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Una pubblicazione della International Myeloma Foundation Mieloma multiplo | Tumore del midollo osseo © 2015, International Myeloma Foundation, North Hollywood, California u-rev_g1_IT_15 Migliorare la vita Trovare la cura Improving Lives Finding the Cure ® 12650 Riverside Drive, Suite 206 North Hollywood, CA 91607 USA Telefono: + 1 800-452-CURE (2873) (Stati Uniti e Canada) +1 818-487-7455 (tutto il mondo) Fax: +1 818-487-7454 [email protected] myeloma.org Conoscere REVLIMID ® (lenalidomide)

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Una pubblicazione della International Myeloma Foundation

Mieloma multiplo | Tumore del midollo osseo

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Migliorare la vita Trovare la curaImproving Lives Finding the Cure®

12650 Riverside Drive, Suite 206North Hollywood, CA 91607 USA

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ConoscereREVLIMID®

(lenalidomide)

Informazioni sulla International Myeloma FoundationLa International Myeloma Foundation (IMF), fondata nel 1990, è l’organizzazione di beneficenza più vecchia e più grande del mondo che si occupa specificamente del mieloma. L’IMF annovera oltre 350.000 membri in 140 paesi e si rivolge ai pazienti affetti da mieloma, ai loro familiari e alla comunità medica. L’IMF fornisce una vasta gamma di programmi nelle aree della Ricerca, Divulgazione, Supporto e Sensibilizzazione:

RICERCA L’IMF è leader globale nella ricerca collaborativa internazionale sul mieloma. L’IMF sostiene la ricerca effettuata in laboratorio e, fin dal 1995, ha conferito oltre 100 sovvenzioni ai principali ricercatori junior e senior. Inoltre, attraverso l’International Myeloma Working Group (IMWG), un’organizzazione che pubblica in prestigiose riviste mediche, che si sforza di tracciare la rotta verso una terapia, che è alla guida della prossima generazione di sperimentatori innovativi e che migliora le vite grazie all’ottimizzazione delle cure, l’IMF riunisce gli esperti leader, a livello internazionale, in maniera esclusiva e affermata.

DIVULGAZIONE Vengono organizzati, in tutto il mondo, seminari a carattere divulgativo per i pazienti e i loro familiari, workshop nei centri medici e workshop locali dell’IMF. Questi incontri mettono direttamente a disposizione dei pazienti e dei loro familiari informazioni aggiornate presentate da specialisti e ricercatori leader nel campo del mieloma. La nostra biblioteca, che contiene oltre 100 pubblicazioni per i pazienti, coloro che si occupano della loro assistenza e per i professionisti della sanità, viene aggiornata ogni anno ed è consultabile gratuitamente. Le pubblicazioni sono stampate in oltre 20 lingue.

SUPPORTO I coordinatori della nostra InfoLine numero telefonico: +1 818-487-7455 rispondono alle domande e forniscono supporto e informazioni telefonicamente e via e-mail a migliaia di famiglie ogni anno. L’IMF sostiene una rete di oltre 150 gruppi di supporto e si occupa della formazione di centinaia di pazienti, assistenti e infermieri dedicati che svolgono attività di volontariato alla guida di questi gruppi nelle loro comunità.

SENSIBILIZZAZIONE Il programma di Sensibilizzazione IMF gestisce la formazione e il supporto dei soggetti interessati, al fine di sensibilizzare il pubblico in merito ai problemi di salute che colpiscono la comunità del mieloma. Lavorando a livello nazionale, l’IMF è alla guida di due gruppi che si occupano della sensibilizzazione sul tema della copertura assicurativa. Migliaia di sostenitori preparati dall’IMF hanno un impatto positivo ogni anno per quanto riguarda i problemi critici della comunità del mieloma.

Richiedete maggiori informazioni su come l’IMF stia attualmente facilitando il miglioramento della qualità della vita dei pazienti affetti da mieloma, sforzandosi,

nel contempo, di prevenire e di giungere ad una cura. Contattateci al numero telefonico USA +1 818-487-7455 o visitate il sito web myeloma.org.

Migliorare la vita Trovare la cura

Indice

La serie Conoscere e 10 passi per la miglior cura 4

Contenuti del presente manuale 4

Cos’è il Revlimid e come funziona? 5

Quali sono le indicazioni approvate per il trattamento con Revlimid? 5

Utilizzo di basse dosi di desametasone con Revlimid rispetto al metodo pulsato per 4 giorni 7

Revlimid come terapia di mantenimento nella fase successiva al trapianto 7

Possibili effetti collaterali del Revlimid 8

Altri effetti collaterali da considerare in caso di somministrazione del Revlimid in combinazione con desametasone 11

Aggiustamenti della dose con Revlimid 11

In che modo viene somministrato il Revlimid? 12

Termini e definizioni 12

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L'IMF intende fornire unicamente ai pazienti una serie di informazioni da utilizzare come riferimento durante le discussioni sulla malattia con il proprio personale sanitario. Questo manuale non intende sostituirsi alle indicazioni fornite dal personale medico e infermieristico di riferimento, che forniranno al paziente risposte esaustive in merito al piano tera-peutico scelto.

Cos'è il Revlimid e come funziona?Il Revlimid è un farmaco immunomo-dulatore (IMiD®) in grado di modificare o regolare il funzionamento del sistema immunitario. Mediante diversi meccani-smi, tra cui attività antitumorali e antin-fiammatorie. Oltre a indurre una risposta immunitaria, aumentare l'attività delle cellule immunitarie e inibire l'infiamma-zione, gli IMiD sono in grado di modificare i livelli di vari fattori di crescita, chiamati citochine e/o interleuchine, e di colpire le cellule del sistema immunitario.

