Concorso...2012 per Kon-Tiki Espen Sandberg, in collaborazione con il Norwegian Film Institute. Nel...

12
L’ambiente e il clima che cambia Riflessioni sul cammino lento e l’alpinismo I l programma cinematografico e di eventi della 67. edizione del Trento Film Festival anche quest’anno è ricco e articolato, proponendo al pubblico una serie di appuntamenti che ruotano sui temi dell’ambiente e i cambiamenti climatici, la ricerca scientifica finalizzata a una vita sostenibile, la scoperta della natura che ci circonda attraverso il camminare lento, la riflessione sulle nuove frontiere dell’alpinismo e delle nuove pratiche in montagna. In programma, durante il festival, le proiezioni di 127 film, di cui 27 (15 lungometraggi e 12 cortometraggi) provenienti da 18 paesi diversi che concorreranno alle Genziane d’Oro e d’Argento. Oltre alle tradizionali sezioni, la 67. edizione sarà caratterizzata dai programmi speciali «Amici Fragili » dedicato ad alberi e boschi, ispirato dalla catastrofica tempesta sulle Dolomiti di fine ottobre 2018, in collaborazione con la Fondazione Dolomiti UNESCO e con il contributo dei Fondi Comuni di Confine. Un evento davanti al quale siamo chiamati non solo a dare risposte concrete, ma anche a ripensare il rapporto tra bellezza e fragilità. Numerosi e di grande richiamo anche gli appuntamenti dedicati al Paese ospite di questa 67. edizione del festival, il Marocco, custode di un patrimonio culturale ricchissimo, frutto di millenni d’incontri, relazioni e contaminazioni tra culture e civiltà diverse. Un invito alla scoperta del territorio e delle genti di questo affascinante Paese nordafricano, caratterizzato dalla presenza di spettacolari catene montuose. Numerosi appuntamenti di richiamo, con nomi celebri del mondo dell’alpinismo, del cinema, della cultura e dello spettacolo e con un programma cinematografico di alto livello che ha come sfondo la montagna e le sue culture, l’avventura e l’esplorazione Editrice: S.I.E. Spa Società Iniziative Editoriali - Stampa: Athesia Druck S.r.l. - Inserto all’Adige del 26 aprile 2019 a cura di Media Alpi Pubblicità Srl - Progetto grafico Media Alpi Pubblicità Srl Concorso - Manaslu

Transcript of Concorso...2012 per Kon-Tiki Espen Sandberg, in collaborazione con il Norwegian Film Institute. Nel...

Page 1: Concorso...2012 per Kon-Tiki Espen Sandberg, in collaborazione con il Norwegian Film Institute. Nel ruolo del leggendario e controverso esploratore norvegese Roald Amundsen, che dedicò

Concorso Montanistas

L’ambiente e il clima che cambia Riflessioni sul cammino lento e l’alpinismo

Il programma cinematografico e di eventi della 67. edizione del Trento Film Festival anche quest’anno è ricco e articolato, proponendo al pubblico una serie

di appuntamenti che ruotano sui temi dell’ambiente e i cambiamenti climatici, la ricerca scientifica finalizzata a una vita sostenibile, la scoperta della natura che ci circonda attraverso il camminare lento, la riflessione sulle nuove frontiere dell’alpinismo e delle nuove pratiche in montagna. In programma, durante il festival,

le proiezioni di 127 film, di cui 27 (15 lungometraggi e 12 cortometraggi) provenienti da 18 paesi diversi che concorreranno alle Genziane d’Oro e d’Argento. Oltre alle tradizionali sezioni, la 67. edizione sarà caratterizzata dai programmi speciali «Amici Fragili» dedicato ad alberi e boschi, ispirato dalla catastrofica tempesta sulle Dolomiti di fine ottobre 2018, in collaborazione con la Fondazione Dolomiti UNESCO e con il contributo dei Fondi Comuni di Confine. Un evento davanti al quale siamo chiamati

non solo a dare risposte concrete, ma anche a ripensare il rapporto tra bellezza e fragilità. Numerosi e di grande richiamo anche gli appuntamenti dedicati al Paese ospite di questa 67. edizione del festival, il Marocco, custode di un patrimonio culturale ricchissimo, frutto di millenni d’incontri, relazioni e contaminazioni tra culture e civiltà diverse. Un invito alla scoperta del territorio e delle genti di questo affascinante Paese nordafricano, caratterizzato dalla presenza di spettacolari catene montuose.

Numerosi appuntamenti di richiamo, con nomi celebri del mondo dell’alpinismo, del cinema, della cultura e dello spettacolo e con un programma cinematografico di alto livello che ha come sfondo la montagna e le sue culture, l’avventura e l’esplorazione

Editrice: S.I.E. Spa Società Iniziative Editoriali - Stampa: Athesia Druck S.r.l. - Inserto all’Adige del 26 aprile 2019 a cura di Media Alpi Pubblicità Srl - Progetto grafico Media Alpi Pubblicità Srl

Conc

orso

- M

anas

lu

Page 2: Concorso...2012 per Kon-Tiki Espen Sandberg, in collaborazione con il Norwegian Film Institute. Nel ruolo del leggendario e controverso esploratore norvegese Roald Amundsen, che dedicò
Page 3: Concorso...2012 per Kon-Tiki Espen Sandberg, in collaborazione con il Norwegian Film Institute. Nel ruolo del leggendario e controverso esploratore norvegese Roald Amundsen, che dedicò

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

21

22

23

24

25

26

27

28

29

30

31

32

33

34

35

36

37

38

39

40

41

42

43

44

45

46

47

48

49

50

51

52

53

54

55

56

57

58

59

60

61

62

63

64

65

66

67

68

3

D opo aver superato per la prima volta nel 2018 la soglia dei 20mila ingressi al cinema, in una città che ne conta poco più di 100mila, il 67. Trento Film Festival conferma la formula di successo delle ultime edizioni, che alla

programmazione di oltre 100 documentari nelle varie sezioni, dedicati alle tante anime della montagna, affianca i migliori lungometraggi di finzione di ambientazione estrema, scelti dai migliori festival internazionali, e la riproposta di film muti, classici e di culto, in nuove versioni restaurate. È nel segno dell’esplorazione e dell’avventura la scelta dell’apertura del programma cinematografico del festival, sabato 27 aprile, con la spettacolare biografia kolossal di produzione norvegese Amundsen, diretta dal regista candidato all’Oscar nel 2012 per Kon-Tiki Espen Sandberg, in collaborazione con il Norwegian Film Institute. Nel ruolo del leggendario e controverso esploratore norvegese Roald Amundsen, che dedicò l’intera vita alla scoperta di nuove terre, sacrificando tutto per realizzare i suoi sogni, la star internazionale Pål Sverre Hagen. Culmine del film le impressionanti ricostruzioni delle trasvolate polari dei giganteschi dirigibili di concezione e fabbricazione italiana Norge e Italia, quest’ultima conclusasi con il tragico incidente del 25 maggio 1928, con 6 dispersi e 4 superstiti, tra cui Umberto Nobile, che resistettero sul pack nella celebre «tenda rossa». Uscito nelle sale norvegesi lo scorso 15 febbraio, Amundsen avrà la sua anteprima internazionale al Trento Film Festival.

