FRUTTI DIMENTICATI E FRUTTI...

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Il Muschio Cooperativa Sociale FRUTTI DIMENTICATI E FRUTTI PICCOLI Buona parte dei terreni che vedete coperti da arbusti, rovi, roverelle giovani, castagni ed erbe erano, in un

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Il MuschioCooperativa Sociale

FRUTTIDIMENTICATI

EFRUTTI PICCOLI

Buona parte dei terreni che vedete coperti da arbusti,rovi, roverelle giovani, castagni ed erbe erano, in un

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tempo non lontano, coltivati e ricoperti da viti, da alberida frutto, da segale, patate e altri vegetali che offrivanoalimenti di sussistenza a chi abitava la montagna.Quando abbiamo deciso di “recuperare” il terreno del“Camarel” per procedere all’impianto di mirtilliarricchito in seguito di ribes e uva spina, abbiamoavuto ottimi risultati e provato la gioia di veder riviverela montagna. Da qui, è nato il desiderio di procederecon le attività di recupero e di condividere con altri lariscoperta di una dimensione di vita a volte dimenticatao presente solo nella memoria dei nostri nonni e neiracconti. Non essendo “esperti” in agricoltura, abbiamoconsultato “coloro che se ne intendono” e, tra isuggerimenti che ci sono stati offerti per valorizzare iterreni a nostra disposizione, abbiamo raccolto conentusiasmo quello di provare l’impianto dei “fruttidimenticati”. Si tratta di esemplari che erano un tempopresenti, accanto alle baite o alle case dei contadini eche nel corso dell'anno, offrivano frutti per nutrire sia lepersone che gli animali arricchendo la loro dietaalimentare.

Si tratta di piante che non richiedono l’uso diantiparassitari (ai tempi non esistevano!) e chepossono dare frutti difficilmente reperibili sul mercato epiù o meno noti, alcuni coltivati in precedenza nellanostra zona (es. il gelso che oltre alle more offriva lefoglie per i bachi da seta, i meli, le susine, il sorbo, l’uvamoscata..) e altri, tipici di altre regioni (Es. passiflora,corbezzolo, azzeruolo, giuggiolo, melograno). Sonopiante che fioriscono e fruttificano in rotazioneformando un piccolo "caleidoscopio delle stagioni" lacui visione e conoscenza siamo lieti di potercondividere con altri con la speranza di potertrasmettere l’interesse, la curiosità e la passione che cihanno animato.

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Il piccolo parco, con le sue diverse piante in crescita,rappresenta anche un po’ la “storia” del nostro grupponato e cresciuto all’insegna della diversità, grande forzadella natura…per tutte le specie. Nelle pagine cheseguono, potrete trovare una descrizione dettagliatadegli esemplari arborei presenti nel parco che,nonostante l’impianto affrettato e non propriospecialistico, si sono adattati benissimo al nuovohabitat. Speriamo di poter condividere con voi in futurola loro crescita e….. i loro frutti!

MELOGRANO

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Le melograne sono state raffigurate nelle tombe egizie del 2500a.C. e rinvenute nelle tombe del Faraone Ramses IV. NellaBibbia sono portate dagli Ebrei come simbolo di fecondità, peri loro numerosi e succosi chicchi, e come simbolo di ricchezza.I Greci conoscevano e coltivavano il melograno, i Fenici loconsideravano una pianta sacra. Era certamente coltivato aCartagine ai tempi della sua distruzione; da qui pare sia statointrodotto a Roma dove i Romani lo consideravano simbolodell'amicizia e della democrazia. Si tratta di un arbusto moltoramificato che può raggiungere i 5-6 metri di altezza; la suacorteccia è grigia, con fessure longitudinali; le sue foglie sonocaduche, lucenti, generalmente opposte o disposte in fascetti; ifiori sono rosso vivace con 5-8 petali.

Il frutto è una grossa bacca detta balausta, rosso-aranciatoquando è maturo, con la buccia coriacea e diviso in logge checontengono chicchi simili a quelli del granoturco ma di colorerosso perlaceo.Del melograno vengono utilizzate tutte le parti della pianta: ifrutti, gustosi e dissetanti, le foglie, i fiori e la buccia dei fruttiservono a preparare infusi e decotti oppure tisane, la cortecciadella radice per debellare i vermi che possono insediarsi nelnostro corpo. Il melograno cresce nel clima temperato emediterraneo.

CORBEZZOLO

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E' un arbusto o alberello sempreverde che può raggiungerel'altezza di 5 metri, con una ruvida corteccia scura. Le foglie sono di colore verde scuro, più chiare nella paginainferiore, lunghe 4-5 cm., ellittiche, lucide, col margineseghettato. I fiori sono piccoli e a gruppetti, di un colore che vadal bianco al roseo.

I frutti sono simili alle fragole, sferici, grandi fino a 2 cm., conuna superficie verrucosa e ruvida. I frutti sono commestibili mahanno un sapore molto particolare che non a tutti è gradito. InCorsica vengono utilizzati per preparare un particolare tipo digrappa detta “vino di corbezzolo”, si preparano marmellate inToscana è diffuso il miele di corbezzolo. Le altre parti dellapianta hanno proprietà medicinali.

CORNIOLO

Il corniolo, originario dell’Europa sud-orientale e dell’Asiaoccidentale, ha pregi ornamentali per la fioritura precoce e ilcolore dei frutti; ne esistono alcune varietà selezionate, confoglie di diverse tonalità.

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Allo stato naturale, si trova nelle radure e ai margini dei boschidi latifoglie sia in pianura sia in media montagna. E’ uno degliarbusti che fiorisce fin da Febbraio. Vive bene in quasi tutti iterreni, purché non siano aridi, ma preferisce i terreni calcarei.Gli antichi Persiani, iGreci e i Romaniusavano il durolegno del cornioloper farne aste digiavellotti, lance efrecce eattribuivano ai fruttiproprietàmedicamentose.

Il corniolo può diventare un alberello alto fino a 7,5 metri; lasua corteccia è squamosa e di colore bruno scuro; le fogliesono opposte e acuminate; i piccoli fiori giallastri simili aombrelle compaiono precocemente in primavera, prima dellefoglie; a essi seguono i frutti ellittici di colore rosso scarlatto,le corniole che, anche mature, conservano un sapore acidulo.

