Comunita degliItaliani di Zara Zajednica Talijana Zadar · peratore Francesco Giuseppe in visita a...

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Drzavni arhiv u Zadru Znanstvena knjiznica Zadar Comunita degli Italiani di Zara Zajednica Talijana Zadar Via/ulica Borelli 8 e/i Ante Kuzmanica 2a, Zara/Zadar, dal/od 22.10.-10.11. al/do 7 6

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Drzavni arhiv u Zadru Znanstvena knjiznica Zadar

Comunita degli Italiani di ZaraZajednica Talijana Zadar

Via/ulica Borelli 8 e/i Ante Kuzmanica 2a, Zara/Zadar,dal/od 22.10.-10.11. al/do7 6

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„A Zara non si frequenta il teatro soltantoper convinzione o per abitudine: lo si frequentaper passione“ – constatava più di un secolo fail periodico „Scintille“.

Una passione plurisecolare che sfociò nell´erezione del Teatro Nobile, in contrada S. An-tonio, pressapoco dov´ è oggi quello Nazionale,nel 1783.

Era un teatro sociale, con tre ordini dipalchetti (74 in tutto, più quello di rappresen-tanza) e venne a costare 3.000 zecchini. Eraamministrato da due „nobili presidenti“, elettidall´ assemblea annuale dei compatroni, ed essiprovvedevano al repertorio, alla scritturazionedegli artisti e degli impresari. Curavano inoltrela stampa dei libretti delle opere liriche chevenivano rappresentate.

Il pubblico preferiva le opere liriche e quellebuffe, specie quelle del Cimarosa, del Rossini,del Bellini, del Donizetti, del Mercadante, chearrivavano sulle scene zaratine solo uno o dueanni dopo la loro prima assoluta a Venezia o aMilano.

Primarie compagnie di prosa venivano dall´Italia con drammi e commedie, tenendo aggior-nato il pubblico, sempre avido di novità .Vi cal-carono le scene Ernesto Rossi, il celebrecaratterista Antonio Papadopoli, zaratino, Er-mete Novelli fanciullo, Eleonora Duse bam-bina. Vi ebbero luogo cavalchine e veglioni.

L´ attività centenaria del teatro venne det-tagliatamente e magistralmente ricostruita daGiuseppe Sabalich nella sua „Cronistoria aned-dotica del Nobile Teatro di Zara“, „gustoso af-fresco della vita sociale d´ una città diprovincia, in fondo calma e serena, in un secolotormentato“ (M. Perlini).

Il 18 gennaio 1882, dopo il disastroso incen-dio del Ring Theater viennese, il Nobile, nelfrattempo diventato teatro della Società Filo-drammatica Paravia, interdetto per feste pub-bliche e private, dovette chiudere i battenti..

Intanto, però, dopo che Spalato, l´ eterna ri-vale, aveva inaugurato il suo Teatro Bajamonti(1859) e Ragusa quello Bonda (1863), oggi„Marin Držić“, la coscienza campanilisticazaratina fu scossa. E la ducal città volle il suonuovo, splendido teatro.

Ne lanciò l´ idea il musicista e critico mu-sicale Giovanni Salghetti Drioli, della famigliadei noti distillatori di maraschino, e alcuni ap-partenenti della „crème de crème“ zaratina (tracui l´ avv. Natale Filippi, il dott. Simeone Cat-tich, il cav. Antonio de Stermich di Valcrociata,l´ industriale Nicolò Luxardo, il possidenteGiuseppe Perlini) costituirono una società perazioni, quella del Teatro Nuovo, appunto.Venne eletta una commissione del sodalizio,che incaricò l´ architetto veneziano dott. En-rico Trevisanato, noto progettista di teatri, dielaborare il progetto dell´ edificio, attenendosiperò ai suggerimenti della commissione stessa,mentre la direzione dei lavori venne affidataall´ ingegnere locale Miho Klaić.

Dai conti Lantana fu acquistato, per 6.000fiorini, un fatiscente palazzotto, già dimora deivescovi di Nona, attorniato da orti e catapec-chie, al civ. n. 414 di Campo Castello.

I lavori ebbero inizio il 25 aprile 1864, assaiprima che da Vienna giungesse il nulla osta.

La costruzione venne affidata all´ impren-ditore locale Angelo Cantù (proti muratoriNicolò Trigari e Giovanni Mazzoni), l´ os-satura interna a Francesco Fabbrovich, coadiu-vato dai maestri d´ ascia Francesco Fisser,

Storia del teatro “Verdi”

TTeeaattrroo NNoobbiillee / Plemenito kazalište

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Guglielmo Zillio, Giacomo Užigović, la deco-razione interna al triestino Leone Bottinelli eal veneziano Carlo Franco, il palcoscenico a Ja-copo Caprara.

