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Salita del Promontorio, permette di arrivare a Sant’Andrea. Questa zona era particolarmente cara ad Ettore: era infatti il luo- go in cui si incontrava con Livia nel periodo del fidan- zamento ed è qui che Emilio Brentani si incon- tra con Angiolina. Questo scorcio risulta particolar- mente interessante poiché venne riproposto, in ver- sione pittorica, dall’artista Giovanni Zangrando. L’opera intitolata Pas- seggio Sant’Andrea è at- tualmente visibile presso il Museo Revoltella che, attivamente coinvolto nel- le celebrazioni del 150° anniversario sveviano, ha voluto rinnovare gli spazi espositivi dedicati al rap- porto tra Italo Svevo e gli Artisti riservando una se- zione della mostra ai di- pinti di “Casa Svevo”. Tra gli ambienti più im- portanti per la formazione di Italo Svevo non poteva mancare la Biblioteca Civica Attilio Hortis. Il luo- go per eccellenza dove dar libero sfogo ai suoi inte- ressi. La biblioteca la tro- viamo nuovamente in Una Vita , luogo simbolo per il lare collezione di Leopoldo Kostoris, com- merciante triestino, fon- datore del negozio Arbiter e ideatore dell’omonimo premio d’arte Arbiter. Una collezione molto singolare che lo stesso Kostoris riu- scì a mettere insieme in pochi anni, dal 1951 al 1955. Oggi ospitata a casa della figlia, Fiorella Kostoris, la collezione rap- presenta una rassegna ve- ramente ragguardevole e tra le più complete della pittura italiana degli Anni Cinquanta, aperta alle più diverse correnti e ai più diversi contenuti; quasi un “universo tascabile”, come l’ha definita Claudio Magris. La sua singolarità sta proprio nel formato delle circa 210 opere di cui si compone: 13x18 centimetri, poco più di una cartolina illustrata. Pochissimi dipinti si di- scostano lievemente da queste dimensioni. Oltre 200 sono gli artisti rap- presentati, dai vecchi maestri della tradizione “novecentesca” (Carrà, Tosi, De Pisis, Guidi, Sironi, Campigli, Rosai, Borra), alla cosiddetta ge- nerazione di mezzo (Cagli, Birolli, Afro, Mafai, Saetti, Santomaso, Sassu), ai più giovani, le “promesse” del- l’arte italiana: Hollesh, Tancredi, Finzi, Gian- quinto, Diani, Francken. Ricca l’articolazione degli schieramenti regionali, con una netta prevalenza di artisti triestini e vene- ziani. Vi si possono così individuare tutte le ten- denze e scuole di allora (con Savino, Cantatore, Cassinari, Tomea, Crali, Sassu, Levi, Migneco, Vellani Marchi, Music, Menzio, Stradone, Solda- ti, Vedova, Pizzinato, Alberto Martini). A fianco delle opere il visitatore po- trà trovare numerose foto di famiglia, ritagli di e altri documenti che lo aiute- ranno a ricostruire la Trieste degli anni Cin- quanta e la figura di un uomo che ha saputo unire il senso degli affari a una grande sensibilità verso la cultura e l’arte. Stravolta dopo millenni la prima e più antica regola commerciale, inventata con la coniazione, del “pago in contanti” Con l’arrivo dell’inver- no, le piogge e le tempera- ture più rigide, torna con esse un periodo dell’anno in cui cresce importante la voglia di cultura. La città ha festeggiato il Natale 2011, alla “lucedella cultura e lo slogan Trieste, in-augura cultura”, segnando l’avvio ad una nuova stagione non solo in senso meteo- rologico. I primi giorni dell’anno nuovo, con i ritmi rallen- tati delle giornate succes- sive alle festività, sono l’occasione per riscoprire le collezioni permanenti dei Musei Civici o mostre ed altre iniziative di spes- sore che suscitano grande interesse fra turisti e citta- dini, confermando quella favorevole tendenza che sembra caratterizzare le attività dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste. Il 2011 si è concluso con un grosso impegno da onorare: le celebrazioni per la ricorrenza del 150° anniversario della nascita di Italo Svevo. Tutta una serie di ini- ziative (programma in ul- tima pagina di copertina n.d.r.) ci accompagneran- no per una parte del 2012, nell’intento di far riscopri- re il rapporto dello scritto- re e la città. Quando Aaron Hector, detto Ettore, nacque la città nuova estesasi subi- to dopo la promulgazione del Porto Franco, era an- cora in fase di completa- mento. Appariva lumino- sa, ricca, imponente e fat- ta a misura di una bor- ghesia commerciale che aveva relegato i ceti meno abbienti alla città vecchia che risultava cupa, con case ubicate in ambienti poco ariosi. Ettore cono- sceva molto bene quali fossero gli ambienti “mon- dani” e gli spazi urbani più ricchi. Nei suoi ro- manzi cercava sempre di collocare i personaggi in un’ambientazione che ben li rappresentasse. Pensiamo al banchiere Maller (Una Vita) che abi- tava nella parte nuova della città mentre il pove- ro Alfonso Netti era co- stretto a vivere in una stanza affittata dai Lannucci nelle zone peri- feriche del vecchio borgo decaduto. E’ proprio in Una Vita che Trieste, per la prima volta, fa la sua comparsa. E’ una città ben identificata anche se avulsa dalla sua storia po- litica e sociale. Come scrisse Eugenio Montale in Una Vita compare il “più singolare personag- gio sveviano, quello che potremmo dire il perso- naggio-città: Trieste stes- sa, non più luogo natura- listico ma segreta matrice di fatti e situazioni, luogo piuttosto metafisico che geografico o geometrico”. Trieste stava cambian- do volto: nel 1857 era sta- ta portata la strada ferra- ta nella speranza di favori- re lo sviluppo del porto nuovo; erano cresciute e sviluppate le imprese as- sicurative, armatoriali ed industriali. E’ proprio in questo clima che il giova- ne Ettore si forma. L’infanzia è legata princi- palmente a Via dell’Ac- quedotto 16 (odierno Viale XX Settembre) sede della casa natale e Via della Legna (ora Via Giacinto Gallina). Ettore adulto co- nosceva bene le vie della nostra città e a una di queste decise di intitolare un suo racconto L’Assassinio di Via Belpoggio. Leggendolo sembra di poter ripercor- rere la strada compiuta dal protagonista che, in preda alle sue paure ed angosce, dopo l’assassi- nio, sale al piazzale della Cattedrale e di lì scende lungo le scalinate che por- tavano in Piazza della Legna per recarsi alla Stazione. Anche in questo racconto troviamo diversi aspetti autobiografici, non tanto per la trama, quan- do per gli ambienti e i luo- ghi frequentati. La Via Belpoggio, strada che mette in comunicazione la zona di Via Lazzaretto Vecchio sboccando sulla DI FABIO LAMACCHIA GENNAIO / MARZO 2012 ANNO XVI - Numero 61 riscatto di Alfonso Netti. E’ qui che trova rifugio dopo aver lavorato in banca. E’ il luogo, dove il protagoni- sta studia sogna e spera di poter diventare un in- tellettuale. I luoghi sveviani molti, moltissimi per ovvi motivi non vengono citati tutti, sono studiati dall’autore e ricreati in maniera fanta- stica e curiosa nei suoi ro- manzi. Per finire pensiamo al Giardino Pubblico, che tra l’altro ospita un bel busto di Svevo, piacevole opera di Giovanni Mayer. E’ il luogo attraversato da Zeno per recarsi da Carla e il luogo presso il quale Emilio Brentani incontra ancora Angiolina. La real- tà viene spesso metaboliz- zata dalla letteratura che a volte la stravolge. Per cui vi sono situazioni che ap- paiono reali alternate a delle altre del tutto fanta- siose che si accumulano e stratificano, come già evi- denziato Claudio Magris. Il Giardino Pubblico è uno dei luoghi simbolo svevianamente parlando. E’ stato la scenografia per- fetta per il film Senilità gi- Trieste in-augura cultura Con particolare impegno ed entusiasmo si apre la nuova stagione culturale dei musei civici triestini IL MASSIMILIANO leggilo on line su www.artericerca.com Italo Svevo nella famosa fotografia con la sigaretta rato da Bolognini con Claudia Cardinale di cui è possibile apprezzare alcu- ni frammenti all’interno della mostra “U.S. Ultima Sigaretta, Italo Svevo e il buon proposito”, (aperta tutti i giorni dalle 9 alle 19) presso Palazzo Gopcevich. Al Museo Revoltella, inoltre, in queste giornate di festa e fino al 6 gennaio 2012, sarà possibile visi- tare l’esposizione “Corri- spondenze d’arte - Interventi d’arte con- temporanea a colloquio con il Museo Revoltel- la”, divertente da imma- ginare anche come una “caccia al tesoro” che porta il visitatore alla sco- perta di una ventina tra opere, interventi e progetti speciali: installazioni, gio- chi di luce e colore, arti- gianato, fotografia, musi- ca, dislocati dal piano ter- ra alle sale del sesto piano del Museo. Curata da Lorenzo Michelli e dal Direttore del Museo Maria Masau Dan, l’iniziativa propone una vivificante e nuova relazione tra lo spa- zio museale e alcune delle ricerche artistiche più ag- giornate e interessanti del territorio: Carlo Andreasi, Ludovico Bomben, Chris Gilmour, Stefano Grazi- ni, Odinea Pamici, Anna Pontel, Paolo Ravalico Scerri, Sergio Scabar, Manuela Sedmach, Mario Sillani Djerrahian, Anto- nio Sofianopulo, Michele Spanghero e Elisa Vladilo per le opere e gli interven- ti; Cooperativa Cassiopea, Massimo Gardone, Fabri- zio Giraldi, Studiocinque per i progetti speciali. Uno spazio è riservato anche ai ragazzi del progetto Artefatto, un percorso av- viato dal Comune di Trieste e finalizzato alla valorizzazione dei giovani talenti e alla promozione e allo sviluppo dell’arte gio- vanile. Per tutto il mese di gen- naio, invece, sempre al Museo Revoltella, sarà vi- sitabile la mostra “Leopoldo Kostoris e la sua collezione. La pas- sione di una vita”, singo-

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Salita del Promontorio,permette di arrivare aSant’Andrea. Questa zonaera particolarmente caraad Ettore: era infatti il luo-go in cui si incontrava conLivia nel periodo del fidan-

zamento ed è qui cheEmilio Brentani si incon-tra con Angiolina. Questoscorcio risulta particolar-mente interessante poichévenne riproposto, in ver-sione pittorica, dall’artistaGiovanni Zangrando.

L’opera intitolata Pas-seggio Sant’Andrea è at-tualmente visibile pressoil Museo Revoltella che,attivamente coinvolto nel-le celebrazioni del 150°anniversario sveviano, havoluto rinnovare gli spaziespositivi dedicati al rap-porto tra Italo Svevo e gliArtisti riservando una se-zione della mostra ai di-pinti di “Casa Svevo”.

Tra gli ambienti più im-portanti per la formazionedi Italo Svevo non potevamancare la BibliotecaCivica Attilio Hortis. Il luo-go per eccellenza dove darlibero sfogo ai suoi inte-ressi. La biblioteca la tro-viamo nuovamente in UnaVita , luogo simbolo per il

lare collezione diLeopoldo Kostoris, com-merciante triestino, fon-datore del negozio Arbitere ideatore dell’omonimopremio d’arte Arbiter. Unacollezione molto singolareche lo stesso Kostoris riu-scì a mettere insieme inpochi anni, dal 1951 al1955. Oggi ospitata a casadella figlia, FiorellaKostoris, la collezione rap-presenta una rassegna ve-ramente ragguardevole etra le più complete dellapittura italiana degli AnniCinquanta, aperta alle piùdiverse correnti e ai piùdiversi contenuti; quasiun “universo tascabile”,come l’ha definita ClaudioMagris. La sua singolaritàsta proprio nel formatodelle circa 210 opere dicui si compone: 13x18centimetri, poco più diuna cartolina illustrata.Pochissimi dipinti si di-scostano lievemente daqueste dimensioni. Oltre200 sono gli artisti rap-presentati, dai vecchimaestri della tradizione“novecentesca” (Carrà,Tosi, De Pisis, Guidi,Sironi, Campigli, Rosai,Borra), alla cosiddetta ge-nerazione di mezzo (Cagli,Birolli, Afro, Mafai, Saetti,Santomaso, Sassu), ai piùgiovani, le “promesse” del-l’arte italiana: Hollesh,Tancredi, Finzi, Gian-quinto, Diani, Francken.Ricca l’articolazione deglischieramenti regionali,con una netta prevalenzadi artisti triestini e vene-ziani. Vi si possono cosìindividuare tutte le ten-denze e scuole di allora(con Savino, Cantatore,Cassinari, Tomea, Crali,Sassu, Levi, Migneco,Vellani Marchi, Music,Menzio, Stradone, Solda-ti, Vedova, Pizzinato,Alberto Martini). A fiancodelle opere il visitatore po-trà trovare numerose fotodi famiglia, ritagli di e altridocumenti che lo aiute-ranno a ricostruire laTrieste degli anni Cin-quanta e la figura di unuomo che ha saputo unireil senso degli affari a unagrande sensibilità verso lacultura e l’arte.