La corniola è uno dei frutti dimenticati col progressivoallontanarsi della gente dalla campagna. Un tempo era assainota per la preparazione di marmellate dal particolare gustoacidulo. Ne esisteva anche un certo commercio, a vantaggiodelle popolazioni povere delle colline. Un altro uso moltoantico di questo frutto è quello delle “olive di corniole”: siraccoglievano i frutti quando iniziavano a maturare e siconservavano in salamoia, come le olive. Dal loro seme siottiene un olio usato in saponeria. Le parti della pianta hannoproprietà medicinali.

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PASSIFLORA

La Passiflora è un rampicante originario dell'America tropicale.

Viene coltivata in Sud America a scopo alimentare per i suoifrutti dal gradevole sapore dolce acidulo, che vengonoconsumati freschi oppure utilizzati per preparare succhi,frullati, marmellate, gelatine o sciroppi. La Passiflora Caerulea è un rampicante vigoroso e rustico,apprezzato anche nei giardini per la bellezza dei fiori di colorebianco-indaco con un centro viola e verde. In fitoterapia si usa tutta la pianta per preparare tinture oestratti fluidi per combattere l’ansia e l’insonnia.

GIUGGIOLO

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Frutto oblungo, carnoso, bruno rossiccio con polpa biancoverde e nocciolo duro.

I1l sapore è acidulo-dolciastro alla maturazione e decisamentedolce nelle giuggiole appassite, considerate una vera golosità.Le giuggiole, secondo la tradizione, vanno raccolte il 29settembre, San Michele. Oltre ad essere consumatedirettamente (fresche o appassite) sono utilizzate in pasticceriaper confezionare canditi, sciroppi e bevande liquorose.

AZZERUOLO

Appartiene alla famiglia delle Rosacee. E’ un alberello che puòraggiungere i 4 metri di altezza, con un portamento espanso.

La sua corteccia è grigiastra, opaca, rugosa e solcata inverticale; le sue foglie sono decidue, di colore verde scurosopra e più chiare di sotto; i fiori sono bianchi e disposti incorimbi eretti; i frutti sono “pomelli” rosso scuro, con polpainterna biancastra. Come habitat, predilige i pendii collinari inbuona esposizione con substrato argilloso o calcareo. E’diffuso nell’Europa meridionale, in Asia Minore e nelNordafrica.Domesticato e diffuso come pianta da frutto, l’azzeruolo non hamai avuto il successo del melo, del pero o del ciliegio, tuttaviaproduce piccoli pomi molto gustosi che ricordano il saporedelle nespole. In Italia si incontra qua e là in Liguria, Piemonte,Lombardia, Emilia-Romagna e Sicilia.

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GELSO BIANCO O MORUS ALBA

Il gelso bianco può raggiungere un’altezza di 15 metri; ha unportamento espanso, tondeggiante e una corteccia bruna,solcata longitudinalmente.

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Le sue foglie sono decidue, ovato-acuminate, lunghe 16-18 cm.,di colore verde chiaro e un po’ più lucide sulla paginasuperiore. I suoi fiori sono unisessuali; quelli maschili sonodisposti in spighe e quelli femminili in glomeruli. I suoi fruttisono more eduli chiamate anche “moroni” per distinguerli daquelli del rovo.Fino a una cinquantina di anni fa il gelso bianco ha conosciutouna grande diffusione nel nostro continente per l’allevamentodel baco da seta che veniva nutrito con le sue foglie poi, conl’affermarsi delle fibre sintetiche, l’allevamento del baco daseta è andato scomparendo e con esso, la coltivazione delgelso.

I suoi frutti hanno un elevato contenuto di zuccheri e possonoessere consumati freschi oppure usati per preparare ottimemarmellate; inoltre da essi si ricava uno sciroppo ricco dizuccheri, acido malico e acido citrico, che viene usato per lesue proprietà astringenti contro le infiammazioni della faringe.

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SORBO O SORBUS DOMESTICA

Il sorbo domestico è una specie indigena dell’Europameridionale; in Italia cresce spontaneo nei boschi e ai marginidei campi e viene coltivato per il frutto. Nell’antichità, il fruttodel sorbo domestico era usato per farne una bevanda alcolica;veniva fatto fermentare insieme al grano e se ne ricavava unabevanda simile al sidro che viene ancora oggi prodottanell’Europa centrale.Il frutto può avere forma di piccola mela o di piccola pera; ècommestibile allo stato fresco soltanto quando è molto maturoo quando le gelate l’hanno addolcito. In campagna, si ottiene la

maturazione cogliendo i frutti acerbi e astringenti e stendendolipoi sulla paglia, come si fa con le nespole.Le sorbe avevano anche un uso medicinale per combattere lecoliche. Il sorbo domestico ha una crescita piuttosto lenta enon ha particolari esigenze di terreno, ma predilige i suolicalcarei.Il legno presenta venature, è compatto e, se ben stagionato,può essere lucidato molto bene; è utilizzato in falegnameria.

DIOSPIRO O KAKI

Il nome deriva da una parola composta greca che significa«divino frumento» in relazione alla squisitezza dei suoi frutti, icachi. Essi hanno un elevato valore alimentare dovuto all'altapercentuale di glucidi (zuccheri), una discreta percentuale diproteine e una elevata presenza di Vitamina A e C. Nell'insieme,i cachi forniscono abbondanti energie in quantità inferiore soloalle banane e ai mandarini; da qui il detto popolare secondo cuimangiare un caco è come mangiare un uovo. Sia i frutti che le

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foglie hanno anche proprietà medicinali ed erano usati dainostri nonni come calmanti o regolatori intestinali.Il Kaki è un albero sempreverde alto fino a 20 m., con una fittachioma rotonda. Le sue foglie sono di colore grigio scuro nellapagina inferiore e verde scuro lucido nella pagina superiore. Ifiori hanno piccole corolle a quattro petali di colore biancogialliccio.

I frutti sono simili ai pomodori, di gusto gradevole. La raccoltaha luogo a Ottobre-Novembre dopo che le foglie sono cadute e,generalmente, dopo le prime brinate. I frutti possono essereraccolti ancora duri e fatti maturare piano piano nella paglia oin un luogo caldo. Questa pianta proviene dalla Cina o dalGiappone ma viene spesso piantata nella zona mediterranea.

La specie presente nel nostro parco si chiama caco-vaniglia ocaco-mela: questa specie si differenzia perché commestibilefin dalla raccolta (non deve essere ammezzito), per la polpacolor cioccolato e per via dei semi.

