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Settimanale d’informazione socio-sanitaria dell’A.N.I.O. anno 10 - n. 22 del 08 Giugno 2015 www.liberoreporter.it L a buona alimentazione è alla base della nostra salute e i cattivi ingredienti pos- sono provocare molte patologie. I nutrienti che introduciamo con la dieta, sono condizionati da fattori ambientali che possono interagire con il materiale gene- tico sia positivamente sia negativamente. A studiare i nutrienti e l’interazione con l’uomo provvedono la nutrigenomica e la nutrigenetica. La nutrigenomica è una scienza emergente che mira ad identificare come i nutrienti possono influire sul ri- schio di insorgenza di patologie quali diabete e patologie cardiovascolari.La nutrigene- tica, invece, esamina come il corredo genico di ciascun individuo possa influenzare la risposta ai nutrienti. In questo quadro, i fitoprottettori che sono delle sostanze attive negli alimenti di origine vegetale, svolgono un ruolo fondamentale nelle nostre difese. www.nellattesa.it Salute e Benessere Cura della pelle, i rimedi non mancano pag.4 Sanità Il colon irritabile è una malattia? pag.3 Sanità I farmaci biologici pag.6 Sociale L’Italia, Paese di Santi, navigatori... e ... Ignoranti certificati! pag.5 Concorso La Salute nel Piatto Millefoglie di Topinambur al Tartufo e Zafferano pag.7 pag. 2

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Settimanale d’informazione socio-sanitaria dell’A.N.I.O. anno 10 - n. 22 del 08 Giugno 2015

www.liberoreporter.it

La buona alimentazione è alla base della nostra salute e i cattivi ingredienti pos-sono provocare molte patologie. I nutrienti che introduciamo con la dieta, sono condizionati da fattori ambientali che possono interagire con il materiale gene-tico sia positivamente sia negativamente. A studiare i nutrienti e l’interazione

con l’uomo provvedono la nutrigenomica e la nutrigenetica. La nutrigenomica è una scienza emergente che mira ad identificare come i nutrienti possono influire sul ri-schio di insorgenza di patologie quali diabete e patologie cardiovascolari.La nutrigene-tica, invece, esamina come il corredo genico di ciascun individuo possa influenzare la risposta ai nutrienti. In questo quadro, i fitoprottettori che sono delle sostanze attive negli alimenti di origine vegetale, svolgono un ruolo fondamentale nelle nostre difese.

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Salute e BenessereCura della pelle, i rimedi non mancanopag.4

SanitàIl colon irritabile è una malattia?pag.3

SanitàI farmaci biologicipag.6

SocialeL’Italia, Paese di Santi, navigatori... e ...Ignoranti certificati!pag.5

Concorso La Salute nel PiattoMillefoglie di Topinambur al Tartufo e Zafferanopag.7

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La buona alimentazione alla base di una salute fisica ottimaleGià da tempo è noto

come una dieta sana ed equilibrata è fon-damentale per il man-

tenimento dello stato di buo-na salute dell’individuo ed è noto che l’insorgenza di molte patologie è correlata con una cattiva alimentazione. Nel 1862 il filosofo tedesco Lu-dwing Feuerbach affermava, infatti, che “l’uomo è ciò che mangia”. I nutrienti introdotti con la dieta sono fattori am-bientali che possono interagi-re con il materiale genetico. I termini nutrigenomica e nutri-genetica sono molto simili tra loro e mettono in relazione la nutrizione con il nostro patri-monio genetico. La nutrige-netica valuta come il corredo genico di ciascun individuo possa influenzare la risposta ai nutrienti, il metabolismo e l’utilizzazione dei nutrienti in-trodotti con la dieta. Il termi-ne nutrigenetica fu usato per la prima volta dal Dott. R.O. Brennan nel 1975 nel suo libro “Nutrigenetics”. La nutrigeno-mica è una scienza emergente che ha lo scopo di identificare come i nutrienti (macronu-trienti e micronutrienti) pos-sono influire sul rischio di insorgenza di patologie (dia-bete, obesità, patologie car-diovascolari e alcuni tumori). Inoltre, studia quali sono i loro effetti sulla salute umana at-traverso l’identificazione del loro meccanismo di azione. Quindi, analizza le interazioni tra i componenti della dieta e il genoma ed è chiaro che mol-ti nutrienti presenti negli ali-menti di cui ci nutriamo hanno dei target molecolari ben pre-cisi. Per questo motivo, oggi, si è focalizzata l’attenzione sulle proprietà benefiche di questi alimenti e sulle sostan-ze in essi contenute. Per i loro effetti protettivi tali sostanze sono chiamate: “fattori pro-

