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Ambiente Economia e lavoro Politica locale Pubblica Amministrazione Sanità, sociale, servizi per l'infanzia INDICE Centrale, è il giorno del verdetto 11/04/12 Il Resto del Carlino Ravenna 2 Comunicazione e grafica. Comunque: Ri.Ma 11/04/12 Il Resto del Carlino Ravenna 4 Centrale, è il giorno del verdetto 11/04/12 Il Resto del Carlino Ravenna 2 Sul mattone pesa l'impatto della nuova Imu 11/04/12 Il Sole 24 Ore 5 Il pdl porta il fisco al tavolo del vertice: nel mirino Iva e Imu 11/04/12 Il Sole 24 Ore 6 Incentivi al merito nel pubblico e nel privato 11/04/12 Il Sole 24 Ore 7 Anche dalle utilities guai seri in Comune 11/04/12 Il Sole 24 Ore 8 Solo il consiglio comunale nominail nucleo di valutazione 11/04/12 Il Sole 24 Ore 9 IRAP, I «PICCOLI» SFIDANO IL SILENZIO DELLE eNTRATE 11/04/12 Il Sole 24 Ore 10 Le utility mettono a dieta iComuni 11/04/12 Il Sole 24 Ore 11 Edilizia alla sfida della sostenibilità 11/04/12 Il Sole 24 Ore 12 SOCIAL HOUSING, MANCANO 580MILA CASE POPOLARI 11/04/12 Il Sole 24 Ore 13 «CASA E CITTA', UNA SOLA POLITICA DI RECUPERO» 11/04/12 Il Sole 24 Ore 14 Appalti semplificati, cosa cambia 11/04/12 Italia Oggi 15 Invitalia partner del Demanio 11/04/12 Italia Oggi 16 Appalti con regole uniformi 11/04/12 Italia Oggi 17 Imu, costituzionalità a rischio 11/04/12 Italia Oggi 18 Fino a 4 miliardi di risparmi 11/04/12 Italia Oggi 19 Codice del turismo potere alle regioni 11/04/12 Italia Oggi 20 Arbitrato nella pa 11/04/12 Italia Oggi 21 Asilo nido, aperte le iscrizioni per l’anno venturo 11/04/12 Il Resto del Carlino Ravenna 22 Pagina 1 di 22

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Ambiente

Economia e lavoro

Politica locale

Pubblica Amministrazione

Sanità, sociale, servizi per l'infanzia

INDICE

Centrale, è il giorno del verdetto11/04/12 Il Resto del Carlino Ravenna 2

Comunicazione e grafica. Comunque: Ri.Ma11/04/12 Il Resto del Carlino Ravenna 4

Centrale, è il giorno del verdetto11/04/12 Il Resto del Carlino Ravenna 2

Sul mattone pesa l'impatto della nuova Imu11/04/12 Il Sole 24 Ore 5

Il pdl porta il fisco al tavolo del vertice: nel mirino Iva e Imu11/04/12 Il Sole 24 Ore 6

Incentivi al merito nel pubblico e nel privato11/04/12 Il Sole 24 Ore 7

Anche dalle utilities guai seri in Comune11/04/12 Il Sole 24 Ore 8

Solo il consiglio comunale nominail nucleo di valutazione11/04/12 Il Sole 24 Ore 9

IRAP, I «PICCOLI» SFIDANO IL SILENZIO DELLE eNTRATE11/04/12 Il Sole 24 Ore 10

Le utility mettono a dieta iComuni11/04/12 Il Sole 24 Ore 11

Edilizia alla sfida della sostenibilità11/04/12 Il Sole 24 Ore 12

SOCIAL HOUSING, MANCANO 580MILA CASE POPOLARI11/04/12 Il Sole 24 Ore 13

«CASA E CITTA', UNA SOLA POLITICA DI RECUPERO»11/04/12 Il Sole 24 Ore 14

Appalti semplificati, cosa cambia11/04/12 Italia Oggi 15

Invitalia partner del Demanio11/04/12 Italia Oggi 16

Appalti con regole uniformi11/04/12 Italia Oggi 17

Imu, costituzionalità a rischio11/04/12 Italia Oggi 18

Fino a 4 miliardi di risparmi11/04/12 Italia Oggi 19

Codice del turismo potere alle regioni11/04/12 Italia Oggi 20

Arbitrato nella pa11/04/12 Italia Oggi 21

Asilo nido, aperte le iscrizioni per l’anno venturo11/04/12 Il Resto del Carlino Ravenna 22

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i

DUE VOLTI A siniss:ra Raimondo Cinti, presidente di Powercrop. A destra una vecchia rnargestazio-ne contro la centrale

ntnik , è il :iene de, v Tat.)

press unE il Resto del Carlino 11/04/2012 Ravenna

Centrale, è il giorno del verdetto Oggi ti Tar dovrebbe finalmente pronunciarsi. Grande attesa in paese

CENTRO PORTA NOVA Cinema e risorOmento DOMANI SERA, al centro sociale Porta Nova di via Aldo Moro 2/1 a Russi, la Pro Loco presenta `Le donne del Risorgimento italiano nel cinema', a cura di Giorgio Sangiorgi. Appuntamento alle 20.45.

È IL GIORNO del giudizio per la centrale a biomasse di Russi. Oggi il Tar si pronunce rà nel merito sul ricorso presen tato da 120 cittadini, dal Wwf e da Italia nostra contro la ricon-versione dell'ex zuccherificio Eridania in centrale a biomas-se, secondo il progetto presenta-to da Power Crop. Lo scorso 7 luglio il Tar aveva accettato la richiesta di sospen-siva al progetto presentata dal-le associazioni ricor-renti. Poi, il 28 set-tembre, il Consiglio di Staio aveva annul-lato il provvedimen-to, in attesa della sen-tenza di merito. L'udienza decisiva era stata inizialmente fissata per lo scorso primo dicembre, ma era stata rinviata per la malattia del giudi-ce relatore. Oggi, fi-nalmente, dovrebbe arrivare la svolta, per una vicenda che si protrae dal 2007.

DA ALLORA, nel piccolo comu- ne del comprensorio ravennate, la tensione è sempre molto alta. Dal-

• \ la parte del sì al progetto avanzato dalla società del gruppo Maccafer-ri ci sono l'amministrazione co-munale e i sindacati, dall'altra le associazioni arnbientaliste, preoc-cupate per l'impatto ambientale

del nuovo impianto. Sul fron-te del no è scesa in campo la Soprintendenza ai beni archi-tettonici e paesaggistici, che già in sede di Via regionale aveva espresso parere negati-vo al progetto: la soprinten-dente Antonella Ranaldi ha prima emesso un «vincolo di tutela indiretta» per Palazzo

I San Giacomo (nella foto ver- ticale a sinistra, un provvedi-mento di cui Power Crop ha a

sua volta chiesto al Tar la sospensione urgente). Poi ha deciso di interveni-re 'ad aditivan-durn per sostene-re le ragioni dei ri-correnti al Tar.

LA centrale do-vrebbe occupare 30 lavoratori dell'ex zuccherifi- cio , più una sessan.-

N fina nell'indotto. Oltre alla vicenda

giudiziaria, è stata laboriosa la trattativa tra l'azienda e gli agri-coltori, riguardo alla reniunerazio-ne della produzione di pioppella da bruciare nell'impianto,

Francesco Monti

•••••••• ,

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G?

press unE il Resto del Carlino 11/04/2012 Ravenna

PERCHÉ NO sss N

\ ken

o o

pa A GIUNTA del

dì Russi è stata fin zio favorevole al progetto di "conversione dell'itnpian- , che è stato una parte 'lui-

)ortante della campagna elettorale dell'attuale sinda-co Sergio Retini, eletto nel 2009. L'amministrazione —'casi come i sindacati — insiste sull'aspetto occupa-zionale del progetto, dopo a chiusura dello zuccherifi-

ci 2005. Su questo fron-, la stessa Powercrop fa no-

tare che, anche se l'occupa-zione diretta nel nuovo im-pianto sarà limitata a 30 la-voratori, l'indotto compren-derà la produzione di hio-nasse, la manutenzione e al-

voci, per un totale di 25 ioni distribuiti sul terri-

anto all'aspetto agi bien le, il presidente dì Powe erop Raimondo Cin-ti ha sempre sottolineato che le emissioni della c trale saranno inferiorien;

quelle dello zuccherificio. N l cl caso a sentenza del 'Far prevista per oggi fosse favo- rle all'azienda, canttoie;

reevodovrebbe essere er

ute e lE palazzi .

e en e o> LE associ sta (tra cui W w stia e Ravenna virttitiS a3 TS scorsa estate hann, presea"

tato ricorso ontroa a l T Via .positiva da °"'pa(rtedell

-

a s,egio. ne, M otivo del ricr- o d(elcialsi

Soprintendenza al pr erte, a causae

d eeeess« iv' icinanza al nuovo p l o energetico di -

como azzo San Gia che sorge

, seicentesca clic apoche centinaia di metn dall'ex cio.

