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Proposta di percorso La proposta del Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli ha come finalità l’educazione alla cittadi- nanza attiva e responsabile a partire dalla conoscenza e dalla riflessione sul territorio-paesaggio nel quale i ragazzi e le ragazze vivono. L’educazione al paesaggio, al territorio e all’ambiente è fortemente connessa all’educazione alla cittadinanza attiva nella costruzione di persone consapevoli, riflessive e partecipi, capaci di speri- mentare atteggiamenti, comportamenti e attività proprie del cittadino/a, portatore di diritti così come di doveri. Il percorso intende coinvolgere i ragazzi e le ragazze a partire dalla loro dimensione personale e affettiva: i loro luoghi, i loro spazi, l’ambiente e i paesaggi per analizzarli, investigarli e compren- derli da punti di vista diversi e divergenti. Svelare le caratteristiche e le specificità culturali, storiche, geo-ambientali, antropologiche che appartengono agli spazi del loro paesaggio è il compito degli educatori coinvolti nel progetto. Da questo incontro tra i luoghi e le evidenze che appartengono alla loro storia personale e quelle che appartengono al patrimonio comune inteso come eredità trasmessa tra le generazioni, può nascere nei ragazzi e nelle ragazze una nuova visione dei luoghi in cui vivono, capace di costruire identità e di consolidare il loro senso di appartenenza a un luogo, a una comunità e alla Terra. Ovvero il loro essere cittadini/e. conCittadini Territorio, Identità, Memoria Il progetto Territorio Identità Memoria, sviluppato nel 2015 all’interno del percorso conCittadini dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, vede la collaborazione fra l’associazio- ne culturale Cuore di pietra di Pianoro (capofila), la scuola Vincenzo Neri di Pianoro, la scuola Irnerio di Bologna e il Servizio Geologico Sismico dei Suoli (SGSS) regionale. Il progetto parte da una proposta di lavoro fatta dal Museo Giardino Geologico “Sandra Forni” della Regione Emilia-Romagna, alle scuole secondarie di primo grado che individua nell’educa- zione al paesaggio e nella conoscenza fisica del territorio uno strumento utile a costruire percor- si di cittadinanza attiva e responsabile. I progetti con le scuole Le scuole che hanno aderito alla proposta hanno scelto autonomamente il tema su cui lavorare. Tutti i soggetti (insegnanti, tecnici della pubblica amministrazione, associazioni culturali) insieme hanno definito il percorso metodologico e le azioni. I progetti sono molto diversi tra loro ma sono tenuti insieme da alcuni elementi: la mappa come documento di sintesi del progetto, l’in- contro con l’arte pubblica sollecitato e proposto dall’Associazione Cuore di pietra e la matrice ambientale del suolo come tema di approfondimento comune. In entrambi i progetti è emerso chiaramente il ruolo del territorio sia nella costruzione dell’iden- tità individuale e collettiva, sia come archivio della memoria di una comunità e della Terra. Un nucleo di esperienze e significati da cui partire per costruire una cittadinanza attiva e responsabi- le verso l’ambiente e tutti i suoi abitanti.

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Proposta di percorsoLa proposta del Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli ha come finalità l’educazione alla cittadi-nanza attiva e responsabile a partire dalla conoscenza e dalla riflessione sul territorio-paesaggio nel quale i ragazzi e le ragazze vivono.L’educazione al paesaggio, al territorio e all’ambiente è fortemente connessa all’educazione alla cittadinanza attiva nella costruzione di persone consapevoli, riflessive e partecipi, capaci di speri-mentare atteggiamenti, comportamenti e attività proprie del cittadino/a, portatore di diritti così come di doveri. Il percorso intende coinvolgere i ragazzi e le ragazze a partire dalla loro dimensione personale e affettiva: i loro luoghi, i loro spazi, l’ambiente e i paesaggi per analizzarli, investigarli e compren-derli da punti di vista diversi e divergenti. Svelare le caratteristiche e le specificità culturali, storiche, geo-ambientali, antropologiche che appartengono agli spazi del loro paesaggio è il compito degli educatori coinvolti nel progetto. Da questo incontro tra i luoghi e le evidenze che appartengono alla loro storia personale e quelle che appartengono al patrimonio comune inteso come eredità trasmessa tra le generazioni, può nascere nei ragazzi e nelle ragazze una nuova visione dei luoghi in cui vivono, capace di costruire identità e di consolidare il loro senso di appartenenza a un luogo, a una comunità e alla Terra. Ovvero il loro essere cittadini/e.

conCittadiniTerritorio, Identità, Memoria

Il progetto Territorio Identità Memoria, sviluppato nel 2015 all’interno del percorso conCittadini dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, vede la collaborazione fra l’associazio-ne culturale Cuore di pietra di Pianoro (capofila), la scuola Vincenzo Neri di Pianoro, la scuola Irnerio di Bologna e il Servizio Geologico Sismico dei Suoli (SGSS) regionale.Il progetto parte da una proposta di lavoro fatta dal Museo Giardino Geologico “Sandra Forni” della Regione Emilia-Romagna, alle scuole secondarie di primo grado che individua nell’educa-zione al paesaggio e nella conoscenza fisica del territorio uno strumento utile a costruire percor-si di cittadinanza attiva e responsabile.

I progetti con le scuoleLe scuole che hanno aderito alla proposta hanno scelto autonomamente il tema su cui lavorare. Tutti i soggetti (insegnanti, tecnici della pubblica amministrazione, associazioni culturali) insieme hanno definito il percorso metodologico e le azioni. I progetti sono molto diversi tra loro ma sono tenuti insieme da alcuni elementi: la mappa come documento di sintesi del progetto, l’in-contro con l’arte pubblica sollecitato e proposto dall’Associazione Cuore di pietra e la matrice ambientale del suolo come tema di approfondimento comune. In entrambi i progetti è emerso chiaramente il ruolo del territorio sia nella costruzione dell’iden-tità individuale e collettiva, sia come archivio della memoria di una comunità e della Terra. Un nucleo di esperienze e significati da cui partire per costruire una cittadinanza attiva e responsabi-le verso l’ambiente e tutti i suoi abitanti.

