Conoscere per crescere - icslocatelli-quasimodo.gov.it · che non insegna la libertà della mente...
-
Upload
vuongduong -
Category
Documents
-
view
217 -
download
0
Transcript of Conoscere per crescere - icslocatelli-quasimodo.gov.it · che non insegna la libertà della mente...
IO MI RACCONTO . TU MI CONOSCI .
Data 01.03.2015 Numero 1
www. ics locate l l i -quas imodo.gov. i t
Scuo la Pr imar ia A.Loca te l l i , v ia Veg l ia 80, 20159 M i lano
Prodotto ciclostilato in proprio
Conoscere per crescere
Io mi racconto. Tu mi conosci.
2 Marzo 2015 Numero 1
Sommario
IO MI RACCONTO . TU MI CONOSCI. 3
LA STORIA DELLA “ LOCATELLI” 4
I PROGETTI DELLA SCUOLA” 9 Amico libro ........................................................................................ 9
Cantanti si nasce ................................................................................ 10
Con-Tatto: Educazione all’affettività ................................................ 10
More English ..................................................................................... 11
Scacchi .............................................................................................. 11
Educazione Motoria .......................................................................... 11
I LABORATORI 12 Mai Più .............................................................................................. 12
PRODOTTI DEL LABORATORIO 13 Il Treno............................................................................................... 13
Per non dimenticare gli Ebrei ........................................................... 13
L’albero della memoria ..................................................................... 14
Le parole per non dimenticare ......................................................... 16
Dal film “La vita è Bella” di Benigni .................................................. 17
“27 gennaio 2015” ............................................................................ 18
LE PAROLE CHE RESTANO 19 Ho urlato perché sapevo .................................................................. 19
Aprile ................................................................................................ 19
I bambini imparano quello che vivono .............................................. 20
Il seme sotto la neve.......................................................................... 21
I LIBRI CHE AIUTANO A RICORDARE 22
Io mi racconto. Tu mi conosci.
3 Marzo 2015 Numero 1
IO MI RACCONTO .
TU MI CONOSCI.
Io mi racconto e tu mi conosci.
Chi inizia il gioco?
Comincio io.
Così io ti narro
in un modo tutto mio
questo vivere bizzarro.
Sembro ferrea in apparenza,
invece son morbida come crescenza.
Un po’ severa, solo il necessario,
Per averne un ritorno fuori dall’ordinario.
Con le parole amo giocare
E fra prati e fiori passeggiare.
Adoro leggere libri in gran quantità
E ascoltare la musica in libertà.
Col sorriso nel cuore
saluto la gente
Senza troppo rumore
Che non serve a niente.
Mi reco a lavoro con spirito giocondo
Certa che l’ottimismo guarisce il mondo.
Così tra piccoli e grandi scolari
Ho intorno a me mondi leggendari!
C’è chi studia e chi non ne ha intenzione;
Chi va a scuola per imparare
Chi crede sia una punizione
A lettere e numeri tutto il giorno pensare.
Ma a voi bimbi, che leggete,
un segreto io vi rivelo:
perché la vita sia feconda alzate gli occhi
e guardate il cielo!
Tutto ciò che è intorno a noi
Questo mondo ben colorato
Un bel giorno, prima o poi,
attende d’essere da voi esplorato.
Le maestre son qui per questo
Per donarvi tutto l’occorrente.
Tutto ciò che vi serve
Perché la vita vi sia sorridente!
Si conclude la mia filastrocca
Con un saluto ed un pensiero
Dolce come un’albicocca è il mio più
grande desiderio.
Siate incisivi come una matita.
Sembra banale, ma richiede impegno:
in ogni giorno della vostra vita
abbiate il coraggio di lasciare il segno.
Perché di segni si riempie il quadro
E starci dentro è straordinario.
Son tanti ricordi di una comune memoria
Che piccoli e grandi
Chiamano STORIA.
Maestra Gessica
Io mi racconto. Tu mi conosci.
4 Marzo 2015 Numero 1
Anticamente si riteneva
Che la sede della memoria
Fosse il cuore.
Ricordare significa proprio
Questo: tornare col cuore,
rimandare al passato
e a ciò che di prezioso
il nostro cuore custodisce.
LA STORIA DELLA “
LOCATELLI”
A cura delle insegnanti Di Rienzo e Gigliotti
E’ così che inizia la storia della nostra
scuola … facendo un viaggio nella
memoria.