Ma le princi rioni delle stesse assi:

rii:' e di parte della ,naan.saz,a di. Russi riguardano

emissioni 'l o te Itll- ; e sono inquinanti .:' ali'

fr del' no ha inoltre n° tse volte messo in dubbio .

ff- cada del vincolo preveìstio

ociazioni bientatiste (tra cui

Ravenna Virtuosa, che ha so alle ultime elezioni

proaincialil temono un forte impatto ambientate dell'impianto • • • • • •

-.`'''.•■■■• \S` N N

econdo la printendenza, non è

adeguatamente tutelato palazzo San Giacomo, La dilla seicentesca che

rge a poche centinaia di atri dall'ex Eridania

PERCHÉ SÌ Ze; O

Dopo i 250 posti di Lav persi per La chiusura dello zuccherificio, La

centrate ne creerebbe 30, oltre ai lavoratori tutt'ora

impegnati nel confezionarnento

Il polo energetico — assicura Powercrop —

occuperà indireftamen e motti altri lavoratori del

territorio, per la produzione di biomasse e

la manutenzione

i

aper p

b rlea‘'Veqri di riconversione la durata

aw dì 30 mesi,

d

clic corse te a deliberaregionale

' l'uso esclusivo taitiiamassi prodotta entro

c °me un raggio 70 h'l

3 ro, i 'l

&all'impianto A tri . peralt Corpo f

o le aveva sequestrato, nellel'saiarea su ' i r cui erano in orso lavori

ilnaturaliz.zazione delle vasche, c ie., un cumulo di mate- ri le b iancastro (Po‘vercrc$p ha poi precisato che sì tratta di calce),

G. and , 1090 dc, v .113-..tm

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press unE il Resto del Carlino 11/04/2012 Ravenna

Comunicazione e grafica. Comunque: Ri.Ma A Russi un'azienda 'a/ femminile' che si è aperta anche all'editoria

RIMA è un'azienda di servizi che nasce nel 2005 a Russi, a segui-to della crescente domanda di so-luzioni pubblicitarie a 360 gradi. La titolare, Letizia Orrù, ha matu-ralo la propria esperienza in un un'azienda di servizi pubblicitari del Faentino. A Russi però, posi-zione strategica al centro della Ro-maglia, non esisteva una ditta di servizi che effettuasse stampe digi-tali, così è avvenuta la scelta di aprire uno studio. L'attività ha in-contrato ben presto il favore del mercato ed ha avuto così inizio una graduale crescita dei servizi offerti alla clientela. La storia? Nel 2008 RIMA acqui-sisce il mensile 'Essenthia guida al benessere', diventando editore di un'utile rivista di benessere in-teriore ed esteriore, trattando arti-coli non solo di estetica, ma anche di pratiche olistiche che completa-no il benessere naturale della per-sona. Dalla naturopatia ai consi-gli di stagione, dallo yoga all'au-ra-soma, al chakra, al reiki. Il mensile, in formato pocket, viene distribuito gratuitamente da Ra-venna a Imola, ma è anche possi-bile riceverlo in abbonamento po-stale direttamente al proprio do-micilio.

ATTUALMENTE Ri.Ma opera su due piattaforme. Da un lato c'è lo studio grafico che negli anni si è specializzato in stampe digitali di piccolo e grande formato, stam-pe a plotter di grandi dimensioni, personalizzazione abbigliamento. Dall'altro c'è l'editoria tra l'impe-gno costante del mensile Essen-thia ed altre creazioni, tra cui 'Guida ai b8zb e r&I) associati Coni-artigianato Ravenna'. Tra le novità si segnalano la crea-zione di libri in piccolissime tira-ture proprio per accontentare tut-ti coloro che si dilettano a scrive-re poesie, racconti e romanzi, an-che solo per la soddisfazione di ve-

dere il proprio libro pubblicato pur non essendo finalizzato alla vendita al pubblico.

L'ATTIVITà si svolge principal-mente in sede, dove lavorano Chantal, nel ruolo di grafica pub-blicitaria, e la titolare Letizia, che cura i contatti e la comunicazione della clientela. Lo studio grafico vanta inoltre diversi collaboratori esterni, tra redattori della rivista e rappresentanti per la raccolta pub-blicitaria. «La nostra clientela — ha spiegato la titolare Letizia

Orrn — è prevalentemente locale e raccoglie piccole e grandi azien-de di tutti i settori, ma anche asso-ciazioni sportive e non, liberi pro-fessionisti e privati. Il nostro pun-to di forza è la realizzazione in tempi brevissimi per qualsiasi esi-genza, dal biglietto da visita alla brochure, senza dimenticare de-pliant, cataloghi, calendari, mani-festi, siti web». E il futuro? «Ri. Ma ed Essenthia stanno lavoran-do ora su progetti che porteranno ad interessanti iniziative ed even-ti sul territorio romagnolo per il benessere psico-fisico».

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Var. % anno su anno \''\\ INDICE CASE SHILLER

x Aprile 2011

press unE 11/04/2012 Il Sole 34.11)111S

N

sintomi della crisi economica in atto , emergono in tutta evidenza anche dalla lettura dei bilanci dei 23 fondi immobiliari quotati, ovvero quelli destinati al pubblico retail. Tra le righe dei bilanci al 31 dicembre scorso emergono sempre con più evidenza le richieste di riduzione dei canoni di affitto avanzate dai conduttori degli immobili di proprietà dei fondi, le aste di vendita degli immobili che vanno deserte, i ritardi nei pagamenti dei locatari (in particolare da parte della Pubblica amministrazione) e i riflessi del credit crunch sul mattone con il congelamento dei finanziamenti e la conseguente limitazione delle trattative di compravendita degli immobili.

E dopo aver archiviato l'ennesimo anno in profondo rosso, sulla scia delle svalutazioni riportate a bilancio sulla gran parte degli immobili in portafoglio (il tonfo medio in Borsa nel 2011 è stato

pari al 21,5%), anche le prospettive per l'immediato futuro dei fondi immobiliari quotati non sono molto confortanti. In particolare pesano le novità intervenute nella tassazione dei fondi immobiliari, in primis quella relativa all'introduzione dell'Imu dal 2012.

E la nuova tassazione pesa anche sul settore delle compravendite residenziali. Secondo gli esperti l'Imu si mangia circa una mensilità di affitto, limando ulteriormente il rendimento netto da locazione dal 3-4% al 2-3% attuale, andando quindi a incidere negativamente sulle scelte di acquisto finalizzate all'investimento. Un carico che siva a sommare alle prospettive poche rosee per il mattone, che almeno fino al 2014 dovrebbe vender scendere le quotazioni e quindi erodere il capitale impegnato.

RISCHIO PERIL RISPARMIATORE MEDIO

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Il Pdl porta il fisco al tavolo del vertice: nel mirino Iva e Imu Domani o venerdì l'incontro premier-segretari Il Pd: si potrebbe rimodulare la tassa sulla casa Una Palmerini ROMA

In una giornata segnata da un rialzo dello spread ago() pun-ti e dal crollo di Piazza Affari, il pressing dei partiti su Mario Monti affmché fissi un vertice sulla crescita e lavoro è diventa-to più forte. «Un incontro con i leader? Sì è possibile», rispon-deva dall'Egitto la portavoce del premier, Betti Olivi, in un pomeriggio segnato dai dati di Borsa e da un altro articolo po-co lusinghiero del Wall Street Journal critico sulla riforma del lavoro «annacquata». Dunque, un summit con i segretari po-trebbe esserci già domani o ve-nerdì e avrà un doppio obietti-vo, quello di mandare un mes-saggio rassicurante rispetto agli ultimi dati negativi e di fis-sare prossime priorità soprat-tutto sul fronte fiscale. Non che si parlerà di riduzione di tasse, escluse ancora l'altroieri dal ministro Piero Giarda, ma è stato già Angelino Alfano ad aver messo sul tavolo la que-stione dell'Imu e dell'aumento dell'Iva. Dalle colonne del Cor-riere della Sera, il segretario del Pdl chiedeva un incontro tra Monti e i leader per fare il punto sulle modifiche alla rifor-ma Fornero e per "rivedere" i due capitoli fiscali.

Certo, conta la campagna elettorale che costringe i partiti a mostrare "reattività" rispetto a un rigore e a sacrifici che sem-brano non portare miglioramen-ti, ma chi con più realismo - chi con meno - sia Pierluigi Bersani che Alfano cominceranno a in-calzare sulla crescita. E se il Pdl lancia l'ipotesi di un Imu «una tantum e rateizzata» e vuole stu-diare una copertura per evitare l'aumento dell'Iva a settembre, il Pd ha le sue ricette. «Quello

che propone Alfano vuol dire una copertura da 3o miliardi: so-lo dalla cifra si capisce che l'ipo-tesi non sta in piedi», ribatte co-sì Stefano Fassina, responsabile economico del Pd che trova in-vece altre vie d'uscita per alle-viare il carico delle tasse. «Quel-lo che è possibile fare - spiega Fassina - è trovare una rimodu-lazione dell'Imu per caricare la tassa in modo maggiore sulle abitazioni più lussuose; l'altra proposta è di tassare ulterior-mente i capitali scudati per tro-vare i soldi e saldare i debiti del-la pubblica amministrazione verso le piccole e medie impre-se. Due boccate d'ossigeno per chi soffre di più la crisi».

Dunque, è possibile che al ta-volo tra i leader e Monti si co-minci a parlare di qualche ricet-ta per alleviare l'Imu. Ma a spa-ventare sono le previsioni, non

«Attesi risparmi per 4 miliardi»

L'introduzione di misure di interazione digitale tra la Pa e i cittadini nella sanità, istruzio-ne, lavoro e sicurezza - senza il bisogno di modifiche struttura-li-porterebbe a una diminuzio-ne dei costi per l'accesso ai ser-vizi di 157 euro l'anno per fami-glia. Ad affermarlo uno studio Icom (Istituto per la competiti-vità) presentato ieri. A livello aggregato, i risparmi potrebbe-ro arrivare a 4 miliardi di euro l'anno e a 24 miliardi l'anno se la digitalizzazione riguardasse solo chi dispone attualmente di una connessione web a casa.

solo quest'anno ma nei prossi-mi.I1 punto è che Monti si è inse-diato con tre parole d'ordine -rigore, equità, crescita - e l'ulti-ma sembra svanita dall'agenda. «Il problema», spiega Gianluc a Galletti, responsabile economi-co dell'Udc e stretto collabora-tore di Pier Ferdinando Casini «è che le previsioni sono pessi-me: ho appena finito di leggere il rapporto Prometeia e nei pros-simi anni i dati del Pil non con-fortano. Detto questo, dobbia-mo essere realisti ma non rasse-gnarci, quindi, a Monti va posto il tema del taglio alla spesa e dell'evasione per recuperare ri-sorse utili per alleviare - alme-no un po'- famiglie e imprese».

