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ilastrocca per tutti i bambini,

per gli italiani e per gli abissini,

per i russi e per gli inglesi,

gli americani ed i francesi,

per quelli neri come il carbone,

per quelli rossi come il mattone,

per quelli gialli che stanno in Cina

dove è sera se qui è mattina,

per quelli che stanno in mezzo ai ghiacci

e dormono dentro un sacco di stracci,

per quelli che stanno nella foresta

dove le scimmie fan sempre festa,

per quelli che stanno di qua o di là,

in campagna od in città,

per i bambini di tutto il mondo

che fanno un grande girotondo,

con le mani nelle mani,

sui paralleli e sui meridiani.

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FILASTROCCHE ITALIANE

Girotondo in tutto il mondodi Gianni Rodari

F

Chi volesse collaborare,scrivere articoli

o inviare materiale (frasi celebri, foto…) può farlo inviando il

tutto all’indirizzo email:[email protected]

FRASI CELEBRI(i bambini dei nidi di Unicoop)

GIULIA (rivolta all’educatrice):“Hai veduto le mie scarpe?Sono belle!”

EDUCATRICE: “Anna hai caldo?Vuoi toglierti la felpa?”ANNA: “... L’ho togliata!!!”

Durante il laboratorio di inglese: Educatrice Madrelingua(indicando uno squalo): “Shark!”GIANMARCO: “È uno squalo!”Educatrice Madrelingua:“Yes a shark!”GIANMARCO:“No è uno squalo!!!”

GIULIA indicando un ragno:“Aiuto una bestaccia!!!”

LORENZO: “Amici venitec’è l’attività!!!”

VALIGIA DEI GIOCHIAutore: Sigrid LoosEditore: EDIZIONI JUNIOR

Tutti i bambini e le bambine del mondo giocano, inmodi simili e diversi, e i loro giochi costituiscono unpatrimonio di creatività che accomuna ed esprime leconnotazioni autentiche delle diverse culture. Utilizzare igiochi del mondo per progettare percorsi educativi ècreare momenti di incontro e di confronto con le diversi-tà. Il gioco, pertanto, può diventare uno strumentoimportante per fare educazione interculturale. Proprio inquest'ottica sono proposti i 62 giochi inseriti in questapubblicazione.

I criteri seguiti nella scelta dei giochi proposti sono iseguenti:

· Rappresentatività dei vari Continenti e, all'interno diessi, dei giochi più tradizionali come espressione dell'o-riginalità e della creatività dei popoli e delle minoranzenative.

· Spirito di collaborazione e di confronto.

· Semplicità dei mezzi e degli strumenti usati per gioca-re, facilità di reperimento e di organizzazione degli stru-menti.

· Rivalutazione dei giochi di gruppo, all'aria aperta, deivecchi giochi, alcuni dei quali ormai poco praticati.

Editoriale

GIROVAGANDO a cura di Francesca Cavozzi

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l mese di Novembre si è animato attraverso lafesta svoltasi presso il centro diurno NasalliRocca in occasione dei 10 anni di apertura.Gli anziani durante i mesi precedenti hanno col-laborato nella decorazione del centro per render-lo più vivace e accogliente in attesa del grandegiorno.Sono state confezionate stelline di carta colora-ta per abbellire le pareti; sgargianti palloncinisono stati gonfiati e fissati sulla balconata ester-na per richiamare il luogo della festa. Inoltre èstato appeso all’ingresso un collage di foto dipersone che negli anni passati sono state accol-te nel centro diurno o che hanno lavorato nellostaff contribuendo al funzionamento e allagestione del centro. Il cartellone è tutt’ora pre-sente all’interno del centro per non dimenticarcidi persone importanti che abbiamo avuto la for-tuna di incrociare durante le bizzarre dinamichedella vita. Alla festa sono state invitate tanterealtà che hanno contribuito alla realizzazione egestione del centro diurno.Infatti erano presenti: il sindaco Roberto Reggi,l’assessore Palladini, la presidente di Unicoop

Manuela Barbieri, le assistenti sociali, gli anzia-ni e le loro famiglie. Il sindaco e ManuelaBarbieri hanno introdotto la festa attraverso undiscorso nel quale ringraziavano le persone cheprestano e hanno prestato servizio nel centrodiurno durante questi 10 anni sottolineando laloro professionalità e generosità. Il centro diurnoospita una anziana di nome Franca che è innostra compagnia da 10 anni, il sindaco, attra-verso un gesto molto delicato e cordiale, le ha

consegnato un mazzo di fiori per festeggiare lasua presenza con noi. Il pomeriggio è stato ani-mato da buona musica e una ricca merenda.Gli anziani hanno cantato, ballato ma soprattut-to hanno trascorso un pomeriggio insieme.Perché il centro diurno è importante per noi? Peril quartiere? E per la città di Piacenza?Il centro Diurno esiste per garantire dignitàsoprattutto a cui si trova in difficoltà in ogni sferadella sua vita: nella sfera fisica o in quella psi-chica; in quella economica o in quella sociale;in quella spirituale o in quella relazionale.Inoltre rappresenta un luogo aperto alla vitadella città e alle famiglie degli ospiti che conti-nuano ad accogliere gli anziani nel loro domici-lio.Il nostro obbiettivo principale è di garantire apersone anziane non o parzialmente autosuffi-ciente e/o a rischio di emarginazione, assisten-za tutelare, attività ricreativa e occasioni disocializzazione e tante altre cose che potretescoprire se verrete a trovarci in via NasalliRocca, n. 29. Vi Aspettiamo.

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Cronaca

“IMMAGINA CHE LA GENTE VIVA AL PRESENTE...” 10 ANNI DI STORIE

Buon compleanno CD3a cura di Daniela Sartori

Conferenza stampa: presentazionedel Progetto “Ventiquattrore”il giorno 3 aprile 2009 pressol’Associazione Industriali

onciliare famiglia e lavoro.Questa è la finalità del pro-getto “Ventiquattrore.Il tempo della conciliazio-ne tra famiglia e lavoro”,proposto da quattro azien-de – Unicoop, Coopselios,

Ecopackaging e Terry Life – e pre-sentato recentemente proprio dallequattro aziende proponenti chesono espressione di differenti realtàdatoriali piacentine(Confcooperative, Legacoop eAssociazione Industriali).All’avanguardia in Italia, il progettoprevede che le quattro società costi-tuiscano per la prima voltaun’Associazione Temporanead’Impresa – con Unicoop,dalla qualeè scaturita la proposta, come societàmandataria – al fine di mettere incampo azioni concrete per aiutare ipropri dipendenti (complessivamen-te saranno coinvolti 709lavoratrici/lavoratori) nella media-zione tra l’attività professionale equella famigliare.Le forme di aiuto incluse nel proget-to sono: assistenza domiciliare peranziani non autosufficienti e disabili,babysitting a domicilio, spazio giocoper animazione e custodia dei bam-bini durante il periodo di chiusuradei nidi d’infanzia e delle scuole peri figli da 1 a 6 anni d’età, tempo pro-lungato per i figli che frequentano i

nidi d’infanzia (fino alle ore 18),aiuto nella gestione domestica, pron-ta sostituzione per chi è impossibili-tato a recarsi al lavoro,buoni serviziodi 120 euro per le famiglie con bam-bini che frequentano nidi d’infanziagestiti dalle cooperative, ricoveritemporanei di sollievo per famigliarie disabili anziani presso i CentriDiurni di Piacenza e la Casa ProtettaVillaverde di Ancorano di Rivergaro(PC) e infine installazione di posta-zioni di telelavoro a favore delle lavo-ratrici con ruolo di responsabilitànelle imprese.

UNICOOP PROTAGONISTA DI UN PROGETTO SULLA L. 53/2000

Donne, lavoro e famigliaa cura di Cosetta Maldina

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l primo aprile gli anziani ospitidel Centro Diurno Maruffihanno cambiato “casa”.Si è ufficialmente aperta aPiacenza, infatti, la loro nuova

sede all’interno del centro polifun-zionale del Facsal. L’avvio del centrodiurno aggiunge un pezzo rilevantealla realizzazione del progetto“ANZIANI E BAMBINI INSIEME”, unprogetto intergenerazionale impor-tante e innovativo che vede la nostracooperativa fra le prime in Europa adoffrire un Centro per anziani e bam-bini da zero a tre anni, sotto lo stessotetto.

