Comunità Alto Garda e Ledro Piano Sociale Slim 210x148 bozza

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COMUNE DI ARCO

COMUNE DI DRO

COMUNE DI DRENA

COMUNE DI LEDRO

COMUNE DI NAGO-TORBOLE

COMUNE DI RIVA DEL GARDA

COMUNE DI TENNO

COMUNIT ALTO GARDA E LEDRO

piano sociale 2011-2013

C O M U N I T A LTO G A R D A E L E D R O

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INDICE

Prefazione - Presidente Introduzione Cos il Piano Sociale di Comunit Com stato costruito il Piano La comunit Il quadro dinsieme AREA MINORI E FAMIGLIE AREA ADULTI AREA ANZIANI AREA DIVERSE ABILIT Elenco degli enti coinvolti + INSERTO STACCABILE INFO E NUMERI UTILI

3 4 5 6 9 16 19 22 25 29 32

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PREFAZIONEIl Piano Sociale della Comunit Alto Garda e Ledro stato formulato attraverso una metodologia partecipativa che ha visto coinvolti sia la maggior parte dei soggetti pubblici e privati che operano nella nostra Comunit nei vari settori strategici, sia il Servizio Sociale dellEnte, in un processo di condivisione e di confronto, finalizzato a leggereil territorio nelle sue necessit specifiche a livello sociale e ad individuare proposte di soluzione ai vari bisogni flessibili, coerenti ed integrabili con quanto gi attivo. proprio in un momento storico oltremodo complesso e critico caratterizzato da non facili sfide che diventa imprescindibile ladozione di strumenti condivisi, che permettano di orientare le decisioni verso un uso oculato ed attento delle risorse al fine di confermare in campo socio assistenziale, e non solo, lalto livello di servizi e, conseguentemente, di risposte alla cittadinanza. In virt di ci, la Comunit, sulla scorta del mandato istituzionale che ne caratterizza e qualifica lagire, quale Ente che in forma sussidiaria devessere al servizio della cittadinanza intercettandone i bisogni e le istanze, in unarmonica sinergia con le realt comunali, intende adottare lo strumento della pianificazione partecipata quale metodologia elettiva rispetto a tutti gli ambiti di pianificazione e di programmazione che la vedono coinvolta. Il Piano Sociale di Comunit concorrer alla formulazione dello strumento programmatorio provinciale che si concretizzer nella stesura del Piano Sociale Provinciale.LA COMUNIT NASCE

LA COMUNIT LAVORA

IL PRESIDENTE DELLA COMUNIT ALTO GARDA E LEDRO

Salvador Valandro

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INTRODUZIONEQuesta pubblicazione presenta in forma sintetica il primo documento di programmazione della Comunit: IL PIANO SOCIALE DI COMUNIT 2011-13. Il Piano lesito del lavoro di pianificazione partecipata che ha impegnato la Comunit Alto Garda e Ledro, il Servizio Sociale dellEnte, i comuni, la Sanit nelle sue varie Unit Operative, lAgenzia del Lavoro, le A.P.S.P., le scuole, la Cassa Rurale Alto Garda, i sindacati, le cooperative sociali, le organizzazioni di volontariato, le comunit di stranieri ed altri soggetti del privato sociale. Riguardante i n. 48.409 cittadini residenti nei sette Comuni della Comunit, il Piano Sociale strutturato in funzione dei seguenti obiettivi: 1| costruire un osservatorio in costante aggiornamento sulla situazione socio-demografica ed economico-occupazionale locale; 2| riorganizzare il Servizio Sociale dellEnte sulla base dei bisogni emergenti dei cittadini rimodulandone lassetto; 3| individuare delle linee guida per ladeguamento dei servizi sociali esistenti ,nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza, ai bisogni presenti e alle principali necessit cui si dovr rispondere nei prossimi decenni; 4| programmare azioni ad ampio raggio rivolte a tutta la popolazione allo scopo di promuovere il benessere e la coesione di tutto il tessuto sociale; 5| porre le basi per una governance allargata, composta dai vari attori territoriali operanti a vario titolo nel sociale, che sia in grado di leggere le necessit del territorio, individuare le prossime sfide e, mettendo insieme le energie, farsi parte attiva, sia in senso programmatorio sia operativo, delle future Politiche Sociali della Comunit.

IL PIANO CONSULTABILE E SCARICABILE DAL SITOwww.altogardaeledro.tn.it

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COS IL PIANO SOCIALE DI COMUNITLa legge provinciale n. 13/2007 Politiche sociali in Provincia di Trento la struttura portante per le politiche sociali e d molto risalto agli strumenti che possono aiutare a leggere i bisogni sociali e a programmare adeguate forme di risposta. Il Piano Sociale di Comunit lo strumento principale per la programmazione locale, e concorre alla formazione del Piano Sociale Provinciale individuando: - i bisogni riscontrati e le risorse del territorio; - lanalisi dello stato dei servizi e degli interventi esistenti; - gli obiettivi fondamentali e le priorit di intervento; - gli interventi da erogare comprese le prestazioni aggiuntive rispetto a quelle essenziali specificate nel piano sociale provinciale; - forme e strumenti comunicativi per una conoscenza dei servizi disponibili e delle opportunit di partecipazione dei cittadini al sistema delle politiche sociali; - le modalit di adozione degli accordi di collaborazione di competenza della Comunit. La Legge di riforma istituzionale: legge provinciale n. 03/2006 Norme in materia di governo dellautonomia del Trentino contiene i principi base dal quale nasce lEnte Comunit. Si cominciato a lavorare per costruire il Piano a partire dal 18 marzo 2011 attraverso il documento dellAssemblea della Comunit che ha dato avvio ai lavori . La pianificazione dei servizi sociali dovr essere collegata alla programmazione dei servizi sanitari ed educativi, e alle politiche urbanistiche, abitative e del lavoro.