Il teatro che era costato ben 110.000 fioriniera pronto ad accogliere il pubblico la sera del1o settembre 1865, quando vi si dette una festadi commiato per il governatore barone Lazzarode Mamula. Fu però inaugurato ufficialmentela sera del 7 ottobre 1865, vigilia del Santo pa-trone S. Simeone Giusto profeta (quando,tradizionalmente, aveva inizio la stagioneteatrale) con l´ opera „Un ballo in maschera“di Giuseppe Verdi. Maestro concertatore e di-rettore d´ orchestra di questa stagione lirica erail mo Antonio Ravasio (1835-1912), allievo delConservatorio milanese, mo di capella dellabasilica metropolitana di S. Anastasia, chescritturò in Italia i cantanti Lena Tencajoli, so-prano, Fanny Guillemin, soprano leggero, Er-cole Storti-Gozzi, baritono, Giuseppe Wagner,basso.

Il teatro era lungo 44,50 metri. La sua fac-ciata principale (nell´ ordierna Via Biankini,già del Teatro Nuovo) e quella che dava sullospiazzo del Castello (Trg 3 bunara) erano ne-orinascimentali. Sopra i 5 finestroni principaliche sormontavano le arcate del porticato, incinque nicchie erano sistemati i busti delGoldoni, del Rossini, dell´ Alfieri, di TeobaldoCiconi, in mezzo ai quali troneggiava quello diDante Alighieri. Per le cinque porte d´ ingressosi entrava nel vestibolo e nell´ atrio, pure distile rinascimentale. A sinistra il caffè e lesalette del „fumoir“ a destra invece gli ufficidella direzione e gli uffici.

La platea e il sottoscena si trovavano al pi-anterreno. Due scalinate davano accesso aipalchi di peppiano (mezzanino) e agli ambu-lacri dei palchi di prima fila (al primo piano), diseconda fila e all´ ampio loggione (al terzopiano). Al secondo piano, dalla parte oppostadel palcoscenico, v´ era la sala per i concertidella Filarmonica (con 400 posti) e le saletteadiacenti. I tre ordini di palchi, 25 per ognuno,circondavano a foggia di ferro di cavallo laplatea. Li sovrastava il loggione. I palchi eranosfarzosamente decorati.

Magnifici i lampadari. Sul „plafond“, versoil boccascena v´ era un affresco allegorico di

grandi dimensioni „Il trionfo del progresso“del pittore triestino, allora abbastanza noto,Antonio Zuccaro. La sala era stupendamentearmonica.

Nella serata inaugurale, stando ai giornalidell´ epoca: „La sala teatrale presentava unospettaolo incantevole... lo spettatore potevaritenersi quasi magicamente trasportato in unagrande città, sede della moda e della ric-chezza“.

Sfarzosamente fu addobbato il Teatro per ilgalà offerto dalla Società Filarmonica all´ im-peratore Francesco Giuseppe in visita a Zaranel maggio del 1875 e che assistette pure ai dueprimi atti de „Un ballo in maschera“ verdiano.

Per decenni e decenni, dalla sera della suainaugurazione quasi fino alla sua tragica fine, ilteatro fu il fulcro della vita culturale, e non soloculturale, zaratina. Vi ebbero luogo spettacolidi vario genere: opere liriche, operette e bal-letti, commedie e drammi, spettacoli di varietà,film muti e sonori, balli e veglioni. E da sei aotto concerti annuali della Società Filarmonica(fondata nel 1858), nella apposita sala capacedi 400 posti a sedere, mentre il teatro potevaospitare 1.500 spettatori (ben trecento il log-gione) in una città che aveva si e no dai sette aidiecimila abitanti.

Si andava a teatro per passione dell´ arte,per diletto e per svago, ma anche per sfoggiaregli abiti testé arrivati da Vienna o da Parigi, gliori e gli gioielli di famiglia, per corteggiare oessere corteggiati, per chiacchierare e spette-golare durante gli intervalli. Possedere un palco

PPiiaannttaa ddeell TTeeaattrroo ““VVeerrddii”” / Nacrt kazališta “Verdi”

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era simbolo di decoro e di prestigio, di apparte-nena all´ élite cittadina. Le solite „Scintille“constatavano: „Al nostro teatro accedono dalprofessore al facchino, dalla presidentessa allacameriera di birreria. Il teatro per noi è il ter-mometro dell´ agiatezza. Chi non va a teatrodieci volte su venti è al secco di quattrini“.