Questi farmaci potenziano inoltre l'at-tivazione dei globuli bianchi (WBC)

specializzati del sistema immunitario (linfociti T e cellule T, noti con il nome di cel-lule killer naturali (NK)), contribuendo alla distruzione delle cellule tumorali. Il Revli-mid è anche un inibitore del fattore di cre-scita dell'endotelio vascolare (VEGF), che appartiene a un gruppo di agenti immunomodulatori in grado di inibire lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni da cui dipendono le cellule tumorali.

Quali sono le indicazioni approvate per il trattamento con Revlimid?Un totale di 1.623 pazienti provenienti da 18 paesi è stato coinvolto nella sperimen-tazione clinica chiamata FIRST, Frontline Investigation of Revlimid + dexamethasone versus Standard Thalidomide (Sperimenta-zione basata sulla terapia di prima linea Revlimid + desametasone rispetto alla terapia standard a base di talidomide). I soggetti, appartenenti a due distinte fasce d'età (vale a dire pazienti dai 65 anni in su e pazienti con meno di 65 anni) e non candidabili al trapianto di cellule stami-nali, sono stati randomizzati in tre bracci:

La serie Conoscere e 10 passi per la miglior cura La serie di manuali Understanding (Conos-cere) pubblicata dall’IMF è stata concepita allo scopo di offrire al paziente una pan-oramica dei trattamenti e delle terapie di supporto per il mieloma multiplo (che, per motivi di brevità, verrà di seguito indi-cato con il termine mieloma).

Per avere un quadro generale del mieloma, si consiglia innanzitutto di consultare il Patient Handbook (Guida del paziente) pub-blicato dall’IMF e solo successivamente il Concise Review of the Disease and Treat-ment Options (Compendio sulla malattia e le opzioni di trattamento), che contiene una sintesi più dettagliata della patologia per i professionisti del settore sanitario e i lettori più informati non appartenenti alla comu-nità medica. Entrambe le pubblicazioni, unitamente ai numerosi manuali apparte-nenti alla serie Conos cere dell’IMF, sono disponibili sul sito web myeloma.org, dove sarà possibile consultare altre informazioni utili. È inoltre possibile ordinare una copia dei manuali dell’IMF chiamando il numero +1  818-487-7455 oppure inviando una e-mail all’indirizzo [email protected].

Per una più agevole navigazione del sito web dell’IMF, le informazioni sono state organizzate in base all’impostazione della guida 10 Steps to Better Care® (10 passi per la miglior cura) che, partendo dalla diagnosi (Fase 1), offre una panoramica delle sperimentazioni cliniche disponibili e delle modalità di reperimento delle stesse (Fase  10). Tutte le informazioni relative a ciascuna fase, comprese le linee guida in materia di test, trattamenti, trapianti, valutazione della risposta, gestione degli effetti collaterali, monitoraggio e tratta-mento delle recidive, sono disponibili nei paragrafi corrispondenti.

I termini in grassetto sono illustrati nel paragrafo “Termini e definizioni” nella parte conclusiva del manuale. Per un compendio più completo, consultare il Glossary of Myeloma Terms and Definitions (Glossario dei termini e delle definizioni del mieloma) dell’IMF disponibile alla pagina glossary.myeloma.org.

Contenuti del presente manualeIl presente manuale è stato concepito allo scopo di fornire informazioni su un far-maco chiamato Revlimid® (lenalidomide). In seguito alla lettura del documento, sarà possibile avere un'idea chiara sui seguenti punti:

n Cos'è il Revlimid e come funziona;n Possibili effetti collaterali del

Revlimid; n Modalità di somministrazione del

Revlimid.

Il presente manuale illustra le modalità di utilizzo del Revlimid per il trattamento del mieloma in pazienti di nuova dia-gnosi e affetti da malattia recidivante e/o refrattaria. Vengono inoltre fornite informazioni sui risultati delle sperimen-tazioni cliniche nell'ambito delle quali il Revlimid è stato utilizzato come terapia di mantenimento in seguito a una tera-pia ad alto dosaggio con trapianto auto-logo di cellule staminali (ASCT). Il lavoro illustra infine i possibili effetti collaterali del farmaco e i metodi più efficaci per la gestione di tali condizioni.

Il manuale copre numerose fasi del per-corso 10 passi per la miglior cura, tra cui terapia di prima linea (Fase  3), gestione degli effetti collaterali (Fase  4, terapia di supporto), terapia di mantenimento (Fase 7) e terapia in caso di recidiva (Fase 9).

Figura 1. Tipi di cellule

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Globuli rossi PiastrineCellula mielomatosa

Cellula staminale ematopoietica

Globulo bianco Neutro�loLinfocita T Cellula killer naturale (NK)

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1. Revlimid più basse dosi di desame-tasone (Rd) in cicli da 28 giorni fino a progressione della malattia (tratta-mento continuo con Rd);

2. Revlimid più basse dosi di desameta-sone (Rd) per 72 settimane (18 cicli) o

3. Melfalan, prednisone e talidomide (MPT) in cicli da 42 giorni per 72 setti-mane (12 cicli).

L'endpoint primario consisteva in un confronto tra sopravvivenza libera da progressione (PFS) per il trattamento continuo con Rd rispetto a MPT. Dalla spe-rimentazione è emersa la superiorità del trattamento continuo con Rd in pazienti con nuova diagnosi di mieloma. L'elevata significatività dei risultati ottenuti ha condotto all'emanazione di nuove dispo-sizioni normative ampliate in materia di utilizzo del Revlimid.

