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CONCORSO ROTARY ANNO SCOLASTICO 2008-2009 PALAZZOLO DELLO STELLA Siamo la classe 3A dell'Istituto Comprensivo di Palazzolo dello Stella e, quando abbiamo ricevuto l'invito a questa attività concorsuale, abbiamo iniziato in modo concorde coadiuvati dagli insegnanti Perissin Chiara (lettere), Santoro Marco (tecnologia) e Toffolon Daniele (arte e immagine). Questa attività progettuale propositiva ci ha coinvolti con entusiasmo e fervore scolastico dato che si dispongono i nostri luoghi, i nostri usi e i nostri costumi da farvi conoscere.

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CONCORSO ROTARY ANNO SCOLASTICO 2008-2009 PALAZZOLO DELLO STELLA

Siamo la classe 3A dell'Istituto Comprensivo di Palazzolo dello Stella e, quando abbiamo ricevuto l'invito a questa attività concorsuale, abbiamo iniziato in modo concorde coadiuvati dagli insegnanti Perissin Chiara (lettere), Santoro Marco (tecnologia) e Toffolon Daniele (arte e immagine). Questa attività progettuale propositiva ci ha coinvolti con entusiasmo e fervore scolastico dato che si dispongono i nostri luoghi, i nostri usi e i nostri costumi da farvi conoscere.

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Osservare l'ambiente naturale per proporre

iniziative di miglioramento

e valorizazzione del proprio territorio.Linea guida condivisa. Responsabilità.

Competenze Traguardi per lo sviluppo delle competenze riferite per arte e immagine; geografia, tecnologia e informatica.

Compito unitari in situazione.Analizzare un ambiente (dal vero e in fotografia) in tutti i suoi elementi e nei rapporti che li legano e riprodurlo in parte attraverso tecniche grafiche, digitali, pittoriche, plastiche e multimediali.

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Attività laboratoriali.Approccio multidisciplinare.

L'osservazione dell'ambiente naturale si presta molto bene come argomento interdisciplinare, a partire, ad esempio, dalla considerazione che esso è spesso frutto dell'insediamento e della modificazione da parte dell'uomo. L'apporto di una disciplina come Arte e immagine contribuisce a fornire strumenti per il rilievo dell'ambiente, informazioni e metodi per la lettura dell'immagine ambientale; ad analizzare il variare dell'ambiente attraverso lo studio della storia dell'arte; a far maturare il rispetto e il senso della tutela ambientale sviluppando una conoscenza culturale e umana, fatta cioè di valori storici e artistici.

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Sono evidenti i collegamenti con la geografia, a partire proprio dalla comprensione della differenza tra paesaggio naturale e umanizzato, fino allo sviluppo delle capacità di leggere un paesaggio (dal vero o attraverso fotografie e carte), e con l'educazione ambientale, nello sviluppo di percorsi che partono dall'osservazione delle “regole” di un paesaggio e portano al rispetto e alla conservazione di tale ambiente. Si può lavorare anche con gli insegnanti dell'area scientifico-tecnologica-informatica, attraverso la constatazione che in natura la forma delle cose è molto spesso derivata da strutture geometriche, che una progettazione e rivisitazione del territorio antropizzato non può avvenire senza una sua accurata analisi.

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L'OSSERVARE...

L'osservare implica più tempo e più attenzione rispetto al guardare, perché mette in campo diverse operazioni:

SCEGLIEREANALIZZARE

INTERROGARE L'OGGETTOCAPIRE

RIEVOCARERICORDARE

DESCRIVERE.

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DIETRO LE QUINTE DELLE ATTIVITÀ LABORATORIALI

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BREVE INTRODUZIONE METODOLOGICA DELL'ATTIVITA' CHE CI SIAMO PREFISSI DI SVOLGERE.

- L'esperienza didattica qui presentata è ed è stata attuata da una classe a tempo normale nel corso del presente anno scolastico. Il progetto, proprio per la sua organizzazione oraria, permette la realizzazione delle attività che superano le tradizionali e consolidate forme di impegno scolastico stimolando nei ragazzi e negli insegnanti l'opportunità di conseguire gli obiettivi interdisciplinari che investono sia la dimensione della realtà che dello sviluppo della personalità in tutte le sue articolazioni. La vostra iniziativa ha risposto a richieste d'ordine scolastico metodologico, didattico e sociale praticabili e indirizzabili verso una ricerca storico-artistica-tecnologica-ambientale. La classe 3A ritiene che l'ambiente è uno spazio vissuto e da vivere e che per una sua corretta fruizione si deve necessariamente considerarlo un valore fondamentale e sentirlo proprio. La perdita progressiva di identità, la maggiore massificazione e perdita di gestione del nostro territorio ci fa capire l'importanza che assume la conoscenza della realtà in cui viviamo.

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- Abbiamo fissato alcuni punti fermi strettamente legati alla conoscenza del territorio quali: -la presa di coscienza della propria identità socio-culturale -la capacità di individuare gli elementi connettivi di una comunità

ed altri maggiormente didattici quali: - acquisizione di un efficace metodo di indagine - sviluppo della capacità di socializzazione attraverso il lavoro di gruppo -sviluppo della capacità di comunicazione attraverso codici diversi del conosciuto - sviluppo delle capacità logico operative inerenti le singole discipline.

Definizione del lavoro: una ricostruzione storico-grafica e PROPOSTE per la valorizzazione del territorio palazzolese.

STORICO poiché prende in esame un arco di tempo nel quale individuare i processi, gli elementi ed i fattori che hanno portato alla formazione del presente del Comune e del territorio di Palazzolo.

GRAFICA-MULTIMEDIALE poiché privilegia, tramite il linguaggio iconico e simbolico, la capacità di un individuo di trasmettere a se stesso e agli altri quello che conosce e che viene apprendendo da un ambiente.

