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Arch. Pietro Antonio Pecilli Project Manager Progetto Integrato Territoriale dell’ambito aquilano Agosto 2012 REGIONE DI EL JADIDA PROGAMMA DI PREFATTIBILITA’ PER IL RECUPERO FUNZIONALE DI UN FORTINO

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Arch. Pietro Antonio Pecilli Project Manager Progetto Integrato Territoriale dell’ambito aquilano Agosto 2012

REGIONE DI EL JADIDA

PROGAMMA DI PREFATTIBILITA’ PER IL RECUPERO FUNZIONALE DI UN FORTINO

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1. PREMESSA ............................................................................................................................. 3

2. OBIETTIVI ............................................................................................................................... 4

3. STRATEGIE ............................................................................................................................ 5

3.1. Indagine: .................................................................................................................................. 5

3.2. Verifica delle opportunità e delle minacce: ............................................................................... 5

3.3. Progettazione integrata: ........................................................................................................... 5

3.4. Realizzazione delle opere: ....................................................................................................... 5

3.5. Gestione: ................................................................................................................................. 6

4. LE INDAGINI: .......................................................................................................................... 7

4.1. INDAGINI GEOLOGICHE ........................................................................................................ 7

4.2. RILIEVI .................................................................................................................................... 9

4.2.1. Metodo di lavoro ............................................................................................................... 9

4.2.2. Organizzazione del cantiere ............................................................................................ 10

4.2.3. Foto navigabili a 360° ..................................................................................................... 10

4.2.4. Report fotografico delle singole scansioni ....................................................................... 10

4.2.5. Quadro fessurativo su prospetti esterni con codifica ....................................................... 10

4.2.6. Prospetto fotografico degli esterni ................................................................................... 10

4.2.7. Video tour virtuale ........................................................................................................... 10

4.3. TERMOGRAFIA .................................................................................................................... 16

4.4. INDAGINI SUI MATERIALI .................................................................................................... 22

4.4.1. Prove non distruttive ....................................................................................................... 22

4.4.1.1. Esami visivi delle murature .......................................................................................... 22

4.4.2. Prove semidistruttive....................................................................................................... 24

4.4.2.1. Esami endoscopici delle murature ............................................................................... 24

4.4.2.2. Indagini con martinetti piatti ......................................................................................... 26

4.5. INDAGINI STORICHE ........................................................................................................... 36

5. CRONOGRAMMA DELLE ATTIVITÀ ..................................................................................... 37

6. ORGANIGRAMMA: ................................................................................................................ 39

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1. PREMESSA

Il piano di prefattibilità per il recupero funzionale di un fortino giunge alla conclusione di un

percorso che ha visto interagire esperti italiani e marocchini sul tema del recupero e del

restauro edilizio.

In particolare il catastrofico evento legato al sisma che il 6 aprile 2009 ha colpito la città di

L’Aquila ha sensibilizzato e formato i tecnici italiani nel recupero di edilizia storica e nella

sostenibilità nel tempo degli interventi di restauro.

È questa esperienza che vorremmo fosse impegnata nel lavoro proposto; la Provincia

dell’Aquila è già da tre anni il più grande laboratorio sperimentale del mondo nel campo

della conservazione e recupero dell’edilizia storica, ed i tecnici impegnati nella ricostruzione

hanno acquisito sul campo un bagaglio di esperienze irripetibile. La Confartigianato

Abruzzo, che appoggia e sostiene il progetto, è impegnata con le sue imprese nella

compartecipazione anche economica al programma di recupero. È per questo che è stata

chiesta agli esperti selezionati una consistente riduzione dei costi valutati sul prezziario

della Regione Abruzzo per il sisma del 06/04/2009 e quindi già scontati all’origine.

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2. OBIETTIVI

L’obiettivo generale dell’intervento è quello di verificare in Marocco un modello di recupero

e restauro che è stato proposto e utilizzato con successo dopo il sisma che ha colpito

L’Aquila nell’aprile 2009. Questo modello consiste nel tener conto, sia in fase di

progettazione che in fase di realizzazione, della generale sostenibilità dell’intervento sia in

termini di durata che in termini di manutenzione del bene interessato dal restauro.

Potremmo semplificare gli obiettivi particolari in:

a) Restaurare e recuperare il fortino con i sistemi più avanzati verificati nell’esperienza

di L’Aquila.

b) Proporre un riuso del monumento che consenta una valorizzazione del sito ed una

manutenzione nel tempo.

