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PAOLO CLEMENTE CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE Paolo Clemente, PhD Resp. Prevenzione Rischi Naturali e Mitigazione Effetti CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

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  • PAOLO CLEMENTE – CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    Paolo Clemente, PhD Resp. Prevenzione Rischi Naturali e Mitigazione Effetti

    CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA

    PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

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    Oggi un evento sismico può:

    - mettere in crisi l’assetto socio-economico anche di grandi aree

    - causare disastri ambientali

    Terremoto di Kobe (1995): (ove è situato uno dei porti più importanti del

    mondo), primo caso storico di evento ad avere interessato una

    concentrazione urbana industrializzata, producendo gravissimi danni al

    sistema edilizio, viario e produttivo

    Terremoto di Izmit (Turchia, 1999): causò l’incendio del più grande impianto

    petrolchimico turco, creando difficoltà all’approvvigionamento di

    combustibile per il trasporto e inquinamento ambientale

    TERREMOTI E LORO EFFETTI

    In Italia scenari simili potrebbero verificarsi se si ripetessero i terremoti del:

    • 1117: Area padana oggi a industrializzazione diffusa (2012)

    • 1693: Sicilia sudorientale oggi sede di stabilimenti petrolchimici

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    L’onda (alta circa 14 m) investe la centrale nucleare di

    Fukushima Daiichi, scavalcando le barriere di protezione

    (alte circa 6 m) ed invade i locali della centrale

    TERREMOTO DI TOHOKU, 2011

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    MAPPE PERICOLOSITÀ GIAPPONE

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    INSEGNAMENTI DEL PASSATO

    Muri di protezione a

    Miyaho (distrutto)

    Fudai (intatto)

    Effetti dello tsunami 100

    m a valle dello s. m.

    Stone monument Stone monument visto

    dal villaggio

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    RISCHIO SISMICO

    H = pericolosità sismica

    misura dell’entità del fenomeno atteso nel sito stesso

    in un determinato periodo di tempo;

    • è una caratteristica del territorio,

    • è indipendente dalla presenza di beni su di esso

    V = vulnerabilità sismica

    suscettibilità a subire un danno di un certo grado, in

    presenza di un evento sismico di assegnato livello;

    • è una caratteristica del bene,

    • è indipendente dalla pericolosità del sito in cui si trova

    W = esposizione

    Legata all’uso del territorio, ossia alla distribuzione e alla densità abitativa, alla

    presenza di infrastrutture, alle destinazioni d’uso dei beni, al valore della

    costruzione e del contenuto (e delle vite umane)

    Potenziale danno economico, sociale ed ambientale derivante da eventi sismici

    R = H · V · W

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    Non è possibile intervenire sulla

    pericolosità sismica:

    • modificare l’intensità dei terremoti

    • modificare la frequenza dei terremoti

    • prevederne l’accadimento

    La conoscenza della pericolosità

    consente di calibrare gli interventi

    RIDUZIONE DEL RISCHIO SISMICO

    È possibile intervenire sulla vulnerabilità

    sismica e sull’esposizione:

    • ridurre il danno atteso a costruzioni e impianti

    migliorandone le caratteristiche strutturali e non;

    • progettare l’uso del territorio (distribuzione e

    densità abitativa, infrastrutture, destinazioni d’uso)

    • aumentare i livelli di protezione (aumentare la

    consapevolezza nei confronti del rischio sismico e

    migliorare i comportamenti in caso di terremoto)

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    MISURA INTENSITÀ TERREMOTI Intensità Macrosismica (scala Mercalli (1909), Scala MCS (1930, 12 classi))

    Misura effetti su persone, oggetti, costruzioni e ambiente

    • misura empirica e qualitativa, non strumentale

    • rappresentativa di un’area, non dato puntuale

    • varia con la distanza dall’epicentro

    Utilità: descrizione del danno (isosisme), sismicità storica

    Magnitudo Locale (Richter, 1935) = rapporto tra lo spostamento D1 dovuto a un

    sisma e quello D0 del terremoto campione (ML=logD1logD0)

    Misura oggettiva e unica dell’entità di un terremoto

    M dell’energia E rilasciata dalla sorgente (logE=11.8+1.5·M)

