Concorrenza imperfetta e monopolio
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Concorrenza imperfetta emonopolio
1 Forme di mercato(monopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
La concorrenza perfetta è una forma di mercato identificata dalla presenza dei sei requisiti
elencati in precedenza.Quando manca anche uno solo di quei requisiti il mercato acquista caratteristiche di concorrenza
imperfetta.Principali esempi di concorrenza imperfetta:1. Monopolio - una sola (grande) impresa e barriere che impediscono l’ingresso di altre imprese nel mercato.2. Concorrenza monopolistica - come la concorrenza perfetta ma prodotto non omogeneo (differenziato).3. Oligopolio - poche grandi imprese (ci possono essere o non essere barriere; il prodotto può essere o non essere omogeneo).
Economie di scala 2Forme di mercato(monopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Quando le imprese sono “piccole” le uniche forme di mercato possibili sono la concorrenza perfetta (prodotto omogeneo) e la concorrenza
monopolistica (prodotto differenziato).Come mai, in alcuni mercati, ci sono imprese “grandi”?Ciò è dovuto alla presenza di economie di scala.
Si hanno economie di scala quando nel lungo periodo, al crescere della
dimensione dell’impresa (dell’impianto x2), i costi unitari diminuiscono.La presenza di economie di scala è legata alla
presenza di rendimenti di scala crescenti nella funzione di produzione.
Economie di scala e dinamica del mercato
3 Forme di mercato
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Nel lungo periodo, quando ci sono economie di scala, l’equilibrio del mercato concorrenziale è instabile.
yi
pACv
Vpv
yivy
p
D
Sv
V
yn
ACn
MCn
N
Sn
N
yv
pn
B
yin yi
b
La singola impresa ha interesse a crescere di dimensione, abbassando così i costi unitari e conseguendo perciò extraprofitti.
Le altre imprese dovranno imitarla. L’offerta aumenta, il prezzo scende fino a che gli extraprofitti si annullano. Nel nuovo equilibrio ci sono meno imprese più grandi. Ma il processo continua. Fino
a quando?
Diseconomie di scala
4Forme di mercato
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Al crescere delle dimensioni dell’impresa l’effetto delle economie di scala viene sempre più contrastato da una serie di meccanismi
che tendono a far crescere il costo unitario. Queste forze che contrastano la diminuzione del costo unitario vengono chiamate
diseconomie di scalaEsse hanno a che fare con la crescente
complessità che si incontra nella gestione delle imprese di grandi dimensioni.Le imprese hanno convenienza a crescere di
dimensione fino a quando l’effetto delle diseconomie di scala compensa quello delle
economie di scala. A quel punto la convenienza viene meno
(si arresta il meccanismo descritto nel lucido precedente).
Se il prevalere delle diseconomie si manifesta presto, le imprese restano di piccole dimensioni;
se invece si manifesta tardi, la dimensione media delle imprese del mercato sarà maggiore.
Scala minima efficiente
e dimensione del mercato
5 Forme di mercato(concorrenza imperfetta) (II semestre 2005)
Corso di economia politica
Con l’espressione “scala minima efficiente” si intende la dimen-sione dell’impianto che sfrutta al massimo l’effetto delle econo-mie di scala (in impianti maggiori il prevalere delle diseconomie di scala fa risalire il costo unitario).
La “scala minima efficiente” può essere misurata con la quantità prodotta da quell’impianto quando, appunto, viene usato in modo economicamente efficiente (con la tecnica identificata dall’isocosto tangente all’isoquanto).
Sia ye questa quantità e sia ACe il costo unitario corrispondente.
y
E
p
ACe
ye0D
M
ym
Sia ym la quantità assorbita dal mercato quando p = ACe.Il rapporto ym/ye ci dà il numero massimo delle imprese destinate a rimanere nel mercato quando il processo di crescita dimensionale si arresta: nel grafico c’è posto per due.
