Connessioni n°23 | aprile/maggio 2010
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Tecnologia e tendenze nel mondo del Building & Home Automation
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Dal live alle installazioniOpportunità per gli operatori dello show business
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riconosciuto dal: Club “I Borghi più Belli d’Italia”
dell’ANCI, “Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano, “Targa
Blu” ed è appartenente a “Il Paesaggio dell’Eccellenza”
Sala Consiliare di Montelupone
Teatro Nicola degli Angeli di Montelupone
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Montelupone,
“Borgo Ideale”,
ha inteso rendere
grande il suono sia in
ambienti chiusi che tra
le vie del paese.
Un suono che supera
il concetto di diffusione
sonora geometrica,
ma offre un effetto
olografico
e tridimensionale
attraverso diffusori
che non deturpano
l’architettura
medioevale dei palazzi.
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Giorgio Ungania
Direttore editoriale
tempo che stiamo lavorando a uno speciale che sta trovando concretizzazione in
queste settimane, e che verrà pubblicato sul prossimo numero di Connessioni. Il
tema è quello del mercato del video, sul quale vorremmo fare il punto in compagnia
dei maggiori marchi presenti sul territorio italiano che si confrontano con l’esigente
ambito professionale. Un ambito che ha bisogno certo di prodotti di grande qualità,
ma soprattutto di strategie, di assistenza tecnica sul venduto, di sostegno ai propri
rappresentanti di zona, sia in termini di strumenti di marketing e comunicazione che
di formazione tecnica. In modo che il prodotto divenga una soluzione, uno strumento,
e non solo una macchina.
Lo speciale che stiamo preparando intende mettere a fuoco anche le tendenze del
mercato, tra le quali il 3D sembra al momento quella emergente. Ci occuperemo
quindi delle soluzioni per il mercato pro, per esempio per la progettazione e il settore
medicale, ma non trascureremo le applicazioni consumer e per l’entertainment, che
si spera avranno un buon riscontro tra gli utenti e non saranno solo un fenomeno
passeggero. Contenuti permettendo.
Proseguiremo con gli approfondimenti tecnologici, dai principi ottici della
stereoscopia, ai meccanismi di resa del 3D, dalle soluzioni per la videoproiezione e
per i display, a una ricognizione sull’offerta di apparecchiature sul mercato. Parleremo
inoltre della fi liera dei prodotti per il 3D, dagli schermi di proiezione, agli occhialini
per la visione stereoscopica. Non mancheranno infi ne i resoconti di realizzazioni e
installazioni video particolarmente signifi cative.
La comunicazione visiva fa ormai parte del nostro quotidiano, ed è la modalità
più immediata per il passaggio di informazioni, suggestioni, messaggi. Chi opera
nel video lo sa bene, e conoscere e riconoscere le soluzioni più interessanti, e le
dinamiche di mercato che vi stanno dietro, può essere la carta vincente.
A presto
È da
qua
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Tecnologia e tendenze nel mondo del Building & Home Automation
Anno 5
Numero 23
aprile/maggio
2010
>4Scenari
Passaggio per osmosi Dal live alle installazioni
(e viceversa?)
>12Soluzioni
Il nuovo modus di Bergamo TV
Gestione in digitale
>20Soluzioni
Conferenza e Cobranet
Le sale dello Starhotels Rosa
a Milano
>32Soluzioni
Le Olimpiadi (invernali) del video
Tutta Vancouver in HD
>1 Editoriale
>62 Appuntamenti
Dal Mondo
>64 Axys day
>65 Riorganizzazione Roland
>66 Convegno FBT-Securiton per evacuazione sonora
>68 News dal mondo
>70 News
>80inserzionisti/az. citate
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som
mar
io
>36Vox Technologica
HIgh-Defi nition Multimedia Interface
The never ending story?
>48Approfondimenti
InFocusIN5500
>52Approfondimenti
OmniabitIAX
>56Approfondimenti
SpatzProswitch-8
>42Vox Technologica
L’orario di uffi cio, il traffi co e l’automobile
Ovvero variabili e ritardi nella
trasmissione audio e video
>58Pillole
Laser cinema
>60Pillole
Wi-Max
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4 aprile / maggio ‘10 • n. 23
scenari
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Passaggio per osmosiDal live alle installazioni (e viceversa?)Passaggio per osmosiDal live alle installazioni (e viceversa?)
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5
scenari
Il tema di questo articolo sta nei pensieri della Redazione fi n dai tempi della partecipazione all’ultimo SIB del 2008. In fi era siamo stati avvicinati da molti operatori del live che ci chiedevano informazioni sul mercato delle installazioni, dove vigono logiche diverse: l’intenzione era orientarsi in una realtà nuova, nella quale mettere a frutto le competenze tecniche acquisite negli ambiti dell’audio, del video e dell’illuminazione. Come inquadrare il mondo delle installazioni, come muoversi al loro interno, quali possibilità di sviluppo ci possono essere? Soprattutto, come entrarci?
Chiara Benedettini
Da tempo abbiamo notato un’osmosi dal mondo del live a quello delle installazioni: le tecnologie utilizzate
hanno una base comune, (benché nell’integrazione di sistemi vadano completate con approfondimenti
su networking e automazione) e il live non gode di particolare salute negli ultimi anni. Per gli operatori dello
spettacolo, da qui al pensare di continuare a fare i tour in estate, magari curando progetti installativi in inverno,
quando gli impegni nello spettacolo sono fi siologicamente minori, il passo è breve.
Ma per cercare di fare il punto sulla questione, coprendo tutta la fi liera, ci siamo rivolti a chi questa realtà la vive
nel quotidiano: interlocutori con punti di vista differenti, dal distributore di prodotti e tecnologie, al service, al
free lance. Ringraziamo quindi per la disponibilità Edoardo Ravelli, Product Manager Audio SBU Professionale
di Exhibo, Marco Salviati del service audio e luci Volume (ora parte del Gruppo Mediacontech), Paolo Brugna
titolare di Pibiesse System Integration Technology, e i free lance Davide “Magic” Martire e Francesco
Penolazzi.
Un passaggio in atto
Tutti ci hanno confermato che “l’osmosi” che avevamo osservato è in atto, e per di più in crescita, specialmente
in Italia: la generale sofferenza del settore live, dove la crisi mondiale si è fatta sentire in particolar modo per le
produzioni medie e piccole, è ben presente; da noi il fenomeno è stato poi aggravato dal taglio dei fi nanziamenti
al Fondo Unico per lo Spettacolo, responsabile della vita di molte realtà spettacolari, dai festival estivi alle
stagioni teatrali. A questo si aggiungono le dinamiche del mercato italiano, dove il settore delle installazioni è
relativamente giovane, se comparato a quelli di USA, e per l’Europa, della Gran Bretagna, e dove i confi ni tra le
attività sono meglio defi niti. Insomma, il passo è breve, e incentivato un po’ dalla nostra stessa realtà, un po’ dal
necessità, un po’ dall’appetibilità dello sviluppo esponenziale del mercato delle installazioni.
Ulteriore segnale, ormai tutti i grandi marchi hanno introdotto accanto alle linee professionali per l’entertainment
serie specifi che per le installazioni. Una tendenza che i distributori italiani hanno nel tempo assecondato,
accogliendo nei proprio cataloghi anche queste ultime, come ci ha raccontato Ravelli: “Exhibo ha sempre
distribuito marchi legati al live, ma il 2006 è stato un momento clou per le installazioni: abbiamo acquisito EAW
Commercial, poi Tascam e consolidato Ecler e in generale vediamo un sempre maggior impegno in questo
settore da parte dei costruttori. Abbiamo così cercato di adattare la nostra struttura interna inserendo fi gure
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professionali che possano supportare i tecnici nella progettazione,
affi ancandoli nel momento del bisogno. Vediamo anche che il live
soffre, e ormai il 60% dei service con i quali siamo in contatto si
dedica a questo settore. Intendo con questo termine l’area dei grandi
eventi, del congressuale, ma anche dei progetti per sale conferenze,
teatri e locali, e in generale dell’integrazione audio video. I service
sempre più stanno “annusando” che c’è un settore in crescita, che
val la pena di seguire.”
Infatti, partendo dal live, il passaggio ovvio è verso questo ambito,
molto vicino alla pratica degli allestimenti spettacolari. Un percorso
che ha fatto anche Volume, Salviati: “Partito dal live, ormai da
alcuni anni Volume sta vivendo un’evoluzione nata dal congressuale:
trovavamo sale non adatte agli usi previsti e che i gestori ci hanno
chiesto di adeguare. Un meccanismo simile si è creato nella moda:
seguiamo molte sfi late sulla piazza milanese e, una volta conquistata
la fi ducia dello stilista, è capitato che ci venisse proposto di
allestire anche i negozi o i locali legati al suo marchio. Un settore
che ci è apparso subito interessante, in crescita esponenziale, e
ormai abbiamo quotidianamente da gestire lavori di questo tipo.”
Un’evoluzione che coinvolge secondo Salviati altri service: “Ormai
sono poche le realtà che si dedicano solo ai concerti, e in molti hanno
cambiato pelle. Il passaggio è quasi automatico, perché lavorando
nei service sappiamo di wiring, di installazione in palazzi storici, di
progettazione, di sicurezza, di appendimenti…”
Il valore aggiunto
Ma qual è il valore aggiunto che un operatore del live può portare
nelle installazioni? Quali le sue particolarità nel lavoro? Sempre
Salviati: “Chi viene dal live è in grado di aggiungere il senso della
spettacolarizzazione all’installazione, di rendere evento anche la
situazione più classica. Inoltre, siamo abituati a lavorare velocemente,
ad allestire anche luoghi non predisposti, e arrivare a conclusione
in tempi brevi, perché lo show non aspetta. Per esempio abbiamo
curato la show room del concessionario Mercedes di Pero, dove
abbiamo creato uno spazio non solo per le attività aziendali e
promozionali, ma anche per l’entertainment con una grande area
dedicata agli eventi. Il risvolto della medaglia è però che dobbiamo
abituarci a una maggiore precisione nell’installazione, dal passaggio
del cavo alla sistemazione dei supporti”. Anche Ravelli sostiene
che il live possa portare elementi distintivi nelle installazioni: “I fonici
possono fare molto per la qualità dei progetti elettroacustici: abituati
a seguire un artista, sono generalmente esigenti e preparati. Oggi
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Teatri e sale conferenze sono solo alcuni dei luoghi dove le installazioni possono
trovare interessante sviluppo
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scenari
Forum 9000Sistema digitale per conferenze e votazioni
Forum 2000Sistema di traduzione simultanea
Forum 6000Sistema digitale per conferenze e discussioni
Comune di Tortona
Parlamento del Galles
Fondazione Stella Maris (Tirrenia)
PPPPPPrrrrrroooooooooooovvvvvvviiiinnnncia di Verrrccccelllii
CCCCCCCCCCCCCCCCCooooooooooooommmmmmmmmmmmmmuuuuuuuuuuuuunnnnnnnnnnnneeeeeeeeeeeeee ddddddddddddiii CCaaaaataaannzarroooo
Comune di Trapani
Circoscrizioni comunali di Torino
Camera consiliare di Cardiff (UK)
Università di Lecce
CCammmera cccoonnssiiiiliare dii CCCCossttttaannntttinneeeee ((((((Camera consiliare Civic Offi ces di Basingstoke (UK)
ntro per il lavoro e l’impiego di Dongguan, Cina
Comune di TortonaComune di Trapan
SSSSSSSSSSSSSSSaaaaaaaaaaaaalllllllllllaaaaaaaaaaaaaaaaaaa cccccccccccooooooooooooonnnnnnnnffffffeeeeeeeeerrrrrrrreeeeeeeeennnnnnnnzzzzzzzzzaaaaaaaaaaa ddddddeeeeeeellllllll’’’UUUUUUUnnnniiiiivvvvvveeeeerrrrrssssiiiiitttttàààà ddeeelleee SSSSSSccciieeennzzeee EElleettttttrrooonniicchhhheeee eeee TTTeeeccnnoolllooooggggiiiccchhee ddddeeellllllllllaaaaa CCCCCCiina (Zhongshaaaaann Innsssstttttiittuttee))
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RCF Spaintel. +34 91 817 42 66e-mail: [email protected]
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scenari
ci stiamo abituando ad ascoltare gli Mp3, un formato che chiede molti
compromessi, invece c’è bisogno di persone che facciano funzionare
bene l’audio di palazzetti, teatri, sale conferenze… per ricreare una vera
cultura dell’ascolto e benefi ciarne tutti”.
Chi invece ha iniziato nel live e lo ha abbandonato del tutto per arrivare
alle installazioni e alla system integration vera e propria è Paolo Brugna,
intravedendo le potenzialità di questo settore con molto anticipo:
“Io vengo dal live puro, poi nel ’98 mi fu chiesto di realizzare la parte
spettacolo di uno stand Sony, e dopo poco mi sono reso conto che
lo show business non avrebbe potuto continuare a prosperare e che
l’integrazione di sistemi avrebbe potuto essere un’opportunità. Abbiamo
continuato il service fi no al 2003, poi ho ristrutturato completamente
l’attività e oggi ci occupiamo di integrazione di sistemi in ambito
residenziale, building, yatching. Siamo in 13, di cui molti ingegneri
e back offi ce; abbiamo scelto di essere un’azienda… diciamo non
economica, che punta tutto sulla qualità, sulla customizzazione e
sull’assistenza: da un lato cerchiamo di fare installazioni affi dabili,
perché è diffi cile raggiungere i clienti in crociera ai Caraibi, e dall’altro
siamo comunque strutturati per l’assistenza urgente e a tutte le ore”.
Un bel passaggio, che ha comunque comportato l’acquisizione di
nuove competenze, tecniche e gestionali: “Per le apparecchiature e le
tecnologie testiamo tutto in laboratorio, svitando fi no all’ultima vite, e
abbiamo dovuto esplorare nuovi mercati, per esempio il digital signage
che abbiamo approcciato già sette anni fa. Marketing vero e proprio
ne facciamo poco, ma nel tempo abbiamo imparato a presentarci al
cliente e soprattutto a relazionarci con gli architetti: bisogna stare al
loro fi anco, per la soddisfazione del cliente e, se quest’ultimo viene
accontentato, anche l’architetto continuerà a chiamarci. Un meccanismo
fondamentale nel residenziale di prestigio: sono pochi gli architetti del
giro e l’importante è preservare il rapporto con loro”.
Posizionarsi sul mercato
Il passaparola e la rete delle conoscenze sembrano essere lo strumento
di marketing preferito e più effi cace per i professionisti. Francesco
Penolazzi: “Gli ingaggi mi vengono per lo più da ex-colleghi, o
architetti che ho conosciuto sul campo. Aprirsi uno studio? Non
è ancora il momento, ma è il mio obiettivo futuro, per poi potermi
dedicare interamente a questo settore dove c’è ancora spazio per la
creatività”. Stessa cosa ci dice Davide Martire: “Vivo del passaparola
e delle conoscenze trasversali. Ho iniziato per caso facendo le luci
per una trasmissione televisiva, poi per un hotel, e da lì è partito tutto.
L’importante è crearsi una posizione e una professionalità. Fondamentale
Luoghi di culto, aeroporti e stazioni possono essere altrettanti
ambiti di crescita per le installazioni
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è l’affi dabilità e l’infondere fi ducia sia nel cliente che nell’architetto con il quale
si condivide il lavoro: non essendovi in Italia un riconoscimento istituzionale
della professione che svolgo, e neanche una sua categorizzazione, lo stabilire
e mantenere i contatti lavorativi è una questione di conoscenze e di fi ducia. Mi
sono così studiato le normative, approfondito e sperimentato apparecchi e nuove
tecnologie, e fatto esperienza. Non a caso i primi lavori mi sono stati affi dati da
persone che mi hanno conosciuto sul lavoro.”
Sembra quindi che la mancanza di un riconoscimento della professione renda più
diffi cile, o almeno meno programmabile, il contatto con la possibile committenza;
diventa così necessario far riconoscere la propria capacità sul campo.
E i margini?
Ma per chi ancora lavora nel live, quanto del loro lavoro è in un settore o nell’altro,
e quali sono i margini realizzabili? Penolazzi: “Attualmente mi dedico per circa il 40% alle installazioni: locali,
sale conferenza, teatri e luoghi pubblici, ma è una percentuale in crescita netta”. Percentuale ancora più alta per
Davide Martire: “Circa il 60% del mio lavoro è per le installazioni. In generale si realizza di più in questo ambito,
ma richiede maggior studio e applicazione, sopralluoghi e riunioni, per cui specialmente all’inizio bisogna fare
uno sforzo di aggiornamento notevole, poi ripagato nel tempo.” Ancora Penolazzi: “I margini più interessanti
ci sono per i progetti “su misura”, con necessità particolari, e soprattutto dove il contatto con il committente è
diretto e basato sulla fi ducia”.
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scenari
Sì, perché sembra che l’accesso ai lavori tramite gara d’appalto sia
una modalità piuttosto complicata, e che lascia margini in alcuni casi
insuffi cienti, Brugna: “Le norme e le modalità delle gare ce le siamo
studiate a fondo, ma di solito non partecipiamo perché sono spesso
gestite a ribasso e con margini esigui, con vincoli strettissimi sulla
scelta del materiale; senza contare il rischio di trovarsi poi di fronte a
progetti mal strutturati e che bisogna rifare se si vuole portare a termine
il lavoro, con un’ulteriore perdita di tempo e di denaro. Facendo un
bilancio tra costi e benefi ci, preferiamo puntare sul contatto diretto”.
Un atteggiamento condiviso da Volume, Salviati: “Spesso non
concorriamo perché i margini non ci sono: il cachet deve infatti coprire
anche le riunioni, il lavoro di uffi cio, lo studio delle norme ecc. e non solo
l’installazione e la fornitura…preferiamo lavorare direttamente con i clienti”.
Naturalmente alcune aree di mercato sono accessibili solo tramite
gara, come le opere pubbliche o quelle legate a grandi istituzioni,
e conosciamo altrettanti progettisti che, interessati a quel settore,
partecipano, e vincono, le gare di appalto. Ma c’è anche chi preferisce
far diversamente, legandosi ad altre modalità.
Tutto rose e fi ori, dunque? Non proprio: se è pur vero che il mondo delle
installazioni può rappresentare un’opportunità per chi opera nel live,
questo passaggio va comunque fatto con metodo e discernimento,
come ci ha spiegato chi vi opera e ben lo conosce. Martire: “Il settore
show business sta vivendo un momento di spaesamento, e capita
che i service, pur di prendere un lavoro e non tener fermo il materiale,
scelgano di svolgerlo a margine zero. Una politica impraticabile nel
mondo delle installazioni, che rischia di stravolgere un mercato che
ancora offre dei margini, seppur a prezzo di una corretta preparazione
(che comunque ha un costo). Sarebbe un grave errore che andremmo
a pagare tutti, non solo in termini economici ma anche di discredito
della professione”. Dello stesso parere anche Ravelli: “È vero, la
“deregulation” dei prezzi ha creato una infl azione nei costi dei servizi...
Certo, se ci sono magazzini pieni di materiale e pochi ingaggi, viene
automatico abbassare i prezzi pur di lavorare, e noi stessi come
distributore potremmo essere vittime del meccanismo. Tuttavia, se
vogliamo continuare a preservare il mercato, l’unico modo è quello
di riconoscere il giusto prezzo alla
professionalità degli operatori e il
giusto valore ai prodotti di qualità”
Insomma, il solito assunto che la
qualità paga, rappresenta anche in
questo caso la via maestra.
www.exhibo.it
www.volume.it
www.pibiesse.it
www.penolazzifrancesco.
com
Paolo Brugna
Titolare di Pibiesse System Integration Technology
Brugna ha iniziato nel live, seguendo per 17 anni i tour di
importanti artisti quali Elio e le Storie Tese, la Oxa, Irene
Grandi ecc. Dopo le prime installazioni fatte già dal ’98,
nel 2003 ha abbandonato il ive per la system integration
pura; oggi con la sua azienda si occupa di home e building
auomation, integrazione negli yatch, sicurezza, trasmissioni
satellitari.
Davide “Magic” Martire
Lighting designer e consulente illuminotecnico
Il soprannome dice già molto di lui e della sua creatività
nell’illuminazione. Ha iniziato dal live nel 1982 ed è lo storico
lighting designer di Paolo Conte e di molti altri artisti, ma
oggi soprattutto è progettista di installazioni luminose nel
residenziale e architetturale in genere, con una passione per
l’uso del LED.
Francesco Penolazzi
Audio designer e consulente audio
Ha iniziato come tecnico dello spettacolo, oggi lavora
principalmente come fonico di alcune trasmissioni televisive,
nei live tour e come progettista. Ha fatto la prima installazione
audio nell’88, e a questa prima ne sono seguite molte altre,
fi no alla più recente: la “scala sonora” della metropolitana di
Milano, una specie di pianoforte che i passeggeri “suonano” al
loro passaggio salendo le scale dell’uscita di Piazza Duomo.
Edoardo Ravelli
Product Manager Audio SBU Professionale di Exhibo
Exhibo ha festeggiato l’anno scorso i suoi 50 anni, e
distribuisce da sempre marchi del settore professionale
come Sennheiser, EAW, Neuman, Tascam, Ecler, K-array e
altri consumer. Dal 2006 ha iniziato un impegno specifi co nel
mondo delle installazioni, dove ricopre un ruolo leader nel
mercato italiano.
Marco Salviati
Volume
Volume è un service consolidato dell’area milanese che oggi
si dedica spesso e volentieri alle installazioni in locali, sale
conferenza, luoghi pubblici. L’anno scorso è entrata a far parte
del Gruppo Mediacontech, ad oggi il principale operatore
italiano indpendente nei servizi per la produzione e gestione di
contenuti per digital media.
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soluzioni
Il nuovo modus di BergamoTvIl passaggio alla gestione e trasmissione dei segnali in digitaleFino ad oggi nei nostri articoli ci siamo occupati di progetti già conclusi, cercando di descrivere il risultato fi nale e i vari passaggi che hanno portato alla realizzazione. Questa volta cercheremo di fare un percorso parzialmente diverso, ovvero mettere a fuoco, tappa per tappa, l’iter progettuale, i rapporti con la committenza e il lavoro di cantiere che porteranno al completamento di una nuova installazione. Un percorso che è ancora in via di realizzazione, perché mentre scriviamo queste righe i nuovi impianti di BergamoTV sono sottoposti a un ferreo processo di test, dopo il recentissimo completamento
Chiara Benedettini
L’occasione per questo articolo “di percorso” ci è stato fornito dall’aggiornamento tecnologico delle
sale regia e delle modalità di gestione e di trasmissione dei segnali di BergamoTV, emittente del gruppo
S.E.S.A.A.B., e dalla disponibilità di Tiziano Testoni, protagonista, tramite la sua Audio Video Service orientata
prevalentemente al mercato professionale, della progettazione e realizzazione dell’installazione.
Bergamo TV opera in ambito radiotelevisivo e produce programmi in proprio avvalendosi di uno studio di medie
dimensioni, uno grande per trasmissioni più popolari dove è prevista anche la presenza di pubblico e uno studio
per il Tg, già portato al digitale nel 2009; come ulteriore contributo è stata realizzata una sorta di “fi nestra”
sulla Redazione giornalistica con una telecamera e un microfono, per consentire
interventi in diretta durante la programmazione del TG. Il Gruppo possiede anche
strutture e frequenze di una radio locale, e accade che i servizi radiofonici possano
essere inclusi nella programmazione televisiva, così sono già previste alcune
telecamere che riprendono questi ambienti.
Il sistema originario dal quale si è partiti, da poco sostituito dopo un periodo di
compresenza tra il vecchio e il nuovo, era gestito da una regia centrale (Emissione)
che utilizzava una matrice con 16 ingressi audio mono/video su otto uscite audio
mono/video, era dotata di un sistema di preview dei contenuti, di un sistema di
supervisione controllo qualità per la messa in onda (DSK Down Stream Keyer), e di
una serie di patch manuali sia audio che video per scegliere i canali da utilizzare e
per attuare i rilanci verso altre destinazioni.
La necessità di un aggiornamento è divenuta stringente già nel 2008, e nel 2009 la
Tiziano Testoni e Diego Trivella,
nella nuova regia
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14 aprile / maggio ‘10 • n. 23
soluzioni
proprietà ha deciso di intraprendere questo percorso. Naturale il rivolgersi
a Testoni, già partner della struttura da tempo (suoi sono progettazione e
realizzazione del sistema precedentemente in uso), e alla fi ne dell’estate
2009 si è passati a una prima fase progettuale. Dopo alcuni incontri con
lo staff tecnico, Diego Trivella responsabile tecnico ed Attilio Varischetti
responsabile IT, Testoni ha presentato un primo progetto.
Tiziano Testoni – Sto operando su un lavoro mio, fatto 15 anni fa, andato
in pensione. La nuova sala di supervisione e controllo da poco terminata è
stata realizzata accanto a quella dismessa, e lo switch defi nitivo avverrà solo
quando avremo testato tutto… dato che, naturalmente, le trasmissioni non
possono fermarsi. A installazione ultimata i due sistemi dovranno convivere
per almeno 15 giorni tempo necessario per verifi care che tutto sia corretto
e che tutte le casistiche di lavoro siano in linea con il progetto e con le
necessità operative del sistema.
