Consiglio Chopin Studio Op.10 n.1

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“Chopin mi raccomandò di studiarlo molto lentamente, al mattino. <<Questo studio vi farà bene>> diceva. <<Se lo studiate come lo intendo io vi allarga la mano e questo vi consente degli accordi arpeggiati come colpi d’archetto. Purtroppo, però, spesso invece di fare imparare tutto questo, lo fa disimparare>> [in nota 185: <<Come intendo io>> significa aiutandosi con il movimento laterale della mano […]; il polso è perfettamente libero e il gomito, passivo, viene trascinato dal movimento della mano. Un approccio esclusivamente digitale a questo studio non può portare che all’irrigidimento. Quanto all’espressione <<come colpi d’archetto>>, essa evidenzia che Chopin ha concepito gli arpeggi delle studio, a turno ascendenti e discendenti, come adattamento pianistico delle arcate in su e in giù […] del violino.]. So bene che ancor oggi è largamente diffusa l’opinione che si possa suonare bene questo studio solo se si è dotati di una mano molto grande. Però non era questo il caso di Chopin: la condizione per una buona esecuzione sta solo nell’elasticità della mano. <Streicher/Niecks (II, p. 368-ed. ted.)>“. (da "Chopin visto dai suoi allievi” di J.J. Eigeldinger, Casa Ed. Astrolabio, ed. it. a cura di C. Mastroprimiano)

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“Chopin mi raccomandò di studiarlo molto lentamente, al mattino. <<Questo studio vi farà bene>> diceva. <<Se lo studiate come lo intendo io vi allarga la mano e questo vi consente degli accordi arpeggiati come colpi d’archetto. Purtroppo, però, spesso invece di fare imparare tutto questo, lo fa disimparare>> [in nota 185: <<Come intendo io>> significa aiutandosi con il movimento laterale della mano […]; il polso è perfettamente libero e il gomito, passivo, viene trascinato dal movimento della mano. Un approccio esclusivamente digitale a questo studio non può portare che all’irrigidimento. Quanto all’espressione <<come colpi d’archetto>>, essa evidenzia che Chopin ha concepito gli arpeggi delle studio, a turno ascendenti e discendenti, come adattamento pianistico delle arcate in su e in giù […] del violino.]. So bene che ancor oggi è largamente diffusa l’opinione che si possa suonare bene questo studio solo se si è dotati di una mano molto grande. Però non era questo il caso di Chopin: la condizione per una buona esecuzione sta solo nell’elasticità della mano. <Streicher/Niecks (II, p. 368-ed. ted.)>“. (da "Chopin visto dai suoi allievi” di J.J. Eigeldinger, Casa Ed. Astrolabio, ed. it. a cura di C. Mastroprimiano)