Era l’inizio del ‘900 e i bambini, che
abitavano nella zona vicina al Viale Zara,
erano costretti a frequentare la scuola di
Pianell o Maciachini. Era scomodo, quindi
il Potestà di Milano, cioè il sindaco di
allora, ne fece costruire una nuova.
Il direttore di Pratocentenaro, Adriano
Servida, fece aprire nel 1930 una scuola
provvisoria, in via Bisi Albini, che funzionò
fino al 1937, anno in cui fu aperta quella
di Via Veglia.
Era il 16 ottobre 1937. L’edificio, in
mezzo ai prati e alle strade appena
accennate, si presentava su due piani,
con aule molto luminose e il sotterraneo
con il refettorio; c’era la direzione, la
biblioteca e un “ Museo didattico”.
Nell’atrio si trovava una lapide che
ricordava il “ Bolettino di guerra” e
annunciava la vittoria del 4 novembre
1918.
Per rendere la scuola un luogo
accogliente e ricco di sussidi didattici ed
altre dotazioni utili, fu determinante
l’impegno delle “ Amiche della Locatelli”,
un gruppo di signore che, attraverso
feste, pesche e vendite di lavoretti,
raccolse il denaro necessario. Questo
comitato si sciolse nel 1954.
Aviatore Antonio Locatelli nella guerra 1915-18
La nostra scuola fu dedicata dal direttore
Servida ad Antonio Locatelli, un
personaggio leggendario e tra i pionieri
dell’Areonautica italiana,nato il 19 aprile
Io mi racconto. Tu mi conosci.
5 Marzo 2015 Numero 1
1895 a Bergamo.
Le insegnanti di quel periodo erano
costrette ad essere iscritte al partito
fascista e dovevano studiare la “Cultura
fascista”. Persino su una delle facciate
del nostro edificio c’era scritto il suo
motto: “Credere, Obbedire, Combattere”!
Scuola Locatelli 1937
Spesso la scuola, anche oggi , in
alcuni posti, è usata per insegnare
idee sbagliate, per nascondere la
verità e negare la libertà. Non c’è
cultura senza libertà e quella scuola
che non insegna la libertà della mente
e del cuore non insegna nulla.
Il 1937 è il periodo delle leggi razziali e
tutte le insegnanti dovevano dichiarare di
non appartenere alla razza ebraica. La
maestra Giorgia Bruner rischiò il posto
perché sospetta di avere genitori ebrei.
Iscrizione al partito fascista
Iniziarono i bombardamenti su Milano e
molti si allontanarono, lasciando la città
distrutta.
Nel settembre del 1943 la nostra scuola
fu requisita dai Tedeschi che la usarono
come accampamento. Il 25 Aprile 1945
Milano fu finalmente liberata.
Dal 1946 al 1949 la scuola di Via Veglia
divenne la casa di centinaia di profughi
italiani dell’Istria e della Dalmazia,
perseguitati dal dittatore Tito.
Fu un grande merito che abbiamo
ereditato.
Comunque, dopo la guerra tutto fu molto
difficile: c’ era da rimettere a posto tutto e
Io mi racconto. Tu mi conosci.
6 Marzo 2015 Numero 1
gli alunni furono ospitati dalla scuola di
via Pianell.
Il 2 Giugno 1946 cominciarono a ritornare
le classi quinte, mentre il 30 maggio del
1950 ci fu una gran festa per la
riapertura. Il direttore Servida era ormai in
pensione e fu sostituito dal direttore
Prevosto.
Alunni Locatelli 1946
La scuola s’ingrandì e nel 1955 ci fu
persino un saloncino per il cinema
sotterraneo.
Cinema Locatelli 1955
Nel 1956/57 furono disposti i nuovi
programmi per la scuola elementare,
basati sulla religione cattolica e
sull’attivismo. Nel pomeriggio si facevano
diversi laboratori: era il doposcuola. I
testi, la letteratura e i dettati prevedevano
l’insegnamento morale, civile e
l’educazione ai buoni sentimenti.
Con il 7 in condotta gli alunni dovevano
studiare in estate e presentarsi a
settembre per un esame che decretava la
promozione o la bocciatura. Anche le
pagelle si pagavano!
All’inizio degli anni ’60 venne introdotta la
scuola media e nel 1962 iniziò a
funzionare la nostra scuola media
ISTRIA-NIGUARDA, poi denominata
TOMMASEO, composta da 5 classi e
presieduta da Vincenzo Zardini.
Il roseto della scuola dovette cedere il
posto alla nuova costruzione.