Prima di partire con il progetto, con Trivella abbiamo defi nito una
metodologia che ci permettesse di avere un sistema di controllo emissione
versatile sia per i segnali da mandare verso i sei canali che BergamoTV
controlla come gestore di rete, sia in termini di disponibilità di segnali
interni: i ritorni verso le tre regie e i contributi provenienti dall’esterno, che
devono essere visionati dal controllo centrale dell’emissione. Ci siamo poi
concentrati sulle scelte tecnologiche.
Per i segnali, naturalmente abbiamo optato per il formato SDI, standard
indiscusso che permette di veicolare risoluzioni potenzialmente fi no all’alta
defi nizione in ambito broadcast e professionale e di gestire in un unico
cavo sia segnale video che fi no ad otto canali stereo, cosa che semplifi ca il
cablaggio con relativo contenimento dei costi. Per semplicità e per ragioni
di compatibilità con l’esistente, che comunque ha continuato a lavorare
durante l’installazione, si è scelto di usare segnali compositi e non component o RGB, per cui ciò che è in
analogico rimane con formato composito.
C – Ci puoi descrivere l’iter progettuale?
TT – La prima versione ci ha preso circa 15 giorni di lavoro serrato, poi abbiamo presentato al cliente una bozza
per verifi care insieme le impostazioni di base: il progetto di massima prevedeva l’introduzione di una matrice
digitale 48x48, e la presenza di convertitori da analogico a digitale e viceversa, una ventina circa per tipo; i primi
erano necessari alla messa in onda, i secondi alla gestione dei contenuti nelle regie che ancora lavoravano in
analogico. Ci siamo accorti quasi subito che questa impostazione avrebbe comportato una spesa notevole e
“senza futuro” per l’acquisto di convertitori che, al passaggio defi nitivo al digitale, sarebbero stati eliminati.
Per fare un passo avanti, abbiamo allora deciso di farne uno indietro: fermo restando che l’uscita sarebbe
stata comunque in digitale, i segnali di entrata sarebbero stati ancora dei due tipi, alcuni digitali provenienti per
esempio dal Tg e da varie fonti come registrazioni su HDD, materiale esterno ecc., e alcuni analogici, come i
segnali delle riprese interne e di repertorio ancora su nastro. La scelta è stata di introdurre in asservimento alla
Lo studio grande di BergamoTV
Lo studio per le previsioni Meteo
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soluzioni
matrice digitale una matrice analogica audio video 16x16, che ci avrebbe comunque permesso di defi nire quali
segnali convertire nei due sensi, limitando tuttavia il numero dei convertitori da acquistare, e così la spesa.
Poste queste nuove basi con il cliente, nei successivi 10 giorni abbiamo preparato la versione 1.2, che
prevedeva anche un maggiore approfondimento e le prime rifl essioni di carattere esecutivo, dall’acquisto degli
apparecchi, al passaggio dei cavi, alla gestione del cantiere e così via.
C – I lavori sono cominciati con la release 1.3?
TT – Sì, avremmo dovuto iniziare a fi ne settembre 2009, invece per problemi di disponibilità dei locali abbiamo
iniziato a metà novembre ma non sul cantiere, bensì con pre-wiring off-line presso il nostro laboratorio. Nel
frattempo erano emerse alcune nuove necessità che hanno portato alla stesura della terza versione del
progetto: durante la produzione dei “programmi contenitore” sono spesso utilizzati segnali che vengono dal
mondo esterno come streaming, telecamere sulla città, immagini di repertorio ecc., segnali di tipologie e
standard diversi che devono essere a disposizione dell’Emissione per il loro smistamento. L’unico modo di
venirne a capo è stato gestire questi contributi in digitale per cui, invece di rimandarli alle regie in analogico, si è
pensato di prevedere per loro dei convertitori fi ssi.
Con la versione 1.3 del progetto abbiamo dato il via ai lavori nei locali di BergamoTV, alla posa dei cavi,
all’installazione degli armadi ecc., ma limitatamente agli elementi ormai sicuri: la matrice digitale, che nel
frattempo era stato deciso di predisporre per un cablaggio 48x48, anche se utilizzata in modalità 32x32, la
matrice analogica e i convertitori.
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16 aprile / maggio ‘10 • n. 23
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C - La 1.4 quali cambiamenti ha portato?
TT - Ai primi di dicembre, a lavori ormai impostati e avviati, con Trivella
ci siamo resi conto di ulteriori necessità: non si era infatti tenuta presente
l’esigenza di registrare su hard-disc contenuti da varie sorgenti come
telecamere in città, satelliti, fonti all’interno dell’emittente, per un totale
di circa dieci registrazioni. Che sarebbero potute anche essere in
contemporanea, quindi c’era bisogno di una mandata di almeno dieci
segnali in registrazione. Era poi necessario il differimento di determinate
trasmissioni, ovvero la possibilità di mettere in onda, per esempio, il Tg a un
determinato orario su un canale e lo stesso Tg dopo mezz’ora su un altro.
Inoltre, era opportuno aggiornare il sistema di registrazione delle trasmissioni,
cosa che ci ha presentato un doppio problema: la struttura possedeva
registratori a nastro ormai obsoleti, che andavano sostituiti con quelli su
memoria fi ssa, ma soprattutto bisognava tener presente che i segnali da
registrare sarebbero potuti essere digitali, ma anche analogici (per esempio
le ricezioni satellitari oggi sono ancora in analogico) e non avrebbe avuto
senso convertire il segnale nativo… alla fi ne, per non rientrare nella logica
della conversione e per non dover acquistare un numero enorme di recorder,
abbiamo scelto un modello a doppia entrata. Cosa che però ha complicato
un po’ l’aspetto progettuale, con relativa necessità di ulteriori canali. La 1.4
ha così portato anche un aumento dei canali gestibili, e la matrice analogica
è stata portata a 24x24. Infi ne, abbiamo dovuto aggiungere dei time base
corrector, detti anche frame sinconizer, necessari a sincronizzare i segnali
video provenienti dall’esterno, praticamente mettendoli al passo con gli altri
segnali.
Comunque, il progetto è stato strutturato in modo che non risulti vincolato,
abbiamo voluto una fl essibilità che permetta di lasciare spazi già cablati
verso alcune destinazioni, per aggiungere un domani nuovi apparati. È
possibile anche immettere nuove schede e ampliare le matrici: la stessa
matrice digitale è già pronta per diventare un 48x48, con un incremento del
50% sul progetto iniziale.
C - Le apparecchiature sono state scelte secondo quali parametri?
TT - Gli elementi fondamentali dell’impianto sono le matrici, i convertitori
e i distributori di segnale. La matrice analogica è una Extron audio stereo
e video composito con doppia alimentazione, la digitale è invece una Platinum
MX di Harris Broadcast Electronics, uno dei colossi del broadcast, che prevede
uno chasiss di base con cross point fi no a 72 ingressi per 64 uscite, e può essere
equipaggiata con moduli di ingresso e uscita a seconda delle necessità (noi abbiamo quattro schede in ingresso e
uscita). Le matrici sono controllabili sia con un sistema Crestron per la gestione dalle varie postazioni, sia da un Master
Control, sempre Harris, che può operare anche le regolazioni degli altri contributi da utilizzare. Il Master Control è dotato
di una superfi cie di controllo IconMaster che dialoga in rete con un frame NEO equipaggiato di schede di processo.
Apparecchiature installate
1 Multi Viewer Sierra View1 matrice audio video Platinum MX Harris Broadcast1 Master Control Harris Broadcast10 schede ingresso multistandard10 back panel In 4xBNC 1 scheda Monitor audio out1 PSU redundant2 sistemi di fi ssaggio per LCD2 display LCD NEC 52” 700 CD FullHD1 rasterizer Leader Multi SD-HD LV 73303 sezionatori video Mid-size SDI Switchcraft serie 3GHz40 patch cord SDI30 patch cord audio1 matrice Extron MAV Plus 2424 AV3 selezionatori audio 2x48 Bantam AES1 processore Crestron AV28 IR probe1 switch di rete 100/1000 24 porte1 patch bay LAN 24 porte1 frame Lynx R FR 5011 + 5 PSU R PS redundant10 convertitori A/D MUX Lynx CMX 51101 convertitore embedder D/D MUX PMX 5214 D1 convertitore de-embedder audio P-DX 5314 D13 convertitori D/A DEMUX CDX 50241 processore video PIE 56108 distributori SDI dual 1 scheda LAN master Controller per sistemi Lynx 5000
La nuova regia
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� 2 ingressi stereo bilanciati (Linea o entrata Ausiliaria)
� 2 porte per controlli VCA
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�Uscite TTL di fault
� Ingresso logico per il Mute
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2 x 50watts / 4Ù a carico nominale o 1x100watt@8Ù a ponte
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Il digitale come investimento a lungo termine
Sergio Villa, Direttore di Rete di BergamoTV, ci ha spiegato alcuni aspetti non solo tecnici ma anche strategici del passaggio al digitale:
C - Come avete deciso il passaggio al digitale, e cosa comporterà?
Sergio Villa - La scelta del digitale non è solo nostra, ma è legata all’applicazione di una normativa, alla quale tutta Italia ha dovuto
conformarsi. Cosa cambia per noi? Al di là dell’investimento tecnologico, il primo vero costo è quello dei ponti e dei ripetitori, soprattutto
per emittenti come la nostra, con territorio per il 30% montagnoso e che comporta più postazioni e più ripetitori. Dal punto di vista
dei contenuti, la novità è che dovremo per legge gestire almeno tre canali, anche se potenzialmente saranno sei: i restanti tre però
potrebbero anche essere veicolati ad altri attori interessati all’utenza televisiva, come enti, istituzioni, attività commerciali... Di questi tre,
uno è quello tradizionale con trent’anni di storia, il palinsesto classico di Bergamo TV, il secondo è Bergamo SAT, il canale satellitare con
programmazione per alcune ore identica a quella di Bergamo TV o in differita, e per il resto contenuti diversi, e poi da settembre avremo
un terzo canale legato alle news e alle informazioni veloci. Tenendo presente che siamo collegati a un gruppo più ampio, l’Eco di Bergamo,
che ha un portale Web, la radio, un televideo, cerchiamo di unire le energie.
C - Come è andata la convivenza con un cantiere all’opera?
SV - Il processo di digitalizzazione è partito con una trasformazione interna dell’elaborazione delle notizie e del materiale video. Prima,
essendo analogici, viaggiavamo ancora con le cassette, con i sistemi di montaggio e l’editing, poi due anni fa siamo passati per i segnali
interni al digitale; abbiamo così creato un’area server con l’archivio immagini, collegata con le postazioni dei giornalisti e dei montatori che
attingono al materiale direttamente in agenzia, per poi montarlo con sistemi digitali moderni. Un anno fa abbiamo convertito anche la regia
del telegiornale, sempre secondo la stessa modalità sperimentata attuata ora anche per la digitalizzazione dell’emissione: in un’area libera
costruiamo la struttura nuova, poi facciamo convivere parallelamente le due strutture, infi ne spegniamo la vecchia e riutilizziamo l’area per
altre attività.
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18 aprile / maggio ‘10 • n. 23
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Harris Platinum MX
Dedicato al routing di segnali audio video di alta qualità sia analogici che digitali,
Platinum MX trova la sua collocazione nei settori broadcast, telecomunicazioni,
produzioni mobili e dove ci sia la necessità di gestire un alto numero di canali. La
sua particolarità è la combinazione del routing di segnali audio con quelli video,
questo permette di trattare i segnali audio in maniera indipendente e combinarli con
una qualsiasi delle uscite video, inoltre consente di trattare i vari segnali in termini di
gain e regolazione dei livelli. Il sistema può essere programmato tramite una comoda
interfaccia, e le impostazioni rimangono al sicuro in una memoria non volatile interna.
Accetta segnali SD, HD, 3 Gig e audio, la versione da 15 unità rack gestisce fi no a
256x256 segnali video (fi no a 512x512 con audio e video separati), quella da 28 unità
rack arriva a 512x512 (1024x1024 con segnali audio e video separati), connettività con
cavo coassiale o fi bra.
www.broadcast.harris.com
Abbiamo previsto anche un multi viewer con monitor indipendenti; abbiamo fatto verifi che su prodotti diversi,
tutti validi a dire il vero, alla fi ne abbiamo scelto un Sierra View, una novità per il mercato italiano, per il suo buon
compromesso prestazioni/prezzo, e perché è dualBUS.
Una sorta di matrice interna consente di scegliere la visualizzazione in un bouquet di canali di ingresso da 4 a 64
in maniera dinamica e semplice. Posso avere due canali in alta defi nizione e fi no a 64 fi nestre, tutte combinabili
sui due monitor LCD 52” FullHD di NEC.
Per il controllo del segnale abbiamo poi installato uno strumento eccezionale, un rasterizer di Leader modello
LV7330 che permette, riproducendo in forma grafi ca i segnali su un monitor, di controllare la qualità del
segnale. Nella sala apparati, poi, abbiamo previsto un LCD da 32” per visualizzare le informazioni dello
strumento di misura e ottenere una preview dei segnali della matrice digitale e di quella analogica. Per
questo è stato usato uno scaler Extron Extron MAV Plus 2424 AV che seleziona gli ingressi attivi e
uniforma il formato a quello del monitor.
C - Il periodo di compresenza dei due impianti ha creato diffi coltà? È lo switch defi nitivo quando
avrà luogo?
TT - A installazione ultimata, il lavoro più complicato è quello attualmente in atto, ovvero la verifi ca
delle sincronizzazioni e l’allineamento temporale di tutte le sorgenti in fase di emissione. Lo switch defi nitivo,
dopo il periodo di compresenza dei due impianti e un test di diverse settimane, avrà luogo a settembre. In
questi giorni sto anche lavorando alla programmazione del sistema Crestron, per la creazione di alcuni pannelli
virtuali destinati alle regie e al controllo delle emissioni: questo per semplifi care la gestione delle matrici e non
dover lavorare “per incroci”combinando x-y volta per volta, ma operando in forma logica. In pratica, attraverso
una serie di pulsanti predefi niti, si combinano sorgenti e destinazioni; invece in emissione, per avere sempre
presente la situazione delle matrici, la commutazione può avvenire sia in forma logica che in forma x-y.
se
s
www.bergamotv.it
www.avssrl.com
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20 aprile / maggio ‘10 • n. 23
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Conferenza e CobranetLe sale dello Starhotels Rosa a MilanoI lavori di ampliamento e ristrutturazione dello Starhotels di Piazza Fontana a Milano hanno visto la creazione di un centro congressi all’avanguardia, rivolto sia ai clienti dell’hotel, sia a società esterne che ne facciano richiesta. Alla base degli impianti c’è una logica di Networking sia di gestione tecnica che di distribuzione dei contributi audio e video tra tutte le sale
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Tutte le foto per gentile concessione Starhotel
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Il cantiere dello Starhotels di Piazza Fontana è ben noto ai milanesi, ormai da anni rassegnati a vedere
“impacchettato” un lato della centralissima Piazza Fontana, quello dove sorgeva l’ostello acquisito dalla
prestigiosa catena alberghiera ormai dieci anni fa. Dopo alterne vicende e quattro anni di cantiere, a fi ne 2009
la facciata è stata fi nalmente riconsegnata alla città insieme al nuovo Starhotels Rosa Grand, elegante hotel a
quattro stelle che integra la storica struttura con ingresso in Via Pattari, e quella nuova. In tutto 26.150 m2 tra
camere (327), ristoranti (due), bar (due) e le sette sale meeting delle quali si parla in questo articolo. Il contesto
estetico nel quale si inseriscono le sale congressi (tre ricavate dalla nuova struttura e quattro già presenti in
quella storica, ma ristrutturate) è di sobria eleganza, come lascia intuire la nuova facciata in marmo bianco
Montorfano con rifi niture in cotto e in granito rosa di Baveno, affi data alle cure dello studio di architettura
ARAssociati, incaricato della ristrutturazione. Del resto, non sarebbe potuto essere diversamente visto che
l’hotel si trova in pieno centro a Milano, proprio dietro il Duomo. Varcato l’ingresso dal lato di Piazza Fontana, a
sinistra troviamo lo scalone che dà accesso al centro congressi; le prime tre sale, quelle completamente nuove,
si aprono su un ampio ingresso dal quale partono anche i gradini che portano alle quattro sale più piccole
ricavate nella struttura storica dell’hotel.
Progetto tra storia e modernità
Il progetto per il centro congressi dello Starhotels Rosa Grand nasce suddiviso in due parti; una ha comportato
la ristrutturazione delle quattro sale più piccole preesistenti (capienza dalle trenta alle cinquanta persone,
chiamate Tourandot, Norma, Tosca e Manon), l’altra invece la nuova costruzione di tre sale nell’ala nuova: due
(fi no a oltre 100 persone) abbinabili in una di dimensioni doppie nella confi gurazione defi nita come “plenaria”
(Aida A e Aida B), e una terza più piccola (Carmen) utilizzabile come appoggio (per esempio in occasione
di una sfi lata di moda svoltasi nella sala grande in confi gurazione plenaria, la sala più piccola ha fatto da
spogliatoio), oppure come spazio per eventi indipendenti. La progettazione acustica delle sale di nuova
costruzione, il progetto generale degli impianti audio-video dedicati alle sale congressuali, unitamente alla
consulenza sulle questioni di acustica architettonica ed ambientale dell’edifi cio, sono state affi date a Paolo
Molina, responsabile di ARP (società di consulenza e progettazione acustica e di impianti audio-video), il
quale si è avvalso della collaborazione dell’Ingegnere Giuseppe De Leo per la parte riguardante gli impianti
audio-video, quindi l’infrastruttura impiantistica e gli impianti stessi. ARP ha curato la progettazione esecutiva,
la fornitura e l’installazione degli impianti, sotto il coordinamento di Paolo Molina, con la partecipazione di
Giuseppe De Leo (consulenza per il progetto generale e progettazione esecutiva con direzione di cantiere),
Giulio Distratis (installazione dei sistemi, setup, programmazione del sistema audio digitale), Claudio Raffaeli
e Claudio Sandrini (cablaggi e montaggio hardware), tutti liberi professionisti in consolidato rapporto di
collaborazione con ARP. La società Audioprogetti ha fornito gli apparati e il supporto tecnico all’installazione
e alla programmazione del sistema Cobranet con il contributo di Yamaha Commercial Audio Italia che, nella
persona del suo responsabile tecnico Gabel Guagliumi, ha collaborato nell’installazione, confi gurazione e
progettazione del sistema, programmazione delle matrici e del network digitale Cobranet.
La committenza aveva richiesto che le salette fossero molto versatili, per soddisfare il maggior numero
possibile di richieste diverse. Tutte offrono un sistema completo di ripresa e diffusione sonora, illuminazione
diffusa e puntuale, ripresa e proiezione video; ma soprattutto, attraverso il collegamento in network audio e
video, consentono di estendere queste funzioni tipiche a gruppi di sale unite secondo necessità funzionali o
logistiche, a seconda delle necessità. In ogni sala poi sono installate telecamere IP dome con zoom, brandeggio
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e risoluzione VGA (640x480), per l’archiviazione delle riprese degli eventi,
eventuali traduzioni simultanee in remoto, per il controllo e la sicurezza.
Questo segnale video è trasmesso in streaming in formato MPEG-4 su
una rete di dati dedicata. Non mancano le antenne per i radiomicrofoni, la
predisposizione per l’alimentazione, il collegamento di un eventuale sistema
di traduzione simultanea a infrarossi, da appendere a ganci nascosti e la
predisposizione per un sistema di illuminazione di spettacolo e/o espositivo
con prese socapex e ganci per americane sul soffi tto. La fi losofi a del
progetto insomma è quella della scalabilità, con la garanzia di una gestione
semplifi cata impiegando il minimo del personale tecnico (anche se sarà
richiesto personale per la gestione degli eventi).
Architettura
Tutti i segnali (contributi e controlli) confl uiscono da attestamenti locali nelle
sale a una regia attraverso cavi dati (Cat6 STP) e fi bre ottiche. La rete ha una
struttura a stella, quindi con un nodo centrale (la regia principale) e uno switch
Ethernet. Un locale tecnico (con i segnali delle salette poste nell’ala storica
dell’hotel) ospita uno switch Ethernet collegato in trunking con il primo.
Per quanto riguarda l’audio la scelta è ricaduta sulla soluzione Cobranet
implementata dalle matrici digitali Yamaha DME, perché ha consentito
di ottenere la versatilità e raffi natezza di processamento e rounting
richiesta dalla committenza, rispettando le esigenze di budget. Ciascuna
sala è collegata a un mixer matrice digitale Yamaha con DSP Yamaha
DME responsabili del processamento e instradamento del segnale. La
trasmissione del segnale tra le unità Yamaha avviene su rete Ethernet con
protocollo Cobranet. I bundle sono fi ssi, impostati in quattro gruppi da
quattro canali l’uno, disponendo in essi tutti i contributi audio provenienti
dalle sale e rendendoli disponibili nelle sezioni di routing per lo smistamento
dove necessario, verso le sezioni di registrazione e di diffusione nelle sale.
Sono stati predisposti tre gruppi indipendenti di sale, in base alla posizione
fi sica, quindi un gruppo riunisce quelle nuove, un altro quelle “storiche”, a
loro volta raggruppate a coppie. Questo semplifi ca la gestione degli eventi
senza limitare la possibilità di interazione tra le salette. Le sale nello stesso
gruppo possono entrare in conferenza, quelle fuori dal gruppo operano
in maniera autonoma. Sono possibili multiconferenze tra una o più sale
di gruppi diversi, inoltre è possibile limitare il fl usso di dati verso una sala
determinata al solo ascolto (per esempio per una traduzione simultanea).
L’impianto video è dimensionato per gestire segnali analogici di tipo video
composito ed RGBHV risoluzione XGA (1.024x768, 4:3), ma il sistema
consente anche risoluzioni maggiori e il cablaggio strutturato delle sale
consente di evitare costosissimi interventi a cantiere chiuso. Gli apparati
di trasporto del segnale video su cavo dati sono dotati di controllo della
La sala Aida A e B in confi gurazione plenaria
Una delle sale conferenza dell’ala nuova dell’Hotel
La sala Carmen, ovvero la più piccola di quelle collocate nell’ala nuova
dello Starhotel Rosa Grand
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luminosità e della nitidezza, quelli di ricezione posti in regia e sala tecnica anche della correzione dello skew
RGB (gli extender Avocent).
Per il segnale RGBHV sono state usate due matrici Elca 16Inx16Out, controllabili anche via software su PC,
una nella regia principale per le tre sale nuove, una per le quattro sale che fanno capo al locale tecnico; i
segnali possono essere indirizzati da e verso ciascuna altra sala. In regia inoltre è presente un PC con funzione
di sorgente di contributi audio-video verso tutte le sale, al quale convergono anche i segnali delle telecamere
dome. Questi ultimi sono invece di tipo digitale (640x480 in 4:3), distribuiti su una rete dati dedicata in
streaming, in formato MPEG4.
Sale e dotazioni
Delle tre sale di nuova realizzazione (Aida A e B e Carmen), le due gemelle per forma e dotazioni sono separate
anche acusticamente (con abbattimento di 55 dB) da una barriera mobile che, se rimossa, permette di creare
una grande sala con doppie dotazioni tecniche e dotata di foyer: la citata confi gurazione plenaria. Le due sale
gemelle non hanno posti a sedere prestabiliti, quindi è possibile allestirle con diverse confi gurazioni (a ferro di
cavallo, con banchi singoli...).
Tutte le sale (anche le altre quattro preesistenti) sono trattate acusticamente con pannelli alle pareti e sul soffi tto,
in modo tale da ottenere una risposta adeguata a prescindere dalla presenza di un supporto elettroacustico.
Questo è comunque previsto nelle due sale Aida, ove sono presenti diffusori nascosti nel soffi tto per dare
miglior copertura alla zona più distante dal tavolo degli oratori e migliorare l’intelligibilità al parlato. La diffusione
Apparecchi installati
Sale A, B, C e foyer Audio 6 casse acustiche passive Fohhn AL-150
6 subwoofer passivi Fohhn AS-10
24 diffusori passivi da incasso DNH BF-620F(T)
3 DI-box Interspace PC Bal Box
6 antenne per radiomicrofoni
3 mixer/matrici digitali 8 In Yamaha DME8i-C
3 armadi rack
Video1 telo motorizzato Screen Line INCEILING 300x225
1 telo motorizzato Screen Line MOT 400x300
1 telo motorizzato Screen Line MOT 600x338-drop30
1 telo motorizzato Screen Line MOT 350x263
4 telecamere Panasonic WV-NS202A
3 trasmettitore RGBHV su cavo dati Avocent
EMS1000T
6 ricevitore RGBHV su cavo dati Avocent
EMS1000P(ric.)
1 ricevitore RGBHV su cavo dati Kramer PT-120
Locale tecnico di sala C - Audio 1 booster antenna UHF
1 amplificatore a 4 canali Ram Audio T-1204
1 crossover elettronico stereo
Regia Audio 3 distributori d’antenna
1 amplificatore a 4 canali Yamaha XM4080
1 amplificatore a 4 canali Yamaha XM4180
2 crossover elettronici stereo Behringer CX3400
1 amplificatore a 2 canali 100V
1 amplificatore a 1 canale 100V
1 mixer/matrice digitale 8in/8out Yamaha DME24N/
MY16-CII
1 mixer/matrice digitale 8 out Yamaha DME8o-C
4 coppie di uscite Behringer PX2000
1 scheda audio USB Yamaha AUDIOGRAM 6
1 interfaccia software Yamaha DME DESIGNER
1 coppia di monitor Yamaha MSP3
1 commutatore Kramer VS-4X
1 Access-Point Ethernet
Video1 matrice RGBHV a 16 in e 16 out Elca WB1616THD
6 trasmettitori RGBHV su cavo dati Avocent
EMS1000P(trasm.)