Il progetto, iniziato come sapete nel2006, ci ha visti impegnati nellaristrutturazione della casa di riposoOpera Nazionale Familiari Sacerdoti(ONFS) posta in Via PubblicoPasseggio 24 (oltre 3000 m2) orga-nizzata per fornire ospitalità a:

* 40 Bambini in età di Nido* 20 Anziani nel Centro Diurno* 54 Anziani in Casa di Riposo

Considerando il personale e i fami-gliari il luogo sta diventando puntodi riferimento quotidiano per oltre100 persone. Nel settembre del2007 era stato già inaugurato il Nidod’Infanzia, che oggi accoglie 40 bam-bini e bambine in età compresa tra i3 mesi e i 3 anni. L’arrivo del CentroDiurno finalmente ci ha permesso dicominciare a sperimentare il cuoredel progetto intergenerazionale“anziani e bambini insieme” che si

completerà con il ritorno a casa nelmese di agosto, degli ospiti della casadi riposo, oggi alloggiati presso ilVittorio Emanuele.

Si sta creando un luogo d’incontrosociale, culturale e educativo, unospazio dove far incontrare la genera-zione dell’esperienza e la generazio-ne dell’energia, dove sperimentareun incontro ed una progettualitàcomune fra vecchiaia e infanzia.Finalità di questo progetto è rivaluta-re l’anziano come soggetto,portatoredi cultura e memoria storica e nellostesso tempo educare il bambinoall’incontro con l’altro, in un climasereno, di grande empatia e coinvol-gimento affettivo.

Siamo convinti che gli anziani risen-tono della grande vitalità di cui ibambini sono portatori, perché talepresenza li porta a sperimentareforme intense di altruismo, migliorilivelli di salute e un atteggiamentopositivo nei confronti della vita.La presenza dei piccoli assume unafunzione terapeutica perché rafforzail sentimento di continuare ad essereradicati in un contesto sociale chemantiene in vita la dimensione delloscambio con gli altri e porta ad unamaggiore padronanza della propriavita. L’anziano ha speranze e deside-ri, i suoi bisogni sono molto più ric-chi e vivi di quanto si possa suppor-re e in lui persiste la capacità creati-va che può essere con questo pro-getto, adeguatamente valorizzata.

Contemporaneamente l’esperienza

che i piccoli possono ricevere nel-l’incontro con le persone anziane èun fondamento di crescita.L’anziano offre al bambino tempi espazi completamente diversi da quel-li dei genitori; e a differenza dei geni-tori, protesi al futuro, la personaanziana si presenta come una perso-na concentrata nel presente del bam-bino, rallentando i ritmi e offrendo aipiccoli anche uno spazio magico efantastico dove essere se stesso.

Le educatrici del Nido d’Infanziainsieme alle Operatrici del centroDiurno hanno pianificato momentidi incontro, insieme è stato condivisoche la mattina di ogni martedì potevaessere un momento strutturato perle attività per coinvolgere le duegenerazioni sempre nel rispetto deiloro desideri e soprattutto dei lorotempi cercando di rassicurarli e sti-molarli sulle cose che sono in gradodi fare, per le loro capacità, ma nonsostituendosi mai a loro.Le attività sono state programmateper il periodo maggio/giugno 09 e siè pensato all’arte grafica pittorica.La prima risorsa è stata l’arrivo dellebacheche del centro diurno chesono state riempite, di colore, dainostri pittori.La verifica del nostro progetto avver-rà attraverso momenti di interscam-bio e confronto tra le operatrici delcentro diurno e le educatrici delnido e attraverso schede di osserva-zione per valutare i momenti di rela-zione, di integrazione, e di partecipa-zione tra i bambini e anziani.

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Anziani e dintorni

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“IMMAGINA TUTTA LA GENTE...

I nuovi vicini di casa: anziani e bambinidi Elena Giagosti

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Educando

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arto dal presupposto e dallaconvinzione che al nido cirivolgiamo a dei bambinitanto piccoli che la cura èalla base del lavoro; poi pos-

sono venire tanti progetti e idee etante attività, però il primo anelloindispensabile è quello della cura:l’attenzione rivolta al bambino e allacomunicazione, alla relazione che sicostruisce con lui: quindi la cura èsoprattutto saper vedere, ascoltare,tenere, contenere, accogliere e gio-care.Essa passa essenzialmente dallametodologia, dall’approccio che haiall’attività. Focalizzandoci sull’aspet-to relazionale i bambini si sentonoaccolti nella loro individualità chepuò manifestarsi nel momento delcambio o del pasto, momenti privile-giati per mandare avanti la relazione.Cura è anche attenzione e ascolto aibisogni, ai tempi e alle esigenze indi-viduali dei bambini. Quando lororichiedono la nostra attenzione,occorre trovare il tempo per poter-gliela dare; anche se c’è una situazio-ne di gruppo è bello trovare momen-ti in cui a ognuno riesci a dare quel-lo che gli occorre in una situazionedi osservazione e ascolto.La capacità di osservazione costitui-sce un punto di partenza fondamen-tale per l’ideazione e l’attuazione diuna progettualità multiculturale fon-data sul rispetto e sul riconoscimen-to dell’altro nella sua originalitàcome negli aspetti che lo rendonosimile agli altri.L’incontro con la diversità e lo “spae-samento” che, spesso, questo incon-tro comporta, ci deve incoraggiare aprogettualità multiculturali.La presenza dei bambini e delle fami-glie che provengono da altri Paesi,

diventa motiva-zione al fare esollecita neglieducatori inter-rogativi sul lororuolo.A volte l’educa-zione multicul-turale nascedalla curiositàper la pluralitàdei linguaggi,dei cibi, deisuoni, delle sto-rie presenti nelcontesto educa-tivo; a volte daldisagio che gli educatori e i genitori,provano di fronte agli aspetti “piùvisibili” della nostra società multicul-turale: l’immigrazione, l’intolleranza,il razzismo;Questi Progetti , da una parte sosten-gono la storia individuale e culturaledi ognuno, dall’altra propongonoesperienze con la finalità di favoriremodelli relazionali di scambio e reci-procità in un mondo in continuocambiamento.L’assunzione di una prospettiva mul-ticulturale nella progettualità che sisviluppa al Nido implica per l’educa-tore il continuo impegno a reinven-tare modi possibile per tradurre laconsapevolezza teorica e l’intenzio-nalità educativa in esperienze multi-culturali e in climi relazionali positi-vi. Non solo è possibile impegnarsiin questa direzione, ma lo è anchecredere che un agire educativopossa davvero costituire un punto dipartenza per contribuire all’evolu-zione di personalità capaci di darvita alla costruzione di contestisociali e dimensioni intersoggettivedemocratiche e pluraliste.

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... CONDIVIDERE IL MONDO INTERO”

Verso un mondo di differenze...partendo dalla cura del bambinodi Francesca Cavozzi

CRISTIANESIMO

6 gennaio Epifania1-7 aprile Settimana Santa8 aprile Pasqua9 aprile Lunedì dell’Angelo20 maggio Ascensione27 maggio Pentecoste10 giugno Corpus Domini15 agosto Assunzionedella Madonna1 novembre Ognissanti2 dicembre Avvento8 dicembre ImmaccolataConcezione25 dicembre Natale26 dicembre Santo Stefano

ISLAM 1427/8

20 gennaio Au al-Muharram (CapodannoMusulmano)29 gennaio Ashura31 marzo Maulid an-Nabi10 agosto Lailat al-Miraj12 settembreinizio del Ramadan8 ottobre Lailat al-Qadr12 ottobre ‘Id-al-Fitr19 dicembre ‘Id-al-Adha

EBRAISMO 5767/8

3 febbraio Tubeshvat4 marzo Purim3-10 aprile Pesach15 aprile Yom Hashoah23 aprile Yom Ha Atzmaut23-24 maggio Shavuot24 luglio Tishabeav13-14 settembre RoshHa Shanah (CapodannoEbraico)22 settembre Yom Kippur27 settembre - 4 ottobreSukkot4 ottobre Shemini Atzeret5 ottobre Simehath Torah5-12 dicembre Hanukkah

INDUISMO 2062/3

14 gennaio Sagranti Pongal16 febbraio Mahashivaratri4 marzo Holy19 marzo Capodanno Indù24 marzo Ganguar27 marzo Ramanavaniluglio RathayatraFesta dei Carri15 settembre Ganesh12-20 ottobre Navaratri9 novembre Divali