Tra gli anni ’70 e ’80 la scuola cambiò
ancora e nell’85 ci furono nuovi
programmi che rinnovarono la didattica: si
parlò di insiemistica, antropologia,
drammatizzazione e iniziarono le
esperienze del tempo pieno. La scuola fu
una fucina d’iniziative con laboratori,
classi aperte e lavori di gruppo. Si
istituirono i consigli d’interclasse e i
genitori entrarono a far parte della scuola
attivamente, scegliendo i loro
rappresentanti all’interno di ogni istituto.
Nel 1977 gli alunni portatori di handicap
furono inseriti nelle classi e non più
relegati a scuola speciali. Si cambiò il
Io mi racconto. Tu mi conosci.
7 Marzo 2015 Numero 1
voto numerico in giudizio. Insomma la
scuola si rivoluzionò.
Quella di via Veglia era nel massimo del
suo splendore: per sottolineare
l’importanza dell’educazione ambientale
tradizionalmente ci fu la “Festa degli
alberi” e vennero piantate le betulle,
come buon auspicio di una pronta
sistemazione del cortile. Le feste erano
un motivo di aggregazione e di
condivisione del lavoro degli insegnanti.
Tuttavia dal 1975 il comune di Milano non
si occupò della manutenzione delle
infrastrutture e la Locatelli fu
“abbandonata”. Dal 1993 al 1996 ci fu
una mobilitazione di insegnanti e genitori,
per attivare interventi di ripristino delle
buone condizioni dell’edificio. Nel 1994
furono risanate le facciate; fu sistemato il
terzo piano e furono imbiancate le aule.
Nel 1996 la scuola produsse la Mostra
del Giocattolo con la nascita di una
ludoteca. Il 16 ottobre 1997, in ricordo dei
60 anni dalla nascita, si fece gran festa,
con la partecipazione di vecchi alunni e
nonni.
Il 2000 fu per la scuola un anno pieno di
novità, uno spartiacque tra il passato e il
futuro. Nacque l’autonomia scolastica,
che consegnava a ciascuna scuola una
grossa fetta di indipendenza nella sua
gestione. Fu il periodo delle tre E:
Economia Efficienza ed Efficacia. In
nome di una scuola produttiva, ma
risparmiatrice, si sono effettuati, da allora
fino ad oggi, tagli sul personale e sulle
risorse interne destinate ai progetti e ai
laboratori. Le nuove indicazioni per il
curricolo contenevano delle direttive che
modificavano il profilo dell’insegnante e
capovolgevano il concetto di formazione
per gli alunni, dunque anche il sistema di
valutazione.
Si è cominciato a parlare di
autovalutazione d’istituto e di criteri di
valutazione dell’insegnamento.
I genitori hanno potuto scegliere la scuola
migliore per il proprio figlio, con una
conseguente competizione tra quelle
della stessa zona.
Il direttore ha assunto le vesti di un
dirigente anomalo, rispetto alle altre
aziende: dotato di grandi responsabilità,
ma costretto alla burocratica condivisione
delle sue decisioni. Il suo ruolo sempre
più distaccato dalla didattica lo ha reso
più attento alle regole e meno proiettato
verso le esigenze del personale
dipendente.
Gli insegnanti hanno perso la centralità
educativa che avevano negli anni ’30 ed
è entrato in crisi il concetto di
professionalità, anche a causa di uno
scarso riconoscimento economico, con
Io mi racconto. Tu mi conosci.
8 Marzo 2015 Numero 1
stipendi ridotti all’essenziale.
In questo quadro difficile il corpo docente
della nostra scuola ha tenuto sempre
fermo l’entusiasmo e l’impegno,
nonostante l’avvicendarsi di diverse figure
direttive.
Dal 2011, in regime di economia di scala,
si è effettuato un dimensionamento delle
scuole, che sono state accorpate in un
unico istituto. Nasce così il nostro Istituto
Comprensivo “ Locatelli- Quasimodo” che
comprende quattro scuole: due primarie
(Bottelli e Locatelli) e due secondarie di
primo grado ( Tommaseo eQuasimodo).
A Giugno del 2014 diventa preside della
nostra scuola il Prof. R. Antonio Peri. Con
il suo slancio innovativo, il suo spirito
democratico, l’attenta analisi
dell’esistente, unita alla disponibile e
raffinata fermezza,in collaborazione di un
efficace staff direttivo, sta offrendo al
nostro Istituto un’identità specifica.