Ad esempio, la Food and Drug Admini-stration (FDA) statunitense ha approvato l'utilizzo del farmaco in combinazione con desametasone non solo per i pazienti affetti da mieloma in recidiva, ma anche per i pazienti di nuova diagnosi, sia can-didabili per l'ASCT sia non candidabili. Poiché tutti i pazienti statunitensi con nuova diagnosi sono idonei alla sommi-nistrazione di Revlimid, l'approvazione affina ulteriormente l'utilizzo appropriato del farmaco nella terapia di prima linea per pazienti con e senza candidabilità al trapianto:

n Nei pazienti non candidabili all'ASCT, il trattamento dovrebbe continuare fino alla progressione della malattia o al raggiungimento di un livello di tos-sicità inaccettabile.

n Nei pazienti candidabili all'ASCT, la mobilizzazione delle cellule stami-nali ematopoietiche dovrebbe avere luogo entro 4 cicli di una terapia a base di Revlimid.

In Europa, la nuova indicazione in termini di utilizzo del Revlimid nei pazienti affetti da mieloma si basa anche sui risultati della sperimentazione clinica FIRST, sebbene presenti una portata più limitata rispetto agli Stati Uniti. Ciò dipende dal fatto che l'indicazione europea tiene conto princi-palmente della popolazione di pazienti nella sperimentazione clinica FIRST, com-posta esclusivamente da nuove diagnosi non candidabili all'ASCT. Di conseguenza, l'approvazione dell'Agenzia europea per i medicinali (EMA) riguarda i casi indicati di seguito:

n Trattamento di pazienti adulti con mieloma multiplo precedentemente non trattato (nuove diagnosi) non candidabili al trapianto.

n In combinazione con desametasone, trattamento del mieloma multiplo in pazienti adulti ai quali è stata sommi-nistrata almeno una precedente linea terapeutica.

Di conseguenza, mentre i pazienti statuni-tensi con nuova diagnosi possono essere trattati con Revlimid indipendentemente dalla pianificazione di un trapianto di cellule staminali, in Europa il Revlimid viene utilizzato solo per le nuove diagnosi appartenenti alla fascia d'età dai 65 anni in su (o inferiore ai 65 anni qualora sussi-sta un motivo di ordine medico che vieta l'esecuzione di un trapianto di cellule sta-minali). Tuttavia, tutti i pazienti europei ai quali è stata somministrata almeno una precedente linea terapeutica sono idonei al trattamento con Revlimid.

Utilizzo di basse dosi di desametasone con Revlimid rispetto al metodo pulsato per 4 giorniLa maggior parte degli oncologi pre-scrive desametasone alla dose di 40 mg una volta alla settimana.. Sulla base della sperimentazione clinica E4A03 condotta dall’Eastern Cooperative Oncology Group (ECOG), nell’ambito della quale è stata confrontata la terapia standard a base di Revlimid più desametasone ad alto dosaggio (40 mg nei giorni 1–4, 9–12 e 17–20 di un ciclo di 28 giorni) rispetto alla terapia con Revlimid più desameta-sone a basso dosaggio (40 mg una volta a settimana), il piano di somministrazione basato sul dosaggio una volta a settimana rappresenta attualmente il metodo di scelta. La dose iniziale di desametasone è pertanto di 40 mg alla settimana, tuttavia il suo dottore può decidere di ridurre la dose in caso di fragilità o di intolleranza del paziente.

Revlimid come terapia di mantenimento nella fase successiva al trapiantoI dati ottenuti da tre ampie sperimen-tazioni cliniche randomizzate di fase III (CALGB 100104, MM-015 e IFM 2005-02), nell'ambito delle quali il Revlimid è stato impiegato come terapia di manteni-mento, sono stati presentati nel corso del meeting annuale 2010 dell'American Society of Hematology (ASH) e successiva-mente pubblicati nella rivista New England Journal of Medicine (NEJM) nel maggio del 2012. In tutti e tre gli studi, la terapia di mantenimento a base di Revlimid ha for-nito il doppio della sopravvivenza libera da progressione (PFS), con una media di 42 mesi rispetto a 21 mesi.

Di recente è stato completato uno studio dei dati CALGB su un follow-up mediano di 65 mesi. I pazienti randomizzati a rice-vere la terapia di mantenimento a base di Revlimid presentavano un tempo alla pro-gressione di 53 mesi rispetto ai 27  mesi registrati per i pazienti randomizzati a ricevere un placebo. La sopravvivenza globale mediana (OS) non è stata rag-giunta a 65 mesi tra i pazienti nel braccio dello studio trattato con Revlimid, mentre i soggetti nel braccio trattato con placebo presentavano una sopravvivenza globale mediana di 76 mesi. Sono stati osservati i benefici del tempo alla progressione e della sopravvivenza globale con terapia di mantenimento a base di Revlimid indi-pendentemente dal fatto che i pazienti presentassero o meno una risposta com-pleta (remissione) al momento della ran-domizzazione dello studio.

Sulla base delle evidenze ricavate dalle sperimentazioni cliniche di fase  III, la National Comprehensive Cancer Network (NCCN) ha promosso il passaggio dell'u-tilizzo del Revlimid come singolo agente nella terapia di mantenimento dalla cate-goria 2A (ciò significa che i risultati delle sperimentazioni cliniche non sono stati ancora sottoposti a una completa revi-sione paritaria e che i dati relativi all'ef-ficacia e alla sicurezza si trovano ancora in una fase preliminare) alla categoria  1 (che implica che, sulla base di evidenze di alto livello, vi è consenso uniforme della NCCN sull'adeguatezza dell'intervento). Una metanalisi dei dati ricavati da quat-tro sperimentazioni cliniche sulla terapia di mantenimento nella fase successiva all'autotrapianto è stata presentata in occasione del meeting dell'ASH 2013 dal Dott. Preet Paul Singh della Mayo Clinic.

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Nonostante il carattere incompleto dei dati e l'elevata eterogeneità osservata nel corso degli studi, il Dott. Singh ha indi-viduato una tendenza verso un vantag-gio in termini di sopravvivenza globale offerto dalla terapia di mantenimento a base di Revlimid.