    • E cresce di circa 32 volte per ΔM=1

    • M

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    Mappe basate sull’approccio probabilistico (sulla base della storia sismica)

    Ciascuna mappa è relativa ad una probabilità di accadimento in 50 anni

    N.B.: tempi di osservazione non sufficienti

    PVR = 10% in 50 anni

    TR = 475 anni

    PVR = 63% in 50 anni

    TR = 50 anni

    PVR = 2% in 50 anni

    TR = 2475 anni

    PERICOLOSITÀ SISMICA DI RIFERIMENTO

    Strutture ordinarie: PVR = 10% in VR ≥ 50 anni (TR ≥ 475 anni)

    Strutture strategiche: PVR = 10% in VR ≥ 100 anni (TR ≥ 950 anni)

    PGA su suolo rigido

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    0.0

    0.1

    0.2

    0.3

    0.01 0.10 1.00

    PG

    A (

    g)

    PR

    MIRANDOLASuolo rigido

    Terremoto 2012

    IL “PICCO DELLA MIRANDOLA”

    32 36 40 44

    t (s)

    -300

    -200

    -100

    0

    100

    200

    300

    acc

    (c

    m/s

    /s)

    32 36 40 44

    t (s)

    -300

    -200

    -100

    0

    100

    200

    300

    ac

    c (

    cm

    /s/s

    )

    32 36 40 44

    t (s)

    -300

    -200

    -100

    0

    100

    200

    300

    ac

    c (

    cm

    /s/s

    )

    2012141020324.84.MRN

    MIRANDOLA

    NS

    UP

    WE

    NB:

    PVR = 5% (TR > 1000 anni) non vuol dire mai !!

    Sismicità storica: non significativa in R=30-40 km dall’epicentro

    • 17/11/1570, Ferrara (30 km a E), M = 5.5, I0 = VIII

    • 11/07/1987, Prov. Bologna e Ferrara (20 km a S) M = 5.4

    • 17/07/2011, Prov. Reggio Emilia (20 km a NE), M = 4.7

    Terremoti con M ≤ 6 a Sud, sull’Appennino settentrionale

    0.26g in superficie 0.20g al bedrock

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    EDIFICI INDUSTRIALI ESISTENTI Danni sisma Emilia 2012

    • non per errori nelle mappe di pericolosità ma

    per tardiva inserimento tra le zone sismiche

    • gran parte delle strutture esistenti sono state

    progettate senza tener conto delle azioni

    sismiche

    Edifici industriali: strutture labili per azioni

    orizzontali o nodi tra i pilastri e le travi non in

    grado di trasmettere nemmeno minime azioni

    sismiche

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    CLASSIFICAZIONE SISMICA Regio Decreto 18 aprile 1909 n.193: elenco comuni + norme tecniche

    Regio Decreto n. 431 del 1927: introduce due categorie sismiche a differente

    pericolosità (la I° e la II°) e diverse forze sismiche in ciascuna di esse

    1962 (Legge 1684): norme sismiche applicate ai Comuni

    “soggetti ad intensi movimenti sismici” e non più solo a

    quelli colpiti dal terremoto (almeno nelle intenzioni)

    2008: Valori di pericolosità per i punti di una maglia di

    lato 5.5 km, prescindendo dai confini amministrativi

    2003: 70% del territorio nazionale classificato sismico

    (zone 1, 2 e 3) + zona 4 (a sismicità molto bassa)

    < 1980 (anno terremoto Irpinia): 25% del territorio

    nazionale classificato sismico;

    1981: 43% del territorio nazionale classificato sismico

    (introduzione zona 3)

    • Aggiornamenti solo a seguito di eventi sismici e

    Classificazione a scala comunale

    2003

    1984

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    Riferirsi ad una probabilità di accadimento bassa (TR molto elevato)

    • in aree ad elevata densità di popolazione

    • per strutture di attività produttive di interesse nazionale (come già previsto per

    quelle di particolare rilevanza o strategiche)

    INSEGNAMENTI DAL SISMA DELL’EMILIA

    Osservazioni:

    • TR=2475 anni rappresenta il massimo attualmente previsto dalle norme

    tecniche, compatibile con le nostre conoscenza sulla storia sismica: eventi

    meno frequenti (TR>2475 anni), potrebbero essere a noi sconosciuti

    • Faglie visibili o comunque note, ma di cui non si hanno notizie in relazione ad

    attività sismica, potrebbero essere in grado di generare terremoti nel futuro

    • Terremoto di Chūetsu (prefettura di Niigata, Giappone) del 16/07/2007 (M=6.6)

    fu generato da una faglia fino ad allora sconosciuta (a Chūetsu è la centrale

    nucleare di Kashiwazaki-Kariwa, la prima al mondo con un reattore di terza

    generazione e la prima a subire un terremoto violento)

    TR = 500 anni Tempo di oss. ≥ 5000 anni

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    Mediamente PGA > DGA.