Il Teatro Nuovo, dal 1901 Teatro GiuseppeVerdi, era, come tanti altri dell´ epoca, un teatrosociale, proprietà degli azionisti, posessori dei48 palchi di prima e seconda fila e di un quar-antottesimo dell´ edificio. Possedere un palcoera uno „status symbol“. I palchettisti con-tribuivano al sostegno degli spettacoli con uncanone sociale, votato di anno in anno dall´ as-semblea annuale degli azionisti, convocata diregola il 20 marzo, e che eleggeva biennal-mente, a scrutinio segreto, la presidenza del so-dalizio, composto da 3 presidenti e 2 sostituti,alla quale era affidata la scelta del repertorio,degli impresari, degli artisti e dei capocomici, icontatti con le agenzie teatrali e con i teatriprovinciali ed esteri, le migliorie da farsi. Al-meno uno dei presidenti doveva assistere alleprove generali di ogni spettacolo.

La stagione lirica era sovvenzionata dallaLuogotenenza e dal Municipio (successiva-mente dall´ amministrazione provinciale e co-munale).

Nell´ allestimento delle opere liriche, la di-rezione poteva fare affidamento su validissimielementi locali, su bravi maestri, violinisti eprofessori d´ orchestra, sui musicanti delle ot-time i.r. bande reggimentali, sui provetti dilet-tanti della Società Filarmonica, su ottimicantanti e bravi coristi.

La stagione lirica era articolata di regola su24 rappresentazioni di 3 opere, delle quali unadoveva essere nuova per Zara, una del reperto-rio moderno, ma già rappresentata, una diquello classico.

Pur rimanendo fedele al repertorio liricoclassico (Verdi, Rossini, Donizetti), il pubblicoimpazziva anche per Massenet, Gounod eBizet, applaudiva il Tannhäuser wagneriano,nonchè le opere della scuola verista italiana. LaBohème di Puccini, ad esempio, è sulle scenezaratine solo un anno dopo il suo debutto tori-nese, mentre il Mefistofele del Boito vennereplicato ben 11 volte sera dopo sera.

Molto gradita pure la piccola lirica. Perquanto riguarda la prosa, vennero recitate leproduzioni di tutto il teatro francese, molti cap-olavori di quello inglese, tedesco, ibseniano,russo („I piccoloborghesi“ del Gorkij già nel1904), per non parlare di quello italiano. Ilteatro dannunziano non ebbe favorevole ac-coglienza.

TTeeaattrroo ““VVeerrddii”” / Kazalište “Verdi”

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Tra i grandi attori che Zara ospitò in questoperiodo segnaliamo Alda Borelli, FerruccioBenini, Eleonora Duse, Alfredo de Sanctis,Alessandro Drago, Ferruccio Garavaglia, IrmaGramatica, Giovanni Grasso, Angelo Musso,Ermete Novelli, Giacinto Pezzana, Italia Vital-iani, Ermete Zacconi, Emilio Zago. Qualchecompagnia portò sulle scene fatture di autorizaratini, particolarmente le commedie ed imonologhi dialettali di Giuseppe Sabalich.

La stampa, sia zaratina che croata, seguivaattentamente i lavori del teatro.

Dal 1918 il Teatro Verdi vegetò. Forte erala concorrenza del cinematografo e del nuovosupermoderno Cineteatro Nazionale di AldoMestrovich, sorto nel 1924 sulle spoglie delNobile, con 800 posti. Che assecondando igusti di larghi strati del pubblico, alternandopellicole di prima visione, a spettacoli di vari-età (con il celebre attore triestino Cecchelin),riviste e operette dalla sfarzosa messa in scena.Spesso a prezzi stracciati.

Gli azionisti del Teatro Verdi, rovinati dalcrollo della finanza austriaca, soppiantati dauna nuova classe dirigente d´ estrazione pic-colo borghese, non potevano più far fronte allecospicue spese per il funzionamento regolaredel Teatro. Il fondo teatrale, accumulato permezzo secolo e investito in titoli di rendita aus-triaci, s´ era volatilizzato. Le compagnie artis-tiche raramente s´ avventuravano a compieretournée circoscritte alla sola Zara per poche re-cite e scarso incasso.

Ciò nonostante il pubblico zaratino ebbemodo di conoscere il teatro contemporaneo diSem Benelli, Dario Niccodemi, Luigi Piran-dello, Pier Maria Rosso di San Secondo e gliattori in ascesa Cesco Baseggio, Mario Calin-

dri,

Gino Cervi, Nunzio Filogamo, Fosco Gia-chetti, Emma e Irma Grammatica, MariaMalato, Tatiana Pavlova, Emilio e GualtieroZago.

