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i l mese di maggio, aperto domenica 4 con la Giovaninfesta, si chiuderà con le ele- zioni, domenica 25. Questi due eventi pos- sono sembrare assai di- stanti per obiettivi, motivazioni, destinatari, carico economico. eppur e, sollecitato dal tema della Giornata mondiale di preghiera per le vo- cazioni («le vocazioni, testimonianza della ve- rità»), penso di cogliere in tali eventi qualche tratto di comunanza che, come un filo rosso, li congiunge. vi vendo con ragazzi e giovani l’ap- puntamento di primavera, con numerosi adulti, ho colto la loro appassionata adesione alla testimonianza martiriale del beato don Pino Puglisi, ucciso dalla mafia perché annun- ciatore del messaggio di liberazione e reden- zione del vangelo. Mi sono, così, confermato nella convinzione che ai testimoni non si resi- ste: o li si assume a modelli di vita, o si tenta, inutilmente, di annientarli. Guardando alla competizione elettorale (per il Parlamento eu- ropeo e per talune amministrazioni locali) è utopia chiedere che i candidati - e di conse- guenza gli eletti - siano testimoni della verità e che loro attività sia servizio al bene comune, in una parola risposta a una vocazione? la rispo- sta affermativa direbbe ottimismo a oltranza e inguaribile. una risposta realistica, attenta al vissuto e nello stesso tempo preoccupata per esso, insinuerebbe almeno qualche dubbio. tuttavia, è lecito ostinarsi a sperare che sia fi- nalmente vincente l’elezione di donne e uomini disposti ad «aprire il cuore a grandi ideali, a cose grandi» (Papa Francesco), capaci di essere testimoni credibili, amanti della verità che rende liberi. e questo il mondo degli adulti è te- nuto a offrirlo soprattutto ai giovani, ai quali deve consegnare un patrimonio di valori con- divisi e di buone pratiche af finché si inseri- scano in un percorso che esalta le energie migliori. Pregare per tutte le vocazioni, - per quelle di speciale consacrazione e per quelle che si riferiscono alle diverse condizioni di vita - significa, pertanto, aiutare ciascuno a scoprire il proprio progetto di vita per trovare la piena realizzazione di sé, nella verità, nella libertà e nella gioia. infatt i, «la vocazione è un frutto che matura nel campo ben coltivato dell’amore re- ciproco che si fa servizio vicendevole» (Papa Francesco). CON DIVI DERE Quindicinale della diocesi di Mazara del vallo anno Xii n. 10 dell’11 maggio 2014 distribuzione gratuita Suor Chiara Miryam Go- vernale è originaria di Strasatti ed è vicaria nel Monastero del Sacro Cuore di alcamo. www.diocesimazara.it scrivi alla redazione: [email protected] Chiamati a essere testimoni della verità per servire il bene comune lA StoriA «il m io amore per dio vissuto in clausura » Suor MiryaM Governale di MarSala StraSatti a pag. 4 editorial e di Domenico mogavero All interno__________________________________________________________________________________ l’interViStA Sinforosa Petralia , giovane pianista siciliana: da trapani in Svizzera eleZioni Per il “bene comune”: a Salemi le proposte della comunità ecclesiale lA riFleSSione Come vedono i giovani il nuovo percorso della Chiesa di Papa Francesco

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il mese di maggio,aperto domenica 4con la Giovaninfesta,

si chiuderà con le ele-zioni, domenica 25.Questi due eventi pos-sono sembrare assai di-stanti per obiettivi,motivazioni, destinatari,

carico economico. eppure, sollecitato dal temadella Giornata mondiale di preghiera per le vo-cazioni («le vocazioni, testimonianza della ve-rità»), penso di cogliere in tali eventi qualchetratto di comunanza che, come un filo rosso, licongiunge. vivendo con ragazzi e giovani l’ap-puntamento di primavera, con numerosi

adulti, ho colto la loro appassionata adesionealla testimonianza martiriale del beato donPino Puglisi, ucciso dalla mafia perché annun-ciatore del messaggio di liberazione e reden-zione del vangelo. Mi sono, così, confermatonella convinzione che ai testimoni non si resi-ste: o li si assume a modelli di vita, o si tenta,inutilmente, di annientarli. Guardando allacompetizione elettorale (per il Parlamento eu-ropeo e per talune amministrazioni locali) èutopia chiedere che i candidati - e di conse-guenza gli eletti - siano testimoni della verità eche loro attività sia servizio al bene comune, inuna parola risposta a una vocazione? la rispo-sta affermativa direbbe ottimismo a oltranza einguaribile. una risposta realistica, attenta alvissuto e nello stesso tempo preoccupata peresso, insinuerebbe almeno qualche dubbio.tuttavia, è lecito ostinarsi a sperare che sia fi-

nalmente vincente l’elezione di donne e uominidisposti ad «aprire il cuore a grandi ideali, acose grandi» (Papa Francesco), capaci di esseretestimoni credibili, amanti della verità cherende liberi. e questo il mondo degli adulti è te-nuto a offrirlo soprattutto ai giovani, ai qualideve consegnare un patrimonio di valori con-divisi e di buone pratiche affinché si inseri-scano in un percorso che esalta le energiemigliori. Pregare per tutte le vocazioni, - perquelle di speciale consacrazione e per quelleche si riferiscono alle diverse condizioni di vita- significa, pertanto, aiutare ciascuno a scoprireil proprio progetto di vita per trovare la pienarealizzazione di sé, nella verità, nella libertà enella gioia. infatti, «la vocazione è un frutto chematura nel campo ben coltivato dell’amore re-ciproco che si fa servizio vicendevole» (PapaFrancesco).

