CHOPIN NOTTURNI Pietro De Maria - Eventi e Sagre: … · 2012-05-19 · 3. op. 9 No. 3 in B major...
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CHOPIN ‐ NOTTURNI Pietro De Maria
Un altro capitolo dell'integrale di Chopin nell'interpretazione di Pietro De Maria, che sta riscuotendo grande successo in Italia e all'estero. Amato dal pubblico e dalla critica, Pietro De Maria sta giungendo ormai alla fase conclusiva della registrazione per Decca dell’integrale di Chopin. Le sue interpretazioni sono state definite "da sogno" dalla rivista francese Diapason.
Chopin Notturni Pietro De Maria 2CD 476 3599
2 CD al prezzo di 1 STREET DATE 25 SETTEMBRE
TRACKLIST Disco I Disco II 1. op. 9 No. 1 in B flat minor 1. op. 37 No. 1 in G minor 2. op. 9 No. 2 in E flat major 2. op. 37 No. 2 in G major 3. op. 9 No. 3 in B major 3. op. 48 No. 1 in C minor 4. op. 15 No. 1 in F major 4. op. 48 No. 2 in F sharp minor 5. op. 15 No. 2 in F sharp major 5. op. 55 No. 1 in F minor 6. op. 15 No. 3 in G minor 6. op. 55 No. 2 in E flat major 7. op. 27 No. 1 in C sharp minor 7. op. 62 No. 1 in B major 8. op. 27 No. 2 in D flat major 8. op. 62 No. 2 in E major 9. op. 32 No. 1 in B major 9. op. 72 No. 1 in E minor 10. op. 32 No. 2 in A flat major 10. Lento con gran espressione [Nocturne] in C sharp
minor (1830) 11. Nocturne in C minor (1845‐46)
Le altre uscite dell’integrale:
Pietro De Maria Pietro De Maria Pietro De Maria STUDI BALLATE E IMPROVVISI LE TRE SONATE CD 476 5926 CD 476 6371 CD 476 6733
Pietro De Maria Pietro De Maria PRELUDI VALZER CD 476 3205 CD 476 3354
TOUR CAMOGLI ‐ mercoledì 12 agosto 2009 Hotel Cenobio dei Dogi . ore: 21:15 CHOPIN Ballata n. 1 in sol minore op. 23 3 Valzer op. 64 Scherzo in mi maggiore op. 54 2 Notturni op. 27 Sonata in si bemolle minore op. 35
OLTEN ‐ giovedì 24 settembre 2009 STADTTHEATER OLTEN ‐ web Stadttheater . ore: 20:00 SCARLATTI Sonata K 45 in re maggiore Sonata K 44 in fa maggiore Sonata K 394 in mi minore Sonata K 13 in sol maggiore
Sonata K 98 in mi minore Sonata K 425 in sol maggiore MOZART Sonata in si bemolle maggiore K 333 CHOPIN 2 Notturni op. 62 Polonaise ‐ Fantasie op. 61 Scherzo in mi maggiore op. 54
SOLOTHURN ‐ sabato 26 settembre 2009 FRAG‐ART ‐ web Konzertsaal Solothurn . ore: 20:15 SCARLATTI Sonata K 45 in re maggiore Sonata K 44 in fa maggiore Sonata K 394 in mi minore Sonata K 13 in sol maggiore
Sonata K 98 in mi minore Sonata K 425 in sol maggiore CLEMENTI Sonata in fa diesis minore op. 25 n. 5 CHOPIN 2 Notturni op. 62 Polonaise ‐ Fantasie op. 61 Scherzo in mi maggiore op. 54
VALOIS ‐ FRANCE ‐ giovedì 15 ottobre 2009 FESTIVAL PIANO EN VALOIS ‐ web INTEGRALE PIANISTICA DI CHOPIN ‐ I Rondò in do minore op. 1 Cinque Mazurche op. 6 Rondeau à la Mazur in fa maggiore op. 5 Quattro Mazurche op. 7 Tre Notturni op. 9 Dodici Studi op. 10
ANGOULÊME ‐ domenica 18 ottobre 2009 FESTIVAL PIANO EN VALOIS ‐ web Grand Théâtre . ore: 17:00 INTEGRALE PIANISTICA DI CHOPIN ‐ II Variazioni brillanti in si bemolle maggiore op. 12 sul Rondò "Je vends des scapulaires" dall'opera "Ludovic" di Hérold e Halévy Tre Notturni op. 15 Rondò in mi bemolle maggiore op. 16 Quattro Mazurche op. 17 Valse brillante in mi bemolle maggiore op. 18 Bolero op. 19 Scherzo in si minore op. 20 Ballata in sol minore op. 23 Quattro Mazurche op. 24 Dodici Studi op. 25
VALOIS ‐ FRANCE ‐ martedì 20 ottobre 2009 FESTIVAL PIANO EN VALOIS ‐ web INTEGRALE PIANISTICA DI CHOPIN ‐ III Due Polacche op. 26 Due Notturni op. 27 Improvviso in la bemolle maggiore op. 29 Quattro Mazurche op 30 Scherzo in si bemolle minore op. 31 Ventiquattro Preludi op. 28
BOLOGNA ‐ sabato 24 ottobre 2009 TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA ‐ web Teatro Manzoni . ore: 20:30 Orchestra del Teatro Comunale di Bologna . dir.: Michele Mariotti CHOPIN: Concerto n. 1 in mi minore op. 11
TERNI ‐ mercoledì 28 ottobre 2009 AMICI DELLA MUSICA