A tener vivo l´ interesse per la prosa con-tribuirono le esibizioni, sia al Verdi che alNazionale, delle ottime filodrammatiche locali.

Fino al 1937 venne rappresentata al Verdiuna ventina di opere liriche, tra cui alcune perla prima volta a Zara, come la Turandot, IRusteghi di E. Wolf Ferrari, la Francesca da Ri-mini di Riccardo Zandonai. Nel 1932 la cele-berrima Toti dal Monte si esibì nelladonizettiana Lucia di Lammermoor e ne cal-carono le scene le cantanti Ester Mazzoleni,sebenzana, e Albina Nagy, alias Nilba Agis,zaratina.

Parecchie le operette interpretate dalla com-pagnia di Jole Pacifici e Gino Bianchi, gli spet-tacoli della Filarmonica zaratina, diretta daimaestri Luigi Colonna di Stigliano e Fredi dePauer Peretti, i concerti simfonici del rinomatoQuartetto triestino e le riviste „grottescomi-cosentimental danzanti“ dei Castelli sen. e jun.con il corpo di ballo delle Battara´ s girls.

Ma, nell autunno del 1936, il Verdi „per ve-tustà , per difetti inerenti alla sua costruzione,non eliminabili se non a mezzo di una sua rad-icale trasformazione“ venne dichiarato inagi-bile dalla Questura, mentre stagioni liriche sisvolgono all aperto, in Piazza delle Erbe e sullospiazzo davanti la scuola Bakmasz.

Il Teatro intanto viene espropriato e riscat-tato dal Comune (a cinquemila lire per azione).Con delibera del podestà Giovanni SalghettiDrioli, nipote dell´ ideatore del Teatro, la suaricostruzione si affida all´ architetto VincenzoFascolo, spalatino, professore della Facoltà diArchitettura a Roma, membro dell' Accademiadi San Luca e della fabbriceria di San Pietro, ea Paolo Rossi de Paoli, costruttore dellaBolzano Nuova. Secondo il loro progetto che„doveva salvare quanto del vecchio edificio eraancora utilizzabile“ il teatro doveva avere lafacciata principale rivolta verso CampoCastello, essere costruito con criteri mod-ernissimi, avere 1.400 posti a sedere e una salapure di caratteristiche e stile moderno, un pal-coscenico profondo 15 metri. La spesa comp-lessiva preventivata era di 8 milioni

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novecentomila lire, già assicurate dal Comune,con il concorso dello Stato. Nell´ autunno del1942 i lavori preparatori s´erano già iniziati.

Ma il 16 dicembre 1943 e il 22 febbraio1944, nel corso dei bombardamenti alleati, ilNazionale fu danneggiato e il Verdi colpito.Una bomba aveva fatto uno squarcio di 3-4metri di diametro sul tetto sovrastante la platea,ma erano rimasti in piedi i muri, la bella fac-ciata neorinascimentale, buona parte dell´ in-terno. Tanto che dalle sue occhiaie, ormaivuote, si potevano intravvedere gli stucchi deipalchetti e le eleganti poltroncine rosse.

Mentre il Nazionale, rabberciato allameglio, rientrò in funzione il 27 marzo 1945,

il Verdi fu lasciato deperire. Erano riparabili siail tetto che le altre sue strutture, ma l´ assessorealla cultura Vlado Pilepić vi s´ oppose. Lapolizia chiuse non uno ma tutt´ e due gli occhi,mentre la gente faceva man bassa di tuttoquello che era asportabile dal Teatro ferito. Poile autorità ordinarono di asportarne le massiccetravi di sostegno per costruire un ponticello sultorrente Karinšćica nei pressi del villagio diKarin. Demolitene le strutture, nel centenariodell´ inaugurazione, sorse al suo posto un´ or-renda dozzinale casa popolare.

Gastone Coen

TTeeaattrroo ddeeccoorraattoo iinn ooccccaassiioonnee ddeellllaa vviissiittaa ddii FFrraanncceessccoo GGiiuusseeppppee / Dekoracije povodom dolaska cara Franje Josipa

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„U Zadru se ne ide u kazalište samo izuvjerenja ili iz navike, nego i iz zanosa“, tvrdioje časopis „Scintille“, prije nekih 120 godina.

Višestoljetni zanos doveo je do izgradnjePlemenitog kazališta 1783.u predjelu Sv. Ante,približno na mjestu današnje kazališne kuće.Bilo je to društvovno kazalište s 3 reda loža (74lože i svečana središnja loža), koje je stajalo tritisuće cekina.