1 trasmettitori RGBHV su cavo dati Avocent
EMS1000T
1 trasmettitore RGBHV su cavo dati Kramer PT-110
3 rice-trasmettitori RGBHV su cavo dati Avocent
EMS1000R
4 ricevitori RGBHV su cavo dati Avocent EMS1000R
1 Personal Computer Acer VT X270 WinXP
1 Personal Computer Asus EEETOP WinXP
5 monitor LCD 17”
1 scaler elettronico Kramer VP-413xl
1 switch Ethernet HP Procurve 2510-24
Sale D, E, F, G
Audio
8 casse acustiche passive Fohhn AL-100
4 DI-box Interspace PC BAL BOX
8 antenne per radiomicrofoni
Video4 teli motorizzati Screen Line INCEILING 300x225
4 telecamera tipo dome Panasonic WV-NS202A
4 trasmettitore RGBHV su cavo dati Avocent
EMS1000T
8 ricevitore RGBHV su cavo dati Avocent
EMS1000P(ric.)
Sala TecnicaAudio 4 distributori d’antenna
2 amplificatore a 4 canali Ram Audio T-1204
2 mixer/matrice digitale 8in/8out Yamaha DME24N/
MY16-CII
1 mixer/matrice digitale 8in Yamaha DME8i-C
4 coppie di uscite e 4 di ingressi Behringer PX2000
1 coppia di monitor (fornitura StarHotels)
1 commutatore Kramer VS-4X
1 Access-Point Ethernet
Video
1 matrice RGBHV a 16 in e 16 out Elca WB1616THD
8 trasmettitori RGBHV su cavo dati Avocent
EMS1000P(trasm.)
1 ricevitore RGBHV su cavo dati Avocent EMS1000R
3 rice-trasmettitori RGBHV su cavo dati Avocent
EMS1000R
4 ricevitori RGBHV su cavo dati Avocent EMS1000R
1 monitor LCD 17”
1 switch Ethernet HP Procurve 2510-24
1 interfaccia RS-232/Ethernet Kramer FC-1ETHN
Conn_23.indb 24Conn_23.indb 24 12/04/10 15.1212/04/10 15.12
25
soluzioni
Matrici digitali Yamaha DME
Le matrici digitali DME sono personalizzabili e confi gurabile secondo necessità. I modelli più piccoli hanno In e Out fi ssi analogici e
digitali, sia Ethersound che Cobranet, quattro (DME4io-C), otto (DME8i-C, DME8o-C) e fi no a 64 per il modello maggiore DME64.
DME24N ha 24 In e 24 Out analogici più uno slot di espansione a 16 canali dove si può caricare qualsiasi tipo di scheda Yamaha
con massimo 16 canali MADI, AESEBU, ADAT.... DME64 non ha ingressi on board ma quattro slot vuoti dove è possibile caricare le
schede, al massimo della fl essibilità, e può gestire fi no a 64 canali di qualsiasi formato. La personalizzazione della matrice avviene
via software, selezionando le schede hardware e confi gurandole con gli strumenti disponibili (impostazioni, cablaggi, connessioni).
Un tool di check verifi ca i cablaggi e calcola la soma delle latenze. Terminata la confi gurazione, questa viene “pubblicata” sulla
matrice e ivi rimane fi no alla successiva variazione. Da quel momento è possibile lavorare in tempo reale sulle impostazioni
(crossover, equalizzazione, volumi ecc.), ma non sui cablaggi; per esempio si potrebbe caricare un mixer 24 canali e gestire una
conferenza in tempo reale via computer. È possibile costruire scene, confi gurare utenti con accessi diversi, eventi schedulati a
tempo sulla base di parametri, pilotare dispositivi esterni o ricevere e inviare segnali
GPI (per es. da un sistema di allarme esterno) e MIDI Control Change, far dialogare
diverse DME in un network digitale. DME24 e DME64 dispongono di tasti funzione
programmabili, e tutte le versioni si possono gestire tramite pannelli di controllo
remoto Yamaha. Le matrici da 24 e 64 canali dispongono anche del noto multieffetto
Yamaha SPX, montato sulle console digitali della casa giapponese.
www.yamahacommercialaudio.com DME64N e DME24N
Conn_23.indb 25Conn_23.indb 25 12/04/10 15.1212/04/10 15.12
26 aprile / maggio ‘10 • n. 23
soluzioni
audio invece è assicurata da array Fohhn. Per quanto
riguarda i collegamenti, solo le tre sale nuove sono
equipaggiate con un mobile a rack nel quale si trovano
cinque ingressi audio microfonici con Phantom 48V, un
ingresso di linea dedicato a un radiomicrofono e due
ingressi di linea per un PC sul tavolo relatori (o per un
mixer), con DI passiva per un più rapido collegamento,
oltre al sistema di processamento del segnale in ingresso:
Eq, preamplifi cazione, noise gate ecc.
Analoghe le dotazioni delle quattro salette minori, i
cui attestamenti impiantistici in questo caso sono
concentrati in una sala tecnica comune attigua dove
sono collocati anche gli apparati audio. Da essa si
diramano le distribuzioni audio video, sia di tipo digitale
che analogico, verso le singole sale ove si attestano su
un quadro di permutazioni RJ45 e BNC, nell’eventualità
che il committente voglia aggiungere apparecchiature o
realizzare un sistema sottodistribuito, ovviamente senza
rompere muri e posare cavi.
Ogni sala dispone di schermo di proiezione e
videoproiettore. Se le sale gemelle sono unite in
confi gurazione plenaria, i due schermi sono sostituiti da
uno più ampio che scorre posizionandosi al centro della
parete di fondo, e un proiettore più potente cala da una
botola. Varia di conseguenza anche la diffusione audio,
con l’uso dei diffusori left e right più esterni e di quelli a
soffi tto (dedicati al rinforzo della voce).
Nella regia sono stati previsti due ingressi di linea per il
PC-Regia o per una sorgente esterna o per un mixer, da
poter indirizzare verso ciascuna sala, e per ognuna sono
disponibili due ingressi per radiomicrofoni a mano, due
uscite per la diffusione frontale nelle sale (già collegati agli
amplifi catori di potenza), un’uscita di linea per la diffusione
a soffi tto nelle sale gemelle e una per la diffusione a soffi tto
nel foyer (anche queste già collegate), due a pannello col
mix di sala per la registrazione o service esterni.
Routing e controllo
Il controllo viene effettuato grazie a una coppia di monitor
audio, sei monitor video e un PC touchscreen, con
software Yamaha DME Designer e interfaccia creata ad
Lo schema a blocchi dell’impianto nelle tre sale nuove dell’Hotel
(cortesia ARP - Giuseppe De Leo)
Conn_23.indb 26Conn_23.indb 26 12/04/10 15.1212/04/10 15.12
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28 aprile / maggio ‘10 • n. 23
soluzioni
hoc, connesso allo switch locale sulla VLAN dedicata. Le regolazioni delle
varie sale si possono fare anche localmente (nelle sale) utilizzando un laptop
o tablet PC collegato al PC di regia tramite un software di controllo a distanza
del desktop (UltraVNC) in connessione Wi-Fi alla rete controlli. Le salette
Tourandot, Norma, Tosca e Manon sono gestibili anche dal locale tecnico (che
fa da nodo di distribuzione secondario), possibilità utile nel caso vengano
utilizzate per eventi separati rispetto alle sale Aida e Carmen.
Nei bundle, le salette minori hanno a disposizione una coppia di canali di
ingresso e una coppia di canali in uscita ciascuna: un left e un right sul quale
viene dirottato il mix di sala, mentre le sale principali dispongono di quattro
canali, due per i microfoni e due per i contributi left e right del PC. Questa
scelta permette di controllare tutti i microfoni (radio oppure fi ssi) e i contributi
PC, e di smistare i contributi microfonici anche verso le casse poste sul
soffi tto, come supporto al parlato, in caso di confi gurazione plenaria per la
sala Aida.
Su questa base sono poi state create le automazioni di confi gurazione (i
gruppi) sfruttando le possibilità dell’interrelazione tra bundle e matrici. L’unica
limitazione è costituita dalla saturazione del DSP interno alle matrici, e dal
numero dei canali di ciascuna matrice (da 4x4 analogici a 16x16 digitali, a
seconda del modello). La latenza audio del sistema è pari a 2,76 ms con
segnali a 48kHz/24bit, indipendentemente dal numero di canali utilizzati,
dalla loro confi gurazione e dalla distanza. Per alleggerire il carico dei DSP
locali delle sale, i segnali dei radiomicrofoni delle sale maggiori, per esempio,
vengono inviati in regia ed elaborati su altre macchine, dalle quali vengono
redistribuiti con il sistema dei bundle. Citando Giulio Distratis: “Il principio di
funzionamento è simile a quello delle vecchie centraline telefoniche con un
commutatore a quattro linee. Grazie alle matrici, lo sforzo di elaborazione può
essere distribuito aumentando le possibilità del sistema e posizionando le
macchine in regia, al sicuro da spegnimenti involontari”. Il tutto è poi integrato
con il sistema di allarme dell’hotel: in caso di emergenza vengono esclusi tutti
i segnali eccetto quello di evacuazione.
L’interfaccia di controllo del sistema è una sorta di specchio semplifi cato del
routing effettuato sul software Yamaha. Un pannello è deputato alla gestione
dell’audio, e ricalca la struttura tradizionale di un mixer analogico (con diversi
livelli di intervento determinati dai privilegi di accesso), l’altro a quella del video.
Le impostazioni di default si basano sulle esigenze d’uso determinate come
prevalenti, ovvero quelle della conferenza o congresso, che poi sono anche le più
complesse, dovendo assicurare l’intelligibilità della parola con parametri molto
diversi (oratore con bassa o alta voce, vicino o lontano dal microfono, che parla
su frequenze mascheranti ecc.). La diffi coltà nella realizzazione dell’interfaccia è
stata proprio quella della semplifi cazione, dell’evitare l’affollamento delle funzioni
e consentire una navigazione intuitiva e rapida tra le schermate.
La parola ai tecnici
Paolo Molina (progettista e coordinatore generale)
- Il progetto, su richiesta del cliente, è stato
concepito per ottenere una fl essibilità altissima,
un alto livello di scalabilità e un ridotto intervento
di personale tecnico per la gestione. Il concetto di
network risultante è in grado di supportare le nuove
richieste di un utenza di tipo aziendale che ricerca
e utilizza strumenti di comunicazione condivisa e
delocalizzata, come formazione, videoconferenze
ecc., e ovviamente un’ospitalità raffi nata che può
dare una struttura alberghiera. Negli anni passati,
prima dell’era CobraNet, un progetto di questo
genere avrebbe richiesto tempi molto lunghi, che
oggi si sono accorciati come minimo del 50-60%,
dalla progettazione alla realizzazione, anche grazie
a studi e ricerche effettuate da importanti aziende
del settore.
Giuseppe De Leo (consulenza, progettazione
esecutiva e direzione di cantiere) - Viene proposto
sempre un progetto allo stato dell’arte, che
poi deve adattarsi alle esigenze di budget del
committente. In questo caso è stato sicuramente
accolto per quanto riguarda l’audio digitale
Cobranet, il networking e le predisposizioni
impiantistiche.
Giulio Distratis (installazione sistemi, setup
e programmazione) - Avendo a disposizione
attraverso i bundle e Cobranet tutti i contributi
audio, tramite le matrici e particolari “link”, è
possibile automatizzare le confi gurazioni di routing
permettendo, con solo un pulsante programmato,
di richiamare confi gurazioni parziali o totali delle
matrici connesse tra loro attraverso Cobranet.
www.audioprogetti.it
www.audviser.eu
www.arpservice.net
www.yamahacommercialaudio.
com
www.starhotels.com
Conn_23.indb 28Conn_23.indb 28 12/04/10 15.1212/04/10 15.12
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soluzioni
Audio Equipment s.r.l.Via Don Minzoni, 17 - 20052 Monza (MB)Tel. +39 039 21.22.21 - Fax +39 039 [email protected] - www.audioequipment.it
IL DIFFUSORE PASSIVO
PIÙ ATTIVO
Vi presentiamo la nuova serie JBL CBT, diffusori Line Array a colonna
La nuova serie JBL Professional CBT Constant Beamwidth Technology apre unanuova era per i diffusori a colonna passivi, basata su anni di ricerche approfonditecondotte dagli ingegneri Harman. Essa rappresenta una soluzione innovativa perottenere una perfetta e precisa copertura con il massimo dell’intelleggibilità.Sviluppata con una tecnologia simile a quelle dei convenzionali Line Array(tipicamente più complessi e costosi), con la possibilità di commutare la coperturaverticale (da 15° a 45°, in base al modello), con in più una estesa risposta infrequenza ed un elevato livello d’uscita, la serie CBT si pone come valida alternativaai diffusori ed alle colonne tradizionali, oltre che a quelle attive. Fino ad ora non avetemai potuto sperimentare prestazioni e versatilità simili in un diffusore a colonnapassivo. Conveniente e di facile utilizzo, supera di gran lunga gli altri sistemiparagonabili. Nuova serie JBL CBT: il nuovo standard qualitativo.
CON COPERTURA REGOLABILE IN BASE ALL’APPLICAZIONE
Campo sonoro di una colonna passiva tradizionale Campo sonoro nuova JBL CBT
Rappresentazione a 2 kHz, ad ogni frequenza è diversa Rappresentazione a 2 kHz, ad ogni frequenza è identica
Conn_23.indb 29Conn_23.indb 29 12/04/10 15.1212/04/10 15.12
30 aprile / maggio ‘10 • n. 23
informazione pubblicitaria
Sistemi di diffusori Klein & Hummel per la nuova Sala Eufonica di OrvietoIl nuovo impianto presso la Sala Eufonica permetterà di ascoltare da qualsiasi sorgente contenuti musicali (eventualmente completati dal video) con una qualità elevata e pressione sonora eccezionale, per una fruizione di livello professionale. Un obiettivo raggiunto grazie al contributo di Exhibo in qualità di distributore di marchi di alto livello e del suo partner Elviselettronica, progettista e installatore del sistema
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informazione pubblicitaria
Sabato 27 febbraio 2010 è stata inaugurata la Sala Eufonica della Nuova Biblioteca
“Luigi Fumi” di Orvieto, che va ad arricchire l’offerta della struttura ad un anno esatto
dall’inaugurazione del 28 febbraio 2009. A spiegarne con orgoglio il funzionamento e le
caratteristiche tecniche, l’Assessore alla Cultura del Comune Antonio Barberani, il Dirigente
del settore Cultura Carlo Carpinelli, la Direttrice della “Fumi” Maria Luisa Salvatori e Giuliano
Bastianello di Elviselettronica, Progettista della Sala. Exhibo S.p.A., distributore esclusivo
per l’Italia di Klein & Hummel, ha fornito i diffusori attivi tramite Elviselettronica, fondata da
Giuliano Bastianello.
L’obiettivo era quello di offrire una struttura pubblica dedicata all’ascolto in alta fedeltà di
registrazioni sonore, siano esse musica, fi lm, teatro ecc. Signifi cativamente traducibile in
Sala del Buon Suono, la Sala Eufonica - allestita al primo piano della struttura - è destinata
all’ascolto e alla visione di documenti e programmi sonori e audiovisivi: CD, DVD, Super Audio
CD, DVD audio, Blu Ray, programmi radiofonici televisivi e satellitari, oltre ai dischi in vinile.
Alcuni numeri possono ben rappresentare le straordinarie caratteristiche di quest’installazione
unica in Italia e forse in Europa, se si considera che è una sala pubblica: 50 mq, 35 posti, nove
diffusori attivi di alta qualità Klein & Hummel (tre diffusori frontali O500, due sub woofer
O900 e quattro diffusori O300 per gli effetti) pilotati da oltre 20 amplifi catori. La scelta del
progettista si è orientata sul sistema audio professionale, utilizzato nelle control room delle più
importanti sale di registrazione e nei grandi studi radio-televisivi. Sono diffusori monitor main-
fi eld controllati ognuno da un processore interno con fi ltri FIR, in grado di controllare ogni
parametro di emissione e assicurare una linearità senza eguali. Si è posta la massima cura nel
cablaggio, con l’impiego di cavi e connettori di qualità. L’impianto elettrico, appositamente
dedicato alla Sala Eufonica, è suddiviso in diverse sezioni da utilizzare in funzione delle necessità
d’uso: dal sistema stereo (solo i diffusori frontali) al Dolby Sourround con tutti i nove diffusori attivati.
L’impianto è gestito da un processore audio video Dolby Digital DLNA dell’ultima generazione, con
ben otto ingressi HDMI in grado di gestire qualunque tipo di sorgente, collegato in fi bra ottica a
un sistema video ad alta defi nizione per la visualizzazione dei Blu-Ray Disc. Sono stati previsti un
giradischi in vinile,un lettore Blu Ray-Disk, un lettore VHS, un sintonizzatore AM-FM, un sintonizzatore
Digitale Terrestre, un ricevitore satellitare, un media player con hard-disk per la memorizzazione di fi le,
un ricevitore radio da Internet, un ingresso diretto da computer. L’ambiente è stato completamente
rivestito di diverso materiale acustico e fono assorbente per permettere di apprezzare i dettagli del vinile
e la dinamica delle riproduzioni digitali. La potenza complessiva a disposizione, misurata in watt RMS,
è notevole - oltre 8.500 watt - e permette di ottenere, senza alcuna distorsione, livelli di pressione sonora simili
all’energia sprigionata dalle grandi formazioni orchestrali come la “Sinfonia dei Mille” di Gustav Mahler. Proprio a
Mahler, del quale ricorre nel 2011 il centenario della morte, verrà dedicata una speciale sezione con la raccolta della
discografi a di questo compositore: darà modo a chi vorrà avvicinarsi, o approfondire la sua opera, di apprezzare i
differenti stili interpretativi dei molti direttori che si sono cimentati nell’esecuzione delle sinfonie. Ne risulterà, grazie
alla Sala Eufonica, una riproduzione esente da timbriche e colorazioni che restituisce all’ascoltatore il segnale più
vicino alla registrazione originale.
In conclusione, la Sala Eufonica della Biblioteca Fumi può essere considerata come un centro di documentazione,
ascolto e formazione di altissima e rara qualità, che giunge a coronare le vocazioni culturali del territorio (es. Umbria
Jazz Festival), aprendo al tempo stesso prospettive di dialogo con livelli specialistici della professione e della ricerca.
www.elviselettronica.itl i elettronica.itt
Exhibo S.p.A.
Via Leonardo da Vinci, 6 - 20057
Vedano al Lambro (MI)
Tel. 039 49841, Fax 039 4984282
www.exhibo.it
Giuliano Bastianello di Elviselettronica, ritratto
nella Sala Eufonica
Uno dei diffusori Klein & Hummel O300 utilizzati
per gli effetti
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soluzioni
Le Olimpiadi (Invernali) del video Tutta Vancouver in HDImmagini televisive in alta defi nizione, videocamere di sicurezza in HD, illuminazione LED per gli studi televisivi, fl ussi di dati, messaggi di digital signage e servizi di videoconferenza: questo il contesto tecnologico entro il quale ha avuto luogo l’ultima edizione dei giochi invernali. Apertura a ogni segnale, sicurezza, affi dabilità e risposte in tempo reale, queste le necessità che i referenti tecnici si sono trovati ad affrontare
Carlo Solarino
Conn_23.indb 32Conn_23.indb 32 12/04/10 15.1212/04/10 15.12
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soluzioni
Le Olimpiadi sono sempre più spesso una gara di sistemi multimediali. E ne sono ultima testimonianza anche
i recenti giochi olimpici invernali canadesi dove hanno trionfato le immagini in alta defi nizione Full HD. E non
solo per le riperse di slalom, pattinaggio o fondo, ma anche per le telecamere di sicurezza e per i tanti messaggi
diffusi col digital signage, inoltrati un po’ ovunque su spalti e piste. L’alta defi nizione richiede, lo precisiamo,
dei fl ussi di dati ben superiori a quelli in defi nizione standard, dove dunque i Gbps si sprecano e le dorsali non
possono che essere in fi bra ottica.
Al di là però di riprese e riproduzione di immagini, come gestire e distribuire i tanti miliardi di bit che ovunque
le veicolavano? Il problema è stato risolto affi dandosi alla piattaforma Crestron Digital Media che, unitamente
al software RoomView Server Edition, è stata prescelta da parte del Comitato Olimpico quale cardine di
circolazione per audio, video e dati in tempo reale all’interno dell’arena di neve dei Giochi. Accanto a Crestron,
il successo tecnico della manifestazione è stato affi dato ad altri prestigiosi marchi, come Panasonic, che ha
fornito dai registratori HD ai mixer audio e video, videoproiettori e TV color, Sony con le telecamere, Canon
per le ottiche, Jvc con i display, AVID per il montaggio dei contenuti, EVS e Omneon per i videoserver,
Sennheiser per i microfoni, Yamaha e Studer per i mixer audio, Lawo per le matrici di distribuzione, Christie per
i videoproiettori e Vitec Group per l’illuminazione LED. Diffi cile, scrivendo di un evento come questo, rendere
giustizia a tutti coloro che vi hanno contribuito: in questa sede ci siamo limitati a fornirvi
una panoramica delle informazioni giunte in redazione.
Le riprese in Full HD
Il teatro multimediale delle Olimpiadi, rispondente peraltro all’impostazione degli
impianti di gara, comprendeva due siti da circa 150 km2 ciascuno, di cui il primo nella
stessa Vancouver per le competizioni da stadio (pattinaggio artistico, hockey, ecc.) e il
secondo nella cittadina di Whistler, a 125 km di distanza, per quelle su campo (fondo,
slalom, salto, ecc.). In quest’ambito hanno agito cinque regie fi sse, per un totale di 37
telecamere tutte in Full HD con immagini da 1.920x1.080 pixel, e 22 OB Van, i mezzi
mobili per esterni, con ben 400 telecamere anch’esse tutte in alta defi nizione, oltre a
numerosi camcorder per servizi giornalistici ENG. Per le telecamere da studio e su campo
in HD il marchio predominante è stato Sony, con i modelli HSC-300 con ottiche Canon
e HDC-1500/1400, gestite da mixer, sempre Sony, MVS-8000G. Tra le apparecchiature
portatili fi guravano inoltre 20 camcorder PDW-800 XD, 150 deck recorder ottici XDCAM
PDW-F1600 e cinque suite di editing lineare XDCAM, sempre ottici. Tra i molti noti marchi
del broadcast, Panasonic è da anni partner uffi ciale delle manifestazioni olimpiche, quindi
ha fornito in particolare 150 camcorder di vari modelli, oltre a 60 registratori HD allo
stato solido con schede P2, 600 monitor di controllo, sei mixer video e 91 mixer audio.
La parte di monitoraggio è stata sostenuta ampiamente anche da JVC con monitor da
17”, 20” e 24”. Compito del Digital Media di Crestron era dunque quello di supportare
il trasferimento dei segnali su backbone in uscita dalle regie, per inoltrarli all’unità
centralizzata di gestione e controllo. La Control Room provvede a sua volta a smistare i
segnali verso le rispettive destinazioni, siano esse trasmissioni in diretta, canali via Web,
videoserver di registrazione per fruizioni in differita e così via. Tutta la Control Room è
stata attrezzata con numerosi display di monitoraggio per ciascuna sorgente, anch’essi
con segnali gestiti tramite Digital Media e i suoi numerosi moduli di interfaccia.
Olimpiadi in TV
A supporto delle trasmissioni
radiofoniche e televisive delle
manifestazioni olimpiche interviene
l’apposita organizzazione OBS, Olympic
Broadcasting Service, con strutture di
ripresa, emissione e gestione dei diritti.
A essa fanno capo i cosiddetti RHB,
Right Holding Broadcaster, ovvero le
emittenti di tutto il mondo che, pur non
essendo presenti e dietro pagamento
dei relativi diritti, ricevono e diffondono
i programmi alle rispettive utenze. Ma
l’OBS gestisce anche le presenze dirette
(tra cui la Rai) che effettuano riprese ed
emissioni in proprio. In particolare, tra
riprese su campo, da studio e spazi di
approfondimento, la Rai ha realizzato
100 ore di programma (circa sei ore al
giorno per i 16 giorni dell’evento) diffuse
sui suoi tre canali, oltre a Rai Sport e
a un canale in HD entrambi in digitale
terrestre per le zone servite; e Sky Italia
vi ha prodotto ben 2.000 ore per i suoi
cinque canali sportivi tutti in HD.
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soluzioni
Ma qual è il bitrate richiesto per queste situazioni, tutte in alta defi nizione? I
segnali, in fase nativa non compressi e quantizzati su 10 bit, presentano un
totale di 1,485 Gbps per ciascun fl usso (per gli appassionati, questo numero
è ottenuto moltiplicando la frequenza di campionamento del Full HD di
74,25 MHz per il numero dei bit, 10 nel nostro caso, e raddoppiando il tutto
per la presenza simultanea dei due segnali di Luminanza e Crominanza). In
defi nitiva, circa 1,5 Gbps audio compreso, per ciascuna regia, per un totale
dunque di 7,5 Gbps da smistare e gestire sempre in tempo reale. Tali fl ussi
comprendevano anche l’audio trasmesso unitamente al video in modalità
“embedded”, ovvero nascosto nelle scansioni di ritorno di quadro.