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SCUOLA NERI DI PIANOROclasse 2B, prof.ssa Ivana Baldi, Mili Romano (Associazione Cuore di pietra), Servizio

Geologico, Sismico e dei Suoli (SGSS) della Regione Emilia-Romagna.

La scuola V. Neri di Pianoro ha inserito il percorso conCittadini all’interno del progetto “Cuo-re di Pietra: Pianoro. Paesaggi affettivi dell’area industriale” seguendo un percorso iniziato dal 2005, coinvolgendo i ragazzi e le ragazze in un’esplorazione del loro territorio, della loro me-moria familiare e di loro stessi/e in relazione alle trasformazioni del paese e del paesaggio na-turale ed urbano, li ha sollecitati, quest’anno, a partecipare alla ricostruzione della memoria del paesaggio “produttivo” di Pianoro e, partendo dalla domanda “Che lavoro ti piacerebbe fare?”, ad allargare la ricerca a interviste ai familiari e ai lavoratori dell’area artigianale e industriale. Il progetto ha un forte approccio esperienziale e ruota intorno a un tema, quello del lavoro, attra-verso cui i ragazzi e le ragazze sono stati chiamati a interrogare i loro desideri, a esplorare la dimen-sione familiare in una luce diversa, a conoscere i luoghi e il lavoro degli uomini e delle donne impie-gate nel polo artigianale e industriale di Pianoro, e ad approfondire la conoscenza del territorio in cui vivono, le trasformazioni che ha subito e le sue risorse con un riferimento particolare al suolo. Il progetto è strettamente collegato e stimolato dal lavoro dell’associazione Cuore di Pietra che a Pianoro, dal 2005 e attraverso una manifestazione artistica che si ripete di anno in anno, ha creato una rete tra artisti, scuole, altre associazioni e realtà sociali e cittadini “con l’obiettivo di trasforma-re il “territorio” in un paesaggio di memoria, affettivo, caldo, di una memoria che sollecita verso il futuro spinta da desideri e paure, per il superamento di quelle chiusure che alle paure sono legate”.Il progetto si è svolto principalmente attraverso la produzione di elaborati narrativi e visivi e di “passeggiate” attraverso il percorso di “Museo partecipato a cielo aperto” realizzato nel tempo da Cuore di pietra, e con interviste agli abitanti e ai lavoratori. In classe sono stati affrontati i temi della cartografia e del suolo e del suo uso. Obiettivo è quello di educare i ragazzi a tramandare e a pren-dersi cura, raccontandolo e divenendone “piccola guida”, di ciò che, attraverso il percorso artistico di “Cuore di pietra” è stato fatto, negli anni, anche nella collaborazione attiva fra gli artisti e le scuole.

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Cap. III Incontro a scuola della classe con Francesco Malucelli del SGSS. Il suolo.

18 febbraio 2015

Incontro a scuola con Francesco Malucelli, pedologo del SGSS. Si parla dell’importanza del suo-lo, dell’uso, delle funzioni e del consumo di questa preziosa risorsa naturale.

Cap. II Incontro a scuola della classe con Cuore di pietra. Le mappe.

2 febbraio 2015

Il progetto prosegue con l’incontro in classe dei ragazzi con Mili Romano dell’Associazione Cuore di pietra, per lavorare sulle mappe del territorio di Pianoro (Ortofoto e Openstreetmap) messe a disposizione dal Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli SGSS. La classe organizza i punti fondamentali del percorso su cui poter lavorare in seguito con gli esperti informatici del SGSS.

Cap. I Passeggiata nell’area industriale e artigianale di Pianoro

e visita al capannone industriale in uso temporaneo all’ Associazione “Cuore di pietra”.

17 dicembre 2014

Il progetto inizia a Pianoro con una “passeggiata” (metodo di lavoro e di didattica fondamentale per Cuore di pietra) nell’area artigianale e industriale e con una visita alle installazioni artistiche realizzate da Cuore di pietra in collaborazione con alcune delle attività lavorative della zona. Al capannone industriale, che l’associazione ha a disposizione in questo periodo, i ragazzi della 2 B (Prof.ssa Ivana Baldi), dopo un incontro con il proprietario Marino Morotti, partecipano a un momento di lettura collettiva delle loro composizioni nate dalle interviste fatte a lavoratori e a persone della loro famiglia sul tema del lavoro. Nel capannone i ragazzi incontrano le installazioni artistiche “Gioco dell’Oca Guizzardina” e “Lavori in corso” realizzate da Cuore di pietra.Nel corso della passeggiata nell’area industriale i ragazzi incontrano diverse installazioni artistiche: “Mappa tessile”, “Note al margine”, “Made in Pianoro”, „ P&D #Tropicale e un sole in tramon-to“, “Delizioso...”.Il percorso prosegue in classe con la condivisione dei momenti più significativi della passeggiata e la conseguente realizzazione di disegni e testi scritti.

Cap. IV Incontro a scuola della classe con Marica Landini e Francesco Marucci del SGSS.

Le mappe e il web.19 febbraio 2015, 13 marzo 2015

Incontri in classe con gli informatici Marica Landini e Francesco Marucci per parlare di cartografia e di georeferenziazione; i ragazzi trovano le coordinate geografiche sulle mappe del territorio di Pianoro e aiutano gli informatici a inserire i dati sul sito web per la localizzazione dei punti fon-damentali del percorso sulla mappa on line, allo scopo di rendere visibili i risultati del progetto attraverso smartphone e computer.

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Cap. VIChe lavoro vorresti fare da grande?

I ragazzi raccontano i loro desideri sul tema del lavoro.Dal Tema: “Immagina di avere a disposizione la macchina del tempo che di colpo ti proietta nel futuro e tu ti ritrovi già adulto. Prova a descrivere in quale campo lavorativo vorresti emergere? Perché? Quali caratteristiche e quali aspetti desidereresti che avesse il lavoro che speri di intra-prendere? Ti piacerebbe svolgere la stessa attività dei tuoi genitori? Perché?”