tettivi”, fra cui si annove-rano i “fitoprotettori” o più semplicemente i fitochimici. I fitochimici sono sostanze bio-logicamente attive presenti negli alimenti di origine vege-tale che esercitano un’azione protettiva sulla salute umana se assunti a livelli significati-vi. Sono vari le attività anno-verate e tra tante c’è quella antitumorale dei fitochimici che sembra sia legata alla loro capacità di agire in molteplici modi. Da una parte possono contribuire all’eliminazione dei potenziali agenti cance-rogeni che vengono assorbiti dall’organismo. Dall’altra, bloccano l’attiva-zione di composti pro-carcino-geni, evitando così che questi ultimi, una volta attivi, possa-no danneggiare il genoma e in-durre mutazioni. Altre attività ancora interferiscono con i processi di promozione e pro-gressione che conducono alla formazione dei tumori, inter-ferendo con le vie di segnala-zione attivate a partire dai re-cettori per fattori di crescita. Così, determinano un blocco del ciclo cellulare, promuo-vendo l’apoptosi delle cellule trasformate, inibendo l’angio-genesi o la capacità delle cel-lule tumorali di invadere altri tessuti. La classe di fitochi-mici è molto ampia e include sostanze ben note come i Ca-rotenoidi che sono una fonte di vitamina A, hanno un ruolo antiossidante e proteggono la cellula dai danni provocati dai radicali liberi. Queste sostan-ze si ritrovano in frutta e ver-dura (pomodoro, carota, aran-cia, albicocca). Altre classe di fitochimici sono rappresentati dai Glucosinolati, che sono composti contenenti zolfo che si ritrovano specialmente nel cavolfiore e nella famiglia delle crucifere o Brassicacee. Queste sostanze sono note es-

sere molto attive nei confronti del cancro al colon attraverso un azione indiretta perché ca-pace di liberare alcune sostan-ze chiamate isotiocianati e in-doli queste hanno un effetto sulla eliminazione di sostanze tossiche nell’organismo, in-ducono l’apotosi sulle cellule neoplastiche, ed è batterici-da nei coinfronti dell’Helico-bacter pylori (noto batterio associato all’insorgenza di ul-cere, gastrite e cancro gastri-co). Altri fitochimici conteneti azoto sono le betalaine, sud-divise in betaxantine (fra cui l’indicaxantina) e betacianine (ad esempio la betanina) che sono presenti nei fichi d’India e utili per pelle, apparato uro-genitale e cardiovascolare. I Flavonoidi sono composti che abbondano in molte piante destinate all’uso alimentare, nella frutta (agrumi e mele

in particolare), nei vegeta-li (spinaci, lattuga e cavoli), nei legumi, in alcune bevande (the verde) e nel vino. Infine, ci sono gli esteri dell’acido caffeico che sono presenti nei semi del caffè, in numerose erbe ed anche nel miele. Il mondo vegetale è per l’uomo una fonte inesauribile di mo-lecole bioattive in grado di in-fluenzare il metabolismo e lo stato di salute. Sappiamo an-cora poco sulle proprietà delle migliaia di molecole presenti negli alimenti e ancora meno su quali possano essere gli ef-fetti di questi ultimi e dei loro metaboliti sulla salute umana. Tuttavia, l’informazione e la buona alimentazione sono alla base di una buona salute fisi-ca.

Dott.ssa Sonya VastoNutrionista

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3Dona il tuo 5 per mille ad ANIO Onlus C.F. 97165330826 SANITA’

Il colon irritabile è una malattia?Quando il medico dia-

gnostica un “colon ir-ritabile” spesso il pa-ziente rimane deluso,

interpretrando tale conclusio-ne diagnostica come generica. In realtà, la sindrome da colon irritabile rappresenta la più probabile diagnosi in pazienti che lamentano disturbi a cari-co dell’apparato gastroenteri-co. Spesso i disturbi compaio-no in età precoce. In genere, è riferito un “senso di fastidio allo stomaco” datante da mol-to tempo. I malesseri hanno gravità variabile e compaiono o scompaiono, in modo a vol-te imprevedibile, nell’ambito di un decorso cronico che si-mula, inizialmente, un episo-dio gastroenterico acuto. La sindrome da colon irritabile rappresenta, probabilmente, l’esempio migliore di malattia psicosomatica come si evince da un’attenta e competente valutazione del paziente che evidenzia, in modo chiaro, la base emotiva della sintoma-tologia. Insomma, il soggetto sviluppa l’abitudine a reagire ai suoi problemi, interessando

l’apparato digerente! Isteria, depressione, comportamen-ti ossessivo-compulsivi sono spesso riscontrati nei pazienti con colon irritabile, esaspera-ti da quotidiane forti tensioni emotive. Tale malattia col-pisce tutte le età, con predi-lezione per giovani, adulti di media età, e donne (rapporto donne/uomo di 2 a 1). I sinto-mi principali sono costipazio-ne e dolore addominale, inter-mittente diarrea senza coliche o la più comune alternanza di diarrea e costipazione. Spes-so, in pazienti che esordiscono con stipsi, il dolore addomi-nale è localizzato soprattutto ai quadranti addominali infe-riori di sinistra (colon-sigma) e spesso alleviato dall’emis-sione delle feci. La diarrea compare di solito al mattino (al risveglio o dopo colazione) e cessa in genere dopo tre o quattro scariche. Le feci sono descritte pastose, nastriformi e tale stato, che può durare varie settimane e addirittu-ra mesi, può poi scomparire spontaneamente ed impreve-dibilmente per vario tempo. Tale malattia interessa tutto il