CASTAGNO O CASTANEA SATIVA

Il castagno è un bell’albero dalla chioma ampia e tondeggiante.Un tempo costituiva la base dell’economia di molte regionicollinose e montane, sia per i suoi frutti, molto nutrienti, sia per

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il suo legname usato anche per le travature dei tetti. Oggi lacoltivazione del castagno è molto regredita a causa di unagrave epidemia di mal dell’inchiostro e dei profondi mutamentieconomici e sociali intervenuti nell’organizzazione delle regionimontane. La corteccia e le foglie hanno proprietàmedicamentose e sono usate per preparare infusi e decotti.

La specie presente nel nostro parco è denominata “marronechiuso di pejo”.Pur se può sembrare strano considerare il castagno un “fruttodimenticato” in quanto ancora presente nella nostra cultura, lapresenza di questa pianta nel nostro parco vuole ulteriormentesottolineare come i nostri castagneti, allora fondamentali per lasussistenza della nostra gente (non a caso veniva chiamato“l’albero del pane”, sono ormai stati completamenteabbandonati a se stessi, senza cura e senza un minimo dipulizia che possa garantire la sussistenza di queste eccezionalipiante.

NOCE Juglans Regia

La tradizione vuole che sotto il noce si celebrasse il gransabbah delle streghe e il concetto di magia è legato a questoalbero da antichissime credenze, forse, a causa di alcune suecaratteristiche osservabili e note. Il noce, ad esempio, è unalbero che non viene colpito dal fulmine, e questa suaimmunità gli ha creato attorno un'aureola di magia. Il perché diquesta esclusione è forse dovuto alla presenza di un aloneprodotto dalle sostanze aromatiche contenute nelle fogliefresche, che formerebbe una zona di scarsa conducibilitàelettrica. Inoltre, un detto popolare raccomanda di non mettersi adormire all'ombra del noce, se non si vuole prendere il mal di

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testa: anche questo potrebbe essere collegato alla presenza dioli volatili nell'area occupata dalle fronde del noce. Il seme, la noce, viene raccolto in autunno quando cade dopoessersi liberato dal mallo che lo protegge e lo mantieneattaccato ai rami.

Il frutto è squisito consumato fresco e secco, è molto nutrientee utilizzato per preparare molti dolci tra cui la «cupeta». L'oliodi noce viene utilizzato anche per preparare lozioni abbronzantie cosmetiche. Il mallo, quando è ancora verde, viene usato perpreparare il nocino (un liquore), oppure per tinture dei capelli odi altri materiali.Come per il castagno, anche se questa pianta non costituiva unsupporto fondamentale per la sussistenza della nostra gente,abbiamo ritenuto opportuno ospitare la specie per ricordare lasua presenza nella nostra tradizione contadina.

MELO RUS JAMBUN

La pianta madre è stata reperita nel comune di Inverso Pinasca(TO). E’ un albero con vigoria medio-elevata con un epoca di

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fioritura tardiva (2° - 3° settimana di maggio), il raccolto inveceè precoce (3° decade di agosto).

Le caratteristiche dei frutti sono: pezzatura molto grossa,aspetto attraente, forma conica breve, asimmetrica, buccialisca, rugginosità a livello della cavità peduncolare. Il colore difondo è giallo-verde.La polpa ha un colore bianco, tessitura fine, tipo croccante esapore dolce acidulo. Il frutto è poco suscettibile allaticchiolatura.

ACTINIDIA ARGUTA

L’actinidia (Actinidia Chinensis Planch) è una specie originariadella Cina, in particolare della valle dello Yang-Tze, dove èconosciuta con il nome di Mihoutao o Yang Tao. Nelle provincepercorse da questo fiume, le popolazioni locali raccolgono ifrutti delle piante spontanee da tempi immemorabili, perconsumarli poi durante tutto l’inverno tali e quali, comeconfettura o come succo fermentato. Le testimonianze cinesisull’uso dell’Actinidia come pianta da frutto e da giardinorisalgono alla dinastia Min (1200 a.C.) e sono contenute nellibro di antichi poemi e cantate Shi Juig. Dello stesso periodosono le citazioni nei testi del famoso erborista Li Shi-Zhen. Nelprimo dizionario di termini cinesi lo Er Ya (300-200 a.C.) il fruttoè indicato come una medicina contro la febbre, mentre siricorda nel contesto l’uso dell’acqua, in cui venivano fattibollire pezzi di tralcio, come colla per rendere particolarmenteresistente la carta da scrivere. In Europa fu introdotta nel 1847 dall’esploratore RobertFortune, reduce da una spedizione scientifica condotta in Cinape4r conto della Royal Societyof Horticulture di Londra ma di

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questa prima importazione restarono solamente deglispecimen. La specie fu reintrodotta in Inghilterra ad opera delbotanico E. H. Wilson, che spedì dalla Cina, dove si trovava peruna missione esplorativa, alcuni semi ai vivai Weitch & Son, iquali presentarono al pubblico nel 1903 le prime piante. Non ènoto quando la specie sia arrivata in Italia; le prime citazionirisalgono al 1934 anno in cui l’Actinidia figura nel catalogo delGiardino Allegra di Catania. Sempre agli inizi del secolo, lapianta fu introdotta quasi contemporaneamente in altri duecontinenti: l’America Settentrionale e l’Australia.In Italia le prime coltivazioni sorsero verso la fine degli anni ’60in Lombardia, sul Lago Maggiore, in Puglia e in EmiliaRomagna, seguite tra il ’72 e il ’74 da nuovi impianti nel Veneto,in Trentino, in Friuli Venezia Giulia, nel Lazio, nella zonadell’Agro Pontino, in Sicilia nel Catanese e infine in Piemontenel Cuneese.Nel 1985 con una superficie che, secondo le stime delMinistero dell’Agricoltura superava i 5000 ettari, l’Italia haassunto il ruolo di secondo produttore mondiale dopo la NuovaZelanda.

PERO MARTIN SECCO(SIN. MARTINSEC, MARTINO, ROUSSELET D’HIVER)

Pero di origine molto antica il cui luogo di provenienza èincerto. Pur essendo nota la varietà nei secoli precedenti, vienecitata in varia letteratura per tutto l’Ottocento in cui comincial’interesse mercantile. In Italia è coltivata nella colturapromiscua insieme a varietà similari.Il frutto è piccolo o medio turbinato con superficie lievemente evariamente irregolare. Peduncolo lungo, sottile, diritto osensibilmente arcuato, inserito all’apice spesso. Calice apertoo semiaperto con sepali visibilmente carnosi situati in unacavità poco profonda. Buccia abbronzata, sottile, sfumata dirosso con numerose lenticelle.