Monopolio 6 Forme di mercato(monopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Quando il rapporto ym/ye 1, c’è posto per una sola impresa.
In questo caso si parla di “monopolio naturale ”.
y
A
p
ya0D
B
yb
È la dimensione stessa che funziona come barriera all’entrata.
Essendo l’unica a vendere il bene, l’impresa monopolista fronteggia l’intera
curva di domanda del mercato.La curva di domanda rappresenta per l’impresa l’insieme delle sue
possibilità di scelta : può decidere qualsiasi coppia di quantità e
prezzo, purché, appunto, sulla curva di domanda.
pa
pb
Ci possono essere monopoli difesi da altri tipi di barriere (non legate alle economie di scala),
come, per esempio, le barriere legali (licenze, brevetti, ecc.), o merceologiche (acqua
minerale).
Ma, quanto maggiore è la quantità, tanto minore deve
essere il prezzo.
Ricavo marginalee monopolio
7 Forme di mercato(monopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Abbiamo visto che l’impresa può scegliere qualunque punto (combinazione di y e p) sulla
curva di domanda. Quale sceglierà?Sceglierà la quantità y (e di conseguenza il prezzo p) che rende massimo il suo profitto, ossia
la quantità identificata dalla solita condizione MR = MC .Questa volta, però, il ricavo marginale non
coincide col prezzo.Se vuole vendere una unità in più, l’impresa deve vendere tutta la sua produzione a un prezzo più
basso. Perciò il ricavo che ottiene da quella unità in più (appunto il ricavo marginale) è dato dal prezzo incassato su quell’ultima unità meno il minor
prezzo su tutte le unità precedenti. La formula corrispondente èMR = p y(p/y)
La dimensione del minor prezzo dipende dall’inclinazione della curva di domanda, ossia,
appunto da p/y < 0.
Prezzo e ricavo marginale
8 Forme di mercato(monopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
La curva del prezzo, in funzione della quantità prodotta, è decrescente (è la “funzione inversa”
della curva di domanda).
Anche la curva del ricavo marginale è decrescente (basta guardare la formula): per y = 0
si ha MR = p; per y 0 si ha MR < p, con un divario che aumenta al crescere
di y.
(anche MR è una retta, con lo stesso termine
notoe doppio coefficiente
angolare)
MR = p y(p/y) = a by by. Ossia MR = a 2by.
Considerata dal punto di vista dell’impresa, questa curva rappresenta il ricavo unitario: p =
AR.
Supponiamo che la formula del ricavo unitario sia
p = a by (una retta decrescente).
y
MR
p
0
AR
ba/b
a
2ba/2b
Allora la formula del ricavo marginale è
La scelta del monopolista
9 Forme di mercato(monopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
La scelta del monopolista può essere ora identificata con lo stesso procedimento seguito
per l’impresa in concorrenza perfetta.
yMR
p
0
D
MC
y*
p* AC
Analiticamente, l’equazione MR = MC permette di calcolare l’incognita y*, ossia la scelta della
quantità prodotta. Sostituendo questo valore di y* nella funzione D, ossia nella curva di domanda, si trova il prezzo
fissato dall’impresa. Graficamente, l’ascissa del punto di incontro tra la curva MR e la curva MC è
appunto la quantità prodotta y*. Il prezzo non è l’ordinata del punto di incontro tra la curva
MR e la curva MC, ma è appunto l’ordinata di y* sulla curva di
domanda (D). Infine, il profitto può essere calcolato graficamente come
area del rettan-golo, con base y* e altezza p*AC.
Costo marginale costante
10 Forme di mercato(monopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Al contrario della concorrenza perfetta (dove la produttività mar-ginale deve essere decrescente) le imprese in monopolio possono avere una produttività marginale costante (e anche crescente).
In questo caso la funzione del costo totale diventa
Ossia è una retta crescente dove il termine noto F rappresenta il costo fisso e il coefficiente angolare c rappresenta il costo marginale TC/y.