tratto del canale gastroenteri-co, la cui anomalia principale diviene un’alterazione della motilità con alterazioni di fre-quenza e di ampiezza dell’on-da peristaltica. Per onda peristaltica s’intende il movi-mento continuo dell’intestino (simile appunto al movimento di un’onda) che permette l’as-similazione delle sostanze nu-tritive del cibo che mangiamo sino all’espulsione delle scorie alimentari con le feci. L’alte-rata motilità dell’intestino dà luogo sofferenze (riferite od obiettive) che possono, spe-cie in fase acuta, disorientare anche il medico più attento. Nella variante spastica il tono del colon a riposo è aumen-tato, a differenza del colon irritabile con diarrea cronica ove il colon a riposo si presen-ta con tono ridotto. Durante la visita, l’addome, disteso, specie durante il dolore, be-neficia della palpazione e compressione addominale, che, a differenza delle infiam-mazioni enteriche, attenuano il dolore. L’esame colturale e parassitologico delle feci, cli-sma opaco, ricerca del sangue

occulto fecale, se necessari e opportunamente consigliati dallo specialista, chiariranno eventuali altri possibili dubbi diagnostici (enteropatie in-fiammatorie o tumori) rassicu-rando il malato. Più che uno specifico trattamento farma-cologico, oggi, risulta effica-ce la psicoterapia, tendente a focalizzare l’attenzione del paziente sull’autoanalisi e sul rapporto fra tensione psicolo-gica ed esacerbazione sinto-matologica, in una prospettiva integrata d’intervento.

Dott. Giardina GaetanoDirigente Chirurgo Emerito

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SALUTE E BENESSERE 4www.nellattesa.it

“Repetita iuvant” dicevano i La-tini e, anche se l’argomento è

stato già pubblicato nel pas-sato, mi sembra utile rivedere le nostre opinioni, non avendo la pretesa di insegnare alcun-ché, ma con l’unico obiettivo di trasmettere un messaggio informativo al lettore. C’è un termine inglese che ho im-parato durante i miei stage negli USA, che è education, da non fraintendere con la buona educazione bensì con “informazione”. Nella terapia dermatologica topica si distin-guono una terapia etiologica o eziologica (volta ad identi-ficare l’agente responsabile) ed una terapia empirica anco-ra oggi utilizzata con criterio “ex iuvantibus”. Una corretta terapia necessita della iden-tificazione dell’agente etiolo-gico e questa eventualità non sempre è realizzabile a causa di numerosi fattori (terapia in corso, impossibilità ad ese-guire una biopsia o un esame colturale ecc.). Nel secondo caso, sulla scorta dell’espe-rienza e della valutazione clinica, si procede alla pre-scrizione di medicamenti ad azione topica (locale) sotto forma di soluzioni, pomate, unguenti, creme, emulsioni e tipi di latte. Sia questi ultimi (emulsioni fluide) sia le creme (emulsioni dense) si detergono con facilità con la sola acqua, non ungono e permettono di veicolare i principi attivi sia idrosolubili che liposolubili. Le emulsioni (composti di acqua

e olio in diversa concentra-zione dei vari elementi) han-no un effetto “rinfrescante” molto gradito dal paziente, particolarmente nelle forme sub-acute. Infine, nelle for-me croniche si usano unguenti o pomate cioè preparazioni a base di grassi o idrocarburi nelle quali sono incorporati gli agenti farmacologici attivi. Gli unguenti sono emollienti o impermeabilizzanti e han-no un’ottima penetrazione, anche se talvolta sono re-sponsabili di un’indesiderata macerazione della cute. L’ec-cipiente comunemente ado-perato è costituito dalla va-selina (miscela semisolida di idrocarburi) e dalla lanolina (o grasso di lana). Oltre ai prin-cipi attivi ed ai veicoli, oggi vengono utilizzati i cosiddetti acceleranti, sostanze queste in grado di aumentare la per-meabilità cutanea. Ricordia-mo, inoltre, che anche parti-colari metodi di applicazione (per esempio, la medicazione occlusiva ottenuta con la co-pertura della parte medica-ta con pomata o unguento) interferiscono notevolmente sulla penetrazione del prepa-rato. Infine dobbiamo ricor-dare che nel preparato topico vengono inclusi i cosiddetti “preservanti” allo scopo di evitare contaminazione bat-terica (i parabenici sono quelli più utilizzati). I principi attivi batterici correntemente usati nella terapia topica richie-derebbero (ma non sempre è possibile per ragioni pratiche) l’identificazione del batterio