L’impianto di sicurezza
Anch’esso organizzato sulle due medesime grandi aree di riferimento e
composto da un elevato numero di telecamere (Panasonic ne ha fornite
1.200), l’impianto di sicurezza ne comprendeva in particolare circa un
centinaio in HD, gestite sempre da Digital Media. Rispetto a quella dell’area
broadcast, la struttura di gestione dei segnali era più articolata e complessa,
imposta dall’esigenza di farli confl uire non più a uno bensì a due nodi di
riferimento: il Centro di Controllo Master o EOC Emergency Operational
Center attivo in sede locale e il Centro del Comando Militare, in sede remota.
Ciascun centro, a sua volta, è stato equipaggiato con svariati display multi-
windows gestiti tramite il Crestron DVPHD (Digital Video Processor HD),
un video processore capace di fornire fi no a otto fi nestre simultanee in full-
motion. Il Centro Master e il centro Militare avevano il pieno controllo su
ogni segnale in arrivo e sulle rispettive strutture di backup, ottenuto tramite
i touchpanel Crestron TPS-15. Ogni segnale inoltre, attraverso un sistema
di più switcher 16x16 in cascata, era indirizzato ad altrettanti videoserver
che hanno provveduto, sia pure temporaneamente, alla registrazione delle
immagini di tutte le telecamere.
Digital signage, sale stampa e videoconferenze
Oltre alle riprese e alla sicurezza, l’intero impianto era ben più complesso.
Come avviene ormai spesso negli stadi, accanto alle due reti precedenti è
stata infatti attivata una struttura basata su grandi schermi riportanti, oltre
alle immagini correnti, dati o classifi che sulle gare in corso, con inoltro anche di contributi in digital signage. Per
quanto riguarda appunto il monitoraggio al pubblico, oltre ai già citati Sony e JVC, Panasonic ha contribuito
con 29 grandi schermi a LED variamente dislocati su stadi e piste nonché, in alberghi e sale conferenza, 17
videoproiettori DLP e 3.000 Tv color. Nuovamente il segnale, non più in formato video bensì in confi gurazione
RGB/VGA ovvero generato da computer, è stato instradato e gestito da matrici DM Crestron equipaggiate
con adeguate interfacce. E non è ancora fi nita. Le aree coperte da servizi multimediali si spingevano alle sale
stampa e alle sale conferenza per interviste o meeting, variamente dislocate negli edifi ci circostanti l’area delle
gare. Inoltre è stato allestito a cura di Panasonic un sistema di videoconferenza in HD tra Vancouver e Whistler,
dedicato alla comunicazione tra allenatori e atleti.
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www.avid.com
www.evs.com
www.lawo.de
www.Jvc.eu
www.omneon.com
www.eu.panasonic.com
www.sennheiser.com
www.sony.com
www.studer.ch
www.yamaha.com
Quanto mai vari i relativi formati di segnale (profi li nativi o ridotti, formati pieni o
compressi), e tutti ancora trattati dal Digital Media. Un importante ruolo è stato coperto
in particolare dalle matrici stand-alone DM-MD8x8, per l’instradamento primario
antecedente l’ingresso in rete esterna, tutte operanti in fi bra ottica nell’intento di
assicurare massima sicurezza, riservatezza e protezione ai contenuti. La completa
piattaforma di gestione e distribuzione dei segnali, oltre al Digital Media, ha previsto il
software RoomView® Server Edition con caratteristiche di gestione anche da remoto.
La gestione dei segnali in ogni sala è stata affi data al pannello pushbutton MP-B10,
mentre il trasmettitore DM-TX-300N-F assicurava la connettività a computer locali,
laptop individuali e qualsiasi altro terminale portatile a disposizione dell’ampia schiera di
giornalisti.
Amplifi catori e mixer audio in particolare, sono stati collocati nelle sale centrali di controllo,
eliminando la presenza di rack di apparecchiature a vista. Tra i marchi coinvolti, Yamaha con
DM2000 e Studer con Vista 8, poi banchi e matrici di distribuzione Lawo.
Il Digital Media di Crestron
Lanciato all’inizio dello scorso anno, il sistema di distribuzione Digital Media di Crestron,
basato su matrici di commutazione 8x8, 16x16 oppure 32x32, è in grado ritrattare
qualsiasi segnale analogico o digitale audio video dati a oggi conosciuto, compresi
dunque quelli in HD in ogni loro aspetto fi no al Full HD (1.920x1.080 interlacciati e
progressivi), con i relativi segnali audio surround nelle versioni a 5.1 oppure 7.1 canali.
Ingressi e uscite nei confronti delle matrici sono rappresentati da schede universali
di interfaccia, con conversione dei segnali in formato adatto a trasmissione in cavo
Cat5e/Cat6 o fi bra ottica in relazione alle distanze, e riconversione ai formati nativi per
riproduzione sulle apparecchiature terminali. Malgrado la complessità e il peso dei
segnali soprattutto se in alta defi nizione, l’operatività è sempre in tempo reale, senza
latenze intrinseche che limiterebbero il livello di qualità dei risultati. Ciò viene ottenuto
grazie alle prestazioni generali di sistema e, in particolare, alla tecnologia proprietaria
Quick Switch che, basata su apposito DSP, agisce in modo ottimizzato tagliando qualsiasi tempo morto anche negli
intervalli tra i pacchetti di dati.
Nell’installazione di Vancouver le schede per uso televisivo, il cui montaggio avviene tramite due sole viti, rientravano
nella famiglia dei segnali SDI/HD-SDI (Serial Digital Interface/High defi nition SDI) con velocità operative di alcuni Gbps e
trasmissioni in fi bra. Nelle installazioni per Digital Signage e videoconferenze, le schede rientravano invece nelle famiglie per
segnali DVI e Display Port.
Ancora in merito all’alta defi nizione, il cavo non schermato Cat5e supporta distanze di collegamento fi no a 30-45 metri, in
relazione alla scansioni interlacciate o progressive; il cavo schermato Digital Media Cat6 distanze di 65-70 metri; mentre la
fi bra raggiunge distanze di 1.000 metri anche su segnali “deep color” ovvero basati, anziché sui soli 8 bit delle applicazioni
consumer, sui 10, 12 e anche 16 bit per miliardi e miliardi di sfumature (ma anche dai bitrate e pesi ben più elevati).
www.crestron.com
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36 aprile / maggio ‘10 • n. 23
vox technologica
High-Defi nition Multimedia InterfaceThe never ending story?
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vox technologica
Abbiamo già trattato in parte l’argomento nel numero 17 di Connessioni (Aprile/Maggio 2009), ma torniamo sul famigerato standard HDMI e alla release 1.4a, che ha introdotto delle varianti che faranno sicuramente discutere
Alberto Pilot
Se è pur vero che lo standard HDMI è prettamente legato al mondo consumer, trattando a livello video
defi nizioni PAL, NTSC e soprattutto ATSC, e a quello audio le codifi che multicanali in alta defi nizione dei
Blu-Ray Disc, è altrettanto innegabile che moltissime apparecchiature del settore pro sono dotate di questo
tipo di connessione; basti pensare ai distributori di segnali, alle matrici e anche a qualche sorgente. VESA,
sul versante pro, non è rimasta a guardare questa sorta “d’interferenza” da parte del consorzio HDMI, e ha
prodotto le white paper del suo DisplayPort, giunto alla release 1.2 poco prima della fi ne del 2009, introducendo
alcune varianti molto simili a quelle previste proprio nella connessione per l’alta defi nizione audio video a livello
domestico.
Oggi giorno la guerra degli standard si gioca a livello di royalty e di brevetti, tanto che analizzando le due
“varianti” di questo tipo di interfaccia (la HDMI per il mondo consumer e la DisplayPort per quello professionale,
appunto) si nota come ci sia una sovrapposizione di gran parte delle caratteristiche, in modo da garantire una
sorta di “compatibilità multipla” nel caso si dovesse gioco forza costituire una catena audio video complessa,
con elementi appartenenti all’uno e all’altro mondo. La cosa ovviamente interessante è che invece questo
aspetto genera per lo più confusione nel mercato e soprattutto negli utilizzatori delle apparecchiature stesse.
In questo approfondimento ci occuperemo specifi catamente della High-Defi nition Multimedia Interface, quella
“acca-di-emme-i” che mezza Italia chiama “acca-di-em-ai” in una sorta di commistione italo-anglofona che non
rende giustizia a nessuno dei due idiomi.
Cominciamo da un passo indietro
Per chi si fosse perso il numero 17 di Connessioni o per qualche motivo non utilizzi spesso connessioni di
questa tipologia, riassumiamo brevemente i concetti di base dello standard HDMI.
Nell’epoca della TV e dei display in alta defi nizione, si rendeva necessario trovare un tipo di cablaggio che
fosse semplice da utilizzare per la maggior parte dei consumatori, che veicolasse possibilmente fl ussi audio e
video e che andasse a sostituire la problematica e anacronistica presa SCART presente nella quasi totalità dei
display, per lo più ora digitali. Il mondo “pro” (VESA, Video Electronics Standards Association) già da tempo
utilizzava una connessione digitale (la DVI) potenzialmente utile per questi usi, ma che non conteneva l’audio
(fondamentale per un sistema domestico di qualsiasi dimensione) e soprattutto non era blindata dal punto di
vista della trasmissione dei segnali. Al miglioramento delle caratteristiche tecniche di display e sorgenti, infatti,
corrispondeva un aumento anche della capacità degli hacker di copiare contenuti presenti su supporti sia solidi
(dischi, DVD o hard disk) che liquidi (etere o internet). Se da un lato questo
ha comportato l’iniziale entusiasmo dei pirati armati di eMule o BitTorrent,
dall’altro ha stizzito non poco i produttori di contenuti, specialmente
i signori delle Majors, che rappresentavano la grande maggioranza
dell’offerta piratata. Dopo uno scambio di opinioni (più politiche che
tecniche) è stato introdotto il ben noto protocollo HDCP, acronimo di
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38 aprile / maggio ‘10 • n. 23
vox technologica
High-Bandwidth Digital Content Protection, ossia il sistema anticopia
digitale per i contenuti in alta defi nizione. E qui sono iniziati i dolori.
Basato su una coppia di chip (trasmettitore e ricevitore) contenenti delle
chiavi di criptatura, questo protocollo assicura che la trasmissione del
segnale digitale dalla sorgente al display avvenga in modo il più possibile
sicuro, così da scoraggiare i pirati di contenuti audiovisivi. D’altro canto ha
introdotto una variabile supplementare fra la produzione del segnale e la
sua visualizzazione, soprattutto se fra questi due elementi ci sono altri anelli
della catena audio video come distributori, extender, processori di segnale
e via dicendo. Per assicurare la visualizzazione a valle del segnale, difatti, è
necessario stabilire una connessione fra chi spedisce il segnale (sorgente)
e chi lo visualizza (display), operazione che prende il nome di handshake
(stretta di mano) e che richiede un tempo variabile da qualche frazione di
secondo a un paio di secondi, problema che sembra essere stato risolto
recentemente da alcuni marchi che operano nell’integrazione tecnologica.
Lo stesso HDCP ha introdotto problematiche supplementari dal punto di
vista della compatibilità fra sorgenti, display e altre elettroniche dotate di
connessione HDMI, proprio in funzione della release di questi chip interni
che, per i più svariati motivi, non sempre appartenevano alle medesime
unità di produzione. Cosa che ha comportato anche dei danni seri ai display
(notissimo il caso del primo decoder HD di Sky che “bruciava” la scheda
input dei plasma Kuro XGA di Pioneer). Oggi giorno le cose sembrano
più stabili, ma ecco che la recente immissione nel mercato dei display
compatibili con materiale 3D ha stravolto ancora tutto.
Gli standard HDMI
Come tutti gli standard che si rispettino, soprattutto quando fi gli di più
interessi, anche questo protocollo ha subìto delle varianti, in alcuni casi
sostanziali, dalla sua immissione sul mercato nel lontano 2002 a oggi.
Questo per venire incontro a nuove, sopravvenute esigenze, e soprattutto
nella maggior parte dei casi per dare “un colpo al cerchio e uno alla botte”
e non scontentare nessuno degli appartenenti al consorzio HDMI. Vediamo
nel dettaglio questa evoluzione:
Versione 1.0; rilasciata nel dicembre del 2002, ha dato il via allo standard
pensato per soppiantare la SCART. La circuitazione, appannaggio del
trattamento dei segnali, permetteva un Bitrate massimo di 4,9 Gb/s con
una capacità di visualizzazione di 165 Mpixel/s, indispensabili per un fl usso
video 1.080p a 60Hz, e una capacità audio fi no a otto canali con codifi ca
massima 192 kHz/24 bit.
Versione 1.1; dopo un anno e mezzo, nel maggio 2004, viene introdotto il
supporto addizionale per la protezione dei contenuti dei DVD Audio (brevetto
MLP di Meridian), in precedenza ascoltabili solo tramite connessione
analogica multicanale 5.1 da sorgenti dotate di decoder interni.
Il diagramma del connettore HDMI 1.4.
Le possibilità offerte dal nuovo standard HDMI 1.4: comunicazione
bidirezionale su Ethernet
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vox technologica
l’officina delle idee
AD
MA
RC
A .it
Euromet SrlZona Ind.le Brodolini_60025 Loreto (An) ItalyTel. + 39 071 976444_Fax +39 071 [email protected]
Versione 1.2; nell’agosto 2005 è toccato a Sony fare la voce grossa: è stato inserito nello standard il supporto
anche per i SACD (Super Audio CD), antagonista naturale, sviluppato dal colosso nipponico, proprio del DVD-
Audio che, con il tempo, avrà la peggio sul mercato. Con questa versione la HDMI viene anche esportata nel
mondo IT e arriva on board di schede video da PC. Con essa lo spazio colore a disposizione acquista anche
l’RGB, affi ancato al già precedente YCrCb.
Versione 1.3; qui le cose si fanno già più “serie”, e dal giugno 2006 ai giorni nostri la quasi totalità delle
elettroniche che si fregiano del logo HDMI sullo chassis sono dotate dell’ultima variante 1.3a. Il Bitrate viene
aumentato considerevolmente, raggiungendo i 10,2 Gb/s ed è supportato il DeepColor, ossia uno spazio colori
esteso (xvYCC) e la gestione (opzionale) per una profondità colore a 30/36/48 bit per componente colore (RGB
o YCbCr), a tutto vantaggio dei segnali video molto risoluti. È supportata la funzionalità di lip-sync automatica
(lo sfasamento temporale causato dalla diversa tempistica di elaborazioni video rispetto all’audio), e soprattutto
l’opzione per il bitstream dei fl ussi audio non ancora decodifi cati per le colonne sonore Dolby TrueHD oppure
DTS-HD Master Audio; questo perché i decoder/processori/preamplifi catori a valle possano prendersene cura,
estrapolando l’alta risoluzione audio direttamente dai dischi Blu-Ray (o dagli oramai defunti HD-DVD).
Assieme a questa release arrivano anche tre tipologie di connettori, due dei quali elettricamente compatibili
mediante un adattatore meccanico opzionale o un cavo terminato con i seguenti due tipi di connettore: A
a 19 pin, quello presente praticamente dovunque sin dall’inizio dello standard, e C, detto anche in gergo
impropriamente mini-HDMI perché di dimensioni quasi dimezzate rispetto al tipo A e appannaggio di dispositivi
portatili. Il connettore di tipo B prevede invece 29 pin e il trasporto di una banda passante doppia rispetto agli
altri due, sebbene in commercio non ci siano attualmente elettroniche dotate di questo connettore.
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40 aprile / maggio ‘10 • n. 23
vox technologica
HDMI 1.4 - 3D, Ethernet e feedback audio
Arriviamo fi nalmente al piatto forte, e parliamo della versione 1.4, rilasciata a maggio 2009 ma arrivata
fi sicamente a bordo di alcuni display, lettori BD e pre/amplifi catori dopo il CES di Las Vegas del gennaio scorso.
La presa HDMI 1.4, sebbene sempre di tipo A, porta con sé sostanziali cambiamenti, soprattutto per la
visualizzazione di immagini tridimensionali stereoscopiche: dato che, ancora una volta, sono diversi gli standard,
per il 3D la 1.4 ne supporta opzionalmente fi no a sette diversi. Però la cosa “simpatica” è che non si ha la
certezza che sorgente e display parlino la stessa lingua, sebbene entrambi predisposti al 3D, e l’unico modo
per essere sicuri del corretto funzionamento del sistema è collegare il tutto e provare. A correre parzialmente
in aiuto del mercato sono giunte le white paper della release 1.4a, rilasciate proprio a inizio marzo 2010, quindi
freschissime e tutte ancora da verifi care sul campo.
Praticamente, con l’adozione della variante “a” il supporto di alcuni formati 3D è diventato obbligatorio, con (a
titolo di esempio) un frame packing di 1.080p a una frequenza di scansione di 23.98/24 Hz, per la visione dei
fi lm; per le trasmissioni broadcast, invece, il tutto si complica in funzione di tipo e trasmissione dell’immagine,
se side-by-side horizontal oppure top-and-bottom, con diverse risoluzioni e frequenze di quadro. Tutti i nodi
vengono al pettine, però, visto che i display dotati di HDMI 1.4a devono supportare tutti i formati di trasmissione
3D, mentre per le sorgenti dotate della medesima connessione, ne basta solo uno! Il che ci fa tornare alla
situazione di partenza, con un sicuro malcontento di chi si appresta ad acquistare un nuovo sistema audio video
e vorrebbe (condizionale d’obbligo) rimanere al passo con i tempi.
A prescindere da questa (poco) velata polemica, i nuovi chip Silicon Image trasmettitori Sil9334 e ricevitori
Sil9387 permettono la scansione di quadro a ben 240 Hz, e soprattutto (per la felicità di qualche system
integrator) la comunicazione bidirezionale con connessione Ethernet fi no a 100 Mbps e lo streaming del fl usso
audio, compreso canale audio di ritorno. Questo in soldoni signifi ca che, per esempio, avendo un lettore BD
Facile dire HDMI...
Per quanto riguarda i cavi, la nuova release 1.4a cerca di fornire delle indicazioni più chiare sul tipo di connessione, e di
semplifi care la vita all’acquirente. Ecco che le “compatibilità” perdono il suffi sso numerico e vengono distinte da sigle e da un
apposito bollino. Vediamo le varianti in carrellata:
Cavo standard HDMI; ormai anacronistico, supporta al massimo una risoluzione 720p o 1.080i, quindi inadatto anche per le
console gioco di ultima generazione, senza voler scomodare i lettori Bly-ray Disc. Da lasciare accuratamente dove lo si trova.
Cavo HDMI High Speed; la variante del precedente ma dotato di banda passante più estesa, in grado di gestire le risoluzioni
da full HD a 1.080p, ma anche superiori, tipo la 2.560x1.600 punti. Probabilmente il cavo che avrà ancora maggior diffusione e
utilizzo.
Cavo standard HDMI con supporto Ethernet; un incompiuto… ha difatti a disposizione le novità introdotte dall’ultima release
dello standard, ma a banda passante limitata.
Cavo HMDI High Speed con supporto Ethernet; parliamo del cavo da acquistare se si dispone di un sistema audio video
predisposto per il 3D a piena risoluzione Full HD, o per impianti semiprofessionali. Dato che è costruito fi sicamente in modo
diverso dagli altri (migliore schermatura e altre accortezze strutturali), probabilmente sarà anche il più costoso per qualche tempo.
Cavo standard HDMI per applicazioni automotive; appannaggio dagli installatori Car-Audio, trasporta un segnale audio video
digitale fra la/e sorgente/i e il/i monitor di bordo. La risoluzione 1.080p in questo caso sarebbe superfl ua, ed ecco che l’uso di un
cavo per segnali a “banda ridotta” è probabilmente giustifi cato.
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vox technologica
(precedentemente collegato a un sistema di supervisione in Seriale
o LAN) collegato in HDMI 1.4 con un preamplifi catore audio video e,
sempre con la stessa connessione, anche a un display compatibile,
sarebbe possibile comandare direttamente le elettroniche a valle
del lettore stesso senza ulteriori cablaggi. Magari il decoder
DDT all’interno del display si potrebbe “sentire” sull’impianto
multicanale della sala, anche qui senza ulteriori connessioni fi siche.
Interessante, anche se all’atto pratico non so quanti professionisti
abbiano avuto la possibilità di provare sul campo la bontà e
l’affi dabilità di questa soluzione.
La banda passante del video è stata così estesa da rendere
teoricamente possibile la gestione di un doppio fl usso video 3D in
1.080p, ed è utilizzabile anche per le risoluzioni 2K e 4K proprie del
DigitalCinema a 24 fps o 30 Hz; lo spazio colore è stato poi esteso
secondo lo standard Adobe RGB, così da garantire una fedeltà
cromatica più “semplice” da gestire, con tutta la catena di cattura e
riproduzione dei contenuti settata sullo stesso standard. Dal punto
di vista dei connettori, con questa variante, ne sono stati introdotti
di due tipologie: il Type D, detto Micro-HDMI, che sarà utilizzato
per player portatili Mp3 o telefoni cellulari e smartphone di ultima
generazione, e il Type E, per impianti audio video delle automobili.
Tutto più chiaro e semplice? Probabilmente no
Non va però dimenticato che le nuove funzionalità della HDMI 1.4a sono abilitate solo e soltanto in presenza
dell’ultima variante dei chip Silicon Image a bordo delle elettroniche, per cui non c’è alcun modo di aggiornare
le precedenti apparecchiature dotate di HDMI 1.3a... Questo in un sol colpo rende obsoleto il 98% del parco
macchine presenti sul mercato. Non male! Per lo stesso motivo, fra due apparecchiature di nuova generazione
dotate di 1.4 è tassativo l’uso di cavi certifi cati per queste connessioni, altrimenti non ci sarà trasmissione del
fl usso audio video e tanto meno delle funzionalità Ethernet o legate al canale di ritorno dell’audio digitale.
Se avete qualche cliente, quindi, che vi chiede un upgrade dell’impianto in prospettiva 3D, sappiate che
dovrete dirgli che quanto è stato installato solo pochi mesi fa, va sostituito
con hardware completamente nuovo: quello che gli avete consigliato e
suggerito (in completa buona fede e coscienza), non funzionerebbe con
questo tipo di segnali. Edifi cante, no?
Certo, non avendo la sfera di cristallo non è possibile esser sicuri
che non vengano immessi velocemente e massivamente sul mercato
contenuti tridimensionali, tuttavia il 3D non pensato in ottica professionale
(simulazione, ologrammi, prototipizzazione virtuale) appare come una
tendenza probabilmente passeggera… quello che è interessante per i
system integrator, invece, è la funzionalità legata all’Ethernet e alle stringhe di comando e supervisione delle
apparecchiature a valle di quelle già collegate, per semplifi care il cablaggio e la pulizia dell’installazione.
Ma forse un po’ poco rispetto alla rivoluzione che avrebbe dovuto essere questo nuovo standard.
www.hdmi.org
www.hdmi.org/manufacturer/
trademark_logo_pub.aspx
www.vesa.org
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vox technologica
L’orario di uffi cio, il traffi co e l’automobileOvvero le variabili e i possibili ritardi nella trasmissione audio e video
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vox technologica
In precedenti numeri di Connessioni ci siamo occupati dei motivi della “vittoria” del TCP/IP e della codifi ca e compressione dei video in digitale. È ora giunto il momento di fare una sintesi dei due argomenti e parlare delle modalità, delle opportunità e dei problemi del trasporto dell’audio e del video digitale su una rete basata sui protocolli della suite TCP/IP, sia essa la “Grande Rete” ovvero Internet, piuttosto che una LAN aziendale oppure una rete installata ad hoc per un evento particolare e temporaneo
Alberto Forchino
In questo testo sui problemi della trasmissione di segnali sulle reti, la nostra attenzione sarà comunque
concentrata sulla trasmissione del video e dell’audio “di qualità” su una rete, poiché diamo per assodato
che su una qualsiasi rete non è ormai un problema trasmettere video con codifi che ad alta compressione e
grosse perdite di informazioni, quali sono quelli a cui ci hanno abituato i social network e youtube.com. Senza
naturalmente voler toglier loro il merito di permettere al grande pubblico di usufruire e distribuire contenuti
video con una facilità che solo dieci anni fa era impensabile. Prenderemo in esame il trasporto dei segnali a
livello 3 e 4 della pila OSI, lasciando fuori i protocolli di trasmissione ai livelli 6 e 7, sviluppati espressamente
per l’audio e per il video.
Le caratteristiche o grandezze fondamentali di cui dobbiamo tener conto quando pensiamo di utilizzare una
rete di telecomunicazioni, specialmente se basata sulla suite TCP/IP ma non solo, per il trasporto di audio e
di video sono tre: la banda netta che si ha a disposizione, il ritardo che si introduce e il jitter.