Si verifica facilmente che, in questo caso, la formula del costo unitario diventa
TC = F cy
AC = TC/y = (F/y) c
Ancora sullascelta del
monopolista11 Forme di mercato
(monopolio) (II semestre 2005)
Corso di economia politica
Quando la funzione del costo totale è TC = F cy il grafico del costo marginale è una retta
orizzontale con ordinata c.
yMR
p
0
DMC
y*
p*AC
c
Tutto il ragionamento per determinare l’equilibrio rimane lo stesso visto nel LUCIDO
225.Calcoliamo l’equilibrio assumendo che la curva di domanda (Ru) sia descritta dalla retta p = a y ;
in questo casoil ricavo marginale è MR = a 2y.Dalla condizione MR = MC
si ottiene l’equazione a 2y = c che ha come soluzione
y* = (ac)/2. Sostituendo y* in D si
ottienep* = (ac)/2 (controllare).
Il grafico del costo unitario è invece una curva decrescente che si avvicina sempre più a c senza
mai raggiungerlo (controllare).
Monopolio e concorrenza
12 Forme di mercato(monopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Vediamo alcune differenze, per quanto riguarda i risultati, tra monopolio e concorrenza perfetta. (1) In concorrenza il prezzo è uguale al costo marginale ; in monopolio è maggiore: si ha infatti pMR = MC.Lo scarto tra prezzo e costo marginale viene usato come misura del grado di monopolio. Usiamo per quest’ultimo il simbolo ; abbiamo allora (p MC)/p (una percentuale).(2) In concorrenza gli extraprofitti sono destinati ad annullarsi nel lungo periodo (a seguito dell’ingresso nel mercato di altre imprese; in monopolio no (perché le barriere impediscono l’ingresso delle altre imprese).Una espressione alternativa per definire gli extraprofitti in concorrenza è “quasi-rendite” (temporanee); in monopolio si può parlare, invece, di “rendite” (permanenti).
Monopolio e concorrenza
13 Forme di mercato(monopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Si è detto che in monopolio p > MR = MC. Poiché sappiamo che:MR = p(y) [1 - 1/(y)] = MC si ha:(1)In concorrenza la domanda per l’impresa è
infinitamente elastica e quindi prezzo è uguale al costo marginale ;
(2) In monopolio p > MR = MC e quindi l’elasticità di domanda in equilibrio deve sempre essere maggiore di 1 in valore assoluto.
MR = p(y) [1 - 1/e(y)] = MC da cui: p(y) = MR/ [1 - 1/(y)] dove 1/ [1 - 1/(y)] può indicare il mark-up o ricarico del monopolista.
Un confronto tra monopolio e concorrenza
14 Forme di mercato(monopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
È meglio il monopolio o la concorrenza perfetta? Si può provare a rispondere seguendo due strade.
La prima è quella di immaginare che, da un giorno all’altro, qualcuno compri tutte le imprese di un mercato concorrenziale. Cosa cambierebbe?
y
C
p
yc
S
0D
y
B
p
yb
MC
0D
pc SL
MR
AC = MCL
L
yl
plpb
Innanzitutto cambierebbero i “nomi” delle curve. Poi le scelte. Nel breve periodo il monopolista farebbe
produrre meno alle imprese date (in modo da andare nel punto B). Nel lungo periodo
chiuderebbe alcune imprese e sceglierebbe il punto L.
Monopolio ePareto-ottimalità
15 Forme di mercato(monopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
La seconda strada per confrontare monopolio e concorrenza è quella di valutare il monopolio col
criterio di Pareto.
y
C
p
yc
MC
0DMR
ym
pm
pc
M
Supponiamo, per semplicità, che non ci siano costi fissi (F = 0) e che il costo marginale sia
costante (MC = c). Si vede che l’allocazione non è ottimale, perché nel punto scelto dal monopolista (M) si ha p MC.
Il punto ottimale è C (quello che si avrebbe in concorrenza);
ma è un punto che il monopolista non sceglierebbe mai
spontaneamente, perché non farebbe profitti.