Stravolta dopo millenni la prima e più antica regola commerciale, inventata con la coniazione, del “pago in contanti”

Con l’arrivo dell’inver-no, le piogge e le tempera-ture più rigide, torna conesse un periodo dell’annoin cui cresce importante lavoglia di cultura.

La città ha festeggiato ilNatale 2011, alla “luce”della cultura e lo slogan

“Trieste, in-auguracultura”, segnando l’avvioad una nuova stagionenon solo in senso meteo-rologico.

I primi giorni dell’annonuovo, con i ritmi rallen-tati delle giornate succes-sive alle festività, sonol’occasione per riscoprirele collezioni permanentidei Musei Civici o mostreed altre iniziative di spes-sore che suscitano grandeinteresse fra turisti e citta-dini, confermando quellafavorevole tendenza chesembra caratterizzare leattività dell’Assessoratoalla Cultura del Comunedi Trieste.

Il 2011 si è conclusocon un grosso impegno daonorare: le celebrazioniper la ricorrenza del 150°anniversario della nascitadi Italo Svevo.

Tutta una serie di ini-ziative (programma in ul-tima pagina di copertinan.d.r.) ci accompagneran-no per una parte del 2012,nell’intento di far riscopri-re il rapporto dello scritto-re e la città.

Quando Aaron Hector,detto Ettore, nacque lacittà nuova estesasi subi-to dopo la promulgazionedel Porto Franco, era an-cora in fase di completa-mento. Appariva lumino-sa, ricca, imponente e fat-ta a misura di una bor-ghesia commerciale cheaveva relegato i ceti menoabbienti alla città vecchiache risultava cupa, concase ubicate in ambientipoco ariosi. Ettore cono-sceva molto bene qualifossero gli ambienti “mon-dani” e gli spazi urbanipiù ricchi. Nei suoi ro-manzi cercava sempre dicollocare i personaggi inun’ambientazione che benli rappresentasse.

Pensiamo al banchiere

Maller (Una Vita) che abi-tava nella parte nuovadella città mentre il pove-ro Alfonso Netti era co-stretto a vivere in unastanza affittata daiLannucci nelle zone peri-feriche del vecchio borgodecaduto. E’ proprio inUna Vita che Trieste, perla prima volta, fa la suacomparsa. E’ una cittàben identificata anche seavulsa dalla sua storia po-litica e sociale. Comescrisse Eugenio Montalein Una Vita compare il“più singolare personag-gio sveviano, quello chepotremmo dire il perso-naggio-città: Trieste stes-sa, non più luogo natura-listico ma segreta matricedi fatti e situazioni, luogopiuttosto metafisico chegeografico o geometrico”.

Trieste stava cambian-do volto: nel 1857 era sta-ta portata la strada ferra-ta nella speranza di favori-re lo sviluppo del portonuovo; erano cresciute esviluppate le imprese as-sicurative, armatoriali edindustriali. E’ proprio inquesto clima che il giova-ne Ettore si forma.L’infanzia è legata princi-palmente a Via dell’Ac-quedotto 16 (odierno VialeXX Settembre) sede dellacasa natale e Via dellaLegna (ora Via GiacintoGallina). Ettore adulto co-nosceva bene le vie dellanostra città e a una diqueste decise di intitolareun suo raccontoL’Assassinio di ViaBelpoggio. Leggendolosembra di poter ripercor-rere la strada compiutadal protagonista che, inpreda alle sue paure edangosce, dopo l’assassi-nio, sale al piazzale dellaCattedrale e di lì scendelungo le scalinate che por-tavano in Piazza dellaLegna per recarsi allaStazione. Anche in questoracconto troviamo diversiaspetti autobiografici, nontanto per la trama, quan-do per gli ambienti e i luo-ghi frequentati. La ViaBelpoggio, strada chemette in comunicazione lazona di Via LazzarettoVecchio sboccando sulla

DI FABIO LAMACCHIA

GENNAIO / MARZO 2012ANNO XVI - Numero 61

riscatto di Alfonso Netti. E’qui che trova rifugio dopoaver lavorato in banca. E’il luogo, dove il protagoni-sta studia sogna e speradi poter diventare un in-tellettuale.

I luoghi sveviani molti,moltissimi per ovvi motivinon vengono citati tutti,sono studiati dall’autore ericreati in maniera fanta-stica e curiosa nei suoi ro-manzi.

Per finire pensiamo alGiardino Pubblico, che tral’altro ospita un bel bustodi Svevo, piacevole operadi Giovanni Mayer. E’ illuogo attraversato daZeno per recarsi da Carlae il luogo presso il qualeEmilio Brentani incontraancora Angiolina. La real-tà viene spesso metaboliz-zata dalla letteratura chea volte la stravolge. Per cuivi sono situazioni che ap-paiono reali alternate adelle altre del tutto fanta-siose che si accumulano estratificano, come già evi-denziato Claudio Magris.

Il Giardino Pubblico èuno dei luoghi simbolosvevianamente parlando.E’ stato la scenografia per-fetta per il film Senilità gi-

Trieste in-augura culturaCon particolare impegno ed entusiasmo si apre la nuova stagione culturale dei musei civici triestini

IL MASSIMILIANO

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Italo Svevo nella famosa fotografia con la sigaretta

rato da Bolognini conClaudia Cardinale di cui èpossibile apprezzare alcu-ni frammenti all’internodella mostra “U.S. UltimaSigaretta, Italo Svevo e ilbuon proposito”, (apertatutti i giorni dalle 9 alle19) presso PalazzoGopcevich.

Al Museo Revoltella,inoltre, in queste giornatedi festa e fino al 6 gennaio2012, sarà possibile visi-tare l’esposizione “Corri-spondenze d’arte -Interventi d’arte con-temporanea a colloquiocon il Museo Revoltel-la”, divertente da imma-ginare anche come una“caccia al tesoro” cheporta il visitatore alla sco-perta di una ventina traopere, interventi e progettispeciali: installazioni, gio-chi di luce e colore, arti-gianato, fotografia, musi-ca, dislocati dal piano ter-ra alle sale del sesto pianodel Museo. Curata daLorenzo Michelli e dalDirettore del Museo MariaMasau Dan, l’iniziativapropone una vivificante enuova relazione tra lo spa-zio museale e alcune dellericerche artistiche più ag-giornate e interessanti delterritorio: Carlo Andreasi,Ludovico Bomben, ChrisGilmour, Stefano Grazi-ni, Odinea Pamici, AnnaPontel, Paolo RavalicoScerri, Sergio Scabar,Manuela Sedmach, MarioSillani Djerrahian, Anto-nio Sofianopulo, MicheleSpanghero e Elisa Vladiloper le opere e gli interven-ti; Cooperativa Cassiopea,Massimo Gardone, Fabri-zio Giraldi, Studiocinqueper i progetti speciali. Unospazio è riservato anche airagazzi del progettoArtefatto, un percorso av-viato dal Comune diTrieste e finalizzato allavalorizzazione dei giovanitalenti e alla promozione eallo sviluppo dell’arte gio-vanile.

Per tutto il mese di gen-naio, invece, sempre alMuseo Revoltella, sarà vi-sitabile la mostra“Leopoldo Kostoris e lasua collezione. La pas-sione di una vita”, singo-

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GEREMIVia dell’Annunziata, 5 - (angolo Via Cadorna) Trieste

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IL MASSIMILIANO

DI SANDRO [email protected]

GENNAIO - MARZO 2012

chiarezza della nebbia inVal Padana, l’impenetra-bilità dell’aramaico, lasfuggevolezza di un’an-guilla.

Affermare che ilParlamento, approvando-lo e trasformandolo inlegge, abbia esercitato leproprie prerogative politi-che istituzionali è assolu-ta ipocrisia, perché perrendersi conto del realesignificato di quel gine-praio di disposizioni, for-mulate per maggior chia-rezza con una serie inter-minabile di rinvii, chiun-que, oltre ad una prepa-razione specifica appro-fondita in numerosi esvariati campi, necessite-rebbe di un lasso di tem-po enorme; ed una ancheminima discussione, perquanto parziale, dei con-tenuti sarebbe sconfinataben oltre i novanta giornirichiesti per la conversio-ne in legge.

Il Parlamento, della cuitotalità dei componentinon è certo che abbianouna preparazione giuridi-ca adeguata, è stato po-sto di fronte ad un pac-chetto blindato indigeri-bile, da trangugiare inte-gralmente o da rifiutarealtrettanto integralmen-te. Solo per dare un’ideadella chilometrica lun-ghezza del testo, che con-ta 50 articoli, basta con-siderare che l’art. 24 hala bellezza di 31 commi esi distende per alcune pa-gine.

Fra le ricorrenti carat-teristiche negative del te-sto emergono con peren-toria evidenza per un ver-so una proterva ed asfis-siante durezza nelle nu-merose imposizioni e, peraltro verso ed in assolutocontrasto, una disinvoltaevanescenza nelle agevo-lazioni, indicate in modogenerico, indefinito edinafferrabile: sostanzial-mente chiacchiere dellequali è difficile capire co-me – e soprattutto se – cisarà attuazione.

In questa sede l’esamesarà limitato solo a quegli

I non molti lettori diqueste pagine ricorderan-no forse che caratteristi-ca costante degli articolidello scrivente è stataquella di astenersi dalformulare commenti inchiave politica o ideologi-ca e di limitarsi a propor-re una disamina delle leg-gi basata solo sulla lorocapacità di raggiungere ifini per i quali erano stateemanate. Si sarebbe cer-tamente potuto dire chetrattavasi di un esametecnico; ma poiché que-st’ultimo termine è at-tualmente usato come fo-glia di fico per dissimula-re il fatto che talune per-sone, dopo aver fatto bril-lanti carriere nelle uni-versità ed avendo ricoper-to incarichi di designazio-ne politica, hanno poi as-sunto ruoli politici veri epropri, formando un go-verno senza essere statimai eletti, tale termineappunto non sembra piùidoneo ad indicare la na-tura di questo scritto, cheperciò vuole essere soloun ragionamento sullabontà di certe norme direcente emanazione. Inparticolare ci si chiedequi quale sia l’efficaciapratica delle disposizioniulteriormente restrittivesui pagamenti che il de-creto legge 6.12.2011 n.201, pubblicato sulsuppl. ord. n. 251 dellaGazzetta Ufficiale, ha in-trodotto al fine di com-battere l’evasione fiscale.

Tale fonte normativa –tanto vale rilevarlo subito– è un’autentica mostruo-sità legislativa, indipen-dentemente dal suo con-tenuto, abbastanza ini-quo e vessatorio ictu ocu-li, sul quale non è peral-tro qui il caso di soffer-marsi, essendo una valu-tazione di tipo appuntopolitico. La mostruosità èsquisitamente formale,perché esso, più che diun decreto, ha le dimen-sioni di un testo unico, la

aspetti che riguardano gliargomenti che interessa-no questa pubblicazione,ossia quelli attinenti alcommercio antiquario edi preziosi.