In anteprima internazionale la spettacolare biografia diretta da Espen Sandberg, sabato 27 aprile sarà il film di apertura della 67° edizione

Amundsen: il kolossal nel segno dell’esplorazione e dell’avventura

Una scena del film Amundsen

EspenSandberg

La relazione tra l’uomo e il mondo fragile della montagna: i limiti che l’umanità deve porsi affinché gli straordinari ecosistemi di tutto il mondo possano continuare ad esistere

Il manifesto della rassegna Firmato da Javier Jaén

Il presidente del Trento Film Festival, riferendosi al grido di allarme e di speranza lanciato

recentemente dai giovani di tutto il mondo - con in testa Greta Thunberg - per richiamare l’impegno dei governanti contro i cambiamenti del clima, ha evidenziato come la rassegna sia già da diverse edizioni attenta a questo tema, che rappresenta anche quest’anno uno degli assi portanti della manifestazione, sia dal punto di vista della programmazione cinematografica, sia degli eventi collaterali. «Anche il manifesto ufficiale di questa 67. edizione, ideato dall’artista e illustratore Javier Jaén, rappresenta un richiamo al rapporto dell’uomo con il mondo fragile della montagna», ha detto Mauro Leveghi. «Una relazione che deve essere ripensata

anche in termini di limiti che l’umanità deve porsi, affinché gli straordinari ecosistemi delle «terre

alte» di tutto il mondo possano continuare ad esistere così come li conosciamo noi. L’allarme è alto e impone a tutti di fermarsi per riflettere sul futuro che vogliamo costruire con la montagna, per abbandonare quella visione antropocentrica che non permette di guardare verso orizzonti futuri. La natura, teatro del sublime, appare però sempre più minacciata dalle variazioni climatiche, i cui effetti sono stati sperimentati anche nel territorio dolomitico lo scorso ottobre. In questo senso il Trento Film Festival, nell’anno dedicato al turismo lento, vuole contribuire con la sua programmazione a creare momenti di riflessione

rimettendo al centro del dibattito anche il concetto di alpinismo, inteso nella sua accezione più ampia di modo di vivere la montagna e l’ambiente che ci circonda».

Page 4: Concorso...2012 per Kon-Tiki Espen Sandberg, in collaborazione con il Norwegian Film Institute. Nel ruolo del leggendario e controverso esploratore norvegese Roald Amundsen, che dedicò

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

21

22

23

24

25

26

27

28

29

30

31

32

33

34

35

36

37

38

39

40

41

42

43

44

45

46

47

48

49

50

51

52

53

54

55

56

57

58

59

60

61

62

63

64

65

66

67

68

4

NNell’immaginario collettivo il Marocco non è forse associato alla montagna, ma oltre il mare e il deserto nel Paese si ergono le catene del Rif a nord e soprattutto

dell’Atlante a sud, attualmente tra le mete più ambite dei viaggiatori a caccia di nuove scoperte ed emozioni. L’Atlante in particolare è un sistema montuoso che si estende per 2.500 km e il cui nome berbero (Adrar n Dern, «il Monte dei Monti») spiega bene quale considerazione abbia nelle culture locali. Ben tre cime dell’Atlante superano i 4.000 metri: la più alta, il Jbel Toubkal «la vetta da cui si vede tutto» con i suoi 4.167 metri è la montagna più alta di tutto il Nord Africa, e ogni anno attira alpinisti e turisti da tutto il mondo. Il Marocco sarà dunque protagonista della sezione «Destinazione...» del 67. Trento Film Festival, che inviterà il pubblico alla scoperta di questo paese africano dalla storia

antica, sul cui territorio civiltà molto diverse si sono intrecciate, lasciando il segno su un mosaico culturale in continua trasformazione, che ha affascinato per secoli i viaggiatori. «Destinazione… Marocco» è realizzata in collaborazione con l’Ambasciata in Italia del Regno del Marocco e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto.

Il Programma CinematograficoIdeale introduzione al programma l’appassionato e coraggioso Razzia, dal festival di Cannes 2017, in cui i ritratti di quattro personaggi in una affascinante Casablanca contemporanea si riflettono in una vicenda accaduta trent’anni prima, in un villaggio tra i maestosi paesaggi dell’Atlante. Diretto dal grande regista marocchino Nabil Ayouch. Secondo episodio fiction della rassegna un altro acclamato lungometraggio

recente, che vede protagonista assoluto il paesaggio marocchino: Mimosas dello spagnolo Oliver Laxe, vincitore della Semaine de la Critique di Cannes nel 2016. Una vallata sorprendentemente verdeggiante è lo scenario di House in the Fields di Tala Hadid, uno dei documentari africani più apprezzati degli ultimi anni, mentre verso territori più remoti e aspri si spingono Pastorales électriques di Ivan Boccara e Le ciel, la terre et l’homme della tedesca Caroline Reucker, il primo documentando le conseguenze dell’arrivo della corrente elettrica in una comunità di montagna, il secondo immergendosi nella maestosità delle «terre alte» marocchine, e nell’ascolto dei racconti dei loro abitanti. Sul tema della religione si concentra invece Au nom du frère di Youssef Ait Mansour. L’inevitabile questione delle migrazioni che hanno affrontato generazioni di marocchini è al centro anche del recente

Renault 12 del noto regista teatrale Mohamed El Khatib, qui per la prima volta impegnato in un progetto cinematografico, per raccontare un viaggio di ritorno in Marocco in seguito alla morte in Francia della madre. Come abitudine «Destinazione...» volgerà lo sguardo anche al passato, con un classico del cinema marocchino, recentemente restaurato dalla World Cinema Foundation grazie all’ammirazione di Martin Scorsese per il cineasta Ahmed El Maanouni: Alyam Alyam del 1978, è un’elegia per lo stile di vita rurale e le sue tradizioni. A completare la proposta una selezione di cortometraggi dai migliori festival nordafricani e internazionali, ulteriori chiavi per scoprire l’unicità del territorio marocchino, le storie e le culture delle sue genti.

Destinazione… Marocco: deserti e montagne del Nordafrica

Non solo film e documentari: attesi a Trento la cantante Malika Ayane e Mohammed Al Achaari, intellettuale e uomo politico

Incontri culturali, letterari, mostre e show cooking

Mohammed Al Achaari sarà a Trento giovedì 1° maggio alle 18.00 a Palazzo Roccabruna, dialogando con Raffaele

Crocco nell’appuntamento «Sulle spalle di Atlante». Nato nel 1951 a Moulay Driss Zarhoun, in Marocco, oggi vive nella città di Rabat. Militante di sinistra, ha conosciuto la repressione e negli anni 80 il carcere prima di diventare deputato nel 1998 e poi Ministro della Cultura dal 2002 al 2007. Si è sempre battuto per una modernizzazione in senso laico del suo paese. Per tre anni consecutivi è stato presidente dell’Unione degli scrittori marocchini. Con 11 raccolte di poesie, è considerato la voce poetica più importante della generazione ’70 in Marocco. Sue poesie sono state tradotte in francese, italiano, spagnolo, russo e olandese. Con «L’arco e la farfalla» (Fazi editore, 2012) ha

vinto l’Arabic Booker Prize nel 2011. Venerdì 3 maggio è la volta di Malika Ayane e in questa occasione non sarà la musica la protagonista, ma il racconto di ricordi e memorie anche grazie all’esperienza maturata con la onlus Oxfam Italia. Malika Ayane nasce a Milano il 31 gennaio 1984 da padre marocchino e madre italiana. La sua formazione musicale ha inizio al Conservatorio «Giuseppe Verdi» di Milano dove dal 1995 al 2001 studia violoncello. Ha partecipato quattro volte al Festival di Sanremo: la prima volta nella sezione Giovani nel 2009, conquistando il podio grazie al secondo posto ottenuto dal brano «Come foglie»; successivamente nel 2010, vincendo il Premio della Critica del Festival della canzone italiana «Mia Martini» e il Premio della Sala Stampa Radio e Tv nella categoria Artisti con la canzone «Ricomincio da qui»; nel 2013

