Comunicare la scienza, lezione due

61
CONSORZIO PER L’APPLICAZIONE DELLA RICERCA E LA CREAZIONE DI AZIENDE INNOVATIVE Antonio Massara Comunicare la Ricerca #2

Transcript of Comunicare la scienza, lezione due

Page 1: Comunicare la scienza, lezione due

CONSORZIO PER L’APPLICAZIONE DELLA

RICERCA E LA CREAZIONE DI

AZIENDE INNOVATIVE

Antonio Massara

Comunicare la Ricerca #2

Page 2: Comunicare la scienza, lezione due

web revolution

Page 3: Comunicare la scienza, lezione due

vecchio mondo

Page 4: Comunicare la scienza, lezione due

business model gutenberghiano

• un autore concepito come un eremita; • un editore, produttore e businessman; • un tipografo; • una galassia di librerie sparse in tutto il

mondo; • un popolo di lettori con gli interessi più

vari

Page 5: Comunicare la scienza, lezione due

e poi?

Page 6: Comunicare la scienza, lezione due

nuovo mondo

alcune cose non funzionano più alcune spariscono altre compaiono

mistero confusione

Page 7: Comunicare la scienza, lezione due

nuovo mondo

DISINTERMEDIAZIONE

Page 8: Comunicare la scienza, lezione due

cambiamento

Page 9: Comunicare la scienza, lezione due

il pagliaio

Page 10: Comunicare la scienza, lezione due

disintermediazione: conseguenze

• ci sei se produci fieno per tutti; • local + global = glocal • chi cerca, trova, ma è difficile; • ogni pagliuzza è diversa dall’altra, ma appena ti

allontani tutto è uguale; • tempo inesistente, tutto è sempre.

Page 11: Comunicare la scienza, lezione due

prima condizione

• produrre; • 10.000 ore (Malcom Gladwell) • le ore crescono, soprattutto

quando sbagli; • l’esempio degli altri;

Page 12: Comunicare la scienza, lezione due

prima condizione

più sbagli più ne sai

Page 13: Comunicare la scienza, lezione due

nuovo mondo

HTTP://E-BOOKFORMATTINGFAIRIES.BLOGSPOT.IT/2013/04/AUTHOR-KNOW-THY-BUSINESS-SELF.HTML

Stephanie  Rowe

Page 14: Comunicare la scienza, lezione due

glocal

Page 15: Comunicare la scienza, lezione due

il vecchio “lancio”

Page 16: Comunicare la scienza, lezione due

the long tail

Page 17: Comunicare la scienza, lezione due

long tail

• prodotti, no tempo = il pagliaio!

• notorietà, NON $ = influencing!

• milioni di nicchie • c’è posto per tutti quelli che

hanno un’identità

Page 18: Comunicare la scienza, lezione due

nel pagliaio

• abbiamo tanti aghi, grossi e piccoli, sono le nostre storie;

• le pagliuzze siamo noi, poveri esseri umani alla ricerca delle emozioni pungenti degli aghi;

Page 19: Comunicare la scienza, lezione due

nel pagliaio

• gli aghi migliori hanno un polo magnetico; • i bravi narratori creano un campo

magnetico che raggruppa e orienta gli aghi; • le pagliuzze amano molti e precisi campi

magnetici; ce n’è per tutti i gusti: scienza, religione, calcio, sport, porno, politica, cronaca, collezionismo etc etc

Page 20: Comunicare la scienza, lezione due

nel pagliaio

• i bravi narratori creano un campo magnetico che raggruppa e orienta gli aghi;

• il campo magnetizza con un’energia misteriosa

Page 21: Comunicare la scienza, lezione due

emotone = energia di campo

ondata emozione istantanea aggregante

pro temporeamore  istantaneo

Page 22: Comunicare la scienza, lezione due

nel pagliaio

l’emotone cerca l’emotivo (il target) l’emotivo cerca l’emotone cioè le notizie e gli argomenti trovano coloro che sono interessati.

Page 23: Comunicare la scienza, lezione due

nel pagliaio: il target

tra le pagliuzze c’è il vostro target ci vorrebbero due giorni per parlare del target e di come relazionarsi tutte le regole si sintetizzano in una sola: amate il vostro target se non potete amarlo, fate come Tars in “Interstellar”: 90% di verità, 75% di umorismo.

Page 24: Comunicare la scienza, lezione due

nel pagliaio

il Piano editoriale è la storia esecutiva di come creare un campo magnetico e la produzione di aghi, nel tempo. Ricordate, il pagliaio è eterno.