Sono confrontabili il punto C e il punto M? Sembra di no (in C il
monopolista sta peggio); ma il confronto è
possibile (gli acquirenti potrebbero indennizzare
l’impresa).
a
Fallimento del mercato
e mancato indennizzo
16 Forme di mercato(monopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
L’allocazione del monopolio (il punto M) è un tipico esempio di fallimento del mercato (non dal
punto di vista dell’impresa, che ottiene il massimo profitto, ma da quello della “società”).
y
C
p
yc
MC
0DMR
ym
pm
pc
M
Rispetto all’allocazione C (quella Pareto ottimale) si registra una perdita sociale,
misurata dal triangolo CMY.a
Misuriamo il benessere sociale come la somma del surplus dei consumatori (l’area del triangolo
aMpm) e del profitto dell’impresa (il rettangolo MYpc
pm).
Y
L’impresa potrebbe accettare di produrre yc in cambio di un
indennizzo versato dai consu-matori pari al mancato profitto. I consumatori ci
guadagnerebbero (una cifra pari alla perdita
sociale), ma un accordo del genere è vanifi-cato dal fenomeno del free-
riding.
Due rimedi(e i loro
inconvenienti)17 Forme di mercato
(monopolio) (II semestre 2005)
Corso di economia politica
Per contrastare il fallimento del mercato (ovvero per ottenere l’al-locazione C), ci sono due soluzioni principali:
Entrambe le soluzioni presentano numerosi inconvenienti. Ne segnaliamo due: (i) se vi sono costi medi decrescenti sia il monopolio pubblico che l’impresa regolamentata lavorerebbero in perdita e andrebbero sussidiate ;
(1) Monopolio pubblico, cui viene imposto l’obiettivo di massi- mizzare il benessere sociale (e quindi il surplus dei consuma- tori) invece di massimizzare il profitto. (2) Regolamentazione. Per esempio, in cambio della licenza a produrre il bene si impone all’impresa il prezzo pc (prezzo amministrato).
(ii) nelle imprese sussidiate (pubbliche o private) si indebolisco- no fortemente gli incentivi a tenere comportamenti efficienti.
Concorrenza monopolistica
(breve periodo)18Forme di mercato
(concorrenza monopolistica) (II semestre 2005)
Corso di economia politica
DEFINIZIONE: tutte le caratteristiche in comune con la concorrenza perfetta tranne una : il prodotto
non è omogeneo ma differenziato. Ne consegue che l’impresa fronteggia una “sua”
curva di domanda inclinata e perciò può scegliere una combinazione di prezzo e quantità
prodotta (appunto come nel monopolio). Nel breve periodo (numero delle imprese dato) la sua scelta è determinata in modo
identico a quella di un’impresa in condizioni di monopolio.
Il grafico è indistinguibile, tranne per il fatto che (come in concorrenza
perfetta) la curva del costo marginale deve essere
crescente. yi0
B
yb
i
pb
i
pi
ACi
ARi
MRi
MCi
Concorrenza monopolistica
(lungo periodo)19Forme di mercato
(concorrenza monopolistica) (II semestre 2005)
Corso di economia politica
Nel lungo periodo, come avviene anche in concorrenza perfetta, entrano nuove imprese nel
settore attirate dalla presenza di extraprofitti.
0
L
yiyl
i
pl
i
pi
ACi
ARi
MRi
MCi
Il loro ingresso fa ruotare verso il basso la curva di domanda della singola impresa (ARi)
rendendola via via più ripidaNe consegue che ruota anche la curva del ricavo marginale (MRi). Cambia perciò la scelta dell’impresa (che produce meno). Il processo va avanti finché
dural’ingresso di nuove
imprese,ossia fino a quando gli
extraprofitti non si annullano.Siamo arrivati nel punto L,
dove appunto si ha p = ACi.
Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
20
Comportamenti monopolistici
(II semestre 2005)
Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
21
Comportamenti monopolistici
(II semestre 2005)
Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
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Comportamenti monopolistici
(II semestre 2005)
Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
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Comportamenti monopolistici
(II semestre 2005)
Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
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Comportamenti monopolistici
(II semestre 2005)
Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
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Comportamenti monopolistici
(II semestre 2005)
Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
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Comportamenti monopolistici
(II semestre 2005)
Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
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Comportamenti monopolistici
(II semestre 2005)
Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
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Comportamenti monopolistici
(II semestre 2005)
Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
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Comportamenti monopolistici
(II semestre 2005)
Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
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Comportamenti monopolistici
(II semestre 2005)
Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
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Comportamenti monopolistici
(II semestre 2005)
Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
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Comportamenti monopolistici
(II semestre 2005)
Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
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Comportamenti monopolistici
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Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
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Comportamenti monopolistici
(II semestre 2005)
Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
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Comportamenti monopolistici
(II semestre 2005)
Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
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Comportamenti monopolistici
(II semestre 2005)
Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
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Comportamenti monopolistici
(II semestre 2005)
Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
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Comportamenti monopolistici
(II semestre 2005)
Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
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Comportamenti monopolistici
(II semestre 2005)
Comportamenti Monopolistici
Corso di Economia Politica
40
Comportamenti monopolistici
(II semestre 2005)
Oligopolio 41 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
DEFINIZIONE: forma di mercato in cui le imprese presenti sono poche e grandi. Il prodotto può
essere sia omogeneo che diffe-renziato. Le barriere all’entrata possono esserci o non
esserci. Cosa vuol dire “poche” e “grandi”? Che la scelta della singola impresa è rilevante per il risultato
complessivo del mercato.Di conseguenza, quando un’impresa definisce la propria scelta deve mettere nel conto le possibili scelte delle altre (perché quel che fanno le altre
influenza il proprio profitto).ESEMPIO: due sole imprese (duopolio) e prodotto omogeneo. La relazione tra prezzo e quantità prodotta (curva di domanda) è
p = a Y = a (y1y2)Il profitto della prima impresa è 1 = py1 C(y1) ossia
1 = [a (y1y2)]y1 C(y1)e dipende sia dalla propria scelta (y1) che dalla scelta dell’altra (y2).
Interazione strategica
42 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
L’impresa oligopolistica sa che i risultati della sua scelta dipendono dalle scelte delle altre
imprese e che le altre imprese si trovano nella stessa situazione.Questo fenomeno viene chiamato “interazione
strategica” ed è ciò che distingue l’oligopolio da tutte le altre forme di mercato (sia in monopolio
che in concorrenza il profitto dell’impresa dipende solo dalla sua scelta).L’interazione strategica rende il processo
decisionale dell’impresa molto più complicato.Sono possibili tre strategie generali: (1) Cercare di mettersi d’accordo con le altre imprese; (2) Rinunciare all’accordo e cercare di prevedere le mosse delle altre imprese; (3) Rinunciare all’accordo e cercare di escludere le altre dal mercato (o di non farcele entrare).
Un esempio di accordo
43 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
L’accordo tra le imprese oligopolistiche ha l’obiettivo di ottenere il massimo profitto per il gruppo, da distribuire poi tra le singole imprese partecipanti all’accordo stesso.ESEMPIO. Consideriamo il duopolio. La curva di domanda è p = a Y; le due imprese hanno identici costi totaliTC1 = c y1 e TC2 = c y2 (MC costanti e niente costi fissi).Se ci fosse una sola impresa (monopolio), sceglierebbe la quanti-tà che dà il massimo profitto uguagliando MR = a 2y al MC = c, da cui si ricava ym = (a c)/2; sostituendo nella curva di doman-da si ottiene pm = (a c)/2 (fare il calcolo); sostituendo nella defi-nizione di profitto si ottiene m = (a c)2/4 (controllare).Perciò l’accordo tra le due imprese deve prevedere che ciascuna produca ym/2 = (a c)/4 in modo che il prezzo sia pm e che a ciascuna delle due imprese tocchi un profitto pari a m/2.Le due imprese, accordandosi, danno vita a un monopolio di fatto.
