazione delle tabelle di cui al decreto del Ministro dellagiustizia del 17 giugno 2016 solo in presenza di una motivazione adeguata e correlata ai fattia giustificazione dello scostamento rispetto all’importo determinato sulla base delle tabellemedesime, che rappresenta in ogni caso il parametro di riferimento per la stazioneappaltante.

Il procedimento adottato per il calcolo dell’importo posto a base di gara, inteso come elencodettagliato delle prestazioni e dei relativi corrispettivi, deve essere sempre riportato nelladocumentazione di gara, indipendentemente dall’applicazione della deroga.

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Comunicato Presidente ANAC 3 febbraio 2021

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11 febbraio 2021

Sismabonus ordinario e 110%: l’asseverazione tecnicadel progettista e del direttore dei lavori

lavoripubblici.it/news/2021/02/STRUTTURE/25239/Sismabonus-ordinario-e-110-l-asseverazione-tecnica-del-progettista-e-del-direttore-dei-lavori

Per la fruizione del sismabonus, sia ordinario che potenziato al 110%, è previsto il rilascio didue distinte asseverazioni. Una rilasciata dal progettista che attesta la classe di rischiosismico del fabbricato e quella conseguibile a seguito dell’esecuzione dell’intervento(asseverazione da allegare alla richiesta del titolo abilitativo). Un’altra rilasciata daldirettore dei lavori e dal collaudatore (ove previsto) che attestano la conformità degliinterventi eseguiti rispetto al progetto depositato e attestato dal progettista.

Sismabonus: la risposta del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici

Sull’argomento è molto interessante la risposta fornita dalla Commissione di monitoraggio,costituita dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti presso il Consiglio Superiore deiLavori Pubblici (CSLP), all’Agenzia delle Entrate.

In particolare, l’Agenzia delle Entrate, in riferimento alla asseverazione da produrre per ilsismabonus 110%, ha chiesto lumi sulle differenze tra quella prevista dall’art. 3 del Decretodel Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 28 febbraio 2017, n. 58 e quella di cuiall’art. 119, comma 13, lettera b) del Decreto Rilancio.

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Il CSLP ha ammesso che al fine di mantenere la massima coerenza tra Sismabonusordinario e Sismabonus 110% (c.d. Super sismabonus), le disposizioni sono state realizzatein modo da minimizzare le differenze, sia di procedure, sia di adempimenti.

In particolare, l’asseverazione del progettista e quella del direttore dei lavori (inclusal’attestazione del collaudatore statico) sono distinte temporalmente e si riferiscono amomenti diversi del procedimento.

L’asseverazione del progettista è formulata all’atto del progetto e quindi deve esseretrasmessa nel momento in cui viene presentata la pratica edilizia relativa alla SCIA o alPermesso di Costruire, allo sportello competente stabilito dalle normative regionali. Taleasseverazione deve essere prodotta prima dell’inizio dei lavori.

A fine lavori il direttore dei lavori assevera l’avvenuta riduzione di rischio sismico dellacostruzione, in coerenza con quanto previsto dal progetto, e il collaudatore statico, se latipologia d’intervento ne richiede la presenza, attesta l’avvenuta riduzione del rischiosismico ai fini del “Sismabonus”.

Ai fini del “Super sismabonus” è stabilito, analogamente al “Sismabonus”, che “la riduzionedel rischio è asseverata dai professionisti incaricati della progettazione strutturale, delladirezione dei lavori delle strutture e del collaudo statico”, ma rispetto al “Sismabonus” lanorma prevede che i primi due professionisti asseverano “altresì la corrispondentecongruità delle spese”.

Per questo motivo, al fine di evitare la proliferazione di adempimenti e modelli, il Decretodel Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti 6 agosto 2020, n. 329 ha modificato ilD.M. 28 febbraio 2017, n. 58, aggiornando la modulistica adesso utilizzabile sia per il“Sismabonus” che per il “Super sismabonus” procedendo a cassare e/o non compilare leparti delle asseverazioni che non attengono alla specificità del regime fiscale adottato.

Il modello relativo all’asseverazione del progettista (Allegato B), pertanto, oggi contieneanche la dichiarazione relativa alla congruità delle spese, così che quando esso è utilizzato aifini del “Super sismabonus”, tale dichiarazione è già presente. Analoga operazione è stataeffettuata per l’asseverazione del direttore dei lavori (Allegato B1) dove sul modello, anchein questo caso, si è proceduto ad aggiungere la dichiarazione relativa alla congruità dellespese. Per completezza si segnala che ai fini del “Super sismabonus” è stato poi aggiunto ilmodello relativo agli stati di avanzamento dei lavori (Allegato 1 - SAL) mediante il quale ildirettore dei lavori, nel corso degli stessi, attesta l’importo dei lavori effettuati, fino a quelmomento, in coerenza con il progetto.

Al termine dei lavori, il collaudatore statico, salvo nei casi residuali in cui le NormeTecniche non ne prevedano la presenza, provvederà all’attestazione che i lavori abbianoprodotto la riduzione di rischio prevista in progetto e asseverata dal direttore dei lavori, sia

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nel caso di “Sismabonus”, che di “Super sismabonus”.

Cronologicamente, pertanto, l’asseverazione del progettista, che contiene anche ladichiarazione relativa alla congruità delle spese, è consegnata allo sportello competentestabilito dalla normativa regionale, prima dell’inizio dei lavori, mentre l’attestazione deldirettore dei lavori è consegnata allo sportello di cui sopra al termine dei lavori, insieme aglieventuali stati di avanzamento, dallo stesso prodotti, ed all’attestazione del collaudatorestatico, quando presente.

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11 febbraio 2021

Accelera il Superbonus 110%: aumento del 376% in duemesi

lavoripubblici.it/news/2021/02/EDILIZIA/25236/Accelera-il-Superbonus-110-aumento-del-376-in-due-mesi

Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministriRiccardo Fraccaro ha esposto i dati degli ultimi due mesi disuperbonus 110%

11/02/2021

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Gli interventi che hanno avuto accesso alla detrazione fiscale del 110% (c.d. superbonus)sono aumentati del 376% in due mesi.

Superbonus 110%: +376% in due mesi

A comunicarlo è stato il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri,Riccardo Fraccaro, che in un post su Facebook ha scritto “Il Superbonus al 110% è unadelle misure più consistenti messe in campo per rilanciare la crescita e tutelarel’ambiente. Abbiamo lavorato a questa norma con l’obiettivo di far ripartire l’Italia graziealla sostenibilità e i fatti ci danno ragione: gli interventi già ammessi a detrazione sonoaumentati del 376% in soli due mesi, per un totale di 338 milioni di euro. Da dicembre aoggi il numero dei nuovi cantieri è passato da 537 a ben 2.960. Una crescita esponenzialestraordinaria che va sostenuta continuando a lavorare al fine di rafforzare questa misura.Per favorire la transizione green e lo sviluppo sostenibile è necessario che il Superbonusresti una priorità”.

Superbonus 110%: 60 chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate

Saranno evidentemente bastate i 60 chiarimenti in 6 mesi da parte dell’Agenzia delleEntrate mai così prolifera di risposte su un singolo argomento. 60 risposte in cui il Fiscoha provato ad intervenire sulle principali criticità operative dell’art. 119 del DecretoRilancio. Criticità che si sono ampliate in un contesto cambiato dopo le modificheapportate dalla Legge di Bilancio 2021 e su argomenti che spesso hanno mischiato traloro la natura fiscale con quella tecnica.

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Superbonus 110%: proroga in attesa di conferma

Il post di Fraccaro arriva in un momento di cambio del Governo, in cui il futuro PremierMario Draghi ha già parlato di bonus buoni e buoni cattivi. Lasciando intendere chequalcosa sarà fatta per razionalizzare gli investimenti.

In tal senso non depone a favore il comma 74 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio che,dopo aver modificato e prorogato le detrazioni fiscali del 110% di cui ai commi 66-72, haprevisto

L’efficacia delle proroghe di cui ai commi da 66 a 72 resta subordinata alla definitivaapprovazione da parte del Consiglio dell’Unione europea. Restano fermi gli obblighi dimonitoraggio e di rendicontazione previsti nel Piano nazionale per la ripresa e laresilienza per tale progetto.

Approvazione quanto mai incerta!

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11 febbraio 2021

Sanatoria edilizia: i termini per il pagamentodell’oblazione sono perentori?

lavoripubblici.it/news/2021/02/EDILIZIA/25238/Sanatoria-edilizia-i-termini-per-il-pagamento-dell-oblazione-sono-perentori

Il mondo delle norme è spesso una giungla intricata in cui è sempre necessario distingueretra cosa intende il legislatore e cosa, invece, vale per legge. E, purtroppo, spesso le due cosenon si sovrappongono.

La normativa edilizia

Senza scomodare le norme sui lavori pubblici o quelle energetiche (sulle quali ci sarebbetanto da dire), oggi trattiamo un argomento molto complesso che riguarda il D.P.R. 6giugno 2001, n. 380 (c.d. Testo Unico Edilizia). Stiamo parlando dell’accertamento diconformità di cui all’art. 36 del Testo Unico Edilizia per l’ottenimento del permesso dicostruire in sanatoria.

In particolare, il comma 2 dell’art. 36 prevede che “Il rilascio del permesso in sanatoria èsubordinato al pagamento, a titolo di oblazione, del contributo di costruzione in misuradoppia, ovvero, in caso di gratuità a norma di legge, in misura pari a quella previstadall'articolo 16. Nell’ipotesi di intervento realizzato in parziale difformità, l'oblazione ècalcolata con riferimento alla parte di opera difforme dal permesso”.

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Entro quanto deve essere pagata l’oblazione e cosa accade se non si paga nei termini previstidalla legge?

Sanatoria edilizia e pagamento oblazione: nuovo intervento del Consiglio diStato

A rispondere a questa domanda ci ha pensato il Consiglio di Stato con la sentenza n. 730 del25 gennaio 2021 che tratta il caso di un permesso di costruire in sanatoria ottenuto ma“pagato” non nei tempi stabiliti. Ma, entriamo nel dettaglio.

Si parte dall'annullamento di alcune concessioni edilizie rilasciate da un Comune per larealizzazione di un edificio, perché non erano stati computati, nella volumetria, due pianisottostrada e il sottotetto. L'amministrazione, allora, concedeva la sanatoria e revocaval'ordinanza di demolizione. Il provvedimento di revoca, però, veniva impugnato. Il Tarconcludeva affermando che il procedimento di sanatoria era legittimo e assegnava alcomune il termine di 120 giorni per concludere la pratica e stabilire l'oblazione e lasanzione. Delibera che veniva contestata al consiglio di Stato. I giudici, però, ribadivano laconformità del lavoro fatto dai "colleghi". E si arriva all'ultimo ricorso, con il quale vienecontestato il mancato pagamento dell'oblazione e della sanzione entro il termine stabilitodei 60 giorni.

I termini "perentori"

Quando un termine ha natura "perentoria"? Lo spiegano i giudici del consiglio di Stato. E'perentorio un termine che, nel caso venga "superato" determini una decadenza, ma è validosolo quando c'è una normativa che espressamente gli attribuisca la natura perentoria,ovvero, aggiungono i giudici, "quando ciò possa desumersi dagli effetti, semprenormativamente previsti, che la sua violazione produce". Quando la norma non contienealcuna specifica, "deve aversi riguardo - dicono i giudici- alla funzione che lo stesso assolvenel procedimento nonché nella peculiarità dell'interesse pubblico coinvolto". Con laprecisazione che se non viene indicato il termine come "perentorio", questo deve essereconsiderato "ordinatorio".

Pagamento dell'oblazione ed esecuzione forzata

La sentenza "ruota" su alcuni punti cardine della vicenda. Il Tar aveva specificato chel'amministrazione si era data un termine "ordinatorio" di 120 giorni per la determinazionedell'oblazione e della sanzione amministrativa, non potendo includere il termine di altri 60giorni, poi assegnato dal Comune, per il pagamento che riguardava l'interessato. Il rilasciodella sanatoria è sempre subordinato al pagamento dell'oblazione e gli effetti sananti siproducono dopo il pagamento della sanzione. Ma, dicono i giudici, "la previsione di unsistema coattivo di riscossione (è previsto dall’art. 43 del DPR n. 380/2001, c.d. Testo UnicoEdilizia), in caso di inadempimento, evidenzia come la detta omissione semplicemente

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legittimi la riscossione coatta, senza determinare la decadenza dalla possibilità diadempiere, evento che andrebbe in contraddizione con la possibile esecuzione forzata sulcredito. Il che evidenzia come la funzione della disciplina, imponendo al Comune il ricorsoalla procedura di riscossione coattiva, non mira ad una immediata decadenza, ma tiene inconsiderazione anche le contrarie esigenze di conservazione del patrimonio edilizio,comunque edificato". Nel caso analizzato, dunque il ricorso non può essere accolto.

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Sentenza Consiglio di Stato 25 gennaio 2021, n. 730

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11 febbraio 2021

Gare di progettazione, Anac: enti appaltanti non semprein regola

edilportale.com/news/2021/02/professione/gare-di-progettazione-anac-enti-appaltanti-non-sempre-in-regola_80994_33.html

11/02/2021 - Le stazioni appaltanti non sempre rispettano le norme sui corrispettivi nellegare di progettazione.

Lo fa sapere la l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) che, nell’esercizio dell’attività divigilanza sui contratti pubblici, ha rilevato comportamenti delle stazioni appaltantinon pienamente aderenti alle disposizioni normative in materia di corrispettivi abase d’asta per le procedure di affidamento dei servizi attinenti all’architettura eall’ingegneria.

L’ANAC si riferisce, in particolare, al mancato inserimento nella documentazione di garadel calcolo dei corrispettivi e all’applicazione di riduzioni percentuali ai corrispettivideterminati secondo le tabelle ministeriali di cui al Decreto Parametri bis (DM 17 giugno2016).

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Preso atto di ciò - si legge nella nota -, l’Autorità intende ribadire alcune indicazioni inerentialla determinazione dei corrispettivi a base di gara per le suddette procedure di affidamento,anche alla luce dell’orientamento giurisprudenziale richiamato nel parere di precontenzioso566/2020, secondo il quale l’articolo 24, comma 8, del Codice dei contratti pubblici (Dlgs50/2016) non sancisce l’obbligo per le stazioni appaltanti di trasporre negli avvisi digara i corrispettivi indicati nelle tabelle ministeriali, ma le lascia libere di stabilire ilcorrispettivo a base di gara.

Pertanto - spiega l’Anac -, le stazioni appaltanti possono derogare all’obbligo dideterminare il corrispettivo a base di gara mediante applicazione delle tabelle di cui alDecreto Parametri bis solo in presenza di una motivazione adeguata e correlata aifatti a giustificazione dello scostamento rispetto all’importo determinato sulla base delletabelle medesime, che rappresenta in ogni caso il parametro di riferimento per la stazioneappaltante.

  Il procedimento adottato per il calcolo dell’importo posto a base di gara, intesocome elenco dettagliato delle prestazioni e dei relativi corrispettivi, deve essere sempreriportato nella documentazione di gara, indipendentemente dall’applicazione delladeroga - conclude l’Autorità.

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11 febbraio 2021

Superbonus 110%, le regole per eseguire correttamente ilbonifico

edilportale.com/news/2021/02/normativa/superbonus-110-le-regole-per-eseguire-correttamente-il-bonifico_80982_15.html

11/02/2021 - Per avere diritto al superbonus 110% occorre pagare le spese con bonificobancario o postale dal quale risulti: la causale del versamento, il codice fiscale delbeneficiario della detrazione, il numero di partita Iva o il codice fiscale del beneficiario delbonifico.

Lo ha precisato dell’Agenzia delle Entrate richiamando la Circolare 24/2020 e ricordandoche si possono utilizzare i bonifici già predisposti dagli istituti di pagamento perl’ecobonus o per la detrazione prevista per gli interventi di recupero del patrimonioedilizio.

Invece, i soggetti che esercitano attivitàd’impresanon hanno l’obbligo di pagaremediante bonifico.

Sui bonifici, al momento dell’accredito dei relativi pagamenti, viene applicata una ritenutad’acconto (attualmente dell’8%). Qualora la non completa compilazione del bonificopregiudichi il rispetto da parte delle banche e di Poste Italiane Spa dell’obbligo di operare la

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ritenuta, perché mancano dei dati necessari per farlo - chiarisce l’Agenzia -, per non perdereil diritto all’agevolazione, occorre ripetere il pagamento mediante un nuovo bonificobancario o postale nel quale siano riportati in maniera corretta i dati richiesti.

L’occasione per ribadire le regole per il corretto pagamento è stata la domanda di uncontribuente che ha chiesto se dovesse rifare il pagamento perché nel bonifico fatto perpagare interventi agevolabili con il superbonus 110% non aveva indicato il numero difattura e temeva, quindi, di perdere l’agevolazione.

  L’Agenzia ha risposto che non è necessario procedere alla ripetizione delpagamento poiché la mancata indicazione nel bonifico del numero di fattura nonpregiudica l’effettuazione della ritenuta.

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11 febbraio 2021

Subappalto, Tar Lazio: il tetto del 30-40% si applica soloalle gare sotto soglia

edilportale.com/news/2021/02/lavori-pubblici/subappalto-tar-lazio-il-tetto-del-30-40-si-applica-solo-alle-gare-sotto-soglia_80986_11.html

11/02/2021 – I limiti al subappalto sono giustificati nelle gare di importo inferiore alle sogliecomunitarie, mentre in quelle di importo superiore non possono essere posti paletti. Èl’interpretazione che il Tar Lazio, con la sentenza 1575/2021, ha dato del conflitto tra lanormativa italiana e quella europea in materia di contratti pubblici. Conflitto che è costatoall’Italia richiami, procedure di infrazione e una sentenza con cui è stata dichiarata lacontrarietà del Codice Appalti alle Direttive europee.

Subappalto, il caso

Il Tar si è pronunciato sul ricorso di una società contro l’aggiudicazione di una gara perl’installazione di ascensori in un complesso di edilizia popolare. Ad aggiudicarsi la gara erastata un’altra società che, per raggiungere i requisiti di qualificazione nella categoriaprevalente OG1, aveva dichiarato di voler subappaltare tutti i lavori della categoria OS4 per iquali non era qualificata. La società vincitrice aveva agito in modo conforme al bando, checonsentiva la possibilità di affidare in subappalto la totalità delle prestazioni contrattualiafferenti a tale categoria scorporabile.

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Secondo la società ricorrente, il bando doveva essere considerato illegittimo perché incontrasto con l’articolo 105, comma 5 del Codice Appalti, ancora in vigore dopo le pronuncedella Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Tale norma vieta di subappaltare inmisura superiore al 30% le opere super-specialistiche (SIOS), tra cui rientra la OS4.

Subappalto, ok ai limiti nelle gare sotto soglia

I giudici hanno accolto il ricorso spiegando che “è considerata contraria al dirittocomunitario la previsione di un limite generale”. Tuttavia, spiega il Tar, “i limiti possonoessere giustificati “dalla natura particolare delle prestazioni da svolgere, come prevedel’articolo 63, paragrafo 2, della Direttiva 2014/24, che stabilisce che negli appalti di lavori leamministrazioni aggiudicatrici possono esigere che alcuni compiti essenziali sianodirettamente svolti dall’offerente”.

I giudici del Tar hanno osservato che, come stabilito dalle sentenze della Corte di GiustiziaEuropea, la normativa italiana contrasta con la Direttiva 2014/24, che si riferisce agli appaltidi importo superiore alle soglie comunitarie.