Na godišnjoj skupštini suvlasnika kazalištabirala su se dva „plemenita predsjednika“ , kojisu upravljali ustanovom, vodili brigu o reper-toaru, angažirali umjetnike, priređivali izda-vanje libreta opera koje su se izvodile.

Publika je najviše voljela opere i komičneopere, naročito Rossinijeve, Bellinijeve,Donizettijeve, Mercadanteove, koje su stizale uzadarsko kazalište samo godinu ili dvije poslijenjihove milanske ili venecijanske premijere.

Poznate talijanske kazališne družine gosto-vale su s dramama i komedijama utolivši željepublike za novinama. Glumili su i slavniglumci, kao Emilio Rossi, karakterist AntonioPapadopoli, Zadranin, Eleonora Duse, djevoj-

čica, mladi Ermete Novelli. Tijekom karnevalaodržavali su se raskošni balovi i krabuljniplesovi.

Giuseppe Sabalich, u svom monumental-nom djelu „Cronistoria aneddotica del NobileTeatro di Zara“, „detaljnu fresku društvenogživota jednog provincijskog gradića, vedrog imirnog, u jednom krajnje nemirnom stoljeću“,maestralno je rekonstruirao stogodišnju djela-tnost tog kazališta.

18. siječnja 1882., poslije katastrofalnogpožara bečkog Ring-Theatera, Plemenito kaza-lište, u međuvremenu kazališna kuća Filodra-matskog društva Paravia, bilo je zabranjeno zajavne i privatne priredbe. I zatvoreno.

Pošto je Split, vječiti takmac, podigao 1859.moderno kazalište Bajamonti, a Dubrovnik1863., kazalište Bonda (današnje KazališteMarina Držića), zadarska kampanilistička svi-jest nije ostala ravnodušna. Ideju, koju je lan-sirao muzičar i muzički kritičar GiovanniSalghetti Drioli, iz obitelji poznatihproizvođača maraskina, prihvatilo je nekolikozadarskih odličnika (odvjetnik Natale Filippi,

SSaalloonnee iinntteerrnnoo ddeell tteeaattrroo / Unutrašnjost kazališta

Povijest kazališta „Verdi“

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dr. Simeone Cattich, vitez Antonio de Stermich,posjednik Giuseppe Perlini, tvorničar NicolòLuxardo). Osnovali su dioničko društvo,Društvo Novog Kazališta. Izabrano je po-vjerenstvo, koje je povjerilo mletačkom

arhitektu dr. Enricu Trevisanatu, poznatom pro-jektantu raznih kazališta, da izradi nacrt zgrade,strogo se pridržavajući sugestija i uputa samekomisije za gradnju. Izvođenje radova na-dgledao je lokalni inženjer Miho Klaić.

Za 6000 forinti od grofova Lantana otku-pljen je oronuli dvorac, nekoć sjedište ninskihbiskupa, okružen vrtovima i kućercima, nagrad. br. 414 Campo Castello.

Radovi su započeli 25. travnja 1864., nečekajući da iz Beča stigne dozvola za gradnju,koja je povjerena mjesnom poduzetniku AngeluCantù (zidarski poslovođe Nicolò Trigari iGiovanni Mazzoni), unutrašnji sklop FrancescuFabbrovichu (uz pomoć tesarskih majstoraFrancesca Fissera, Guglielma Zilia, JakovaUžigovića), unutarnja dekoracija TršćaninuLeonu Bettinelliju i Venecijancu Carlu Francu,pozornica Jacopu Caprari, slikarske dekoracijepoznatom tršćanskom slikaru Antoniju Zuc-caru.

Kazalište je stajalo 110 000 forinti (a po-zlata, štukature i slikarski radovi 6200). Mogloje primati 1500 gledatelja, dok je sam gradimao samo 6-10 tisuća stanovnika.

Po prvi put je primilo posjetioce 1. rujna1865., kada je Gradska Filharmonija priredilaoproštajnu večer guverneru barunu Lazaru Ma-muli. Službeno je inaugurirano 7. listopada

Alda Borelli

Eleonora Duse

Lyda Borelli

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1865., uoči blagdana Sv. Šime (kada je potradiciji počinjala kazališna sezona) Verdi-jevom operom Krabuljni ples. Dirigirao jemaestro Antonio Ravasio (1815-1912), učenikmilanskog konzervatorija, dirigent u zadarskojprvostolnici Sv. Stošiji. On je angažirao u Italijipjevače: soprana Lenu Tencajoli, mezosopranaFanny Guillemin, baritona Ercola Storti-Gozzija, basa Giuseppea Wagnera.