Tipi di accordo 44 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
In che modo può essere realizzato l’accordo tra le imprese?Esistono diverse possibilità:
(1) Fusione. Le due imprese si uniscono dando vita a un’unica società. L’impresa risultante (con due stabilimenti) ha il monopolio nel mercato;(2) Intesa. Le due imprese sottoscrivono un contratto vincolante per entrambe che le impegna a rispettare l’accordo.Queste due soluzioni spesso non sono praticabili
perché proibite dalla legislazione e sanzionate dall’Antitrust. Esiste però una terza soluzione.(3) Collusione. Le due imprese si coordinano con un accordo
non formalizzato e non vincolante. Mancando un contratto vincolante, la collusione si regge sull’in-teresse delle imprese a rispettare l’accordo.
Un’alternativa all’accordo
45 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
La principale alternativa alla collusione è, per la singola impresa (del duopolio), quella di fare da sola, cercando di prevedere al meglio le mosse dell’altra impresa Supponiamo che ciascuna impresa debba
decidere la propria quantità prodotta senza accordarsi con l’altra. Come sceglierà?La solita risposta - la quantità che rende massimo
il suo profitto - è incompleta perché il suo profitto dipende, come sappiamo anche dalla quantità prodotta dall’altra impresa.Per ogni dato livello della quantità prodotta
dall’altra, l’impresa può calcolare quale sia la quantità da produrre che rende massimo il suo profitto. Otteniamo, per ciascuna impresa, una
funzione che lega la sua quantità prodotta a quella dell’altra (e viceversa):
y1 = R1(y2)
y2 = R2(y1)
Le curve di reazione
46 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Le due formule scritte alla fine del LUCIDO precedente danno, per ciascuna impresa, la quantità che deve produrre se vuole ottenere il massimo profitto, in funzione della quantità prodotta dall’altra.Vengono chiamate “funzioni di risposta ottima” oppure curve di reazione. Prendiamo il modello del LUCIDO 43. In questo caso si può mostrare che le curve di reazione sono rette decrescenti :
Se l’altra impresa produce da sola la quantità della concorrenza non conviene produrre nulla: y2 = 0 quando y1 = a c (ossia y1 è tale che p = MC = c).
Se l’altra impresa non produce nulla conviene produrre la quantità del monopolio: y2 = ym quando y1 = 0;
0
y2
y1
ac
ym
R1(y2)
R2(y1)
La teoria dei giochie l’equilibro di
Nash47 Forme di mercato
(oligopolio) (II semestre 2005)
Corso di economia politica
La “teoria dei giochi” è quel ramo dell’economia che studia i problemi caratterizzati da
interazione strategica. Distinzione importante
Le soluzioni dei giochi non cooperativi si chiamano
“equilibri di Nash”
GIOCHI COOPERATIVIsono possibili accordi
vincolanti per i giocatori
GIOCHI NON COOPERATIVIaccordi vincolantinon sono possibili.
Una coppia di scelte (una per giocatore) è un equilibrio di Nash quando, data la scelta
dell’altro, a nessuno dei due giocatori conviene cambiare la propria scelta.Nell’equilibrio di Nash la scelta di ciascun
giocatore è la risposta ottima alla scelta dell’altro giocatore.
Il duopolio di Cournot
48 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Per avere un equilibrio (di Nash) le due quantità devono essere ciascuna la risposta ottima alla quantità scelta dall’altra impresa.
Le due imprese del LUCIDO 46 sono coinvolte in un gioco.
Si può calcolare il risultato, che è:yn = y1 = y2 = (a c )/3
Segue che la quantità complessivamente prodotta è
y1 y2 = 2yn = 2(a c )/3 = ym (4/3) > yme che il prezzo di equilibrio èpn = a 2yn = (1/3)a (2/3) c < pm
Esso si chiama “duopolio di Cournot”Le due imprese cercano ciascuna di
massimizzare il proprio profitto scegliendo (senza coordinarsi) la quantità da produrre
Perciò le due quantità prodotte sono identificate dal punto di incontro delle due curve di
reazione.