Questo secondo obiettivo, apparentemente secondario, è in realtà il cuore del progetto, in

quanto un monumento non usato e per il quale non è previsto un riuso o una gestione

sostenibile è necessariamente destinato al degrado e quindi ad un nuovo collasso. È per

questo motivo che alla fase iniziale di indagini (10 settimane dall’inizio dei lavori) segue il

primo tavolo tecnico per la valutazione delle opportunità e dei punti di forza da valorizzare

con il progetto integrato.

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3. STRATEGIE

Per quanto attiene gli obiettivi prefissati, si ritiene utile proporre un approccio al lavoro

distinto in cinque fasi:

3.1. indagine

3.2. verifica delle opportunità e delle minacce

3.3. progettazione integrata

3.4. realizzazione

3.5. gestione

3.1. Indagine:

È il tema principale di questo programma di prefattibilità. Si tratta di utilizzare tutti i

sistemi e i mezzi ritenuti opportuni per il raggiungimento degli obiettivi particolari.

Selezionare quindi tra le varie possibilità di indagine quelle che realmente possono

contribuire alla riuscita del lavoro.

3.2. Verifica delle opportunità e delle minacce:

Questa fase del lavoro, successiva a quella dell’indagine, è la più delicata ed

impegnativa. Si tratta, prima ancora di procedere alla progettazione dell’intervento, di

prevedere il futuro utilizzo del bene restaurato. Se non è ben chiaro il ruolo e la

funzione del manufatto dopo l’intervento, il progetto risulta necessariamente un

esercizio culturale volto a dimostrare competenze tecniche ma assolutamente

discosto dal contesto territoriale.

Se il sito vorrà essere sede di un riuso oppure semplice sito archeologico, scuola di

restauro o albergo, ebbene tutto ciò verrà da una riflessione dei soggetti portatori di

interessi locali. Con il nostro contributo tecnico, e con l’esperienza locale sarà

possibile individuare lo scopo e la vita del Forte dopo l’intervento. Tutto ciò verrà da

un’analisi delle indagini, da una verifica delle minacce e delle opportunità, dei punti di

forza e di debolezza delle proposte di intervento.

3.3. Progettazione integrata:

Per progettazione integrata si intende un progetto che riguardi la materia da

restaurare e il recupero del “genius loci” ovvero dell’identità del monumento.

Il recupero fisico del monumento si avvarrà delle indicazioni date dalle indagini e dalle

aspettative dei portatori di interesse locali. Al momento è possibile stabilire

unicamente i tempi per i tavoli di concertazione locali e per l’esecuzione del progetto.

Un crono programma dettaglierà i tempi delle singole attività.

3.4. Realizzazione delle opere:

Le opere verranno in parte condizionate dal futuro utilizzo. Una parte di esse, che

comprende il rafforzamento ed il miglioramento strutturale, risulterà indifferente alle

scelte di gestione futura; nel considerare i lavori da porre in essere verranno

indubbiamente proposti lavori già verificati nei lavori di restauro post-sisma di L’Aquila,

che al momento rappresentano l’espressione più alta delle tecniche e della cultura del

recupero.

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3.5. Gestione:

Anche questo aspetto risulta condizionato dalla fase di verifica delle opportunità e

delle minacce, nonché delle decisioni dei portatori di interesse locali.

Non è da escludere un coinvolgimento degli stessi soggetti interessati ai lavori nella

partecipazione a scopo promozionale alle spese di gestione, così come è ipotizzabile

un intervento in project-financing che riguardi risorse pubblico-privato coinvolte

nell’operazione; questa fase del progetto integrato è guidata e gestita dai portatori di

interesse locali con la collaborazione dei tecnici partecipanti al progetto.

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4. LE INDAGINI:

Parte fondamentale del progetto, le indagini rappresentano le basi sulle quali costruire il

lavoro dei tecnici restauratori e dei tecnici esperti in gestione dei monumenti. In estrema

sintesi possiamo prevedere:

4.1. Indagini geologiche

4.2. Rilievi

4.3. Termografia

4.4. Indagini sui materiali

4.5. Indagini storiche

4.1. INDAGINI GEOLOGICHE

Le lavorazioni elencate di seguito rappresentano il valore ottimale delle indagini

geologiche eseguibili per un lavoro di ristrutturazione e consolidamento di un complesso

delle dimensioni del fortino. Di seguito l’elenco delle lavorazioni proposte:

1 n° 2 approntamenti attrezzature Approntamento attrezzature e trasporto di andata e ritorno di strumentazioni ed attrezzature per prospezioni di tipo sismico in onde P o S o MASW. Approntamento attrezzature e trasporto in andata e ritorno di strumentazioni ed attrezzature e loro revisione, per prospezioni geofisiche di tipo sismica a rifrazione di superficie P o S o MASW o in foro, compreso il carico e lo scarico. E’ inoltre compreso quanto altro occorre per dare l’approntamento completo.