con il singolo «E se poi», ed infine nel 2015 dove arriva terza con «Adesso e qui (nostalgico presente)», che le permette di conquistare per la seconda volta il Premio della Critica. Sabato 27 aprile alle ore 11.00 l’incontro Still of peace inaugurerà la mostra fotografica «Amazigh. Berberi del Marocco», visitabile fino al 15 maggio presso lo Spazio Archeologico SASS, la «Trento sotterranea»: un affascinante viaggio che rappresenta un momento di riflessione sulla storia comune che ha attraversato il Mediterraneo, crocevia di popoli. L'appuntamento offre l’occasione per tornare sul tema della necessità di salvaguardare l’identità culturali dei popoli e di tutte le minoranze. Il programma completo ricco di show cooking, presentazioni di libri e incontri culturali, è disponibile sul sito www.trentofestival.it.

Dopo avere esplorato territori e culture in ogni altro continente la sezione speciale guarda per la prima volta all’Africa e all’altra sponda del Mediterraneo

Destinazione... Marocco - Razzia

Page 5: Concorso...2012 per Kon-Tiki Espen Sandberg, in collaborazione con il Norwegian Film Institute. Nel ruolo del leggendario e controverso esploratore norvegese Roald Amundsen, che dedicò

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

21

22

23

24

25

26

27

28

29

30

31

32

33

34

35

36

37

38

39

40

41

42

43

44

45

46

47

48

49

50

51

52

53

54

55

56

57

58

59

60

61

62

63

64

65

66

67

68

5

127 film in programma, di cui 27 provenienti da 18 paesi diversi concorreranno alle Genziane d’Oro e d’Argento

Le montagne e gli elementi si raccontano

Dai documentari ai lungometraggi, dai classici restaurati alle sperimentazioni contemporanee, dal cinema internazionale a quello locale, la

selezione 2019 ci racconta le montagne come sensibili punte di iceberg del pianeta Terra, nell’anno in cui si è svegliata la coscienza delle giovani generazioni per il riscaldamento globale e i rischi ambientali.

Oltre alle tradizionali sezioni, con la variegata offerta di qualità del Concorso, le sorprese delle Proiezioni speciali, il meglio del film di avventura in Alp&ism, i lungometraggi fiction delle Anteprime, lo sguardo etnografico di Terre Alte, il cinema del Trentino-Alto Adige in Orizzonti Vicini, i lavori sperimentali e d’artista in Sestogrado, il cinema naturalistico in Muse.

Doc, e i film di animazione per i più piccoli in TFF Family, la 67. edizione è caratterizzata dai programmi speciali «Destinazione… Marocco», invito alla scoperta del territorio e delle genti del paese nordafricano, e «Amici fragili» dedicata ad alberi e boschi, ispirata dalla catastrofica tempesta sulle Dolomiti di fine ottobre 2018.

Tre i documentari italiani: In questo mondo di Anna Kauber (miglior documentario della sezione Italiana.doc all’ultimo Torino Film Festival) racconta la vita delle pastore in

Italia, mestiere tradizionalmente maschile; La regina di Casetta di Francesco Fei (miglior film del Concorso Italiano al Festival dei Popoli 2018) racconta quattro stagioni nella vita di Gregoria, unica ragazzina rimasta a Casetta di Tiara, in una remota zona dell’Appennino Tosco-Emiliano; anteprima assoluta invece per Storie di pietre di Alessandro Leone, forse il miglior film realizzato sul post-terremoto in Italia centrale. Quattro i lungometraggi che rappresentano l’anima alpinistica e avventurosa del festival, tutti in anteprima italiana: Manaslu di un veterano del genere, l’austriaco Gerald Salmina, ripercorre la biografia di Hans Kammerlander in occasione del ritorno sulla montagna dove nel 1991 perse tragicamente due dei suoi migliori amici; This Mountain Life di Grant Baldwin dal Canada è un ritratto della passione dell’uomo per la montagna tra le splendide Coast Mountains del British Columbia; Return to Mount Kennedy di Eric Becker intreccia politica, alpinismo, musica ed ecologia con al centro le figure di John Fitzgerald e Robert Kennedy; infine, 4 Years In 10 Minutes di Mladen Kovačević è la sognante rievocazione di un’impresa sull’Everest attraverso le riprese e i diari di uno scalatore serbo. Sul altopiano desertico di Atacama in Cile è girato Cielo della canadese Alison McAlpine (anteprima italiana), affascinante sogno cinematografico che spazia tra scienza e spiritualità; tra i paesaggi maestosi dell’Himalaya indiano, andremo con Piano to Zanskar di Michal

Sulima (anteprima italiana), seguendo l’impossibile viaggio di un pianoforte da Londra fino a un’isolata scuola a oltre 4.000 metri di altitudine; torneremo tra le Alpi per La Grand-Messe di Valéry Rosier e Méryl Fortunat-Rossi, spassoso ritratto dei tifosi in attesa del passaggio del Tour de France e con The Border Fence, del grande documentarista austriaco Nikolaus Geyrhalter, sul confine tra Austria e Italia quando il governo austriaco annunciò la costruzione di un muro al Brennero. In Beloved di Yaser Talebi l’ottantenne Firouzeh, donna straordinaria e coraggiosa sceglie una vita con le mucche tra le montagne dell’Iran; l’isolamento è la scelta anche del sessantenne norvegese Nils in Drømmeland dell’olandese Joost van der Wiel (anteprima italiana), che però ha portato con sé il suo smartphone; i paesaggi della Turchia profonda fanno da sfondo a Time to Leave di Tekeoglu Orhan (anteprima italiana), protagonista l’ex-immigrato in Germania Hasan; l’alta valle tirolese di Lareintal è il teatro di Are You Sleeping, Brother Jakob? di Stefan Bohun (anteprima italiana), in cui quattro fratelli, tra cui il regista, si interrogano sul percorso e il destino del quinto, morto suicida. Tra i cortometraggi da segnalare la prima italiana di Riafn del pluripremiato regista altoatesino Hannes Lang, viaggio nelle Alpi tra dialetti, canti e richiami di pastori; Somnivm dell’artista finlandese Jonna Kina, misteriosa reinterpretazione del paesaggio delle cave di marmo di Carrara; Stations di Julien Huger, visionario ritratto della profonda antropizzazione delle Alpi e Circus Movements del fotografo Lukas Berger, in cui gli spettacolari paesaggi dell’Etiopia fanno da sfondo alle esibizioni degli allievi di un circo.

