Dott.ssa SASANELLI LIA DANIELA Rapporto fra attività di classe e attività di sostegno.
Comunicazione - Il rapporto con la classe
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Transcript of Comunicazione - Il rapporto con la classe
Il rapporto con la classe e la gestione d’aula
••L’istruttore/formatore: atteggiamenti e stili di L’istruttore/formatore: atteggiamenti e stili di gestione dell’aula gestione dell’aula
••Gli aspetti logisticiGli aspetti logistici••Gli aspetti logisticiGli aspetti logistici
••Come preparare la lezioneCome preparare la lezione
••Come gestire un momento criticoCome gestire un momento critico
Gianna Mangeli
Principio di apprendimento Principio di apprendimento dell’adultodell’adulto
L’apprendimento L’apprendimento degli adulti è diverso degli adulti è diverso da quello dei bambini. da quello dei bambini.
Una delle prime differenze è nel campo Una delle prime differenze è nel campo Una delle prime differenze è nel campo Una delle prime differenze è nel campo motivazionale e nel suo bagaglio motivazionale e nel suo bagaglio culturale che se nel bambino è da culturale che se nel bambino è da impiantare, nell’adulto esiste già!impiantare, nell’adulto esiste già!
Gianna Mangeli
Nell’adulto la formazione funziona se:
-Il corsista ne riconosce l’utilità della lezione rispetto agli obiettivi
-Riconosce la professionalità e le -Riconosce la professionalità e le competenze del docente
-Non è imposta
Gianna Mangeli
La comunicazione in aula
Viaggia su più livelli e piani tra di loro complementari:
Verbale, non verbale, paraverbale, multimediale, visiva
Il formatore deve tener conto di queste variabili essenziali:
- Allestimento spazi
- Strumenti di comunicazione
- Forme di presentazione
- Tipi di esercitazioni
- Preparazione
- Contenuti
- Feedback
Gianna Mangeli
CHE COSA DEVE SAPERE IL DOCENTE SUI PARTECIPANTI?
• Età
• Scolarità
• Livello presunto di conoscenza della • Livello presunto di conoscenza della materia oggetto della lezione
• Precedenti esperienze formative
• Atteggiamento ipotizzabile verso la lezione
Gianna Mangeli
IL CICLO VITALE DEL GRUPPO
La dimensione collettiva svolge una funzione indispensabile
nell’apprendimento in quanto il gruppo è un insieme di prospettive individuali.è un insieme di prospettive individuali.
Il gruppo attraversa diverse fasi di sviluppo.
Gianna Mangeli
Si possono individuare 4 FASI:
I FASE: COSTITUENTEÈ la fase in cui il gruppo si conosce. Prevale un senso di insicurezza causata dal fatto
che non si ha conoscenza dei fattori ambientali circostantiReazioni: atteggiamento spavaldo o atteggiamento cautelativoPrevale una postura corporea equilibrata e compostaII FASE: DI IDENTIFICAZIONESi crea una “fame di rapporto” che porta alla creazione dei primi sottogruppi e delle
prime alleanzeIl vocabolario è più familiare, ci si apre allo scherzo e a posture più rilassateIII FASE: DI COAGULOIII FASE: DI COAGULOIn questo momento del gruppo cresce la necessità di confrontarsi per dimostrare al
gruppo il proprio livelloIV FASE: DI MATURITÀIl sentimento predominante di questo momento del gruppo è il senso di appartenenzaV FASE: DI MORTE DEL GRUPPOIl sentimento predominante in questa fase è la separazione; emotivamente risulta
difficile disinvestire. Il gruppo perde la motivazione al lavoro aumentando gliaspetti ludici: cene, incontri ecc.
È consigliabile l’utilizzo di metodologie che non implichino un eccessivo impegno,facilitino il lavoro collettivo
Gianna Mangeli
COME USARE IL LINGUAGGIO VERBALE?
• Attenzione ai tecnicismi e ai gerghi professionali
• Usare frasi brevi, parole semplici ed appropriate assicurandosi che siano comprensibili alla classe
• Ricorrere se è possibile a degli esempi vicini ai nostri allievi per far percepire un movimento particolare od una
sensazionesensazione
• Adattare il linguaggio alle diverse tipologie di persone che compongono il gruppo (ad un pubblico adulto del “mattino”ci
si rivolgerà diversamente rispetto a degli adolescenti).
• Evitare il ritmo costante
• Usare un po’ d’enfasi e di sottolineature tonali: forte per incitare, incisiva per spiegare, tranquilla per correggere
Gianna Mangeli
COME USARE LA COMUNICAZIONE NON VERBALE?
•Conservare il contatto visivo con tutti i partecipanti, cercare il contatto con gli occhi di ognuno di loro almeno una volta nell’ambito della lezione. Non un contatto fisso
che potrebbe creare imbarazzo, ma solo una ricerca regolare di approvazione.