BUDDISMO 2566/7

20-27 marzo Higandi primavera21 marzo CapodannoBuddista26-27 maggio Vesak(Budda Purnima)20-27 settembre Higand’autunno

FESTETRADIZIONALI

CINESI18 febbraio Tanmunjee(Capodanno lunare)4 marzo Deng Jie5 aprile Quing Minjie(Commemorazionedei defunti)19 giugno Duanwuje25 settembre Zhong Qiujie

FESTE CIVILI 2007

1 gennaio Capodanno6 gennaio La Befana15-20 febbraio Carnevale8 marzo Festa della donna19 marzo Festa del papà25 aprile Anniversariodella Liberazine1 maggio Giornatainternazionale dei lavoratori14 maggio Festadella mamma2 giugno Anniversariodella Repubblica15 agosto Ferragosto10 dicembre Anniversariodella DichiarazioneUniversale dei dirittidell’uomo

Cd/Lei Centro Documentazione laboratorio per un’educazione interculturale

CALENDARIO MULTICULTURALE

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Cronaca

nziani e bambini insieme.Per dipingere il futuro.Perché «il dialogo tra gene-razioni è il dialogo tra itempi». E il tempo è «tolle-

ranza, rispetto, attesa». Questo è il pro-getto che ha preso vita sul PubblicoPasseggio, nell'angolo con viaGiordani, nella struttura dell'Onfs(Opera nuova familiari sacerdoti) cheospita, in locali attigui, un asilo nido(attivo da un paio d'anni) e un centrodiurno per la terza età - e alla fine del-l'estate saranno ultimati anche i lavori

per l'apertura di una casa di riposo. Ilcomplesso è gestito da Unicoop, e ieriha visto l'inaugurazione ufficiale, allapresenza del presidente della RegioneEmilia Romagna Vasco Errani. Il gover-natore, nel suo saluto, ha sottolineatocome «il livello di civiltà» di una socie-tà si misura sulla base dell'attenzionespesa per «anziani e bambini», e haricordato una priorità regionale: «Nel2009 abbiamo investito circa quattro-cento milioni di euro nella non auto-sufficienza: nello stesso anno gli stan-ziamenti del Governo per tutta Italiasono stati quasi trecentocinquantamilioni.Questa è la differenza valorialedella nostra comunità».Un impegno, quindi, a puntare neiprossimi anni sempre più sullo «scam-bio intergenerazionale», poiché, prose-gue Errani,«disperdere l'acquisito dellavita degli anziani è qualcosa che non cipossiamo permettere». «Abbiamo sem-pre più bisogno di agenzie educative -continua il presidente regionale - inquesta società così secolarizzata. Èquesto il mondo reale, e noi vogliamoviverlo con questi valori». Il centrodiurno e il Nido Facsal fanno parte del-l'ampio respiro del Piano strategicoper Piacenza Vision 2020 come pro-getto bandiera. Sono quaranta i piccolidell'asilo, mentre gli anziani al centro

sono una ventina: presto, non appenal'edificio sarà ultimato, si aggiungeran-no più di cinquanta ospiti della casa diriposo.Lo spirito, in ambienti vicini, ariosi,moderni e confortevoli, è quello di farvivere a stretto contatto "nonni" con"nipotini"; un toccasana per gli uni eper gli altri, in una sorta di permutasolidale di sentimenti, emozioni, statid'animo. Dopo la benedizione di donMaurizio Noberini, presidentedell'Onfs, ha preso parola il sindacoRoberto Reggi, che ha fatto notare

come il centro disponga di «tecnologied'avanguardia come il teleriscaldamen-to», e che sia un altro tassello di rispo-ste «alle esigenze dei bambini e deglianziani»: «Bisogna fare così - rileva ilprimo cittadino - per dare futuro allapropria comunità». La cerimonia,coor-dinata da Manuela Barbieri, presidentedi Unicoop, ha visto la presenza ditante autorità cittadine. Non è manca-to il presidente della Provincia GianLuigi Boiardi, con l'assessore allePolitiche sociali Paola Gazzolo e, per ilComune, l'assessore alla Coesionesociale Giovanna Palladini con quelloal Bilancio Paola De Micheli, ancheparlamentare del Pd; per l'Ausl hannopartecipato il direttore generaleAndrea Bianchi e la direttrice deldistretto Città di Piacenza MariaGamberini; per la Fondazione diPiacenza e Vigevano - che ha sostenu-to economicamente la ristrutturazione-, invece, il presidente GiacomoMarazzi.Il gruppo ha visionato gli spazi delcentro per anziani e dell'asilo: stanzeluminose, moderne, «studiate pergarantire la massima fruibilità», confer-ma l'architetto progettista - con unaffiatato team - Marcella Fariselli, laquale ha stimato l'importo dei lavori in«oltre due milioni di euro».

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ARRIVANO GLI ANZIANI AL CENTRO DIURNO SUL FACSAL 3 GIUGNO 2009:

Festa degli ospiti con i bambini del nidodi Alessandro Novellini - Libertà, giovedì 4 giugno 2009 -

Foto 1: le autorità presenti all’inaugu-razione: il prof. Vittorio Prodi giocacon una bambina del nido

Foto 2: il momento del taglio delnastro con gli anziani e i bambini

Foto 3: un bambino consegna unricordo dell’inaugurazione al SindacoRoberto Reggi

Foto 4: un ospite del Centro Diurnosaluta il Presidente della RegioneVasco Errani

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Cronaca

ignori Soci, vi abbiamo pre-sentato la situazione econo-mica, finanziaria e patrimo-niale della cooperativa perl’anno 2008.

Di seguito viene fatta una relazione diquella che è stata l’attività effettiva-mente svolta dalla cooperativa per ilperseguimento dei suoi scopi statuta-ri.Questa relazione è formulata a nomedel Consiglio di Amministrazione com-posto da Arlene Zioni, la vicepresiden-te, Elena Giagosti, Cosetta Maldina eGiulia Mazzolari. Innanzitutto deside-riamo esprimervi un grazie sinceroper il lavoro che voi tutti avete svolto.Il 2008… un anno difficile!Avevamo previsto di doverlo affronta-re con uno spiccato atteggiamento dirigore,con un più alto senso di respon-sabilità e con un impegno superiorealla norma.E così è stato e ancora una volta i risul-tati sono arrivati. Principalmente ilmerito è vostro per la passione e laqualità che tutti (dall’operatore di base

al direttore) espri-mete durante illavoro.Corre l’obbligo dirispettare nell’e-sposizione le indi-cazioni richiestedalla legge,in parti-colare dall’art. 2,comma 1 della L.59/92 e dall’art.2545 del CodiceCivile. Per questoprecisiamo che:lo scopo statutariodella nostra coope-rativa è di perse-guire l'interessegenerale dellacomunità alla pro-mozione umana ealla integrazionesociale dei cittadi-ni attraverso lagestione di servizisocio sanitari ededucativi orientatiin via prioritaria,ma non esclusiva,alla risposta aibisogni di anziani,infanti e loro fami-glie, portatori dihandicap, tossico-dipendenti, adulti

in disagio sociale, carcerati, minori,emarginati in genere;per conseguire tale scopo la coopera-tiva ha operato nei seguenti servizi:assistenza di base domiciliare e resi-denziale ad anziani, assistenza infer-mieristica sia domiciliare che pressoEnti Pubblici, attività educativa ed assi-

stenziale presso una comunità di recu-pero per tossicodipendenti, assistenzain strutture semiresidenziali, gestionedi nidi d’infanzia,sostegno educativo aminori in scuole di ogni ordine egrado, coordinamento e consulenza(anche attraverso prestazioni di assi-stenza sociale), servizi alla formazionee formazione ai propri operatori;le operazioni poste in essere tra i socie la cooperativa sono state essenzial-mente legate e connesse al rapportodi lavoro. I soci sono prevalentementesoci prestatori, gli elementi tecnico-amministrativi sono nello strettonumero indispensabile; i costi del per-sonale socio rappresentano oltre il60% del costi complessivi della coope-rativa.Tutto questo,oltre a garantire l'e-satta fotografia della cooperativa, per-mette di usufruire delle agevolazionifiscali, di cui al D.P.R. 29 settembre1973 n. 601, articolo 11;Il numero dei soci nel 2008 passa dai204 del 1° gennaio (197 donne e 7uomini) ai 234 del 31 dicembre (227donne e 7 uomini).I lavoratori in forza al 1° gennaio 2008erano 227 (220 donne e 7 uomini),mentre al 31 dicembre sono 247 (240donne e 7 uomini) .La cooperativa nei dodici mesi passatinon ha ricevuto prestiti da soci e nonha conferito prestiti a soci.Il valore della produzione passa da 4.980.005 del 2007 a 5.029.495 del2008.Grazie al risultato economico conse-guito nel 2008 abbiamo potuto eroga-re l’ERT (Elemento RetributivoTerritoriale) previsto dal contrattoprovinciale applicando la cifra massi-ma consentita ma non obbligatoriaper un totale di 64.061,89.Rispettiamo inoltre fedelmentel’Accordo Sindacale aziendale firmatoil 18 luglio 2005 che fissa 14 condizio-ni di miglior favore riservate agli ope-ratori di Unicoop.