In concorso opere da tutto il mondo

Anteprime - The Sweet Requiem

Concorso - This Mountain Life

SEZIONE ANTEPRIME

27 Film (15 lungometraggi e 12 cortometraggi)

Grandi restauri e thriller tra i monti

Concorso - Cielo

Prima italiana per The Sweet Requiem di Ritu Sarin e Tenzing Sonam, presentato al festival di Toronto 2018. Ispirato a un incidente avvenuto nel settembre 2006 sul passo Nangpa-La, a 5.800 metri di altezza sul confine

Tibet-Nepal, quando le guardie di frontiera cinesi aprirono il fuoco su un gruppo di tibetani in fuga uccidendo una suora di 17 anni. Il mangiatore di pietre di Nicola Bellucci con Luigi Lo Cascio è un cupo thriller ambientato sulle montagne tra Italia e Svizzera; Fortuna dello svizzero Germinal Roaux, in bianco e nero, ambientato in un monastero a 2000 metri sulle Alpi innevate, sarà l’occasione di un omaggio al grande Bruno Ganz; Yara del cineasta franco-iraniano Abbas Fahdel porterà il pubblico alla scoperta della Kadisha Valley in Libano, patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO. Torna il grande spettacolo del cinema muto musicato dal vivo con il recente restauro del Deutsches Filminstitut di Francoforte di Der Kampf Ums Matterhorn, o La grande conquista nella versione italiana, prodotto nel 1928 in Germania ma diretto dagli italiani Mario Bonnard e Nunzio Malasomma. Dal Cervino si passerà al Monte Bianco con la prima italiana del restauro, promosso da Pathé e realizzato presso i laboratori de L’Immagine Ritrovata a Bologna, del film francese del 1943 Premier de cordée di Louis Daquin. Venerdì 3 maggio appuntamento notturno con Dead Mountaineer's Hotel, cult movie sovietico anni ‘70, folle commistione tra thriller, fantascienza e psichedelia diretta da Grigori Kromanov.

Page 6: Concorso...2012 per Kon-Tiki Espen Sandberg, in collaborazione con il Norwegian Film Institute. Nel ruolo del leggendario e controverso esploratore norvegese Roald Amundsen, che dedicò

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

21

22

23

24

25

26

27

28

29

30

31

32

33

34

35

36

37

38

39

40

41

42

43

44

45

46

47

48

49

50

51

52

53

54

55

56

57

58

59

60

61

62

63

64

65

66

67

68

6

Alpinismo sport estremi e avventura Anche quest’anno è la sezione più corposa del Trento Film Festival, con 28 lavori tra lunghi e corti dedicati alle imprese e ai protagonisti del mondo dell’alpinismo, degli sport estremi e dell’avventura. Il «cast» è al solito di fortissimo richiamo per gli appassionati, con i nomi più celebri e seguiti della scena mondiale: dalle giovani superstar come Alex Honnold, Adam Ondra, David Lama, Tommy Caldwell, Kilian Jornet, i fratelli Pou e Aaron Durogati, a leggende come Alex Txikon, Reinhold Messner, Lynn Hill, Conrad Anker, Peter Habeler, Christoph Heinz e Maciej Berbeka. Vero documentario all star che conta molti di questi protagonisti è Fine Lines di Dina Khreino (anteprima italiana), in cui venti tra i più grandi alpinisti e scalatori al mondo, per la prima volta in un unico film, raccontano cosa li spinge a rischiare tutto per il brivido dell’ignoto; Kilian Jornet: Camino Al Everest di Josep Serra documenta la storica doppia salita all'Everest, senza ossigeno, del più grande corridore di montagna di sempre, culmine del suo progetto pluriennale «Summits of My Life»; in Pumori, la hija de la montaña il fortissimo alpinista basco Alex Txikon rende omaggio ai giovani alpinisti spagnoli morti nella spedizione del 2001 sul Monte Pumori, sull’Himalaya, mentre l’impareggiabile campione di arrampicata Adam Ondra sarà protagonista di ben due film, Age of Ondra e The A.O. I lungometraggi italiani alla ribalta di Alp&ism sono Non abbiate paura di sognare di Klaus Pierluigi Dell'Orto, in cui Nicola Tondini prendendo spunto dall'apertura di una nuova via si confronta con altri alpinisti come Christoph Hainz, Hansjorg Auer e Reinhold Messner sul senso dell'avventura in montagna; Climbing the elixir di Monica Dovarch, in cui due appassionati escursionisti ripercorrono le impervie scalate dei coraggiosi pastori sardi nell'Ogliastra e nel Nuorese, dove risiede la maggiore concentrazione di centenari al mondo; Sutt'u picu ru suli di Fabrizio Antonioli, storia dell’alpinismo siciliano dagli anni ’30 ad oggi; e The Ascent of Everest di Antonello Padovano, in cui Sir Edmund Hillary rievoca le tappe della prima vittoriosa salita all’Everest, attraverso una testimonianza senza precedenti.

Presente e futuro dei territori e dei popoli di montagnaÈ la sezione non competitiva dedicata al presente e futuro dei territori e dei popoli di montagna, definizione che calza alla perfezione per il film italiano La nostra pietra di Alessandro Soetje sul visionario progetto di Daniele Kihlgren, eccentrico terzogenito ribelle di una ricca famiglia di imprenditori, che vuole restaurare un borgo abbandonato sulle montagne abruzzesi per farne un albergo diffuso. Gli altri lungometraggi della sezione invitano all’ennesimo giro del mondo offerto dal Trento Film Festival: da una vallata del Pakistan trasformata da una diga nel visionario The Absence of Apricots di Daniel Asadi Faezi (anteprima italiana), alle foreste tropicali della Colombia con le loro infinite specie di piante in Homo Botanicus di Guillermo Quintero; dalla memoria della resistenza all'occupazione fascista della Jugoslavia conservata dai boschi sloveni di Greetings From Free Forests di Ian Soroka, al Kirghizistan e alla più grande foresta di noci al mondo in Harvest Moon di Zaheed Mawani (anteprima italiana). Tre i corti italiani in Terre Alte: A History About Silence di Caterina Erica Shanta girato nel Cadore bellunese, Val Grande: itinerario di circostanza di Ivan Gnani sulla valle del nord del Piemonte, e Tecchiaioli di Alessio Salvini sugli operatori che mettono in sicurezza le pareti di marmo nelle cave delle Alpi Apuane.

Autori, produzioni e racconti dal Trentino-Alto AdigeLa sezione dedicata alle produzioni, le storie e gli autori del Trentino-Alto Adige, in collaborazione con Trentino Film Commission, presenterà 10 lavori tra lunghi e cortometraggi, tanto di autori affermati della scena regionale come Michele Trentini con Latte nostro, Soheila Mohebi con Una casa sulle nuvole e Elena Goatelli e Angel Luis Esteban Vega con Auspicio, quanto di talenti emergenti ai loro primi film, come gli studenti della scuola di cinema Zelig di Bolzano Antonio Di Biase e Clara Delva, o il filmmaker e artista roveretano Gaetano Liberti.

Sperimentazioni internazionaliCinque film sperimentali che esplorano nuovi modi di mostrare e raccontare la montagna, tra cinema e arti visive. Filmato sulle Ande cilene e argentine, Altiplano di Malena Szlam (Cile, Argentina, Canada / 2018) è ambientato in un universo geologico di pianure di sale ancestrali, deserti vulcanici e laghi colorati. Attraverso un paesaggio sonoro interamente naturale, crea ritmi visivi evocativi attraverso lo scontro di colori e forme. Divieto 2 di Alex Tyson (Stati Uniti, Italia / 2019) segue un team di vulcanologi dell’INGV nelle banche dati vicino alla vetta del Monte Etna. Movimenti tettonici, vapori innocui, acidi tossici, minerali bollenti e la possibilità di una nuova geografia. Empire Valley di Ryan Ermacora (Canada / 2018), anteprima italiana. Girato nel territorio dei Tsilhqot'in nel British Columbia, il film contempla la capacità del cinema di veicolare attraverso il paesaggio la sovrapposizione di diverse dimensioni temporali: geologiche, personali o politiche. Memory Room di Feargal Ward, Adrian Duncan (Irlanda / 2018). Nel 1946, una giovane guardia forestale viene mandata nel nord della Finlandia per trovare dei grandi alberi da usare come pali dell’elettricità in Irlanda. Planine di Hrvoslava Brkusic (Croazia / 2018). Il punto di partenza di questo lavoro sono le diapositive trovate alla Zora Film, società che negli anni Cinquanta produceva film didattici.