Cap. VVisita alla Sayerlack

16 marzo 2015

Visita alla fabbrica Sayerlack- Sherwin Williams, dove i ragazzi visitano i reparti dell’azienda, conoscono i processi principali della produzione e fanno una serie di interviste ad alcuni dei

lavoratori.

Cap. VIIMappa geografico - affettiva e sito web

SGSSIl Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli progetta un sito web con la mappa geografico-affettiva che i ragazzi hanno realizzato individuando i punti più significativi del progetto.Sulla mappa interattiva ogni punto è un link ai documenti (foto, video, testi, disegni) raccolti nel corso del progetto e che raccontano una tappa del percorso fatto dai ragazzi.La mappa e i suoi contenuti sono fruibili tramite smartphone grazie alla lettura di un codice QR, oltre che tramite computer.La mappa e i suoi contenuti saranno presentati all’incontro finale in Assemblea Legislativa e pub-blicati sul sito del SGSS.

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Cap. I

Passeggiata nell’area industriale e artigianale di Pianoro e visita al capannone industriale in uso temporaneo

all’ Associazione “Cuore di pietra”.17 dicembre 2014

Il progetto inizia a Pianoro con una “passeggiata” (metodo di lavoro e di didattica fondamentale per Cuore di pietra) nell’area artigianale e industriale e con una visita alle installazioni artistiche realizzate da Cuore di pietra in collaborazione con alcune delle attività lavorative della zona. Al capannone industriale, che l’associazione ha a disposizione in questo periodo, i ragazzi della 2 B (Prof.ssa Ivana Baldi), dopo un incontro con il proprietario Marino Morotti, partecipano a un momento di lettura collettiva delle loro composizioni nate dalle interviste fatte a lavoratori e a persone della loro famiglia sul tema del lavoro. Nel capannone i ragazzi incontrano le installazioni artistiche “Gioco dell’Oca Guizzardina” e “Lavori in corso” realizzate da Cuore di pietra.Le principali installazioni artistiche che i ragazzi incontrano nel corso della passeggiata sono: “Mappa tessile”, “Note al margine”, “Made in Pianoro”, „ P&D #Tropicale e un sole in tramonto “, “Delizioso...”.Il percorso prosegue in classe con la condivisione dei momenti più significativi della passeggiata e la conseguente realizzazione di disegni e testi scritti.

DOCUMENTI:

44 foto, 9 testi sul tema del lavoro, 12 testi con disegni sul cartello “Made in Pianoro”, 2 testi su “Delizioso...”, 3 video: A. Pianoro Capannone; B. Pianoro Passeggiata; C. Pianoro Sayerlack.

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“Mappa tessile”, mappa di Pianoro realizzata con tela e lana cardata (Francesca Acerbi per Cuore di pietra 2014) sul ponte che dal Parco del Ginepreto arriva in Via dell’Artigiano; il ponte separa l’area abitata di Pianoro da quella industriale. La mappa è tessuta sulla tematica dell’accoglienza e sull’idea che una comunità sana si basa su forze cooperative e non competitive. Un simbolico filo rosso tratteggia il collegamento tra l’area industriale e il centro del paese. Si riflette sull’idea di una mappa del territorio che attraverso l’arte diventa un terreno caldo ed affettivo, con i segni dei racconti della comunità, e legato alle emozioni e alle memorie.

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I ragazzi leggono le composizioni nate dalle interviste fatte a lavoratori e a persone della loro famiglia sul tema del lavoro

Capannone industriale a disposizione temporanea dell’Associazione Cuore di pietra: arrivo e lettura dei testi sul tema del lavoro.

Incontro con Marino Morotti

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Testi sul tema del lavoro

INTERVISTA SUL LAVORO

Mia madre/la signora Morelli Chiara, come lavoro fa l’operatore tecnico logistico al S. Orsola. Ha scelto di fare que-sto lavoro perché ha vinto un concorso pubblico. Di esso le piace la varità, l’indipendenza, al momento è abbastanza soddisfatta. Nel suo lavoro usa per lo più compiuter e terminali per vedere le varie medicine. I rapporti con i colleghi sono buoni con alcuni, soprattutto maschi, invece le femmine sono più conflittuali. Il suo lavoro non le lascia tanto tempo libero; dipende dai turni che fa. Per lei lo stipendio è abbastanza adeguato. Nel suo lavoro anche se lo fa me-glio del solito non ha riconoscimenti, però ha le soddisfazioni personali, l’importante è farlo con impegno. Lei avreb-be voluto fare il medico perché l’appasiona il poter fare del bene per qualcuno, scoprendo il problema che hai. Poi l’ambiente dell’ ospedale la convolge molto. Lei in questi giorni sta facendo dei corsi serali con il 118 e spera di anda-re sempre più avanti.

Noemi

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Mio papà fa l’agente di commercio e lavora per la Lindt una marca di cioccolata.Lui ha scelto di fare questo lavoro perché è un lavoro di contatto con la gente, ma allo stesso tempo autonomo.A lui del suo lavoro piace il rapporto coi clienti e la trattativa di vendita.Purtroppo pero non è facile per le oggettive difficoltà di mercato.Mio papà non ha una sede di lavoro perché lui usa sempre la machina per incontrarsi con i clienti in città , ma la macchina non è l’unico strumento di lavoro:utilizza anche i cataloghi ma soprattutto il computer.Le sue relazioni con i clienti sono mediamente buone.Il suo lavoro gli lascia abbastanza tempo libero perché lavora a casa, perciò a volte la vora e altre volte si riposa. Il suo stipendio non è del tutto adeguato.Lui di tanto in tanto ha delle soddisfazioni per esempio l’ acquisizione di un nuovo cliente, l’anno scorso gli anno regalato un premio NOBEL di plastica per premiarlo del lavoro svolto.Lui da piccolo non sapeva che lavoro fare ma sono sicuro che gli sarebbe piaciuto rifare questo lavoro. Enrico