2 n° 7 installazioni attrezzature Installazione attrezzature in ciascun profilo di indagine o prova in foro, compreso l'onere dello spostamento dal primo al successivo. E' inoltre compreso quanto occorre per dare l'installazione completa. Per installazione attrezzature di indagine di tipo “sismica a rifrazione” e base sismica con onde P o S o MASW.

3 n° 240 ml profili sismici MASW Esecuzione profilo sismico a rifrazione con metodologia MASW. Esecuzione profilo sismico a rifrazione con metodologia MASW a 12-24 geofoni, spaziatura massima 3 m, guadagno costante su tutti i canali, nessun guadagno automatico, né filtraggio. Acquisizione onde di Raylegh e/o onde di Love, mediante geofoni verticali da 4,5 Hz, e/o orizzontali da 10 Hz, energizzazioni in compressione e/o taglio a più distanze differenziate, ad entrambi gli estremi del profilo. E' compreso quanto altro occorre per dare il lavoro finito.

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4 n° 207 ml profili sismici TOMOGRAFIA SISMICA

Esecuzione profilo sismico a rifrazione in onde P o S con base fino a m 230. Esecuzione profilo sismico a rifrazione in onde P o S con base fino a m 230 con uso di sismografo multicanale a non meno di 16 bit e non meno 24 canali, numero di energizzazioni, non inferiori a 5, con qualsiasi tipo di energizzazione in compressione o di taglio, escluso l'uso dell'esplosivo, con esecuzione di dromocrone relative, compresa la restituzione dei dati di campagna in supporto cartaceo e magnetico. E' compreso quanto altro occorre per dare il lavoro finito. Con spaziature geofoniche ≤ m 5, al metro 15,00

5 n° 4 misure rumore HVSR Sismica passiva - Microtremori. Esecuzione di misure di rumore ambientale mediante sismica passiva, con strumentazione digitale, registrazioni di almeno 30 minuti con passo di campionamento non inferiore a 125 Hz ed almeno tre misure nell’arco della giornata. E’ compresa l’elaborazione e restituzione dei rapporti spettrali e riconoscimento dei picchi significativi, determinazione frequenze di risonanza di un sito. E' inoltre compreso quanto altro occorre per dare il lavoro finito. Per ogni misurazione.

6 n° 608 ore lavoro professionale

7 trasporto attrezzature e logistica per n° 4 tecnici per 10 gg in loco

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4.2. RILIEVI

Il rilievo laser scanner di un complesso monumentale rappresenta la base di tutto il

lavoro progettuale; le moderne tecnologie consentono di rilevare il manufatto con una

precisione che ammette errori massimi di s millimetri sull’intervento oggetto dei rilievi.

Il “quadro fessurativo” operato con il laser scanner consente la verifica dei rilievi, delle

lesioni e delle misure anche fuori opera, una volta acquisiti i dati necessari.

Le prestazioni oggetto del presente piano di prefattibilità sono in sintesi le seguenti:

1) rilievo laser scanner del fortino, in tutte le sue parti (circa 300 scansioni);

2) Ortofoto a colori ad alta risoluzione di:

planimetria generale di inquadramento;

piante dei vari livelli del Forte;

prospetti esterni e interni;

sezioni longitudinali e trasversali dell'intero complesso edilizio in numero

adeguato alla competa descrizione dello stesso;

3) Truview a colori (vista a 360° misurabile di tutte le scansioni);

4) documentazione fotografica (foto a 360° a colori);

5) video tour virtuale 3D attraverso la nuvola di punti rilevata;

6) restituzione grafica vettoriale (formato DWG) delle piante, delle sezione e dei

prospetti con definizione a scala 1:50;

7) rilievo e rappresentazione grafica del quadro fessurativo.