incriminato. Fra questi pre-servanti, ricordiamo per cita-re i più popolari, la neomici-na (purtroppo responsabile di frequenti reazioni allergiche), la bacitracina che mostra un ampio spettro di attività verso i Gram-positivi e i Gram-nega-tivi. Nella pratica quotidiana è utile la prescrizione di agenti antibatterici non antibiotici (fenoli, aldeidi, fucsina, vio-letto di genziana ecc.), evi-tando cosi possibili reazioni allergiche e con una spesa 10 volte inferiore. La terapia antimicotica topica si avvale di numerosi farmaci talvolta associati ad un trattamento sistemico. Annoveriamo i de-rivati imidazolici (miconazolo, econazolo ecc.) molto efficaci e potenti nel trattamento del-la maggior parte delle infezio-ni da funghi. I topici a base di cortisone (molto attivi e potenti) oggi sono adoperati in maniera indiscriminata (nella moda-lità d’uso” fai da te”) e ven-duti come prodotti da banco,

creando problemi diagnostici, mascherando e cronicizzando varie affezioni. Il mio perso-nale suggerimento è quello di rivolgersi sempre allo specia-lista dermatologo o al medico di famiglia, quando il primo è difficile da reperire in prima istanza. In questo breve escur-sus incompleto e lacunoso il cui obbiettivo è di informare il pubblico, sono stati appena accennati gli aspetti più im-portanti delle basi della te-rapia topica in dermatologia. Si può concludere, in genera-le, che “gli antichi preparati galenici” sempre buoni, sono spesso altrettanto efficaci e presentano un minor numero di effetti collaterali che non le moderne acquisizioni tera-peutiche. In questo senso, a Firenze esiste un vero gioiello che è la Farmacia dell’Ospe-dale di Santa Maria Nuova che vanta una tradizione secolare in questo campo.

Dott. Ennio SaccoMedico-Chirurgo

Cura della pelle, i rimedi non mancano

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SOCIALE 5Dona il tuo 5 per mille ad ANIO Onlus C.F. 97165330826

IIl nostro livello d’istruzione non è dei migliori e questo è stato rilevato da tempo dall’Organizzazione per la

Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse). Tuttavia, una nuova conferma viene dall’Oecd Skills Outlook 2015, da cui emerge come l’Italia sia l’ultimo paese dell’area Ocse per occupazione giovanile. In-fatti, solo il 52,8% dei giovani tra i 25 e i 29 anni ha un’oc-cupazione, contro una media pari al 73,7% nell’area Ocse. A precederci, sono rispetti-vamente la Spagna (58,1%) e la Slovacchia (66,9%), men-tre il paese con la maggior percentuale di giovani occu-pati è l’Olanda (81,7%), se-guita dall’Austria (81,4%) e dal Giappone (81,2%). Solo la Grecia fa peggio, perché non è neanche inclusa nel-la lista. Questo non è il solo aspetto negativo, perché oc-corre includere il fenomeno dei Neet, termine che indica i giovani inattivi che non sono né occupati, né a scuola o in formazione. Tutti i Paesi indu-strializzati subiscono questo fenomeno, ma l’Italia sembra distinguersi, poiché nel 2013 i “Neet” hanno raggiunto la quota del 26,09% degli under 30. Il valore si è incrementato di 5 punti percentuali rispetto al 2008, cosa che rappresen-ta il quarto dato più elevato tra gli stessi Paesi Ocse, la cui media è del 15%, dopo Turchia, Grecia e Spagna. In Italia, tra l’altro, appartiene alla fascia “Neet” il 18% circa dei giovani che hanno terminato con un’i-struzione professionale, cosa che segnala le difficoltà della transizione tra scuola e lavo-

ro. Non a caso, nell’ex Belpa-ese, il 17% dei giovani lascia la scuola secondaria senza avere conseguito un diploma e solo la Spagna fa peggio di noi. Gli inattivi sono più diffusi, però, tra i giovani che si sono fer-mati alla scuola dell’obbligo (il 50% del totale dei Neet), ma non manca anche un 10% che ha conseguito la laurea e il restante 40% possiede il diploma secondario. Questi risultati dimostrano che una parte del nostro potenziale umano non produce né gesti-sce ricchezze, cosa che si tra-duce in un notevole spreco di risorse umane. I dati seguenti non rendono meno pesante il colpo, perché le carenze rilevate nel rapporto hanno dell’incredibile e testimonia-no un pesante regresso dell’i-struzione, dimostrando che le riforme succedutesi negli ul-timi 10 anni sono state prive di efficacia. Di fronte ad una media Ocse del 10% dei giova-ni tra i 16 e i 29 anni che ha scarse competenze di lettura e scrittura, l’Italia raddoppia la percentuale con il 20%, cosa che le assegna la prima palma dell’ignoranza. Per il Paese che vanta una cultura delle lettere più che millenaria, è più di una sconfitta, cui ne se-gue una altrettanto perniciosa per le nostre potenzialità in-dustriali e terziarie, la scarsa competenza matematica dei suoi allievi che interessa il 25% dei giovani, contro il 14% medio Ocse. Nella fascia d’età tra 16 e 29 anni, le competen-ze matematiche di un laure-ato italiano si fermano a un voto Ocse di 280 punti, contro i 300 della media, mentre la

