Conoscere Zibido San Giacomo

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CONOSCERE ZIBIDO SAN GIACOMO T ERRITORIO DA SCOPRIRE Il Comune di Zibido San Giacomo si trova nel Parco Agricolo Sud Milano e si caratterizza per la sua realtà prevalentemente agricola, come si vede dalla dimensione degli spazi verdi e dalle predominante presenza di Cascine funzionanti come aziende agricole, con eccellenze nella modernizzazione delle procedure di funzionamento. La capacità di programmazione e controllo dello sviluppo del territorio ha permesso di far nascere, accanto a questa realtà, uno strato produttivo, forte, con la presenza di sedi di imprese leader nel mercato. Grande attenzione è rivolta allo sviluppo dell’ambiente, con la definizione di numerose aree verdi di uso pubblico, come l’intervento di riqualificazione del Lago Mulino e il recupero del Parco Corbellini a San Pietro Cusico; il fontanile didattico a Zibido, progetto di educazione ambientale in collaborazione con le scuole primarie; la zona di riforestazione di Moirago, nella quale viene piantato un albero per ogni bambino nato nel Comune; il parco goco per bimbi di Via Adamello a Badile ed il parco giochi Bimbi di Via Matteotti a Zibido. Per garantire la fruibilità di queste risorse naturali e permetterne un utlizzo quotidiano, è stato creato un percorso ciclabile di collegamento delle frazioni, intergato nel progetto sovracomunale denominato “Camminando sull’acqua”, che è una rete ciclabile di circa 100 km. collegata alla dorsale Milano-Pavia. Qualche dato: Coordinate Latitudine: 45° 22’ 0” N / Longitudine: 9° 7’ 0” E Altitudine 111 m s.l.m. Superficie 24,60 km² Abitanti 6.590 (al 31.12.2008)

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Informazioni di base sul Comune, la storia e il territorio di Zibido San Giacomo.

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CONOSCERE ZIBIDO SAN GIACOMO

TERRITORIO DA SCOPRIREIl Comune di Zibido San Giacomo si trova nel Parco Agricolo Sud Milano e si caratterizza per la sua realtà prevalentemente agricola, come si vede dalla dimensione degli spazi verdi e dalle predominante presenza di Cascine funzionanti come aziende agricole, con eccellenze nella modernizzazione delle procedure di funzionamento. La capacità di programmazione e controllo dello sviluppo del territorio ha permesso di far nascere, accanto a questa realtà, uno strato produttivo, forte, con la presenza di sedi di imprese leader nel mercato.

Grande attenzione è rivolta allo sviluppo dell’ambiente, con la definizione di numerose aree verdi di uso pubblico, come l’intervento di riqualificazione del Lago Mulino e il recupero del Parco Corbellini a San Pietro Cusico; il fontanile didattico a Zibido, progetto di educazione ambientale in collaborazione con le scuole primarie; la zona di riforestazione di Moirago, nella quale viene piantato un albero per ogni bambino nato nel Comune; il parco goco per bimbi di Via Adamello a Badile ed il parco giochi Bimbi di Via Matteotti a Zibido.

Per garantire la fruibilità di queste risorse naturali e permetterne un utlizzo quotidiano, è stato creato un percorso ciclabile di collegamento delle frazioni, intergato nel progetto sovracomunale denominato “Camminando sull’acqua”, che è una rete ciclabile di circa 100 km. collegata alla dorsale Milano-Pavia.

Qualche dato:Coordinate Latitudine: 45° 22’ 0” N / Longitudine: 9° 7’ 0” E Altitudine 111 m s.l.m. Superficie 24,60 km² Abitanti 6.590 (al 31.12.2008) Densità 226 ab./km²

Frazioni: Zibido, San Giacomo, Badile, Moirago, San Pietro Cusico Comuni contigui: Trezzano sul Naviglio, Buccinasco, Gaggiano, Assago, Rozzano, Noviglio, Basiglio, Lacchiarella, Binasco CAP 20080 Prefisso tel 02 Codice ISTAT 015247 Nome abitanti: zibidesi Santo patrono San Giacomo Giorno festivo 25 luglio (l’ultimo lunedì di luglio gli uffici comunali sono chiusi)

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LE FRAZIONIIl territorio di Zibido San Giacomo è suddiviso in cinque frazioni:

o Badileo Moiragoo San Giacomoo San Pietro Cusicoo Zibido

All’interno di alcune frazioni, ci sono graziosi borghi come San Novo (a San Pietro Cusico) e Località Stolfina (a Badile).

LA STORIAZibido San Giacomo ha trovato la sua unità amministrativa nel 1870, a seguito dell’aggregazione dei comuni di San Novo, San Pietro Cusico, Vigonzino e Zibido San Giacomo, ultimo atto di una faticosa integrazione tra piccole comunità, affini per la loro vocazione agricola.Il nome Zibido è stato ricondotto ai Gepidi, giunti in Italia con i Longobardi, oppure al latino “gibbus” (dosso, altura), in quanto furono piccoli rilievi a caratterizzare i primi insediamenti in un’area un tempo paludosa. In ogni caso, indubbia è l’origine altomedioevale, anche se le prime attestazioni delle località del territorio risalgono all’XI-XII secolo. A San Giacomo è legata la tradizione, alimentata per alcuni secoli, della deposizione del corpo dell’apostolo in un’arca di serizzo presso la chiesa parrocchiale, il maggior monumento presente nel Comune. La struttura cinquecentesca della chiesa, riccamente affrescata, è il risultato dell’intervento operato dai monaci carmelitani, a San Giacomo dagli inizi del XVI secolo. Vasto è il patrimonio storico-artistico del territorio, costituito dalle altre chiese di Zibido, San Pietro, Moirago e Badile e da numerose cascine (tra le quali Ca’ Grande, Cascina Salterio, Femegro), risalenti in gran parte all’epoca medievale. L’Asilo Salterio e le case per i salariati di Moirago, voluti dalla famiglia Salterio con intenti sociali e umanitari ai primi del Novecento, costituiscono poi un originale complesso edilizio, donato al Comune dopo la morte di Luigi Salterio nel 1938. Dal dopoguerra la connotazione rurale del Comune è andata modificandosi con la presenza di aziende nei settori meccanico, chimico e tessile. Immerso nel Parco Agricolo Sud Milano, Zibido San Giacomo oggi condivide le vicende della periferia milanese, in cerca di un equilibrio tra le ragioni dello sviluppo e della tutela di un territorio che costituisce ancora un’area verde e agricola, vivibile e fruibile per i suoi cittadini.