ore: 21:00 CHOPIN Ballata n. 1 in sol minore op. 23 2 Notturni op. 27 Scherzo n. 2 in si bemolle minore op. 31 24 Preludi op. 28
VALOIS ‐ FRANCE ‐ domenica 15 novembre 2009 FESTIVAL PIANO EN VALOIS ‐ web INTEGRALE PIANISTICA DI CHOPIN ‐ IV Due Notturni op. 32 Quattro Mazurche op. 33 Trois Valses op. 34 Improvviso in fa diesis maggiore op. 36 Sonata in si bemolle minore op. 35 Due Notturni op. 37 Ballata in fa maggiore ‐ la minore op. 38 Due Polacche op. 40 Valse in la bemolle maggiore op. 42 Quattro Mazurche op. 41 Tarantella in la bemolle maggiore op. 43 Scherzo in do diesis minore op. 39
VALOIS ‐ FRANCE ‐ martedì 17 novembre 2009 FESTIVAL PIANO EN VALOIS ‐ web INTEGRALE PIANISTICA DI CHOPIN ‐ V Polacca in fa diesis minore op. 44 Preludio in do diesis minore op. 45 Allegro de Concert in la maggiore op. 46 Due Notturni op. 48 Fantasia in fa minore op. 49 Ballata in la bemolle maggiore op. 47 Tre Mazurche op. 50 Improvviso in sol bemolle maggiore op. 51 Ballata in fa minore op. 52 Scherzo in mi maggiore op. 54 Polacca in la bemolle maggiore op. 53
VALOIS ‐ FRANCE ‐ venerdì 20 novembre 2009 FESTIVAL PIANO EN VALOIS ‐ web INTEGRALE PIANISTICA DI CHOPIN ‐ VI Due Notturni op. 55 Tre Mazurche op. 56 Berceuse op. 57 Tre Mazurche op. 59 Barcarola in fa diesis maggiore op. 60 Polonaise ‐ Fantaisie in la bemolle maggiore op. 61 Due Notturni op. 62 Tre Mazurche op. 63 Trois Valses op. 64 Sonata in si minore op. 58
BOOKLET L'animo romantico brama la notte. L'oscurità, rischiarata o meno dal bagliore lattiginoso della luna, lascia trasparire la dimensione interiore dell'individuo ottocentesco: lacerando il velo della ragione e dell'oggettività ne rivela i turbamenti esistenziali e le pulsioni inconfessate, lo esorta a congiungersi con il creato riconoscendosene parte, ridesta in lui il misticismo ma eccita anche superstizioni, fantasie spettrali, immagini grottesche; e tuttavia ne manifesta, pur attraverso la volontà di annullamento e i persistenti pensieri luttuosi, il desiderio pieno ed esaltante di vita. Nessuno stupore, perciò, che proprio nel Romanticismo emerga un genere musicale che ha nome “notturno” e che la sua fioritura si debba a un artista come Fryderyk Chopin, tra i più sensibili dell'epoca a captare e registrare le vibrazioni dello spirito umano. Certo la musica notturna non è creazione ottocentesca. Già il secolo precedente ne fornisce esempi significativi, tipo la Eine kleine Nachtmusik mozartiana; opere d'intrattenimento mondano, consanguinee di serenate e divertimenti, per piccoli gruppi di archi, di fiati o misti che si esibivano preferibilmente all'aria aperta. Il vero precursore di Chopin è però l'irlandese John Field, primo a scrivere notturni pianistici (dal 1812 in avanti) e a declinarli alla maniera che ne segnerà lo sviluppo successivo: quella di canti senza parole, melodie sognanti di ampio, spianato lirismo distese sopra un basso spesso arpeggiante. Una scrittura scaturita dalla semplificazione del linguaggio classico, per giunta di immediata presa emotiva. I salotti della Restaurazione ne rimanevano estasiati. Manifeste, nei notturni, anche le ascendenze belcantistiche. Per modellare i suoi, Chopin dichiarava apertamente di ispirarsi ai respiri, ai fraseggi e agli incanti timbrici di Rubini, della Malibran, della Grisi, sublimi ugole dell'epoca; mentre l'inesauribile campionario di volute impiegato per ricamarne i profili melici altro non è che un'originale metamorfosi della coloratura rossiniana e belliniana. Basta ascoltare il Notturno op. 15 n. 2 dove sul tema, presentato dapprima nella sua candida limpidezza, si deposita via via un'eterea ragnatela di ricami. O il celeberrimo Notturno op. 9 n. 2 che doveva rammentare il canto purissimo di Giuditta Pasta: ogni volta che Chopin lo suonava vi aggiungeva, come avrebbe fatto lei in teatro, nuove ornamentazioni; di alcune delle quali resta traccia – oltre che tra i minuziosi appunti presi a lezione dalla