media di un diplomato è at-torno a 250 e chi non è anda-to oltre la scuola dell’obbligo è a 210 punti. Nel dettaglio, il 60% dei giovani italiani ha scarse competenze matema-tiche, la seconda percentuale più alta dell’Ocse, mentre tra chi completa la scuola supe-riore, è il 30% ad avere scarsa dimestichezza con i numeri. In entrambi i casi, le percentuali italiane sono assai più eleva-te delle medie Ocse che sono rispettivamente, il 40% e il 20%. Tuttavia, è sul fronte del lavoro che i dolori sono più lancinanti, poiché la Penisola è il Paese dove solo il 10% di giovani associa lo studio con il lavoro contro il 60% ad esem-pio dell’Olanda e dell’Austra-lia. Oltre il 50% dei giovani ha un lavoro temporaneo, cioè precario, la terza percentuale più alta dell’Ocse, contro la media del 23%. Il 54% dei gio-vani italiani non ha esperienza

di computer sul lavoro, il dato più alto dell’Ocse, mentre ol-tre il 30% riferisce poi di avere compiti di routine al lavoro e di imparare poco nel farli, la seconda più alta percentuale dell’Ocse. La motivazione a dare il meglio al lavoro non ne esce bene, riportando che meno del 60% dei lavorato-ri italiani condivide questo pensiero. Queste cifre non dimostrano solo uno spreco finanziario, ma indicano che le competenze acquisite nei percorsi educativi non sono utilizzate a fini produttivi. Ciò si tradurrà in minori entrate fiscali, in costi maggiori per prestazioni sociali, e si tra-durrà in un regresso culturale ed economico tale da ricrea-re masse di lavoratori diffi-cilmente gestibili di fronte a caste formate da pochi privi-legiati.

Francesco Sanfilippo

L’Italia, Paese di Santi, navigatori... e ...Ignoranti certificati!

L’Associazione Amici della Musica “Be-nedetto Albanese” organizza a Cacca-

mo il 14 giugno, un evento che intende focalizzare l’atten-zione alla scoperta dei beni culturali, delle tradizioni ar-tigianali ed enogastronomiche attraverso i cinque sensi. Questi saranno protagonisti dell’intera giornata, crean-do una perfetta sinergia tra di loro. Lo scopo principale è

quello di stimolare i giovani a tale scoperta e condurre a Caccamo un numero conside-revole di turisti. Il progetto prende spunto dal logo dell’associazione, il qua-dro “L’Udito”, un particolare delle tele “I cinque sensi” rea-lizzate dall’artista fiammingo, Jan Van Houbracken, custoditi nella Chiesa Madre di Cacca-mo. La giornata sinestetica è strutturata in due momenti.

Di mattina i turisti potranno ammirare gli angoli suggestivi del centro storico, le bellezze della chiesa di S. Benedetto alla Badia, della chiesa della SS. Annunziata e della chiesa Madre. Di pomeriggio seguirà il convegno “I Cinque sensi nell’arte”, curato da esperti d’arte, presso la sala Prades del Castello, accogliendo i partecipanti con i figuranti in abiti medievali. Il tutto si concluderà tra musi-

ca e profumi, con la visita del maniero e con la degustazione di prodotti locali. Questa manifestazione sui cinque sensi, sposa in pieno l’evento del Concorso “La salute nel piatto” promossa dall’A.N.I.O e dalla testata giornalistica nell’Attesa. Tale giornata contribuirà alla diffusione artistico-culturale della città su tutto il territorio.

Maria Concetta Lodino

Giornata sinestetica sui cinque sensi

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SANITA’ 6www.nellattesa.it

L’Oms indica le ma-lattie reumatiche come prima causa di dolore e disabili-

tà in Europa. Si calcola che il 15% della popolazione italiana ne sia affetta e la spesa per queste malattie è stimata pari a 5-6 miliardi di Euro/anno. Nel loro complesso, le malat-tie reumatiche rappresentano la più frequente causa di as-senze lavorative e la causa di circa il 30% delle pensioni di invalidità attualmente eroga-te nel nostro Paese. Dunque, un enorme problema di sanità pubblica. Quando si parla di malattie reumatiche il pensie-ro si volge immediatamente a quelle di tipo degenerativo, come artrosi e osteoporo-si, che hanno sicuramente il maggior impatto epidemiolo-gico. Purtroppo è assai meno diffusa la conoscenza di ma-lattie reumatiche aggressive, invalidanti e potenzialmente curabili come artrite reuma-toide, spondilite anchilosan-te, artrite psoriasica. Eppure sono malattie tutt’altro che rare, che colpiscono, global-mente considerate, oltre il 2% della popolazione generale. Concentriamo la nostra atten-zione sull’artrite reumatoide. E’ una malattia ad eziologia sconosciuta (non ne cono-sciamo la causa) e patogenesi autoimmune (nel senso che i meccanismi del danno deriva-no da un “disorientamento” del sistema immunitario che aggredisce strutture del pro-prio organismo). Clinicamente è caratterizzata da una po-liartrite che coinvolge, nelle forme tipiche, le articolazio-ni periferiche (polsi, mani, ma anche caviglie e piedi),