Le prestazioni sono specificate come segue:

4.2.1. Metodo di lavoro

Il rilievo verrà effettuato con strumentazione laser scanner Leica HDS 7000 e opzione

colore con fotocamera NIKON D90 e obiettivo NIKKOR 10,5. Tale strumentazione permette

di effettuare una o più scansioni tridimensionali dell’oggetto di rilievo ottenendo una così

detta nuvola di punti, costituita da diversi milioni di punti, che permette di ricostruire il

modello 3d dello stesso. Ogni singolo punto rilevato è descritto dalle coordinate cartesiane

(x,y,z), dalla reflettività del materiale sul punto ed eventualmente dall’informazione di colore

(RGB). La quantità dei punti rilevati (1.000.000 punti al sec.) dipende dalla risoluzione

scelta. La precisione delle misurazioni è nell’ordine di 0,8 mm.

Per il rilievo ad alto dettaglio a colori dei particolari architettonici verrà inoltre utilizzato uno

scanner ARTEC a luce strutturata e a colori (precisione 0,5 mm.).

Elaborando la nuvola di punti tramite opportuni software è possibile ottenere: il modello

tridimensionale, gli elaborati tradizionali bidimensionali (piante, sezioni e prospetti) e le

ortofoto a colori dell'oggetto del rilievo.

Nello specifico si opererà come segue:

esecuzione in loco delle scansioni, in numero necessario all'intera copertura

dell’oggetto;

esecuzione in loco degli scatti fotografici ad alta risoluzione in numero necessario alla

documentazione completa a 360° dell’oggetto del rilievo;

elaborazione in sede delle scansioni finalizzata al loro collegamento;

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elaborazione in sede per produzione degli elaborati grafici richiesti.

4.2.2. Organizzazione del cantiere

Le operazione di rilievo saranno effettuate da nostri operatori e avranno una durata di circa 10 gg. che potranno essere non consecutivi;

Al momento dell’effettuazione delle scansioni, la visuale dell'oggetto di scansione dovrà

essere sgombra da ogni oggetto e materiale non soggetto a rilevazione (impalcature,

materiale di cantiere, vegetazione infestante, ecc.).

L’area interessata dalle operazione di rilievo dovrà essere interdetta al transito di veicoli e

persone per tutto il periodo necessario alle operazioni di scansione.

4.2.3. Foto navigabili a 360°

Per ogni scansione effettuata sarà fornito l'elaborato digitale denominato Truview costituito

da foto a 360° a colori navigabili e misurabili, visualizzabile con specifico plugin gratuito di

Internet Explorer.

4.2.4. Report fotografico delle singole scansioni

La documentazione fotografica sarà costituita da una foto a 360° a colori navigabile per

ogni singola scansione, il tutto a completa copertura degli spazi rilevati.

4.2.5. Quadro fessurativo su prospetti esterni con codifica

Il quadro fessurativo sarà riportato anche sui prospetti esterni con codifica o altra

simbologia a richiesta del D.L..

4.2.6. Prospetto fotografico degli esterni

Le ortofoto dei prospetti esterni ad alta risoluzione (scala 1:50) sovrapposte alla

rappresentazione vettoriale in dwg degli stessi;

4.2.7. Video tour virtuale

Realizzazione di uno o più video (formato AVI o altro a richiesta) che permette la

navigazione virtuale all'interno del modello 3D, a punti e a colori, del complesso edilizio

rilevato.

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Esempio di planimetria in dwg con quadro fessurativo

Esempio di prospetto in dwg con quadro fessurativo

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Esempio di Rilievo Laser

Esempio di ortofoto prospetto

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Livello di dettaglio dell'ortofoto del prospetto

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Esempio modello 3d mesh

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Spaccati assonometrici modello VR

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4.3. TERMOGRAFIA

Consente di indagare sulle murature in modo non distruttivo. Il metodo di lavoro è

fondamentale per la verifica dell’orditura delle muratura, dello stato dei materiali e per la

determinazione delle zone a rischio.

La termografia restituisce una mappa precisa dello stato dei materiali, consentendo

l’individuazione di eventuali criticità strutturali dovute al clima o a particolari situazioni

idrogeologiche.

L’indagine sarà condotta sull’intero involucro perimetrale esterno ed interno, sul perimetro esterno ed interno dell’antica Moschea e sulla totalità degli ambienti ubicati all’interno della cinta muraria e sarà finalizzata prevalentemente alla:

a) analisi dei paramenti murari;

b) ricerca di cavità in paramenti murari;

c) analisi di fenomeni fessurativi al disotto di rivestimenti;

d) analisi di distacchi di rivestimenti;

e) ricerca di archi, architravi, camini occulti, porte o finestre tamponate, elementi strutturali

estranei inglobati, vecchie canalizzazioni in disuso, individuazione di diversi periodi

costruttivi con diversi materiali o tecniche;

f) analisi delle umidità di risalita dal terreno di fondazione;

g) individuazione di qualsiasi altro elemento utili all’acquisizione di una migliore

conoscenza delle caratteristiche del manufatto.