L’art. 12 del decretolegge in esame, modifi-cando l’art. 49 del decre-to legislativo 21.11.2007

n. 231, che già era abba-stanza restrittivo, ha ul-teriormente abbassato lasoglia di lecita utilizzazio-ne del contante per i pa-gamenti, portandola adappena mille euro, controi 2500 di prima. Serviràdavvero ciò a sconfiggerel’evasione fiscale?

Sembra evidente cheno. La cosiddetta “trac-ciabilità” dei pagamentiha un senso se viene se-guita integralmente, cioècontrollando tutti i movi-menti di tutti i soggettiche li compiono, il che èmaterialmente impossibi-le, oltre che iniquo, per-ché comporterebbe un’in-trusione nella sfera priva-ta assolutamente incom-patibile con la tutela del-la libertà individuale chepure – si dice – è costitu-zionalmente garantita. Enella libertà individualec’è anche la facoltà di di-sporre dei propri beni,primo fra i quali il denarolegittimamente guada-gnato, a propria discre-zione. Se uno vuol farequalche modesto atto diliberalità senza farlo sa-pere urbi et orbi è giustoimpedirglielo?

Se uno cristianamentevuol fare beneficenzasenza apparire, in osse-

quio all’evangelico monitodi non far sapere alla ma-no sinistra quel che fa ladestra, bisogna ostaco-larlo, magari in omaggioalla libertà religiosa?

È palese che renderedifficoltoso l’uso del con-tante, oltre a non favorireche in minima parte con-

trolli che si possono be-nissimo fare in altro mo-do, solo a volerlo, ha pereffetto dannoso e prevedi-bile lo scoraggiare le spe-se e il far diminuire i con-sumi, favorendo la reces-sione. In compenso si faun meraviglioso regalo al-le banche, alle quali il de-creto in questione impo-ne l’obbligo di rinunciarealle commissioni solo neiconfronti delle personeeconomicamente piùsvantaggiate, categoriadella quale peraltro nonviene fornita una defini-zione certa e la cui indivi-duazione pertanto puòessere – e verosimilmentesarà – intesa restrittiva-mente. Tutti gli altri si ri-troveranno ad essereutenti forzati delle nongratuite prestazioni ban-carie; e si sa che le grossecifre non si ottengono conl’acquisizione sporadicadi qualche rilevante som-ma, ma con la raccolta si-stematica, ininterrotta ea tappeto di piccoli im-porti, con una metodicitàimplacabile di cui solo legrosse organizzazioni so-no capaci. Per gli aspettiche qui interessano an-drebbe anche segnalato ilconcomitante negativo ef-fetto del perdurare di una

vetusta norma, sbagliatagià dall’inizio, in molti ca-si inapplicata, ma tuttoravigente e pertanto perico-losa, giacché – com’ è no-to – le leggi in Italia nonpossono essere abrogateper desuetudine e, purtrascurate, possono sem-pre essere riesumate intalune circostanze quan-do possano risultare utiliper colpire qualcuno.

Ci si riferisce all’art.247 del Regolamento alT.U.L.P.S., norma incomplesso ben fatta e ne-cessaria, ma ingiusta e difatto inapplicabile (e disolito inapplicata) nellaparte in cui obbliga ilcommerciante di oggettiantichi o preziosi usati adidentificare e trascriveresul registro i dati delcompratore. È certamen-te giusto, per evitare ri-cettazioni ed incauti ac-quisti, che il commer-ciante identifichi e regi-stri i dati di colui che glivende i pezzi, ma è assur-do chiedergli di fare al-trettanto per chi compreda lui, perché la cosa nonha giustificazione ai finidella sicurezza pubblica ecomporta effetti giuridi-camente perversi. Infatti,chi compra un oggettod’antiquariato o un pre-zioso usato ne vuole esse-re il proprietario e non ilcustode; e vuole essere li-bero di venderlo ad altrianche non commercianti,o di regalarlo, o di perder-lo o di distruggerlo quan-do gli venga a noia senzache un documento lo co-stringa a figurarne pro-prietario in eterno.

Oltre tutto, anche al fi-ne, che nulla ha a che ve-dere con la sicurezzapubblica, di conoscere ivari mutamenti di pro-prietà dell’oggetto, qualeattendibilità può averetale registrazione? Seuno acquista un preziosousato (e allora perchénon anche quello nuovo?)viene registrato come ac-quirente e poi lo dona adun altro – che non vieneregistrato in nessuna

Al di là dei Montiparte – il quale a sua vol-ta lo vende, si interrompecomunque la catena do-cumentale, perché quel-l’oggetto – ammesso chela descrizione lo renda ri-conoscibile in modo cer-to, il che quasi mai si ve-rifica – risulterà acquista-to da uno ma poi vendutoda un altro, al quale nonsi sa per quali vie, lecite oillecite, dirette o indirette,e per quali motivi sia per-venuto. Certamente l’eva-sione fiscale danneggia loStato e va indubitabil-mente repressa. Solo chea reprimere tale fenome-no non basta la faccia fe-roce ed una serie di divie-ti e restrizioni, se poi talistrettoie, già in sé danno-sissime per la celerità deitraffici che sono alla basedello sviluppo economico,portano solo gli effetti se-condari negativi senzariuscire a raggiungerequelli primari che dovreb-bero essere – almeno nel-le intenzioni – positivi.Ora i tecnici al governosono tutti professoronicol cervello zeppo discienza: e non si può pre-tendere che sappiano pu-re che oltre il confineorientale c’è la Slovenia,dove continua ad essereperfettamente lecito e fat-tibile quel che fino a pocofa era lecito e fattibile an-che in Italia.

E come potevano essianche solo lontanamenteimmaginare che tanti fili-bustieri residenti nellezone a ridosso del confinefossero così privi di spiri-to patriottico da rifiutarsidi soggiacere alle provvi-denziali disposizioni delgoverno di salvezza nazio-nale e continuassero a fa-re lecitamente i loro leci-tissimi comodi oltre con-fine, con l’imprevedibilerisultato di non far otte-nere comunque allo Statoitaliano quel che il gover-no credeva di conseguiree di danneggiare in com-penso gli operatori econo-mici nazionali a favoredella concorrenza stra-niera?

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IL MASSIMILIANO

DI DANIELA [email protected]

GENNAIO - MARZO 2012

escludere l’investimentoin opere d’arte come sicu-ro ed affidabile.

Eppure, nonostantequesto, importanti fondiinternazionali hanno de-ciso di puntare propriosulle opere d’arte comebene rifugio. Anche seapparentemente puòsembrare una contraddi-zione oppure una incon-gruenza, in realtà, an-dando a legger bene le ci-fre, possiamo facilmenteintuirne i motivi.

Prendendo in conside-razione il mercato italia-no, ad esempio, notiamoche l’indice borsisticoFTSE MIB, che raggrup-pa i quaranta titoli prin-cipali e rappresental’80% delle transazioni,ha perso in dieci anni, fraalti e bassi, il 60% circadel suo valore nominaleiniziale. Il collezionistainvece che ha scelto di in-vestire nei 50 artisti ita-liani maggiormente con-siderati dal mercato (fon-te ArsValue.com), ha vi-sto aumentare media-mente il valore delle pro-prie opere del 60%, no-nostante il calo degli ulti-mi anni. L’investimentoin opere d’ar-te si è dimo-strato, nellungo perio-do, altamen-te remunera-tivo. Ma ve-diamo neld e t t a g l i oquali artistiitaliani han-no avuto lemigliori per-formance.

C a r l aAccardi havisto qua-druplicare ilvalore diun’opera sutela, così co-me un arazzodi Alighiero Boetti.Triplicato negli ultimidieci anni il valore com-merciale di un sacco diAlberto Burri, di un olio

LONDRA. Gli ultimimesi sono stati segnatida una grossa socio-eco-nomica crisi, politica eistituzionale per il BelPaese. Per l’Italia il 2011è stato uno degli anni piùdifficili dal dopoguerra.Troppi anni di paralisidecisionale della politicae la crisi finanziaria inter-nazionale ci hanno porta-to vicinissimi al punto dinon ritorno. Famiglie eimprese pagano, e conti-nueranno a pagare, unconto salatissimo, men-tre il rischio di un crackfinanziario non è ancoradietro le nostre spalle.

Una situazione che ri-corda la crisi argentinadel 2001 e forse all’esem-pio argentino dovremmoguardare per risollevarci.Un punto in comune del-le due crisi è la volontàdella classe dirigente dinon ammettere l’esisten-za di problemi radicalima l’affermare che “tuttova bene”. Insomma unpaese “spaesato”, se mi sipermette il gioco di paro-le. Disoccupazione, inparticolare giovanile, allestelle, inflazione a picco,consumi bassi. Ma è an-che vero, che riconosciu-to il problema, possiamosolo confidare sul fattoche spesso nel mezzo del-la più profonda crisi isti-tuzionale, sociale, econo-mico-culturale nasconole idee e le antitesi piùimpensate che riportanosul giusto binario la so-cietà. Rinasce il dinami-smo sociale che sembra-va perso per sempre.

Il mercato dell’artemoderna e contempora-nea risente, come quasitutti i settori economici,della grave crisi.

Conseguentemente ilvalore commerciale dellamaggior parte degli artistiha subito, negli ultimianni, un notevole ribas-so. Questo porterebbe ad

di Afro, di una tela diEmilio Vedova.

Una estroflessione diEnrico Castellani valeoggi cinque volte il suo

controvalore dell’annoduemila, mentreAgostino Bonalumi è au-mentato in dieci anni del900% registrando una

delle rivalutazioni piùr a g g u a r d e v o l i .Raddoppiata la cifrasborsata dieci anni faper acquistare un olio diGiorgio De Chirico, diMauro Reggiani, di PieroManzoni.

Ottima infine, consi-derando il crollo degliinvestimenti finanziari,la tenuta di artisti qualiArnaldo Pomodoro,Giorgio Morandi, MarioSironi.

Decidere di difendereil potere di acquisto delproprio denaro com-prando arte presentaperò delle difficoltà mag-giori rispetto ad altri be-ni rifugio.

E’ indispensabile en-trare nella logica cheogni opera è unica, epertanto nulla può esse-re generalizzato. Un an-tico proverbio del setto-re, conosciuto da tutti igalleristi ed ancora at-tuale, recita: “l’arte nonsi misura a metro”.

Una tela metafisica diGiorgio De Chirico, da-tata 1918, può valere 10milioni di euro, un suoautoritratto od una suavita silente del 1978

cento voltedi meno.

E’ indi-spensabi lep e r t a n t o ,prima diorientarsi inuna scelta,c o n o s c e r etutti i risvol-ti che deter-minano ilprezzo diun’opera: ilperiodo di ri-ferimento, ilsoggetto, inquale pub-b l i caz ionedeve appari-re per averem a g g i o r e

considerazione da partedegli addetti ai lavori,quale certificazione diautenticità ènecessaria. E’ fonda-

La qualità non teme crisimentale anche sapere inquale mostra è stataesposta, che galleria l’hatrattata, quale ne è lostato di conservazione ecosì via.

Per impedire al neocollezionista di commet-tere i tipici errori dovutiall’inesperienza, si è af-fermata la figura dell’art-advisor, un consu-lente professionale alta-mente specializzato ingrado di trovare rispostaad ognuna di queste te-matiche.

Inoltre, in questi tem-pi di crisi differenziare ipropri investimenti èfondamentale e l’acqui-sto di opere d’arte puòrivelarsi altamente red-ditizio, a patto di esserefrutto di una scelta ocu-lata.

Ed ancora, diventarecollezionisti, appaga an-che il nostro senso este-tico e culturale.

Il Credit Suisse ritie-ne che nei prossimi me-si il mercato dell’arte ri-marrà generalmentesotto tono: le aste do-vrebbero rimanere piùcontenute e solo i mi-gliori oggetti d’arte tro-veranno degli offerenti,mentre quelli meno notinon venderanno così fa-cilmente.

Il peso dei compratoridei mercati emergentidovrebbe aumentare, inun mondo sempre piùmultipolare dove a trai-nare la crescita econo-mica saranno probabil-mente i paesi emergenti,mentre quelli sviluppatisegneranno il passo.