SEZIONE ALP&ISM

SEZIONE TERRE ALTESEZIONE ORIZZONTI VICINI SEZIONE SESTOGRADO

Alp&ismKilian Jornet: Camino Al Everest

Orizzonti vicini - Auspicio

Dobbiamo andare e non fermarci mai finché non arriviamo. Per andare dove, amico? Non lo so, ma dobbiamo andare. JACK KEROUAC »

»

Page 7: Concorso...2012 per Kon-Tiki Espen Sandberg, in collaborazione con il Norwegian Film Institute. Nel ruolo del leggendario e controverso esploratore norvegese Roald Amundsen, che dedicò

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

21

22

23

24

25

26

27

28

29

30

31

32

33

34

35

36

37

38

39

40

41

42

43

44

45

46

47

48

49

50

51

52

53

54

55

56

57

58

59

60

61

62

63

64

65

66

67

68

7

MuSE.doc - Queen Without Land

Dalla bellezza e potenza dell’acqua alla morte dei due alpinisti Tom Ballard e Daniele NardiOltre alla presentazione dei restauri di Der Kampf Ums Matterhorn di Mario Bonnard e Nunzio Malasomma (Germania, 1928) con l’accompagnamento dal vivo del maestro Marco Dalpane e dell’ensemble Musica nel buio, del classico del cinema di montagna d’oltralpe Premier de cordée (Francia, 1943) e del cult movie sovietico Dead Mountaineer's Hotel (Estonia, 1978), la sezione conta anche il film di chiusura della 67. edizione, sabato 4 maggio: l’impressionante Aquarela del maestro del cinema documentario Victor Kossakovsky, già vincitore della Genziana d’Oro a Trento nel 2012 con ¡Vivan las antipodas! è un’esplorazione della bellezza mutevole e della pura potenza dell’acqua, del lago Baikal in Russia alla cascata Salto Angel in Venezuela: un indimenticabile capolavoro già celebrato in decine di festival internazionali. Due i documentari italiani su un tema e una figura molto cari al festival: L'altro spazio - Viaggio nelle aree interne d'Italia di Marcello Pastonesi segue il viaggio attraverso la penisola dell’architetto Mario Cucinella, già curatore del Padiglione Italia della Biennale Architettura 2018 dedicato allo stesso

SEZIONE PROIEZIONI SPECIALI

Film per famiglie e gli appassionati di cinema in erbaOltre alle tantissime attività e laboratori, la proposta del festival per i più piccoli e le famiglie è anche al cinema, quest’anno con due divertenti lungometraggi d’animazione scelti dai migliori festival internazionali: Gordon & Paddy della svedese Linda Hambäck, in uscita anche in Italia grazie a Wanted Cinema, mescola le divertenti avventure degli animali di un bosco a strizzate d’occhio al popolare genere poliziesco scandinavo; e The Big Bad Fox and Other Tales di Patrick Imbert e Benjamin Renner, già creatori dello straordinario classico Ernest & Celestine, spassosa raccolta di racconti animati ambientati in una campagna... molto meno calma e pacifica di quanto si creda.

Documentari naturalistici dedicati all’ambiente e alla fauna dei territori di montagnaConfermata la spettacolare sezione dedicata ai migliori documentari naturalistici, selezionati e proposti in collaborazione con il MUSE, Museo delle Scienze di Trento. Tra i film in programma le anteprime italiane di Queen Without Land di Asgeir Helgestad dalla Norvegia, che segue la vita di una mamma orso polare e dei suoi cuccioli alle prese con il cambiamento radicale del loro territorio causato dal riscaldamento globale, e Bird of Prey dell’americano Eric Liner, coinvolgente documentazione di un progetto di salvaguardia della maestosa Aquila delle Filippine, il più raro rapace del pianeta, tra impressionanti scenari di montagna assolutamente inediti per il festival.

SEZIONE TFF FAMILY

SEZIONE MUSE.DOC

Chi assegnerà le Genziane d'Oro e d'Argento

La giuria internazionaleCome ogni anno, sarà una giuria internazionale a valutare le opere in concorso – quest’anno 27 – e ad assegnare le Genziane d'Oro e d'Argento e gli altri premi ufficiali della rassegna. I componenti sono: Arūnas Matelis (Lituania) che ha diretto numerosi documentari e ricevuto più di 30 premi internazionali, tra cui a IDFA, DOK Leipzig, ZagrebDox, Warsaw Film Festival, Documenta Madrid, Trieste FF, Oberhausen e la Directors 'Guild of America (DGA). Ed Douglas (Regno Unito) scrittore e giornalista con la passione per le regioni più estreme del mondo, alpinista di lunga data e viaggiatore di montagna, con un particolare interesse per l'Himalaya. Eliane Raheb (Libano) ha iniziato a dirigere nel 2002 documentari sulla realtà socio-politica postbellica del suo paese e sui conflitti in corso nel mondo arabo, da un punto di vista personale. Charlène Dinhut (Francia) curatrice e programmatrice cinematografica, con un master in letteratura contemporanea, ha lavorato nel campo del cinema, delle arti visive e della poesia in varie strutture come il centro d'arte Les Laboratoires d'Aubervilliers e il Musée de la Chasse et de la Nature di Parigi. Giulio Sangiorgio (Italia) giornalista e critico cinematografico, vive e lavora a Milano. Attualmente è direttore responsabile del settimanale di cinema, televisione, musica e spettacolo Film Tv, per cui si occupa anche di coordinare il programma di proiezioni, incontri e corsi del progetto Film Tv Lab.

Proiezioni speciali - Aquarela

tema, alla ricerca tanto di tracce identitarie quanto di ipotesi per il futuro dell’interno del nostro Paese; Fosco Maraini, il miramondo di Marco Colli e Alberto Meroni (anteprima italiana) è un originale ritratto del celebre antropologo, viaggiatore, scrittore, alpinista e fotografo, segnato dalla frenesia che lo spinse fin da giovanissimo a viaggiare ed esplorare prima il Sud e la Sicilia, poi l’Oriente, il Tibet e il Giappone. Dopo la recente tragedia sul Nanga Parbat, con la morte dei due alpinisti Tom Ballard e Daniele Nardi, il festival renderà omaggio alla memoria dell’inglese e dell’italiano con la riproposizione del documentario Tom di Elena Goatelli e Angel Luis Esteban Vega, già presentato al festival 2015, insieme al cortometraggio Da zero a ottomila, la storia di Daniele Nardi di Stefano Ardito. Completano la sezione un ricordo del cineasta trentino Francesco Dal Bosco, scomparso a inizio anno, con la riproposizione del suo Apocalisse del 2010, e le anteprime assolute di due produzioni sostenute dal main sponsor del festival Montura: Ani, le monache di Yaqen gar di Eloise Barbieri e Keno City, Yukon di Paola Rosà e Antonio Senter.