e provoca, se non adeguata-mente trattata, deformazioni articolari irreversibili e grave limitazione funzionale. Que-sta malattia colpisce oltre lo 0.5% della popolazione gene-rale e si stima che nella nostra regione ci siano oltre 300.000 pazienti affetti. Presso il no-stro Centro sono in follow up circa 700 pazienti con artrite reumatoide. La malattia col-pisce più frequentemente le donne (il rapporto F/M è di circa 3/1) ed esordisce più spesso nella quarta decade di vita, ma può presentarsi a tut-te le età. Basti pensare che in circa un terzo dei casi ha un esordio tardivo, dopo i 60 anni e sono forme spesso più dif-ficili da diagnosticare sia per la presentazione atipica dei sintomi che per la confusione diagnostica con l’artrosi. Esi-stono anche forme ad insor-genza in età pediatrica, oggi meglio definite come artrite idiopatica giovanile, con an-damento molto simile. L’artri-te reumatoide compromette notevolmente la qualità della vita, in misura paragonabile a malattie come la sclerosi mul-tipla e la cardiopatia ischemi-ca, e circa il 20% dei pazienti non trattati è costretto ad ab-bandonare il lavoro. Inoltre, è stato recentemente dimo-strato che l’artrite reumatoi-de rappresenti un fattore di rischio cardiovascolare para-gonabile al diabete e il tasso di mortalità è raddoppiato in questi pazienti. Eppure è una malattia per la quale oggi di-sponiamo di terapie farmaco-logiche estremamente effica-ci! Il primo passo è la diagnosi precoce. Essa dipende, innan-zi tutto, da una più diffusa co-

noscenza della malattia: trop-po spesso il paziente è portato a sottovalutare i primi sintomi articolari, ad esempio la ri-gidità articolare al risveglio, ritardando l’intervento del medico. Un punto cruciale è la corretta valorizzazione dei sintomi da parte del medico di medicina generale, con il pre-coce invio dal reumatologo. Numerosi studi hanno dimo-strato che il precoce invio del paziente dallo specialista mi-gliori la prognosi a lungo ter-mine della malattia, proprio perché consente una diagnosi più precoce e il tempestivo inizio di una adeguata terapia. Sotto questo aspetto il nostro armamentario terapeutico è oggi davvero completo. Esso si avvale di vari gruppi di farma-ci come i farmaci sintomatici, cortisone e anti-infiammatori non steroidei, da utilizzare solo in alcune fasi di malattia, per ottenere un rapido con-trollo dei sintomi. Altri farma-ci di fondo tradizionali (primo tra tutti il methotrexate) sono in grado di incidere sui mec-canismi patogenetici del dan-no articolare migliorando la prognosi di malattia; infine i cosiddetti farmaci “biologici”. Tali farmaci, definiti in modo più appropriato “biotecnologi-ci” (in quanto frutto dell’inge-gneria molecolare), agiscono modificando in modo molto selettivo la risposta biologica dei soggetti affetti da malat-tia. Essi inibiscono cellule e sostanze che hanno un ruolo chiave nel determinare l’in-fiammazione articolare ed il conseguente danno anatomico che provoca invalidità. Essi ci consentono oggi di arresta-re o quanto meno rallentare la progressione di malattia anche nelle forme più seve-re, non responsive ai farmaci tradizionali e che sono circa

il 30% dei casi. I primi farmaci “biotecnologici” sono stati uti-lizzati fin da 15 anni fa. Sono farmaci ad azione anti-TNF che si sono dimostrati efficaci anche in altre malattie come la spondilite anchilosante e la artrite psoriasica, modifi-cando l’andamento di queste condizioni patologiche, altret-tanto gravi e invalidanti. Poi sono stati sintetizzati farmaci con altri meccanismi d’azio-ne, altrettanto efficaci nella terapia dell’artrite reumatoi-de. Infine è stato approvato un farmaco biotecnologico efficace nella terapia di una malattia reumatologica siste-mica grave e complessa come il lupus eritematoso sistemico. L’esperienza clinica su questi farmaci è ormai molto ampia e il profilo di tollerabilità asso-lutamente confortante. Presso il nostro Centro seguiamo cir-ca 400 pazienti in trattamento con farmaci biotecnologici. Se utilizzati in modo appropriato e in mani esperte ci stanno consentendo di cambiare ra-dicalmente la storia naturale delle principali malattie reu-matologiche autoimmuni.