Page 25: Comunicare la scienza, lezione due

nel pagliaio

oltre ai creatori di aghi ed emotoni, nel pagliaio ci sono degli strani animaletti

Page 26: Comunicare la scienza, lezione due

il pagliaio brulica di Googli

Sono sensibili ai campi magnetici degli Emotoni e li seguono, raggruppando aghi. Si chiamano Googli.

Page 27: Comunicare la scienza, lezione due

la Seo

Le Seo tratta dei modi di essere visibili ai Googli. Se buttiamo un solo ago non magnetizzato, se il campo è debole e l’Emotone inadeguato, i Googli non lo troveranno mai.

Page 28: Comunicare la scienza, lezione due

cosa vedono i Googli

i Googli vedono PAROLE

e STORIE

L’algoritmo  di  Google  ha  cominciato  con  le  parole,  poi  è  passato  al  semantico,  cioè  interpreta  e  propone  le  storie.  Oggi  una  tag  vale  poco,  una  storia  vale  molto,  molte  storie  sono  un  campo  magnetico.  

Page 29: Comunicare la scienza, lezione due

i Googli amano

• moltissimi aghi piccoli, pochi grandi, tutti magnetici;

• un grande campo magnetico che li abbraccia tutti (la storia lunga)

Page 30: Comunicare la scienza, lezione due

tipi di aghi• tweet • facebook post • whatsapp, bla

bla • blog • sito • slides

• pitch • video • eventi • ebook • film • sponsorship • ….

Page 31: Comunicare la scienza, lezione due

non potete fare tutto

• per produrre tutti i tipi di aghi ci vorrebbe una redazione da major di Hollywood, lasciate stare;

• scegliete due social e il blog/sito, poi passerete a quelli blu nell’ambito del Piano Editoriale.

Page 32: Comunicare la scienza, lezione due

megatrends

• smartphone vs tablet

• computer portatili per imparare e lavorare;

• Chrome Os

• Html5 vince; scrivete in html, tutto è più facile

Page 33: Comunicare la scienza, lezione due

Piano Editoriale

La comunicazione in rete deve essere PROGRAMMATA • per digraph • nel tempo • nei mezzi.

Si fa predisponendo un PIANO EDITORIALE

Page 34: Comunicare la scienza, lezione due

Piano Editoriale

• obiettivo • target • mezzi (se qualcuno prova solo a nominate Tv e Stampa,

me ne vado)

• date notevoli • wording • copy brevissimo, breve,

medio, lungo e lunghissimo • condivisione attiva: planning • feedback e interazione

Page 35: Comunicare la scienza, lezione due

PE obiettivo

• soldi • notorietà/premi/

riconoscimenti (misurabile/stat)

• consenso (politico/stat)

Page 36: Comunicare la scienza, lezione due

PE target• accademici

• alti • bassi

• politici • nazionali • regionali

• amministratori pubblici • europei • locali

• appassionati del tema • locali • on line

• cultori della scienza • locali • on line

• scuola • università • popolazione

Page 37: Comunicare la scienza, lezione due

media• tweet • facebook post • whatsapp, bla

bla • blog • sito • newsletter • slides

• pitch • video • eventi • ebook • film • sponsorship • …..

Page 38: Comunicare la scienza, lezione due

date notevoli

• Presentazioni • convegni • viaggi • ospitalità • meeting

importanti

• esperimenti pianificati

• video trailer • news letters • call for papers • etc

Page 39: Comunicare la scienza, lezione due

wording

Individuazione ed elencazione delle parole chiave essenziali per la coerente narrativa dello storytelling di progetto.

Il wording dovrà essere presente nella maggior parte dei contenuti comunque condivisi, a qualunque livello, e sarà presente nella semantica per la Seo, tag compresi.

Page 40: Comunicare la scienza, lezione due

PE planning

mailchimp

Page 41: Comunicare la scienza, lezione due

PE stat

• Google Analytics + newsletter feedback + Slideshare stats

• Klout?

Page 42: Comunicare la scienza, lezione due

PE

• non importa se ve lo chiedono;

• non importa se ve lo fanno fare;

• non importa se lo dovete rivedere ogni mese

SE comunicate, fatevi il vostro PE.

e tenete il wording appeso alla parete quando scrivete

Page 43: Comunicare la scienza, lezione due

sito/blog

• un sito che cambia è come un solo ago magnetizzato;

• un blog produce un’infinità di aghi, tutti nel campo;

• potete produrre aghi piccoli e grandi e metterli insieme in un digraph grosso

Page 44: Comunicare la scienza, lezione due

blog

• Due principali piattaforme: Blogger (Google) e Wordpress.