Dobbiamo andare e non fermarci mai finché non arriviamo. Per andare dove, amico? Non lo so, ma dobbiamo andare. JACK KEROUAC »

Page 8: Concorso...2012 per Kon-Tiki Espen Sandberg, in collaborazione con il Norwegian Film Institute. Nel ruolo del leggendario e controverso esploratore norvegese Roald Amundsen, che dedicò

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

21

22

23

24

25

26

27

28

29

30

31

32

33

34

35

36

37

38

39

40

41

42

43

44

45

46

47

48

49

50

51

52

53

54

55

56

57

58

59

60

61

62

63

64

65

66

67

68

8

Da sempre le serate del Trento Film Festival rappresentano uno dei momenti più attesi dell’intera rassegna: non solo perché portano sul palco nomi importanti e volti noti del mondo dell’alpinismo e della cultura, ma soprattutto perché rappresentano

un’occasione per riflettere sui grandi temi del nostro presente utilizzando un linguaggio contemporaneo, mixando immagini, parole, musica e ogni sorta di forma di espressione narrativa e artistica. La serata di apertura è nel segno di un grande amico del Trento Film Festival, lo scrittore Paolo Cognetti, già membro della giuria nella scorsa edizione e ora giurato del Premio Itas del Libro di Montagna. É tratto infatti dal suo best seller lo spettacolo Le otto montagne, che sarà portato sul palco del Teatro Sociale venerdì 26 aprile ore 21.00: con l’adattamento drammaturgico di Francesca Sangalli e la regia di Marta Maria Marangoni, lo spettacolo Le otto montagne racconta una storia di padri e figli, abbandono della civiltà, libertà della vita selvatica. Lo spettacolo si dipana come una memoria, in una narrazione distorta dal ricordo che apre a scorci sul passato e sul futuro inarrestabile, come lo è il destino di ciascuno di noi. Sabato 27 aprile ore 21.00 si passa dal teatro alla musica, grazie alla presenza a Trento di Luca Barbarossa, che presso la Sala della Filarmonica sarà protagonista della serata Tra musica e parole. Dialogando con Alberto Faustini, direttore del quotidiano L’Adige, il cantante romano racconterà il suo rapporto con la montagna, tra silenzi, natura, tradizioni e ricordi d'infanzia, proponendo alcuni dei suoi più grandi successi in un set acustico. Un altro campo del sapere caratterizzerà la serata di domenica

28 aprile, sempre alle ore 21.00 e ancora una volta alla Sala della Filarmonica, in una serata a cura della Fondazione Dolomiti UNESCO (con il contributo dei Fondi Comuni di Confine). Con il noto filosofo Vito Mancuso, intervistato da Fausta Slanzi, si rifletterà su La fragilità della bellezza. Mancuso affronta da tempo il tema della bellezza e del suo rapporto con il bene, la verità, l'uomo. La natura, teatro del sublime, appare però sempre più minacciata dai cambiamenti climatici, i cui effetti sono stati sperimentati anche nel territorio dolomitico lo scorso ottobre. Un evento davanti al quale siamo chiamati non solo a dare risposte concrete, ma anche a ripensare il rapporto tra bellezza e fragilità.Lunedì 29 aprile torna al centro l’alpinismo, con un appassionante confronto intergenerazionale: Alpinismo e oltre, tre generazioni a confronto è una serata-spettacolo per scoprire modi diversi di vivere la montagna attraverso il racconto dei suoi protagonisti: dall'arrampicata allo sky running, dallo scialpinismo alla slackline, freeride, parapendio, base jumping e mountain bike. Conducono la fortissima alpinista Tamara Lunger e il conduttore televisivo Massimiliano Ossini. Con la partecipazione dei Bastard Sons of Dioniso, che suoneranno live la «colonna sonora» di queste tre generazioni.Dall’alpinismo all’esplorazione, dalla montagna al mare: martedì 30 aprile il palco dell’Auditorium Santa Chiara sarà tutto per Hervè Barmasse e Giovanni Soldini, in una serata a cura di Luca Castaldini, giornalista de La Gazzetta dello Sport: Amicizia estrema. Montagne e oceani. Diversità e fratellanza. Navigatore oceanico l'uno, alpinista l'altro. Due mondi talmente differenti che... le funi uno le chiama cime e l'altro le chiama corde. Invece, tra imprese solitarie, scenari

mozzafiato e situazioni estreme, ecco il percorso più comune che mai, tra due grandi sportivi molto affiatati.Di nuovo in scena l’alpinismo giovedì 2 maggio, sempre all’Auditorium Santa Chiara. Indimenticabile Kukuczka vuole essere un omaggio alla memoria del grande alpinista polacco, a 30 anni dalla tragedia del Lhotse. Il 24 ottobre 1989 la rottura di una corda costò la vita al fenomenale polacco. Stava concludendo la salita della più difficile parete degli 8000. In meno di 9 anni li aveva saliti tutti con audacia, forza e resistenza sbalorditive. Con Hervé Barmasse e Luca Calvi dialogheranno Celina Kukuczka e Krzysztof Wielicki.Grande attesa per la serata che vede protagonista Reinhold Messner, «il re degli Ottomila»: venerdì 3 maggio il pubblico dell’Auditorium Santa Chiara potrà assistere ad una serata memorabile, dedicata a Alexander von Humboldt, il padre dell’ecologia, nel duecentocinquantesimo anniversario della nascita. Quel vulcano di Humboldt. Dalle Alpi al Chimborazo, l’incredibile attualità di uno scienziato-esploratore ingiustamente dimenticato vedrà salire sul palco Ariane Benedikter, Massimo Bernardi, Telmo Pievani, Veronica Lisino, Filippo Thiery, Julio Velasco.Si chiude domenica 5 maggio alla Sala della Filarmonica con un evento dedicato all’avventura su due ruote: La strada del Pamir. In bicicletta sui grandi altipiani dell’Asia Centrale è il racconto del viaggio del trentino Alessandro De Bertolini dal Tagikistan al Kirghizistan lungo la Pamir Highway, una delle strade più alte del mondo, fino ai 4.600 m. del Passo Akbaital. In collaborazione con Montura Editing e BikeTheHistory, con De Bertolini saliranno sul palco Roberto Della Maria, Fabrizio Sartori e Enzo Macor.

La strada del Pamir

Luca Barbarossa Tamara Lunger

Vito Mancuso

Otto serate evento: tanti temiun’unica lingua, la contemporaneità

Da Reinhold Messner a Luca Barbarossa, dalla filosofia alla bicicletta, dalle Dolomiti all’Himalaya. Otto eventi imperdibili che spaziano tra ecologia, alpinismo, musica, filosofia e avventura

Page 9: Concorso...2012 per Kon-Tiki Espen Sandberg, in collaborazione con il Norwegian Film Institute. Nel ruolo del leggendario e controverso esploratore norvegese Roald Amundsen, che dedicò