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Per questi motivi l'area prescelta da noi è quella del Comune di Palazzolo dello Stella, dato che la maggioranza degli allievi proviene da questo territorio. Dopo aver effettuato una scelta di campo abbiamo determinato gli obiettivi specifici necessari per una corretta impostazione del lavoro:

- Sviluppo delle capacità di percezione spaziale del luogo in cui si vive

- capacità di interpretare e confrontare documenti storici, grafici ed iconografici

- capacità di rappresentare graficamente, con simbologia opportuna, gli elementi chiave di un periodo

- capacità di verifica sul territorio degli elementi individuati

- capacità di valutare i risultati ottenuti.

Le discipline coinvolte sono principalmente: la storia, la geografia, le scienze naturali, l'italiano, le discipline grafiche, storico-artistiche-archeologiche e tecnologia e informatica.

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- Dopo aver realizzato in classe singole mappe percettive del territorio in cui viviamo, abbiamo fatto una ricognizione dell'area di ricerca prescelta individuando alcuni elementi essenziali (morfologici, tipologici, di destinazione d'uso) con l'ausilio di mappe, catastali, della macchina fotografica e di una scheda guida con diverse voci analitiche.Sistemato il materiale che abbiamo raccolto, gli insegnanti ci hanno fornito una precisa metodologia per la prosecuzione del lavoro e per la realizzazione delle tavole in cui è articolata la ricerca. Distintamente la classe ha operato con i singoli insegnanti suddivisi in sottogruppi con intenti interdisciplinari (fotografia e selezione immagini, disegno grafico, coloristico, ricerca sonora a commento prodotto multimediale, ricerca archivistica presso biblioteche pubbliche e private, ricerca multimediale tramite Internet, scrittura digitalizzata e rielaborazione lingustica),le cui attività di base erano le seguenti:

1) Progetto e realizzazione del materiale cartaceo e file espositivo della ricerca prodotta assegnata dall'ente concorsuario Rotary;

2) Raccolta notizie, documenti, carte ed altro materiale iconografico;

3) Interpretazione e rielaborazione del materiale raccolto secondo le seguenti chiavi di lettura: - la grande storia e fatti - ambiente naturale - paesaggio agrario - ambiente costruito - attività economiche - personaggi, usi e costumi.

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-Discussione sui dati della fase precedente e impostazione delle pagine informative;

- Suddivisione dei compiti;

- Realizzazione del Power Point e di un raccoglitore cartaceo.

Abbiamo suddiviso per epoca storica (dalla preistoria al nostro secolo) il materiale raccolto, fornendo il lavoro di svariate carte del territorio costruite in base alle notizie reperite e con particolare attenzione agli aspetti paesaggistici, ambientali e artistici; una cronologia degli avvenimenti principali (ritrovamenti preistorici bambina di piancada, epoca pre romana, epoca romana, caduta dell'impero e invasioni barbariche, testimonianze medioevali-rinascimentali, il '600 e '700, '800, il '900 tra la Prima e Seconda guerra Mondiale, il Dopoguerra fino ai giorni nostri); una sintesi dei fatti storici e delle attività economiche; un approfondimento grafico e fotografico, progettuale propositivo, riqualificativo e testuale degli elementi caratterizzanti i periodi storici in esame.

4)La realizzazione dell'attività ha evidenziato alcune significative risultanze sia dal punto di vista della programmazione didattica, che da quello organizzativo.

Questo tipo di lavoro progammato e definito, attuato da noi gruppo classe, ha permesso il superamento di alcune difficoltà proprie del lavoro di gruppo che richiedono un'attenta ed equilibrata formazione degli stessi gruppi e sottogruppi per fasce di livello. Il rendimento e la qualità del lavoro sono migliorati “in progress” quando siamo stati responsabilizzati dagli insegnanti nella realizzazione, in forma autonoma, di determinate schermate, pagine informative e realizzazione di manufatti plastici.

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Purtroppo la ristretta tempistica esecutiva e di consegna ha condizionato l'organizzazione del lavoro svolto visto che le consegne sul regolamento da seguire fornitoci dal “premio Paolo Solimbergo” (anno rotariano 2008-2009) ci sono giunte solamente nel corso del mese di novembre 2008.

Come risultanza del lavoro ottenuto va rimarcato che:

-noi abbiamo conseguito un efficace metodo di lavoro;

-abbiamo recepito gli elementi fondamentali del rapporto tra l'uomo e l'ambiente;

-abbiamo acquisito una memoria storica collettiva;

-abbiamo potuto esprimere le nostre peculiari capacità e proporle per una efficace riqualificazione del territorio.

Incoraggiante per la classe è stato di ottenere con questa attività momenti di integrazione e sostegno per tutti i nostri compagni di classe; la calibratura dei compiti secondo le singole possibilità ed in funzione di una crescita generale della nostra classe 3A è stata una costante del lavoro progettuale mirato all'educazione-formazione delle classi giovanili locali come disposto da regolamento concorsuale.

Riteniamo valida questa esperienza.

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IL TERRITORIO DI PALAZZOLO COME AULA.