L’attività, oltre le indagini da condurre sul campo, prevede la restituzione di una puntuale relazione d’indagine sulla quale verranno riportati, opportunamente analizzati ed affiancati da una rappresentazione dei punti osservati nella mappa del visibile, i termogrammi ritenuti significativi e d’interesse per gli scopi preposti.

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Condizioni esterne

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Schema generale del piano di facciata

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La consistenza dell’apparato murario è evidente

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Si noti la individuazione di una porta richiusa e della orditura della pietra

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4.4. INDAGINI SUI MATERIALI

La campagna diagnostica sulle strutture, progettata secondo le prescrizioni contenute nella vigente normativa italiana D.M. 14.01.2008 e la successiva Circolare esplicativa n. 617/2009, sarà mirata alla definizione della qualità e della tipologia degli apparati murari, della qualità e tipologia dei collegamenti tra gli stessi, alla definizione della qualità e della tipologia degli orizzontamenti ed alla determinazione dello stato tensionale esistente e delle caratteristiche meccaniche delle murature in esame.

Le prove da effettuare sulle strutture in muratura saranno essenzialmente di 2 tipologie:

4.4.1. Indagini non distruttive:

4.4.1.1. Esami visivi delle murature.

4.4.2. Indagini semidistruttive:

4.4.2.1. Esami endoscopici delle murature.

4.4.2.2. Indagini con martinetti piatti.

4.4.1. Prove non distruttive

Le Prove non Distruttive (PnD) sono il complesso di esami, prove e rilievi condotti impiegando metodi che non alterano il materiale e non richiedono la distruzione o l'asportazione di campioni dalla struttura in esame e quindi non ne pregiudicano la futura utilizzabilità.

4.4.1.1. Esami visivi delle murature

Si tratta di un esami visivi della superfici murarie, condotti dopo la rimozione di una zona di intonaco di circa 1m x 1m. Sono da eseguirsi, preferibilmente, in corrispondenza delle connessioni tra strutture murarie principali, al fine di verificare tecnologie costruttive, tessiture e tipologie di materiali, dettagli costruttivi, informazioni qualitative sullo stato di conservazione dei materiali e sulla presenza di difetti costruttivi.

Sono fondamentali se si vuole limitare al massimo gli interventi distruttivi o semidistruttivi o raggiungere i livelli di conoscenza minimi richiesti.

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Indagini visive di connessioni murarie.

STRUMENTAZIONE UTILIZZATA:

PERFORATORE HILTI TE7-C matr. 201827

PERFORATORE HILTI TE50 matr. 0093350

SET DI PUNTE

METRO

PROLUNGHE

EVENTUALE GRUPPO ELETTROGENO

Esempio di lacuna per esame visivo

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Rapporto di prova tipo

4.4.2. Prove semidistruttive

Le Prove Semidistruttive sono il complesso di esami, prove e rilievi condotti impiegando metodi che pur alterando lievemente i paramenti murari, richiedono fori di piccolo diametro o tagli di piccolo spessore, non prevedono la distruzione o l'asportazione di campioni dalla struttura in esame e quindi non ne pregiudicano la futura utilizzabilità.

4.4.2.1. Esami endoscopici delle murature

Le indagini endoscopiche consentono l’ispezione visiva diretta di cavità, o parti altrimenti inaccessibili della muratura, all’interno dello spessore murario. Mediante l’inserimento di una piccola sonda endoscopica in fori di almeno 20 mm di diametro si può studiare la superficie del foro per cercare di ricostruire la sezione muraria, la tipologia di materiali presenti e la presenza di cavità. I risultati del controllo visivo possono essere registrati mediante un sistema di ripresa video, su file immagine o video.

L’esecuzione prevede l’utilizzo di apparecchiature flessibili o rigide, articolate o non, con illuminazione a luce calda o a fibre ottiche. A seconda del tipo di apparecchiatura può

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cambiare la profondità massima di ispezione, il diametro minimo del foro d’ispezione (a seconda dello spessore della sonda) ed il diametro massimo (fori più grandi richiedono fonti di illuminazione più potenti per dare immagini con buona risoluzione e visibilità). Anche il campo di visione della sonda, rispetto alla visione diretta in avanti, può essere variabile.