In un portafoglio diinvestimento, pregi co-me la diversificazione ela copertura dei rischid’inflazione dovrebberoscongiurare un calo del-la domanda di oggettid’arte di qualità, soprat-tutto in periodi di insta-bilità finanziaria in cui ènaturale preferire i benimateriali (come quellifondiari).

5

Indice FtseMib (FTSEMIB) dal 2007 al 2011

Rendimento di artisti contemporanei di rilievodal 2000 al 2010

Indice per Bonalumi, Castellani e Alviani negli ultimi dieci anni

Al momento di andare in stampa abbiamo appreso della recente pubblicazione di un volume(che poi abbiamo anche potuto consultare) incentrato sulla presenza dei pittori triestini allaBiennale di Venezia.

“Trieste alla Biennale di Venezia ovvero i Pittori, nati o vissuti a Trieste, che l'hanno frequenta-ta”: questo il titolo dell'opera di Roberto Drozina, un appassionato della storia triestina e dei suoiprotagonisti, non nuovo a lavori storico-bibliografici (ricordiamo, infatti, il suo libro - di alcuni annior sono - sulla storia della zona industriale di Trieste ed un successivo intervento su “La città delleforme” - Architettura e arti applicate a Trieste 1945/1957).

Le presentazioni di Andrea Mariani, Assessore alla Cultura del Comune di Trieste e di NicolettaCarboni, Docente di Storia dell’Arte presso l’Università degli Studi di Trieste, danno, da subito, icontorni dell'opera: una guida a tutto tondo, un lavoro appassionato di analisi, di ricerca e di stu-dio per documentare la presenza di artisti triestini dal 1895 al 1966 alla Biennale veneziana.

Dopo avere letto il libro, va sicuramente condivisa l'efficace sintesi dalla Dott.ssa Carboni: “rac-contare la Biennale di Venezia attraverso i pittori triestini che l’hanno frequentata è un'idea diversaed unica, un'originale guida sicuramente interessante per un vasto pubblico di lettori, in particolarmodo per gli studiosi e ricercatori dell’argomento”.

Per informazioni forniamo la mail dell’autore Roberto Drozina: [email protected]

LIBRI: Trieste alla Biennale di VeneziaOvvero i Pittori, nati o vissuti a Trieste, che l’hanno frequentata

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IL MASSIMILIANO

DI ANNAMARIA [email protected]

Issione, e una sosia delladea Era, Nefele, da cuinacque Centauro, capo-stipite dei Centauri.

La loro particolaritàera che possedevano tut-ti i pregi e tutti i difettidel genere umano, porta-ti a livelli elevatissimi inruoli completamentecontrastanti, dall’estre-ma saggezza all’incredi-bile crudeltà. In questascena, oltre all’evidenzadel mito, sono i gesti e letorsioni dei corpi che as-sumono importanza fon-damentale, perché la li-nea parlante di Botticellivuole sempre esprimeredei valori interiori.

La posizione dell’ala-barda, un’arma usataper decapitare, è diritta,con la lama volta indietroe non sembra minaccia-re, mentre la testa delCentuaro, tenuta daPallade, così stranamen-te spostata dal collo, ciricorda molto le immagi-ni del Davide e Golia o diGiuditta e Oloferne. Macome mai la linea morbi-da della dea e l’espressio-ne del suo volto ci sugge-riscono sentimenti dicommozione e pietà?Anche quella mano chesembra scompigliare icapelli più che aggrap-parvisi pare voler acca-rezzare. Il centauro, con-temporaneamente, appa-re come qualcuno chedesidera sfuggire a quel

Pallade, armata dellapossente alabarda, con ilcapo ornato da un sertodi foglie d’acanto, simbo-lo di Lorenzo de Medici,presso cui Botticelli lavo-rava, domina ilCentauro, che dovrebbesimboleggiare la RomaPontificia, metà irrazio-nale e cruenta e metà in-gegnosa e solerte.

Sono però stati ipotiz-zati altri significati che lostesso Botticelli avrebbevoluto dare con questoquadro ancora pieno didomande; un quadroche, in maniera stupefa-cente, per i misteri chenasconde, una volta rive-lato, può in linea direttaparlare al nostro presen-te. Pallade Atena, figlia diGiove e della sua primamoglie Mesis, era la deadella saggezza, delle artie della guerra, ma que-st’ultima nei suoi aspettipiù nobili, mentre violen-za e crudeltà rientravanonel dominio di Ares. Intempo di guerra Palladeaiutava solo chi combat-teva con astuzia, comefece per Odisseo.

Non ebbe mariti néamanti e fu chiamataAthena Parthenos (la ver-gine Atena).

La figura del Centauroha origine dall’amore sa-crilego fra il re dei Lapiti,

contatto ma, suo malgra-do, si sente già sconfittoo piuttosto domato.Evidentemente Botticelli,pur compiacendo il suomecenate fiorentino, haversato in questo lavoroqualcosa di arcano che

affianca l’uomo dal mo-mento della creazione ecioè le due metà dellasua coscienza. Nel XV se-colo religiosità, esoteri-smo e alchimia si confon-devano spesso nei pen-

sieri e nelle mani creativedi artisti e filosofi: un’eraricca di invenzioni, gui-data sempre da una forzatrascendente. Anche ilmito, così spesso confusocon la parola leggenda,ha avuto ed ha ancora

adesso grande importan-za, essendo espressionedi verità più grandi di noiche l’uomo cerca di spie-garsi nel corso della suastoria estraendole da unparto del subconscio.

Botticelli fu un uomoreligioso e attratto dalmito, così che le dee cheegli dipinse ebbero il vol-to delle sue Madonne.

Un volto estremamen-te femminile e quasi sa-crale che ritroviamo inquesta Pallade, per laprima volta raffiguratasenza il suo elmo guer-riero e la sua corazza.

Qui ella ci viene incon-tro unicamente come deadella saggezza e di conse-guenza tutto il quadroacquista una luce nuova.

Vergine ispiratrice, co-me per miracolo, vorreb-be placare la bestialeistintività e la sensualitàsfrenata del Centauro.Dall’altro lato ci viene of-ferta tutta l’emozione diquella parte umana, ma-schile o femminile, chesoffre sentendosi conta-minata da una divinitàche le appartiene, che lasua mente ha sempretradito, ma a cui ha sem-pre anelato.

La ragione, con pacataserenità, lotta controquesta specie, che ha latendenza a giustificarele sue azioni razionaliz-zando a suo vantaggiocausa ed effetti di uncomportamento del tuttoarbitrario. L’espressionedel Centauro è quella dichi è ferito nel profondoda una verità molto piùcomplessa di quella sug-gerita dal suo istinto ani-

malesco e che egli teme,ma dalla quale, come èevidente dalla scena, nonpuò sottrarsi.

Atena Parthenos invi-ta l’uomo, per metà be-stia, che ha in sé tutta lasaggezza e tutta la cru-deltà di un essere creatoper fare le sue scelte, apiegarsi alla saggezza e acondividere con la sa-pienza ciò che riesce ascoprire con la sua scien-za, affinché tutto nonvenga distrutto dalla par-te animale e rapace dellasua natura.

In questa scena siamodel mezzo di un drammacon molti atti, ma quelliche saranno i prossiminon ci è dato di conosce-re, come non fu dato allo-ra neanche a Botticelli.

In effetti si tratta diqualcosa di molto, mamolto, individuale: unalotta che ognuno devecompiere da solo nellapropria vita.

Un cammino lungo edifficile che porta alla vir-tù, dalla virtù alla cono-scenza, dalla conoscenzaalla temperanza, dallatemperanza alla pazien-za, dalla pazienza allapietà e dalla pietà al-l’amore fraterno e univer-sale. Da quello che leg-giamo nel quadro ilCentauro non verrà de-capitato. Bisogna darglitempo, il suo tempo, eprima o dopo capirà.

Pallade ed il CentauroGENNAIO - MARZO 2012 7

Sandro Botticelli, Pallade ed il Centauro

E’ il più giovane dei mercati di libri del passato e pure è il più grande, ilpiù ricco di offerte e, da febbraio, con la ripresa dopo la pausa di gennaio,sarà anche, di mese in mese, di tema in tema, il più specializzato. Stiamoparlando di Libri sotto i portici di Castel Goffredo che festeggerà il primocompleanno il 5 febbraio 2012 e che quel giorno inaugurerà il secondo annocon un ritocco alla originale fisionomia: sempre la prima domenica del mese,sempre libri del passato proposti su cento e passa bancarelle che ricamanotutto il circuito dei portici, antichi e moderni, del centro di Castel Goffredo.Libri di ogni tipo, insieme a dischi in vinile e giornali che dicono di un tempolontano però ogni mese si enfatizzeranno su ciascuna bancarella volumi suun tema specifico che cambierà tutte le volte e che sarà affiancato da eventiin linea con l’assunto. Possiamo anzi anticiparvi che faranno tappa a CastelGoffredo grandi nomi della cultura italiana. Una scelta che è stata fatta acco-gliendo le tante richieste dei collezionisti sempre più votati, anche loro, a unaspecializzazione e che pittura in modo diverso il calendario del 2012. Comeandremo a dimostrarvi.

Amate la letteratura fantastica, fantascienza compresa, e vi piace abban-donarvi alle leggende e alla mitologia? Bene, proprio la ripresa di Libri sottoi portici fa per voi, l’appuntamento di domenica 5 febbraio è, infatti, dedica-to a “Cose dell’altro mondo”. In marzo, domenica 4 marzo, il tema sarà “Artee Arti”: il che vorrà dire una cascata di libri e riviste d’arte antica, modernae contemporanea, di design, di architettura, fotografia, su musei, di numi-smatica, di archeologia, di moda, persino di ricamo. In aprile è già primave-ra, la natura si risve-glia e a Castel Gof-fredo, domenica 1aprile, proprio lanatura sarà la prota-gonista con “Natural-mente”, ovvero librisui giardini, sui fiori,sui frutti, sugli ani-mali; libri di erbori-steria, di farmacopea,medicina e curanaturale del corpo; elibri sulla natura toutcourt. Siete grandi

viaggiatori o sognate di viaggiare? Allora non fatevi sfuggire “Gira il mondogira” che si celebrerà domenica 6 maggio con libri, ovviamente, di viaggio, diesplorazioni, di montagna e geografia e anche di treni, di aerei, di navi e diogni altro mezzo di locomozione. In giugno, domenica 3, con “Eureka”, inbella vista, sulle bancarelle di Castel Goffredo, troverete migliaia di libri discienza, astronomia, fisica e sulle scoperte e sulle invenzioni in generale.“Bang Bang!” sarà il tema sugli altari domenica 1 luglio e qui troveranno libriper saziare i loro interessi le migliaia di incalliti giallisti, i patiti del noir non-ché dei fumetti. Molto stimolante si annuncia l’appuntamento di domenica 2settembre, con la ripresa dopo la pausa agostana, “Piccole patrie” è il tema,il che significa che i tanti piccoli grandi libri della straordinaria storia localeitaliana avranno il loro giorno di gloria. Succulento, ed è il minimo che sipossa dire, l’argomento di domenica 7 ottobre: “Mangiabevi” porterà sullebancarelle migliaia di libri (e riviste) di cucina di ieri e di oggi, di vini, di ricet-te. Mentre domenica 4 novembre si accontenteranno gli amanti di teatro, dicinema, di musica, di balletto, di danza, di spettacolo in senso lato con “Suil sipario”.

L’ultima puntata di Libri sotto i portici sarà domenica 2 dicembre, il mesedi Natale e di santa Lucia, dei bambini, insomma e di coloro che bambiniancora si sentono.

Per loro con “C’era una volta” sarà tutto un palcoscenico di libri di fiabe, diracconti, di novelle, per bambini, s’intende. Non vi resta, cari lettori, che prende-re nota delle date anche se, di mese in mese, ve le ripeteremo. (Guido Vigna)

COMITATO LIBRISOTTO I PORTICI via Roma 28, 46042

Castel Goffredo(Mantova) ITALIA

[email protected]

Per informazioniAlessandra Taraschi

Telefono: 3493543558 Corrado Bocchi

Telefono: 335 5355605

“Libri sotto i portici” di Castel GoffredoIl più grande mercato di libri del passato e nel 2012 sarà anche il più specializzato

5 FEBBRAIO Cose dell’altro mondoLetteratura fantastica, mitologia, leggendee fantascienza

4 MARZO Arte e ArtiLibri e riviste d’arte antica, moderna econtemporanea. Design, architettura efotografia. Musei, numismatica, archeologia. Moda e ricamo.