Banda, ritardo e jitter
La prima grandezza di cui parliamo è la banda: questo è un concetto ormai entrato nell’immaginario
collettivo, specialmente da quando i vari gestori di telecomunicazione, non volendosi fare la guerra sui prezzi,
hanno iniziato a farsi la guerra sulla banda che offrono ai propri utenti sbandierando l’illusione della banda
larga. La banda, di per sé, non è mai né larga né stretta, è solo adeguata o inadeguata ai nostri scopi e a
quello che vogliamo trasmettere o ricevere. La banda infatti non è altro che il diametro del tubo dentro il quale
far passare il fl usso d’acqua che sono le nostre informazioni. Quale fl usso dobbiamo fare passare, se un fi lo
d’acqua o un torrente in piena, nel caso della trasmissione del video dipende essenzialmente dalla codifi ca di
cui abbiamo parlato nell’articolo del numero 18 (ottobre/novembre 2009) di Connessioni.
Anche il ritardo è un concetto a cui ci siamo facilmente abituati, grazie alle trasmissioni televisive via satellite:
l’inviato che si trova in Papuasia sta parlando in un tempo T* ma noi lo vediamo e lo sentiamo in un tempo
T*+delta(t), ovvero il tempo che il segnale impiega ad essere recepito. Tutto questo non ci preoccupa affatto, anzi,
e quasi non ce ne accorgiamo fi nché si tratta della telecronaca in diretta della fi nale della gara di canottaggio della
Papuasia, diventa invece irritabilmente evidente quando si tratta del reportage di un inviato del telegiornale che
tenta di raccontarci in diretta le ultime evoluzioni di un fatto di cronaca e il suo direttore in studio lo interrompe
continuamente nel tempo T*+delta(t), ma l’inviato capisce di essere stato interrotto solo nel tempo T*+[2*delta(t)].
“Problemi” tecnici che, in realtà, problemi non sono ma caratteristiche fi siche del mezzo trasmissivo.
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vox technologica
Il concetto che non è invece così naturale e acquisito dalla maggior parte di noi è relativo al jitter o, meglio,
al jitter del ritardo. Nelle telecomunicazioni, il jitter è una brusca e indesiderata variazione di una o più
caratteristiche di un segnale, come l’intervallo, l’ampiezza, la frequenza o la fase fra due impulsi successivi.
Nelle reti, e in particolare in quelle basate sulla suite protocollare TCP/IP come Internet, il jitter si riferisce alla
variazione statistica nel ritardo dei pacchetti, causata dalle code interne ai router congestionati.
Per portare anche il jitter a una dimensione a noi familiare possiamo portare l’esempio, purtroppo sentito da
molti di noi, delle code che facciamo la mattina per andare la lavoro: se non c’è coda per andare in macchina da
casa mia al mio uffi cio ci impiego 6 minuti. Se c’è coda invece considero che per andare da casa mia all’uffi cio
ci posso impiegare 25 minuti. Se fosse sicuramente così sarebbe semplice: per essere in uffi cio alle 9 in punto
dovrei partire alle 8 e 35 e non avrei problemi. In realtà, purtroppo, non è così: poiché non conosco in maniera
deterministica il livello di congestione delle strade, se parto alle 8 e 35 posso arrivare alle 8 e 41 (ritardo minimo
introdotto dal mezzo trasmissivo, la strada, di 6 minuti) ma anche, con diverse probabilità, in un momento
qualsiasi tra le 8 e 41 e... infi nito! È sicuramente evidente a tutti che una situazione del genere, che fa innervosire
quando si è in macchina, è assolutamente inaccettabile se la macchina, che simbolizza il fl usso video, deve
arrivare in uffi cio per le 9,00 in punto.
Il caso dell’arrivo in uffi cio nel tempo “infi nito” è la quarta possibilità che dobbiamo considerare quando
trasmettiamo il video: il packet loss, ovvero la perdita dei pacchetti… nel nostro esempio, nel tragitto tra casa e
uffi cio la macchina ha fuso il motore.
Le tre immagini mostrano il comportamento
del protocollo TCP e la variazione
dell’ampiezza della fi nestra di trasmissione
in caso di congestione di rete.
In alto a sinistra:
Il grafi co del ritardo di rete rispetto al carico del canale trasmissivo
in caso di congestione
In alto a destra:
Il grafi co della capacità di trasmissione effettiva rispetto al carico
del canale trasmissivo in caso di congestione
In basso:
Il grafi co riunisce i due precedenti schemi e illustra il
comportamento del protocollo TCP e variazione dell’ampiezza della
fi nestra di trasmissione in caso di congestione di rete
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Packet Loss e ritardi
Il Packet Loss, cioè la percentuale dei pacchetti trasmessi che non arrivano a destinazione, è causato
generalmente da quattro fattori principali:
• malfunzionamenti della rete causati da linee con probabilità signifi cativa di errore sul bit;
• congestione causata da apparati di rete che non hanno suffi cienti risorse per gestire il volume di pacchetti
entranti, oppure causata da esaurimento della memoria dedicata alle code di uscita delle interfacce;
• transitori ossia confi gurazioni transitorie e incoerenti della rete dovuti alla convergenza di protocolli di
routing
• TTL=0 ovvero i pacchetti vengono scartati per azzeramento del TTL (Time To Live), informazione che indica
che il pacchetto ha attraversato troppi nodi di rete e quindi probabilmente ha già accumulato un ritardo
eccessivo.
Il ritardo in una rete di trasmissione deriva da cinque ulteriori fattori:
• ritardo di inoltro, ovvero il tempo che intercorre tra la ricezione di un pacchetto da parte di un apparato e il
suo accodamento sull’interfaccia di uscita;
• ritardo di accodamento, ovvero il tempo nel quale il pacchetto rimane in coda su una interfaccia in attesa
della sua trasmissione;
• ritardo di immissione, ovvero il tempo necessario a “scrivere” il pacchetto sul mezzo trasmissivo. Questo
tipo di ritardo dipende dalla dimensione del pacchetto e dal bit rate della tecnologia. e può essere diminuito
acquistando più risorse;
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esclusivo caratterizzano tutti i Large Format Display di Samsung. Ma ciò
che li rende davvero la scelta ideale è la loro versatilità: attirare l’attenzione
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vox technologica
• ritardo di propagazione, ovvero il tempo che impiega il segnale
a coprire la distanza tra sorgente e destinazione. Questo tipo
di ritardo dipende dalla velocità della luce e non può essere
diminuito in alcun modo; è il ritardo che causa le scenette
comiche dell’inviato che trasmette via satellite;
• ritardo di ritrasmissione.
Il jitter, essendo defi nito come la deviazione standard del One-
Way Delay (ritardo tra sorgente e destinazione) di trasferimento dei
pacchetti, dato dalla radice quadrata della varianza (la media dei
quadrati degli scostamenti dalla media) dei ritardi… in altre parole
è causato dall’insieme di tutti i fattori citati precedentemente.
Defi nire una metrica oggettiva per la valutazione delle qualità
video in applicazioni multimediali non è così banale: nonostante
siano chiari i fattori che possono dare problemi nella trasmissione
multimediale, bisogna modellare empiricamente la relazione tra
i parametri di rete e la qualità dello streaming video consegnato.
Bisogna quindi costruire una funzione in cui la qualità percepita
(MOSp ossia Mean Opinion Score predicted) sia messa in
relazione con il Packet Loss Ratio (PLR), il ritardo (DEL) e il jitter
(JIT). Avremo quindi MOSp = f(PLR,DEL,JIT).
I ritardi accettabili
Per concludere, diamo un po’ di numeri, ovvero presentiamo i
valori tipici accettabili per i diversi fattori che caratterizzano la rete
a seconda dei tipi di traffi co che dobbiamo trasmettere.
• Per il traffi co voce (skype o altri tipi di VoIP) la perdita di
pacchetti accettabile si aggira sull’1%, con un ritardo compreso
tra 150 e 200 millisecondi, un jitter medio di 30 millisecondi e una
banda compresa tra i 20 e i 120 kbps;
• per il traffi co video in streaming, ossia in una sola direzione, la perdita di pacchetti
accettabile si aggira sul 2% con un ritardo compreso tra i 4 e i 5 secondi. Il jitter non
è così rilevante e la banda dipende, come già detto, dalla codifi ca che si decide di
adottare;
• per il traffi co video in entrambe le direzioni, come una videoconferenza, la perdita
di pacchetti accettabile si aggira sull’1%, con un ritardo compreso tra 150 e 200
millisecondi, un jitter medio di 30 millisecondi e una banda di riferimento che si
aggira sui 384 kbps, ma che può variare notevolmente a seconda della qualità che
si vuole ottenere e alla codifi ca scelta.
Il ritardo e il jitter introdotti dalla rete
Valori accettabili dei parametri di rete per i differenti tipi di traffi co
a
www.ieee.org
http//:media.polito.it
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Prova a immaginare unmultiprocessore audiocompletamente configurabilenato con la qualità el’esperienza studio e live di BSSdotato di 12 ingressi micro/linea e 8 uscite, espandibili mediantecavo CAT 5 con protocollo BluLink a bassa latenza.
Immagina che con una sezionedi logica programmabile, 12 porte in ingresso, 6 di uscitaed una seriale RS232Cconfigurabile per il controllo di qualunque apparato(telecamere, registratori, etc)rappresenti non solo il cuore del sistema audio,
ma una completa regia digestione e automazione.
Pensalo con un software che ti consenta di costruire in pochi minuti pannelli dicontrollo per lui e per gli altriapparati connessi, utilizzabili in full screen dall’utente finale.
Prova a sognare un tutorial initaliano scaricabile dal sito cheti consenta di programmarne lefunzioni base nel giro di un’ora.
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48 aprile / maggio ‘10 • n. 23
approfondimenti
INFOCUS serie IN5500L’araba fenice risorge in OregonInFocus è un’azienda ben conosciuta a tutti i livelli da operatori e addetti ai lavori dei settori legati alla proiezione e al trattamento delle immagini. Recentemente il nuovo assetto societario ha permesso al grande pubblico di ritrovare, nell’offerta del costruttore americano, lo smalto e le qualità dei prodotti di un tempo
Alberto Pilot
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approfondimenti
Chi segue il mondo della videoproiezione da qualche anno non può che essere contento nel sapere che
uno dei player storici a livello mondiale ha deciso di scendere nuovamente in campo, con tutta una linea
di prodotti dedicati ai vari settori del mercato, dall’Home Theater (serie ScreenPlay) al professionale, oggetto
di questo approfondimento. La tecnologia dietro al progetto è sempre basata sul brevetto Texas Instruments,
quel DLP che genera le immagini grazie al suo chip opto-elettro-meccanico DMD e che recentemente ha
ricominciato a fare la voce grossa sul mercato, complici anche gli attacchi dei diretti concorrenti (LCD rifl essivi in
primis).
Grazie alla cortesia e alla professionalità di Jeff Meyer, sales manager per il Bel Paese di tutto il brand InFocus,
abbiamo avuto la possibilità di mettere le mani e gli occhi sulla nuova serie recentemente introdotta, la IN5500
appunto che, per prestazioni e posizionamento dell’offerta, rappresenta la punta di diamante della casa
statunitense. Questa è divisa in due “sottogruppi multipli”, poiché le differenze fra le varie versioni si identifi cano
nella risoluzione nativa del chip di TI, e nell’output in luminosità; otteniamo quindi questa confi gurazione:
• IN5502 & IN5532 = WXGA 1.280x800 punti mediante DLP 0,65” DC3
• IN5504 & IN5534 = WUXGA 1.920x1.200 punti, mediante DLP 0,67” DC3
e anche :
• IN5502 & IN5532 = 5.000 ANSI Lumen (4.000 Lm in modalità Eco)
• IN5504 & IN5534 = 7.000 ANSI Lumen (5.000 Lm in modalità
Eco)
Entrambe le famiglie sono poi munite di ruota colore a cinque segmenti
RGBYW, coadiuvata dall’algoritmo proprietario TI che risponde al nome
di Brilliant Color (qui nella sua variante non completa, un fatto tipico dei
proiettori per applicazioni pro e business oriented).
Quello che salta subito all’occhio di un osservatore esperto, è che
InFocus è la prima casa al mondo a proporre un DMD WUXGA di
diagonale contenuta rispetto al “classico” chip da quasi un pollice (0,95”
per la precisione), che presenta parte della concorrenza; la seconda
cosa, è che naturalmente per riuscire a garantire una luminosità così
elevata si è ricorsi a un engine ottico dotato di doppia lampada (Osram
unishape da 330W l’una), qui raffreddato con un sistema ibrido anche a
liquido, al posto del classico sistema solo a ventole.
Per quel che riguarda la diagonale del chip, vale la pena ricordarlo,
non è automatico che quanto più questa è contenuta, tanto più si
ottengano effettivi miglioramenti poi percepibili a video, tutt’altro. La
qualità dell’immagine è anche relativa alla bontà delle ottiche, dotate
di una funzione di trasferimento che deve garantire la risoluzione di un
tot di linee/millimetro sia al centro che ai bordi dell’immagine; infatti
queste si portano dietro una serie di problemi legati alla loro costruzione
(aberrazioni ottiche, geometriche e il famigerato lateral color, ossia la
sovrapposizione dei colori adiacenti a schermo, dotati di lunghezza
d’onda differente). Quindi, è concettualmente molto pericoloso ridurre
Notare vicino alle HDMI la presenza del connettore mini-USB per la connessione
Display Link. Accanto, la USB per la funzione Lite Port, e vicino alla seriale RS-
232 il plug di alimentazione a 5V che serve per dare energia al gateway Lite
Show II quando connesso
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50 aprile / maggio ‘10 • n. 23
approfondimenti
la diagonale del DMD a parità di risoluzione, perché gioco forza la
dimensione del pixel a schermo sarà più piccola, e quindi tutti i problemi
(teorici) appena menzionati vengono evidenziati in modo più marcato,
essendo le tolleranze di produzione indicate in area pixel o porzioni di
essa. A onor del vero, comunque, sebbene non abbiamo visto immagini
test particolarmente ostiche sotto questo punto di vista, il quadro
generale si è dimostrato sempre compatto, a fuoco su tutta la superfi cie
e personalmente non ho notato difetti evidenti con le ottiche standard
montate a bordo (1,45-1,93:1 1,33x).
Sempre in tema di ottiche, compresa quella citata, il parco lenti ne conta
cinque: dal grandangolo al super tele, passando per quelle a “tiro medio”.
Peculiarità dell’offerta InFocus è che ognuna di queste lenti di proiezione
ha il medesimo costo di listino. E proprio sul listino si gioca anche parte
dell’aggressività dell’offerta di questi proiettori che, per sbaragliare la
concorrenza (soprattutto quella che si appoggia su altra tecnologia),
deve per forza essere molto competitivo: per portarsi a casa una macchina
WUXGA doppia lampada con ottica standard in dotazione, sono richiesti
8.249 € (iva esclusa).
la dotazione software e le caratteristiche salienti
Pur ribadendo una banalità, è chiaro che un videoproiettore è costituito
da tre parti fondamentali :
• l’elettronica di bordo;
• l’ottica e il “percorso di luce”;
• il fi rmware interno e il software di gestione dell’apparecchio.
Sulla combinazione e sinergia di questi elementi si creano davvero le
differenze (a volte anche macro) fra macchine che sulla carta sono “simili”
per risoluzione e tecnologia. Un proiettore con vocazione professionale come questo non può quindi esimersi
dal proporsi sul mercato includendo alcune soluzioni peculiari che ne caratterizzino l’offerta.
Un primo vezzo estetico (ma che sempre più è richiesto anche dai progettisti di sale conferenze o spazi non
necessariamente privati) è rappresentato dalla cover dello chassis intercambiabile e dotato di fi niture diverse,
per meglio adattarsi all’estetica dell’ambiente dove è installato. Tutta la forma esteriore della serie IN5500 è
pensata per essere gradevole e di buon impatto visivo, tanto che anche il telecomando non fa eccezione.
Dal punto di vista del parco connessioni, troviamo l’indispensabile per questa classe di prodotto: passando dalle
prese HDMI alla DB-DH15, dalle Component alle CVBS (già, ancora nel 2010); arricchiscono la dotazione una
porta seriale RS-232, una LAN su RJ-45, un trigger a 12 V per lo schermo, una presa per il telecomando a fi lo
(opzionale e quanto mai comodo in alcune situazioni impiantistiche), cinque porte audio stereo assegnabili (il
proiettore è dotato di due speaker interni da 5 W ciascuno) e infi ne una porta per Display Link e una per Light Port.
Vediamole nel dettaglio: la Light Port è una presa USB che, grazie a un software interno al proiettore, permette
di collegare una penna USB (o un drive USB esterno) e far girare delle immagini in formato .jpeg o degli
Alcune cover per rivestire l’esterno dell’IN5500, a seconda dei colori
dell’ambiente nel quale verrà inserito
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approfondimenti
slide-show senza l’ausilio di un computer esterno. Il Display Link è invece
un brevetto di peso specifi co maggiore, poiché permette un collegamento
video digitale – digitale fra proiettore e sorgente (un laptop o un computer,
tipicamente) semplicemente con un cavo USB. Una volta connessi al computer
(quindi anche ai Mac, che non necessiteranno più di adattatori esterni per
l’uscita video) sarà suffi ciente attendere l’installazione dei driver del sistema
(procedura automatica) e l’immagine comparirà a schermo. La banda passante
dello standard USB 2.0 garantisce un apporto di dati video al proiettore tale
che è possibile connettere (mediante uno HUB esterno), fi no a sei display
contemporaneamente, ovviamente se la bontà della scheda video del computer
lo permette. Quando poi non sia possibile raggiungere agevolmente il proiettore
con il cavo, perché questo si trova appeso al soffi tto o in posizioni non
comode, esistono due tipi di soluzioni. La prima è un extender che richiede un
solo cavo Cat5e fra trasmettitore e ricevitore e permette di coprire fi no a 100
metri di tratta; la seconda è un adattatore wireless che permette una copertura
ottimale fi no a 10 metri.
Rimanendo in tema di wireless, poi, una ulteriore novità che arriva a corollario
con questa serie di proiettori è il Lite Show II, ossia un accessorio che permette
un collegamento senza fi li verso qualsiasi proiettore. La serie IN5500 è di base
predisposta alla connettività con questo vero e proprio gateway: s’interfaccia
al proiettore in RGB analogico e poi può essere inserito in una rete cablata
(pensiamo a un’azienda o a una serie di sale riunioni collegate fra loro), oppure
mediante accesso peer-to-peer, o ancora attraverso un access point wireless. Il
tutto in modo semplice e molto comodo.
Ulteriori dettagli, non secondari, di questo apparecchio sono lo spegnimento
rapido (liteswitch), il processore interno PixelWorks a 10 bit con tecnologia
DNX, l’auto-sense per l’orientamento dell’immagine quando il proiettore
è installato a soffi tto, l’auto regolazione del keystone e la possibilità di un
ricambio veloce delle lampade unito all’assenza di fi ltri che, quindi, non
richiedono manutenzione. Convinta della bontà del suo progetto, poi, InFocus
fornisce cinque anni di garanzia sul proiettore (esclusi l’alimentatore, le ventole,
la ruota colore e il percorso di luce, che sono invece coperti da garanzia di tre
anni) e uno sulle lampade.
In conclusione, dopo questa preliminare presa di contatto, possiamo dire che
InFocus è tornata e cerca di farlo in grande stile, anche per far merito alla fama
che l’ha sempre accompagnata. I motivi d’interesse nei riguardi di questa serie
di proiettori non mancano, e non mancheranno, e per gli interessati facciamo
presente che il distributore italiano è Audiogamma. Dal canto nostro siamo
sicuri che non solo in base al listino molto competitivo, ma anche grazie alla
qualità intrinseca di alcune soluzioni e caratteristiche, il mercato non mancherà di
riconoscere gli sforzi profusi in Oregon.
www.infocus.com
www.audiogamma.it
Caratteristiche tecniche
Formato immagine nativo: 16:10
Formati supportati: 16:10, 16:9, 4:3, 5:4
Luminosità: 7.000 Lumen, Eco Mode: 5.500 Lumen
Contrast Ratio: 2000:1
Tecnologia di proiezione: DLP: .67” WUXGA
DarkChip
Risoluzione nativa: WUXGA
Risoluzioni supportate: VGA (640x480), SVGA
(800x600), XGA (1.024x768), SXGA (1.280x1.024),
SXGA+ (1.400x1.050), UXGA (1.600x1.200), WXGA+
(1.440x900), WSXGA+ (1.680x1.050), WXGA
(1.280x800), WUXGA (1.920x1.200)
Compatibilità video: Full NTSC, PAL, SECAM,
480i, 576i, 480p, 576p, 720p, 1.080i, 1.080p/24,
1.080p/30, 1.080p/60
Lampada: 660 W, Eco Mode: 300 W
Ottica standard Zoom: 1.33:1
Input e Output
2xHDMI, 1xBNC, 1xRGBHV Component (RCA),
2x2 15-pin VGA (VESA HD15), 1x4-pin mini-DIN
(S-Video), 1xRCA Composito, 1xUSB (DisplayLink),
1xUSB (LitePort)
Input e output stereo 3.5 mm Mini-jack
Controllo: Projector Keypad, Remote, USB, RS-232,
2,5 mm Remote a cavo, RJ-45, ProjectorNet 2
Diffusori audio: 2x5 Watt stereo
Rumore di funzionamento: 29 dB
Dimensioni: 24x67,01x43,18 cm (axlxp)
Peso: 20 kg
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52 aprile / maggio ‘10 • n. 23
approfondimenti
IAX, Intelligent Automation eXperience Il nuovo sistema per Home & Building AutomationRealizzato dalla milanese Omniabit, il sistema d’automazione integrata IAX per ambienti residenziali e professionali opera su architettura client/server e piattaforma Windows. Pensato per consentire l’impiego di comuni PC o Laptop, è stato progettato pensando a facilità d’uso, fl essibilità e modularità, integrandosi con i sistemi di automazione, multimedialità e sicurezza dei principali marchi presenti sul mercato
Carlo
Sol
arin
o
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approfondimenti
Ogni sistema d’automazione, lo ricordiamo per sola completezza, prevede una parte di comando e controllo
e un insieme di attuatori, che danno seguito all’azione impostata. Nel sistema IAX, realizzato dalla società
milanese Omniabit, la parte comando e controllo, anziché ricorrere ad appositi e specifi ci pannelli, si avvale
di architettura Client/Server con la parte Client rappresentata da comuni PC, Laptop o Tablet fi no ai cellulari
Window compatibili; la parte Server è rappresentata da uno o più moduli proprietari in struttura compatta,
destinati a inoltrare i comandi ricevuti verso gli attuatori.
Con questa soluzione, come è stato chiarito in occasione di una recente presentazione del sistema a operatori e
stampa specializzata, si ottengono subito svariati vantaggi. Anzitutto, potendo ricorrere a dispositivi già in gran
parte posseduti dagli utenti fi nali, un immediato risparmio economico dato dalla necessità di acquisto limitato, in
termini di hardware, al solo Server. Secondariamente, grazie all’architettura Client/Server, un’elevata fl essibilità
di impiego con possibilità di gestione sia in locale, per esempio da PC, che in remoto, per esempio da cellulare.
Oltre a ciò, considerato che i software applicativi si basano tutti su piattaforma Windows, una già acquisita
confi denza con le interfacce grafi che per agili e semplici gestioni di regolazioni e scenari; una situazione
ulteriormente facilitata da possibilità di ricorso a terminali interattivi touch screen.
I componenti
La parte di regolazione e controllo è affi data, come detto, a soluzione Client/Server, con ogni Server capace
di raccogliere simultaneamente regolazioni da più Client. La connessione tra le due unità, in modalità wired
o wireless, avviene su protocollo standard TCP/IP. Ciascun Client (PC, Laptop, ecc.) ospita l’applicativo o gli
applicativi destinati alle varie regolazioni, con cui l’utente interagisce con il sistema.
Parte essenziale dell’applicativo, su piattaforma Windows, è rappresentata dalle interfacce grafi che di comando
e controllo per automatismi e scenari, ciascuna di esse sviluppata pensando alla facilità di gestione.
Il server, che provvede a smistare gli input ricevuti verso le unità interessate, è un’unità fi sica compatta a
impostazione “embedded”, collocabile agevolmente e senza pesare sull’estetica dell’ambiente. Si presenta
in varie confi gurazioni in relazione alla porta adottata: RS-232, RS-485 o RS-422 oppure in protocollo TCP/IP,
per trasferire i comandi agli attuatori, come pure per la specifi ca funzione svolta. In parallelo invia a ritroso e in
tempo reale la notifi ca al Client (si pensi a comandi inoltrati da cellulare), aggiornandolo sulla costruzione dello
scenario.
I valori aggiunti creati da Omniabit consistono dunque, dal punto di vista hardware, nel Server appena descritto
e, in termini software, nei diversi pacchetti applicativi che sovrintendono lo svolgimento delle regolazioni.
Sistema aperto
Gli applicativi nel loro insieme rappresentano un’estesa libreria di
comunicazioni dedicate, che agiscono in modo autonomo l’una rispetto
all’altra. A seguito dell’eventuale interruzione di una di esse, il sistema infatti
continua a restare attivo nei confronti di tutte le altre. Le librerie attualmente
sviluppate, che riguardano tanto l’ambiente residenziale che professionale,
interagiscono con tutti i principali sistemi di domotica presenti sul mercato, in
vista di una massima apertura d’impiego.