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COME STATO COSTRUITO IL PIANO1. ANALISI DEI DATI DI CONTESTOCome per costruire una casa si inizia analizzando il luogo in cui si intende edificare, allo stesso modo - per realizzare un piano di servizi in favore dei cittadini - necessario acquisire e analizzare molte informazioni. Di primaria importanza sono le informazioni sulla popolazione, sulla societ e sulleconomia locale, anche perch ci aiuteranno a prevedere come sar la nostra comunit fra 10-20 anni. stato fondamentale lapporto dato dalle anagrafi comunali, dalle Agenzie educative, e dal Servizio Politiche Sociali ed Abitative PAT, oltre che dalle fonti statistiche ufficiali quali il Servizio Statistica della PAT e lOsservatorio del Mercato del Lavoro dellAgenzia del Lavoro.

2. COINVOLGIMENTO DEGLI ATTORI CHE SI OCCUPANO DEL MONDO DEL SOCIALE

Per comprendere i bisogni sociali che il territorio esprime sono stati coinvolti, oltre ai tecnici del servizio sociale della comunit, anche tutti gli attori che si occupano dei disagi dei cittadini. Il lavoro di confronto avvenuto attraverso la partecipazione a molti incontri a tema che hanno permesso di costruire una proposta organica rispetto ai bisogni della comunit. Gli incontri sono stati n. 37, hanno impegnato un totale di circa 80 ore di discussione e confronto, e hanno coinvolto una cinquantina di enti e quasi un centinaio di persone. Il lavoro dei Tavoli sociali, suddiviso per le quattro aree: - minori e famiglie; - adulti a rischio emarginazione; - anziani e non autosufficienza; - diverse abilit.

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stato sintetizzato in forma di obiettivi e misure dintervento volte a rispondere ai bisogni e alle problematiche, presenti e prossime future, che caratterizzano e caratterizzeranno la vita delle persone nella Comunit Alto Garda e Ledro.

TAVOLO TEMATICO DIVERSE ABILIT N. PARTECIPANTI: 22 N. INCONTRI: 7

TAVOLO TERRITORIALE N. PARTECIPANTI: 21 N. INCONTRI: 8

TAVOLO TEMATICO ANZIANI E NON AUTOSUFFICIENZA N. PARTECIPANTI: 24 N. INCONTRI: 7

TAVOLO TEMATICI MINORI E FAMIGLIE N. PARTECIPANTI: 24 N. INCONTRI: 7

INCONTRO SU INTERCULTURALIT N. ENTI PARTECIPANTI: 15 N. INCONTRI: 1

TAVOLO TEMATICO ADULTI A RISCHIO EMARGINAZIONE N. PARTECIPANTI: 24 N. INCONTRI: 8

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CHI DOVR RENDERE OPERATIVO IL PIANO?LA REGIALa Comunit Alto Garda e Ledro ha per mandato la regia rispetto alle scelte in campo sociale locale e di conseguenza anche in merito alla realizzazione degli interventi ritenuti necessari e utili per il benessere dei cittadini.

I SERVIZI SOCIALI

I servizi sociali dovranno tradurre gli obiettivi individuati dagli organismi politici della comunit (Presidente - Giunta - Conferenza sindaci e Assemblea della Comunit) in servizi per i cittadini. Di conseguenza anche il servizio sociale dovr mutare la sua organizzazione affinch il cittadino che ne fa richiesta, in modo semplice, veloce e sicuro, possa ottenere una risposta alla propria situazione di bisogno. La semplificazione di tutti gli aspetti burocratici - bench necessari - uno dei risultati che il Servizio dovr prioritariamente raggiungere. Lo sportello per il cittadino - che sar attivo a breve - avr proprio la funzione di avvicinare il servizio sociale alle esigenze anche solamente informative delle persone che abitano nella Comunit.

I SERVIZI IN INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA

Oltremodo importante lapproccio integrato tra servizi sociali e servizi sanitari per la valutazione e la presa in carico delle persone che hanno compresenti bisogni sociali e sanitari attraverso i punti unici di accesso (P.U.A.) e le unit di valutazione multidimensionale (U.V.M.). Questo per facilitare risposte unitarie a problemi complessi e fornire al cittadino utente la possibilit di aver garantiti una serie di servizi e di sostegni senza frammentariet.

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LA COMUNITNella Comunit Alto Garda e Ledro risiedono 48.409 persone. una delle zone maggiormente popolate del Trentino con una densit demografica pari a 133 abitanti per chilometro quadrato (vedi figura). Lattuale tasso di crescita della popolazione della Comunit Alto Garda e Ledro superiore a quello della provincia di Trento.

Densit della popolazione nella provincia di Trento < 33.78 33.78 - 54.21 54.21 - 109.51 > 109.51

Una delle Comunit pi popolate e attrattive

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La popolazione, al pari di quella italiana, e come evidenziato dalla forma della cd. piramide delle et, sta invecchiando. Le cause di ci sono laumento dellaspettativa di vita e lavvicinarsi alla terza et dei nati durante il baby boom avvenuto negli anni 60 e 70 (la parte pi larga della piramide). Sembra tuttavia che la base della piramide stia ricominciando ad allargarsi, giacch nellultimo decennio si registrato un aumento del numero assoluto delle nascite. Va altres rilevato che per quanto riguarda la popolazione superiore a 74 anni, la componente femminile nettamente superiore rispetto a quella maschile costituendo il 63% del totale.95 e oltre 90-95 85-89 80-84 75-79 70-74 65-69 60-64 55-59 50-54 45-49 40-44 35-39 30-34 25-29 20-24 15-19 10-14 5-9 0-4 2.500 2.000 1.500 maschi 1.000 500 0 500 1.000 1.500 femmine 2.000 2.500