1 APRILE NaturalmenteLibri sulla natura, i giardini, i fiori, i frutti

e gli animali. Erboristeria, farmacopea,medicina e cura naturale del corpo.

6 MAGGIO Gira il mondo giraLibri di viaggio, esplorazioni, montagna egeografia. Treni, aerei, navi e mezzi dilocomozione.

3 GIUGNO EurekaLibri di scienza, astronomia, fisica, sco-perte e invenzioni.

1 LUGLIO Bang Bang!Gialli, noire & fumetti.

2 SETTEMBRE Piccole patrieLibri di storia locale italiana.

7 OTTOBRE MangiabeviLibri di cucina, ricette, sapori, vini e prodotti tipici. Agricoltura.

4 NOVEMBRE Su il siparioLibri su musica, danza, spettacolo, teatro e cinema.

2 DICEMBRE C’era una voltaFiabe, racconti e libri per ragazzi e bambini.

CALENDARIO 2012 Ogni prima domenica del mese dalle ore 8 al tramonto (no gennaio ed agosto)

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IL MASSIMILIANO8

Dopo la morte diPieretto Bianco - il 7marzo 1937 per le conse-guenze nefaste di un in-cidente durante l’allesti-mento di una mostra aGenova - nel suo studioromano di via Flaminiarestavano più di 180 fradipinti, studi e disegni,malauguratamente di-spersi in una vendita al-l’asta tre anni dopo.Incredibilmente prolifi-co, dotato di una sensi-bilità istintiva per il colo-re e di una capacità diassimilare i nuovi lin-guaggi, Pieretto ebbe unpercorso artistico segna-to da alterne fortune,con momenti di eccellen-za ed altri in cui preval-sero le esigenze espressedal mercato borghese,orientato alla ricerca digradevolezze decorativein formato da salotto. Ilpittore era nato a Triestequasi per caso nel 1875,primogenito diFerdinando Bortoluzzi,un garzone di farmaciadi origini bellunesi, e diuna domestica slava.Pochi anni dopo la fami-glia tornava a Tignesnell’Alpago, il paese delleorigini, per trasferirsi poia Venezia nel 1887, in unnomadismo allora impo-sto dalla ricerca di occu-pazione stabile per il pa-dre, ma che finirà per es-sere la cifra saliente delpercorso biografico del-l’artista. Un’inquietudinedi fondo, forse, la conti-nua ricerca di nuove op-portunità di lavoro e diconfronto, unita al desi-derio di sperimentareconcentrano, in poco piùdi quarant’anni di attivi-tà, soggiorni a Burano, aParigi, a Roma, a SanFrancisco, a New York, a

Cuba, a Madrid, aMonaco di Baviera e unperiplo nei territori dellecolonie africane, di cuiresta traccia solo attra-verso le vedute di Tunisi,di Tripoli, dei villaggi libi-ci abbaglianti di luce edei volti di donne daitratti e dai costumi esoti-ci. Penalizzato da un co-

gnome tanto comune interritorio veneto, Pietrosceglierà presto di pre-sentarsi con lo pseudoni-mo Pieretto Bianco, pernon trovarsi a sovrap-porre la propria identitàcon quella dell’artistatrevigiano Millo. Quasiautodidatta, se escludia-mo un breve passaggioall’Accademia di BelleArti di Venezia, l’artistaha come maestro il trie-stino Umberto Veruda,fra i primi a scegliere divivere stabilmente sul-l’isola di Burano, doveanche Pieretto dimenticòi toni cupi, immersi in unrealismo tardo ottocente-

DI EMANUELA [email protected]

GINO PARIN

sco, della sua primissi-ma produzione. Figure divecchi pescatori, con ivolti segnati dalla fatica,appaiono come Rovinedel mare alla Biennaledel 1905, affiancati inmostra, e poi seguiti ne-gli anni, da altri protago-nisti di quel mondo isola-no appartato e popolare:

scene di vita buranesecolte con un’espressivitàintensa, dove i personag-gi di umilissima estrazio-ne acquistano una di-mensione statuaria, chele pennellate larghe edense sembrano scolpirein una materia plastica.Così in Mesti ricordi, del-la Galleria d’ArteModerna di Udine che,nella Sala veneta di quel-la stessa esposizione, ri-badiva la predilezioneper un’umanità dolente,capace di grandeggiareda protagonista controgli intonaci scrostati, il-luminati dai gialli inten-si, in dialogo con le om-

tematici di una città chesi rinnova, prendendosicura del proprio passato- il 1911 è l’anno della ri-costruzione del campani-le (I costruttori) e dei re-stauri alla basilica (I mo-derni fondatori) - in unpresente fatto di cantieri,industrie e commerci,espresso nei grandi pan-

nelli del Porto edell’Arsenale. Solo l’annoprima i futuristi, salitisulla Torre dell’Orologio,avevano lanciato sullafolla stupefatta di piazzaSan Marco i loro polemi-ci volantini controVenezia passatista.L’opera di Pieretto, di im-mediata forza comunica-tiva, rivela un fare velo-ce, immediato, dove è ilcolore a costruire le for-me, rimarcandone i pro-fili con linee di contornoche spesso si valgono dicontrasti complementariper fare emergere conprepotenza le figure. E’un’epopea del lavoro, di

quell’umanità fatta dioperai, tagliapietre, mu-ratori, fonditori che sitrovano a dominare lascena da protagonisti, inun’esaltazione della forzadel lavoro manuale.Sensibile alle nuove pro-poste che il confronto in-ternazionale istituito dal-le Biennali veneziane sti-

molava, il pittore avevacolto nella Sala inglesedel 1905 il suo modellodi riferimento: i quattropannelli di FrankBrangwin (I fonditori, Glisterratori, I vasai, I fab-bri) sono il precedente di-retto, calato in un lin-guaggio che fa del colorela sua principale cifrastilistica. “La forza, laricchezza della pasta, larobustezza del disegno,la pienezza della luce”sono infatti le caratteri-stiche che i commentato-ri dell’epoca riconosconocome una costante nellaproduzione dell’artista.

Chi giunge oggi nella

bre viola, secondo unuso del colore apparte-nente ad un diffuso lin-guaggio postimpressioni-sta. Gino Rossi, UmbertoMoggioli, LuigiScopinich, legati al grup-po di Ca’ Pesaro, elabo-ravano, proprio in quegliesaltanti soggiorni isola-ni, uno stile nuovo, aper-to alle suggestioni euro-pee che giungevano dal-la Bretagna e dalleSecessioni d’Oltralpe.Pur non derogando daun solido realismo, ri-manendo di fatto estra-neo ai simbolismi ed al-la scarnificazioneespressionista, anchePieretto ricercò attraver-so la sintesi di segno ecolore una nuova di-mensione stilistica, sen-za allontanarsi da quel-la “goldoniana natura-lezza”, che il giudiziodella critica contempo-ranea colse efficace-mente come sua specifi-ca caratteristica. Loesprime in Paese di pe-scatori del MuseoRevoltella, luminosa ve-duta di Burano del1910, dagli intensi con-trasti cromatici, parte diun trittico che sintetizzail suo approccio alla ve-duta, ripetuto poi inmoltissimi scorci di iso-le della laguna, piazze,calli e canali veneziani.Fu proprio a Burano, do-ve il pittore risiede stabil-mente nel 1911, dividen-do casa UmbertoMoggioli, che presero for-ma i quattordici colossa-li teleri del ciclo Il risve-glio di Venezia, realizzatiper decorare il salonecentrale del padiglioneitaliano ai Giardini dellaBiennale nel 1912.L’impresa titanica, allaquale collaborò anchel’amico Moggioli, si misu-ra con dimensioni impo-nenti, richiamando latradizione veneziana nelcampo della decorazionem o n u m e n t a l e .Tradizione e modernitàsono anche i contenuti

GENNAIO - MARZO 2012

Pieretto Bianco, Le ricamatriciPieretto Bianco, Venise. Collezione privata.

Pieretto Bianco:

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“La vita tumultuosa e battagliera dell’artista moderno”

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Anonim

o del XV

II secoloSan G

iovanni evangelistaO

lio su tela, cm 110 x 92

(Rif.100848/2)

Anonim

o del XV

III secoloM

adonna con Bam

bino e Santi O

lio su tela(R

if.101928/1)

Anonim

o del XV

III secoloIl transito di San C

orradoO

lio su tela, cm 101 x 75

(Rif.101975/1)

Anonim

o del XV

III secoloSant'A

gata e Santa Filomena

Olio su tela, cm

100 x 80(R

if.102734/1)P

rocaccini Cam

illo (1555-1629)C

risto crocifissoO

lio su tela, cm 300 x 180

(Rif.100171/1)

Coccapani S

igismondo (1583-1643)

Adorazione dei M

agiO

lio su tela, cm 232 x 160

(Rif.100571/1)

Anonim

o del XIX

secoloM

adonnaO

lio su tela, cm 52 x 41

(Rif.60851/6)

Anonim

o del XIV

secoloSant'A

ntoninoO

lio su tavola(R

if.104161/1)

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150

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Consolle del XVIII secolo

legno, 120 x 84 x 62(R

if.66346/16)

Credenza del XVII secolo

Legno noce, 170 x 150 x 65(R

if.66355/5)Tabernacolo del XVIII secolo

Legno(R

if.101928/5)

Tronetto del XVII secoloLegno intagliato, cm

140(R

if.101774/1)

Pieretto Bianco:

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IL MASSIMILIANO 9

zona dell’Alpago, fuoridagli itinerari turisticipiù noti, ma entro pae-saggi alpini straordinari,capaci di esibire al tra-monto quelle luci che fu-rono dei Vecellio, non siaspetta certo di trovareriuniti nella sala delConsiglio del Comune diPuos sette di quelle im-ponenti tele, recente-mente restaurate con ilcontributo dellaFondazione Cariverona.E, proseguendo poco ol-tre verso il capoluogo, inun itinerario che nellesue tappe permette di ri-costruire gran parte delciclo, si incontrano IlPorto nella sede comu-nale di Ponte delle Alpi eL’Arsenale nella sededell’Associazione indu-striali di Belluno.Nonostante l’enfatica re-torica di regime avessecelebrato con toni esal-tati la presenza di alcunidei pannelli alla I Mostrad’Arte Marinara del1926 a Roma, l’intero ci-clo non trovò mai unacollocazione pubblica, fi-nendo per costituirel’impegnativa ereditàdelle sorelle del pittore e,grazie alla loro donazio-ne nel 1970, il vanto delcomune che le possiede.Con questa grande im-presa Pieretto individuanella decorazione monu-mentale il suo predilettocampo d’azione, sebbenenon interrompa una pro-duzione, forse anchetroppo copiosa, in forma-to da cavalletto, conun’attività espositiva cheprosegue intensa lungotutta la sua carriera. Lesue “singolari doti di lu-minosità, di freschezza edi un colorito vivace espesso audace”, che ri-corrono con poche va-rianti nei giudizi criticidei contemporanei, con-sentono un’elaborazioneveloce, talvolta quasi se-riale, di vedute, ritratti enature morte, con esitiinevitabilmente disconti-nui. È un percorso che

corre parallelo a quellodella pittura monumen-tale, la vera ambizione evocazione del pittore, icui esiti sono noti solo inparte. A Roma nel 1914riceve la prestigiosa com-missione per la decora-zione della cappella neo-romanica Doria-Pamphili sul Gianicolo,

per la quale predispone icartoni per i mosaici e in-terviene con tempere digusto simbolista. Ma ènel 1915 che ha l’oppor-tunità di ritornare davve-ro alla decorazione digrande formato, con unacolossale tela per il padi-glione italiano, progetta-to da Marcello Piacentiniper la Panama-PacificInternational Expositiondi San Francisco. In quel“cantuccio d’Italia”, se-condo le parole dellostesso architetto,Pieretto fu incaricato di