Il fatto è che anche dai son-daggi sta lentamente svanendo l'effetto-Grecia che teneva su i consensi del Governo e cresce la richiesta di una maggiore inci-sività dei partiti nella stesura dell'agenda di Governo. Ecco spiegata anche la ragione per cui i segretari hanno bisogno di vertici- sempre più- per "inter-mediare" con l'Esecutivo di Monti. Tra l'altro sono le parti sociali a insistere affinché si apra il capitolo tasse e sviluppo.

Oltre la presidente di Con-findustria Emma Marcegaglia che invita il Governo a «porsi il problema serio di ridurre le tasse» c'è il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, che vuole «unificare gli sforzi» per con-vincere Monti ad aprire il dos-sier fisco. Mette un «ma» in-gombrante Fassina: «I dati del Fmi parlano di un deficit al 2,3% nel 2013 - anziché di un pa-reggio di bilancio - e di un au-mento del debito: i margini so-no stretti ma non possiamo sce-gliere solo la strada dell'auste-rità perché moriremmo».

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Il Sole/ /,1

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le mhzue stuffio, Palazzo Chigi al Lavoro con gli altri ministeri sul Ddl che punta a rafforzare la meritocrazia

Incentivi al merito nel pubblico e nel privato ROMA

Incentivare un'idea merite-vole a prescindere che nasca nel pubblico o nel privato. È il "filo rosso" che il Governo intende se-guire nel disegno di legge sulla meritocrazia a cui sta lavorando la presidenza del Consiglio insie-me ad altri dicasteri (in primis Istruzione, Pubblica amministra-zione e Sviluppo economico). Un provvedimento destinato ad arrivare in Parlamento prima dell'estate, in parallelo con gli ul-teriori interventi per la crescita previsti nell'agenda dell'Esecuti-vo: dalla delega sulle infrastruttu-re al decreto «digItalia»; dalle semplificazioni bis alla riforma degli incentivi.

Sul merito per ora c'è solo uno schema di provvedimento forma-

to da una trentina di articoli che i tecnici di Palazzo Chigi hanno in-viato dopo il Cdm di venerdì scor-so a quelli degli altri ministeri, in-sieme a una lettera in cui ha chie-sto di elaborare proposte, idee, ri-cette per promuovere la diffusio-ne della meritocrazia nel nostro Paese. L'ambito di ricaduta più immediato di questo intervento è, per forza di cose, la Pa. Nella sua interezza. Oltre a introdurre nel pubblico impiego un sistema

LE ALTRE INIZiKnV. Nell'agenda dell'Esecutivo la riforma degli incentivi, le semplificazioni bis, il decreto «digitalia» e nuove regole sulle infrastrutture

di promozioni fondate sui risulta-ti e non sull'anzianità- che il mini-stro Filippo Patroni Griffi potreb-be discutere al tavolo con i sinda-cati nell'ambito del confronto sull'estensione agli statali del Ddl Fornero sul lavoro-gli altri setto-ri interessati potrebbero essere la scuola, l'università e la ricerca.

Tutto ciò chiama in causa in prima persona il Miur. L'idea ori-ginaria della presidenza del Con-siglio era di inserire in questo al-veo la riforma del valore legale della laurea. Una strada che ap-pare ora meno praticabile viste le resistenze di viale Trastevere che vorrebbe tenere separate le due partite. Nei 5-6 articoli che l'Istruzione sta mettendo a pun-to potrebbe esserci spazio inve-ce per una soluzione alla querel-

le sui ricercatori under 4o che ha agitato il dibattito parlamentare la settimana scorsa.

La meritocrazia verrà incenti-vata anche nel privato. Con gli strumenti e le soluzioni che an-che lo Sviluppo economico riter-rà utile. In quest'ottica è ipotizza-bile immaginare nuove forme di incentivazione sui brevetti e sul-le idee imprenditoriali.

Oltre al merito dovrebbero ar-rivare in tempi non troppo lun-ghi le misure per rilanciare le in-frastrutture. Il vertice tra il pre-mier Mario Monti e i leader di Pdl, Pd e Terzo polo dovrà dire se esiste davvero lo spazio per al-lentamenti mirati del Patto di sta-bilità interno al fine di consenti-re ai Comuni virtuosi di dare maggior spinta al capitolo infra-

strutture. I margini sono stretti anche in considerazione dei rigi-di vincoli di bilancio che saranno ribaditi nel Def in agenda per il prossimo Consiglio dei ministri insieme al Piano nazionale di ri-forma da trasmettere a Bruxel-les. Un Consiglio dei ministri dal quale dovrebbe uscire anche la delega fiscale. Non è però esclu-so che qualche accorgimento per favorire i Comuni virtuosi possa essere trovato e raccorda-to con la delega per il rilancio del-le infrastrutture alla quale sta la-vorando il ministro Corrado Pas-sera e al piano per il Sud allestito dal ministro Fabrizio Barca.

Sempre Passera potrebbe ac-celerare la definizione del piano per liberare risorse fino a 600 milioni di incentivi industriali al

momento atteso per giugno quando dovrebbe vedere la luce anche l'intervento per la digita-lizzazione del Paese. Un inter-vento che dovrebbe scattare con un decreto ad hoc denomi-nato «digItalia».

Più speditamente dovrebbe procedere la definizione del nuovo provvedimento sulle semplificazioni amministrati-ve, che potrebbe essere pronto già a metà maggio e che dovreb-be contenere un pacchetto mira-to perle Pmi. Non oltre fine apri-le, poi, dovrebbe arrivare un de-creto per il salvataggio previden-ziale dei cosiddetti «esodati»: già oggi dal tavolo composto dai tecnici di Inps, Ragioneria gene-rale dello Stato e ministero del Lavoro dovrebbe uscire il dato definitivo sulla platea dei lavora-tori coinvolti.

Eu. B. M. Rog.

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Il soler /,1

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press unE 11/04/2012

Il Sole12

Anche dalle utilities guai seri in Comune

SI NDAC1 E LE EX M lì N ICIPSLIZZATE

i mancavano solo le utilities. Per i comuni stretti tra tagli ai trasferimenti, patto di stabilità e zavorra dei debiti, le ex municipalizzate fino a ieri erano una del-

le ultime e preziose valvole di sfogo per bilanci sempre più all'osso. Qualche milione dai dividendi, la possibilità di esternalizzare un investimento ogni tanto, una stampella anche per l'occupazione e il welfare. Anche questo model-lo, però, andrà rivisto: non tutti i comuni azionisti stanno allo stesso modo, ma Milano da ieri si ritrova con AzA che in Borsa quota meno del suo valore di carico - storicamente basso - nel bilancio di Palazzo Marino; Torino e Genova, soci di maggioranza di Iren, dopo aver consegnato la loro partecipazione nelle mani di una holding, Finanziaria svi-luppo utilities, si ritrovano con la stessa società veicolo che le ha in carico per oltre 6o o milioni in meno rispetto ai valo-ri di borsa. Niente panico, prima o poi - si spera - anche le utilities risaliranno. Però un dato è certo: la stagione dei co-muni-azionisti cedole-dipendenti è finita e senza l'ingresso di nuovi player con le risorse necessarie per fare fronte ai necessari investimenti a nove zeri (in molti guardano alla Cassa depositi e prestiti), sarà difficile voltare pagina.

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Pasquale Monea

Il Tar Campania Napoli, sezione I, con la sentenza 28 marzo 2012 n. 1510 ha ritenuto illegittimo, per incompetenza, il provvedimento di nomina dei componenti del nucleo di valutazione di un ente locale, nel caso in cui sia stato adotta-to dal sindaco e non dal Consi-glio comunale.

Secondo la sentenza del tri-bunale amministrativo campa-no, infatti, dal combinato dispo-sto di cui agli articoli 14, com-ma 3 del Dlgs 150/2009 e 42, comma i del Dlgs 267/2000, di-scende la regola che la compe-tenza alla nomina dei compo-nenti del nucleo di valutazione spetta al Consiglio comunale, in qualità di organo di indiriz-zo politico-amministrativo

dell'ente e non al Sindaco, che è semplicemente l'organo re-sponsabile dell'amministrazio-ne generale del Comune e il suo massimo rappresentante.

La sentenza ha osservato che, se ex articolo 14, comma 3, del Dlgs 150/2009 l'organismo di valutazione deve essere no-minato «dall'organo di indiriz-zo politico-amministrativo», questi, ex articolo 42, comma del Dlgs 267/2000, non può che essere identificato nel Con-

L'ALTRC ORgtiTAMENTO Secondo Anci, Civit

e Corte dei conti

la scelta è invece

nella competenza

del primo cittadino

siglio comunale, con la conse-guenza di individuare per le amministrazioni comunali tale organo come quello competen-te alla nomina.