La piramide delle et

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La distribuzione della popolazione nelle varie fasce det ricalca in modo abbastanza fedele landamento provinciale. 65 ANNI E OLTRE 19,5% 0-17 ANNI 18,3%

FASCIA DET 0-17 18-64 65 e oltre TotaleFonte: Servizio Statistica PAT

VALORE ASSOLUTO 8.866 30.124 9.419 48.409

Tab. 1 Popolazione suddivisa per fasce det in data 31.12.201018-64 ANNI 62,2%

La popolazione straniera con n. 4.789 individui residenti costituisce il 9,9% della popolazione totale (9,2% dato provinciale). I pi provengono dallEuropea Centro-Orientale (1.802 persone), dallUnione Europea (1.357 persone) e dal Maghreb (765 persone). Da notare che ben il 21,3% del totale degli stranieri - ovvero 1.021 individui - sono minori. FASCIA DET 0-17 18-64 65 e oltre TotaleFonte: Servizio Statistica PAT

I RESIDENTI STRANIERI

VALORE ASSOLUTO 1.021 3.551 217 4.789

65 ANNI E OLTRE 4,5%

0-17 ANNI 21,3%

Tab. 2 Popolazione straniera suddivisa per fasce det in data 31.12.201018-64 ANNI 74,1%

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Poich la programmazione devessere efficace rispetto ai bisogni attuali ma anche lungimirante rispetto alle problematiche future, necessario accostare ai dati sulla situazione presente le proiezioni sullevoluzione della popolazione nei prossimi decenni. Nel 2020 e nel 2030 si prevede un aumento costante della popolazione anziana, la quale se oggi rappresenta il 19,5% della popolazione totale, nel 2020 costituir il 20,9% e nel 2030 il 23,8%. In particolare, si prevede che il numero delle persone con pi di 84 anni passer dai 1.426 individui attuali ai 2.648 nel 2030 con un aumento di quasi il 90%.

60.000 2.648 50.000 2.095 1.426 7.993 9.075 11.102

85 anni e oltre 65-84 anni 25-84 anni 15-24 anni 0-14 anni

40.000

Proiezione della struttura della popolazione nel 2020 e 2030

30.000 26.953 20.000 29.715 31.291

10.000

4.606 7.431

5.185 7.437 2020

5.245 7.483 2030

0.000 2010

Fonte: nostra elaborazioni su dati Servizio Statistica PAT

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I COMUNI DELLA COMUNITArco e Riva del Garda costituiscono i centri di maggior dimensione con una popolazione tra i 16 e i 17 mila abitanti e con densit demografica di tipo urbano (variabile a seconda delle zone/quartieri). tuttavia in rapida crescita la popolazione dei comuni tra i 2.000 ed i 5.000 abitanti, come Dro, Nago-Torbole e Tenno.60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% -10% 1981 1991 2001 2010

Comune di Arco Comune di Drena Comune di Dro Comune di Ledro Comune di Nago-Torbole Comune di Riva del Garda Comune di Tenno

Incremento % della popolazione per comune con 1981 come anno base

La popolazione della Valle di Ledro, ora Comune di Ledro, rispecchia i caratteri tipici delle comunit montane, composte da pochi centri con 1.000-2.000 abitanti (Molina di Ledro e Tiarno di Sopra), da alcune grosse frazioni con 500-1.000 abitanti (Bezzecca, Concei, Pieve di Ledro, Tiarno di Sotto) pi altre frazioni di dimensioni molto contenute. Anche Tenno e Drena hanno caratteristiche simili alla Valle di Ledro pur evidenziando un maggiore tasso di crescita.

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La popolazione residente straniera distribuita in maniera non omogenea nel territorio: costituisce il 12,6% del totale della popolazione residente a Nago-Torbole e l11,1 a Riva del Garda, mentre a Drena e Ledro non supera l 8% .

ARCO

Minori Minori Minori Minori Minori Minori Minori 10% 20% 30% 40%

Adulti Adulti Adulti Adulti Adulti Adulti Adulti 50% 60% 70% 80%

Anziani Anziani Anziani Anziani Anziani Anziani Anziani 90% 100%

Tab. 4 Struttura delle popolazione per comune al 31.12.2010

DRENA DRO LEDRO NAGO-TORBOLE RIVA DEL GARDA TENNO

Fonte: Servizio Statistica PAT

0%

I comuni che in percentuale hanno pi bambini sono Dro e Ledro, mentre il comune che in percentuale ha pi anziani Riva del Garda seguito da Ledro. I comuni con la maggior percentuale di popolazione adulta sono Drena, Tenno e Dro (tab. 4). Pare importante evidenziare che, eccetto Dro e Drena, in cui ad ogni bambino corrisponde pi o meno un anziano, in generale nella Comunit Alto Garda e Ledro il numero degli an-

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ziani supera del 20% quello dei bambini (addirittura del 30% nel comune di Riva del Garda - vedi Indice di vecchiaia tab. 5).

INDICE DI CARICO SOCIALE ARCO DRENA DRO LEDRO NAGO-TORBOLE RIVA DEL GARDA TENNO COMUNIT PROVINCIA DI TRENTO 51,9 46,8 47,9 57,8 50,9 56,7 46,6 53,4 53,0

INDICE DI RICAMBIO 106,1 134,6 111,5 104,9 144,4 131,9 152,3 118,6 123,5

INDICE DI VECCHIAIA 124,1 107,0 93,0 124,5 124,8 143,1 117,2 126,8 125,8

Tab. 5 Indici di vecchiaia, di carico sociale e di ricambio per comune al 31.12.2010

INDICE DI CARICO SOCIALE: il rapporto tra gli over 65enni e i minori di 14 anni rispetto alle persone che si ritiene debbano sostenerle, cio gli individui tra i 15 ed i 64 anni det. INDICE DI RICAMBIO: il rapporto tra gli individui tra i 60 e i 64 anni di et e gli individui tra i 15 e i 19 anni di et. INDICE DI VECCHIAIA: il rapporto tra la popolazione di et superiore ai 64 anni e la popolazione di et minore di 14 anni.