    PGA < DGA soltanto per valori molto elevati del livello di scuotimento.

    APPROCCIO DETERMINISTICO

    DGA

    Massimo Evento Credibile

    (Panza et al.)

    PGA (TR = 2475 anni)

    Confronto tra DGA e

    PGA per TR elevato

    (Panza et al.)

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    PGA o DGA utilizzabili nella progettazione delle nuove costruzioni

    STRUTTURE ESISTENTI

    Strutture esistenti

    • Difficile renderle conformi alle nuove norme (adeguamento sismico) per motivi

    tecnologici e/o economici (progettate con norme meno severe di quelle attuali o

    senza tener conto dell'azione sismica o in area classificata sismica soltanto di

    recente)

    • Si accetta il miglioramento, ossia un livello di protezione inferiore rispetto a

    quello richiesto per le nuove costruzioni

    • E’ arduo valutare la capacità di sopportare azioni sismiche a seguito di

    interventi di miglioramento

    Differenza tra PGA e DGA di fatto attutita in valore assoluto

    Nella pratica si accettano valori ridotti dell'azione sismica anche fino al 60%

    di quella assunta per il progetto delle nuove costruzioni

    Strutture di interesse storico: si procede al contrario

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    PGA da solo non è significativa degli effetti sulle strutture

    RAPPRESENTAZIONE AZIONE SISMICA

    Banca dati accelerometrica mondiale, con numerose

    registrazioni di terremoti reali su siti di vario tipo, disponibile e

    utilizzabile nella progettazione strutturale

    Accelerogrammi (rappresentazione diretta)

    rappresentativi dello scuotimento possibile al sito, da

    assumere come input al piede delle strutture

    Spettri di risposta al sito

    (rappresentazione indiretta)

    diagrammi dei massimi

    effetti sulla struttura in

    funzione delle sue

    caratteristiche dinamiche

    (periodo, smorzamento)

    -0.5

    0

    0.5

    0 10 20 30 40acc (g

    )

    t (s)

    Tolmezzo W-E

    -0.5

    0

    0.5

    0 10 20 30 40acc (g

    )

    t (s)

    Tolmezzo UP

    -0.5

    0

    0.5

    0 10 20 30 40acc (g

    )

    t (s)

    Tolmezzo N-S

    m

    c

    xtot(t)

    x(t)

    xg(t)

    k/2 k/2

    T=2π k m

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    TERREMOTO DI PROGETTO Vita nominale

    Vita di riferimento

    Fattore di uso (costr. ordinarie – affollate – strategiche)

    R N UV =V C

    R R VRT =-V ln 1-PTempo di ritorno

    SL SLO SLD SLV SLC

    PVR (%) 81 63 10 5

    TR=VR* 0.6 1.0 9.5 19.5

    NV ≥ 50 anni

    UC =1.0 - 1.5 - 2.0

    VN (anni) 50 50 (100) 100

    CU 1.0 2.0 (1.0) 2.0

    VR (anni) 50 100 200

    TR,SLO 30 60 120

    TR,SLD 50 101 201

    TR,SLV 475 950 1900

    TR,SLC 975 1950 3900 R,maxT =2475 years

    R,maxV =128 years

    N,maxV =64 years

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    SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO AL BEDROCK

    • smorzamento convenzionale =5%

    • sito di riferimento rigido orizzontale (tipo A)

    • per ciascun tempo di ritorno TR

    ag ,F0 e T*C per i punti di una maglia di lato 5.5 km, per diversi valori di TR

    ag = massima

    accelerazione

    orizzontale al sito

    0.0

    0.1

    0.2

    0.3

    0.4

    0.5

    0 1 2 3 4T (s)