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La caratteristica polpa giallastra semifine si presentacroccante, granulosa, zuccherina con accentuato profumo olieve retrogusto aromatico. Il torsolo è medio-lungo. Il Martinsecco è da cuocere, di qualità molto buona.

Matura da Dicembre a Febbraio ed è da conservarsi in fruttaioo in frigorifero. Resiste perfettamente e a lungo impaccato oavvolto in velina in imballaggi chiusi a temperatura ambientenei mesi invernali.

Altre varietà interessanti già presenti nel parco:

La rosa canina

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Parti utilizzate: Fiori e frutti.Raccolta: i fiori si raccolgono in primavera quando sonoancora in boccio. I frutti si raccolgono a fine autunno quandosono ben maturi. Conservazione: L'essiccazione dei bocciolideve avvenire all'ombra. per il frutto l'essiccazione èproblematica ed è consigliabile utilizzare una fonte di caloreartificiale. i fiori devono essere conservati in recipientiermetici, i frutti essiccati anche in recipienti di legno oporcellana. Proprietà attribuite: Fiore: sedative, e lassative

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leggere. Frutti: antidiarroiche, diuretiche, antiscorbutiche. invirtù dell'alto contenuto in vitamina C. Impieghi: Dei boccioliconservati si usano solo i petali in infusi. I frutti secchipossono essere impiegati, previa liberazione dai peli e daisemi, per decotti. Dal giardino alla cucina: La marmellataottenuta con i frutti secchi raccolti a maturazione completa(dopo la prima gelata) è ottima, anche se un po’ laboriosa dapreparare.

Prugnolo - Prunus Spinosa - Famiglia RosaceeQuesto grande arbusto, che occasionalmente assumedimensioni di alberello, è spontaneo in Italia, e cresce aimargini delle zone boschive, nelle siepi e ai bordi dei campi.Forma macchie spinose così impenetrabili da fornireprotezione alle altre piante che crescono sotto, tenendo lontaniuomini e animali. Anche gli uccelli trovano protezione per i loronidi tra i suoi rami spinosi.

Il frutto, blu nero, noto come prugnola o susina di macchia,viene usato per marmellate e liquori, e per insaporire il gin. Siritiene che il prugnolo possa essere uno degli antenati deidiversi susini coltivati. Il legno ha alburno giallo chiaro edurame marrone. E’ duro e resistente e può essere lucidato.Siccome non è mai disponibile in assortimenti di variedimensioni, viene usato per attrezzi agricoli, intarsi e bastonida passeggio. I frutti, ridotti a fuoco lento alla pasta, eranousati comunemente come antidiarroico. Le foglie, essiccate suuna piastra, e leggermente torrefatta può servire come infuso,al posto del tè. Il prugnolo uno dei primi arbusti a fiorire; puòavere pregi ornamentali nei giardini naturalistici.

Le Foto:

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Prima

il primo anno

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Durante

Autunno 2000

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Prima

Autunno 2000

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Sabrina con il gelso

Liliana in un momento di pausa

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Saverio con il Corniolo

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Rosy e il giuggiolo

Davide con il melograno

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Massimo con il corbezzolo

Il momento dell’impianto del “pesante” azzeruolo

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I percorsi didattici:

NELLA NATURA LA DIVERSITA' E' RICCHEZZA

PREMESSAL'associazione e la cooperative sono sorte e operano allo scopo di promuovere e agevolarel'integrazione di persone, anche disabili e svantaggiate, e di concorrere al miglioramentodella qualità della vita con interventi ed esperienze a contatto con la natura e con l'ambiente.Le iniziative e gli interventi condotti a partire dal 1997 nella zona della Bassa Valle e sulla"Costiera dei Cech" nelle Prealpi Retiche, si sono esplicati in vari ambiti con particolareimpegno nel settore agricolo procedendo all'impianto e alla coltivazione di piante diparticolare pregio e interesse che producono "piccoli frutti" (mirtilli, ribes, uva spina, more)o "frutti dimenticati". Il duplice scopo che ci si é prefissati é stato quello di conoscere evalorizzare la diversità sia delle persone che delle specie, e quello di tutelare e perseguire unrapporto armonico con l'ambiente naturale.

OBIETTIVOL'obiettivo unificante della proposta sarebbe quello di offrire un'esperienza di impattoemotivo e conoscitivo da cui emerga il valore inestimabile della diversità nel tutelare egarantire il rispetto e l'armonia tra natura e uomo e tra uomo e uomo. Verranno offertispunti, informazioni e documentazioni che permettano ai docenti e ai bambini di approfondireed ampliare gli argomenti e le problematiche presenti auspicando l'ampliamento di quantoemerso e il mantenimento di contatti successivi all'incontro. I programmi che qui vengonoproposti hanno quindi un obiettivo educativo ambientale ed etico-sociale; la visita verràguidata sia da "esperti" che potranno offrire ragguagli e informazioni specifiche sulle piantein oggetto e sulle specie animali e vegetali che concorrono alla biodiversità nei contesti, siadai "diversi" protagonisti/attori del processo di intervento agricolo che potranno offriretestimonianze dirette sulle fasi e sui processi che hanno portato ai risultati attuali.Verrà offerta ai bambini la possibilità di operare un confronto tra l'ambiente naturale dipartenza e il suo presentarsi in seguito alle modifiche e agli interventi attraversol'osservazione e la scoperta, e la piacevole esperienza di vivere a contatto con persone che,integrandosi e collaborando, proprio grazie alla "diversità", hanno concorso alla creazione diun bene comune.

PROGRAMMA PRIMAVERILE"Piccoli frutti e aria di primavera"

9.30 - 10.30 - Accoglienza dei bambini e degli insegnanti presso la coltivazione di piccolifrutti ai "Prati del Bitto" in Comune di Cosio Valtellino; relazione sulle caratteristiche e gliimpieghi e le proprietà dei frutti e racconto delle fasi che hanno portato all'impianto daparte dei protagonisti e partecipanti.10.30 - 11.00 - Trasferimento in pullman in località Cadelsasso (700 metri s.l.m.) sulla costieradei Cech, per la visita del mirtilleto al "Camarel".11.00 - 12.20 - Breve passeggiata (10') fino alla coltivazione che si estende su circa 2000 mq.di un terreno a terrazzamenti. Visita al mirtilleto con descrizione delle piante coltivate, dellaflora e della fauna presenti e con relazione delle attività svolte per operare il recuperoambientale. I bambini avranno modo di operare un confronto, attraverso osservazione einduzione, tra il "prima" e il "dopo" l'intervento. 12.20 - 12.30 - Ritorno a piedi verso il nucleo abitativo di Cadelsasso.