Le soglie degli appalti sono periodicamente aggiornate. Al momento, sono regolate daiRegolamenti 1828 e 1829 dell’Unione Europea e ammontano a 5.350.000 euro peri lavori, 139mila euro per gli appalti di servizi e forniture e 214mila euro per gli appaltidi servizi e forniture aggiudicati da amministrazioni che non sono autorità governativecentrali. 

  Dato che l’importo della gara per l’installazione degli ascensori ammontava a 1.718.887,01euro, trovandosi quindi al di sotto della soglia comunitaria per i lavori, il Tar ha concluso chedevono essere rispettati i limiti al subappalto imposti dalla normativa italiana. Per questomotivo, ha accolto il ricorso e annullato il bando e il provvedimento di aggiudicazione.

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11 febbraio 2021

Superbonus, il professionista può firmarsi il visto per lacessione

ediltecnico.it/85092/superbonus-professionista-firma-visto-cessione

È possibile per un professionista abilitatoapporre il visto in autonomia sulla pratica dicessione della propria detrazione?

A rispondere è il fisco, che si occupa del caso incui un consulente del lavoro abilitato allatrasmissione telematica delledichiarazioni (e inserito negli elenchidell’agenzia delle entrate) compare comesoggetto portatore dei requisiti necessari adapporre il visto di conformità sulledichiarazioni dei redditi.

Il consulente vuole accedere alla maxi detrazione del 110% attraverso la cessione della stessa,e domanda se gli è consentito apporre il visto per la cessione del proprio credito. Vediamo indettaglio le conclusione cui è giunto il fisco.

>> Asseverazioni, istruzioni e moduli da usare <<

La risposta all’interpello 61 del 28 gennaio 2021 riporta nello specifico il caso di unprofessionista:

– abilitato all’apposizione del visto che, – al di fuori della sfera della propria attività, quindi come privato cittadino, effettua lavori su

un immobile ad uso abitativo, in conformità con l’art. 119, DL 34/2020, – può “vistare” da sé la propria istanza di cessione della detrazione.

Leggi anche: Superbonus cantine e garage, quali lavori agevolati?

Per la sua analisi, il fisco parte dalla risoluzione n. 82/E del 2 settembre 2014, che consenteai professionisti abilitati al visto di conformità, di vistare in autonomia la loro stessadichiarazione, senza essere obbligati a rivolgersi a terzi.

Per analogia, il fisco si pronuncia favorevole all’apposizione autonoma del visto sull’istanzadi cessione della detrazione derivante da lavori ammessi al Superbonus. Di fatto c’è unospecifico riferimento al tema nell’art. 119, co. 11, DL 34/2020: Ai fini dell’opzione per lacessione o per lo sconto di cui all’articolo 121, il contribuente richiede il visto di conformità’dei dati relativi alla documentazione che attesta la sussistenza dei presupposti che dannodiritto alla detrazione d’imposta per gli interventi di cui al presente articolo. Il visto di

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conformità è rilasciato ai sensi dell’articolo 35 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241,dai soggetti indicati alle lettere a) e b) del comma 3 dell’articolo 3 del regolamento di cui aldecreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, e dai responsabilidell’assistenza fiscale dei centri costituiti dai soggetti di cui all’articolo 32 del citato decretolegislativo n. 241 del 1997.

> Superbonus 110%, quali spese accessorie sono detraibili?

Conclusione

Grazie all’art. 3, co.3, DPR 322/1998, il fisco ammette di fatto, come nel caso delledichiarazioni dei redditi, l’autorilascio del visto di conformità anche nel caso delsuperbonus.

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11 febbraio 2021

No al Super Sismabonus per interventi su unitàimmobiliari autonome

ediltecnico.it/85099/no-super-sismabonus-su-unita-immobiliari-autonome

Le unità immobiliari autonome possono usufruire del Superbonus solo per gli interventi diefficientamento energetico, non per quelli antisismici

Di

Redazione Tecnica-

© RIPRODUZIONE RISERVATADa una risposta dell’Agenzia delle Entrate aun’istanza di interpello (la numero 87 del2021) e da un chiarimento della CommissioneConsultiva* è emerso come non sia possibileusufruire del Superbonus 110 perinterventi antisismici (quindi SuperSismabonus) su unità autonome efunzionalmente indipendenti. Vediamo ilmotivo di questa esclusione.

Super Ecobonus sì, Super Sismabonus no

Queste unità immobiliari, autonome e funzionalmente indipendenti, possono certamenteaccedere al bonus maggiorato per quanto riguarda gli interventi diefficientamento energetico (quindi Super Ecobonus), come abbiamo già visto, ma perquelli che riguardano la messa in sicurezza antisismica no. L’Agenzia delle Entrate,nella sua risposta, fa riferimento all’articolo 119 del Decreto Rilancio (Decreto Legge34/2020), e in particolare al suo comma 4.

Leggi anche Superbonus 110%, limiti di spesa per le unità indipendenti

Il comma 4 del DL Rilancio infatti afferma come il Superbonus spetti per gli interventi dimessa in sicurezza statica delle parti strutturali degli edifici e per la riduzione del rischiosismico degli stessi, ma non fa esplicito riferimento alle unità immobiliarifunzionalmente indipendenti, a differenza del comma 1 dello stesso articolo, riferito agliinterventi di risparmio energetico, che fa invece esplicita menzione delle “unità immobiliarisituate all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti edispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno”.

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Questo implica, in sostanza, che ai fini del Superbonus gli interventi antisismicidevono essere realizzati “su parti comuni di edifici residenziali costituiti in‘condominio’ o su edifici residenziali unifamiliari e relative pertinenze” e non su unitàindipendenti negli edifici plurifamiliari.

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Super Sismabonus complessi a schiera

Un chiarimento fornito dalla Commissione Consultiva* ci permette di analizzare anche il caso delle villette a schiera. Anche in questo caso la conclusione è che la singola unità immobiliare inserita in un complesso a schiera risulti esclusa dal Superbonus per quanto riguarda gli interventi antisismici (Super Sismabonus).

Sembra che questo caso possa ricondursi al precedente, in quanto si tratta di un’unità immobiliare autonoma e funzionalmente indipendente inserita in un complesso non costituito come condominio. La Commissione però giunge alla sua conclusione facendo riferimento al concetto di Unità strutturale (Us), chiaramente individuabile secondo le NTC 2018 (§ 8.7.l), più che a quello di “unità funzionalmente indipendente”.

Come esplicitato nella Circolare 21 gennaio 2019, n. 7, l’Unità strutturale “è caratterizzata da comportamento strutturale unitario nei confronti dei carichi orizzontali e verticali per cui, nell’individuarla, si terrà conto della tipologia costruttiva e del permanere di elementi caratterizzanti, anche al fine di definire interventi coerenti con la configurazione strutturale. L’US deve comunque garantire con continuità il trasferimento dei carichi in fondazione e, generalmente, è delimitata o da spazi aperti, o da giunti strutturali, o da edifici contigui costruiti, ad esempio, con tipologie costruttive e strutturali diverse, o con materiali diversi, oppure in epoche diverse”.

Applicando questo concetto, e riferendosi sempre al solo caso di applicazione del Sismabonus o del Super Sismabonus, la tipologia edilizia di villetta a schiera – intesa come singola unità immobiliare facente parte di un edificio più ampio – risulta “senza dubbio esclusa dall’incentivo”, “avendo essa sempre parte della propria struttura (telaio in c. a., in acciaio, in legno, muratura, mista o altro sistema costruttivo) in comune con almeno un’altra unità abitativa, fatta esclusione per il caso in cui vi siano giunti a creare discontinuità strutturale tra le unità stesse”.

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11 febbraio 2021

Recovery Fund: un’opportunità per le opereinfrastrutturali del nostro Paese

ediltecnico.it/85156/recovery-fund-infrastrutture-opportunita-per-il-paese

Con il “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza" è prevista, nei prossimi anni, l’erogazione dicirca 32 mld € da destinarsi alle infrastrutture e alla mobilità sostenibile.

Di

Claudia Gregis-

© RIPRODUZIONE RISERVATATra gli interventi previsti nel documento“Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza –#nextgenerationitalia” approvato dalConsiglio dei Ministri il 12 gennaio 2021 èprevista, nei prossimi anni, l’erogazione dicirca 32 mld € da destinarsi alleinfrastrutture e alla mobilitàsostenibile.

ll Recovery Fund è lo strumento individuatodalla Commissione europea per rilanciare leeconomie dei Paesi membri dopo la crisi causata dall’epidemia di coronavirus, ponendol’obiettivo di perseguire una strategia di crescita basata sulla sostenibilità competitiva, cioèuna serie di investimenti e riforme nel settore del verde e digitale per creare posti di lavoro ecrescita sostenibile. Tale impegno si traduce con due piani:

Il Next Generation EU – un nuovo strumento per la ripresa da 750 mld € cherafforzerà il bilancio dell’UE con nuovi finanziamenti raccolti sui mercati finanziari peril periodo 2021-2024;Il Bilancio rafforzato per il periodo 2021-2027 (1.100 mld €).

Lo strumento Next Generation EU sarà realizzato attraverso tre pilastri:

1. strumenti a sostegno degli sforzi profusi dagli Stati membri per riprendersi dalla crisi,superarne gli effetti e riemergere più forti;

2. misure volte a stimolare gli investimenti privati e sostenere le imprese in difficoltà;3. rafforzamento di programmi strategici dell’UE per trarre insegnamento dalla crisi e

rendere il mercato unico più forte e più resiliente e accelerare la duplice transizioneverde e digitale.

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Next Generation Italia e le infrastrutture

Per quanto concerne l’Italia il Governo ha definito il Piano Nazionale di Ripresa eResilienza, in uno sforzo di coordinamento di progetti e di individuazione di un quadrofinanziario che si lega strettamente al decreto di bilancio che il Parlamento ha approvato afine 2020.

Infatti la manovra attua una significativa espansione di bilancio per il 2021, valutabile incirca 40 miliardi. Rispetto a questo totale, 24 miliardi saranno ottenuti con le misurepreviste dalla Legge di bilancio nell’ambito del maggior deficit autorizzato dal Parlamento inottobre in occasione della presentazione della Nota di Aggiornamento del DEF (dal 5,7 percento tendenziale al 7 per cento programmatico), e ulteriori 15 miliardi attraverso l’impiegodi sovvenzioni e altri trasferimenti provenienti dal Next Generation EU.

Leggi anche: Recovery fund, approvate le nuove risorse per l’edilizia

La missione 3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile

Gli obiettivi generali della missione sono:

Realizzare un sistema infrastrutturale di mobilità moderno, digitalizzato esostenibile dal punto di vista ambientale.Introdurre sistemi digitali di monitoraggio da remoto per la sicurezza delle arteriestradali e conseguenti urgenti opere per la messa in sicurezza arterie stradali,ponti e viadotti ammalorati.Investire per un sistema portuale competitivo e sostenibile dal punto di vistaambientale per sviluppare i traffici collegati alle grandi linee di comunicazione europeee valorizzare il ruolo dei Porti del Sud Italia nei trasporti infra-mediterranei e per ilturismo.

Risorse impiegate nella Missione

Alta velocità ferroviaria e manutenzione stradale 4.0 >>> 28,3 miliardiIntermodalità e logistica integrata >>> 3,68 miliardiTotale >>> 31,98 miliardi

La missione relativa alle infrastrutture “Missione 3 – Infrastrutture per una mobilitàsostenibile” si concretizza in 2 componenti che prevedono 4 linee progettuali e si ponel’obiettivo di realizzare un sistema infrastrutturale di mobilità moderno, digitalizzato esostenibile dal punto di vista ambientale, usufruendo di un ammontare complessivo dirisorse pari a 31,98 miliardi di euro (vedi sopra).

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La prima componente, “Alta velocità ferroviaria e manutenzione stradale 4.0” sifocalizza sulle grandi linee di comunicazione del Paese, innanzitutto quelle ferroviarie, inun’ottica di mobilità rapida, sostenibile e tecnologicamente avanzata. Accanto a unconsistente intervento sulla rete ferroviaria, sia nazionale che Regionale e potenziato nelMezzogiorno grazie al supporto dei fondi FSC (Fondi per lo Sviluppo e la Coesione), i cuitermini sono definiti nella Legge di bilancio n.178/2020, sono previsti alcuni investimentiper la messa in sicurezza e il monitoraggio digitale di viadotti e ponti stradali nelle aree delterritorio che presentano maggiori criticità.

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Le proposte di interventi infrastrutturali e tecnologici consistono nel:

puntare all’alta velocità e alla velocizzazione della rete per passeggeri e merci;completare i corridoi ferroviari TEN-T;completare le tratte di valico;potenziare i nodi, le direttrici ferroviarie e le reti regionali;colmare il gap infrastrutturale Nord -SUD per le Regioni del Sud.

La seconda componente “Intermodalità e logistica integrata”, prevede un programmanazionale di investimenti per un sistema portuale competitivo e sostenibile dal punto di vistaambientale per sviluppare i traffici collegati alle grandi linee di comunicazione europee evalorizzare il ruolo dei Porti del Sud Italia nei trasporti infra-mediterranei e per il turismo.

Pertanto l’obiettivo punta al miglioramento della competitività, capacità e produttività deiporti in chiave green:

considerando i porti non solo punti di transito, ma integratori del sistema mare-terra;proponendo un’offerta logistica efficace ed affidabile per i trasporti inland da/per ledestinazioni finali;creando una massa critica che consenta economie di scala ed efficienze in terminiambientali e sviluppando i traffici verso l’area geograficamente a Nord delle Alpi;realizzando una serie di interventi sistemici, l’accessibilità portuale e dei collegamentiferroviari e stradali con i porti (ultimo miglio);migliorando la situazione ambientale e la riduzione delle emissioni climalteranti deiporti (riducendo le emissioni inquinanti da combustibili fossili sia degli edifici, chedegli impianti, che dei mezzi di servizio sia terrestri che navali).

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Misiti: semplificazione normativa ? vanno aboliti idecreti attuativi delle leggiDari Andrea - Ingegnere, Editore INGENIO Misiti Aurelio - Ingegnere, già Presidente del Consiglio Sup. LLPP 10/02/2021 636

Stiamo vivendo un momento di grande trasformazione, in cui finalmente si torna a parlare coninsistenza del valore della competenza, dell'importanza del ruolo dei tecnici nelle decisioni cheriguardano lo sviluppo strategico della nazione. Dopo un periodo di populismo selvaggio in cui sipensava si potesse applicare il concetto "uno vale uno" finalmente parole come conoscenza,esperienza, abilità tornano ad avere un valore anche per chi si occupa della cosa pubblica.

Diventa quindi importante "il come" sia affrontata questa esigenza di competenza. Negli ultimi 10anni si è affrontato questo aspetto essenziale creando spesso dei doppioni rispetto a quanto giàesiste nel Paese, in particolare realizzando strutture di missione la cui durata è spesso coincisa conquella del singolo governo. A mio parere più che inventarsi ogni volta una soluzione"estemporanea" sarebbe più importante valorizzare gli organi consultivi esistenti, modernizzandoli evalorizzando, attraverso un potenziamento, la loro funzione. In tale contesto il pensiero cadeovviamente sul Conniglio Superiore dei LLPP, fondato da Cavour e da sempre riferimento per ilmondo tecnico delle costruzioni italiano.

Per capire quale sviluppo potrebbe avere questo importante Organo consultivo, e come potrebberispondere alle esigenze del periodo, a cominciare dall'emergenza climatica, quella della messa insicurezza idrogeologica, quella della spesa "controllata" dei fondi del recovery plan, ho volutointervistare il Prof. Aurelio Misiti, per molti anni presidente del Consiglio Superiore, oltre ad avereavuto numerosi incarichi di governo e all'interno delle istituzioni.

Andrea Dari

Editore Ingenio

Intervista al Prof. Aurelio Misiti

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Andrea Dari: Preg.mo Presidente Misiti, DOMANDA N.1 di recente è stata evidenziata la proposta dicreare un Consiglio Superiore che si occupi dei temi di sviluppo ed ambientali, una struttura snellacon meno di 10 persone. Cosa ne pensa di questa proposta, considerato che lei è stato presidentedel Consiglio Superiore dei LLPP per lungo tempo, e con diversi incarichi ministeriali e tecnici si èoccupato di grandi opere e infrastrutturazione del Paese, con particolare attenzione per il Meridione?

Aurelio Misiti:

Ho letto la proposta del garante del Movimento 5S Beppe Grillo, il quale ha parlato di guerra aisussidi, di sviluppo sostenibile, di transizione ecologica, dando anche qualche suggerimentogestionale e tecnico amministrativo.

In particolare ha proposto un nuovo organo di consulenza dello Stato composto da 5 a 9 esperticomprendenti rappresentanti dei LL PP , dell A̓MBIENTE e di altri Enti statali. Sarebbe un ConsiglioSuperiore unitario per dare risposte equilibrate e rapide alle richieste di consulenza dellʼEsecutivo.L̓ idea è interessante per superare le diatribe tra uno o più Ministeri costruttori e un altro che si ritienesupervisore di ogni Opera Pubblica, arrivando anche a bloccare il cantiere senza limiti di tempo. Ioritengo che non sia tanto importante il numero dei componenti quanto il tempo massimo impiegatoper avere il parere, che non deve mai superare i 30-45 giorni. Così si vuol fare e si fa in Francia, doveperò cʼè un Pubblica Amministrazione molto efficente.

La sicurezza degli edifici storici vincolati: demandare a un unico soggettovalutatore e decisore

Andrea Dari:  Nel nostro Paese a volte troviamo delle azioni contraddittorie tra i diversi ministeri equesto finisce per avere conseguenze sul bene pubblico. Se assistiamo a quanto è accaduto a Norcianel 2016 con il Sisma del Centro Italia ci accorgiamo che è si è verificata una situazione davverograve: gli edifici privati, oggetto di miglioramento sismico dopo il terremoto del 1997, hanno benresistito alle diverse scosse, anche quelle più forti, mentre sono stati gli edifici vincolati ad avere idanni maggiori, e ricordo il crollo della bellissima basilica di San Benedetto da Norcia. Questo accadeperchè purtroppo non si è mai arrivati a una scelta condivisa in materia di sicurezza strutturale, e inparticolare in zona sismica, sugli edifici vincolati, tra i ministeri competenti. E malgrado da parte delConsiglio Superiore si sia cercato di agire con proposte e commissioni ancor oggi non abbiamo unanorma efficace per la tutela del patrimonio storico italiano. Vengo alla domanda: un ConsiglioSuperiore unico e multidisciplinare potrebbe essere la soluzione per risolvere finalmente situazionicosì importanti e critiche per il nostro Paese ?

Aurelio Misiti:

Sulla sicurezza strutturale degli edifici storici vincolati, siti in zone sismiche, vi sono contraddizioni tranormative che spesso possono impedire la loro salvaguardia. Gli episodi citati nella domanda sonoemblematici. Eʼ necessaria lʼunificazione di tali norme e demandare a un unico soggetto valutatore edecisore, capace di assicurare lunga vita al patrimonio più importante dello Stato.Un ConsiglioSuperiore Tecnico/normativo trasversale, unico e multidisciplinare, potrebbe portare aimassimi livellila resistenza antisismica i tali edifici, tutelandoli il più a lungo tempo possibile.