Sono emerse diverse preoccupazioni circa l'incidenza di secondi tumori (chiamati anche secondi tumori primari o SPM) tra i pazienti arruolati in questi studi sot-toposti a terapia di mantenimento con Revlimid dopo alte dosi di melfalan. Sono state tuttavia condotte ulteriori ricerche tese ad accertare se la combinazione melfalan-Revlimid rappresenti la causa dei secondi tumori. Nel marzo 2014, la rivista Lancet ha pubblicato uno studio condotto dal Dott. Antonio Palumbo et al. intitolato "Second primary malignan-cies with lenalidomide therapy for newly diagnosed myeloma: a meta-analysis of individual patient data" (Secondi tumori primari con terapia a base di lenalidomide per le nuove diagnosi di mieloma: una metanalisi dei dati dei singoli pazienti). I ricercatori hanno analizzato i dati relativi a 2.620 pazienti con nuova diagnosi di mieloma che hanno ricevuto il Revlimid

e 598 a cui invece non è stato sommini-strato questo farmaco, scoprendo che "i pazienti con nuova diagnosi di mieloma che hanno ricevuto la lenalidomide regi-stravano un rischio aumentato di svilup-pare secondi tumori primari ematologici, causati principalmente da strategie di trattamento basate su una combinazione tra lenalidomide e melfalan per via orale”. Questi risultati suggeriscono la necessità di considerare regimi di trattamento privi di agenti alchilanti come alternative al melfalan per via orale in combinazione con lenalidomide per il trattamento del mieloma. È opportuno rilevare che il tasso di SPM nella sperimentazione clinica MM-020 relativa alla terapia di prima linea menzionata in precedenza registrava una percentuale dello 0,4% tra i pazienti nei bracci trattati con Revlimid/desameta-sone, mentre il tasso di SPM nel braccio trattato con melfalan/prednisone/talido-mide corrispondeva al 2,2%. È importante discutere con il proprio medico di fiducia i rischi e i vantaggi relativi correlati alla tera-pia di mantenimento a base di Revlimid.

Possibili effetti collaterali del RevlimidSegue una descrizione dei principali effetti collaterali associati al Revlimid che, nella maggior parte dei casi, risultano gestibili e prevedibili. Per ulteriori infor-mazioni su questi e altri possibili effetti collaterali, rivolgersi al personale medico e infermieristico di riferimento.

Dalle sperimentazioni cliniche condotte finora emergono alcune differenze tra il profilo di sicurezza del Revlimid e quello della talidomide. I comuni effetti collate-rali registrati in caso di terapia con tali-domide (per es. eccessiva sonnolenza, costipazione e neuropatia) risultano

molto meno frequenti nei trattamenti con Revlimid. Tuttavia, nell'ambito di precedenti studi condotti sugli animali è emerso che il Revlimid causa lo stesso tipo di malformazioni congenite gravi riscontrate in passato nei trattamenti con talidomide. Segue un elenco degli obiet-tivi del programma di valutazione del rischio e strategia di mitigazione relativa al Revlimid (noto con il nome di Revlimid REMS™):

1. Prevenire il rischio di esposizione embrio-fetale al Revlimid.

2. Informare prescrittori di farmaci, pazienti e farmacisti circa i rischi gravi e le condizioni di utilizzo sicuro del Revlimid.

La prescrizione e la fornitura del Revli-mid sono riservate esclusivamente a farmacisti e personale medico registrato al programma Revlimid REMS. Il piano prevede che i pazienti di sesso femminile, comprese le donne in età fertile, si sotto-pongano a test di gravidanza obbligatori e forniscano il consenso informato prima dell'assunzione del Revlimid. Le donne in età fertile e tutti i pazienti di sesso maschile sono tenuti a partecipare a un sondaggio telefonico mensile. Dal canto suo, il personale medico è tenuto a con-trollare gli esiti dei test di gravidanza, a limitare il numero di prescrizioni a una fornitura a mezzo posta di 28 giorni e a segnalare eventuali gravidanze alla FDA.

Le informazioni in materia di sicurezza relative al Revlimid sono ricavate dalle sperimentazioni cliniche e, poiché molte di esse sono ancora in corso, non è pos-sibile pervenire a conclusioni definitive. Di seguito sono elencati gli eventi osser-vati, ordinati dal più frequente al meno frequente.

n Costipazionen Neutropenian Diarrean Trombocitopenian Eruzione cutanean Astenian Trombosi venosa profonda

(DVT, trombo)

Le "avvertenze nei riquadri con bordo nero" rappresentano le indicazioni più rigorose in termini di etichettatura dei farmaci prescrivibili. Nella sezione rela-tiva alle informazioni sulla prescrizione del Revlimid delle avvertenze nei riquadri con bordo nero del 2015 è presente l'indi-cazione del rischio di malformazioni con-genite o morte del feto, nonché dei rischi di neutropenia e trombocitopenia (bassa conta di globuli bianchi e di piastrine). Per i pazienti sottoposti a terapia con Revli-mid più desametasone, le avvertenze nei riquadri con bordo nero indicano un rischio aumentato di DVT ed embolia pol-monare (PE, trombo che si espande nel polmone) e il rischio di infarto miocardico (arresto cardiaco) e di ictus.

Qualora si riscontrino cambiamenti nella propria salute, è necessario parlarne con il personale medico o infermieristico di riferimento.

Riduzione della conta di piastrine: trombocitopeniaI pazienti che assumono il Revlimid potreb-bero sviluppare una condizione nota con il nome di trombocitopenia, che consiste in un abbassamento della conta di piastrine, vale a dire le cellule che aiutano il sangue a coagulare. Una bassa conta di piastrine può essere causa di ecchimosi, emorragie e guarigioni lente.