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

21

22

23

24

25

26

27

28

29

30

31

32

33

34

35

36

37

38

39

40

41

42

43

44

45

46

47

48

49

50

51

52

53

54

55

56

57

58

59

60

61

62

63

64

65

66

67

68

9

Subito dopo lo shock dei massicci abbattimenti causati dal «ventomoto» sulle Dolomiti è emerso il desiderio di elaborare, all’interno del programma, la profonda reazione emotiva che quelle immagini hanno suscitato e la rivelazione della fragilità di un

patrimonio naturale che eravamo abituati a considerare eterno. Una ricognizione della produzione cinematografica recente ha rivelato diverse opere che mettevano al centro alberi e foreste, ed è nato così, in collaborazione con la Fondazione Dolomiti UNESCO (con il contributo dei Fondi Comuni di Confine) in occasione del suo decennale, il desiderio di riunirli in un programma speciale intitolato Amici fragili: un programma su alberi e boschi nel tempo dei cambiamenti, per processare le sensazioni di quei giorni, fornendo insieme suggestioni e spunti utili alla gestione del post-catastrofe, e del futuro dei territori boschivi di montagna.Le Temps des forêts (Francia, 2018) di François-Xavier Drouet è l’ideale introduzione al tema: le foreste francesi stanno cambiando, questi simboli di natura autentica vivono una fase di industrializzazione senza precedenti, tra meccanizzazione, monocoltura, fertilizzanti e pesticidi. Lo sfruttamento del legname è al centro anche dello

spettacolare Bamboo Stories (Germania/Bangladesh, 2019, anteprima italiana). Il pluripremiato regista del Bangladesh ma attivo da anni in Germania, Shaheen Dill-Riaz, introduce lo spettatore al mondo degli uomini che lavorano duramente da generazioni nei boschi e sulle zattere lungo il fiume, per consegnare il bambù ai grossisti della capitale Dacca.Anteprima italiana anche per Wildland (Stati Uniti, 2018) su un’altra minaccia, forse la più comune, che insidia i boschi del mondo: gli incendi. L’epico documentario di Alex Jablonski e Kahlil Hudson è stato girato nel corso di una stagione nello stato dell’Oregon.Walden (Svizzera, 2018) del regista e artista Daniel Zimmermann, propone in 13 impressionanti piani sequenza circolari, il provocatorio trasporto di una partita di legname da una foresta austriaca all’Amazzonia brasiliana.Gli alberi di Acid Forest (Lituania, 2018) sono ancora in piedi, ma non se la passano benissimo, a causa dell’aggressione chimica degli escrementi dei cormorani. Questo paesaggio naturalmente devastato è stato ritratto dall’artista Rugilė Barzdžiukaitė.Unico cortometraggio della sezione la visionaria opera di animazione Forest on Location (Olanda/Germania/Polonia,

2018) degli artisti olandesi Persijn Broersen e Margit Lukács, ricostruzione digitale astratta della foresta vergine di Białowieża, in Polonia, attraversata dalla presenza e dal canto di un misterioso personaggio.Non solo film … la mostra «Sradicati. Illustratori per il bosco» è un’iniziativa dello Studio d’Arte Andromeda, che ha chiamato a raccolta 37 illustratori trentini invitandoli a fare una riflessione sul bosco. Anche il libro fotografico «Immagini per non dimenticare» di Ervino Filippi Gilli mette al centro l’impatto della tempesta Vaia sui boschi trentini. Tanti gli incontri pubblici, da quello con il filosofo Vito Mancuso, che domenica 28 aprile rifletterà sulla fragilità della bellezza, al dialogo di giovedì 2 maggio tra Michele Lanzinger, Emanuele Montibeller e il filosofo Silvano Tagliagambe sull’uomo, l’arte, la natura e il tempo, fino al Caffè Scientifico di venerdì 3 maggio sul clima e la salute del bosco, con Cristina Salvadori e Nicola La Porta (Fondazione Edmund Mach). Non poteva mancare un omaggio a Jean Giono e al suo capolavoro «L’uomo che piantava gli alberi»: mercoledì 1°maggio Nadia Ischia e Laura Lotti terranno una lettura animata con i disegni di sabbia ispirati dal libro, un modo suggestivo e creativo per pensare e al rapporto tra uomo e natura.

Il festival non poteva ignorare il disastro che ha colpito le nostre montagne con milioni di alberi abbattuti dal maltempo dopo la disastrosa tempesta di fine ottobre 2018

Amici fragili: film e iniziative per riflettere su alberi e boschi

Amici fragili - Le Temps des forêts

Oltre 500 le opere presentate, provenienti da 25 differenti nazioni: tra reportage, storie di alpinismo, libri illustrati e per l’infanzia

33° MontagnaLibri: la più grande rassegna al mondo dell’editoria di montagna

I n questa 67° edizione sono oltre 500 libri i libri proposti da circa 200 editori, provenienti da 25 differenti nazioni: molti i libri che verranno presentati

in anteprima assoluta al Trento Film Festival. «Il lupo e l’equilibrista» di Max Solinas (Garzanti) è la storia di un’amicizia singolare e senza tempo: quella tra un uomo desideroso di ritrovare sé stesso e il lupo che gli ha insegnato a guardare la realtà con occhi nuovi. «Le Dolomiti dopo la tempesta» (Valentina Trentini Editore) è un libro che nasce dal profondo amore per la natura dell’autrice Erika Di Marino, che per quest’opera ha collaborato con l’illustratrice trentina Anna Formilan. «La ragazza dei lupi» di Mia

Canestrini (Piemme Edizioni) ha al centro l’esperienza personale dell’autrice, che si intreccia con la presenza del lupo in Italia. «Alti e bassi della mia vita» di Hans Kammerlander (Corbaccio) e «La mia scelta. Vita e imprese di una leggenda dell’alpinismo polacco», di Krzysztof Wielicki (Hoepli) sono due grandi anteprime di narrativa alpinistica. Nel primo, Lina Cottino dialoga con un fuoriclasse dell’alpinismo, che ha raggiunto incredibili successi ma che è anche sprofondato in abissi di dolore. Il secondo è l’opera autobiografica di uno dei più forti alpinisti polacchi di sempre, grande interprete delle invernali e delle imprese solitarie sulle vette himalayane. Prosegue

anche quest’anno il rapporto tra Trento e Matera, con la presentazione del libro «La via dei Sassi. Da Bari a Matera lungo il Cammino Materano» (Ediciclo Editore). Nell’anno di «Matera 2019 Capitale Europea della Cultura», il libro di Andrea Mattei descrive un percorso che mescola avventura, storia, natura, leggende e tradizioni popolari. MontagnaLibri è anche amore per la storia, e ogni anno dedica uno spazio speciale al libro antico e alle rarità editoriali: anche quest’anno il 3 e 4 maggio appuntamento quindi alla «Mostra mercato internazionale del libro antiquario di montagna».

Page 10: Concorso...2012 per Kon-Tiki Espen Sandberg, in collaborazione con il Norwegian Film Institute. Nel ruolo del leggendario e controverso esploratore norvegese Roald Amundsen, che dedicò

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

21

22

23

24

25

26

27

28

29

30

31

32

33

34

35

36

37

38

39

40

41

42

43

44

45

46

47

48

49

50

51

52

53

54

55

56

57

58

59

60

61

62

63

64

65

66

67

68

10

I l Trento Film Festival è un grande laboratorio, che da sempre esplora con curiosità i più diversi campi della cultura e dell’arte. Non a caso, in ogni edizione sono moltissime le mostre che vengono organizzate o ospitate, spaziando dalla fotografia al fumetto, dalla scultura alla