un tema allegorico voltoa celebrare con le imma-gini l’identità della nazio-ne, la coesione e le tradi-zioni del suo popolo.Quindici metri di pittura,nota attraverso immaginid’epoca, per un fregio pe-nalizzato solo dal suo es-sere parte di un’opera ef-fimera. Già nel Risveglio

di Venezia, in quel fareampio, nella sintesi deivolumi possenti e nellamonumentalità dell’im-magine, c’è implicita lavocazione dell’artista perla scenografia, un settoredella sua produzionetanto importante, quan-to sottovalutato e pococonosciuto. In fuga dallaguerra, a New York lavo-ra per alcuni anni alMetropolitan OperaHouse, conosce il tenoreEnrico Caruso, lo ritraein un dipinto molto ap-prezzato e finisce per se-

guirlo a Cuba. All’Avanaesordisce con un’esposi-zione che lo introduce acommissioni pubbliche eprivate: grandi decora-zioni di cui si è persaogni traccia, alcune peredifici andati distrutti,altre con indicazionitroppo labili per essererintracciate, ma le de-

scrizioni che si colgonodalle esigue fonti richia-mano quel suo dipingeresu grande scala, propriodi una tecnica perfettaanche per i fondali diteatro. La Scala diMilano e l’Opera di Romaaccolgono negli anni lesue scenografie e i suoideliziosi figurini, checompletano con fiabescorealismo le opere diErmanno Wolf-Ferrari eRiccardo Zandonai. Ilsuo studio romano, lostesso che aveva ospitatoMariano Fortuny, divie-

ne il luogo dell’elabora-zione creativa dopo il suorientro in Italia nel 1924.Due anni dopo, la deco-razione del Salone d’ono-re della I MostraNazionale d’ArteMarinara, dove si poteva-no nuovamente vedere ilPorto e l’Arsenale con irelativi pannelli laterali,

consacrava Pieretto co-me uno fra i pittori adat-ti ad interpretare i temiche le pareti del nuovoMinistero della Marinadovevano ospitare. NellaSala del ConsiglioSuperiore, quasi senzasoluzione di continuità,ciò che nel Risveglio diVenezia era una festosacelebrazione del presen-te, si carica inevitabil-mente di quei valori ideo-logici celebrati durantel’inaugurazione del 1928alla presenza di BenitoMussolini. Con una seve-

rità cromatica, che altro-ve non gli appartiene, ilpittore riutilizza due deidisegni del precedente ci-clo e intorno costruisceun mondo dominato dalmetallo delle giganteschemacchine dei cantierinavali. Sono geometrierigorose ed essenzialiche, sfuggendo alla ba-nalizzante retorica delleDoti e virtù dell’Italicagente sul soffitto, offronogli unici spunti innovati-vi entro un progetto com-plessivo di stagnante ri-spetto della tradizione,espressa negli altri am-bienti da GiuseppeRivaroli, AntoninoCalcagnadoro, Pio eSilvio Eroli. In un per-corso parallelo prosegui-va intensissima la suaattività espositiva, doveproporre nuovi e vecchipercorsi espressivi, natiper tangenza con le di-verse sperimentazioni alui contemporanee: il lin-guaggio di MarioCavaglieri, nel piacerequasi tattile di un deco-rativismo che invade lesuperfici e le suppelletti-li orientaleggianti; l’eso-tismo dei molti che per-corsero i territori dellecolonie alla ricerca diuna luce abbagliante chevelava i bianchi di noteazzurrine e rendeva es-senziali i volumi; il ritor-no all’ordine inseguito inuna nuovo rigore di for-me e volumi nei nudi de-gli anni Trenta; l’accen-tuazione espressionistache rivela il confrontocon il mondo tedesco, inoccasione della sua per-sonale a Monaco diBaviera del 1934. Sono iframmenti di un percor-so artistico che si colgo-no seguendo le sue operesul mercato antiquario,rintracciandole in pochecollezioni pubbliche emolte privata, sfogliandole riproduzioni in biancoe nero dei cataloghid’epoca, nell’attesa di ri-comporli in una doverosarevisione critica.

GENNAIO - MARZO 2012

Pieretto Bianco, straordinario il gioco pittorico dei riflessi in questa Marina di collezione privata

ROBERTOBENCIVENGA

Perito GiudiziarioDiplomato presso il

“Gemmological Institute of America - G.I.A.

Trieste - Via Domenico Rossetti, 7/1040.771477

“La vita tumultuosa e battagliera dell’artista moderno”

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FRIULI VENEZIA GIULIA

CIVIDALE DEL FRIULI (Udine)Dal 22 dicembre 2011 al 18 marzo 2012I Maestri del Novecento - Larappresentazione della figuraumana in Friuli Venezia GiuliaLa rappresentazione della figuraumana in Friuli Venezia Giulia è iltema della mostra che porterà aCividale oltre 80 capolavori perlopiùinediti di artisti che hanno lasciatotestimonianze importanti nella culturadel Novecento in regione e non solo. La mostra è la prosecuzione idealedell’esposizione del 2010 “I maestri delpaesaggio” con la quale compone unciclo biennale sulla pittura nel “secolobreve”. In questo modo Cividale,recentemente entrata a far parte delpatrimonio Unesco per le suetestimonianze longobarde, si pone trale città protagoniste dei più importantieventi culturali del momento. Comeper la precedente esposizione, lamostra si distingue per la raccolta dicapolavori e opere di grande qualitàinedite o normalmente non accessibilial pubblico, provenienti da collezioniprivate e pubbliche. Il percorsoespositivo si suddivide in due sezioni,disegno e pittura, seguendo un ordinecronologico. Vi trovano spazio imaggiori artisti regionalicontemporanei assieme ad autori divalenza nazionale e internazionale chehanno interagito e influito in variomodo con il mondo dell’arte in FriuliVenezia Giulia. Palazzo de Nordis tel. 0432 710460www.comune.cividale-del-friuli.ud.it

PASSARIANO DI CODROIPO (UD) VILLA MANINIn corso fino al 4 marzo 2012ESPRESSIONISMOPer la prima volta in Italiaun’esposizione di oltre 100 opere tradipinti e carte, tutte provenienti dalberlinese Brücke Museum, raccontain modo preciso, secondo unascansione cronologica ma ancheprocedendo per aree quasimonografiche, da Kirchner a Heckel,da Nolde a Schmidt-Rottluff, daPechstein a Mueller, la nascita e losviluppo del movimento denominato“Die Brücke”, la pietra fondantedell’Espressionismo. Con la nascitadel movimento “Die Brücke” a Dresdanel 1905 si posero le basi delmovimento originario dal quale in

seguito discenderà quello che, nellastoria dell’arte, è noto come“Espressionismo” e che costituisce ilprimo importante contributo di areatedesca alla modernità. Nel loroinsieme, le opere di questo movimentorappresentano in modo esemplare lafase iniziale dell’Espressionismo primadella Prima Guerra mondiale. Lamostra Espressionismo documentauna varia creatività artisticaall’interno di questo grupporivoluzionario. La mostra nedocumenta tutte le tappe stilisticheprincipali, anche attraverso documentitradotti dal tedesco in lingua italianaper il catalogo di studio, che ospiteràsaggi diversi e scheda critica di ogniopera esposta.Villa Manin Tel. +39 0422 429999www.lineadombra.it

PORDENONEIn corso fino al 26 febbraio 2012TONINO GUERRA. DIARIO DI UNPOETACirca cento opere tra pastelli, dipintiaffreschi e acquarelli del grande poeta,scrittore e sceneggiatore - noto ancheper la sua attività di artista figurativoe multidisciplinare - nel più vastoprogetto espositivo mai ospitatopresso uno spazio museale italiano.Galleria d’Arte Moderna eContemporanea “Armando Pizzinato”Dal 17 dicembre 2011 al 26 febbraio2012ALESSANDRO BERGONZONI:“MACERIAPRIMA (ACCUSEMOSSE)”In mostra una selezione di opere dellaproduzione artistica di Bergonzoni, laprima esposizione dedicata al lavoroartistico dell’attore ospitata in uno

spazio museale italianoGalleria d’Arte Moderna eContemporanea “Armando Pizzinato”www.artemodernapordenone.itIn corso fino all’11 marzo 2012LA COLLEZIONE CONCORDIA 7Arte dalla storia del CentroCulturale Casa Antonio ZanussiPordenoneNon tutti gli oltre cinquecento lavori –dipinti, sculture, disegni, incisioni,serigrafie, ecc. lasciati dagli artisti inpiù di 45 anni di attività con circa410 mostre – hanno potuto essereesposti. Potranno esserlo grazie a unaprogrammazione ciclica, pluriennale,ma comunque risultano documentatiin un volume di circa 400 pagine cheracconta la storia della Collezionestessa.Galleria Sagittaria tel.0434.553205www.centroculturapordenone.it

TRIESTEFino al 28 febbraio 2012Francesco Petrarca: la vita, l’opera,la fortunaUn nuovo allestimento, con apparatoesplicativo in lingua italiana e inlingua tedesca, che apre uno squarciosulla vita dell’autore del più bel«Canzoniere» della lirica italiana. Affiorano le sue due vocazioni: il ruolodi umanista e diplomatico, consiglieredei principi italiani, e l’identità diuomo concentrato a svolgere il filo delproprio destino terreno per conferirgliun senso non transeunte. L’esposizione si dipana attraversoquattro percorsi: la vita; i codicimanoscritti; gli antichi libri a stampa,il più antico dei quali risale al 1473;la fortuna, rispecchiata dalle opere

d’arte ispirate al poeta e dalle edizionipubblicate in Francia, Spagna,Germania e Cechia, sin dai primi annidel Cinquecento. Proviene da Pragal’esemplare finemente miniatodell’edizione il lingua ceca del Deremediis utriusque fortunae, tradottoda Rehor Hrubý (Jelení 1460-Praga1514), una delle maggiori personalitàdella locale cultura umanistica. Museo Petrarchesco Piccolomineo tel.0406758184.Dal 19 dicembre 2011 al 31 marzo 2012150 CANDELINE PER ITALO SVEVO.TRIESTE CELEBRA LO SCRITTOREUn concorso letterario, mostre e tantieventi collaterali per celebrare il 150°anniversario della nascita delloscrittore triestino. A 150 anni dallanascita dello scrittore Ettore Schmitz,alias Italo Svevo, il Comune di Triesteintende ricordare questo specialeanniversario proponendo una serie dimostre, eventi e un concorso letterarioche si realizzeranno tradicembre 2011 e marzo 2012.Le celebrazioni prevedono:Mostra “U.S. Ultima Sigaretta – ItaloSvevo e il buon proposito” - PalazzoGopcevichCurata dal Museo Sveviano, la mostrache sarà allestita a Palazzo Gopcevich(Sala Selva) fino al 1 aprile 2012,intende offrire al visitatore l’arte diItalo Svevo attraverso una delle sueinvenzioni letterarie più note, l’eterna“Ultima sigaretta” di Zeno Cosini,protagonista del romanzo La coscienzadi Zeno, evidenziando lenumerosissime testimonianzebiografiche che mostrano l’origine ditale artificio nella esperienza di vitadello scrittore.Contemporaneamente l’esposizioneintende testimoniare usi e rituali delfumo nell’epoca di Svevo attraversouna serie di quadri di pittori triestinidell’epoca di Svevo e successivi, dioggetti (fra cui diverse curiositàprovenienti dalla “Tobacco Collection”di Vienna) e di affiche pubblicitari (inbuona parte provenienti dall’officinagrafica della ditta Modiano) e rendereconto, sempre con la mediazione diSvevo, del dibattito che agli inizi del‘900 si sviluppa circa i danni derivantidal fumo di tabacco.Mostra “Svevo e gli Artisti” - MuseoRevoltellaSempre parlando di arte, anche ilMuseo Revoltella si unirà allecelebrazioni proponendo un nuovoallestimento della sezione Svevo e gli

In giro per mostreA cura di Dolores Del Giudice - [email protected]