Abbiamo, sempre grazie al risultatoeconomico, accantonato 22.000,00per far fronte all’eventuale esito sfavo-revole di una causa in corso.Il 2008 è stato un anno nel quale cisiamo impegnati lungo tre direttrici dilavoro:PRIMO: la tutela dei soci e della quali-tà dei servizi di fronte alle difficoltàeconomiche che stanno attraversandoil nostro settore. Il rinnovo del con-tratto collettivo nazionale di lavoro,l’aumento dei costi dovuto all’elimina-zione del salario medio convenziona-le, l’inflazione alta, l’aumento dei costidi interessi passivi dovuti alla cessionedel TFR, sono tutte voci a incidenzanegativa sul nostro bilancio. Il rischioforte era di chiudere un bilancio inrosso e dover attingere alle nostreriserve. Con una politica attenta disobrietà ed efficienza siamo riusciti,invece, a chiudere positivamente l’e-sercizio, riconoscendo tutti gli arretra-ti previsti dal nuovo contratto, gliaumenti, i contributi e l’ERT per inte-ro.Non abbiamo risparmiato sulla qua-lità e i nostri anziani, i nostri bambini,i nostri ragazzi hanno potuto piena-mente usufruire delle prestazioni deiservizi. La Certificazione di Qualità èstata confermata, abbiamo attuato ilnostro piano formativo annuale e si èproseguita la riqualificazione profes-sionale.SECONDO: insistere in scelte di svi-luppo e crescita. I risultati sono davan-ti a tutti, la parte attiva di bilancio hasuperato per la prima volta i 5 milionidi Euro,l’occupazione è aumentata del10% con 20 unità in più. Abbiamovinto gare e aperto nuovi servizi: duealla prima infanzia a Vernasca e Cadeo,un’Agenzia di promozione sociale sulquartiere Roma a Piacenza, l’amplia-mento dei nostri servizi di sostegnoscolastico. Creato nuovi ambiti di col-laborazione con altre cooperative.Abbiamo proseguito nel nostro piano

BILANCIO SOCIALE DI...

“… un anno in corsa”a cura di Barbieri Manuela - Presidente del Consiglio di Amministrazione -

Il 30 aprile nello splendido salone di Palazzo Gotico aPiacenza si è svolta l’assemblea dei soci per l’approva-zione del bilancio dell’anno 2008. Anche questa volta la partecipazione dei soci è statabuona e superiore 40%.Durante l’assemblea è stato proiettato il video “ANZIANI AL

CENTRO” realizzato con gli ospiti e gli operatori del centrodiurno del quartiere 3 ed è stato presentato il nuovo servi-zio per la riqualificazione del quartiere Roma che è statoavviato a settembre con l’apertura di un’Agenzia diSviluppo. Di seguito riportiamo la relazione che illustra ilBilancio Sociale dell’anno 2008.

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Cronaca

Buon pomeriggio, sono Daniela Sartori referente dei due cen-tri diurni comunali gestiti da Unicoop. Nel video avete vistocome si svolge la giornata al centro diurno e quali sono le figu-re professionali che ci lavorano. Non sto a ripetervi le stessecose, ma ci tenevo a ricordare Alberta, il video abbiamo volutodedicarlo a lei. È stata Alberta ad iniziare questo filmato e io l’hoconcluso insieme agli operatori del centro diurno di via NasalliRocca, al regista Andrea Canepari e ai colleghi dell’ufficio. Quando Manuela mi ha chiesto di parlare oggi in assemblea,mi sono fermata a riflettere su come è stato fare la Responsabiledelle Attività Assistenziali (RAA) nel 2008.Il ruolo che ho ricoperto è stato nuovo, difficile; a volte mi sonoarrabbiata, a volte non sapevo bene cosa fare, a volte mi sonosorpresa e a volte mi sono commossa.Ho avuto però anche alcune soddisfazioni; la presentazione delvideo alla cittadinanza nel mese di maggio è stato un bel rico-noscimento al lavoro che facciamo; a novembre abbiamofesteggiato i 10 anni di vita del centro diurno di via NasalliRocca. Alla festa, oltre ai familiari, degli ospiti erano presentil’assessore Palladini e il sindaco Reggi. Un’altra bella soddi-sfazione è stata la partecipazione al lavoro di organizzazione

che si è concluso con il trasferimento il 1° aprile 2009 del cen-tro diurno che si trovava all’interno dei locali del Maruffi, nellanuova struttura del Facsal. È stato emozionante vedere leespressioni di approvazione e di gradimento degli anziani ilprimo giorno che sono entrati, accolti dai bambini del nido,vedere finalmente un ambiente di lavoro bello, più funzionale edotato degli ausili che possono agevolare le assistenti nel lorolavoro. La soddisfazione nel contribuire al benessere deglianziani dei due centri perché in fin dei conti è a loro che ilnostro lavoro è rivolto e sono loro che devono stare bene alcentro .In conclusione è stato un anno intenso, difficile, ma anche sod-disfacente. Quello che mi ha permesso di andare avanti è statoil sostegno che tutti i giorni ho sentito da parte delle colleghe deicentri diurni e di tutti i colleghi dell’ufficio.Volevo far conoscere almeno i nomi delle persone con cui lavo-ro tutti i giorni e ringraziarle da Antonella a Sabrina, a Cristina,Anna, Elena, Paola, Alessandra, Giorgia, Silvana, Elisabetta,Giovanna, Maria Grazia, Carla, Daniela, ed Edyta. Oggi alcunedi loro non possono essere presenti qui perché i Centri Diurnisono aperti. Grazie a tutti.

di investimenti. Siamo stati attenti e insintonia con la programmazione delterritorio, abbiamo partecipato e sot-toscritto i piani di zona là dove ope-riamo.TERZO:proseguire nella realizzazionedel progetto Anziani e BambiniInsieme. Il 2008 è stato un anno dilavoro intenso,lavoro di cantiere per laristrutturazione dell’immobile, di pro-gettazione dei servizi, di ricerca finan-

ziamenti. Alnido sono arri-vati a settem-bre anche i lat-tanti e ad apri-le arriverannogli anziani delCentro Diurnodel Comune diPiacenza.Con l’avvio delCentro parti-ranno le attivi-tà intergenera-zionali e prestodaremo il viaanche alla Casadi Riposo.Il 2008... “unanno in corsa”.Dodici mesinei quali il con-siglio di ammi-nistrazione e lad i r e z i o n ehanno lavoratomolto sullerelazioni e col-l a b o r a z i o n icon altrecooperative edimprese, conaltri abbiamofatto sceltei m p o r t a n t i

come quella di partecipare alla garaper la realizzazione e la gestionedell’Hospice di Piacenza o di presen-tare un nuovo progetto sulla Legge 53per la conciliazione dei tempi di curae tempi di lavoro - inoltrato alDipartimento per le Politiche per laFamiglia all’inizio del 2009 - che coin-volge oltre Unicoop altre 3 impresepiacentine per un totale di oltre 700operatori.Anche nei servizi consolidati per la