    Se (

    g)

    Semax = ag*F0

    F0 = massimo fattore di amplificazione

    T*C = periodo di inizio del

    tratto a velocità costante

    Punti interni: parametri da media pesata con le distanze tra i 4 vertici

    T=2π k m

    m

    c

    xtot(t)

    x(t)

    xg(t)

    k/2 k/2

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    PARAMETRI DI PERICOLOSITÀ

    19

    TR (anni) 30 50 72 101 140 201 475 975 2475

    ag/g 0.079 0.104 0.122 0.143 0.164 0.191 0.261 0.334 0.452

    F0 2.40 2.33 2.32 2.30 2.30 2.32 2.36 2.40 2.40

    T*C (s) 0.27 0.28 0.29 0.30 0.31 0.32 0.35 0.36 0.37

    0.0

    0.1

    0.2

    0.3

    0.4

    0.5

    0 500 1000 1500 2000 2500TR

    T*c

    ag/g

    Fo/10

    L'Aquila

    DPC - INGV (Progetto S1)

    Parametri su suolo

    rigido (tipo A) in un

    punto della maglia

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    SOTTOSUOLO E TOPOGRAFIA VS,30 NSPT,30 cu,30 Ss Tc

    A > 800 - 1.0 TC*

    B 360800 > 50 > 0.25 1.0 1.40.4·F0·ag/g 1.2 1.10·(TC*)0.80

    C 180360 1550 0.070.25 1.0 1.70.6·F0·ag/g 1.5 1.05·(TC*)0.67

    D < 180 < 15 < 0.07 0.9 2.41.5·F0·ag/g 1.8 1.25·(TC*)0.50

    E = B o C = B o C = B o C 1.0 2.01.1·F0·ag/g 1.6 1.15·(TC*)0.60

    S1 < 100 - 0.010.02 S2 - - -

    Cat Caratteristiche Ubicazione ST T1 Sup. pianeggiante, pendii e rilievi isolati con i ≤ 15° - 1.0

    T2 Pendii con i > 15° sommità del pendio 1.2

    T3 Rilievi con largh. in cresta

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    Profondità di 30 m riferita a:

    Fondazioni superficiali piano di imposta

    Fondazioni su pali: testa dei pali

    Opere di sostegno di terreni naturali: testa dell’opera

    Muri di sostegno di terrapieni: piano imposta fondazione

    VELOCITÀ ONDE DI TAGLIO

    30

    1,

    30

    S

    i i

    i N

    Vh V

    VS,30 = velocità equivalente di propagazione delle onde di taglio entro i primi

    30 m di profondità.

    Se VS,30 non è disponibile, la classificazione può essere fatta in base a:

    NSPT,30 = numero equivalente di colpi della prova penetrometrica dinamica

    (Standard Penetration Test) nei terreni a grana grossa,

    cu,30 = resistenza non drenata equivalente nei terreni a grana fina.

    Per sottosuoli S1 ed S2 è necessario predisporre specifiche analisi per la

    definizione delle azioni sismiche, particolarmente nei casi in cui la presenza di

    terreni suscettibili di liquefazione e/o di argille d’elevata sensitività possa

    comportare fenomeni di collasso del terreno.

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    0.0

    0.1

    0.2

    0.3

    0.4

    0.0

    0.2

    0.4

    0.6

    0.8

    0 1 2 3 4

    SD

    e(m

    )

    Se

    (g)

    T (s)

    TB TC TD

    SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO IN SUPERFICIE

    00

    11

    e g

    B B

    T TS T a S F

    T F T

    0 e gS T a S F

    0

    Ce g

    TS T a S F

    T

    0 2

    C De g

    T TS T a S F

    T

    inizio tratto a vel. cost.

    inizio tratto a

    acc. cost.

    inizio tratto a spost. cost.