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12.30 -14.00 - PRANZOOpzioni: - Consumo di colazione al sacco all'aperto o in luogo coperto in Cadelsasso. - Consumo di pranzo con piatti tipici presso un'azienda agrituristica di Categnoraggiungibile in 20' con un percorso parte in pullman e parte a piedi .14.00 - 15.30 - Costruzione di aquiloni in piccoli gruppi o altre attività creative.15.30 - 17.00 - "Varo" o "lancio" degli aquiloni in Cadelsasso o in località S.Bernardoraggiungibile con 20' di pullman, in prossimità del nucleo abitativo di Civo. La scelta dellalocalità é determinata dalla presenza costante di brezza proveniente dal lago di Como.17.00 - Ritorno

PROGRAMMA AUTUNNALE (Ottobre)"Musica e sapori del bosco"

Questa visita avrà luogo solo sulla Costiera dei Cech, in località Cadelsasso o nelle suevicinanze, in concomitanza con la raccolta delle castagne.Ore 9.30 - Accoglienza dei bambini nella piazzetta di Cadelsasso. Passeggiata nel bosco indirezione del "Parco dei frutti dimenticati" adiacente il mirtilleto.Osservazione delle piante (corbezzoli, giuggiolo, gelso, sorbo da frutto, azzeruolo, cacovaniglia, melograno, passiflora, vecchie viti, meli e peri), distribuzione di immagini e schedeinformative sulle piante.

Ore 11.00 - Raccolta di castagne nel bosco e breve storia del castagno e degli usi e proprietàdei suoi frutti.Ore 12.20 - Ritorno in località Cadelsasso a) Consumo di colazione al sacco b) Consumo di pranzo da "Olesia" - agriturismo in loc. CategnoPossibile proiezione di diapositive Ore 14.30 - In piccoli gruppi, costruzione di strumenti musicali con materiali del bosco."Concerto" con gli strumenti fabbricati. Ore 15.30 - Cernita e preparazione delle castagne "braschée".Ore 16.00 - Merenda a base di castagneOre 16.30 - 17.00 - Rientro a casa.

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La prima gita scolastica al Parco

con i bambini di Gravedona

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Con un giretto ….

al mirtilleto

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La prima proposta diTURISMO SOCIALE

UN GIRO NEL MUSCHIOUna gita solidale alla “costiera dei Cech”

(Valtellina Sondrio)maggio – ottobre

Programma:ore 10.00: accoglienza presso la stazione di Morbegno, trasferimento presso il Torchio di Cerido erelativa visita guidata.Dopo la visita ci sposteremo con i mezzi presso il vicino paese di Dazio dove, dopo una breve passeggiatadi cinque minuti raggiungeremo la località dove pranzeremo** .Dopo il pranzo ci avvieremo per un trekking di 45 minuti circa attraversando la solitaria frazione diRegolido e che ci porterà fino al “Camarel” dove effettueremo una visita guidata della coltivazione dimirtilli giganti e del “Parco dei frutti dimenticati”.Successivamente, dopo un’altra passeggiata di ca. 15 minuti, ci sposteremo presso il solivo borgo diCadelsasso dove offriremo tè e biscotti e alcune dimostrazioni di laboratori artistico artigianali nonchéuna veloce proiezione di diapositive “Le erbe selvatiche in cucina” con relativi consigli per l’uso.Al termine ci sarà la possibilità di effettuare una breve ricognizione del borgo e di curiosare tra le nostrebancarelle.Ore 17.00: trasferimento presso la stazione con i mezzi

Un gruppo di visitatori

In omaggio per ogni gruppo i libretti autoprodotti “L’albero del pane” e “Il parco dei frutti dimenticati”.Numero minimo persone: 15 – massimo 26Si accettano solo prenotazioni con 15 giorni di anticipoAutunno: aggiunta dei braschée (caldarroste)

**Il pranzo prevede Polenta, salsiccie, bevande e caffé (esclusi gli extra).In caso di cattivo tempo la gita verrà rinviata – pagamento al mattino.Treni da Milano: andata part. ore 8.15 – arr. ore 9.50 – ritorno: partenza ore 17.52 – arrivo ore 19.30

Attenzione: trattasi di proposta finalizzata alla sensibilizzazione rispetto alle potenzialità “dimenticate” dipersone portatrici di handicap e alle numerose possibilità di un miglioramento della vita delle stesse.L’organizzazione e la realizzazione sarà infatti condotta anche da persone disabili.

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NOTE SULLA COSTIERA DEI CECH