devota Jane Stirling, dedicataria dell'op. 55 – sugli spartiti degli allievi. Che registrano pure diverse altre varianti, melodiche e dinamiche, rispetto alla lezione dei Notturni fissate nei fascicoli a stampa, a loro volta non sempre concordi l'un con l'altro. Relative per esempio al Notturno op. 27 n. 2, prediletto dall'autore che lo volle inserire nel programma del suo recital parigino del 21 febbraio 1842. Leggendaria, del resto, l'eleganza con cui Chopin, esecutore dei propri pezzi, sapeva far cantare la tastiera, in specie quella degli adorati strumenti Pleyel, delicati e malleabili. Tuttavia, nei Notturni, la vocalità fiorita all'italiana penetra, sì, come suggestione originaria, talora assumendo funzioni strutturali, ma viene poi trasfigurata, convertita in espressione idiomatica, pienamente pianistica, che peraltro trova la sua ragion d'essere in se stessa, in architetture limpide e rigorose (sovente tagliate in forme a b a di adamantino lucore) da cui è bandita qualsiasi suggestione illustrativa. Giacché, a differenza di altri colleghi della medesima generazione, Chopin non glossava il suo lavoro con manifesti estetici o titoli a effetto, così rigettando – almeno pubblicamente – i significati extramusicali attribuiti a molte sue composizioni. Come nel caso del Notturno op. 37 n. 2 ritenuto, in virtù del suo movimento cullante di barcarola, una memoria dell'insalubre soggiorno a Maiorca del 1838‐39, cioè la stilizzazione di una nenia intonata dal timoniere in servizio da Palma a Barcellona. Mentre il Notturno op. 48 n. 1, con un nucleo centrale al modo di corale grandioso e drammatico rombante di doppie ottave in cascata, lo si diceva pensato nella chiesa di Saint‐Germain‐des‐Prés dove Chopin si sarebbe rifugiato per ripararsi da un temporale improvviso. E se anche la scintilla creativa gli era fornita da una lettura, da un moto psicologico, da un ricordo, da un accadimento quotidiano, di tutto ciò poi non restava traccia sullo
spartito. Racconta infatti una tradizione che il Notturno op. 15 n. 3 sia stato scritto «dopo una rappresentazione dell'Amleto», ma che in seguito dal manoscritto venisse cancellata questa frase. Il lascito chopiniano nell'ambito del notturno consiste di ventuno pagine. Diciotto, uscite vivente l'autore a gruppi di tre o a coppie fra il 1832 e il 1846. Tre postume, compresa quella di più antica redazione. Si tratta del Notturno op. 72 n. 1, pubblicato nel 1855 ma forse risalente a quasi un trentennio prima, quando Chopin risiedeva ancora nella natia Polonia. Mostra già una certa libertà d'impianto dato che, pur essendo in minore, conclude con disinvoltura in maggiore. Pure il piccolo Notturno in do minore, edito solo nel 1938, sembra ascrivibile alla medesima epoca, benché qualche studioso lo dati al 1831 (anno in cui il compositore si stabilisce definitivamente a Parigi) o addirittura, basandosi sull'analisi della carta dell'autografo, al 1837. Frutto del soggiorno viennese del 1830 è invece il Notturno in do diesis minore, «Lento con gran espressione», giudicato da Brahms un falso: missiva sonora alla sorella Ludwika, affettuosa e privatissima, per confezionare la quale Fryderyk riutilizza temi a lei cari. Pressappoco negli stessi mesi ferveva il lavoro sui tre pezzi che sarebbero confluiti nell'op. 9, il primo libro di Notturni chopiniani stampato. Subito appaiono evidenti gli scostamenti rispetto al modello di Field, e ben riconoscibile l'impronta della mano del polacco in fatto di tinte e percorsi armonici (il n. 1 è impiantato nella tonalità 'difficile' di si bemolle minore e per due volte richiede un pianissimo con tre p), poesia e assetto formale. Nel 1833, un anno dopo l'op. 9, vedono la luce i tre Notturni dell'op. 15 con dedica all'amico Ferdinand Hiller, anch'egli pianista‐compositore. Dall'op. 27 in avanti i Notturni escono a coppie. Il linguaggio di Chopin progredisce liberamente, talvolta