La complessità normativa: vanno aboliti i decreti attuativi delle leggi

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Andrea Dari:  Sempre più spesso assistiamo in Italia a situazioni in cui a fronte di un annuncio politicoe della pubblicazione di una conseguente legge, poi si creino situazioni estremamente critichedovute da un lato alla mancanza delle emanazione dei cosiddetti decreti attuativi (per citarne una, lalegge di bilancio per il 2021 che, secondo alcuni conteggi, richiederebbe ben 176 decreti attuativi.)dallʼaltro del fatto che in esse siano spesso contenuti errori, sovrapposizioni, carenze e imprecisionitali da renderne impossibile lʼapplicazione. Il recente superbonus ne è un esempio lampante. Ritieneche se vi fosse un maggiore coinvolgimento di un Consiglio Superiore tecnico/normativo, trasversalea più ministeri, oggi potremmo davvero semplificare lʼapparato normativo dello Stato ?

Aurelio Misiti:

La domanda richiede una risposta riformatrice molto ampia. Il mio parere su questo punto è netto:vanno aboliti i decreti attuativi delle leggi. Occorre però varare leggi senza alcun difetto e corredatedalle norme attuative. Un Consiglio Superiore dello Stato, composto da rappresentanti dei principaliMinisteri e di altri Istituti come il Consiglio di Stato, Tar, Avvocatura , potrebbe semplificareprofondamente lʼapparato normativo italiano.

Consiglio Superiore: Presidente non può dipendere dallʼEsecutivo

Andrea Dari:  Negli ultimi anni abbiamo visto un Consiglio Superiore impegnato su tanti fronti:sismabonus, semplificazione, testo unico costruzioni, legge sulla qualità dellʼarchitettura, … oltreallʼattività ordinaria su pareri e normazione. Come decano del settore qualʼè il suo giudiziosullʼoperato di questo storico organo consultivo dello stato ?

Aurelio Misiti:

Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, nonostante le carenze di personale e di fondi disponibiliregistrate negli ultimi anni, ha fatto fronte a numerosi impegni a cui è stato chiamato, grazie alladedizione di molti funzionari pubblici e docenti universitari di ingegneria e di architettura. Pertantoilmio giudizio non può che essere complessivamente positivo, sia sui vertici (Presidente Generale,Presidenti di sezione,) che sui membri e invitati.

Andrea Dari:  In una trasformazione del Consiglio Superiore, ritiene che dovrebbe essere attuatoanche un rinforzo della struttura ? per esempio in alcuni Paesi vi sono organi tecnici centrali chehanno una dotazione di un laboratorio centrale per la certificazione dei materiali, una struttura concentinaia di persone per svolgere in modo diretto controlli sugli appalti e sulla certificazione deifornitori, … Inoltre ritiene che andrebbero modificate le norme e le prassi per la nomina delle figureapicali ? oggi il Presidente del Consiglio Superiore dei LLPP decade, di fatto, a ogni cambio diMinistro, e questo può essere un limite allʼattività di gestione e pianificazione di un organismo cosìimportante.

Aurelio Misiti:

Non cʼè dubbio che i compiti affidati a un organismo così importante richiedono strutture di supportotecniche , scientifiche, amministrative e legali, che consentano allʼorganismo di operare in tempi brevie nella massima consapevolezza che le scelte fatte sono le più sicure da ogni punto di vista. IlPresidente Generale non può dipendere dallʼEsecutivo. Cosi è stato per 150 anni.

Oggi, grazie a una legge di pseudo riforma, cadendo il Governo decade anche il Presidente Generale.Il che significa che può non esserci indipendenza di giudizio del Consiglio.

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Formazione della PA: una priorità

Andrea Dari:  Siamo in un momento di grande trasformazione. La digitalizzazione ha unʼevoluzionevertiginosa e la ricerca in ambito tecnico sta portando a soluzioni ingegneristiche un tempoimpensabili. In questo contesto di cambiamento assume primaria importanza lʼaggiornamento dellaPA e quindi la formazione continua dei tecnici che operano allʼinterno della pubblica amministrazione,evitando di lanciare messaggi pericolosi come quello che mille giovani neolaureati possano sostituire1000 tecnici di lunga esperienza. Quale soluzione andrebbe avviata per poter svolgere unʼazione non«a salti» ma continua ed efficace ?

Aurelio Misiti:

La trasformazione che introdurrà nella Pubblica Amministrazione a ogni livello la digitalizzazioneimpone la formazione e l‘aggiornamento del personale a ogni livello dello Stato, delle Regioni, deiComuni e di tutti gli Enti pubblici. La formazione e lʼaggiornamento dovranno essere continui e di altolivello qualitativo. Va perseguita pertanto la collaborazione più stretta tra le Università e lʼapparatopubblico nel suo complesso. L̓ Università non più torre d‘avorio ma struttura capace, oltre al lavoroscientifico di base, di svolgere attività applicativa delle scienze, che farà fare salti di qualità alla vitadegli europei.

Il ponte sullo stretto di Messina fa parte integrante del corridoio europeo Berlino-Malta

Andrea Dari:  Unʼ ultima domanda. Se il nuovo governo saprà esprimere un piano credibile arriverannodallʼUnione Europea i fondi non solo per coprire i disavanzi che si sono dovuti creare in questo ultimo anno maanche i finanziamenti necessari per un adeguamento infrastrutturale del Paese. Tra i progetti più importanti ve neè uno di cui si parlò lungamente quando Lei era a capo del Consiglio Superiore e poi successivamente viceMinistro: il ponte sullo stretto di Messina. Cosa ne pensa, opera indispensabile o spreco di denaro pubblico ? e inche modo dovrebbe essere gestito un appalto così sensibile a pericoli di infiltrazione malavitosa ?

Aurelio Misiti:

La crisi sanitaria e le disuguaglianze territoriali tra Nord e Sud del nostro paese hanno indottolʼEuropa a stanziare a favore dellʼItalia oltre 200 miliardi di Euro, tra prestiti e assegnazioni a fondoperduto.

I fondi vanno utilizzati per rendere più competitivo il territorio, per ridurre i divari territoriali di PIL,reddito e benessere, per formazione e ricerca, per il completamento dei corridoi TEN-T con l A̓ltaVelocità ferroviaria e autostradale, compresa la costruzione del ponte sullo stretto. Ci potrà esserecosì una crescita economica che ridurrà il debito pubblico e ammodernerà il paese con infrastruttureadeguate al terzo millennio.

Per il termine infrastrutture intendo: ogni organica connessione di elementi allʼinterno del sistemadotata di configurazione riconoscibile. Una cifra elevata Investita al Sud va eseguita con un progettodi sistema comprendente le infrastrutture della logistica e dei servizi, infrastrutture delle innovazioni,della cultura del benessere e degli stili di vita.

I primi tre sottoprogetti sono:

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le autostrade del mare al servizio della portualità e delle ZES- Zone Economiche Speciali.l A̓lta Velocità ferroviaria e autostradale Salerno-Catania compreso il ponte sullo strettoopportunamente aggiornato.modelli e stili di vita nova.

La transizione ecologica richiede un cambiamento radicale della produzione di energia elettrica, sipasserà dalle centrali a combustibili fossili alle celle a combustibile di idrogeno verde. Le ferroviedello Stato sono in grado nel giro di due anni di realizzare un sottoprogetto per intere regioni dainserire nel progetto di sistema. La prima regione potrebbe essere la Sardegna che attualmente hatutti i treni a trazione diesel.

Il ponte sullo stretto di Messina fa parte integrante del corridoio europeo Berlino-Malta e pertanto vainserito nel sistema Alta Velocità quindi opera indispensabile per il Sud,per lʼItalia e per lʼEuropa.  Lariduzione dei costi dovuta ai progressi tecnico-scientifici che vanno introdotti nell aggiornamento delprogetto. Dai 5 miliardi di euro circa del progetto con campata di tremila e trecento metri si scende aun miliardo e trecento milioni di euro, prevedendo in mare i due pilastri a distanza massima di 2000metri. In merito alle temute infiltrazioni mafiose ritengo che esse vadano contrastate in tutti i cantieridell A̓lta Velocità e delle altre opere in esecuzione. A tal fine vanno previsti investimenti suppletivi attia sconfiggere definitivamente la malavita organizzata.

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Linee Guida per la sicurezza dei ponti: presto unDecreto con finanziamenti a Province e CittàMetropolitaneSamorì Chiara - Giornalista, Collaboratrice INGENIO Baratono Pietro - Capo del Dipartimento per le infrastrutture, i sistemiinformativi e statistici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) 10/02/2021 1421

Lo scorso dicembre il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha adottato le Linee guida suiponti elaborate e approvate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

Come precisato dal Decreto, le Linee Guida assicureranno lʼomogeneità della classificazione e dellagestione del rischio, della valutazione della sicurezza e del monitoraggio di ponti, viadotti ecavalcavia presenti lungo strade statali o autostrade gestite da Anas o da concessionari autostradali.

L'atto ha anche stabilito che lʼattività di sperimentazione sarà seguita dal Consorzio della Rete deiLaboratori Universitari di Ingegneria Sismica e Strutturale (ReLUIS). A che punto siamo oggi? Comesi stanno muovendo i concessionari e come sarà gestita la fase sperimentale?

Ingenio ha intervistato Pietro Baratono, Capo Dipartimento per le Infrastrutture, i SistemiInformativi e Statistici del MIT, che ha anticipato l'uscita di un nuovo provvedimento che assegneràoltre un miliardo per la messa in sicurezza delle infrastrutture gestite da Province e Cittàmetropolitane.

Linee Guida sui ponti: le applicazioni dei concessionari e la fasesperimentale

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Ing. Baratono, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con il DM 578 del 17.12.2020 haadottato le Linee guida sui ponti. A oggi qual è la situazione? Ci sono novità sulla fase sperimentaleprevista dalle Linee Guida nazionali?

«Occorre fare una premessa: con lʼemanazione del Decreto Ministeriale dello scorso dicembre leLinee Guida sui ponti sono a tutti gli effetti adottate per i concessionari ed ANAS, masuccessivamente anche gli altri enti gestori dovranno farvi riferimento per i loro interventi dicensimento, ispezione, classificazione, verifica della sicurezza e monitoraggio delle opere.Sottolineo inoltre che la quasi totalità dei concessionari ha attivato tali procedure, comprese alcuneProvincie e Regioni. Anche lʼANSFISA le utilizzerà per le proprie attività ispettive e di vigilanzasui gestori della rete, oltre che come pilastro degli schemi per i sistemi di gestione della sicurezzache dovranno essere adottati dai gestori stessi. La fase sperimentale, richiamata anche allʼinternodel Decreto Semplificazioni, sarà in capo al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che mi risulta stiaorganizzando lʼattività, operando, in collaborazione con le strutture ministeriali competenti, ossial'ANSFISA e il Dipartimento per la Protezione Civile, sia con una sperimentazione diretta siaacquisendo una serie di dati dai gestori che nel frattempo si sono attrezzati per applicare quantoprevisto dalle Linee Guida. Attualmente sono state bandite alcune gare di rilevante importo daparte dei concessionari e dell A̓NAS e, inoltre, sono state affidate o sono in corso di affidamento,talune attività di ricerca scientifica e tutoraggio affidate ad alcuni Consorzi universitari, tra cuiil Consorzio FABRE. Possiamo quindi affermare che lʼutilizzo delle Linee Guida del ConsiglioSuperiore è già in corso su una notevole estensione di tratte stradali in tutta Italia».

Come saranno gestiti i risultati frutto di questi interventi portati avanti dai singoli gestori?

«I dati saranno comunicati e trasferiti ad unʼapposita Commissione istituita presso il ConsiglioSuperiore dei Lavori Pubblici che, attraverso le valutazioni effettuate a cura delConsorzio ReLUIS, proporrà se e come integrare, modificare o rielaborare i contenuti delle LineeGuida, in analogia alle Norme Tecniche, che vengono modificate ogniqualvolta ve ne sia la necessitàe non sono certo scolpite nella pietra. Rispetto alle Norme Tecniche, la procedura di modifica di unaLinea Guida pubblicata con Decreto Ministeriale dovrebbe essere peraltro molto più veloce. Glistessi dati potranno consentire ad ANSFISA, in collaborazione con il MIT e il Consiglio Superiore, dipredisporre delle istruzioni tecniche su alcuni aspetti specifici come ad esempio le ispezioni speciali,le barriere di sicurezza e quelle antirumore. È ovvio che siamo solo allʼinizio, portare a compimentoun progetto simile richiede notevoli risorse e tempo, anche perché occorre passare dai sistemi digestione della sicurezza di ciascun gestore a quelli previsti dalle Linee Guida, anche utilizzando idati già in loro possesso riguardanti lo stato di degrado delle opere. Tornando alle Linee Guida,rispetto agli usuali sistemi utilizzati, è richiesto qualcosa in più: il censimento e le ispezionicomportano la definizione di una Classe di attenzione e di conseguenza l'eventuale valutazionedella sicurezza del ponte per valutarne la transitabilità, lʼoperatività o lʼadeguatezza. In sostanza leLinee guida consentono di portare avanti una grande operazione di censimento e conoscenza deiponti coerente e organica a livello nazionale. Senza dimenticare che tutti questi dati andranno adarricchire l A̓rchivio informatico nazionale delle Opere Pubbliche (AINOP)».

Enti locali: in arrivo finanziamenti per la sicurezza di ponti e viadotti

E invece, per quanto riguarda i ponti, i cavalcavia e i viadotti che ricadono nelle reti stradali gestitedagli enti territoriali come Province e Città metropolitane?

«Gli Enti territoriali saranno obbligati a seguire le Linee Guida dalla loro adozione a valle dellaConferenza Stato-Regioni. Se fossi un gestore di un Ente locale tuttavia, adotterei le LineeGuida volontariamente, anche per evitare eventuali possibili problemi in ambito penale, qualora

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accadesse un incidente. Nei prossimi mesi uscirà un Decreto del Ministero delle Infrastrutturepreparato di concerto con quello dellʼEconomia e delle Finanze, che destinerà circa un miliardo e150 milioni di euro per finanziare interventi per la messa in sicurezza dei ponti eviadotti esistenti gestiti da Province e Città metropolitane. Le risorse saranno suddivise in 350milioni di euro per il 2021, 450 milioni per il 2022 e 350 milioni per il 2023. Si tratta di unprovvedimento importante perché prevede che le risorse non vengano impiegate solo per laprogettazione, lʼesecuzione e le spese tecniche per il miglioramento o lʼadeguamento delle opere,ma anche per il censimento, la classificazione del rischio e la verifica della sicurezza.Il Decreto quindi, finanzia anche“lʼoperazione Linee Guida” per le attività degli Enti locali, chepotranno in questo modo predisporre un programma di messa in sicurezza per ciascuna Provincia.Questo però apre un tema da non sottovalutare».

Quale?

«Il tema della qualità delle Stazioni Appaltanti. I gestori, gli uffici tecnici provinciali o delle cittàmetropolitane, non hanno un livello uniforme nel nostro Paese e vi sono realtà più o menostrutturate. I problemi sono dovuti, a esempio, alla mancanza del personale tecnico, dellecompetenze, degli strumenti. A mio parere, uno dei compiti del Ministero dovrebbe essere quello divalutare anche come spendere queste risorse che potrebbero essere sommate a quelle previstenel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR o Recovery Plan). Unʼipotesi quindi potrebbeessere quella di supportare le realtà locali affiancando loro lʼexpertise dei consorzi universitari edelle stazioni appaltanti più strutturate quali l A̓NAS o le strutture decentrate del Ministero come iProvveditorati».

Il Recovery Plan per la sicurezza delle infrastrutture

Quanto riserva il Recovery Plan alla sicurezza di ponti e viadotti?

«Il PNRR è ancora in fase di sviluppo e dovrà essere valutato, approfondito e rivisto,maindubbiamente uno dei temi previstipotrebbe essere quello della coesione territoriale. Ne derivache il rifacimento, lʼadeguamento e il miglioramento della sicurezza dei ponti esistenti consente unacoesione, un collegamento più efficiente e sicuro tra le aree del Paese e risponderebbe a quanto

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richiesto dalle Linee guida sul Recovery pubblicate della Commissione europea lo scorso 22 gennaioche gli Stati membri devono seguire per la stesura dei loro PNRR al fine di ottenere i fondi europei. Inogni caso, il finanziamento delle attività di censimento, classificazione, verifica della sicurezza emonitoraggio delle opere è necessario per portare a termine questa attività di conoscenza a livellonazionale che, non essendo mai stata fatta in modo esteso, presuppone uno sforzo notevole daparte di tutte le istituzioni per la sicurezza dei cittadini».

Tornando alla fase sperimentale delle Linee Guida sui ponti, una volta definito il tutto, come siprocederà?

«Come dicevo, i concessionari ed alcuni gestori sono partiti autonomamente attuando le LineeGuida, mentre il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici avrà il compito di sperimentarle direttamentesu alcune tratte significative che saranno scelte da unʼapposita Commissione. Come stabilitoallʼart. 49 del decreto “Semplificazioni” il Consiglio, con il supporto scientifico del Consorzio ReLUISe in collaborazione con gli attori statali coinvolti, valuterà quindi i risultati ottenuti sia con lasperimentazione diretta sia con le verifiche realizzate nel frattempo da Enti gestori, concessionari edenti locali».

Linee Guida ponti: 15 milioni di euro per la fase di sperimentazione

L̓articolo 14 del “Decreto Genova” prevede anche lʼattivazione di un importante finanziamento di 15milioni di euro per la fase sperimentale. Come si è arrivati a definire tale importo?

«La somma di 15 milioni di euro destinata a finanziare la sperimentazione su circa 1000 ponti eviadotti, nasce da un conto economico ben preciso effettuato dal Dipartimento nel gennaiodellʼanno scorso che ha tenuto in considerazione le singole attività tecniche necessarie persperimentare lʼapplicazione delle Linee guida sulle infrastrutture più a rischio, con riferimento allerisorse umane, agli strumenti o alle verifiche di sicurezza necessarie ed ai loro costi».

Leggi anche:

Classificazione del rischio dei ponti esistenti: tutti i dettagli delle Linee guida

Le Linee Guida sono state approvate la scorsa primavera dal Consiglio Superiore deiLavori Pubblici: il testo, le appendici, gli allegati del documento e tutte le intervistenell'approfondimento di Ingenio.

Un nuovo software per la classificazione dei ponti

Lo scorso novembre è partito il progetto ARGO, che Aspi Tech, braccio tecnologico di ASPI, hasviluppato insieme a IBM e Fincantieri. Il sistema ARGO consentirà di sorvegliare, monitorare eispezionare lo stato di ponti, viadotti e gallerie presenti lungo la rete gestita da Autostrade perlʼItalia. Questo progetto come rientra nellʼambito di quanto previsto dalle Linee Guida sui Ponti?

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«Ovviamente i concessionari già in possesso di un sistema di gestione si stanno adattando aicontenuti delle Linee Guida. In generale,considero molto positivo che ci siano più realtà,pubbliche e private, che le stanno applicando e sperimentando, anche perché sono convinto chela ricerca e la sperimentazione di più soggetti consenta un sano confronto scientifico che potràportare in tempi rapidi a un'importante evoluzione tecnologica del settore. Tra lʼaltro possoanticipare che arriverà presto un nuovo software studiato per la classificazione dei ponti che èstato messo a punto dal Dipartimento di Informatica dellʼUniversità di Pisa insieme a quello diTecnica delle Costruzioni e che sarà reso disponibile a titolo gratuito».

E sul fronte della digitalizzazione? Nelle Linee Guida per il censimento e la classificazione delrischio, la verifica della sicurezza e il monitoraggio dei ponti esistenti, entra in gioco ancheil Building Information Modeling...