Nei confronti delle luci, per non citare che i principali, sono disponibili soluzioni
per l’ambiente BTicino serie MyHome, per i sistemi in standard EIB/KNX (tra
cui quelli di ABB, Siemens, Vimar e numerosi altri) e per soluzioni su protocollo
X-10. Per l’ambito multimediale, anche qui limitandoci a nomi ben noti, è
Caratteristiche tecniche
- Sistema client-server basato su hardware standard e software Windows based; comandi e controlli da Pc, Tablet Pc, palmari Windows compatibili e Iphone standard, con funzione di client- Porte seriali seriali RS-232, RS-485, RS-422 - Comandi indirizzati algi attuatori tramite TCP/IP- Libreria per gestione funzioni- Miduli accessori: IRXCTRL (gateway, fi no a 1023 funzioni)- LCDHI (placca da parete per controllo scenari)
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54 aprile / maggio ‘10 • n. 23
approfondimenti
possibile gestire sistemi di amplifi cazione Denon, matrici e scaler Kramer, mixer
Sony, music server di vari marchi, per fi nire con qualsiasi apparato domestico o
professionale dotato di telecomando a infrarossi (Tv, VHS, DVD, Blu-Ray, ecc.).
Per quest’ultima situazione è previsto il ricorso all’apposito server IR.
Possibile anche la gestione del settore sicurezza: telecamere (Sony in
particolare), centrali d’allarme (marchi ELK, GE), elettroserrature e rilevazione
presenze. E analogamente avviene per le termoregolazioni, con marchi quali
Mitsubishi, Daikin e potenzialmente con ogni apparecchiatura operante su
protocolli EIB/KNX o in telecomando. In merito agli scenari gestiti a sensore,
sono presenti librerie per antincendio, per parametri ambientali (temperatura,
umidità, pressione, irrigazione), per regolazioni di intensità luminosa e per
rilevamenti di fughe d’acqua o di gas.
Spostando l’attenzione all’ambiente offi ce e in particolare alle sale conferenza,
i pacchetti disponibili riguardano (soffermandoci anche qui sui principali) i
marchi Bayerdynamic, Bosch, Paso e Sony, nonché monitor e videoproiettori
Sony e Panasonic. Naturalmente, in presenza di altri marchi del settore
eventualmente già disponibili presso le sale da allestire, è sempre possibile lo
sviluppo di pacchetti ad hoc.
Scenari prestabiliti
Come di solito avviene nei sistemi per l’automazione, anche IAX consente
la creazione di scenari per la gestione simultanea di più parametri (luci,
temperature, ecc.), sia su eventi programmabili che a seguito di eventi
improvvisi.
La prima, basata sulla defi nizione di azioni singole o raggruppate, consente di
far eseguire o non eseguire determinate regolazioni a un prestabilito momento
della giornata o in determinati giorni della settimana. La seconda, basata
su logica “If/Then”, consente l’avvio di scenari su misura di specifi ci eventi
scatenanti e non prevedibili. È il caso, per esempio a fronte di improvvise
grandinate, della chiusura automatica di tapparelle e fi nestre, come pure del
riavvolgimento di tende parasole, azioni anch’esse di portata precauzionale.
Scenari complessi e di varia confi gurazione, infi ne, possono essere avviati
anziché in modo pre-programmato o automatico, da un apposito comando
anche da remoto, per esempio da cellulare. E la validità di tutte queste opzioni
si estende dal semplice appartamento, alla villa a un intero edifi cio, fi no a sale
multimediali o sale riunioni.
Disponibile sul mercato da tempo relativamente recente, il sistema IAX è già
stato utilizzato in installazioni in ambiente istituzionale e aziendali. Tra esse, il
Centro congressi Le Stelline di Milano, alcuni palazzi della Regione Lombardia,
l’Università Statale Milano Bicocca, l’Ospedale San Raffaele, l’Atahotel di Rho
Pero e le due sedi aziendali Cisco Systems e Siemens. Il sistema è inoltre
soggetto a evoluzione con disponibilità di sempre nuovi applicativi.
www.ominabit.com
Interfaccia grafi ca per controllo luci e multimedia
Gestione e controllo dell’intrattenimento
Server per comandi a infrarossi
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approfondimenti
NEC,Soluzioni complete per digital signage
Per qualsiasi applicazione di digital e retail signage NEC Display Solutions offre
a progettisti, system integrator e utenti non una bella e performante carrellata
di display, ma una gamma di soluzioni complete e di semplice gestione. Questo
differente approccio al mercato e una policy GREEN VISION sono le caratteristiche
che contraddistinguono NEC in questo particolare segmento di mercato.
I prodotti e le soluzioni sono ingegnerizzate per garantire una adeguata scalabilità
del sistema, esistono infatti delle soluzioni entry-level (MSI WINDBOX per la serie
V), soluzioni più articolate per applicazioni heavy duty realizzabili con la serie
professionale P e soluzioni particolari realizzabili con la serie X per applicazioni
multiscreen, high brightness o Bar-Type. Sono proprio le serie P e X a esprimere il
meglio della tecnologia per applicazioni Digital e Retail Signage, grazie a una serie
di performance che le rende compatibili se mixate in un sistema complesso. Ogni
prodotto è controllabile da remoto grazie a un’unica piattaforma software e ogni
modello ha uno slot di espansione che permette di alloggiare board come Player, PC
(tre differenti confi gurazioni), interfaccia HDSDI, CAT5 e DVI Daisy Chain per generare
multiscreen. Alcuni dettagli costruttivi garantiscono l’esclusività di NEC, tra questi troviamo il sensore
Ambient Light sensor che permette un adeguamento automatico della luminosità del pannello al
variare della luce ambiente, l’interfaccia di ultima generazione Display Port che, oltre ad essere un
connettore più compatto rispetto al DVI, permette di trasmettere segnali Audio e Video utilizzando cavi
fi no a 15 m (rispetto al DVI di circa 5 metri), lo splitter integrato TILE MATRIX per formare multiscreen
fi no a 10x10 (dimensioni di 60m2), la funzione QUICK INPUT CHANGE che riduce il tempo di risposta
quando si cambia segnale di ingresso (esempio da DVI a VGA: Normal mode in 2,1 sec – Quick
mode in 0,36 sec). I prodotti nascono per applicazioni heavy duty 24/7 per garantire un funzionamento
continuativo, l’opzione Hardware Calibrator per garantire nel tempo una corretta rappresentazione dei colori.
Una soluzione non è solo composta da una adeguata infrastruttura hardware, ma comprende delle componenti
software per la veicolazione dei contenuti. NEC Display Solutions offre due possibilità.
Soluzione NEC Madia Player
NEC Media Player è la soluzione semplice ed economica per la gestione di contenuti audio e video dinamici,
anche da parte di utenti poco esperti: completa di hardware e software, supporta fi no a 20 player collegati
in LAN o USB, supporta risoluzioni fi no a 1.080p per contenuto più i ticker, si collega tramite DVI (che rende
possibile inviare i contenuti fi no ad un massimo di 20 monitor e/o proiettori) ed è disponibile sia in forma di
scheda slot-in che come device esterno, per tutti i monitor/proiettori.
MSI Windbox per la serie V
MSI Windbox è una soluzione completa e chiavi in mano per digital signage, comprende un PC back pack, un
display della serie V Public Display da 32”, 42” o 46” e il NEC Digital Signage Software. Un’offerta entry level
coperta da tre anni di garanzia.
NEC Italia S.r.l
Display Solutions Division
Via Forlanini 23 - 20134 Milano
Tel 02.48415441 - Fax 02.48415409
www.nec-display-solutions.it
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approfondimenti
Da Spatz, una impresa tedesca basata nel distretto di Stoccarda che si pone tra i primi produttori di
dispositivi HDMI e DVI, ecco un nuovo switch chiamato Proswitch-8. Si tratta di uno switcher per segnali
DVI e VGA con otto ingressi e una uscita, progettato per passare istantaneamente da un ingresso all’altro senza
tempi di attesa e senza distorsioni delle immagini. A prima vista la nera unità rack che contiene il Proswitch
appare estremamente semplice e friendly con il tasto di accensione, un display, un selettore e otto tastini
che corrispondono agli otto ingressi. Il pannello posteriore è, naturalmente, un po’ più complesso e presenta
otto connettori DVI che supportano però il protocollo HDMI 1.3, e che in effetti sono stati inseriti sul pannello
per garantire una maggior possibilità di impiego dello switcher. Utilizzando degli adattatori è possibile quindi
Spatz Proswitch-8Dal costrutore tedesco, uno switch per segnali HDMI e DVI che offre una interessante dotazione di porte di ingresso che lo rendono fl essibile e utile nelle applicazioni più diverse. Alcuni accorgimenti e soluzioni, tuttavia, lo trasformano in qualcosa di ben diverso dal “solito”switch
Rolando Alberti
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approfondimenti
collegare sia dispositivi HDMI che DVI. Distribuito in Italia dalla milanese
AGMultivision, in pratica questo Proscwitch è molto di più di ciò che vuole far
credere a prima vista.
Caratteristiche e particolarità
Lo switcher, compatibile anche con gli standard HDMI 1.1, HDCP 1.1 e DVI
1.0 e che supporta risoluzioni da 480i fi no a 1.080p e da VGA a UXGA, può
essere controllato oltre che dal pannello frontale, anche via RS-232, e con
contatti a chiusura da un pratico telecomando a infrarossi. Ogni ingresso
video è corredato da una coppia audio stereo, che può essere utilizzata
quando l’audio non sia embedded nel segnale video, come ad esempio nel
caso di dispositivi DVI. Questi ingressi audio hanno tutti volume indipendente
e possono essere scelti indipendentemente dalla selezione video di quel
momento. Se poi l’audio fosse in 5.1 e vi fosse la necessità di passarlo a
un processore per la sua decodifi ca, esistono anche quattro ingressi digitali
trasparenti e a loro volta selezionabili, e una corrispondente uscita su jack coassiale.
I connettori DVI-I possono comunque accettare sia segnali DVI che VGA utilizzando l’apposito cavo
di break out, il quale fornisce anche le relative informazioni EDID per entrambi i segnali attraverso il
riconoscimento del tipo di segnale in ingresso. Le informazioni EDID hanno lo scopo di specifi care alla
sorgente video la risoluzione da utilizzare con un particolare dispositivo a loro connesso, adattando quindi
il segnale sorgente ingresso alle caratteristiche dell’uscita. Si tratta di un set di informazioni molto utile,
che nel Proswitch-8 è ulteriormente espanso nel momento in cui ogni sorgente a esso connessa viene
forzata ad assumere la risoluzione più adatta al dispositivo connesso all’uscita, con tempo di reazione
praticamente azzerato rispetto al solito tempo di “negoziazione” tra i dispositivi. Lo
stesso discorso vale per l’audio digitale, che può essere di vari tipi tra cui AC3 5.1,
MPEG-2 5.1, AAC 5.1, ATRAC 2.0 e DTS 5.1.
Programmazione e fi rmware
Gli ingressi DVI hanno un potente sistema di equalizzazione del segnale video che
permette di usare cavi lunghi fi no a 60 metri. Un’altra interessante caratteristica è
che i segnali in ingresso possono essere programmati in auto switching, in modo che
un segnale sorgente connesso direttamente a uno degli otto ingressi diventi il canale
indirizzato all’uscita.
Grazie al telecomando e al display posto sul pannello frontale, la programmazione del Proswitch-8 è veloce
e intuitiva attraverso i vari menu disponibili che permettono il controllo totale di tutti i parametri. Sul sito di
Spatz, www.spatz-tech.de, è possibile scaricare l’ultima versione di fi rmware per aggiornare il Proswitch
attraverso la porta RS-232.
Il dispositivo è inoltre dotato di un suo protocollo RS-232, utilizzabile per defi nire dei parametri di
confi gurazione sia da PC che da altri dispositivi per l’automazione, tipo Amx o Crestron.
Si tratta in ultima analisi di un utile switcher che unisce praticità e rapidità a un numero non da poco di
ingressi disponibili che lo rendono fl essibile in ogni occasione.
Caratteristiche tecniche
8 Input DVI (compatibile con HDMI 1.3, HDCP 1.1, DVI 1.0)8 canali audio stereo5 Input coassiali RCA1 Output DVI-IOutput audio stereo con controllo volumeOuput audio coassialeRisoluzioni supportate 480i e 1.080pFormati accettati: tutti, da VGA a UXGAEDID management per VGA e DVIPorta RS-232
www.spatz-tech.de
ww.agmultivision.it
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58 aprile / maggio ‘10 • n. 23
pillole
Laser cinemaFacciamo il punto Il desiderio di primeggiare, o semplicemente di rimanere nel mercato, spinge i produttori a sperimentare sempre nuove tecnologie che siano in grado di offrire risultati migliori a prezzi più contenuti. In questa direzione si è mosso anche chi ha scelto di seguire gli sviluppi del laser cinema. Ma quali sono le chance della luce laser rispetto ad altri sistemi di illuminazione per i proiettori cinematografi ci?
Barb
ara
Trig
ari
Le applicazioni del laser nel settore video sono per ora limitate a pochi prodotti disponibili e a qualche
annuncio. Si trovano già sul mercato, anche se non proprio nel negozio sotto casa, alcuni pico-proiettori
(AAXA L1 e Microvision ShowWX) e televisori 3D con retroilluminazione al laser (Samsung, Philips, Mitsubishi e
la californiana HDI), questi ultimi inizialmente molto costosi, ora pare si aggirino sui 15.000 dollari per un 103”.
A novembre 2008 un gruppo di ricercatori dell’Accademia delle Scienze cinese, in collaborazione con Phoebus
Vision OptoElectronics Technology, ha annunciato di aver realizzato un proiettore laser per il cinema capace
di riprodurre circa l’80% della gamma di colori percepibili dall’occhio umano (gamut). Gli schermi al plasma
arrivano al 50%, il cinema tradizionale su pellicola al 60%. Successivamente, a metà marzo di quest’anno, Laser
Light Engines ha annunciato alla fi era ShoWest di Las Vegas, di aver risolto uno dei problemi tecnici più ostici
nell’applicazione del laser, quello dei disturbi ottici.
Pro e contro
Ma perché buttarsi sul laser, preferendolo ad altre tecnologie? Quali i vantaggi e gli svantaggi? In linea generale,
la luce laser offre il vantaggio di migliorare sensibilmente il gamut, quindi la gamma di colori che il proiettore sarà
in grado di riprodurre. Il laser infatti è notoriamente la miglior sorgente di luce monocromatica. In più, trattandosi
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di luce fredda, non ha bisogno di meccanismi di raffreddamento e il proiettore potrebbe essere di dimensioni
contenute. D’altro canto, è il laser stesso a essere un oggetto ingombrante, quindi il vantaggio si annulla.
Poi, come sanno gli estimatori di James Bond e Guerre Stellari, la luce laser debitamente “amplifi cata” è
potenzialmente un’arma letale, da qui la necessità di fornire la dovuta certifi cazione a questi apparecchi.
Normalmente il fascio di luce di proiezione al cinema è lontano dalla portata dello spettatore, ma il ricordo di
Sean Connery e del fascio di luce che taglia il metallo come fosse burro non invita alla tranquillità.
Paradossalmente, stando alle informazioni che si trovano in rete, il problema maggiore sembra essere
invece quello dei disturbi ottici che il laser produce quando viene “spalmato” (o proiettato!) su una superfi cie
ampia: un luccichio e scintillio diffuso che abbassa notevolmente la qualità dell’immagine. Entrano in gioco qui i
ricercatori cinesi, i quali avrebbero ovviato al problema facendo passare la luce rossa, verde e blu di diversi laser
attraverso un cavo in fi bra ottica, per produrre luce bianca. Questa a sua volta verrebbe poi fi ltrata nuovamente
nei colori RGB e proiettata con un sistema DLP. Lo stesso team di scienziati cinesi ha anche osservato che è
possibile incrementare il gamut aumentando la saturazione del laser blu e rosso, con macchine di maggiore
potenza (e costo). A livello teorico, un sistema basato sulla luce laser potrebbe arrivare al 90% del gamut
percepibile dall’occhio umano.
Anche se il laser è una macchina molto più costosa di un sistema basato sulla comune lampada allo xenon
(fi no a venti volte di più), è anche vero che è molto più effi ciente e dura più a lungo, infatti sempre citando i
calcoli dell’Accademia delle Scienze cinese, la potenza richiesta nell’ipotesi di laser anche molto dispendiosi
non supererebbe il 35% di quella consumata da un comune proiettore digitale. Insomma, l’investimento iniziale
sarebbe maggiore, ma sul lungo periodo le distanze si accorcerebbero, anche al confronto di proiettori con
lampade LED o UHP. Aggiungiamo che il laser, a differenza della lampada allo xenon, non produce raggi UV,
quindi non c’è bisogno di fi ltri per eliminarli.
Le novità di marzo
Venendo alle novità di marzo, uno dei fondatori di Laser Light Engines ha spiegato in un’intervista di aver risolto
il problema dei disturbi nella proiezione ricorrendo a un laser OPO, che sta per Optically Pumped Oscillator.
In pratica, un oscillatore ottico alimentato da un laser che permette di produrre luce rossa e blu in una banda
specifi ca tale da eliminare i disturbi. Rimane il problema per la banda verde, solitamente
ridotta come dimensione e più delicata perché l’occhio umano è particolarmente
sensibile a questo colore. Il problema sarebbe stato risolto aumentando l’ampiezza
della banda, ma non è stato chiarito come e fi no a quale ampiezza. Il sistema di
eliminazione dei disturbi LLE sarebbe collegato al proiettore tramite fi bra ottica.
Ulteriori dettagli verranno annunciati a giugno in occasione del Projector Summit di Las
Vegas.
Anche se gli sviluppi sembrano promettenti, il responsabile dell’uffi cio tecnico di
Christie Digital, Bob Rushby, ha dichiarato in un’intervista di non credere che il sistema
di eliminazione escogitato possa essere in grado di accontentare i clienti delle sale
cinematografi che. Anche Christie sta lavorando sulla tecnologia laser, riconoscendone
le potenzialità, ma per ora non ha annunciato il lancio di nuovi prodotti. Intanto, le sale
cinematografi che stanno investendo molto denaro per aggiornarsi con il digitale e il 3D.
Quando arriverà il laser, saranno pronte a ricominciare, o sarà troppo tardi?
http://www.economist.com/
science-technology/technology-
monitor/displaystory.cfm?story_
id=12545538&source=login_payBarrier
http://spectrum.ieee.org/computing/
hardware/laser-cinema-coming-
someday-to-a-theater-near-
youmaybeuilt a laser digital cinema
projector
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60 aprile / maggio ‘10 • n. 23
pillole
Wi-Max, ultima puntata?A distanza di mesi dall’assegnazione delle licenze, pare che la copertura del territorio italiano sia ancora a una fase embrionale, e ben lungi dal risolvere quel problema di digital divide che affl igge tutt’ora un paese con caratteristiche fi siche che rendono disagevole la copertura con i cablaggi tradizionali. Dovremo rassegnarci?
Alberto Forchino
In precedenti numeri di Connessioni abbiamo già parlato della tecnologia Wi-Max; sulla scorta della gara
plurimilionaria che si era appena chiusa per la concessione delle licenze, ci ponevamo essenzialmente
due domande:
• il Wi-Max sarà la tecnologia che abbatterà il digital divide in italia?
• Riusciranno i licenziatari a rientrare dei grossi investimenti fatti in questa “asta dei record” da 135
milioni di euro?
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61
In seguito abbiamo cercato di seguire l’avventura del Wi-Max in Italia, purtroppo non trovando troppe
tracce di esistenza in vita dell’applicazione di questa tecnologia.
Perché siamo così interessati al Wi-Max? Non siamo certo dei fanatici di questa soluzione piuttosto
che di un’altra, siamo piuttosto convinti assertori della tesi che una tecnologia è tanto buona quanto
può essere utilizzata profi cuamente dall’utente e, probabilmente, l’asta plurimilionaria per le licenze non
ha certo aiutato una tecnologia che nasce più che altro con una fi losofi a “fre-to-air”. Oggi riprendiamo
il discorso sulla scorta di un rapporto o, forse, di uno spot presentato al Mobile World Congress di
Barcellona all’inizio di quest’anno, una delle più grandi fi ere dedicate alla telefonia mobile, dove è infatti
emerso un dato molto positivo. Il rapporto ha evidenziato come il Wi-Max sia in forte crescita, tanto da
essere potenzialmente disponibile in tutto il mondo a oltre 620 milioni di persone.
E in Italia, dove c’è qualcuno che spende centinaia di milioni di euro solo per aggiudicarsi il diritto di
accendere un’antenna e diffondere il proprio segnale Wi-Max? Da noi il problema del Digital Divide
è forse più sentito che in altri paesi industrializzati, anche a causa di una conformazione geografi ca
non proprio semplice: con una sola grande pianura e tante valli alpine in cui portare
una fi bra non è proprio, per usare un eufemismo, economico raggiungere tutti. Ci si
aspetterebbe dunque un’Italia all’avanguardia nel Wi-Max... Ma qualcuno vi ha mai
telefonato all’ora di cena, disturbandovi assai, per proporvi di passare al Wi-Max, come
fanno per proporvi una tariffa telefonica fi ssa? A me non ha telefonato nessuno.
Allora siamo andati a cercare i dati di diffusione in Italia o, quantomeno, di copertura del
territorio.
Abbiamo pensato che società che hanno investito (speso) tutti questi soldi per
aggiudicarsi il diritto di usare il Wi-Max avrebbero tutto l’interesse a strombazzare i loro
progressi nella copertura del territorio. Invece niente! Perché? Per come?
Su Internet troviamo un dato ancora più interessante: la mappa della copertura Wi-
Max beta, che riportiamo. Perché abbiamo scritto che è ancora più interessante di
quanto abbiamo cercato? La risposta si trova nella didascalia stessa dell’immagine
che troviamo nel sito: “Con questa mappa, è possibile localizzare tutte le antenne
WiMAX presenti sul territorio Italiano, le segnalazioni sono degli utenti del forum. Questa
mappa non è da considerarsi attendibile perché aggiornata periodicamente in base alle
segnalazioni degli utenti e non degli operatori.”
Cosa vuol dire questo per noi? Vuol dire che in questa mappa troviamo la sintesi
dell’impegno delle compagnie a coprire il territorio, combinato con l’effettiva necessità
dell’utente di avere il segnale nel luogo dove gli serve.
L’analisi però non è confortante: il Wi-Max si trova essenzialmente in quell’unica grande
pianura di cui dicevamo sopra e principalmente dove molte altre tecnologie sono
disponibili per l’utente. Non lo abbiamo quindi usato per abbattere il Digital Divide. E
siamo rientrati degli investimenti? Non credo perché, vista la mappa, le centinaia di
milioni di euro sono servite solo per coprire una piccola parte del territorio e dubito che
con il prezzo medio per Mbyte del mercato si sia riusciti a trarne utili.
Suoniamo il requiem per il Wi-Max? Lo scopriremo alla prossima puntata.
www.wimax-italia.it/mappa-
copertura-wimax/
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62 aprile / maggio ‘10 • n. 23
appuntamentia cura della redazione
InfoComm Expo5 - 11 (conference), 9 - 11 (expo) giugnoLas Vegas, USA
All’apertura della home page dell’edizione 2010 di InfoComm Expo, appaiono subito le tre “T” delle parole
chiave della mostra: Technology (la parte espositiva dell’evento, questa’anno si prevede la partecipazione
di oltre 900 aziende del settore audio video e integrazione di sistemi che presenteranno le ultime novità
tecnologiche e di prodotto), Trends (focus sulle tendenze che guideranno la crescita del mercato), Training (la
formazione: prima e durante la fi era avranno luogo più di 300 seminari, incontri e workshop). Specchio del
mercato USA, il più avanzato a livello globale, (ma saranno presenti anche molti marchi fuori USA) l’anno scorso
l’expo ha richiamato 29.000 presenze da 80 paesi. La manifestazione inizierà il 5 giugno con le prime sessioni
formative, che continueranno anche durante i giorni di mostra (9 – 11).
Questo è InfoComm Expo 2010, la fi era organizzata dall’associazione legata
tradizionalmente al settore audio video professionale e integrazione di sistemi; fondata
nel 1939, conta 5.000 iscritti in tutto il mondo e riunisce aziende e professionisti del
settore; per loro propone ricerche di mercato e relazioni con le istituzioni, programmi
di formazione e certifi cazione, con l’obiettivo di sostenerne la crescita.
Perché andarci
I pochi dati di cui sopra già giustifi cano il viaggio degli operatori e di chi pensa
di diventarlo, a questo si aggiungono le moltissime iniziative previste: seminari
organizzati da InfoComm (su temi specifi ci e programmi di certifi cazione), dall’IPD
(Institute for Professional Development), dalla NSCA University, dagli stessi espositori
ecc., oltre a visite guidate per scoprire aziende e tecnologie legate a un settore
specifi co e tavoli di lavoro di approfondimento su alcuni temi (per esempio sul 3D o
sul digital signage). Sono previste aree espositive mirate dedicate per esempio alle
tecnologie per i luoghi di culto, per la collaborative conferencing, per telepresenza e coferencing in HD… con la
novità della Test&Measurement Showcase, e non mancheranno le occasioni per fare networking, per conoscere
colleghi e aziende, come vari ricevimenti per gli affi liati InfoComm, per gli operatori del Rental& Staging, per i
neofi ti della fi era ecc. Segnaliamo anche la festa per gli Awards di InfoComm, per le categorie Green AV, Women
in AV e Young AV Professionals, e quelli conferiti dalla stampa leader di settore per le categorie Archi-Tech, Pro
AV, Lighting&Sound American Stage Events, System Contractor, Rental&Staging, e il Best of InfoComm 2010, il
miglior prodotto o soluzione della fi era 2010.