cooperativa è stato un anno di forteimpegno.Per i servizi domiciliari ci siamo pre-parati per proporre a tutti i Comunicon cui lavoriamo un domiciliarepotenziato e più flessibile nell’orga-nizzazione, arricchito anche di novità,come ad esempio gli sportelli socialigestiti da Assistenti Sociali e, verso lafine del 2008, si sono concretizzatealcune sperimentazioni .Abbiamo poi consolidato e ampliatonotevolmente la collaborazione congli Ospizi Civili prevedendo ancheulteriori sviluppi.Sempre nel 2008 è iniziata, con l’aiutoe il coinvolgimento degli educatori,una riprogettazione di un servizio sto-rico per Unicoop: il COD di Montale.Lavoro che sta proseguendo e cheauspichiamo dia buoni risultati.E’ cresciuto a Piacenza il servizio diQuartiere che con l’estate è statoampliato a tutta la città.Il settore infanzia si è ampliato siacome numero di assistenti al sostegnosia come numero di gestione di Nidi eservizi; è il settore che negli ultimianni ha registrato il maggior incre-mento.Infine – come detto prima - abbiamointrapreso una nuova esperienza conl’avvio dell’Agenzia di promozionesociale sul quartiere Roma, serviziosperimentale e innovativo sia perUnicoop che per la città di Piacenza.Tutto ciò ha richiesto un gran lavoro,sia da parte di voi soci che vi sieteadattati alle nuove modalità di gestio-ne di servizi, sia dei coordinatori chehanno contribuito all’organizzazione,sia per la direzione che ha la respon-sabilità di guida.Adesso guardiamo avanti, al 2009. Unanno, crediamo, nel quale andranno atermine molte delle progettazioniintraprese nell’ultimo triennio e che ciriserverà nuove sfide.Un anno che ini-ziamo non senza la preoccupazione dimantenere in equilibrio un bilanciomesso a dura prova dall’aumento ditutti i costi, il nuovo contratto nazio-nale per primo,e di un non altrettantoadeguamento dei prezzi dei nostricontratti.In 23 anni di lavoro Unicoop ha impa-rato a lavorare, a lavorare bene, a farsiapprezzare,da amministrazioni pubbli-

che, private e famiglie. Siamo partiti in13 e oggi siamo più di 250. Qual è lanostra forza?La nostra forza è la nostra esperienza.La nostra forza sono i valori che moti-vano la nostra azione.La nostra forza è stare dalla parte deglianziani, dei bambini, delle famiglie.La nostra forza è restare uniti, crederein quello che si fa, imparare ogni gior-no, anche dagli errori.La nostra forza è guardare avanti colsorriso e con fiducia.Anche nei giorniamari, anche quando il nostro sforzonon viene premiato.La nostra forza –penso- sta tutta nellacapacità di capire e collaborare.Collaborare. Collaborare.Mentre riconfermiamo che quanto èstato anzi relazionato corrisponde allarealtà della nostra cooperativa e trovaperfetta rispondenza nelle scritturecontabili, sentita la relazione del colle-gio sindacale, vi invitiamo ad approva-re questa relazione, il bilancio chiusoal 31.12.2008 composto da stato patri-moniale,conto economico e nota inte-grativa nel loro complesso e nelle sin-gole voci.DESTINAZIONE UTILIVi invitiamo altresì, a destinare l'utiled'esercizio, ammontante a 29.560,00così come segue:- il 3%, pari a 887,00 al FondoMutualistico;- il 30%, pari a 8.868,00 al Fondo diRiserva Legale;- il resto, pari a 19.805,00 al Fondo diRiserva Indivisibile.Possiamo garantirvi che anche per il2008 abbiamo adempiuto allo scopostatutario perché la nostra attenzionesi è rivolta alla tutela della cooperativae delle persone che in essa operanoperseguendo l’interesse generale dellacomunità.Il presente bilancio, composto daStato patrimoniale, Conto economicoe Nota integrativa, rappresenta inmodo veritiero e corretto la situazionepatrimoniale e finanziaria nonché ilrisultato economico dell’esercizio ecorrisponde alle risultanze delle scrit-ture contabili regolarmente tenute.Le informazioni previste dal comma 1dell'art. 2 della legge 59/92 e dall'art.2545 del Codice Civile sono riportatenella nota integrativa.

Intervento di Daniela in assemblea

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“Immagina che tutti vivano la loro vita in pace...”

Il 13 febbraio 1909 nasceva aPiacenza una donna straordinaria, lamia nonna! Domenica 15 febbraio2009 è stata festeggiata da tutta lafamiglia per il compimento dei suoi 100anni! Un paio di anni fa ha espresso ildesiderio che se fosse arrivata a vedereil secolo di vita, avrebbe voluto cono-scere il Sindaco e lui, nonostante i pres-santi e gravosi impegni, grazie alla suagrande sensibilità, l'ha accontentata. E' stato un incontro veramente stupen-do, la nonna molto commossa haintrattenuto con lui una piacevole con-versazione, ringraziandolo con emozio-ne per la sua disponibilità. Quando èuscito per tornare ai suoi doveri, lei hacommentato:"E' proprio una brava per-sona, lui è il primo cittadino e tutti glidevono portare rispetto!" Nata da una buona famiglia, il padreera il proprietario della fabbrica di bot-toni che dai primi del '900, fino intornoagli anni '20, era situata in via S.Bartolomeo, si è sposata a 19 anni eha avuto quattro figli, trasferitasi per unperiodo a Sanremo, ha successivamen-

te seguito il marito ad Addis Abeba inEtiopia dove è rimasta fino allo scop-piare della guerra d'Africa. Costretta a rifugiarsi con la famiglia inun campo profughi, è tornata aPiacenza fra mille disagi. A 39 anni,rimasta vedova, ha lavorato come tele-fonista presso l'ex Genio Civile fino allapensione. Ha affrontato le molte difficoltà della vitacon forza e determinazione diventandoil fulcro della famiglia, infatti tutte ledecisioni sono sempre passate sotto lasua supervisione. Anche la perdita dell'unico figliomaschio nel '93 e nel 2005 della suaprimogenita non l'hanno piegata, hasempre sostenuto che di dolore non simuore ma si deve andare avanti per ilbene della famiglia. Quando ero bambi-na mi raccontava che da giovane unazingara le aveva letto la mano e leaveva predetto che avrebbe avuto unavita piena di gioie ma anche di soffe-renza e che sarebbe morta quandoavrebbe avuto tutti i capelli bianchi.Ora, fra i suoi capelli ormai canuti, vi

sono ancora parecchi fili neri.... vedeteun pò voi....!!! Buon compleannononna! Ti voglio un mondo di bene!Questo articolo l'ho scritto subitodopo il suo compleanno, quandopensavo veramente che la nonnanon mi avrebbe mai lasciato, inve-ce la mattina del 16 aprile non si èpiù svegliata, voi direte che dopo100 anni era prevedibile, per meinvece è stata un sorpresa datoche, presente nella mia vita daquando sono nata, pensavo che cisarebbe stata per sempre...Volevo dirti grazie nonna perchè èper il tuo amore e i tuoi insegna-menti che noi siamo una famigliacosì tanto unita, non ho dubbi chenon sarai mai dimenticata perchèci hai tanto amato e sei stataamata in egual misura, ogni ricordo,ogni aneddoto sarà presente nellenostre conversazioni come da sem-pre avviene, soprattutto tra noi cin-que nipoti per cui tu sei stata ungrande esempio di forza e dignità.Ciao nonna ti voglio tanto bene.

Buon compleanno nonna Celestinadi Alessandra Pezzoni

l’abbiamo promesso aquella bambina quandol’anno scorso, al momento

di salutarci, come regalo ci ha chiestodi non dimenticarla...poiché abbiamofatto una promessa, eccoci ritornati.Ogni minuto, ogni giorno del 2008,l’abbiamo trascorso sperando dipoter tornare e così è stato.Ineguagliabile la nostra gioia quandoabbiamo rivisto quei piccoli nostriamici ma sicuramente ancor più inde-scrivibile la loro quando si sono tro-vati davanti le nostre facce bianche…white soap (sapone bianco così chia-mano gli europei). Siamo andati inGiamaica portando con noi il contri-buto raccolto durante l’anno da amicie dalle colleghe del Servizio diQuartiere e Agenzia Roma per soste-nere il progetto di Stand Up ForJamaica e a proposito di questo voglioringraziarle tutte con tutto il cuore edarle anche un piccolo messaggioche Maria Carla Gullotta ha scrittoper loro.

----- Original Message ----- From: Maria Carla Gullotta To: Gianpiero Assi-Giancarla FantiniSent: Monday, May 25, 2009 8:18 PM

Care amiche,so di non conoscervi ma un po’ inve-ce vi conosco attraverso Giancarla eGianpiero che mi hanno parlato divoi e che mi hanno portato inGiamaica il vostro prezioso contribu-to. Vi voglio ringraziare con affettoper aver pensato alla Giamaica. Unposto così lontano da voi. Ma è pro-prio grazie a voi e a tutti quelli che

pensano come voi, che i progetti gia-maicani vanno avanti. Tante donne,tanti bambini, tanta povera gente cheviene in ufficio con storie tremende eche ti guarda sperando di trovare unaspalla amica e di avere un aiuto perandare avanti. Ogni tanto penso chesia troppo poco quello che si riesce afare e ogni tanto penso anche chenon tutto quello che si fà vada inporto con successo, ma poi, per for-tuna, arriva qualcuno sorridente, conun mango in regalo, che ti dice graziee allora si buttano via i dubbi e si con-tinua a fare quello che si può.