«Le Linee Guida prevedono la progressiva digitalizzazione delle opere iniziando da quelle critiche,per le quali viene effettuata la verifica della sicurezza. In un primo tempo, la classificazione elʼispezione possono essere indipendenti dal BIM, ma non cʼè dubbio che se un ponte deve esseresottoposto alla verifica di sicurezza con la necessità di fare calcoli, a quel punto può essereunʼassoluta opportunità quella di implementare un modello informativo da cui estrarre il modellostrutturale che consenta di fare le opportune verifiche, comprese le analisi di sensibilità o di backanalysis».

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Superbonus 110% per impianti termici inSupercondominio solo per chi attesta il miglioramentodi due classiPeppucci Matteo - Collaboratore INGENIO 10/02/2021 372

Agenzia delle Entrate: se in un condominio costituito da più edifici, la sostituzione dell'impiantotermico centralizzato non consenta il miglioramento di due classi energetiche ma tale risultato èraggiunto solo per alcuni edifici oggetto di ulteriori interventi trainanti o trainati, possono accedereal Superbonus solo i condòmini che possiedono le unità immobiliari all'interno degli edifici oggettodei predetti ulteriori interventi

Quali sono le regole del Superbonus nel cd. Supercondominio? Lo ha chiarito l'Agenzia delle Entratecon la risposta n.94 dell'8 febbraio 2021, inerente una richiesta sui lavori per il miglioramentodellʼefficienza energetica attraverso la riqualificazione della centrale termica a servizio di tutti gliedifici.

Supercondominio: il caso

L'Istante riferisce di essere l'amministratore di un "supercondominio", formato da più edifici incondominio ognuno con proprio civico e codice fiscale, e che l'assemblea dei condòmini hadeliberato la riqualificazione della centrale termica a servizio di tutti gli edifici. Fa presente,inoltre, che, al fine di fruire del c.d. Superbonus, in alcuni condomìni facenti parte del predettosupercondominio, i condòmini hanno deliberato di realizzare anche lavori di isolamento termicodelle facciate e del tetto dai quali conseguirà la diminuzione di due classi energetiche degli edificiinteressati.

Si chiede quindi quale sia la detrazione spettante, rispettivamente:

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ai condòmini che hanno deliberato anche lavori di isolamento termico delle facciate e deltetto, al fine di assicurare, congiuntamente alla sostituzione dell'impianto termico, ilmiglioramento di due classi energetiche degli edifici;ai condòmini che, invece, hanno deliberato solo la predetta sostituzione dell'impiantotermico.

Il dubbio interpretativo, in particolare, deriverebbe, a parere dell'Istante, dal fatto che ognicondominio ha il proprio codice fiscale e che l'ottenimento dell'agevolazione fiscale dipendeanche dalla sostituzione della centrale termica del supercondominio che, a sua volta, ha unproprio codice fiscale.

Il Superbonus 110% nel Supercondominio

Con riferimento agli interventi prospettati nell'istanza di interpello, le Entrate osservanopreliminarmente che nella circolare n. 24/E del 2020 è stato chiarito che, per quanto riguardal'individuazione delle parti comuni interessate dall'agevolazione, è necessario far riferimentoall'articolo 1117 del codice civile, ai sensi del quale sono parti comuni, tra l'altro, il suolo su cuisorge l'edificio, i tetti e i lastrici solari nonché le opere, le installazioni, i manufatti diqualunque genere che servono all'uso e al godimento comune, come gli impianti per l'acqua,per il gas, per l'energia elettrica, per il riscaldamento e simili fino al punto di diramazione degliimpianti ai locali di proprietà esclusiva dei singoli condòmini.

Con riferimento, inoltre, al supercondominio si fa presente che l'articolo 1117-bis del codice civilestabilisce che le disposizioni in materia di condominio negli edifici «si applicano, in quantocompatibili, in tutti i casi in cui più unità immobiliari o più edifici ovvero più condominii di unitàimmobiliari o di edifici abbiano parti comuni ai sensi dell'articolo 1117».

Quindi: nella circolare 30/E del 2020, rispondendo al quesito 5.2.4, è stato precisato che qualora inun condominio costituito da più edifici, la sostituzione dell'impianto termico centralizzato nonconsenta il miglioramento di due classi energetichema tale risultato è raggiunto solo per alcuniedifici oggetto di ulteriori interventi trainanti o trainati, possono accedere al Superbonus solo icondòmini che possiedono le unità immobiliari all'interno degli edifici oggetto dei predettiulteriori interventi.

In tale caso, la verifica del rispetto dei requisiti necessari per accedere al Superbonus va effettuatacon riferimento a ciascun edificio e, in particolare, il doppio passaggio di classe è attestatamediante gli appositi A.P.E. convenzionali ante e post intervento, redatti per i singoli edificioggetto degli interventi.

Possono, invece, accedere, nel rispetto delle condizioni previste, all' ecobonus di cui all'articolo 14del decreto legge n. 63 del 2013, gli altri condòmini che possiedono le unità immobiliari all'internodegli edifici che - con il solo intervento di sostituzione dell'impianto termico centralizzato - nonraggiungono il miglioramento di due classi energetiche.

Quindi, riassumendo:

Superbonus 110% per chi ha deliberato di realizzare anche l'isolamento termico delle facciatee del tetto dal quale conseguirà, unitamente alla sostituzione dell'impianto termico a serviziodell'intero supercondominio, la diminuzione di due classi energetiche. La verifica del rispettodei requisiti necessari per accedere al Superbonus va effettuata con riferimento a ciascunedificio;Ecobonus ordinario per chi ha deliberato solo la sostituzione del predetto impianto termico;

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è irrilevante la circostanza che ogni condominio abbia il proprio codice fiscale e che lapossibilità di fruire del Superbonus sia subordinata anche alla sostituzione della centraletermica del supercondominio che ha, a sua volta, un proprio codice fiscale.

LA RISPOSTA 94/2021 DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE E' SCARICABILE IN FORMATO PDFPREVIA REGISTRAZIONE AL PORTALE

Allegato

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Contabilizzazione Superbonus 110%: quali regole persconto in fattura e cessione del credito? Il documentoOICPeppucci Matteo - Collaboratore INGENIO 10/02/2021 2794

L'OIC (Organismo italiano di Contabilità) ha pubblicato in consultazione la bozza di comunicazionesulle modalità di contabilizzazione dei bonus fiscali

In materia di Superbonus 110%, segnaliamo il corposo e nuovo documento dell'OIC che trae origineda una richiesta di parere da parte dell A̓genzia delle Entrate avente ad oggetto “le modalità dicontabilizzazione per le imprese OIC del cd. Superbonus e altre detrazioni fiscali maturate afronte di interventi edilizi”.

I bonus fiscali oggetto della richiesta di parere sono quelli a cui è applicabile la disciplina dellacessione a terzi ai sensi dellʼart.121 del DL 34/2020, che, nello specifico, ha introdotto la possibilitàper il contribuente di optare alternativamente, in luogo della fruizione diretta del beneficiofiscale, di un contributo sotto forma di sconto in fattura da parte dellʼimpresa commissionaria deilavori o per la cessione di un credito, pari alla detrazione spettante, ad altri soggetti compresi gliistituti di credito e gli altri intermediari finanziari. Rientra in tale categoria di bonus fiscali anche il cdSuperbonus 110% disciplinato dallʼart.119 DL 34/2020.

Questi i 4 quesiti analizzati dall'OIC:

�. contabilizzazione nel bilancio della società committente del diritto alla detrazione fiscale(quesito 1 - diritto alla detrazione fiscale);

�. contabilizzazione nel bilancio della società commissionaria dello sconto in fattura concessoalla società committente (quesito 2 - sconto in fattura);

�. contabilizzazione nel bilancio della società (cedente) che in luogo della fruizione diretta delladetrazione fiscale opta per la cessione del corrispondente credito di imposta ad un terzosoggetto (quesito 3 - cessione del credito-cedente);

�. contabilizzazione nel bilancio della società (cessionario) che acquista il credito di imposta confacoltà di successiva cessione [quesito 4 - ricezione del credito-cessionario).

IL DOCUMENTO E' SCARICABILE IN FORMATO PDF PREVIA REGISTRAZIONE AL PORTALEAllegato

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Mercoledì 10 Febbraio 2021

Interventi finalizzati all'efficienza energetica realizzati inun supercondominio: chiarimenti sul Superbonus

casaeclima.com/ar_43861__interventi-efficienza-energetica-realizzati-super-condominio-chiarimenti-superbonus.html

Interventi finalizzati all'efficienza energetica realizzati in un supercondominio: chiarimentisul SuperbonusEntrate: usufruiscono del 110% i condòmini che effettuano, insieme alla sostituzionedell'impianto termico che serve l'intero “supercondominio”, anche l'isolamento termico dellefacciate e del tetto degli edifici in cui sono situate le loro abitazioni, ottenendo la diminuzionedi due classi energeticheUsufruiscono della detrazione del 110% delle spese sostenute, i condòmini che effettuano,insieme alla sostituzione dell'impianto termico che serve l'intero “supercondominio”, anchel'isolamento termico delle facciate e del tetto degli edifici in cui sono situate le loroabitazioni, ottenendo la diminuzione di due classi energetiche.

In sintesi, è quanto chiarisce la risposta dell'Agenzia delle entrate n. 94 dell’8febbraio 2021.

L'istante è l'amministratore di un “supercondominio", formato da più edifici, ognuno conproprio civico e codice fiscale. L’assemblea dei condomìni ha deliberato la riqualificazionedella centrale termica comune a tutti i fabbricati. Alcuni proprietari, per beneficiare delSuperbonus, hanno deciso di realizzare anche lavori di isolamento termico delle facciate e deltetto per ottenere la diminuzione di due classi energetiche degli edifici interessati.

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L’amministratore chiede quale sia la detrazione spettante, rispettivamente, a quest’ultimi e aicondòmini che, invece, hanno approvato soltanto la sostituzione dell’impianto termico.

Sulla detrazione del 110% prevista dall’articolo 119 del Dl “Rilancio”, in caso di specificiinterventi finalizzati alla efficienza energetica e al consolidamento statico o alla riduzione delrischio sismico degli edifici, l’Agenzia delle entrate ha fornito chiarimenti, tra le altre, con lacircolare n. 24/2020, la risoluzione n. 60/2020 e la circolare n. 30/2020.

Per risolvere il dubbio dell’interpello bisogna innanzitutto definire quali siano le particomuni dei condomìni agevolabili. La circolare n. 24/2020 ha chiarito che al riguardo vafatto riferimento all’articolo 1117 del codice civile, secondo il quale, tra l’altro, sono particomuni, il suolo su cui sorge l'edificio, i tetti e i lastrici solari e le opere, le installazioni, imanufatti di qualunque genere che servono all'uso e al godimento comune, come gli impiantiper l'acqua, il gas, l'energia elettrica, riscaldamento e simili fino al punto di diramazionedegli impianti ai locali di proprietà esclusiva dei singoli condòmini. Su misura, rispetto alcaso in esame, anche il successivo articolo 1117-bis, che estende l’applicazione delledisposizioni relative ai condòmini dei “supercondomini”.

Successivamente, la circolare n. 30/2020 ha precisato che se in un condominio costituito dapiù edifici, la sostituzione dell'impianto termico centralizzato non comporta il miglioramentodi due classi energetiche, ma il risultato è raggiunto per alcuni edifici oggetto di ulterioriinterventi trainanti o trainati, possono accedere al Superbonus solo i condòmini chepossiedono le unità immobiliari all'interno dei fabbricati oggetto degli interventi che hannofatto guadagnare due classi energetiche.

I requisiti di accesso alla detrazione del 110%, in tal caso, dovranno essere verificati per ognisingolo edificio e per ciascun fabbricato dovrà essere presentata la certificazione Ape ante epost intervento che attesta i due passaggi di classe.

I proprietari delle abitazioni appartenenti alle palazzine che hanno approvato soltanto lasostituzione dell’impianto termico centralizzato senza realizzare il miglioramento di dueclassi energetiche, potranno usufruire dell’Ecobonus (articolo 14, Dl n. 63/2013).

Il chiarimento appena riportato bene si adatta all’ipotesi in commento, considerato che, inbase all’articolo 1117-bis del codice civile, al complesso condominiale formato da più edifici siapplicano le stesse regole del condominio singolo, comprese quelle relative alla imputazioneai singoli proprietari delle spese sostenute per le parti comuni, e i medesimi obblighi previstiin materia di condominio negli edifici.

In conclusione, precisa l’Agenzia in relazione al quesito dell’istante, usufruiscono della maxi-detrazione del 110% delle spese sostenute, i condòmini che hanno deciso di realizzare anchel'isolamento termico delle facciate e del tetto, integrazione che comporta, insieme allasostituzione dell'impianto termico a servizio dell'intero “supercondominio”, la diminuzione

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di due classi energetiche per gli edifici interessati, come richiede l’agevolazione introdotta dal decreto “Rilancio”. Naturalmente, come già detto, i requisiti devono essere verificati per ogni stabile e il doppio passaggio di classe deve essere attestato tramite distinti Ape convenzionali ante e post intervento, redatti per i singoli immobili oggetto di entrambi gli interventi.

I condòmini che hanno scelto di sostituire soltanto l’impianto termico potranno, in presenza delle previste condizioni, eventualmente beneficiare dell'Ecobonus.

Irrilevante, osserva infine l’Agenzia, che, come precisato dall’istante, ogni condominio abbia il proprio codice fiscale e che la possibilità di fruire del Superbonus sia subordinata anche alla sostituzione della centrale termica dell’intero complesso che ha, a sua volta, un proprio codice fiscale.

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Mercoledì 10 Febbraio 2021

Tetto al subappalto, il no dell'Ue si applica solo agliappalti con importo pari o superiore alle soglie Ue

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Tetto al subappalto, il no dell'Ue si applica solo agli appalti con importo pari o superiore allesoglie UeTar Lazio: le norme della direttiva 2014/24 – rispetto alle quali la Corte UE ha affermato ilcontrasto dell’art. 105 del d.lgs. 50/2016 – trovano applicazione esclusivamente agli appaltiche abbiano un importo, al netto dell'IVA, pari o superiore alle soglie UeIl tetto al subappalto è la questione al centro della sentenza del Tribunale AmministrativoRegionale per il Lazio (Sezione Terza Ter) n.1575/2021, pubblicata l'8 febbraio.

In questa sentenza il Tar Lazio ricorda che l’art. 105 del d.lgs. 50/2016 prevede:

- al comma 2: “…. Fatto salvo quanto previsto dal comma 5, l'eventuale subappalto non puòsuperare la quota del 30 per cento dell'importo complessivo del contratto di lavori, servizi oforniture;

- al comma 5: “Per le opere di cui all'articolo 89, comma 11, e fermi restando i limiti previstidal medesimo comma, l'eventuale subappalto non può superare il trenta per centodell'importo delle opere e non può essere, senza ragioni obiettive, suddiviso”.

L’art. 89 comma 11 dello stesso decreto, richiamato dall’art. 105 comma 5, ha ad oggetto le“opere per le quali sono necessari lavori o componenti di notevole contenuto tecnologico o dirilevante complessità tecnica, quali strutture, impianti e opere speciali. E' consideratorilevante, ai fini della sussistenza dei presupposti di cui al primo periodo, che il valoredell'opera superi il dieci per cento dell'importo totale dei lavori”.

L’art. 2 lett d) del DM 10 novembre 2016 n. 248 individua la categoria “OS4 - Impiantielettromeccanici trasportatori” tra quelle oggetto della disciplina dei citati art. 89 comma 11 e105 comma 5 d.lgs. 50/2016.

L’art. 105 commi 2 e 5 del Codice dei Contratti è stato, in primo luogo, oggetto dellaprocedura di infrazione 2018/2273, avviata dalla Commissione Europea nei confrontidell’Italia con atto di costituzione in mora del 24 gennaio 2019; quest’ultimo, al punto 1.3, haevidenziato il contrasto delle citate disposizioni con le direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e2014/25/UE (“la Commissione conclude che l’articolo 105, comma 2, terza frase, e l’articolo105, comma 5, del decreto legislativo 50/2016 violano l’articolo 63, paragrafo 1, secondocomma, l’articolo 63, paragrafo 2, e l’articolo 71 della direttiva 2014/24/UE”).

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Prima della definizione di tale procedura, peraltro, la Corte di Giustizia, sez. V, con lasentenza del 26 settembre 2019 nella causa C-63/18, avente ad oggetto la domanda dipronuncia pregiudiziale proposta ai sensi dell'articolo 267 TFUE dal TAR per la Lombardiacon ordinanza del 13 dicembre 2017 (inerente un appalto di lavori) ha affermato che:

- (40) “la normativa nazionale di cui al procedimento principale vieta in modo generale eastratto il ricorso al subappalto che superi una percentuale fissa dell'appalto pubblico inparola, cosicché tale divieto si applica indipendentemente dal settore economico interessatodall'appalto di cui trattasi, dalla natura dei lavori o dall'identità dei subappaltatori. Inoltre,un siffatto divieto generale non lascia alcuno spazio a una valutazione caso per caso da partedell'ente aggiudicatore”;

- (45) “… occorre rispondere alla questione pregiudiziale dichiarando che la direttiva2014/24 dev'essere interpretata nel senso che osta a una normativa nazionale, come quella dicui trattasi nel procedimento principale, che limita al 30% la parte dell'appalto che l'offerenteè autorizzato a subappaltare a terzi.”.

La sentenza in argomento, come risulta dal par. 22, ha valutato la questione di compatibilitàdell’art. 105 d.lgs. 50/2016 con il diritto dell’Unione esclusivamente in relazione alla direttiva2014/24 – nonostante il TAR Lombardia, nell’ordinanza ex art. 267 TFUE, avesse sollevatola questione anche con riferimento alla ipotizzata violazione delle disposizioni generali di cuiagli art. 49 e 56 TFUE e del principio di proporzionalità - rilevando che “poiché il valoredell'appalto di cui al procedimento principale, al netto dell'IVA, è superiore alla soglia diEUR 5 225 000 prevista all'articolo 4, lettera a), della direttiva 2014/24, è con riferimento aquest'ultima che occorre rispondere alla presente domanda di pronuncia pregiudiziale”.

La Corte UE si è, inoltre, espressa in termini analoghi con la successiva sentenza della sez. V27 novembre 2019, nella causa C-402/18, con riferimento ad un appalto pubblico di servizibandito nel vigore della previgente direttiva 2004/18, affermando la contrarietà all’art. 25 diquest’ultima dell’art. 118, commi 2 e 4, del decreto legislativo n. 163/2006 (abrogato dald.lgs. 50/2016).

La giurisprudenza interna ha recepito le indicazioni della Corte comunitaria affermando che:

- la norma del codice dei contratti pubblici che pone limiti al subappalto deve esseredisapplicata in quanto incompatibile con l’ordinamento euro-unitario, come affermato dallaCorte di Giustizia (Corte di Giustizia U.E., Sezione Quinta, 26 settembre 2019, C-63/18; Id.,27 novembre 2019, C-402/18; in termini Cons. St., V, 16 gennaio 2020, n. 389, che hapuntualmente rilevato come «i limiti ad esso relativi (30% per cento “dell’importocomplessivo del contratto di lavori, servizi o forniture”, secondo la formulazione del comma2 della disposizione richiamata applicabile ratione temporis, […] deve ritenersi superato pereffetto delle sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea»)”(Cons. di Stato, sez. V, 17dicembre 2020 n. 8101);

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- è considerata contraria al diritto comunitario la previsione di un limite generale all’utilizzo di questo istituto che prescinda dal settore economico interessato, dalla natura delle prestazioni e dall’identità dei subappaltatori. L’affermazione di tale principio però non esclude che in casi specifici, con riferimento a determinate tipologie di appalto come quelle riguardanti le opere superspecialistiche, non possa essere giustificato un limite percentuale all’esperibilità del subappalto in relazione alla natura particolare delle prestazioni da svolgere, come prevede l’art. 63, paragrafo 2, della direttiva UE n. 2014/24. Quest’ultimo stabilisce infatti che (anche) nel caso di appalti di lavori le amministrazioni aggiudicatrici possono esigere che alcuni compiti essenziali siano direttamente svolti dall’offerente. (TAR Toscana, 9 luglio 2020 n. 898).