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Quindicinale della diocesi di Mazara del vallo

anno Xiin. 10 dell’11 maggio 2014 distribuzione gratuita

Suor Chiara Miryam Go-vernale è originaria di

Strasatti ed è vicaria nelMonastero del Sacro

Cuore di alcamo.

www.diocesimazara.itscr

ivi al

la red

azion

e: co

ndivi

dere@

dioce

simaz

ara.it

Chiamati a essere testimonidella veritàper servire il bene comune

lA StoriA«il mio amore per dio

vissuto in clausura»Suor MiryaM Governale di MarSala StraSatti

a pag. 4

editorialedi Domenico mogavero

All’interno__________________________________________________________________________________l’interViStA Sinforosa Petralia, giovane pianista siciliana: da trapani in Svizzera

eleZioni Per il “bene comune”: a Salemi le proposte della comunità ecclesialelA riFleSSioneCome vedono i giovani il nuovo percorso della Chiesa di Papa Francesco

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2 n. 10/11maggio2014

dalla Sicilia alla Svizzera, passando daPalermo e Firenze: si sente un po’ unagiovane ambasciatrice in europa della

Sicilia delle buone risorse?«Quando dalla Sicilia sono partita per Firenze pen-savo che quella città avrebbe costituito solo unatappa del viaggio appena intrapreso; allo stessomodo continuo a pensare ora che vivo a Basel. dauna parte sono convinta che alla mia età sia indi-spensabile viaggiare e quindi cambiare, avvicinarsia nuove culture e allo stesso tempo mettersi in di-scussione. d’altra parte, viaggiando, aumentano lepossibilità di incontrare sempre nuove personalitàdi rilievo nell’ambito musicale, necessarie a model-lare e affinare il percorso d’interpretazione piani-stica. tutto questo favorisce la crescita non solopianistica ma anche umana, dovendomi confron-tare ogni giorno con più di cinque nazionalità di-verse! Posso considerarmi estremamentefortunata perché, grazie al prezioso aiuto e soste-gno da parte della mia famiglia e allo sforzo di tuttiquesti anni in cui ho sempre diviso lo studio delpianoforte prima con la scuola e poi con l’univer-sità, continuo a seguire una formazione di alto li-vello». due genitori magistrati e lei ha intrapreso, in-vece, la non facile carriera di musicista. comemai questa scelta?«non credo si sia trattato di una vera e propriascelta, almeno all’inizio. Quando per la prima voltaho messo le mani sui tasti avevo cinque anni; hoiniziato per gioco a casa di mia nonna, cantante einsegnante di pianoforte. in effetti nella mia fami-glia, soprattutto dalla parte di mio padre, si respiramusica tutti i giorni e da generazioni: il nonno dimio padre era un compositore, sue sono almenodue opere liriche complete e per anni ha diretto lebande di vari comuni d’italia; mio nonno, profes-sore di filosofia, a sua volta era un grande cultoredi musica classica; mi ricordo certe sue telefonatetrascorse a parlare dell’importanza del clavicem-balo ben temperato di Bach piuttosto che della ba-nalità di alcune pagine musicali di rachmaninov,anche se io cercavo ci convincerlo che non era af-fatto...musica da film, come lui sosteneva. i nonni

materni si nutrivano invece di poesia e teatro edopo di loro mia madre e le mie zie. inoltre se mitrovassi a casa in questo momento potrei facil-mente ascoltare mio fratello alla chitarra, classicao elettrica a seconda dello stato d’animo, e miopadre, chiuso nel suo studio a lavorare con un co-stante sottofondo jazz. Ho scelto sicuramente dinon smettere nei due momenti cruciali della vitaossia durante l’adolescenza e a diciotto anni,quando ho dovuto dare una direzione più mirataai miei studi. È stato impegnativo optare per glistudi musicali soprattutto perché in italia e ancordi più in Sicilia è molto difficile trovare spazio nelmondo lavorativo. tuttavia sono consapevole chenon avrei potuto fare altro. la musica occupa le miegiornate da sempre e penso che non potrei abi-tuarmi a una vita diversa. ascoltando i miei genitoriparlare del loro lavoro confermo a me stessa che èmeglio penare per risolvere una frase musicale an-ziché vivere il peso della responsabilità di una con-danna o di un’assoluzione. il lavoro del musicistadà spazio a una creatività costante che supera digran lunga molti altri mestieri».da artista che ormai vive all’estero la Siciliasembra una terra lontana. ma quali valori diquest’isola porta con sè nella sua vita quoti-diana?«Ho iniziato ad apprezzare di più la Sicilia proprionel momento in cui l’ho dovuta lasciare, e lì ho co-nosciuto e provato la nostalgia. Col tempo ho im-parato a portarmi dietro tutti gli affetti e tutti i mieiluoghi e ritrovo così la mia vita passata nelle cosedi ogni giorno; la Sicilia rimane sì una terra lontanama solo nello spazio. dico sempre che uno dei mieidesideri sarebbe quello di vivere e lavorare in unacittà sul mare. ed è chiaramente la cosa che, daiprimi giorni, più mi è mancata di trapani: l’aria dimare che porta con sè l’odore di pesce crudo. ri-mango profondamente ancorata al concetto di ac-coglienza che ogni siciliano possiede, al calore cheritrovo in tutta la gente del Sud, inteso in senso piùampio».crede ancora che la Sicilia possa riscattarsidalla mafia? e quanto la cultura, insieme anchealla musica, può essere utile in questo per-corso?«Credo che la musica, come l’arte in generale, facciamiracoli. un popolo che “punta” sull’arte sceglie dieducarsi al meglio; tutti fattori antagonisti allamafia che vive invece sfruttando l’ignoranza e il bi-sogno. ricordo una bellissima sequenza del film “ilPianista” di Polanski: in una varsavia distrutta dallebombe il pianista ebreo Wladyslaw vive rifugiatoin una casa diroccata; a un tratto entra un ufficialenazista che lo riconosce e lo conduce a un piano-forte invitandolo a suonare; e il pianista lo fa ese-guendo la Ballata op. 23 di Chopin. il gerarcatedesco s’intenerisce e finisce per aiutare lui il fug-giasco, nutrendolo fino alla liberazione di varsaviaper l’arrivo delle truppe russe. ecco! la musica con-verte anche la ferocia più estrema».