Nell'immaginazione della gente laGiamaica è un posto da vacanza fan-tastica e tutti ignorano che è ancheun paese molto povero e difficiledove la vita vale poco e la gente tri-bola moltissimo. E sapete cosa amotanto? Nessun giamaicano si lamenta,e se può, sfodera un sorriso luminosoche è una sfida alla lotta quotidiana.Mi farebbe piacere farvi vedere il sitodi Stand Up dove ci sono foto e storiee cosi potreste saperne di piùChiedete ai miei amici di farvi leggerequalcosa. E se volete saperne di piùfatevi dare la mia e-mail e scrivetemi,e vi risponderò al volo e poi, chissà,magari vi potrebbe perfino venirevoglia di venire in Giamaica!!!Un abbraccio, un grande grazie e lasperanza di fare la vostra conoscenzaprima o poi. One love.

Maria Carla

Italian Consulate - 131 Tower StKingston - tel 1-876-9488973 - E-mail:[email protected]

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JAMAICA…

Port Antonio un anno dopo

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Professione lavoro

ensando a noi operatori diUnicoop e al tema dellemigrazioni mi è venuta l’i-dea di contattare qualcunoche si è traferito da altri

paesi… migrando dunque versol’Italia.Oggi,8 maggio 2009 in coope-rativa siamo 251 e 32 operatorihanno una nazionalità diversa daquella italiana: la nostra base sociale ècolorata dalle bandiere di Filippine,Marocco, Albania, Polonia, Cuba,Moldavia, Perù, Ceylon, Angola,Ecuador, Costa d’Avorio, Ceylon,Angola, Ecuador Romania.Non mi sono mai domandata e pensodi non avere mai pensato a cosa puòsignificare cambiare Stato, abbando-nare i propri usi e costumi perabbracciare quelli di un altro popolofino a qualche giorno fa. Ascoltare iracconti di Donika, Sanda e Delfinami ha mostrato spiragli di mondoche non conoscevo. E` stato facileimmaginare alcune situazioni descrit-te… mi sono sentita accompagnatanella loro storia e omaggiata dei vis-suti raccontati.

La prima persona che ho incontratoè stata Donika Dobrozi. Lavoracome ausilaria al Nido Magica Bula diGariga da settembre del 2007.Si è tra-sferita in Italia dall’Albania circa 8anni fa. Quando le spiego il perchèdell’incontro, le chiedo di parlarmidel suo paese e dei motivi che l’han-no portata in Italia racconta cosa suc-cesse in Albania al termine dellaSeconda guerra mondiale, citandomile date di diversi avvenimenti.“Dopola guerra-dice- la vita è ritornata allanormalità, ma il mio paese era unpaese bruciato. Il Presidente chiusetutte le porte e il mio popolo fu iso-lato. Chi tentava di uscire o riusciva atrasferirsi era considerato un tradito-re e la sua famiglia veniva perseguita-ta.Ricordo che la televisione trasmet-teva un unico canale e le notizieriguardavano fatti di cronaca locali.Nessuno sapeva cosa succedeva nelmondo.Nel 1965 il Presidente chiusee demolì tutte le chiese. I preti furo-no incarcerati o uccisi. Ricordo cheio e la mia famiglia festeggiavamo

Natale e la Pasqua nascosti. Era peri-coloso farlo alla luce del sole. La vitaera comunque serena: per paura diessere incarcerati e perseguitati lagente viveva sottomessa e non vi eradelinquenza. Ricordo un paese moltopovero e arretrato da un punto divista tecnologico. Ricordo la maestrache ci diceva che in Albania si stavabene... nessuno sapeva cosa succede-va nel mondo e non vi era la possibi-lità di fare paragoni con lo stile di vitadegli altri paesi”.Nel 1985 il Presidente muore e il suosuccessore fece diversi cambiamenti.L’Albania si aprì verso il mondo e dal1991 iniziarono le emigrazioni versoGrecia,Germania e Italia. “Ciò che haspinto tante persone a traferirsi èstato il desiderio di migliorare il pro-prio stile di vita. Il nuovo presidentedal 1991 fece costruire le chiese, main Albania non vi erano più preti. Nearrivarono dall’Italia, così come arri-varono suore”.Donika prosegue il suo raccontodicendo di aver frequentato la scuolasuperiore e l’Università più grandedell’Albania (la stessa frequentata daiballerini del programma televisivoAmici). L’indirizzo di studio scelto èstato Lingua e letteratura albanese.Terminati gli studi ha insegnato nellascuola media per 4 anni. Mi raccontala vita da studentessa: la scuola da leifrequentata prevedeva regole moltorigide, la paragona ad un collegio conuna forte disciplina. La giornata erascandita rigidamente con orari stabi-liti per la ginnastica al risveglio, l’i-giene personale, la colazione, le lezio-ni, il pranzo, la pausa, il tempo dedi-cato allo studio… precisa che ilpomeriggio dalle 15 alle 18 tutti stu-diavano seduti ad un tavolo con unapersona che controllava e che ripren-deva chiunque alzasse la testa dallibro.“Nel 2001 mi sono sposata e dopocirca un mese e mezzo mi sono tra-sferita in Italia. Mio marito viveva giàqui da diversi anni. Lavora da 15 anninella stessa ditta. Ci siamo conosciutinel mese di agosto del 2000 quandoha fatto ritorno al Paese per il perio-do estivo”.Chiedo a Donika se è stato difficiletrasferirsi. Risponde che inizialmentesi è sentita molto contenta poichè inItalia la qualità della vita era migliore.“Non mi riferisco - dice – al fatto chesi mangia meglio o hai la possibilitàdi avere più vestiti, ma l’ Italia è piùsicura. Le strade sono più sicure, leabitazioni sono più sicure… Con il passare degli anni, però, tirendi conto che non è tutto vedere ipalazzi e le strade asfaltate, ti senti unvuoto perchè manca un Paese.Nonostante in Albania vi siano molterigidità, sia necessario fare tanti sacri-fici, oggi ricordo con piacere la miainfanzia: la scuola è stata dura, erava-mo in 16 a dormire nella stessa stan-za, la divisa che indossavamo doveva

essere perfetta, avevamo i minuticontati per mangiare, per lavarci”.Chiedo cosa le manca di più del suopaese. Donika sente la mancanzadella famiglia, dei genitori. Ha duefigli Sara e Cristian, di 6 e 4 anni.Entrambi sono nati a Piacenza. E`proprio al momento della loro nasci-ta che ha sentito maggiormentenostalgia della famiglia: “In ospedaleogni mamma ha ricevuto visita daiparenti ed io ho sentito molto la man-canza dei miei genitori, anche se miomarito mi è stato molto vicino”.Donika ringrazia molto Unicoop per-chè le è stata data l’opportunità diavere un lavoro:“I prezzi si sono alza-ti molto e due stipendi ci consentonodi vivere meglio, mi consentono diaiutare a crescere i miei figli meglio.Io sono cresciuta senza giocattoli… imiei genitori hanno fatto tanti sacrifi-ci. Sono cresciuta con poche cose,ma con amore. La mattina appena misveglio ringrazio tanto di avere unlavoro”.A conclusione del mio incontrodomando a Donika se le piacerebbefar ritorno in Albania. “Ci troviamomolto bene in Italia – risponde - ma sìci piacerebbe ritornare in Albania. Sepenso alla vecchiaia vorrei morirenel mio paese. Certo questo sarà pos-sibile solo se i miei figli saranno d’ac-cordo, perchè io andrò solo se ver-ranno anche loro e solo in un futurolontano, perchè io vorrei che fre-quentassero le scuole italiane…Quando vivevo in Albania tante cosemi sembravano brutte, oggi che sonoqua anche quelle mi sembranobelle”.