La storia – approfondimentiSull’origine etimologica del nome Zibido sono state formulate due ipotesi: una lo riconduce alla popolazione germanica dei Gepidi, giunta in Italia insieme ai Longobardi, anche se la possibilità che essi avrebbero potuto dar vita a un insediamento e che da loro esso avrebbe potuto prendere il nome, è ancora tutta da dimostrare; una seconda ipotesi ricollega il nome al termine latino “gibbus” (nel senso di gobba, protuberanza, dosso, altura), in quanto proprio i luoghi leggermente in rilievo caratterizzarono i primi insediamenti in un’area paludosa quale era allora la nostra. In ogni caso, si tratta certamente di un toponimo di origine tardoantica o altomedioevale, ricollegabile ad altri presenti sul territorio, tra i quali si può citare Zibido al Lambro, frazione di Torrevecchia Pia in provincia di Pavia, oppure Zivido, oggi frazione di San Giuliano Milanese.

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Non si hanno precise notizie quanto all’età di una prima presenza umana nel nostro territorio e le citazioni sui documenti si prestano alla difficoltà di distinguere la nostra Zibido da altre località pressoché omofone per la comune radice etimologica. A San Giacomo è invece legata una leggenda che si colloca alle origini della diffusione del cristianesimo nelle terre dello zibidese e che ha alimentato per diversi secoli la tradizione della deposizione del corpo del santo apostolo venerato a Compostela in un’arca di serizzo presso la chiesa parrocchiale di San Giacomo. Importanti testimonianze storico-architettoniche sono infatti le numerose chiese del territorio, nelle cascine e nelle frazioni, la più significativa delle quali è appunto quella di San Giacomo, un tempo monastero carmelitano, con un importante affresco cinquecentesco che costituisce una delle prime testimonianze della conoscenza in Lombardia del grande dipinto della Scuola di Atene realizzato a Roma da Raffaello. Sono poi da annoverare le antiche cascine (si tratta in origine di edifici fortificati medievali o nobili residenze di caccia del Rinascimento) come Casa Pusterla detta Ca’ Grande e il Castelletto a Zibido, Casa Curti Zanetti e Cascina Torre a San Pietro, le cascine Femegro e Mandrugno. La storia del territorio oggi “zibidese” è stata caratterizzata dalla vicenda di alcuni piccoli centri autonomi che si sono trovati coinvolti in un processo di faticosa integrazione, piccole comunita’ collocate in quell’area tra i due Navigli, il Pavese e il Grande, che si è andata organizzando intorno a un reticolo di acque che ancora forma un irrinunciabile patrimonio storico-ambientale del basso Milanese. Dal Catasto teresiano risulta come il territorio che oggi costituisce il Comune di Zibido San Giacomo fosse nel 1722 diviso in dodici Comuni: nel 1757 con l’editto relativo alla compartimentazione territoriale dello Stato di Milano, essi vennero ridotti a otto attraverso alcune prime unificazioni. Con i successivi accorpamenti del 1844, i Comuni si dimezzarono divenendo quattro: San Novo, San Pietro Cusico, Zibido San Giacomo e Vigonzino (comprendente la cascina omonima e i nuclei di Moirago e Badile). Si dovette però aspettare l’Italia unita e precisamente il riordino amministrativo successivo all’annessione di Roma, perché questi quattro Comuni fossero aggregati in una unica entità amministrativa con il Decreto Regio n. 5722 dell’8 giugno 1870. Tra fine Ottocento ed età fascista i membri delle maggiori famiglie di proprietari e fittabili delle aziende agricole del territorio ebbero, grazie anche al numero decisamente ristretto di aventi diritto al voto, l’assoluto controllo della politica locale. Da alcune di queste famiglie (i Salterio, i Corbellini, i Castoldi) provennero diversi Sindaci del nostro Comune e Ferdinando Salterio, che a Zibido era stato solo consigliere comunale, riuscì ad essere eletto deputato nel 1913 e a partecipare alla cruciale legislatura della prima guerra mondiale. Durante il fascismo Zibido resta un paese in gran parte arretrato, senza strade asfaltate, acquedotto e fognatura; alla volontà del podestà Franco Rossi dobbiamo la costruzione nel 1940 della “Casa del Fascio”, l’edificio oggi sede della Biblioteca. Sono anni in cui si fa onore un ingegnere zibidese, Mario Castoldi, nipote di Pietro Castoldi, Sindaco durante la prima guerra mondiale: lavorò alla Macchi come progettista di idrovolanti da competizione (il suo Macchi-Castoldi M.C.72 nel 1934 conquistò, con una velocità media di 709,209 km/h, un record mondiale di velocità ancora oggi imbattuto per quel tipo di velivoli) e poi di aerei da caccia durante la seconda guerra mondiale. Tale conflitto che insanguinò l’Europa e il mondo non poté non lasciare tracce anche a Zibido San Giacomo: il 6 ottobre 1944 vennero uccisi dai tedeschi nei pressi del cimitero di Moirago, l’avvocato Bruno Petriccioni, Maggiore di Artiglieria e lo studente di Scandiano Munari Efrem, marconista, da qualche mese detenuti nel carcere di San Vittore perché accusati di spionaggio e di collaborazione con il servizio segreto americano. Qualche mese dopo, il 29 gennaio 1945, una corriera diretta a Pavia venne mitragliata da aerei alleati nei pressi di Badile: fu una vera e