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Prevenzione e trattamento delle basse conte di piastrineIn presenza di un numero eccessivo di ecchimosi o emorragie, è necessario rivol-gersi al proprio medico di fiducia, che potrebbe decidere di gestire la situazione ricorrendo a una trasfusione di piastrine.

Riduzione della conta di globuli bianchi: neutropeniaI pazienti che assumono il Revlimid potreb-bero sviluppare una condizione nota con il nome di neutropenia, che consiste in un abbassamento della conta di globuli bian-chi (neutrofili), vale a dire le cellule che aiu-tano il sangue a combattere le infezioni. Una bassa conta di globuli bianchi può essere causa di "raffreddore" con febbre, mal di gola e ferite della bocca.

Prevenzione e trattamento delle basse conte di globuli bianchiIn presenza di febbre, mal di gola o ferite della bocca, è necessario rivolgersi al pro-prio medico di fiducia.

La febbre è un sintomo che, in un sog-getto affetto da neutropenia, indica gene-ralmente la presenza di un'infezione.

Si tratta di un segnale importante per il quale è necessario rivolgersi immediata-mente al medico. Le modalità di tratta-mento della neutropenia dipendono dalla relativa causa e dal livello di gravità. Tal-volta si assiste a una guarigione sponta-nea del midollo osseo senza necessità di trattamento. La neutropenia che accom-pagna le infezioni virali (per es. l'influenza) potrebbe avere carattere passeggero e risolversi in seguito alla guarigione dello stato infettivo. Una neutropenia lieve è solitamente asintomatica e potrebbe non richiedere alcun trattamento.

AsteniaL'astenia è una condizione comunemente associata alla terapia a base di Revlimid. Sebbene si tratti generalmente di una patologia non grave, è necessario agire con prudenza in caso di utilizzo di mac-chinari o alla guida di veicoli. Per ulteriori informazioni, consultare un altro manuale redatto dall'IMF, intitolato Understan-ding Fatigue (Conoscere e comprendere l'astenia).

Prevenzione e trattamento dell'asteniaLe modalità di gestione dell'astenia pre-vedono terapie di supporto stabilite dal medico di fiducia del paziente. Per ridurre al minimo gli effetti di questa patolo-gia, è necessario adottare le seguenti accortezze:

n Svolgere un livello moderato di atti-vità fisica

n Seguire una dieta sana mantenendo un apporto di liquidi sufficiente

n Regolare l'alternanza di veglia e sonno con ritmi armonizzati mantenendo un livello di riposo adeguato

n Prenotare regolarmente una serie di visite con il personale medico di rife-rimento per parlare di eventuali pro-blemi legati all'astenia.

Trombosi venosa profondaLa trombosi venosa profonda (DVT), che rappresenta una condizione seria che espone il paziente a un potenziale pericolo di vita, consiste in un trombo all'interno di una vena profonda delle estremità inferiori (solitamente gambe e cosce) e molto raramente del collo o del braccio. La trombosi venosa profonda può essere seguita dal distacco (embolizza-zione) di un trombo che si può espandere

al cuore o ai polmoni, causando conse-guenze estremamente pericolose. In caso di assunzione di Revlimid e di comparsa di sintomi quali difficoltà respiratorie, sen-sazione di calore, gonfiore, arrossamento e/o dolore delle estremità del corpo, è necessario rivolgersi immediatamente al proprio medico di fiducia.

Prevenzione e trattamento della trombosi venosa profondaIn caso di comparsa di gonfiore e/o arrossamento e/o dolore a una gamba o coscia, si consiglia vivamente di rivolgersi al proprio medico di fiducia, che sarà in grado di eseguire una diagnosi corretta. Il trattamento della trombosi venosa pro-fonda dipende sia dalla localizzazione sia dalla causa sottostante. Per bloccare la crescita del trombo, il medico potrebbe decidere di prescrivere una cura a base di anticoagulanti.

Eruzione cutaneaL'eruzione cutanea è un sintomo grave e potenzialmente pericoloso, potendosi manifestare inizialmente in forma lieve per poi peggiorare. Le eruzioni cutanee causate dai farmaci presentano un livello di gravità che va dal lieve rossore con la comparsa di piccole protuberanze su un'area circoscritta fino al distacco della porzione di pelle interessata. La comparsa di eruzioni cutanee può avvenire dopo pochi minuti dall'assunzione di un far-maco o addirittura dopo ore o giorni.

Prevenzione e trattamento dell'eruzione cutaneaSi consiglia vivamente di consultare con urgenza un medico in caso di comparsa di eruzione cutanea. Per una corretta valutazione della patologia, è necessario sottoporsi a una visita specialistica. In

caso di diagnosi precoce e di trattamento adeguato, l'eruzione cutanea diventa una condizione reversibile.

Altri effetti collaterali da considerare in caso di somministrazione del Revlimid in combinazione con desametasoneI principali studi che hanno condotto all'approvazione del Revlimid nei casi di recidiva prevedevano la somministrazione di questo farmaco in combinazione con desametasone. È importante tenere pre-sente che, rispetto all'assunzione del solo Revlimid, la combinazione dei due farmaci potrebbe causare tossicità aggiuntive.

Tra gli effetti collaterali che potrebbero verificarsi in caso di somministrazione del Revlimid più desametasone è possi-bile annoverare: affaticamento musco-lare, ansia, agitazione, aritmie cardiache, nausea, aumento della glicemia, livelli elevati di enzimi epatici e costipazione e/o diarrea. Per ulteriori informazioni relative al desametasone, consultare un altro manuale redatto dall'IMF, intitolato Understanding Dexamethasone and Other Steroids (Conoscere e comprendere il desa-metasone e altri steroidi). Qualora si riscon-trino cambiamenti nella propria salute, è necessario parlarne con il personale medico o infermieristico di riferimento.