Inviateci le notizie e le date delle mostre entro il 20 marzo 2012 a

IL MASSIMILIANOTrieste 34123 - in Via Armando Diaz 26/a - e-mail: [email protected]

Per evidenziazioni: 040 63 84 65

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IL MASSIMILIANO 11GENNAIO - MARZO 2012

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Artisti al quarto piano del Museo.Sarà documentato lo stretto rapportotra il grande scrittore triestino e ipittori a lui contemporanei, a partireda quell’Umberto Veruda, fraternoamico. Altri artisti frequentaronoSvevo, come Arturo Fittke, GuidoGrimani, Giovanni Zangrando, ArturoRietti, Ruggero Rovan, Carlo Sbisà egli dedicarono ritratti e altre opere checostituiscono una memoria visivapreziosa per conoscere da vicino loscrittore. La mostra si propone diricostruire questa rete di relazioniattraverso lettere, fotografie, giornali,recensioni di proprietà del MuseoRevoltella e della Biblioteca Civica cheintrodurranno il visitatore in unitinerario nelle atmosfere di fineOttocento e permetteranno di metterein luce lo scenario nel quale simuoveva lo scrittore e gli artisti diquell’epoca.www.150svevo.it Per ulteriori informazioni StudioSandrinelli - Relazioni Pubbliche e Comunicazione tel. 040/362636

UDINEIn corso fino al 15 aprile 2012Hic sunt leones. Esploratori,geografi e viaggiatori tra Ottocentoe NovecentoIl percorso espositivo della mostra èarticolato in tre grandi unitàtematiche.La prima, introduttiva, è dedicataall’esperienza del viaggio. Il viaggio traOttocento e Novecento era un lungopercorso che aveva origine daun’attenta preparazione e unameticolosa organizzazione, scanditadalla verifica bibliografica ecartografica, dal reperimento diequipaggio ed equipaggiamento. Purpreliminare questa fase doveva essereintesa come parte fondante eintegrante dell’esperienza conoscitivadel viaggio. In questa parte ilvisitatore potrà scoprire, grazie anchea proiezioni e postazioni multimediali,tutto ciò che necessitavaall’esploratore, dagli strumenti, ailibri, alla cartografia. La secondaunità, intitolata “Il viaggio comeconoscenza”, costituisce il nucleocentrale della mostra, perchéripercorre in senso cronologico lespedizioni condotte da friulani verso leAmeriche, l’Asia e l’Africa. La sededella mostra è in questo sensoevocativa, poiché essa stessa luogo dinarrazione delle storie del BeatoOdorico da Pordenone, primissimoesempio in Friuli di esploratore diterre lontane. Il percorso prosegue congli altri religiosi friulani, forse menonoti del Beato Odorico, uniti da uncomune destino: raccontare la Cina. Ilviaggio come conoscenza continua inquesta sezione, con il simbolo

dell’esplorazione in Friuli: PietroSavorgnan di Brazzà, che ha condottotre spedizioni in Congo, una di questerealizzata insieme al fratello Giacomoe all’amico Attilio Pecile, e che perl’atteggiamento tenuto con lepopolazioni africane incontrate è statospesso indicato come esempio positivodi una fase storica tra le piùcontroverse e rimosse del nostropassato, l’avventura coloniale. Con lanascita delle società geografiche, lespedizioni acquistano un valoresempre più scientifico, sono formateda un’équipe specializzata nei varisettori della scienza e conducono auna conoscenza geografica,etnografica e naturalistica dei territoriindagati. In questa fase i nomi deifriulani che hanno contribuito a variolivello nella realizzazione dellespedizioni e nella successivaelaborazione dei dati raccolti, sonomoltissimi. Ricordiamo in particolareRenato Biasutti, Lodovico diCaporiacco, Giovanni Battista DeGasperi, Ardito Desio, Egidio Feruglio,Giuseppe Gentili, Michele Gortani,Giovanni e Olinto Marinelli, GiuseppeRicchieri, Luigi Pio Tessitori, e altriancora. Dalle spedizioni e dallecarriere di ciascuno di loro emergonoanche vicende personali, frutto spessodi un’etica e di una morale che nonappartengono più alla realtà del IIImillennio.Ex Chiesa di San Francesco Tel. +39-0432-584711In corso fino al 28 gennaio 2012Meravigliosa natura – la naturamorta incisa nel XX secoloL’esposizione, realizzata negli spazidella nota stamperia udinese,presenta 60 nature morte disegnate eincise dai maggiori artisti italiani delNovecento, con capolavori grafici diMorandi, Carrà, Severini, Bartolini,Castellani, Viviani, Ferroni, Guccione,Zigaina, oltre ad un nutrito gruppo diopere che raccontano, in manieraesaustiva, l’evoluzione di un soggettoche rimane fondamentale percomprendere le temperie culturali edestetiche del nostro tempo.Stamperia Albicocco Tel. 0432/547573www.stamperiaartealbicocco.it

VENETO

ASIAGOIn corso fino al 26 febbraio 2012Matteo Massagrande Opere 2002-2011 Un’importante mostra antologica, con80 opere di medie e grandi dimensionie oltre 20 incisioni, che propone leincessanti ricerche sulla materia esulla luce di questo grande artistacontemporaneo. Si possono ammiraredai suoi lavori dei primi anni delduemila, sino ai quadri più recenti

realizzate con tecnica mista su tela esu tavola. Sono esposte anche molteincisioni, la cui raffinata tecnica,appresa negli anni giovanili dalmaestro Giovanni Barbisan, haportato alcuni suoi lavori a far partedel Gabinetto delle Stampe degli Uffizidi Firenze.Museo Le Carceri Tel. 0424 [email protected]

CONEGLIANO (Treviso)Dall’ 11 novembre 2011al 15 aprile 2012Bernardo Bellotto. Il Canaletto delleCorti EuropeeAttraverso un’accurata selezione displendidi dipinti di Bellotto, Canaletto,Carlevarijs e Marieschi, la mostrarappresenta il momento culminantedel vedutismo veneziano, il fenomenoartistico più innovativo ecaratterizzante dell’arte europea delxviii secolo. Ripercorrendo la carrieraartistica di Bernardo Bellotto che,dopo l’apprendistato veneziano nellabottega dello zio, il famosissimoAntonio Canal detto Canalettto,viaggiò a lungo, prima in Italia, poiall’estero al servizio delle maggioricorti europee (Dresda, Vienna,Monaco, Varsavia), è possibile riviverenelle sale di Palazzo Sarcinellil’esperienza del Grand Tour checonsentiva ai nobili europei diconoscere e apprezzare l’arte e la vitadelle grandi capitali europee. Grazie ai prestiti internazionali diimportanti istituzioni museali, saràpossibile ammirare a Conegliano unaserie di spettacolari vedute di cittàeuropee caratterizzate, oltre che dallegrandi dimensioni, da una eccezionalefinitezza nei dettagli architettonici,dalla luce cristallina e dallasmagliante tavolozza cromatica. Lacapacità di Bellotto di ritrarremagistralmente gli aspetti delle cittàsoffermandosi sui particolari piùcuriosi della vita quotidiana dellanobiltà e della gente del popolo,permetterà al visitatore diimmedesimarsi nell’esperienza dellecorti europee, venendo a contattovisivo con i personaggi, i modi divestire e le abitudini del tempo.Palazzo Sarcinelli, 800775083www.bellottoconegliano.it

PADOVADal 1 ottobre 2011 al 12 febbraio 2012Il Simbolismo in ItaliaA realizzare questa nuova impresa laFondazione Bano, qui ancora unavolta insieme alla FondazioneAntonveneta, ha chiamato FernandoMazzocca e Carlo Sisi con MariaVittoria Marini Clarelli, direttore dellaGalleria Nazionale d’Arte Moderna diRoma. Il tema e l’ambito sono bennoti: a cavallo tra Otto e Novecento,

l’inconscio irrompe nell’arte e nullasarà più come prima. E’ la storia di un movimento che siestende velocemente su scala europeama che qui viene compitamente – ed èla prima volta – indagato nella suafondamentale vicenda italiana. Nonsenza proporre confronti oltre confinee in particolare con l’ambito austriacodel Simbolismo: valgano tra tutti laGiuditta – Salomè, di Gustav Klimt oIl Peccato, celebre capolavoro di Franzvon Stuck: due opere che valgono dasole la visita alla mostra.Ma se i raffronti internazionali sono diassoluta qualità, ciò che di italianooffrono le otto sezioni di questamostra, non è certo da meno:Giovanni Segantini, Gaetano Previati,Pellizza da Volpedo, Morbelli,Casorati, Giulio Aristide Sartorio,Adolfo De Carolis, Galileo Chini, finoalle soglie della rivoluzione futuristacui introducono due capolavori ancorasimbolisti di Umberto Boccioni come Ilsogno (Paolo e Francesca) e La madreche cuce.Il percorso della mostra si concludenella ‘Sala del Sogno’, che allaBiennale di Venezia del 1907 avevaconsacrato le istanze e le realizzazionidella generazione simbolista creandouna vera e propria scenografia affidataall’ingegno decorativo di Galileo Chinie agli artisti che, con la loro militanza,avevano contribuito ad alimentare lepoetiche del ‘piacere’ edell’inquietudine, della bellezza e delmito, della spiritualità e degli statid’animo, sostenendole con tenacia Palazzo Zabarella tel. 049.8753100 www.palazzozabarella.itDal 21 gennaio all’11 marzo 2012Dallo strappo al segno socio-politicoIn mostra un centinaio di opere

dell’artista bretone Villegléappartenente al movimento del‘’Nouveaus réalisme’’, che realizzacomponimenti artistici con collage dimanifesti strappati e sovrappostiCentro Culturale Altinate Tel. 049 8204528 - 8204547

PIAZZOLA sul BRENTA (Padova)In corso fino al 1 aprile 2012EAST ZONE. ANTONIO BEATO,FELICE BEATO E ADOLFOFARSARI. Fotografi venetiattraverso l’Oriente dell’OttocentoRaccontarono il mondo quando lafotografia era ancora sperimentale,furono protagonisti della nascita delfotogiornalismo e del reportage. Feceroscoprire il Giappone, e le meravigliedell’Egitto, agli Europei, portarono lafotografia nelle terre d’oriente,partendo dal Veneto. Loro sonoAntonio e Felice Beato, due fratelligreco-veneziani, e Adolfo Farsari,vicentino. Una mostra,dall’emblematico titolo di “East Zone”,

IL MASSIMILIANO 13GENNAIO - MARZO 2012

arté

Giuseppe Barison, Fiori di campo Dyalma Stultus. Norma con la canestra di frutta

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per la prima volta documenta in modoesteso la loro arte. Raccontando ancheuno scambio culturale tra l’est italianoe il lontano Oriente, scambio nei duesensi dato che i tre fotografi venetiinfluenzarono la storia della fotografiain Giappone ma dal questo e dagli altriPaesi visitati trassero elementi cheinfluenzarono la loro maniera di “farefotografia”. Da segnalare come lamostra proponga accanto alle immaginidei tre protagonisti, una carrellata difoto di confronto, a dar conto di comequeste terre lontane sepperocalamitare, affascinare fotografi didiverse provenienze.Villa Contarini, www.villacontarini.eutel. 049.8778272 / 3

TREVISOIn corso fino al 12 maggio 2012Manciù, l’Ultimo ImperatoreManciù, l’ultima Dinastia che hagovernato sul Celeste Impero dal 1644al 1911, sarà la protagonista dellaquarta Mostra sulla Cina: le armi e leuniformi militari dei grandi imperatoriKangxi e Qianlong, le preziosesuppellettili della reggia di Mukden, lemitiche collezioni dell’Imperatrice Cixisaranno esposte insieme ai reperti chetestimoniano il crollo dell’Impero el’avvento della Repubblica.Casa dei Carraresi Tel.: 0422-513150www.laviadellaseta.info