Dott. Giuseppe ProvenzanoResponsabile Centro

di Reumatologia, Plesso distaccato via del Fante

(ex-CTO), AOOR Villa Sofia – Cervello

I farmaci biologici, la nuova frontiera della terapia nelle malattie reumatiche

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ALLERGOLOGIADOTT. CLAUDIO RAGNOSpecialista in Allergologia e immunologia clinica. diagnosi delle malattie respirato-rie, delle allergie alimentari, per allergie a farmaci. Ticket visita Euro 34,50. Riceve a Palermo in via XII Gennaio 16 091.584114 cell. 337 895499

ANDROLOGIA - UROLOGIADOTT. EMILIO ITALIANOSpecialista in Urologia e Andrologia. Con-sulente Sessuologo. Riceve a Palermo in via F.Paolo di Blasi 35. Sito Web:www.emilioitaliano.it [email protected]. Per prenotazioni, telefonare ai numeri 091 346563 cell. 338 8546604

FISIATRIADOTT.SSA BARBARA SCHEMBRIMedico Fisiatra, Osteopata, Omeotossicologia. Riceve per appuntamento Cell. 3405269019 Email: [email protected] medico zona Via Libertà

GASTROENTEROLOGIADOTT. SERGIO PERALTADirigente Medico U.O. di Gastro-enterolo-gia ed Epatologia. Responsabile U.O.S. di Endoscopia Digestiva Policlinico, Piazza delle Cliniche, 2 Palermo. Mob. 338 6963040 e-mail: [email protected]

MEDICINA INTERNADOTT. MARIO MITRADirigente Medico Medicina 1 Ospedale Civico Palermo. Specialista in Medicina Interna. Consulenze internistiche, esami ecografici (addome, apparato urinario, tiroide), ecodoppler vascolare. Riceve per appuntamento in attività intra-muraria presso Ospedale Civico Palermo Tel. 3292422562 Email:[email protected]

NEUROLOGIA DOTT. MARCELLO ROMANONeurofisiopatologo. Az. Osp.Riuniti Villa Sofia Cervello, Studio di neurologia ed elettromiografico. Riceve per appunta-mento in via E. Notarbartolo, 38 Palermo Tel. 0916259811 - Cell. 3491467337Email: [email protected]

PSICOLOGIADOTT.SSA CATERINA D’ANNAPsicologa - Psicoterapeuta. Psicologia - Psicoterapia del bambino, dell’adolescen-te e della famiglia. Via Tripoli 18 Palermo. Recapiti telefonici: 329 4321204

Comitato Scientifico: Dir. Scientifico: Girolamo Calsabianca Segretario Nazionale ANIO Onlus - [email protected]. Dario Bellomo Medico Specialista ASP di AstiProf. Giorgio Maria Calori Prof. Univ. Milano Dir. COR Gaetano Pini (Mi) Prof.ssa Carla Giordano Resp. UOC di Endocrinologia Policlinico (Pa)Dr. Emilio Italiano Andrologo Osp. riuniti Villa Sofia CervelloDr. Tommaso Mannone Risk Manager A. O. Villa Sofia-Cervello (Pa)Dr. Sergio Salomone Pres. Associazione A.S.S.O.Dr. Angelica Provenzano Resp. Centro Officine di Ippocrate A. O. Villa Sofia-Cervello (Pa)Dr. Alessandro Scorsone, Diabetologo, Asp 6 Ospedale Civico di PartinicoDr. Gabriele Viani, Medico Specialista in RadiologiaDr. Benedetto Alabastro, Consulente ANIO per il diabeteA.N.I.O. Numero Verde: 800 688 400 (chiamata gratuita) Siti web: www.anio.it Pagina Ufficiale ANIO Facebook: www.facebook.com/anioinformanell’attesa... Edito da: Phoenix di Simona Lo Biondo Direttore Responsabile: Francesco Sanfilippo - [email protected] Commerciale: Vincenzo Alaimo - [email protected] Grafica: Andrea Ganci - [email protected] Stampa: Pitti Grafica via Pelligra, 6 (Pa)Redazione: Andrea Ganci - e-mail: [email protected] Sito web: www.nellattesa.it Pagina Ufficiale Nell’attesa...: https://www.facebook.com/nellattesaPer abbonarsi al giornale: Inviare una email a: [email protected] la vostra pubblicità: Cell. 3389432410 | [email protected]

settimanale d’informazione socio-sanitaria dell’A.N.I.O.Reg. al Tribunale di Palermo n° 11 del 29/05/2006

SALUTE E BENESSERE

Le informazioni pubblicate da “nell’Attesa…” non sostituiscono in alcun modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del medico.