Kazališna zgrada bila je duga 44,50 metara.Neorenesansna pročelja gledala su na Calle delDuomo (današnja Biankinijeva ulica) i naCampo Castello (današnji Trg 3 bunara). Nadsvodovima portika, u 5 niša, nalazile su se bisteGoldonija, Rossinija, Alfierija i Teobalda Ci-conija, a među njima se isticala ona DanteaAlighierija.

Kroz petora vrata ulazilo se u vestibul, pau atrij. S lijeve strane nalazila se kavana i pro-storije za pušenje, a s desne nusprostorije i urediuprave. Parter i podscena bijahu u prizemlju.

Preko dva stubišta pristupalo se mezanin-skim ložama na prvom i onima na drugom

katu, te prostranoj galeriji na trećem katu. Nasuprotnoj strani pozornice, na drugom katu,nalazila se koncertna dvorana Filharmonijskogdruštva s 400 sjedećih mjesta. Dakle, 3 su reda,od po 25 loža okruživala parter poput potkove,a nad njima se prostirala galerija (s 300mjesta). Svaka je loža bila sjajno ukrašena po-zlatama i štukturama. Tavanica nad prednjimdijelom pozornice bila je ukrašena alegoričnomfreskom velikih dimenzijama „Trijumf pro-gresa“, tršćanskog slikara Antonija Zuccara.

Akustična sala bila je osvijetljena rasko-šnim lusterima, odrazom sjaja i bogatstva.

Naročito je Kazalište bilo ukrašeno prigo-dom gala predstave koju je Gradska Filhar-monija priredila caru Franji Josipu 10. svibnja1875. Slijedeće večeri je car nazočio prvimdvama činovima Verdijevog „Krabuljnogplesa“.

Tijekom desetljeća i desetljeća svog posto-janja, od večeri svečane inauguracije skoro dosvog tragičnog kraja, Kazalište je bilo središtekulturnog, i ne samo kulturnog, života Zadra.

LLaa vviissttaa ddaall nnoorrdd--oovveesstt / Pogled sa sjeverozapadne strane

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U njemu su se održavale razne priredbe,opere, operete i baleti, komedije i drame, revije,gala plesovi i krabuljni plesovi, prvi nijemi izvučni filmovi, 6-8 koncerata Filharmonijskogdruštva godišnje i simfonijski koncerti gostu-jućih glazbenika, ali i kongresi, debate, preda-vanja, mitinzi.

Išlo se u kazalište ne samo zbog umjet-ničkog doživljaja, uživanja ili razonode, već ida bi se razmetalo toaletama tek stiglim iz Bečaili Pariza i obiteljskim nakitom, da bi se i koke-tiralo, udvaralo, ćaskalo i ogovaralo u pauzamaizmeđu činova.

Posjedovati ložu bio je znak ugleda,prestiža, znak pripadnosti gradskoj eliti.

„Naše kazalište posjećuju i profesori i javninosači, predsjednice udruga, plemkinje i kono-barice u pivnici. Kazalište je kod nas ter-mometar blagostanja. Onaj koji ne ide ukazalište 10 od 20 puta, nema ni prebijenepare“, moglo se čitati u „Scintilama“.

Novo Kazalište (a od 1901. Kazalište Verdi)je, poput mnogih teatara tog doba, bilodruštveno kazalište, vlasništvo dioničara, pos-jednika 48 loža 1. i 2. reda i 1/48 zgrade. Vlas-nici loža doprinosili su za funkcioniranjekazališta godišnjom članarinom, izglasanom na

godišnjoj skupštini dioničara, koja se u praviluodržavala 20. ožujka i na kojoj se, premaStatutu, svake dvije godine, tajnim glasovan-jem, biralo predsjedništvo društva. Ono se sas-tojalo od 3 predsjednika i 2 zamjenika. Njima jebio povjeren izbor repertoara, kontakti s kaza-lišnim agencijama u pokrajini i van nje, izborimpresarija, glumačkih družina, glumaca i pje-vača, briga o održavanju i modernizacijizgrade. Bar jedan predsjednik morao je nazočitigeneralnim probama svake predstave.

Namjesništvo i Općinska uprava (a kasnijeOpćinska i provincijska vlast) subvencioniralisu određenom svotom opernu sezonu.