Durante l’esecuzione delle indagini endoscopiche, è utile adottare dei riferimenti metrici che indichino la posizione lungo la profondità del foro, sia per le annotazioni effettuate in corso di esecuzione della prova, sia per eventuali osservazioni che avvengano in un secondo momento, in seguito a visione delle immagini salvate durante l’indagine.

Esami endoscopici delle murature.

STRUMENTAZIONE UTILIZZATA:

PERFORATORE HILTI TE50 matr. 0093350

SET DI PUNTE

PROLUNGHE

EVENTUALE GRUPPO ELETTROGENO

VIDEOENDOSCOPIO FLESSIBILE MIGS-V.03 matr. 51553

CAVO FLESSIBILE 2m

N° 3 OTTICHE PER VISIONE LATERALE

SCHEDA DI MEMORIA

Strumentazione utilizzata per esame endoscopico della muratura

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Strumentazione utilizzata per esame muratura / rapporto di prova tipo.

4.4.2.2. Indagini con martinetti piatti

La prova con martinetto piatto singolo permette di stimare lo stato di tensione locale presente nelle strutture murarie. La tecnica di prova si basa sulla variazione dello stato tensionale in un punto della struttura provocato da un taglio piano eseguito in direzione normale alla superficie della muratura. Il taglio viene generalmente realizzato mediante sega idraulica con lama circolare (foto 1). II rilascio delle tensioni che si manifesta provoca una parziale chiusura del taglio, che viene rilevata tramite misure di distanza relativa fra coppie di punti posti in posizione simmetrica rispetto al taglio stesso. Viene quindi inserito all'interno del taglio un martinetto piatto, realizzato mediante sottili lamiere di acciaio saldate, che viene collegato al circuito idraulico di una pompa. La pressione interna viene gradualmente aumentata fino ad annullare la deformazione misurata successivamente all’esecuzione del taglio. In queste condizioni la pressione all'interno del martinetto è uguale in prima approssimazione alla sollecitazione preesistente nella muratura in direzione normale al piano del martinetto, a meno di una costante sperimentale che tiene conto del

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rapporto tra l'area del martinetto e l'area del taglio (kt), ed a meno di una costante che tiene conto della rigidezza intrinseca di ogni martinetto (km).

Esecuzione di taglio nella muratura

La prova con martinetto piatto doppio consente di determinare le caratteristiche di deformabilità della muratura, nonché di fornire una indicazione sul valore di resistenza della stessa. La prova consiste nell'effettuare un secondo taglio, parallelo al primo ad una distanza variabile (che dipende dagli elementi resistenti della muratura investigata e dalla larghezza del martinetto utilizzato), entro cui viene inserito un altro martinetto. Ciò consente di delimitare un campione di muratura rappresentativo per dimensioni del comportamento meccanico della stessa. I due martinetti paralleli - opportunamente messi in pressione - applicano al campione interposto uno stato di sollecitazione monoassiale, e le deformazioni risultanti nella porzione muraria vengono misurate da un numero adeguato di sensori di spostamento in direzione ortogonale e parallela ai piani di inserimento dei martinetti, al fine di determinare il diagramma tensione deformazione della muratura indagata.

Nel caso della prova di martinetto piatto singolo, scelta una compagine muraria sufficientemente rappresentativa della tipologia da analizzare, si collocano le basi di misura al di sopra e al di sotto della posizione scelta per l’esecuzione del taglio, il più possibile equidistanti da esso. Si raccomandano al minimo 4 punti di misura. Si prende poi la misura iniziale di riferimento delle distanze con l’estensimetro removibile o mediante trasduttori elettronici.

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Si esegue quindi il taglio cercando di non disturbare la muratura circostante. Dopo il taglio e la pulitura si prende la seconda misura nei quattro punti di riferimento e si calcola così per differenza il valore della chiusura del taglio.

Si applica una prima pressione pari a circa il (20 ÷ 25) % della pressione stimata per raggiungere il presunto valore di sforzo locale e poi si scarica. La pressione si applica da zero ad incrementi di circa 1/8 della pressione attesa, oppure ad incrementi regolari pari a (0.5 ÷ 1.0) bar, e si memorizza lo spostamento misurato.

La prova si considera ultimata quando, in seguito ad incremento di pressione nel martinetto, si ottiene il ripristino delle misurazioni iniziali. La corrispondente pressione letta al martinetto (Pr) è la tensione locale nella muratura (Ts), a meno delle costanti moltiplicative kt e km.

