ISTITUTO COMPRENSIVO DI SAVIGNANO S/R · conoscenze e credenze. • Bruner stesso, riconosce alla...

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ISTITUTO COMPRENSIVO DI SAVIGNANO S/R

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ISTITUTO COMPRENSIVO DI

SAVIGNANO S/R

Componenti:

• Farnedi Fosca Montanari Laura

• Massari Anna Tognacci Maria Grazia

• Boghi Albertina Vernocchi M.Teresa

• Brighi Maria Rosa Colombo Anna

• Di Egidio Diana Urbini Lia

• Grindatto Antonella Fabbri Paola

• Gualtieri Maria Luisa Referente: Nanni Nadia

• Landi Mavi

Dai nostri documenti :

• “ Dove c’è un bambino c’è un racconto che lo

parla; raccontando o ascoltando racconti, il

bambino può dire ciò che altrimenti è indicibile…

Il racconto crea mondi possibili e l’altrove…”

• ( pag.102 “Divenire il proprio essere possibile”

CLUEB)

LA CASA DELL’ESSERCILo scorso anno il nostro gruppo di Istituto si è

occupato di studiare l’origine di alcune fra le piùantiche e diffuse lingue del mondo al fine di comparare , trovare analogie ed etimologie di alcune parole ( scuola, conoscere, maestro,pace, bambino, parola, grazie). Abbiamo anche ricercato , ove possibile, anche alcuni brani, storie e racconti in versione originale.Le lingue studiate sono state: sanscrito, latino, greco, albanese, tedesco, spagnolo,arabo, francese, ucraino, thai, cinese e dialetto romagnolo.

• Questo è stato importante per conoscere

lingue di paesi lontani da noi, ma dai quali

provengono alunni delle nostre scuole. La

lingua viaggia nel tempo e nello spazio; è

“fossile” e “progetto”: il passato vive ogni

giorno nel nostro presente, celato fra le

pieghe delle parole.

Contemporaneamente abbiamo seguito anche

un percorso di formazione-aggiornamento con

la professoressa Bonora che ci ha guidato in

quanto di più arcaico troviamo nella

letteratura : la poesia della enumerazione, la

similitudine e la metafora.

Dalle parole …al racconto

• La narrazione è qualcosa di intrinseco nella

natura umana; i primi uomini sentirono

l’esigenza di comunicare fra loro, di narrare, di

“passare” ad altri , storie della vita

quotidiana.

• Viviamo immersi quotidianamente in una

realtà “piena” di stimoli sonori ,di rumori,di

immagini, in un incalzare pulsante e continuo.

Non è più scontato che i nostri ragazzi

sappiano ascoltare, prestare orecchio ad una

voce ( e non ad una immagine!) che racconta

, che li affascina con il tessere una vicenda

fatta di parole , di pause e di silenzi.

Se è vero che l’ontogenesi ripete la filogenesi ,

anche l’uomo moderno avverte questa

necessità, semplicemente….ne ha mutato le

modalità.

• Per riattualizzare il valore dell’ascolto e della narrazione occorre dunque capire profondamente le esigenze dei ragazzi di “oggi” per poter essere incisivi nel nostro lavoro educativo.

• Narrare infatti è qualcosa che aiuta a crescere, a prendere consapevolezza della propria storia, a costruire il proprio sé.

• E’ poi nell’ascolto reciproco che si relaziona, che si cresce nel confronto e nella ricchezza dell’esperienza dell’altro, che si condivide con altri , ciò di cui fa parte il nostro mondo interiore. Raccontarsi è “dire di sé”, ètrovare parole a qualcosa che a volte ci sfugge, èmettere ordine nei nostri pensieri, è trovare il bandolo della matassa dei nostri sentimenti, è….qualcosa di ineffabile ed indefinibile.

• Uno studioso della resilienza quale Boris

Cyrulnik, afferma che:

• “l’effetto farfalla della parola contribuisce a

formare l’identità narrativa per costringere

al racconto” .

• Egli infatti sostiene che la parola sta al corpo,

come la farfalla al bruco.

• Entrambi vivono in mondi diversi: la parola

vibra nell’aria mentre il bruco striscia sulle

foglie.

• La farfalla non potrebbe esistere se non fosse

stata prima bruco: la metamorfosi è lo

straordinario processo della natura che ne

permetterà la realizzazione. Analogamente i

bambini prima di imparare a parlare vivono

in una dimensione pre-verbale dove ,

nell’arco di circa venti mesi, si preparano

“alla metamorfosi” della parola.

• “I bambini capiscono il significato delle parole

prima di saperle usare. Non appena imparano

a servirsene, anche l’uso del corpo ne risulta

trasformato e la sensazione suscitata dalle

parole è diversa.