Dal riferito quadro giurisprudenziale deve inferirsi l’illegittimità, per contrasto con l’art. 71 della direttiva 2014/24, delle sopra riportate disposizioni dell’art. 105 del d.lgs. 50/2016 e, in generale, delle ulteriori norme nazionali che prevedano dei limiti generalizzati al subappalto delle prestazioni contrattuali, fermo restando il potere della stazione appaltante di valutare e adeguatamente motivare, in relazione alla specificità del caso, la previsione di eventuali limiti proporzionati allo specifico obiettivo da raggiungere.

Come noto, le norme nazionali contrastanti con le disposizioni europee devono essere disapplicate, in virtù del principio di primazia del diritto comunitario.

I riferiti principi non possono, tuttavia, trovare applicazione al caso di specie, poiché lo stesso riguarda un appalto di importo (€ 1.718.887,01) inferiore alla soglia comunitaria(fissata, per gli appalti di lavori, in € 5.225.000, ai sensi di quanto disposto, da ultimo, dai regolamenti n. 1828/2019 e 1827/2019 che modificano, rispettivamente, la direttiva2014/24/UE e la direttiva 2014/23/UE, a decorrere dal 20 novembre 2019 e con effetto dal 1° gennaio 2020). Tale questione è stata sottoposta dal Collegio al contraddittorio delle parti presenti all’udienza del 3 febbraio 2021.

Le norme della direttiva 2014/24 – rispetto alle quali la Corte UE ha affermato il contrasto dell’art. 105 d.lgs. 50/2016 – trovano infatti applicazione, come stabilito dall’art. 4 della stessa, esclusivamente agli appalti che abbiano un importo, al netto dell'IVA, pari o superiore alle soglie dallo stesso individuate, come periodicamente revisionate ai sensi dell’art. 6 della stessa direttiva.

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Mercoledì 10 Febbraio 2021

Corrispettivi a base di gara per le procedure diaffidamento dei servizi di architettura e ingegneria:indicazioni dall'Anac

casaeclima.com/ar_43868__corrispettivi-affidamento-servizi-architettura-ingegneria-indicazioni-anac.html

Corrispettivi a base di gara per le procedure di affidamento dei servizi di architettura eingegneria: indicazioni dall'AnacL'Autorità ha rilevato comportamenti irregolari delle stazioni appaltanti, con particolareriferimento al mancato inserimento nella documentazione di gara del calcolo dei corrispettivie all’applicazione di riduzioni percentuali ai corrispettivi determinati secondo le tabelleministeriali di cui al decreto 17 giugno 2016I corrispettivi a base di gara per le procedure di affidamento dei servizi attinentiall’architettura e all’ingegneria sono al centro del Comunicato del Presidente Anac 3 febbraio2021.

“L’Autorità, nell’esercizio dell’attività di vigilanza sui contratti pubblici, ha rilevatocomportamenti delle stazioni appaltanti non pienamente aderenti alle disposizioninormative in materia di corrispettivi a base d’asta per le procedure di affidamento dei serviziattinenti all’architettura e all’ingegneria, con particolare riferimento al mancato inserimentonella documentazione di gara del calcolo dei corrispettivi e all’applicazione di riduzionipercentuali ai corrispettivi determinati secondo le tabelle ministeriali di cui al decreto delMinistro della giustizia 17 giugno 2016 (Approvazione delle tabelle dei corrispettivicommisurati al livello qualitativo delle prestazioni di progettazione adottato ai sensi dell'art.24, comma 8, del decreto legislativo n. 50 del 2016).

Preso atto di ciò, l’Autorità intende ribadire alcune indicazioni inerenti alla determinazionedei corrispettivi a base di gara per le suddette procedure di affidamento, anche alla lucedell’orientamento giurisprudenziale in materia, già richiamato nel parere di precontenzioson. 566 del 1 luglio 2020, secondo il quale l’articolo 24, comma 8, del Codice dei contrattipubblici non sancisce l’obbligo per le stazioni appaltanti di trasporre negli avvisi di gara icorrispettivi indicati nelle tabelle ministeriali, ma le lascia libere di stabilire il corrispettivo abase di gara.

Pertanto, le stazioni appaltanti possono derogare all’obbligo di determinare il corrispettivo abase di gara mediante applicazione delle tabelle di cui al decreto del Ministro della giustiziadel 17 giugno 2016 solo in presenza di una motivazione adeguata e correlata ai fatti agiustificazione dello scostamento rispetto all’importo determinato sulla base delle tabellemedesime, che rappresenta in ogni caso il parametro di riferimento per la stazioneappaltante.

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Il procedimento adottato per il calcolo dell’importo posto a base di gara, inteso come elencodettagliato delle prestazioni e dei relativi corrispettivi, deve essere sempre riportato nelladocumentazione di gara, indipendentemente dall’applicazione della deroga”.

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Mercoledì 10 Febbraio 2021

il parere n. 3/2021 della Corte dei Conticasaeclima.com/ar_43867__locazione-finanziaria-contratto-partenariato-pubblico-privato-parere-corte-conti.html

La locazione finanziaria quale contratto di partenariato pubblico privato: il parere n. 3/2021della Corte dei ContiIndicazioni sulle corrette modalità operative da seguire per la contabilizzazione dellaproposta di contratto riconducibile allo schema di P.P.P. mediante locazione finanziaria diopera pubblica, ricevuta da un operatore economicoIl Sindaco del Comune di Salsomaggiore Terme (PR) ha rivolto, tramite il Consiglio delleAutonomie Locali, alla Corte dei Conti, Sezione regionale di controllo dell'Emilia Romagna,una richiesta di parere ai sensi dell’art. 7, comma 8, della legge 5 giugno 2003, n. 131, inmerito “all’ambito di applicazione degli artt. 3, comma 1, lett. Eee, 180, e 187 del D.lgs.50/2016 nonché di esprimersi sulle corrette modalità operative da seguire per lacontabilizzazione della proposta di contratto riconducibile allo schema di P.P.P.(Partenariato Pubblico Privato) mediante locazione finanziaria di opera pubblica, ricevuta daun operatore economico, avente ad oggetto: “la progettazione definitiva ed esecutiva, lariqualificazione, il finanziamento, il mantenimento in efficienza per 20 anni del centrosportivo comunale di Bertanella in comune di Salsomaggiore Terme.”

Il Sindaco evidenzia che si tratta di un’opera di pubblica utilità considerata “fredda” e che ilComune, in ragione della sua funzione didattica e sociale, una volta realizzata, intendeassumerne direttamente o tramite partecipata la gestione.

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La Corte dei Conti, nel parere n. 3/2021, “rileva come, per effetto delle disposizioninormative nazionali ed europee, i principi affermati dalla Sezione Autonomie, le linee guidaANAC, rivesta carattere di assoluta priorità l’analisi puntuale e concreta dei contenuti delcontratto, ai fini della qualificazione dello stesso quale contratto di partenariato pubblicoprivato irrilevante per il bilancio pubblico e ciò in particolare per la locazione finanziaria,fattispecie ampia e non ben definita, sotto la cui veste possono celarsi ipotesi di obbligazioniche espongono la pubblica amministrazione in termini finanziari.

Pertanto, il Collegio ritiene che l’Ente locale, per valutare se nei casi concreti che si approcciaa definire con gli operatori economici privati sussistono le condizioni per non contabilizzarenel proprio bilancio una locazione finanziaria per la realizzazione di un’opera di pubblicautilità di lunga durata debba scrupolosamente attenersi alle disposizioni surrichiamateconsiderando in particolare i seguenti parametri:

• il contratto di locazione finanziaria, conformemente ai principi della richiamata deliberadella Sezione autonomie, potrà non essere considerato nel proprio bilancio comeindebitamento solo nel caso in cui i contenuti reali del contratto rispondano pienamente, siain sede di definizione che di attuazione e conclusione, alla disciplina contenuta negli articoli3 e 180 del codice dei contratti ed alle decisioni Eurostat relative ai contratti di partenariatopubblico privato;

• ai fini della corretta allocazione dei rischi per il raggiungimento dell’equilibrio economicofinanziario, l’Ente locale è tenuto oltre ai rischi di costruzione, disponibilità e domanda adindividuare e valutare preventivamente le ulteriori fattispecie di rischio previste nelledecisioni Eurostat e richiamate a titolo esemplificativo nelle linee guida ANAC del 2018,relativamente all’intera durata dell’operazione, attraverso un’accurata analisi dei contenuti diogni pattuizione e dell’effetto complessivo del loro collegamento (garanzie, indicizzazioneprezzi, decurtazione di canone, adeguamento del corrispettivo di riscatto, in presenza dieventuali evenienze) che possano avere riflessi sul bilancio pubblico;

• l’ente locale è tenuto, avvalendosi di ampia ed approfondita istruttoria, estesa anche allacomparazione con i diversi prodotti finanziari presenti sul mercato, alla preliminare verificadella convenienza del ricorso alla fattispecie di partenariato pubblico privato rispettoall’alternativo e tradizionale appalto pubblico in termini di ottimizzazione dei costi a caricodel proprio bilancio avuto riguardo sia alla capacità del progetto di generare ricchezza chealla redditività dell’operatore economico;

• eventuali operazioni comportanti oneri a carico dell’ente derivanti da contributi, garanzie,finanziamenti, canoni o altre prestazioni discendenti dal contratto per un importo superioreal 49% del valore complessivo del finanziamento non potranno che essere contabilizzate “onbalance”.

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Mercoledì 10 Febbraio 2021

in Gazzetta il decreto con il riparto di 855 milioni di eurotra Province, Città metropolitane e enti di decentramentoregionale

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Edilizia scolastica: in Gazzetta il decreto con il riparto di 855 milioni di euro tra Province,Città metropolitane e enti di decentramento regionaleLe modalità di selezione degli interventi per la manutenzione straordinaria el’efficientamento energetico degli edifici scolasticiÈ pubblicato, sul Gazzetta ufficiale del 9 febbraio, il decreto 1° ottobre 2020 del Ministerodell'Istruzione, con il riparto delle risorse pari a 855 milioni di euro e le modalità di selezionedegli interventi per la manutenzione straordinaria e l’efficientamento energetico degli edificiscolastici di competenza di province, città metropolitane e enti di decentramento regionale.

La somma complessiva pari ad euro 855.000.000,00, di cui all’art. 38 -bis , comma 3, lettereb) e c) , del decretolegge 30 dicembre 2019, n. 162, convertito, con modificazioni, dalla legge28 febbraio 2020, n. 8, di cui euro 90.000.000,00 per ciascuno degli anni 2020 e 2021 edeuro 225.000.000,00 per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024, a valere sul capitolo 8105 -piano gestionale 15 – del bilancio del Ministero dell’istruzione per le annualità dal 2020 al2024, è ripartita tra province, città metropolitane ed enti di decentramento regionale ai sensi

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dell’art. 48 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, secondo quanto indicato nell’allegato Aal presente decreto che ne costituisce parte integrante e sostanziale, sulla base dei criteridefiniti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 luglio 2020:

a) numero degli studenti delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado presenti inciascuna provincia, città metropolitana ed ente di decentramento regionale;

b) numero edifici pubblici adibiti ad uso scolastico presenti nelle province, cittàmetropolitane ed enti di decentramento regionale.

Entro trenta giorni dall’adozione del presente decreto, le province, le città metropolitane e glienti di decentramento regionale sono tenuti a presentare al Ministero dell’istruzione l’elencodegli interventi che intendono realizzare nell’ambito delle risorse a ciascuna spettante,individuati prioritariamente:

a) interventi nell’ambito della programmazione unica triennale nazionale 2018-2020;

b) interventi resisi necessari a seguito di verifiche di vulnerabilità sismica già espletate sugliedifici ricadenti nelle zone sismiche 1 e 2;

c) interventi resisi necessari a seguito delle indagini diagnostiche su solai e controsoffitti;

d) ulteriori interventi urgenti per garantire l’agibilità delle scuole e il diritto allo studio inambienti sicuri.

La trasmissione degli interventi di cui al comma 2 avviene tramite apposito applicativo del Ministero dell’istruzione messo a disposizione delle province, delle città metropolitane e degli enti di decentramento regionale, le cui informazioni di accesso sono fornite dal medesimo Ministero con apposita comunicazione entro cinque giorni dalla data di adozione del presente decreto.

L’elenco degli interventi di cui al comma 2 è individuato con decreto del Ministro dell’istruzione che definisce, altresì, i termini di aggiudicazione dei relativi interventi e le modalità di rendicontazione e di monitoraggio degli stessi, così come definite nel decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 luglio 2020.

L’utilizzo delle somme di cui al comma 1 è subordinato all’autorizzazione di cui all’art. 34 della legge 31 dicembre 2009, n. 196.

È demandato a un successivo decreto del Ministero dell’istruzione il riparto della maggiori risorse stanziate per le annualità dal 2021 al 2024 dall’art. 48, comma 1, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104.

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Buone notizie: le emissioni di sostanze dannose perl’ozono sono di nuovo in declinoConfermata l’origine cinese di parte delle emissioni abusive di CFC-11, ma non basta per chiarire un così forteinquinamento[11 Febbraio 2021]

Due studi internazionali pubblicati su Nature – “A decline in emissionsof CFC-11 and related chemicals from eastern China” e “A declinein global CFC-11 emissions during 2018-2019” dimostrano che «Leemissioni globali di una potente sostanza nota per impoverire lo strato diozono terrestre – la barriera protettiva che assorbe i dannosi raggi UVdel sole – sono diminuite rapidamente e ora sono di nuovo in declino».

Infatti, le emissioni di CFC-11, una delle tante sostanze chimicheappartenenti ai clorofluorocarburi (CFC) un tempo ampiamente utilizzatenei frigoriferi e nelle schiume isolanti, sono tornate in declino meno didue anni dopo un picco registrato dopo le emissioni dovuteprobabilmente alla produzione illegale di CFC11a.

Luke Western, dell’Università di Bristol, co-autore principale di uno deglistudi, ha sottolineato che «I risultati sono notizie molto gradite e si sperache segnino la fine di un periodo inquietante di apparenti violazioni normative. Se le emissioni fossero rimaste ai livelli notevolmenteelevati che abbiamo riscontrato, avrebbe potuto esserci un ritardo, forse di molti anni, nel recupero dello strato di ozono. Inoltre, poiché ilCFC-11 è anche un potente gas serra, le nuove emissioni hanno contribuito al cambiamento climatico a livelli simili alle emissioni dianidride carbonica di una megalopoli».

La produzione di CFC-11 è stata bandita a livello globale nel 2010 all’interno del Protocollo di Montreal, lo storico trattato internazionaleche imponeva l’eliminazione graduale delle sostanze che riducono lo strato di ozono. Successivamente, avrebbero dovuoto diminuirecostantemente. Ma nel 2018, alcuni degli stessi scienziati che hanno partecipato ai due nuovi studi hanno scoperto che intorno al 2013era iniziato un aumento delle emissioni di CFC-11, causato da qualla che aveva tutta l’apparenza di una violazione del Protocollo diMontreal. I primi segnali che qualcosa di spiacevole e grave stava avvenendo erano stati individuati da un team internazionale dimonitoraggio atmosferico guidato dalla National oceanic and atmospheric administration statunitense (Noaa) e ,la cosa era subitodiventata un problema geopolitico, visto che la produzione abusiva di CFC-11 sembrava essere in Cina.

Steve Montzka della Noaa, principale autore del documento di ricerca originale, ricorda che «Avevano notato che dal 2013 laconcentrazione di CFC-11 era diminuita più lentamente del previsto, indicando chiaramente un aumento delle emissioni. I risultatisuggerivano che una parte dell’aumento provenisse dall’Asia orientale». Risultati inattesi che però sono stati confermati dall’ AdvancedGlobal Atmospheric Gases Experiment (AGAGE) una rete di misurazione globale indipendente.

Ron Prinn del Massachusetts Institute of Technology (MIT), ricercatore in capo di AGAGE e coautore di entrambi i nuovi studi,sottolinea: «I dati globali suggerivano chiaramente che ci fossero nuove emissioni. La domanda era: esattamente dove? La risposta stanelle misurazioni presso AGAGE e delle stazioni di monitoraggio affiliate che rilevano l’aria inquinata dalle regioni vicine. Utilizzando idati delle stazioni coreane e giapponesi, è emerso che circa la metà dell’aumento delle emissioni globali proveniva da parti della Cinaorientale».

Ulteriori indagini da parte di media e ambientalisti hanno rivelato l’uso di CFC-11 nella produzione di schiume isolanti made in China e ilgoverno cinese ne hanno preso atto e, in occasione dei meeting del Protocollo di Montreal nel 2018 e nel 2019 ha confermato chealcune sostanze vietate dannose per l’ozono erano state identificate durante delle ispezioni in una fabbrica, ma solo in quantità moltopiccole rispetto a quelle desunte dai dati atmosferici. Secondo i rapporti della Cina, sono stati eseguiti arresti, sequestri di materiale edemolizione degli impianti di produzione.

I team scientifici hanno continuato a monitorare da vicino i livelli atmosferici dell’inquinante e le ultime prove, riportate nei due studi sulleemissioni globali di CFC-11 e sulle emissioni della Cina orientale, indicano che «Questi sforzi hanno probabilmente contribuito a un

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drastico calo delle emissioni».

Matt Rigby, dell’università di Bristol, coautore di entrambi gli studi, ha spiegato: «Per quantificare come le emissioni sono cambiate suscala regionale, abbiamo confrontato i miglioramenti dell’inquinamento osservati nei dati di misurazione coreani e giapponesi con deimodelli computerizzati che simulano il modo in cui CFC-11 viene trasportato attraverso l’atmosfera. Con i dati globali, abbiamo utilizzatoun altro tipo di modello che ha quantificato la variazione delle emissioni necessaria per corrispondere alle tendenze di concentrazioneglobali di CFC-11 osservate. A entrambe le scale, i risultati sono stati sorprendenti: tra il 2017 e il 2019 le emissioni sono diminuite dimigliaia di tonnellate all’anno. In effetti, stimiamo che questo recente calo sia paragonabile o addirittura superiore all’aumento originale, ilche è una svolta notevole».

Ma i ricercatori avvertono che «Sebbene i risultati suggeriscano che l’azione rapida nella Cina orientale e in altre regioni del mondoabbia probabilmente impedito un sostanziale ritardo nel recupero dello strato di ozono, qualsiasi produzione non dichiarata avrà unimpatto ambientale persistente». Rigby ha aggiunto: «Anche se la nuova produzione associata alle emissioni dalla Cina orientale e daaltre regioni del mondo si è ora interrotta, è probabile che solo una parte del CFC-11 totale che è stato prodotto sia stato rilasciatonell’atmosfera. Il resto potrebbe essere ancora in attesa nella schiuma negli edifici e negli elettrodomestici e filtrerà nell’aria nei prossimidecenni».