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IL QUADRO DINSIEMEMINORI E FAMIGLIENella Comunit vi sono 20.910 famiglie composte in media da 2,3 membri. Si osserva un generale assottigliamento ed indebolimento delle reti famigliari - aumentano le famiglie con un solo genitore e diminuiscono le famiglie numerose -, si verificano sempre pi casi di famiglie multicomposte ed in generale si osserva il sorgere di modelli di famiglia diversi rispetto a quello tradizionale. Proprio in tale situazione si evidenzia e si evidenzier un sensibile aumento dellimpegno di cura-accudimento, rispetto ai membri pi deboli del nucleo famigliare (minori e anziani) che inevitabilmente graver sempre pi sulle generazioni adulte. importante rilevare che la crisi economica ha aumentato le difficolt di numerose famiglie, soprattutto quelle monoreddito: non pochi lavoratori con famiglia a carico hanno perso il posto di lavoro e gli ammortizzatori sociali non sempre sono sufficienti. Le difficolt quotidiane derivanti dalla precariet economica rendono in taluni casi pi gravi e difficili da superare problemi che fino al giorno prima le famiglie riuscivano a gestire. Nel contempo aumentano le fragilit nei minori sia a livello scolastico sia a livello relazionale e sociale, talvolta anche legate a rapporti conflittuali con i genitori. Tra le principali criticit si rilevano labuso di sostanze che causano dipendenza, i disturbi alimentari, labbandono scolastico precoce e le condotte antisociali. necessario agire su pi fronti attivando, in particolare in sinergia con le scuole e le altre agenzie educative, tutti gli strumenti disponibili per sostenere le famiglie, supportare la genitorialit, prevenire il disagio minorile, promuovere il protagonismo giovanile.

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Molti adulti si trovano a dover far fronte a problematiche, spesso compresenti, di tipo economico, abitativo, lavorativo, famigliare, sociale e sanitario. Soprattutto nelle persone maggiormente sotto pressione, ci provoca un generale indebolimento delle risorse personali, una maggiore difficolt a far fronte ai problemi legati alla quotidianit, una moltiplicazione di nuove fragilit che se trascurate si acutizzano. Ci accade in un contesto in cui si stanno riducendo e ridimensionando (soprattutto nei contesti urbani) le reti sociali di supporto che costituiscono le risorse primarie per evitare che una debolezza normale porti ad una situazione a rischio fino ad evolvere in disagio cronico. Rispetto al disagio delle persone adulte utile promuovere forme di presa in carico e di aiuto che abbiano un approccio integrato tra servizi, cio che coinvolgano pi ambiti della sfera di vita di una persona.

ADULTI

Si registra un notevole incremento della popolazione anziana, soprattutto quella superiore agli 80 anni tendente alla non autosufficienza. A tale situazione si accompagna la richiesta sempre pi frequente di interventi socio-sanitari differenziati, complessi e costosi. Poich tale incremento sar progressivo per i prossimi 20-30 anni, necessario attuare una programmazione dei servizi lungimirante che vada ad investire in modo equilibrato su prevenzione, assistenza domiciliare e residenzialit.

ANZIANI

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18 25

Andamento storico della % di popolazione anziana residente con proiezione alo 2020 e 2030

20 15 10 5 0 1986 1990 1994 1998 2002 2006 2010 2020 2030

65-84 anni

85 anni e oltre

DIVERSAMENTE ABILI

La disabilit pu riguardare tutte le fasce di et e questo rende opportuna una organizzazione dei servizi, che dovranno operare in maniera sempre pi integrata per supportare lintero ciclo di vita del disabile. quindi necessario favorire e facilitare per tutte le fasce di et il raccordo tra i vari servizi (sanitario, sociale, agenzie educative) incaricati di supportare la crescita e lautonomia personale. Particolare attenzione dovr essere data al tema del dopo di noi, accompagnando e sostenendo il passaggio di persone con grave disabilit dalla famiglia anziana a strutture residenziali adatte ai loro bisogni.

LA SCHEDA

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A R E A M I N O R I E FA M I G L I E

AREA MINORI E FAMIGLIEFOTOGRAFIA CRISI ECONOMICA La crisi economica ha messo in difficolt numerose famiglie soprattutto quelle monoreddito: non pochi lavoratori con famiglia a carico hanno perso il posto di lavoro e gli ammortizzatori sociali non sempre sono sufficienti. La ristrettezza economica solleva problematiche oggettive come il pagamento dell'affitto e l'acquisto di beni di prima necessit, e scatena eventuali fragilit e debolezze latenti. Lassottigliamento e lindebolimento delle reti famigliari fa aumentare limpegno di cura degli adulti rispetto ai membri pi deboli del nucleo famigliare (minori e anziani). Emergono crescenti difficolt nei compiti genitoriali e nel dialogo con i figli, situazioni che alcune famiglie faticano ad affrontare anche per la compresenza di disagi di diversa natura (relazionali di coppia, abitativi, economici, occupazionali, conciliazione tempi lavoro-tempi famiglia). SI PROPONE DI - Potenziare linformazione sui sostegni al reddito; - Supportare le reti informali di solidariet.

DIFFICOLT CRESCENTI NEI COMPITI GENITORIALI

- Potenziare i progetti che supportano la conciliazione famiglia-lavoro garantendo una maggiore flessibilit; - Potenziare i progetti estivi per i minori; - Sostenere il benessere famigliare e la genitorialit, attraverso proposte in collaborazione con altre istitutzioni (comuni - scuole ecc).