    3B C

    T T *

    C C CT C T 1.6 4D gT a g

    S T

    S S S categoria sottosuolo e condizioni topografiche

    10 5 0.55 smorzamento delle strutture

    ag·S =

    massima

    accelerazione

    orizzontale in

    superficie

    2

    2De e

    TS T S

    1 per 5

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    Se: INFLUENZA DELLE COND. STRATIGRAFICHE

    0.0

    0.2

    0.4

    0.6

    0.8

    1.0

    0 1 2 3 4

    Se

    (g)

    T (s)

    E

    D

    C

    B

    A

    L'AquilaTR=475a

    =5%

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    Se: INFLUENZA DELLO SMORZAMENTO

    0.0

    0.2

    0.4

    0.6

    0.8

    0 1 2 3 4

    Se

    (g)

    T (s)

    5%

    10%

    15%

    20%

    25%

    L'AquilaTR=475aSuolo B

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    SPETTRI ELASTICI PER DIVERSI TR

    25

    0.0

    0.2

    0.4

    0.6

    0.0

    0.4

    0.8

    1.2

    0 1 2 3 4

    SD

    e(m

    )

    Se

    (g)

    T (s)

    2475

    975

    475

    201

    140

    101

    72

    50

    30

    L'AquilaSuolo B

    =5%

  • PAOLO CLEMENTE – CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    0.0

    0.1

    0.2

    0.3

    0.4

    0.5

    0 1 2 3 4

    Sve

    (g)

    T (s)TB

    TC TD

    SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO Sve

    Suolo SS TB TC TD

    A, B, C, D, E 1.0 0.05 0.15 1.00

    0

    11ve g v

    B B

    T TS T a S F

    T F T

    ve g vS T a S F

    Cve g vT

    S T a S FT

    2

    C Dve g v

    T TS T a S F

    T

    01.35 g

    V

    aF F

    g

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    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    SPETTRO DI RISPOSTA ELASTICO IN SPOST. SDe

    2

    2

    E

    De e

    T T

    TS S

    0 00.025 1

    E F

    EDe g C D

    F E

    T T T

    T TS a S T T F F

    T T

    Suolo TE TF

    A 4.5 10.0

    B 5.0 10.0

    C, D, E 6.0 10.0

    0.025

    spostamento del terreno

    De g g C DS d a S T T

    g C gv =0.16 S T a

    Velocità del terreno

    0.0

    0.1

    0.2

    0.3

    0.4

    0 12

    SD

    e(m

    )

    T (s)

    TD TE TF

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    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    VITA NOMINALE VN E FATTORE D’USO CU

    Vita di riferimento (costr. ordinarie - rilevanti - strategiche)

    R N UV =V C R

    R

    VR

    VT =

    -ln 1-P

    Tempo di ritorno

    Edif. VN CU VR

    A 50 2.0

    (classe IV) 100

    VN = numero di anni in cui la struttura deve potere essere usata per lo

    scopo al quale è destinata (con manutenzione ordinaria)

    CU = funzione dell’importanza dell’opera

    NV 50 anni

    UC = 1.0 - 1.5 - 2.0

    50 anni in IV + 50 anni in II

    Non giochiamo con questi numeri, ossia con la sicurezza !!

    VN deve essere legato alla funzionalità e non alla sicurezza

    La sicurezza non può essere legata alla durata della vita dell’opera

    B 100 1.0

    (classe II) 100

    50 anni in IV + 50 anni in II

  • PAOLO CLEMENTE – CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    VN , CU , TR : PROPOSTA Opere ordinarie:

    Vita nominale: VN = 50 anni

    La sicurezza dipende solo da CU = 1 ÷ CU,max (= 2)

    Tempo di ritorno:

    • TR= 475 anni: SLV edifici ordinari, si accetta un certo livello di danno

    • TR= 2475 anni: SLC strutture strategiche, indipendentemente da VN

    Il secondo potrebbe essere sostituito dal massimo terremoto credibile

    Tra i due: TR= 950 – 1250 anni

    Opere particolari (grandi opere, che richiedono grossi investimenti e

    tempi di esecuzione lunghi): VN > 50 anni

    ma coerentemente: CU = CU,max = 2

    e, quindi, in pratica: VN è limitata da TR,max = 2475 anni

    Grandi opere: studi ad hoc

  • PAOLO CLEMENTE – CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    2.0

    2.5

    3.0

    0 0.1 0.2 0.3

    F0

    ag (g)

    TR = 475

    0.0

    0.1

    0.2

    0 1 2 3 4

    Se

    (g)

    T (s)

    Se - fond.