Inoltre, dato che le emissioni stimate di CFC-11 nella Cina orientale non sono state in grado di spiegare completamente le emissioniglobali dedotte, i due studi chiedono di intensificare gli sforzi internazionali per tracciare e rintracciare eventuali regioni dove in futuropotrebbero esserci emiussioni di CFC-11.

Ray Weiss, della Scripps Institution of Oceanography, principal investigator di AGAGE, conclude: «Come conseguenza diretta di questirisultati, le parti del Protocollo di Montreal stanno ora adottando misure per identificare, individuare e quantificare eventuali futureemissioni inattese di sostanze sotto controllo, espandendo la copertura delle misurazioni atmosferiche nelle regioni chiave del globo».

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Gli ambientalisti: «Ora serve allineare il Recovery Plan italiano al Green Deal europeo con obiettivi più ambiziosi,una nuova stagione di semplificazioni, partecipazione territoriale e controlli efficaci»

Draghi incontra Greenpeace, Legambiente e Wwf:«Segnale importante sulla centralità delle politicheambientali e climatiche»«Accogliamo con soddisfazione la conferma arrivata da Draghi sulla creazione del ministero della transizioneecologica che metterà al centro i temi ambientali»[11 Febbraio 2021]

In occasione dell’audizione con le parti sociali, Greenpeace Italia,Legambiente e Wwf Italia hanno ricordato al presidente del Consiglioincaricato Mario Draghi che «L’Europa ha deciso di rivoluzionare edecarbonizzare l’economia continentale e sta chiedendo al nostro Paesedi individuare progetti all’altezza e approvare le riforme necessarie pernon mancare l’occasione del Next Generation EU, evitando gli errori delpassato. L’Italia non perda questa importante occasione per diventarepiù verde, moderna e sostenibile. Confidiamo nel dialogo aperto inquesta fase dal Premier incaricato Mario Draghi che ha deciso diascoltare anche le voci e le proposte delle tre principali associazioniambientaliste. Ci auguriamo che il lavoro del prossimo esecutivo siadavvero caratterizzato su politiche trasversali centrate sulla transizioneecologica».

Il presidente e di direttore esecutivo di Greenpeace Italia, Ivan Novelli eil direttore esecutivo Giuseppe Onufrio, il presidente e il direttore nazionalì di Legambiente, Stefano Ciafani e Giorgio Zampetti, la presidente e il vicepresidente del Wwf Italia, Donatella Bianchi e Dante Caserta, hanno illustrato le proposte delle tre associazioniambientaliste per modificare radicalmente il Recovery Plan redatto dal governo Conte 2 e hanno accolto con soddisfazione «la confermaarrivata da Draghi sulla creazione del ministero della transizione ecologica che metterà al centro i temi ambientali».

Secondo gli ambientalisti, «Per rendere l’Italia più competitiva e sostenibile e per accelerare la transizione ecologica, serve spenderebene le risorse stanziate dall’Europa e individuare al meglio i progetti su cui lavorare, ma è importante anche aprire ad una nuovastagione di riforme trasversali, partecipazione dei cittadini e condivisione territoriale. In primis servono una visione coraggiosa e obiettivicoerenti, con più semplificazioni sull’economia verde, coniugate con controlli pubblici più efficaci, un’organizzazione burocraticacompetente, aggiornata professionalmente e all’altezza della sfida, un maggiore coinvolgimento dei cittadini anche con una nuova leggesul dibattito pubblico che riguardi tutte le opere per la transizione verde. Si tratta di riforme necessarie per garantire qualità dei progetti,velocità della spesa e certezza del rispetto delle regole e che urge al più presto mettere in campo».

Durante l’incontro sono stati approfonditi alcuni temi specifici, dallo sviluppo delle rinnovabili all’economia circolare, dalla mobilitàsostenibile all’innovazione industriale, dall’agroecologia alle aree protette.

Ecco come li riassumono Greenpeace, Legambiente e Wwf in un comunicato congiunto:

Lotta alla crisi climatica: sulla lotta alla crisi climatica alla luce dei nuovi obiettivi europei di riduzione delle emissioni di CO2 che alzanogli obiettivi di riduzione dal 40% al 55% entro il 2030 è fondamentale rivedere il Piano nazionale integrato energia e clima (PNIEC) edefinire nuovi target, molto più ambiziosi, sulle rinnovabili. Il necessario innalzamento degli obiettivi implica una forte crescita delcontributo del fotovoltaico e dell’eolico, e dunque la necessità di ripianificare gli interventi previsti sulla rete elettrica e sugli accumuli perlo stoccaggio dell’elettricità. Per raggiungere gli obiettivi climatici al 2030 è però necessario sbloccare il settore delle rinnovabili, la cuivelocità di espansione deve crescere di 5-6 volte rispetto alla situazione attuale, con misure di semplificazione e accelerazione delleprocedure autorizzative dei nuovi impianti, per i rifacimenti degli impianti esistenti, in particolare per l’eolico, promuovendo anche losviluppo dell’eolico offshore, specie di quello galleggiante, e dell’agrivoltaico che garantisce la convivenza tra produzione agricola edenergia solare. Oltre alla necessaria approvazione del Piano nazionale di adattamento climatico è anche necessario procedere

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celermente ad una riforma fiscale in senso ambientale, che preveda in primis l’eliminazione graduale dei sussidi ambientalmentedannosi, garantendo una giusta transizione alle categorie produttive e ai lavoratori oggi impegnati sul fronte delle fossili.

Economia circolare: per fronteggiare la strutturale carenza di materie prime e diffondere su tutto il territorio nazionale le esperienzeuniche nel panorama mondiale che il nostro Paese può vantare, è fondamentale sviluppare al massimo tutte le potenzialitàdell’economia circolare, con la creazione di un Fondo che serva a finanziare prioritariamente progetti che riguardano i flussi di materialie le azioni indicate nel nuovo Piano europeo per l’economia circolare dell’11 marzo 2020 con particolare riguardo agli interventi dedicatialla simbiosi industriale, al riciclo chimico, al riciclaggio dei rifiuti, all’attivazione di sistemi di riutilizzo di prodotti a quelli che produconocompost e biometano, perché per tendere all’opzione “rifiuti zero” a smaltimento realizzando anche impianti con cui recuperare materiae produrre energia rinnovabile.

Mobilità sostenibile: la mobilità nelle città deve ripartire da un forte impulso al trasporto pubblico moderno, puntuale e a emissioni zero,alla realizzazione di spazi esclusivi e sicuri per chi si sposta in bici o sui mezzi della micromobilità elettrica, alla diffusione delle colonninedi ricarica e delle auto elettriche, dando priorità all’accesso alla nuova mobilità nelle periferie. In quella extraurbana va sostenuta unamassiccia “cura del ferro”, che permetta a milioni di pendolari di muoversi in modo civile su treni nuovi, frequenti e puntuali, e alle mercidi spostarsi nel Paese passando dal mare alle città, scendendo dalle navi porta container e salendo su treni che le fanno arrivare neicentri urbani senza viaggiare su un Tir, per poi essere distribuite nelle città con mezzi elettrici. I porti vanno dotati di banchine elettrificateper liberare dallo smog le comunità che lavorano all’interno e quelle che vivono a ridosso delle aree portuali.

Vertenze ambientali: Le risorse europee vanno investite anche per promuovere una giusta transizione in quei territori al centro divertenze ambientali e occupazionali molto pesanti (come, ad esempio, Taranto, Brindisi, il Sulcis, Gela e il siracusano) o dove sonoattive ancora oggi le centrali a carbone da chiudere entro il 2025, senza sostituirle con impianti a gas. Per la riconversione dell’industriacaratterizzata da produzioni e prodotti inquinanti è fondamentale promuovere l’innovazione tecnologica con cicli produttivi che riduconol’uso delle risorse e praticano esperienze di simbiosi industriale, con la costruzione di impianti della bioeconomia e della chimica verdecompletamente integrati alle produzioni agroalimentari del territorio, con progetti per la decarbonizzazione degli impianti siderurgici (apartire dall’ex Ilva di Taranto) e della filiera degli idrocarburi attraverso la produzione e l’uso di idrogeno verde, identificando i settori incui è utile e necessario, con adeguate misure di accompagnamento al lavoro.

Capitale naturale italiano: nel progetto per ricostruire l’Italia sono necessari una strategia strutturata e progetti in grado di tutelare ericostituire il capitale naturale italiano. All’Italia serve un piano più coerente con gli obiettivi del Green Deal, un PNRR che introducaanche obiettivi concreti e misurabili per la conservazione della biodiversità, a cominciare dall’implementazione del sistema delle AreeProtette ad almeno il 30% della superficie terrestre e marina entro il 2030 e da progetti di ripristino degli ecosistemi naturali che nelpiano non hanno trovato spazio, come anche la gestione forestale sostenibile del patrimonio verde più importante del Paese. Inoltre, nelpiano serve un focus dedicato al mare e alla blue economy, fonte di ricchezza economica oltre che elemento fortemente caratterizzantedella bellezza che tutto il mondo invidia al nostro Paese. Occorre puntare con forza sulla tutela del nostro patrimonio naturale, assetfondamentale per la salute, la sicurezza, il benessere e il rilancio del nostro Paese (che vanta una delle più ricche biodiversitàd’Europa), nonché elemento centrale del Green Deal europeo e della Strategia Europea sulla Biodiversità che soprattutto per il restaurodegli ambienti marini può favorire la crescita delle aziende Hi-Tech e creare lavoro nel mezzogiorno.

Occorre superare la logica della sommatoria di progetti, vecchi e nuovi, che non abbia quel respiro sistematico e quella ambizione chefaccia compiere un salto di qualità al Paese nella sua capacità nell’affrontare in futuro le sfide dettate dalle emergenze ambientale esanitaria, condizionate in maniera determinante dai cambiamenti climatici e dalla perdita di biodiversità. Senza cogliere la necessità diun piano strutturato di tutela e ricostruzione dei nostri ambienti naturali, non si coglie a pieno il senso del programma Next GenerationUE che porta nel nome il proprio obiettivo: agire oggi per costruire un futuro più sano, più sicuro e più sostenibile per le nuovegenerazioni.

Agricoltura: sull’agricoltura è fondamentale puntare sull’incremento del biologico o sulla promozione dell’agroecologia per limitare l’usodi prodotti agro-chimici, il consumo di plastica, acqua e fonti fossili, e sulla riduzione delle emissioni agricole e zootecniche seguendoquanto previsto dalle strategie europee Farm to Fork e Biodiversità al 2030. Per raggiungere questi obiettivi occorre utilizzare le risorsedella PAC in modo diverso da quanto fatto fino ad oggi, impiegandole per qualificare in senso ambientale l’agricoltura e per far diventaregli imprenditori agricoli co-protagonisti della rivoluzione circolare e rinnovabile al centro delle politiche europee.

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Il tasso di circolarità dovrà raddoppiare in un decennio

L’Europarlamento «accoglie con favore» il nuovoPiano d’azione per l’economia circolare«L’economia circolare ha la potenzialità di aumentare il Pil dell'Ue di un ulteriore 0,5% e di creare oltre 700.000nuovi posti di lavoro entro il 2030». E invita gli Stati a inserirla nei Pnrr[10 Febbraio 2021]

diLuca Aterini

Con 574 voti favorevoli, 22 contrari e 95 astensioni, dal Parlamentoeuropeo riunito in plenaria è arrivato ieri l’ok – insieme a una serie diraccomandazioni – al Piano d’azione per l’economia circolare promossodalla Commissione Ue poco meno di un anno fa.

Secondo i deputati, sono necessari in particolare «obiettivi vincolanti peril 2030 sull’impronta ecologica dei materiali e dei consumi per l’interociclo di vita dei prodotti per ogni categoria di prodotto immessa sulmercato dell’Ue. Nel testo, si invita pertanto la Commissione a proporreobiettivi vincolanti specifici per prodotto e/o per settore relativi alcontenuto riciclato. Inoltre, l’Europarlamento «esorta la Commissione apresentare una nuova legislazione nel 2021 che estenda l’ambito diapplicazione della direttiva sulla progettazione ecocompatibile perincludere i prodotti non legati all’energia. Ciò dovrebbe stabilire dellenorme specifiche per prodotto, in modo che i prodotti immessi sulmercato dell’Ue forniscano prestazioni, durabilità, riutilizzabilità, riparabilità, non tossicità, possibilità di miglioramento, riciclabilità,contenuto riciclato ed efficienza dal punto di vista energetico».

Resta l’impianto originario del Piano d’azione, che ha lo scopo di «ridurre l’impronta dei consumi dell’Ue e raddoppiare la percentuale diutilizzo dei materiali circolari nel prossimo decennio, sostenendo al contempo la crescita economica». Ad oggi infatti, come rimarcal’Europarlamento, solo «il 12 % dei materiali utilizzati dall’industria dell’Ue proviene dal riciclaggio».

È questa la misura della nostra economia circolare, anzi ad essere precisi un po’ meno. Secondo i dati riportati da Eurostat (aggiornati al2017) è leggermente più basso: 11,2%. In Italia va meglio, ma siamo comunque fermi al 17,7%, ovvero la media globale richiesta peraffrontare in modo efficiente la crisi climatica in corso: un dato molto lontano rispetto a quanto richiesto per un Paese d’anticaindustrializzazione come il nostro.

Si tratta di un percorso obbligato, e non solo in termini ambientali. Non a caso l’Europarlamento nella relazione approvata ieri «reputache l’economia circolare sia la strada che l’Ue e le imprese europee devono seguire per restare innovative e competitive sul mercatoglobale, riducendo nel contempo la loro impronta ambientale». Da ultimo anche la «pandemia di Covid-19 ha dimostrato la necessità diun contesto favorevole all’economia circolare», e per questo il Parlamento europeo «invita gli Stati membri a integrare l’economiacircolare nei loro piani nazionali di ripresa e di resilienza».

Sul punto in Italia resta molto da lavorare, ed è l’occasione per agganciare finalmente il treno dello sviluppo sostenibile: «L’economiacircolare ha la potenzialità di aumentare il Pil dell’Ue di un ulteriore 0,5% e di creare oltre 700.000 nuovi posti di lavoro entro il 2030,migliorando nel contempo la qualità dei posti di lavoro», concludono dall’Europarlamento.

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Trasmessa all’Ue (con più di un anno di ritardo) laStrategia italiana di lungo periodo sulla riduzione deigas serraIndividua le azioni per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Costa: «Italia in prima linea per raggiungerei target di Parigi»[10 Febbraio 2021]

E’ probabilmente una delle ultime iniziative di Sergio Costa da ministrodell’ambiente, ma finalmente, con oltre un anno di ritardo e doponumerose sollecitazioni da parte della Commissione europea, l’Italia hainviato a Bruxelles la “Strategia italiana di lungo termine sullariduzione delle emissioni dei gas a effetto serra”. In una nota ilministero dell’ambiente spiega che la Strategia di lungo periodo, che èstata elaborata nell’ambito degli impegni dell’Accordo di Parigi suicambiamenti climatici che invita i Paesi firmatari a comunicare entro il2020 le proprie «Strategie di sviluppo a basse emissioni di gas serra dilungo periodo» al 2050, si basa tre direttrici fondamentali: «Riduzionedella domanda di energia, grazie soprattutto al calo della mobilità privatae dei consumi in ambito civile. Decisa accelerazione delle rinnovabili edella produzione di idrogeno. Potenziamento e miglioramento dellesuperfici verdi, per aumentare la capacità di assorbimento di CO2».

Costa ha commentato: «L’Italia, con l’elaborazione di questa Strategia si conferma fra i paesi più attivi e motivati per il raggiungimentodel target della Cop 21, che è quello di mantenere il riscaldamento globale entro il limite di 1,5/2 gradi. Siamo consapevoli che perraggiungere la cosiddetta neutralità climatica entro 30 anni saranno necessarie scelte coraggiose e profondi cambiamenti nel tessutosocio-economico come nei nostri stili di vita. Ma la sfida climatica è la sfida strategica per il futuro dell’umanità e non possiamopermetterci di perderla».

E a fare queste scelte coraggiose sarà chiamato subito il nascituro governo Draghi che si troverà probabilmente a dover mettere subitomano alla revisione del superato e insufficiente Piano nazionale integrato energia clima (chiesta dallo stesso Costa) che èampiamente indietro rispetto alla roadmap per le rinnovabili e per raggiungere le quote approvate dall’Unione europea.

Comunque, in attesa del nuovo esecutivo e di un possibile ministero della transizione ecologica, al ministero dell’ambiente evidenzianoche «La Strategia nazionale di lungo termine individua i possibili percorsi per raggiungere, nel nostro Paese, al 2050, una condizione di“neutralità climatica”, nella quale le residue emissioni di gas a effetto serra sono compensate dagli assorbimenti di CO2». Un obiettivo inlinea con quanto indicato dalla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen che nella sua Comunicazione sull’EuropeanGreen Deal ha tracciato la strategia per realizzare «un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva che nel2050 produrrà emissioni net zero di gas serra».

Il problema è che la strategia inviata oggi alla Commissione Ue prende le mosse proprio da quel Pniec che è considerato insufficienteper arrivare al 2030, “trascinando” fino al 2050 le conseguenti tendenze energetico-ambientali virtuose.

Ne comunicato del ministero si legge che, su queste instabili basi, «Vengono quindi individuate le tipologie di leve attivabili perraggiungere al 2050 la neutralità climatica: una riduzione spinta della domanda di energia, legata in particolare ad un calo dei consumiper la mobilità privata e dei consumi del settore civile; un cambio radicale nel mix energetico a favore delle rinnovabili (FER), coniugatoad una profonda elettrificazione degli usi finali e alla produzione di idrogeno; un aumento degli assorbimenti garantiti dalle superficiforestali (compresi i suoli forestali) ottenuti attraverso la gestione sostenibile, il ripristino delle superfici degradate e interventi dirimboschimento. L’intervento, incisivo, su queste tre leve si renderà necessario perché il mero “trascinamento” delle tendenze attuali,per quanto virtuoso, sarebbe insufficiente a centrare il target fissato per il 2050».

E il nuovo governo si troverà a dover fare quel che il ministero dell’ambiente ritiene necessario: «Prevedere un sostanziale cambio del“paradigma energetico italiano” che, inevitabilmente, passa per investimenti e scelte che incidono sulle tecnologie da applicare, sulle

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infrastrutture ma anche sugli stili di vita dei cittadini. E’ una trasformazione importante e radicale come quella prospettata dalla Strategiadi lungo periodo che dovrà permeare tutte le politiche pubbliche, in un percorso di ampia condivisione. Primi passi in tal senso sono statieffettuati con la trasformazione del CIPE, Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, in CIPESS, ComitatoInterministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile e con l’avvio del Green Deal».

La nota aggiunge che «Per chiudere il gap emissivo e arrivare alla neutralità climatica saranno necessarie scelte politiche a elevatoimpatto sociale ed economico, tecnologie ancora non pronte in parte perseguibili solo su base europea, nonché una condivisione alivello internazionale del processo di decarbonizzazione».

E, per uscire dalle contraddizioni di uno strumento non aggiornato e inidoneo alla sfida, il ministero ammette che «Per tenere conto deglisviluppi su tutti questi fronti, ferme restando le tendenze di fondo individuate, la Strategia, elaborata in linea con il Piano NazionaleIntegrato Energia e Clima (Pniec) deve essere considerata uno strumento “dinamico”, che avremo modo di aggiornare e integrare,anche per tenere pienamente conto dei processi di revisione degli obbiettivi energetico-ambientali nazionali attualmente in corso a livelloeuropeo, e delle scelte conseguenti che si faranno per un rilancio economico in chiave sostenibile con il Piano per la Ripresa e laResilienza».