Aggiustamenti della dose con RevlimidLa dose standard di Revlimid è una cap-sula da 25 mg al giorno per 21 giorni di un ciclo di 28 giorni. Dopo un periodo di assunzione compreso tra 3 e 6 mesi, il medico di fiducia potrebbe decidere

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di ridurre il dosaggio a causa della com-parsa di un abbassamento delle conte di globuli bianchi e/o globuli rossi (RBC). Questi sintomi potrebbero anche essere accompagnati da effetti collaterali cumu-lativi, come astenia o addirittura una leggera neuropatia. Il medico potrebbe decidere di ridurre la dose, se necessario, in maniera da assicurare la sicurezza e la tollerabilità del farmaco.

Una riduzione del dosaggio del Revlimid può avere delle ripercussioni sul livello di efficacia del trattamento?Dai risultati ricavati dalle sperimentazioni cliniche in corso si evince che le riduzioni dei dosaggi garantiscono un mante-nimento dei benefici del trattamento. Le sperimentazioni cliniche MM-009 e MM-010 sulle recidive hanno segnalato lunghe remissioni, nell'ambito delle quali i pazienti erano in grado di continuare il trattamento oltre 10 mesi (con riduzioni delle dosi) e di raggiungere benefici prolungati.

È importante parlare apertamente con il proprio medico o professionista del settore sanitario di riferimento, seguire i dosaggi prescritti e il programma di assunzione dei farmaci, nonché fissare appuntamenti regolari per mantenere

il programma di trattamento a base di Revlimid. Il medico potrebbe decidere di modificare il dosaggio del Revlimid nell'ambito di una strategia terapeutica complessiva finalizzata alla gestione di un particolare effetto collaterale. La dose giornaliera utilizzata nelle sperimenta-zioni cliniche di fase III è 25 mg. In caso di comparsa di effetti collaterali gravi, il medico potrebbe decidere di modificare il dosaggio in termini sia di quantità sia di modalità di assunzione al fine di con-tenere le conseguenze di tali fenomeni continuando a mantenere la strategia terapeutica adottata.

In che modo viene somministrato il Revlimid?Il Revlimid si presenta sotto forma di capsule. Il dosaggio utilizzato con mag-giore frequenza nella cura del mieloma multiplo è 25 mg al giorno per via orale nei giorni 1–21, ripetuto ogni 28 giorni (i giorni 22–28 sono di riposo). Le dosi vengono modificate in base agli effetti collaterali.

Termini e definizioniCancro: Termine usato per malattie nelle quali le cellule maligne si dividono senza controllo. Le cellule cancerogene inva-dono i tessuti vicini e si diffondono attra-verso il flusso sanguigno e linfatico ad altre parti del corpo.

Cellula: Unità base di ogni organismo vivente. Ciascun organo e tessuto dell’or-ganismo presenta milioni di cellule microscopiche.

Citochine: Proteine secrete dalle cellule che stimolano o inibiscono la crescita o l’attività di altre cellule. Le citochine sono prodotte localmente (per es. nel midollo

osseo) e circolano nel flusso sanguigno. Sono rilasciate solitamente per combat-tere un’infezione.

Effetti collaterali: Effetti indesiderati causati da un farmaco.

Enzima: Sostanza che aumenta la velo-cità con cui avvengono i cambiamenti chimici nel corpo.

Farmaco immunomodulatore (IMiD®): Agente che colpisce, potenzia o sopprime il sistema immunitario.

Fattore di crescita dell’endotelio vascolare (VEGF): Fattore di crescita che promuove la crescita di nuovi vasi sangui-gni (angiogenesi).

Fattori di crescita: Farmaci che stimo-lano sia la crescita sia il rilascio nel flusso sanguigno di cellule staminali ematiche.

Globuli bianchi (WBC): Termine gene-rico utilizzato per indicare una varietà di cellule in grado di combattere germi, infe-zioni e agenti che causano allergie. Que-ste cellule si sviluppano nel midollo osseo e si espandono in tutte le altre parti del corpo. I globuli bianchi includono i neu-trofili, i granulociti, i linfociti e i monociti.

Globuli rossi (RBC, eritrociti): Cellule del sangue che contengono emoglobina, tra-sportano ossigeno e prelevano anidride carbonica nelle altri parti del corpo. La produzione dei globuli rossi è stimolata da un ormone (eritropoietina) prodotto dai reni. I pazienti affetti da mieloma con danno renale non producono un livello sufficiente di eritropoietina e possono presentare anemia, a causa degli effetti delle cellule mielomatose sulla capacità del midollo osseo di produrre nuovi glo-buli rossi.

Infiammatorio: Relativo a una risposta di protezione del corpo contro una lesione o malattia.

Interleuchina: Sostanza prodotta e rilasciata naturalmente dall’organismo oppure sostanza utilizzata nella terapia biologica. Le interleuchine stimolano la crescita e le attività di alcune specie di globuli bianchi. L’interleuchina-2 (IL-2) è un tipo di modificatore della risposta bio-logica che stimola la crescita di alcune cel-lule del sangue nel sistema immunitario in grado di combattere alcuni tipi di cancro. L’interleuchina-6 (IL-6) è una citochina in grado di stimolare enormemente le atti-vità degli osteoclasti e delle plasmacellule.

Linfociti: Globuli bianchi che combat-tono le infezioni e le malattie.

Malattia in progressione: Mieloma che peggiora o recidivante, in base a quanto documentato dai test. Definito come aumento ≥ 25% del livello di proteine mie-lomatose e/o nuova evidenza di malattia.

Midollo osseo: Tessuto molle e spugnoso situato all’interno delle ossa che produce globuli bianchi, globuli rossi e piastrine e all’interno del quale si assiste alla crescita di plasmacellule anomale che causano il mieloma.