    Se - bedrock

    agS·F0

    agS

    ag

    Se(T)

    ZONE A SISMICITÀ MOLTO BASSA

    30

    Zona 4 (OPCM 3274/2003): ag ≤ 0.05 g = acc. di picco al bedrock per TR=475 anni

    (dipende solo da pericolosità di base)

    Nuova proposta: ag·S ≤ 0.075 g = acc. di picco al piano di posa delle fondazioni

    (dipende anche da amplif. locale e quota fond.)

    Definizione più evoluta fa riferimento non al sito in sé ma al valore Se(T):

    Strutture poco sensibili al terremoto al sito: Se(T) ≤ 0.20 g

    Posto ag·S ≤ 0.075 g:

    F0 = 2.50 2.92

    (val. medio) (val. max)

    ag·S·F0 ≤ 0.175 g 0.20 g

    Effetti sulle strutture: ag·S·F0 = Se, max = acc. max struttura, a meno di f(T,).

  • PAOLO CLEMENTE – CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    0.0

    0.4

    0.8

    1.2

    0 1 2 3 4

    Se

    (g)

    T (s)

    Se-High

    Sd-High

    Se-Low

    Sd-Low

    FATTORE DI STRUTTURA

    31

    Sd (HSA) > Se (LSA)

    (zone a bassa sismicità):

    quindi in LSA si può progettare senza

    affidarsi alla duttilità

    Non è possibile (per motivi economici e architettonici) progettare in campo

    elastico in zone ad elevata sismicità (HSA) → q

    Fissato Sd,max (=0.4g)

    (valore massimo accettabile, sulla base di

    considerazioni economiche e di funzionalità)

    se Se>Sd,max si assume: Sd=Sd,max

    con q = Se/Sd,max minimo necessario 0.0

    0.4

    0.8

    1.2

    0 1 2 3 4

    Se

    (g)

    T (s)

    Se-High

    Se-Medium

    Se-Low

  • PAOLO CLEMENTE – CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    VALORI DI (ag·F0) SUL TERRITORIO

    32

    0.00

    0.05

    0.10

    0.15

    0.200

    .15

    0.2

    5

    0.3

    5

    0.4

    5

    0.5

    5

    0.6

    5

    0.7

    5

    0.8

    5

    0.9

    5

    1.0

    5

    1.1

    5

    1.2

    5

    1.3

    5

    1.4

    5

    Np/N

    agS F0

    Tr=475

    Tr=2475

    0.00

    0.20

    0.40

    0.60

    0.80

    1.00

    0.00 0.50 1.00 1.50

    Np/N

    agS F0

    Tr=475

    Tr=2475

    Frequenza di agS·F0

    (uniforme distribuzione dei tipi di suolo)

    Distribuzione di agS·F0

    (uniforme distribuzione dei tipi di suolo)

  • PAOLO CLEMENTE – CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    Danni all’edificio scolastico (S) dovuti al sisma

    di Cassino del 20/02/2008

    R

    S

    B

    Ai 3 siti si hanno differenti risposte allo stesso evento sismico

    RISPOSTA SISMICA LOCALE Array velocimetrico a Belmonte Castello (FR): Receiver Functions di

    registrazioni di aftershocks del sisma dell’Aquila, 2009

  • PAOLO CLEMENTE – CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    Analisi HVSR

    MICROZONAZIONE SISMICA Definizione MOPS: microzone omogenee in

    prospettiva sismica (amplificative e non)

    Livello I

    •Scelta siti per nuove strutture

    •Definizione priorità di intervento su strutture

    esistenti

    Livello I

    •Zone instabili

    •Zone stabili (pianeggianti, VS30 > 800 m/s)

    •Zone stabili ma suscettibili di amplificazione

    Livello II: coefficienti di amplificazione

    attraverso abachi (situazioni semplici 1D)

    Livello III: coefficienti di amplificazione

    attraverso misure in sito e modellazione Livello III

  • PAOLO CLEMENTE – CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    PREVISIONE DEI TERREMOTI

    4 febbraio 1975: la città di Haicheng (provincia di Liaoning, in Manciuria, Cina)

    viene evacuata un giorno prima di un evento di M=7.3.

    Senza l’allarme l’evento avrebbe potuto causare oltre 3 milioni di vittime. Danni

    ingenti furono registrati anche a ponti, dighe e reti di irrigazione

    Altri terremoti sono stati previsti in Cina, ma non sempre con successo, sulla

    base di un programma di studi avviato nel 1966.