Se si ascoltano le dichiarazioni dei nuovi fan di Draghi, che comunque vogliono un governo di scopo a termine, e si prende atto solo dellavoro che c’è da fare in campo climatico ed energetico per recuperare i ritardi dell’Italia, è davvero difficile che un governo cosìampiamente sostenuto e accolto dai calorosi applausi della Commissione europea, possa farsi da parte lasciando le cose a metà o dopoaver spicciato le faccende per altri, magari per chi si è opposto all’European Green deal e che è (era?) un fan del negazionismoclimatico.

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Kyoto Club e Legambiente: se la normativa noncambia. stop ai finanziamenti alle caldaie fossili nelRecovery PlanBisogna seguire l’esempio di Regno Unito, Svezia e Paesi Bassi e vietare l’installazione di impianti inquinanti entro il2025[10 Febbraio 2021]

Secondo Legambiente e Kyoto Club, che hanno lanciato la campagna disensibilizzazione “Per la decarbonizzazione degli impianti diriscaldamento negli edifici”, «E’ necessario operare una distinzione trasistemi di riscaldamento fossili e impianti “green” per regolare l’accessoal superbonus del 110%. Se la normativa non cambia, bisogneràescludere subito le caldaie a gas dalla proroga degli incentivi previstadal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)».

Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, e Sergio Andreis,direttore di Kyoto Club, evidenziano che «Sul mercato esistono giàdiverse alternative “green” e competitive dal punto di vista economico,come le pompe di calore. Quella del Superbonus è una stradacertamente corretta, ma migliorabile. Gli oltre 20 miliardi destinati alprovvedimento sono sovrastimati e sottraggono risorse fondamentali adaltre iniziative che vanno nella direzione della decarbonizzazione. Unaparte degli incentivi potrebbero essere risparmiati limitandone l’erogazione a sistemi di riscaldamento che impiegano fonti energeticherinnovabili».

Secondo un recente studio del Centro ricerche economiche, sociologiche e di mercato nell’edilizia (Cresme), «Il riscaldamentodomestico è una delle principali cause di inquinamento urbano in Italia ed è responsabile di oltre il 19% delle emissioni prodotte dalnostro Paese e il 60% di polveri sottili nelle aree urbane».

In Italia sono installate più di 19 milioni di caldaie a gas e più di 7 milioni di queste sarebbero antecedenti alla Direttiva 90/396/CE sulleprestazioni degli apparecchi a gas, e Kyoto Cluber e Cigno verde fanno notare che c’è il rischio che possano essere sostituite da altriimpianti a gas, che sarebbero più efficienti, ma cos’ non si affronterebbe il problema dell’inquinamento locale e globale che producono.

»Se vogliamo centrare gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni del 55% in 10 anni – dicono le due associazioni – è necessarioagire subito e puntare alla decarbonizzazione del sistema energetico italiano anche attraverso la graduale “rottamazione” dei dispositividi riscaldamento a metano, gpl e gasolio, a partire dai più inefficienti».

Per questo, Kyoto Club e Legambiente chiedono: «L’esclusione dal PNRR dell’estensione del credito d’imposta del 110% per i sistemi diriscaldamento a combustibili fossili. La revisione della legislazione sulla progettazione ecocompatibile e sull’etichettatura energeticasulle caldaie per garantire che nei piani di recupero italiani non siano inclusi regimi di sovvenzione per il riscaldamento a combustibilifossili e che sia incluso il riscaldamento da fonti rinnovabili. Vietare l’installazione di impianti fossili nei nuovi edifici. Eliminaregradualmente le caldaie per il riscaldamento a combustibili fossili attraverso il regolamento sulla progettazione ecocompatibile e unarevisione dell’etichetta energetica. Puntare sulla smartizzazione e sulla digitalizzazione per migliorare la prestazione degli impianti.Vietare, dal primo gennaio 2025, l’installazione di impianti fossili e prevedere l’obbligo di installare esclusivamente impianti da fontirinnovabili o che non producono emissioni inquinanti e climalteranti».

Le due organizzazioni concludono ricordando che «In alcuni Paesi europei – Svezia, Paesi Bassi e Regno Unito – è già stata stabilita ladata entro la quale sarà vietato installare sistemi di riscaldamento da combustibili fossili. Ci auguriamo che la stessa scelta venga fattaanche in Italia».

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Clima | Inquinamenti | Scienze e ricerca

Copernicus: la polvere arrivata dal Sahara influiscesulla qualità dell’aria nelle città europeeEcco perché il cielo dell’Europa meridionale è diventato rosso/arancione[10 Febbraio 2021]

Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS)ha monitorato ipennacchi di polvere provenienti dal Sahara, che si sono generatinell’Algeria nord-orientale dell’Algeria, e che tra il 5-7 febbraio sono statitrasportati in gran parte dell’Europa meridionale e centrale, colorando dirosso/arancione il cielo causando grandi depositi in superficie di polvere,soprattutto nelle aree coperte di neve delle Alpi e dei Pirenei e sulle Alpi.

Il CAMS aveva previsto questo evento con diversi giorni di anticipo,mostrando valori elevati delle concentrazioni superficiali di PM10 e dellaprofondità ottica dell’aerosol.

Mark Parrington, Senior Scientist del CAMS. spiega che «Il maggiorvolume di polvere si è concentrato nel sud della Francia il 6 febbraio edè notevole come le previsioni regionali di CAMS a 4 giorni e quelleglobali a 5 giorni abbiano mostrato forma e posizione coerenti dellanuvola di polvere sull’intero intervallo delle previsioni del giorno precedente. Queste nubi di polvere hanno portato con sé valori elevati diconcentrazioni di PM10 superficiali e profondità ottica dell’aerosol. Nelle regioni colpite abbiamo assistito ad un significativo calo dellaqualità dell’aria. Infatti, l’impatto delle nuvole di polvere sahariane sulle città colpite, come, ad esempio Roma o Napoli, è chiaramentevisibile sul nostro sito web. Il nostro microsito dedicato al monitoraggio della qualità dell’aria nel contesto della pandemia di COVID-19può essere utilizzato per osservare l’impatto dell’evento».

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Il numero uno del dipartimento durante il sopralluogo aPozzuoli annuncia la prossima esercitazione per testare nuovetecnologie in capo alla protezione civile

Come preannunciato (https://www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it/dal-

territorio/campi-flegrei-borrelli-a-pozzuoli-per-fare-il-punto-della-

situazione), il capo del dipartimento di protezione civile, Angelo

Borrelli, si trova oggi, mercoledì 10 febbraio, a Pozzuoli (NA) nella

zona dei Campi Flegrei insieme ad una delegazione

dell'Osservatorio Vesuviano-Ingv. L'incontro sul campo ha dato

modo di fare il punto sull'attività di protezione civile inerenti il rischio

vulcanico dell'area flegrea e spiegare i motivi per cui la zona è sotto

monitoraggio da parte di protezione civile e Ingv.  "L'area flegrea è

sopra un vulcano e per questo dobbiamo avere un'attenzione

costante e svolgere un monitoraggio che ci permetta di evacuare la

Campi Flegrei, Borrelli: "Probabile

esercitazione in autunno"Mercoledi 10 Febbraio 2021, 16:44

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(/binary_�les/gallery/CAMPI_FLEGREI_PER_SITO_37441.jpg)Fonte Twitter Dpc

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popolazione se questo si rendesse necessario. Al momento, però non

ci sono motivi di particolare preoccupazione" ha spiegato Borrelli

durante il sopralluogo ai giornalisti. L'area è sotto osservazione sia

perché interessata dal bradisismo che da uno sciame sismico alla

fine del 2020. Per questo motivo sono state effettuate anche

esercitazioni sul campo che hanno coinvolto la popolazione.

Una nuova esercitazione

Quanto ad una possibile nuova esercitazione di Protezione civile

nell'area flegrea, Borrelli ha detto: "È possibile che pianificheremo

qualcosa di importante in autunno" specificando che si tratta di una

richiesta del sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia e che è in corso

di pianificazione. "Quando nel 2019

(https://www.ilgiornaledellaprotezionecivile.it/primopiano/esercitazione-

campi-flegrei-dangelo-dpc-obiettivo-cittadini-informati-sui-piani-di-

protezione-civile) abbiamo fatto l'ultima esercitazione - ha aggiunto il

numero uno del dipartimento- avevamo annunciato che ne avremmo

organizzata una con le nuove tecnologie di cui adesso disponiamo, in

modo da testarle. Oggi abbiamo degli strumenti avanzati, abbiamo

una direttiva dei piani di Protezione civile che prevede

l'omogeneizzazione, l'informatizzazione dei piani e l'interazione con

la tecnologia di allerta nazionale della popolazione, la piattaforma IT

Alert, che dal 31 marzo dovrebbe essere operativa. Voglio effettuare

una esercitazione di Protezione civile testando queste nuove

tecnologie e arrivando direttamente al cittadino". L'emergenza

pandemica in corso "è un problema che noi abbiamo affrontato e

stiamo affrontando anche nelle pianificazioni. Dobbiamo essere in

grado - ha assicurato - di gestire l'emergenza anche in una fase di

pandemia" ha concluso Borrelli.

Red/cb

(Fonte: Ansa, Dire)

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Dopo la scossa sarebbe stato diramata un'allerta tsunami

Un terremoto di magnitudo 7.5 ha scosso la Nuova Caledonia,

territorio francese nel sud del Pacifico, e le isole Loyauté situate di

fronte alla costa orientale della Nuova Caledonia. La scossa alle 14:20

ora italiana, nel mare con epicentro ad una profondità di un chilometro.

Dopo il sisma, secondo quanto riportato dall'Ansa, è stato diramato un

allarme tsunami.

Terremoto di magnitudo 7.5 in

Nuova CaledoniaMercoledi 10 Febbraio 2021, 16:26

Home (/home) Canali (/canali) Ultimora (/dal-territorio)

(/binary_�les/gallery/TERREMOTO_IN_NUOVA_CALEDONIA_PER_SITO_10331.jpg)Fonte Ingv

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(/home)

Tra i punti del patto ci sono l'aumento delle diagnosienergetiche e il rinnovamento delle strutture militari, lo studio ditecnologie di sorveglianza come i droni e il monitoraggio dellestrutture energetiche

Caserme e distretti militari sempre più sostenibili ed efficienti dal

punto di vista energetico grazie all'accordo sottoscritto dal ministero

della Difesa ed Enea. Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e il

presidente dell’Enea, Federico Testa hanno infatti sottoscritto un

protocollo d’intesa in materia di efficientamento energetico e di

sostenibilità, che rinnova e rafforza il precedente accordo di

collaborazione.

I punti dell'accordo

In particolare l’accordo prevede: l’implementazione di un piano di

diagnosi energetiche e il rinnovamento delle infrastrutture della

Accordo ministero della Difesa ed

Enea per efficienza energeticaMercoledi 10 Febbraio 2021, 15:59

Home (/home) Canali (/canali) Attualità (/attualita)

(/binary_�les/gallery/Firma_accordo_Difesa_ENEA_PER_SITO_96161.jpg)fonte sito Enea

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Difesa secondo il modello degli “smart military district”; attività di

studio e sviluppo di tecnologie nel campo della produzione di

idrogeno per i trasporti; attività di ricerca e sviluppo nel campo della

robotica e dei droni di sorveglianza; monitoraggio delle infrastrutture

energetiche critiche attraverso reti di sensori; utilizzo della tecnologia

blockchain per la gestione sicura dei flussi energetici. “Innovazione

e rispetto dell’ambiente sono priorità per la Difesa come lo sono per la

collettività nazionale. Grazie alla collaborazione con Enea, le Forze

Armate potranno intraprendere ulteriori progetti rivolti al risparmio

energetico, alla razionalizzazione dei consumi e allo sviluppo delle

fonti di energia rinnovabili”, ha affermato il Ministro della Difesa

Lorenzo Guerini al momento della firma. “Enea dispone di

competenze, impianti e strumentazioni che hanno caratteristiche

uniche a livello nazionale nei settori dell’efficienza energetica, della

sostenibilità ambientale e dell’innovazione tecnologica. Siamo certi che

questa rinnovata collaborazione rafforzi le rispettive professionalità in

campi strategici per lo sviluppo del Paese”, ha dichiarato il Presidente

dell’Enea Federico Testa.

Red/cb

(Fonte: Enea)

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Uno studio coordinato dalla Harvard University rivela che imorti per questo tipo di inquinamento sono il doppio di quellistimati sino ad oggi

Quasi un quinto di coloro che muoiono ogni anno muore a causa

dei combustibili fossili. Carbone, petrolio, gas naturali,

l'inquinamento causato da combustibili fossili causa ogni anno 8,7

milioni di morti nel mondo, il doppio di quanto stimato da studi

precedenti. Ad affermarlo una ricerca coordinata dalla Harvard

Ogni anno 8,7 milioni di morti per

inquinamento da combustibili

fossiliMercoledi 10 Febbraio 2021, 11:20

Home (/home) Canali (/canali) Ultimora (/dal-territorio)

(/binary_�les/gallery/SMOG_PER_SITO_27231.jpg)fonte Archivio sito

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University pubblicata da Environmental Research. Secondo lo

studio, a essere più colpite sono le aree con la maggior

concentrazione di inquinanti, come gli Stati Uniti orientali, l'Europa e

il Sud-est dell'Asia. La stima è stata fatta utilizzando un modello

matematico in cui sono stati inseriti i dati, riferiti al 2018, sulle

emissioni di diversi settori, dall'energia ai trasporti, per determinare la

quantità di sostanze inquinanti presente nelle singole aree. A questa

è stato applicato un altro algoritmo che stima gli effetti sulla salute al

variare dei tassi di inquinamento. "Spesso quando discutiamo dei

pericoli derivanti dai combustibili fossili lo facciamo nel contesto delle

emissioni di CO2 e dei cambiamenti climatici - afferma Joel Schwartz,

uno degli autori - Speriamo che quantificando le conseguenze per la

salute della combustione sia chiaro il messaggio sui benefici che

hanno con una transizione a fonti di energia alternative”.

red/cb

(Fonte: Ansa)

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Ispra e Mibact hanno firmato la convenzione, che renderànuovamente fruibili oltre 170.000 reperti

È stata firmata la convenzione per la valorizzazione museale delle

Collezioni geologiche e storiche

(https://www.isprambiente.gov.it/it/attivita/museo) del Servizio

Geologico d’Italia, che permetterà agli oltre 170 mila reperti del

Museo di Geopaleontologia italiana “Quintino Sella” di tornare

fruibili alla comunità scientifica. A firmare la convezione sono stati il

Direttore Generale Musei del Ministero per i beni e le attività culturali e

per il turismo, Massimo Osanna, e il Direttore generale dell’Istituto

Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Alessandro

Bratti.

Un museo permanente di geopaleontologia italiana

Un museo permanente per il

patrimonio geologico italianoMercoledi 10 Febbraio 2021, 10:28

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(/binary_�les/gallery/ammonit_3235509_640_02291.jpg)Un'ammonite fossile (immagine di repertorio, via Pixabay)

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La Direzione Generale Musei ha identificato il Museo delle Civiltà

come l’istituto autonomo del Mibact più adatto per storia,

caratterizzazione, missione, competenza tecnico-scientifica e struttura

organizzativa ad operare direttamente per la valorizzazione di tali

collezioni in un museo che faccia parte del sistema dei musei del

MuCiv e che sia gestito d’intesa e in collaborazione con l’Istituto

Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (Ispra). Ispra che,

dal 2008, ha ereditato e attualmente custodisce il cospicuo Patrimonio

geologico e storico del Servizio Geologico d'Italia, costituito dalle

Collezioni Paleontologiche e Litomineralogiche, oltre 170.000 reperti e

campioni (fossili, rocce, minerali), dalla Collezione dei piani-rilievo

Geologici (rilievi geologici tridimensionali a tecnica mista), dalla

strumentazione tecnica e dalle opere d’arte che hanno seguito, dalla

seconda metà dell’800 agli anni ’70 del ‘900, il complesso di attività

legate al rilevamento della Carta Geologica d’Italia. Tale patrimonio era

stato reso fruibile on-line con una prima selezione di reperti e di

opere del prestigioso patrimonio museale dell’Ispra. Ma ora cambierà

tutto: infatti, in base alla convenzione appena firmata, che avrà una

durata di dieci anni, si sta preparando il riallestimento delle

collezioni del Servizio Geologico d’Italia in un museo permanente

chiamato Museo di Geopaleontologia italiana “Quintino Sella”,

finalizzato alla fruizione e valorizzazione delle collezioni e dei

contenuti, secondo progetti comuni di comunicazione, didattica e

ricerca.

In cosa consiste il patrimonio geologico italiano

Tra il patrimonio geologico e storico gestito e conservato dall’Ispra si

possono annoverare oltre 100.000 di collezioni paleontologiche,

provenienti principalmente da giacimenti in Italia, i più antichi risalenti a

570 milioni di anni fa; circa 55.000 campioni di collezioni lito-

mineralogiche, fra i quali le Collezioni di marmi antichi e Collezioni

Storiche di plastici geologici storici, busti ed effigi di importanti

personaggi legati alla storia d’Italia tra cui Quintino Sella e Felice

Giordano, una raccolta delle attrezzature e della strumentazione

tecnico/scientifica utilizzata nel corso di 140 anni per il monitoraggio e

l’analisi del territorio. Un totale di circa 170.000 reperti, preziosa

testimonianza del complesso delle attività svolte dal Regio Ufficio

Geologico all’odierno Servizio Geologico d’Italia. Si tratta di un

importante patrimonio scientifico, culturale e storico non fruibile dal

1995 che, grazie a questo accordo, potrà tornare visibile alla comunità

scientifica, agli studenti, agli studiosi e ai cultori della materia.

red/gp

(Fonte: Ispra)

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Redazione ANSA ROMA 10 febbraio 2021 16:07

La nube di sabbia Sahara ha peggiorato la qualitàdell'ariaCopernicus, rilevate elevate concentrazioni di PM10

(ANSA) - ROMA, 10 FEB - Le nubi di polvere del Sahara provevienti dal nordest dell'Algeria earrivate sull'Europa meridionale centrale tra il 5 e il 7 di febbraio "hanno portato con sé valorielevati di concentrazioni di PM10", e nelle regioni colpite è stato registrato "un significativo calodella qualità dell'aria". Lo scrive in un comunicato il Copernicus Atmosphere Monitoring Service(CAMS), servizio del Centro Ue per le previsioni meteorologiche.

"L'evento ha provocato un cambio di colore dei cieli, che sono diventati rossi, e grandi depositi insuperficie di polvere, soprattutto nelle aree coperte di neve sui Pirenei e sulle Alpi - si legge nellanota -. CAMS a livello globale e regionale ha previsto questo evento con diversi giorni di anticipo,mostrando valori elevati delle concentrazioni superficiali di PM10 e della profondità otticadell'aerosol".

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Mark Parrington, Senior Scientist presso Copernicus Atmosphere Monitoring Service, commenta:"Il maggior volume di polvere si è concentrato nel sud della Francia il 6 febbraio.

Queste nubi di polvere hanno portato con sé valori elevati di concentrazioni di PM10 superficiali eprofondità ottica dell'aerosol. Nelle regioni colpite abbiamo assistito ad un significativo calo dellaqualità dell'aria. L'impatto delle nuvole di polvere sahariane sulle città colpite, come, ad esempioRoma o Napoli, è chiaramente visibile sul nostro sito web". (ANSA).