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propria strage e un crocifisso a lato della ex Statale dei Giovi ancora oggi ricorda le settantotto vittime. Il locale Comitato di liberazione nazionale, presieduto dal parroco di San Giacomo don Celeste Seveso, prese i poteri il 25 aprile 1945 e nominò come primo Sindaco dopo la Liberazione il democristiano Luigi Noè, che rimase in carica fino alle prime elezioni amministrative del 1946. Solo a partire dal dopoguerra si diede inizio a una lenta erosione “urbana” delle superfici agricole e la forte connotazione rurale del territorio si andò modificando con la presenza di diverse aziende, della Elnagh, fabbrica milanese di roulottes e camper a Zibido dagli anni Sessanta, e di numerose altre, nei settori meccanico, chimico e tessile.Nel 1960 la costruzione dell’Autostrada dei Fiori tagliò il territorio comunale e, a conferma di una integrazione mai del tutto compiuta, poco dopo la frazione Badile passò per quattro anni, dal 1965 al 1969, a far parte del Comune di Binasco. Pochi anni dopo, Zibido attirò l’interesse del regista Ermanno Olmi, che nel 1974 venne a girare a Ca’ Grande il suo film “La circostanza”. Oggi Zibido San Giacomo condivide le vicende della periferia milanese e l’appartenenza (con gli altri Comuni circostanti) al Parco Agricolo Sud Milano, in cerca di un equilibrio tra le ragioni dello sviluppo e della tutela di un territorio che costituisce ancora un’area verde e vivibile per i suoi cittadini.

BIBLIOGRAFIAAlberto Belotti, Claudio M.Tartari (a cura di), Terre di Zibido San Giacomo, Brescia, Grafo, 2002. Raffaele Conserva, Giuseppe Ponti, Antonio Vigorelli, Trecianum: analythica de Treciano, vol.5, Trezzano sul Naviglio, Centro culturale di Trezzano, 1982.

LO STEMMALo stemma di questo Comune non sembra collegarsi in alcun modo alle vicende storiche del suo territorio, soggetto, dal 1484 al 1725, al feudo di Mettone, sotto la giurisdizione della famiglia Birago, e dal 1725 in avanti, al feudo di Siziano, sotto la giurisdizione della famiglia Molinari. Peraltro, è opportuno sottolineare che questo stemma potrebbe derivare, con alcune varianti, da quello della famiglia Sala di Milano, che un tempo aveva istituito sul territorio di questo Comune una sua particolare Opera Pia.

Lo stemma di questa famiglia risulta descritto a pagina 467 del Volume II del Dizionario storico- blasonico di G.B. di Crollalanza. Le differenze fra questi due stemmi sono le seguenti: lo stemma dei Sala è un “fasciato”, mentre quello comunale è un “bandato”; lo stemma Sala ha i colori oro e azzurro, quello del Comune, argento e azzurro.Come può, quindi, notarsi, lo stemma del Comune ha “brisato”, ossia mutato, alcuni elementi dello stemma Sala, pur mantenendo le sue caratteristiche strisce azzurre.

Dal punto di vista araldico, il “bandato” è uno scudo coperto da bande contigue, in numero pari, che ordinariamente sono sei, di smalti alternati. Il primo smalto da blasonare è quello del cantone superiore sinistro dello scudo (destro, per chi guarda).

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MONUMENTI STORICI

LE CHIESE

Chiesa di Santa Maria Assunta La Chiesa di Santa Maria Assunta, edificio religioso parrocchiale dell’abitato, è una graziosa chiesa edificata nel Quattrocento e di cui conserva ancora buona parte della struttura. L’interno è stato decorato successivamente con affreschi del ‘700. È situata in località Zibido.

Chiesa di San Giacomo La parrocchiale di San Giacomo, presso la piazza del municipio, è la presenza artistica ed architettonica più importante della zona. Un edificio religioso era qui presente già dal XII secolo, ma l’edificio attuale è opera di un ignoto quanto notevole architetto del Rinascimento. L’interno rileva una cospicua decorazione a fresco d’epoca. La leggenda narra che, transitando l’Arcivescovo di Milano S. Eustorgio nel 512 nei pressi di Zibido, depose il corpo di S. Giacorno Apostolo. Per l”occasione venne costruito un santuario attorno al quale, per l”arrivo di pellegrini, si aggiunse un gruppo di case. La storia comunque ritiene molto antico il tempio, forse di epoca paleocristiana almeno in quanto a fondazione, fu chiesa sussidiaria di Zibido, più antica, che apparteneva alla pieve di Decimo. In questa chiesa si inserì la leggenda della sepoltura del corpo di S. Giacomo Apostolo, ma non si sa bene come.

Distaccatasi la chiesa dalla pieve di Decimo, nel Quattrocento divenne parrocchia. Quando i Padri Carmelitani di Mantova ottennero nel 1517 il permesso dalla S. Sede di fondare un convento in luogo, la chiesa era già parrocchiale e questo lo afferma la Bolla Pontificia. Caso più unico che raro per quei tempi, una parrocchia affidata a sacerdoti secolari divenne cura d’anime a carico di religiosi.

Attualmente la chiesa è stata restaurata e ne vennero alla luce dipinti di Bernardino Luini raffiguranti s. Alberco e S. Giacomo. Ottimo dipinto quello della Madonna datato 1537. Nell’abside il simbolo dei Carmelitani finemente intarsiato. Nel 1573 non c’erano tombe nella chiesa. In quell’anno sorse una lite tra i P. Carmelitani e Gio Battista Osio, proprietario dell”osteria situata sulla piazza davanti alla chiesa. L’Osio organizzava balli sul piazzale ed i Padri tramite il Vicario Criminale l”avevano diffidato a proseguire, diversamente avrebbe dovuto pagare una ammenda di 50 scudi. Il padre di Gio Battista, Arcangelo Osio, aveva vantato circa 40 anni prima i diritti di proprietà della piazza, protestando contro i frati perché avevano tagliato i rami ad alcuni olmi esistenti in essa. I frati avevano portato in giudizio tale Angelo Mainaldo che, deponendo in giudizio la sua versione, ci ha dato notizie interessanti al riguardo lo sviluppo del tempio. Costui asserì che il cimitero esistente davanti alla chiesa era stato dissepolto per l’ampliamento del tempio, proprio dopo l’arrivo dei frati. Venne anche a risultare che sul luogo c’era una vecchia chiesa.