Un' abilità trasversale fondamentale tra le materie utilizzate per l'attività concorsuale in quest' aula è l'analisi in quanto non è possibile una corretta percezione del territorio se non si è in grado di conoscere e riconoscere l'opera dell'uomo e delle sue dirette espressioni culturali ed artistiche. Il percorso didattico e conoscitivo che abbiamo intrapreso è partito da Palazzolo dello Stella che costituisce un classico esempio di piccolo borgo paesano sviluppatosi su un antico “castro” di fondazione romana, nel senso che alla ridotta estensione corrisponde però una presenza nella storia, nella cultura e nell'arte nella regione Friuli davvero notevole anche se minimizzata. Già l'esistenza del vicino circoscritto sepolcreto di Piancada (vicinoria frazione di Palazzolo) ritrovato da scavi archeologici alcuni decenni fa ha portato alla luce i resti di una bimba risalente all'epoca neolitica (la famosa Bambina di Piancada), i resti umani più antichi rinvenuti in Friuli.L'origine e la fondazione di Palazzolo risale all'epoca romana quando le legioni si spinsero e si insediarono in questi territori. Gli stessi militari romani erano anche abili costruttori e realizzarono rapidamente lungo le sponde del fiume Anaxum un fortilizio dalla planimetria ordinata, geometrizzata per assolvere alle funzioni logistiche di difesa e presidio. Il fortilizio-accampamento chiamato “castrum” si presentava con la seguente tipologia:

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I forti romani erano sempre organizzati come una città con due vie che dividevano il castrum (plurale castra) in quattro grandi rettangoli a loro volta suddivisi in aree più piccole da altre vie. Le due direttrici principali erano chiamate cardo e decumano maximus, e partivano da quattro porte che erano disposte una per lato, le vie si incrociavano poi al centro del forte ove era presente una piazza (Forum) circondata dagli alloggi degli ufficiali più alti, come Tribuni militari e Prefetti. Attorno alle restanti vie si affacciavano altri servizi di utilità pubblica e strategica militare.

IL CASTRUM ROMANO

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Spesso i forti erano posti a ridosso delle mura che proteggevano il confine dell'Impero ed erano collegati agli altri castra da speciali strade protette da terrapieni che correvano a pochi metri dal vallo le quali permettevano un celere spostamento di truppe e messaggeri. Per meglio controllare il confine erano talvolta costruiti forti di minore entità chiamati castella, ove risiedevano distaccamenti della legione o reparti ausiliari. Questi castella sebbene fossero molto piccoli rispetto al castrum ne riproducevano la stessa forma anche se non possedevano ovviamente le stesse strutture.Mentre però i confini settentrionali dello Stato erano difesi da mura, la sicurezza delle Province orientali e africane era assicurata solo da un sistema di castra e castella intervallati da torri integrate da campi trincerati e fossati.

I FOSSATI COME CINTA PROTETTIVA DEL CASTRUM ROMANO

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Ecco come l'immagine visualizza il sovrapporsi tra l'antico castrum romano di Palazzolo e il connesso sistema di viabilità urbana attuale.

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DESCRIZIONE TRATTEGGIATA DELLA PLANIMETRIA RELATIVA ALL’ARCHITETTURA CIVILE E PUBBLICA DI PALAZZOLO DELLO STELLA GIÀ ESISTENTE, E SVILUPPATASI NEL TEMPO CON GLI ASSI VIARI PREESISTENTI ALL’EPOCA ROMANA. IL RETICOLO STRADALE DI EPOCA ROMANA È RAPPRESENTATO CON LO SCHEMA TRATTEGGIATO(QUI A FIANCO) È RIVOLTO LONGITUDINALMENTE IN DIREZIONE DEL PUNTO CARDINALE NORD.LA SCACCHIERA EVIDENZIA IL PERFETTO SVILUPPO SIMMETRICO DELL’IMPIANTO URBANISTICO.

LA GRAFICA VISUALIZZATA QUI ACCANTO E RELATIVA LEGENDA CI PERMETTONO DI RICONOSCERE LA DESCRIZIONE DELLE DIVERSE PLANIMETRIE DELL’ANTICO CASTRUM ROMANO E DELL’ATTUALE PIANO URBANISTICO DI PALAZZOLO SOVRAPPOSTO.

La presenza dell’antico “castrum” romano di Palazzolo aveva le seguenti peculiarità urbanistiche:

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LA VIA ANNIALA VIA ANNIA Palazzolo dello Stella era attraversato dall’ importante Via Annia. La Via Annia, fatta costruire nel 131 a.C. dal pretore Tito Annio Rufo e costituita in gran parte da grande superficie con viale glarea stratae- essa doveva essere ricoperta di basoli ovvero grosse pietre irregolari solo in prossimità dei centri urbani più rilevati, collegava Adria ad Aquileia, attraversando i territori dei tre importanti centri di Padova, Altino e Concordia Saggitaria. Più in dettaglio, in corrispondenza di Mestre, il tragitto lambiva la costa, mentre nel tratto tra Altino e Concordia Saggitaria, esso ripercorreva il presistente sistema vario paleoveneto. La direttrice venne utilazzata fino al periodo tardo imperiale (cronache del tempo riferirscono che, nel corso del IV d.C, numerosi imperatori vi transitarono al fine di difendere il confine orientale dell’ Impero).

ESEMPIO DI PAVIMENTAZIONE STRADALE ROMANA SIMILMENTE AL SELCIATO STRADALE DELLA VIA ANNIA.

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…anche una rete di collegamenti terra- laguna- corsi d’acqua. Interessante notare che la via terrestre (che attraversava la pianura perilagunare e delimitava a nord una vasta compagna centuriata e più a sud territorio flusivo- palustre) era collegata anche ad un itinerario endolagunare segnato da fosse di navigazione e vie fluviali, che spesso consentivano di raggiungere l’ interno con più facilità.

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La Casa Attila è un bene architettonico del nostro paese. Le dimensioni modeste racchiudono storia, leggenda e tradizione di Palazzolo. La casa si trova appena fuori dell'antica planimetria del castrum e sorge dinanzi alla Pieve di Santo Stefano. Secondo una tradizione locale, il condottiero unno Attila transitò a Palazzolo radendo al suolo l'intero abitato. Soggiornò nella casa, unico palazzo che aveva risparmiato nella sua sanguinaria permanenza. Il nome di Palazzolo deriva da questo fatto: significa infatti “Palazzo Solo”, ovvero la Casa Attila.