La seconda persona che ho incontra-to si chiama Sanda Croiala. Vive inItalia dal 2000, è di origine rumena elavora con noi dal 2008 come OSSdel servizio domiciliare di Carpanetopiacentino.Sanda mi racconta di non esserevenuta in Italia per bisogno. Il suo tra-sferimento è stato veloce, poco pen-sato. In Romania, Sanda aveva conse-guito il diploma di perito meccanico,che le ha consentito inizialmente dilavorare come meccanico di macchi-

ne da cucire, successivamente didiventare insegnante di disegno tec-nico in una scuola superiore. Mi rac-conta con il sorriso quest’ultimaesperienza durata circa 13 anni:“Lavorare con ragazzi di 14-15 anni èstata un’esperienza molto bella. Iocercavo di entrare in relazione conloro, i ragazzi con me si confidavanoe io cercavo di dare loro consigli. Ladirettrice a volte mi sgridava. Volevache rimanessi nel ruolo più rigida-mente e che creassi una distanza trame e loro. Io dicevo di sì e poi face-vo quello che volevo”.Sanda prosegue il racconto parlan-

domi di un gruppo di amici moltostretti con cui passava la maggiorparte del tempo e con cui ha condi-viso tante cose. “Una delle mie ami-che si trasferì in Italia. Dopo tre annipreparò tutti i documenti per me egli altri miei amici per farci venire inItalia e così, senza troppo pensare,siamo partiti e arrivati a Piacenza”.Racconta, poi, della sua prima espe-

rienza lavorativa presso un super-mercato, prima come operaria e poicome commessa al banco di salumi.“La mia prima impressione degliItaliani è stata di persone che fischia-no,cantano e parlano da soli.Tutti nelmettere a posto gli scaffali cantavanoo parlavano da soli… Fino al 2003 holavorato lì e fino al 2005 sono rimastainsieme ai miei amici. Poi loro hannofatto ritorno in Romania, si sono spo-sati e hanno figli. Io sono rimasta quiperchè ho trovato un ragazzo specia-le: non assomiglia agli altri italiani èun ragazzo molto tranquillo”.Prosegue raccontandomi del loroprimo incontro e di come ha sceltodi frequentare il corso OSS.“Ho fattotanti lavori da quando sono arrivata:la cameriera, ho lavorato in negozio,ho fatto la badante… e a fare labadante mi sentivo a mio agio. Nel2008 ho saputo del corso per OSS emi sono iscritta. Il corso mi è piaciu-to. I professori erano bravi ma pocoseveri secondo me… le mie compa-gne a volte mi sgridavano perchèfacevo troppe domande. Il ritornare ascuola mi ha fatto venire alla mentericordi di quando ero bambina. Hofatto il tirocinio sul servizio domici-liare di Carpaneto.All’inizio il pensie-ro di poter lavorare in un serviziodomiciliare mi spaventava,perchè seida sola.Ora mi piace il lavoro che fac-cio perchè, rispetto alla struttura c’èpiù spazio per la relazione, perchèposso parlare, perchè posso metterela crema senza che qualcuno mi fac-cia fretta e mi dica “lascia stare lacrema, c’è questo da fare”.Chiedo a Sanda se ha nostalgia delsuo paese. Dice di non essersi adatta-ta completamente e di trovare diffe-renze rispetto al suo paese.“Mi piacel’Italia, ho imparato tanto da quandosono qui. Mi sento cambiata in positi-vo, ma mi mancano tanto le monta-gne. La mia città Piatra Neant (in ita-

STORIE DI PERSONE, LAVORO E ALTRE COSE

Migrazionidi Alessandra Materassi

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Professione lavoro

liano significa pietra tedesca) è unacittà di montagna . Io sono cresciutatra gli animali, quando ero piccolaogni tanto li portavo in casa e li cura-vo. Ricordo mia mamma che si arrab-biava, ma del resto sono stati i mieigenitori ad insegnarmi ad amare glianimali... Ogni tanto il mio compa-gno in Italia mi porta in montagna. Iocammino, mi arrampico, ma non è lastessa cosa.Quando potevo, prima, facevo ritor-

no al mio paese per fare visita allamamma.Anche lei era perito mecca-nico ed insegnava nella scuola doveho insegnato io. E` morta di cancro.Sono riuscita a starle vicino negli ulti-mi mesi della sua vita e mi ha datouna grande lezione di vita. Non si èmai demoralizzata e ha sempre cer-cato di fare forza a me e a mio fratel-lo. Io ammiro gli anziani perchè noinon saremo mai come loro con lospirito che hanno”.Chiedo a Sanda quali differenze hatrovato tra l’Italia e la Romania. Mirisponde che in Romania c’ era disor-dine quando si è trasferita, la vita erameno cara rispetto all’Italia.“Inviavoall’epoca 100/200 euro e miamamma era a posto. Ora anche inRomania i prezzi sono saliti, mentregli stipendi sono rimasti bassi. Nonesistono però agevolazioni. In Italia sisente una sicurezza diversa, vi sonodiversi aiuti comunali. E` come se laRomania fosse all’inzio di un percor-so che voi avete intrapreso da tantotempo”. Conclude dicendo di essersisentita una traditrice per aver lascia-to il proprio Paese:“Chi non è venu-to all’estero ha contribuito a risolle-vare il paese. Qualcuno mi ha dettoche anch’io ho contribuito inviandosoldi e ciò mi ha fatto stare un po’meglio. Da quando mi sono trasferitaci sono stati tanti cambiamenti : oggiquando torno in Romania non so piùcome muovermi, non so come siusano i soldi, sono molto in difficol-tà, a volte faccio fatica anche a par-lare nella mia lingua,non mi vengonole parole e questo mi dispiace”.

L’ultima persona che ho incontratoproviene dal Sud America, è peruvia-na. Si chiama Delfina Garcia e lavo-ra presso gli Ospizi civili. Delfinalavora in Unicoop da mese diDciembre del 2003. Lavorava alMaruffi e ha scelto di rimanere inUnicoop nonostante le incertezzeiniziali incontrate di ricollocazionelavorativa.Delfina si è traferita in Italia all’età di33 anni, perchè nel suo paese non viera lavoro:“Mio marito era morto, ioavevo due bambini piccoli, volevoguadagnare dei soldi per dare un

futuro ai miei figli. Ho venduto la TVe altre cose per acquistare il bigliettoaereo. All’inizio non sapevo doveandare, non conoscevo lingue stra-niere. Ho scelto l’Italia, perchè inVaticano c’è il papa. Non sono riusci-ta ad avere il visto, allora sono atter-rata a Francoforte… per poi arrivarein Italia. Ricordo una canzone intito-lata “Visa para un sueno” (visto perun sogno), anch’io volevo il visto perrealizzare il mio sogno. Quando sonoarrivata in Germania avevo con medue magliette e un jeans, non avevoniente. Ricordo l’aereoporto alto, gliuomini alti, biondi con lo sguardopenetrante e io mi sentivo una for-mica. Tenevo l’immagine dellaMadonna stretta nella mano, avevomolta paura. Fortunatamente hoincontrato un uomo spagnolo che michiese da dove venivo e cosa facevolì. Gli risposi che volevo venire inItalia. Disse che anche lui e due ami-che vi erano diretti e se volevo pote-vo unirmi a loro. Così feci. Partimmocon una macchina piccola, bianca,c’era un seggiolino per bambini e l’a-desivo bimbo a bordo. Ci disse distare tranquille alla frontiera e nelcaso ci avessero fermati di risponde-re che eravamo tutti parenti. Oggipenso che questa persona,di cui nonricordo nulla, forse faceva questiviaggi come lavoro.Abbiamo passatola frontiera e non me ne sono accor-ta. Sono scesa dalla macchina e misono diretta alla stazione per prende-re il treno per Roma.Volevo andare alVaticano.Arrivata a Roma, ho trovatopersone del mio paese e mi sonounita a loro. Dormivamo in una stan-za con tanti letti, pagavo 10.000 lireal giorno. Sono rimasta lì 15 giorni.Purtroppo non sono riuscita ad anda-re in Vaticano. Ci ho provato un gior-no di giugno. Ricordo che facevamolto caldo e io avevo una magliettasenza maniche. Ho fatto tante ore difila, ma quando sono arrivata allaporta una persona mi ha fermatadicendo che non potevo entrare. Ionon capivo l’italiano e non capivoperchè. L’uomo indicò allora la miamaglietta: senza maniche non si pote-va entrare… allora me ne sono anda-ta e ho rinunciato.A Roma non ho trovato lavoro,provaiad andare a Napoli.A Napoli tutto eradiverso, molte cose mi ricordavano ilmio paese: le strade piccolissime, ilmercato, i palazzi tutti vicini, i pannistesi, la gente che urlava. Anche quimi sono unita ad un gruppo di peru-viani e grazie a loro ho trovato lavoroin una clinica.Facevo le pulizie e gua-dagnavo 600.000 lire al mese. Holavorato due mesi.Il lavoro era molto duro, dovevo luci-dare il pavimento in parquet inginocchio e a mano e la signora pas-sava il dito e mi diceva che non erapulito e che dovevo pulire meglio.Sono dimagrita molto. Io volevo gua-dagnare di più, volevo risparmiarepiù soldi e fare ritorno al mio paeseper aprire un negozio.Mi mancavanoi miei figli. Mi informai su altre città.Mi suggerirono di andare a Milano.Partii per Milano con il treno. Il viag-gio fu molto lungo.Appena arrivata non sapevo cosafare. In stazione c’era tanta gente,tutti seduti, si guardavano attorno eio non capivo cosa stavano facendo.Mi avvicinò una ragazza colombianae mi chiese se stavo cercando lavoro.Io risposi di sì. Mi spiegò che una