La mia mamma è impiegata presso un ente pubblico.La sua non è stata una scelta, ma è stato il caso, anche se è vero che fa un lavoro attinente al suo titolo di studio: RAGIONIERA. L’aspetto che non le piace è l’aridità del tema. Gli strumenti che, di solito, utilizza sono la calco-latrice per fare calcoli difficili, il telefono per comunicare con gli altri uffici, lo scanner, la stampante e le foto-copiatrici per fare il formato digitale e/o cartaceo di un documento. Con i suoi colleghi ha dei buoni rapporti.Le relazioni con i colleghi nel suo ufficio sono importanti, perché anche se hanno tutti un compito diverso si aiutano a vicenda. Il suo lavoro le lascia abbastanza tempo libero. Infatti fa parte di una rivista di poesie online. Lei scrive poesie, carica immagini e crea vignette ogni mese per l’ uscita del nuovo “numero” della rivista. Gli altri collaboratori partecipano a dei concorsi e pubblicano dei libri di poesie. Fa anche parte del gruppo 77, composto da numerosi poeti.Lei lavora solo nei giorni feriali e afferma di non trarre soddisfazioni dal suo lavoro. Lo stipendio è poco ade-guato. Mia mamma avrebbe voluto fare un lavoro nell’ambito culturale. Corinna

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l signore/mio padre Antonio lavora alla 3F e fa lo stampaggio di materiale plastico(Policarbonato e plexiglas).Mio padre ha scelto questo lavoro per esigenze economiche perchè,facendo i turni, guadagna qualcosa in più.Lui è riuscito ad entrare alla 3F grazie al mio prozio che lavorava già da un bel pò di anni alla 3F ha chiesto al titolare se poteva entrare,ed entrato.A mio padre piace il turno di pomeriggio perchè per lui è molto rilassante è quando la sera arriva,non lo vedo come quando fà gli altri turni.Alui non piace il turno di mattina perchè si sveglia presto e quando arriva a casa si vede che è stanco, ma il turno più pesante è la notte da quando inizia fino a quando finisce è sempre stanco e un pò isterico.Lui non è soddisfatto a causa delle ingiustizie fatte tra operai.Per esempio quando c’è il turno di notte alcuni anzichè lavorare dormono o fanno i fatti loro,un’altra ingiustizia sono gli aumenti di stipendio a quelle persone che non fanno niente.Gli strumenti che usa sono grossi macchinari o presse che pressano pallini di policarbonato o plexiglas e alla fine si trasformano in plafoniere e grandi silos pieni di policarbonato.I rapporti tra i colleghi sono molto buoni,alcune volte abbiamo invitato dei colleghi di mio padre a casa nostra e viceversa;e con dei colleghi di mia madre siamo andati al ristorante.Il lavoro che fa gli lascia molto tempo libero,lui va à fare la spesa va à pagare le bollette, ci viene a prendere e ci porta a scuola.La cosa che gli piace fare di più fare quando non lavora è dormire.Rispetto al lavoro che fa lo stipendio è abbastanza buono.Una delle soddisfazioni del suo lavoro è la retribuzione perchè lo ripaga delle sue fatiche.A lui sarebbe piaciuto continuare il termoidraulico in giro per paesi ad aggiustare caldaie e rubinetti,dovette smettere per problemi burocratici.Giovanni

INTERVISTA SUL LAVORO

La signora Serena fa le pulizie per una cooperativa di Pianoro.Ha scelto questo lavoro per essere vicina alla famiglia.Quello che le piace di più di questo lavoro è il contatto con le persone, mentre non le piacciono gli orari per-chè si deve alzare presto.Per il lavoro usa molti strumenti per esempio scopa, paletta, mocio, capra, pelli e detersivi.Le relazioni con i clienti non sono sempre facili.Questo lavoro le lascia poco tempo libero e ne vorrebbe di più.Lo stipendio non è adeguato e nemmeno le soddisfazioni.Se potesse scegliere un altro lavoro vorrebbe fare l'architetto. Simone

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TEMA SUL LAVORO.La signora Annalisa (mia mamma)lavora come estetista in una profumeria gestita da lei e da William,il mari-to(mio papà).Prima faceva la profumiera poi ha deciso di ampliare la sua professione facendo l’ estetista.

Come in tutti i lavori ci sono aspetti negativi e positivi.Secondo An-nalisa un aspetto positivo del suo lavoro è il contatto con la gente e sapere che,quando vengono da lei,lo ritengono un momento piacevole,un aspetto negativo è che deve rispettare dei tempi per seguire un programma giornaliero prestabilito.Per esempio se lei volesse prolungare un massaggio perché sente che il cliente ne ha bisogno,non può.

Durante il giorno,usa più spesso:le mani,lo scaldaolio per i mas-saggi,la hot caby per riscaldare i teli,il vaporizzatore e la lente per le pulizie del viso e lo scalda cera.

Ad Annalisa le relazioni che ha con i clienti piacciono molto,perchè la soddisfano.Questo lavoro non le lascia molto tempo libero per-ché lavora dalle 9:00 alle 7/8,dipende dai giorni e poi non lavora neanche vicino a casa,perchè abita a Botteghino di Zocca e lavo-ra a Bologna .Secondo lei lo stipendio non è adeguato.

Annalisa ha molte soddisfazioni nel suo lavoro,per esempio tor-nare dalle ferie e sapere che i clienti non vedevano l’ora che tor-nasse,vedere dei miglioramenti in seguito ai trattamenti e i rappor-ti di fiducia che ci sono tra lei e i clienti.