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LA PLANIMETRIA PARTICOLAREGGIATA DEL LA PLANIMETRIA PARTICOLAREGGIATA DEL CASTRUM E RELATIVO POSIZIONAMENTO DELLA CASTRUM E RELATIVO POSIZIONAMENTO DELLA CASA CASA ““ATTILAATTILA”” ALL ALL’’ESTERNO DELLA CINTA ESTERNO DELLA CINTA FORTIFICATA INDICATA DAL TRATTEGGIO.FORTIFICATA INDICATA DAL TRATTEGGIO.

Il castrum è formato da 10 Vie orizzontali e da 5 Vie verticali.L’ultima Via orizzontale era la Via Annia, l’attuale Strada Statale 14.Il particolare segnato con una freccia è la casa Zanelli-Attila, e come si vede dal tratteggio la casa è appena fuori dall’antica perimetria romana di Palazzolo dello Stella.

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LA PIEVE ARCIPETRALE DI SANTO STEFANO PROTOMARTIRELa Pieve Arcipetrale di Santo Stefano Protomartire è la Chiesa principale di Palazzolo dello Stella e conserva una scheggia appartenente alla Croce di Gesù. È un edificio di considerevoli dimensioni, i cui interni sono riccamente decorati. L’origine dell’edificio sembra risalire verso il V-VI secolo, ma le prime documentazioni risalgono al 1300.La Pieve di Santo Stefano Protomartire è stata ricostruita dopo l'incendio del 1665 ed è stata consacrata nel 1890. Presenta influenze di stile eclettico che dalla Rivoluzione francese ha dominato nelle costruzioni sacre.

LE CHIESE DEL NOSTRO PAESE

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APPROFONDIMENTO... LA CHIESA DI SANTO STEFANO.L'attuale conformazione della Chiesa risale al 1988, anno in cui iniziò il progetto che prevedeva la ristrutturazione del pavimento e l'ampliamento di tutti gli ambienti incentrandoli su un unico fulcro: l'altare. Esso merita la centralità assoluta, in quanto unico perchè unico è Cristo. Deve avere una forte presenza, è il centro prospettico, è il punto di riferimento per tutta l'assemblea. Il secondo pilastro della Chiesa è l'ambone. Qui viene proclamata la Parola. L'importanza della Parola di Dio esige che vi sia nella Chiesa un luogo adatto dal quale essa venga annunciata e verso il quale spontaneamente si rivolga l'attenzione dei fedeli. Il terzo elemento è il seggio del celebrante, chiamato anche luogo della presidenza. Dev'essere semplice e severo, una semplificazione della cattedra del Vescovo. Questi tre elementi devono armonizzarsi tra di loro, per rendere la liturgia un momento unico, in cui ci si sente uniti.

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La navata è caratterizzata dal pavimento a scacchiera edificato proprio in occasione della ristrutturazione del 1988-1989. Il motivo a scacchiera si ripete a tutto il presbiterio. L' altare delle celebrazioni, per il quale sono state utilizzate le due balaustre di marmo di Carrara dell'800 sormontate da una mensa di marmo, campeggia su uno spazio non sopraelevato rispetto al presbiterio, ma evidenziato da un marmo chiaro (trani) racchiuso da una fascia di marmo grigio carnico che corre tutt'intorno. Questo spazio su cui sorge l'altare delle celebrazioni, si chiude con una predella sopraelevata di marmo sulla quale è collocato il seggio della presidenza. Seggio e ambone sono realizzati il legno noce e si raccordano con gli stalli sobri e deleganti dell'800.

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LA CHIESA DELLA BEATA VERGINE DEL

SUFFRAGIOLa Chiesa della Beata Vergine del Suffragio è situata lungo la strada statale 14 “Trieste-Venezia” in ambito paesaggistico adiacente all’attuale cimitero, dove passava la antica “Via Annia”. La sua nascita è riconducibile al movimento umbro della flagellazione che si insediò a Cividale nel 1270. Vengono poi edificate alcune Chiese nel territorio friulano, probabilmente anche quella della Beata Vergine del Suffragio. I primi documenti risalgono al 1382, la Chiesa è rimasta intatta fino al suo restauro concluso nel 1984.

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LA CHIESA DI SAN BARTOLOMEO

La Chiesa di San Bartolomeo è inserita nel centro storico di Palazzolo dello Stella ed è caratterizzata da tratti rinascimentali e semplici.

È stata restaurata nel 1987, alla meraviglia dei fedeli. Essi si stupirono dinanzi ai meravigliosi affreschi medioevali dell'aula e tardo seicenteschi o settecenteschi della piccola abside, recuperati dall' eccellente opera di restauro. Ancora oggi ci rechiamo in occasione delle Prime Comunioni o delle festività caratteristiche della nostra comunità. Personalmente, le celebrazioni in questa piccola chiesetta sono splendide, meravigliose e calorose, in un'atmosfera di fratellanza e amicizia.

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Dove affondano le origini della Pieve di Santo Stefano di Palazzolo?Già dal 1978, grazie alla disponibilità del parroco, si anticiparono gli scavi per risalire alla prima Chiesa di Palazzolo. Si credeva che questa si trovasse presso la Pieve di Santo Stefano, ma i risultati furono negativi. L'equipe non si arrese, e lo stesso Giuliano Bini (storico del paese, di grande cultura e peso nel paese) disse che bisognava ripartire. Questi pionieri fecero una straordinaria scoperta: la Chiesa di San Lorenzo, la più antica del territorio dello Stella che però attirava fedeli anche da Latisana e Lignano (nel V-VI secolo non c'era di certo il turismo di oggi!) che non disponevano di una grande Chiesa. Questa si trovava presso la stazione ferroviaria, nella zona in cui noi abbiamo proposto il museo. Successivamente la Chiesa fu dimenticata, in quanto era necessario costruirne una più grande dopo gli incrementi demografici e la crescita del numero dei fedeli cristiani. Secondo noi, sarebbe un grande traguardo per il paese poter accadere agli scavi, portare alla luce questi splendidi resti archeologici.