La tesi è tuttavia in contrasto con quanto finora affermato non solo dall'Anci ma anche dalla stessa Civit e dalla Corte dei Conti. Se per le amministra-zioni dello Stato, infatti, la ma-teria è regolata dall'articolo 14 del citato Dlgs è pur vero che le interpretazioni "univoche" (Anci, Civit e Corte Conti Con-trollo della Lombardia) riten-gono che l'articolo 14 del Dlgs 150/2009 non sia operante per gli enti locali. La magistratura contabile, infatti, evidenzia co-me ai sensi dell'articolo 16 del-la riforma-Brunetta, risulti di immediata e diretta applicazio-

ne all'ordinamento locale solo l'articolo n, commi i e 3. Sono, invece, disposizioni di princi-pio alle quali gli ordinamenti di comuni e province debbono es-sere adeguati, quelle contenu-te negli articoli 3, 4, 5, comma 2,

7, 9 e 15, comma i. Il Dlgs 150/2009 non prevede alcun obbligo a carico degli enti loca-li di applicare l'articolo 14, che disciplina appunto gli Oiv an-che in considerazione che l'arti-colo 14, comma 2 della riforma-Brunetta «sostituisce i servizi di controllo interno, comun-que denominati, di cui al decre-to legislativo 3o luglio 1999, n. 286»: il Dlgs 286/1999 ha sem-pre trovato applicazione in via esclusiva nelle sole ammini-strazioni statali e mai in via di-retta presso gli enti locali. Non si capisce, dunque, sulla base di quali fondamenti sia emersa la teoria secondo la quale l'arti-colo 14 sia direttamente appli-cabile agli enti locali facendo recedere il potere normativo degli stessi in un ambito quale quello organizzativo.

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Enti tac Ai. La decisione del Tar Campania

Solo il consiglio comunale nomina il nucleo di valutazione

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unici sicuri di essere esentati sono i minimi

Irap, i «piccoli» sfidano il silenzio delle Entrate Legislatore e Agenzia restii a recepire la giurisprudenza

Giorgio Gavelli

Giovanni Valcarenghi

La pubblicazione del model-lo di dichiarazione Irap nella sua versione definitiva non contiene alcuna novità in grado di risolve-re il rebus che, ogni anno, pun-tualmente, si presenta ai profes-sionisti e ai piccoli imprenditori non dotati di una struttura orga-nizzativa di rilievo: pagare o non pagare il tributo? Si ripete anche in questi mesi, pertanto, lo stesso assillo per i contribuenti ed i loro consulenti, lasciati "orfani" sia da un legislatore distratto - proba-bilmente bloccato dalla mancan-za di risorse che un suo interven-to chiarificatore potrebbe provo-care - che da una Amministrazio-ne finanziaria che non ha potuto, o voluto, prendere atto dell'orien-tamento oramai costante della Cassazione.

Ma andiamo per ordine e vedia-mo quali sono i punti fermi di que-sta spinosa questione. Le istruzio-ni al modello Irap 2012, dopo aver ricordato che sono soggetti passi-vi del tributo i titolari di reddito d'impresa, gli esercenti arti e pro-fessioni e i produttori agricoli, si limitano a rammentare che sono esenti dall'imposta regionale co-loro che hanno aderito al regime dei minimi di cui ai commi 96 e seguenti della Finanziaria 2008 (legge 244/2007). Peraltro è op-portuno ricordare che dal 2012 questo regime si è, per così direi, sdoppiato, originando il più re-strittivo regime dei cosiddetti "nuovi minimi" (articolo 27, com-

I punti critici

O t I ORGANIZZAZIONE MINIMA Anche il piccolo imprenditore, ove dotato di un'organizzazione minimale e senza l'utilizzo (se non meramente occasiona le) di lavoro altrui, rientra, a pieno titolo, trai soggetti esclusi dall'applicazione clell'Irap (sentenze 21122.21124 del 2010)

LTTIAPO DI ATTIVITA

assume di

contribuente, se non tpaedr adeterminare,l e vpaond2i

attività

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ficativa il ti

°prscon,

aterpnrupcit Trteeeusstre°aelincon <q organizzativa que lla n

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l> tch e ma e

presa o della professione (sentenze n 15249/2010 sull'elettricist

10 I ngeg c16n06.4m237141m11022:°r2c10:1°n1sit su°euL asl' m19 bt au s

così via)

3 UTILIZZO DI IMMOBILI Anche l'eventuale utilizzo di un immobile non appare decisivo, se per dimensioni' e ubicazione può essere considerato elemento di un'organizzazione comunque minimale e necessaria (ordinanza n. 2 3155/2010)

mi i e 2, Dl 98/20n) e quello - assai meno appetibile - dei cosiddetti "ex minimi" (comma 3 della mede-sima disposizione): in entrambi i casi il legislatore ha mantenuto l'esonero dal tributo regionale, per cui questi soggetti, in presen-

IL CASO DELL'ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE Il professionista (anche con partita Iva autonoma) che si avvale di un'associazione professionale deve dimostrare, per non pagare il tributo, di non godere dei benefici organizzativi che questa normalmente consente (ordinanza 16337/2011)

5 MEDICI CONVENZIONATI SSN Il medico convenzionato il Ssn, che dispone della struttura descritta nella convenzio l'organizzazione trii i per cui è esclusosentenznamale'

41(tOsra2E7le tante:

e ci rccioaltatrre nil t° 45/E/2008)

06

AMMINISTRATORI ,.

SINDACI E REVISORI Gl i incarichi di amministratore, sindaco e revisore di società svolti da professionista, costituiscono altrettante fonti di reddito di

lavoro autonomo comunque escluse dalla base impositiva Irap, indipendentemente dall'assetto organizzativo del ontribuente (sentenze

27983/2011, 19607/2010 e 10594/2007)

za dei requisiti di legge, nonverse-ranno nulla anche con riferimen-to ai prossimi anni.

Le istruzioni al modello prose-guono ricordando che, limitata-mente ai soli esercenti arti e pro-fessioni, chi possiede i requisiti

per accedere al regime dei mini-mi ("vecchio" o "nuovo" che sia, se si fa riferimento al 2012) viene considerato carente della sogge t-tivitàpassiva Irap, anche se ha op-tato per un regime ordinario di tassazione del reddito di lavoro autonomo ai fini Irpef (circolare 45/E/2008). Questa precisazione, tuttavia, non può bastare: da allo-ra, infatti, la giurisprudenza di le-gittimità è andata molto oltre, san-cendo principi che occorre appli-care a prescindere dal fatto che i modelli dichiarativi ne abbiano preso atto. E, vero che già dall'an-no scorso le istruzioni non ripor-tano più la precedente affermazio-ne secondo cui le attività produtti-ve di reddito d'impresa sarebbe-ro sempre caratterizzate dal re-quisito della autonoma organizza-zione, e quindi soggette al tributo, essendo tale requisito connatura-to alla nozione stessa di impresa.

Ma questo elisione (peraltro necessaria perché proprio l'esem-pio proposto dalle Entrate - l'atti-vità di promotore finanziario - è stato smentito dalla sentenza 12111/2009 delle Sezioni unite del-la Cassazione) non è sufficiente a mettere i contribuenti in condi-zioni di decidere. L'identikit del contribuente "minimo" ai fini Ir-pef non esaurisce il novero dei soggetti non organizzati e, di con-seguenza, esclusi dall'Irap, per quanto l'Agenzia stenti ad aggior-nare la propria posizione, lascian-do gli uffici "inermi" di fronte alle domande dei contribuenti. Rin-viando all'altro contributo in pagi-na per l'indicazione di quali sono i "paletti" posti dalla giurispruden-za per distinguere tra chi è chia-mato ad assolvere l'Irap e chi no, vanno quanto meno ricordate le prese di posizione della Cassazio-ne (sintetizzate a fianco) con le quali si sono venuti definendo i li-miti applicativi dell'Irap.

© R PRCDJUONE USERVATA

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Le utility mettono a dieta i Comuni di Cheo Condina e Marco Ferrando

Quotazioni ai minimi stori-ci e comuni-azionisti con le spalle al muro. Ieri in borsa le grandiutility del nord hanno se-guito l'andamento del mercato (-4,33% per Iren, A2a peggio del Ftse Mib a -8,17%), ma il marte-dì nero non è altro che la certifi-cazione di un periodo ancora più nero, soprattutto per gli azionisti di riferimento.

L'utility lombarda ieri sera quotava 0,51, un centesimo in meno del valore di carico - sto-ricamente basso - del Comune di Milano. Sui conti di Palazzo Marino la controllata è a 0,52, e di qui in giù ogni possibile ope-

razione diventa avara di possi-bili plusvalenze. Torino e Geno-va, azionisti di maggioranza di Iren, non se la passano meglio: qui il problema si chiama Finan-ziaria sviluppo utilities, la hol-ding controllata pariteticamen-te dai due Comuni cui fa capo il 33,3% di Iren, ieri scesa a 0,508, nuovo minimo di sempre. Che il titolo voli basso non è una no-vità, ma a questi valori rischia di saltare l'impalcatura costrui-ta negli anni. Restando a Fsu, a fine 2010 i debiti ammontavano a circa195 milioni (tutti nei con-fronti di Intesa), a fronte di un patrimonio netto apparente-mente solido e pari a 672 milio-ni. Ilproblema, tuttavia, è che la quota nell'utility è l'unico asset

della finanziaria e viene valuta-ta, seguendo il criterio del co-sto, 831 milioni quando a Piazza Affari ne vale circa 200. Certo, si tratta di numeri certificati da perizie indipendenti, ma anche una piccola svalutazione ri-schierebbe di pregiudicare gli equilibri finanziari della hol-ding. Del resto, è la stessa Fsu -nella nota integrativa al bilan-cio 2010 — ad avvisare che «eventuali riduzioni o ritardi nei pagamenti dei dividendi» potrebbero creare rischi di li-quidità. Ed è proprio quanto ac-cade oggi: nel 2010 la società ha fatto fronte agli oneri fmanziari sul debito, pari a 6,4 milioni, con le cedole di Iren (36 milio-ni) ovvero gli unici proventi sui

0,013 0,09

0,013

quali, in quanto holding, può fa-re affidamento. Ma nel 2011 le erogazioni dell'utility sono dra-sticamente calate, a Fsu i divi-dendi basteranno a malapena per pagare gli interessi e i Co-muni azionisti resteranno a bocca asciutta. In più, dulcis in fundo, per coprirsi dal rischio sui tassi, è stato montato con Goldman Sachs un derivato che a fine 2010 aveva un valore negativo per 11,4 milioni.