Mieloma multiplo: Neoplasia causata dalla presenza di plasmacellule nel midollo osseo. Le plasmacellule neoplastiche prendono il nome di cellule mielomatose.

Neuropatia periferica (PN): Intorpidi-mento, formicolio e/o dolore alle mani, ai piedi, alle gambe e/o alle braccia.

Neutrofili: Globuli bianchi necessari per combattere le infezioni batteriche.

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Neutropenia: Livelli ridotti di neutrofili.

Oncologo: Medico specializzato nel trat-tamento del cancro. Alcuni oncologi sono specializzati in un particolare tipo di cancro.

Piastrine: Una delle tre principali compo-nenti del sangue, insieme ai globuli rossi e ai globuli bianchi. Le piastrine si dispon-gono nelle pareti dei vasi sanguigni dan-neggiati e rilasciano sostanze in grado di stimolare la formazione di coaguli nel san-gue. Le piastrine sono le maggiori difese contro i sanguinamenti. Sono chiamate anche trombociti.

Recidiva: Ricomparsa di segni e sin-tomi della malattia dopo un periodo di miglioramento.

Recidivo/refrattario: Il termine recidivo riguarda i pazienti affetti da recidiva e sot-toposti a trattamento che hanno svilup-pato segni e sintomi di mieloma almeno 60 giorni dopo il termine della cura. Il ter-mine refrattario riguarda i pazienti affetti da mieloma refrattario che hanno manife-stato una malattia in progressione durante il trattamento o entro 60 giorni dall’esecu-zione del trattamento. La maggior parte delle sperimentazioni cliniche relative alla malattia avanzata riguarda pazienti affetti da mieloma in recidiva e/o refrattario.

Refrattaria: Malattia che non risponde più ai trattamenti standard.

Remissione o risposta: Scomparsa com-pleta o parziale dei segni o sintomi del cancro. Remissione e risposta sono ter-mini utilizzati indistintamente.

• Risposta completa stringente (sCR): una sCR consiste in una risposta completa (CR), come definito nel paragrafo successivo, accompagnata da un rap-porto FLC normale e dall’assenza di

cellule clonali nel midollo osseo attra-verso esami di immunoistochimica o immunofluorescenza.

• Remissione completa (CR): immunofissa-zione negativa nel siero e nelle urine, scomparsa di plasmocitomi dei tessuti molli e percentuale minore o uguale al 5% di plasmacellule nel midollo osseo. La CR non è sinonimo di cura.

• Remissione parziale molto buona (VGPR): la VGPR è inferiore alla CR. La VGPS corrisponde alla proteina M sierica e urinaria rilevabile mediante immu-nofissazione ma non elettroforesi oppure a una riduzione minima del 90% della proteina M sierica accompa-gnata da livelli di proteina M urinaria < 100 mg/24 ore.

• Remissione Parziale (PR): la PR è un livello di risposta in cui si verifica una ridu-zione di almeno il 50% della proteina M e una riduzione della proteina M urina-ria con urine delle 24 ore di almeno il 90% (o inferiore a 200 mg/24 ore).

Sistema immunitario: Gruppo complesso di organi e cellule che producono anti-corpi, vale a dire risposte cellulari per difen-dere l’organismo contro sostanze estranee, come batteri, virus, tossine e tumori.

Sopravvivenza globale (OS): In caso di individui affetti da tumore, questo termine indica le possibilità di sopravvivenza, vale a dire la media di individui appartenenti al gruppo che hanno maggiori probabi-lità di sopravvivere dopo uno specifico periodo di tempo. Fondamentalmente, la sopravvivenza globale rappresenta un fattore indicativo dei tassi di guarigione ed è spesso utilizzata come misura del livello di efficacia dei trattamenti nell’am-bito delle sperimentazioni cliniche.

Sopravvivenza libera da progres-sione (PFS): Periodo durante il quale i pazienti sopravvivono al mieloma senza progressione di malattia o recidive (v. Malattia in progressione). L’aumento della sopravvivenza del paziente può essere direttamente attribuito al trattamento somministrato per il mieloma.

Sperimentazione clinica: Studio di ricerca di un nuovo trattamento che coin-volge i pazienti. Ogni studio è concepito allo scopo di trovare soluzioni migliori finalizzate alla prevenzione, scoperta, diagnosi o trattamento del cancro e alla ricerca di risposte a questioni scientifiche.

• Gruppo di controllo: braccio di una spe-rimentazione clinica randomizzata che riceve il trattamento standard o pla-cebo (assenza di trattamento).

• Obiettivo finale: ciò che una sperimen-tazione clinica cerca di misurare o sco-prire, l’obiettivo dello studio. Un tipico obiettivo finale include la valutazione delle tossicità, dei tassi di risposta e sopravvivenza.

• Gruppo sperimentale: braccio di una sperimentazione randomizzata che riceve il nuovo trattamento.

• Sperimentazione clinica randomizzata: studio di ricerca nel quale i soggetti sono assegnati, tramite randomizza-zione (assegnazione casuale), a ricevere o meno un particolare trattamento.

• Sperimentazione di fase I: sperimenta-zione concepita allo scopo di determi-nare la MTD (dose massima tollerata) di un nuovo farmaco o una nuova combinazione di farmaci. Solitamente costituisce il primo test su esseri umani di un nuovo trattamento. Tuttavia, nelle sperimentazioni di fase I relative alle

terapie combinate, i singoli elementi potrebbero già essere stati efficace-mente testati. I pazienti arruolati nelle sperimentazioni di fase I presentano generalmente un tumore in stadio avanzato refrattario a tutti i trattamenti standard. In una tipica sperimentazione di fase I, gruppi successivi (“coorti”) di 3–6 pazienti vengono sottoposti al trat-tamento. Tutti i pazienti in una coorte ricevono la stessa dose. La prima coorte solitamente riceve una dose molto bassa, che viene aumentata in ogni successiva coorte fino a che un deter-minato numero di pazienti sperimenta la DLT (tossicità limitante la dose). La dose utilizzata per la precedente coorte è considerata la MTD (dose massima tollerata). Questa dose viene quindi uti-lizzata in una sperimentazione di fase II.