LE ORIGINI... LA CHIESA DI SAN LORENZO

SAN LORENZO SI TROVAVA IN CORRISPONDENZA DELLA VIA ANNIA. OGGI VI SI TROVA LA STAZIONE FERROVIARIA E NOI ABBIAMO PROGETTATO IL MUSEO PROPRIO IN QUEST'AREA

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Dai muri delle vecchie case del paese, le ultime immagini sacre sopravvissute all'inclemenza del tempo, testimoniano con tenacia la fede e l'arte dei nostri avi: la loro determinazione e la loro forza di volontà, qualità approfondite con questa ricerca che ci ha messo a dura prova per raggiungere i nostri obiettivi come abbiamo fatto negli scorsi anni, devono essere per noi il più grande esempio per la vita nella comunità. Un tempo, questi piccoli grandi capolavori, assumevano l'utilità di altari, illuminati e ornati da splendidi fiori. La gente si radunava, viveva serenamente quei preziosi momenti di gioia, senza pensare alla povertà ed ai duri tempi che correvano. Il nostro desiderio è che la nostra testimonianza, che presenteremo a tutto il paese a breve, possa far rivalutare e riscoprire queste icone di grande valore storico, artistico e sociale. Siamo addolorati dai danni provocati dal tempo e dagli agenti atmosferici, ma non ci siamo arresi e possiamo così riassumere il nostro lavoro di ricerca e documentazione...

LE ICONE MURALI DI PALAZZOLO

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... I CROCEFISSI E SANT'ANTONIO

In Via Tresara n.4, presso la casa attualmente di proprietà della famiglia Fabbro, si trova un dipinto raffigurante il Crocefisso con sottostante tre figure. Dovrebbe risalire al XIX secolo, o forse al 1837, e l'autore è ignoto: di egli non abbiamo trovato corrispondenze nei documenti locali. Il Crocefisso è un affresco che misura 195 cm per 132 cm e il suo stato di conservazione è buono. Il dipinto è composto da un crocefisso su croce spianata, ai cui piedi si trovano tre figure con vesti di vari colori: tra esse sono riconoscibili le due figure femminili e San Giovanni in piedi.

CROCEFISSI.

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Spostiamoci in Via degli Artieri numero 4. Nella facciata fronte strada di un' abitazione privata, troviamo un dipinto raffigurante Cristo appeso su una croce fatta da due tronchi mal sbrancati. Ai suoi piedi la Madonna è ritta, con le braccia aperte. Lo stato di conservazione è cattivo e la sua datazione risulta complicata, forse risalibile al 1700. Alcune caratteristiche pittoriche potrebbero far presumere una datazione ancora più antica.

Il nostro giro del paese si riversa nella Piazza L. Bini, presso la casa di proprietà Picotti. La scultura qui presente raffigura Cristo crocefisso e due figure femminili. Lo stato di conservazione è buono e possiamo far datare l'opera al 1941.

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In Via Stella, nella nicchia fronte strada, si trova un dipinto raffigurante il Crocefisso fra la Madonna e Giovanni. Lo sfondo è uniforme e scuro, ma lo stato di conservazione cattivo e l'autore ignoto rendono difficile una datazione, presumibilmente intorno al XIX secolo. La realizzazione è a tempera. Questa icona non esiste più perchè è stata cancellata dall'imbiancatura. La descrizione che vi abbiamo presentato risale a qualche anno fa.

L' Affresco che stiamo per presentarvi presenta la crocifissione di Cristo. Si trova nella facciata posteriore del Caffè Centro, e fu restaurato intorno al 1941.

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In una nicchia fronte strada, in Via dei Longobardi, vi si trovava la più antica icona del nostro paese. Purtroppo è stata distrutta in una ristrutturazione ancora incompiuta della casa che la ospitava. Abbiamo ricercato vecchie documentazioni di questo dipinto e con le informazioni ricavate abbiamo delineato questa tabella:DESCRIZIONE: Cristo pende da una croce spianata. Ai piedi, da un lato S.Antonio, ritto col giglio in mano e sovrastato da una testa alata di cherubino, dall'altro una figura femminile... La tonalità principale dovrebbe essere un colore bruno su sfondo violaceo, ma vanno tenute conto possibili alterazioni. EPOCA: XVII Sec.MATERIA: AffrescoSTATO DI CONSERTVAZIONE: CATTIVO, ALTERATO DA INESPERTE RISTROTTURAZIONI E DALL'UMIDITÀNOTIZIE: DIPINTO DI GRANDE SUGGESTIONE, LE CONDIZIONI NON PERMETTONO DI COGLIERNE I GUSTOSI PARTICOLARI. FU REALIZZATO NEL PERIODO DI MAGGIORE INTENSITÀ NEL CULTO DI SANT'ANTONIO.

SANT'ANTONIO.

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SANT'ANTONIO. Sfortunatamente neanche questa icona esiste più, fu distrutta a seguito al rifacimento del fabbricato che l'ospitava. Il dipinto è stato sostituito da una nuova immagine a mosaico. Il dipinto originale, in base ad alcune informazioni relative al periodo finale della sua presenza, dovrebbe presentare queste caratteristiche:LUOGO: Angolo fra Via Roma e Via Stella, adiacente ad alcune abitazioni.DESCRIZIONE: La composizione grafica è di difficile lettura per il sovrapporsi di due immagini. La figura originale dovrebbe essere di modeste dimensioni, con il volto inclinato a sinistra e senza, a differenza del rifacimento, il Bambino tra le braccia.MATERIA: Affresco a tempera.EPOCA: XVIII Sec. (rifacimento risalente al 1930).