ooo l’intervista

lAmuSicAcresciuta in famigliatra suonie melodie,perfezionata interra svizzera

nuoVitAlentidiSiciliA.Sinforosaeil pianoforte: da trapaniin Svizzera

il ProFilo

Sinforosa Petralia ha conseguito il di-ploma in pianoforte presso il conser-

vatorio “vincenzo Bellini” di Palermo nel2006, sotto la guida della professoressaaurelia Spagnolo, riportando il massimodei voti e la lode. dal 2007 al 2011 ha se-guito il corso di perfezionamento conPietro de Maria presso la Scuola di mu-sica di Fiesole. Ha all’attivo diversigruppi da camera. in più occasioni si èesibita in concerti in diverse città dellatoscana e a trapani, Marsala, Palermo,Modica, Cortina d'ampezzo, St. Moritz,Basel, Buenos aires. dal 2012 frequentail Master in Performance pianistica sottola guida di Claudio Martinez Mehnerpresso la Hochschule für Musik di Basel.

di max

Firreri

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le comunità parrocchiali diSalemi hanno voluto dare illoro apporto costruttivo alla

campagna elettorale, offrendo ai candidati sindacie consiglieri comunali e alla cittadinanza tutta, undocumento con considerazioni e proposte. l’in-tento non è quello di dare alla comunità ecclesialeil ruolo di interlocutore politico, ma di elaborare,in base alla conoscenza diretta delle personepriorità ed esigenze della collettività salemitanache devono costituire priorità di intervento per la

nuova amministrazione. infatti obiettivo delleamministrazioni locali è il conseguimento delbene diretto dei cittadini, soprattutto delle fascedeboli ed emarginate della popolazione, perchèil raggiungimento di tale traguardo contribuiscealla costruzione del bene comune, che è il bene ditutti, non la somma degli interessi dei singoli. iltesto integrale del documento-proposta è pub-blicato sul sito www.diocesimazara.it. Èstata datanotizia nello scorso numero di Condivideredi unanalogo documento elaborato dal Consiglio pa-storale foraniale di Mazara del vallo ugualmentepubblicato sul sito.

A Salemi presso il centro Kim, sabato 10 maggio, ore17, incontro con i candidati sindaco, organizzato dal-L’Agesci . A Mazara del Vallo, presso l’aula magna delSeminario vescovile, mercoledì 14 maggio, alle ore 21,incontro con i candidati sindaco; mercoledì 21, alle ore21, incontro con i capilista candidati alle Europee.

3 n. 10/11maggio2014 ooo la riunione

eleZioni.un votoresponsabileper contribuire al benecomuneinterVentidelle comunitàecclesialidi Salemi e Mazara del vallo

di Francesco

mezzapelle

oltre al cammino di preghiera e di riflessione suivalori veri della vita umana, il gruppo “Skizzi-

ratizzati” (nella foto) della chiesa madre di Marsalaha intrapreso un percorso di educazione alla lega-lità. nelle settimane scorse il gruppo ha visitato ilquartiere Brancaccio di Palermo, dove è stato ac-colto dal parroco don Maurizio Francoforte, unodei successori di don Pino Puglisi; questi non fi-gura ideale, ma presenza viva all’interno della co-munità. don Maurizio ha esortato a ribellarsi

all’azione subdola della mafia nella società e a farein modo che ogni gesto, per quanto piccolo, creimentalità nuove capaci di contrastare efficace-mente questo cancro. Sulla base di alcuni docu-mentari è nato un dibattito dal quale sono emersedelle considerazioni condivise, volte a migliorarecerti modi di pensare e di agire. (chiara cavasino epietro sansica)

marsala, gli Skizziratizzatiin visita a Brancaccio

vita di CHieSa/2

Quest’anno un migrante nigeriano ha interpre-tato - a sorpresa – uno dei dodici apostolo nellalavanda dei piedi il Giovedì Santo in chiesa

madre a Campobello di Mazara. Silas nkeumka (nellafoto a fianco a don Pietro Pisciotta) è di religione catto-lica ed è attualmente ospite della onlus “Solidarietà”. Silas, da dove vieni, come e quando hai raggiuntocampobello di mazara?«vengo dalla nigeria. Ho navigato per due giorni, pas-sando per la libia, fermandomi a lampedusa per poiraggiungere trapani, dove sono stato per due mesi nellastruttura di prima accoglienza del Cie di Milo. Sono arri-vato a Campobello il 14 marzo 2014».come sei diventato cristiano?«Provengo da una famiglia di cattolici, e tutta la comu-nità nigeriana dalla quale provengo in genere è cattolica. la tua fede ti ha aiutato?«Sì, sicuramente. Prego ogni giorno e penso che ci sia undisegno provvidenziale che dio ha in serbo per me».come hai vissuto la lavanda dei piedi alla quale seistato chiamato all’ultimo minuto?«Penso di aver ricevuto un bel dono: la mia vita è cam-biata».come ti ha accolto la comunità campobellese?«Sono felice di aver trovato persone che mi hanno aiu-tato; certamente la pratica dell’accoglienza ha anche lesue problematicità, ma sono ottimista».un pensiero per il tuo Paese e per i tuoi cari.«i miei familiari non vivono bene; hanno fatto di tuttoperché io corressi il rischio di venire in italia per miglio-rare almeno la mia condizione di vita».(epifanio stallone,con la collaborazione di Alba Randazzo)