Ts = Pr • Kt • Km

dove:

Pr = pressione del martinetto che permette di ristabilire la distanza iniziale tra le basi;

Kt = costante adimensionale che rappresenta il rapporto tra l’area del martinetto e l’area del taglio eseguito nella muratura;

Km = costante adimensionale dipendente dalla geometria e dalla rigidezza del martinetto.

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Impianto per prova con martinetto singolo

Nel caso della prova di martinetto piatto doppio, vengono eseguiti nella muratura due tagli allineati verticalmente e distanti non più di 1.5 volte la lunghezza dei martinetti. Scelta una compagine muraria sufficientemente rappresentativa della tipologia da analizzare, si collocano le basi di misura e si posizionano i trasduttori di spostamento nella muratura compresa tra i due tagli. La localizzazione e il tipo di strumentazione devono essere scelti per misurare le deformazioni su una lunghezza pari al (75 – 90) % della distanza compresa tra i martinetti. Le misure devono essere prese in più punti ed eventualmente mediate. Si raccomandano almeno 4 punti di misura verticali ed uno orizzontale. I tagli devono essere paralleli, allineati in verticale e separati almeno da 5 corsi di elementi componenti la muratura nel caso le altezze degli stessi siano minori di 100 mm (murature in laterizi) o 3 corsi per altezze maggiori (murature in pietra).

Dopo aver preso le misure di partenza, la pressione è incrementata nei martinetti a intervalli pari a circa il 10% della pressione massima attesa e le deformazioni sono misurate dopo una breve pausa di assestamento ad ogni passo. Ad ogni incremento, si devono registrare sia la pressione dei martinetti che le deformazioni.

Il rapporto tra l’incremento di pressione (Δp) e l’incremento della deformazione (Δd), deve essere accuratamente controllato in modo da interrompere la prova quando improvvisamente diminuisce, per non danneggiare la muratura. Un ulteriore controllo riguarda la deformazione orizzontale, il cui repentino incremento potrebbe indicare la propagazione di una fessurazione.

La tensione locale nella muratura si calcola come nel caso della prova di martinetto piatto singolo:

Ts = Kt • Km • Pr

dove:

Pr = pressione del martinetto;

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Kt = costante adimensionale che rappresenta il rapporto tra l’area del martinetto e l’area dei tagli eseguiti nella muratura;

Km = costante adimensionale dipendente dalla geometria e dalla rigidezza del martinetto.

Da cui si ricava il Modulo di elasticità (E):

E = Ts / εv

dove:

εv = deformazione verticale misurata in prossimità dell’ area di mezzeria (deformazione media)

Ed il Coefficiente di Poisson (ν)

ν = εv / εo

dove:

εo = deformazione orizzontale.

Inoltre, operando con adeguata cautela, è possibile, attraverso continui carichi e scarichi della pressione, spingersi fino alla comparsa delle prime microfessure, avvicinandosi quindi al limite di rottura e con buona approssimazione possiamo stimare la resistenza a compressione mediate estrapolazione della curva carico/deformazioni.

A conclusione della prova si scarica la pressione e si rimuovono delicatamente i martinetti.

La corretta effettuazione delle prove di martinetto piatto richiede attenzione sia nell’esecuzione che nell’interpretazione dei risultati ottenuti. In particolare è necessario porre attenzione nello svolgimento della prova qualora ci si trovi in presenza di murature deboli o con morfologie molto irregolari, in caso di bassi valori di tensioni di compressione (edifici bassi), nel caso di murature a più paramenti o soggette a carichi eccentrici, nel caso di presenza di interventi, anche non noti, di consolidamento murario (ad es. scuci-cuci), ecc.

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Schema di misurazione per prova con martinetto doppio

Impianto per prova con martinetto doppio

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STRUMENTAZIONE UTILIZZATA

SISTEMA OLEODINAMICO GOTZL

MANOMETRO 0-16 bar

MANOMETRO 0-60 bar

MARTINETTI AD ALTA DEFORMABILITA’ MUNITI DI CERTIFICATO DI TARATURA

ESTENSIMETRO ANALOGICO MILLESIMALE PER LETTURA DEFORMAZIONI

MOTOTRONCATRICE PER ESECUZIONE TAGLI NELLA MURATURA

Strumentazione utilizzata per prova con martinetti piatti doppi

Rapporto di prova tipo per martinetto piatto singolo e doppio

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Esempio di grafico tensioni - deformazioni

Essendosi sviluppato su una vasta area, l’edificio presenta la necessità di indagini conoscitive diffuse per la caratterizzazione delle apparecchiature murarie e della qualità e tipologia dell’ammorsamento tra murature le stesse.