La costiera dei Cech: zona di particolare interesse, sia naturalistico che architettonico ed etnografico, è iltermine utilizzato per riferirsi al versante retico valtellinese fra Colico e Talamona, tratto piuttostouniforme e privo di valli profonde, assai soleggiato.Nella “costiera” sono presenti diversi paesini situati principalmente nella fascia che va dai 500 agli 800mt. di altitudine, appositamente costruiti in quota per evitare l’insano ambiente del fondovalle un temporegno delle zanzare. Gli abitanti di questi paesini sono chiamati Cech, nome che vuol significare “vivaci”“avventurosi” (Guido, il nostro presidente, quale Cech originale, lo dimostra) e probabile memoria diantenati di stirpe Franca: il nome pare infatti che derivi da Francesc, oppure da “ciechi” (alla fede) perchéfurono gli ultimi a convertirsi al cristianesimo. Cerido è un piccolo abitato ben conservato che presenta ancora alcune rarità architettoniche, nascosto neicastagneti si trova a pochi chilometri da Morbegno.Qui visiteremo l’antica casa che ospita il "Museo della vinificazione" e uno dei torchi più grandid'Europa: una costruzione in legno di castagno gigantesca con una leva lunga 15 metri. Assieme al torchiopotremo osservare tutti gli attrezzi una volta utilizzati per la vinificazione.Questo torchio, risalente al XVII secolo, è uno degli ultimi rimasti a ricordare lo spirito di cooperazioneche contraddistingueva le famiglie della precedenti generazioni. Molte famiglie infatti si sono unite perrealizzarlo, l’utilizzo e la manutenzione veniva diviso rispettando precisi turni.Dazio raggiungibile da Morbegno (5 km) o dalla strada che parte da Mello dopo aver passato Civo eSerone. Il nome dovrebbe derivare dalla tassa che pagava al locale feudatario chi doveva transitare ilbestiame in direzione Val Màsino. Il paese è caratterizzato da una piana a 600 mt. di altitudine con campi e prati, alberi da frutta, viti e fiori.Dazio è a volte detto “il paese dei romani” e gli emigrati tornano spesso al luogo di origine. La suavocazione turistica viene evidenziata dalle nuove villette che, seppur discrete, evidenziano il contrasto conle vecchie abitazioni. Da Dazio una strada porta alla solitaria Regolido, frazione ormai quasi disabitata,dalla quale si transitava per scendere ad Ardenno.Cà del Sasso è una piccola frazione del comune di Civo situata a 747 m. di altitudine e a 8 Km. daMorbegno. Trattasi di un piccolo agglomerato urbano quasi completamente dimenticato. Viene descrittada pochissime guide, una di queste, curata dal sig. Mario Gianasso, cita testualmente: “ … dai nomi belli erisonanti che sembrano preannunciare la vicina val Màsino. Molto pittoresche sono le case fitte e rusticheche si accostano l’un l’altra in una singolare armonia di colori chiari e di intonaci tra i quali spiccano lefacciate in pietra viva , resa cupa e nerastra dal tempo”.Come tutti i piccoli paesi di montagna è stato oggetto, negli ultimi anni, di un rapido spopolamento afavore della bassa valle (ormai bonificata) o addirittura della zona di Milano o di Roma. L’attualepopolazione residente, di ca. 25 abitanti, evidenzia questo calo e la tendenza a diventare la classica zonadi villeggiatura estiva. Solo per quindici giorni all’anno, i proprietari delle case ripopolano completamenteil paese.Nel 2000 abbiamo assistito al ritorno della cicogna dopo diciassette anni di assenza.

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AIUTATECI A MIGLIORAREQUESTA EDIZIONE

FORNENDOCI QUALSIASI INFORMAZIONE,CONOSCENZA, RICETTA, SEME CHE RIGUARDI

I FRUTTI DIMENTICATI

L’ASSOCIAZIONE RINGRAZIA TUTTI IVOLONTARI CHE HANNO CONTRIBUITO ALLA

RIUSCITA DEL “PARCO DEI FRUTTI DIMENTICATI”

NELLA FRAZIONE DI CADELSSASSO DELCOMUNE DI CIVO

e in particolareATTILIO LOCATELLI E

IL DOTT. BOUNUS ROBERTO

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Il MuschioCooperativa Sociale

L’Associazione di Volontariato è stata costituita il 15-2-97 ed ha i seguentiscopi: arginare il fenomeno dell’emarginazione di persone disabili e/osvantaggiate, svolgere attività finalizzate al recupero ambientale e promuovereattività culturali, agricole, artigianali, ecc..L’Associazione è iscritta all’Albo Regionale delle Associazioni di Volontariato alfoglio n. 603 progressivo 2408 sezione A (sociale) (Decreto n. 6064 del 6-11-98) e all’Albo delle Associazioni di Solidarietà Familiare (Decreto 28608 del14/11/00).

La Piccola Cooperativa Sociale, con scopi similari, è stata costituita il 21-05-2002ed è Iscritta al registro Prefettizio delle cooperative al n. 75 e al n. 34 dellasezione “sociale” decreto del 3-06-2002 nonché all’Albo Regionale delleCooperative Sociali ai sensi L/r 16/93: decreto n. 12880 dell’8/7/2002

Allo stato attuale le attività in corso sono:

“Progetto CAMAREL” (settembre 1997): recupero di un fondo terrazzato di ca.2.000 mq., ubicato nel comune di Civo, Frazione Cadelsasso, che da oltre 25 anninon viene coltivato, concesso in locazione per un periodo di 15 anni.

Mirtilli in primavera

Su tale appezzamento è stata realizzata una coltivazione di piante di mirtillo giganteessendo presenti le condizioni ottimali per una buona riuscita di tale coltura.L’obiettivo principale del progetto e, dell’Associazione, è quello di fornire unambiente che possa prevedere forti contenuti socializzanti e formativi conparticolare attenzione alle persone diversamente abili. A tale fine sono stati

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effettuati degli interventi per rendere quanto migliore possibile l’accessibilità allepersone non deambulanti;

Il mirtilleto

“Progetto ARCOIRIS” poi “SELVA” (dicembre 1998): grazie alla collaborazione conla sezione Anffas di Sondrio e con la Fondazione Sansi Martino, che ha messo adisposizione un immobile in Morbegno, Largo Maurizio Quadrio e successivamentela nuova sede e terreni in Cosio Valtellino, in via Lombardia (donazione di Don UgoSansi), il progetto prevede l’offerta di servizi educativi e occupazionali rivolti inparticolare a persone dis-abili e in generale a persone con difficoltà diapprendimento e/o svantaggiate e/o a rischio di emarginazione.Sono proposte:- attività per persone adulte caratterizzata da una forte connotazione lavorativa e

attenzione alle dinamiche relazionali nonché allo sviluppo delle potenzialità attea favorire il più possibile un’autonomia di vita (servizio convenzionato con iComuni del mandamento e la locale Azienda Sanitaria);

- attività più specificatamente educative attraverso la musica, il computer, ilmovimento, la pittura, ecc.

“Progetto PRATI” (febbraio 1999): avviato nel febbraio 1999 in collaborazione conla Fondazione Fojanini per effettuare una ulteriore piantagione di piccoli frutti(more, uva spina, ribes, lamponi) e di un orto presso il fondo messo a disposizionedal “Comitato Pro Fondazione Sansi Martino” ubicato in loc. Prati del Bitto nelComune di Cosio Valtellino;

“Progetto PARCO DEI FRUTTI DIMENTICATI (febbraio 2000): bonifica di unaulteriore area di 1.500 mq. in Cadelsasso con l’impianto di frutti “dimenticati”:azzeruolo, gelso, susine di pagno, pero martin sec, giuggiolo, sorbo, corbezzolo,ecc.;

“Progetto Saraceno” (attualmente in sospeso a causa di eventi franosi)

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Il giorno della mietitura

progetto sperimentale supportato dalla locale Comunità Montana e teso a fornireindicazioni rispetto alla re-introduzione della coltivazione del grano saraceno.