    La previsione si basava sull’osservazione di

    fenomeni quali (precursori sismici) :

    • innalzamento della superficie del suolo

    • aumento del numero di terremoti di bassa

    intensità (20 scosse/ora che aveva indotto molte

    famiglie ad abbandonare le proprie abitazioni)

    • comportamento anomalo degli animali

    Previsione a breve termine = conoscere, con qualche giorno o settimana di

    anticipo, data, area epicentrale e magnitudo di un futuro sisma

    Non siamo in grado di fare ciò !!

    N.B.: Non è possibile nemmeno escludere l’accadimento di un terremoto !!

  • PAOLO CLEMENTE – CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    PRECURSORI Precursori sismici: spesso si verificano prima di un evento importante

    Tra questi: Aumento del numero di terremoti di bassa magnitudo

    Valutazione dello stato di salute di un edificio:

    • accurate analisi sperimentali sui materiali

    e sulla struttura

    • modello matematico

    Operazioni che possono essere costose e

    richiedere tempi non brevi

    In caso di esito negativo l'edificio va evacuato

    N.B.: dopo decine o centinaia di scosse gli edifici potrebbero aver subito danni e

    non avere più la capacità di sopportare azioni sismiche che avevano prima

    Che cosa si fa in questi casi?

    Un semplice esame visivo non basta!

  • PAOLO CLEMENTE – CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    ESPERIMENTI DI PREVISIONE Parkfield (California): anni ’80, settore della famosa faglia di San Andreas

    • Obiettivi: fornire informazioni sulla genesi dei terremoti e studiare i precursori

    • Metodologia: analisi dei dati forniti dalle reti di monitoraggio (deformazione in

    prossimità della faglia, movimento lungo la faglia ed ai terremoti associati,

    possibili fenomeni precursori)

    • Risultati: maggiore conoscenza del fenomeno sismico, non corretta previsione

    a lungo termine, non chiara individuazione di fenomeni precursori

    Univ. Trieste, Acc. Scienze Russa

    • Metodologia: analisi anomalie sequenze terremoti di bassa magnitudo

    (frequenza, intensità e localizzazione)

    • Risultati: previsioni a medio termine con area interessata e intervallo di tempo

    al momento entrambi relativamente estesi

    Progetto “S3 - Previsione a breve termine e preparazione dei terremoti” (DPC, INGV):

    • Obiettivi: identificare e valutare procedure per la previsione a breve termine in

    due aree campioni: la Pianura Padana e l’Appennino meridionale

    • Metodologia: analisi retrospettiva di molteplici parametri considerati informativi

    sulla genesi dei terremoti

  • PAOLO CLEMENTE – CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    PROGETTAZIONE ANTISISMICA

    Tale principio non soddisfa più!

    • Economia

    • Sicurezza (strutture strategiche, impianti a rischio

    di incedente rilevante)

    Tecnologie innovative: Isolamento sismico e Dissipazione energetica

    si basano sulla drastica riduzione delle forze sismiche agenti sulla struttura,

    piuttosto che affidarsi alla sua resistenza

    Scopo: assicurare che in caso di evento sismico

    - sia protetta la vita umana

    - siano limitati i danni

    - rimangano funzionanti le strutture essenziali (Protez.Civile)

    Sisma di media intensità:

    devono essere in grado di sopportarlo senza danni evidenti

    Terremoto violento:

    non devono crollare, pur danneggiandosi anche irreparabilmente

  • PAOLO CLEMENTE – CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    INTRODUZIONE ALL’ISOLAMENTO SISMICO

    Disaccoppiamento tra moto della struttura e del terreno

    bfT 0÷1 s isT 2 s

    Riduzione azioni

    sismiche orizzontali:

    Se,is/Se,bf0.20 m

    Problemi a impianti,

    rifiniture

    Se (accelerazioni) SDe (spostamenti)

    T Tbf Tis

    Isolamento sismico: spostamenti concentrati in fondazione

    Periodo di vibrazione: tempo impiegato per un’oscillazione completa

    Edifici molto sensibili al sisma Edifici poco sensibili al sisma

  • PAOLO CLEMENTE – CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    COMPORTAMENTO EDIFICI ISOLATI

  • PAOLO CLEMENTE – CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    TEMPIO DI DIANA A EFESO