Nel 1591 il prevosto di Lacchiarella viene a far visita per controllare se gli ordini di S. Carlo del 1573 erano stati osservati e precisamente se era usato il rito ambrosiano dai frati, se era restaurato il battistero ed era collocato il lavandino in sacrestia. Nella relazione di Mons. Bracciolino del 1597 si parla ancora di questi vecchi argomenti, si dice che davanti alla chiesa funzionava il cimitero, gli abitanti erano circa 400, vi erano le scuole del S. Rosario e del SS Sacramento, quest”ultima istituita da S. Carlo nella sua visita pastorale del 1573.

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Il visitatore si recava a Vigonzino a visitare la chiesa di S. Teodoro nella quale non si celebrava, visitava pure le chiese di S. Ambrogio e di S. Bartolomeo in Viano che trovavano molto ben tenute, in esse si recavano i frati per celebrare le messe.

Pochissimi i legati, tra cui uno in suffragio di certo Scaccabarozzi morto nel 1582. La parrocchia rimase in mano dei Carmelitani fino al 1770, quando il convento fu soppresso dall”Imperatore Giuseppe II d’Austria. Alla partenza dei frati si pensò di aggregare la comunità a Zibido, ma venne lasciato in luogo il frate che era parroco. Alla sua morte nel 1801 si ripropose il problema, ma il parroco di Zibido non ne volle sapere, allora la Curia inviò un sacerdote secolare che la prese in consegna dopo quasi trecento anni di esercizio regolare dei Carmelitani. Questi trovò 430 anime ad attenderlo, una popolazione contadina che ogni anno ruotava anche se come quantità era sempre uguale; infatti nel 1723 erano 431 parrocchiani, divisi in 82 famiglie, nel 1750 erano 446, nel 1790 erano 440. Come in tutti i luoghi qui la mortalità infantile era rilevante.

Chiesa dei Santi Vincenzo e Bernardo La piccola chiesa dei Santi Vincenzo e Bernardo è in realtà uno dei gioielli del comune. Costruita ai primi del 600, presenta un interno suggestivamente affrescato. Una lapide ricorda i benefattori di un restauro eseguito nel 1829, fra cui si ricordano i Salterio, i Melzi d’Eril ed i Visconti di Modrone.

La fondazione del beneficio parrocchiale della chiesa dei SS. Vincenzo e Bernardo di Moirago risale al 7 maggio 1610 per smembramento della parrocchia di Badile. Nel 1569 in Moirago c’era un cappellano di nome Ambrogio de Ciseri che beneficiava di una annuale sottoscrizione tra i parrocchiani del villaggio e delle cascine vicine. Nel 1587-88 gli abitanti incominciarono a chiedere lo smembramento da Badile e lo ottennero nell’ agosto 1588. La comunità parrocchiale si impegnò a versare al parroco lire 360 imperiali annue a cui si aggiunsero altre 100 del legato Caimi, famiglia che possedeva la maggior parte dei terreni del luogo. Il rogito fu fatto dal notaio di Milano Gio Batta Gorgonzola.

Il primo parroco fu il sac. Bernardino Speciolo che morì quasi subito ed a lui subentrò per elezione popolare il sac. Bartolomeo Crivelli.

Un interessante documento, ritrovato nell”Archivio della Curia Arcivescovile di Milano, dice che ci fu una intenzione di inserire la parrocchia di Moirago nella pieve di Rosate, nel tentativo di annettere a Moirago alcune cascine di Gaggiano e di Zibido, e precisamente il Boscaccio, il Dosso ed il Camuscione.

Il documento specificava che Moirago era ad occidente di Lacchiarella, da cui distava tre miglia, era confinante con S. Pietro Cusico, Basiglio della pieve di Locate, Badile, Zibido, Romano (Romano Banco), Assago e Rozzano.

Nel secolo scorso, con testamento, Gerolamo Longhi lasciò 700 lire austriache annuali per un sacerdote coadiutore. Morto il Longhi, la sua volontà venne rispettata dagli eredi ed il primo coadiutore si presentò il 23 marzo 1847. Chiesa della Natività di Maria VergineLa piccola chiesa della Natività di Maria Vergine (edificata nel 1533), in località Badile, è

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divenuta famosa localmente soprattutto per annoverare tra le proprie opere anche una Sacra Famiglia della cerchia del Botticelli.

Chiesa dei Santi Pietro e PaoloSituata in località San Pietro, conserva uno splendido portale del Settecento. Conserva uno splendido portale del Settecento. Da diversi documenti del XII secolo risulta che in “Cuxico” c”era la chiesa di “San Petri”, dipendenva dalla pieve di Decimo, dalla parrocchia di Zibido e probabilmente nel “Quattrocento” divenne parrocchia. Con certezza lo era nel 1534, in quanto in un documento del novembre dello stesso anno, che tratta di alcuni beni immobili sopra i quali gravava un livello a favore di detta chiesa, si accennava alla locale cura d”anime esercitata dal suo Rettore (parroco) don Andrea Bianchi.

Chiesa della Natività di Maria NascenteLa piccola chiesa della Natività di Maria Nascente (edificata nel 1533), in località Badile, è divenuta famosa localmente soprattutto per annoverare tra le proprie opere anche una Sacra Famiglia della cerchia del Botticelli.