Ma cosa sarà della “Locatelli”?
Lo sapremo solo vivendola!
Ma sarà bello ciò che verrà
Se vi sarà ancora chi insegnerà
ad amare la conoscenza
e a gustare l’avventura dell’uomo nel
tempo.
E sarà bello ciò che verrà se
Insieme sapremo raccontare
Che la sapienza è la più grande
ricchezza
Che l’armonia con la vita è un tesoro
prezioso
Che c’è uno spazio infinito
da esplorare e conquistare
all’interno del proprio cuore.
Perché solo così si cresce
Solo così si diventa un popolo civile
Orgoglioso della sua MEMORIA.
Io mi racconto. Tu mi conosci.
9 Marzo 2015 Numero 1
I PROGETTI DELLA
SCUOLA
Amico libro
Insegnante referente Gigliotti.
"La mia vita d'albero nasce da un seme
che cresce finché diventa maestoso
come me, ma prima di diventare così c'è
molto tempo di crescita, un tempo che ho
atteso con ansia, anche soffrendo e
anche sperando, finché non è arrivato il
momento."
Il progetto si svolge nel plesso “Locatelli”
Serve a contrastare l’abitudine all’uso
passivo e acritico dei contenuti
massmediali determinata dall’esposizione
massiva ai Media audiovisivi;a sollecitare
l’interesse e la curiosità degli allievi verso
lo strumento “libro” inteso quale forma
privilegiata di comunicazione creativa,
divertente e stimolante.
Per avvicinare i bambini alla lettura
l’insegnante si trasforma in un lettore, in
modo che l’alunno ne assuma
l’atteggiamento.
Il percorso di lettura diventa uno
strumento metadidattico che consenta di
affrontare in modo indiretto, insolito e
trasversale le discipline dell’area
linguistico-espressiva e degli altri ambiti.
Il libro può così essere visto come filo
conduttore , quasi come soggetto del
percorso didattico, coinvolgendo l’intero
curricolo scolastico, anche per un intero
quadrimestre
Il Piacere di leggere si trasforma
nell’opportunità di investire la dimensione
del gioco, attraverso il quale non solo si
impara, ma si esplora e si alimenta
l’immaginario; si impegna la sensorialità
si crea e si fa esperienza della
dimensione fantastica, che nutre e
completa la realtà.
Biblioteca Locatelli durante laboratorio
Io mi racconto. Tu mi conosci.
10 Marzo 2015 Numero 1
Cantanti si nasce
Insegnante referente Di Rienzo.
Il progetto è frutto di anni di esperienza
del M. Aleksander Zielinski nelle scuole di
Milano e provincia e prevede lezioni di
tipo collettivo che raggruppano più classi
della stessa scuola e vuole avvicinare i
bambini al mondo della musica attraverso
un percorso di educazione musicale
incentrato sulla voce e sul suo corretto
utilizzo nel cantare insieme.
L’apprendimento segue una metodologia
ludica di filastrocche e canoni didattici,
brani corali in lingua italiana e/o straniera,
improntati alla multiculturalità, all’attualità,
alla tradizione, attinti al repertorio della
musica classica, leggera, spiritual, a testi
di G. Rodari musicati, gospel.
E’ previsto un concerto corale a fine
anno.
Coro durante il saggio di fine anno.
Con-Tatto: Educazione all’affettività
Insegnante referente Gigliotti.
Il progetto coinvolge le classi di scuola
primaria: quarte B, C.
E’ previsto l’intervento degli esperti
esterni del Consultorio di Viale Restelli.
Serve a far crescere gli alunni nella
capacità di leggersi dentro per conoscere
se stessi;a rafforzare l’autostima;a far
scoprire le differenze di genere, in modo
adeguato all’età;ad indirizzare gli alunni
verso adulti di fiducia a cui confidare
emozioni; a saper parlare di sentimenti ed
emozioni senza paura ed imbarazzo o
vergogna; ad aumentare la
consapevolezza delle proprie capacità,
centrando l’attenzione sulla relazione, il
rispetto e la responsabilità;a valorizzare
la scuola come un luogo di dialogo tra
diverse generazioni e generi; a consentire
a docenti e genitori di confrontare le
conoscenze e gli stili educativi.
Accompagnare i figli nella crescita fisica e affettiva
non è solo un faticoso impegno, ma anche una
meravigliosa opportunità di misurarsi con i loro
cambiamenti.
Io mi racconto. Tu mi conosci.