Cournot con n imprese
49 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Cournot con n imprese
50 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Cournot con n imprese
51 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Cournot con n imprese
52 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Cournot con n imprese
53 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Esercizio 54 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Esercizio 55 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Esercizio 56 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Esercizio 57 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Esercizio 58 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Conviene l’accordo?
59 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Se le due imprese hanno l’alternativa tra la collusione e l’equilibrio di Cournot-Nash, cosa
conviene fare?Per rispondere dobbiamo calcolare i profitti nelle due situazioni.Il calcolo non è difficile, ma è un po’ noioso. Qui
vengono presentati solo i risultati assumendo che la domanda e i costi siano quelli
dell’esempio.Indichiamo con a il profitto nel caso di accordo e con n il profitto nell’equilibrio di Cournot-
Nash. Abbiamo visto che a = (a c)2/8. Con un po’ di conti si ottiene n = a(8/9) < a.Poniamo che si abbia a = 96 e c = 24; segue a = 648 e
n = 576.Il segno del risultato non dipende né dai numeri né dal modello: il profitto dell’intesa è sempre
maggiore del profitto di Cournot.Sembra dunque che alle imprese convenga sempre stabilire un accordo e realizzare un
monopolio di fatto. O no?
Difficoltà della collusione
60Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
L’accordo garantisce un maggior profitto (ciò non sorprende, visto che equivale alla decisione
di un monopolista).Se è possibile un accordo vincolante (una fusione o un’intesa) esso verrà preferito
all’equilibrio di Cournot.Se però un accordo vincolante (un gioco cooperativo) non è possibile (per esempio,
perché proibito dalla legge), non è detto che la collusione (la terza strada) venga realizzata. La collusione è un accordo non vincolante (un
gioco non cooperativo); non ci sono sanzioni per chi non la rispetta. Può convenire non rispettarla? Il punto è che
la collusione non è un equilibrio di Nash. Se una delle due imprese si impegna alla scelta
collusiva, all’altra conviene tradire il patto, scegliendo la risposta ottima a quella scelta, che
non è la scelta collusiva.
Defezione 61 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Vediamo perché la collusione non è un equilibrio di Nash.
y1
y2
0
ym
yn
yn ymya
ya
N
A
R1
R2
y2d
y1d
D2
D1
Sappiamo che l’equilibrio di Cournot-Nash è il punto di incontro delle due curve di reazione (il
punto N).Nel grafico l’accordo è il punto A (ricordare che ya = ym/2).Se però un’impresa si impegna a
produrre ya, al-l’altra conviene produrre yd (che è la quantità corrispondente sulla curva di
reazione). Questa scelta viene chiamata
defezione :è la risposta ottima quando l’altra impresa
rispetta l’accordo. Chi defeziona ottiene un profitto maggiore, d =
a(9/8); chi rispetta l’accordo quando l’altra
impresa defeziona ottiene un profitto minore, l =
a(3/4).
Il “dilemma del prigioniero”
62 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Quando non è possibile un accordo vincolante, ciascuna impresa ha di fronte due scelte possibili: (a) rispettare l’accordo collusivo (anche se non vincolante) o (b) scegliere la risposta ottima.Perciò ci sono quattro possibili risultati : (1) Le due imprese scelgono entrambe a (accordo collusivo); ottengono ciascuna a (nell’esempio a = 648);(2) Le due imprese scelgono entrambe b (risposta ottima); ottengono ciascuna n (nell’esempio n = 576);(3) La prima impresa sceglie a (rispetta l’accordo) e la seconda b (defezione e risposta ottima);
la prima ottiene l < n (l = 486) la seconda d > a (d = 729); (4) La prima impresa sceglie b (defezione risposta ottima) e la seconda a (rispetta l’accordo);
la prima ottiene d > a la seconda l < n;Le imprese sono coinvolte nel “dilemma del prigioniero”.