L’indagine prevede n°200 esami visivi delle connessioni murarie da distribuirsi sull’intero perimetro dell’area sia sul paramento interno che sul paramento esterno con prevalenza sui punti singolari.

Schema di possibile distribuzione delle indagini visive sulle murature.

Al fine di esaminare, oltre le caratteristiche superficiali, anche la tipologia (a un paramento,

a due, a più paramenti, con o senza riempimento a sacco, con o senza collegamenti

trasversali, etc.) e le caratteristiche costruttive (eseguita in mattoni, in pietra, regolare,

irregolare, conservazione dei giunti di malta, etc) degli apparati murari, si eseguiranno

esami endoscopici della muratura.

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L’indagine prevede n°15 esami endoscopici per eseguire delle sezioni caratteristiche della muratura sui punti singolari dell’edificio.

Schema di possibile distribuzione delle indagini endoscopiche.

Al fine di stabilire se la muratura in esame sia capace o meno di un comportamento

strutturale idoneo a sostenere le azioni statiche e dinamiche prevedibili per l’edificio in

oggetto, l’esame della qualità muraria non potrà prescindere da una valutazione

sperimentale delle caratteristiche meccaniche attraverso prova con martinetto piatto singolo

e doppio

L’indagine prevede n°10 prove con martinetto piatto in configurazione singola (cerchio rosso vuoto) per determinare gli stati di sollecitazione delle murature.

L’indagine prevede n°4 prove con martinetto piatto in configurazione doppia (cerchio rosso pieno) per determinare le caratteristiche meccaniche delle murature tipo.

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Schema di possibile distribuzione delle indagini con martinetti piatti in configurazione singola e doppia.

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4.5. INDAGINI STORICHE

Il piano delle indagini storiche verrà concordato con la committenza, secondo una metodica

utile al lavoro di recupero e restauro ampiamente sperimentate nel post sisma di L’Aquila.

Gli esperti ed i ricercatori italiani saranno affiancati da esperti e ricercatori marocchini.

Le indagini avranno inizio con la prima missione tecnica ricognitiva, che vedrà un confronto

tra tecnici e storici italiani e marocchini sia sul metodo che sulle aspettative dello studio.

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5. CRONOGRAMMA DELLE ATTIVITÀ

ATTIVITA’ I Mese II Mese III Mese IV Mese V Mese VI Mese VII Mese VIII Mese IX Mese X Mese

I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV

Campagna di rilievo sul campo del complesso

Restituzione grafica e digitalizzata del rilievo

Foto navigabili 360°

Video tour virtuale

Indagini geofisiche sul campo

Rapporto indagini geofisiche

Termografia sul campo

Rapporto analisi termografica

Indagini sui materiali in loco

Rapporto esami visivi sulle murature

Rapporto esame endoscopico

Rapporto indagini martinetti piatti sigoli e doppi

Indagini storiche

Calcolo struttura

Progetto strutturale restauro e consolidamento

Progetto architettonico

Lavori di recupero, restauro e consolidamento

Tavoli tecnici per la definizione della destinazione d’uso

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Il cronogramma delle attività presenta i tempi minimi di realizzazione delle azioni di

progetto. si è voluto comprimere al massimo i tempi garantendo l’alta qualità del lavoro.

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6. ORGANIGRAMMA:

Staff tecnico-scientifico:

Staff tecnico-scientifico

Arch. Pietro Antonio Pecilli: Project Manager Progetto Integrato Territoriale della

Provincia dell’Aquila;

Arch. Gianfranco D’Alò: Funzionario Soprintendenza ai monumenti;

Arch. Colella Maria Gabriella: Esperta tecniche storiche e censimenti sul campo;

Geom. Moratti Sabatino: Tecnico informatico;

Rilievi sul campo

Arch. De Angelis Daniele;

Arch. Mugnoz Leonardo;

1 tecnico di strumento;

1 tecnico analista;

Termografia

Dott. Salvatore Valter: Esperto diagnostica termografica;

1 tecnico di strumento;

2 tecnici per l’interpretazione dei dati;

Indagini geologiche

Dott. Ambrogi Andrea: Geologo specialista;

Dott. Boldrini Paolo: Geologo specialista;

Indagini sui materiali

Arch. Zucchi Andrea;

Perito Industriale Giannini Giampaolo;

2 tecnici di strumento

* Questo organigramma và integrato con uno storico del restauro italiano ed uno storico

marocchino

L’Aquila 01 agosto 2012

Arch. Pietro Antonio Pecilli