Comunicare con / Comunicare a: dal one-to-one al one-with-one Toni Muzi Falconi Bologna 9 Giugno...
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Comunicare con / Comunicare a:
dal one-to-one al one-with-one
Toni Muzi Falconi
Bologna
9 Giugno 2005
Un approccio “scientifico”
Un primo approccio "scientifico" alla comunicazione delle
organizzazioni risale ai primi anni venti del secolo scorso:
integrando gli studi di suo zio Sigmund Freud con le
riflessioni dei primi sociologi del ‘900 e soprattutto di
Walter Lippmann sull'opinione pubblica, Edward
Bernays elabora e con grande creatività applica e
diffonde per quasi un secolo il suo modello di
“persuasione scientifica”.
Il modello 1/2
- il consumatore viene ascoltato per comprenderne le
motivazioni latenti,
- si creano e si trasferiscono al consumatore messaggi
retorici e persuasivi capaci di accendere la sua
attenzione,
- la verifica dell'efficacia viene ottenuta dal ricordo del
messaggio e dall’aumento delle vendite del
prodotto/servizio
Il modello 2/2
Se poi il consumatore riceve(tramite le relazioni
pubbliche) messaggi positivi sul prodotto/servizio
anche e soprattutto da fonti ritenute più credibili
e indipendenti rispetto alla pubblicità, per esempio da
un leader di opinione o da un giornalista, allora
l'efficacia della comunicazione sarà superiore.
Con questo modello,
qui assai semplificato,
il marketing e la comunicazione delle
organizzazioni
hanno felicemente convissuto con alti e
bassi,
per quasi un secolo
Alcuni cambiamenti
Anni ottanta:
• la diffusione dei pc e l’informatizzazione di massa
• la implosione della civiltà e della cultura dei consumi
• la saturazione dei messaggi pubblicitari attraverso i media
tradizionali
L’informatizzazione (1)
La diffusione dei pc consente un uso mirato del direct
marketing (che, non casualmente, assume la denominazione
di direct response) e aiuta le imprese a trovare una valida
alternativa al livello di saturazione e di sostanziale inefficacia
raggiunta dalla pubblicità unidirezionale ed erga omnes:
lo share of mind diventa assai più importante
dello share of voice
L’informatizzazione (2)
L’esplosione di disponibilità delle informazioni consente,
tramite il pc, la segmentazione sempre più mirata dei pubblici
fino ad arrivare alla identificazione teorica unitaria degli
interlocutori.
A sua volta, questo consente la elaborazione e l’emissione di
messaggi mirati ai specifici segmenti fino al singolo.
Gli ulteriori sviluppi delle tecnologie informatiche consentono
anche la creazione di ambienti relazionali virtuali simmetrici
(peer-to-peer) ove gli interlocutori si scambiano relazioni.
La globalizzazione
I consumi si diversificano e si segmentano anche in funzione della
fine del mito del “sogno americano” ove tutte le diversità si
integravano nel famoso melting pot.
Mai tante diversità, identità, religioni, culture e valori diffuse
istantaneamente in tutto il mondo grazie ad una globalizzazione
il cui motore principale è costituito proprio dai processi di
comunicazione
Internet 1/2
Poi è arrivata Internet ed è definitivamente saltata la
comunicazione tradizionale delle organizzazioni, come
l'abbiamo sempre conosciuta: una comunicazione
prevalentemente:
• unidirezionale,
• asimmetrica
e
• orientata alla persuasione
Internet 2/2
Intendiamoci, abbiamo ormai imparato che nulla si distrugge
e che la pubblicità tradizionale, ad esempio, si propone di
adeguarsi alle nuove esigenze, che vanno verso una
accentuata personalizzazione…
…fino al one-to-one…
Ma ora la questione è il one-with-one
Stupidaggini, direte voi,
che differenza c’è?
C’è, eccome
A livello concettuale
si comunica con, non si comunica a
Si sbraita a, si parla a, si scrive a...
ma comunicare implica una messa in comune... cioè con
A livello operativo
ogni strumento, ogni canale deve avere incorporato, facilmente
accessibile, utilizzabile e incentivato nell'uso, uno strumento, un
canale di dialogo con l’interlocutore.