Storia della chiesa di BadileBadile, un tempo frazione del comune di Binasco, che appartiene alla diocesi di Pavia, attualmente è frazione di Zibido S.Giacomo, pur essendo pendente presso la Regione Lombardia la pratica per diventare autonomo. La sua vita civica è orientata verso Binasco per lavoro ed attività varie, ma ecclesiasticamente è inserita nel decanato di Cesano Boscone e desidera orientarsi verso quello di Rozzano. La fondazione del beneficio parrocchiale della chiesa di Badile, dedicata alla Natività di Maria Vergine, risalirebbe presumibilmente al principio del ” Quattrocento ” per smembramento della parrocchia di Zibido S. Giacomo. Non sono stati ritrovati documenti al riguardo, ma solo una annotazione sopra i libri anagrafici parrocchiali di Zibido, che ribadisce questa tesi, ma non menziona nessuna epoca. Probabilmente con l’inizio della costruzione della Certosa di Pavia, la Curia Arcivescovile di Milano ha dato una ristrutturazione territoriale nuova alle parrocchie della zona in quanto avrebbero senz”altro sentito il beneficio del lavoro dei Certosini, magari fondando parrocchie nuove. Un documento senza data, ma certamente dell”epoca di S.Carlo dice: ” Nella chiesa parrocchiale de S. Maria de loco Badiglio over Badej… ” e più avanti menziona la chiesa di S. Maria al Pilastrello con cappellano residente, di S. Vincenzo di Moirago con un cappellano mercenario. Nel 1573 S. Carlo visitava la parrocchia ed ordinava al parroco di accomodare il battistero, di recintare il cimitero con muro, di usare l”abside come coro e non come sacrestia, che deve essere costruita. Inoltre si dovevano fare le balaustre attorno agli altari, pavimentare e soffittare la chiesa e costruire il campanile. Alla comunità di Badile veniva raccomandato di accomodare le strade per rendere più agevole il cammino del curato, quando si recava a visitare gli infermi nelle cascine. S. Carlo ordinava al parroco di vendere 5 pertiche di terreno ai Frati della Certosa di Pavia (era coltivato a riso e confinava con i loro terreni) e, con il ricavato, di costruire la casa parrocchiale. Raccomandava di eleggere i priori della Confraternita del SS. Sacramento ogni anno, di tenere in ordine i libri contabili e di seguirne le norme; si asteneva dal riconoscerla giuridicamente, forse, per incertezza di buona volontà degli aderenti. Al riguardo della chiesa di S. Maria al Pilastrello ordinava una miglior collocazione della statua della Madonna, cercava di sbrogliare un ” pasticcio ” annoso in relazione alle colonne trasportate a Milano nella chiesa di S. Nazario in Brolo, con patto di restituzione delle stesse in

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caso di bisogno ed altre raccomandazioni generali. Alla fine di quel secolo Badile con Zibido e Moirago appartenevano alla pieve di Lacchiarella. Uno stato d”anime dell”epoca ci indica la consistenza della parrocchia: Una descrizione accurata della parrocchia di Badile viene fatta dal Visitatore Diocesano Mons. Bracciolino, che arrivò a Moirago il 4 luglio 1597. Il SS. Sacramento è conservato in una pisside argentata, custodita in un tabernacolo di legno. Il battistero è costruito in forma rotonda e collocato in una cappella dipinta con raffigurazione di S. Giovanni Battista. L”altare maggiore è disposto ” ad orientem “, è in legno con inserita la pietra sacra, come ornamento ha quattro candelabri, cinque angeli, una croce ed a retro una tela con Madonna e Bambino Gesù. La cappella dell”altare maggiore è oscura e mal fatta. Nella parete meridionale della chiesa c”è una cappelletta con nicchia alla parete e sopra una finestra. La cappelletta è stata costruita da Alessandro Ruide con intenzione di dotarla di cappellania. La chiesa ha un”unica navata, ” cuius fundationis dies ignoratur “, non è consacrata ed è festeggiata 1”8 dicembre, giorno in cui allora veniva solennizzata la Natività di Maria. In quel giorno convenivano a Badile quattro o cinque sacerdoti che celebravano con il parroco, che poi offriva loro il pranzo. Il pavimento della chiesa è in cemento, sotto due sepolcreti ed il soffitto alquanto rovinato nel fondo dell”edificio. Le porte erano due, una principale in forma quadrata nella facciata della chiesa, l”altra, usata dal parroco, era situata nella parete settentrionale. Un”unica finestra era aperta sopra la porta principale. Non c”era sacrestia. C”era un solo confessionale. Dopo un lungo elenco di paramenti, si dice che il campanile era stato costruito nella parte settentrionale della chiesa ed aveva due campane. Attorno all”edificio sacro c”era il cimitero, ma era mal recintato. Seguiva poi la descrizione dei beni della chiesa, che consistevano in un centinaio di pertiche di terreno, ancora proprietà della parrocchia al 1597. Parlando dei legati, Mons. Bracciolino annotava quello di Ambrogio de Sconibi di Mentirate, che rendeva 10 libbre per ogni ” officio ” celebrato a salvezza della sua anima, legato rogato dal notaio Gio Battista Tessera il 5 novembre 1586. Un altro legato era di Battista Repossi di Conigo, i cui eredi dovevano corrispondere dal 1585 un ” annual ” non ben precisato, in cambio di preghiere. Seguiva un elenco di altri legati, ma di minore entità . La Scuola della Dottrina Cristiana e del SS. Sacramento, tra uomini e donne, contava ben 50 persone; priore era Francesco Airone. Dopo aver visitato la chiesa di Badile, Mons. Bracciolino visitava quella di Mentirate e faceva la sua relazione che qui portiamo per brevi cenni. Detta chiesa, in forma quadrata, era dedicata a S. Francesco, era costruita male, aveva l”altare in legno con pietra sacra. La messa veniva celebrata quasi mai. La chiesa di S. Maria al Pilastrello aveva un altare unico, con quattro candelabri. Ai lati aveva due finestrelle, sopra la parete era dipinta una Madonna con Bambino e sui lati due angeli. Suo cappellano era don Giovanni Cainarca che era succeduto a don Andrea Gambari, morto da poco. La sopravvivenza di questo cappellano era dovuta a certi cespiti di terreni parrocchiali esistenti attorno alla chiesa e ad un livello di 21 libbre e 12 soldi pagati da Antonio Malabarba di Milano il giorno di S. Martino. Questa chiesa aveva il campanile, la sacrestia piccola ed oscura, due porte ed il pavimento. Era chiamata del “Pilastrello” perchà© la statua della Madonna era collocata di fronte ad una piccola colonna, ivi trasportata da qualche chiesa preesistente. Durante la peste del 1630 il parroco ne fu contagiato e morì. Al principio del “Settecento ” Mentirate ebbe sviluppo di edifici ed aumento di abitanti e cercò di diventare una parrocchia autonoma. Gli abitanti però non riuscirono nel loro intento e per parecchio tempo la parrocchia ebbe la denominazione di ” Badile e Mentirate ” .La cascina di

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Mentirate un tempo era una grangia certosina, vi era un castello, la chiesa abbaziale con cimitero. Interessanti reperti archeologici dell”epoca dei Visconti ci dicono quanto fosse importante questa località . La sagra era alla quarta domenica di luglio. Venne eseguito un restauro alla chiesa ed al coro e fu edificato il campanile. Più tardi venne ampliato l”edificio e si trasferì il cimitero a circa 500 metri di distanza. Nel 1965 furono riordinati i confini parrocchiali a causa del passaggio dell”Autostrada dei Fiori.