Altro capitolo, i dividendi. E anche qui le notizie non sono buone: le due utilities del Nord, zavorrate da un debito più alto del patrimonio netto, quest'an-no staccheranno una cedola da 0,013 euro, dividendo poco più che simbolico coperto con le ri-

serve che porterà nelle casse di Milano e Brescia 11,18 milioni, mentre Torino si vedràversare da Iren poco meno di 4 milioni. Niente a che vedere con quan-to arrivato l'anno scorso, quan-do A2a aveva staccato ai suoi azionisti di maggioranza cedo-le per 82 milioni e mezzo, men-tre Iren aveva trasferito a Tori-no 26 milioni, a Genova 18 e a Reggio Emilia 8,4; per non par-lare dei 3 miliardi di utili conta-bilizzati da Aem Milano e Asm prima e da A2a poi dal 2002 a oggi, che hanno generato cedo-le per due miliardi.

Quella stagione è ormai fmi-ta, per lo meno al nord. Un po' di versa la situazione al centro, dove Hera e Acea - meno espo-ste sull'energia - verseranno ai comuni di Bologna e Roma,azio-nisti di riferimento, 44,1 milio-ni, non molto lontani dai 62,5 dell'anno scorso.

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0,07 0,08

0,096 0,09

0,085• 0,00 0,085

Pagina 27 FINANZA& MERCI:

Società a confronto

,

A2A , Iren :::::::::: Hera

.

Acea (Milano) ‘ N (Torino) ::::.:. (Bologna) (Roma)

Dividendo per azione (in euro)

Le entrate dei comuni (in milioni di euro)

Milano Bologna

Milano Bologna Milano Bologna 60,2

12,2

82,6 13,7 11,2 13,7

Torino Roma Torino Roma Torino Roma 26,1 0,0 26,1 48,9 4,1 30,4

(*) Dividendo distribuito da Iride ("") Dividendo ordinario di 0,281 euro/azione

più un dividendo addizionale di 0,169 euro/azione

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Edilizia alla sfida della sostenibilità Buzzetti (Ance): «La certificazione non sia solo un impegno burocratico»

Paola Pierotti ROMA

Filiera sempre più integrata nell'edilizia. La sostenibilità ab-batte le barriere tra architetti e ingegneri, la certificazione quel-la tra professionisti e costrutto-ri. La spinta della recessione semplifica i prodotti e migliora i processi progettuali e costrutti-vi, l'innovazione individua le so-luzioni di qualità a prova di crisi.

Secondo una recente indagi-ne promossa da Federcostruzio-ni e Cresme su «La qualità edili-zia in Italia. Definizioni, perce-zione, criticità e vantaggi», la qualità degli edifici viene misu-rata oggi considerando i parame-tri della durevolezza e della con-formità dei requisiti e delle aspettative. Si guarda all'esteti-ca quindi ma anche alla funzio-nalità, che secondo gli operatori del settore si riesce avalutare so-lo con una certificazione di tipo "prestazionale", capace di certi-ficare quindi il prodotto a 36o gradi, in modo univoco e traspa-rente. «È fuori discussione la ne-cessaria alleanza tra progettisti e costruttori, a partire dai proget-ti di riuso e di riqualificazione all'interno delle città - dichiara Paolo Buzzetti, presidente dell'Ance e alla guida di Federco-struzioni -. Stiamo lavorando per proporre al Governo indica-zioni precise per intervenire sul patrimonio costruito a partire dagli edifici che hanno più di 5o anni (e sono il 70%), che richie-dono interventi di manutenzio-ne straordinaria e politiche di ri-

sparmio energetico. La qualità, certificata, deve valere per i ma-teriali, i prodotti, per il cantiere e per l'opera finita». L'Ance sta la-vorando con tutta la filiera dell'edilizia e con gli architetti perché «la certificazione non sia un oneroso impegno buro-cratico e formale, ma presti at-tenzione alla sostanza».

Solo per il lo% degli intervista-ti nell'indagine Cresme-Feder-costruzioni la certificazione «è solo un costo» mentre per i145% dei professionisti coinvolti «la certificazione è un elemento im-

L'INDAGINE Per Federcostruzioni-Cresme

serve una valutazione

delle costruzioni «a tutto

tondo», che sia funzionale,

estetica e trasparente

portante nella selezione di un prodotto finito e dovrebbero averla tutte le case».

Costruttori e progettisti con-cordano sul fatto che non basta ridurre i consumi per migliorare l'ambiente costruito, e alcune so-cietà di ingegneria anche in Ita-lia stanno cavalcando quest'on-da e hanno già fatto delle strate-gie ambientali il loro core busi-ness. Gli inglesi di Buro Hap-pold, che hanno anche una sede a Milano, stanno collaborando con lo studio austriaco di Coop Himmelb(1)au a Riva del Garda per la nuova Fiera e con l'inglese

DavidAdjaye a Udine per il nuo-vo quartier generale dell'azien-da Moroso. I veneziani di Thetis affiancano i tedeschi Sauerbru-ch Hutton nella progettazione del museo M9 di Mestre (si veda la fotonotizia a destra) proprio per seguire il processo di certifi-cazione Leed del nuovo polo mu-seale. Tre progetti in itinere in cui proprio la sostenibilità con-sente di dare risposte concrete all'interazione tra architettura, aspetti ambientali e discipline in-gegneristiche. Con l'impiego di software sviluppati ad hoc si fan-no dialogare architetti e ingegne-ri, i committentiriescono a cono-scere e valutare le performance energetiche e i costruttori han-no la strada segnata per realizza-re in 3D i modelli virtuali scelti perché garantiscono la migliore soluzione possibile.

Obiettivo è migliorare il comfort abitativo e urbano. Ma i costi? «Se già all'inizio del pro-cesso di progettazione si valuta il parametro della sostenibilità, si applica ad esempio il metodo della certificazione Leed, il co-sto di costruzione è paragonabi-le a quello di un edificio tradi-zionale - spiega Fabio Pinton, ingegnere, responsabile dell'area ingegneria civile ener-gia e impianti di Thetis -.Ma so-prattutto il valore commerciale di un edificio certificato Leed può aumentare anche del 30%. La certificazione è un plus di forte richiamo commerciale a scala internazionale».

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Social housing, mancano 580mila case popolari

Massimo Frontera ROMA

Cresce la domanda di al-loggi a basso costo ma cresce anche l'offerta di alloggi inven-duti sul mercato libero.

L'ultima cifra che arriva da Federcasa indica circa 583mi-la domande in Italia per un al-loggio popolare. In prima fila le maggiori città, da Roma (29.300) a Milano (20.120), da Torino (9.965) a Palermo (9.578), da Genova (3.297) a Bo-logna (9.525). La ricognizione è stata fatta sulle graduatorie di Ater, Aziende casa ed ex-Iacp. I numeri documentano il fortissimo squilibrio tra do-manda e offerta di case econo-miche, con varie sfaccettature a seconda delle Regioni, come mostra l'inchiesta pubblicata questa settimana da «Edilizia e Territorio» nello Speciale Social housing (anche sul sito della rivista). «Penso che avremmo un'ulteriore impen-nata delle domande - prevede Ettore Isacchini, presidente di Federcasa, l'associazione dei 107 enti regionali per la casa -. Le famiglie con redditi sotto i iomila euro l'anno sono il 34% di quelle residenti; e queste percentuali sono in costante crescita, a causa della crisi».

Ma la richiesta di alloggi po-polari è solo una componente della domanda di social hou-sing. A questa si deve aggiun-gere quella delle nuove fasce sociali senza più i mezzi per ac-cedere al mercato libero. Una domanda che resta ancora in-definita nei numeri e nella seg-mentazione, ma che è anch'es-sa in forte ascesa, "grazie" alla progressiva contrazione del reddito delle famiglie.

Intanto, sul fronte dell'offer-ta, si profila una novità per sti-molare l'attività dei fondi im-mobiliari dedicati al social housing. La soluzione indivi-duata sta in un aumento dal 40 al 6o% degli investimenti del maxifondo da 2 miliardi gesti-to dalla Sgr della Cassa deposi-ti e prestiti nei fondi locali di social housing. «L'ho chiesto al presidente del Consiglio, Mario Monti», ha detto lo stes-so presidente dell'Acri, Giu-seppe Guzzetti, principale "ar-chitetto" del sistema di fondi immobiliari nato nel 2008 all'interno del più ampio pia-no casa nazionale. Dal sistema dei fondi per le case abasso co-sto si attendono circa 45mila alloggi, secondo la recente sti-ma del viceministro per le In-frastrutture, Mario Ciaccia.

Si tratta però di alloggi qua-si tutti da realizzare. Intanto la domanda preme. Da qui l'idea di accelerare i tempi consen-tendo a Cdp di entrare mag-giormente nell'equity dei fon-di immobiliari al posto di sot-toscrittori locali che latitano. La novità - che richiede un Dpcm - riguarderebbe solo i nuovi fondi immobiliari e non gli attuali i4 dove Cdp Investi-menti è già presente con un ca-pitale pari al 4o per cento del valore del fondo.