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di F. Q. 10 febbraio 2021

Terra dei fuochi, “relazione causale tra rifiuti e tumori”: laconferma nel report procura-Iss. “Tra i giovani piùleucemie e malformazioni”

ilfattoquotidiano.it/2021/02/10/terra-dei-fuochi-relazione-causale-tra-rifiuti-e-tumori-la-conferma-nel-report-procura-iss-tra-i-giovani-piu-leucemie-e-malformazioni/6096771

Il dossier è frutto dell'intesa stipulata nel 2016 dalla procura di Napoli nord con l'Istituto disuperiore di sanità e certifica che decenni di smaltimento illecito di rifiuti hanno provocatoun aumento di malattie nell'area. Come il tumore alla mammella, la cui incidenza e mortalità"è significativamente maggiore tra le donne" dei comuni con il livello di rischio più alto

Tumori alla mammella, asma, leucemie, malformazioni congenite. Finora è sempre statasolo un’ipotesi, seppur corroborata da alcune evidenze processuali, ma ora è arrivata laconferma dell’Istituto superiore di sanità: nella cosiddetta Terra dei fuochi c’è una“relazione causale o di concausa tra la presenza di siti di rifiuti incontrollati” el’insorgenza di malattie che per decenni hanno distrutto vite e causato vittime. È l’esito dellungo lavoro di ricerca avviato nel 2016 dagli esperti dell’Iss insieme alla procura di Napolinord. Un documento che può riscrivere la storia di queste terre tra le province di Napoli eCaserta, martoriate dallo smaltimento di rifiuti illeciti e pericolosi a cui, sostiene laprocura di Napoli, “le istituzioni” hanno assistito con “inerzia” per anni. Una vicendaportata alla luce negli anni Novanta grazie al lavoro del poliziotto Roberto Mancini e allerivelazioni del pentito Carmine Schiavone e che a livello giudiziario si è diramata in millerivoli. Solo poche settimane fa la Cassazione ha confermato la condanna a 18 anni di

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carcere per Cipriano Chianese, accusato di associazione camorristica e avvelenamento diacque e ritenuto tra gli ideatori (per conto dei Casalesi) del sistema delle ecomafie e dellosmaltimento dei rifiuti gestito dal boss Francesco Bidognetti.

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Le patologie accertate – Nel frattempo il lavoro di procura e Iss è andato avanti, grazie alcostante scambio di dati e di informazioni derivanti dalla sorveglianza epidemiologicadella popolazione residente nel circondario di Napoli Nord. Dal rapporto è quindi emerso che“la mortalità e l’incidenza per tumore della mammella è significativamente maggioretra le donne dei comuni inclusi nella terza e quarta classe dell’indicatore diesposizione a rifiuti (livello di rischio da rifiuti maggiore) rispetto ai comuni della primaclasse, meno impattati dai rifiuti”. Inoltre “l’ospedalizzazione per asma nellapopolazione generale è significativamente più elevata, sia negli uomini che nelle donne, neicomuni maggiormente impattati dai rifiuti”. La prevalenza dei nati prematuri “èsignificativamente più elevata nei comuni della seconda, terza e quarta classe dell’indicatorerispetto alla prima”. E ancora, “la prevalenza di malformazioni congenite nel lorocomplesso è significativamente più elevata nei comuni della classe 4″, dove “è maggioreanche la prevalenza delle malformazioni congenite dell’apparato urinario“. Datiincontrovertibili, che certificano anche le malattie che in questi anni hanno colpito i giovanitra 0 e 19 anni: in questa classe d’età, si legge, “l’incidenza di leucemie e i ricoveratiper asma aumentano significativamente passando dai comuni della Classe 1 a quelli delleClassi successive di Irc, con il rischio maggiore nei comuni della Classe 4 (la più impattatadai rifiuti)”.

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Terra dei fuochi, la Cedu avvia processo contro l’Italia dopo i ricorsi dicittadini e associazioni

38 Comuni coinvolti – L’indagine è stata realizzata nei comuni di competenza dellaProcura di Napoli Nord: Aversa, Carinaro, Casal di Principe, Casaluce, Casapesenna, Cesa,Frignano, Gricignano, Lusciano, Orta di Atella, Parete, Sant’Arpino, San Cipriano, Succivo,Teverola, Trentola Ducenta, Villa di Briano e Villa Literno per la provincia di Caserta; e poiAfragola, Arzano, Caivano, Calvizzano, Cardito, Casandrino, Casavatore, Casoria,Crispano, Frattamaggiore, Frattaminore, Giugliano, Grumo Nevano, Marano, Melito,Mugnano, Qualiano, Sant’Antimo, Villaricca per la provincia di Napoli. Un’area di 426chilometri quadrati in cui negli anni sono stati accertati 2.767 siti di “smaltimentoabusivo di rifiuti, anche pericolosi“. In 653 hanno anche avuto luogo “combustioniillegali“. La conseguenza è che il 37% della popolazione presente nell’area, oltre 354milacittadini, si è ritrovata a vivere a meno di 100 metri “da almeno un sito o più di uno”,esponendosi a una “elevatissima densità di sorgenti di emissioni e rilasci di composti chimicipericolosi per la salute umana“.

Le raccomandazioni degli esperti – Il dossier, a lungo atteso da cittadini e comitati, èstato presentato oggi alla presenza del procuratore generale presso la Corte d’Appello diNapoli, Luigi Riello, e del presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro.Aver focalizzato le analisi a specifiche patologie che riconoscono tra i fattori di rischiol’esposizione ai rifiuti e/o a contaminanti da essi rilasciati, le cosiddette patologie a priori,rende più confidenti nel possibile ruolo causale o concausale delle esposizioni in studio.“Alcuni comuni, infatti, presentano eccessi di specifiche patologie in termini di mortalità,ospedalizzazione, incidenza dei tumori, prevalenza di malformazioni congenite e di natipretermine o con basso peso”, fa sapere la procura in un comunicato. “Per alcune patologie èstata evidenziata una correlazione con il rischio di esposizione a rifiuti“. Nelleconclusioni, quindi, gli autori del rapporto chiedono di bloccare qualsiasi attività illecita e

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non controllata di smaltimento di rifiuti. É necessario bonificare i siti con rifiuti e le areelimitrofe che possono essere state interessate dai contaminanti rilasciati da questi siti;incentivare un ciclo virtuoso della gestione dei rifiuti, attualmente già attivo in alcune areedella Regione Campania; attivare un piano di sorveglianza epidemiologica permanentedelle popolazioni; implementare interventi di sanità pubblica in termini di prevenzione-diagnosi-terapia e assistenza.

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2 ottobre 2021

Terra dei fuochi, procura di Napoli: dimostrato legamecon l'insorgenza di tumori, leucemie e asma

rainews.it/dl/rainews/articoli/Terra-dei-fuochi-procura-Napoli-dimostrato-legame-tra-rifiuti-e-insorgenza-tumori-asma-e-leucemie-e6ea39eb-742f-421d-999e-6541ae092cd6.html

ITALIA

Il rapporto

Il dato, finora un'ipotesi degli scienziati, emerge dalle analisi svolte dopol'accordo tra la procura di Napoli Nord e l'Iss

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Terra dei fuochi: la Corte di Strasburgoavvia il processo contro l'ItaliaPiano per la Terra dei fuochi, cosaprevede il documentoL'allarme dell'Istituto Superiore diSanità: nella 'Terra dei Fuochi' piùmorti, tumori e ricoveriTerra dei fuochi, mobilitazione generalea NapoliCaccia ai rifiuti tossici nella Terra deiFuochi

10 febbraio 2021

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C'è una relazione causale, o anche di concausa, tra la presenza di siti di rifiuti incontrollatisul territorio dei comuni delle province di Napoli e Caserta ricompresi nella cosiddetta Terradei Fuochi, e l'insorgenza di alcune patologie, come il tumore alla mammella, l'asma, le varieforme di leucemie, le malformazioni congenite.

Il dato, tanto atteso da cittadini e comitati, che finora era solo un'ipotesi degli scienziati, èstato confermato dal rapporto conclusivo dei lavori dell'accordo che la Procura di NapoliNord - l'ufficio giudiziario ha sede ad Aversa (Caserta) - stipulò nel giugno 2016 con l'IstitutoSuperiore di Sanità.

I risultati del rapporto indicano, tra l'altro, che la mortalità e l’incidenza per tumore dellamammella è significativamente maggiore tra le donne dei Comuni inclusi nella terza e quartaclasse dell’indicatore di esposizione ai rifiuti (livello di rischio da rifiuti maggiore) rispetto aicomuni della prima classe, meno impattati dai rifiuti.

L'ospedalizzazione per asma nella popolazione generale è significativamente più elevata, sianegli uomini sia nelle donne, nei comuni maggiormente impattati dai rifiuti (terza e quartaclasse dell’indicatore comunale di esposizione a rifiuti).

Tra le altre risultante, la prevalenza dei nati pretermine è significativamente più elevata neicomuni della seconda, terza e quarta classe dell’indicatore, rispetto alla prima; la prevalenzadi Malformazioni Congenite (Mc), nel loro complesso, è significativamente più elevata neicomuni della Classe 4 dell’indicatore Irc (più impattati da rifiuti), rispetto alla prima. Neicomuni della classe 4 di Irc è maggiore anche la prevalenza delle MC dell’apparato urinario;nella popolazione della classe di età tra 0 e 19 anni, l’incidenza di leucemie e i ricoverati perasma aumentano significativamente passando dai comuni della Classe 1 a quelli delle Classisuccessive di Irc, con il rischio maggiore nei comuni della Classe 4 (la più impattata dairifiuti).

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10 febbraio 2021

DRAGHI PUNTI ALLO SVILUPPO DEL LAVOROAUTONOMO

mondoprofessionisti.it/primo-piano/draghi-punti-allo-sviluppo-del-lavoro-autonomo

Sfilano le parti sociali, oggi, davanti al presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi, conuna sola, incomprensibile, eccezione: i professionisti italiani.

10 Febbraio 2021Primo PianoLuigi Pio Berliri

Ancora unavolta, dunqueOrdini, Cassee sindacatiprofessionali,forzesignificativedel tessutoeconomicodel Paese,restanoescluse dallaformazionedel nuovogoverno.TuttaviaeccepisceStella nelprogrammadel nuovogoverno ci dev’essere una chiara strategia di sviluppo delle professioni e del lavoroautonomo. Parola del presidente della Confederazione delle diverse categorie diprofessionisti iscritti ad Ordini e Collegi Gaetano Stella, che ha spedito una lettera alpresidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, in vista del tavolo di confronto con le partisociali, chiarendo come occorra “ricomporre le migliori forze del Paese per ricostruire iltessuto sociale, economico e produttivo, gravemente colpito dalla pandemia, capitalizzandoal meglio le risorse del Recovery fund.

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Il prossimo governo ha la straordinaria opportunità di aprire una nuova stagione di riforme essenziali al rilancio della nostra economia, che non possono tuttavia prescindere dalle competenze dei liberi professionisti”, si legge. “Il bagaglio di conoscenze accumulato da Confprofessioni – parte sociale del settore libero professionale – e le competenze del mondo dei liberi professionisti sono a disposizione del presidente Draghi, con cui auspichiamo di poterci confrontare quanto prima, per dare il nostro contributo alla ripresa del Paese”, conclude Stella.

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homepage — Italianoisprambiente.gov.it/it

La geologia al femminile in ISPRA

11/02/2021 — 11/02/2021Le attività di ricerca scientifica e di protezione dell'ambiente vedono le donne protagoniste,anche se i numeri raccontano una storia diversa. In occasione della Giornata Internazionaledelle donne e ragazze nella Scienza, promossa dalle Nazioni Unite, che si celebra il giorno 11febbraio, un percorso fotografico guida alla scoperta delle tante attività realizzate dallegeologhe dell'ISPRA.

L'iniziativa, promossa nell'ambito del gruppo panGEA - Geoscienze senza frontiere, hal'obiettivo di evidenziare il ruolo delle donne nelle Geoscienze, una delle discipline STEM(Science, Technology, Engineering and Mathematics) dove equità di genere e inclusionedevono ancora trovare uno spazio di attenzione e di intervento concreto.

La costruzione di una rete collaborativa per lo sviluppo e la realizzazione di attività disensibilizzazione rappresenta il primo passo verso una maggiore attenzione a questo tema.

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11 febbraio 2021

L’ANAC riapre la consultazione online per il Bando-tipon. 3

teknoring.com/news/anticorruzione/anac-riapertura-consultazione-online-bando-tipo-n-3

La delibera n. 723 del 31 luglio 2018 ha introdotto il Bando-tipo n. 3, recante Disciplinaredi gara per l’affidamento con procedura aperta di servizi di architettura e ingegneria diimporto pari o superiore a € 100.000 con il criterio dell’offerta economicamente piùvantaggiosa sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo. Il Bando-tipo n. 3, nel dettaglio,si conforma al Bando-tipo n. 1 (ferma restando la compatibilità con i servizi di architettura eingegneria).

La consultazione del Bando-tipo

La procedura di consultazione del recente Bando-tipo n. 3 avviene ora interamente tramitestrumenti telematici, per favorire il processo di digitalizzazione delle attività dellepubbliche amministrazioni e secondo quanto previsto dall’art.71 del Codice dei Contratti, ilquale stabilisce che “al fine di agevolare l’attività delle stazioni appaltantiomogeneizzandone le condotte, successivamente alla adozione da parte dell’ANAC di banditipo, i bandi di gara sono redatti in conformità agli stessi. Essi contengono le informazionidi cui all’allegato XIV, Parte I, lettera C, e sono pubblicati conformemente all’articolo 72.”.

L’adozione da parte dell’Anac di Linee Guida e di Bandi-tipo segue quanto indicato econcesso dall’art. 213 del Codice. Stando il quale “l’Anac attraverso linee guida, bandi-tipo,capitolati-tipo, contratti-tipo ed altri strumenti di regolamentazione flessibile, comunquedenominati, garantisce la promozione dell’efficienza, della qualità dell’attività

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delle stazioni appaltanti, cui fornisce supporto anche facilitando lo scambio diinformazioni e la omogeneità dei procedimenti amministrativi e favorisce lo sviluppo dellemigliori pratiche.”

È proprio in virtù di questi dettami che l’Anac ha scelto di riprendere l’elaborazione di Bandi-tipo, interrottasi nel 2018.

Il Bando-tipo n. 3, il contenuto

Come recente prassi in materia, il bando prevede un disciplinare di gara, corredato di unanota illustrativa che, a differenza di quella a corredo del Bando tipo n. 1, illustraesclusivamente i punti salienti della disciplina dei servizi di architettura eingegneria, guida alla compilazione dei bandi di gara e ripercorre le linee strutturali delBando-tipo. In aggiunta contiene una relazione AIR che motiva le scelte effettuate rispettoalle osservazioni degli stakeholders. Questi ultimi, inoltre, possono presentare le proprieosservazioni, entro il 15 marzo 2021, utilizzando il modulo per le osservazioni ed inserendoapposita indicazione degli articoli a cui si fa riferimento.

Gli allegati

Gli allegati al disciplinare contengono suggerimenti alle stazioni appaltanti sui possibilicriteri qualitativi per l’individuazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa (Allegato1), nonché un corrispondente schema di presentazione per l’offerta tecnica (allegato 2). Talischemi sono ricavati dalle Linee guida ANAC n. 1. E,per la parte relativa ai criteriambientali, dal d.m. 11 ottobre 2017 (Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi diprogettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edificipubblici). Il Disciplinare-tipo sarà sottoposto a verifica di impatto della regolazione che saràcondotta dopo 12 mesi dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Nel dettaglio

Seguendo la struttura dei precedenti bandi tipo, anche in questo caso il lavoro ha ad oggettonon uno schema di bando bensì un disciplinare-tipo, in virtù della minore complessità delsecondo tipo rispetto al primo, che riassume e contiene infatti le esigenze più avvertite dallestazioni appaltanti di orientamento e standardizzazione. Non diversamente dagli altri schemigià adottati, il lavoro, ai sensi dell’articolo 213 del Codice dei contratti, persegue l’obiettivo difornire alle stazioni appaltanti uno strumento a garanzia e promozione di efficienza, elevatostandard di qualità dell’azione amministrativa e omogeneità dei procedimenti.

Codice dei contratti pubblici e Sblocca cantieri, la normativa rallenta gli investimenti Appaltipubblici, il Bando tipo n. 3 dell’ANAC è entrato in vigore

La procedura aperta

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Il disciplinare, ai sensi dell’art. 157 del Codice (Altri incarichi di progettazione e connessi),che rimanda alle Linee Guida Anac n. 1, prende in considerazione la sola procedura aperta dicui all’art. 60 del Codice, con applicazione del criterio dell’offerta economicamente piùvantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità prezzo. Di cui all’art. 95,comma 2, del Codice (Criteri di aggiudicazione dell’appalto).

Recenti chiarimenti

Accompagnano la consultazione i chiarimenti numero 1 e 2 sulla clausola del punto 7.4 delBando-tipo n. 3 (indicazioni per i raggruppamenti temporanei, consorzi ordinari,aggregazioni di rete, geie) relativi al:

divieto di frazionamento dei due servizi di punta;possesso dei requisiti in misura maggioritaria da parte della mandataria.

Specifiche punto primo

Sul primo punto, il Consiglio dell’Autorità, nella seduta del 14 novembre 2018, ha deliberatodi pubblicare il seguente chiarimento. Con riferimento al requisito dei due servizi di punta, dicui al punto 7.4, il divieto di frazionamento riguarda il singolo servizio di ogni coppia diservizi di punta relativi alla singola categoria e ID che deve essere espletato da un unicosoggetto.

Per i diversi ID, per cui sono richiesti i servizi di punta, deve essere consentita ladimostrazione del requisito anche da parte di differenti componenti del raggruppamento;non è esigibile, infatti, la dimostrazione del requisito per tutte le ID da parte di un solocomponente del RTP (ovvero dai due previsti in base alla seconda opzione contemplata nelBando tipo). Nei raggruppamenti verticali, invece, ciascun componente deve possedere idoppi servizi di punta in relazione alle prestazioni che intende eseguire. Con l’eccezione deidue servizi di punta attinenti alla categoria prevalente che devono essere posseduti dallamandataria.

Specifiche punto secondo

Relativamente al secondo punto, il Consiglio dell’Autorità, nella seduta del 14 novembre2018, ha deliberato che il possesso dei requisiti in misura maggioritaria da parte dellamandataria di cui al punto 7.4 deve essere inteso come tale in relazione ai requisiti richiestidalla lex specialis di gara, a prescindere dagli importi totali posseduti. L’operatoreeconomico, in possesso dei requisiti per essere mandatario del RTP, che voglia partecipareal raggruppamento invece quale mandante, potrà spendere soltanto una parte dei requisitiposseduti, inferiori a quelli spesi dal concorrente che intende svolgere il ruolo di mandataria.In tal modo salvaguardando il principio del possesso dei requisiti in misura maggioritaria incapo a quest’ultima.

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Casella di posta dedicata

L’ANAC ha inoltre aperto una casella di posta all’indirizzo mail [email protected] perconsentire a stazioni appaltanti e interessati di comunicare e fare presenti eventuali problemilegati alla consultazione e genericamente alla fruizione del Bando-tipo n. 3. Con l’indicazionespecifica che terrà conto di tali segnalazioni per l’aggiornamento del bando-tipo o pereventuali integrazioni che riterrà necessarie nella fase di vigenza dello stesso.