EDIFICI NOTEVOLIPalazzina Pusterla Busca Pozzi detta “Ca’ Grande” La Palazzina Pusterla Busca Pozzi si trova all’interno di una riserva naturale ed è costituita da un elegante edificio del ‘400, nato probabilmente come casino di caccia. L’interno conserva affreschi del primo Cinquecento raffiguranti scene di caccia e gli emblemi della famiglia Pusterla che ne fu la prima proprietaria.

Castelletto In località San Pietro si trova il cosiddetto Castelletto, una costruzione costituita da due corpi di fabbrica piuttosto curati vecchia almeno sei secoli che il nome popolare suggerisce edificati sopra una struttura medioevale preesistente.

Cascina FemegroLa Casina Femegro, situata fra Zibido e Noviglio, è una costruzione rinascimentale sorta sulle rovine del XII secolo di quello che doveva essere un edificio fortificato. Quattro torrette delimitano gli angoli della corte della cascina, in cui si trova un graffito che porta la data 1426. Essa costituisce un buon esempio di cascina fortificata. Nel 1700 era comune autonomo.

LE CASCINE DI Z IBIDO SAN G IACOMO

Zibido San Giacomo, data la sua storia agricola, è sempre stata molto ricca di mulini e Cascine. Molte di esse oggi sono oggetto di un piano di recupero, tra esse ricordiamo:

Cascina Ca’ GrandeSi trova a Zibido San Giacomo. Al suo interno è presente la Palazzina Pusterla Busca Pozzi detta appunto Ca’ Grande. Da oltre cinquant’anni è sede dell’azienda agricola ZIPO, che vende direttamente prodotti a filiera corta.

Cascina Santa Marta È una delle cascine più antiche. Oggi è una cooperativa ed in essa vive una comunità di Memores Domini. Questa cascine è una “farmer market” poiché ha uno spaccio che vende al dettaglio direttamente al consumatore i prodotti dell’azienda. Si trova presso Moirago.

Cascina PioltinoÈ attiva.

Cascina SalterioÈ oggetto di un piano di recupero e ristrutturazione.

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Cascina Carcana Si trova presso San Pietro Cusico.

Cascina BadileSi trova presso Badile.

Cascina Stolfina Si trova presso Badile.

Cascina MoggioSi trova presso San Novo.

Cascina Cento perticheSi trova presso San Novo.

Cascina Camuzzana Si trova presso San Novo. La cassina Camuzana (Camuscione), contesa tra Gaggiano e S.Pietro Cusico, è di epoca “quattrocentesca” dai documenti risulta sempre sotto Gaggiano, oggi è sotto S. Pietro Cusico. Anche la parrocchia di Moirago pretendeva tale cascina, in quanto lambiva i confini dei suoi terreni, ma si pensa che verso il “Seicento” un controllo della Curia abbia risolto le discussioni

Cascine Vigonzino - Vigonzone Erano 2 grosse cascine che un tempo formavano il comune autonomo di Vigonzino che nel 1870 s’unì a Zibido San Giacomo.

Cascina Viano nel 1700 era comune autonomo.

Cascina Negri

KM ZERO ED OSPITALITÀNel comune sono presenti numerose realtà agricole, in alcune delle quali è possibile acquistare direttamente i loro prodotti. Cascina Santa MartaE’ una delle cascine più antiche, oggi gestita dalla Cooperativa Santa Marta, azienda moderna e funzionale che ha saputo valorizzare la tradizione con metodi innovativi, tecnologicamente all’avanguardia ed eco-compatibili.All’indirizzo aziendale prevalentemente cerealicolo si è affi ancata la produzione orticola e successivamente la trasformazione.La produzione orticola, condotta in pieno campo, in tunnel e in serre calde, è destinata in parte alla grande distribuzione, ma sempre più alla vendita nello spaccio aziendale, ora in fase di ampliamento.L’attenzione alla qualità ha trovato così naturale valorizzazione nell’accorciamento della fi liera, attraverso la vendita diretta che permette di riconoscere la qualità “sul campo”.

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L’azienda è molto attiva anche nelle attività sociali e culturali essendo diventata sia Fattoria Didattica, sia Punto Parco.Nei progetti futuri vi è infine la ristrutturazione di alcuni locali per l’assaggio dei prodotti all’interno del nuovo punto vendita.Cosa offreVendita diretta di riso superfino Carnaroli, Arborio e riso integrale, ortaggi di stagione, pasta di grano duro, biscotti, salse di pomodoro, sughi, sottoli, miele, tutto da prodotti coltivati in loco.Fattoria didatticaAttività di informazione e di distribuzione del materiale prodotto e di promozione di iniziative del Parco Agricolo Sud Milano.Progetto:Apertura di un punto di assaggio e/o ristorazione nei nuovi locali del punto vendita.