Progetto Saraceno: il saraceno in fiore Progetto Saraceno: la frana del 26-11-02

PROGETTI IN CORSO”:

“EQUAL”: a valere sul fondo sociale europeo per lo sviluppo di aree rurali depressee per favorire l'occupazione e basato principalmente su attività sociali facendoriferimento a agricoltura e turismo etico;“TORCHIO”: ristrutturazione di un vecchio rudere vicino al fondo di Cadelsasso dautilizzare per le attività istituzionali.

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Il “Torchio” prima e allo stato attuale. Il Progetto è stato finanziato dalla FONDAZIONECARIPLO.

Progetti nel “cassetto”:PROGETTO GIOIA DI CAVALCARE: assieme all'associazione Gruppo dellaGioia di Talamona: attività di avvicinamento al cavallo o all'asino

Cosio Valtellino - SO - Via Lombardiatel. e fax 0342 635238

email [email protected] sito: www.provincia.so.it/associazioni/muschio

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In collaborazione con:

"Fondazione Sansi Martino"

con sede in Cosio Valtellino, Via Prati delBitto,

istituita con testamento da

Sansi Don Ugo

deceduto a Nazareth il 14 aprile 1997.

La casetta realizzata dalla Fondazione Sansi Martino sui Prati donati da Don Ugo Sansi

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AssociazioneAmici del Bambino

ONLUS

Via Martello n. 823017 MORBEGNO (SO)

Casella Postale n. 84Tel. 0342 614373Fax 0342 600322

L’Associazione ha peroggetto lo studio, lapromozione e larealizzazione di tutte leiniziative atte alla TUTELAdel BAMBINO che necessitisia di ricovero ospedalieroche di intervento in ambitofamiliare e istituzionale.

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SIAMO una Associazione senza scopo di lucro che opera nel campo della formazione con orientamento alla PSICOSINTESI e allapsicologia transpersonale e che promuove un nuovo rapporto con la TERRA ricercando le radici della propria identità anche attraversola tradizione intesa come saggezza del tempoCREDIAMO nella capacità di ognuno di ridisegnare il proprio progetto di vita attraverso l'ascolto di sé e l'incontro con l'altroDESIDERIAMO promuovere una nuova visione dell'educazione, delle relazioni umane, dell'incontro con la TerraLa PSICOSINTESI è stata pensata e diffusa da Assagioli all'inizio del secolo ed è innanzitutto un metodo e una prassi che si rivolgeall'uomo nella ricerca della sua realizzazione; quindi non si identifica con un unico ambito applicativo ma trova vari campi diapplicazione: 1) AUTOFORMATIVO, rivolto alla crescita personale di ognuno; 2) EDUCATIVO, ovvero l'area dell'educazione in sensolato sia per l'età evolutiva che per l'educazione adulta permanente; 3) TERAPEUTICO, rivolto a situazioni di sofferenza e di patologia insenso ampio; 4) INTERPERSONALE, che riguarda il rapporto duale, di cui una specifica forma è la psicosintesi di coppia; 5)SOCIALE, come applicazione a vari tipi di gruppo e di contesto.La psicosintesi autoformativa viene vista come un modello di trasformazione della coscienza umana, in cui gli aspetti viscerali ementali si integrano col cuore. Psicosintesi come "arte di vivere", come sforzo di comprendere il senso della vita per giungere adesprimerne le qualità migliori.

GEA pone l'attenzione sulla RELAZIONE poiché l'individuo, che ne sia consapevole o no, vive in costante relazione con glialtri uomini/donne, con gli animali, con le cose, con la Terra, con la dimensione spirituale ed individua come strumento l'E-DUCAZIONE

A CHI CI RIVOLGIAMO

Agli adulti, ai genitori, agli insegnanti, agli operatori sociali poiché nel percorso che mira a chiarire quali siano i valori sui qualifondare la nuova cultura e la nuova società, "il primo passo è riservato agli adulti. Gli uomini e le donne interessati alla nuovaeducazione e a un nuovo modo di vivere questo pianeta, dovranno prima di ogni altra cosa preparare in coscienza questoevento. Sarà quindi necessario costruire un tessuto di coscienze adulte e coerenti, che farà da alveo di accoglienza della ge-nerazione futura." (J. Krishnamurti)

Ai neonati, ai bambini e agli adolescenti poiché il crescere necessita "di un clima di affetto e valorizzazione in cui si può pro-vare ad affermare se stessi ed elaborare attivamente strategie creative di superamento delle frustrazioni che si incontrano."(Silvia Bonino)

Agli asili nido, alle scuole per l’infanzia, alle scuole elementari per proporre percorsi di autostima, consapevolezza delle attivi-tà o cose che danno piacere, consapevolezza delle proprie attitudini, valorizzazione delle proprie risorse, senso di responsa-bilità ed autonomia e perché sappiano riconoscere che ogni minimo danno fatto alla Terra si riversa su loro stessi. Alle scuo-le medie di primo e secondo grado per consolidare gli aspetti sopra esposti della personalità, aiutare a comprendere ed af-frontare problemi sociali e valoriali.

GEA intende proporre le proprie attività con l’ausilio della forza educativa della parola, della musica, del colore, del movimento,della Terra puntando sullo sviluppo della creatività che sappia, come dice Augusto Boal per il suo teatro, non solo riflettere sul passatoma preparare il futuro, interpretare la realtà e trasformarla.

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G.A.S.P. è una associazione sportiva promossa da Anffas(Associazione Nazionale Famiglie Disabili Intellettivi eRelazionali) e sviluppa le proprie attività in collaborazionecon la Piccola Cooperativa Il Muschio.Costituita nel 1996 per lo svolgimento di attività sportive ingenere presenta la particolarità di coinvolgere persone dis-abili, favorendo la loro integrazione e lo sviluppo fisico esociale attraverso la stimolazione delle capacità motorie el’integrazione sia nel contesto sportivo sia nella comunità.Allo stato attuale G.A.S.P., composta da oltre 40 associati,pratica lo sport della pallavolo con allenamenti settimanalipresso la palestra Prati Grassi di Morbegno partecipando,con due squadre, ai vari tornei locali.

