Considerazioni sull’amore, da La sposa liberata di A. Yehoshua
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Considerazioni sull’amore,
da La sposa liberata di A. Yehoshua, nella traduzione di A. Shomroni
[... ]due modi di concepire l'amore: quello principale e quello secondario. I veri esperti sanno come distinguerli e nonostante talvolta si confondano, ciascuno possiede una propria logica, possono coesistere in un rapporto di coppia, magari con qualche attrito, ma se accade qualcosa di serio che li fa collidere, allora è addio e non un arrivederci. L'amore di tipo principale serba il seme vivo e fecondo dell'infatuazione; dello slancio del cuore che porta a riconoscere, talvolta con ben pochi indizi, l’essere umano che soddisferà o placherà i suoi desideri più reconditi e col quale potrà ricreare, con le dovute correzioni, un amore primordiale deluso - per il padre o la madre - talvolta un fratello o sorella, o persino un parente lontano. Malgrado nel periodo dell'infatuazione l'innamorato sappia pochissimo della persona amata, perché la sua personalità gli è ancora sconosciuta, e percepisca in modo superficiale anche il corpo desiderato senza indagare se gli abiti nascondano, forse nel punto che lo attira di più, qualche brutto difetto, una cicatrice, si lega a lei ciecamente e fedelmente, impazzisce per lei e sarebbe persino disposto a morire per lei ancor prima di averla vista nuda. Da qui deriva il To fall in love, perchè è come se l'innamorato cadesse in un baratro, in fondo al quale sta talvolta nascosto uno scorpione, o un serpente e il suo amore fosse
tutto autosuggestione. Ma anche quando l'involucro comincia ad aprirsi.....con picchi di esaltazione e tonfi e difficoltà concrete la scintilla del primo innamoramento continua e risplende .....persino quando l'amato è in sedia a rotelle, con fleboclisi ... basta che un lampo baleni nei suoi occhi spenti o assuma un tono o pronunci una frase e di colpo nell'innamorato si risveglierà l'infatuazione: ciò che ha fatto sì che ogni peccato o debolezza fosse accettato e perdonato a priori. L'amore secondario è il risultato di una scelta e non di un'infatuazione.... E' un tipo di amore che sorvola lo stadio dell'innamoramento primordiale e dei suoi pericolosi capitomboli. E' forse più consapevole, più maturo, permette di scegliere con coraggio e cognizione, non tanto il compagno migliore - perché ce n'è sempre uno migliore- ma quello "giusto" A differenza di un matrimonio nato da un'infatuazione che durerà finché ne arriva un'altra, l'amore per scelta propone qualcosa di meno sconvolgente ma più stabile,: il senso di responsabilità -- Nella crisi il primo dirà "che posso farci, mi sono innamorato di te quindi ti perdono" il secondo dirà"che posso farci, ti ho scelto, quindi sono responsabile della mia scelta" Ma qui il trabocchetto: l'infatuato può continuare a ignorare ciò che non è di suo gradimento, il responsabile non riesce a farlo e quando accade qualcosa di terribile e inquietante, troppo debole per sopportarlo, crolla e tutto ciò che resta è "prendi le tue cose e vattene"
RiflessioniLa grandezza di uno scrittore poggia anche su quella del traduttore nella
lingua del lettore (e l’italiano può avere disturbanti assonanze…) . Il successo che
Abraham Yehoshua ha presso il pubblico italiano significa un autore grande
quanto fortunato perché i suoi romanzi sono tradotti in modo fedele e
gradevole come La sposa liberata . Per questo trovo interessante un passo che
si configura come un’eccezione, perché nel bellissimo frammento riportato
avverto una complessità lessicale non sufficientemente sciolta.
Nella descrizione dell’amore principale, allorché è detto “serba il seme vivo e
fecondo dell'infatuazione” la scelta del vocabolo infatuazione è dubbia. Esso
significa una passione straordinariamente intensa ma passeggera ed è
abitualmente usato come svalutazione. Credo di individuare, invece ,
nell’autore un’ intenzione diversa, meglio traducibile con “incantamento” , che
significa incantesimo o incanto ed allude a un sentimento traboccante di
meraviglia che trasporta colui o colei che lo prova in una dimensione diversa
dal sé abituale.
In un modo o nell’altro, le considerazioni sui due tipi di amore sono
certamente appropriate e istiganti la riflessione. La letteratura romantica
celebra quello principale, che trae fuori da se stessi. La formazione delle
società esige quello secondario che soddisfa l’esigenza di un patto stabile, per
creare legami che consentano cura dei figli , base economica e reciproca
fiducia , onde porre questi traguardi nel futuro.
E’ da ritenere, probabilmente, che l’amore secondario sia il più…. democratico:
ognuno ha capacità e diritto di provarlo. L’amore di tipo primario, invece, ha
una qualità, come Yehoshua illustra, riparatrice della prima delusione
d’amore. Solo chi ha sofferto di una grave ferita iniziale sente l’impulso a
lenire il dolore, colmare un vuoto di felicità, di delizia delle emozioni. Ed è
solo quando la riparazione è avvenuta, attraverso un incontro che trae fuori
dal tempo storico e introduce nel tempo senza scansioni dell’interiorità, che è
possibile appagarsi dell’amore secondario.
Nei casi in cui vi sia una basilare propensione fortemente orientata verso l’uno
o l’altro, esiste fra questi due tipi d’amore una profonda ostilità che
impedisce loro di coesistere pacificamente in una persona. Quella orientata
all’amore primario avvertirà l’altra forma come calcolatrice, prosaica, fredda;
al contrario quella orientata all’amore secondario avvertirà per il primario un
sospetto di illusione, lo vedrà come bisogno di fuga dalla realtà o allucinante
ossessione.
La vita cosciente tende all’univocità, il che comporta uscire da un dilemma
preferendo una premessa ed escludendo l’opposta. La vita interiore mantiene
le contraddizioni: le esigenze contrapposte possono confliggere
indefinitamente e rendere frustrante il comportamento cosciente. Oppure
possono entrare in feconda dialettica allorché, sulle orme di Carl Gustav Jung,
consideriamo l’interiorità altrettanto reale del mondo esteriore, rendendo in
tal modo l’esistenza vissuta un continuo consapevole aggiustamento al meglio
possibile, di se stessi.
Non eliminare la consapevolezza della forma d’amore che non viene vissuta,
evitare cioè la sua esclusione, rafforza il sentimento d’amore prescelto, lo
libera dal groviglio di dubbi o dalla rigidità, salva l’individuo dalla più o meno
consapevole invidia per coloro che avvertono e seguono l’altro genere di
richiamo amoroso.
Resta da chiedersi: cosa avviene quando non si ama, quando la dialettica
interna dell’amore non dà luogo ad un sentimento vissuto, ciononostante la
persona sente premere dentro di sé la volontà di amare.
Alla ricerca di un autore che
descriva questo standby
dell’amore…