lavanda dei piedi perun cristiano di colore

pubb

licità

vita di CHieSa/1

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il Signore vi dia pace! Con questo saluto dal sapore pa-squale, primo dono del Signore risorto ai suoi disce-poli, desidero testimoniare la gioia della Sua visita nella

mia vita. ero una ragazza come tante, vivevo una vita sem-plice, circondata dall’affetto della famiglia e degli amici, im-pegnata nello studio e nelle attività che la parrocchia miproponeva. una vita “normale”, dunque, nella quale nonmi mancava nulla e dove la quotidianità era alimentata daidesideri e dai sogni propri di ogni adolescente. durante iltempo del liceo, ci fu un momento in cui i miei sogni si in-trecciarono con quelli di dio e sentii forte il desiderio di co-noscerlo più profondamente… a scatenare dentro il miocuore questa sete di infinito, fu l’incontro con i Frati Minori.li conobbi quando vennero a Marsala per una missionepopolare richiesta dalla chiesa madre. da lì cominciai adimparare ad amare il Signore alla scuola di Francesco e diChiara di assisi; ma quanto più procedevo in un camminodi fede serio ed impegnato, tanto più cresceva in me unprofondo senso di inquietudine che non trovava piena

soddisfazione. Capivo che il Signore mi chiedeva qualcosadi diverso da quello che già facevo, ma questo mi spaven-tava moltissimo e fuggivo da lui. nel frattempo, avver-tendo il bisogno di essere aiutata, mi rivolsi ad un sacerdoteche mi ha sapientemente accompagnata durante gli annidel mio discernimento; un tempo di grazia, fatto di alti ebassi, di certezze e di ripensamenti, di luce e di buio, chemi ha permesso di capire quale fosse la mia vocazione edove il Signore mi chiamava a viverla. nell’ascolto orantee fiducioso della Parola ho sempre trovato l’alimento ne-cessario per la mia crescita spirituale e, in quegli anni, ri-suonavano in me le parole che troviamo nel libro delprofeta isaia: «il Signore dal seno materno mi ha chiamato,fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mionome» (Is 49,1). Queste parole mi hanno dato di com-prendere che dio mi amava in maniera speciale e che finda prima della mia nascita mi aveva chiamata per nome,e mi aveva chiamata ad una missione che in questo mondoapparteneva solo a me, che aspettava solo da me rispostee collaborazione, una missione che non potevo “delegare”a nessuno e che valeva il prezzo della mia felicità. e fu cosìche, completamente arresa all’amore, ebbi la gioia pro-fonda di varcare la soglia di clausura all’età di vent’anni,

l’11 agosto del 1999, solennità della Madre Santa Chiara.una scelta difficile, che il mondo non capisce, ma che hamesso le ali al mio cuore e che mi dona, giorno dopogiorno, insieme alle mie sorelle, la gioia di sperimentarecome la preghiera sia l’unica forza che alimenta la vita diquesto stesso mondo che la svaluta e disprezza. il Signorenon mi ha tolto nulla, non mi ha negato niente… anzi, hapermesso che io fossi realmente felice. le mura del mo-nastero, mura che delimitano la mia libertà esteriore, mipermettono di custodire l’amore e di alimentare il fuocodello Spirito spaziando per il mondo e toccando persinogli angoli più remoti del cuore dell’uomo. Sì, perché la vo-cazione donatami non avrebbe alcun valore se io la trat-tenessi gelosamente per me stessa… io appartengo alSignore per ogni uomo. ogni giorno sperimento la Suapresenza costante in tutto quello che vivo e, nonostante lefragilità e le cadute del cammino, egli, che mi ha sceltacome sua “abitazione e dimora”, continua ad operare me-raviglie. nella prima recensione della Lettera ai fedeli(FF178/2), il Poverello di assisi scrive così: «oh, come sonobeati e benedetti quelli e quelle, quando fanno tali cose eperseverano in esse, perché riposerà su di essi lo Spiritodel Signore, e farà presso di loro la sua abitazione e dimora,e sono figli del Padre celeste del quale compiono le opere,e sono sposi, fratelli e madri del Signore nostro Gesù Cristo.Siamo sposi, quando nello Spirito Santo l’anima fedele siunisce al Signore nostro Gesù Cristo. Siamo suoi fratelli,quando facciamo la volontà del Padre che è nei cieli. Siamo

madri, quando lo portiamo nel nostro cuore e nel nostrocorpo per mezzo del divino amore e della pura e sinceracoscienza, e lo generiamo attraverso il santo operare, chedeve risplendere in esempio per gli altri». e come pelle-grina e forestiera, sposata allo Spirito Santo e servendo ilSignore in povertà, vivo grata la mia vita, contenta di diosolo per amore dell’uomo, di ogni uomo.

ooo la Giornata mondiale di preghiera/la storia4 n. 10/11maggio2014

nelmonASterola custodia dell’amore,alimentato dalfuoco dello Spirito

di suor

chiara miryam

governale

monaca clarissa

nel Monastero

S. Cuore di Alcamo

ilrAcconto.«Quell’incontrocoi Fratiminori a Marsala,così è cambiatala mia vita»

la teStiMonianza/2

Sin da giovane nutrivo il desiderio diconoscere quel Gesù di cui sentivoparlare quando svolgevo il servizio di

ministrante. Questo Gesù ha lasciato dentrodi me per tanto tempo un “desiderio celato”,fino al giorno in cui durante una preghieradi effusione mi è stato detto: «e se qualcuno

ti dirà: perché fai questo? risponderai: il Signore ne ha bisogno»(cfr Mc 11,3). Con il cuore pieno di gioia ho risposto: “eccomi” eho capito che il Signore stava iniziando a svelare quel desiderioche si celava dentro di me. da quel giorno è iniziata la mia sequeladi colui nel quale ho posto la mia fiducia, Gesù Cristo, che spero diservire nel ministero diaconale. (girolamo errante parrino)