11 Marzo 2015 Numero 1
More English
Insegnante referente MottaCristina.
Il progetto coinvolge gli alunni delle classi
quinte, in orario extrascolastico.
Conduce alla certificazione presso la
Cambridge University.
Cambridge Certificate.
Insegnante e alunni all’uscita dall’esame finale.
Scacco Matto
Insegnante referente Di Franco.
Attraverso le strategie di gioco degli
scacchi gli alunni mettono in moto
meccanismi logici coinvolgenti e attivi. Il
progetto si avvale della collaborazione
dell’esperto esterno Gariani che lavora
nella nostra scuola da molti anni in
continuità con la scuola secondaria di
primo grado Tommaseo.
Scacchiera
Educazione motoria
Insegnante referente Cattaneo Nella.
Il progetto coinvolge tutte le classi
dell’istituto. Si avvale di esperti esterni del
C.O.N.I. con la sovvenzione del M.I.U.R..
Per alcune classi sono previste delle
lezioni di rugby, propedeutiche
all’avviamento allo sport.
Io mi racconto. Tu mi conosci.
12 Marzo 2015 Numero 1
I LABORATORI
Mai più
27 Gennaio La giornata della memoria
Insegnante referente Gigliotti.
"E' un gran miracolo che io non abbia rinunciato a
tutte le mie speranze perché esse sembrano
assurde e inattuabili. Le conservo ancora,
nonostante tutto, perché continuo a credere
nell'intima bontà dell'uomo. Mi è impossibile
costruire tutto sulla base della morte, della
miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi
lentamente in un deserto, odo sempre più forte
l'avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure,
partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure
quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà
nuovamente al bene, che anche questa spietata
durezza cesserà, che ritorneranno l'ordine, la
pace e la serenità." (Anna Frank)
Dal 2005, proclamato “ anno europeo
della cittadinanza attraverso l’istruzione”,
le pubblicazioni scientifiche hanno
evidenziato l’importanza del ruolo della
scuola quale organo di comunicazione
selettivo, atto a riaffermare il ruolo
determinante dell’adulto definibile “tutore
di resilienza”. Dunque l’obiettivo è stato
quello di proporre un lavoro che
rappresentasse un punto di partenza per
affrontare un discorso articolato
sull’identità personale e storica dei popoli,
nonché uno slancio verso un pensiero
libero e creativo, che metta in discussione
l’indifferenza dilagante, che rischia di
spalancare le porte ai carnefici di tutte le
generazioni.
Parlare della Shoah, a scuola, significa
insegnare al bambino che la scuola è un
luogo dove gli adulti dicono la verità,
rispettando i tempi di tutti, attraverso
modalità educative adeguate, per
veicolare una crescita sana e
progressiva.
Itinerario di lavoro:
a) Spiegazione della cultura ebraica e
delle ragioni storiche della diaspora: la
forza della religione e il valore della
preghiera.
b) Lettura: per le classi quarte: L’albero
della memoria di Sarfatti; per le classi
quinte: Pagine di Fino a quando la mia
stella brillerà di L. Segre.
c) Proiezioni di immagini e filmati,
supportati da musica.
d) Corpo e movimento: Danza del Bolero
di Ravel.
e) Canto:Shalom Aleichem, Hevenu Shalom
Io mi racconto. Tu mi conosci.
13 Marzo 2015 Numero 1
PRODOTTI DEL
LABORATORIO
Il Treno
A cura dell’ins. Anna Gabrieli e degli alunni della
quarta A.
C’è la ferrovia
Vicino alla mia scuola:
a volte, ascoltando il suono delle rotaie,
sento i miei pensieri correre lontano.
Immagino quel treno
In corsa verso paesi lontani,
misteriosi, meravigliosi!
Ma quel treno no;
non andava all’isola che no c’è.
Lentamente, con ruote stridenti,
li ha portati tutti là
dove un bella scritta sulla porta diceva:
-ARBEIT MACHT FREI-
(IL LAVORO RENDE LIBERI)
Da lì non sono
Più tornati.
Per non dimenticare gli Ebrei
A cura dell’ins. Neri e degli alunni della quarta B.
Lavoro .di gruppo della classe
Lavoro .di gruppo della classe 4a A
Io mi racconto. Tu mi conosci.
14 Marzo 2015 Numero 1
L’albero della memoria
A cura dell’ins Gigliotti e degli alunni della quarta
C (Metodo utilizzato: Philosophy for children, di
Lipmann)
Ricordare significa tornare indietro per
conoscere momenti della storia personale
o di un popolo.