Cascina FemegroL’attività aziendale, attualmente, ruota attorno all’allevamento del bovino da latte e alla produzione risicola. Gli animali allevati, nati da un gruppo di vacche importate negli anni settanta dal nord America, sono di razza Frisona Italiana. L’allevamento è iscritto al Libro Genealogico dell’associazione Nazionale Allevatori Frisona Italiana (ANAFI) dal 1976 e da allora si esegue la fecondazione strumentale con seme di importazione provato. Il latte prodotto per la sue qualità igienico sanitarie e qualitative rispecchia la normativa per il latte ad “alta qualità” e viene commercializzato con il marchio “Latte Milano”.L’azienda è sorta e si è espansa attorno ai due storici cortili a pianta quadrata. L’attività agricola si è evoluta in simbiosi con le vecchie strutture che sono state restaurate e rimodernate in modo da renderle altamente funzionali e ben inserite nel contesto storico: la stalla a posta fissa è stata sostituita con la stabulazione libera, a cuccette, con materasso e tubo educatore mobile, che rendono più confortevole il riposo della mandria.La vitellaia, che nel passato era organizzata in box multipli ed ospitata nel vecchio stallino dei cavalli, oggi, a seguito di un’attenta ristrutturazione, è divenuta sede dell’ aula didattica.La storiaI vecchi depositi riadattati sono ancora oggi utilizzati come ricovero di macchinari e attrezzature; i granai sono stati ammodernati con l’installazione di tramogge e trasportatori a coclea per la movimentazione delle granaglie. L’aspetto più innovativo dell’azienda, infine, è rappresentato dall’adozione di due stazioni di mungitura robotizzata, che dal 1999 hanno sostituito la tradizionale sala di mungitura.I terreni, per la totalità irrigui, sono coltivati per produrre, da un lato le materie prime (mais, soia, erba medica,risone) necessarie per l’alimentazione delle lattifere, e dall’altro il riso sia da seme sia per l’alimentazione umana.L’Azienda Agricola Brambilla Francesco di V&V Brambilla ” - Cascina Femegro, è sita in Zibido San Giacomo, provincia di Milano. Il fondo, localizzato all’interno del parco Agricolo Sud Milano, ha, allo stato attuale, una superficie complessiva di 90 ettari in proprietà. Il complesso rurale sorge lungo l’antico tracciato stradale che conduceva a “decimum” (centro principale dell’alto medioevo oramai scomparso) denominato “cascina Femegro” e citato come castello in un documento del 1275, poi feudo dei Birago, per una donazione di Gian Galeazzo Visconti, fino al 1723.

Vendita diretta

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La vendita diretta, attività avviata da più di due anni, avviene in un locale completamente ristrutturato, proprio in ingresso all’ Azienda, nel quale si possono acquistare latte, riso, confetture, farine, formaggi, miele, salami, olio e uova. Tutti gli ospiti possono, inoltre, visitare gratuitamente gli animali della Fattoria.ORARI: Dal Lunedì alla Domenica (festivi inclusi) dalle 8:30 alle 19:00 orario continuato.Didattica accreditataL’attività didattica, seguita da due addetti che quotidianamente operano all’ interno dell’ azienda, si propone come obbiettivo quello di avvicinare tutti i suoi visitatori, indipendentemente dalla fascia di età, alla natura incontaminata sita alle porte di Milano, alla tradizione e alla passione con cui vengono svolte le attività ed infine alla genuinità che accompagna ogni prodotto realizzato. Le visite e i percorsi vengono sviluppati al fine di offrire ai ragazzi, attraverso il contatto con le attività agricole, l’ accrescimento della loro conoscenza. Un’ampia e accogliente aula didattica ospita i visitatori dell’ azienda, offrendo anche nel periodo invernale e quando il tempo è uggioso un riparo in cui trascorrere dei momenti rilassanti a contatto con la natura. La struttura dispone di due servizi igenici, di cui uno accessibile ai disabili.Percorsi proposti: IL CICLO DEL LATTE IL CICLO DEL RISO IL CICLO DEL MIELE IL CICLO DELL’ ACQUA AFFITTO ALTRO SALONE PER FESTE E CONVEGNIUn ampio salone, di recente ristrutturazione, può essere affittato per realizzare meravigliose feste e convegni. La capienza è di 80 persone. Possibilità di rendere unica la festa concludendo la giornata nel parco-giardino arredato con gazebi e ombrelloni.FIERE ED EVENTIL’azienda partecipa a diverse fiere ed eventi facenti parte dei progetti di Campagna Amica con Coldiretti e progetti proposti dall’associazione facente capo al Parco Agricolo Sud Milano.

Agriturismo Cascina Pioltino

La Cascina Pioltino è un vecchio cascinale a corte di tipo lombardo. Nella cascina Pioltino si attuano le corrette rotazioni e pratiche agronomiche, classiche e innovative, che consentono di ottenere produzioni di qualita’ ed inoltre la presenza dell’allevamento rende disponibili buone quantita’ di concimi organici. Gli animali allevati vengono alimentati esclusivamente con i prodotti aziendali. Alla cascina Pioltino si possono osservare e apprendere le metodiche per l’attuazione di una agricoltura ecocompatibile pur senza la presunzione di essere ‘biologica’.Una vecchia stalla e dei porticati riadattati per l’agriturismo rendono disponibili sia un ampio salone adeguatamente arredato e dotato di servizi per la ristorazione agrituristica che utilizza in massima parte prodotti aziendali (riso, verdure, latte, latticini e carne in alcuni casi trasformati in idonei laboratori artigianali locali).Tale struttura è separata dal cascinale e non interferisce con le normali attivita’ agricole, che pero’ sono di complemento e forniscono i supporti necessari alla gestione del servizio agrituristico.

Pernottamento

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Sono a disposizione della clientela delle soluzioni abitative totalmente ristrutturate e immerse nel verde della campagna circostante.Inoltre c’e’ a disposizione un ampio spazio per la sosta dei camper con carico e scarico delle acque e collegamento alla rete elettrica.Attivita’ ricreative e culturali in ambito aziendale: Visite guidate con osservazione dell’ambiente padano nel suo mutare durante le stagioni Visite alle coltivazioni e agli allevamenti con osservazione degli avvicendamenti colturali Corsi con indirizzo biologico e ambientale Approccio agli animali Conoscenza degli utensili agricoli moderni e d’altri tempi Parco giochi La frequenza a tutti gli spazi della cascina, per ragioni di sicurezza, e’ riservata esclusivamente alle persone che si sono prenotate e che saranno autorizzate e seguite dal responsabile e/o dal personale dell’Azienda Agrituristica.Le attivita’ proposte verranno attuate durante tutto l’anno compatibilmente con le richieste, la capacita’ recettiva e la disponibilita’. Si chiede la prenotazione.