A R E A M I N O R I E FA M I G L I E

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LA SCHEDA

DISAGIO MINORILE

Nel contempo si evidenziano fragilit nei minori sia a livello scolastico sia a livello relazionale e sociale. Tra le principali criticit si rilevano labuso di sostanze che causano dipendenza, i disturbi alimentari, le condotte antisociali e l'abbandono scolastico precoce. Pi della met delle accoglienze di minori in strutture residenziali riguardano minori con difficolt. Sono in crescita le richieste di inserimento per minori dai 15 ai 17 anni con le problematiche in parte legate alla fase adolescenziale e per minori stranieri non accompagnati.

- Sviluppare progetti di prevenzione e sostegno delle difficolt scolastiche, relazionali e sociali dei minori e di supporto alla genitorialit; - Diversificare lofferta di risorse semiresidenziali e residenziali per minori, sulla base delle principali criticit emergenti; - Sostenere forme di accoglienza, affido e vicinato in favore del minore e della famiglia. - Promuovere progetti che favoriscano percorsi di autonomia, responsabilizzazione e protagonismo dei giovani e che focalizzino il rema della legalit e della partecipazione verso la cosa pubblica. - Potenziare le modalit di ascolto e di sostegno; - promuovere l accoglienza sia su urgenza sia su progetto per donne vittime di violenza (e figli).

GIOVANI E AUTONOMIA

Tra i giovani la situazione di crisi attuale spesso percepita non solo a livello economico ed occupazionale, ma anche culturale e valoriale. Sembrano essere attenuati quei punti di riferimento fondamentali e quelle garanzie grazie a cui un giovane, fino ad oggi, poteva rendersi indipendente, realizzarsi, e costruire una propria famiglia. Si rilevano casi di violenze e maltrattamenti subiti allinterno della famiglia, soprattutto dalle donne e talvolta dai figli. Spesso vi difficolt da parte di chi ha subito la violenza a chiedere aiuto e ad avviare un progetto.

VIOLENZE DOMESTICHE

LA SCHEDA

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A R E A M I N O R I E FA M I G L I E

SFRATTI ESECUTIVI DI FAMIGLIE CON FIGLI A CARICO

In relazione alla carenza di alloggi, (anche di edilizia pubblica) e alla situazione economica precaria si evidenziano nella Comunit sfratti esecutivi di famiglie con figli a carico. Allorigine di certe tipologie di sfratti si scoprono spesso disagi profondi che si ripercuotono sulla gestione poco oculata del denaro.

- Attrezzare struttura di pronta accoglienza e accoglienza temporanea in funzione delle esigenze lavorative della donna ed educative dei figli.

LINEE DINTERVENTOAmpliamento sistema Centri Aperti per minori anche ai Comuni di Nago-Torbole e Tenno; Per favorire le plitiche di conciliazione tempo lavoro - tempo famiglia: ampliamento progetti estivi dei Centri Aperti per minori con particolar attenzione e riferimento ai minori disabili; Attivit di counselling familiare legata ai centri aperti; Possibilit di attivare un progetto di pronta accoglienza madre-bimbo.

A R E A A D U LT I

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LA SCHEDA

AREA ADULTIFOTOGRAFIA OCCUPAZIONE E LAVORI SOCIALMENTE UTILI Si rileva una diminuzione delle opportunit/occasioni lavorative, una minore richiesta di manodopera poco qualificata e, conseguentemente, un aumento di disoccupati (soprattutto ultracinquantenni a bassa qualificazione, donne, extracomunitari). A fronte della perdita del lavoro, si osserva una crescente difficolt a ricercare autonomamente una soluzione e difficolt ad intraprendere percorsi di riqualificazione. Le persone con problematiche penali, difficilmente possono usufruire di misure alternative alla detenzione (le pi efficaci per contrastare le recidive) per assenza di soluzioni occupazionali. Relativamente ai progetti nellambito dei lavori socialmente utili si rileva un forte incremento di domande. In rapporto a tali progetti si segnala la necessit di individuare anche attivit lavorative che coprano i mesi invernali. Sarebbe utile assicurare il ricambio allinterno delle squadre di lavoro, diversificare i progetti anche in base alla tipologia di soggetti, potenziare la capacit di trovare soluzioni occupazionali mirate per disabili. SI PROPONE DI - Potenziare e diversificare gli attuali interventi di sostegno alloccupazione attraverso i lavori socialmente utili attraverso una maggiore collaborazione tra gli enti pubblici e privati interessati.

LA SCHEDA

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A R E A A D U LT I

GESTIONE DEL DENARO

Si evidenziano fenomeni di gestione poco prudente del denaro, acquisti al di sopra delle proprie possibilit di beni costosi e superflui a discapito di beni di prima necessit. Il sostegno alle situazioni di disagio tramite interventi economici (erogazioni di denaro, cibo, etc.) corre il rischio, a volte, di diventare diseducativo se non promuove nel contempo supporti alla persona finalizzati allautonomia. Molto spesso le famiglie straniere, soprattutto se appena giunte nel territorio, sono isolate e hanno bisogno di aiuto per poter utilizzare i servizi, per comprendere la lingua italiana, la mentalit locale ed inserirsi nel tessuto sociale. I minori fanno fatica ad individuare/costruire la propria identit culturale. Si rileva un indebolimento delle risorse personali ed una moltiplicazione di nuove fragilit, soprattutto nei soggetti con debolezze latenti o situazioni famigliari instabili. Tra i fenomeni pi frequenti di disagio si possono annoverare labuso di sostanze (alcol, fumo, stupefacenti), il gioco dazzardo, stili di vita poco sani (cattiva alimentazione, attivit fisica assente). Molti adulti che si trovano in condizioni di isolamento, marginalit, dipendenza, disagio psichico. Terminata la giornata lavorativa non hanno dove andare (o ricercano rifugio in luoghi poco adatti) mentre trarrebbero vantaggio dalla frequentazione di luoghi aggregativi e di socializzazione.