Tra i beneficiari della novi-tà, se venisse approvata, ci po -

trebbe essere il nascente Fon-do Housing Sociale Trentino, promosso dalla Provincia, di cui sta per uscire il bando di ga-ra per selezionare la Sgr. Si tratta di realizzare 2mila allog-gi, partendo con una prima tranche di 500, per un valore

di 100 milioni. L'ente autono-mo ci mette i soldi come inve-stitore-sottoscrittore (fino al 20%) ma dà anche un contribu-to sull'affitto e si accolla - nei casi gravi - il rischio morosità.

Il paradosso della forte do-manda, non corrisposta, di al-loggi diventa concreta nelle città dove è stata realizzata molta edilizia libera, che ora alimenta lo stock di invendu-to. Il fenomeno è sentito in

NUOVI FENOMENI Sempre più famiglie non possono permettersi di accedere al mercato libero: aumentano quindi gli alloggi invenduti

LA STIMA Per il Politecnico di Milano, nel 2018, in Lombardia ci saranno 367mi1a alloggi in esubero in edilizia libera

Lombardia, dove la Regione (attraverso Finlombarda) sta contribuendo al progetto di un fondo immobiliare apposi-to per le case senza acquirenti.

A mettere una lente sul feno-meno lombardo è stato il Poli-tecnico di Milano, che quantifi-ca un esubero di367mila allog-gi di edilizia libera all'alba del 2018.11 dato - che non convin-ce i costruttori lombardi ade-renti all'Ance - ha il pregio di tentare una stima della doman-da "complessa" di social hou-sing, quantificata in 920mila al-loggi. E segnalando con dei nu-meri shock il paradosso di un mercato residenziale che sem-bra andare dalla parte opposta della domanda.

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«Casa e città, una sola politica di recupero» Giorgio Santilli ROMA

«In questo momento il ve-ro tema è un'alleanza fra pro-gettisti e costruttori che sia ca-pace di tenere insieme la que-stione del patrimonio abitati-vo con la questione urbana. Occorre una politica unica sul riuso che risponda da una parte all'interesse del cittadi-no che vede rapidamente de-teriorati la qualità e il valore della propria casa, dall'altra all'interesse generale dello sviluppo urbano».

Casa e città, valori immobi-liari e sviluppo urbano: il presi-dente del Consiglio nazionale degli architetti, Leopoldo Freyrie, è convinto che si pos-sano tenere insieme con un

MAGOECONOMICA

Cna. IL presidente Leopoldo Freyrie

mix di politiche ambientali, di strumenti finanziari e di stru-menti urbanistici. È questo mix di politiche che chiede al Governo insieme all'Ance e al-la sua organizzazione di filie-ra, Federcostruzioni. Non ser-vono necessariamente stru-menti nuovi, possono funzio-nare anche molti strumenti uti-lizzati in passato purché indi-rizzati agli obiettivi del riuso, del risparmio energetico, del-la sicurezza antisismica.

«Faccio l'esempio - dice Freyrie - dei vecchi "contratti di quartiere" che sono stati ri-lanciati nel nostro primo se-minario sul riuso urbano dal viceministro Giaccia: dopo anni di strumentazione urba-nistica, finirono nel nulla, ma

sono ancora nella legge ed è sufficiente rivitalizzarli con nuove risorse per farli funzio-nare ancora».

Ovviamente la sfida del riu-so non riguarda soltanto co-struttori e progettisti, che pu-re hanno animato l'iniziativa.

Nella seconda puntata del seminario sul riuso, che si ter-rà a Milano il 20-21 aprile, ci sa-rà Giuseppe Guzzetti, presi-dente dell'Acri, l'associazione delle fondazioni bancarie, ma ci saranno anche la Cassa de-positi e prestiti, i comuni e la Legambiente. «Ecco appunto la necessità di una politica complessiva composta da am-biente, risparmio energetico, finanziamenti, urbanistica».

In questo percorso è neces-

sario «rendere consapevoli i cittadini dello stato in cui ef-fettivamente versa oggi il pa-trimonio immobiliare». Mol-ti cittadini comuni - dice Freyrie - «sono convinti di vi-vere in abitazioni conformi al-la normativa antisismica, mentre non è così».

Il compito dei professioni-sti sarà anche quello di diffon-dere questa consapevolezza presso i cittadini e fornire dati sullo stato reale delle abitazio-ni. Le politiche, nazionali e re-gionali, dovrebbero andare an-che in questa direzione.

«Questa consapevolezza -dice ancora Freyrie - che ri-guarda anche l'efficienza ener-getica degli edifici o il valore della manutenzione o il tema della sicurezza, aiuta a conci-liare le politiche dell'abitazio-ne con quella del riuso della cit-tà e dello sviluppo urbano».

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n'alli semplificati. cosa cambia

Le novità che entreranno in vigore da gennaio 2013 per effetto della legge Semplifica Italia

Appalti semplificati, cosa cambia Da istituire la banca nazionale dei contratti pubblici

DI ANDREA MASCOLINI

Dal 1° gennaio 2013 gare di appalto semplificate con i controlli effettua-ti tramite la Banca dati

nazionale dei contratti pubblici. Le stazioni appaltanti dovranno verificare i requisiti dei parteci-panti alle gare soltanto tramite la banca dati e non potranno più chiedere documenti. Inoltre, ci sarà maggiore trasparenza e certezza nei certificati relativi ai lavori svolti all'estero e una nuova disciplina sulla scelta de-gli sponsor per la realizzazioni di interventi di restauro oltre che la responsabilità solidale negli appalti fra committente-datore di lavoro e appaltatore per i contributi dei lavoratori. Sono questi alcuni dei contenu-ti della legge cosiddetta «Sem-plifica Italia» (legge 4 aprile 2012, n. 35, di conversione del decreto legge 9 febbraio 2012, n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione e sviluppo, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 6 aprile 2012) ché contiene diverse mo-difiche al Codice dei contratti

pubblici. Banca dati nazionale dei

contratti pubblici Una delle maggiori novità

è rappresentata dall'istitu-zione, presso l'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici presieduta da Sergio Santoro, della Banca dati nazionale dei contratti pubblici (Bdncp) che, dal primo gennaio 2013, diven-terà il contenitore di tutta la documentazione relativa alla prova dei requisiti di capacità economico-finanziaria e tecnico organizzativa deí partecipanti alle gare di appalto e conces-sioni. All'obbligo di acquisizio-ne della documentazione da parte della Bdncp è correlato l'obbligo per i committenti di verifica dei requisiti di capacità dei concorrenti esclusivamente attraverso la banca dati, senza quindi più chiedere documenti ai partecipanti alle gare. L'Au-torità avrà il potere-dovere di mettere a punto, con propria deliberazione, i termini e le regole tecniche per l'acquisi-zione, l'aggiornamento e la consultazione dei dati conte-nuti nella predetta Banca dati.

A quest'ultima entro l'inizio del prossimo anno, dovranno quindi affluire, da parte delle stazioni appaltanti e da parte dei soggetti privati, i dati e i do-cumenti rilevanti ai fini della prova dei requisiti di parteci-pazione; si avrà quindi un si-stema dinamico e costantemen-te aggiornato sulla situazione di ogni impresa e professioni-sta. Fino al 1° gennaio 2013 si continuerà, però, con il sistema attuale in cui scatta sempre la necessità di produrre documen-ti in caso di aggiudicazione del contratto o di verifica a campio-ne (sul 10% dei partecipanti). Successivamente all'attivazio-ne della banca dati saranno i singoli operatori economici ad aggiornare la propria posizio-ne trasmettendo, ad esempio, i certificati delle forniture o dei servizi svolti ottenuti dai committenti pubblici e privati. Per altri dati invece saranno le stazioni appaltanti a collegarsi con le altre banche dati pubbli-che per acquisire i documenti o per verificarli.

Certificazione dei lavori all'estero

All'articolo 20, sostituendo l'articolo 84 del regolamento del Codice, si è previsto che i certificati, da produrre alla Soa, debbano essere redatti da «tecnico di fiducia del consolato o del Mae», con spese a carico dell'impresa, e debbano corri-spondere a modelli predisposti dall'Autorità. La norma, fra le altre cose, precisa anche che, in caso di subappalto, il subap-paltatore dell'impresa italiana possa utilizzare il certificato ri-lasciato all'appaltatore italiano o richiederlo al posto dell'appal-tatore se quest'ultimo non lo ha fatto. Si prevede inoltre che se l'interessato non ha più una sede all'estero o vi siano difficol-tà ad operare all'estero, si possa fare riferimento alle strutture del Mae nel paese interessato (consolati, ambasciate).

Disciplina delle sponso-rizzazioni

La legge prevede una articola-ta disciplina sulle sponsorizza-zioni (si prevede anche l'obbligo di indicare in programmazione triennale quali interventi sa-ranno oggetto di sponsorizza-zioni), con ricerca dello sponsor

mediante bando pubblicato sul sito istituzionale dell'ammini-strazione procedente per alme-no trenta giorni e richiesta di offerte in aumento sull'importo del finanziamento minimo in-dicato L'amministrazione pro-cederà, quindi, alla stipula del contratto di sponsorizzazione con il soggetto che avrà offerto il finanziamento maggiore, in caso di sponsorizzazione pura, o che avrà proposto l'offerta realizzativa giudicata miglio-re, in caso di sponsorizzazione tecnica.