Azienda Agricola ZIPOI terreni dell’azienda, situati nel cuore del Parco Agricolo Sud Milano, si estendono per una superficie di circa 90 ettari. Vengono coltivati a mais e a foraggio, per la sana alimentazione della mandria, ed in piccola parte a riso, coltura tipica della zona. Da secoli vengono allevati bovini da latte; negli ultimi cinquant’anni con l’introduzione della fecondazione artificiale, delle tecniche di embryo-transfer, della raccolta scientifica dei dati, unite all’amore dei proprietari verso i loro animali, si è giunti ad avere una stalla all’avanguardia sia per quanto riguarda la morfologia dei soggetti che per la quantità e la qualità del latte prodotto e la sua sanità. A seguito di tutte le attenzioni di cui si è detto, con la supervisione dell’ASL e della Regione Lombardia, il latte prodotto è venduto in Azienda direttamente al pubblico tramite una macchinetta distributrice. È stata ristrutturata ed aperta al pubblico la vecchia stalla: è qui che vengono venduti il nostro latte crudo alta qualità, i formaggi del caseificio aziendale, ottenuti con la lavorazione artigianale del latte delle nostre mucche, ed il riso coltivato con tecniche attente all’ambiente e lavorato come una volta, senza sbiancanti e conservanti.I ProdottiCredono nella filiera corta. Ed è per questo motivo che tutto ciò che trovate in vendita nella cascina è prodotto artigianalmente, ad esclusione degli ottimi salumi cremonesi. Hanno avuto anche un riconoscimento ufficiale: la caciotta stagionata infatti è stata premiata, nell’aprile 2009, con il 2° posto nella categoria dei formaggi a pasta semidura nell’ambito della prima edizione del concorso nazionale Formaggi in rosa, un concorso unico nel panorama nazionale, dedicato alle casare e alle imprenditrici del settore lattiero-caseario.E’ un punto convenzionato con la Carta giovani Euro <26: tutti i soci hanno diritto ad uno sconto del 10% su tutti i nostri prodotti (ad esclusione dei prodotti dei distributori) durante la vendita del fine settimana (sabato e domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19).Per informazioni sulla Carta giovani <26 guardate il link della provincia di milanoVisite Guidata e didattica

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A Cascina Ca’ Grande, a Zibido San Giacomo (MI), ben si presta ad esser visitata dalle scolaresche; infatti latte, formaggio e riso, oltre ad essere prodotti con metodi naturali, sono trasformati direttamente in cascina per esser distribuiti ai consumatori, ed è quindi possibile seguire in un unico luogo tutto il ciclo produttivo dei vari alimenti. Inoltre, data l’importanza storico-artistica dei fabbricati, si possono avere spunti per approfondimenti artistici, storici e sociali riferiti naturalmente all’ambiente lombardo. Le visite guidate sono seguite da personale preparato che può operare a tutti i livelli, partendo dalle scuola materna sino alle scuole superiori, e capace di alternare momenti didattici a quelli ludici. Una grande aula, in parte sotto il porticato ed in parte nella vecchia stalla, oggi completamente ristrutturata, può ospitare due classi. La visita mediamente dura circa tre ore, ma è modificabile in base alle esigenze; è prevista inoltre la possibilità di consumare uno spuntino. Sono previste anche visite per gruppi di adulti. Orari: La macchinetta del latte e il distributore di prodotti (bottiglie, riso, miele, cacciatorini, caciotta sott’olio, yogurt) sono aperti tutti i giorni della settimana (inclusa quindi la domenica e i festivi), dalle 8 alle 20.30 circa. Il caseificio aziendale (formaggi freschi e stagionati, salumi) è aperto esclusivamente il sabato e la domenica dalle ore 10 alle 12 e dalle ore 16 alle 19.

Azienda Agricola TesseraLa Cascina Giustina è un edificio di architettura rurale risalente al ZVIII secolo, soggetto ad un recupero urbano nel 2010, il quale ha riportato il complesso alla suo antico splendore.

Attivita’ di vendita diretta: carni pollame salumi riso di produzione propria confetture e formaggi di aziende agricole della zona

Orari di apertura Lunedì: chiuso Martedì: 15.00 - 19.30 Mercoledì: 15.00 - 19.30 Giovedì: 15.00 - 19.30 Venerdì: 9.30 - 12.30 / 15.00 - 19.30 Sabato: 9.30 - 12.30 / 15.00 - 19.30 Domenica: 9.30 - 12.30 / 15.00 - 19.30

Il guardiano delle acqueSuggestiva casa con atelier di scultura, sulle sponde del Naviglio Pavese con giardino privato e parcheggio. La casa è situata in posizione ideale per soggiorni di lavoro,(stanze con connessione WI-FI) vacanze culturali, stage di scultura in loco, percorso cicloturistico: “Camminando sull’acqua” (Zibido - Milano o Zibido-Certosa-Pavia)Breve storiaIl bed and breakfast “Il Guardiano delle Acque” casa ed atelier di scultura di Anna Maria e Giacomo, era originariamente un casello idrico, vi allogiava il guardiano idraulico della chiusa di Moirago frazione di Zibido San Giacomo, questo fino agli anni ’70,quando il Naviglio Pavese era

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attraversato da imbarcazioni adatte al trasporto merci , il guardiano regolava il flusso dell’acqua al loro passaggio.Attuali Guardiani delle AcqueAnna Maria Miglietta oltre che gestire con passione il b&b, è una scultrice di origini Salentine (Lecce), figlia d’arte coltiva questa passione della scultura da molti anni, le pietre sono i materiali a lei più congeniali ed in sintonia per la creazione delle sue Dee Madri.Giacomo Sparasci anche lui nato a Lecce, crea le sue sculture lungo le sponde del Naviglio Pavese, i materiali con i quali si confronta per le sue creazioni artistiche sono pietra, marmo, legno, fusioni in bronzo e le più recenti in acciaio cor-ten, oltre ad aiutare la compagna Anna Maria nella conduzione del b&b fatta anche di piacevoli chiacchierate con gli ospiti.

CannetoUn’oasi preziosa che ha lo scopo di favorire la conservazione della biodiversità ornitologica in ecosistemi sempre più rari nel territorio lombardo, questo è il canneto del Lago Boscaccio.Tra i principali motivi della realizzazione di questa zona umida vi è il desiderio di potenziare nel nostro contesto territoriale tali ecosistemi, oggi sempre più scarsi, per l’importante ruolo che svolgono nella conservazione della biodiversità ornitologica.L’intervento di riqualificazione ambientale è stato realizzato nel contesto dell’Accordo di Programma Quadro Integrativo 2002 - CN4 19 D “Interventi per la Conservazione dell’Avifauna di Canneto” della Regione Lombardia.

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