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C.E.P.S. Centro Emiliano

Problemi Sociali per la Trisomia 21Via Colombarola n. 46 - 40128 BOLOGNA

Tel. 051 322041 Fax 051 325468 Codice Fiscale92006010372 -Personalit Giuridica Decreto 660 del 27/10/86Regione Emilia

Romagna -

Conto Corrente Postale 21244405(E' gradito l'aiuto)

Questo personaggio è "Colla": il simpatico protagonista di un libretto afumetti che racconta in modo semplice la"storia" della Sindrome di

Down.

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ANFFAS ASSOCIAZIONE NAZIONALE FAMIGLIE DI PERSONE DISABILIINTELLETIVI E RELAZIONALI - SEZIONE DI SONDRIO - P.LE VALGOI 12 –

SONDRIO - 0342 510977

FONDAZIONE P.FOJANINI DI STUDI SUPERIORI - SONDRIO – 0342 614587

ASSOCIAZIONE KAPPA - SONDRIO – 0342 514977

AGENZIA PER LA PACE - Sondrio – Morbegno – Chiavenna

GRUPPO DELLA GIOIA - Talamona

LAVOPS. Centro di Servizi Sondrio Lecco Volontariato - SONDRIO - 0342 –20.00.58

LABOS COOPERATIVA LABORATORIO SOCIALE A R.L. MORBEGNO –0342 610861 – [email protected]

LA CENTRALINA - CERMELEDO – 0342 61.04.67

COOPERATIVA INSIEME - MORBEGNO – 0342 61.45.87

AZIENDA SANITARIA LOCALE (Servizio Sociale Mandamento di Morbegno tel. 0342 61.14.02)

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FONDAZIONE CARIPLOVia Monte di Pietà, 8 - 20121 MILANO - Tel. 026239.1 Fax 026239.238

FONDAZIONE CREDITO VALTELLINESE Piazza Quadrivio, 8

23100 SONDRIO - Tel. 0342 522111 Fax 0342 522739

COMUNITA' MONTANA VALTELLINA DIMORBEGNO

Piazza E.Bossi, 2 - 23017 MORBEGNO - Tel. 0342 613124 - Fax 0342 614260

BIM Consorzio dei Comuni del Bacino Imbrifero Montano dell'Adda e del Mera

Via Romegialli, 27 – 23100 SONDRIO

COMUNI DELLA BASSA VALLE

DITTA STEFANO PEDEMONTIVia Damiani, 29 - 23017 MORBEGNO Tel e fax 0342 610110

BRACELLI TRASPORTI SNC Via XXV Aprile, 18 - 23013 COSIO V.

Tel e fax 0342 635329 – [email protected]

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ART & GRAPHICAdesktop publishing

[email protected] – 0342 513329

STUDIO IMMOBILIARE di Emanuela Faicchia Via Carlo Cotta, 26 - 23017 MORBEGNO - Tel 0342 614989

R.G.M. DI GUSMEROLI EZIO Snc Ferramenta e macchinari Via Damiani, 30 - 23017 MORBEGNO Tel e fax 0342 610838 – 610352

PROGETTO LEGNO SRL Strutture in legno massiccio e lamellare Via Nazionale, 12 - 23012 CASTIONE AND. - Tel e fax 0342 567156

LATTERIA SOCIALE VALTELLINA S.S.Stelvio, 139 - DELEBIO - Tel. 0342 685368 - Fax 0342 684263

WANAPA AMERICAN BAR e CROTTO DI DAZIO- Via Ninguarda, 3 - 23017 MORBEGNO - Tel. 0342 610446

CICLI MINOVia San Marco, 37 - 23017 MORBEGNO - Tel. 0342 611169

ROVAGNATI MARIO & C. SNC - Macelleria Salumeria Prodotti Tipici P.zza S.Giovanni, 17 - 23017 MORBEGNO -

Tel. 0342 610321 - Fax 0342 600658

IL GELATIERE di Damanti Mauro & C. Via Rivolta – 23017 MORBEGNO – Tel. 0342 – 611592

GELATERIA LA GROTTA Specialità Semifreddi Via Vanoni, 83 – 23017 MORBEGNO – Tel. 0342 615010

AZIENDA AGRICOLA DELLA MADDALENA – latte e formaggi di capraVia Stelvio - Montagna in Valtellina

GALBUSERA DOLCIARIACosio Valtellino

FRATELLI CIAPPONI Bitto, Enoteca, Specialità ValtellinesiMORBEGNO – www.ciapponi.com

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Il MuschioCooperativa Sociale

VANTAGGI FISCALI

Ogni offerta a favore dell’Associazione, qualora non ecceda i 4 milioni di Lire oil 2% del reddito di impresa, e comunque, per gli imprenditori, per un massimodel 2% del reddito, sono detraibili dalle tasse nella misura del 19%

L’eventuale donazione può essere vincolata ad una delle seguenti iniziative:- iniziative a favore di una migliore integrazione scolastica di persone

svantaggiate- iniziative a favore dell’integrazione di persone disabili- iniziative di tutela e recupero ambientale

CITIAMO INOLTRE:- Le derrate alimentari e i prodotti farmaceutici, alla cui produzione o al cui scambio èdiretta l'attività dell'impresa, che, in alternativa alla usuale eliminazione dal circuitocommerciale, vengono ceduti gratuitamente alle ONLUS, non si considerano destinatia finalità estranee all'esercizio dell'impresa ai sensi dell'articolo 53, comma 2, del testounico delle imposte sui redditi, approvato con il decreto del Presidente dellaRepubblica 22 dicembre 1986, n. 917.- I beni alla cui produzione o al cui scambio è diretta l'attività d'impresa diversi da quellidi cui al comma 2, qualora siano ceduti gratuitamente alle ONLUS, non si consideranodestinati a finalità estranee all'esercizio dell'impresa ai sensi dell'articolo 53, comma 2,del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con il decreto del Presidente dellaRepubblica 22 dicembre 1986, n. 917 . La cessione gratuita di tali beni, per importocorrispondente al costo specifico complessivamente non superiore a 2 milioni di lire,sostenuto per la produzione o l'acquisto, si considera erogazione liberale ai fini dellimite di cui all'articolo 65, comma 2, lettera c-sexies), del predetto testo unico.

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COME RAGGIUNGERCI:

Progetto “Camarel”, Parco dei frutti dimenticati, Torchio

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La sede a Cosio Valtellino – Via Lombardia (Fondazione Sansi Martino)

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Il MuschioCooperativa Sociale

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