«da giovane volevo conoscere Gesù»

la teStiMonianza/1

Sono pedia-tra conven-zionato a

Castelvetranodove da anni fre-quento la par-rocchia della

chiesa madre. Ho avuto responsabi-lità nel settore adulti e poi di presi-dente dell’azione cattolica dellaparrocchia e coordinatore delgruppo liturgico. Sono ministro stra-ordinario della comunione e nel1995 mi stato conferito dal vescovomonsignor emanuele Catarinicchiail ministero del lettorato. nel set-tembre scorso l’arciprete don leo diSimone mi ha proposto di intrapren-dere il cammino di formazione perl’ordinazione diaconale per il “servi-zio della liturgia, della predicazionee della carità”. Ho fatto richiesta alvescovo e ora seguo questo percorsoformativo. (saro ferracane)

«io, medico, a serviziodella chiesa locale»

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Papa Francesco, lo scorso 3marzo, nell’omelia della Messaa Santa Marta, commentando il

passo evangelico in cui un uomo ricco si prostradavanti a Cristo per chiedergli cosa deve fare permeritare la vita eterna, ha tra l’altro affermato:«Signore, mandaci, mandaci suore, mandaci preti,difendili dall’idolatria, dall’idolatria della vanità,dall’idolatria della superbia, dall’idolatria del po-tere, dall’idolatria del denaro». È questa una par-ticolare e significativa preghiera del Successore diPietro che ci sembra molto bella e attuale in pre-parazione alla prossima 51ª Giornata mondiale dipreghiera per le vocazioni. Sempre nella comunitàcristiana ci si è resi conto, che più di tante vuotee sterili parole, è stato il dono, suscitato dal-

l’azione incessante e creativa dello Spirito, ditante generose e convinte risposte vocazionali aportare avanti la sua missione evangelizzatrice. ilPapa nel suo Messaggio per la Giornata così siesprime: «Mi rivolgo ora a coloro che sono ben di-sposti a mettersi in ascolto della voce di Cristoche risuona nella Chiesa, per comprendere qualesia la propria vocazione. vi invito ad ascoltare eseguire Gesù, a lasciarvi trasformare interior-mente dalle sue parole che “sono spirito e sonovita”» (Gv 6,62). Maria, Madre di Gesù e nostra, ri-pete anche a noi: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela!”(Gv 2,5). vi farà bene partecipare con fiducia adun cammino comunitario che sappia sprigionarein voi e attorno a voi le energie migliori. la voca-zione è un frutto che matura nel campo ben colti-vato dell’amore reciproco che si fa serviziovicendevole, nel contesto di un’autentica vita ec-clesiale. nessuna vocazione nasce da sè o vive perse stessa. la vocazione scaturisce dal cuore di dioe germoglia nella terra buona del popolo fedele,nell’esperienza dell’amore fraterno. non ha forsedetto Gesù: “da questo tutti sapranno che sietemiei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”(Gv 13,35)?». il vescovo di roma ci fa chiarementecomprendere che ogni risposta alla chiamata didio o si alimenta e cresce nell’ascolto sincero e at-

tento della Parola del Signore, nel partecipare co-struttivamente e con spirito di autentico servizionella Chiesa o si riduce a una forma “mascherata”di egoismo e di vanità. Ci ha pure ricordato neigiorni scorsi, che «nella Chiesa ci sono arrampi-catori! Ci sono tanti, che usano la Chiesa per … Mase ti piace, vai a nord e fai l’alpinismo: è più sano!Ma non venire in Chiesa ad arrampicarti! e Gesùrimprovera questi arrampicatori che cercano ilpotere». e ci sono pure «quelli che seguono Gesùper i soldi, con i soldi, cercando di approfittareeconomicamente della parrocchia, della diocesi,della comunità cristiana, (...) Questa tentazionec’è stata dall’inizio, e abbiamo conosciuto tantibuoni cattolici, buoni cristiani, amici, benefattoridella Chiesa, anche con onorificenze varie … tanti!Che poi si è scoperto che hanno fatto negozi unpo’ bui: erano veri affaristi, e hanno fatto tantisoldi!». tutti allora nella Chiesa, dal vescovo alsingolo fedele laico, con responsabilità e lucidità,abbiamo il compito di riconoscere, verificare e so-stenere le diverse e complementari vocazioni. Maricordiamoci che i presbiteri, in particolar modo,devono svegliare e dirigere le persone verso il di-scernimento e il compimento della loro voca-zione. ricordiamoci che le vocazioni siriconoscono - come dono di dio - e si incorag-giano, non si inducono. ogni prete compie il suoministero bene solo se porta in sè un’autentica“passione” per le persone, il desiderio che le per-sone crescano e diventino libere, capaci di amare,capaci di compiere fino in fondo la loro vocazionein Cristo. Capaci di verifiche decisive per pren-dere decisioni vitali.