Millefoglie di Topinambur al Tartufo e Zafferano

Dona il tuo 5 per mille ad ANIO Onlus C.F. 97165330826

Ingredienti per 4 persone:500 g topinambur bio prece-dentemente lavati spazzolati e sbucciati. Un vasetto di salsa nera tartufata Olio evo bio q.bSale rosa e pepe q.bUna manciata di Prezzemolo fresco tritatoUno spicchio di aglio tritatoVino bianco per sfumareMezzo litro ca. di acqua con mezzo dado vegetale bio.Una bustina di zafferano50 g mandorle tritateBesciamella integrale

Istruzioni:Tagliare i fettine orizzontali i topinambur.In un ampio tegame antiade-rente mettere l’aglio tritato con un filo di olio evo , saltare a fiamma bassa per un minu-to, aggiungere i topinambur , il prezzemolo tritato, aggiu-stare di sale e pepe, sfumare con vino bianco. Coprire con il brodo e cuocere a fiamma me-dia per ca. 15 min.Aggiungere ancora brodo o ac-

qua qualora dovessero asciu-garsi troppo.Nel frattempo preparare la besciamella integrale come indicato.Aggiungere alla besciamella un cucchiaio di salsa tartufa-ta e una bustina di zafferano mescolando bene.A fine cottura trasferire un primo strato di topinambur in una pirofila da forno. Coprire con un po’ della besciamella tartufata. Proseguire con un altro strato e un altro po’ di besciamella fino ad esauri-mento dell’ingredienti ; co-prire la superficie finale con la besciamella tartufata allo zafferano rimasta. Cospargere con mandorle tritate e un filo di olio evo.Gratinare in forno preriscal-dato a 180/200 gradi per circa 10/15 minuti. La cottura di-pende dal vostro forno, quan-do sarà dorata in superficie è pronta.

Autore: Tiziana Vitale

Page 8:  · 2015. 6. 5. · vendo l’apoptosi delle cellule trasformate, inibendo l’angio-genesi o la capacità delle cel-lule tumorali di invadere altri tessuti. La classe di fitochi-mici

Il bizzarro titolo è una sfi-da che vogliamo lanciare ai nostri lettori con l’obiettivo di rianimare la tavola degli

italiani con un profondo signi-ficato salutistico. Parliamo di buona alimenta-zione e sana cucina, alimenti a “KM 0”.Oggi mangiar sano è più com-plicato di quanto si possa im-maginare, basta pensare alle difficoltà di reperire le ma-terie prime non contaminate, l’acquisto di prodotti genuini garantiti e a buon prezzo di-venta sempre più complicato. Causa il “cattivo” stile di vita che oggi giorno la maggior par-te della nostra società vive.I tempi sono cambiati, la so-cietà oggi vive una realtà mol-to più caotica, spesso soggetta a orari di lavoro ambigui, lo-cation distanti dalla propria residenza e quindi costretti a mangiare “cibo spazzatura”, considerando il fatto che il

tempo che rimane per prepa-rare un buon piatto è diventa-to davvero esiguo. Il mercato del cibo facile, non aiuta di certo, anzi ci da ra-gione di sostenere questa evi-denza.I fast-food esistevano prima? I cibi di strada o street food continuano si a sopravvivere, ma sono diventate eccezioni o nicchie, non considerabili nel-la massa.Siamo nell’era dei McDonald, pizza a pranzo, cena e cola-zione, cheeseburger, patatine fritte, cartocci e tante altre frivolerie. La teoria espressa sopra non esula il 65% degli italiani che si “dice anziani”, infatti tra chi cerca di arrotondare perchè con la pensione non sopravvi-ve e chi svolge la mansione di nonno a tempo pieno il con-cetto non cambia. Lo stile di vita è fondamentale per un’a-limentazione corretta e sopra-

tutto sana.Superati tutti questi inconve-nienti resta la cosa più impor-tante, quella di saper prepa-rare un piatto, con ingredienti semplici, sani e non artefatti, perchè la nostra salute riven-dica ogni giorno tutela!Ecco da cosa parte la “Salu-te nel Piatto”, un concorso a premi, che mira a premiare tutti coloro che sanno cucina-re piatti semplici, buoni e da fare senza grandi complicazio-ni, ovviamente con un occhio di riguardo alle ricette tipiche delle periferie e delle provin-ce, dove la cultura del KM0, sopravvive.Come si partecipa?Inviando una ricetta (comple-ta di ingredienti e procedi-mento) o all’indirizzo di posta elettronica:[email protected] o compilando il form sul sito www.nellattesa.itUn nutrizionista e il nostro

comitato scientifico, sceglie-ranno la ricetta della settima-na da pubblicare sul giornale “nell’attesa…”, inoltre le ri-cette più votate sulla nostra pagina facebook andranno alla finalissima a fine anno.I premiati dalla rete (amici, parenti, conoscenti e tutti coloro che voteranno la ricet-ta) a fine anno parteciperan-no alla serata organizzata da ANIO denominata “CUOCI CA TA RICRII” insieme a grandi nomi della cucina italiana in una serata di gala con fini so-ciali. La giuria fatta dal pubblico partecipante e da chef, pre-mieranno gli autori del “piatto sociale dell’anno”.Adesso partiamo e inviateci le vostre ricette tradizionali, semplici e buone e arricchia-mo il tavolo italiano di salute e bontà.Compila il form ed inoltra la tua Ricetta!