Responsabilità in solido per appalti di opere o di servizi

La legge 35 prevede la re-sponsabilità in solido del com-mittente imprenditore o datore di lavoro con l'appaltatore, non-ché con ciascuno degli eventuali subappaltatori entro il limite di due anni dalla cessazione dell'appalto, per il pagamen-to di trattamenti retributivi, compreso il tfr, e i contributi previdenziali dovuti in relazio-ne al periodo di esecuzione del contratto di appalto. °Riproduzione riservata-2

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BENI PUBBLICI

Invitalia partner del Demanio

Invitalia partner dell'Agenzia del demanio per la valorizzazio-ne e lo sviluppo del patrimonio immobiliare pubblico. L'accordo è stato firmato ieri dal direttore dell'Agenzia del demanio, Stefa-no Scalera, e dall'amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri. Un impegno per elabo-rare un Programma comune di lavoro per supportare stato e enti territoriali nell'attuare interven-ti di valorizzazione urbanistica, economica e sociale, oltre che di sviluppo immobiliare comprese le azioni di marketing e asset placement. Il programma è arti-colato: si va dall'attrazione di in-vestimenti, anche esteri, su beni appartenenti allo stato e agli enti territoriali, per i quali sia già completato l'iter di valorizzazio-ne urbanistica, all'attuazione di iniziative per la costituzione di consorzi o fondi immobiliari per la valorizzazione, trasformazio-ne, gestione e alienazione del patrimonio immobiliare dello stato, delle regioni e degli enti locali; dalle specifiche azioni di supporto per la valorizzazione dei beni pubblici, con particolare attenzione a quelli appartenenti agli enti territoriali, agli investi-menti diretti da parte di Invitalia in iniziative di sviluppo e valo-rizzazione attivate dall'Agenzia del demanio su beni dello stato e degli enti locali.

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È illegittimo rinviare al regolamento provinciale secondo la Consulta

Appalti con regole uniformi Nessuna deroga per le regioni a statuto speciale

DI ANDREA MASCOLINI ...,

E illegittimo rinviare a un regolamento provin-ciale la disciplina sulle modalità di stipula del

contratto di appalto di lavori; il legislatore provinciale deve rispettare la norma statale an-che per garantire uniformità di regole su tutto il territorio na-zionale. È quanto ha affermato la Corte costituzionale con la sentenza del 30 marzo 2012 n. 74 che si è pronunciata sul ricorso presentato dal governo in ordine alla legittimità della legge della Provincia autono-ma di Trento 7 aprile 2011, n. 7 che reca modifiche alla prece-dente legge provinciale 3/2006.

Il primo problema che la Corte affronta è quello dei limiti della competenza legislativa rispet-to alle province autonome; a tale proposito la Corte afferma che gli stessi statuti speciali prevedono limiti che si appli-cano anche alle competenze legislative primarie E questo il caso dello statuto della Pro-vincia autonoma di Trento che nell'ambito dei lavori pubblici di interesse regionale richia-ma il legislatore al rispetto dei «principi dell'ordinamento giuridico della Repubblica». Ve-nendo quindi al caso concreto, che riguarda una norma della legge del 2011, in cui si rinvia a un regolamento provinciale per la determinazione delle moda-

lità di stipula dei contratti di appalto, senza far riferimento ai limiti all'autonomia nego-ziale prestabiliti dal legislatore statale, la sentenza afferma che il limite del rispetto dei prin-cipi dell'ordinamento giuridico della Repubblica deve essere inteso come riferito anche ai principi dell'ordinamento civi-le. In passato la Corte, con sen-tenza n. 114 del 2011, ha già avuto modo di precisare che il legislatore regionale e provin-ciale «deve rispettare i principi dell'ordinamento giuridico del-la Repubblica, tra i quali sono ricompresi quelli afferenti la disciplina di istituti e rapporti privatistici relativi, soprattutto, alle fasi di conclusione ed ese-

cuzione del contratto di appal-to, che devono essere uniformi su tutto il territorio naziona-le». Nel caso specifico trattato dalla Corte, si verifica quindi una violazione di tali limiti- la norma, infatti, incidendo sulla disciplina della determinazione del prezzo della prestazione —«a corpo» o «a misura», e quin-di sul contenuto del contratto, interviene direttamente in una materia attinente al rapporto negoziale fra stazione appal-tante e appaltatore rientrante nell'ambito dell'ordinamento ci-vile, competenza esclusiva dello stato. Da ciò l'illegittimità della norma che dispone il rinvio al regolamento provinciale. ©Riproduzione riservata

Pagina 24 Appalti con regole intilinani

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Il servizio studi della camera si appella all'art. 23 Cost• riserva di legge sulle prestazioni patrimoniali

Imu, costituzionalità a rischio Dubbi sul dpcm di dicembre che ritoccherà aliquote e detrazioni

DI FRANCESCO CERISANO

Il nuovo meccanismo di pa-gamento dell'Imu introdotto dal senato nel decreto sulle semplificazioni fiscali è a

forte rischio di incostituzionali-tà. Soprattutto nella parte in cui rinvia a un dpcm (che palazzo Chigi dovrà emanare entro il 10 dicembre) la modifica definitiva delle aliquote e delle detrazio-ni sull'abitazione principale. E lo stesso dicasi per i fabbricati rurali e i terreni, per i quali le modifiche introdotte dalle com-missioni bilancio e finanze del senato e confluite nel maxiemen-damento prevedono che sempre con dpcna lvengano fissate le ali-quote in modo da garantire che il gettito complessivo dell'Inhu rurale non superi per il 2012 le stime del Mef. In entrambi i casi i problemi di coordinamento con l'art.23 della Costituzione se-condo cui «nessuna prestazione personale o patrimoniale può es-sere imposta se non in base alla legge» sono evidenti. Lo lascia intendere chiaramente il servi-zio studi della camera nel dossier sul decreto fiscale (dl n.16/2012) messo a punto per la commissio-ne finanze che da oggi entrerà nel vivo dei lavori. La tabella di marcia si annuncia serrata visto che in caso di modifiche a Mon-tecitorio il testo dovrà tornare al senato per un nuovo, rapidissi-mo, passaggio, in tempo utile per la scadenza del decreto, fissata al 2 maggio. Per questo la commis-sione presieduta da Gianfranco Conte (che è anche relatore del decreto) ha già fissato per oggi

pomeriggio alle 16 il termine per la presentazione degli emenda-menti parlamentari. Poi sarà la volta delle proposte di modifica del governo e del relatore.

Facile immaginare che i depu-tati non si limiteranno ad asse-verare il testo uscito da palazzo Madama, ma vorranno dire la loro. E in tal senso vanno lette le dichiarazioni del segretario del Pdl, Angelino Alfano, che ha annunciato la volontà di ria-prire il capitolo Imu. Per Alfano l'imposta municipale dovrebbe essere una misura una tantum e per di più rateizzabile. Facile a dirsi, più difficile a farsi perché sull'Imu il governo Monti ripone grandi speranze di gettito per sé e per i comuni.

Intanto sui lavori della VI commissione della camera pesa- no come un macigno i rilievi del servizio studi. A cominciare dal-la disciplina Imu dei fabbricati rurali ancora iscritti nel catasto dei terreni. Per questi cespiti il dl Salva Italia prevede l'obbligo di dichiarazione al catasto edili-zio urbano entro il 30 novembre 2012 e un versamento in un'unica soluzione, entro il 16 dicembre. Si affida inoltre a un dpcm, da ema-narsi entro il 10 dicembre 2012 la modifica dell'aliquota da applica-re ai fabbricati rurali e ai terreni, in modo da garantire che il gettito complessivo non superi, per l'an-no 2012, l'ammontare previsto dal Mef. Fin qui le norme, che però pongono più di un problema visto che, come fanno notare i tecnici di Montecitorio, «dal tenore let-terale sembra evincersi che verrà affidata a un provvedimento di

rango subprimario la possibilità di determinare un'aliquota diffe-renziata per i terreni». L'ufficio studi non lo dice espressamente, ma i dubbi di costituzionalità sono palesi: «La disposizione an-drebbe valutata con riferimento all'articolo 23 della Costituzione che prevede una riserva di leg-ge ai fini dell'imposizione di una prestazione personale o patri-moniale». E non è solo la norma sui fabbricati rurali a esporsi a questi rilievi, ma anche e soprat-tutto quella che ha totalmente riscritto la tabella di marcia per i pagamenti delle abitazioni. Com'è noto l'acconto del 18 giu-gno dovrà essere pagato versan-do la metà dell'importo ottenuto applicando alla base imponibile le aliquote di base (0,4 per cento per le abitazioni principali, 0,76

per le altre abitazioni, 0,2 per i fabbricati rurali). Nel frattempo i comuni in vista dell'approvazione dei bilanci da chiudere entro il 30 giugno iscriveranno nei preven-tivi le entrate da Imu sulla base degli importi predeterminati dal Mef per ciascun ente attraver-so il meccanismo contabile dell' «accertamento convenzionale». Entro il 30 settembre i sindaci, sulla base dei primi dati di get-tito che inizieranno ad affluire a fine luglio, potranno modificare aliquote e detrazioni. Infine, en-tro il 10 dicembre, con uno o più dpcm su proposta del Mef, il go-verno provvederà a ritoccare le aliquote e le detrazioni oggi sta-bilite per l'abitazione principale (200 euro più 50 euro per ogni figlio di età non superiore a 26 anni, fino a un massimo di 600 euro complessivi di detrazione). La revisione è finalizzata ad as-sicurare l'ammontare del gettito complessivo previsto per il 2012. Ma anche in questo caso valgono gli stessi rilievi visti prima - una prestazione patrimoniale non può essere imposta con dpcm. E la necessità di tenere aperta una seconda chance una volta deter-minato il reale gettito non costituisce una valida ragio-ne per demandare a una fonte di rango secondario (o «subprima-rio») la fissazione delle aliquote definitive. Tanto più che, osserva l'ufficio studi di Montecitorio, il decreto Salva-Italia «non aveva esplicitamente- quantificato il gettito atteso dalla norma, che trova la propria quantificazione nella sola relazione tecnica». Riproduzione riservata—M