5 n. 10/11maggio2014

VocAZioni. essere liberiin cristoper servirlo nella chiesariSPoStAalla chiamata, nata dal cuoredi dio, per alimentarela comunione

di Don Francesco

Fiorino

ooo la Giornata mondiale di preghiera/l’analisi

ooo Fotonotizie________________________________________________________scrivi a: [email protected]

una targa con tutti i nomi delle vittime del naufragiodel 1° maggio 1964, è stata scoperta a cinquant’anni

da quella tragedia in cui morirono 17 ragazzi e 14 rima-sero feriti. la scopertura della targa è stata precedutadalla celebrazione della santa messa, presieduta dal ve-scovo (nella foto insieme ad alcuni dei familiari giunti datutta Italia) proprio a Punta Palermo, nella laguna delloStagnone. i ragazzi, ospiti della Casa della divina Provvi-denza di Marsala, quella mattina di 50 anni fa, si trova-

vano a bordo della barca “Giuseppe eMaria”, pilotata da Giovanni impicciché,per raggiungere l’isola di Mozia. un sus-sulto alla barca, pochi attimi e la barca siè capovolta. alla memoria dei 17 morti ilmarsalese nino ienna ha dedicato il docu-libro Gli angeli dello Stagnone, presentatonell’ambito delle celebrazioni commemo-rative, organizzate dall’associazione“Porta d’occidente”. emozionante la testi-monianza dell’avvocato diego Maggio,superstite del naufragio.

MarSala/1Scoperta una targa per igiovani morti allo Stagnone

il giorno di Pasqua la parrocchia Maria Ss. au-siliatrice di Marsala ha organizzato un pranzo

fraterno presso la mensa “Giorgio la Pira” diMarsala con i bisognosi della città. Questo servi-zio mensa per ilgiorno di Pasqua èstato un confortoper il corpo e per lospirito, nella gioiadi Gesù risorto.oltre ad un buonpasto i fratellihanno avuto unapiacevole, affet-tuosa e familiareaccoglienza daparte di don Salva-tore di Benedetto,sacerdote sale-

siano, insieme a 10 volontari (nella foto). È statobello vedere queste persone sorridenti e con-tenti nel sentirsi accolti e voluti bene. alla finedel pranzo, i volontari hanno salutato i fratellibisognosi, promettendo altri incontri special-mente nei giorni festivi, giorni nei quali lamensa rimane chiusa. (rosa maria colletti lanza)

MarSala/2i volontari salesiani servonoil pranzo per i bisognosi

Mazara del vallo

Pellegrinaggio a Siracusa

la comunità “Fede e luce nuovo Germoglio” di Ma-zara del vallo (nella foto)ha partecipato al pellegri-

naggio a Siracusa presso il Santuario della Madonnadelle lacrime e i luoghi della lacrimazione, organizzatodall’èquiperegionale siciliana della Provincia Mari evulcani. oltre alle due comunità mazaresi hanno par-tecipato le altre comunità siciliane di Castelvetrano,Corleone, Palermo e Messina. durante la sosta a Sira-cusa presso la Casa del Pellegrino, i membri delle variecomunità sono stati coinvolti in momenti di spiritua-lità e veglie di preghiera. (alberto alagna)

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6 n. 10/11maggio2014

Cerchiamo un progetto serio, che porti il sorriso tra la gente.

Partecipa al concorso ifeelCUD, puoi vincere fino a 29.500€ per un progetto di solidarietà.Scopri come su www.ifeelcud.it

Il concorso è organizzato dal Servizio C.E.I. per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica in collaborazione con il Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile della C.E.I. e con i Caf Acli.

Partecipare è semplicissimo. Insieme al tuo parroco, crea una squadra, raccogli leschede allegate ai modelli CUD e scrivi un progetto che abbia come obiettivo quello dimigliorare la vita della tua parrocchia. Potrai vincere un contributo fino ad un massimodi 29.500€ per realizzare il tuo progetto di solidarietà. In più, se presenti anche unvideo, potrai ricevere un bonus del 10% sulla somma vinta. Partecipando, porterai unsorriso tra le persone a cui vuoi bene e contribuirai a sostenere anche i tanti progettiche la Chiesa cattolica porta avanti in Italia e nel Mondo.

pubb

licità

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ottocentocinquanta ragazzisono stati i protagonisti del-l’edizione di quest’anno di

Giovaninfesta, l’iniziativa annuale per i giovani or-ganizzata dal Servizio diocesano di pastorale gio-vanile, guidato da don Giacomo Putaggio, chequest’anno si è svolta nel piccolo centro di vita.Prendendo spunto dalla frase di don Pino Puglisi«Si, ma verso dove?», l’edizione di Giovaninfesta è

stata dedicata proprio alla memoria del parroco uc-ciso a Brancaccio. Per i ragazzi sono state scelte tretestimonianze dirette sulla vita del Beato: tre per-sone che l’hanno conosciuto e ne hanno condivisoil pensiero e il percorso. a raccontare don Pino Pu-glisi, tra aneddoti e impegno nel quartiere di Bran-caccio, è stato Gregorio Porcaro, docente di religionein una scuola superiore di Palermo e vicino a padre

Puglisi nel corso della sua attività come parroco nelquartiere palermitano sui temi della legalità e dellalotta alla mafia. a raccontare don Puglisi sono statianche enza Maria Mortellaro (nella foto) e padreCarlo aquino, autori di Il samurai di Dio. al terminedella messa, è avvenuto il passaggio della croce aigiovani di Campobello di Mazara, paese che ospi-terà Giovaninfestanel 2015.