- Realizzare modalit educative rispetto alleducazione al consumo per un utilizzo oculato e programmato del denaro; - Istituire forme di monitoraggio del fenomeno delle povert.

INTERCULTURA

- Attivare sostegni per laccoglienza, di informazione e sostegno per le persone straniere, con particolare attenzione alle famiglie con minori. - Realizzare tramite sinergie con i vari servizi progetti di promozione dellautonomia della persona con disagio (come aiutare ad aiutarsi); - Attuare programmi di prevenzione delle dipendenze. - Offrire dei luoghi e dei momenti di aggregazione e socializzazione attraverso l'ampliamento delle funzioni dei centri di servizi esistenti sul territorio.

AUTONOMIA PERSONALE

AGGREGAZIONE

A R E A A D U LT I

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LA SCHEDA

INSERIMENTI RESIDENZIALI E SEMIRESID. DI ADULTI EMERGENZE ABITATIVE DI ADULTI

Si rileva la necessit di alloggi protetti per accoglienze di lungo periodo per adulti con disagio cronico, di un centro diurno per utenza psichiatrica, di strutture di accoglienza per donne. Si registrano situazioni casi di persone senza casa (non solo senza fissa dimora e stranieri, ma anche genitori separati con nuove dipendenze, disoccupati) che sono costretti a ricorrere alle strutture di Trento e di Rovereto pur lavorando nellAlto Garda e Ledro.

- Rivedere lofferta residenziale e semiresidenziale per adulti sulla base delle caratteristiche dell'utenza. - Realizzare uno studio di fattibilit per un centro di pronta accoglienza diurna e notturna.

LINEE DINTERVENTOAttivazione intervento 19 / 20.2 Piano di Politiche del Lavoro lavori socialmente utili, con possibilit di sperimentare tale tipologia progettuale a supporto dei servizi alla persona e in campo ecologico; Piano Giovani di Zona - attivazione progetti che significativamente si occupino di aggregare il pi possibile i giovani; Possibilit di riorganizzazione della casa alloggio di Arco, qualora si confermi la possibilit di acquisire altra struttura, anche per lattivazione della pronta accoglienza diurna e notturna per adulti senza fissa dimora;

LA SCHEDA

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AREA ANZIANI

AREA ANZIANIFOTOGRAFIA INFORMAZIONE Vi anzitutto la necessit di migliorare il grado di informazione degli anziani e delle loro famiglie sui servizi sociali e sanitari presenti sul territorio (ad es. reddito di garanzia). Si rileva altres una scarsa conoscenza dei sintomi di determinate malattie senili (es. demenza), quandinvece una patologia diagnostica per tempo consentirebbe alla famiglia di sapere da subito cosa sia meglio fare. Va inoltre segnalata la necessit di sviluppare in giovani ed adulti una cultura che li porti ad investire maggiormente in campo previdenziale. SI PROPONE DI - Potenziare linformazione sui servizi, interventi economici, opportunit di aggregazione rivolti agli anziani; - Comunicare in modo efficace e capillare le opportunit di promozione della salute e al benessere attraverso il coordinamento degli operatori sanitari, sociali, del privato sociale e del volontariato; - Informare e sensibilizzare la popolazione e le giovani generazioni sul tema dell'invecchiamento.

AREA ANZIANI

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LA SCHEDA

STILI DI VITA E RUOLO SOCIALE

Si osserva una generale perdita di ruolo sociale dell'anziano, legata principalmente allinattivit, allisolamento, alla poca progettualit del quotidiano, alla rarit di momenti di incontro e di "collaborazione" con le generazioni pi giovani. Attraverso una corretti stili di vita si possono si pu prevenire linsorgere di molte delle patologie tipiche dellet anziana, contenendo numerosi disturbi.

- Rafforzare il ruolo sociale dellanziano promuovemendo forme di agregazione e momenti di incontro con le generazioni pi giovani; - Promuovere lattivit motoria (corsi di ginnastica, ballo, acquagym), le attivit artistiche e culturali (corsi di pittura, letteratura e computer) e le altre opportunit di socializzazione. - Aumentare forme di ricettivit delle R.S.A. e nel contempo sostenere progetti diversi a supporto della domiciliarit; - Potenziare i posti in casa di soggiorno; - Valutare la possibilit di attivare forme di inserimento in Casa di Riposo attraverso specifici progetti e laumento di appartamenti protetti.

POSTI LETTO IN CASA DI RIPOSO

Si registrano difficolt per linserimento di persone anziane autosufficenti nelle R.S.A. per mancanza di posti letto disponibili. Anche i posti di sollievo e di pronta accoglienza in situazioni di grave difficolt risultano sotto dimensionati rispetto al bisogno.

LA SCHEDA

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AREA ANZIANI

ASSISTENZA DOMICILIARE

Si osserva un aumento, una diversificazione ed un generale aggravamento delle situazioni seguite dal Servizio di Assistenza Domiciliare. Sempre pi si richiede una gestione di bisogni complessi a livello assistenziale e sanitario. Lassistenza privata prestata dalle cd. badanti una risorsa che necessario valorizzare. noto infatti quanto rappresenti spesso per molti anziani (e per loro famiglie) una delle possibili soluzioni. Si ritiene che attraverso idonee modalit di monitoraggio e di formazione, sia possibile offrire maggiori tutele sia agli anziani sia alle lavoratrici che prestano loro assistenza.