• Sperimentazione di fase II: sperimenta-zione concepita allo scopo di determi-nare il tasso di risposta di una nuova terapia che è già stata testata in una sperimentazione di fase  I. Tipicamente vengono trattati dai 14 ai 50 pazienti con un determinato tipo di tumore, per analizzarne la risposta. Di solito, i pazienti devono avere un tumore in stadio avanzato refrattario a ogni tratta-mento standard, oltre che una malattia quantificabile. Se i risultati di una speri-mentazione di fase  II sono abbastanza promettenti, il trattamento può essere testato in una sperimentazione di fase III. Se i risultati sono obiettivamente migliori rispetto a quelli di un tratta-mento standard, può non essere neces-sario testarli in una sperimentazione di fase  III, e il trattamento può diventare standard sulla base dei risultati ottenuti nella sperimentazione di fase II.

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• Sperimentazione di fase III: sperimen-tazione concepita allo scopo di com-parare due o più trattamenti per un tipo o stadio di tumore. L’obiettivo finale in una sperimentazione di fase III è di solito la sopravvivenza o la sopravvivenza libera da malattia. Le sperimentazioni di fase  III sono solita-mente randomizzate: ciò significa che i pazienti non scelgono quale tratta-mento ricevere. Una tipica sperimen-tazione di fase III viene eseguita su un numero di pazienti che varia da 50 a svariate migliaia. Alcune sperimenta-zioni di fase III comparano un nuovo trattamento che ha dato buoni risultati nella sperimentazione di fase II con un trattamento standard precedente e ben conosciuto. Altre sperimenta-zioni di fase III mettono a confronto trattamenti che sono già usati comu-nemente. Alcuni trattamenti nelle spe-rimentazioni di fase III possono essere disponibili al di fuori della regolazione della sperimentazione clinica.

Terapia (di prima linea) di induzione: Trattamento iniziale utilizzato con lo scopo di migliorare la remissione in pazienti con nuova diagnosi di mieloma.

Terapia di mantenimento: Farmaci som-ministrati ai pazienti in remissione per ritardare o prevenire la recidiva.

Terapia di supporto: Trattamento som-ministrato per prevenire, controllare o alleviare complicazioni ed effetti collate-rali e per migliorare il comfort dei pazienti e la qualità della loro vita.

Trapianto: Esistono numerosi tipi di tra-pianto per il trattamento del mieloma.

• Trapianto del midollo osseo: questo ter-mine si riferisce al processo di raccolta delle cellule staminali dal midollo osseo e all’infusione delle stesse nei pazienti. Questo termine è utilizzato oggi meno frequentemente nel mieloma poiché le cellule staminali vengono ora raccolte dal sangue periferico o circolante.

• Trapianto di cellule staminali da sangue periferico: i medici prelevano le cellule staminali sane dal sistema sanguigno del paziente (non dal midollo osseo) e le conservano prima che i pazienti rice-vano chemioterapia ad alte dosi al fine di distruggere le cellule tumorali. Le cellule staminali vengono quindi rein-trodotte nell’organismo del paziente, dove possono produrre nuove cellule ematiche che sostituiranno le cellule distrutte dal trattamento.

• Allogenico: infusione di midollo osseo o di cellule staminali da un individuo (donatore) a un altro (ricevente). Un paziente può ricevere midollo osseo o cellule staminali da un donatore com-patibile, sebbene non geneticamente identico.

• Autologo: procedura con cui le cel-lule staminali vengono prelevate dal sangue del paziente e reinfuse nel paziente stesso in seguito a tratta-mento intensivo.

• Trapianti da donatori non consanguinei (MUD): si fa riferimento alle procedure di trapianto di cellule staminali in cui le cellule staminali del paziente e del donatore sono geneticamente identi-che ma il donatore non è un familiare del ricevente. Questa procedura non è consigliata per pazienti affetti da mie-loma in quanto comporta un tasso di mortalità inaccettabilmente alto.

• Singenico: infusione di midollo osseo o cellule staminali da gemelli genetica-mente identici.

Trombocitopenia: Basso numero di pia-strine nel sangue. Il livello normale è di

150.000–250.000. Se il numero di piastrine è inferiore a 50.000, potrebbero verificarsi problemi emorragici. La maggior parte delle emorragie è solitamente associata a un livello di piastrine inferiore a 10.000.

Note

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La stampa del presente manuale informativo per il paziente è stata resa possibile grazie a una sovvenzione concessa da Celgene Corporation.

Note

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Uno degli aspetti più scoraggianti per i pazienti a cui viene diagnosticato un mieloma multiplo (MM) è imparare – e comprendere – una malattia rara e abbastanza complicata. Dalla diagnosi alla sopravvivenza a lungo termine, 10 Steps to Better Care® (10 passi per la miglior cura) sarà la vostra guida nell’affrontare il mieloma:

1. Sapere con cosa hai a che fare. Elaborare una diagnosi corretta.

2. Esami che dovete eseguire.

3. Opzioni di trattamento iniziale.

4. Terapia di supporto.

5. Trapianto: è necessario?

6. Valutazione della risposta: il trattamento funziona?

7. Consolidamento e/o mantenimento.

8. Seguire il mieloma: un monitoraggio trasparente.

9. Recidiva: è necessario modificare il trattamento?

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