Lei avrebbe voluto fare la profumiera,infatti è stato il suo lavoro precedente,poi ha voluto proseguire la sua strada facendo un la-voro diverso,ma che avesse degli agganci con il suo precedente lavoro. Giulia

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Installazioni artistiche nel capannone: “Gioco dell’Oca Guiz-zardina” (Alessandra Carta per Cuore di pietra 2014), un gioco che ricostruisce, attraverso un percorso di partecipazione, la storia delle attività lavorative presenti o dismesse dell’area di via dell’artigiano e di via del Lavoro, sorta sull’antico podere agri-colo della Guizzardina. Un intreccio tra presente e passato per suscitare una riflessione sul ruolo della sostenibilità ambientale nella rinascita dell’economia e sulla cura del proprio territorio. I ragazzi, che in passato hanno collaborato con gli artisti di Cuore di pietra, continuano a riflettere su un’arte non monumentale, alla quale tutti hanno contribuito, che possono raccontare e che nel tempo diviene forza propositiva e di rafforzamento dell’iden-tità del paese. (foto a destra)

Installazioni artistiche nel capannone. “Lavori in corso” (Laura Giovanardi per Cuore di pietra 2014), oggetti e mobili donati dagli abitanti del paese e da alcune delle imprese diventano, attraverso l’utilizzo del velcro, tessere di un gioco di costruzioni con il quale gli studenti hanno giocato, pronto a sempre nuove combinazioni.

Capannone industriale a disposizione tem-poranea dell’Associazione Cuore di pietra: installazioni artistiche e mappe per Cuore di pietra 2014.

“Note al margine” mappa del vissuto industriale di Piano-ro. (foto a sinistra)

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Passeggiata nell’area industriale di Pianoro fra le installazioni artistiche realizzate dall’Associazione Cuore di pietra, in Via dell’Artigiano e in Via del Lavoro

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I ragazzi consultano la mappa di “Note al Margine”.

Passeggiata nell’area industriale e artigianale di Pianoro.“Note al margine”, mappa del vissuto industriale di Piano-ro. (Laura Bisotti e Simona Paladino, “Cuore di pietra” 2014). Anche il paesaggio industriale, come il paesaggio umano e urbano, si modifica negli anni e porta i segni e le memorie del tempo. Il progetto di mappatura della zona industriale racco-gliendo i racconti dei lavoratori di Pianoro nasce dalla volontà di far emergere la dimensione emotiva del luogo, fatto di individui, memorie, legami affettivi. Il suolo stradale è la superficie che accoglie le narrazioni dei vissuti di persone che in passato han-no lavorato e persone che lavorano tuttora in quelle fabbriche. Attraverso un’operazione di trascrizione dei loro racconti sull’a-sfalto, queste voci si inseriscono nel tessuto urbano.

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Passeggiata nell’area industriale e artigianale di Pianoro„ P&D #Tropicale e un sole in tramonto “ (Natalia Trejbailova per Cuore di pietra 2014). Paesaggi tropicali sovrapposti a delle vere e proprie fotografie stock (immagini in cui i bisogni commerciali incontrano il mezzo fotografico) creando un gioco compositivo che vuole trasmet-

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Passeggiata nell’area industriale e artigianale di Pianoro. “Made in Pianoro” (Anna Rossi per Cuore di pietra 2014). Riflessione sugli oggetti della pro-duzione industriale e sulla loro fisicità. Le ditte industriali e artigianali hanno donato oggetti identitari delle loro produzioni o piccoli scarti: scaglie di alluminio, grondaie in rame, pannelli in pvc intagliati, scarti di serramenti, vetri colorati, targhe, telai, rulli, tanto per citarne alcuni. Attraverso il processo della catalogazione i “doni” ricevuti sono stati riordinati al pari di reperti archeologici, in grado di ricollegarci a luoghi e avvenimenti lontani. Lo scatto fotografico, com-piuto attraverso la lente di un taumascopio, ha fatto sì che ogni frammento industriale moltipli-casse la propria immagine andando a creare delle texture giocose e multicolori simili a magiche apparizioni che tentano di indirizzare l’attenzione della cittadinanza su questa realtà produttiva, fonte di lavoro e benessere per il territorio di Pianoro. Questi frammenti odierni sono un riman-do “fantastico” alla nostra storia contemporanea.

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I ragazzi in classe reinterpretano il cartello stradale “Made in Pianoro”

Questo è il mondo tecnologico e moderno in cui viviamo.

Internet e tutta la tecnologia che usiamo sono le piccole parti verdi di questo nuovo mondo.

Alessia

Questa immagine mi fa pensare a mille palline colorate con cui puoi giocare e divertirti. Ognuna rappresenta una parte importante di Pia-noro. Le palline sono tutti i materiali delle diverse industrie.

Il cartellone che si trova nel parco mi ricorda tante bolle co-lorate o altrimenti tante biglie di tutti i colori e dimensioni. Biglie che rotolano per terra e fanno divertire i ragazzini . bolle di sapone che riempiono i cieli in estate e sono rincor-se dai bambini per essere prese . Mi ricordo che ogni estate compravo sempre un sacco di contenitori per fare il miscu-glio di acqua e sapone per poi divertirmi con le bolle . Da piccola avevo anche un sacchetto di biglie e, ogni volta che andavo al mare, mi divertivo a scambiarle e a farle rotolare da qualche parte. Pensare che le ho conservate fino ad oggi dentro ad una scatola nel mio comodino.

Alice

Amore: la passione che le persone mettono nel loro lavoro

Astratto : il mondo in cui le persone stanno quando non lavorano

Terra: il mondo in cui viviamo che ci rende uniti

Natura : che ci ha reso “ umani”e senza di essa saremmo solo co-muni persone senza anima

Bellezza: la bellezza delle cose che ci circondano sempre, ma non ce ne accorgiamo

Bolle in armonia

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E’ un uovo di dinosauro

Sono delle bolle di pianeti diversi ed ognuno ha una sua sostanza: fuoco, lava, acqua , fiori ……

Emma

Palloni

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Il cartellone che si trova nel parco mi ricorda tante bolle colorate o altrimenti tante biglie di tutti i colori e dimensioni. Biglie che rotolano per terra e fan-no divertire i ragazzini . bolle di sapone che riempiono i cieli in estate e sono rincorse dai bambini per essere prese . Mi ricordo che ogni estate compravo sempre un sacco di contenitori per fare il miscuglio di acqua e sapone per poi divertirmi con le bolle . Da piccola avevo anche un sacchetto di biglie e, ogni volta che andavo al mare, mi divertivo a scambiarle e a farle rotolare da qual-che parte. Pensare che le ho conservate fino ad oggi dentro ad una scatola nel mio comodino.