Informazioni generali
InfoComm si svolgerà al Las Vegas Convention Center, con orario variabile per quanto
riguarda le sessioni di formazione (consultabili sul sito) e dalle 9.00 alle 17.00 per la fi era.
Sono richiesti 100 $ di entrata per i non affi liati InfoComm, gratuito per gli associati, variabili
invece i costi dei seminari, esplicitati alla pagina “Options&Pricing”. Sul sito si trovano
anche indicazioni sugli hotel, viaggio e fi nanche su come richiedere il visto.
www.infocommshow.org
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63
appuntamenti
Screen Media Expo 2010 - DOOH ExpoLondra, Earls Court, 5 - 6 maggio
Conseguenza del crescente interesse verso il digital signage, o come si
dice nel mondo anglosassone, il “digital out of home”, la fi era Screen
Media Expo di Londra, che segue tutta la fi liera della cartellonistica digitale
sin dalla prima edizione del 2006, quest’anno ospiterà anche l’evento DOOH
Expo, rivolto espressamente a questo settore. La fi era londinese aggrega
tutti i player, dalle agenzie agli inserzionisti, dai network ai produttori di
contenuti, fornitori di tecnologia e utenti fi nali. Accanto all’esposizione con i
tradizionali stand, Screen Expo offre un programma formativo di conferenze,
congressi e seminari che spaziano sui temi più caldi; ospita inoltre il secondo
European DOOH Media Summit, appuntamento annuale in collaborazione
con Media Week programmato per il 6 maggio, e il primo European Digital
Signage Strategies Forum, organizzato da Strategic Institute il 4 e 5 maggio.
Perché andarci
Screen Media Expo vanta la copertura dell’intera fi liera della cartellonistica
digitale, con espositori da tutta Europa e non solo. È un’occasione per
incontrare interlocutori di solito non facilmente raggiungibili e relegati ad
ambiti diversi. Nel 2009 ha avuto oltre 130 espositori e 5.000 visitatori da 61
nazioni diverse. Il target tra espositori e visitatori comprende le grandi catene
di distribuzione, aziende attive nei settori leisure e ospitality, inserzionisti
di marchi di prodotti di consumo, fi nanziatori (banche e imprese edilizie),
proprietari di network digitali, system integrator e fornitori di tecnologie,
fornitori di contenuti, investitori, rappresentanti dei settori pubblici ecc.
Informazioni generali
La fi era si svolge presso l’Earls Court a Londra, location facilmente
raggiungibile con i mezzi pubblici dalle principali stazioni e aeroporti della
capitale inglese. Tutte le indicazioni sono comunque disponibili sul sito della
manifestazione, insieme alla segnalazione dei parcheggi e degli hotel. Dal sito
è possibile registrarsi gratuitamente sia per la fi era che per il DOOH Expo.
Il programma completo delle sessioni formative è disponibile sul sito della
manifestazione. www.screenevents.co.uk
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64 aprile / maggio ‘10 • n. 23
dal mondo
Axys Day A cura della Redazione
Prase Engineering è il distributore italiano di Duran Audio, produttore di diffusori audio e proprietario del marchio
Axys, che contrassegna sistemi modulari in array a direttività controllata, pensati anche per la risoluzione dei
problemi acustici legati ad ambienti particolarmente riverberanti. Lo scorso 12 marzo Prase e Duran hanno
proposto a collaboratori e operatori una giornata di studio sul tema del line array (tecnologia, funzionamento
e usi) con un approfondimento su alcuni sistemi Axys Intellivox, che sono stati anche provati e ascoltati dai
presenti.
La prima parte della giornata si è svolta nell’auditorium di Prase Engineering, dove l’ing. Nick Screen, Product
Manager UK di Duran Audio, ha tenuto la sessione introduttiva, partendo dalla spiegazione delle problematiche
di ascolto di un segnale amplifi cato rispetto al riverbero e al rumore ambientale, per arrivare alla gamma dei
prodotti Axys: non solo le “colonne sonore” Intellivox (serie DDC con controllo digitale della direttività e DDS,
con sintesi digitale della direttività) ma anche, solo per citarne alcuni, la serie ’08 con amplifi catore a parte,
apertura angolare più ampia e maggiore pressione, Intellidisc DS90, diffusori a puntamento conico per evitare
l’inquinamento acustico a 360°, e il nuovo Sub B-121 da 21”, poi presentato alla fi era di Francoforte, che
introduce un nuovo concetto di direttività sulle frequenze basse.
La seconda sessione era dedicata alla teoria del line array,
partendo dai concetti base della fi sica acustica, passando dalle
varie problematiche riscontrate dai progettisti che, nel tempo,
hanno adottato tecniche sia meccaniche che elettroniche, fi no
ad arrivare alle soluzioni scelte da Duran Audio per la serie
Axys. La mattina si è conclusa con una introduzione al software
di modellazione acustica DDA, con riferimento alle ultime
implementazioni (versione 3.0).
Il pomeriggio è stato destinato all’ascolto e all’approfondimento
dei sistemi Intellivox, effettuati nella sala demo, trattata
acusticamente. Oggetto dei lavori, gli Intellivox DC 500, i
DC280, i diffusori per live serie Scope e Source G2, i subwoofer
Axys, infi ne i line array U16 + B215 della serie Target. Di questi
ultimi abbiamo potuto constatare la pressione e la precisione: la programmazione del puntamento tramite il
software DDA permetteva un controllo del suono molto effi ciente. Durante la demo, è stato chiesto ai presenti
di modifi care impostazioni e puntamenti effettuati, fi no alla modifi ca totale dell’acustica in tempo reale, a
sistema funzionante, fi ngendo un caso specifi co: la simulazione di un concerto dove l’audience, prevista solo in
platea, si dispone invece anche in un primo ordine. Infi ne, i test del nuovo sistema sub con direttività cardioide,
posizionando i moduli in direzione frontale e retro; con l’aiuto del software DDA, abbiamo potuto confermare
l’effi cienza del sistema nella direttività anche sulle basse frequenze.
La giornata di lavoro si è chiusa verso le 17,30, ma con un arrivederci: il prossimo 13 aprile appuntamento,
sempre presso Prase, per una giornata di studio sui software DDA e Win Control di Duran Audio, sviluppato
per monitorare i diffusori Axys, a completamento della formazione degli operatori sulle soluzioni proposte dal
costruttore olandese.
www.prase.it www.duran-audio.com
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dal mondo
Riorganizzazione Roland: dopo i primi mesiA cura della Redazione
Dal 1 gennaio 2010 Roland ha uffi cializzato una importante riorganizzazione interna dell’area commerciale, che
ha coinvolto i Paesi nei quali Edirol e Roland operavano come entità autonome: la fusione tra Edirol Europe e le
joint venture Roland locali ha portato una nuova impostazione nella distribuzione dei molti marchi di proprietà del
costruttore giapponese. I marchi Roland, Cakewalk (hardware e software per computer music) e Boss (legato agli
strumenti musicali) sono divenuti parte dell’organizzazione distributiva Roland, mentre i marchi Edirol (prodotti per
il settore video e registrazione digitale di fascia alta) e RSS (apparecchiature per audio professionale, V-Mixer, Digital
Snake e quelle che si basano su protocollo REAC) sono ora distribuiti da Roland Systems Group. Un cambiamento
che ha coinvolto anche l’Italia così, a qualche mese di distanza, ne abbiamo parlato con Francesco Galarà,
Managing Director di Roland Systems Group Italy.
FG – Si è trattato in realtà di un cambiamento conseguente alla creazione di Roland Systems Group, divisione di
Roland Co. specializzata nel seguire il mercato pro: infatti il catalogo Edirol presentava accanto ai prodotti consumer
anche quelli indirizzati a un’utenza professionale, e questi ultimi sono stati traslati sulla organizzazione distributiva
RSG, nata per seguire un settore di mercato con esigenze specifi che. Viceversa, tutti i prodotti home recording sono
stati incorporati nel catalogo Roland Italy, già organizzato per una distribuzione in negozi, rivenditori diretti ecc. In
realtà il processo era già stato avviato nella maggior parte delle altre nazioni dal 2007.
A seguito di questa riorganizzazione, RSG ha incorporato l’esperto di video Andrea Verga, già
dipendente Edirol. Attualmente la nostra struttura comprende due sales manager che seguono
due macro aree territoriali, un product specialist e un back offi ce, mentre il magazzino e la
logistica merci sono ubicati presso l’Head offi ce RSGEuro di Barcellona.
C – Quali le ragioni della riorganizzazione?
FG – L’intenzione è seguire più accuratamente il settore pro, che ha esigenze diverse da quello
consumer, specifi che in termini di assistenza, supporto e soprattutto progettuali. La nostra presenza sul territorio è
legata ai nostri Solutions Partners che si interfacciano con gli acquirenti, e che hanno appunto un ruolo fondamentale
nel seguire il cliente da un punto di vista sia commerciale che tecnico. Per loro sono inoltre previsti programmi di
supporto e documentazione dagli uffi ci centrali.
Anche la ricerca di nuovi canali di vendita è condivisa con i Solutions Partners, secondo una logica di collaborazione
parallela e coordinata.
C – Quali attività prevedete per il 2010?
FG – Una sempre migliore presenza sul territorio a fi anco dei nostri Solutions Partners, specialmente attraverso
presentazioni e workshop itineranti, per non obbligare clienti e collaboratori a lunghe trasferte: visto che in Italia, per
il 2010, non ci saranno occasioni espositive adatte a noi, ci siamo orientati verso questa soluzione. Gli appuntamenti
già in calendario sono: 15 e 16 aprile a Roma e 20-21 aprile a Catania, presso il nostro partner Artesicilia; saremo
presenti al prossimo Music Italy Show di Bologna dal 15 al 17 maggio, dove supporteremo Roland Italy durante le
demo audio visuali, e avremo anche una piccola area espositiva. Il prossimo settembre parteciperemo inoltre all’IBC
e al PLASA con moltissime novità.
www.rolandsystemsgroup.com www.rsgeuro.com
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66 aprile / maggio ‘10 • n. 23
dal mondo
Seminario tecnico FBT-Securiton
Il 19 febbraio scorso presso il Savoia Hotel Regency di Bologna si è tenuto il secondo seminario tecnico
promosso da FBT Elettronica e Securiton, organizzato dall’Associazione Professionisti “Valerio Vivarelli” di
Bologna e patrocinato dal Collegio dei Periti Industriali delle province di Ferrara e Modena. Scopo degli incontri
è l’analisi e la discussione delle normative EN54/5, EN54/20 ed EN54/16, in vigore dal 1 luglio 2009, nell’ambito
della progettazione degli impianti di rilevazione incendio e di evacuazione audio. Come il primo appuntamento,
tenutosi ad Ancona il 25 giugno 2009, anche questo di Bologna era a ingresso gratuito.
Ad aprire il seminario, cui hanno partecipato 170 progettisti, è stato l’intervento di Ivano Manara, Presidente
della Federazione Regionale dei Periti Industriali, il quale ha poi fatto da moderatore della giornata. Dopo il suo
discorso introduttivo incentrato sui progetti di sicurezza pubblica e prevenzione di incendi ed emergenze, il
Comandante La Malfa dei Vigili del Fuoco di Bologna ha parlato della norma EN 54/20, incentrata sui sistemi di
aspirazione fumo e gas, e della norma EN 54/16, che riguarda i sistemi di evacuazione audio in caso di incendio.
Hanno approfondito l’argomento Loris Gazzino, responsabile Italia Securiton, e Lorenzo Rossi, consulente SPR
Tecnologie, con interventi sulla progettazione e l’impiego di sistemi di rivelazione precoce del calore (norma EN
54/5), essenziale per i sistemi di sicurezza a norma EN 54/20. Il tema delle leggi e dei
decreti attualmente in vigore in Italia è stato affrontato da Antonio Faccioni, Division
Manager FBT Elettronica, e da Maurizio Bonifazi, responsabile FBT Ricerca e Sviluppo.
In particolare, hanno sottolineato i vantaggi dell’impiego di impianti di evacuazione
progettati con l’utilizzo della voce umana, in linea con la norma EN 54/16. Il convegno
si è concluso con un dibattito aperto ai partecipanti, per chiarire eventuali dubbi e
problemi tecnici emersi. Gli intervenuti hanno ricevuto un attestato di partecipazione
e sono stati loro riconosciuti i crediti formativi di cui ai rispettivi regolamenti per la
formazione continua e permanente.
www.fbt.it
www.securiton.com
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dal mondo
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68 aprile / maggio ‘10 • n. 23
dal mondo
Barco in Times Square
L’incrocio di Times Square a New York è
tradizionalmente uno dei banchi di prova più
stimolanti e diffi cili per chi fa digital signage, e
di conseguenza anche tra i più ambiti. Barco, in
seguito alla nuova apertura di un fl agship store
American Eagle Outfi tters, insieme a Barnycz
Group ha realizzato un display ciclopico costituito
da panelli LED assemblati su 12 superfi ci poste a
piani diversi, in tutto quasi 1.400 m2 di superfi cie,
compresa una “torre” di LED alta 25
piani. La facciata esterna dell’edifi cio
prescelto è stata rivestita con 1.441
pannelli Barco TF-20 LED, resistenti
alle intemperie, in tutto 3,3 milioni di
pixel. Trattandosi di una superfi cie
dagli angoli irregolari, i moduli Barco di
dimensioni ridotte hanno reso possibile
l’installazione assecondando anche le
forme più strane. Il foyer inoltre accoglie
1.665 moduli Olite 612 ottimizzati per la
visione a distanza ravvicinata, mentre nel
negozio ci sono 21 monitor LCD NSL-46
per la presentazione di contenuti nella risoluzione
nativa: un array di video multi formato processato
da due Barco DX-700 LED. L’installazione ha posto
una notevole sfi da anche a chi si è poi occupato dei
contenuti.
www.barco.com
Panasonic riallinea il professionale
Panasonic Marketing Europe ha annunciato un riallineamento delle business unit AV professionali, con la fi nalità
di rispondere con sempre maggior puntualità alle esigenze della clientela pro, e allo stesso tempo razionalizzare
la struttura interna sul modello della casa madre giapponese. Le linee di prodotto broadcast e proiettori
saranno quindi riunite sotto il marchio AV Systems Europe (AVSE), nuova business unit affi data alla guida di
Jerome Berrard (precedente direttore della divisione PPDE, Professional Projectors and Displays Europe) in
qualità di Director, coadiuvato dal General Manager Sales & Marketing Christian Sokcevic. A gestire le attività
intorno agli schermi per applicazioni professionali sarà invece la divisione Professional Visual Displays Europe
(PVDE), gestita dal director PAVCSE (sigla che riassume le business unit AV) Masaki Arizono, con
un management team composto dal General Marketing Manager David Martin e dal Sales General
Manager Neil Colquhoun.
www.panasonic.net
Aggiornamenti dal SIB di Rimini
Rimini Fiera ha annunciato di aver riprogrammato la
fi era SIB, Mostra Internazionale delle Tecnologie per lo
Spettacolo, l’Installazione e il Broadcast, in una data
ancora da identifi care nel 2011, invece che, come
previsto in precedenza, ad aprile di quest’anno. La
scelta è stata determinata, citando il comunicato stampa
inviato dagli organizzatori, “in considerazione dell’attuale,
perdurante fase di depressione economica mondiale,
unitamente all’evoluzione del settore”. In merito, ecco
la dichiarazione del direttore generale di Rimini Fiera,
Piero Venturelli: “Davanti a un mercato provato da
una congiuntura non
favorevole, abbiamo
messo in campo per
SIB ampie risorse,
individuando nuovi target
oltre a nuovi paesi esteri
di forte interesse per le aziende clienti. In accordo con
queste, abbiamo così deciso di dedicare il 2010 alla
costruzione di un nuovo format di SIB e di posticiparne
lo svolgimento a una nuova data del 2011”. Le analisi
di mercato e il feedback degli operatori inoltre portano
a ritenere che un progetto fi eristico di successo sarà
realizzabile solo contando sugli sforzi unitari di tutte le
componenti produttive, obiettivo verso il quale dichiarano
di tendere Rimini Fiera insieme a TEN e Silb, patrocinatori
della storica fi era riminese.
www.riminifi era.it
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dal mondo
Barco acquisisce Element Labs
Barco ha annunciato a metà marzo di aver acquisito
prodotti, proprietà intellettuale, diritti e know-how di
Element Labs, azienda californiana specializzata nella
realizzazione di sistemi video LED rivolti alla fascia media
del mercato. La transazione si è svolta nella forma di
passaggio di azioni, in questo modo Barco non si è
assunta le passività di Element Labs. Pertanto il nome
EL non verrà più utilizzato e la sede centrale di Element
Labs a Santa Clara (CA) funzionerà da centro dedicato
Barco per lo sviluppo di soluzioni LED creative, mentre
la sede Barco in Belgio (Kuurne) sarà competente per
le soluzioni LED “tiled”, a mattonella. Barco prevede lo
sviluppo di nuovi prodotti, annunciati nei prossimi mesi.
L’acquisizione rappresenta per Barco, tradizionalmente
presente nella fascia hi-end, l’opportunità di ampliare la
propria offerta e venire incontro a fasce di clientela attive
nei settori media e intrattenimento.
www.barco.com
Premiato Vogels Motion+ EFW 8345
Per la prima volta in assoluto, il Red Dot Award
è stato assegnato quest’anno al supporto da
parete Motion+ di Vogels, nella categoria Product
Design. Il prestigioso riconoscimento internazionale
viene conferito annualmente da una giuria di
designer ed esperti, i quali quest’anno hanno
valutato 4.252 prodotti per la categoria “design di
prodotto” scegliendo tra gli altri il sistema Vogels
della serie 8000. Motion+ EFW 8345 permette di
ruotare uno schermo piatto di 75° su entrambi
i lati, oppure di 90° fi ssando lo
schermo perpendicolare alla parete.
L’uffi cializzazione e la consegna
del premio sono programmati per
il 5 luglio prossimo a Essen, in
Germania, in occasione della cena
organizzata da Red Dot.
www.vogels.com
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70 aprile / maggio ‘10 • n. 23
news
Ampia banda Sennheiser
Sennheiser ha reso disponibili il doppio ricevitore
EM 3732-II e il trasmettitore bodypack SK5212-
II per radiomicrofoni, contraddistinti da una più
ampia gamma di frequenze commutabili (fi no a 184
MHz, gamma da 470 a 638 MHz o da 614 a 798
MHz). Il ricevitore è disponibile anche in versione
EM 3732 COM-II o singolo (EM 3732-II), tutti
forniti di display OLED, funzione di scansione delle
frequenze, regolazione in passi da 5 kHz, possibilità
di programmazione dei trasmettitori via interfaccia
IR, uscita digitale EAS 3/EBU e presa Ethernet.
Il trasmettitore offre
una modalità a bassa
intermodulazione (LoI, Low
Intermodulation Mode) che permette di inserire, in una
determinata fi nestra di frequenze, il 30% di canali in
più rispetto alla norma, con potenza di trasmissione
pari a 10 mW. Il sistema infatti riduce le interferenze
create dalla presenza in una stessa location di molti
trasmettitori, come per esempio nel broadcast.
www.sennheiser.it
Distribuito in Italia da Exhibo, www.exhibo.it
Proiettori DLP InFocus IN3900 e LiteBoard
InFocus propone un’alternativa alla lavagna interattiva classica, che si dimostra fl essibile
e adattabile in contesti non propriamente attrezzati, o che non è possibile attrezzare per
motivi di budget. La soluzione è composta dall’abbinamento di uno dei due proiettori
della serie IN3900 (IN3902 oppure IN3904), con LiteBoard, la tecnologia incorporata negli
apparecchi grazie alla quale, con una apposita “bacchetta magica” che agisce come
un mouse o cursore, il contenuto proiettato diventa interattivo. Per esempio, è possibile
utilizzare dei software come sul computer, sottolineare e fare annotazioni sulle immagini proiettate, il tutto
senza disporre di una superfi cie dedicata, e senza complicate calibrazioni. I due proiettori si differenziano per
la risoluzione, XGA per IN3902 (1.024x768) e WXGA per IN3904 (1.280x800), luminosità massima di 3.000
lumen. Entrambi hanno ampie funzioni di connessione, tra cui la regolazione automatica delle impostazioni
di visualizzazione per oltre 70 modalità video digitali e analogiche, video e PC, compatibilità con i sistemi
InFocus LiteShow II, per utenti multipli collegati al proiettore via Wi-Fi, e DisplayLink Wireless, per la connettività
punto-punto a banda ultra-larga (UWB). Inoltre dispone di presa RS-232, LitePort per proiettare contenuti estratti
direttamente dalla chiavetta USB, e browser Web embedded, per la gestione completa del proiettore da network.
www.infocus.com Distribuito in Italia da Audiogamma, www.audiogamma.it
Sennhesier EM 3732
Roland S-4000M
L’S-4000M è pensato per mettere in rete, gestire
in un unico stream e assegnare automaticamente
i segnali audio su protocollo REAC (proprietario
Roland) provenienti da massimo quattro sorgenti
della serie Digital Snake, come l’S-0808, l’S-1608
e l’S-400. Per un massimo di 40 segnali per ogni
sorgente, selezionabili tramite una patch bay; le
assegnazioni sono possibili tramite il software per
PC (S-4000 Remote Control Software) e le console
V-Mixer M-400/M-380,
che confi gurano il
routing, il gain, PAD e
alimentazione phantom.
In uscita l’S-4000M
funge da distributore
di segnali e/o splitter.
Le applicazioni sono
nell’ambito del live, del broadcast e delle istallazioni
fi sse e mobili: in particolare in questo settore permette
di gestire un alto numero di In e Out, grazie alle
possibilità di routing. Il parco connessioni è costituito
da cinque RJ-45 e un RS-232C.
www.rolandsystemegroup.com
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news
Conference compatto Bosch
Bosch introduce CCS 900 Ultro, sistema per dibattiti e riunioni
in ambienti di piccole e medie dimensioni, dalle sale comunali
alle riunioni aziendali o ai tribunali, senza intervento di operatori
specializzati. Accanto al sistema di soppressione del feedback
DAFS brevettato Bosch, per una migliore intelligibilità del parlato,
il nuovo sistema compatto prevede la funzione Possible-to-
speak, che segnala visivamente la disponibilità del microfono per
parlare (in attesa di brevetto), registrazione e riproduzione fi no
a 64 ore di dibattito (scheda SD da 2 GB), buffer di 60 secondi
per cambiare la scheda durante la registrazione. Le unità sono
equipaggiate con altoparlante, microfono con attivazione e due
prese cuffi a con controllo del volume; l’unità Presidente ha anche
un pulsante priorità che disattiva (è possibile stabilire per quanto
tempo) le unità Delegato attive e genera un tono di attenzione. Si
possono utilizzare contemporaneamente fi no a quattro microfoni
attivi, con priorità al Presidente, ed è possibile collegare microfoni
supplementari sia cablati che wireless. Quelli inattivi vengono
spenti automaticamente. Espandibile fi no a 150 unità, anche
con accessori come sistemi di interpretariato, distribuzione delle
lingue, comunicazione al pubblico e interfaccia per tele e video
conferenze.
www.boschsecurity.it
Edid emulator by Kramer
VA-1VGAN è un emulatore di informazioni EDID per
segnali VGA: ovvero quelle trasmesse dal display alla
sorgente video, al fi ne di ottenere la migliore risoluzione
e il miglior segnale per ciascun display, e scambiate
tramite Display Data Channel 2 (DDC2) con connettori
da 12 o 15 pin. In alcune
situazioni queste informazioni
non si possono trasmettere,
per esempio nei sistemi che
prevedono uno switcher a matrice,
amplifi catori di distribuzione,
distribuzione coassiale 5-wire
ed estender per twisted pair.
Interviene così il simulatore degli EDID, che fa in modo
che la sorgente continui a ricevere le informazioni,
“pensando” che il display sia collegato alla sorgente:
VA-1VGAN acquisisce l’EDID dal display e sopperisce
alla mancanza del fl usso di segnale al canale DDC2.