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SANT'ANTONIO. In fronte alla strada, in Via Stella, vi si trova la più recente icona del Santo. Essa è un mosaico policromo raffigurante Sant'Antonio da Padova con Gesù Bambino. Risale soltanto al 1980 ed è opera di Renato Zoratto. Il Santo è a mezza vita, aureolato, in abito francescano regge col braccio destro Gesù Bambino. Il suo stato di conservazione è ottimo, visto il recente componimento.

SANT'ANTONIO.Poco distante, in Via Roma n.74, troviamo il Santo che regge sulla sinistra fra le braccia il Bambino dallo sgargiante abitino verde. Il dipinto risale al 1960e l'autore è un componente della famiglia la quale possiede l'abitazione (famiglia Macor).

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La nostra riscoperta del paese si identifica anche negli importanti manufatti che si intrecciano alla vita civile e religiosa del presente e del passato. La comunità si concentra ancora oggi sui caratteri fondamentali della preghiera, partecipando numerosa alla vita della Chiesa e alle celebrazioni legate alle figure in cui ci riconosciamo, quali Sant'Antonio da Padova. Egli è un personaggio fondamentale per noi in quanto ci affidiamo ad una tradizione secondo la quale passò attraverso Palazzolo.

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SANT'ANTONIO DA PADOVA E PALAZZOLO VOTIVO

Sant' Antonio da Padova è il santo più popolare a Palazzolo dello Stella, la sua festa è la più vicina al cuore della gente, tanto da essere diventata la festa ufficiale della nostra comunità, oscurando il ruolo del patrono Santo Stefano e del compatrono San Lorenzo. Sant' Antonio ha raggiunto tra di noi molta popolarità, tanto da affermarsi in un'antica e misteriosa tradizione...

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SANT'ANTONIO A PALAZZOLO

La nostra ricerca non si è arresa alle lacune della documentazione storica locale e siamo riusciti a trarre preziose informazioni su una storia ricca di fascino

Tra gli anni 1227 e 1230 Antonio si è recato in numerose località del Triveneto e tra queste non si può escludere il nostro Palazzolo. Si narra che il Santo sia passato in via Lavadussa, allora Vadussa. Questa tradizione culmina con l'adozione della festa principale del paese il giorno 13 di giugno, dedicandola a Sant'Antonio.

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VERITÀ O FINZIONE?

I nostri nonni ci dicono di voler credere nel suo breve ma significativo passaggio, perchè dobbiamo essere buoni palazzolesi, fiduciosi nelle nostre origini e nel nostro paese. Alcuni indizi ci farebbero supporre il contrario:

I nostri antenati non hanno dimostrato negli anni immediatamente successivi segni di devozione nei confronti di Sant'Antonio;

L'adozione di Sant'Antonio come festa della comunità potrebbe essere casuale, in quanto avrebbero chiesto un giorno in più di riposo.

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LA FESTA, IL RITO RELIGIOSO DI SANT'ANTONIO

Il 13 giugno ricorre la festa patronale a Palazzolo. I riti religiosi iniziano fin dal mattino nella Chiesa patronale di Santo Stefano. Nel pomeriggio a seguito del più importante rito religioso allo scandire dei rintocchi delle campane sfila una variopinta processione per le vie del paese. Tra numerosi astanti il corteo procede lungo un percorso anulare che rivela e manifesta il simulacro più sacro parrocchiale: la statua lignea di Sant'Antonio da Padova sorretta da un prezioso intagliato baldacchino. L'intero complesso scultoreo viene trasportato per le vie del paese da una nutrita schiera di portatori vestiti con un ampia tunica bianca che riflette la purezza del bianco giglio, simbolo iconografico del Santo. Questo corteo attrae turisti per il colore, folclore e tradizione. Attorno alla manifestazione religiosa vi è un corollario di eventi gastronomici e intrattenimento ludico.

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LO STELLA COME AULAIl fiume Stella è anche testimonianza emozionante dell'incontro tra la natura e l' uomo, ed ecco allora che arte, architettura, folclore, economia artigianato e agricoltura diventano occasione di apprendimento e conoscenza tanto da comporre un percorso completo e articolato di educazione ambientale. Il percorso “metafora”si concretizza lungo itinerari già esistenti e progettabili ed escursioni che generosamente il lungo fiume e il Delta si prestano :percorsi agevoli in quanto effettuabili nell'arco di una giornata e che potremo definire dal Fiume al Mare questa fruibilità del percorso fluviale e effettuabile lungo una via acquea un tempo usata in epoca preromana, romana e dai veneziane che trova in Palazzolo d.S un approdo agevole per barche provenienti dal mar adriatico, difatti ritroviamo antiche testimonianze a monte dell'abitato di Palazzolo (località Rivarotta) destinate in epoca romana alla realizzazione di manufatti in cotto posti in essere nelle antiche fornaci esistenti all'ora di cui sono rimasti flebili tracce nei terreni limitrofi.

Durante la ricerca abbiamo scoperto che questi manufatti quali anfore e vasi venivano realizzati seguendo dei precisi canoni estetici funzionali come dimostrasi nello schema seguente:

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ECCO ESEMPLIFICATO I MANUFATTI REALIZZATI A FORNO CON ARGILLA CRUDA RINVENUTI

NELL'AREA AQUILEIESE, LUNGO LA VIA ANNIA PROSSIMA AL CASTRUM ROMANO DI PALAZZOLO

Si tratta di tozzi contenitori in cotto utilizzati per la conservazione di granaglie, sementi e alimenti ittici trattati con oli, aromi e spezie e adatti nell'uso per l'ampia apertura somitale che ne facilita il rimaneggiamento.