Alice

PIaneti di ogni forma e colore

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Passeggiata nell’area industriale e artigianale di Pianoro.“Delizioso...” (Gabriella Presutto per Cuore di pietra 2014). Dedicato a Carolina che, du-rante la pausa lavoro, dopo aver finito di mangiare in mensa, va a sedersi sulla solita panchina del parco, la più vicina per non perdere troppo tempo, a leggere il suo libro giallo. Solo concentrandosi si può notare che un ricamo in ottone (che ha il colore del genere lettera-rio) si avvolge a un filo conduttore (come la trama di un libro giallo) e ne evidenzia un pensiero: “Corre nella trama di un libro la mia pausa lavoro”.

Il pensiero di Carolina, ricamato sulla rete che circonda il lago, è

figlio di quel luogo, di quello spazio e della relazione che la panchina ha con la distanza dalla sede di lavoro. Ha tutta la semplicità del pensiero

positivo di una lavoratrice che sa usare al meglio quello che le viene

offerto. Nello stesso tempo mantie-ne la trama, la complicazione di un

argomento importante come la salu-te sul lavoro e la necessità che anche

la società si occupi dei lavoratori partendo da una progettazione delle

aree industriali a misura umana.

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Alcuni testi dei ragazzi su “Delizioso” e sulla storia di Carolina.

Nella trama di un libro si consuma la mia pausa lavoro. Carolina.

Carolina è una strana signora dai capelli rossi. Scrive dei fantastici romanzi. Lei non è una lavoratrice qualunque perché oltre che scrivere dei Best Seller lavora per la fabbrica di suo padre. Smette di lavorare alle 17:00 e arrivata a casa cucina la cena attendendo l’arrivo del marito. Suo marito si chiama Alessio e ogni volta che torna dal lavoro la abbraccia, le dà un bacio sulla guancia e la aiuta ad apparecchiare. Di sera Carolina scrive un brano del suo prossimo libro. La sua è una vita abbastanza monotona. Fa sempre le stesse cose, ma durante la sua pausa lavoro si siede su una panchina del parco e guarda il lago con le oche. Quel parco è a due passi dalla fabbrica di suo padre. Quando le oche smettono di fissarla lei tira fuori dal suo zainetto rosso fuoco un libro. Ogni giorno legge un libro diverso e si immerge nella storia. Una volta stava leggendo un libro romantico e si era immaginata che lei e Alessio fossero i protagonisti. Un’altra volta, dopo aver letto un libro sulla guerra pensò a come sarebbe cambiata la vita in Italia con la guerra. L’unico genere che non le piaceva era l’horror perché le era difficile pensare a brutti mostri mentre viveva una vita così bella. Questi libri le liberavano la mente e le davano l’ispirazione per i suoi nuovi libri. La sua passione per l’arte e la cultura iniziò quando aveva 15 anni. Stava lì seduta su quella stessa panchina a guardare le oche e a pensare come sarebbe stata la sua vita fra qualche anno. Finché non arrivò una signora che si sedette di fianco a lei e le disse: “Nella trama di un libro si consuma la mia pausa lavoro”. La signora si chiamava Carolina come lei.

NELLA TRAMA DI UN LIBRO SI CONSUMA LA MIA PAUSA LAVORO. CAROLINA

Carolina è una donna di 35 anni. Vive a Pianoro e lavora in una biblioteca. E una ragazza che non ha molte amiche infatti ne ha una sola, che è la sua amica d’infanzia. Carolina non è una donna loquace, è riservata e le piace passare del tempo con il suo cagnolino. Durante il lavoro non parla mai con le sue colleghe, ma non perché non vuole stare con loro, ma perché è molto timida. Durante la pausa pranzo non va in mensa con loro, lei va sempre al parco del Ginnepre-to, si siede sulla sua panchina preferita, quella vicino al laghetto, e mentre mangia legge un libro. Carolina ha la passione della lettura da quando aveva 7 anni. I suoi libri preferiti sono quelli d’amore, perché sogna di incontrare il principe azzurro, l’uomo dei suoi sogni, l’anima gemella. Infatti un giorno entra in biblioteca un uomo bellissimo, che si chiamava Luca. Va da Carolina e gli chiede dove si trovano i libri d’amore. Lei, stupita del fatto che piacciono anche a lui, iniziano a chiacchierare, e scoprono di avere molte cose in comune. Anche lui li leggeva sognando la sua donna ideale. I due iniziano a uscire insieme e un giorno Luca portò Carolina nella città dove vi-veva la sua scrittrice preferita e fu proprio lì che Luca le chiese di sposarlo. Lei accettò entusiasta, e subito dopo il matrimonio, i due ebbero due figli, Giulia e Marco. I due decisero di scrivere un libro che parlava della loro vita e della loro storia d’amore. Alla fine Carolina smise di sognare il principe azzurro, perché lo aveva trovato.

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Cap. II

Incontro a scuola della classe con Cuore di pietra. Le mappe.2 febbraio 2015

Il progetto prosegue con l’incontro in classe dei ragazzi con Mili Romano dell’Associazione Cuore di pietra per lavorare sulle mappe del territorio di Pianoro (Ortofoto e Openstreetmap) messe a disposizione dal Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli SGSS). La classe organizza i punti fondamentali del percorso su cui poter lavorare in seguito con gli esperti informatici del SGSS.

DOCUMENTI:

4 foto

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Cap. III

Incontro a scuola della classe con Francesco Malucelli del SGSS. Il suolo.18 febbraio/2015

Incontro a scuola con Francesco Malucelli, pedologo del SGSS. Si parla dell’importanza del suo-lo, dell’uso, delle funzioni e del consumo di questa preziosa risorsa naturale.