VENEZIAIn corso fino al 26 febbraio 2012Omaggio a Lorenzo Lotto. I dipintidell’Ermitage alle Galleriedell’AccademiaLa mostra, promossa dallaSoprintendenza Speciale per il PoloMuseale Veneziano, offre un percorsoricco e composito che pone in dialogole due opere, rispettivamente deglianni Venti e degli anni Quaranta del‘500, con altri dipinti lotteschiprovenienti da musei europei e dallacollezione delle Galleriedell’Accademia. L’itinerario dellamostra, curata da Matteo Ceriana,comprende inoltre dipinti e sculturecoeve derivate da opere del maestroveneziano e documenti checontribuiscono a crearne il contestostorico artistico.Gallerie dell’Accademia Tel. 0415200345In corso fino al 10 aprile 2012Armenia. Impronte di una CiviltàUna grande mostra dedicata allaciviltà armena viene ospitata inoccasione del V Centenario dellastampa a Venezia del primo libro inlingua armena (1512), nei piùimportanti siti museali della città, inun percorso che si snoda dal MuseoCorrer, al Museo ArcheologicoNazionale, fino alle Sale Monumentalidella Biblioteca Nazionale Marciana.La mostra presenta, in un ricco eaffascinante percorso cronologico etematico, oltre duecento opereprovenienti dai principali musei ebiblioteche dell’Armenia e dell’Europa,tra cui alcuni rarissimi manoscritti eminiature - opere eccezionalmenteriunite in occasione della mostraveneziana - che daranno conto deglialti traguardi raggiunti dalla civiltàarmena nel campo spirituale,artistico, architettonico, economico edel pensiero. Sedi varie +39 041739586www.museiciviciveneziani.itIn corso fino al 30 aprile 2012Un’isola, un’arte, un museoLa mostra ripercorre i 150 anni distoria del museo attraverso unacarrellata di quasi duecento opere, trale più rappresentative della collezionedel Museo, esemplificative dell’unicitàdell’esecuzione e della valenza dei suoicreatoriMuseo del Vetro +39 041739586In corso fino al 18 marzo 2012

The Dalí Universe“The Dalí Universe” è una mostrainteramente dedicata a Salvador Dalícon più di 100 opere del Maestro delSurrealismo. Il visitatore avrà ilpiacere di ammirare collezioni ad oggiancora poco conosciute, inerenti adiversi aspetti della produzioneartistica dell’artista come le sculturein bronzo, le illustrazioni sui granditemi della letteratura, gli oggetti invetro e la serie in oro. Il Museo Diocesano di Santa Apolloniaapre quindi le porte ad una mostraunica nel suo genere, curata dalPresidente della FondazioneAmbrosiana Beniamino Levi, uno deipersonaggi che ha conosciuto più davicino l’opera di Dalí, ed èun’occasione che permette al pubblicodi avvicinarsi agli aspetti meno notidel lavoro del grande artista.Museo Diocesano di Santa ApolloniaTel. 041 2414390 / 347 7850764 /393 9635253

VERONAIn corso fino al 09 aprile 2012Il Settecento a Verona. Tiepolo,Cignaroli, Rotari150 capolavori tra dipinti, disegni,stampe e documenti, provenienti daimportanti musei stranieri comel’Ermitage di Pietroburgo, il Prado diMadrid, il Victoria and Albert diLondra, la Gemäldegalerie di Dresda,il Kunsthistorisches di Vienna, loSzépmuvészeti di Budapest, oltre chedai principali musei italiani.Palazzo della Gran Guardiaww.settecentoaverona.it

VICENZAIn corso fino al 26 febbraio 2012AVANGUARDIA RUSSA.ESPERIENZE DI UN MONDO NUOVO85 importanti opere dell’Avanguardiarussa per la prima volta in Italia, inun emozionante dialogo con lacollezione di icone di Intesa Sanpaolo.La mostra propone un raccontoassolutamente inedito del fenomenodell’Avanguardia russa – perapproccio e opere esposte –cogliendone la pluralità espressiva,ma anche i filoni tematici principali esoprattutto la suggestiva matricecomune. Per la prima volta, infatti, ilpubblico italiano potrà ammirare 85opere dell’Avanguardia russa cheprovengono dai Musei regionali diIvanovo, Kostroma, Jaroslavl’ e Tula.Un’occasione dunque importante,promossa da Intesa Sanpaolo, Centrodi alti Studi sulla Cultura e le Artidella Russia (CSAR) dell’Università Ca’Foscari Venezia (costituito nel marzo2011), Foundation for InterregionalProjects di Mosca, Ivanovo ArtMuseum e organizzata nell’ambitodell’Anno della Cultura e Lingua russain Italia e della Cultura e Linguaitaliana in Russia.Palazzo Leoni Montanariwww.palazzomontanari.com

TRENTINO ALTO ADIGE

BOLZANOIn corso fino al 16 settembre 2012La Collezione AttivaIn mostra una selezione di opere direcente acquisizione dalla collezioneMuseion, la maggior parte presentateper la prima volta. Tra queste,l’installazione di Vito Acconci CandyBar From GI Joe, 1977 e From Hereto There di Jana Sterbak, presentataalla biennale di Venezia nel 2003;Particle Projection (Loop), 2007 diSimon Starling e il video di FrancescoJodice Dubai_Citytellers (2010). Lamostra offrirà anche l’occasione pervedere e rivedere importanti operedella collezione quali A Change OfMind, 2007 di Elmgreen & Dragset e

Sediments Sentiments (Figures ofSpeech), 2007 di Allora & Calzadilla.Filo conduttore dell’esposizione èl’attivazione del suono, mediumutilizzato da molti artisti - da Krüger& Pardeller agli stessi Allora &Calzadilla - e del movimento,rappresentato sia da installazioniperformative che dall’immagine inmovimento di molti video.Artisti: Krüger & Pardeller, VitoAcconci, Mario Airò, Allora &Calzadilla, Gerard Byrne, Tacita Dean,Elmgreen & Dragset, Michael Fliri,Peter Friedl, Francesco Jodice,Korpys/Löffler, DeimantasNarkevicius, Simon Starling, JanaSterbak, Walid Raad The Atlas Group.MUSEION Tel. 0471 312448www.museion.it

BORGO VALSUGANA (TN)Dal 27 giugno 2011ArteSellaArte Sella è una manifestazioneinternazionale di arte contemporaneanata nel 1986, che si svolge all’apertonei prati, nei boschi della Val di Sella(comune di Borgo Valsugana,provincia di Trento). Il progettoartistico vuole essere non solo un’esposizione qualificata di opere d’arte,ma anche e soprattutto un processocreativo: l’opera è seguita giorno pergiorno nel suo crescere e l’interventodell’artista deve esprimere il rapportocon la natura basato sul rispetto,traendo da essa ispirazione e stimolo.Alla chiusura della manifestazione leopere sono abbandonate al degrado esi inseriscono nel ciclo vitale dellanatura. L’edizione 2011 dellamanifestazione si arricchiscequest’anno delle opere di importantiartisti internazionali e locali comeAlois Steger, Anni Rapinoja, AntonSchaller, Patrick Dougherty, PaulFeichter, Sanfte Strukturen e StuartIan Frost. Info: 0461 751251www.artesella.it

ROVERETOIn corso fino al 26 febbraio 2012Diango Hernández. Living Rooms, aSurveyDiango Hernández nasce nel 1970 aSancti Spíritus nell’isola di Cuba, evive a Düsseldorf dopo unaformazione culturale e professionaleche dal suo paese natale lo ha portatoper qualche anno anche in Trentino.Questa mostra è la primaretrospettiva mondiale dedicata al suolavoro, dopo numerosi riconoscimentiinternazionali. “Diango Hernández.Living Rooms, a Survey” comprendeun centinaio di opere dal 1996 adoggi, tra cui disegni, installazioni,dipinti, video e due lavori site specific(“Resistere” e “A house withoutobjects”), realizzati appositamente peril Mart.In corso fino al 26 febbraio 2012Carlo Valsecchi. San LuisLa mostra presenta 36 grandi operefotografiche realizzate tra il 2007 e il2008 in alcuni dei luoghi più sperdutidell’Argentina. Carlo Valsecchi(Brescia 1965), tra i maggiori fotografiitaliani, ha concepito questa seriecome “una sorta di Land Art”: gliscatti fotografici veri e propri sonostati il punto di arrivo di un intensolavoro di ricerca e analisi sui segni,tracce, spostamenti minimi generatidal passaggio umano e animale in unterritorio sconfinato.In corso fino al 22 gennaio 2012La Donazione BentivoglioArtista, poetessa e performer dicalibro internazionale, Bentivoglio sioccupa di poesia visiva a partire daglianni Sessanta. Come curatrice, hasvolto un ruolo crucialenell’emancipazione delle donne daicontesti da lei stessa definiti “mostre-ghetto”. Questo a partire

dall’Esposizione Internazionale diOperatrici Visuali, affidatale da UgoCarrega al Centro Tool di Milano nel1972, e soprattutto in“Materializzazione del linguaggio”, allaBiennale di Venezia del 1978.Nel corso della sua multiformeattività, è riuscita non solo avalorizzare i lavori di moltissimepoetesse-artiste, ma anche araccogliere una collezione di grandeforza e originalità, che offre unpanorama completo di tutta l’arteverbovisiva femminile dagli anniSessanta ai giorni nostri.Questa collezione, composta di circa300 opere, è stata ora donata daMirella Bentivoglio al Mart. Il pubblicopotrà ammirarne un’ampia selezionenella mostra “La donazioneBentivoglio”.Mart, Museo di Arte Moderna eContemporanea Infoline 800-397760www.mart.trento.itIn corso fino al 26 febbraio 2012I nuovi futuristiLa mostra comprende una trentina diopere di Gianantonio Abate, ClaraBonfiglio, Dario Brevi, Gianni Cella,Andrea Crosa, Innocente, MarcoLodola, Battista Luraschi, LucianoPalmieri, Plumcake e Umberto Postal.Le loro opere si potranno mettere aconfronto con gli arazzi, le tele, glioggetti e la grafica di FortunatoDepero, in un allestimento chemetterà in luce la grande capacità diquesti artisti di spaziare con assolutalibertà tra varie espressioni artistiche,utilizzando materiali prodotti dallenuove tecnologie, come il plexiglass, ilpvc, il neon. Casa Depero Infoline800-397760 www.mart.trento.it

TRENTO

In corso fino al 2 febbraio 2012Omaggio a Luigi Bonazza. Operedalle collezioni del Mart a CappellaVantiniDopo il successo dell’esposizione delleopere di Tullio Garbari prosegue ilracconto della storia della pitturatrentina del Novecento con un omaggioal pittore Luigi Bonazza, esponente delterritorio provinciale piùrappresentativo della tendenzasecessionista di impronta viennese,vissuta direttamente a Vienna, allaquale nel corso della sua produzioneartistica, seppe coniugare nuoveesperienze legate alle diverse esigenze ediverse committenze. Vengono esposti aCappella Vantini, quattro cartonipreparatori dell’affresco dal titoloRicevimento di tre cardinali in Palazzoa Prato all’epoca del Concilio, realizzatoda Bonazza nel 1934 sulla pareteesterna di un frammento dell’anticoPalazzo a Prato, in via Calepina,convertito proprio quell’anno a Palazzodelle Poste dall’architetto AngioloMazzoni. Esposti raramente, i cartonipreparatori rappresentano unpassaggio centrale nella creazionedell’affresco, testimoniando lo studio diLuigi Bonazza per la sua esecuzionepresso Palazzo delle Poste a Trento.Sono strumenti di lavoro, ai qualicomunque il pittore ha prestatoparticolare cura e attenzione, utilizzatiper realizzare l’affresco che decora unadelle più significative testimonianzearchitettoniche di Trento di iniziNovecento. Nella mostra si ricostruisceil lavoro del pittore e si comprendono lediverse parti dell’affresco, invitando ilvisitatore a recarsi direttamente sulposto, in via Calepina, per coglierne losplendore dell’affresco nella suainterezza. In mostra anche il dipintoContributo dell’operaio all’esercitocombattente, realizzato tra il 1914 e il1915, preziosa testimonianza dellegame di Bonazza con lo stilesecessionista e il gusto decorativoviennese. Cappella Vantini www.crushsite.it

IL MASSIMILIANOGENNAIO - MARZO 2011 15

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