signora cercava una badante che sioccupasse della casa e facesse dababy sitter al figlio di 4 anni. Io dissidi essere interessata. La ragazza tele-fonò e dopo poco arrivò una signoratutta vestita in pelle con un fuoristra-da. Per me era già strano vedere unadonna guidare, figurati con quellamacchina. Dopo capii che il lavoroera della ragazza colombiana chevoleva lasciarlo. La condizione perpoterlo fare era che trovasse qualcu-no che la sostituisse. La signora sichiamava Jolanda e parlava lo spa-gnolo. Mi ha insegnato tanto. Mi hacomprato tanti libri, anche di cucinain modo che potessi preparare ricet-te italiane per il marito. La signoragestiva un negozio e rimaneva allavoro tutto il giorno. Io mi occupavodella casa e del figlio Steven di 4 annidal lunedì al sabato. La domenica erail mo giorno libero. Non mi pesava illavoro, la signora mi ha sempre trat-tato come una della famiglia, mi davafiducia. La domenica rimanevo conlei, perchè non sapevo dove andare.Non avevo amici. Non spendevoniente, ho risparmiato tanto. Lasignora mi fece un contratto diassunzione e grazie a lei ottenni ilpermesso di soggiorno.” Delfina pro-segue il racconto dicendo che conmolti risparmi dopo un anno emezzo fece finalmente ritorno al suopaese per riabbracciare i figli,Lourdes e Lucio rimasti con i nonni.Delfina aprì un negozio, purtroppogli affari andarono male e in quattromesi perse tutto ciò che aveva gua-dagnato. Racconta di un Paese moltopovero. Decise, allora, di ritornare inItalia lasciando con una grande tri-stezza nel cuore ancora una volta isuoi figli. Arrivò a Piacenza: trovòlavoro come badante da una signoraanziana, conseguì la qualifica di assi-stente di base e poi lavorò per cin-que anni occupandosi di una ragazzadisabile.Nel 2000 apprese al telefono dellagravidanza di Lourdes e volle che ilnipote nascesse in Italia.Riuscì grazieall’aiuto di un avvocato a far partireanche i suoi figli. Il nipote è natoall’ospedale di Piacenza e oggi ha 9anni. All’inizio Delfina ha incontratomolte difficoltà: aveva firmato uncontratto di 5 anni per occuparsidella ragazza disabile al suo domici-lio e non è riuscita da subito ad occu-parsi dei figli e del nipote.Sono inter-venuti i Servizi sociali. Solo nel 2004la famiglia si è riunita.Chiedo a Delfina cosa le manca delsuo paese: “Sono in Italia da tantianni, ho la cittadinanza italiana, mami manca la mia terra. Il mio paese èpovero ma c’è tanta voglia di vivere,spesso ci si riunisce tutti insieme, ilclima è sereno e gioioso. Qui vivogiorno per giorno e del mio paesemi manca tutto. Ho dimenticato diessere chi ero, è come se dentro dime non ci fosse più quella voglia divivere la vita tipica del mio popolo”.Congedo Delfina con un abbraccio.Ascoltare i racconti di Donika, Sandae Delfina mi ha coinvolta e commos-sa. Quanto significa MIGRARE versoun paese straniero: motivazioni, colo-ri, vissuti, canzoni, paesaggi diversi eunici. Io ringrazio queste tre personeche mi hanno accompagnato nelloro mondo e mi scuso se in questoarticolo non sono stata capace diesprimere fedelmente tutto ciò chemi hanno raccontato.

“IMMAGINAUN MONDO

SENZA POSSESSIMI CHIEDOSE CI RIESCI

SENZA NECESSITÀDI AVIDITÀO FAME. LA

FRATELLANZATRA GLI UOMINI”

comunicoop 1-2009 10-01-2011 11:29 Pagina 11

Page 12: comunicoop 1-2009 10-01-2011 11:29 Pagina 1€¦ · per quelli che stanno nella foresta dove le scimmie fan sempre festa, per quelli che stanno di qua o di là, in campagna od in

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Sogni e paure

Supplemento a Edilizia Piacentina

nr. 4 - 2009

Direttore responsabileGiuseppe De Petro

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Siamo tutti migranti:ecco cosa dicevano di noia cura di Emanuele Soressi

l testo è tratto da una rela-zione dell'Ispettorato perl'Immigrazione delCongresso americano sugli

immigrati italiani negli Stati Uniti,Ottobre 1912

Siamo tutti un popolo di migranti

"Non amano l'acqua, molti di loropuzzano perché tengono lo stessovestito per molte settimane.Si costruiscono baracche di legno edalluminio nelle periferie delle cittàdove vivono, vicini gli uni agli altri.Quando riescono ad avvicinarsi alcentro affittano a caro prezzo appar-tamenti fatiscenti.Si presentano di solito in due e cer-cano una stanza con uso di cucina.Dopo pochi giorni diventano quat-tro, sei, dieci.Tra loro parlano lingue a noi incom-prensibili, probabilmente antichi dia-letti.Molti bambini vengono utilizzati perchiedere l'elemosina ma soventedavanti alle chiese donne vestite discuro e uomini quasi sempre anzianiinvocano pietà, con toni lamentosi epetulanti. Fanno molti figli che fati-

cano a mantenere e sono assai unititra di loro.Dicono che siano dediti alfurto e, se ostacolati, violenti. Lenostre donne li evitano non solo per-ché poco attraenti e selvatici ma per-ché si è diffusa la voce di alcuni stu-pri consumati dopo agguati in stradeperiferiche quando le donne torna-no dal lavoro.I nostri governanti hanno apertotroppo gli ingressi alle frontiere ma,soprattutto, non hanno saputo sele-zionare tra coloro che entrano nelnostro paese per lavorare e quelliche pensano di vivere di espedientio, addirittura, attività criminali".La relazione così prosegue:"Propongo che si privilegino i venetie i lombardi, tardi di comprendonioe ignoranti ma disposti più di altri alavorare. Si adattano ad abitazioniche gli americani rifiutano pur che lefamiglie rimangano unite e non con-testano il salario. Gli altri, quelli aiquali è riferita gran parte di questaprima relazione, provengono dal suddell'Italia. Vi invito a controllare idocumenti di provenienza e a rimpa-triare i più.La nostra sicurezza deve essere laprima preoccupazione".

CROSTATAAL CIOCCOLATO

Ingredienti per la pasta:300 gr. di farina,150 gr. di burro,150 gr. di zucchero,2 tuorli, 1 uovo intero,limone grattugiato,1 puntina di cucchiaio di lievito

Ingredienti per la crema:300 gr. di zucchero al velo,4 tuorli d’uovo,50 gr. di burro sciolto,50 gr. di cioccolato in polvere

Fare la pasta frolla velocemente,quindi metterla in una teglia aven-do cura di tenere i bordi alti dellapasta. Cuocere a 180° per 30 minuticirca quindi togliere dal forno ecoprire con la crema, infornareancora per 10 minuti fino quandola crema sarà rappresa.

Buon Appetito

LA RICETTAdi Anna

“PUOI DIRECHE SONO

UN SOGNATOREMA NON SONOIL SOLO. SPEROCHE TI UNIRAI

ANCHE TUUN GIORNO E

CHE IL MONDODIVENTI UNO”

IImmigrati italiani in Usarainews.it 12 maggio 2009

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