L’Emulator sostituisce il precedente VA-1VGA ed è
alloggiato in un case di dimensioni inferiori, il Kramer
Pico Tool.
www.krameritalia.com
Christie Solaria a 4K
Presentati in occasione della fi era ShoWest di Las Vegas a metà marzo, sono già in
produzione i nuovi proiettori DLP Cinema 4k-ready della serie 2 di Solaria di Christie,
inaugurata dal modello CP2220, la cui distribuzione è cominciata a gennaio. La tecnologia
DLP Cinema è fi rmata Texas Instruments (1,2” DMD) e si attiene alle direttive segnalate da
Digital Cinema Interactive (DCI), con la compatibilità completa per un prossimo upgrade
dei contenuti ai 4k e l’implementazione della tecnologia Christie Brilliant3D, appunto per
la visione tridimensionale. Grazie al sistema DLP questi proiettori consentono un risparmio
di energia rispetto alla tecnologia LCOS (aspetto sul quale Christie punta molto), e con
una luminosità elevata. Inoltre nella nuova serie Christie ha reso i proiettori più semplici da
installare e più versatili nella scelta dei componenti. Gli altri modelli della serie sono CP2210 e CP2230. CP2220 ha una
luminosità di 22.000 lumen con lampada da 3 kW, contrasto pari a 2.100:1 e 35,2 migliaia di miliardi di colori. Compatte
le dimensioni, misura 116,8x63,5x48,3 cm e installato pesa 116 kg. CP2210 punta proprio sulle dimensioni compatte e
quindi gli studi di post produzione o gli stand in fi era: 45 kg e dimensioni 68,7x66,5x39,5 cm. Sfrutta una lampada allo
xenon serie CDXL-SD o la nuova e più effi ciente CXL-14M (potenza 2,1 kW), ha un rapporto di contrasto che supera
i 2.000:1. Infi ne CP2230 è il più luminoso con i suoi oltre 32.000 lumen, ed è costituito da due corpi: uno è la testa di
proiezione, l’altro l’alimentazione della lampada, in modo da poter sostenere elevate potenze in ogni contesto.
www.christiedigital.com/emean
CP2220
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72 aprile / maggio ‘10 • n. 23
news
Pretendere di più Vedere di più Displays full HD LCD professionali
JVC Professional Europe Ltd. Filiale Italiana Via Cassanese, 224 Pal. Tiepolo - 20090 Segrate (MI) T. 02 269431 - F. 02 26929361 - www.jvcpro.eu - [email protected]
Sensore di movimento
Robusta struttura di Metallo
Interfacce professionali
Monitor con sensore di movimento, immagini con elevato rapporto di contrasto, schermo ultra sottile, possibilità di integrare in modo semplice compact players (mini pc+TV Tools 8.0/ software di digital signage); i nuovi monitors JVC LCD serie GM-F soddisfano le richieste professionali anche dei più esigenti.
Soluzioni perfette anche per i più esigenti
Nuovi compatti per RCF
La fi era Prolight& Sound di Francoforte ha offerto a RCF l’occasione di presentare alcune novità: i driver a
compressione da 4” ND950 2.0 ed ND950 1.4 vengono descritti dal produttore come i più compatti sul mercato.
Hanno un magnete al neodimio di elevata potenza, per offrire un miglior controllo della cupola in movimento, e
di conseguenza maggior effi cienza, migliore risposta dei transienti, meno distorsione. Entrambi i driver montano
una cupola in titanio spessa 0,05 mm e sospensioni in Mylar. La risposta in frequenza va da 500 Hz a 20 kHz
con una potenza continua di 280 W e una sensibilità di 114 dB. Indicati per applicazioni heavy duty di livello
professionale. Presentata anche la nuova serie TT+, speaker attivi ultra compatti, indirizzati alle applicazioni
indoor come sale concerti, teatri, monitoring, sistemi audio distribuiti, multimedia. I modelli sono
TT051-A e TT052-A; il primo si rivolge ad applicazioni near fi eld. Monta un amplifi catore digitale
da 300 W (150 W per le frequenze basse e 150 W per le alte), woofer al neodimio da 5” e tweeter
a cupola al titanio da 1” caricato su una tromba a direttività costante. TT052-A monta due woofer
al neodimio da 5” e un driver a compressione da 1” e le sue caratteristiche lo rendono adeguato a
contesti critici dove serva garantire intelligibilità. Ha infatti una potenza di 300 W (due vie) e tromba
a direttività costante. Entrambi i modelli dispongono di ingresso e uscita XLR, controllo del volume,
equalizzatore, switch per montaggio a parete, fi ltro passa alto, predisposizione per il controllo tramite
protocollo proprietario RDNet.
www.rcf.it
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news
Serie JVC GM-F GM-F420S, GM-F470S, GM-F520S
Design Center 2.3.28 e IRXII di Vantage
Vantage ha rilasciato la versione 2.3.28 del software per la progettazione Design Center. Tra le novità, c’è la
velocizzazione della programmazione ridotta dal 20% al 50% rispetto alla versione precedente, poi la possibilità
di installare la release in presenza di una versione precedente del software, per utilizzare progetti già realizzati.
Migliorata anche la visualizzazione degli elementi (Programming View) e il software di progettazione grafi ca (TPT
designer); le nuove funzioni includono il salvataggio dei valori di personalizzazione, la possibilità di passare da
un’unità di misura a un’altra, il supporto dei nuovi prodotti. Inoltre grazie ai Vantage Driver Tools versione 3.1.12
è disponibile il supporto della nuova versione dell’IR Learner II.
IRX II è il nuovo dispositivo a infrarosso Vantage in grado di integrare le periferiche audio e video in un contesto
home theater, in una sala riunioni o per un impianto completo di home automation, con il supporto dei software
Vantage. IRX II permette il controllo di ogni apparecchio audio e video attraverso interfacce pre programmate,
in grado di svolgere operazioni che richiedono l’abbinamento di più funzioni in
un solo comando (la pressione di un tasto); il tutto avviene tramite infrarosso o
interfaccia RS-232 con controllo di fl usso. Il dispositivo combina Bus Ethernet
e Bus Station Vantage, per la massima fl essibilità di impiego. Disponibili
supporti per il montaggio a rack o a parete.
www.vantageitalia.it
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74 aprile / maggio ‘10 • n. 23
news
Harris Corporation nel ds
Harris Corporation opera nel settore
communication e information technology, ed è
molto presente nel broadcast. Ben conoscendo
le dinamiche dell’ambito pubblicitario, per aver
affi ancato le major nelle scelte legate alla gestione
di messaggi televisivi, il passo verso il digital
signage è risultato molto breve. Infatti Harris era
presente a ISE con uno stand dedicato a questa
applicazione, dove era possibile conoscere il
sistema InfoCaster, tre piattaforme hardware
con prestazioni e numero di uscite diverse,
completo del software di gestione dei contenuti
con funzionalità come trasmissione su IPTV e
digitale terrestre. È inoltre adesso disponibile
un aggiornamento per
Punctuate, il software per
la gestione dei contenuti
nel digital out of home,
scalabile e con nuove
funzionalità per ottenere
report delle campagne
visualizzate. Presente a
ISE anche il multiviewer
Predator II-GX, con
struttura modulare per potersi adeguare a un
incremento delle necessità di visualizzazione,
due nuove schede grafi che per sorgenti DVI
o VGA per andare incontro alle esigenze del
mondo AV, dove è spesso necessario monitorare
contemporaneamente sorgenti video e da PC.
www.harris.com
WarmTouch per il ds
WarmTouch di AOpen è una soluzione all-in-one per
il digital signage rivolta a installazioni molto piccole,
come un singolo negozio: consiste in un monitor
touch screen con PC integrato, da parete oppure da
stand, sia in formato landscape che portrait. La sua
semplicità, che include tutte le connessioni necessarie,
alleggerisce i problemi di installazione e integrazione
con l’arredamento; in caso di necessità è anche
possibile collegare un PC esterno o un media player
da utilizzare come monitor indipendente. Il processore
integrato è un Intel Atom 330 da 1,6 GHz Dual Core
con 1GB DDR-II (memoria
dinamica) e supporto fi no a 2
GB di memoria, hard disk Sata
da 2,5” 120G (supporto per HD
Sata di qualsiasi dimensione),
lettore di card multiplo, webcam
1,3M, microfono. Equipaggiato
con porta USB, uscita audio 5.1,
ingresso e uscita VGA, presa
RJ45. Finitura nera. Il sistema
può mostrare fi le Powerpoint,
immagini o video, ha costi contenuti ed è scalabile, nel
senso che la dotazione base consente di cominciare a
usare il digital signage, ma successivamente è possibile
acquistare un software specifi co, un DVD recorder slim,
supporti diversi.
www.aopen.com
Distribuito in Italia da DSN Technologies, www.dsntechnologies.it
Crestron con l’iPad
L’iPad si può trasformare in un controller touch Crestron a tutti gli effetti, scaricando
un’applicazione da iTunes. Installando il programma sul proprio iPad, è possibile gestire i
sistemi audio-video Crestron, luci, serrande, temperatura delle stanze ecc., senza limitazioni
di luogo, perché il neonato controller comunica via 3G, 3GS, network di cellulari EDGE oppure
via WiFi. Un’analoga applicazione per l’iPhone o iPod touch offre le stesse possibilità, senza
mediazione di server di terze parti tra sistemi e controller.
www.crestron.com
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news
Samsung e Nielsen per il ds
Samsung e Nielsen, la nota società
specializzata in rilevazioni e analisi di
mercato, hanno stretto una partnership per
la realizzazione di un servizio di misurazione
e analisi dell’audience nei sistemi di
digital signage. Il sistema sarà attivo sui
monitor Samsung di grande formato che
supportano la funzione Samsung Prom,
utile a rendere i contenuti trasmessi
davvero fl essibili, modifi candoli in base alle
variazioni del contesto rilevate sul campo.
I dati sull’audience raccolti dal sistema
incorporato nei monitor Samsung verranno
inviati a Nielsen che li analizzerà con il
proprio servizio Nielsen On Location e li
renderà disponibili agli investitori pubblicitari
interessati a valutare l’effi cacia delle proprie
campagne, in maniera affi dabile e soprattutto
integrata. Il cliente potrà ottenere tutte le
informazioni a lui necessarie senza dover
contattare più interlocutori e incrociare i dati.
Partner per il software di rilevamento facciale
è TruMedia Tecnologies.
www.samsung.it
Seameless Switcher Quattro Value e Octo Value
Analog Way ha presentato due seameless switcher e scaler, Quattro Value
e Octo Value, a completamento della propria gamma di switcher ad alta
risoluzione con doppio e triplo scaler. Le due unità, progettate per applicazioni
AV ad alta risoluzione (dalla videoconferenza all’evento, riunioni aziendali
ecc.), possono attuare una transizione rapida e omogenea tra ogni tipologia
di sorgente video o computer, e lo switching tra un ingresso computer e un
ingresso video o computer di qualsiasi tipo. Octo e Quattro si differenziano nel numero degli ingressi e uscite AV,
rispettivamente otto ingressi universali e uno DVI, quattro uscite (due analogiche, una DVI Main e una analogica
Preview) per Octo, quattro ingressi universali e uno DVI, tre uscite (una analogica, una DVI Main e una analogica
Preview) per Quattro. Entrambi quindi sono equipaggiati di un’uscita Preview real scaling, presente anche la
funzione Picture-in-picture. Tra le altre caratteristiche di rilievo, l’elevata qualità delle immagini consentita dal
decoder digitale interno e dalla circuitazione pull-down 3:2 e 2:2 migliorata; inoltre, compensazione 3-D motion
auto-adattiva pixel per pixel, time-base corrector, convertitore frame rate e follower. Entrambe le unità dispongono
di doppia porta Com RS-232.
www.analogway.com
QuattroValue
OctoValue
Array Mina by Meyer Sound
La famiglia di line array Meyer Sound denominata Milo,
nata nel 2003, vanta un nuovo componente, il più piccolo
della serie: Mina. Ciascuno speaker pesa 21,32 kg e misura
51,6x21,2x38,4 cm, con una potenza pari a 128 dB SPL e
una copertura orizzontale di 100°: Mina si rivolge infatti alle
applicazioni più contenute quali sale
da ballo, luoghi di culto, sale meeting
aziendali, parchi a tema, oppure a teatri
e sale per spettacoli dalle dimensioni
ridotte. Si integra facilmente con gli altri
array di casa Meyer, come M’elodie e
Mica, ed è equipaggiato con un semplice sistema di rigging.
Mina monta un amplifi catore Classe D da 950 W a tre canali
di Meyer Sound ed è un sistema a due vie: la sezione medie/
basse consta di due magneti al neodimio con cono da 6,5”
e voice coil da 1,5” su disegno specifi co per questo modello
di array. Questi lavorano in parallelo su tutto il range delle
frequenze, per un miglior risultato acustico, cui si somma il
processamento Meyer Sound (crossover, protezione dei driver,
correzione di frequenza e di fase). La sezione alte frequenze
utilizza la stessa confi gurazione di M’elodie, ma un nuovo
disegno nella disposizione dei componenti minimizza le
interazioni dannose tra le alte frequenze all’interno del cabinet.
Distribuito in Italia da Grisby, www.grisby.it
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news
Sanyo PLC-WL2500 e nuova garanzia
Si rivolge alle applicazioni multimediali, e in particolare ai settori Business & Educational, il proiettore Sanyo
PLC-WL2500 con obiettivo ultragrandalgolare che ne consente il posizionamento fi no a 86 cm dalla superfi cie
di proiezione. L’immagine proiettata avrà una diagonale di 80” (2 m) con risoluzione WXGA (1.280x800p) e
supporto del formato wide screen 16:10. PLC-WL2500 è il successore del modello PLC-WXL46A e rispetto ad
esso vanta migliori prestazioni che lo rendono più ecologico, abbassando i costi di esercizio e di manutenzione.
La lampada ha una durata di 4.000 ore in modalità Eco, i fi ltri vanno sostituiti dopo 4.000 ore (una durata
venti volte superiore rispetto al modello precedente), grazie a un sistema sviluppato da Sanyo. È indicato per
lavorare con lavagne interattive e in piccole sale conferenza, infatti ha una luminosità di 2.500 Ansi Lumen e
un contrasto pari a 500:1, altoparlanti integrati da 10W e funzione Color Board per ottimizzare la resa dei colori
anche su superfi ci di proiezione che non sono di colore bianco. Altre utili funzioni sono MyLogo, per inserire
il logo aziendale, il blocco con PIN, la barra di sicurezza in acciaio per prevenire i furti, la connessione RJ-45,
l’accensione e spegnimento al collegamento della corrente, garanzia
tre anni. A proposito della garanzia sui proiettori, Sanyo ha annunciato
di averla estesa a cinque anni per i proiettori PLC-XU106/XU116 e
PLC-WXU700A, e anche sulle lampade. Si tratta dei proiettori portatili
a luminosità più elevata e di qualità superiore (da 3.800 a 4.500 Ansi
Lumen).
www.sanyo-europa.it
Audio da installazione Genelec
Genelec ha realizzato per il mercato dell’installazione professionale il sistema attivo a tre vie con DSP 8260A.
Per migliorare la resa del sistema in asse e fuori asse, Genelec applica la tecnologia MDC (Minimum Diffraction
Coaxial) per il driver Mid/high: la risposta in frequenza sarebbe più omogenea, a vantaggio della defi nizione
e della chiarezza. Al MDC si combina la tecnologia della guida d’onda DCW (Directivity Control Waveguide)
per l’accoppiamento dei driver su tutta la banda. In pratica il cono del driver mid range (5”), il tweeter (3/4”
coassiale, mentre il driver per le basse è un 10”) e il cabinet formano una superfi cie
continua che riduce al minimo le diffrazioni acustiche per creare una sorgente
puntiforme. A contribuire ulteriormente è la forma del cabinet, con gli angoli smussati
e le superfi ci curve. Le frequenze di crossover sono 490 Hz e 3 kHz, la risposta in
frequenza in campo aperto è compresa tra 20 Hz e 21 kHz, la potenza di picco è
maggiore uguale a 123 dB SPL. Il DSP Genelec gestisce crossover, EQ dei driver,
compensazione temporale del disallineamento delle sorgenti, calibrazione degli effetti
modali della stanza, calibrazione dei fi ltri per l’EQ generale del sistema; per questo si
avvale del software GLM di Genelec, grazie al quale l’8260A può essere impiegato in
combinazione con gli altri modelli della serie 8200 a DSP e i subwoofer serie 7200. È
possibile gestire la calibrazione per i diversi ambienti in automatico, con AutoCal. Lo
speaker misura 57x35,7x34,7 cm e pesa 27,5 kg.
www.genelec.com
Distribuito in Italia da A&DT, www.adtweb.it
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news
DVE Immersion Room
Il nuovo sistema per videoconferenze presentato dalla
californiana DVE-Digital Video Enterprises, insignito del
Frost & Sullivan Global Telepresence Product Of The
Year Award, oltre a consentire la simulazione di riunioni
“faccia a faccia”, permette la proiezione di immagini
olografi che 3D, per cui è possibile la visione a misura
reale dell’interlocutore che si muove in uno spazio fi sico
tridimensionale. L’effetto fi nale risulta molto realistico ed
effi cace (è disponibile un video sul sito del produttore).
Oltre a parlare con i propri interlocutori come se fossero
presenti, è possibile interagire e
visualizzare schemi, slide, tabelle in
3D, muoversi durante la riunione.
Le telecamere infatti riprendono
uno spazio più vasto del semplice
mezzobusto del relatore. Il DVE
Immersion Room, la cui fruizione non
richiede l’uso di occhiali speciali, si basa su una serie
di brevetti rivolti a incrementare il realismo dei sistemi
di telepresenza, in grado di collocare in tempo reale le
immagini proprio nel mezzo dell’ambiente o sala-riunioni,
e su una partnership con Christie Digital Systems per la
tecnologia di proiezione e il 3D. L’inclusione di telecamere
nascoste che puntano verso l’immagine è progettata per
restituire un naturale contatto visivo. DVE ha un indirizzo
di rappresentanza per l’Europa, e installa con staff proprio
in collaborazione con professionisti locali.
Rappresentante europeo, EuropeSales@ DVETelepresence.com www.dvetelepresence.com
Sonic Wave I HD
La svizzera Sonic Emotions è da tempo attiva
nell’ambito delle tecnologie audio 3D, e in
occasione dell’ISE ha debuttato con la piattaforma
Sonic Wave I HD. Il sistema, basato su un server
proprietario, gestisce 16 ingressi da indirizzare
su un numero variabile di uscite, da 8 fi no a 24;
le connessioni sono in standard Adat o MADI. Ci
sono inoltre 16 tracce interne per la riproduzione di
contenuti audio presenti nel server. Il sistema è in
grado di ricreare un campo acustico tridimensionale
dove è possibile “muovere” qualsiasi sorgente,
non solo all’interno dell’area fi sicamente delimitata
dai diffusori, ma anche al di fuori di essi; inoltre,
permette di estendere l’effetto stereofonico anche
per l’audience al di fuori del cosiddetto “sweet spot”
(ossia anche per coloro che non sono posizionati
al centro dei due diffusori). Il sistema calcola
automaticamente le relazioni di livello e delay per
ogni diffusore presente nel set-up (costruito tramite
un tool grafi co). Per gli effetti di movimento, e per
il controllo del sistema, Sonic Wave lavora con
il software Widget Designer Pro di Coolux, che
permette di creare grafi camente sistemi di controllo
a oggetti, oltre a potersi interfacciare con molti
dispositivi di input esterni, ma può lavorare anche con
altri software per la programmazione audio (come
MAX5 di Cycling ’74).
www.sonicemotion.com
Distribuito in Italia da Sonic 3D Aemobian, [email protected]
Testa mobile double-face Ianus 25
Un testa mobile LED con due facce, attivabili contemporaneamente; Ianus 25 presenta due facce di forma quadrata,
ciascuna delle quali può funzionare come un pannello LED 60x60 cm con pixel passo 25 mm oppure 50 mm, o come
uno Spot con 96 LED RGBW da 3W. Ancora in fase di sviluppo la quarta alternativa: un modulo con 96 LED bianchi
da 3W (circa 4.600 K). Ianus è indubbiamente molto versatile. I controlli per lo Spot LED e pan/
tilt sono integrati nella base del proiettore, che ospita anche un display LC per il menu e i cavi per i
pannelli LED; il raffreddamento è a convezione, senza ventilatore. Un set di lenti per lo Spot aiuta a
impostare l’angolo voluto. I LED del pannello sono controllabili individualmente, angolo 115°. Pesa
38,5 kg
www.lang-ag.com Contatto per l’Italia: [email protected]
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78 aprile / maggio ‘10 • n. 23
news
Errata Corrige
Nel reportage da ISE dello scorso numero è mancata la segnalazione della presenza in fi era dell’italiana HTE, qui di seguito i
lettori potranno trovare le informazioni in merito a Room System e Authority by HTE presentati in fi era.
Room System è un kit per allestire un ambiente modellato sulle esigenze dell’home cinema, ma con molta attenzione per
l’estetica e i dettagli delle fi niture. Adatto all’inserimento in costruzioni nuove o preesistenti, la sua logica è modulare e adotta
la tecnologia proprietaria HAS. I sistemi di attenuazione delle frequenze agiscono tra i 50 Hz e i 30 kHz e vengono integrati
nell’arredamento. Cinque i modelli proposti. Luxury è il top di gamma, ispirato all’estetica orientale, che utilizza colori caldi e
materiali quali legno, pelle e tessuti (ignifughi, antistatici e acusticamente trasparenti) per nascondere (oppure far risaltare, a
seconda delle richieste) le apparecchiature, anche con customizzazioni. È composto da moduli 80x240x25 cm. Modular consiste
in una struttura a parete 80x240x20 cm con quattro alloggiamenti per nicchie o pannelli, in diversi colori e tessuti animati con
materiale tecnico. Vertical si rivolge a sale di dimensioni ridotte o imbarcazioni, con strutture di spessore ridotto realizzate per
accogliere sistemi audio e video diversi. Horizontal riprende il concetto di Vertical, ma con orientazione diversa, infi ne Square si
contraddistingue per pannelli 80x80 cm.
Presentato a ISE anche Authority, il sistema musicale e home theatre hi-end da abbinare a Room System. È composto da
amplifi catori digitali HTE con DSP di nuova generazione e da un set completo di speaker con tecnologia brevettata OmniRay di
Zingali, in seguito a un accordo stretto tra le due aziende. Authority è composto da tre speaker frontali, OmniRay HTE-206LCR,
208LCR e 210LCR, due surround, OmniRay HTE-106S e 206S, e tre subwoofer, OmniLow HTE-112, 115 e 118. L’ottimizzazione
avviene tramite l’unità HTE RC.08 Room Correction, per l’equalizzazione e correzione della stanza su otto canali digitali, basata
su un algoritmo proprietario, con convertitori AD e DA 24 bit/192 kHz. L’unità si collega al PC via USB, per una calibrazione
puntuale via software HTE. L’amplifi cazione avviene in classe D e l’elevato grado di effi cienza fa sì che la macchina sia molto
silenziosa e non necessiti ventilazione, a vantaggio dell’installazione in rack discreti. Le unità di amplifi cazione per gli speaker
sono disponibili, su richiesta, a cinque o sei canali con 200 o 500 W per canale, oppure, per i subwoofer, a due canali da 500 o
da 1.000 W. Tre le confi gurazioni del sistema, disponibili per il 5.1 o 7.1, sono S, M e L, a seconda delle dimensioni, per stanze
medio-piccole (S), medie (M) o grandi (L).
www-hte-italy.it
Lavagna interattiva Samsung 650TS
La lavagna interattiva proposta da Samsung è basata su uno schermo LCD da 65” in
alta defi nizione (1.920x1.080) e sensibile al tocco, completo di casse per la fruizione
di contenuti multimediali (non è quindi necessario aggiungere altri apparecchi per
avere tutte le funzioni necessarie a scuola), software con funzione drag&drop e
angolo di visuale ampio. La lavagna è conforme alle norme Energy Star 5.0 (sistema
volontario di etichettatura per l’effi cienza energetica), ha un contrasto pari a 5.000:1
e refresh 120 Hz. Alla base del sistema touch ci sono dei sensori su fotocamera,
capaci di accuratezza anche nelle zone più “diffi cili” dello schermo, come gli
angoli. Opzionali le penne stilo e la webcam, per prendere appunti manualmente su
componenti Flash o immagini. Rispetto alle lavagne interattive DLP, Samsung 650TS
occupa meno spazio in profondità: 20 cm (rispetto a 1 m circa per il DLP). Disponibile anche la possibilità di
sincronizzazione per lo scambio di schermi tra docente e studenti.
www.samsung.it
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Gli inserzionisti
Le aziende citate
Anno 5° - n°23aprile / maggio 2010
Direttore responsabile:
Elisabetta Ferri
Direttore editoriale:
Giorgio Ungania
Sales & Marketing:
Vincenzo Ametrano - [email protected]
Coordinamento:
Chiara Benedettini - [email protected]
In redazione:
Barbara Trigari, Alessandra Voltani
Tel/Fax 0721 208696
Hanno collaborato a questo numero:
Rolando Alberti, Alberto Forchino,
Alberto Pilot, Carlo Solarino
Progetto grafi co:
Atlante Associati - Pesaro
Grafi ca e impaginazione:
Andrea Gasperoni Ferri
Stampa:
Tipografi a Toscana
Amministrazione:
traffi [email protected]
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az citateAnalog WayAAXAAOpenAvidAvocentBantamBarcoBehringerBoschCanonChristie DigitalCrestronDuran AudioDVE-Digital
Video EnterpriseEdirolElcaElements LabElviselettronicaExhiboExtronFBTFohhnGenelecHarris HDIKlein&HummelKramer
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FBT elettronica SpA 62019 Recanati (MC) - ItalyTel. +39-071750591 Fax +39-0717505920www.fbt.it [email protected]
Montelupone, nelle Marche, in provincia di Macerata, è
riconosciuto dal: Club “I Borghi più Belli d’Italia”
dell’ANCI, “Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano, “Targa
Blu” ed è appartenente a “Il Paesaggio dell’Eccellenza”
Sala Consiliare di Montelupone
Teatro Nicola degli Angeli di Montelupone
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Montelupone,
“Borgo Ideale”,
ha inteso rendere
grande il suono sia in
ambienti chiusi che tra
le vie del paese.
Un suono che supera
il concetto di diffusione
sonora geometrica,
ma offre un effetto
olografico
e tridimensionale
attraverso diffusori
che non deturpano
l’architettura
medioevale dei palazzi.
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Tecnologia e tendenze nel mondo del Building & Home Automation
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