La soluzione del gioco
63 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Il gioco può essere rappresentato con la “matrice dei profitti”:
a1
a2 b2
b1
a ; a l ; d
n ; nd ; l
Dove - come abbiamo visto - si ha d > a > n > l.Sappiamo risolvere il gioco: per ciascuna impresa la risposta ottima alla scelta a è la scelta b; e la risposta ottima alla scelta b è ancora la scelta b (vedi gli asterischi sulla matrice).
*
***
La risposta ottima è la strategia dominante.L’equilibrio di Nash è la doppia risposta ottima.La collusione non ha successo (perché il gioco è non-cooperativo).Potrebbe aver successo se il gioco fosse “ripetuto” molte volte.
Muovere per primi 64Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Due imprese devono aprire ciascuna un supermercato. Possono scegliere un quartiere “ricco” (a) che garantisce un profitto 100, o un quartiere “povero” (b) che garantisce un profitto 80.
a1
a2 b2
b1
;
;
*
*
*
*
Il profitto effettivo dipende dalla scelta dell’altra impresa: se entrambe scelgono lo stesso quartiere devono dividere il profitto a metà. La matrice dei profitti è:Il calcolo con gli asterischi identifica due equilibri di Nash (conviene scegliere quartieri diversi). A chi tocca il redditizio quartiere a? Tocca a chi sceglie per primo. Se è la prima impresa, essa sceglierà a1 e alla seconda non resta di meglio che scegliere b2. Spesso, in oligopolio chi sceglie per primo ottiene profitti maggiori (“vantaggio della prima mossa”).
L’equilibrio di Stackelberg
65 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
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Esercizio 73 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
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Esercizio 74 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
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Esercizio 75 Forme di mercato(oligopolio)
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Esercizio 76 Forme di mercato(oligopolio)
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Esercizio 77 Forme di mercato(oligopolio)
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Duopolio di Bertrand
78 Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
Consideriamo due imprese uguali in equilibrio di Nash-Cournot con costi totali TC1 = c y1 e TC2 = c y2.Che succede se una delle due imprese decide diabbassare (appena) il prezzo mentre l’altra lo
lascia fermo?Dato che il prodotto è omogeneo chi abbassa il prezzo
toglie tutti i clienti all’altra impresa e serve l’intero mercato (purché abbia capacità
produttiva disponibile).Questa strategia si chiama “taglio del prezzo”
(undercutting).Anche l’altra impresa dovrà fare la stessa cosa (e “rilanciare”).La rincorsa dei tagli si fermerà quando i profitti
si annullano, ossia quando p = AC = MC = cUn risultato uguale a quello della concorrenza
perfetta.Questo equilibrio (di Nash), cui si arriva quando le imprese si fanno concorrenza nei prezzi, è
detto equilibrio di Bertrand.
Strategie di prezzo 79Forme di mercato(oligopolio)
(II semestre 2005)
Corso di economia politica
L’undercutting è efficace solo se l’impresa è in grado di produrre di più (capacità produttiva
disponibile). Perciò può essere conveniente, per entrambe le imprese, accordarsi per non averla.
La prima impresa serve tutto il mercato e ottiene il profitto1 = (c 2 c 1)y*Non può, però, comportarsi come un monopolio,
perché l’altra impresa rientrerebbe (manca una barriera all’entrata).
Assumiamo imprese diverse: TC1 = c 1y1 e TC2 = c 2y2 (con c 1 c 2).In questo caso, se ha capacità produttiva
disponibile, la prima impresa può escludere l’altra impresa dal mercato:
basta far scendere il prezzo appena sotto c 2.
Il prezzo, inferiore a quello praticato dal monopolista, che scoraggia l’altra impresa dal
rientrare si chiama “prezzo limite”.