assumendo tratti di modernità sconcertanti per l'epoca. Il disegno sempre più audace dell'armonia vi produce sofisticate risonanze emotive, ciò che conferisce ai Notturni op. 62, gli ultimi, quella loro aria così erratica, arabescante ed elusiva. Inoltre la mano destra può arrivare a privarsi di regolarità e simmetrie sviluppando un continuum melodico ininterrotto. Succede nel Notturno op. 32 n. 1 (con le ultime battute di taglio pre‐wagneriano, secondo qualche commentatore), nelle sezioni estreme del Notturno op. 48 n. 2 (la cui parte centrale Chopin suggeriva di suonare quasi recitando, come se rappresentasse un sovrano dispotico e un suddito implorante grazia), e nel Notturno op. 55 n. 2 dal delicato intreccio contrappuntistico che denuncia lo studio approfondito del Clavicembalo ben temperato di Bach e del Corso di contrappunto e di fuga di Cherubini. Tale e istantanea fu la popolarità dei Notturni, che certi furono perfino trascritti per altri strumenti: da August Wilhelmj per il violino; da Auguste Franchomme, intimo di Chopin, per il violoncello.
Gregorio Moppi
BIOGRAFIA Dopo aver vinto il Premio della Critica al Concorso Ciaikovsky di Mosca nel 1990, Pietro De Maria ha ricevuto il Primo Premio al Concorso Internazionale Dino Ciani ‐ Teatro alla Scala di Milano (1990) e al Géza Anda di Zurigo (1994). Nel novembre 1997 gli è stato assegnato in Germania il Premio Mendelssohn per la sua esecuzione del Concerto n. 1 con la Filarmonica di Amburgo diretta da Ingo Metzmacher. Pietro De Maria svolge un'intensa attività concertistica, ospite dei maggiori centri musicali europei e americani e solista con prestigiose orchestre, con direttori quali Roberto Abbado, Gary Bertini, Myung‐Whun Chung, Vladimir Fedoseyev, Daniele Gatti, Eliahu Inbal, Marek Janowski, Ton Koopman, Peter Maag, Gianandrea Noseda, Corrado Rovaris, Yutaka Sado, Sándor Végh. Nato a Venezia nel 1967, De Maria ha iniziato lo studio del pianoforte con Giorgio Vianello, dimostrando un precoce talento che lo ha portato, appena tredicenne, a vincere il Primo Premio al Concorso Internazionale Alfred Cortot di Milano. Si è diplomato sotto la guida di Gino Gorini al Conservatorio della sua città, perfezionandosi successivamente con Maria Tipo al Conservatorio di Ginevra, dove ha conseguito nel 1988 il Premier Prix de Virtuosité con distinzione. Dal marzo 2007 fino a tutto il 2009, Pietro De Maria è impegnato con l’esecuzione dell’integrale pianistica di Chopin presso le maggiori Istituzioni musicali italiane. L’integrale viene registrata per la DECCA ed è stata accolta con entusiasmo dalla critica: “…si resta ammirati non solo del dominio tecnico straordinario, ma della continua concentrazione con cui De Maria attraversa tanta densità poetica e paesaggi tanto diversi… Alla fine i dodici Studi op.25, dove ogni battuta splende come una gemma: nel secondo la melodia velocissima si snodava su un solo respiro fino alla fine; ammirevole il cantabile, da violoncello, nel quinto e nel settimo, impressionante la chiarezza espressiva nel decimo tempestoso…” (G. Pestelli, La Stampa). “Un'integrale chopiniana su cui scommettere. Del resto De Maria ha dimostrato di avere una personalità di rara ricchezza romantica: rigoroso nella lettura, incandescente nella resa esecutiva… Ma è tutta l’esecuzione a imporsi per la freschezza del piglio, l’effervescenza delle idee, oltre alla spensieratezza tecnica” (A. Foletto, Suonare News). Pietro De Maria è particolarmente attento alla musica da camera alla quale dedica molti progetti, realizzando in particolare una stretta collaborazione col violoncellista Enrico Dindo e col violinista Massimo Quarta. Ha inciso l’integrale delle opere di Beethoven per violoncello e pianoforte con Enrico Dindo per la Decca. Pietro De Maria insegna alla Scuola di Musica di Fiesole e all’International Engadin Summer Piano Academy che si tiene in Svizzera ogni due anni.