• Il blogging è un lavoro serio, non cominciate se non avete in mente un progetto a lungo termine.

• Una conversazione approfondita.

Page 45: Comunicare la scienza, lezione due

ebook

• l’ebook è un digraph dal content lungo;

• nato come imitazione del libro di carta, è diventato multimediale e interattivo;

• può diventare il content di riferimento (vision, mission, storia lunga etc etc);

• tecnicamente facile da fare, potenzialmente a costo di produzione basso, può diventare complesso e costoso come un film

Page 46: Comunicare la scienza, lezione due

ebook

qualche esempio

Page 47: Comunicare la scienza, lezione due

ebook fisso e fluido

• ebook a formato fluido: testo e immagini che si leggono per pagine o da scrolling con la possibilità di cambiare font in natura e dimensione; prevalenza del testo.

• ebook formato fisso: schermate fisse navigabili per pagine; ottimo per ebook “quasi film”, il testo è secondario.

Page 48: Comunicare la scienza, lezione due

ebook formati

• si contano più di 140 formati digitali diversi, e altri ne stanno nascendo

• perché tutti gli editori di carta pensano di diventare monopolisti degli ebook

• hanno già perso la partita

Page 49: Comunicare la scienza, lezione due

iBook (apple)

• è un formato proprietario • si realizzano con un software made in

Apple: iBook Author • solo per IOS • è il più usato per digraph “quasi film”

Page 50: Comunicare la scienza, lezione due

ePub 3.0

• è un formato per ebook-digraph • nasce nel 2007 • è un “quasi standard” • funziona con l’Html5 (Web!) • sta vincendo nel formato “Fluido”

Page 51: Comunicare la scienza, lezione due

fare un ePub

• può essere semplicissimo o complicatissimo, in funzione diretta della multimedialità contenuta nell’opera e del software utilizzato per il montaggio:

• Software dedicati per computer (Mac, Windows, fra poco App di Chrome),

• piattaforme on line di traduzione, • piattaforme on line di montaggio, • agenzie di editing, pubblicazione e servizi vari.

Page 52: Comunicare la scienza, lezione due

piattaforme on line di “traduzione”

• molte piattaforme di distribuzione offrono la possibilità di fare l’upload di un testo (word) e di ottenere un epub (o altro) da pubblicare sulle stesse piattaforme:

• Smashwords

• Amazon

• etc etc.

Page 53: Comunicare la scienza, lezione due

scrivere per schermi

❖ parole incolonnate (più poesia che prosa)

❖ aria, spazio, interazione “contro libro di carta”

❖ nel formato fluido

❖ font e dimensione del carattere le sceglie il lettore

❖ pagine o lettura per scorrimento (scrolling)

❖ Nel formato fisso:

❖ dimensione del carattere (pensare a smartphone vs tablet)

❖ slide più che pagine

Page 54: Comunicare la scienza, lezione due

elementi dell’ebook

• metadati: • titolo • autore/i • editore/i • breve testo

• colophon : autore, titolo, copyright anno, link a blog o altre risorse autoriali;

• capitoli • eventuali premesse, prefazioni e postfazioni • immagini jpg o png;

Page 55: Comunicare la scienza, lezione due

template

• quasi tutti i software di edizione (montaggio) funzionano utilizzando i TEMPLATE

• il TEMPLATE è uno schema di grafica/impaginazione che aiuta nella redazione del Digraph. Una sorta di “modulo precompilato”.

Page 56: Comunicare la scienza, lezione due

storyboard

• un ebook è una via di mezzo tra un film e un libro di carta: occorre montarlo.

• a partire dal manoscritto (html) è opportuno suddividere tutti gli elementi (testo, foto, video) in singoli file e tenerli pronti per il montaggio sul software;

• nei processi complessi è utile fare uno storyboard.

Page 57: Comunicare la scienza, lezione due

in ambiente Mac

• Pages (in esportazione e solo testo) (solo distribuzione Apple)

• iBookAuthor (fluidi e fissi) (solo distribuzione Apple)

• Vellum (a pagamento per epub e mobi)

Page 58: Comunicare la scienza, lezione due

in ambiente Windows

• Sigil • non prevede template

Page 59: Comunicare la scienza, lezione due

piattaforme on line di montaggio

• Bookenberg • Backtypo.com

Page 60: Comunicare la scienza, lezione due

bookenberg video tutor

Page 61: Comunicare la scienza, lezione due

Grazie per l’attenzione