INOLTRE ESISTEVANO ALTRE TIPOLOGIE DI MANUFATTI REALIZZATI NELLE FORNACI DELL'AREA

AGROPALAZZOLESE

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LE TIPOLOGIE DI VASI VINARI E LACRIMATORI DI EPOCA ROMANA.Alcuni frammenti di questi manufatti argillosi sono stati rinvenuti nelle adiacenze della castrum romano di Palazzolo e soprattutto nella stiva della nave romana da trasporto rinvenuta nelle acque a monte del porto di Precenicco. Il rinvenimento della nave e del suo carico non è casuale dato che in località Rivarotta esistevano delle antiche e attive fornaci romane che producevano tali tipologie di vasi.

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Inoltre tali antiche fornaci romane sfornavano embrici per la copertura dei tetti.

PIANI PER LA RACCOLTA E IL DEFLUIRE DELLE ACQUE

COPPO CONVESSO

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Una volta realizzati questi manufatti, venivano stipati Una volta realizzati questi manufatti, venivano stipati immagazzinati nelle navi di carico-trasporto. immagazzinati nelle navi di carico-trasporto.

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Le navi raggiungevano il Delta del fiume Stella per poi procedere via mare verso gli approdi dell'antica Istria-Dalmazia per essere commercializzati negli empori . Altre testimonianze dell'attività fluviale antica sono state rinvenute discendendo il fiume da Palazzolo in località Precenicco dal ritrovamento di un antica nave romana e proprio carico, deposta sul fondale fangoso del fiume . Di questa nave e del suo carico poco e rimasto a causa del naturale deperimento dei materiali sott'acqua .

DATE LE FOTO NON NITIDE E SFOCATE, IN QUANTO SCATTATE SOTT'ACQUA E RINTRACCIATE NEGLI ARCHIVI FOTOGRAFICI LOCALI, UTILIZZIAMO A TITOLO ESEMPLIFICATIVO QUESTA BELLISSIMA IMMAGINE DEL RELITTO POSTO IN SECCA CHE RIVELA LO SCHELETRO LIGNEO DELLO SCAFO

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Vi presentiamo ora le rotte commerciali praticate dallenavi commerciali romane che scendevano il fiume Stella,

raggiungevano la foce situata nell’attuale laguna diMarano e proseguivano in direzione della penisola

istriana dove consegnavano le merci (vasellame,mattoni, tegole realizzate in argilla cotta) prodotte nelle

Fornaci, site nella zona periferica di Palazzolo delloStella.

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Questi materiali una volta rinvenuti tempo fa sono stati raccolti e aggiunti ad altri frammenti di ceramica , marmo e laterizio utilizzati in questa bassa pianura per l' architettura domestica rurale,la viabilità,l'architettura civile pubblica costituendo una raccolta di reperti archeologici che ha trovato sede provvisoria ed effimera al Marinaretto.

COS'É IL MARINARETTO?

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“LA CASA DEL MARINARETTO”

La Casa del Marinaretto si trova nel comune di Palazzolo dello Stella sulla riva sinistra del fiume Stella di fronte piazza del Porto di Precenicco.

L'edificio, destinato ad uso dell'Opera Nazionale Balilla, è stato inaugurato il 4 aprile del 1936 in onore ai figli dei marinai caduti nel lavoro. Per qualche anno è stato sede del museo dello Stella. Attualmente è protetto dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio del Friuli Venezia Giulia ed è sede del Centro di Aggregazione Artistico Culturale Art-Port gestito dall'omonima associazione.

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Le testimonianze archeologiche raggruppate al Marinaretto nel corso degli ultimi decenni sono andate smarrite

dall'incuria e mancanza di una educazione alla conservazione e tutela dei beni culturali-artistici.

Inoltre i vari reperti archeologici rinvenuti nel territorio di Palazzolo sono stati ospitati e raccolti oltre che nella sede del

Marinaretto anche nella casa Bartoli.

ESTERNO DELLA CASA MUSEO INTERNO DELLA CASA

MUSEO CON I REPERTI

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TRA I REPERTI RINVENUTI NEL TERRITORIO DELLO STELLA E CONSERVATI PER UN BREVE

PERIODO IN CASA BARTOLI, VI SONO URNE CENERARIE IN ARGILLA CRUDA QUALE LA TIPOLOGIA PRODOTTA NELLE FORNACI DI

PALAZZOLO.

Le foto qui accanto sono un esempio di urne cenerarie rinvenute nel territorio aquileiese lungo la Via Annia. I reperti rinvenuti nel territorio agro palazzolese sono stati documentati: sono conservati in raccolte e nei musei limitrofi.

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Tale mancanza di sensibilità è stato il motivo maggiore che ha dato movimentazione all'attività protesa ad individuare come elemento connettivo di una comunità l'istituzione di un nuovo Museo a Palazzolo dato che i beni culturali e artistici dell'agro palazzolese sono andati dispersi e confluiti nei musei-raccolte del circondario. In questi musei limitrofi è conservato un rinvenimento importante come la famosa

risalente all'epoca neolitica. Tale reperto antropologico è il più antico rintracciabile nel Friuli Venezia Giulia ed è vanto delle “scoperte” avvenute casualmente nel territorio di Palazzolo ad opera di volontari novelli Indiana Jones.

In un mondo in cui sempre maggiore è la massificazione,la perdita della capacità di fare cultura, la spoliazione sistematica delle tradizioni, la perdita progressiva di identità e di gestione del proprio territorio risulta chiara l'importanza che assume l'istituzione e la realizzazione fisica del Archeo-Museo a Palazzolo che assume i caratteri di polo di conoscenza della realtà in cui si vive trasmissibile alle generazioni future.

“BAMBINA DI PIANCADA”

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I GRANDI RINVENIMENTI A PALAZZOLOIL MILIARE DI COSTANTINO

Il miliare di Costantino è una pietra cilindrica ritrovata sulla sponda destra del fiume Stella addossata ai resti dell'antico ponte romano. Riportava scritte e misure che concorrevano alla distribuzione identificazione delle distanze da percorrere lungo la via Annia nel tratto di congiunzione viaria tra le città di fondazione romana di Concordia Saggittaria e Aquileia.