I ricordi piacevoli sono meravigliosi,
mentre quelli brutti, come quello della
shoah, ci aiutano ad apprezzare nel
presente ogni piccola bellezza che la vita
ci offre. Sì, perché … “ La vita è bella!”
Dalla celebrazione della giornata della
memoria abbiamo imparato tanto,
soprattutto ad apprezzare la nostra
libertà. E allora con la nostra maestra
Gessica ci siamo fatti delle domande.
Cos’è la libertà?
Abbiamo pensato subito che la libertà è
fare tutto quello che si vuole. Poi abbiamo
riflettuto e ci siamo accorti che a volte
fare quello che si vuole non significa
essere veramente liberi. I nostri genitori,
la scuola, gli altri ci mettono dei limiti,
che, a pensarci bene, ci aiutano a
crescere e a diventare corretti e
responsabili.
Gli altri dicono sempre le cose giuste?
Tutti possiamo sbagliare. Quelli a cui
teniamo, cioè gli amici o i genitori, sono
importanti, ma non dobbiamo sforzarci di
essere come ci vogliono, per farci
accettare. Rimanere se stessi ed
impegnarsi a conoscere le proprie virtù è
il modo migliore per essere accettati.
Se non siamo come gli altri possiamo
essere esclusi?
Può capitare. Ansia, agitazione, rifiuto ci
rendono meno liberi di vivere bene. Dire
di no può salvarci e ci dà la possibilità di
realizzare i nostri progetti. A volte la
paura si supera solo se la si vive.
Basta credere in qualcosa per
realizzarla?
No. Capita di rinunciare, perché si può
cambiare idea e per essere liberi bisogna
scegliere e a volte possiamo sembrare
deboli, ma non basta la volontà per fare
le cose. Ci vuole il coraggio, distinguendo
tra quello che vogliamo subito e un vero
desiderio che ci può assicurare qualcosa
di bello, che non vediamo in quel
momento.
Bisogna essere grandi per essere
liberi?
La maestra ci ha insegnato che ogni
uomo nasce libero, però dobbiamo
crescere e occorre la protezione dei
grandi. Ma siamo liberi di pensare, di dire
quello che sentiamo, senza offendere gli
altri, solo perché la pensano
diversamente. Potremmo accorgerci che
quelli che credevamo tanto diversi sono
molto simili a noi.
Io mi racconto. Tu mi conosci.
15 Marzo 2015 Numero 1
Allora, a cosa serve ad un bambino la
libertà?
A sentirsi capace di diventare grande.
Come si diventa grandi?
Mettendosi alla prova; studiando, per non
lasciarsi fregare dai furbi. Per esempio:
se tu non conosci i soldi, ti possono
prendere quello che hai. Se uno non sa
leggere, può firmare una cosa che gli va
contro. Può succedere quello che è
successo a Pinocchio, che è stato
ingannato dal Gatto e dalla Volpe.
A cosa pensi sia servito parlare dello
sterminio degli Ebrei? Cosa hai
provato?
Rabbia, dolore, tristezza, rancore, forza,
amore … tanto amore per quei bimbi che,
come noi, hanno sofferto.
Abbiamo capito che la libertà di essere
Italiani o Ebrei, la libertà di avere una
propria religione, la libertà di avere un
nome o una storia dobbiamo tenercele
care. Ci può essere un balordo che ce le
toglie.
Dobbiamo stare attenti a farci rispettare e
a rispettare tutti, perché siamo tutti
diversi, ma tutti abbiamo la stessa
LIBERTA’.
Disegno collettivo della classe
Io mi racconto. Tu mi conosci.
16 Marzo 2015 Numero 1
Le parole per non dimenticare
A cura dell’ins De Petra e degli alunni della classe
4 D.
Martedì 27 gennaio 2015 abbiamo
partecipato a un laboratorio intitolato
“MAI PIÙ" tenuto dall' insegnante Gessica
Gigliotti.
Siamo partiti dal terzo piano dove
abbiamo visto la mostra della storia della
nostra scuola; la maestra Gessica ci ha
spiegato che la nostra scuola è stata
occupata prima dai soldati tedeschi, poi è
stata rifugio per i profughi dell'Istria, così
abbiamo capito meglio di quale periodo
storico stavamo parlando; poi ci siamo
spostati in aula video dove abbiamo visto
delle immagini che rappresentavano i
campi di concentramento di Auschwitz,
ma anche immagini della bellezza della
vita (fiori, insetti, animali di vario tipo,
esseri umani nelle varie fasi della vita,
paesaggi, tramonti...).