Kod izvođenja opere, uprava Kazališta semogla oslanjati na vrsne domaće sile, naodlične dirigente i violiniste (neki su sviralisvojevremeno u orkestrima J. Straussa), naglazbenike Gradske Filharmonije, na one c.i k.pukovskih glazbi (kao što je bio i otac poznatogskladatelja Ivana pl. Zajca), na amaterskesoliste i zborne pjevače Filharmonijskogdruštva.

Tijekom 24 izvedbe svake operne sezonedavale su se 3 opere: jedna je morala biti pre-mijerna, jedna moderna, ali već izvedena uZadru, a jedna iz klasičnog repertoara. Iako

RReettrroo ddeell tteeaattrroo VVeeddrrii vviissttoo ddaallll´́AArrsseennaallee /Pogled na zadnju stranu kazališta “Verdi” do Arsenala

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vjerna klasičnim djelima talijanskog belkanta(Verdi, Rossini, Donizetti); publika je dobroprimila i djela Masseneta, Gounoda i Bizeta, teWagnerov „Tannhäuser“ i djela talijanskeverističke škole. Puccinijeva „La Bohème“ jenpr. na zadarskoj sceni samo godinu danaposlije svog uspješnog debija u Torinu, aBoitov „Mefistofeles“ doživio je čak 11 reprizaiz večeri u večer.

Sviđale su se i radosno su bile primane i op-erete. A izvedena su dramska djela francuske,engleske, njemačke, Ibsenove i ruske dra-maturgije (Gorkijevi „Malograđani“ samo god-

inu dana poslije svoje premijere), a pogotovotalijanske. Tragedije Gabriela D' Annunzijanisu oduševljavale zadarsku, pomalo konzerv-ativnu publiku.

Među velikim glumcima koje je Zadarugostio u ovom razdoblju ističu se: AldaBorelli, Ferruccio Benini, Eleonora Duse,Alessandro Drago, Ferruccio Garavaglia, Al-fredo de Sanctis, Irma Gramatica, GiovanniGrasso, Angela Musso, Ermete Novelli, Giac-inta Pezzana, Itala Vitaliani, Ermete Zacconi,Emilio Zago.

Neke su družine glumile i djela zadarskih

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MMaanniiffeessttii ee pprrooggrraammmmii / Plakati i Programi

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komediografa, kao ona g. Sabalicha (npr. LauraZanon Paladini).

Novine, talijanske i hrvatske, pratile su radkazališta i detaljno izvještavale o predstavama.

Od 1918. godine Kazalište Verdi životari.Jaka je konkurencija kino predstava i novogmodernog Kinokazališta „Nazionale“ s 800mjesta, kojeg je Aldo Mestrovich podigao1924. na mjestu nekadašnjeg Plemenitog Kaza-lišta. Izmjenjujući premijerne filmove s vari-jetetskim i kabaretskim predstavama, revijamai operetama raskošne inscenacije, nerijetko posniženim cijenama, Mestrovich je udovoljavaoukusu široke publike. Dioničari KazalištaVerdi, koje je upropastio krah austrijskog

novčarstva, a nova upravljačka klasa, malo-građanskog porijekla, istisla, i agrarna reformaosiromašila, nisu više mogli snositi znatnetroškove za normalno djelovanje teatra. Kaza-lišna glavnica, prikupljena kroz pola stoljeća iuložena u austrijske vrijednosne papire, isparilaje. Umjetničke družine rijetko su se upuštale uturneje ograničene na sam Zadar za mali brojnastupa i oskudnu naknadu.

Ipak, zadarska je publika imala prilike upo-znati suvremena djela talijanske dramaturgije,ona Semo Benellija, Darija Niccodemija, PierMaria Rossa di San Secondo i nobelovcaLuigija Pirandella, te mlade perspektivneglumce (Cesco Baseggio, Gino Cervi, Nunzio

DDaannnnii aall tteettttoo ddooppoo ii bboommbbaarrddaammeennttii ddeeggllii aalllleeaattii /Ošte6enja krovišta nakon savezni7kog bombardiranja

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Filogamo, Fosco Giachetti, Maria Melato,Emma i Irma Gramatica, Tatiana Pavlova). Nadaskama „Verdija“ i „Nazionala“ nastupale sui izvrsne domaće diletantske kazališne družine.

Do 1937. prikazano je u „Verdiju“ dvade-setak opera, među kojima i premijerne „Turan-dot“, „I Rusteghi“ („Neotesanci“) E. Wolf-Ferrarija, „Francesca da Rimini“ RiccardaZandonaija, a 1932. slavna Toti dal Monte na-stupila je u Donizettijevoj „Luciji de Lammer-moor“. Nastupale su i poznate primadone EsterMazzoleni i Zadranka Nilba Agis (alias AlbinaNagy).