DOCUMENTI:

4 foto

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Il suolo: la pelle della Terra.Nel corso dell’incontro sono stati affrontati diversi temi legati al suolo: la formazione, le caratteristiche, la biodi-versità, il legame con l’uomo. Visti i tempi estremamente lunghi di formazione del suolo, si può ritenere che esso sia una risorsa sostanzialmente non rinnovabile. Il suolo ci fornisce cibo, biomassa e materie prime; funge da piattaforma per lo svolgimento delle attività umane; è un elemento del paesaggio e del patrimonio culturale e svolge un ruolo fondamentale come habitat e pool genico.La conoscenza del suolo e la consapevolezza della sua importanza nella vita dell’uomo sono il fondamento per salvaguardarlo dalle minacce cui è sottoposto.

I ragazzi hanno partecipato attivamente all’incontro con l’esper-to dei suoli del SGSS, con domande e racconti finalizzati alla comprensione della ricchezza e dell’importanza del suolo. Guardare il suolo, giungere a considerarlo non solo una risorsa da utilizzare ma un bene comune – pur soggetto a proprietà privata - che ha un valore intrinseco, considerarlo in tutti i suoi fattori in una consapevolezza nuova, è stato l’obiettivo piena-mente raggiunto di questo incontro.

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Cap. IV Incontro a scuola della classe con Marica Landini e Francesco Marucci del SGSS.

Le mappe e il web.19 febbraio 201513 marzo 2015

Incontri in classe con gli informatici Marica Landini e Francesco Marucci per parlare di cartografia e di georeferenziazione; i ragazzi trovano le coordinate geografiche sulle mappe del territorio di Pianoro e aiutano gli informatici a inserire i dati per la visualizzazione sul sito web dei punti fon-damentali del percorso sulla mappa, allo scopo di rendere visibili i risultati del progetto attraverso smartphone e computer.

DOCUMENTI:

10 foto

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Orientarsi nello spazio: le mappe.L’obiettivo dell’incontro era quello di offrire delle in-formazioni di base ai ragazzi su come orientarsi nello spazio, sapere dove si trova un luogo e come raggiun-gerlo tramite punti di riferimento personali e punti di riferimento validi per tutti attraverso la lettura delle carte geografiche. Le coordinate geografiche, il reticolo geografico, la simbologia delle rappresentazioni cartogra-fiche sono alcuni dei temi trattati nel corso dell’incontro.

In classe i ragazzi hanno trovato le coordinate ge-ografiche di alcuni luoghi significativi del territorio di Pianoro, legati al progetto.Insieme agli informatici del SGSS hanno inserito i dati nel computer al fine di vi-sualizzare sul sito web la mappa con i punti e i risul-tati del progetto.Elevata è stata la partecipa-zione e la curiosità a capire i meccanismi di base della realizzazione del sito web.

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Cap. VVisita alla Sayerlack

16 marzo 2015

Visita alla fabbrica Sayerlack- Sherwin Williams, dove i ragazzi visitano i reparti dell’azienda, conoscono i processi principali della produzione e fanno una serie di interviste ad alcuni dei lavoratori.

DOCUMENTI:

5 foto, 1 testo sulla visita all’azienda, 1 video: 3. Pianoro Sayerlack

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I ragazzi raccontano la loro esperienza alla Sayerlack - Sherwin Williams

Volti , storie e lavoro dietro un barattolo di vernice

Armati di blocco notes e penna sotto la pioggia battente arriviamo alla sede della Sayerlack (oggi Sherwin-Williams) che si trova nei pressi della stazione di Pianoro Vecchio. Rimaniamo stupiti dall’ imponenza della fabbrica .Ci raccontano, poi, che, solo 60 anni fa, era un vecchia casa di campagna il cui proprietario ha cominciato a produrre vernici. Oggi quella vecchia costruzione è ancora utilizzata come magazzino. La leggenda narra che quel contadino, durante la Guerra, abbia ospitato un soldato straniero fuggitivo. Questo soldato, per riconoscenza, gli ha rivelato la formula per produrre vernici ad acqua. Col passare del tempo queste vernici hanno riscosso successo e la produzione si è allargata fino ad arrivare all’industria attuale che sta subendo ancora dei cambiamenti. Alla reception ci hanno fatto indossare giubbotti catarifrangenti per essere ben visibili e grandi occhiali per proteggerci da eventuali schizzi di vernici. Un dirigente ci ha detto che, anni fa ,bisognava fare molta attenzione perché non c’erano nè maschere nè guanti nè occhiali. Così ben protetti, partiamo per l’esplorazione. Subito osserviamo enorni contenitori sia a cielo aperto che interrati che contengono le resine da cui partono tubi collegati ad un computer che controlla le materie prime. Alcuni recipienti sono adibiti al miscelamento degli ingredienti che devono essere dosati perfettamente come quando si prepara una torta di mele. Entriamo in un laboratorio dove studiano nuove vernici. Lì incontriamo Stefano, un tecnico di laboratorio che ha imparato il lavoro dal suo vecchio capo ed ora è in grado di svolgere il lavoro da solo. È stato anche aiutato molto da un suo ex collega al quale è molto affezionato e che ricorda volentieri. Un suo desiderio è quello di fare carriera all’ interno dell’azienda per poter migliorare la sua situazione economica. Proseguiamo la nostra visita in un altro laboratorio dove si testano le vernici. Rimaniamo colpiti dal lavoro di Patrizia che controlla le vernici, spruzzandole su tavolettedi legno come se fosse un giudice di Master Chef (la “mamma” di Joe Bastianich). La responsabile di quel reparto ci ha detto che, dopo aver studiato chimica per 5 anni ,ha intrapreso la carriera presso la Sayerlack 10 anni fa. Prima aveva lavorato presso un’azienda che colorava vestiti e ha affermato che il passaggio da un’attività all’altra è stato difficile. Questo lavoro le piace,infatti , secondo lei la chimica è magica, ma le lascia poco tempo libero. Nel magazzino dove ci sono i prodotti finiti ci sono 65 muletti che caricano i pallets e li mettono sugli scaffali. Alla guida di un muletto c’è Yuri, un ragazzo che fa lo stoccatore a cui piace molto questo lavoro e se gli chiedono di fare lo straordinario lo fa volentieri. Un altro stoccatore è Ernesto molto giovane anche lui che, però ,ha cambiato mansioni all’interno dell’azienda fino ad avere anche una posizione di responsabilità. Si è dimostrato, simpatico e disponibile a rispondere alle nostre domande : ci ha raccontato che gli piace conoscere i clienti e le destinazioni in cui vengono inviati i prodotti. Il capo del reparto di confezionamento è Mounir un giovane uomo che è venuto dal Marocco per lavorare in Italia. È impiegato alla Sayerlack dal 2003. All’inizio faceva solo lavori di facchinaggio, poi via via gli hanno dato incarichi di maggiore responsabilità fino a diventare caporeparto. Mounir è diventato un lavoratore esperto anche grazie all’aiuto dei suoi colleghi adesso aiuta volentieri tutti ed insegna ai più giovani. Questo lavoro gli lascia abbastanza tempo per stare con la sua famiglia. Infatti il sabato e la domenica non lavora e può prendere le ferie quando vuole, naturalmente accordandosi con gli altri colleghi.La nostra visita è arrivata alla fine , salutiamo rumorosamente Maurizio e Michele che ci hanno condotto pazientemente in questo percorso alla scoperta dei volti, delle storie e del lavoro che stanno dietro un semplice barattolo di vernice .