Queste immagini sono state curate dalla
giornalista Elena Canavese.
Più tardi ci siamo spostati in palestra
dove abbiamo incontrato il Dirigente
Scolastico che ci ha parlato del giorno
della memoria non come una festa, ma
come un periodo storico da ricordare
proprio perché non avvenga MAI PIU'.
Qui abbiamo tenuto il tempo battendo i
piedi in una coreografia al suono del
Bolero di Maurice Ravel e poi abbiamo
cantato in ebraico due canzoni che
parlano di pace.
Molti di noi si sono emozionati, hanno
provato RABBIA, DISPIACERE,
DOLORE, ODIO... verso chi ha
provocato tutte queste sofferenze, ma
anche sentimenti di LIBERTA',
SPERANZA, PACE verso gli Ebrei e
verso il futuro.
Tornati in classe, ne abbiamo parlato
ancora e poi la nostra insegnante ci ha
proposto di disegnare le "PAROLE PER
NON DIMENTICARE"; con quelle
abbiamo preparato il nostro cartellone.
Cartellone collettivo della classe
Io mi racconto. Tu mi conosci.
17 Marzo 2015 Numero 1
Dal film “La vita è Bella” di Benigni
A cura dell’ins Motta Enrico e degli alunni della
classe 5 A.
Comprensione del film "La vita è bella" di
e con R. Benigni.
Il film è ambientato in Toscana al tempo
della 2° Guerra Mondiale,durante la
persecuzione Ebraica.
Il protagonista lavora in un ristorante
come cameriere.
Un giorno succede che il figlio e il padre
vennero presi dai Tedeschi, perché erano
Ebrei.
Furono deportati in un campo di
concentramento.
Il padre nei confronti del figlio si comporta
bene,nel senso che fece tutto per far
credere il figlio che tutte le cose che
succedevano erano solo un gioco.
A quella famiglia successe che quando il
figlio, il padre e la madre furono portati
nel campo di concentramento, i Tedeschi
separarono le donne dagli uomini.
Successivamente il padre e la madre
divennero schiavi mentre il figlio si
nascose, perché aveva saputo che i
bambini venivano uccisi.
Subito dopo il padre disse al figlio di
nascondersi in un piccolo armadio.
Quindi il padre venne ucciso e alla fine il
figlio e la madre si ritrovarono e si
salvarono.
lo giudico il padre come un buon
padre,perché ha sacrificato la vita per
salvare il figlio.
Disegni individuali della classe
Io mi racconto. Tu mi conosci.
18 Marzo 2015 Numero 1
“27 gennaio 2015”
A cura delle insegnanti Casanova, Gelmi e degli
alunni della classe 5 C.
Il 27 gennaio è la “Giornata della
memoria” e si ricorda la liberazione degli
Ebrei dai campi di concentramento.
Con la maestra Gessica siamo andati in
aula-video, dove ci ha raccontato la storia
della Shoa., che vuol dire “distruzione”.
Quando ci fu la diaspora del popolo
ebreo, gli Ebrei finirono in tutte le parti del
mondo: Italia, Francia, Svizzera,
Germania…
In Germania Hitler imprigionò tutti gli
Ebrei nei campi di concentramento, dove
erano costretti a lavorare duramente.
Poi la maestra Gessica ci ha parlato della
scrittrice L. Segre che in uno dei suoi libri
racconta la sua storia nei campi di
concentramento, perché lei era ebrea.
La scrittrice era piccola e viveva con suo
padre, quando sono finiti in mano ai
nazisti.
Arrivati nei campi di concentramento
divisero gli uomini dalle donne; il papà, a
quel punto , affidò Liliana ad una signora
che conosceva.
I nazisti decisero di uccidere le donne e di
salvarne solo trentuno, Liliana,
fortunatamente, era una di quelle.
Di sera Liliana parlava con una stella su
nel cielo perché non aveva amici.
Nei campi di concentramento era molto
difficile sopravvivere. Nel frattempo suo
papà era morto.
Quando finalmente li liberarono, Liliana
tornò dalla sua famiglia.
Infine la maestra Gessica ci ha fatto
vedere dei video e delle foto relative alla
storia di Liliana.
Tutto ciò che ho sentito e visto mi ha
rattristato: non voglio che succeda mai
più niente del genere nel mondo.