•Controllare la mimica facciale, l’espressione del viso deve esprimere una forte motivazione al contatto
umano. Il sorriso o meglio l’espressione aperta verso il umano. Il sorriso o meglio l’espressione aperta verso il prossimo sono il primo requisito per un buon impatto
con la classe.
•Muoversi un po’ senza eccedere e senza aggredire
• L’esecuzione dei movimenti deve essere sempre corretta in ogni dettaglio (i vostri errori diventeranno con il tempo gli errori dei vostri allievi). Essa deve essere naturale, ma sicura, entusiastica e di grande
energia.
Gianna Mangeli
Suggerimenti per instaurare un buon contatto con la classe:
Essere spontanei e disinvolti.Se fossimo di fronte ad una classe nuova probabilmente una buona dose di
tensione ci farebbe da compagna. Parola d’ordine: saperla gestire!Se ad esempio siete dotati di un luminoso sorriso, perché non esibirlo fin dal
vostro ingresso nella sala musicale?Nella spontaneità e disinvoltura ritroviamo le parti migliori della nostra
personalità; occorre pertanto saper resistere alla tentazione di interpretare stereotipi che non ci appartengono.
La disinvoltura non deve esser tale però da esternare le caratteristiche” marcate” del proprio essere , essere amichevoli in prima battuta (pacca sulla marcate” del proprio essere , essere amichevoli in prima battuta (pacca sulla spalla, dare del tu) può creare ottimi rapporti immediati con la maggioranza dei clienti, ma chiusura da parte di altri. In altre parole la comunicazione è
sempre bipolare: la classe verso l’istruttore - l’istruttore verso la classe. Loro vi mandano continui messaggi e voi dovete esser attenti nel recepirli.
Quanto è difficile essere credibili?La prima valutazione che la classe farà di voi avverrà in 60 minuti, sarà fatta a
livello viscerale non razionale. Purtroppo le prime impressioni sono quelle che rimangono più a lungo e quindi, se per diversi motivi non siete piaciuti,
non parteciperanno più alle vostre lezioni. Attenzione ne basta una sola di lezione sbagliata!!!
Gianna Mangeli
Il suggerimento è quello di iniziare con un atteggiamento neutro, evitando sia di strafare assumendo atteggiamenti troppo
estroversi e confidenziali, sia di apparire troppo distaccati.
Il tempo vi permetterà di prendere confidenza e trovare il giusto equilibrio interpersonale.
Ricordate che siete gli unici e soli responsabili della non riuscita di un movimento o di una coreografia. Se la classe non di un movimento o di una coreografia. Se la classe non
comprende è per colpa di una vostra non proprio chiara spiegazione. “Non mi avete capito!” dovrebbe esser sostituito
con un “ Temo di non essermi spiegato bene”.
Quindi la vostra ricerca personale nell’ottimizzazione e nel miglioramento della comunicazione devono viaggiare di pari
passo alla ricerca tecnica ed alla didattica.
Gianna Mangeli
LA GESTIONE DELLE DOMANDE
Evitare:
•Di entrare in un lungo contraddittorio con un singolo
•Di fare ringraziamenti e commenti personali sulla domandapersonali sulla domanda
Gianna Mangeli
LA GESTIONE DEI MOMENTI CRITICIE DELLE OBIEZIONI
•Rispettare il partecipante, aspettando con atteggiamento positivo che concluda la sua
esposizioneesposizione
•Accreditare la sua obiezione dando segnali di comprensione e accettazione
•Evidenziare gli aspetti che si condividono
•Esporre il proprio punto di vista con altre parole
Gianna Mangeli
IL GRUPPO POLEMICO O PREVENUTO
•Postura e mimiche chiuse e tese
•Domande polemiche, provocatorie, sarcastiche
•Comportamento indisponente tra i partecipanti (risatine, segnali di noia, di fastidio, etc …)
Come intervenire?
•Evitare di cadere in polemica rispondendo alle domande in modo neutro
•Inserire una pausa e chiedere alle persone polemiche di dichiarare ragioni del loro malessere
Gianna Mangeli
GLI STILI DI GESTIONE DELL’AULA
EFFICIENZA O EFFICACIA?
E’ il parametro circa la modalità impiegata dall’istruttore per organizzare gli aspetti operativi della vita d’aula:
EFFICIENZA
•Dire e fare tutto quanto è stato previsto in sede di progettazione pur di finire il programma dellalezione
•Ignorare i feedback espressi dai partecipanti (stanchezza, confusione, etc …)
EFFICACIAGarantire l’apprendimento anche parziale modulando
correttamene ritmo e alternanza tra i vari esercizi fisici e spiegazioni verbali
Gianna Mangeli