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Cap. VIChe lavoro vorresti fare da grande?

Dal Tema: Immagina di avere a disposizione la macchina del tempo che di colpo ti proietta nel futuro e tu ti ritrovi già adulto. Prova a descrivere in quale campo lavorativo vorresti emergere? Perché? Quali caratteristiche e quali aspetti desidereresti che avesse il lavoro che speri di intraprendere?

Ti piacerebbe svolgere la stessa attività dei tuoi genitori? Perché?

ROHIR: Io da grande vorrei fare il meccanico. E’ un lavoro molto bello. Si usano le mani e a me piace molto anche perché si guadagna tanto…Mio padre mi insegna molto sulle macchine e io imparo in pochi secondi.

RICCARDO: Fare gli stessi lavori dei miei genitori non mi piace perché non ha senso. Mio padre lavora da Marchesini. Il suo lavoro mi interessa un po’ perché si tratta sempre di motori, invece mia mamma fa la casalinga e non mi inte-ressa come lavoro perché pulire non mi piace.

ARIANNA: Le idee che mi frullano in testa riguardo al lavoro sono tante, ma non ho ancora bene trovato la risposta alla grande domanda “Cosa vuoi fare da grande?” perché mi piacerebbe fare carriera in moltissimi campi, principal-mente nel campo giuridico… Quando parolo di campo giuridico parlo anche di politica, perché a me non piace stare con le mani in mano e ho un grande progetto per la mia vita: vorrei cambiare l’Italia. So che è un’idea mastodontica ma io vorrei sostituire Giorgio Napolitano, vorrei dare una svolta. E non si dice sempre che “ i giovani sono il motore del mondo?” . Io sono giovane e posso essere il motore dell’Italia.

IACOPO: Io ancora non so cosa vorrei fare da grande. Un lavoro che mi piacerebbe fare è il meccanico perché mi piacciono le macchine e perché mi piace lavorare a mani nude, anche all’estero se non lo trovo in Italia, però rimarrò all’estero solo finché non avrò famiglia. Infatti mi sposerò in Italia e ci vivrò fino a quando non morirò. Dopo che avrò famiglia il lavoro che vorrei intraprendere è sempre il meccanico che deve essere vicino a casa e che inizi dopo le nove in modo che riuscirò a portare i miei figli a scuola e che finisca prima delle sette per riuscire a mangiare con la mia famiglia, comunque se devo scegliere ovviamente finire prima la sera.

CHRISTIAN: Io da adulto vorrei diventare perito meccanico perché è un lavoro in cui si usano le mani e secondo me è interessante. Io ho anche il vantaggio che mio padre ha studiato per perito meccanico e lui mi potrebbe insegnare il mestiere. Per diventare perito meccanico dovrò andare alle superiori e fare cinque anni per meccanico, sperando, come ha detto mio padre, che il secondo anno ci manderanno a fare degli stage in officine nei dintorni. E se non andrò bene nello studio, continuerò l’attività dei miei genitori, assieme a mio padre continuerò il lavoro finché non andrà in pensione.

GIOVANNI: Mi piacerebbe far carriera costruendo e lavorando nelle macchine automatiche. Qui a Pianoro è pieno di fabbriche e adesso come adesso lavoro non se ne trova. Mi piacerebbe lavorare alla Marchesini che, come fabbrica, mi piace molto… Il lavoro dei miei genitori non mi piace molto perché il lavoro di mio padre è diviso in turni e quan-do fa il turno di notte è stanco e depresso. Il turno di mia madre non mi piace tanto perché lavora tanto manual-mente e queindi quando arriva a casa è molto stanca e ha mal di testa perché dove lavora le macchine fanno molto rumore e per otto ore è sempre così.

ALICE: Mi piacerebbe fare l’ingegnere metalmeccanico trasfertista come mio papà e lavorare alla MG2, la sua stessa azienda, perché così avrei la possibilità di mettere in mostra la mia precisione, chiamata anche “pignoleria”, nel co-struire macchine farmaceutiche.

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Cap. VIIMappa geografico - affettiva e sito web

SGSSIl Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli progetta un sito web con la mappa geografico-affettiva che i ragazzi hanno realizzato individuando i punti più significativi del progetto.Sulla mappa interattiva ogni punto è un link ai documenti (foto, video, testi, disegni) raccolti nel corso del progetto e che raccontano una tappa del percorso fatto dai ragazzi.La mappa e i suoi contenuti sono fruibili tramite smartphone grazie alla lettura di un codice QR, oltre che tramite computer.La mappa e i suoi contenuti saranno presentati all’incontro finale in Assemblea Legislativa e pub-blicati sul sito del SGSS.