- Progredire nellintegrazione dei servizi sociali con i servizi sanitari per rispondere in modo completo e mirato ai bisogni complessi degli anziani; - Aggiornare l'impostazione del servizio di assistenza domiciliare sulla base dei nuovi bisogni valuitando con regolarit, zona per zona, il bisogno di assistenza degli anziani residenti; - Valorizzare e sostenere lassistenza privata attraverso la formazione e la tutela delle cd. Badanti. - Individuare modalit leggere di sostegno e di relazione per anziani parzialmente autosufficienti; - Promuovere e diversificare luoghi e momenti dincontro e di socializzazione come i centri di servizi e i centri diurni; - Migliorare lagio abitativo degli anziani presso il loro domicilio (domotica), sostenere le forme di buon vicinato, ampliare l'offerta di alloggi protetti.

ANZIANI SOLI E PARZIALMENTE NON AUTO SUFFICIENTI

La fascia di anziani soli e/o parzialmente autosufficiente poco monitorata e necessiterebbe di essere maggiormente supportata attraverso i servizi domiciliari e punti di aggregazione che favoriscano la socializzazione e supportino lautonomia dellanziano stesso.

AREA ANZIANI

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LA SCHEDA

LAVORO DI CURA DELLE FAMIGLIE

Limpegno richiesto alle famiglie per la cura dei propri anziani sta aumentando proprio in un momento in cui le stesse possono far conto su energie minori: crescono dunque le difficolt legate allassistenza a domicilio, soprattutto nel lungo periodo. Si segnala inoltre la scarsit di posti per inserimenti temporanei dellanziano in casa di riposo finalizzati a dare sollievo alle famiglie.

- Promuovere momenti e strumenti informativi, formativi e di sostegno per le famiglie ed i care givers; - Attivare presso le risorse esistenti posti dedicati agli inserimenti temporanei con finalit di sollievo per le famiglie; - Promuovere la conoscienza degli strumenti ed interventi attivi per favorire la domiciliarit (ad esempio le varie forme di assegno di cura).

LINEE DINTERVENTOProgetto di ampliamento degli attuali due Centri Servizi per Anziani ed adulti a rischio di emarginazione: Arco - Via Caduti di Cefalonia e Ledro - Molina anche in collaborazione con i vari circoli anziani; Centro polifunzionale C del Nemoler - a Dro - facilitazioni rapporti intergenerazionali; Progetto a sostegno dei famigliari di persone non autosufficenti (care givers) finalizzato ad informare relativamente ai servizi esistenti sul territorio sia in campo sociale che sanitario; Attivazione di progetti sperimentali di controllo e sostegno a distanza delle persone anziane, attraverso sistemi domotici; Sinergia con le Aziende per i Servizi alla Persona relativamente a forme di accoglienza e per lerogazione dei servizi di pasti a domicilio ecc.

LA SCHEDA

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A R E A D I V E R S E A B I L I T

AREA DIVERSE ABILITFOTOGRAFIA INFORMAZIONE E SOSTEGNO PER LE FAMIGLIE Si rileva maggiore difficolt in funzione dellindebolimento delle reti parentali, nella gestione di situazioni di disabilit grave che richiederebbero supporto e sollievo. SI PROPONE DI - Promuovere occasioni di sostegno, informazione e accompagnamento delle famiglie con figli o familiari diversamente abili. - Progettare attivit strutturate per laccoglienza di minori diversamente abili e al contempo di sollievo per la famiglie; - Favorire linserimento di minori disabili nelle attivit estive per minori; - Facilitare la mobilit delle persone diversamente abili allinterno del territorio.

ATTIVIT DI SOCIALIZZAZIONE, LUDICHE E SPORTIVE

Le famiglie di minori disabili si trovano in particolare difficolt nelle ore extrascolastiche o nel periodo estivo, incontrando problemi nel concilizione tempo del lavoro con il tempo per laccudimento del figlio. Questo riguarda maggiormente le donne da sempre dedite al lavoro di cura. Va potenziata l'offerta di occasioni ludiche, di socializzazione e di inclusione sociale per i minori diversamente abili.

A R E A D I V E R S E A B I L I T

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LA SCHEDA

INTERVENTI IN AMBITO SCOLASTICO/ FORMATIVO E INSERIMENTO LAVORATIVO

necessario verificare che non vi sia soluzione di continuit rispetto alla presa in carico delle persone diversamente abili in relazione alla loro et. Vanno evitate le criticit nei momenti di passaggio tra scuola dellobbligo e scuola superiore o inserimento in strutture per lacquisizione delle preabilit lavorative o nel mondo del lavoro.

- Dare continuit e gradualit al passaggio dal canale scolastico al mondo formativo e del lavoro della persona diversamente abile; - Riproporre sistemi di valutazione integrata per inserimenti lavorativi o acquisizione prerequisiti lavorativi. - Promuovere modalit sostenibili di residenzialit per disabili anziani.

INSERIMENTI RESIDENZIALI

Si registrano numerose richieste di inserimenti in strutture residenziali per persone diversamente abili che versano in condizioni di non autosufficienza o i cui genitori sono divenuti troppo anziani per poterle assistere in modo continuativo. A fronte di un crescente bisogno di sollievo da parte delle famiglie o di risposta a situazioni di emergenza, nelle strutture residenziali non vi sono sufficienti posti per effettuare inserimenti temporanei, soprattutto di disabili tra i 30 e i 40 anni. Vi una scarsit di strutture residenziali o semiresidenziali in cui diversamente abili dotati di una buona autonomia possano per quanto possibile autogestirsi.

INSERIMENTI TEMPORANEI

- Attivare presso le risorse esistenti posti dedicati agli inserimenti temporanei con finalit di sollievo per le famiglie. - Effettuare uno studio di fattibilit per la realizzazione di appartamenti volti alla valorizzazione delle autonomie del disabile.