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costituzionalità a rischio

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P.A. E DIGITALE

Fino a 4 miliardi di risparmi

DI MATTE() RIGAMONTI

Fino a 4 miliardi all'anno di risparmio con lo sviluppo digi-tale. Con una efficace intera-zione digitale con la pubblica amministrazione ogni famiglia potrebbe risparmiare fino a 157 euro all'anno nei servizi della sanità, dell'istruzione, del la-voro e della sicurezza. In to-tale circa 4 miliardi all'anno. È quanto emerge dallo studio I-Com presentato ieri al con-vegno «R-innovare l'Italia», tenutosi a Montecitorio alla presenza del presidente della camera Gianfranco Fini, dell'ad di Poste italiane Massimo Sarmi e del presidente dell'Inps Anto-nio Mastrapasqua. «L'obiettivo del nostro studio», ha commen-tato il presidente dell'Istituto per la competitività Stefano da Empoli, «è stato quello di evi-denziare il risparmio potenzia-le per i cittadini. La cifra che abbiamo stimato, 157 euro, non è da trascurare se consideria-mo che corrisponde a oltre un terzo della spesa annua di una famiglia-tipo per l'elettricità». Dallo studio è emerso che alcu-ne regioni, come Lazio e Basili-cata, rispettivamente con 209 e 180 euro di spesa annuale per famiglia, superano in modo con-sistente la media nazionale. Riproduzione riservata

Pagina 26 L'infedeltà non tanto.

regioni

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La Consulta boccia alcuni articoli

Codice del turismo potere alle regioni

DI MARILISA BOMBI

Dettare le regole per lo svolgimento dell'atti-vità d'impresa nel set-tore turistico compete

alle regioni e non allo stato. Lo ha stabilito la Corte costi-tuzionale con la sentenza n. 80 depositata il 5 aprile scorso su ricorso di quattro regioni e precisamente, Toscana, Puglia, Umbria e Veneto. Il provvedi-mento impugnato, e parzial-mente dichiarato incostituzio-nale, è il Codice del turismo, ovvero il decreto legislativo 23 maggio 2011, n. 79 emanato dal governo soltanto un anno fa con la modifica dell discipli-na, tra l'altro, per l'apertura e l'esercizio dell'attività negli al-berghi, campeggi, bed and bre-akfast. Le regioni, tralasciando completamente la parte del de-creto legislativo che riguarda-va i contratti di multiproprietà e quelli relativi ai prodotti per le vacanze di lungo termine hanno concentrato le proprie rimostranzeisull'articolo 1 e il relativo allegato che innova quanto originariamente previ-

sto dalla legge 135/2001. I precedenti del giudice

delle leggi. Diverse le disposi-zioni censurate dalle regioni, a partire dal fatto che il governo, con il provvedimento in que-stione, avrebbe superato i limi-ti della delega prevista dall'art. 14 della legge 246/2005. Del resto, le ricorrenti hanno avu-to gioco facile, in relazione al fatto che già la Corte costitu-zionale si era espressa sulla medesima materia del turismo (76 del 2009, 88 del 2007 e 214 del 2006), affermando che la necessità di un intervento uni-tario del legislatore statale ben può nascere dall'esigenza di valorizzare al meglio l'attività turistica. Ma se tale discipli-na è destinata a incidere sulle competenze delle regioni, deve essere prevista l'intesa con la Conferenza stato-regioni; che nella fase di formazione del co-dice del turismo è stata, invece, completamente omessa.

Le disposizioni incosti-tuzionali. Poco rimane, in sostanza, della disciplina re-lativa alle strutture ricettive nel codice del turismo, perché la Corte ha dichiarato l'inco-stituzionalità, degli artt. 2, 3, 8, 9, 10, 11, comma 1, 12, 13, 14, 15, 16, 18, 20, comma 2, 21, 23, commi 1 e 2, 30, comma 1, 68 e 69 dell'allegato 1 del dlgs 79/2011 2011. Particolare inte-

resse riveste la questione rela-tiva all'art. 8 del dlgs 79/2011, il quale, oltre a individuare la classificazione delle diverse ti-pologie di strutture aveva pre-visto anche che nella licenza di esercizio è ricompresa la licen-za per la somministrazione per le persone non alloggiate nella struttura. Ciò avrebbe com-portato la deroga ai requisiti professionali che sono invece richiesti a chi intende aprire un bar o un ristorante.

È stata dichiarata, inoltre, l'illegittimità costituzionale del primo comma dell'art. 11, il quale prevedeva l'obbligo di esporre i prezzi. Ciò ovviamen-te non comporta il venir meno dell'obbligo di pubblicizzare le tariffe, ma solo il fatto che le regole devono essere stabilite dalle regioni. Incostituzionali anche le norme relative agli standard minimi qualitativi; ciò in quanto si realizza un accentramento di funzioni le-gislative che, in base alla com-petenza legislativa residuale delle regioni in materia di turi-smo, spettano in via ordinaria a quest'ultime e il cui sposta-mento implica una variazione del riparto di competenze tra stato e regioni, che esula dalla delega contenuta nella legge n. 246 del 2005.

---o Riproduzione riservata—

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Linfedelta non muta

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In un interpello i chiarimenti sulle procedure applicabili

Arbitrato nella p.a. Impugnabili le sanzioni disciplinari

DI LUIGI OLIVERI

Le sanzioni disciplinari ir-rogate ai pubblici dipen-denti sono impugnabili sia mediante il tentativo

di conciliazione, sia con procedu-re arbitrali. Lo chiarisce il mini-stero del lavoro con l'interpello 10 aprile 2012, n. 37/0006869, in risposta a un quesito del Nursind, sindacato delle professioni infer-mieristiche. l'interpello scioglie il dubbio interpretativo derivante dalla apparente inconciliabilità tra quanto dispone l'articolo 55, comma 3, del dlgs 165/2001 e le disposizioni del codice di proce-dura civile in tema di processo del lavoro, riformate dalla legge 183/2010 (il cosiddetto collegato lavoro). Ai sensi della regola spe-ciale contenuta nel dlgs 165/2001 ala contrattazione collettiva non può istituire procedure di impu-gnazione dei provvedimenti disci-plinari. Resta salva la facoltà di disciplinare mediante i contratti collettivi procedure di conciliazio-ne non obbligatoria, fuori dei casi per i quali è prevista la sanzione disciplinare del licenziamento (...)». Detta previsione, inseri-

ta nel dlgs 165/2001 dal dlgs 150/2009, cioè la riforma-Bru-netta, ha introdotto nell'ambito del lavoro pubblico il divieto di ricorrere avverso i provvedimenti disciplinari emessi dai dirigenti o gli uffici delle p.a., avvalendosi di forme arbitrali fissate dai contrat-ti collettivi o, come precisafinter-pello del ministero, ricorrendo al collegio di conciliazione operante presso le direzioni provinciale del lavoro, in applicazione dell'arti-colo 7, commi 6 e 7 della legge 300/1970.

Il ministero del lavoro nota, però, che successivamente alla ri-forma Brunetta, la legge 183/2010 ha modificato proprio la regola-mentazione di conciliazione e ar-bitrato nell'ambito della disciplina delle controversie del lavoro, per altro al preciso scopo di ottenere un effetto deflattivo del conten-zioso avanti ai giudici. Uarticolo 31, comma 9, della legge 183/2010 ha stabilito espressamente che le nuove regole sull'arbitrato conte-nute negli articoli 410, 411, 412, 412-ter e 412-quater del codice di procedura civile sono applicabili direttamente alle controversie del lavoro riguardanti i dipendenti

pubblici, abolendo le regole spe-ciali sul tentativo obbligatorio di conciliazione e il collegio di conci-liazione, contenute negli articoli 65 e 66 del dlgs 165/2001.

Di conseguenza, poiché le ver-tenze relative alle sanzioni di-sciplinari riguardano i rapporti di lavoro, secondo l'interpello è possibile per i dipendenti pub-blici opporsi all'eventuale irro-gazione di sanzioni disciplinari esperendo le procedure di conci-liazione e arbitrato previste dagli articoli 410 e 412 c.p.c. Del resto, il tentativo di conciliazione, di-venuto facoltativo, trova la sua fonte direttamente nella legge e non nella contrattazione collet-tiva; sicché non risulta applica-bile il divieto posto dall'articolo 55, comma 3, del dlgs 165/2001, che non permette di avvalersi di conciliazione e arbitrati regolati da contratti collettivi.

Resta invece preclusa la possi-bilità del cosiddetto arbitrato ir-rituale previsto dall'articolo 412- ter del codice di procedura civile, in quanto tale forma di gravame è rimessa alla disciplina della contrattazione collettiva. © Riproduzione riservata

Pagina 32 krbiteuto neII t p.a.

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press unE il Resto del Carlino 11/04/2012 Ravenna

W:SMA ANO AL 30 APRILE

Asilo nido , aperte le iscrizioni per l'anno venturo FINO al 30 aprile sono aperte le iscrizioni per iniziare a frequentare il nido e i servizi integrativi da settembre 2012 di Russi. Il nido d'Infanzia comunale di Russi di via Roma i è un servizio educativo e sociale, aperto a tutti i bambini e le bambine in età compresa fra tre mesi e tre anni, che concorre con le famiglie alla loro crescita e fonuazione.

Per informazioni, ritiro e riconsegna del modulo dì domanda è possibile rivolgersi al settore Servizio Istruzione di via Babini I a Russi, tel 0544-587643. Lo sportello osserva i seguenti orari d apertura al pubblico: martedì, giovedì e venerdì dalle 830 alle 13; giovedì dalle 15 alle 18. Oppure si può inviare una filarli a: [email protected].

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Centrale, è il domo de: ,,,re2tto

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