• Quando non troviamo parole, la soluzione

viene ricercata usando mezzi arcaici…

“L’impossibilità di parlare non impedisce

l’empatia … non è l’uso del segno verbale o

gestuale che permette di abitare il mondo di un

altro, bensì l’abitudine neurologica a percepire il

tempo di un altro, a percepire il tempo e a

rappresentarlo sotto forma di racconti verbali o

figurati.La semplice attitudine a parlare agisce sul

modo in cui sentiamo il nostro corpo: la perdita

della parola, modifica la rappresentazione del

mondo. “

( B.CYrulnik “IL DOLORE MERAVIGLIOSO “

Frassinelli ed.).

La narrazione è dunque una delle esperienze

più frequenti della nostra esistenza e ha un

ruolo rilevante nell’espressione

dell’immaginazione, dei vissuti emotivi e

nella sistematizzazione delle proprie

conoscenze e credenze.

• Bruner stesso, riconosce alla narrazione un

ruolo e un’importanza fondamentali, sia a

livello individuale che culturale.

• Egli ipotizza l’esistenza di un pensiero

narrativo, di una “sorta di attitudine o

predisposizione a organizzare l’esperienza in

forma narrativa” .

A suo avviso, ” il pensiero narrativo”rappresenterebbe una capacità psicologica propriamente umana, una modalità universale per organizzare l’esperienza e costruire significati condivisi , basato sui bisogni dell’essere umano di dare forma e senso alla realtà e al proprio agire, di comunicare agli altri i significati colti nell’esperienza, di mettere in relazione passato, presente e futuro e sulla nostra irriducibile tendenza a rappresentarci gli individui come soggettività dotate di scopi, progetti, emozioni, intenzionalità, valori.

I processi di comprensione e produzione di testi

(narrativi e non) vedono coinvolte numerose

abilità e funzioni: il linguaggio, la memoria, la

capacità di fruire di informazioni, gli schemi di

conoscenza, l’idea di tempo della narrazione,

la metacognizione…

L’esistente:Dal modo di essere “parola che costruisce” deriva

la nostra attenzione verso questo aspetto cosìimportante del nostro essere umani.

Lo studio di alcune lingue ci ha permesso una comparazione, un approfondimento di culture “altre” da cui è emersa la costante dell’importanza della narrazione.

Le neuroscienze ci hanno offerto una chiave di lettura, una consapevolezza nuova, per comprendere, come dal punto di vista biologico-neuronale, la parola sia qualcosa di fisico ( Siegelparla di “mente relazionale”).

PROPOSTE per l’a.s.2010-2011

1.Si ipotizza un percorso di formazione-ricerca con il prof.Nembrini.

2.In collaborazione con la prof.ssa Bonora si potrebbero progettare percorsi didattici.

3.All’interno dei progetti regionali “EMERGENZA EMMA e EMERGENZA ELLE” si potrebbero creare momenti condivisi di ricerca-azione sugli aspetti legati alla comprensione del testo e sui processi sottesi quali:

• individuare informazioni date nel testo,

• Formulare semplici inferenze,

• Elaborare una comprensione globale del testo,

• Sviluppare un’interpretazione, integrando informazioni e concetti presentati in diverse parti del testo ( argomentare),

• Valutare il contenuto del testo, la lingua e gli elementi testuali.

• individuare informazioni date nel testo,

• Formulare semplici inferenze,

• Elaborare una comprensione globale del testo,

• Sviluppare un’interpretazione, integrando informazioni e concetti presentati in diverse parti del testo ( argomentare),

• Valutare il contenuto del testo, la lingua e gli elementi testuali.

Per concludere…

Se poniamo al centro del nostro operare la

relazione, intesa come relazione empatica,

prima di tutto c’è l’attenzione alla persona, al

suo essere, al vedere le sue possibilità e limiti.

Da qui si parte per l’approfondimento

disciplinare e culturale. Le due cose non sono

scisse, così come noi siamo fatti “di carne e

d’anima

“I LIMITI DEL MIO LINGUAGGIO SONO I LIMITI

DEL MIO MONDO”( L. Wittgenstein)

Il narrare oggi…

risultanze del lavoro del gruppo di

ricerca a.s.2009-2010

• 1. Il bisogno di narrare

• 2. Una nuova modalità: una “narrazione

compendiata.”

• 3. “ Ascoltare stanca”

• 4. “Il tempo perduto”

QUESTIONARIO

PLESSO

CLASSE

ORE 1 ORE 2 ORE 3 DI PIU' MAI

COMPUTER

TV

VIDEOGIOCHI

PERIODO NR.

MATTINO

POMERIGGIO

SERA

OPZIONI NR.

DA SOLO

CON I GENITORI

CON I FRATELLI

CON ADULTI (NONNI, BABY SITTER)

SOLITAMENTE:

OGNI GIORNO STAI :

GUARDI LA TV O GIOCHI AL COMPUTER/VIDEOGIOCHI:

"IL NARRARE …OGGI"TABELLA RIEPILOGATIVA RILEVAZIONE DATI

Alcuni punti su cui riflettere…

• La condizione solitaria nella fruizione delle vecchie e

nuove tecnologie mediatiche.

• La necessità di una mediazione da parte delle figure

genitoriali o comunque adulte.

• L’assoluta mancanza di qualcuno che raccolga e

condivida “ l’universo emozionale”scatenato.