pittura. In questa 67°edizione sono ben 16 le esposizioni inserite nel programma, collocate in diverse location della città e aperte gratuitamente al pubblico del festival. Ve ne segnaliamo quattro in particolare. La prima, inaugurata lo scorso 23 aprile, qualche giorno prima dell’inizio del festival, è una delle mostre più attese, organizzata in collaborazione con la Regione Autonoma Valle d’Aosta – Région Autonome Vallée d’Aoste e curata da Aldo Audisio – consigliere del Trento Film Festival - e Daria Jorioz. Si tratta di «Donato Savin. Stele», un progetto espositivo che ha sede a Palazzo Thun sotto i porticati e nel cortile ed espone venti pezzi dell’artista valdostano. Donato Savin, ormai noto a livello internazionale, è un artigiano contemporaneo che interpreta e rivisita le rocce delle sue montagne in modo essenziale, con molti tipi di realizzazioni ma, soprattutto, con le sue stele – Dèi di pietra – a cui la mostra è dedicata. Una reinterpretazione di una dimensione ancestrale, palpabile nell’aria della sua Valle d’Aosta, dove vive e lavora a Cogne, nella frazione Epinel. Come tutte le persone che sono abituate a vivere in stretto contatto con la natura, Savin è, prima di tutto, un abilissimo osservatore. Del paesaggio, degli animali, delle sue montagne. Solo così si può spiegare la sua attenzione sottile nella scelta dei monoliti e dei particolari su cui intervenire. «L’idea delle stele – ricorda l’artista – mi venne al Museo Archeologico di Aosta, vidi in quelle forme di roccia allungate Dèi di pietra, e iniziai a cercare pezzi di scisti di quel tipo, con la spaccatura naturale, con la superficie cosparsa dai licheni. Le mie opere sono aperte a ogni interpretazione. Io vedo degli Dèi, principalmente femminili, che salgono verso l’alto; quando non ci sarò più, saranno testimoni del mio passaggio nella vita terrena». Si colloca invece nel contesto di «Destinazione…» la mostra «Amazigh: Berberi del Marocco», che sarà inaugurata sabato 27 aprile alle ore 11.00 e resterà aperta fino al 15 maggio presso la suggestiva sede dello Spazio Archeologico SASS, la «Trento sotterranea». La mostra fotografica di Luciano D’Angelo, a cura di Sandra Fiore per Fondazione Aria, offre l’occasione per intraprendere un viaggio ideale tra i monti dell’Atlante, in Marocco, e scoprire la ricchezza culturale e lo stile di vita di un popolo che abita il Nord Africa da millenni. Indomiti e fieri, legati al loro idioma

Amazigh

Dalla mostra dell’artista valdostano Donato Savin, che con «Stele» interpreta e rivisita le rocce delle sue montagne a «Amazigh», un viaggio ideale tra i monti dell’Atlante, in Marocco

Le mostre del Festival Un grande laboratorio artistico dalla fotografia alla scultura

Donato Savin

originale, hanno scelto di vivere in luoghi impervi e isolati per difendere la loro identità. Quattordici immagini rappresentano l’antologia di un copioso lavoro fotografico svolto da D’Angelo in questo Paese tra il 2010 e il 2014. «Ho conosciuto il Marocco attraverso una quindicina di viaggi, ma i Berberi, questi «uomini liberi» così diversi per cultura e modi rispetto al contesto marocchino, mi hanno particolarmente affascinato per questo mi sono impegnato in una ricerca attenta e profonda sul significato di una popolazione che non conoscevo e ho incontrato una realtà inimmaginabile», spiega l’autore. Grazie alla collaborazione con la Presidenza del Consiglio della Provincia autonoma di Trento e il Museo della Malga di Caderzone Terme, anche quest’anno la prestigiosa sede espositiva di Palazzo Trentini ospiterà una mostra: si tratta di «L’uomo di nuvole e lana. L’ultimo dei pastori d’altura», con fotografie e testi di Gianluigi Rocca, che sarà inaugurata il 29 aprile e rimarrà aperta fino al 19 maggio. Tra immagini e poesia, una grande mostra documenta la vita di colui che è stato l'ultimo testimone dei «Pastori d' altura», all'alba del terzo millennio. Il «vissuto» di un uomo, nelle pieghe sconosciute di quel rapporto profondo, che fra mille

difficoltà è riuscito a instaurare in equilibrio con l'universo della natura. Un piccolo viaggio, fra le tante problematiche che evidenziano, il fragile e già compromesso mondo della Pastorizia tra i monti. «La Voce delle Dolomiti» è invece una mostra di 60 fotografie di grande formato che celebrano lo splendore di attimi speciali e diventano fonte emozionale per trasmettere quei valori di rispetto e protezione per la Natura, quale patrimonio personale di ciascuno di noi: un dialogo tra la straordinaria bellezza del paesaggio dolomitico e un fotografo, Alessandro Gruzza, in ascolto dei suoi messaggi preziosi. La mostra, realizzata con la collaborazione della Fondazione Dolomiti UNESCO (Fondi Comuni di Confine), Trentino Marketing e Provincia Autonoma di Trento, ha sede presso il Palazzo delle Albere e sarà visitabile fino al 1°settembre.

Page 11: Concorso...2012 per Kon-Tiki Espen Sandberg, in collaborazione con il Norwegian Film Institute. Nel ruolo del leggendario e controverso esploratore norvegese Roald Amundsen, che dedicò

G90

2231

0

Page 12: Concorso...2012 per Kon-Tiki Espen Sandberg, in collaborazione con il Norwegian Film Institute. Nel ruolo del leggendario e controverso esploratore norvegese Roald Amundsen, che dedicò

Nuova Classe B. Justify nothing.Versatile. Sportiva. Sicura. Intelligente.Con spazi interni formato famiglia e le performance da auto sportiva, Nuova Classe B è l’auto che, proprio come te, non ha bisogno di giustifi carsi per quello che sceglie di essere.

Non hai più giustifi cazioni, scoprila da Autoindustriale.

· TAN 3,90%, TAEG 4,94% · 35 canoni

· Anticipo 6.300 €

· Dopo 3 anni sei libero di restituirla

· Zero ecotassa

*Riscatto fi nale 17.661 € e chilometraggio totale 60.000 km, durata 36 mesi. Esempio di leasing per Classe B 180 d Automatic SPORT PLUS. Prezzo chiaviin mano 29.279 € (IVA, Messa su strada, contributo Mercedes e conces-sionario inclusi, IPT esclusa). Importo totale fi nanziato 22.979 €, importototale dovuto dal consumatore 25.890 € (anticipo escluso), incluse speseistruttoria 366 €, imposta di bollo 16 € e spese d’incasso SEPA 4,27 €. Valori IVA inclusa. Salvo approvazione Mercedes-Benz Financial Services Italia S.p.A. L’off erta è valida su tutta gamma Classe B ed è soggetta a disponibilitàlimitata per contratti sottoscritti e immatricolazioni entro il 31/05/2019 ed è cumulabile con altre iniziative in corso, escluse quelle riservate alle categorie speciali (Diplomatici e Parlamentari, Vip e Giornalisti, Taxi , NCC e Società di Noleggio) . Model lo esente da ecotassa. Fogli informativi disponibili presso la Concessionaria e sul sito internet della Società. Messaggio pubblicitario con f inalità promozionale.

Nuova Classe B 180 d Automatic SPORT PLUS da 220 € al mese*solo con Mercedes-Benz Financial.

NEDC Emissioni CO2 (g/km) minimo 100 – massimo 130. Consumi ciclo combinato (l/100 km) minimo 3,8 – massimo 5,7. WLTP Emissioni CO2 (g/km) minimo 114 - massimo 160. Consumi ciclo combinato (l/100 km) 4,3 – massimo 7,0.

AutoindustrialeConcessionaria Ufficiale di Vendita e Assistenza Mercedes-BenzBolzano, Via Galvani 41, tel. 0471 550000 - Brunico, Via J. G. Mahl 48, tel. 0474 570000Trento, Via Stella 13, tel. 0461 1735300 - Rovereto, Via Brennero 25, tel. 0464 024400 - www.autoindustriale.mercedes-benz.it

G90

4130

4