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I PONTI PRESENTI NELL'AREA FLUVIALE DELLO STELLA E NEL TERRITORIO DI

PALAZZOLO I ponti sono i più importanti e vistosi monumenti del paesaggio palazzolese, manufatti interessanti dal punto di vista architettonico, strutture funzionali nel passato e nel presente delle nostre comunità, mezzi che hanno permesso e permettono i rapporti e i contatti fra le popolazioni favorendo l'evolversi della civiltà.

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IL PONTE ROMANO

In particolare ricordiamo il ponte romano della Via Annia (ca.150 a.C.).La costruzione del ponte dovrebbe risalire al tempo del tracciato della strada consolare, dal 156 al 151 a.C. Ma i resti attuali rinvenuti da scavi archeologici potrebbero essere più tardi, forse anche collegabili alla presenza in loco del miliare di Costantino (foto). Testimonianze sulla datazione dello studio pervengono da una figura zoomorfa scolpita in quello che si ritiene un frammento della spalletta del ponte. Tale ponte è stato in quei tempi fino alla caduta dell'Impero romano e in epoca alto medioevale controllato e utilizzato dalle truppe romane, da eserciti bizantini, goti, franchi, unni, ungari. Il ponte funzionò secondo considerazioni storiche fin verso il XIV secolo in contemporanea alla costruzione della Chiesa di Santa Maria dei Battuti.

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Ciò è determinato perchè in quel punto secondo le testimonianze di allora era ancora in funzione. Tra le considerazioni storiche vi sono le indicazioni di Giuliano Bini che nel testo “L'uomo e lo Stella” così afferma: “dal crollo del ponte in muratura che provocò una barriera che deviò per lungo tempo il corso delle acque, sconvolgendo l'area circostante e creando, prima di ritornare al corso antico e attuale quell'ansa che abbiamo conosciuto come Flumat o fiume morto ora riempito dagli scarichi di un'industria locale.Dal libro L'uomo e lo Stella di Giuliano Bini, storico locale. Così potrebbe avvallare che in quell'epoca e in quel punto un ponte era ancora in funzione.”

VISTA DI UN PONTE ROMANO

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TIPOLOGIA COSTRUTTIVA DEI PONTI ROMANIRESTI DI UN PICCOLO PONTE ROMANO IN MURATURA: L'ARCATA CENTRALE A TUTTO SESTO, NEL PONTE DI PALAZZOLO, SORREGEVA L'INTERA STRUTTURA ED ERA AFFIANCATA DA DUE ALTRE PICCOLE ARCATE.

ESEMPIO DI UN PONTE ROMANO A 5 ARCATE

ESEMPIO DI PONTE ROMANO A 3 ARCATE: DOVREBBE ESSERE LA TIPOLOGIA DI QUELLO PALAZZOLESE

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Architetture pontili che erano presenti nel territorio:

-il ponte della Wehrmacht (1944-1945);-il ponte grande (ante 1630-1753);-il ponte di mastro Saro (1754-1791);-l'ultimo ponte grande (1791-ca. 1830);-i ponti del bellum forojulense (1514);-il primo ponte dei documenti (1432);-il primo ponte di ferro (1913-1917);-il ponte provvisorio in legno austriaco (1917-1918);-il ponte provvisorio in legno italiano (1918-1924);-il secondo ponte di ferro (1924-1945);-il secondo ponte bailey (1945-1949);-il ponte della strada Crescenzia (ca. 1830-1866);-il primo ponte italiano (ca. 1866-1913);-il primo ponte ferroviario (1888-1917);-il secondo ponte ferroviario (1920-1945);-la passerella del film, per un film con Virna Lisi, Umberto Orsini dal titolo “La ragazza e il generale” di Pasquale Festa Campanile (1966);-un ponte in legno a Piancada (1918-1921);-il primo ponte del Marinaretto (1992-2005);-una passerella in via del Fiume (1943-1944).

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-Il ponte di Sterpo;-il ponte di Flambruzzo;-i ponti di Ariis;-i ponti di Chiarmacis;-il ponte dell'autostarda;-la passerella di Rivarotta;-la passerella del Polesan (dal 1960);-il ponte nuovo (dal 1948);-il terzo ponte ferroviario (dal 1947);-il ponte “Papa Giovanni Paolo II.

Menzoniamo altre architetture pontili esistenti quali:

PONTE PAPA GIOVANNI PAOLO II

LA PASSERELLA

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Il territorio di Palazzolo e il delta dello Stella rappresentano un ambiente unico in Friuli e nel Nord-Est d'Italia. Palazzolo è territorio antico, ricco di testimonianze storiche, culturali ed artistiche, epicentro di incroci di civiltà e popoli. Il delta dello Stella sfociantosi nella Laguna di Marano, oltre ad essere una delle maggiori zone umide d'Italia ed Europa, costituisce un esempio di ecomuseo (intendiamo per ecomuseo la stratificazione di elementi ambientali, culturali e sociali che definiscono lo specifico patrimonio locale friulano).

LO STELLA COME AULA

PALAZZOLO E DELTA DELLO STELLA: LA

TERRA DEL GRANDE FIUME ANAXUM (STELLA)

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La definizione di ecomuseo ha coinvolto discipline didattiche ed approcci disciplinari solo apparentemente distanti quali l'arte la storia, la geografia, la geologia, l'etnografia, l'etnologia, l'archeologia classica. L'aula didattica all'aperto sul territorio palazzolese da l'opportunità di concretizzare momenti della conoscenza diretta e dell'apprendimento in un'esperienza unica per la nostra età di adolescenti sommando una comprensione piena e un'appagante esperienza sensoriale data dalla ricerca dell'ambiente estrapolata dal chiuso dell'aula scolastica.