7 n. 10/11maggio2014 ooo la riflessione

È indubbio che un dicias-settenne guardi ai motidella Chiesa con disincan-

tato interesse e – il più delle volte – con malce-lata diffidenza. d’altronde l’adolescenza risultafisiologicamente il periodo in cui un garzon-cello scherzoso inizia a porsi i primi grandi in-terrogativi su quei temi che inevitabilmenteattanaglieranno la sua vita e, attratto più omeno dal comune atteggiamento anarcoide,sceglierà di conseguenza la strada anticonser-vatrice, antisociale, anti… Ma qualcosa in que-sto periodo sta cambiando. Sì, si avverte, vibrafra le navate delle chiese un’aria nuova, unnuovo spiritus che finisce irrimediabilmenteper avvolgerci, rendendoci partecipi di una ri-voluzione tanto sperata. Finalmente, grazie al-l’intervento di Papa Francesco, divenuto nuovo

paladino dei valori di una religiosità vera purae vicina, quella “sporcizia” della Chiesa dal me-fitico odore di corruzione e soggettivismo, che

Papa ratzinger aveva denunciato già nel 2005,sta iniziando ad essere ripulita dalla semplicitàdell’approccio comunicativo e dalla pragmati-cità dell’azione apostolica. indimenticabili, in-fatti, sono gli indirizzi etici che Papa Bergogliodiede nella prima messa coi cardinali: cammi-nare, edificare e confessare. nel dialogo sulcammino di ri-costruzione di un credo basatosulla confessione di una religiosità che riportiin auge i valori della prima cristianità, si èsvolto presso l’aula magna dell’istituto agrario“abele damiani” un incontro fra i ragazzi delliceo classico e il vescovo della nostra diocesi,che è riuscito a trasmettere il messaggio di “vi-cinanza”- spirituale e non solo - della nuovaChiesa a un uditorio sinceramente curioso epronto per un interessato dialogo sullo scot-tante tema della fede. l’interesse dei ragazzi ela loro attiva partecipazione non sono altro chelampanti segnali di un cambio di rotta evi-dente: la nave della Chiesa che fino a qualchetempo fa sembrava senza nocchiero in grantempesta, oggi ha riacquistato la rotta perun’evangelizzazione nuova che possa dissiparel’ombra di un nichilismo sempre più dilagante.

* rappresentante nel Consiglio d’istituto del“Giovanni XXIII - Cosentino” di Marsala

i GioVAni. «Così noivediamo la Chiesa di Bergoglio»l’incontrotra gli studenti del classicoe il Vescovo in un bottae risposta sul credereoggi

di marco marino *

GioVAninFeStA. un’edizionenel nome di don Puglisil’eSPerienza

850 rAGAZZinel piccolo centro di vita

di max Firreri

condiVidereQuindicinale d’informazione della diocesi di Mazara del valloRegistrazione Tribunale di Marsala n. 140/7 -2003

editore: associazione culturale “orizzonti Mediterranei”, piazza della repubblica, 6 - 91026 Mazara del vallo (tP). redAZione: telefono0923902737, [email protected]. direttore editoriAle: monsignor domenico Mogavero. direttore reSPonSABile:don Francesco Fiorino. coordinAtore di redAZione: Max Firreri. HAnno collABorAto: alberto alagna, Girolamo errante Parrino,erina Ferlito, Saro Ferracane, suor Chiara Miryam Governale, Marco Marino, Francesco Mezzapelle, dora Polizzi, alba randazzo, epifanio Stal-lone. imPAGinAZione, GrAFicA e StAmPA: Grafiche napoli - Campobello di Mazara. Questo numero è stato chiuso in redazione il 7 maggio2014. È vietata la riproduzione integrale o parziale di testi e foto pubblicati su questo giornale.

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8 n. 10/11maggio2014 ooo Le rubriche

l’adorazione di dio e le buone azionisalveranno gli uomini al momentodel Giudizio finale. il Corano precisa

che i credenti sono coloro che ubbidisconoa dio e al suo Profeta e tutto ciò riflette lamisericordia divina, modello per la con-

dotta morale di ogni credente. tra i doveriche costituiscono il fondamento della fedemusulmana, i più importanti dopo la testi-monianza dell’unicità di dio, sono: le cin-que preghiere quotidiane (salāt), il digiunodel mese di ramadān, l’elemosina (zakāt)e il pellegrinaggio alla Mecca (hajj). Sono leazioni compiute e le scelte fatte nella vitaterrena che garantiscono la salvezza nellavita eterna.

«vi do un coman-d a m e n t onuovo: che vi

amiate gli uni gli altri» (Gv13,34a). Non più segni, maparole chiare e senza veli con-segna Gesù ai suoi. Siamo allungo discorso di addio, che

percorre per buon tratto la seconda parte del IV Van-gelo (cfr Gv 13,31-16,33); un lungo discorso che rendepalese l’amore: «Come io ho amato voi così amatevianche voi gli uni gli altri» (Gv13,34b). Ѐ questo il co-mandamento! Ma si può comandare l’amore, chesgorga da un cuore libero? Non è un controsenso?Controsenso appare solo quando non si comprendeo, peggio, si falsifica il significato di quel termine dacui tutta la Parola di Dio è costellata. Il comanda-mento non è trappola costruita su regole, pesi insop-portabili di cui antichi e nuovi dottori della leggecaricano gli uomini ma che essi non toccano nem-meno con un dito (cfr lc11,46). Il comandamento èinvece accoglienza di una relazione d’amore, l’alle-anza, che Dio offre al suo popolo. «Questa sarà l’alle-anza che io concluderò con la casa d’Israele […] porròla mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore.

Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo»(Ger31,33). La Legge, la Torah, è posta a fondamentodella vita d’Israele e di ogni sua istituzione. Facilmenteperò il giudaismo aveva sminuzzato questo tesoro inun pullulare di precetti soffocanti. Così alla domandadel fariseo: «Maestro, nella Legge, qual è il grande co-mandamento?» (Mt 22,36), Gesù offre una rispostaliberante: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuocuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente[…]. Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questidue comandamenti dipendono tutta la Legge e i Pro-feti» (Mt 22,37.39b-40). E usa le note parole dellaTorah (cfr dt6,5; lev19,18). Comandamento anticodunque quello dell’amore, comandamento nuovol’amore senza riserve e senza limiti con il quale il Si-gnore ci ha amato. Quell’amore diviene testimo-nianza del Vangelo e proclamazione di salvezza; suquell’amore regge l’Ecclesía: «Da questo tutti sa-pranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uniper gli altri» (Gv 13,35). Parole che illuminanoun’oscura affermazione del Signore: «Ancora perpoco sono con voi; voi mi cercherete ma […] dove vadoio, voi non potete venire» (Gv13,33). Difficile e delu-dente se intesa come epilogo della sequela; scorag-giante se vissuta come il cessare di una relazione sullaquale si gioca la vita del discepolo. Da ciò la domandadi Pietro: Signore, dove vai? Perché non posso seguirtiora? (cfr Gv13,36a.37a). Ma la risposta di Gesù nonserra le porte, bensì schiude spiragli di nuove vie, che

si spalancheranno all’accadere della risurrezione;percorsi sui quali lo Spirito guiderà chi al Cristo si èaffidato (cfr Gv13,36b). Amatevi gli uni gli altri, dun-que; e quest’amore svelerà la bellezza del Vangelo efarà brillare la gioia di una vita donata. E così, già quie ora, ci rifuggiamo sotto la tenda dove Dio dimora econtempliamo cieli nuovi e nuove terre: siamo suopopolo ed egli è il nostro Dio (cfr ap21,3). Di certo cisono ancora tradimenti; e se, come Pietro, diremo:«Darò la mia per te!» (Gv 14,37b), anche a noi il Si-gnore risponderà: «Darai la tua vita per me? In verità,in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tunon m’abbia rinnegato tre volte» (Gv 13,38). Nonscompaiono – è certo - sofferenze, delusioni, lacrime.Ma Dio ci è accanto, sempre, e asciuga ogni lacrimadai nostri occhi (cfr ap21,4a). Nuovo sarà il nostrocuore e definitiva l’alleanza indelebilmente timbratadal sangue di Cristo, poiché – dice il Signore per boccadel profeta - «Io perdonerò la loro iniquità e non ri-corderò più il loro peccato» (Ger31,34c).

Grani di Vangelo

11 maggio/ Messa nella chiesa di S. vito

Sarà celebrata domenica 11 maggio, alle ore 19,presso la chiesa di San vito a mare, la santa

messa nella ricorrenza del 21° anniversario della vi-sita di San Giovanni Paolo ii a Mazara del vallo.

13 maggio/ Festa di Fatima a Birgi

Martedì 13 maggio, alle ore 18, presso l’operaSantuario nostra Signora di Fatima in con-

trada Birgi a Marsala si terrà la processione ma-riana. a seguire la santa messa celebrata nellospiazzo antistante l’opera-Santuario, presieduta dalvescovo. la celebrazione avrà il supporto di un in-terprete Lis.

14 maggio/ Festa del libro

Mercoledì 14 maggio, alle ore 9, presso lascuola dell’infanzia i circolo didattico (Santa

Caterina) di Mazara del vallo, si terrà la festa dellibro “una rosa tra le pagine”, organizzata dallostesso istituto scolastico, la biblioteca dei bambini“l’isola che non c’è” del Seminario vescovile, la li-breria “il Colombre” e il Museo diocesano. la ma-nifestazione è dedicata a Giuseppina Pavia,scomparsa prematuramente lo scorso anno.

18 maggio/ aC, Festa degli incontri

Si terrà domenica 18 maggio a San vito lo Capola festa diocesana degli incontri per l’azione

Cattolica dei ragazzi. Sul sito internet www.diocesi-mazara.it il programma completo.

AgendaConsulta il calendario su www.diocesimazara.it

le parole dell’islam

coSA c’èAl museo diocesanoSignum crucis, arbor vitae

al Museo diocesano di Mazara del vallo conti-nua la mostra Signum crucis, arbor vitae. al-

cune opere saranno per la prima volta in mostra. Èil caso dello straordinario paliotto settecentescodal Monastero di clausura di San Michele e il calicecon i simboli della Passione da Santa MargheritaBelice (sec. Xviii), eccezionalmente uscito dallaChiesa Madre per concessione di don Filippo Bar-bera e della diocesi di agrigento.

di erina Ferlito

di Dora polizzi

SAlVeZZA�����

Riportiamo testualmente la poesia (a fianco la copiaautografa) del detenuto Domenico Riso.

tu non ci sei più, ma ieri ti guardavo con gliocchi del mio tempo più sereno, eri da-vanti a me, quasi sentivo la tua voce, sen-

tivo così forte il tuo pensiero, ed eri dentro me cosìpresente, che con il tuo pensiero io ciò parlato.Papà, oggi la pietà che m’hai insegnato mi rende piùleggere la tua assenza, e nel frattempo un temponuovo nasce: la cognizione di quello che sei stato.l’immensa tenerezza in cui ti vivo e il nuovo padreche sei diventato. oggi ricordarti non mi affligge più econ il tuo aiuto invento la mia vita, a volte “mi diverto”e faccio divertire. a volte un vuoto che non so riempire.io con il tuo aiuto canto la mia vita, dove ogni giornovivi pure tu e con il tuo aiuto capisco un pò di più. Capi-sco che il tuo ricordo è amore e la memoria la pago conil tuo dolore. la lezione del tempo mi è servita... oggiche sono in carcere ho capito perchè la vita finisce... e lavera vita non finisce, e non finirà mai! a presto papà!. tiamo papà!

* detenuto presso la casa circondariale di Castelvetrano

oltre le SBArre di domenico riso *