Disegni per gruppi di lavoro della classe
Io mi racconto. Tu mi conosci.
19 Marzo 2015 Numero 1
LE PAROLE CHE
RESTANO
A cura dell’ insegnante Gigliotti
Ho urlato perché sapevo.
Sapevo dei soldati della mattina dopo e
sapevo del treno.
Sapevo che su quel treno io avrei trovato
il termine dei miei cinque giorni di vita nel
vostro mondo.
Di voi non riuscivo a percepire niente …
l’onda non arrivava a farmi capire di più.
Ma eravate così giovani e forti!
Pensavo che ce l’avreste fatta e forse,
chissà, forse sarà andata davvero così.
Io ho urlato per voi.
Volevo solo che non vi dimenticaste di
me.
Tutto qui.
Scusatemi se vi ho così tanto disturbato.
Non mi era venuto in mente null’altro da
regalarvi avevo solo il mio grido.
Aprile
"Prova anche tu,
una volta che ti senti solo
o infelice o triste,
a guardare fuori dalla soffitta
quando il tempo è così bello.
Non le case o i tetti, ma il cielo.
Finché potrai guardare
il cielo senza timori,
sarai sicuro
di essere puro dentro
e tornerai
ad essere Felice."
(Anna Frank)
Io mi racconto. Tu mi conosci.
20 Marzo 2015 Numero 1
I bambini imparano quello che vivono
Se i bambini vivono con le critiche,
imparano a condannare.
Se i bambini vivono con l’ostilità,
imparano a combattere.
Se i bambini vivono con la paura,
imparano ad essere apprensivi.
Se i bambini vivono con la pietà,
imparano a commiserarsi.
Se i bambini vivono con il ridicolo,
imparano ad essere timidi.
Se i bambini vivono con la gelosia,
imparano cosa sia l’invidia.
Se i bambini vivono con la vergogna,
imparano a sentirsi colpevoli.
Se i bambini vivono con la tolleranza,
imparano ad essere pazienti.
Se i bambini vivono con
l’incoraggiamento,
imparano ad essere sicuri di se.
Se i bambini vivono con la lode,
imparano ad apprezzare.
Se i bambini vivono con l’approvazione,
imparano a piacersi.
Se i bambini vivono con l’accettazione,
imparano a trovare amore nel mondo.
Se i bambini vivono con il riconoscimento,
imparano ad avere un obiettivo.
Se i bambini vivono con la
partecipazione,
imparano ad essere generosi.
Se i bambini vivono con l’onestà e la
lealtà,
imparano cosa sia verità e giustizia.
Se i bambini vivono con la sicurezza,
imparano ad avere fede in se stessi
e in coloro che li circondano.
Se i bambini vivono con l’amichevolezza,
imparano che il mondo è un posto
bello in cui vivere.
Se i bambini vivono con la serenità,
imparano ad avere tranquillità di spirito.
Con cosa vivono i vostri figli?
(Dorothy L. Nolte)
Io mi racconto. Tu mi conosci.
21 Marzo 2015 Numero 1
Il Seme sotto la neve.
Quale avvenimento emozionante fu per
me un mattino la scoperta, in quella zolla
di terra, d'un chicco di grano in germoglio.
In principio temei che il seme fosse già
morto; ma dopo aver spostato, per mezzo
d'una festuca di paglia, con lentissime
precauzioni, il terriccio che l'attorniava,
scoprii una linguetta bianca che da esso
usciva, una linguetta viva, tenerissima,
della forma e grandezza d'un minuscolo
filo d'erba. Ah, tutto il mio essere, tutta la
mia anima si raccolse d'un tratto attorno a
quel piccolo seme. Quanto mi disperai
allora di non sapere esattamente che
cosa convenisse fare per aiutarlo meglio
a vivere. E anche adesso non so, e mi
dispera, se quello che feci, fosse bene.
Per ripararlo dal gelo e sostituire la
mancata protezione del sasso da me
allontanato, vi aggiunsi sopra una manata
di terra; ogni mattina facevo sciogliere su
di esso un po' di neve allo scopo di
fornirgli l'umidità necessaria; e affinché
non gli mancasse il calore, spesso vi
alitavo sopra.
Quella zolla di terra, con quel piccolo
debole tesoro nascosto, minacciato da
tanti pericoli, eppure vivente, finì per
rappresentare ai miei occhi il mistero
della vita."
(dal cap. XII del libro “il seme sotto la
neve” di I.Silone)