Opere, pod ravnanjem autora i poznatih diri-genata, davale su se i kasnije, na otvorenom, naZelenom trgu i kod škole Bakmaz.

Stizale su i brojne operete družina JolePacificija i Gina Bianchija, a davali su se i sim-fonijskoi koncerti, kao i oni Gradske Filhar-monije, pod ravnanjem maestra LuigijaColonna di Stiglian i Fredija de Pauer Perettija,te revije Castellija sen. i jun. s domaćim ple-sačkim ansamblom „The Battara's girls“.

Ujesen 1936. godine, policijska uprava pro-glasila je Kazalište Verdi neupotrebljivim „zbogstarosti, te raznih građevinskih oštećenja, kojasu se mogla ukloniti samo temeljitim preinače-njem“.

Općinska uprava ga je eksproprila iotkupila od vlasnika. Odlukom gradonačelnikaGiovannija Salghetti Driolija, unuka idejnogzačetnika teatra, rekonstrukcija je povjerenaSplićaninu Vincenzu Fasolu, profesoru rim-skog arhitektonskog fakulteta, predsjednikuAkademije Svetog Luke, i projektantu NovogBolzana, arhitektu Paolu Rossi de Paoliju.

Prema ovom projektu, kazalište, „sačuvavšisve što je od stare zgrade bilo upotrebljivo“moralo je biti izgrađeno prema suvremenimkriterijima, s glavnom fasadom na Trgu 3bunara, imati 1400 sjedećih mjesta, pozornicuduboku 15 metara.

Prema predračunu trebalo je, u to svrhu,potrošiti 6 milijuna devetstotisuća lira, koje jeOpćinska uprava, uz pomoć države, već bilaosigurala, pa su predradnje započete ujesen1942.

16. prosinca 1943. i 22. veljače 1944. ti-jekom napada angloameričkih aviona, kazalište„Nazionale“ je oštećeno, a „Verdi“ pogođeno.

Jedna je bomba napravila rupu promjera 3-4metra na krovu zgrade, baš iznad partera. Nisuoštećeni ni zidovi, ni lijepa neorenesansnafasada, ni unutrašnjost, tako da su se izvanamogle vidjeti štukature loža i elegantne plišanecrvene fotelje.

Pa, dok je „Nazionale“, nekako zakrpljen,otpočeo ponovno djelovati 27. ožujka 1945.,„Verdi“ je pušten da propada.

Njegov se krov, kao i ostali dijelovi zgrade,mogao lako popraviti, ali odbornik, zadužen zakulturu, Sušačanin Vlado Pilepić, tome se us-protivio.

Milicija nije sprječavala da se pljačka svešto se iz ranjenog kazališta moglo odnijeti.Vlasti su najzad naredile da se odnesu masivnepotporne grede za izgradnju mostića na potokuKarinšćici kod Karina.

Na stogodišnjicu svečanog otvorenja Kaza-lišta, na njegovu mjestu iznikla je obična,anonimna stambeno-poslovna zgrada.

Gastone Coen

CCaallllee LLaarrggaa 11995500 / Kalelarga 1950

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IIll tteeaattrroo ““VVeerrddii”” ddooppoo ii bboommbbaarrddaammeennttii / Kazalište “Verdi” nakon bombardiranja

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Organizzazione / Organizacija Comunità degli italiani di Zara / Zajednica Talijana Zadar

Redattore / UrednicaRina Villani

Prefazione / PredgovorGastone Coen

Allestimento mostra / Postava izložbeAdam Marušić

Preparazione grafica / Grafička pripremaMladen Borić

Si ringrazia / zahvaljuje se:L'archivio di Stato di Zara / Zadarski državni arhivBiblioteca Scientifica di Zara / Znanstvena knjižnica ZadarGiorgio GiadriniDomenico Duca

PPuubbbblliiccoo iinn tteeaattrroo / Puno kazalište

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CIP-Katalogizacija u publikacijiZnanstvena knjižnica Zadar

UDK 792(497.5 Zadar)(064)

TEATRO Verdi di Zara = Kazalište Verdi Zadar :Comunità degli Italiani di Zara = Zajednica Talijana Zadar,via/ulica Borelli 8, Zara/Zadar, 22.10.-10.11.2007. / <redattore,urednica Rina Villani ; prefazione, predgovor Gastone Coen>.- Zadar : Comunità degli Italiani di Zara = Zajednica TalijanaZadar, 2007. – 16 str. : ilustr. ; 30 cm

ISBN 978-953-95518-5-61. Usp. stv. nasl.

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