INSERIMENTI IN APPARTAMENTI SEMIPROTETTI

LA SCHEDA

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A R E A D I V E R S E A B I L I T

INSERIMENTI NEI CENTRI SOCIOEDUCATIVI O OCCUPAZIONALI MINORI CON DISABILIT GRAVE

Si registrano situazioni di giovani utenti con bisogni complessi che richiedono interventi integrati sia a livello assistenziale, che sanitario e riabilitativo.

- Attivare valutazione integrata sociale e sanitaria attraverso P.U.A. e costruzione percorsi individualizzati per le disabilit complesse. - Attivazione S.A.D. ed educativa a domicilio per sostenere le famiglie con figli con disabilit grave.

Si evidenzino grosse criticit legate alla fascia di diversamente abili sotto i 14 anni con disabilit grave.

LINEE DINTERVENTOProgetto estivo handicap presso centri aperti per minori; Progetti di informazione rispetto alle risorse attivabili in relazione a situazioni di disabilit; Proposta di attivazione di un progetto di accoglienza di disabili anziani che spesso presentano bisogni misti socio-sanitari, presso APSP con la collaborazione delle risorse che si occupano di disabili, al fine di dare attuazione al progetto Dopo di Noi per situazioni di persone disabili adulte con genitori ormai non in grado di accudirle; Necessit di promuovere posti di sollievo temporaneo pesso le risorse gi presenti sul territorio che potrebbero in modo duttile attivare anche questa forma di servizio; Ampliamento se possibile di progetti legati allacquisizione di preabilit lavorative, presso le risorse attive sul territorio; Ricercare con le cooperative sociali modi di sperimentare inserimenti di lavoro per persone disabili.

C O M U N I T A LTO G A R D A E L E D R O

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Hanno concorso a costruire il Piano Sociale di Comunit attraverso il lavoro svolto nei Tavoli Tematici e Territoriale, e saranno impegnati nel prossimo biennio per la sua realizzazione: AREA MINORI E FAMIGLIEENTI PUBBLICI: Comunit Alto Garda e Ledro Servizio Socio Assistenziale Comunit Alto Garda e Ledro A.P.S.P. Casa Mia A.P.S.S. Consultorio U.O. Psicologia Agenzia del Lavoro - Centro per lImpiego Riva d/G Comuni - Assessorati alle Attivit Sociali Rete degli Istituti Comprensivi ENTI PRIVATI: Associazione Opl Cassa Rurale Alto Garda CedAS - Caritas Comunit Murialdo Cooperativa Sociale Arcobaleno Cooperativa Sociale Ephedra Cooperativa Sociale Progetto 92 Fondazione Famiglia Materna Gruppo Famiglie Valle di Ledro

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C O M U N I T A LTO G A R D A E L E D R O

AREA ADULTIENTI PUBBLICI: Comunit Alto Garda e Ledro Servizio Socio Assistenziale Comunit Alto Garda e Ledro Agenzia del Lavoro - Centro per lImpiego Riva d/G A.P.S.P. Citt di Riva A.P.S.P. Fondazione Comunit di Arco A.P.S.P. Giacomo Cis Ledro A.P.S.P. Residenza Molino Dro A.P.S.S. U.O. 5 Psichiatria U.O. Psicologia Centro di Alcologia Comuni - Assessorati alle Attivit Sociali UEPE - Ministero di Grazia e Giustizia ENTI PRIVATI: Associazione Aquila Albanese Ass. AVULSS Alto Garda e Ledro Onlus Associazione Casa per la Pace Ass. Club La Speranza Dro Associazione La Savana Cassa Rurale Alto Garda CedAS - Caritas Cinformi Comunit Islamica Riva del Garda Consolato Onorario Romania Cooperativa sociale Arcobaleno Cooperativa sociale Citt Aperta Cooperativa sociale Fenice

C O M U N I T A LTO G A R D A E L E D R O

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Cooperativa sociale Progetto 92 Cooperativa sociale Tandem Frati Cappuccini di San Martino Parti sociali

AREA ANZIANIENTI PUBBLICI: Comunit Alto Garda e Ledro Servizio Socio Assistenziale Comunit Alto Garda e Ledro A.P.S.P. Citt di Riva A.P.S.P. Fondazione Comunit di Arco A.P.S.P. Giacomo Cis Ledro A.P.S.P. Residenza Molino Dro A.P.S.S. U.O. Assistenza primaria Medici di Medicina Generale Comuni - Assessorati alle Attivit Sociali ENTI PRIVATI: Ass. AVULSS Alto Garda e Ledro ONLUS Ass. Coordinamento Attivit Anziani Ass. Italiana Malati di Alzheimer Cassa Rurale Alto Garda Cooperativa sociale Arcobaleno Cooperativa sociale Fenice

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C O M U N I T A LTO G A R D A E L E D R O

AREA DIVERSE ABILITENTI PUBBLICI: Comunit Alto Garda e Ledro Servizio Socio Assistenziale Comunit Alto Garda e Ledro Agenzia del Lavoro - Centro per lImpiego Riva d/G A.P.S.P. Casa Mia A.P.S.S. - U.O. Neuropsichiatria infantile Comuni - Assessorati alle Attivit Sociali Rete degli Istituti Comprensivi ENTI PRIVATI: ANFFAS Trentino ONLUS Ass. Prisma ONLUS Cassa Rurale Alto Garda Cooperativa sociale Eliodoro Cooperativa sociale Fenice Cooperativa sociale Laboratorio Sociale Cooperativa sociale Tandem I lavori dei Tavoli Tematici e del Tavolo Territoriale per il confronto, la condivisione ed il coordinamento rispetto alle azioni da effettuare sul territorio proseguiranno anche nel 2012 e 2013 e potranno vedere coinvolti molti altri soggetti che operano nel territorio della comunit per il benessere dei cittadini.

www.altogardaeledro.tn.it