    “Grecae magnificentiae vera admiratio extat templum Ephesiae Dianae CXX annis factum a tota Asia. In solo id

    palustri fecere, ne terrae motus sentiret aut hiatus

    timeret, rursus ne in lubrico atque instabili fondamenta

    tantae molis locarentur, calcatis ea substravere carbonibus, dein velleribus lanae”

    Gaio Plinio Secondo, Naturalis Historia, Libro XXXVI, §95

  • PAOLO CLEMENTE – CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    42

    DISPOSITIVI DI ISOLAMENTO SISMICO

    Isolatori

    elastomerici

    armati

    Isolatori a scorrimento

    Isolatori a scorrimento con

    superficie curva

  • PAOLO CLEMENTE – CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    43

    ISOLATORI ELASTOMERICI ARMATI

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    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    1988: Inizio costruzione – 297 HDRB

    1990: Prove di rilascio – d =110 mm

    1992: Completamento

    CENTRO TELECOM, ANCONA

    Prima applicazione degli HDRB in Italia

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    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    Tokyo (2000)

    H=87.4 m,

    : 30 LDRB + 99 EPD,

    T = 4 s; trazione

    Applause Building

    a Osaka,

    sistema di controllo

    ibrido

    EDIFICI ISOLATI IN GIAPPONE > 5·000 edifici isolati,

    di cui oltre 120 alti

    Artificial ground a Tokyo

    S = 12350 m2

    21 edifici residenziali

    6-14 piani, con parcheggio

    interrato

    242 isolatori

    (LDR, BB, RB/SD);

    T = 6,7 s, d = 80 cm

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    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    SCUOLA “ANGELI DI SAN GIULIANO”

    61 HDRB + 12 SD

    Isolamento sismico:

    P. Clemente (coord.), M. Dolce, A. Parducci, G. Buffarini

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    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    C8R (2007)

    HDRB+SD

    C20R (2010)

    HDRB+SD

    EDIFICI RESIDENZIALI A SAN GIULIANO DI P.

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    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    LICEO ROMITA DI CAMPOBASSO

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    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    CENTRO PROTEZIONE CIVILE, FOLIGNO

    Strutture: A. Parducci

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    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    Piattaforme su isolatori a pendolo scorrevole (CSS)

    Edificio prefabbricato, in c.a., legno o acciaio (giugno 2009)

    Progetto: DPC

    PROGETTO C.A.S.E. (L’AQUILA)

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    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    EDIFICI STORICI

    Costruiti senza tener conto delle azioni sismiche in modo adeguato

    Vulnerabili perfino a eventi moderati

    Caratterizzati da:

    Struttura portante in muratura

    Forma irregolare

    Connessioni non efficaci tra le pareti

    Solai deformabili nel loro piano

    Fondazioni superficiali

    Vanno cercate nuove soluzioni

    Adeguamento sismico particolarmente delicato:

    Edifici affollati quotidianamente

    Vanno preservate le caratteristiche originali e il valore storico

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    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    Parete

    interna

    Isolatori

    Inseriti previa rimozione degli

    elementi di connessione

    Settore cilindrico

    superiore

    Settore cilindrico inferiore

    Tubi in c.a. inseriti a con tecnica

    spingitubo o microtunnelling

    (diametro ≥ 2 m)

    Terreno

    Gap

    STRUTTURA ISOL. SISMICO EDIFICI ESISTENTI Brevetto internaz.: P. Clemente (ENEA), A. De Stefano, G. Barla (POLITO)

    Parete

    esterna

    Connessione rigida

    tra l’edificio e il

    sistema di isolamento

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    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    SISEB: FASI ESECUTIVE

  • PAOLO CLEMENTE – CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    PREVENZIONE = INFORMAZIONE

    EDIFICIO NON

    ADEGUATO

    SISMICAMENTE

    All'ingresso degli edifici non adeguati sismicamente, soprattutto

    quelli pubblici e meta di turisti

  • PAOLO CLEMENTE – CONSIDERAZIONI SULL’INPUT SISMICO PER LA PROGETTAZIONE STRUTTURALE

    DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA 21 maggio 2013

    FINE

    Grazie

    per la Vostra

    cortese attenzione